Storia Antica -...

16
STORIA ANTICA DAI SUMERI AI GRECI, LE CIVILTÀ DELLA STORIA ANTICA © GSCATULLO HP (

Transcript of Storia Antica -...

Page 1: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

STORIA ANTICA DAI SUMERI AI GRECI, LE CIVILTÀ DELLA STORIA ANTICA

© GSCATULLO HP

(

Page 2: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Civiltà Antiche

I Sumeri

Introduzione Geografica

Mesopotamia è un termine greco traducibile in “terra tra i due fiumi”, esso indica la terra, facente

parte della mezzaluna fertile (zona dove si diffonde l’agricoltura), bagnata dal Tigri e dall’Eufrate.

Attorno al 10 000 A.C. le pianure attorno ad essi si iniziarono a seccare e le popolazioni nomadi

che le abitavano emigrarono verso l’acqua. Queste terre erano chiamate dai sumeri Kiengir (“terra

dei canneti”). I sumeri provenivano probabilmente dall’altopiano iranico e non erano s’origine

semita.

Organizzazione sociale e città stato

I sumeri (termine d’origine semitica, forse accadica “Shumer” potrebbe essere un evoluzione

dialettale di “sag-giga” dal sumero “popolo delle teste nere”) non erano organizzati in uno stato

unitario ben si in tante città stato indipendenti. In un primo periodo il ruolo di governante delle

città era rivestito dal sacerdote che legittimava il suo potere dal privilegiato rapporto con le

divinità. Esso abitava nel tempio-palazzo, svolgendo mansioni da funzionario: non esisteva la

proprietà privata e le terre, proprietà del re, erano distribuite ai contadini che mettevano i raccolti

in comune che venivano ridistribuiti. In un secondo periodo il potere religioso si scisse da quello

del regnante portando a quest’ultimo maggior potere politico. Nel 2460 A.C. il re Lucazaggesi

intraprese una campagna d’unificazione delle città stato.

La scrittura cuneiforme

Quella sumera è una delle prime civiltà ad adottare la scrittura: in un primo momento questa è

pittografica e somigliante ai geroglifici, tuttavia la scrittura si evolse diventando sillabica fino alla

trasformazione dell’alfabeto in uno fonetico. Il motivo che portò all’invenzione della scrittura è

sicuramente di carattere logistico-organizzativo: la catalogazione dei prodotti contenuti nei

magazzini e le dimensioni dei fiumi per calcolarne (eccellendo in campo matematico e idraulico) le

inondazioni e i modi per canalizzarli. Fu grazie a Pietro Della Valle che, nel 1616, si venne a

conoscenza dell’esistenza della scrittura cuneiforme. La sua decifrazione si ottenne grazie ad una

tavoletta trilingue riguardante Dario il Grande di Persia.

Religione

I sumeri basavano la propria religione su divinità collegate strettamente alla natura. Il pantheon

sumero è composto principalmente da Anu (divinità del cielo), Enlil (divinità del vento, a volte

benefico e a volte malvagio) e la dea madre Ea (o Enki che governava le acque). La triade è spesso

affiancata da altre divinità come il dio sole, la dea della fertilità (legata a Venere) e altri.

La civiltà sumera aveva una visione piuttosto pessimistica della morte e dell’aldilà: per essi la vita

nell’oltretomba era piena di sofferenza e regnava la mancanza della vita e quindi la tristezza

assoluta (come raccontato nella tavoletta XII da Enkidu nell’Epopea di Gilgamesh).

Page 3: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Contributi alla storia

Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge che i sumeri conoscevano ed utilizzavano

la ruota piena (per la pesantezza che ne deriva i carri erano trainati da asini).

Epopea di Gilgamesh probabilmente il primo poema epico della storia ed il più antico che

conosciamo, è ambientato nel secondo millennio A.C. e narra la storia di Gilgamesh re di Uruk e

delle imprese che compie assieme al selvaggio Enkidu e alla ricerca dell’immortalità. Il poema

indaga sulla fragilità dell’uomo e della sua impossibilità di superare la morte.

Ziqqurat Le ziqqurat sono costruzioni in mattoni d’argilla con la forma di una piramide a gradoni,

aveva funzione di tempio (nella parte alta) e di magazzino (all’interno). Sarà poi adottata da altre

civiltà mesopotamiche.

Crollo e rinascita della civiltà

Verso il 2450 A.C. il popolo Sumero subì l’attacco della nomade popolazione degli Accadi, iniziò un

periodo di sottomissione all’impero semita fino a che quest’ultimo non fu invaso dai Gutei

(anch’essa popolazione nomade originaria dell’altopiano iranico): quest’invasione (datata 2250

A.C. circa) permise una ripresa economica della civiltà sumera che ebbe un secondo periodo di

splendore. Uno dei re che regnò durante questo periodo fu Gutea, esso ordinò la costruzione di un

nuovo tempio descritto come una meraviglia.

Scomparsa definitiva

Attorno al 2000 A.C. una tribù beduina, gli Amorrei (da “Amurru” “occidente”), attaccò le città

sumere decretandone la fine: tuttavia l’incontro tra gli Amorrei e i Sumeri decreta la nascita della

civiltà Babilonese.

I Babilonesi

Due popolazioni in una

Dopo che gli Amorrei posero fine alla civiltà Sumera, vennero fondate nuove città che

conservavano (almeno in parte) la cultura dell’antica civiltà. Una di queste era la città di Babilonia

(letteralmente “porta di Dio” e Babel in lingua originale). Attorno all’anno 2000 A.C. questa città

era ormai diventata il principale punto socio-economico della Mesopotamia. Con l’accrescere della

popolazione la città diventò indipendente e nacque un vero e proprio Impero Babilonese.

Sotto Hammurabi

L’Impero Babilonese troverà il periodo di splendore massimo attorno al 1770 A.C. sotto il governo

del re Hammurabi: conquistò la città di Mari ed emanò il Grande Codice di Leggi (noto appunto

con il nome di “codice d’Hammurabi”). Il codice fu il primo strumento di leggi che permetteva il

rilascio di sentenze giudiziarie omogenee a tutto l’impero. Le copie del codice erano esposte in

ogni tempio, una delle più famose è oggi locata presso il Louvre di Parigi.

