Report sull'attività di verifica e ispezione del GSE nel 2014
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STABILITAgrave DEGLI AGGREGATI E CONSERVAZIONE DELLA SOSTANZA ORGANICA DEL SUOLO DI
VIGNETI COLLINARI
Rendicontazione tecnica sullattivitagrave svolta nel 2014
Gruppo di lavoro Centro Sperimentale Vitivinicolo della Regione Piemonte - Tenuta Cannona ldquo DIVAPRA - Chimica Agraria e Pedologiardquo
Referente scientifico prof Ermanno Zanini
Team di ricerca Sergio Alfonso Belmonte Eleonora Bonifacio Luisella Celi Elisa Paravidino Daniel Said Pullicino Silvia Stanchi
Direzione Sviluppo dellrsquoAgricoltura
Indice
STABILITAgrave DEGLI AGGREGATI E CONSERVAZIONE DELLA SOS TANZA
ORGANICA DEL SUOLO DI VIGNETI COLLINARI - 1 -
Rendicontazione tecnica sullattivitagrave svolta nel 2014 - 1 -
Indice - 2 -
1 La struttura dei suoli - 4 -
11 La struttura - 4 -
11 La struttura del suolo e lrsquoerosione - 6 -
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura - 7 -
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive - 8 -
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave della vite - 13 -
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave del suolo - 18 -
4 La sostanza organica del suolo - 19 -
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo - 19 -
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza organica del suolo - 23 -
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli aggregati - 26 -
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli aggregati - 31 -
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli aggregati - 33 -
5 Scopo del lavoro - 38 -
6 Materiali e metodi - 39 -
61 Sito sperimentale - 39 -
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche - 40 -
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche - 40 -
622 Regime idrico del suolo - 41 -
623 Temperatura del suolo - 41 -
63 Vigneti - 42 -
64 Caratteristiche pedologiche - 43 -
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli - 46 -
66 Analisi 2014 - 46 -
661 Preparazione del campione - 47 -
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS) - 47 -
663 Determinazione della sabbia grossa reale - 49 -
664 Determinazione di N totale e del C organico - 49 -
665 Determinazione del C inorganico - 50 -
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati - 51 -
9 Sviluppi futuri - 51 -
10 Bibliografia - 52 -
1 La struttura dei suoli
11 La struttura
Per struttura srsquointende il modo in cui i costituenti organici ed inorganici del
suolo si dispongono tra di loro (Bronick CJ Lal R 2005) La presenza di forze di
attrazione e repulsione tra queste particelle le spinge a unirsi in unitagrave di
dimensioni piugrave grandi che sono chiamate aggregati
Lrsquoaggregato egrave lrsquounitagrave base della struttura e lrsquoaggregazione determina la
formazione di struttura Il principio fisico-chimico su cui si costituisce
lrsquoarchitettura strutturale egrave che le forze di legame allrsquointerno dellrsquoaggregato sono
maggiori rispetto a quelle tra gli aggregati Tutto questo fa si che i diversi
aggregati si comportano come elementi singoli circondati da spazi di rottura
(pori)
Gli effetti della struttura vertono quindi sia sulla componente solida del suolo
sia sugli spazi tra le particelle la porositagrave (fig 111)
La struttura influenza in modo determinante molti aspetti chimici fisici e
biologici del suolo tra cui flussi idrici ritenzione e disponibilitagrave degli elementi
nutritivi densitagrave apparente decomposizione della sostanza organica e
Figura 1111 rappresentazione concettuale di suolo senza struttura (sinistra) e strutturato (destra) I diversi colori rappresentano i vari fattori di aggregazione e le parti bianche macro e micropori Nel suolo strutturato aumenta il volume occupato dallrsquoinsieme (densitagrave apparente) si ampliano gli spazi (porositagrave) e cambia la disposizione tra le particelle
proliferazione dei microorganismi Favorire la struttura e la stabilitagrave degli
aggregati consente di migliorare la fertilitagrave del suolo accrescerne la produttivitagrave
agronomica la porositagrave e diminuirne lrsquoerodibilitagrave
I costituenti del suolo che partecipano alla formazione della struttura chiamati
anche fattori di aggregazione sono sostanza organica (compresi gli essudati degli
apparati radicali e i metaboliti dei microorganismi del suolo) minerali argillosi
ioni carbonati ossidi e idrossidi dei metalli I processi che portano alla loro
aggregazione non sono ancora stati chiariti del tutto percheacute si tratta di un
sistema molto eterogeneo e complesso perograve alcuni meccanismi sono stati
ipotizzati
Innanzitutto sono diverse le vie che possono portare alla formazione
dellrsquoaggregato
Dallrsquounione di piugrave microaggregati (lt250 microm) si possono formare dei
macroaggregati (gt250 microm) (Edwards e Bremner 1976 Tisdall 1996) Questa egrave
chiamata teoria gerarchica I microaggregati sono composti da molecole organiche
(OM) legate ad argilla (Cl) e cationi polivalenti (P)
Microaggregato ClndashPndashOM
Dalla loro unione si formano macroaggregati
Macroaggregato [(ClndashPndashOM)x]y
Oppure secondo il modello chiamato concentrico i macroaggregati possono
formarsi attorno a frammenti di vegetali e sostanza organica indecomposta
(particulate organic matter POM) Con la decomposizione della POM mediata dai
microorganismi la stabilitagrave del macroaggregato aumenta e nella parte interna si
formano microaggregati Il macroaggregato potragrave allora rimanere come tale o in
caso di rottura liberare microaggregati molto stabili che potranno unirsi e
originare nuovi macroaggregati
Altri macroaggregati si possono formare attorno alle colonie batteriche che
uniscono le particelle di argilla grazie ai loro essudati polisaccaridici
La precipitazione degli ossidi e degli idrossidi dei metalli dei fosfati e dei
carbonati aumenta lrsquoaggregazione
Cationi come Si4+ Fe3+ Al3+ e Ca2+ stimolano la precipitazione di composti
organo-metallici e gels che funzionano da leganti Inoltre Ca2+ e Mg2+ fanno da
ponte tra le argille e SOC nei microaggregati
Infine le radici delle piante e le ife fungine rilasciano essudati che hanno azione
collante e aumentano la stabilitagrave degli aggregati
La struttura del suolo non egrave mai in una situazione statica bensigrave si trova in un
equilibrio dinamico Crsquoegrave un continuo turnover con formazione e rottura di
aggregati
I fattori di aggregazione assumono importanza diversa in base alle
caratteristiche pedologiche del suolo in esame Generalmente concorrono tutti
alla formazione della struttura ma come si puograve vedere dalla tabella 111 ogni
suolo ha un principale fattore di aggregazione
Tabella 1111 fattori principali di aggregazione per i diversi ordini di suolo (Bronick et al 2005)
11 La struttura del suolo e lrsquoerosione
La struttura limita lrsquoerosione (Barthegraves et al 1999 Barthegraves e Roose E 2002
