Storia Del Clero in Tempo Della Rivoluzione Francese - Volume Primo

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    STORIA DEL CLERO

    IN TEMPO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE

    O P E R A

    DELL'ABATE BARRUEL

    TRADOTTA DAL FRANCESE CON NOTE ED APPENDICE

    DALL' ABATE

    GIULIO ALVISINI DI FARFA

    RETTORE DEL PONTIFICIO COLLEGIO GRECO DI ROMA

    E DOTTORE IN S. TEOLOGIA

    VOLUME PRIMO

    R O M A

    TIPOGRAFIA POLIGLOTTA

    DELLA S. CONGREGAZIONE DI PROP. FIDE

    l 8 8 8 .

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    COLLEZIONEDI

    OPERE STORICO-POLEMICHE

    SPECIALMENTE PER USO DELLA GIOVENT

    Volume IV.

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    ALLA SANTIT DI NOSTRO SIGNORE

    P A P A PIO SESTO

    p. o. M.

    Alla Navicella di Pietro, Beatissimo Padre, il timondella quale per un tratto di singoiar provvidenza regolala Santit Vostra, con ammirabile prudenza, e con nonminor vantaggio della cattolica religione; non mancaronosin dal primo suo nascere agitazioni e procelle, che a dismisura in seguito accresciute, all'orlo quasi la sospinserodi un deplorabile sommergimento. E chi infatti o ignorando, o riputando vana favola le immancabili promessedi Ges Cristo, non si sarebbe aspettato di vedere nelquinto secolo della Chiesa l'imminente di lei naufragio ?

    Quest'epoca di persecuzione a bello studio rammento trale tante altre, come che analoga di molto alla presentedel secolo diciottesimo, di cui siam noi miseramente spettatori e parte. Inferociva pur troppo con estrema rabbiala desolante eresia in quell'et tenebrosa, onde erasi l'Oriente allontanato in gran parte dalla purit della fede,

    e minacciava il restante abbandonarsi all'errore. Sforza-vasi al tempo stesso l'odiato Manicheismo di spargere perogni dove con occulte trame Tempie sue massime, onderovesciar dai fondamenti e la religione e il Trono ; e mal-

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    grado la vigilanza dei Governi vedevasi talmente propagatoed esteso, che l'Asia, l'Affrica, l'Europa, l'Italia, e Romamedesima racchiudeva di quei mostri un numero presso

    che indicibile. Quadro per verit orribile ! che ai d nostri rappresentar si tenta con i pi tetri colori. E qual mai, Beatissimo Padre, quel dogma cattolico, che in questi giorni di lutto e di confusione rispettato venga, o perdir meglio, che oltraggiato non sia? La Religione rivelatainvenzione si appella di uomini pregiudicati ; la disciplina

    la pi pura, la pi edificante si spaccia qual spregevolesuperstizione; si predica qual tirannia insoffribile la potest delle chiavi; e la Gerarchia da Ges Cristo medesimoordinata e stabilita dalla Chiesa, un prodotto si dice dell'ambizione e dell' interesse. Ma si arrestassero pur quigl'insulti delle tenebre! Il ferale Ateismo pi non temela luce, si mostra anzi che no con fronte altera, di sottometter minaccia l'universo tut to , detta scopertamentecontro la Religione e il Trono leggi di empiet e di scelleratezza; e di gi nelle Gallie, in quel Regno cristianissimo; e come qui trattener le lagrime? sanzionata in prima

    l'incredulit, delitto di morte la cristiana professione.Ma quest'Idra di spaventevole desolazione rinchiusa franon molto verr, d'onde uscita, nel profondo degli abissi.Veglia tuttora alla salvezza di Chiesa Santa il divin suoFondatore. Vede il popolo fedele e con istupore ammira,rifiorire vigorosamente nella Santit Vostra quello spirito

    medesimo di attivit, d' intelligenza, di fermezza apostolica, e di robusta fede, per cui pot s. Leone il grandesterminar dall'Italia, non che da Roma gli empi Manicheie con eguale energia rivolto al ben essere della fede,confondere e dissipar l'errore, confermare i deboli nell'antica credenza, e richiamare i dissidenti all'unit dellafede.

    E forse che non potr egli dirsi altrettanto della Santit Vostra in riguardo all'amministrazione civile, come

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    anche al governo spirituale della Chiesa? Se gode Roma, segode lo Stato tutto Ecclesiasiico della maggior tranquillitsospirata dalle altre Nazioni, che esposte miseramente si

    vedono a scosse le pi violenti : chi vi ha che non confessi con teneri sensi di gratitudine e di riconoscenza,doversi un tanto bene ascrivere alla vigilanza, energia esorprendente fermezza di V. B. , che seppe in tempo disciogliere e annientare in questa Capitale del mondo lescellerate macchine dell'insultante filosofismo? Se con le

    tizia e con giubilo dei buoni si veggono tra gli orroridi una persecuzione raffinatissima, rinnovati nelle Galliegli antichi trionfi della religione; se contar si possono acento a mille g' intrepidi Atleti della fede, in nulla inferiori ai primi eroi del cristianesimo: dalle pastorali sollecitudini della S. V. lo ripetono i degni Vescovi dellaFrancia, esuli per la loro fede. Lungi questi dall' adulazione altamente assicurano; e dove rinvenire testimonianza pi verace di questa? che giunte appena a notizia diquel combattuto Clero le Lettere Apostoliche della S. V.ne cess all'istante il vacillamento, ed animati furono ge

    neralmente dallo spirito medesimo di coraggio e di attaccamento alle verit cattoliche. Ma poich di siffatte materie appunto tratta con singoiar dignit il eh. Ab. Bar-ruel in questa sua Storia, la quale perch piena di sentimento, di verit e di religione, si da me tradotta acomune istruzione dalla francese nell'italiana favella, d'uo

    po egli che su di ci mi taccia. Non tacer per altro,Beatissimo Padre, la felice mia sorte, che non avendo laS. V., per un tratto di somma clemenza sdegnato, chequesta mia qualunque fatica fregiata venga coli' augustoNome Vostro, mi si finalmente aperto il tanto bramatoadito, di tributarle quei sinceri attestati di profondissimoossequio, venerazione, e gratitudine, che come ecclesiasticoe fedele suddito gi da gran tempo desideravo. A compimento poi dei miei desiderii altro non mancami, che di

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    veder prolungati a moltissimi anni i preziosi giorni diV. B. , e di veder distrutto sotto il potente braccio Vostrol'impero dell'empiet, contro di cui ha facilmente scaglia

    ti tanti e s vigorosi colpi. Questi saranno intanto i continui miei voti, coi quali prostrato ai Vostri SantissimiPiedi, supplichevole imploro l'Apostolica Benedizione.

    limo Ubbro Osmio e Fedmo

    Servo e Suddito

    GIULIO ALVISINI

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    Piano degli Empi eseguito perfettamente dall'Assemblea Nazionale

    per estinguere insieme col Trono la Cattolica Religione in

    Francia.

    Se una repubblica di Atei sussister possa sulla terra, si fu il

    gran problema gi da gran tempo proposto in Europa, e per l'af-

    fermativa risoluto dagli empi, dagli amanti dei paradossi, dai pre

    tesi filosofi ; i quali affin di realizzar finalmente siffatta chimera,

    tutte costantemente rivolsero le arcane mire di una cabala scel

    lerata, a tutti balzar dal trono i Sovrani dell'universo. Un dolososistema di un certo genere di contralto sociale, che non ebbe,

    n pot aver mai esistenza; una fantastica difesa dei diritti i m maginari dell'uomo, tendente a violarne, senza pudore e senza

    rimorso, o per dir meglio a distruggerne affatto i veri e legit

    timi; un vano e inorpellato nome di libert filosofica, che ha perbase il dispregio di Dio, la corruzion del cuore, la depravazion

    del costume, l'annientamento del l'ordine, l'odio di ogni bene;un capriccioso ritrovato di una insussistente eguaglianza, che ol

    tre essere stolido parto e leggiero di una immaginazione frenetica,

    divenuta in questi giorni di orrore e di confusione, madre ricca

    e feconda delle pi enormi scelleratezze; un diluvio di scritti

    incendiarii, che gridano ai Despoti, ai Tiranni, che mettono nel

    pi odioso aspetto i Monarchi e le Monarchie, che magnificanola tirannia delie Corti, la schiavit e le miserie dei popoli, che

    ne ingrandiscono gli abusi: si furono di quei mezzi adoperati dai

    libertini filosofi, onde riuscir finalmente nel perverso loro dise

    gno, d'intimare un giorno ai Sovrani di scender dal Trono, e agran mercede recarsi di condurre lor vita in una privata oscu

    rit, per non lasciarla su di un infame patibolo.

    Ma come tuttavia riuscirvi, se ai loro sforzi opponevasi, qualterribile ostacolo, la cristiana religione? Sapevan ben essi i li

    bertini , che il divin Fondatore di questa religione confermata

    aveva, e santificata nei Sovrani la pubblica loro autorit, sino adappoggiare i giusti diritti loro sull'i diritti medesimi di Dio. Sa-

    DISCORSO PRELIMINARE DEL TRADUTTORE

    CHE SERVE DI PROSPETTO ALL'OPERA

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    pevano essere stale le Potenze del secolo da G. G. dichiarate come stabilite da Dio, e come luogo tene ti di Dio i Sovrani, e perci ribelle a Dio slesso chi ardisse loro resi stere. Sapevano che i veriseguaci di questa religione, quantunque perseguitati in ogni lempo ,

    e pressoch in ogni luogo colla pi barbara crudel t; si mantennerociononostante costantemente fedeli ai loro Principi, per quanto fossero questi e idolatri e tiranni. Sapevano non essersi veduta giammai o assemblea o convenzion di cristiani, cospirar contro la pubblica autori t , nel l'atto stesso eziandio che questa rapiva loro ingiustamente i beni, la libert, l'onore, la vita; e che non si disputaron giammai tra di loro , se i Neroni, i Galligoli, i Domi-

    zi ani, i Massenzi dovessero dal Trono balzarsi del l' universo. Sa-pevan finalmente i libertini , che ubbidire , pr eg are, rimirare neicattivi Principi il gastigo dei loro falli, o la prova della loro virtera stato il sistema dei pr imi cristiani, e che il soffrire e il ta*cere era stata la loro difesa. Una religione du nque di questo cara tte re esser doveva senza meno un argine insuperabile agli a te istici macchinamenti. Siffatto ostacolo ben previdero i Voltaire, iRousseau, i Raynal, i d'AIambert , i Diderot , gli Elvezi , e tut taquella folla di Sicofanti, i cui principi! hanno in fine cagionati idelitti dell'assemblea nazionale di Francia. Tut te dunque raccolsero le loro forze, e le rivolsero tutte alla distruzion del cristianesimo. Allora si fu che per ogni dove si sparsero velenosi scrittipe r me tte re in derisione le divine scrit ture , pe r lusingar ne l

    l'uomo le pi del icate passioni, pe r addomesticare i popoli all'insubordinazione, abituarli al deli tto , rendergli famigliare l'infamia colla volutt , e col libertinaggio. Fu allora che sottoi pi speciosi pretesti s'intim la pi decisa, bench nascostaguerra alla Chiesa, attaccandola con tu tte le pi nere calunnie.Si disse che il sacerdozio dominava sopra l' im pero; si neg atal oggetto al Vicario di G. C. quella pienezza di autorit, quel

    la potest universale conferitagli da G. G. medesimo* Si attaccil corpo dei Pastori, che spogliati furono dei giusti loro dir it ti ,e inceppati nell'esercizio dei pastorali loro doveri. Si spacci essere non solamente inutili i religiosi stabilimenti, gli Ordini r e golar i, ma eziandio gravosi alla societ. S'ingrandirono le ricchezze della Chiesa ; si magnificarono le spese del culto ; si predic insomma la religione per un aggravio, si tent di ridurla

    ad un fantasma. Questi si furono i mezzi, per cui i libertin i filosofi larga via si prepararono per venire a capo degli scelleratiloro disegni.

