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STORIA DELLA MODA Benedetta Del Romano

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STORIA DELLA MODA Benedetta Del Romano

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EMILIO SCHUBERTH 1904-1972

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EMILIO SCHUBERTH

Nacque a Napoli, l’8 giugno del 1904, ma presto si trasferì a Roma dovelavorò presso la sartoria Montorsi.

Nel 1938 aprì una modisteria in via Frattina e nel 1940 aprì un atelier invia Lazio, trasferitosi poi, l’anno successivo in via XX Settembre.

Mantenne sempre uno stretto riserbo sul suo passato e sull’origine delsuo cognome, tanto che nacquero molte leggende sul suo conto.

I suoi abiti erano sfarzosi e ricchi, opulenti e glamour, avevano nomibizzarri e spesso egli utilizzava delle particolari lavorazioni cheaccostavano spago, filo di seta, paglia e strass.

Fu molto amato dalle dive del tempo e recitò nel ruolo di sé stesso nelfilm Era lui...sì!sì! Al fianco di Sophia Loren.

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Emilio Schuberth era un personaggio stravagante, amava farsi fotografarecon stuoli di indossatrici portando molti gioielli, le unghie laccate e ilfondotinta.

La ricchezza dei suoi modelli e la loro opulenza ottocentesca, attiròspesso le critiche della stampa.

Nel 1957 Schuberth firmò un accordo con Delia Biagiotti, madre di Laura,per l’esportazione di una linea di moda pronta firmata da lui, chiamataMiss Schuberth.

Nel 1953 Schuberth dedicò alla principessa Soraya (che era sua cliente)una collezione di 30 abiti chiamata Rosa Imperiale.

Morì nel 1972 e le sue figlie donarono il suo archivio all’Università diParma.

EMILIO SCHUBERTH

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EMILIO SCHUBERTH 1904-1972

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GABRIELLA DI ROBILANT 1900-1999

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Nata a Firenze nel 1900, discendeva dai conti de Bosdari. Sposò Andreadi Robilant nel 1920 e si trasferì a Venezia. Qui iniziò a frequentare ColePorter ed Elsa Maxwell, Gabriele d’Annunzio (poco amato) e Jean Patouche ebbe molta influenza sulla futura scelta lavorativa di Gabriella.

Dopo la separazione dal marito, nei primi anni ‘30, iniziò a dedicarsi allamoda, facendo realizzare da alcune sarte veneziane i suoi primi abitisemplici e sportivi, seguendo la lezione di Chanel e Patou stesso.

Nel 1932 si stabilì a Milano dove aprì il suo atelier Gabriellasport in viaSanto Spirito, a seguito del successo di una sua presentazione di abitiavuta luogo l’anno prima presso una nota profumeria in via Manzoni.

Ben presto arrivò il successo e nel 1937 fu invitata negli Stati Uniti apresentare i suoi modelli.

GABRIELLA DI ROBILANT

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Nel 1942 si trasferì a Roma e rilevò la sede romana della Sartoria Ventura apiazza di Spagna.

Da questo momento la maison iniziò a produrre anche abiti d’alta moda,acquistando i modelli dalle maison francesi, per accontentare le vecchie clientidell’atelier rilevato, continuando a lavorare per tutta la durata della guerra,coadiuvata da Madame Anna, storica direttrice della Sartoria Ventura.

Nel 1948 Gabriella si trasferì a Palermo, dopo il matrimonio con un nobilesiciliano, ma non riuscendo a tenere a freno i costi dell’atelier, dovette licenziareMadame Anna e poco dopo rimase la sola responsabile dell’atelier.

Nel 1952, dopo essere stata invitata nuovamente in America per presentare i suoimodelli, chiuse l’atelier, stanca di dividersi tra Roma e la Sicilia, scatenando le iredelle sarte del suo laboratorio.

GABRIELLA DI ROBILANT

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GABRIELLASPORT Abiti anni ‘40

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SIMONETTA DEI DUCHI COLONNA DI CESARÒ

1922-2011

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Simonetta dei duchi Colonna di Cesarò nacque a Roma il 10 aprile 1922.