Bronick e Lal R 2005)
In primis incrementa la porositagrave e conferisce al suolo una maggior capacitagrave di
infiltrazione che limita il flusso superficiale (runoff)
Inoltre la vulnerabilitagrave allrsquoerosione egrave legata alla stabilitagrave degli aggregati Se non
sono resistenti si rompono facilmente in particelle di suolo e piccoli aggregati
durante gli eventi piovosi Questi andranno a formare la crosta superficiale
determinando un aumento di runoff e trasporto di particelle (De Ploey e Poesen
1985 Le Bissonais 1996) Viceversa quando sono stabili resistono meglio
allrsquoazione battente della pioggia e al ruscellamento superficiale riducendo il tasso
di erosione
Il rapporto tra stabilitagrave degli aggregati ed erosione egrave ben rappresentato nel
lavoro di Barthegraves et al (1999) Lo studio su un Entisuolo in versante collinare
coltivato ad avena (Avena sativa L) Come evidenziato in figura 112 che
correlando la stabilitagrave degli aggregati alla profonditagrave di erosione e alla perdita di
suolo la profonditagrave di erosione e la perdita di suolo sono negativamente correlate
in modo significativo alla stabilitagrave dei macroaggregati sottolineando che
maggiore egrave la stabilita degli aggregati e minori sono erosione e perdita di suolo
Figura 112 correlazione tra indice di stabilitagrave dei macroaggregati e profonditagrave di erosione (mm) e
perdita di suolo (g m-2) Allrsquoaumentare della stabilitagrave dei macroaggregati diminuiscono i mm di suolo
erosi e la quantitagrave di sedimenti asportati
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura
La coltivazione delle terre ha generalmente un effetto negativo sulla struttura
(Hamblin 1980 Angers e Mehuis 1989 Plante e McGill 2002)
La principale causa egrave la lavorazione del suolo che ha effetti sia diretti sia
indiretti Quelli diretti sono dovuti alla rottura degli aggregati provocata
dallrsquoazione meccanica degli attrezzi soprattutto se collegati alla presa di potenza
(frese erpici rotanti e trinciatrici)
Quelli indiretti invece riguardano la diminuzione della sostanza organica
importante fattore di aggregazione dovuta alla maggiore aereazione del suolo e
alla minor attivitagrave biologica Lrsquoeffetto determinante della sostanza organica nel
migliorare la struttura egrave stato dimostrato in molti lavori Barthegraves et al (1999)
hanno trovato una correlazione positiva tra sostanza organica e stabilitagrave degli
aggregati
Ricerche specifiche hanno trovato una correlazione positiva (fig 121) tra
contenuto in sostanza organica e diametro medio degli aggregati (Chenu et al
2000 Bronick e Lal 2005)
Figura 121 correlazione tra diametro medio degli aggregati (MWD) e sostanza organica (SOC)
(Bronick e Lal 2005) Allrsquoaumentare della sostanza organica aumenta il diametro degli aggregati e
questo egrave un indice di aumento di struttura
Allrsquoaumentare della sostanza organica aumentano la stabilitagrave e la dimensione
degli aggregati quindi il grado di struttura
Da queste osservazioni si deduce che come principio generale per migliorare
la struttura bisogna ridurre il numero delle lavorazioni (minimum tillage) e favorire
lrsquoaumento della sostanza organica
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive
In vigneto si riscontra sovente il problema dellrsquoerosione idrica
Dallrsquoanalisi di un database sulle misure dei tassi erosivi a medio termine (3-20
anni) riferiti a campi sperimentali con diversi usi del suolo situati in tutta
Europa ottenuti in condizioni di pioggia naturale egrave stato stabilito che la
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Indice
STABILITAgrave DEGLI AGGREGATI E CONSERVAZIONE DELLA SOS TANZA
ORGANICA DEL SUOLO DI VIGNETI COLLINARI - 1 -
Rendicontazione tecnica sullattivitagrave svolta nel 2014 - 1 -
Indice - 2 -
1 La struttura dei suoli - 4 -
11 La struttura - 4 -
11 La struttura del suolo e lrsquoerosione - 6 -
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura - 7 -
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive - 8 -
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave della vite - 13 -
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave del suolo - 18 -
4 La sostanza organica del suolo - 19 -
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo - 19 -
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza organica del suolo - 23 -
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli aggregati - 26 -
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli aggregati - 31 -
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli aggregati - 33 -
5 Scopo del lavoro - 38 -
6 Materiali e metodi - 39 -
61 Sito sperimentale - 39 -
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche - 40 -
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche - 40 -
622 Regime idrico del suolo - 41 -
623 Temperatura del suolo - 41 -
63 Vigneti - 42 -
64 Caratteristiche pedologiche - 43 -
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli - 46 -
66 Analisi 2014 - 46 -
661 Preparazione del campione - 47 -
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS) - 47 -
663 Determinazione della sabbia grossa reale - 49 -
664 Determinazione di N totale e del C organico - 49 -
665 Determinazione del C inorganico - 50 -
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati - 51 -
9 Sviluppi futuri - 51 -
10 Bibliografia - 52 -
1 La struttura dei suoli
11 La struttura
Per struttura srsquointende il modo in cui i costituenti organici ed inorganici del
suolo si dispongono tra di loro (Bronick CJ Lal R 2005) La presenza di forze di
attrazione e repulsione tra queste particelle le spinge a unirsi in unitagrave di
dimensioni piugrave grandi che sono chiamate aggregati
Lrsquoaggregato egrave lrsquounitagrave base della struttura e lrsquoaggregazione determina la
formazione di struttura Il principio fisico-chimico su cui si costituisce
lrsquoarchitettura strutturale egrave che le forze di legame allrsquointerno dellrsquoaggregato sono
maggiori rispetto a quelle tra gli aggregati Tutto questo fa si che i diversi
aggregati si comportano come elementi singoli circondati da spazi di rottura
(pori)
Gli effetti della struttura vertono quindi sia sulla componente solida del suolo
sia sugli spazi tra le particelle la porositagrave (fig 111)
La struttura influenza in modo determinante molti aspetti chimici fisici e
biologici del suolo tra cui flussi idrici ritenzione e disponibilitagrave degli elementi
nutritivi densitagrave apparente decomposizione della sostanza organica e
Figura 1111 rappresentazione concettuale di suolo senza struttura (sinistra) e strutturato (destra) I diversi colori rappresentano i vari fattori di aggregazione e le parti bianche macro e micropori Nel suolo strutturato aumenta il volume occupato dallrsquoinsieme (densitagrave apparente) si ampliano gli spazi (porositagrave) e cambia la disposizione tra le particelle