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    Nel momento dunque, in cui tentar potevasi l'esecuzione disiffatto piano, si stabil in Francia un'Assemblea Nazionale, chefattasi strumento degli empi, fecesi anche esecutrice della grandeopera d'iniquit da lor progettata , col rovesciar in quel vasto

    regno insieme col trono l'edificio della religione dei nostri padri;di cui giunta sarebbe a trionfar pienamente, se Iddio che pe rmett e che soffra la sua Chiesa questa nuova persecuzione , nonavesse nel tempo stesso, armati i suoi fedeli di quell 'ardentezelo, che sa resis tere agli oltraggi, e di quel coraggio che saaffrontar tu tt i i pericoli . Questa truppa di congiurati dunque,composta nella maggior parte di cinque in seicento scellerati,

    carichi di delitti, oppressi dai debili, divorati dall'ambizione, senzacoscienza, senza rel igione, senza Dio, tu tt i mise in pratica gli stratagemma, le cabale, le calunnie, le violenze per avvilire, spogliare, sottomettere, e distruggere la cattolica religione in Francia.I primi lampi di quest'opera di Satanasso ben si ravvisarono sindalle prime assemblee, in cui da una ciurma di assassini fu investita la Camera del Clero, in cui i Parrochi i pi attaccati aiVescovi battuti furono e trascinati ne l fango, in cui molli deglistessi Vescovi scamparono a stento dalle mani dei loro sicari, ein cui per mezzo della crudel t , e delle violenze si fece succedere la confusione dei tre Ordini dello Stato. Ma poich il popolo difesa avrebbe, in maniera anche terribile, la sua religione,se voluto si fosse sulle prime rapirgliela con violenza; abbando

    narono i congiurati siffatto mezzo, sperando poterla abbattere conle di lui mani medesime, senza che neppur si accorgesse il po polo dei colpi fatali che le sarebbero vibrati. Si pens pertantoalla maniera di ren de re la religione indifferente, a spegner lafede in tutt i i cuori , a confonderla talmente con tut te le al trecredenze , a moltiplicar talmente tutti i cul ti, che non sapessepi l'ignoranza, a qual segno riconoscere la verit, e soprattutto

    imitando la politica di Tiberio, che prima di condannare a mor tele innocenti vittime, facevale disonorare, si pens ad avvilire larelig ione, e a renderla un oggetto di dispregio. Questa appuntosi fu la mira del decreto, che assicurava la libert delle opinionireligiose, e la libert dei culti ; questa appunto si fu la mira deldecreto, che assicurava la libert delle opinioni religiose, e la liberta dei culti; questa di tanti ribelli sediziosi che si sparsero

    contro la religione, e i suoi ministri ; questa dei teatri che rimbombar si fecero delle pi ne re calunnie ; questa di tanti infamiComici che non erano in altre rappresentanze occupati, che inquelle che mettevano empiamente in ridicolo, e coprivano di ob-

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    brobrio quanto ha di pi sacro la chiesa, i suoi ministri, le suereligiose funzioni, i suoi pi augusti misteri ; che avvilivano ilclero, che ispiravano alle anime atroci la sete del di lui sangue,e alle anime depravate il dispregio della religione.

    A siffatti maliziosi artificii se ne aggiunsero degli altri ancorpi empi, e pi a portata della plebe che legger non sapeva gliinfami libelli, e andar non poteva ai pubblici spettacoli. Si affissero nelle piazze, nelle pubbliche strade, nei mercati, all'ingressodell'assemblea in Parigi, e in tutte le citt del Regno, delle ab-bominevoli caricature, s'incisero degl'infami ritratti, coi qualierano i Vescovi rappresentati sotto le forme le pi odiose e insultanti, e i religiosi e le religiose sotto gli emblemi di animali ipi vili e i pi stomachevoli. Si spacci anche per mezzo di calunniose canzonette, come impossibile la continenza degli ecclesiastici: si caratterizzarono come maschere d'ipocrisia, come virta posticcio le virt dei ministri del Santuario, e si rappresentarono come altrettanti aristocratici essenzialmente nemici del terzo

    Stata, e sempre mai disposti ad opprimere il popolo.Produssero siffatti mezzi l'effetto il pi pronto, ed ebbe l'Assemblea la pi soddisfacente sicurezza delle disposizioni del popolaccio, onde persuadersi della forza del suo delirio per accelerar col te rror e l'opera dell' empiet. Ben vide allora esser gitem po di rovinar la Chiesa, e spogliarla dei suoi beni pe r p r i varla della sua indipendenza ; di far credere anche vantaggiose

    al popolo siffatte usurpazioni, onde occultarne l'orrore; di suppl ire alle spese del culto pe r mezzo d'imposizioni ; di far desiderare al popolo il cangiamento della relig ione, colla lusingadi una imposizione di meno ; di fare un vergognoso traffico dellaverit e della menzogna, col porre il guadagno dalla pa rte de ll'eresia ; di offrire all'incanto il culto calvinista, e il culto cattolico, e render l'uno poco dispendioso, e render l'altro gravosis-simo : ben vide insomma l'Assemblea essere di gi giunto il tempo di dare perfetta esecuzione all'empio suo piano, per annientare in Francia coll'entusiasmo del popolo, la cattolica religione,e stabilirvi la calvinista^; la quale perch prestavasi a tu tte leinnovazioni, poteva pi di leggieri produrre la totale distruzionedi ogni culto. Allora si fu dunque che si propose e si decret

    la soppression delle dec im e; che si spogliarono i sacri templi deiloro pi preziosi ornamenti; che in mezzo al pi orribil tumulto,ai trasporti delle pi indecenti orgie, tra le scene di crudelt edi violenza, autorizzato venne da cinquecento sessantotto voci ildecreto dell'infame assassinio che spogliava la Chiesa di tutte le

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    i s sile propriet, che riduceva i ministri del Santuario alla discrezione dell'Assemblea, per ottenerne dei salari ; e che ponevalitra la miseria e l'apostasia.

    Ma non bastando agli empi l'universale spogliamene) di tutto

    il Clero, e la profanazion delie Chiese, vollero eziandio togliereogni vestigio di religione. Conoscevano bene eglino essere i religiosi stabilimenti come altrettanti antem urali , dei quali conveniva prima trionfare, per abbattere gli ultimi baluardi della Chiesa;prima dunque di portar pi oltre la loro cospirazione, riputarononecessaria la di loro dis truzione. Dopo aver dunque procurato disonorare la professione la pi santa, la pi edificante; dopo avercon somma calunnia insinuato nel popolo essere le virt del Chiostro effetti della disperazione, e della violenza; dopo aver tentato di sollecitar l'universale apostasia: tra mille orrende bestemmie si propose, e fu decreta la l'abolizione dei voti monastici,degli Ordini e delle regolari Congregazioni, e con tutta fretta simisero in vendila le chiese, e i monasteri senza dar punto orec

    chio ai gemiti, alle preghiere, e alle rimostranze dei Vescovi,del Clero, e di tutti i corpi regolari tanto dell'uno che dell'altro'sesso. Ecco, o Eroi di un'empia e antireligiosa filosofia, eccoi frutti dei voslri sarcasmi, delle vostae calunnie, e delle vostrebeslemmie contro 6 . C , e contro i ferventi suoi discepoli, il dicui solo delit to si 6 quello di aver professate le vir t del loromaestro. Si vedono di gi cadere, crollar si vedono questi chio

    stri , questi asili del le Sante Vestali, e di tutti i pii Cenobiti. 11decreto gi emanato; la Francia pi non vuole questi santi ritiri. Il soggiorno de ' Santi dato gi in preda ai nemici del nome cristiano. I Rabini ne misurano gi il ricin to ; quei templi chenon avevano sino ad ora rimbombato, di altre lodi che di quelledi G. C , non rimbomberanno in appresso che delle maledizioni

    contro G. C. medesimo ; vi stabiliscono gi le loro sinagoghe.Si dividono gli avari le sacre spoglie ; si formano banchi di commercio su quegli altari, in cui s'immolava al Dio del povero, alDio dell'afflino, al Dio delle celesti consolazioni.

    Privata dunque la chiesa della sua indipendenza, in preda alleinvasioni dei Protestanti, degli empi, degli Atei, vede le sue propriet accrescere la forluna de' suoi nemici ; vede i suoi Preti che

    spogliati delle loro sostanze costrelti sono a nudrirsi del pan didolo re ; vede i suoi Religiosi, che malgrado i decreti dell'Assemblea che permettevan loro di morire nei sacri chiostri, assediativi sono dalla fame, quando non possono esservi trucidati ; vedele sue Religiose costrette dal rifiuto di pagar loro le promesse

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    pensioni, a fuggire dai loro asili, c a cercar tra mille pericolinel mondo una sussistenza, che le meno coraggiose non ottengono se non a prezzo della loro apostasia. Grandi si furono perverit siffatti colpi, scagliati dagli empi contro la cattolica religio

    n e ; ma rimanevano tuttavia in Francia le persone fedeli, e r i maneva in esse la stessa fede ; onde rimaner poteva in quelle infelici contrade, e conservarsi la Chiesa colle sue leggi; come sottola tirannia degli Idolatri erasi per t re secoli conservata nel RnoImpero, e si conserva tutto ra in molti regni dell'Affrica e dell'Asia. L'inferno du nq ue contento ancor non era dei vantaggi sinora riportati; come conlenti eziandio non erano quei suoi mo

    str i, che volevano totalmente abolirla. Nell'oscurit dunque delloro Comitato detto ecclesiastico i Camus, i Lanjuinais, i Treil-lard , i Martineau, i Fauchet, i Gregoire, gli Expilly, architettarono iniquamente la scellerata Costituzione del Clero, che appellarono civile, sebbene lo spirituale governo riguardava di chiesasanta. Gli empi col decretare questa Costituzione, che rovesciavai dogmi i pi sacri, la disciplina la pi solenne della Chiesa; chedistruggeva i pi inviolabili diritti della Sede Apostolica; quellidei Vescovi, deiParrochi, dei Preti, degli Ordini religiosi, e quellidi tut ta la comunion cattolica ; col dec re ta re quest'ammasso diassurdi, di eresie, e di empiet, credettero aver portalo l'ultimo colpo, e colpo mortale alla cattolica religione in tuttele Gallie. Tale infatti esser doveva per essa, calcolandosi quel col

    po colle regole dell'umanit politica. Ma per essere appunto laChiesa di Ges Cristo avvilita, oppressa, e desolata dalla loro crudelt, risorger doveva ancor pi gloriosa; e quando appunto altro nen sembrava res tar le, che a versar lagrime di dolore e diamarezza sull'infelice sua sorte, doveva essa riprendere tutto ilsuo coraggio, e ritrovar nei ver i suoi figli per difendere la suafede, quella veemenza, e quella purit di dottrina, che non vien

    meno sotto le scuri e le mannaie dei carnefici, e che rende piluminoso il martirio di chi la professa.