Organizzazione sociale

I babilonesi (si evince dal codice) erano organizzati in tre distinte classi sociali:

• Awilum (gli uomini liberi)

Page 4: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

• Mus-Kenum (i servi, comunque liberi)

• Wardum (schiavi con la possibilità di riscattarsi)

Nuovi popoli invadono l’impero

Dopo un periodo di declino dell’Impero Babilonese (causato dalla scomparsa datata 1750 A.C. del

Re Hammurabi) il territorio mesopotamico fu occupato da civiltà provenienti dall’oriente: gli

Hurriti e i Cassiti. Queste civiltà caratterizzate da un comportamento spesso bellicoso,

conoscevano il cavallo e sapevano lavorare lo stagno.

Gli Assiri

Popolo semita che si stabilì in Mesopotamia nel II millennio a.C. La capitale dello stato era Assur (già nome

dell’omonima divinità assira, diede nome alla civiltà stessa).

Un popolo guerriero

Prima del 1300 a.C., data dell’indipendenza, il popolo assiro era una popolazione sottomessa ad altri regni,

ai quali pagava un tributo. Con l’indipendenza lo stato Assiro si vide invadere più volte da quelli circostanti:

sviluppò così un carattere fortemente militare. Fu con l’invasione dei popoli del Mare a danno dei grandi

imperi dell’epoca, che permise a re Tiglapileser I (1100 a.C.) di iniziare una serie di invasioni, conquistando

l’Anatolia e sottomettendo Babilonia (che manteneva una certa autonomia).

Organizzazione dell’Impero

L’impero Assiro era basato sulla conquista militare. Questo portò a deportare grandi masse di popolazioni

sottomesse per coltivare i campi. Tutta l’organizzazione è incentrata al re: l’esercito in particolare ne

prestava totale fedeltà. I loro domini erano controllati grazie al terrore: le stesse cronache Assire narrano di

torture violente e barbare inflitte ai popoli sottomessi (Politica della Forza). Questo non solo impediva

ribellioni ma metteva in guardia gli imperi contro eventuali attacchi.

Organizzazione dell’esercito

L’esercito Assiro, totalmente fedele al re (condottiero dell’esercito stesso), era così formato

- Cavalleria (maggior truppa dell’esercito era direttamente sul cavallo).

- Carri da combattimento

- Fanteria (assai numerosa, era attrezzata con macchine per l’assedio).

La rapida ascesa

Tra l’800 e il 650 A.C. l’impero Assiro è al culmine del suo splendore: ebbe infatti sovrani come Sargon II

(che sottomise il regno d’Israele), Sennacherib (che conquistò Babilonia in modo definitivo e invase l’Egitto)

e ad Assurbanipal (in greco Sardanapalo) che terminò l’unificazione imperiale della Mesopotamia, fu

mecenate delle arti facendo costruire un immensa biblioteca nel suo palazzo e abbellì la neo-capitale

Ninive.

Il declino dell’impero

Alla morte di Assurbanipal, Babilonia recupera la sua indipendenza. Si forma quindi una coalizione di stati

(tra cui i Medi) che dichiararono guerra all’impero Assiro. Quando al trono babilonese arriva Nabopolassar

(un Caldeo), Ninive, capitale Assira, fu espugnata e saccheggiata nel 612 A.C. Nabopolassar riunificò la

Page 5: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Mesopotamia sotto l’Impero Neobabilonese strappando l’Egemonia agli Assiri. Fu così che la Civiltà Assira

uscì dalla storia per Sempre.

Gli Accadi

Un popolo nomade.

Gli Accadi erano una popolazione nomade d’origine semitica presente nella parte alta della Mesopotamia

chiamata Accad. Convivevano in rapporti di commercio e ostilità con la civiltà sumera fino alla seconda

metà del terzo millennio, quando, a causa di conflitti interni allo stato sumero (Lucazaggesi, sovrano del

2460 A.C. aveva da poco unificato le città), la civiltà di Kenger si indebolì tanto da essere attaccata e

conquistata dagli Accadi.

L’impero di Sargon.

La conquista della civiltà sumera (e della sua cultura) avvenne probabilmente attorno al 2560 A.C. sotto

Sargon. Quest’ultimo era il coppiere del re di Kish che s’impadronì del potere e intraprese alcune campagne

militari s’unificazione. Per legittimare il suo potere fu diffusa una leggenda secondo la quale fu trovato in

una cesta di giunchi dalla dea dell’amore Ishtar e da lei allevato. La sua politica era basata sulla

concentrazione a se del potere e di un esercito di 5600 guardie a suo servizio. A lui si deve la fondazione

della città di Accad, capitale del regno.

L’indebolimento dell’impero.

I sovrani dopo Sargon continuarono l’espansione imperiale (Naram-Sin, ad esempio, conquistò Ebla nel

2300 A.C.), tuttavia l’impero aveva perduto il controllo di tutti i territori e i principi della regione potevano

contrastare assai facilmente l’esercito accadico decretando la ben vicina fine dell’impero.

Cultura e Religione.

Gli accadi adoravano Ishtar come madre adottiva del fondatore Sargon. La loro cultura aveva assorbito

molto dell’influenza sumerica: ne manteneva infatti la scrittura.

Società

La società accadica era incentrata sull’imperatore e il tempio aveva perduto il suo valore originario di

centro città. Le varie città dell’impero assunsero dopo la conquista un indipendenza de facto essendo

costretti al solo pagamento di un tributo all’impero per mantenere pieno potere.

L’attacco dei Gudei

La civiltà accadica crollò attorno al 2250 A.C. sotto l’attacco dei Gutei: popolo nomade proveniente

dall’altopiano iranico. Questo attacco permetterà un secondo periodo di fioritura della civiltà sumera. Fino

alla definitiva scomparsa sotto il dominio degli Amorrei.

I Persiani

L’indipendenza della Persia.

La Perside, regione orientale sopra il Golfo Persico, era dipendente al regno dei Medi. Fu nel 550 a.C. che il

principe persiano Ciro II (Nipote si Ciro I e figlio di Cambise I, entrambi re di Persia, faceva parte della

dinastia degli Arcmenidi) si ribellò al suo sovrano Astiage (allora re dei Medi) e lo spodestò.