proliferazione dei microorganismi Favorire la struttura e la stabilitagrave degli
aggregati consente di migliorare la fertilitagrave del suolo accrescerne la produttivitagrave
agronomica la porositagrave e diminuirne lrsquoerodibilitagrave
I costituenti del suolo che partecipano alla formazione della struttura chiamati
anche fattori di aggregazione sono sostanza organica (compresi gli essudati degli
apparati radicali e i metaboliti dei microorganismi del suolo) minerali argillosi
ioni carbonati ossidi e idrossidi dei metalli I processi che portano alla loro
aggregazione non sono ancora stati chiariti del tutto percheacute si tratta di un
sistema molto eterogeneo e complesso perograve alcuni meccanismi sono stati
ipotizzati
Innanzitutto sono diverse le vie che possono portare alla formazione
dellrsquoaggregato
Dallrsquounione di piugrave microaggregati (lt250 microm) si possono formare dei
macroaggregati (gt250 microm) (Edwards e Bremner 1976 Tisdall 1996) Questa egrave
chiamata teoria gerarchica I microaggregati sono composti da molecole organiche
(OM) legate ad argilla (Cl) e cationi polivalenti (P)
Microaggregato ClndashPndashOM
Dalla loro unione si formano macroaggregati
Macroaggregato [(ClndashPndashOM)x]y
Oppure secondo il modello chiamato concentrico i macroaggregati possono
formarsi attorno a frammenti di vegetali e sostanza organica indecomposta
(particulate organic matter POM) Con la decomposizione della POM mediata dai
microorganismi la stabilitagrave del macroaggregato aumenta e nella parte interna si
formano microaggregati Il macroaggregato potragrave allora rimanere come tale o in
caso di rottura liberare microaggregati molto stabili che potranno unirsi e
originare nuovi macroaggregati
Altri macroaggregati si possono formare attorno alle colonie batteriche che
uniscono le particelle di argilla grazie ai loro essudati polisaccaridici
La precipitazione degli ossidi e degli idrossidi dei metalli dei fosfati e dei
carbonati aumenta lrsquoaggregazione
Cationi come Si4+ Fe3+ Al3+ e Ca2+ stimolano la precipitazione di composti
organo-metallici e gels che funzionano da leganti Inoltre Ca2+ e Mg2+ fanno da
ponte tra le argille e SOC nei microaggregati
Infine le radici delle piante e le ife fungine rilasciano essudati che hanno azione
collante e aumentano la stabilitagrave degli aggregati
La struttura del suolo non egrave mai in una situazione statica bensigrave si trova in un
equilibrio dinamico Crsquoegrave un continuo turnover con formazione e rottura di
aggregati
I fattori di aggregazione assumono importanza diversa in base alle
caratteristiche pedologiche del suolo in esame Generalmente concorrono tutti
alla formazione della struttura ma come si puograve vedere dalla tabella 111 ogni
suolo ha un principale fattore di aggregazione
Tabella 1111 fattori principali di aggregazione per i diversi ordini di suolo (Bronick et al 2005)
11 La struttura del suolo e lrsquoerosione
La struttura limita lrsquoerosione (Barthegraves et al 1999 Barthegraves e Roose E 2002
Bronick e Lal R 2005)
In primis incrementa la porositagrave e conferisce al suolo una maggior capacitagrave di
infiltrazione che limita il flusso superficiale (runoff)
Inoltre la vulnerabilitagrave allrsquoerosione egrave legata alla stabilitagrave degli aggregati Se non
sono resistenti si rompono facilmente in particelle di suolo e piccoli aggregati
durante gli eventi piovosi Questi andranno a formare la crosta superficiale
determinando un aumento di runoff e trasporto di particelle (De Ploey e Poesen
1985 Le Bissonais 1996) Viceversa quando sono stabili resistono meglio
allrsquoazione battente della pioggia e al ruscellamento superficiale riducendo il tasso
di erosione
Il rapporto tra stabilitagrave degli aggregati ed erosione egrave ben rappresentato nel
lavoro di Barthegraves et al (1999) Lo studio su un Entisuolo in versante collinare
coltivato ad avena (Avena sativa L) Come evidenziato in figura 112 che
correlando la stabilitagrave degli aggregati alla profonditagrave di erosione e alla perdita di
suolo la profonditagrave di erosione e la perdita di suolo sono negativamente correlate
in modo significativo alla stabilitagrave dei macroaggregati sottolineando che
maggiore egrave la stabilita degli aggregati e minori sono erosione e perdita di suolo
Figura 112 correlazione tra indice di stabilitagrave dei macroaggregati e profonditagrave di erosione (mm) e
perdita di suolo (g m-2) Allrsquoaumentare della stabilitagrave dei macroaggregati diminuiscono i mm di suolo
erosi e la quantitagrave di sedimenti asportati
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura
La coltivazione delle terre ha generalmente un effetto negativo sulla struttura
(Hamblin 1980 Angers e Mehuis 1989 Plante e McGill 2002)
La principale causa egrave la lavorazione del suolo che ha effetti sia diretti sia
indiretti Quelli diretti sono dovuti alla rottura degli aggregati provocata
dallrsquoazione meccanica degli attrezzi soprattutto se collegati alla presa di potenza
(frese erpici rotanti e trinciatrici)
Quelli indiretti invece riguardano la diminuzione della sostanza organica
importante fattore di aggregazione dovuta alla maggiore aereazione del suolo e
alla minor attivitagrave biologica Lrsquoeffetto determinante della sostanza organica nel
migliorare la struttura egrave stato dimostrato in molti lavori Barthegraves et al (1999)
hanno trovato una correlazione positiva tra sostanza organica e stabilitagrave degli
aggregati
Ricerche specifiche hanno trovato una correlazione positiva (fig 121) tra
contenuto in sostanza organica e diametro medio degli aggregati (Chenu et al
2000 Bronick e Lal 2005)
Figura 121 correlazione tra diametro medio degli aggregati (MWD) e sostanza organica (SOC)
(Bronick e Lal 2005) Allrsquoaumentare della sostanza organica aumenta il diametro degli aggregati e
questo egrave un indice di aumento di struttura
Allrsquoaumentare della sostanza organica aumentano la stabilitagrave e la dimensione
degli aggregati quindi il grado di struttura
Da queste osservazioni si deduce che come principio generale per migliorare
la struttura bisogna ridurre il numero delle lavorazioni (minimum tillage) e favorire
lrsquoaumento della sostanza organica
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive
In vigneto si riscontra sovente il problema dellrsquoerosione idrica
Dallrsquoanalisi di un database sulle misure dei tassi erosivi a medio termine (3-20
anni) riferiti a campi sperimentali con diversi usi del suolo situati in tutta
Europa ottenuti in condizioni di pioggia naturale egrave stato stabilito che la
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
664 Determinazione di N totale e del C organico - 49 -
665 Determinazione del C inorganico - 50 -
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati - 51 -
9 Sviluppi futuri - 51 -
10 Bibliografia - 52 -
1 La struttura dei suoli
11 La struttura
