La rivoluzione francese newton

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

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Gli squilibri dell’Ancien Régime

• La società francese del Settecento si fondava sull’antica distinzione tra nobiltà, clero e terzo stato.

- Il Terzo stato raccoglieva indistintamente tutti f rancesi che non erano né nobi l i , né ecclesiastici. Su una popolazione di 24-25 milioni di persone, il Terzo Stato rappresentava il 98%. La popolazione era per lo più insediata nelle campagne (20 milioni).

- Cambiamento della società nel corso del Settecento legato all’accresciuta mobilità sociale, alla diffusione della cultura illuminista e alla crescente formazione dell’opinione pubblica.

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La debolezza della monarchia francese

• Dalla morte di Luigi XIV (1715) l’assolutismo in Francia si era indebolito senza riuscire a riformarsi.

- Persistenza di privilegi feudali: gli uomini non avevano tutti gli stessi diritti. Distinzioni sociali in merito al pagamento delle imposte: il clero non pagava le tasse, ma contribuiva con un donativo periodicamente contratto con la monarchia. I nobili erano esentati dalla maggior parte dell’imposizione diretta.

- Rapporto non chiarito tra sovranità e legge: il monarca assoluto pretendeva di basare il suo potere sul rispetto della legge ed essere allo stesso tempo al di sopra della legge stessa.

- Enorme deficit di bilancio dello Stato francese. Impossibilitati a ridurre le spese, gli ultimi governi dell’Ancien régime cercarono di aumentare le entrate.

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Il Deficit di Bilancio• Nel 1761 Luigi XVI affida le

finanze dello Stato al ministro Turgot, economista di fama e c o l l a b o r a t o r e d e l l ’ E n c i c l o p e d i a , c h e propone di:

- in t rodurre un ’ imposta fondiaria unica;

- ridurre le spese di corte.

• Il progetto viene ostacolato dalla nobiltà e dal clero e il re è costretto a licenziare Turgot.

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Gli Stati Generali• Per esigere nuove tasse il governo avrebbe dovuto concordarle con gli Stati generali.

Questi non erano stati più convocati dal 1614, sostituiti dai parlamenti che avevano il compito di registrare le leggi promosse dal governo.

• Per aumentare le entrate fiscali il ministro Loménie de Brienne decise di attuare nel maggio del 1788 una riforma radicale, sciogliendo i parlamenti e sostituendoli con una Corte plenaria di nomina regia incaricata di registrare le leggi.

• Il “colpo di Stato” di Brienne fece scoppiare disordini in diverse città della Francia, dalle quali si levò la richiesta di una nuova convocazione degli Stati generali.

• Al posto di Brienne fu chiamato un banchiere di origine ginevrina Jacques Necker che convocò gli Stati generali per il Maggio 1789.

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• Discussioni all’interno delle assemblee locali dei diversi stati: cahiers des doléances. Insieme all’elezione dei rappresentanti furono il momento più significativo della mobilitazione politica.

- Attraverso i cahiers il Terzo stato richiedeva l’eguaglianza giuridica, l’abolizione dei privilegi e della venalità degli uffici, l’adozione del criterio del merito come forma di promozione sociale.

• Maggio 1789 si riuniscono gli Stati generali a Versailles, a cui parteciparono più di mille deputati: 578 del Terzo Stato, 291 del Clero e 270 della Nobiltà.

• Gli Stati generali non rappresentavano tutta la popolazione francese: contadini e ceti popolari non avevano rappresentanti. Tra le fila del Terzo stato vi erano soprattutto avvocati di provincia e ricchi commercianti.

• All’interno dei singoli Stati vi erano delle notevoli differenze di orientamento.

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• Era previsto che si votasse per ordine, non per testa. Il re concesse il raddoppio dei membri del Terzo Stato, senza risolvere il problema del sistema di votazione.

• Il terzo Stato esigeva il monocameralismo per far contare la propria forza, il re decise invece di procedere a Camere separate.

- Emmanuel-Jospeh Sieyès “Qu’est-ce que le Tiers Etat?” pamphlet del 1789: «Che cos’è il Terzo Stato? Tutto. Che cosa ha rappresentato finora nell’ordinamento pubblico? Nulla. Che cosa chiede? Di diventare qualcosa».

- Per Sieyès la nazione si identificava con il ceto produttivo, quindi con il terzo stato.

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• Il 17 Giugno 1789 - Giuramento della Pallacorda: i deputati del Terzo Stato si proclamarono Assemblea nazionale e il 20 Giugno si riunirono nella sala della Pallacorda giurando di non separarsi fino a quando non avessero dato una Costituzione alla Francia.

• Pochi giorni dopo il basso clero e i nobili liberali si associarono al Terzo Stato.

• Gli Stati generali erano ormai falliti e i deputati riuniti nella sala della Pallacorda si trasformarono in Assemblea nazionale costituente (9 Luglio).

• Luigi XVI licenzia il governo Necker e ricorre all’esercito.