Un impero sotto Ciro il Grande.

Il neo re, Ciro II (detto “Ciro il Grande”), non tardò ad avviare campagne militari per unificare la

Mesopotamia sotto il suo impero Medo-Persiano. Il primo regno a cadere sotto il dominio persiano fu la

Page 6: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Lidia, nel 546 a.C. con re Creso. La campagna proseguì dall’Anatolia a Babilonia, dove caddero la Licia e, nel

538 a.C., l’impero Neobabilonese. Il re aveva intenzione di spingersi oltre il Mar Rosso, ma morì durante un

invasione dei Massageti (nonostante fonti greche parlassero erroneamente di Sciti, seppur simili nei vestiti

e in guerra, come affermato da Erodoto, avevano una cultura differente: con donne comuni, olocausti alla

divinità e la necrofagia dei defunti), popolo al quale aveva imprigionato il principe, che si suicidò per onore.

Erodoto narra una fine violenta di Ciro, avvenuta nel 529 a.C., dove la sua testa venne immersa in una botte

di sangue per “placare la sua sete di sangue”. Il suo corpo fu deposto in una tomba rialzata su una

gradinata, a ricordare le Ziqqurat (seppur l’altezza totale, 5m, sia nettamente inferiore a quella dei

monumenti mesopotamici).

Il breve regno di Cambise e la contesa successione.

Sale al trono persiano il figlio di Ciro il Grande, Cambise II. Tra le imprese principali del suo regno, la

conquista d’Egitto (allora sotto Psammetico III) nel 525 a.C.: di quest’ultimo si fece investire Faraone,

delegò tuttavia il compito ad Aryandes, un satrapo, con l’intento di avviare tre campagne militari

d’espansione. Di queste, due fallirono miseramente e un'altra non ebbe inizio (a causa di questi

avvenimenti, Erodoto afferma una pazzia di Cambise che uccise il bue Api, sacro agli egizi. Tuttavia

quest’ipotesi non è confermata dagli storici che affermano una certa parzialità anti-persiana, forse a causa

delle sue origini, d’Erodoto). Il re Cambise morì in un complotto, nel durante il viaggio di ritorno in patria

dall’Egitto. Alla morte del re, senza eredi, iniziò un periodo di instabilità Persiana. Seheruibra Patibastet,

spodestò il satrapo d’Egitto e si autonominò re con il nome di Petubasis III. In Persia intanto, i magi

fomentavano una rivolta delle folle per acquisire potere. Il trono persiano era ora sotto Gaumata (Mago e

sacerdote che governava da tempo fingendosi il Fratello di Cambise: Bardia, regnando come Smerdi di

Persia), esso regnò indisturbato per 7 mesi prima d’essere ucciso da Dario I.

Dario I e il massimo splendore dell’Impero Persiano.

Dario, già parente di Cambise (figlio di Istaspe e sposo di Atossa: sorella del re Cambise. Appartenente

anche ad un ramo cadetto della dinastia) faceva parte degli immortali persiani. Grazie ad essi organizzò un

attentato per uccidere Gaumata. Vi riuscì nel 522 a.C. Salito al potere emanò una riforma religiosa che

avrebbe limitato il potere dei Magi, la riforma appoggiava lo Zoroastrismo come religione di Stato. Rinforzò

il potere imperiale che, a causa della successione e al periodo di instabilità che ne conseguì, era minato da

richieste d’indipendenza dei popoli sottomessi. Organizzò poi una spedizione per rinforzare i confini

imperiali, tuttavia, a causa di errori geografici, la spedizione diventò un fallimentare vagare per le pianure

Ucraine alla ricerca del mar Nero. Rivolse particolare attenzione anche all’Egitto: fece giustiziare Aryandes

(per paura d’una sua scalata al potere), recuperò ogni documento d’Egitto e della sua storia e si fece

nominare sovrano al posto di Petubasis III. A causa dell’occupazione della costa ellenica asiatica e

dell’appoggio dato da Atene alle Polis di questa, scoppiarono le guerre Persiane. A causa d’una rivolta in

Egitto, Dario non poté pianificare al meglio le guerre e perse a Maradona nel 490 a.C. Morì l’anno dopo,

lasciando il maestoso impero Persiano al figlio Serse I.

L’organizzazione dell’impero.

Lo stato Persiano era diviso in Satrapie (quasi delle “provincie persiane”), ognuna governata da un

funzionario del re detto Satrapo. Questa divisione permetteva l’autonomia politica e culturale delle

provincie. I Satrapi erano controllati da alcuni ispettori detti “gli occhi e le orecchie del re” che

monitoravano in segreto la situazione dell’impero. Le satrapie erano costrette a pagare grandi contributi

allo stato. Non si può omettere che il bilancio statale era impiegato in gran parte dalla corte e dal sovrano.

Il re era chiamato “Re dei Re” o “Gran Re” e alla sua presenza bisognava prostrarsi a terra, pena la morte.

Page 7: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Le capitali dello stato erano tre: Susa (la città di Ciro II, era il centro amministrativo), Ectebana (residenza

reale) e Persepoli (“città dei Persiani” era la capitale originaria dell’Impero, vi sorgeva il palazzo principale).

Gli immortali

Le guardie personali dell’imperatore erano chiamati “immortali”. Questa denominazione deriva dal fatto

che alla morte di un soldato, esso veniva immediatamente sostituito, lasciando inalterato il numero di

guardie: ben mille.

L’economia

L’economia persiana si basava molto sugli scambi interni: la grande espansione dell’impero permetteva

infatti di avere una grande varietà di prodotti. Con Dario I fu adottata una moneta unica: il darico, moneta

utilizzata anche negli scambi internazionali.

Caduta dell’impero

Nel 334 a.C. Alessandro il Macedone invade l’Asia Minore, conquistando gran parte della Persia. Lo stesso

anno avanza al centro dell’impero. Un satrapo, Besso uccide Dario III desideroso d’ingraziarsi Alessandro,

nel giugno del 330 a.C. (nonostante sarà poi cercato da Alessandro stesso, desideroso di vendicare Dario),

ponendo fine alla dinastia Arcmenide e all’antico impero Persiano.