    Quel clero dunque s debole, s oltraggiato, s tremante, quando tratta to si era d'invadere le sue propriet , diviene quali furono appunto gli Apostoli, quando perir si dee sull'altare di Dio.Poveri si veggono gli ecclesiastici come i Discepoli di Ges Cri

    sto; ma al par di loro invincibili, forti e coraggiosi parlando agliuomini con autorit, e con volto sempre egua le, con tuono divoce fermo n mai mutato opponendo alla petulanza la robustezzadell'animo loro, la prudenza dei loro consigli alla follia, la forzadei loro sentimenti agli schiamazzi. Si vedon carichi delle catene

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    della tirannia, ma tuttavia intrepidi andare incontro ai suppliziper ubbidire al Vangelo, e per mantener nel popolo per mezzodella loro costanza, delle vir t loro , e dei loro esempli la suarelig ione. S'impone loro dai tiranni il fatale giuramento , di os

    servare in tu tte le sue parti quella scellerata Costituzione; ungiuramento che un vero spergiuro, una vera bestemmia, e chela Chiesa conduce all'idolatria . Ricusano i Vescovi colla maggiorfermezza ed energia, ricusano i Parrochi, ricusa generalmente ilclero l 1 imposto spergiuro ; con apostolico zelo i principii espongono di loro rel igione, rendono intrepida testimonianza alla fede di G. C , e ad onta delle minacce dei Giacobini ricuoprono

    di confusione i Camus, i Tre illard, i Voidel, e tutti i loro a-de renti . Non si aspettavan quest i una resistenza cos invitta. Fuallora che sent l'Assemblea tutta l'importanza di aver spogliatoe salariato il Cle ro ; per ch per mezzo di quei salarli appuntosper essa dominare sulla di lui coscienza. Fu allora caricata lareligion di obbrobri ; fuggirono i cattolici dalle Chiese popolateormai dagli apostati; i pastori della greggia di Cristo furono viacacciati dalle loro sedi ; i sacrileghi ministri del religioso cu lto,i ladr i, i lupi sostituiti furono in loro vece . In mezzo a tu tt equeste empiet, in mezzo a questi orrori si sente la voce delVicario di Ges Cristo, giungono in Francia il primo e il secondo Breve. Si rilevano nel primo esaminate a fondo le legg i, e iprincipii relativi al governo religioso del Clero, alla Gerarchia, e

    ai dogmi del Vangelo. Si dichiarano nel secondo sospesi dai loroordini tutti quelli, che puramente e semplicemente prestato avevano il fatai giuramento ; pu rch ritratta ti non si fossero nellospazio di 40 giorni; si annullano l'erezioni de'nuovi Vescovadi,l'elezione dei nuovi Pastori, e da tutte l'episcopali funzioni si sospendono quelli, che stati erano consacrati Vescovi contro le regoledella Chiesa. Sono gi per mezzo dell'uno e l'altro Breve dissipate

    le tenebre de ll' er ro re , smentita l'ipocrisia, scoperto l'inganno,tolto ogni pretesto all'incertezza, al vacillamento ; animati sonomaggiormente gl'intrepidi Atleti della fede dallo spirito medesimo di coraggio, e di attaccamento alle verit cattoliche, confermati i deboli, e allo splendore della dottrina Apostolica gli occhiaprono molti, che sedotti, traviati, o prevenuti, assisi eransi inconsideratamente nelle tenebre e nell'ombra della morte ; solen

    nemente ritrattano il loro sperg iuro, e nelle braccia si gettanodella chiesa. gi pronunciata una separazione, e regna in Francia l'empiet e l'eresia. Allora si fu che questa empiet dominante simile ad un tor ren te impetuoso, che tut te sormontate le

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    barriere, rovesciando quanto si oppeneva ai suoi sforzi, port lapersecuzione al suo colmo. Le alleanze del sangue e dell'amiciziabarbaramente violate, le famiglie, le citt, le provincie rido tteall 'ult imo cimen to ; tu tto fu in confusione, e il regno ne fu scosso

    sin dai fondamenti. Niuna distinzione tra il sacro e il profano, tragl' interessi pubblici e privati , tra il vero e il falso, tra la vir te il vizio ; lutto fu messo a soqquadro. Infier l'empiet per ogniparte seguendo i suoi furori e le sue crudel t . Si profanano esi demoliscono le Chiese e i monasteri, si fanno in pezzi glialtari, si distruggono i Tabernacoli, si calpestano le Ostie consacrate, si mettono in fuga i Vescovi, si caccian fin dal l'al ta re i

    Sace rdot i, si battono i Leviti ; altri tra i veri confessori dellafede sono vilmente gettati nelle pi orride prigioni ; altri cadonovittima e nelle prigioni medesime, e nelle pubbliche strade, sottoi colpi di fucili, di sciabole, di baionette ; bagnano altri col lorosangue gli altari e le cattedre del Vangelo; sono barbaramentemassacrati, trucidali, fatti in pezzi ; ed altri cacciati in bando, obbligati ad errare nei deser ti, in mezzo alle orride caverne , eal le bestie feroci, soffrendo la nudi t, la fame e la se te . 0 Eroiveramente invitti , e maggiori di ogni lode ! Cedeste voi certamente al furore dei prepotenti vostri nemici ; ma cedes te conquel coraggio che metteva i primitivi cristiani al di sopra de' loropersecutor i; non opponeste il ferro ai vostri ti ra nni, ma la vostrafede; non presentaste delle Legioni in vostra difesa, ma il Van

    gelo sibbene e l'intrepidezza; immortali viverete nella memoriadei posteri, voi che gloriosamente moriste in difesa della vostrareligione, e voi che dalle spade scampaste, e dai pugnali; spogliati della patria, della casa, delle sostanze, in qual luogo maio tanto disabitato, o tanto barbaro potrele accostarvi, il quale nonammiri, non accolga e non si rechi a gloria di apprestar soccorsoa cosi grandi virt? Questi orrori per verit ci richiamano alla

    memoria i tempi delle catacombe, e quei giorni di lutto, in cuila religione non numerava i suoi trionfi , che col numero deisuoi martiri.

    Ecco du nque quella religione che dominava in Francia fuggire nei deserti, e in estere Nazioni ; ed ecco sanzionata in primal'incredulit e l'ateismo, essere un del itto di proscrizioue e dimorte, l'adorare il suo Dio, professare il cattolico culto, e l'allontanarsi dai templi dedicati all'eresia.

    Qui* talia fando..temperet a lacrymis!

    Ma poich la mira di quella criminale Assemblea si era appunto di scattolicar la Francia, per rovesciarne dai fondamenti il

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    t rono; la causa perci del clero e della religione andava perfettamente unita a quella del Re e della monarchia francese, cheformava il principalissimo oggetto della congiura. Di mano inmano dunque che la potest delle tenebre riportava dei vantaggi

    contro la Chiesa, si avanzava di pari passo anche contro del trono. I mezzi usati per la distruzion dell'una, servirono in proporzione pe r la distruzion dell'a ltro ; nella maniera stessa con cui futrattata la Chiesa venne anche trattato il Monarca. Fu la Chiesacalunniata, avvilita, spogliata, assoggettata, massacrata, e pressoche distrutta ; calunniata fu allo stesso modo, sebbene sotto altroaspetto, avvilito, spogliato, assoggettato , condotto qual vittima

    innocente ad un infame patibolo, massacrato il Re, e distrutta lamonarchia. Venne in tal modo eseguito dall'Assemblea di Parigil'iniquo piano dei libertini filosofi, e verificata l'antica massima:che l 'altare fu sempre mai il pi fermo sostegno del tro no .

    Lo sviluppo delle cagioni, dei progressi, e delle conseguenzedi questa doppia cospirazione, che forma in questi giorni di lutto

    e di confusione, una parte la pi interessante dei fasti della Chiesa,e dell'impero; faceva sospirare non che alla nostra Italia, ma eziandio all' Europa tutta una penna ben capace a far sentire tutti gliorrori del l'empiet, e di una persecuzion raffinatissima, e la gloria immortale dei difensori della causa del Signore. Essa si fortunatamente trovata nella persona del eh . sig. Ab. Barruel e x gesuita francese, celebre p er tanti suoi scritti , e in particolar

    modo pel suo giornale ecclesiastico, continuato lungamente anchein mezzo agli orrori della persecuzione. Essendone egli stato inParigi spettatore e part e, e a cagion del suo giornale essendostato anche a portata di avere le pi avverate notizie degli aneddoti i pi rilevanti , che di mano in mano accaddero in tuttoquel vasto Regno, ha potuto pi di ogni altro arricchire la repubblica letterar ia, di una storia la pi genuina dei del iramenti

    di sua patria contro il cattolicismo, della persecuzione, dei massacri, e dell'esilio del clero francese. Questa Storia appunto pubblic egli sin dallo scorso anno, giunto appena in Inghilterra collestampe di Londra divisa in tre parti.

    Giuntene appena in Roma alcune poche copie, ebbi occasionedi averne tosto una sott'occhio per dare un saggio e far conoscere

    quest'opera alla nostra Italia pe r mezzo del nostro giornale ecclesiastico. La scorsi al momento e di volo tanto per la celebrit del suo Autore, quanto per l'importanza della materia, e perl'avidit di formare un' idea totale di quella persecuzione, di cuierasi tanto parlato, e parlavasi tu ttora ; ma di cui non avevansi

    Storia del Clero. Voi. I. 2

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    che poche notizie dimezzate e sparse in alcuni fogli periodici.Rilevai con piacere corrisponder questa alla fama del sig. Ab. Barrile1; la rilevai arricchita di sode riflessioni filosofico-teologico-mo-rali, di giuste vedute politiche, e di molte storiche cognizioni;

    piena perci di sentimento, di verit, e di religione, e ravvisaile materie tra ttate con singoiar dignit, con forza ed energia distile, e con ordine e precisione d' idee . Per lo che non esitaipunto a risolvermi, animato par ticolarmente da personaggio autorevole, di darla alla pubblica luce tradotta dalla francese nellaitaliana favella, per renderne viepi facile e pi comune la lettura ad istruzione della nostra Italia.