Per struttura srsquointende il modo in cui i costituenti organici ed inorganici del
suolo si dispongono tra di loro (Bronick CJ Lal R 2005) La presenza di forze di
attrazione e repulsione tra queste particelle le spinge a unirsi in unitagrave di
dimensioni piugrave grandi che sono chiamate aggregati
Lrsquoaggregato egrave lrsquounitagrave base della struttura e lrsquoaggregazione determina la
formazione di struttura Il principio fisico-chimico su cui si costituisce
lrsquoarchitettura strutturale egrave che le forze di legame allrsquointerno dellrsquoaggregato sono
maggiori rispetto a quelle tra gli aggregati Tutto questo fa si che i diversi
aggregati si comportano come elementi singoli circondati da spazi di rottura
(pori)
Gli effetti della struttura vertono quindi sia sulla componente solida del suolo
sia sugli spazi tra le particelle la porositagrave (fig 111)
La struttura influenza in modo determinante molti aspetti chimici fisici e
biologici del suolo tra cui flussi idrici ritenzione e disponibilitagrave degli elementi
nutritivi densitagrave apparente decomposizione della sostanza organica e
Figura 1111 rappresentazione concettuale di suolo senza struttura (sinistra) e strutturato (destra) I diversi colori rappresentano i vari fattori di aggregazione e le parti bianche macro e micropori Nel suolo strutturato aumenta il volume occupato dallrsquoinsieme (densitagrave apparente) si ampliano gli spazi (porositagrave) e cambia la disposizione tra le particelle
proliferazione dei microorganismi Favorire la struttura e la stabilitagrave degli
aggregati consente di migliorare la fertilitagrave del suolo accrescerne la produttivitagrave
agronomica la porositagrave e diminuirne lrsquoerodibilitagrave
I costituenti del suolo che partecipano alla formazione della struttura chiamati
anche fattori di aggregazione sono sostanza organica (compresi gli essudati degli
apparati radicali e i metaboliti dei microorganismi del suolo) minerali argillosi
ioni carbonati ossidi e idrossidi dei metalli I processi che portano alla loro
aggregazione non sono ancora stati chiariti del tutto percheacute si tratta di un
sistema molto eterogeneo e complesso perograve alcuni meccanismi sono stati
ipotizzati
Innanzitutto sono diverse le vie che possono portare alla formazione
dellrsquoaggregato
Dallrsquounione di piugrave microaggregati (lt250 microm) si possono formare dei
macroaggregati (gt250 microm) (Edwards e Bremner 1976 Tisdall 1996) Questa egrave
chiamata teoria gerarchica I microaggregati sono composti da molecole organiche
(OM) legate ad argilla (Cl) e cationi polivalenti (P)
Microaggregato ClndashPndashOM
Dalla loro unione si formano macroaggregati
Macroaggregato [(ClndashPndashOM)x]y
Oppure secondo il modello chiamato concentrico i macroaggregati possono
formarsi attorno a frammenti di vegetali e sostanza organica indecomposta
(particulate organic matter POM) Con la decomposizione della POM mediata dai
microorganismi la stabilitagrave del macroaggregato aumenta e nella parte interna si
formano microaggregati Il macroaggregato potragrave allora rimanere come tale o in
caso di rottura liberare microaggregati molto stabili che potranno unirsi e
originare nuovi macroaggregati
Altri macroaggregati si possono formare attorno alle colonie batteriche che
uniscono le particelle di argilla grazie ai loro essudati polisaccaridici
La precipitazione degli ossidi e degli idrossidi dei metalli dei fosfati e dei
carbonati aumenta lrsquoaggregazione
Cationi come Si4+ Fe3+ Al3+ e Ca2+ stimolano la precipitazione di composti
organo-metallici e gels che funzionano da leganti Inoltre Ca2+ e Mg2+ fanno da
ponte tra le argille e SOC nei microaggregati
Infine le radici delle piante e le ife fungine rilasciano essudati che hanno azione
collante e aumentano la stabilitagrave degli aggregati
La struttura del suolo non egrave mai in una situazione statica bensigrave si trova in un
equilibrio dinamico Crsquoegrave un continuo turnover con formazione e rottura di
aggregati
I fattori di aggregazione assumono importanza diversa in base alle
caratteristiche pedologiche del suolo in esame Generalmente concorrono tutti
alla formazione della struttura ma come si puograve vedere dalla tabella 111 ogni
suolo ha un principale fattore di aggregazione
Tabella 1111 fattori principali di aggregazione per i diversi ordini di suolo (Bronick et al 2005)
11 La struttura del suolo e lrsquoerosione
La struttura limita lrsquoerosione (Barthegraves et al 1999 Barthegraves e Roose E 2002
Bronick e Lal R 2005)
In primis incrementa la porositagrave e conferisce al suolo una maggior capacitagrave di
infiltrazione che limita il flusso superficiale (runoff)
Inoltre la vulnerabilitagrave allrsquoerosione egrave legata alla stabilitagrave degli aggregati Se non
sono resistenti si rompono facilmente in particelle di suolo e piccoli aggregati
durante gli eventi piovosi Questi andranno a formare la crosta superficiale
determinando un aumento di runoff e trasporto di particelle (De Ploey e Poesen
1985 Le Bissonais 1996) Viceversa quando sono stabili resistono meglio
allrsquoazione battente della pioggia e al ruscellamento superficiale riducendo il tasso
di erosione
Il rapporto tra stabilitagrave degli aggregati ed erosione egrave ben rappresentato nel
lavoro di Barthegraves et al (1999) Lo studio su un Entisuolo in versante collinare
coltivato ad avena (Avena sativa L) Come evidenziato in figura 112 che
correlando la stabilitagrave degli aggregati alla profonditagrave di erosione e alla perdita di
suolo la profonditagrave di erosione e la perdita di suolo sono negativamente correlate
in modo significativo alla stabilitagrave dei macroaggregati sottolineando che
maggiore egrave la stabilita degli aggregati e minori sono erosione e perdita di suolo
Figura 112 correlazione tra indice di stabilitagrave dei macroaggregati e profonditagrave di erosione (mm) e
perdita di suolo (g m-2) Allrsquoaumentare della stabilitagrave dei macroaggregati diminuiscono i mm di suolo
erosi e la quantitagrave di sedimenti asportati
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura
La coltivazione delle terre ha generalmente un effetto negativo sulla struttura
(Hamblin 1980 Angers e Mehuis 1989 Plante e McGill 2002)
La principale causa egrave la lavorazione del suolo che ha effetti sia diretti sia
indiretti Quelli diretti sono dovuti alla rottura degli aggregati provocata
dallrsquoazione meccanica degli attrezzi soprattutto se collegati alla presa di potenza
(frese erpici rotanti e trinciatrici)
Quelli indiretti invece riguardano la diminuzione della sostanza organica
importante fattore di aggregazione dovuta alla maggiore aereazione del suolo e
alla minor attivitagrave biologica Lrsquoeffetto determinante della sostanza organica nel
migliorare la struttura egrave stato dimostrato in molti lavori Barthegraves et al (1999)
hanno trovato una correlazione positiva tra sostanza organica e stabilitagrave degli
aggregati