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La presa della Bastiglia• La situazione difficile della popolazione di Parigi per l’aumento del prezzo del pane fa

sorgere i primi cortei spontanei.

• I parigini cercano di procurarsi armi per difendersi dalle cariche della cavalleria che cerca di disperdere i cortei.

• Si diffonde la notizia che nella fortezza-prigione della Bastiglia, situata in uno dei quartieri più popolari di Parigi, vi fosse un deposito di munizioni: assalto alla fortezza il 14 Luglio 1789.

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• In molte città della Francia i rivoluzionari si impadronirono dei municipi e costituirono gruppi armati volontari che formarono la Guardia nazionale (a capo della quale fu posto il marchese La Fayette).

• I r ivoluzionari erano per lo più borghesi : professionisti, mercanti, artigiani, ma fra loro c’erano anche molti aristocratici liberali, soprattutto militari, uomini di Chiesa di larghe vedute e inoltre lavoratori delle classi inferiori.

La rivoluzione nelle città

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La rivoluzione nelle campagne

• Anche nelle campagne si diffuse la violenza. Durante le settimane della cosiddetta “Grande Paura” i contadini si armano, assaltano le proprietà feudali e massacrano nobili ed esponenti del clero.

• Folle di contadini assaltarono i castelli, reclamando la fine del regime feudale e la libertà per la piccola proprietà terriera.

• Sotto le richieste dei contadini l’Assemblea costituente decretò l’abolizione dei diritti feudali (4 Agosto 1789).

- I diritti feudali erano distinti in diritti reali, sulle cose, e i diritti personali.

- I diritti personali riguardavano le licenze di caccia e pesca e altre forme di sfruttamento del territorio.

- Il principale diritto reale era il censo: una tassa che il proprietario pagava al signore. Vi era poi una sorta di tassa sulla successione. Sulla proprietà gravava una sorta di licenza di concessione da parte del signore. Inoltre il signore decideva che cosa andava coltivato nelle campagne. Vi erano ancora i diritti di banno. Sussistevano inoltre le giurisdizioni signorili. Sulle terre pesava la decima dovuta alla Chiesa.

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Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

• Pochi mesi dopo essersi proclamato Assemblea nazionale, il Terzo stato compie il suo primo atto costituente, approvando la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino il 26 Agosto 1789.

• La Dichiarazione del 1789 è stesa sul modello del Virginia Bill of Rights redatto da Jefferson tredici anni prima. Nei 17 articoli che la compongono si notano anche le influenza della teoria di Montesquieu sulla separazione dei poteri, mentre la lezione di Rousseau è evidente negli articoli che definiscono la legge come espressione della Volontà generale e nell’insistente rimando ai diritti naturali degli individui.

• I diritti naturali dell’individuo secondo la Dichiarazione dell’89 sono: la libertà, la proprietà, la sicurezza, la resistenza all’oppressione (Art.2).

• La Francia affermava per la prima volta in Europa che tutti gli uomini, prescindendo dalla loro condizione sociale, erano uguali di fronte alla legge.

• E’ la fine dell’Antico regime.

• In Ottobre la reggia di Versailles venne circondata dalla Guardia nazionale parigina. Il re si trasferì a Parigi, nella reggia delle Tuileries.

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Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina

• La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, formulata da Olympe de Gouges (1748-1793) e pubblicata fra il 4 e il 14 settembre 1791 nella Parigi rivoluzionaria.

• Il progetto, presentato alla Convenzione, se a p p r o v a t o , a v r e b b e s i g n i fi c a t o i l riconoscimento per la donna degli stessi diritti naturali dell'uomo e quindi anche una sua presenza attiva nella sfera pubblica.

• Olympe de Gouges, vista respinta dalla Convenzione la sua Dichiarazione, apriva una dura polemica e ingaggia uno scontro diretto con Robespierre. Accusata di tradimento venne ghigliottinata il 3 novembre 1793.

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La Dichiarazione della donna e della cittadina (1791)!

Preambolo

Uomo, sei tu capace di essere giusto? Chi ti pone questa domanda è una donna: questo diritto, almeno, non glielo toglierai. Dimmi. Chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il mio sesso? la tua forza? le tue capacità? Osserva il creatore nella sua saggezza; percorri la natura in tutta la sua grandezza, alla quale sembri volerti avvicinare, e dammi, se ne hai il coraggio, un esempio di questo potere tirannico. Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia organizzata; e arrenditi all’evidenza, quando io te ne offro il modo. Cerca, scava e distingui, se puoi, i due sessi nell'amministrazione della natura. Ovunque, li troverai confusi, ovunque essi cooperano in armonioso insieme a questo capolavoro immortale! Soltanto l'uomo si è creato alla meno peggio un principio di questa eccezione. Bizzarro, cieco, gonfio di scienza e degenerato, in questo secolo di luce e di sagacità, nella più crassa ignoranza egli vuole comandare da despota su un sesso che ha ricevuto tutte le facoltà intellettuali; che vuole usufruire della rivoluzione e reclamare i propri diritti all'uguaglianza, per non dire di più.

Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della Nazione, chiedono di essere costituite in assemblea nazionale. Considerando che l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo dei diritti della donna sono le sole cause delle sventure pubbliche e della corruzione dei governi, esse hanno deciso di esprimere in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri della donna, affinché tale dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, ricordi loro continuamente i loro diritti ed i loro doveri, affinché gli atti del potere delle donne, e quelli del potere degli uomini, potendo essere in ogni momento paragonati con il fine di ogni istituzione politica, siano per ciò stesso più rispettati, affinché le rivendicazioni delle cittadine, fondate d'ora in avanti su principi semplici ed incontestabili, siano sempre volte al mantenimento della costituzione, dei buoni costumi, e al bene di tutti.

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La rivoluzione borghese: 1790-1791

• Il 1789 aveva creato in Francia entusiasmi e aspettative diffuse: crebbe in tutta la Francia la mobilitazione intorno agli ideali rivoluzionari. Il 14 Luglio 1790 si celebra a Parigi la Festa della federazione. La Fayette e il re giurano fedeltà alla nazione.

• L’unità di intenti tra i rivoluzionari era però solo apparente, le differenze emergevano già dalla divisione nei diversi club parigini e nel diverso orientamento della stampa.

- La Società dell’89 era di tendenze moderate.

- La Società dei diritti dell’uomo e del cittadino detta dei cordiglieri fondata nel Luglio del 1790 era di orientamento più radicale. Ad essa ade r i vano Georges -Jacques Danton (1759-1794), Camille Desmoulins (1760-1794), entrambi avvocati e il medico Jean-Paul Marat (1743-1793).

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• Il club più importante si rivelerà quello dei giacobini nato nel dicembre del 1789. Il club prevedeva una quota d’iscrizione elevata che ne escluse, fino al 1792, gli appar tenenti a categorie sociali con redditi modesti.

• Fra i membri di maggior spicco dei giacobini vi erano Maximil ien Robespierre ( 1 7 5 8 - 1 7 9 4 ) , a v v o c a t o originario di Arras, presidente del club dal marzo 1790 e Jacques-P ier re Br issot ( 1 7 5 4 - 1 7 9 3 ) , a n c h ’ e g l i avvocato e futuro leader dei girondini.

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• La rivoluzione politica del Terzo stato si veniva organizzando come un regime politico di borghesi e proprietari terrieri.

• Quando nel dicembre dell’89 si decisero i criteri in base ai quali attribuire i diritti politici i cittadini furono distinti in attivi e passivi in base al censo.

• In Francia era presente anche un partito controrivoluzionario il quale si appoggiava sui molti nobili fuggiti all’estero allo scoppio della rivoluzione e sull’aiuto delle grandi potenze europee.

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La Costituzione civile del clero• Nel novembre 1789 l’Assemblea costituente per risanare il bilancio:

- requisisce i beni ecclesiastici per venderli ai privati;

- emette gli assegnati, una sorta di buoni del tesoro garantiti dai beni confiscati.

• Una parte dei francesi comprava dunque i beni della Chiesa legando il proprio patrimonio ai successi della Rivoluzione.

• Nel Febbraio del 1790 furono aboliti gli ordini religiosi, salvo quelli dediti all’insegnamento e all’assistenza ospedaliera. Cessò anche la discriminazione dei protestanti a cui furono riconosciuti i diritti civili.

• Nel Novembre 1790, con la Costituzione civile del clero, gli ecclesiastici vennero trasformati in funzionari civili, nominati e pagati dallo Stato.

• A seguito della condanna del papa Pio VI, molti ecclesiastici (il “clero refrattario”) si rifiutarono di obbedire.

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La decentralizzazione• La Costituente promosse la decentralizzazione

amministrativa.

- La Francia venne divisa in dipartimenti (83), geograficamente omogenei (ogni capoluogo doveva essere raggiungibile in una giornata di cammino). Ogni dipartimento venne diviso in distretti, ogni distretto in cantoni, e ciascuno dei cantoni in municipalità.

- Ogni ente locale ebbe la sua assemblea elettiva.

- Parigi fu divisa in 48 sezioni o circoscrizioni.

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La monarchia costituzionale• L’Assemblea costituente ridefinisce i poteri dello Stato.

- Il potere esecutivo spettava al re, il quale nominava un governo responsabile solo di fronte a lui.

- Il potere legislativo sarebbe spettato a un’assemblea eletta con suffragio censitario (cittadini attivi: maschi, adulti e proprietari). Il suffragio era indiretto, i cittadini attivi (4 milioni) avrebbero nominato gli elettori, i quali dovevano scegliere i deputati dell’Assemblea. Il re avrebbe conservato un diritto di veto sospensivo sulle leggi emanate dall’assemblea, simile a quello del presidente degli Stati Uniti.

- Il potere giudiziario sarebbe spettato ad un’Alta corte di nomina parlamentare e che doveva avere il controllo sui ministri e sull’amministrazione. I giudici minori venivano eletti dalla cittadinanza attiva.