    Ho dunque intrapresa questa versione con quel zelo e impegno, che meritamente esige un buon servigio del pubblico, prevalendomi a tal uopo anche dell'aiuto di cortesi amici; e nell'e-seguirla ho avuto di mira quella fedelt ed esattezza necessariaper una traduzione genuina, la quale ho procurato tenere pi chefosse possibile stretta al senso autografo ; adattando per questo

    al gusto della nostra lingua.Ho stimato poi pregio dell'opera l'arricchirla di alcune di quellememorie, che non potevano aver luogo nel corpo di un compendio storico, e di corredarne alcuni fatti di quelle circostanze, diquei rapporti, e di quelle notizie particolari e incidenti, le qualinon sono generalmente comuni a tu tt i i nostri Ital iani; di cuipe r il nostro storico supponeva informala appieno la Nazione

    Britannica, alla quale ha diretta e dedicata questa Storia. A taleuopo dunque presi a svolgere una quantit di fogli periodici, digiornali, e di opuscoli pubblicati in Francia e altrove dagli scrittori di buona fede che sono stati testimoni oculari di quel profondo vortice di rivoluzione, e a portata di averne le pi appu*rate notizie. La lettura di tai scrtti, che ha richiesto e tempo efatica, ed stata la cagion del ritardo di questa traduzione, miha somministrale delle utili e opportune notizie , onde dare unmaggior lume e schiarimento alla narrazione dei fatti, con de llebrevi annotazioni, che di mano in mano all'opportunit sottopongo al testo, contrassegnate N. E. ; e mi ha eziandio somministrati degl'interessanti monumenti, che formano la materia del*l'appendice, apposti in fine di ciascun volume; affinch possa il

    mio leggitore formare coli'a iuto di tali agg iunte, tradotte tut tedall'idioma francese, un'idea pi chiara, pi estesa, e pi completa di tutta questa storia in generale , e di alcuni fatti di m aggior rilievo. Siffatte aggiunte che hanno principalmente luogo nellaprima e seconda parte di quest'opera, per esser anche nel loro

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    originale pi ristrette della terza, avendo accresciuta di moltol'una e l'altra, divider l'opera in tr e volumi che riuscirannotutti presso che della stessa mole, facendo corrispondere la division dei medesimi alle tr e parti in cui ha l'Autore divisa que

    sta Storia. Golia lettura di essi che dar di mano in mano allapubblica luce colla maggior sollecitudine possibile, richiamer amemoria il leggitor cattolico i trionfi de l cristianesimo dei pr imitivi tempi della Chiesa; vedr, pe r tenersi fpi strettamenteattaccato alla sua religione, di quali gloriose imprese sia l'uomocapace, animato e sostenuto dal vero spirito di questa religionemedesima; vedr, per tenersene lontano, da quali orrori e deliri

    sia questi trasportato senza il freno della religione ; e ripetercon Lattanzio che: vita homnum (tolta la religione) stultitiarscelere, immanitate complebitur (lib. de ira Dei c. 8).

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    NAZIONE BRITANNICA.

    Alla vista di quegli uomini di ogni rango, di ogni ordine, e

    alla vista principalmente di quei religiosi pastori, che verso lo no

    stre spiaggie scacciava la rivoluzione francese: voi non aveste

    punto bisogno del dettaglio dei nostri mali, per fare a nostro

    vantaggio prodigii di generosit. Ci costringeva la persecuzione

    a cercare un asilo presso estere nazioni. Incominciaste voi dal-

    l'aprrci i vostri porti ; ebbero premura i vostri figli di accoglierci

    e ristorarci nelle proprie loro abitazioni.

    Con quell'interesse che ai cuori sensibili la sorte ispira degli

    infelici, tranquilli i vostri cittadini per essersi di gi assicurati inostri giorni, e provveduto ai primi nostri bisogni, ben presto ci

    fecero delle istanze a far loro conoscere quella serie di disastri

    che a fuggir ci sforzava una patria che noi amiamo tuttora, e che

    malgrado gl'inumani suoi traviamenti non cesseremo di amare

    giammai.

    Ciascun di noi allor pot raccontare ci che aveva veduto,

    ci che aveva egli stesso sofferto, ci che osservato aveva sullasorte dei suoi fratelli; ma siffatti dimezzati racconti non presen

    tavano un' idea totale di quella catastrofe, che ha in Francia sca

    gliati cos violenti colpi contro la religione. La maggior parte dei

    generosi nostri e compassionevoli ospiti una raccolta ne richie

    deva, che potesse porgerle un' idea meno imperfetta. La gratitu

    dine nudriva nei nostri cuori l 'impegno di soddisfare ad un cos

    giusto desiderio; per corrispondervi perci pubblichiamo noi al

    presente la raccolta delle memorie, che ricevute abbiamo dai no

    stri dispersi fratelli. 11 timore di frapporre dell ' esagerazioni ite

    gli avvenimenti gi per s stessi cotanto funesti, ci ha fatto ri

    gettare tutto ci che non potea essere appoggiato che ai racconti

    vaghi ed incerti. Ahi 1 Ben troppo ci costa mettere la verit in

    tutte le sue vedute. Nel raccogliere de ' fatti, la di cui pi semplice esposizione fa ancor troppo vederne l'atrocit, i nostri occhi

    si rivolgeano verso quell ' impero, che ne fu il teatro ; il timore

    di accrescere l1 infamia di un' epoca per sempre dolorosa per la

    nostra patria, ci rendea assai spiacevole l'impreso incarico.

    LETTERA DEDICATORIA

    DALL' AUTORE DIRETTA AGL'INGLESI

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    Fortunatamente p er l 'um ana natura sorgono degli uomini chela innalzano e la nobilitano, a fronte di quegli esseri depravatie feroci, che la deprimono, e la vilipendono. I delitti in qualchemaniera sono l'ombra delle virt. Sono alle nazioni necessari dei

    combattimenti per conoscerne i suoi Eroi. Era forse d1

    uopo al-l'Europa lo spettacolo di un popolo, sordo alle voci dell'umanit,che spoglia, esilia, trucida i suoi figli, per darci Io spettacolo diun popolo umanissimo, che si fa gloria di accogliere nelle propr ie case, di nudr ire col suo pane, di vestire co ' propri suoi abiti,di sostentare con tutte le sue ricchezze, intiere colonie di fo-rastieri.

    Bisognava che in questi tempi, come nei suoi pi belli secoli,avesse la religione i suoi tiranni, pe r avere i suoi mart ir i; comeappunto sono al Sole necessarie le tenebre per sorgerne pi splendido, e farci maggiormente apprezzare la sua gloria. La gloriadella mia patria non si oscurer intieramente sotto la scure deiMarsigliesi. L'interesse che ispirano le sue vittime bilancer l 'or

    ro re , ch 'ecc itano i suoi carnefici. Il solo nome dell'Arcivescovodi Arles, il nome solo di Dulau far forse perdonare un giornoai Francesi, di avere avuto il loro Robespierre, il loro Manuel,il loro Chabot, siccome il solo nome di Luigi XVI far lor perdonare di avere avuto Vesecrabile loro Egalit,

    Noi osiamo sperarlo; la costanza delle sue vittime difenderla Francia contro l'infamia d e' su oi tiranni. La nostra patria si

    glorier un giorno de9

    suoi martiri ; e allor ci saprebb' ella malgrado di aver noi indebolita la loro vittoria, dissimulando le insidie, o le crudelt di cui trionfano.

    Leggendo voi questo racconto, o generosi ospiti, saranno ivostri animi commossi da un altro sentimento. Quando il viandante narra il furor delia tempesta, che lo precipitava nel fondode'mari, una dolce mozione comparisce sul viso, e lagrime diconsolazione dagli occhi scorrono del suo liberatore. L'eccessode' suoi pericoli il piacere accresce a chi ne ha posto il fine. Egli grato siffatto piacere, egli prezioso alle anime grandi. PopoloInglese, sappiam noi il dir itto che voi vi avete; possiate voi goderlo intieramente, leggendo questa raccolta.

    Voi sin dal principio le cagioni vi scorgerete, e i progressi

    della persecuzione, che precedette e produsse questi massacri,su de 'quali ha fremuto il vostro cuore. Voi vi vedre te in seguitoii risultato delle pi autentiche memorie sulla catastrofe dei duedi Settembre, e in fine sull'esilio di quella legion di Preti, aidi cui disastri a voi toccato gi di apprestar soccorso con tanta

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    BARRUEL Prete francese.

    cortesia. La storia dei loro travagli va per sempre unita alla r i membranza dei vostr i benefica. A voi perci sia dedicata, a voisia consacrata. Il cuore d i tut ti i miei fratelli , e il mio, ci hannoinsegnato, che la grat itudine non deve in verun conto aver altro

    Mecenate, che lo stesso suo Benefattore.A Londra ove scrivevo sotto la protezione della Nazione Inglese

    10 Agosto 1793.

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    A V V E R T I M E N T O D E L L ' A U T O R E

    xBSte*

    Questa Storia 6 divisa in tre part i. Comprende la prima ci

    eh9 accaduto di pi rimarchevole relativamente alla religione,

    sotto Y Assemblea chiamata nazionale costituente; cio dal mese

    di Maggio 1789 sino alla fine di Settembre 1791. Termina la se

    conda ai dieci di Agosto 1792. II mio scopo non gi stato di

    esporre intieramente quanto accaduto in queste due epoche,ma dirne solamente quanto basta, onde far vedere come abbiano

    Tuna e l'al tra preparata e prodotta la terza, quella cio dei mas

    sacri, e della deportazione del Clero.Gli oggetti generali delle prime due parti sono abbastanza co

    nosciuti, onde non aver bisogno di essere appoggiati a citazioni.

    Gli aneddoti furono presso che tutti opportunamente riportati dai

    giornali li pi accreditati, particolarmente dal giornale del si

    gnor Fontenai. Quest' ultimo tra gli altri ho preso io a seguir in

    ci che scrivo intorno alla ghiacciaia di Avignone, dalla quale

    scamparono ben pochi prigionieri. Rapporto ai decreti che io ri

    porlo, si trovan questi per ogni dove. Ne ho alcune fiate compendiati gli articoli, senza mai mutarne senso. rilevata tuttala

    terza parte dalle memorie, che gelosamente conservo presso dime, e che mi sono state quasi tutte somministrale da'testimonioculari. Per maggior certezza ho rigettate tutte quelle, che non

    erano punto autentiche.

    Non ho io creduto dover entrare nei dettagli delle particolari

    persecuzioni. Presso che ciascun prete non giurato avrebbe in

    questo genere a produrre la sua Storia. Allo stesso modo avver

    rebbe per parte dei beneficii, che hanno eglino ricevuti in Inghil

    terra. Avrei almen voluto ai voti arrendermi di seicento preti

    francesi, rifugiati nel castello di Winchester, i quali si son tutt i

    uniti insieme, per dare un pubblico attestato della loro ricono

    scenza a Mylord, e a Myladi Buckinghaml Ma come inserire in

    una storia generale dei dettagli particolari, che mi spediscono in

    torno a questi insigni benefattori? Son questi , mi dicono tutti ad

    una voce questi pret i, sono questi mille continui tratti, ora di

    protezione la pi manifesta, ora di una certa delicatezza, che fa

    sentirsi senza farsi conoscere; una mano che si nasconde, ma

    che ha l 'arte di provvederci di tutto ci che solo in apparenza

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    sembrato da noi desidera rsi ; una generosit che a tu tto siest ende; sono ancora dei soccorsi per i nostr i infermi; degliabiti, e della biancheria per quelli che ne sono sprovvisti; sonode 1 libri per tutti; sono questi fin anche dei piccoli giardini a

    coltivare, dei lavori in ricami, in tapezzerie, di cui questi benefattori ci provvedono per mitigar la noia delle nostre disoccupazioni. In seguito vorrebbono questi ecclesiastici, che i membrinominassi della Chiesa anglicana MM. Poulter, Renell, Woodford;il dottor Sturges, Niewbock, Bignam; quindi anche i magistrati,in modo speciale MM. Silver e Dignam, 1' uno Maire a Winchester , l 'a l t ro Giudice di pace a Gosport; di poi anche MM. Milner,e Marsland Preti cattolici; tutte finalmente le classi de'cittadinisino al basso popolo, e tutti eziandio i contadini dei contorni diWinchester. Altrettanto in appresso bisognerebbe farne per Gosport. Ben si scorge che questa storia non avrebbe mai fine, semi fosse stato d'uopo scorrere anche la citt di Londra, e l'Inghilterra. Ho creduto dunque dovermi contentare di una generale

    descrizione dei benefizi della nazione ; e in siffatta descrizione sitrova appena un tra tto di penna per M. Burck, p er M. Wilmo t;come appunto le capitali di ciascun impero occupano appena inun mappamondo un piccolo sito ; ma questo sol punto indica ciche pensar si dee della reale loro grandezza.