Ricerche specifiche hanno trovato una correlazione positiva (fig 121) tra
contenuto in sostanza organica e diametro medio degli aggregati (Chenu et al
2000 Bronick e Lal 2005)
Figura 121 correlazione tra diametro medio degli aggregati (MWD) e sostanza organica (SOC)
(Bronick e Lal 2005) Allrsquoaumentare della sostanza organica aumenta il diametro degli aggregati e
questo egrave un indice di aumento di struttura
Allrsquoaumentare della sostanza organica aumentano la stabilitagrave e la dimensione
degli aggregati quindi il grado di struttura
Da queste osservazioni si deduce che come principio generale per migliorare
la struttura bisogna ridurre il numero delle lavorazioni (minimum tillage) e favorire
lrsquoaumento della sostanza organica
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive
In vigneto si riscontra sovente il problema dellrsquoerosione idrica
Dallrsquoanalisi di un database sulle misure dei tassi erosivi a medio termine (3-20
anni) riferiti a campi sperimentali con diversi usi del suolo situati in tutta
Europa ottenuti in condizioni di pioggia naturale egrave stato stabilito che la
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
1 La struttura dei suoli
11 La struttura
Per struttura srsquointende il modo in cui i costituenti organici ed inorganici del
suolo si dispongono tra di loro (Bronick CJ Lal R 2005) La presenza di forze di
attrazione e repulsione tra queste particelle le spinge a unirsi in unitagrave di
dimensioni piugrave grandi che sono chiamate aggregati
Lrsquoaggregato egrave lrsquounitagrave base della struttura e lrsquoaggregazione determina la
formazione di struttura Il principio fisico-chimico su cui si costituisce
lrsquoarchitettura strutturale egrave che le forze di legame allrsquointerno dellrsquoaggregato sono
maggiori rispetto a quelle tra gli aggregati Tutto questo fa si che i diversi
aggregati si comportano come elementi singoli circondati da spazi di rottura
(pori)
Gli effetti della struttura vertono quindi sia sulla componente solida del suolo
sia sugli spazi tra le particelle la porositagrave (fig 111)
La struttura influenza in modo determinante molti aspetti chimici fisici e
biologici del suolo tra cui flussi idrici ritenzione e disponibilitagrave degli elementi
nutritivi densitagrave apparente decomposizione della sostanza organica e
Figura 1111 rappresentazione concettuale di suolo senza struttura (sinistra) e strutturato (destra) I diversi colori rappresentano i vari fattori di aggregazione e le parti bianche macro e micropori Nel suolo strutturato aumenta il volume occupato dallrsquoinsieme (densitagrave apparente) si ampliano gli spazi (porositagrave) e cambia la disposizione tra le particelle
proliferazione dei microorganismi Favorire la struttura e la stabilitagrave degli
aggregati consente di migliorare la fertilitagrave del suolo accrescerne la produttivitagrave
agronomica la porositagrave e diminuirne lrsquoerodibilitagrave
I costituenti del suolo che partecipano alla formazione della struttura chiamati
anche fattori di aggregazione sono sostanza organica (compresi gli essudati degli
apparati radicali e i metaboliti dei microorganismi del suolo) minerali argillosi
ioni carbonati ossidi e idrossidi dei metalli I processi che portano alla loro
aggregazione non sono ancora stati chiariti del tutto percheacute si tratta di un
sistema molto eterogeneo e complesso perograve alcuni meccanismi sono stati
ipotizzati
Innanzitutto sono diverse le vie che possono portare alla formazione
dellrsquoaggregato
Dallrsquounione di piugrave microaggregati (lt250 microm) si possono formare dei
macroaggregati (gt250 microm) (Edwards e Bremner 1976 Tisdall 1996) Questa egrave
chiamata teoria gerarchica I microaggregati sono composti da molecole organiche
(OM) legate ad argilla (Cl) e cationi polivalenti (P)
Microaggregato ClndashPndashOM
Dalla loro unione si formano macroaggregati
Macroaggregato [(ClndashPndashOM)x]y
Oppure secondo il modello chiamato concentrico i macroaggregati possono
formarsi attorno a frammenti di vegetali e sostanza organica indecomposta
(particulate organic matter POM) Con la decomposizione della POM mediata dai
microorganismi la stabilitagrave del macroaggregato aumenta e nella parte interna si
formano microaggregati Il macroaggregato potragrave allora rimanere come tale o in
caso di rottura liberare microaggregati molto stabili che potranno unirsi e
originare nuovi macroaggregati
Altri macroaggregati si possono formare attorno alle colonie batteriche che
uniscono le particelle di argilla grazie ai loro essudati polisaccaridici
La precipitazione degli ossidi e degli idrossidi dei metalli dei fosfati e dei
carbonati aumenta lrsquoaggregazione
Cationi come Si4+ Fe3+ Al3+ e Ca2+ stimolano la precipitazione di composti
organo-metallici e gels che funzionano da leganti Inoltre Ca2+ e Mg2+ fanno da
ponte tra le argille e SOC nei microaggregati
Infine le radici delle piante e le ife fungine rilasciano essudati che hanno azione
collante e aumentano la stabilitagrave degli aggregati
La struttura del suolo non egrave mai in una situazione statica bensigrave si trova in un
equilibrio dinamico Crsquoegrave un continuo turnover con formazione e rottura di
aggregati
I fattori di aggregazione assumono importanza diversa in base alle
caratteristiche pedologiche del suolo in esame Generalmente concorrono tutti
alla formazione della struttura ma come si puograve vedere dalla tabella 111 ogni
suolo ha un principale fattore di aggregazione
Tabella 1111 fattori principali di aggregazione per i diversi ordini di suolo (Bronick et al 2005)
11 La struttura del suolo e lrsquoerosione
La struttura limita lrsquoerosione (Barthegraves et al 1999 Barthegraves e Roose E 2002
Bronick e Lal R 2005)
In primis incrementa la porositagrave e conferisce al suolo una maggior capacitagrave di
infiltrazione che limita il flusso superficiale (runoff)
Inoltre la vulnerabilitagrave allrsquoerosione egrave legata alla stabilitagrave degli aggregati Se non
sono resistenti si rompono facilmente in particelle di suolo e piccoli aggregati
durante gli eventi piovosi Questi andranno a formare la crosta superficiale
determinando un aumento di runoff e trasporto di particelle (De Ploey e Poesen
1985 Le Bissonais 1996) Viceversa quando sono stabili resistono meglio
allrsquoazione battente della pioggia e al ruscellamento superficiale riducendo il tasso
di erosione
Il rapporto tra stabilitagrave degli aggregati ed erosione egrave ben rappresentato nel
lavoro di Barthegraves et al (1999) Lo studio su un Entisuolo in versante collinare
coltivato ad avena (Avena sativa L) Come evidenziato in figura 112 che
correlando la stabilitagrave degli aggregati alla profonditagrave di erosione e alla perdita di
suolo la profonditagrave di erosione e la perdita di suolo sono negativamente correlate
in modo significativo alla stabilitagrave dei macroaggregati sottolineando che