- L’unico potere a non essere elettivo era quello del re. Già nell’Ottobre del 1789 i costituenti avevano sostituito però il titolo del re (Re di Francia e di Navarra in Re dei francesi), per sottolineare che il potere regio traeva la sua origine dal popolo.

- La Costituzione a cui venne premessa la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino venne approvata il 3 settembre 1791.

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La fuga del re e il fallimento della rivoluzione borghese

• Ancor prima della proclamazione della nuova Costituzione, nel Giugno del 1791 il re tentò di fuggire da Parigi, insieme alla regina Maria Antonietta e ai figli, per raggiungere il territorio austriaco e ricongiungersi ai membri della famiglia reale e ai tanti aristocratici che nei mesi precedenti erano emigrati e stavano organizzando un esercito controrivoluzionario.

• La carrozza su cui viaggiava il re venne riconosciuta nel villaggio di Varennes. La famiglia reale venne arrestata e ricondotta a Parigi.

• La monarchia è ormai compromessa agli occhi del popolo e la divaricazione tra rivoluzione liberale e rivoluzione democratica sarebbe diventata insanabile.

• 17 Luglio 1791 una manifestazione organizzata dai Cordiglieri (membri dell’ala più estremista del movimento rivoluzionario) a Campo di Marte venne dispersa dalla Guardia nazionale, in cui si riconoscevano i rivoluzionari favorevoli al mantenimento della monarchia.

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L’Assemblea legislativa• Dopo il tentativo di fuga del re, la “nazione” era ormai priva del suo

tradizionale punto di riferimento unitario: ben presto tra i rivoluzionari si acuì il contrasto tra moderati e radicali.

• Il 30 Settembre 1791 si sciolse l’Assemblea nazionale costituente e il 1 Ottobre si riunì il nuovo Parlamento, l’Assemblea legislativa, costituita da 250 deputati moderati difensori della monarchia (foglianti, dal nome del club dove si riunivano), 350 costituzionali (che si riconoscevano nella Costituzione) e 136 giacobini.

• Nessuno di questi gruppi era in grado di esercitare un’egemonia, mentre la corte e gli aristocratici emigrati continuavano ad organizzare la controrivoluzione appoggiati dall’Austria e dalla Prussia.

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La guerra• Nell’aprile 1792 il re e il primo ministro Brissot dichiarano

guerra all’Austria e alla Prussia. La guerra era voluta per motivi opposti sia dai controrivoluzionari (fine della rivoluzione e ritorno all’antico regime) sia dai giacobini (diffusione della rivoluzione in tutta Europa).

• La guerra della Francia contro le altre potenze europee, salvo brevi parentesi sarebbe durata circa vent’anni.

• Con un esercito allo sbando la guerra andò subito male per la Francia. Il complotto: accordo fra il re, la grande maggioranza dei militari, una parte della Chiesa, i nobili emigrati e le potenze straniere per restaurare in Francia la monarchia assoluta.

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I Sanculotti e la rivoluzione popolare

• I sanculotti erano cittadini passivi, esclusi dal suffragio, non erano mendicanti, né lavoratori dipendenti, ma piccoli bottegai e modesti artigiani.

• Con il pericolo di una controrivoluzione e con gli eserciti stranieri che avanzavano verso Parigi i sanculotti incominciarono a frequentare le sezioni parigine, assemblee permanenti di quartiere.

• I sanculotti volevano la “santa uguaglianza”, una società austera ispirata a criteri morali contro il lusso delle classi più elevate. La libertà per loro non significava iniziativa privata, ma partecipazione alla vita pubblica.

• I Sanculotti chiedevano apertamente la sospensione del re. La mattina del 10 Agosto 1792 i sanculotti e i federati giunsero davanti al palazzo della Tuileries abbandonato dalla Guardia nazionale.

• L’Assemblea legislativa presso la quale si era rifugiato il re decretò la sospensione del sovrano e indisse nuove elezioni a suffragio universale.

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La Convenzione e l’abolizione della monarchia

• La nuova assemblea eletta a suffragio universale nel settembre del 1792 prese il nome di Convenzione nazionale.

• Il potere esecutivo fu esercitato però fino al 1795 da organismi straordinari. Uno di questi fu la Comune insurrezionale di Parigi, la quale organizzò la vigilanza rivoluzionaria e un esercito di volontari per fermare l’avanzata degli eserciti nemici.

• I massacri di settembre: sospettando un complotto controrivoluzionario, dal 2 al 6 Settembre 1792 i sanculotti assalirono le prigioni in cui erano detenuti nobili e esponenti del clero refrattario.

• Il 20 Settembre 1792 l’esercito dei volontari francesi sconfigge l’esercito prussiano nella Battaglia di Valmy.

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• Il giorno dopo Valmy la Convenzione dichiara l’abolizione della monarchia dando vita alla prima repubblica francese.