    N. B. Nello scrivere questa storia ho spesse fiate qualificatecol titolo di confessori, di martiri, di santi, quelle persone di cui

    avea a par lare . Queste espressioni sono ricevute nel l' ordinariolinguaggio, anche prima che il giudizio della Chiesa le ascriva aquelli, che essa dichiara degni della venerazion de 1 popoli. Sideedunque ben riflettere che mia intenzione non mai stata di prevenire questo giudizio.

    Si troveranno in quest' opera alcuni fatti molto straordinari.Non ho io creduto esser questa una ragione di ommetterli, quandouna intiera citt pu esserne chiamata in tes timone. Di tal fattaappunto si ci che narro di Expilly nell'arrivo alla sua pretesadiocesi. In fine dopo aver io abbandonata la mia patria per conservare la mia fede, niuno prender maraviglia di sentirmi par larne da cattolico Romano. Avrei rifiutato qualunque asilo, avreiamato meglio di non mai impugnar la penna, se a Londra stessa

    mi fosse slato d 'uopo vacillare , o dissimulare la verit della miareligione.

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    PRIMA PARTE

    ORIGINE E PROGRESSI DELLA PERSECUZIONE FRANCESE

    IN TEMPO DELLA PRIMA ASSEMBLEA CHIAMATA NAZIONALE.

    Oggetto di questf opera.

    Cento trentotto tra Vescovi e Arcivescovi, sessantaquattro milatra Curati e Vicari condannati ad abbandonare le loro Sedi, leloro Parrochie, ovvero a prestare il giuramento dello spergiuro,e dell'apostasia; tutti gli Ecclesiastici, tutti i Religiosi dell'uno

    e l 'a l tr o sesso, privali del patr imonio della Chiesa scacciati dailoro asi li; i templi del Signore cangiati in vaste prigioni dei suoiministri; trecento de'suoi Preti massacrati nello spazio di un solgiorno in una sola citt ; tutti gli altri Pastori fedeli al loro Diosacrificati, o via cacciati dalla loro patria, e cercando raminghi atraverso di mille pericoli un qualche rifugio presso estere nazioni ;tale si 6 lo spettacolo che la rivoluzione francese ha presentato

    al mondo. Esporr le principali cause, terr dietro ai progressi diquesta catastrofe, non gi per eccitare a sdegno contro i suoi autori le altre nazioni ; ma pe r istruirle sibbene a tenersene lorostesse lontane.

    Carattere della Religione Cattolica.

    La Religione Cattolica Apostolica e Romana dominava in Francia

    anche prima dell'origine di questa monarchia. I suoi antichi Vescovi di Lione, di Vienna, di Arles, di Reims, di Sens, di Tourssono tutti anteriori all'unione di Clodoveo coi Galli (1). Tale si il carattere di questa religione, che i suoi figli esser non possono n ribelli, n empi per principio, senza rendersi apostati.

    (1) Accadde siffatta unione 1' anno 485, sotto il gran Clodoveo, il quale fu

    poi il primo Monarca cristiano nelle Gallie. Ma di gi anche innanzi picentinaia di anni, fiorivano nella Francia le chiese de'Fortini, degl'Irenei,e de' martiri di Lione ; fiorivano i Sisti e i Nicasi di Reims ; i SavinianiApostoli di Sens; i Graziani, i Martini di Tours; i Trofimi di Arles ; i Cre-scenzi di Vienna. (N.E.)

    COMPENDIO STORICO

    DELLA PERSECUZIONE, DEI MASSACRI E DELL'ESILIO

    DEL CLERO FRANCESE

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    Essenzialmente amica dell'ordine, della pace, della felicit de'popoli in questo mondo, forma ella a tutti i cittadini un vero delitto per qualunque ribellione contro le leggi, e le autorit stabilite per il regime deg l' imperi. Istituita essenzialmente pe r

    diriger l'uomo nelle vie dell'eterna salute, ella non si confederan cogli errori, che la seducono, n coi vizi che la depravano.Dovea dunque trovar de'nemici in una rivoluzione, la quale tendeva a formare della insorgenza il pi santo dei doveri, tendevaa rompere il freno di tut te le passioni, e a non mostrar altro cheschiavit nel trono , e superstizone nell' altare .

    Nemici di questa Religione sofisti politici.

    Siffatta rivoluzione era gi da lungo tempo meditata in Francia, da nomini che sotto il nome di filosofi, sembravano dividersila parte di rov escia re , gli uni il trono, gli altri l' al ta re . Nonerano i primi assolutamente nemici di ogni cu lt o; sapevano dispensarsene per loro stessi, lo credevano peraltro necessario per

    il popolo. Yolevan per concedergli un culto pi conforme allaloro ambizione. Eran persuasi che coi principii del cattolicismo,impossibil sarebbe combinar quelli del governo, che sostituir volevano alla monarchia.

    Alla testa di questi pretesi filosofi politici occupali intieramentenella loro rivoluzione, si vedeva il famoso Mirabeau il primogenito,il quale era in gran copia fornito di quei latenti, che formar pos

    sono un grand' uomo, pi ancor di que ' v iz i , che formano unoscellerato, e principalmente era fornito di quell'audacia capace aformar dei Gatilina, quando questa unita si trova al coraggio guerriero, il solo che gli manc. Sino dai primi giorni degli stati generali aperti in Versailles li cinque maggio 1789, non aveva eglinascosto quanto credeva importante per rovesciare alla prima leidee della religione, onde mettere in pratica i suoi progetti. Sevolete voi una rivoluzione, aveva egli detto pubblicamente, bisogna incominciare dallo scattolicare la Francia.

    Questa confessione di un gran congiurato era in se slessa unomaggio prezioso alla cattolica religione. Confessava egli con ci,quanto sia questa favorevole alla conservazione degl'imperi; poich credeva dover dar principio dal rovesciamento di essa, prima di

    attaccare il governo medesimo. L'atroce politico avrebbe tuttaviaragionato differentemente, se avesse meglio conosciuta questa religione. Avrebbe vedulo, che questa certamente non favor giammai la ribellione, ma che sa eziandio mantenersi malgrado tuttele variazioni, e sotto qualunque forma di governo, compatibile

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    colla giustizia e colla felicit dei popoli. Avrebbe veduto, che seella rendeva i Francesi affezionati al loro Monarca, non ispiravaminor fedelt, e minor zelo ai cattolici Svizzeri, a quei d'Inghilterra, o di Venezia pel governo della loro patria. Avrebbe cono

    sciuto che senza ricorrere per mezzo di delitti ai movimenti degliStati, sapeva ella ancor fare a 9 suoi figli un dovere il sottometersipiuttosto al giogo delle nuove leggi, che perpetuar tra loro ledissenzioni, e le intestine gu er re . Avrebbe egli preveduto checol progetto di un empio contro l'altare, andava forse a formarsidei maggiori ostacoli piuttosto, che a procurarsi dei mezzi per lacivile sua rivoluzione ; e che andava a rendere naturalmente in

    disposti gli animi, preparando dei tormenti alle coscienze.

    Atei.

    Mirabeau conobbe il suo errore, ma troppo tardi, allorchvedendo la resistenza dei pret i al suo piano di togl iere dallaFrancia il cattolicismo, disse a Camus nell'energico suo linguaggio :

    la detestabile vostra costituzion del Clero distrugger quella chefacciamo per noi. Anche qui s' ingannava egli ; ma pu dirsi inqualche maniera, che ridondava ci in sua lode. Tutti prevedevai fiumi di sangue che bisognerebbe spargere per trionfare dellaresistenza degli ecclesiastici; n si sentiva di sufficiente coraggioa reggere a tanti orrori. Aveva la Francia degli uomini pi atroci.Era la politica quella che dominava in Mirabeau. L'empiet poi,

    l 'odio stesso del cristianesimo prevaleva ad onta di qualunque altrariflessione in un'altra specie di filosofi. Questi aborti di Bayle, edi Voltaire avrebbero piuttosto sofferti cento Neroni sul trono, cheun sol prete sull'altare. Fondavano tutto il lor merito nell'odiocontro Ges Cristo, e tutta la lor gloria nella distruzione di tuttii suoi tempii.

    Tra questi abominevoli sofisti si- distingueva quel Gondorcet ,bastardo di Lametrie, di Hobbes, e di tutti gli Atei, e quelCerut ti, il di cui ultimo sentimento dall'assemblea applaudito deinuovi legislatori, fu espresso in queste parole proprie di un demonio, che esalava l'ultimo spirito : V unico rammarico che meco

    porto morendo, si di lasciare ancora sulla terra una religione.

    Se ne conoscono cent'altri da quell'apostata Chabot fino a quel

    Dupont ; il primo non altro attendeva, che il momento favorevole,onde proporre ai Giacobini di far man bassa dal primo sino all' ult imo Prete di qualunque religione ; all'altro poi di gi si apriva ilcuore per la speranza di salire anch' egli sulla tribuna stessa deilegislatori, e farvi sentire queste parole ; Non v' Dio nel mondo.

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    Economisti.

    Si aggiungeva a tutti questi nemici di Dio e del suo Cristoun'altra setta conosciuta sotto il nome di economisti. Questi di

    scepoli di Turgot tormentavano sino da tren t' anni la Francia percorreggerne il suo regime, per ripararne le sue finanze con sistemi,che ne hanno rovinata la sua monarchia, ed esauriti i suoi tesori.Tutta la scienza di questi sofisti a ci si riduceva, che essi appellavano il prodotto netto; e il prodotto netto dei loro dommisi riduceva a cancellar quelli del cristianesimo, per sostituirviquelli di una religione che chiamavano naturale ; come appunto

    il prodotto netto dei loro espedienti per arricchire la nazione,si riduceva a insegnarle ad assassinar 1' alt are , e a scacciarne isuoi preti.

    Religiose disposizioni dei diversi ordini di cittadini.

    Una grandissima parte di ricchi nella corte e in Parigi aderivaa tutte queste sette, perch favorivan tutte la corruzione dei costumi. Lasciava ella al popolo le chie se, ove piuttosto avrebbedovuto esser condotto dal suo esempio. Passava 1' empiet daipadroni ai servi, e dai servi alle pi povere capanne. I cittadini,i mercanti, e i loro subalterni volevano anch'essi mostrare dellospirito contro Dio. I ministri ben vedevano, che tutto il fruttodell'industria nazionale consisteva in quello delle produzioni, le

    quali toglievano alla nazione e i suoi costumi, e la sua religione.I Magistrati corrott i anch' essi punivano le nta mente , e lasciavanoche sotto mille differenti maniere si spargesse il veleno nel popolo dalle prime sino alle ult ime classi. La Capitale sempre pis'inoltrava nell'abisso della corruzione e dell'empiet.

