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Storia – 3 Il periodo che andremo ad affrontare adesso è forse il più importante e affascinante della storia romana. Assisteremo infatti al declino del sistema repubblicano e alla nascita dell'impero. Questo accadrà in poco più di un secolo e sarà interessante osservare come, formalmente, l'ordinamento politico non cambierà: Ottaviano Augusto, il primo imperatore, in realtà, non possiede tale titolo. Con Mario e Silla inizia un processo di protagonismo, tanto che si può benissimo parlare di età di Mario e Silla, poiché queste due figure, contravvenendo spesso alle regole repubblicane, riformeranno profondamente la Repubblica a loro immagine e somiglianza. Con loro la figura del “generale-condottiero-padre” diventa sempre più forte. I loro eserciti si sentiranno sempre più legati al comandante e sempre meno alla Repubblica. L'homo novus: Caio Mario e la riorganizzazione dell'esercito. Dopo anni di relativa pace, Roma si ritrovò in pericolo quando nel 113 a. C. ci furono delle migrazioni di popoli originari della Danimarca: i Cimbri e i Tèutoni. Questi popoli attirarono la simpatia delle tribù locali sottomesse ai romani che. al loro passaggio, vi si univano, ribellandosi alla Repubblica. L'esercito romano, in un primo momento non sembrava in grado di contrastare adeguatamente l'avanzata dal nord.

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Storia – 3

Il periodo che andremo ad affrontare adesso è forse il più importante eaffascinante della storia romana. Assisteremo infatti al declino del sistemarepubblicano e alla nascita dell'impero. Questo accadrà in poco più di un secolo esarà interessante osservare come, formalmente, l'ordinamento politico non cambierà:Ottaviano Augusto, il primo imperatore, in realtà, non possiede tale titolo.

Con Mario e Silla inizia un processo di protagonismo, tanto che si puòbenissimo parlare di età di Mario e Silla, poiché queste due figure, contravvenendospesso alle regole repubblicane, riformeranno profondamente la Repubblica a loroimmagine e somiglianza. Con loro la figura del “generale-condottiero-padre” diventasempre più forte. I loro eserciti si sentiranno sempre più legati al comandante esempre meno alla Repubblica.

L'homo novus: Caio Mario e la riorganizzazione dell'esercito.

Dopo anni di relativa pace, Roma si ritrovò in pericolo quando nel 113 a. C. cifurono delle migrazioni di popoli originari della Danimarca: i Cimbri e i Tèutoni.Questi popoli attirarono la simpatia delle tribù locali sottomesse ai romani che. al loropassaggio, vi si univano, ribellandosi alla Repubblica. L'esercito romano, in un primomomento non sembrava in grado di contrastare adeguatamente l'avanzata dal nord.

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Oltre al fronte settentrionale si aprì anche uno meridionale quando Giugurta, redi Numidia, nel 112 a. C. ruppe l'antica alleanza con Roma e fece uccidere tutti imercanti italici che si erano stabiliti nella capitale del suo impero (un impero checomprendeva, grosso modo, quel territorio che va dal Marocco alla Tunisia). Fuquindi dichiarata una guerra contro Giugurta, ma, nonostante la superiorità militaredell'esercito, Roma non riuscì a vincere il nemico. Questo fu dovuto a un clima digenerale demotivazione e corruzione nelle file dell'esercito (Giugurta corrompevaspesso i generali romani con lauti doni).

Il Senato decise allora diconferire il comando delleoperazioni militari a CaioMario che venne elettoconsole nel 107 a. C.Mario fu considerato unhomo novus in quantonessuno della sua famigliaaveva prima di lui ricopertola carica di console e lui nonera nemmeno nato a Roma,ma ad Arpino, nel Lazio.Tuttavia era molto ricco e siera legato alla nobiltàsposando una donnadell'antica gens Julia.

Nonostante le umili origini aveva fatto una brillante carriera militare in Africa e inSpagna. Sia per via della sua abilità militare che per le umili origini era l'idolo deipopulares.

“Non posso mostrare come garanzia i ritratti, nemmeno i trionfi o il consolato deimiei antenati, ma, se la circostanza lo richiede, mostrerò le lance, il vessillo, le falere,altri doni militari, inoltre le cicatrici sul corpo. Questi sono i miei ritratti, questa lanobiltà, non lasciata in eredità come quella di quelli, ma che io guadagnai con i mieinumerosissimi sforzi e pericoli. Non sono ornate le mie parole: ne faccio poco conto.L’abbondante valore mostra loro le stesse; quelli hanno bisogno dell’abilità retorica,per nascondere nel discorso i fatti disonesti. E non imparai la letteratura Greca […]Ma sono esperto in quelle cose che sono di gran lunga più utili allo stato: battere ilnemico, guidare il presidio, nulla temere se non la sgradevole diceria, soffrireugualmente l’inverno e l’estate, dormire a terra, tollerare al medesimo tempo bisognoe fatica. Con questo insegnamento io esorterò i soldati” (discorso attribuito a Mario)

Il primo intervento di Mario riguardò la riorganizzazione dell'esercito. Estesela possibilità di arruolarsi nelle legioni anche ai più poveri, i proletari (che significa'coloro che possiedono solo la prole, cioè i figli' ). In questo modo riuscì a creare unesercito più ampio, costituito da uomini che, non avendo alcuna proprietà di cui

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tornare a occuparsi, desideravano passare la vita sotto le armi. I soldati divennero cosìprofessionisti, pagati e addestrati solo per combattere.