Gli Ebrei

Storia

L’origine degli ebrei è da ricercare attorno al XX e al XIII secolo a.C., nella stirpe semitica. Originariamente

queste popolazioni si stabilirono nella terra di Canaan organizzate in Città-Stato indipendenti e in Clan.

Durante la dominazione Egizia, datata XVI – XIII secolo si era instaurata una fitta rete commerciale, da

ricordare è la via dell’incenso che si snodava da Petra, prospera città situata nell’attuale Giordania, sino alla

Palestina e all’Egitto. Si hanno documenti anche di un commercio dello Stagno e del Rame, rispettivamente

dall’Iran e da Cipro. Ed è in questo periodo che, secondo il testo biblico, popolazioni nomadi dedite alla

pastorizia migrarono dalla Mesopotamia alla Palestina sotto la guida d’Abramo. Lui e i suoi discendenti

diretti: Isacco e Giacobbe (detto Israele, “colui che combatte con Dio”, da cui prenderà nome il suo popolo)

e, secondo alcuni, suo figlio Giuseppe sono detti i “Patriarchi Ebrei”. Gli altri figli di Giacobbe sono secondo

gli ebrei i capi delle dodici tribù (ne esiste anche una tredicesima, quella di Levi, composta principalmente

da sacerdoti).

Al tempo di Giuseppe gli ebrei, a causa di una grave carestia, migrarono in Egitto assieme agli Hyksos. Se in

un primo periodo furono ben accolti dagli egiziani, durante il Nuovo Regno furono costretti a lavorare per il

faraone. Sembrerebbe che nel 1250 a.C. furono liberati dalla schiavitù. Il faraone non meglio identificato

nella Bibbia è nella la maggior parte della filmografia sull’evento lo identifica come Ramses II (figlio di Seti

I), Erodoto parla invece di Ahmose come anche Giuseppe Flavio; Tacito discorda anche sull’identificazione

Ebrei = Hyksos ed identifica il faraone come Wahkara. La storia, narrata nell’Esodo, racconta di un bambino

salvato dalle acque, Mosè, fu accolto nella corte egizia ed educato come un principe per poi incontrare Dio

nel deserto e chiedere la liberazione degli Ebrei. Questa avviene tramite l’uscita dal Mar Rosso, questo

nome è usato per indicare un mare non meglio identificato. Dopo quest’uscita vengono, sempre secondo il

libro dell’Esodo, consegnate a Mosè le tavole della legge e dopo quarant’anni nel deserto (per espiare il

peccato del Vitello D’Oro) il popolo d’Israele entrò nella terra promessa.

La terra che accolse il popolo ebraico attorno al XIII secolo a.C. era abitata da diverse popolazioni

autoctone. Lo stesso termine “ebreo” deriva da “Habiru” che significa “brigante”, questo perché il popolo

Page 8: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

ebreo, nomade, era visto come un “invasore dei pascoli”. La popolazione più ostile agli ebrei è però quella

Filistea (che died

che videro modificare profondamente l’organizzazione sociale. Quelli che erano i Clan, divennero Tribù

governate da Giudici (Età dei Giudici) e poi un unico regno. Ed è in quest’ultimo che gli Ebrei ebbero

massimo splendore: con Salomone infatti venne costruito il Tempio di Gerusalemme e furono firmati molti

trattati commerciali.

Dopo la morte di Salomone il regno fu diviso in due: Regno d’Israele (con capitale Samaria ebbe vita breve e

fu conquistato da Sargon II) e Regno di Giuda (con capitale Gerusalemme). Quest’ultimo fu occupato nel

586 a.C. da Nabucodonosor e gli ebrei deportati in Babilonia. Nel 536 a.C., quando il regno babilonese fu

conquistato da Ciro il Grande, gli ebrei furono liberati con il Cilindro di Ciro e gli fu riconosciuta la possibilità

di ricostruire il tempio. Dopo la conquista romana e la distruzione del 70 d.C. ad opera di Tito, si ha quella

che è detta la Diaspora.

Organizzazione Sociale

Originariamente gli ebrei erano organizzati in Clan e con una struttura patriarcale dove l’uomo più anziano

della famiglia era il Capo e conferiva al figlio il “potere” tramite una benedizione.

Successivamente l’organizzazione cambiò in favore dei giudici, amministratori della politica e

dell’economia, che governavano le tribù, nonostante le funzioni religiose fossero svolte dai sacerdoti, che

mantenevano grande potere.

Sotto Saul (nel XI secolo a.C.) le tribù si unificarono per fronteggiare i Filistei. Una vera e propria monarchia

si avrà solo sotto David (1004 – 965 a.C.) che legittimerà il suo potere attraverso l’unzione d’un profeta.

Religione

In origine il culto ebraico era enoteista, riconosceva infatti l’esistenza di altri dei nonostante YHWH fosse

l’unico dio venerato. Successivamente il culto diventò esclusivamente monoteista. Tuttavia gli ebrei erano

frequenti adorare altri dei delle civiltà vicine. Non esisteva infatti una legge scritta sino a che con le Tavole

della Legge non vennero impartiti dei Comandamenti Unici. Il dio degli ebrei è battagliero e geloso,

impartisce il proprio popolo nonostante lo aiuti. È importante ricordare che gli ebrei si considerano il

“Popolo Eletto” che attende il Messia.

Identità

Il popolo ebreo ha una forte identità culturale e non considera necessaria l’esistenza di uno Stato degli

Ebrei. Questo lo ottennero soltanto nel 1948 d.C.

I Fenici

Introduzione

Attorno al 2000 a.C. nella fascia costiera della Palestina settentrionale, si sviluppò la civiltà fenicia. La scarsa

presenza di terre coltivabili e invece l’ampiezza dei boschi di cedro (la zona è infatti quella del Libano)

permise ai Fenici di produrre barche in legno. La parola “fenici” si traduce con porpora, per via della loro

conoscenza del metodo d’estrazione del colore.