    Faceva il clero resistenza al rovinoso torrente; i suoi membrinon erano anch' essi tut ti esenti dai vizi del secolo. Convien dir lo

    anche a gloria di Dio, da cui deriva ogni sua forza : il clero nonsembrava ripromettere tutta quella costanza, che ha mostrata col-1' esempio. Poteva questo dividersi in due parti ; l 1 una troppoaliena dal vero sacerdozio, altro non ne aveva che il nome, e lamet dell'abito ecclesiastico; sfuggiva le fatiche dell'altare, cercandone solamente de ' benefizi col favore dei cortigiani : ella eraassai pi di scandalo, e di ammirazione, che di sostegno allaChiesa.

    L'altra parte molto pi numerosa era quella dei preti occupati nella salute de lle animo, e nell* ecclesiastiche funzioni. Formava questa in realt il vero corpo del clero. Era esso general-

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    mente istruito nei suoi doveri ; se v v erano dei pastori, i qualinon altro avessero avuto di mira nella Chiesa, che le sue ricchezze, ve n'eran o ancor pi di quelli, cui la fede era preziosa,e assai poco sembravan disposti a tradirla. Bisognava abbattere

    questo corpo di pastori, per dar compimento al trionfo degli empi.Per tale oggetto appunto gli e ro i , e i seguaci di tu tte le settetramavano da lungo tempo doppia cospirazione contro l'altare, econtro il trono nelle tenebre dei loro club, nelle loro logge, enelle sotterranee loro conventicole. La convocazione degli statigeneral i li fece uscir fuori tut ti ad un tempo dai loro . diversicovili, per secondare un uomo che i suoi partitanti non sembra

    vano averlo posto ger altro fine presso Luigi XYI, che per affrettar la caduta del Monarca, e la perdita della religione.

    Quest'uomo era Necker. Ad esso rinfacciava la critica di nonaver fatte giungere sino alla corte le nuove di sua persona, chea forza di parlarne egli stesso per ogni dove; di non aver portate altre idee al ministero di un grand'impero, che quelle benristrette di un aiutante di negozio, e del suo banco ; di aver creduto depura r la monarchia democratizzandone le prov incie ; diavere oppressa la Francia a forza d'imprestiti, volendole risparmiare le imposizioni (1); di aver raddoppiata la rappresentanzadei Comuni (2), di avervi chiamati degli oratori, e dei pi sediziosi sofisti sulla speranza di rendersi padrone deg li stati generali. Era il signor Necker eziandio di quella classe di economisti,

    che non sapevano sollevare il pubblico erario , che col rovinare

    (1) II sig. di Limon nella vita e martirio di Luigi XVI, riflette checongiungendo Necker un orgoglio smisurato ad una profonda ipocrisia, si abusdella beneficenza del Monarca, e dell' indole della nazione. Aveva 1' uno unaestrema ripugnanza ad ogni sorte d'imposizione ; non si curava 1' altra diperdersi per l'avvenire, purch si sentisse al momento alleggerita. Per loche prendendo egli in prestito delle immense somme di denaro, trad l'unoe l'altra, facendo in modo che g' interessi sorpassassero i capitali, e preparando nel seno di una calma fallace una violenta tempesta. (N.E.)

    (2) Lo scaltro e ambizioso Necker ben conoscendo che a fronte della saldaintegrit del primo e seocndo stato, a fronte dell' unanime consentimento ditanti ottimi nobili ed ecclesiastici, si sarebbero facilmente infranti i suoisforzi, rivolti a danno del He e della Religione, prese a fomentare le querele , a lusingar 1' ambizione, a sostener le richieste del terzo stato, dondegli si presentavano assai pi compagni della sna scellerata follia. Ad onta

    perci delle contradizioni di tutti i buoni, delle antiche leggi del regno,dell' autorit degli esempii, e ad onta del diritto degli altri ordini, ottenneper via di maneggi, e di cabale, che il numero de' cittadini rappresentantinell'assemblea il terzo stato, fosse doppiamente maggiore del numero deglialtri due. (N.E.)

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    la Chiesa. Il suo gran delitto, rapporto alla religione, si fu diaver pretesa la di lei riforma, insinuando ai suoi ministri gli errori di Ginevra. Pretendeva eziandio dominare nella Camera delcle ro ; temeva egli l 'auto rit, e lo splendore de ll' ep iscopa to ;

    sotto i suoi auspicii si diede principio alla persecuzione.Primo passo della persecuzione.

    Il signor Necker sul timore di veder giungere agli stati ge nerali gran numero di prelati, il di cui voto egli non voleva affatto, quale pure a nome del loro clero dovevano quelli averenatu ralmente ; prevenne l'elezioni per mezzo di lette re, e di

    emissarii, il di cui scopo si era disseminare tra i pastori del se-cond' ordine la gelosia contro dei loro superiori ne ll ' evangelicagerarchia. Non si tralasci verun tentativo per ispirare ai curati,e ai vicarii lo spirito del presbiteranismo. Erano incaricati gliagenti di questo ministro di tutto promet tere ai semplici pr et i,senza palesar loro cosa sarebbe avvenuto di essi quando abbattutosarebbe 1' episcopato. Distribuirono questi nei presbiterii delle citt

    e dei villaggi, dei velenosi scritti sulle ricchezze, e sul pretesodispotismo dei Vescovi; affettarono di mostrare un grande zelope r la religione, e una perfida compassione per la povert diquelli, che le funzioni ne adempivano le pi ordinarie presso ilpopolo. Giunsero anche a fingere delle lettere stampate dai curati del Delfinato, ripiene del medesimo spirito di rivolta control'episcopato ; le spedirono nel le lontane provincie , affinch pro

    dotto avessero il loro effetto, prima che giunta fosse la protestadei supposti autori di siffatte le ttere. Insinuarono soprattu tto chese i deputati del pr im ' ordine fossero in gran numero , sarebbestato egli impossibile agli stati generali di migliorare la condiziondei curati (1). Destinarono anche quelli, su dei quali desiderava

    (1) Trascritte furono queste lettere dal sig. Rabaud ministro protestante,

    e gran confidente di Madama e del di lei marito Necker, e spedite da Nimesa diversi Club, e individui protestanti, nel luogo in cui doveasi notarvi ladata, e mettersi in posta per farle giungere al momento stesso, in cui raccolti sarebbero i baliaggi. Vennero munite colla firma particolare dei parr-chi di Quimper, di Vienne, d'Auch, e di Limoges ecc. Venivano in esseesortati i Parrochi delle lontane Diocesi, alle quali eran dirette, a sottrarsidalla tirannia de* Vescovi, e a far loro conoscere tutto il potere risultantedalla loro unione. Si faceva loro il quesito: se soffrir potessero con pazienza

    di vedere i Vescovi riccamente provveduti dei beni della Chiesa t Si avvertivano esser finalmente giunto il momento, in cui conveniva liberarsi al tempostesso e della loro tirannia e della loro opulenza, e accrescere le proprierendite colle loro spoglie. NuUa sulle prime si dubit della loro autenticit;furono perci lette, applaudite, e commentate, ed eccitarono la pi violentapersecuzione. (N.E.)

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    il ministro far cadere 1' elezione. Alcuni preti di campagna tropposemplici per non sospettare di siffatti inganni, caddero nella rete;non credettero tuttavia, che fosse la religione interessata nellascelta dei deputati, che erano per destinare. Furono le elezioni

    assai clamorose; in molte di esse si videro dominar persone dicui si era Necker preventivamente assicurato. Fra trecento ecclesiastici trenta Vescovi solamente si trovarono deputati. Da questomomento avrebbe il presbiteranismo distrutta la Chiesa di Francia,se i curati non si fossero finalmente avveduti, che si voleva piuttosto abolire la religione, che sollevare i suoi pastori.

    La trama incominci a manifestarsi per i contrasti che insorsero, se le risoluzioni si doveano dare per ordine o per persona.Dava questa tutto il vantaggio al terzo stato. A tale effetto diressero subito i congiurati tutti i loro sforzi per confondere i treordini, per ridurre il clero, e la nobilt in una sola Camera, incui il partito della rivolta, e dell' empiet dominava piuttosto permezzo dei suoi furori, e per quelli delle sue tribune, che pel

    numero dei suffragi.Per quanto imprudente fosse stata Yelezione degli ecclesiasticideputati, si oppose subito la pi gran parte ad un progetto, chenon lasciava pi al clero veruna influenza nelle deliberazioni. Madi gi sotto gli auspicii di Necker le prime truppe di assassinigiunte erano a Versailles. In tutto il tempo che dur questo dibattimento si vide investire la Camera del clero con grida, e con

    minacce che presagivano ben altri furori. I curati attaccati al sentimento dei loro Vescovi furon diverse volte battuti, e trascinatinel fango. Monsignor di Juigney Arcivescovo di Parigi, questoprelato cos conosciuto per la sua bonL, per la sua piet, e principalmente per le immense sue elemosine, assalito venne a colpidi pietre in mezzo alle strade di Versailles. Le calunnie le picontrarie al suo carattere lo avevano di gi reso odioso a quelliancora, i quali vissuti erano delle sue beneficenze (i). Diversialtri Vescovi eziandio scamparono a stento dai colpi dei sassi.