• Il periodo che va dal settembre del ’92 a giugno del ’93 fu contrassegnato dal contrasto all’interno della Convenzione tra girondini (200 circa) e montagnardi (circa 100, tra i quali Robespierre, Danton e Marat). Le due fazioni si divisero in primo luogo sulla sorte del re.

• Durante il processo al re (10 dicembre 1792 - 20 gennaio 1793) i girondini chiedevano un appello al popolo per confermare la sua condanna. I montagnardi riuscirono a far approvare dalla convenzione la condanna diretta del re (387 voti favorevoli contro 334): il 21 Gennaio 1793 fu eseguita la decapitazione del re.

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Il Terrore: primavera 1793 - estate 1794

• La Rivoluzione si considerava minacciata dagli eserciti stranieri e dai nemici interni, i quali avevano cercato di salvare il re e che cercavano di far fallire la rivoluzione facendo crescere i prezzi dei beni di prima necessità.

• Per combattere i cosiddetti nemici della rivoluzione la Convenzione crea un Tribunale rivoluzionario e stabilisce un maximum ossia un calmiere dei prezzi per cereali e farina. Il Tribunale rivoluzionario, il cui ideatore fu Danton, era competente per i reati contro la sovranità popolare e poteva infliggere una sola pena: la morte. I “sospetti” venivano segnalati dai comitati di vigilanza.

• Per rafforzare il governo della Convenzione furono istituiti il Comitato di salute pubblica, composto da 9 membri, e il Comitato di sicurezza generale.

• All’interno della Convenzione i girondini cercarono di contrastare queste misure. Il 2 Giugno 1793 i giacobini fecero circondare la Convenzione, arrestare 29 deputati girondini tra cui due ministri, poi condannati a morte.

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• La sconfitta dei girondini aprì la strada all’egemonia dei giacobini e sanculotti, e di Robespierre leader del Comitato di salute pubblica.

• Dal punto di vista politico i giacobini e Robespierre giustificavano il loro potere ponendosi come i “veri” interpreti del popolo e come espressione della Volontà generale.

• Sotto l’influenza di Robespierre il governo della Convenzione cercò di abolire tutte le autorità locali e affermare un pieno controllo del potere centrale. Questo suscitò la rivolta federalista, sotto la guida dei girondini e dei realisti. Gli insorti furono sconfitti nell’estate del 1793.

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La Vandea• La Bretagna e la Vandea (Nantes) erano delle regioni povere a nord-ovest

della Francia in cui gli ideali rivoluzionari non si erano completamente affermati.

• La Repubblica aveva la necessità di rinforzare l’esercito dopo che alla coalizione antifrancese di Austria e Prussia si unirono anche Inghilterra e Spagna, a seguito della condanna di Luigi XVI.

• La Convenzione decreta la leva di massa per costituire un esercito di 300.000 uomini.

• I contadini della Vandea non risposero alla chiamata ribellandosi al governo centrale. Alla rivolta dei contadini si affiancò un vero e proprio esercito cattolico e monarchico che affrontò più volte l’esercito della Convenzione dando vita ad una vera e propria guerra civile che si protrasse per molti anni con diverse fasi.

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La scristianizzazione• L’ostilità dei rivoluzionari nei confronti della religione cattolica andò

accentuandosi in particolare durante il periodo del terrore e sotto la spinta dei sanculotti di Hébert e dei cordiglieri.

• Furono distrutti i simboli religiosi come le statue dei santi e le campane, si diffuse il culto per i martiri rivoluzionari, vennero celebrate feste alla dea Ragione e fu introdotto il calendario repubblicano o rivoluzionario.

- il nuovo calendario (in vigore fino al 1805) aboliva il ciclo settimanale e le domeniche (si lavorava per nove giorni e ci si riposava il decimo). Il tempo veniva contato a partire dal 22 settembre 1792 e i mesi venivano denominati in base ai fenomeni atmosferici stagionali e alle scadenze agricole.

• La scristianizzazione non ebbe l’appoggio di Robespierre che vi si scorgeva i rischi dell’ateismo e del venir meno del controllo morale e sociale esercitato dalla religione. Robespierre sostenne il culto dell’Essere supremo, espressione delle concezioni deiste.

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L’esito della rivoluzione popolare

• Il governo dei comitati aveva permesso alla Francia di resistere all’onda controrivoluzionaria sia interna che esterna, al prezzo tuttavia del Terrore.

• Il Terrore può essere considerato come il compimento della fase popolare o democratica della Rivoluzione francese. L’ispirazione democratica di questa fase è interamente espressa dalla Costituzione del 1793. Essa poneva al primo posto dei diritti naturali dell’uomo non più la libertà (come nell’89) bensì l’uguaglianza. Se la Dichiarazione dell’89 aveva come scopo principale quello di sancire le libertà giuridico politiche degli individui nella società, quella del ’93, espressione del movimento dei giacobini e dei sanculotti, aveva come scopo quella di affermare l’uguaglianza sociale, sancendo il dovere oltre che il diritto del popolo (o di una parte di esso) alla ribellione nei confronti di un governo ingiusto.