maggiore egrave la stabilita degli aggregati e minori sono erosione e perdita di suolo
Figura 112 correlazione tra indice di stabilitagrave dei macroaggregati e profonditagrave di erosione (mm) e
perdita di suolo (g m-2) Allrsquoaumentare della stabilitagrave dei macroaggregati diminuiscono i mm di suolo
erosi e la quantitagrave di sedimenti asportati
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura
La coltivazione delle terre ha generalmente un effetto negativo sulla struttura
(Hamblin 1980 Angers e Mehuis 1989 Plante e McGill 2002)
La principale causa egrave la lavorazione del suolo che ha effetti sia diretti sia
indiretti Quelli diretti sono dovuti alla rottura degli aggregati provocata
dallrsquoazione meccanica degli attrezzi soprattutto se collegati alla presa di potenza
(frese erpici rotanti e trinciatrici)
Quelli indiretti invece riguardano la diminuzione della sostanza organica
importante fattore di aggregazione dovuta alla maggiore aereazione del suolo e
alla minor attivitagrave biologica Lrsquoeffetto determinante della sostanza organica nel
migliorare la struttura egrave stato dimostrato in molti lavori Barthegraves et al (1999)
hanno trovato una correlazione positiva tra sostanza organica e stabilitagrave degli
aggregati
Ricerche specifiche hanno trovato una correlazione positiva (fig 121) tra
contenuto in sostanza organica e diametro medio degli aggregati (Chenu et al
2000 Bronick e Lal 2005)
Figura 121 correlazione tra diametro medio degli aggregati (MWD) e sostanza organica (SOC)
(Bronick e Lal 2005) Allrsquoaumentare della sostanza organica aumenta il diametro degli aggregati e
questo egrave un indice di aumento di struttura
Allrsquoaumentare della sostanza organica aumentano la stabilitagrave e la dimensione
degli aggregati quindi il grado di struttura
Da queste osservazioni si deduce che come principio generale per migliorare
la struttura bisogna ridurre il numero delle lavorazioni (minimum tillage) e favorire
lrsquoaumento della sostanza organica
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive
In vigneto si riscontra sovente il problema dellrsquoerosione idrica
Dallrsquoanalisi di un database sulle misure dei tassi erosivi a medio termine (3-20
anni) riferiti a campi sperimentali con diversi usi del suolo situati in tutta
Europa ottenuti in condizioni di pioggia naturale egrave stato stabilito che la
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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163 288-298
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
proliferazione dei microorganismi Favorire la struttura e la stabilitagrave degli
aggregati consente di migliorare la fertilitagrave del suolo accrescerne la produttivitagrave
agronomica la porositagrave e diminuirne lrsquoerodibilitagrave
I costituenti del suolo che partecipano alla formazione della struttura chiamati
anche fattori di aggregazione sono sostanza organica (compresi gli essudati degli
apparati radicali e i metaboliti dei microorganismi del suolo) minerali argillosi
ioni carbonati ossidi e idrossidi dei metalli I processi che portano alla loro
aggregazione non sono ancora stati chiariti del tutto percheacute si tratta di un
sistema molto eterogeneo e complesso perograve alcuni meccanismi sono stati
ipotizzati
Innanzitutto sono diverse le vie che possono portare alla formazione
dellrsquoaggregato
Dallrsquounione di piugrave microaggregati (lt250 microm) si possono formare dei
macroaggregati (gt250 microm) (Edwards e Bremner 1976 Tisdall 1996) Questa egrave
chiamata teoria gerarchica I microaggregati sono composti da molecole organiche
(OM) legate ad argilla (Cl) e cationi polivalenti (P)
Microaggregato ClndashPndashOM
Dalla loro unione si formano macroaggregati
Macroaggregato [(ClndashPndashOM)x]y
Oppure secondo il modello chiamato concentrico i macroaggregati possono
formarsi attorno a frammenti di vegetali e sostanza organica indecomposta
(particulate organic matter POM) Con la decomposizione della POM mediata dai
microorganismi la stabilitagrave del macroaggregato aumenta e nella parte interna si
formano microaggregati Il macroaggregato potragrave allora rimanere come tale o in
caso di rottura liberare microaggregati molto stabili che potranno unirsi e
originare nuovi macroaggregati
Altri macroaggregati si possono formare attorno alle colonie batteriche che
uniscono le particelle di argilla grazie ai loro essudati polisaccaridici
La precipitazione degli ossidi e degli idrossidi dei metalli dei fosfati e dei
carbonati aumenta lrsquoaggregazione
Cationi come Si4+ Fe3+ Al3+ e Ca2+ stimolano la precipitazione di composti
organo-metallici e gels che funzionano da leganti Inoltre Ca2+ e Mg2+ fanno da
ponte tra le argille e SOC nei microaggregati
Infine le radici delle piante e le ife fungine rilasciano essudati che hanno azione
collante e aumentano la stabilitagrave degli aggregati
La struttura del suolo non egrave mai in una situazione statica bensigrave si trova in un
equilibrio dinamico Crsquoegrave un continuo turnover con formazione e rottura di
aggregati
I fattori di aggregazione assumono importanza diversa in base alle
caratteristiche pedologiche del suolo in esame Generalmente concorrono tutti
alla formazione della struttura ma come si puograve vedere dalla tabella 111 ogni
suolo ha un principale fattore di aggregazione
Tabella 1111 fattori principali di aggregazione per i diversi ordini di suolo (Bronick et al 2005)
11 La struttura del suolo e lrsquoerosione
La struttura limita lrsquoerosione (Barthegraves et al 1999 Barthegraves e Roose E 2002
Bronick e Lal R 2005)
In primis incrementa la porositagrave e conferisce al suolo una maggior capacitagrave di
infiltrazione che limita il flusso superficiale (runoff)
Inoltre la vulnerabilitagrave allrsquoerosione egrave legata alla stabilitagrave degli aggregati Se non
sono resistenti si rompono facilmente in particelle di suolo e piccoli aggregati
durante gli eventi piovosi Questi andranno a formare la crosta superficiale
determinando un aumento di runoff e trasporto di particelle (De Ploey e Poesen
1985 Le Bissonais 1996) Viceversa quando sono stabili resistono meglio
allrsquoazione battente della pioggia e al ruscellamento superficiale riducendo il tasso
di erosione
Il rapporto tra stabilitagrave degli aggregati ed erosione egrave ben rappresentato nel
lavoro di Barthegraves et al (1999) Lo studio su un Entisuolo in versante collinare
coltivato ad avena (Avena sativa L) Come evidenziato in figura 112 che
correlando la stabilitagrave degli aggregati alla profonditagrave di erosione e alla perdita di
suolo la profonditagrave di erosione e la perdita di suolo sono negativamente correlate
in modo significativo alla stabilitagrave dei macroaggregati sottolineando che
maggiore egrave la stabilita degli aggregati e minori sono erosione e perdita di suolo
Figura 112 correlazione tra indice di stabilitagrave dei macroaggregati e profonditagrave di erosione (mm) e