    (1) Le virt e lo zelo di questo degno prelato lo designarono ai capide1 comuni come una delle prime vittime da offrirsi a i r empiet. Il progettodel suo assassinio fu talmente combinato e disposto dal sig. Coroller diHoustoir, che ai 23 Giugno alle ore 8 della sera se ne parlava pubblicamente

    nella Baia degli Stati comuni, e si assicurava che sarebbe egli assassinatoFindomani nel portarsi all'assemblea. Il di 24 tuttavia si fecero correrede* biglietti nella Sala de'Comuni, coi quali si avvertiva che : Montig. Arcivescovo non sarebbe travagliato la sera. Cosi fortunatamente avvenne. I de-putati de'Comuni nelle lettere ai loro committenti! dopo aver dato l'orribil

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    Tuttavia accadde allora a Necker ci che accader doveva a Mi-rabeau. Quando egli vide il suo progetto vicino ad eseguirsi perla confusion degli ordini , trem per la potenza di questo terz* ordine, al quale aveva tutto sacrificato, e il quale sin d'allora gli

    dimostrava tutto il disprezzo. Scrisse egli a quel medesimo, dicui erasi servito per sollecitare colla maggior premura nella Camera del clero la riunione al terzo slato ; lo esort a fare in appresso tutto il possibile per impedirla. Tutto perduto, dicevaegli ad un altro suo confidente, tutto perduto, se il clero siunisce al terzo stato. Si va, va ad unirsi questo terzo stato;

    tutto perduto. Questi erano i sospiri di Necker un quarto di

    ora prima della distruzione degli ordini, che aveva egli con tantoimpegno promossa. Non v 1 era pi tempo d'im pedi rla . I Comunilasciando da principio agire a Necker, in seguito e i loro e suoiassassini preso avevano un ripiego assai pi scaltro. Erano comparsi i loro deputat i nel la Camera del clero, ed ivi a nome diun Dio di pace e di fraternit, avevano scongiurati i suoi ministri a metter fine a quelle divisioni, che li separavano dai Comuni.Quasi la met dei curati avean prestata fede a queste pro te ste ,e alle promesse che l'accompagnavano; avevano di gi seguitol'impulso, di cui non prevedevano le conseguenze. Si erano ancor lasciati sedurre due Pre lat i, quello cio di Vienna, e quellodi Bordeaux. Il resto de' Vescovi, e degli altri ecclesiastici, egualmente che la nobilt, persisteva costante pe r il mantenimentodegli ordini. Il medesimo terzo sialo che Necker aveva messo inmozione, e che egli non poteva pi arrestare, spinse le cose asegno, che Luigi XVI si credette sin d'allora minacciala la vita,se non impiegava tutta la sua autorit secondo i voti dei Comuni.Questi avevano di gi porta te le loro pretensioni sino al puntodi dichiararsi essi soli, Assemblea Nazionale. Luigi XVI parl perla riunione. Si arrendettero i Vescovi e la nobilt. In questa con

    fusione di ordini Necker non vide altro, che il cattivo calcolo cheaveva egli fatto per regnare col suo credito presso dei Comuni,ormai in istato di non aver di lui pi bisogno. Egli era facilevedervi la distruzione della nobilt, del c le ro , della monarchiae della religione.

    dettaglio del progettato assassinio aggiungevano: si spera che le serie riflessioni che gli far fare questo pericolo, lo dermineranno a prendere il saggiopartito di arrendersi ai Comuni. Alcuni altri Prelati furono vilipesi dal po

    poloy che li costrinse a giurare di ubbidire al terzo stato. Egli ben d'uopo

    che anche i santi Vescovi cedano alla forza del nostro patriottismo. In talmodo si sottomise l'ordine del clero. (N.E.)

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    I Comuni infatti erano composti di seicento depu tati , quasitutti uniti fra di loro per l'accortezza che si era preventivamenteusata, di far cadere l'elezione sopra persone della setta filosofica,o sopra persone presso che di niun conto per loro stesse, e sem

    pre pronte a lasciarsi trasportare dai faziosi. Gli altri due Ordininon avevano che trecento deputati per ciascuno. Restando eglinonella loro Camera, e pr ese le opinioni pe r ord ine , vi potevanprevalere per una sola voce. Le deliberazioni prese separatamentedivenivano meno tumultuose ; quelle che sarebbero state presetroppo precipitosamente in una, si perfezionerebbero coli' esamedelle altre due, e vi sarebbe slato bisogno della maggioranza dei

    due ordini , onde farne prevalere i sent imenti . Ala in effetto Taf-fare non avvenne pi in siffatta maniera, essendo confusi gli ordini. Un sol malvagio tra il clero o la nobilt dava la preponderanza al pi detestabil voto dei Comuni.

    Ora aveva il solo clero venticinque o trenta membri, i qualiin modo pi speciale dovevano la loro elezione alla cabala di Ne-

    cker ; eran questi di quegli uomini di gi dete rminati allo spergiuro e all' apostasia, che sin da quel tempo erano stati destinatiper capi della nuova Chiesa (1). Aveva la nobilt molti membri,pronti anch' eglino a secondare i proget ti del giorno . Sin d' allora T opinione del terzo stato doveva necessariamente pre vale re ;sin d' allora la monarchia e il clero pe ri r doveano in Francia.

    La Storia non deve conchiuderne, che generalmente il terzo

    stato in Francia si fu nemico de 'p re ti e del R e ; ma solamenteche i nemici de 'pret i e del Re a forza di cabale, e di raggir i,riusciti erano a far nominare per deputati del terzo stato un grannumero di uomini i pi empi, e i pi sediziosi di quella classe,0 anche delle altre due. Tali appunto erano Syeys, e Mirabeau,1 quali erano stati presi l 'uno tra gli apostati del clero, l' al tr otra gli apostati della nobilt.

    In quel l' assemblea stessa si videro degli uomini del terzostato, distinguersi per la loro costante opposizione contro i progetti del l' empiet. Si vide ancora un calvinista, che sempre opi-

    (1) Tutti quelli che erano la pi vile feccia del clero, e il vero obbrobrio della Chiesa, e che gi da lungo tempo ne disonoravano i suoi altari,quali erano appunto un Abbate Gregoire, un Dillon curato dell' antico Pouzan-ges, un Tbaut, un la Salcette, un Massieu, un Taleyrand l'apostata: elettifurono per andare in un* assemblea nazionale, non gi quali apostati per distruggere la Chiesa, e soppiantarne la sua autorit, come in fatti avvenne;ma per migliorare sibbene col loro mezzo la condizione degli Elettori, a tenore delle promesse loro fatte dagli emissari di Necker. (N.E.)

    Storia del Clero. Yol I. 3

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    milioni di lire, di cui il ministro faceva vedere il bisogno (i). Inseguito si accrebbero le , sue offerte, le fece ascendere presso apoco sipo alla terza parte de'suoi stabili, cio sino a quattrocentomilioni. Ma l 1 Assemblea voleva tutto, e tutto ella si prese.

    Il di quattro di Agosto in mezzo a quei schiamazzi, e a queitrasporti, che creduti si sarebbero effetto di ubbracbezza, e chetuttavia altro non erano che effetto di odio, di furore, e di oppressione, incominci l'Assemblea dal dichiarare redimibili le decime della Chiesa (2). Cinque giorni dopo i sediziosi del palazzodi Orleans corsero a Versailles; dimandarono le teste di undiciVescovi, e di sedici curati, se non fossero state abolite le decime senza riscatto. Si emanarono le liste di proscrizione nella sessione del d undici ; fu pubblicata P abolizion delle decime senzariscatto. Un di quei venerabili curati, il quale aveva prestata fedealle promesse del terzo stato, sentendo siffatto decreto, cos grid : il fine dunque, per cui voi ci avete scongiurati a nome di un Dio di pace e di fraternit, di unirci a voi, si era quello di

    scannarci, o farci morir di fame? Una risata del pi ferocescherno si fu la risposta alla sua semplicit.Ai ventinove Settembre dett l'avarizia un nuovo decreto per

    lo spogliamento de' tempii, sotto l'apparnza di un semplice invito, di portare alla zecca le argenterie delle Chiese, e sin d 'a l lora venne profanalo un prodigioso numero di sagri vasi.

    Mezzi di cui si servono per ingannare il popolo contro il Clero.

    A misura che si spogliava l'altare, la calunnia andava crescendocontro de 'p re t i , e si raddoppiava la premura di rendergli odiosi;

    (1) Il sig. Necker secondo le viste de1 sediziosi, da Ini promosse, i qualinulla meno tramavano che d'invadere le propriet e i beni del clero, dimand dei soccorsi, dipinse la rovinosa situazione delle finanze, e proposedei biglietti di stato, e delle cedole di banco, non per altro fine che per introdurne la discussione, e farli rigettare, qual piano di umana folUa , e indurre in tal maniera i faziosi a distruggere il patrimonio della Chiesa. (N.E.)

    (2) La notte dei 4 Agosto in cui si propose il ricupero delle decime, futalmente dai sediziosi preveduta, che il sig. Burche per evitare le discussioni su di questo punto, aveva proposto il giorno avanti di accordare solicinque minuti a ciascun oratore, per proporre la sua opinione. Per prepararele liste di proscrizione, avevan fatto decretare i faziosi, doversi in appressoregistrare nelle tabelle il nome degli oratori, che prendessero a parlare infavore o contro le decime, e col pugnale alla mano si sforz Vassemblea adaffidare la presidenza al sig. Chapelier capo del club Bretou, il quale dirig-ger doveva gl i urli, o le mani di quelle macchine da clamori. (N.E.)

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    zione verso i suoi Pastori. Le vie ordinarie dei calunniatori eranoinsufficienti. Si ebbe ricorso ad un linguaggio, ch'era pel popolopi espressivo delle parole ; si parl a1 suoi occhi. Senza verunriguardo per i costami come.anche per la verit, le piazze, e le

    botteghe furono ricoperte delle infami caricature 16 pi. oltraggiose per i ministri della religione (1); Sotto gli emblemi dell' avarizia, e sotto le forme l pi bizzarre e fantastiche lo scalpello vi rappresentava i preti piangenti sopra i tesori, ch 'era gitempo di loro togliere; e un popolaccio ingrato e invidioso dimenticava, quanto di queste ricchezze della Chiesa avevano i pretiprofuso nel suo seno. Imparava egli ad ambirle, s'imaginava chenon si andava a derubarle che per distribuirle ad esso. Spogliarei preti e l'altare non gli sembrava un latrocinio ed una sacrilegaviolenza, ma il diritto stesso della societ. Dall'altra parte sottole immagini le pi lascive si rappresentavano i ministri della religione quali uomini perduti dietro al debosciamento, dissipandoolle prosti tute il patrimonio de ' poveri ; e il popolo con occhio

    di gelosia contro i suoi preti rimirando queste figure oscene, neassorbiva in qualche manieralo sdegno, l'odio, il dispregio contro tutto ci che vi ha di pi rispettabile nel sacerdozio.

    In queste infami lezioni trovavano gli empii un altro vantaggio.Corrotti essi abbastanza, e abbastanza depravati per non c rede renel sacerdozio la possibilit stessa della continenza, insinuavanoal popolo, che tutte le virt di quelli sino allora i pi rispettati,

    alt ro non erano che maschere d'ipocr isia, e che tu tte le virtsino anche la pudicizia altro non erano nella religione che virta posticcio. Quelli poi che a cagion del proprio stato professavanoin modo particolare le virt evangeliche, rappresentati erano sottogli emblemi di animali i pi vili, ed i pi abominevoli.

    Per mezzo di libelli scritti in linguaggio da mercato ispiravano al popolo i medesimi sentimenti contrarli alla religione. Iteatri altro pi non offrivano che calunnie, e i pi indecenti spettacoli sulla dottrina e i costumi del clero. Sino al nome stessodi preti tutto era messo in ridicolo per ispegnere l'idea del rispetto, che ispirano le loro funzioni. 11 Re le di cui disgrazie

    (1) Si vendevano anche dei libretti, in cui veniva il clero rappresentatoaotto le figure le pi indecenti. Nella sessione dei tre Aprile un deputatoecclesiastico aveva preso ad espone all'Assemblea i funesti effetti, che derivavano dalla pubblicit, e dalla profusione di tali oscene figure, le quali sivendevano anche alla porta medesima dell* augusta assemblea. Venne questoecclesiastico interrotto dal Presidente , ed essendone stata consultata V assemblea, giudic non doversi punto ascoltare. Si pass pertanto a discuterepi di un oggetto, che non meritava la minima attenzione. (N.E.)