Storia

Dal 2000 a.C. al 1200 a.C. il paese fu tributario dell’Egitto, quando questo affrontò l’invasione dei popoli del

mare la Fenicia riuscì ad ottenere l’indipendenza. Il periodo di massima prosperità si ha tra il 1000 e l’800

a.C. circa. Tuttavia le città – stato non riuscirono a fronteggiare la sottomissione dei grandi imperi

Page 9: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

dell’epoca: dall’VIII secolo quello Assiro, quello Babilonese e quello Persiano. Nonostante questo, la loro

grande abilità diplomatica riuscì a garantirgli una certa indipendenza. Nascerà poi una rivalità tra Greci e

Fenici sulle rotte commerciali, ciò generò pirateria e razzie nei mari. I Fenici si allearono, in funzione

antigreca, con i Persiani e li affiancarono durante tutte le battaglie. Questo determinò, in concomitanza con

la sconfitta Persiana, anche il crollo della civiltà Fenicia: con Alessandro Magno che conquista Tiro nel 332

a.C., dopo ben un anno di conflitti.

Economia

Tutta l’economia fenicia era basata sul commercio di beni preziosi e articoli di pregio, lo scambio

commerciale avveniva senza il contatto diretto con gli acquirenti dei beni: i Fenici portavano infatti i beni

sulla costa e aspettavano nelle navi lo scambio merce – pagamento.

Organizzazione Politica

Non esisteva presso i Fenici uno stato unitario, esistevano invece città-stato autosufficienti salle quali

partivano le navi dirette verso le colonie. Queste erano indipendenti dalla città madre. Il potere politico

nelle città-stato era retto da un’aristocrazia mercantile e da un re. Quest’ultimo venne però sostituito dai

suffeti: dei magistrati eletti annualmente dal popolo.

Innovazioni nelle tecniche di navigazione

I Fenici costruirono barche con una superficie più ampia per favorire il contenimento delle merci, furono

primi a cospargere di bitume le barche per renderle impermeabili e usarono la chiglia per stabilizzare la

nave. Utilizzavano contemporaneamente i remi e le vele delle navi per andare più veloci e la loro

conoscenza della stella polare (allora “stella fenicia” o “stella sidonea”) gli permetteva la navigazione

notturna.

Città principali e colonie

Le città principali dei fenici furono Tiro, Sidone e Biblo. Famose anche le loro colonie in Italia: due in Sicilia

(tra cui Palermo) e una in Sardegna. E più famosa tra tutte è la città di Cartagine, in Tunisia.

L’alfabeto

Una delle importanti invenzioni Fenice è quella dell’alfabeto fonetico: ogni fonema ha un suo grafema

corrispondente. L’alfabeto fenicio era però privo di vocali (come la lingua parlata stessa) che furono

aggiunte precedentemente.

La moneta

In molti attribuiscono ai Fenici l’invenzione della moneta, gli oppositori a questa tesi accusano una male

interpretazione dell’espressione “pagamenti in oro” ritrovati su alcune tavolette fenicie e che si possono

rifare sia all’oro come elemento che come sinonimo di moneta. La certezza dell’invenzione della moneta si

ha invece con i Lidi.

Gli Hittiti

Popolo indoeuropeo.

Gli Hittiti sono una popolazione di origine indoeuropea che si stabilì in Anatolia agli inizi del 1700 A.C. circa.

In origine la civiltà si organizzò in più principati, fino al 1650 A.C. quando Labarna (primo imperatore Hittita,

il suo nome fu usato probabilmente da altri Re) intraprese una campagna d’unificazione delle città-stato. La

capitale del nuovo impero si chiamava Hattusa.

Page 10: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Storia

Dopo l’unificazione l’impero venne espanso e rafforzato con due importanti re: Hattusili I (che

probabilmente diede nome alla capitale e sottomise gli Hatti, autoctoni dell’altopiano iranico meridionale)

e Murshili I (che conquistò Babilonia). Tuttavia dopo questi re l’impero Hittita ha un breve periodo di

decadenza, nel quale i Mitanni ebbero un secondo periodo di splendore. Tuttavia con Telipinu e Suppiluma

l’impero torna al suo antico splendore. È nel 1284 A.C. che, con la massima espansione dell’impero Hittita,

Muwatalli II entra in guerra, a Quadesh, contro il regno d’Egitto di Ramsesse II. L’esito della battaglia,

seppur fonti egizie esaltano la propria vittoria, è probabilmente pari. Sembra che venne stabilito, ne

abbiamo prove scritte in entrambe le lingue, che fu stabilito un trattato di pace internazionale (chiamato

“pace eterna”, è il primo della storia) in caso d’attacco d’un terzo stato. Nel 1200 A.C. l’invasione di “popoli

del mare” (almeno così definiti dalle fonti Hittite e Greche, nonostante sembra che le popolazioni nomadi

provenissero dal nord Anatolia) porterà al declino completo della civiltà Hittita.

L’organizzazione Sociale

Nella società hittita il re era un sovrano d’origine laica (a differenza delle civiltà allora esistenti che

esaltavano la discendenza regale discendenza divina): esso era nominato primes inter pares (primo tra i

pari) ed era eletto da un’assemblea composta da uomini liberi detta pancus. Tuttavia, quando salì al trono

Telipinu, il potere diventa ereditario.

Il monopolio del ferro

Il segreto della potenza dell’impero Hittita stava nella capacità di lavorare il ferro e formare l’acciaio.

Queste tecniche furono apprese dagli Hittiti quando conquistarono i Calibei: popolazione autoctona

dell’Anatolia. Il prezioso segreto sarà uno dei motivi fondamentali della vittoria in guerra degli Hittiti e loro

custodivano gelosamente i segreti della lavorazione del ferro e del metallo.

Religione

La religione hittita era basata sulle principali divinità mesopotamiche, veneravano in modo particolare il

cielo (a causa delle loro nomadi origini indoeuropee). Si dimostravano anche tolleranti nei confronti del

senso religioso delle popolazioni sottomesse che potevano mantenere indipendenza anche in tal senso.

Il codice di leggi Hittita

Il codice di leggi hittita è il principale testo giuridico della civiltà Hittita, differisce dal codice d’Hammurabbi

per la non-applicazione della legge del Taglione. Prevedeva principalmente sanzioni pecunarie e la pena di

morte era applicata a casi estremi (quali potevano essere il reddicidio). L’assassinio o la storpiatura, ad

esempio, erano ripagati attraverso il completo onere per i funerali o il mantenimento totale della persona

lesa.

I Neobabilonesi

L’impero Neobabilonese era la restaurazione di quella che era la fiorente civiltà di Babilonia. La scala sociale

e la cultura erano le stesse.