perdita di suolo (g m-2) Allrsquoaumentare della stabilitagrave dei macroaggregati diminuiscono i mm di suolo
erosi e la quantitagrave di sedimenti asportati
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura
La coltivazione delle terre ha generalmente un effetto negativo sulla struttura
(Hamblin 1980 Angers e Mehuis 1989 Plante e McGill 2002)
La principale causa egrave la lavorazione del suolo che ha effetti sia diretti sia
indiretti Quelli diretti sono dovuti alla rottura degli aggregati provocata
dallrsquoazione meccanica degli attrezzi soprattutto se collegati alla presa di potenza
(frese erpici rotanti e trinciatrici)
Quelli indiretti invece riguardano la diminuzione della sostanza organica
importante fattore di aggregazione dovuta alla maggiore aereazione del suolo e
alla minor attivitagrave biologica Lrsquoeffetto determinante della sostanza organica nel
migliorare la struttura egrave stato dimostrato in molti lavori Barthegraves et al (1999)
hanno trovato una correlazione positiva tra sostanza organica e stabilitagrave degli
aggregati
Ricerche specifiche hanno trovato una correlazione positiva (fig 121) tra
contenuto in sostanza organica e diametro medio degli aggregati (Chenu et al
2000 Bronick e Lal 2005)
Figura 121 correlazione tra diametro medio degli aggregati (MWD) e sostanza organica (SOC)
(Bronick e Lal 2005) Allrsquoaumentare della sostanza organica aumenta il diametro degli aggregati e
questo egrave un indice di aumento di struttura
Allrsquoaumentare della sostanza organica aumentano la stabilitagrave e la dimensione
degli aggregati quindi il grado di struttura
Da queste osservazioni si deduce che come principio generale per migliorare
la struttura bisogna ridurre il numero delle lavorazioni (minimum tillage) e favorire
lrsquoaumento della sostanza organica
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive
In vigneto si riscontra sovente il problema dellrsquoerosione idrica
Dallrsquoanalisi di un database sulle misure dei tassi erosivi a medio termine (3-20
anni) riferiti a campi sperimentali con diversi usi del suolo situati in tutta
Europa ottenuti in condizioni di pioggia naturale egrave stato stabilito che la
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Cationi come Si4+ Fe3+ Al3+ e Ca2+ stimolano la precipitazione di composti
organo-metallici e gels che funzionano da leganti Inoltre Ca2+ e Mg2+ fanno da
ponte tra le argille e SOC nei microaggregati
Infine le radici delle piante e le ife fungine rilasciano essudati che hanno azione
collante e aumentano la stabilitagrave degli aggregati
La struttura del suolo non egrave mai in una situazione statica bensigrave si trova in un
equilibrio dinamico Crsquoegrave un continuo turnover con formazione e rottura di
aggregati
I fattori di aggregazione assumono importanza diversa in base alle
caratteristiche pedologiche del suolo in esame Generalmente concorrono tutti
alla formazione della struttura ma come si puograve vedere dalla tabella 111 ogni
suolo ha un principale fattore di aggregazione
Tabella 1111 fattori principali di aggregazione per i diversi ordini di suolo (Bronick et al 2005)
11 La struttura del suolo e lrsquoerosione
La struttura limita lrsquoerosione (Barthegraves et al 1999 Barthegraves e Roose E 2002
Bronick e Lal R 2005)
In primis incrementa la porositagrave e conferisce al suolo una maggior capacitagrave di
infiltrazione che limita il flusso superficiale (runoff)
Inoltre la vulnerabilitagrave allrsquoerosione egrave legata alla stabilitagrave degli aggregati Se non
sono resistenti si rompono facilmente in particelle di suolo e piccoli aggregati
durante gli eventi piovosi Questi andranno a formare la crosta superficiale
determinando un aumento di runoff e trasporto di particelle (De Ploey e Poesen
1985 Le Bissonais 1996) Viceversa quando sono stabili resistono meglio
allrsquoazione battente della pioggia e al ruscellamento superficiale riducendo il tasso
di erosione
Il rapporto tra stabilitagrave degli aggregati ed erosione egrave ben rappresentato nel
lavoro di Barthegraves et al (1999) Lo studio su un Entisuolo in versante collinare
coltivato ad avena (Avena sativa L) Come evidenziato in figura 112 che
correlando la stabilitagrave degli aggregati alla profonditagrave di erosione e alla perdita di
suolo la profonditagrave di erosione e la perdita di suolo sono negativamente correlate
in modo significativo alla stabilitagrave dei macroaggregati sottolineando che
maggiore egrave la stabilita degli aggregati e minori sono erosione e perdita di suolo
Figura 112 correlazione tra indice di stabilitagrave dei macroaggregati e profonditagrave di erosione (mm) e
perdita di suolo (g m-2) Allrsquoaumentare della stabilitagrave dei macroaggregati diminuiscono i mm di suolo
erosi e la quantitagrave di sedimenti asportati
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura
La coltivazione delle terre ha generalmente un effetto negativo sulla struttura
(Hamblin 1980 Angers e Mehuis 1989 Plante e McGill 2002)
La principale causa egrave la lavorazione del suolo che ha effetti sia diretti sia
indiretti Quelli diretti sono dovuti alla rottura degli aggregati provocata
dallrsquoazione meccanica degli attrezzi soprattutto se collegati alla presa di potenza
(frese erpici rotanti e trinciatrici)
Quelli indiretti invece riguardano la diminuzione della sostanza organica
importante fattore di aggregazione dovuta alla maggiore aereazione del suolo e
alla minor attivitagrave biologica Lrsquoeffetto determinante della sostanza organica nel
migliorare la struttura egrave stato dimostrato in molti lavori Barthegraves et al (1999)
hanno trovato una correlazione positiva tra sostanza organica e stabilitagrave degli
aggregati
Ricerche specifiche hanno trovato una correlazione positiva (fig 121) tra
contenuto in sostanza organica e diametro medio degli aggregati (Chenu et al
2000 Bronick e Lal 2005)
Figura 121 correlazione tra diametro medio degli aggregati (MWD) e sostanza organica (SOC)
(Bronick e Lal 2005) Allrsquoaumentare della sostanza organica aumenta il diametro degli aggregati e
questo egrave un indice di aumento di struttura
Allrsquoaumentare della sostanza organica aumentano la stabilitagrave e la dimensione
degli aggregati quindi il grado di struttura
Da queste osservazioni si deduce che come principio generale per migliorare
la struttura bisogna ridurre il numero delle lavorazioni (minimum tillage) e favorire
lrsquoaumento della sostanza organica
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive
In vigneto si riscontra sovente il problema dellrsquoerosione idrica
Dallrsquoanalisi di un database sulle misure dei tassi erosivi a medio termine (3-20
anni) riferiti a campi sperimentali con diversi usi del suolo situati in tutta
Europa ottenuti in condizioni di pioggia naturale egrave stato stabilito che la
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Inoltre la vulnerabilitagrave allrsquoerosione egrave legata alla stabilitagrave degli aggregati Se non