La nuova organizzazione dell'esercito sortì gli effetti sperati: Giugurta vennesconfitto (105 a. C.). Nello stesso anno i Cimbri però sconfissero l'esercito sul frontesettentrionale. A questo punto il Senato prese una decisione che cambiò per sempre ilcorso della storia romana: nominò nuovamente Mario console. Questocontravveniva alle regole: per prima cosa Mario non era presente a Roma nelmomento della sua nomina, ma soprattutto contravveniva alle regole del cursushonorum. Infatti il cursus prevedeva almeno due anni tra una magistratura e l'altra.Ma il pericolo fu avvertito così grave che Mario fu eletto console per ben cinquevolte consecutive!

Mario ottenne grandi vittorie e riuscì a conquistare il territorio della GalliaMeridionale, l'attuale Provenza.

Mitridate e l'ascesa di Silla.

Le vittorie di Mario erano vittorie del partito dei populares. Tuttavia questasituazione non durò lungo. Il nuovo pericolo, per Roma, adesso arrivava da Oriente.Mitridate VI, re del Ponto (una regione nel nord dell'odierna Turchia), dichiaròguerra a Roma. Il conflitto iniziò con la strage di ottantamila cittadini romani e italici.Mitridate si presentò agli occhi delle popolazioni orientali come il vincitore di Romae suscitò grande entusiasmo. Ovunque passasse trovava sempre nuovi popoli prontiad unirsi alla sua lotta, sbaragliando legioni su legioni. Acclamato come “illiberatore” creò non poco scompiglio nei territori della Repubblica.

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Fu a questo punto che il Senato incaricò il console Lucio Cornelio Silla diprovvedere alla controffensiva. Silla era un aristocratico, sulla cinquantina, non moltoricco ma orgoglioso delle sue nobili origini, che si era distinto nelle guerre controGiugurta, agli ordini di Mario.

La prima guerra Civile.

A Roma si sapeva bene che una guerra in Oriente significava un bottinoricchissimo. I populares allora tolsero il comando a Silla e nominarono Mario al suoposto. A questo punto Silla compì un'azione di inaudita spregiudicatezza: diresse lesue legioni su Roma, cacciò i senatori fedeli a Mario, nominò un console di suafiducia e poi ripartì per la missione militare. A Roma esisteva un confine simbolico, ilpomerium, una specie di perimetro esterno entro cui era proibito entrare con le armi el'esercito. Silla l'aveva violato, dando avvio a una prassi sgradevole di “marce suRoma”, che avrà seguito anche nel Novecento con la marcia fascista (anche se, inrealtà, Mussolini non vi prese parte, ma arrivò il giorno dopo in treno da Napoli).

Silla sbarcò l'esercito in Grecia, saccheggiò Atene e poi si diresse in Turchiadove sconfisse Mitridate (84 a.C.).

Il ritorno di Silla a Roma: dalle liste di proscrizione alle riforme.

Nel frattempo Mario era morto (86 a. C.), ma i suoi seguaci avevano ripreso ilpotere a Roma e avevano fatto strage di ottimati. Silla tornò a Roma nell'83 a. C. e,dopo aver ripreso il potere, si scagliò contro la fazione dei populares. Egli redassedelle liste di proscrizione, cioè degli elenchi contenenti i nomi dei seguaci di Mario.Ne fece uccidere 4700, confiscò loro i beni e le spartì tra i suoi fedeli. Per premiare iveterani che avevano combattuto con lui (aveva 23 legioni) distribuì un'enormequantità di territorio, sequestrato alle città che avevano sostenuto Mario.

Si fece nominare dittatore a vita (82 a. C.) cosa vietata dal cursus e in soli treanni trasformò la repubblica, costruendo un sistema di potere aristocratico. Fecealcune riforme:

1) Contro i popolari smussò la figura del Tribuno della Plebe dichiarandoche le loro proposte di legge dovessero essere preventivamente approvate dal senatoprima di poter essere votate alle assemblee.

2) abolì la censura e scelse lui stesso tra i suoi amici i nuovi senatori, chepassarono da 300 a 600.

3)Per evitare nuove marce su Roma, estese il pomerium fino a tutta la terra-Italia (a nord il confine era segnato dai fiumi Magra e Rubicone). Questo confine nonpoteva essere superato da eserciti armati senza il permesso del Senato. Vedremo, conCesare, ritornare il pomerium e il fiume Rubicone.

Nel 79 a. C., convinto di aver provveduto al ripristino della forma aristocraticaoriginaria dello Stato. Ma si sbagliava.