L’impero di Nabopolassar.

Nabopolassar, che riuscì a riportare indipendente la città di Babilonia nel 626 A.C., fu il primo Imperatore

dei Neobabilonesi. Tra le sue imprese, la conquista della’assira Ninive (ex città Babilonese dedicata a Nin).

Page 11: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Gli avvenimenti sotto Nabucodonosor II.

Nabucodonosor II, figlio di Nabopolassar, è stato uno dei più grandi sovrani dell’impero Babilonese. Salì al

trono nel 605 A.C., anno della morte del padre. Vinse a Karchemish (o Karkemiš, città siriana), lo stesso

anno, gli Egiziani. Nel 601 A.C. conquista il Regno di Giuda e avanza alla conquista d’Egitto, tuttavia una

potente controffensiva del popolo del Nilo, riuscì a farlo ritirare. Nel 597 A.C. sottomette definitivamente

gli ebrei e, a marzo dello stesso anno, li deportò in cattività (cattività babilonese). Mise sul trono di

Gerusalemme lo zio dell’ex re Ioiachim: Sedecia. Quest’ultimo strinse un’alleanza con l’Egitto e si ribellò a

Babilonia: questo portò ad un intervento militare di Nabucodonosor che distrusse il tempio di

Gerusalemme. Sempre sotto di lui fu ricostruita la porta della dea Ishtar e i giardini pensili di Babilonia, in

omaggio alla malata moglie (ma questo non è ancora condiviso da tutti gli studiosi).

Crollo definitivo

L’impero termina con la conquista da parte di Ciro il Grande, sotto l’imperatore Nabonedo (figlio d’un ricco

commerciante, eletto dai sacerdoti), nel 538 a.C.

I Minoici

Quella cretese fu un importante civiltà nata nel III millennio a.C., conosciuta anche con il nome di “civiltà

minoica” probabilmente per il nome dei sovrani (probabilmente comune a tutti e facente parte della

titolatura): Minosse.

I sovrani del mare

Attorno al 2300 a.C. si sviluppo una fiorente civiltà sull’isola di Creta nell’Egeo. Protetti dal mare, le loro

città non avevano bisogno di fortificazioni, ed il surplus alimentare (in modo particolare l’olio e il vino)

permetteva loro il commercio. Da questo acquistavano materie prime che divenivano poi manufatti

prodotti dagli abitanti di Creta. Questi intensi scambi commerciali e la loro centralità nel mare ne fece i

sovrani assoluti del Mediterraneo, tanto da venir citati come una talassocrazia (dal greco: “dominio sul

mare”). Questo loro verrà però soppiantato dai Fenici secoli dopo.

Organizzazione sociale

La civiltà minoica non fortificò con mura le proprie città perché protette dal mare. Era organizzata in tante

città stato indipendenti governate da un re. Questo abitava in un palazzo formato da molte stanze dove si

svolgeva gran parte della vita cittadina. Tra i palazzi più importanti figurano certamente Cnosso, Festo,

Haghia Triada e Mallia.

Storia

Nel 2300 a.C. si ha un grande sviluppo della civiltà, vennero costruiti i grandi palazzi di Cnosso, Festo e

Mallia, situati nelle zone fertili dell’isola e di proprietà di sovrani locali. Questi palazzi rivelano l’esistenza di

una forte manodopera d’allora e di una precisa divisione del lavoro. Esisteva probabilmente un schiavitù

(non è tuttavia una società schiavista). Sono stati ritrovati numerosi sigilli, ch testimoniano un’organizzata

burocrazia del tempo. La civiltà sviluppò in questo periodo raffinate tecniche di lavorazione della ceramica

(stile Kemarés) e dei metalli (erano abili bronzisti). Un potente cataclisma pone fine a questa epoca nel

1700 a.C.

Dopo il disastro che travolse l’isola, probabilmente una calamità naturale, si ricostruirono i palazzi che

vennero abbelliti con colonne e portici e anche corridoi. Vengono inoltre adornati con affreschi policromi.

Sempre in questo periodo vengono costruiti ulteriori edifici, più piccoli dei palazzi ma egualmente belli: un

esempio è la villa di Haghia Triada. Sempre in questo periodo si ha un passaggio dalla scrittura geroglifica a

Page 12: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

quella sillabica chiamata Lineare A. Anche questa fase ebbe però una fine improvvisa, sono testimoniati

altri cataclismi ma è probabile anche una contemporanea invasione micenea: una civiltà militare della

Grecia continentale.

Religione

I Cretesi erano adoratori della Grande Madre e celebravano riti all’aperto, all’interno di uno spazio sacro

(che darà poi vita alla parola “tempio”, che deriva dal greco “temenos” ovvero “recinto sacro”). Erano

inoltre venerate le forze della natura e anche allora si praticavano i riti misterici.

Lingua

Non abbiamo prove certe della lingua parlata dai Cretesi, sappiamo tuttavia decifrare una delle loro

scritture, la Lineare A. Questa scrittura è probabilmente l’evoluzione di un precedente sistema ideografico,

chiamato geroglifico cretese, che non è ancora stato decifrato. La lineare A è nata attorno al 1750 a.C. e fu

decifrata da Arthur Evans. Fu in uso nella Creta post-minoica un terzo tipo di scrittura: la lineare B. Essa era

in vigore in gran parte del mondo greco antico, prima dell’adozione dell’alfabeto fonetico. Della sua

decifrazione si occupò Micheal Ventris (quest’ultimo crittografo della seconda guerra mondiale). Anche la

lineare B fu abbandonata dopo l’invasione dei Dori.

Breve cronologia

Fase Palaziale (2300 – 1700 a.C.)

Fase Neopalaziale (1700 – 1450 a.C.)

Fase Postpalaziale (1450 – 1200 a.C.)

I Micenei

I micenei furono una popolazione stanziatasi nel continente greco nel II millennio a.C. e conosciuti dagli

elleni come “achei”.

Storia

I micenei erano una popolazione indoeuropea e dopo la loro ascesa nel continente risalente al II millennio

a.C., fondarono delle città sul continente greco: Micene, Pilo, Tirinto e altre. Queste erano circondate da

possenti mura definite “ciclopiche”.