Aprì il suo atelier nel 1946 in via Gregoriana e subito i suoi abiti sidistinsero per l’ingegno con il quale trovava delle soluzioni per ovviare allamancanza di materiali del primissimo dopoguerra.

Il suo primo marito fu il conte Galeazzo Visconti, quindi in un primomomento i suoi abiti riportavano sull’etichetta il nome «SimonettaVisconti». Dopo il secondo matrimonio con il sarto Fabiani nel 1953 ilmarchio mutò e fu lasciato il solo nome «Simonetta».

Presto iniziò l’interesse delle riviste di moda e il suo lavoro fu notatoanche all’estero. I suoi abiti iniziarono ad essere richiesti anche nei grandimagazzini americani e Bettina Ballard, fashion editor di Vogue, la definì«the best businesswoman in the italian couture».

SIMONETTA

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SIMONETTA

Gli abiti di Simonetta furono amati dalle dive di Hollywood, ma una delle sueclienti preferite era l’artista Leonor Fini.

Le sue collezioni si differenziavano per uno stile raffinato ed essenziale, spessoesaltate da un singolo dettaglio caratteristico. Spesso le venne rimproverato,però, un eccessivo legame con la moda francese.

Nel 1957 lanciò una linea di moda pronta, quello stesso anno Simonetta venneinserita nella classifica delle 10 donne più eleganti del mondo dal New YorkDress Institute.

Nel 1962 Simonetta e Fabiani si trasferirono a Parigi ed aprirono un atelierinsieme. L’atelier vide un grande successo iniziale che però non durò nel tempo eSimonetta rimase a Parigi fino al 1973, anno del divorzio da Fabiani e del suoritiro dalla moda.

Nel 2008 le è stata dedicata una mostra dal titolo Simonetta. La prima donnadella moda italiana presso la Galleria del Costume di Palazzo Pitti.

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SIMONETTA Abiti primi anni ‘50

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GIOVANNA CARACCIOLO 1905-1983

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GIOVANNA CARACCIOLO

La principessa Giovanna Caracciolo Ginetti di Avellino, nacque a Velletrinel 1905 e fondò nel 1947, insieme alla contessa Barbara Rota AngeliniDesalles, l’atelier Carosa. Giovanna Caracciolo fu presto lasciata da solaa continuare quest’attività.

Gli abiti Carosa erano caratterizzati da un certo gusto sartoriale francese,forse a causa della formazione culturale della principessa. In ogni caso lasartoria Carosa contribuì molto all’affermazione della moda italiana. Dopola partecipazione alla prima sfilata nella residenza di Giorgini, iniziò apresentare le sue creazioni anche all’estero.

La principessa amava Balenciaga, ma il suo gusto era molto distante dallostile di Christian Dior (in particolare non amava la schematicità delle suelinee ad H, ad A e a Y).

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Nel 1956 un modello di Carosa, insieme a quelli di Antonelli, Schuberth, Fabiani,Veneziani, Marucelli, Capucci e Simonetta, fu protagonista di un’altra iniziativapubblicitaria di Giorgini. Indossati da modelle aristocratiche, questi abiti dell’altamoda italiana sbarcarono a New York con il transatlantico Cristoforo Colombo.

Il successo di questa iniziativa fu grande e gli abiti apparvero anche in diversetrasmissioni televisive. In questa manifestazione furono coinvolti anche Dalì, ElsaMaxwell e Marilyn Monroe.

La Saroria Carosa, grazie al buon gusto della principessa e ad abilissimicollaboratori divenne una delle sartorie più frequentate dall’alta società tra glianni ‘50 e ‘60.

Nei primi anni settanta la sartoria soffrì la continua ascesa del prêt-à-porter e laprincipessa fu costretta a chiudere il suo atelier nel 1974.