• Questa Costituzione di fatto non entrò mai in vigore a causa del persistere dello stato di guerra.

- Il confronto tra le due Dichiarazioni consente di valutare alcune significative differenze tra il momento liberale e il momento democratico della Rivoluzione.

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Dichiarazione dell’89 Dichiarazione del '93Art. 1. Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non

possono essere fondate che sull’utilità comune.

Art. 1. Lo scopo della società è la felicità comune. – Il Governo è istituito per

garantire all’uomo il godimento dei suoi diritti naturali e imprescrittibili.

Art. 2. Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali e

imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la

resistenza all’oppressione.

Art. 2. Questi diritti sono l’uguaglianza, la libertà, la sicurezza e la proprietà.

Art. 3. Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun

corpo o individuo può esercitare un’autorità che non emani espressamente da essa.

Art. 3. Tutti gli uomini sono uguali per natura e davanti alla Legge.

Art. 4 La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri: così l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha come

limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della società il godimento degli stessi diritti. Questi limiti possono essere

determinati solo dalla Legge.

Art. 25. La sovranità risiede nel popolo; essa è una e indivisibile, imprescrittibile e

inalienabile

Art. 35. Quando il Governo viola i diritti del popolo, l’insurrezione è per il popolo e per ciascuna parte del popolo il più sacro dei

diritti e il più indispensabile dei doveri.

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La caduta di Robespierre e la fine del Terrore

• Dopo l’eliminazione dei cosiddetti indulgenti (Danton e Desmoulins) il governo del Comitato di salute pubblica inasprì ulteriormente la politica del Terrore.

• La vittoria riportata dalle armate francesi sul fronte belga a Fleurus (8 messidoro/26 giugno 1794) sembrò togliere l’ultima giustificazione alla politica del terrore.

• Gli estremisti e i moderati della Convenzione si unirono per congiurare contro un regime ormai ritenuto insopportabile.

• Il 9 Termidoro (27 Luglio) dopo l’ennesima minaccia lanciata da Robespierre la Convenzione si ribellò dichiarando fuori legge Robespierre, Saint-Just e Couthon e arrestati.

• Il tentativo di insurrezione della Comune in loro favore fallì e il giorno successivo Robespierre e i suoi più stretti collaboratori furono giustiziati.

• Con la caduta di Robespierre finì il Terrore: i “sospetti” vennero liberati di prigione, il Tribunale rivoluzionario venne sciolto e i suoi maggiori responsabili giustiziati.

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• La caduta di Robespierre non segnò la fine della Rivoluzione, ma l’inizio di una sua nuova fase, il cosiddetto periodo termidoriano.

• Vennero chiusi i club giacobini e furono reintegrati i girondini nella Convenzione.

• Fu abolito il maximum sui prezzi con un conseguente ritorno dell’inflazione.

• Contro il movimento popolare dei sanculotti e il loro rigorismo morale si scatenò la cosiddetta jeunesse dorée (gioventù dorata), monarchica e alto-borghese.

• Nella primavera del ’95 i sanculotti insorgono nuovamente per chiedere la reintroduzione del clamiere dei prezzi, ma l’esercito occupò militarmente i quartieri popolari di Parigi, ponendo fine alla sommossa.

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La Costituzione del ’95 e il Direttorio

• La Costituzione del ’95 o dell’anno III riprese in molti punti quella del ’91, soprattutto riguardo al carattere censitario del sistema elettorale. Tale Costituzione avrebbe dovuto garantire in primo luogo l’ordine e la proprietà. L’ispirazione di questa nuova costituzione fu fortemente anti-democratica e volta a scongiurare qualsiasi rischio di dittatura.

• Nella Costituzione era espresso chiaramente che “la Francia doveva essere governata dai migliori”, “dai più istruiti e interessati al mantenimento delle leggi”, ossia da “quanti possedevano una proprietà”. Accanto ai diritti naturali dell’uomo si faceva riferimento anche ai suoi doveri, in primo luogo il rispetto dell’autorità.

• La nuova Costituzione prevedeva un Parlamento diviso in due assemblee (Consiglio dei Cinquecento e Consiglio degli Anziani).

• Il potere esecutivo spettava ad un Direttorio di 5 membri, nominati dal Consiglio degli Anziani su proposta di quello dei Cinquecento.

• Il Direttorio nominava i ministri, ma non controllava le finanze, gestite da una Tesoreria di nomina parlamentare.

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Debolezza e autorità del Direttorio

• Il governo del Direttorio fu minacciato fin dall’inizio da tentativi di insurrezioni realiste.

- All’insurrezione scoppiata a Parigi il 13 vendemmiaio 1795 il governo rispose inviando le truppe, comandate fra gli altri da Napoleone Bonaparte.

• A conferma del debole radicamento delle istituzioni repubblicane e democratiche nel paese, le elezioni successive videro la vittoria dei moderati e filo-monarchici.

• Il governo del Direttorio doveva dar fronte alle crescenti posizioni filo-monarchiche all’interno del paese e alla sinistra giacobina egualitaria che ancora restava (Babeuf e la Congiura degli Eguali).