Attorno al XV secolo a.C. iniziarono ad espandersi verso il mediterraneo, conquistando Creta ed assumendo

l’egemonia dei mari appartenente alla scomparsa civiltà minoica, che sarà in realtà inglobata.

Colonizzarono molte terre sulla costa, tuttavia esse non erano dei veri e propri centri urbani ma scali ed

appoggi commerciali. Quest’espansione è definita dagli storici “prima colonizzazione”.

Nel 1250 a.C. conquistarono Ilio, come narrato nell’Iliade. Il nome achei fu ritrovato nei documenti hittiti

come “akhiywa”, la popolazione li considerava un popolo terribile.

Attorno al 1200 a.C., una popolazione barbara proveniente dal nord, invade il territorio miceneo

distruggendo le città. I greci attribuirono tale avvenimento al ritorno degli Eraclidi (i discendenti di Ercole),

tuttavia gli storici individuano nella civiltà barbara i Dori. Tuttavia alcune tavolette in Lineare B rinvenute a

Pilo, cotte nell’incendio e così preservate dal tempo, parlano dell’invasione di “popoli del mare”, gli stessi

che hanno portato al crollo la civiltà hittita nello stesso periodo, facendo riconsiderare l’invasione dei Dori

come un ripopolamento della regione.

Page 13: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Società

La società micenea era strutturata intorno alla figura del Wanax, il sovrano assoluto, il Lawagetas (leggesi

lavaghetas) capo dell’esercito, i Lawoi (Lawos), nobili guerrieri, i Damoi (Damos), il popolo, i sacerdoti e il

Basileus, il portavoce dei gruppi gentilizi e della gherusia. Il Wanax alloggiava nel palazzo (come in era

minoica), formato da una grande stanza centrale: il Megaron e tante piccole stanze attorno. Il palazzo aveva

poche finestre, essendo la popolazione abituata a climi più freddi. I Damoi dovevano lavorare le terre, di

proprietà del sovrano che le dava in concessione ai Lawoi e ai sacerdoti, e il surplus del raccolto destinato al

palazzo.

Religione

I micenei adoravano la Grande Dea Madre, celebravano i loro culti all’aperto, all’interno del recinto sacro: il

temenos, corrispondente alla porzione di cielo abitata dalla divinità. Il Wanax possedeva anche funzioni

religiose.

Scrittura

La scrittura micenea fu scoperta da Arthur Evans nell’ottocento e chiamata Lineare B a causa della

somiglianza con la scrittura cretese (Lineare A). Fu decifrata da Ventris, conoscitore dei codici criptati della

seconda guerra mondiale, soltanto il secolo dopo. La scoperta permise di discernere due diverse civiltà

abitanti Creta. La scrittura era eseguita su tavolette, conservate per un determinato lasso di tempo e poi

distrutte: a causa di questo procedimento non abbiamo molti reperti. La scrittura fu poi abbandonata dai

Dori, avendo perso la sua utilità commerciale.

I Greci

Le stirpi greche

Fra il IX e l’VIII secolo a.C., al termine del medioevo ellenico, il territorio greco era abitato da tre differenti

stirpi: i Dori, gli Ioni e gli Eoli. I primi, provenienti dal nord, avevano preso il posto dei micenei nel

Peloponneso, e altri si erano stanziai nelle regioni settentrionali della Grecia. Nonostante tale espansione, i

Dori rimasero in uno stato di arretratezza culturale ed economie agro-pastorali. Gli Ioni si erano stanziati sin

dall’età micenea sulle coste dell’Asia Minore (detta appunto Ionia), era parte del loro territorio anche

l’Attica, la cui capitale era Atene. Infine gli Eoli popolavano alcune delle isole egee e la Boezia, con capitale

Tebe.

La nascita delle polis

Le differenze tra stirpi erano sentite nel mondo greco, ognuna aveva una propria identità culturale, tuttavia

tutte erano gelose della propria libertà e consideravano i non-greci “barbari” (colui che balbetta: che non sa

parlare greco, e quindi gli stranieri). Tutte le comunità erano organizzate in tante città-stato, chiamate

appunto “polis”. Le cause della loro nascita sono molteplici: si pensa perciò che non sia un solo evento ma

un insieme di eventi (detti “concause”). La prima è probabilmente una rivoluzione agraria. Gli archeologi

hanno infatti trovato in alcune tombe dell’850 a.C., dei modellini in terracotta di granai, differenti da quelli

dei secoli precedenti. Questi modellini permettevano un miglior conserva mento del grano, quindi una

miglior distribuzione e, di conseguenza, uno sviluppo commerciale ed economico. Lo sviluppo agricolo è

decantato anche in Opere e Giorni di Esiodo nel VIII secolo a.C., dove si celebra tra l’altro la fondamentale

importanza dell’aratura. Lo sviluppo economico di questa rivoluzione ha generato un forte incremento

demografico: aumentavano infatti le possibilità di mantenere più figli, cosa dimostrata anche dall’aumento

del numero di tombe attorno ad Atene nell’VIII secolo a.C., e quindi l’aumento della popolazione. Altro

segno evidente dell’aumento demografico è anche il movimento di colonizzazione del 750 a.C., dove i greci

Page 14: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

andavano anche alla ricerca di nuove terre. Tutte queste concause hanno portato alla necessità di una

nuova organizzazione sociale, non più basata sul rapporto di sudditanza.

Organizzazione militare

La nascita delle polis e l’economia basata sulla terra (quindi agricola e non più pastorale), rende di interesse

comune la difesa del territorio cittadino, a cui ogni abitante deve contribuire. I contadini si associarono e

diventarono cittadini in arme, che combattevano in modo organizzato e non più ad imboscata, come i

pastori o diretto come nei poemi omerici. Tutti i cittadini erano armati alla mano destra di una lunga lancia,

che non veniva scagliata ma bensì utilizzata per “sfondare” lo scudo nemico. Nella sinistra veniva tenuto un

grande scudo, che permetteva la difesa di sé e dei compagni. Indossavano tutti una pesante armatura di

bronzo (costituite da elmo, corazza e gambali). Seguiva agli opliti un suonatore di flauto che scandiva il

tempo di marcia.