GIOVANNA CARACCIOLO

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CAROSA 1905-1983

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IRENE GALITZINE 1916-2006

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IRENE GALITZINE

La principessa russa Irene Galitzine nacque a Tblisi in Georgia nel 1916.Dopo aver lavorato come indossatrice e addetta alle pubbliche relazionidalle Sorelle Fontana, aprì un suo atelier dove faceva riprodurre modellifrancesi.

Non prese parte alle prime iniziative di Giorgini a causa della suapassione per i modelli francesi. Fu solo nel 1959 che fu convinta apresentare dei modelli originali per la passerella della Sala Bianca,ricevendo anche il Filene’s Talent Award come migliore creatricedell’anno.

Ma fu nel 1960, con la creazione del suo modello più famoso, il pyjamapalazzo, che raggiunse il vero successo. Si trattava di un completocasacca e pantaloni in shantung di seta dai colori sgargianti, pensato perle vacanze a Capri.

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IRENE GALITZINE

L’ispirazione le venne dopo la visione di The King and I a Broadway e itessuti furono fatti realizzare appositamente dall’azienda serica comascaTerragni.

Il pyjama palazzo conquistò presto attrici, regine e first lady e DianaVreeland, fashion editor di Harper’s Bazaar, che ne inventò il nome, volleimmortalarlo nei saloni di Palazzo Doria.

Nel 1962 ottenne il Sunday Times Award, nel 1964 fu insignita del premioIsabella d’Este. Nel 1966 il suo nome fu incluso nella Fashion Hall ofFame dal New York Fashion Group.

Nel 1988 tornò per la prima volta in Russia per presentare la suacollezione a Mosca.

Irene Galitzine morì a Roma nel 2006.

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PIGIAMA PALAZZO Anni 60

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FERNANDA GATTINONI 1907-2002

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FERNANDA GATTINONI

Fernanda Gattinoni nacque nel 1907 in provincia di Varese, da unafamiglia della buona borghesia. Si trasferì non ancora diciottenne aLondra con la famiglia e iniziò il suo apprendistato presso Molyneux.

Tornata in Italia, andò a vivere a Roma, dove iniziò a lavorare presso lasartoria Ventura, diventando assistente personale di Madame Anna. Dopoche la sartoria Ventura fu acquistata da Gabriella di Robilant, FernandaGattinoni decise di mettersi in proprio aprendo il suo atelier nel 1944.

Il suo stile era caratterizzato da un uso sapiente del drappeggio e daun’inclinazione alla sobrietà e all’essenzialità che riteneva il segretoaffinché un abito potesse rimanere attuale nel tempo.

Vestì molte dive del tempo, tra cui Ingrid Bergman, Audrey Hepburn, AnnaMagnani, Kim Novak, Lucia Bosè.

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Lavorò molto anche per il cinema, realizzando i costumi indossati dalla Bergmanin Europa ‘51 e Viaggio in Italia di Rossellini.

Maria de Matteis, costumista del film Guerra e Pace del 1956 di King Vidor, lechiese di realizzare i costumi per Audrey Hepburn.

La collezione successiva alla lavorazione degli abiti per il film fu chiamataNatascia e fu ispirata allo stile impero, mentre l’anno successivo lanciò una lineaispirata alla classicità chiamata Nike.

Fernanda Gattinoni non volle mai partecipare alle sfilate collettive a Palazzo Pitti,preferendo lavorare per la sua clientela privata.

Negli anni ‘60 lanciò una linea di prêt-à-porter e durante gli anni ‘80 iniziò adessere affiancata dal figlio Raniero. Dopo la morte di Raniero la direzioneartistica fu assunta da Guillermo Mariotto mentre Stefano Dominella è diventatoamministratore delegato. Fernanda continuò a partecipare alla vita dell’atelierfino al 2002, anno della morte.

FERNANDA GATTINONI

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FERNANDA GATTINONI 1907-2002

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JOLE VENEZIANI 1901-1989

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JOLE VENEZIANI

Nata nel 1901 in provincia di Taranto, si trasferì con la famiglia a Milanonel 1907. Da ragazza, in seguito alla morte precoce della madre, iniziòl’apprendistato presso un’azienda francese di pellami.