• Per la sua debolezza il Direttorio fu costretto ad appoggiarsi all’esercito per governare.

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Il ruolo dell’esercito e la continuità rivoluzionaria

• Dopo la fine della rivoluzione popolare, la messa al bando del giacobinismo, a difesa degli ideali rivoluzionari restava unicamente l’esercito di volontari della Repubblica, il quale era riuscito a respingere l’invasione nemica e a sedare la controrivoluzione in Vandea.

• Dopo la fine di Robespierre l’esercito non si riconosceva più nella maggioranza monarchica che si rafforzava in Parlamento e nel Paese.

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La rivoluzione e l’Europa• Gli avvenimenti francesi furono costantemente seguiti

dall’opinione pubblica e dai governi in tutta Europa.

• Gli Stati europei temevano che l’esempio francese dilagasse seguendo quella struttura di comunicazione (stampa, logge massoniche ecc.) che aveva dato luogo alla circolazione delle idee illuministe prima e ai principi rivoluzionari poi. La guerra con la Francia ebbe dunque per alcuni stati europei che la intrapresero in primo luogo un carattere ideologico.

• In secondo luogo quegli stessi stati europei volevano approfittare della debolezza politica della Francia, sconvolta dalla rivoluzione, per trarne vantaggi territoriali, secondo la tradizione delle guerre di successione settecentesche.

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La coalizione antifrancese• In particolare l’Inghilterra aveva interesse a liberarsi definitivamente della

concorrenza francese nell’egemonia mondiale, portando a termine lo scontro iniziato già al tempo di Luigi XIV nella guerra di successione spagnola, poi nella guerra di successione austriaca e alla fine nella guerra dei Sette anni. L’Inghilterra fu il paese più attivo nella guerra contro la Francia e dal 1793 fino alla fine del periodo napoleonico le coalizioni anti-francesi si formarono per sua iniziativa.

• Austria e Prussia che avevano iniziato la guerra contro la Francia rivoluzionaria, non sembravano decise a portare fino in fondo lo scontro armato. Dopo le vittorie riportate dall’esercito francese a Valmy (1792) e Fleurus (1794) firmarono una pace separata, dirigendo i loro interessi di espansione territoriale sulla Polonia.

• Nel 1795 la Polonia fu definitivamente occupata da russi, prussiani e austriaci e cancellata dalla cartina politica dell’Europa.

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La grande nazione francese e i suoi confini naturali

• L’intento originario dei rivoluzionari francesi era quello di esportare la rivoluzione nei paesi vicini liberando anch’essi dall’antico regime. Ma la Francia abbandonò ben presto la guerra di liberazione e passò a quella di conquista.

• Nell’autunno del 1792 i francesi occuparono il Belgio (dominio austriaco). L’intento iniziale degli occupanti di costituire una repubblica sul modello di quella francese fu accantonato e si procedette ad una integrazione dei territori liberati all’interno dello stato francese, con un conseguente incremento del gettito fiscale nelle casse francesi.

• Poco prima del Belgio erano state annessi la Savoia e la contea di Nizza. Dopo il Belgio fu la volta dei territori sulla riva sinistra del Reno.

• In tal modo la Francia raggiungeva quelli che essa definiva i suoi confini naturali (le Alpi e il Reno).

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Le repubbliche sorelle• Al di là dei suoi confini naturali, le truppe francesi non

occuparono in pianta stabile i territori, ma favorirono la nascita di repubbliche satelliti.

• Nell’inverno 1794-1795 le truppe francesi occuparono l’Olanda, favorendo la nascita della Repubblica batava.

• In Svizzera, Basilea e Ginevra furono annesse alla repubblica francese, mentre il resto del territorio si organizzò in uno stato satellite della Francia, la Repubblica elvetica.

• Il nuovo sistema repubblicano imposto dalla Francia contribuì alla modernizzazione di questi paesi.

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La campagna d’Italia• Tra le repubbliche sorelle della Francia, quelle più importanti furono certamente quelle sorte in

Italia.

• Nel febbraio del 1796 venne assegnato al giovane generale còrso Napoleone Bonaparte il comando dell’esercito d’Italia.

• Dopo aver attaccato la Repubblica di Genova, il territorio piemontese e aver ottenuto l’annessione della Savoia e della contea di Nizza, Napoleone conquista Milano, ricacciando all’indietro l’esercito austriaco.

• Nel 1796 l’esercito di Napoleone saccheggia Emilia e Toscana.

• L’esercito austriaco asserragliato a Mantova venne definitivamente sconfitto dalle truppe di Napoleone nella Battaglia di Rivoli veronese (1797).

• All’Austria fu imposto l’armistizio. Un altro contingente dell’esercito francese stanziato in Germania non aveva ottenuto gli stessi successi di Napoleone, per questo tra i due paesi fu firmato un trattato che stabiliva la spartizione dei territori.