Origine e sviluppo

Nei poemi omerici con il termine “polis” era indicata la città alta, dove si trovava il palazzo reale e il tempio

“poliade”: cioè quello dedicato alla divinità protettrice della città. La popolazione viveva invece nella città

bassa, detta “astý”, più estesa. All’arricchirsi degli abitanti della città bassa, che avevano rapporti sempre

più stretti con quelli della città alta, si andò via via perdendo la distinzione dei due termini, e la parola polis

già dall’VIII secolo a.C. indicava l’intera città. La polis era uno Stato indipendente, definito città-stato a

causa della presenza dell’agglomerato urbano esteso per la maggior parte del territorio, generalmente non

troppo grande. Tuttavia polis come Atene si estendevano anche per 70 km.

Organizzazione sociale

Nonostante esistessero diversi tipi di polis, tutte erano organizzate tramite assemblee di cittadini con

diritto di voto, ovvero i maschi con almeno un genitore ateniese (entrambi con Pericle), che prendevano

decisioni e/o eleggevano i propri rappresentanti politici. Un diritto fondamentale nelle assemblee era la

parresia: ovvero la libertà di parola. Essere privati della cittadinanza o della parresia era un infamia e

significava aver commesso un reato gravissimo. In base al numero di persone che svolgevano cariche

pubbliche e che detenevano il potere, queste dette “magistrati”, si distinguevano principalmente tre tipi di

polis:

Monarchica: nel caso vi fosse un solo magistrato (re) che governava in nome del popolo.

Oligarchica o aristocratica: nel caso vi fosse un ristretto gruppo di persone detentore del potere.

Democratica: se era governata dalla massa e quindi dal popolo (démos)

Poteva capitare che una polis passasse da una forma di governo ad un’altra o che adottasse diversi aspetti

da tutte le forme.

Le Tirannidi

Tra il VII e il VI secolo a.C., a causa di una forte crisi dell’aristocrazia, in conflitto con il popolo, si elessero

degli “arbitri” con il compito di ristabilire l’ordine. Essi avevano il potere assoluto, e sotto di loro furono

compiute grandi opere in favore della polis. Si appoggiavano inoltre ai ceti più bassi per garantirsi il potere

ed erano circondati da eserciti di mercenari. Tuttavia il potere dei tiranni sopprimeva quello degli

aristocratici, che si ribellarono e fondarono delle associazioni dette “eterìe” (dal greco “etairoi” ovvero

“compagni”), che screditavano i tiranni.

Page 15: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Cause dell’espansione coloniale

L’espansione coloniale è un fenomeno di forte emigrazione. La sua causa è da ricercarsi nell’inasprimento

dei contrasti sociali tra aristocratici e contadini, e dalla necessità per quest’ultimi di ricercare nuove terre: i

contadini erano spesso costretti ad indebitarsi ed a perdere le terre e, non potendo competere con gli

aristocratici latifondisti, dovettero emigrare alla “ricerca di fortuna”. Oltre a questi conflitti, anche il forte

aumento demografico, la ricerca di metalli come ferro e rame non presenti sul territorio, e quella di nuovi

mercati, spinsero la Grecia ad intraprendere la seconda espansione coloniale (così chiamata per distinzione

da quella micenea).

Un’organizzata colonizzazione

Non bisogna però pensare ad un emigrazione incontrollata di massa, ma ad un processo di colonizzazione di

nuovi territori organizzato dalla madrepatria, apoikia (“trasferimento di casa”) in greco, che forniva le navi e

le risorse per la colonizzazione. Consultava l’oracolo di Delfi e nominava un “eicista”, ossia “fondatore”, con

il compito di guidare con pieni poteri militari e politici i coloni. Giunti sulla nuova terra questi dovevano

combattere contro gli autoctoni (che vincevano la maggior parte delle volte per la superiorità militare), ma

anche contro i Fenici, come nel caso di quelli Cartaginesi in Sicilia, con i quali trovarono tuttavia un accordo,

stanziandosi solo ad oriente. Una volta stanziatisi i coloni si dividevano equamente le terre e l’eicista

perdeva il potere assoluto.

Il rapporto tra colonie e madrepatria

A differenza delle colonie delle altre popolazioni (come ad esempio quelle dei Fenici), quelle greche non

sono considerati dei semplici scali commerciali e non devono pagare tributi alla madrepatria (detta

“metropolis” in greco), con essa avevano invece dei commerci privilegiati, ma non esclusivi. Il mondo delle

colonie era più libero e svincolato dal peso delle tradizioni, è per questo considerato all’avanguardia: nelle

colonie nascono i primi codici di leggi scritti, grandi autori dell’antichità e grandi matematici, e alcuni storici

pensano anche la moneta.

Effetti della colonizzazione

Il periodo di espansione economica che la nascita delle colonie aveva portato, si tradusse con la nascita di

una nuova classe commerciale: quella “media” degli artigiani, dei marinai, degli armatori e dei mercanti.

Questa nuova classe sociale mise ancor più in disagio quella che era la situazione nelle polis originarie: gli

aristocratici perdevano anche il “privilegio della ricchezza” e venivano soppiantati da questa nuova classe

sociale che Teognide definisce ignara del bene e del male, quasi a volergli dare, con un termine francese,

del parvenu.

L’Identità culturale

A differenza dai grandi regni orientali, che si unificarono rapidamente, i greci non costituirono mai un regno

unitario ma lo fecero a livello culturale. Erano infatti, come descrive anche Erodoto, consapevoli di

discendere da un'unica stirpe e di avere costumi affini.

Le Anfizionie

Le “anfizionie”, letteralmente “associazioni di vicini”, erano leghe createsi tra più città confinanti con lo

scopo di amministrare un centro di culto (come gli oracoli) di particolare rilevanza. Avevano il compito di

organizzare giochi sacri o amministrare santuari come quello di Apollo a Delfi. Con il tempo il significato

originario muta in favore di una lega politica con interessi comuni atta a riunire più città di una stessa

regione.

Page 16: Storia Antica - gscatullo.altervista.orggscatullo.altervista.org/wp-content/uploads/2015/09/CivAn.pdf · Contributi alla storia Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge

Realizzato nel corso dell’A.S. 2011/2012. Grafica il 16/09/2015

Da Paolo Franchi, per Sapere Aude!

AMDG