Nel 1938 aprì il suo laboratorio dove produce pellicce apprezzate nelmondo dell’alta moda, innovando le tecniche di lavorazione e utilizzandola pelliccia anche per la realizzazione di capi d’abbigliamentotradizionalmente realizzati in tessuto.

Nel 1944 aprì un atelier in via Montenapoleone 8, allargando laproduzione alla sartoria, per poi creare una linea di accessori, un profumoe diverse linee, tra cui la linea Veneziani Sport, lanciata nel 1951.

Carmel Snow rimase molto affascinata dagli abiti presentati da JoleVenziani alla seconda sfilata organizzata da Giorgini a Firenze.

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JOLE VENEZIANI

Lo stile Veneziani era essenziale e si distinse per l’uso della pelliccia inmolte delle sue collezioni.

Fu una sperimentatrice e fu una delle prime ad utilizzare le fibresintetiche nell’alta moda, collaborando con l’industria tessile.

Fu una delle voci più autentiche della nascente moda italiana, con unostile molto personale, che faceva spiccare le sue creazioni.

Negli anni ’60, viste le crescenti difficoltà economiche del settore dell’altamoda, cercò di iniziare avanti un rinnovamento dello stile, presentandoabiti caratterizzati da contrasti netti. Durante gli anni della contestazionele sue pellicce furono prese di mira da lanci di uova durante la seratainaugurale della scala e iniziò il declino.

Jolanda Veneziani morì a Milano nel 1989.

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JOLE VENEZIANI Abiti anni ‘50/’60

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GERMANA MARUCELLI 1905-1983

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GERMANA MARUCELLI

Germana Marucelli nacque nel 1905 a Settignano, in provincia diFirenze. La sua famiglia si occupava di tessuti, stoffe e sartoria dal tempodei Medici. A 14 anni iniziò il suo apprendistato presso la sartoria degli zii.

Divenne abile figurinista e sarta e compì numerosi viaggi a Parigi. Neglianni trenta si trasferì a Genova e lavorò per la sartoria Gastaldi, poi perun breve periodo lavorò come modellista. Divenne famosa per la suamemoria formidabile: era in grado di riprodurre un modello dopo averlovisto sfilare una sola volta.

Nel 1938 inaugurò il suo atelier a Milano. Durante la guerra fu costretta achiuderlo per poi riaprire nel 1945. In questi anni si sviluppò il suo stilepersonale, originale, frutto di una ricerca autonoma. Anticipò, negli anni‘40 il gusto del New Look, utilizzando forme che valorizzassero lafemminilità .

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GERMANA MARUCELLI

Importante fu il suo rapporto con l’arte e con gli artisti. Si circondò di personaggiquali Giuseppe Ungaretti, Alberto Savinio, Eugenio Montale, SalvatoreQuasimodo, Felice Casorati, Giò Ponti, Franco Gentilini, Massimo Campigli.Durante gli anni cinquanta la sua sartoria si trasformava in un salotto letterario enel 1957 istituì il Premio Letterario San Babila, assegnato a Quasimodo durantela prima edizione.

Nel 1948 utilizzò, al posto dei ricami tradizionali, gli accostamenti astratti delpittore Pietro Zuffi.

Fu però con Getulio Alviani che sì realizzò la collaborazione più stretta negli annitra il 1965 e il 1969, con la presentazione delle collezioni Optical e Alluminio.

Negli anni settanta fu sempre meno presente alle manifestazioni della moda, macontinuò a lavorare a nuove linee fino alla sua morte, avvenuta nel 1983.

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GERMANA MARUCELLI Anni ‘60

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EMILIO PUCCI 1914-1992

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EMILIO PUCCI

Il marchese Emilio Pucci di Barsento nacque il 20 novembre 1914 a Napoli. Silaureò in Scienze Politiche e nel 1938 si arruolò come ufficiale di aviazionedurante la seconda guerra mondiale.