• Con il Trattato di Campoformio (1797) il Dominio di Terraferma di Venezia venne spartito tra una sfera d’influenza austriaca e una francese, ponendo fine alla storia della Serenissima.

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• La prima repubblica sorella sorta in Italia fu la Repubblica cispadana (1796) in Emilia. Il 7 Gennaio 1797 come bandiera della nuova repubblica venne decretato per la prima volta il tricolore. In Lombardia nacque la Repubblica transpadana la quale nell’estate del 1797 si unì alla prima formando la Repubblica cisalpina.

• L’antica Repubblica di Genova venne trasformata nella Repubblica ligure.

• Gli entusiasmi liberali dei giacobini italiani furono delusi dalla politica d’occupazione francese. In Italia prima che in Francia nasce il concetto di bonapartismo: soppressione dei movimenti patriottici, affermazione di un potere autoritario al fine di una modernizzazione dello stato in senso repubblicano.

• Febbraio del 1798 a Roma l’insurrezione giacobina appoggiata dall’esercito francese vide la cacciata del papa Pio VI e la nascita della Repubblica romana. Anch’essa però fu costretta come le altre a versare tributi alla Francia.

• Il tentativo del re di Napoli Ferdinando IV di attaccare la Repubblica romana finì con l’invasione di Napoli da parte delle truppe francesi e la fuga del re a Palermo. Il popolo napoletano cercò di resistere all’invasione francese senza successo. Nel gennaio del 1799 nacque la Repubblica partenopea.

• L’esperienza della Repubblica partenopea durò pochi mesi. Nel giugno del 1799 l’esercito sanfedista (guidato dal cardinale Fabrizio Ruffo) riconquistò Napoli abbandonata dalle truppe francesi richiamate al Nord. Qualche mese dopo cadde anche la Repubblica romana.

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La campagna d’Egitto• Sconfitta l’Austria, il Direttorio affidò a Napoleone l’incarico di attaccare anche l’Inghilterra.

Invece di invadere direttamente il suolo inglese, ipotesi difficilmente realizzabile, Napoleone scelse di attaccare l’Inghilterra nelle colonie e nelle sue aree di influenza.

• Napoleone scelse di attaccare l’Egitto, territorio non soggetto alla sovranità inglese, ma strategico per il dominio nei commerci con l’India e l’Oriente.

• Salpato da Tolone nella primavera del ’98 Napoleone dovette affrontare la feudalità turca dei mamelucchi.

• La spedizione napoleonica fu organizzata nei minimi dettagli, fu allestita persino una squadra di orientalisti incaricati di studiare le antichità egizie. Ritrovamento della stele di Rosetta e nascita dell’egittologia.

• Come in altre occasioni i francesi si presentarono come liberatori, ma di fatto imposero con la forza un processo di razionalizzazione estraneo alle popolazioni occupate. A differenza dei territori europei “liberati”, in cui le idee giacobine avevano preso piede all’interno dell’élite culturale, in Egitto mancava totalmente una classe in grado di recepire i principi e i valori rivoluzionari.

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• L’ammiraglio inglese Nelson che non era riuscito ad intercettare la flotta francese nella sua traversata del Mediterraneo la sorprese nella rada di Abukir, distruggendola.

• Il corpo di spedizione francese ormai isolato, dapprima si spinse ad invadere la Siria ma poi per la morsa congiunta di inglesi e turchi fu costretto a ripiegare in Egitto, da dove riuscì a eludere per la seconda volta la flotta inglese e ritornare in Francia.

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Il 18 Brumaio di Napoleone Bonaparte

• Una seconda coalizione antifrancese composta da Inghilterra, Austria e Russia nel 1799 in breve tempo fece perdere all’esercito francese gran parte dei territori conquistati nei cinque anni precedenti e tornò a minacciare seriamente il territorio francese.

• Come nel ’92 furono prese misure di governo eccezionali: rigido controllo dell’economia e repressione nei confronti della controrivoluzione.

• I membri del Direttorio Paul Barras e Emmanuel-Joseph Sieyès cercarono di servirsi della figura forte e popolare di Napoleone per eliminare il governo del Direttorio e dare una svolta autoritaria al paese.

• Napoleone si appoggiò ad altri due personaggi che rappresentavano le prime due fasi della rivoluzione: l’ex nobile Charles Maurice de Talleyrand e l’ex terrorista Joseph Fouché. Con loro Napoleone organizzò il colpo di stato del 18 Brumaio dell’anno VIII della Repubblica (9 Novembre 1799).

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• A seguito del colpo di stato, il Direttorio fu esautorato, i Consigli sciolti. La Francia era retta da un Consolato di tre membri (il primo era Napoleone).

• Già nell’anno successivo la Francia aveva una nuova costituzione, la Costituzione dell’anno VIII, dalla quale fu espunta la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.

• Le elezioni erano basate su una catena di nomine, le quali di fatto abolivano la rappresentanza diretta. Il Corpo legislativo non aveva il compito di elaborare delle leggi, ma solo di approvare quelle presentate dal Primo Console.