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    andavano crescendo alla giornata in pari grado delle disgraziedel clero, il Re, che di gi ai sei di ottobre aveva appena scampato dai suoi assassini, venne condotto prigioniere nella sua capitale. Nell'atto del suo ingresso in Parigi pot ben comprendere

    quanto la sua causa andasse unita a quella de'preti. In mezzoagli oltraggi contro di lui vomitati, si alzava sopra ogni altroquesto grido della rivolta: Viva la Nazione, a basso il Tiranno !I preti sentivano anch'essi nel tempo stesso questa imprecazione,che raddoppiavano gli apostati: a basso la berrettai Con questonome derisorio si accostumava il popolo a perseguitare i pret i,quando comparivano in pubblico.

    Il Clero spogliato di tutti gli altri suoi beni.

    Trasportando allor l'assemblea le sue sessioni da Versailles aParigi, pe r esser pi d'appresso ai suoi assassini, dai progressidella cospirazione ben conobbe, eh' era gi tempo di dar compimento ai suoi latrocinii rapporto alla Chiesa, coli ' impadronirsi di

    tutto il rimanente de' suoi beni. La proposizione era cosi rivoltosaper l'evidenza dell'ingiustizia, e per l'atrocit del sacrilego furto,che per promoverla aspettar conveniva per lungo tempo un uomoabbastanza traviato, e privo affatto di ogni rossore. Si trov appunto costui qual altro Giuda nel collegio stesso degli Apostoli.Questi si fu Taillerand-Perigord Vescovo di Autun. Luigi XVI neldestinarlo Vescovo, erasi dato a credere, che il figlio di un ri-

    spettabil padre , avesse a portar nella Chiesa qualche apparenzaalmeno di virt. L'abbaglio di Luigi XVI fu assai madornale. Invece della nobilt de 'sen timen ti , e del le virt ereditarie dellasua famiglia, era fornito questo Perigord di tutta la vilt, e ditutti i vizi del giudaismo (1). Ai dieci di ottobre fece egli in pienaassemblea la mozione d' impadronirs i di tutti i beni degli ecclesiastici (2). Mirabeau lo aveva promosso come un de'suoi allievi,

    (1) In fatti il di 28 dicembre si manifest degno protettore degli ebrei.Ad istanza sua ottennero questi dall' assemblea il diritto di cittadini at tivi,cio capaci di ogni onore e di ogni carica, come ogni altro cittadino, in tuttele provincie del Regno, ad eccezione dell'Alsazia e di altre Provincie, le qualiper tal motivo minacciavano l'assemblea. (N.E.)

    (2) Approfittandosi egli delle circostanze rimise in tal maniera in deliberazione il progetto fatto in altro tempo dal sig. march, della Coste, e giur

    che egli lo trovava giusto in tutti i suoi rapporti. Il rapporto maggiore peraltro si era quello di avvilire e distruggere la religione. Alla mozione di quel-1' apostata fece eco il protestante Barnave, i l quale pronunzi che se la nazionevolendo poteva distruggere il clero ; a fortiori poteva spogliarlo de* suoi beni,e che la purit della cattolica religione esigeva le invasioni delle propriet

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    che nuli'altro hanno a perdere che l'apparenza sola dell'onore.Sostenne quegli la mozione, e ne fece aprire la discussione. Ilterrore si fu il mezzo per affrettarne tal decisione.

    Troppo altamente reclamava la giustizia per bocca dei difen

    sori del clero (i). Per confutarli si disse al popolo che tutto eraperduto, se il clero conservava il resto de'suoi beni. Si ebbepremura ai venti ottobre di affiggere al palazzo reale una lista ditutti quelli che avean parlato in favor della Chiesa,, colla promessa di mille e dugento lire ad ogni patriotta che gli avesse

    trucidati (2).Le sessioni allora si tenevano nel palazzo del l' Arcivescovo di

    Parigi, il quale era stato costretto a cercare la sicurezza della suavita in estraneo suolo. Il di 31 di ottobre i cortili e i portici delpalazzo inondati furono dai banditi, non ancor armati di picche,ma di gi furibondi. Il Duca di Rochefoucaud fece intendere chese salvar si voleva la vita dei Vescovi e dei Preti , si doveva affrettare P accordo del decre to sollecitato dal popolo. Ma perch

    non era ancor stata assicurata a Mirabeau la maggioranza ; bisognaspettare il giorno due di Novembre. In esso alle ore sei dellamattina comparvero di bel nuovo i banditi armati delle loro picche, e fecero intendere di voler met te re a mor te lutti i Vescovi,e tutti i Preti, se il clero vinceva la sua causa. Portarono eglino

    ecclesiastiche , assicurando che riprenderebbe essa tutto il suo splendore subito che fosse salariata. Tali erano eziandio i sentimenti di Treillard, il qualediceva che l'invasione dei beni ecclesiastici riduceva il clero alle leggi della

    primitiva Chiesa. Avr egli voluto significare con verit, che la persecuzionemossa dall' assemblea contro il clero, riduceva la C hiesa allo stato delle primepersecuzioni. Cotesti uomini, direbbe il celebre Burcke, si conoscono al lorotuono, il loro linguaggio li tradisce ; egli un dialetto di frode, un gergod'ipocrisia. (N.E.)

    (1) Contro questo pi ogetto reclam altamente la giustizia in particolarmodo per mezzo di ilonsig. Vescovo di Clermont, di Nancy , di Aix , e delsig. Abb. Maury. Animati questi illustri difensori dai veri interessi dellareligione e della Chiesa , in un momento soprattutto, in cui rinunziando i lclero a tutte le sue prerogative, offriva delle immeose somme a benefizio dellostato, presero a difendere le propriet del clero con quella eloquenza e forza,con cui parlato avrebbero i Bossuet, i Fenelon, se avessero dovuto difenderenna simil causa. (N.E.)

    (2) Il d 21 i sediziosi del mercato furono spediti ad assassinare ilFornaio Francois, il quale venne infatti trucidato alla porta dell'assemblea,e all' ora precisamente in cui vi giungevano i Deputati. L' assassino che ne portava la testa sopra una picca, era incaricalo abbassarla avanti alla carrozzadi ciascun deputato che arrivava, affine di riempiere di terrore il clero, e isuoi aderenti. A questo segnale la numerosa ciurma di quei banditi gridavacon orribile voce: n basso a basso i Preti, alla lanterna i Vescovi. (N.E.)

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    stessi il decreto gi fatto ; giudic l'assemblea secondo il lorovolere, e i beni del clero passarono a disposizione della Nazione,chiamandosi ben presto di propriet nazionale (i). Ridotti questiin tanti assegnati divengono un'oggetto di traffico per tutti i ban

    chi (2). L'intiero patrimonio delia Chiesa passa nelle mani degliusurpatori; si vendono i tempii stessi anche sotto gli occhi medesimi del l' assemblea ; cangiati vengono i santuarii in istallo, e inteatri. Promette ella delle pensioni ai titolari de'benefizi; ma sisa anticipatamente a qual prezzo ne sar fissato il pagamento (3).

    Terzo passo della persecuzione.

    Restava egli alla Chiesa un pi prezioso tesoro nella santitde'suoi privilegiati figli. Oltre i precetti, la di cui obbligazionesi a tutti comune, aveva essa delle vie di perfezione per i suoieletti. Numerosi monasteri contenevano delle persone consecratealla propria santificazione, aggiungendo alla pratica de 'precet t i,quella anche de' consigli evangelici sul distaccamento dalle ricchezze, su la rinunzia ai piaceri di questo mondo, e sulla negazione della propria volont. Questo era presso a poco il lussodelle cristiane virt.

    Il corteggio di queste persone in maniera pi speciale consacrate a Dio, consisteva nello splendore della Chiesa. Esso avevain ogni tempo trovato un appoggio nelle preghiere di questeanime fervorose; tra questi uomini usciti erano dei gran lumi-

    (1) I Vescovi, e con essi i deputati cattolici si diportarono in quel momento cosi terribile, con quella fermezza di animo, di cui S. Ambrogio avevaloro dato T esempio. Dicevano essi ai loro tiranni : Voi siete i pi forti, e voi volete commettere un sacrilegio; voi siete i pi forti e volete rapirci i nostri beni ? Prendeteveli ; voi gli avrete rubati, perch noi non dob- biamo n possiamo darveli. Ambros. orat. de Basilicis non reddendis etc.et lib. 2. epist. 13. (N.E.)

    (2) Se ne offr la vendita a qualunque prezzo, e se ne cercarono i compratori anche nelle prigioni. Due falliti fraudolenti detenuti nel castello diParigi, vennero eccitati a ricuperare la libert, impiegando i loro male acquistati capitali nella compra dei beni ecclesiastici. Uno di questi nomato Simo-niani vi acconsent, e a suo proprio nome acquist de' fondi appartenenti adalcuni religiosi di Angers. L' altro ne ricus 1' offerta. (N.E.)

    (3) Gli atei avendo in mira la distruzione della religion cattolica, si proposero in tale azione questo dilemma: 0 il clero accetter la costituzione che

    noi gli prescriviamo, o la rifiuter. Se egli l'accetter, avr egli tradita lasua fede, avr venduta la sua religione, ed egli stesso la distrugger ; essendola sua distruzione un effetto necessario della nostra costituzion civile delclero. Se egli resister, sar da noi posto tra l'apostasia e l'indigenza, essendo da noi dipendente negli assegnamenti che gli si passano. Ben si rileva dai fatti essere stato questo il linguaggio degli empii. (N.E.)

  • 7/29/2019 Storia Del Clero in Tempo Della Rivoluzione Francese - Volume Primo

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    nari, de 1 zelanti difensori della fede; e i Pastori delle anime viavevano sempre osservati de 1 soggetti pronti a secondarli nel ministero della predicazione, e in tu tte le loro funzioni. Gli empiimedesimi non negavano pu nt o, che non avessero i religiosi ap

    prestati allo Stato dei gran servigi, ossia col dissodamento e collacultura di desert i te rren i, ossia coi soccorsi somministrati allecampagne, e alle provincie, ove ben molti villaggi, molti borghi,e le stesse citt doveano allo stabilimento de* monasteri la loro origine, doveano i loro campi resi atti alla col tu ra ; ossia in fineper mezzo delle scienze, di cui aveano essi conservato il deposito. Egli ben troppo vero altres che molt i di questi ordini

    caduti erano nel rilassamento ; molti altr i tuttavia osservavano ancora le primiere loro costituzioni. Le religiose specialmente eranopresso che per ogni dove ferventi come gli angeli del cielo, eranoimmacolate come l'agnello celeste, al quale si erano consacrate.

    Avrebbe voluto la Chiesa riformare gli ordini, che avevanocontaminata la gloria de'loro padri, e mantener gli altri nelle vie

    della perfezione. Sapevano gli empii in qual pregio essa tengaquesti santi stabilimenti, riguardandoli come altrettanti antemurali , de ' quali convien prima trionfare pe r abbat tere gli ultimibaluardi. La loro distruzione formava una parte essenziale dellacospirazione. Si doveva questa tentare da principio, come aveanfatto tanti altri nemici della Chiesa, prima di portar pi oltrei loro errori contro la fede.

    Un avvocalo per nome Treillard si prese l'incarico di proporneil primo progetto. Agli undici di Febbraio 1790 richiese egli lasoppressione di tutti gli ordini religiosi, e l'abolizione de'votimonastici (1). Ben comprese il clero a che tendeva un simile progetto arditamente svelato in un regno cristianissimo. Compreseeziandio assai meglio ove ten