Nel 1947, mentre era in vacanza sulla neve, una fotografa di Harper’s Bazaarnotò l’eleganza del completo da sci di un’amica di Pucci e quando scoprì che ilcompleto era stato ideato dal marchese ne fu entusiasta e ne parlò con DianaVreeland, che commissionò un servizio sulle sue creazioni per l’anno successivo.Nel 1949, mentre era in vacanza a Capri fece realizzare alcuni abiti sportivi e aprìla sua prima boutique che divenne famosissima e frequentata da tutto il jet set invacanza sull’isola.

I modelli Pucci venivano prodotti a Firenze, nel Palazzo Pucci, la residenza difamiglia, in via dé Pucci.

Nel 1954 ricevette il Neiman Marcus Award.

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EMILIO PUCCI

Gli abiti del marchese Pucci erano caratterizzati dagli audaciaccostamenti cromatici e dalle coloratissime stampe su seta, applicati amodelli semplici ed essenziali nella linea.

Se negli anni ‘50 le sue stampe avevano come oggetto elementi figurativi,negli anni ‘60 iniziò a preferire i motivi geometrici astratti. In questodecennio fece uno dei primi esperimenti di «total look» firmandoporcellane, calze, cravatte, borse, lingerie, moda maschile, uniformi perhostess, interni di automobili, tappeti, ecc.

Alla fine degli anni ‘70 introdusse anche una linea di alta moda, per poidecidere di realizzare solo prêt-à-porter a partire dagli anni ‘80.

Il marchese Emilio Pucci morì nel 1992 e nel Palazzo Pucci è stata creatala Fondazione Emilio Pucci.

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EMILIO PUCCI Anni ‘60

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ROBERTO CAPUCCI 1930

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ROBERTO CAPUCCI

Roberto Capucci è nato a Roma il 2 dicembre 1930. Frequentò il LiceoArtistico e l’Accademia delle Belle Arti, poi, nel 1950 incoraggiato dallagiornalista Maria Foschini, aprì il suo atelier in via Sistina.

Nel 1951 prese parte in modo non ufficiale alla manifestazioneorganizzata da Giorgini: a causa della sua giovane età non gli fuconsentito di partecipare alle sfilate, ma Giorgini gli chiese di vestire suamoglie e le sue figlie. Il successo fu tale che l’anno successivo partecipòufficialmente alle sfilate. Nel 1955 allargò l’atelier spostandosi in viaGregoriana.

La sua ricerca si basò fin da subito sulle forme geometriche e i volumiarchitettonici. Ne è un esempio l’abito Nove Gonne del 1956. I volumiscultorei e la sperimentazione di tessuti e colori lo accompagneranno pertutta la sua carriera.

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ROBERTO CAPUCCI

Nel 1962 aprì un secondo atelier a Parigi, al n. 4 di Rue Cambon, e abitò in unapiccola suite al Ritz. In questi anni sperimento con le fibre sintetiche e i materialihigh tech. Nel 1968 realizzò gli abiti per il film Teorema di Pier Paolo Pasolini, lostesso anno chiuse l’atelier parigino.

Negli anni ottanta decise di non sfilare durante le canoniche settimane dellamoda, ma decise di prendersi il proprio tempo e dedicarsi alla ricerca artistica,presentando le collezioni seguendo i suoi tempi. Tra le sue clienti, oltre a SilvanaMangano che per lui era un modello assoluto di femminilità, si ricorda anche RitaLevi Montalcini che ricevette il Nobel con un abito Capucci.

Nel 1986 collaborò alla manifestazione Omaggio alla Callas presso l’Arena diVerona, realizzando i costumi per le sacerdotesse della Norma. Nel 1995 è statouno degli artisti invitati in occasione del centenario della Biennale di Venezia,presentando 12 abiti scultura ispirati ai minerali.

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ROBERTO CAPUCCI