sono resistenti si rompono facilmente in particelle di suolo e piccoli aggregati
durante gli eventi piovosi Questi andranno a formare la crosta superficiale
determinando un aumento di runoff e trasporto di particelle (De Ploey e Poesen
1985 Le Bissonais 1996) Viceversa quando sono stabili resistono meglio
allrsquoazione battente della pioggia e al ruscellamento superficiale riducendo il tasso
di erosione
Il rapporto tra stabilitagrave degli aggregati ed erosione egrave ben rappresentato nel
lavoro di Barthegraves et al (1999) Lo studio su un Entisuolo in versante collinare
coltivato ad avena (Avena sativa L) Come evidenziato in figura 112 che
correlando la stabilitagrave degli aggregati alla profonditagrave di erosione e alla perdita di
suolo la profonditagrave di erosione e la perdita di suolo sono negativamente correlate
in modo significativo alla stabilitagrave dei macroaggregati sottolineando che
maggiore egrave la stabilita degli aggregati e minori sono erosione e perdita di suolo
Figura 112 correlazione tra indice di stabilitagrave dei macroaggregati e profonditagrave di erosione (mm) e
perdita di suolo (g m-2) Allrsquoaumentare della stabilitagrave dei macroaggregati diminuiscono i mm di suolo
erosi e la quantitagrave di sedimenti asportati
12 Tecniche agronomiche per migliorare la struttura
La coltivazione delle terre ha generalmente un effetto negativo sulla struttura
(Hamblin 1980 Angers e Mehuis 1989 Plante e McGill 2002)
La principale causa egrave la lavorazione del suolo che ha effetti sia diretti sia
indiretti Quelli diretti sono dovuti alla rottura degli aggregati provocata
dallrsquoazione meccanica degli attrezzi soprattutto se collegati alla presa di potenza
(frese erpici rotanti e trinciatrici)
Quelli indiretti invece riguardano la diminuzione della sostanza organica
importante fattore di aggregazione dovuta alla maggiore aereazione del suolo e
alla minor attivitagrave biologica Lrsquoeffetto determinante della sostanza organica nel
migliorare la struttura egrave stato dimostrato in molti lavori Barthegraves et al (1999)
hanno trovato una correlazione positiva tra sostanza organica e stabilitagrave degli
aggregati
Ricerche specifiche hanno trovato una correlazione positiva (fig 121) tra
contenuto in sostanza organica e diametro medio degli aggregati (Chenu et al
2000 Bronick e Lal 2005)
Figura 121 correlazione tra diametro medio degli aggregati (MWD) e sostanza organica (SOC)
(Bronick e Lal 2005) Allrsquoaumentare della sostanza organica aumenta il diametro degli aggregati e
questo egrave un indice di aumento di struttura
Allrsquoaumentare della sostanza organica aumentano la stabilitagrave e la dimensione
degli aggregati quindi il grado di struttura
Da queste osservazioni si deduce che come principio generale per migliorare
la struttura bisogna ridurre il numero delle lavorazioni (minimum tillage) e favorire
lrsquoaumento della sostanza organica
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive
In vigneto si riscontra sovente il problema dellrsquoerosione idrica
Dallrsquoanalisi di un database sulle misure dei tassi erosivi a medio termine (3-20
anni) riferiti a campi sperimentali con diversi usi del suolo situati in tutta
Europa ottenuti in condizioni di pioggia naturale egrave stato stabilito che la
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Quelli indiretti invece riguardano la diminuzione della sostanza organica
importante fattore di aggregazione dovuta alla maggiore aereazione del suolo e
alla minor attivitagrave biologica Lrsquoeffetto determinante della sostanza organica nel
migliorare la struttura egrave stato dimostrato in molti lavori Barthegraves et al (1999)
hanno trovato una correlazione positiva tra sostanza organica e stabilitagrave degli
aggregati
Ricerche specifiche hanno trovato una correlazione positiva (fig 121) tra
contenuto in sostanza organica e diametro medio degli aggregati (Chenu et al
2000 Bronick e Lal 2005)
Figura 121 correlazione tra diametro medio degli aggregati (MWD) e sostanza organica (SOC)
(Bronick e Lal 2005) Allrsquoaumentare della sostanza organica aumenta il diametro degli aggregati e
questo egrave un indice di aumento di struttura
Allrsquoaumentare della sostanza organica aumentano la stabilitagrave e la dimensione
degli aggregati quindi il grado di struttura
Da queste osservazioni si deduce che come principio generale per migliorare
la struttura bisogna ridurre il numero delle lavorazioni (minimum tillage) e favorire
lrsquoaumento della sostanza organica
13 Erosione nei vigneti e pratiche agronomiche protettive
In vigneto si riscontra sovente il problema dellrsquoerosione idrica
Dallrsquoanalisi di un database sulle misure dei tassi erosivi a medio termine (3-20
anni) riferiti a campi sperimentali con diversi usi del suolo situati in tutta
Europa ottenuti in condizioni di pioggia naturale egrave stato stabilito che la
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
viticoltura egrave la maggiore causa di perdita di suolo a livello europeo (Cerdan et al
2006) Studiando il rapporto tra viticoltura e perdita di suolo in una zona viticola
australiana egrave stato stimato che ad ogni bottiglia di vino prodotta corrispondono 3
kg di suolo persi (Loughran et al 2000)
In unrsquoarea viticola sperimentale piemontese sono stati misurati 70 t ha-1 anno-1
di suolo eroso (Tropeano 1983) mentre in un unico evento piovoso nel sud est
della Francia 34 t ha-1 (Wainwright 1996) e 22 t ha-1 anno-1 nel nord est della
Spagna (Usόn 1998)
Usando i ceppi di vite piugrave precisamente il punto drsquoinnesto (131) come indice
del livello del suolo al momento dellrsquoimpianto (Botanical benchmarcs) egrave stata
stimata per la zona viticola della Navarre (Spagna) unrsquoerosione media su scala
temporale multi-decennale di 25-30 t ha-1 anno-1 (Casaligrave et al 2009) Sempre
con lo stesso metodo ma in un bacino idrografico situato 60 km a ovest di
Montpellier (Peyne Francia) egrave stata stimata unrsquoerosione media multi-decennale
di 105 t ha-1 anno-1 (Paroissien et al 2010)
Figura 131 determinazione della perdita di suolo in vigneto su scala multi-decennale usando
come riferimento il punto drsquoinnesto (Paroissien et al 2010 Modificato) Il suolo perso egrave stimato in
base alla differenza di altezza tra il punto di innesto e lrsquoattuale livello del suolo
Le cause di tassi erosivi cosigrave alti sono diverse perograve possono essere ricondotte a
tre fattori principali
- climi caratterizzati da alta erosivitagrave delle piogge
- coltivazione in pendenza
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
- gestione del suolo
Clima e pendenza sono aspetti difficilmente modificabili e strettamente legati
alla produzione viticola soprattutto quella di qualitagrave (Eynard e Dalmasso 2002)
Sulla gestione del suolo ci sono invece ampi margini drsquointervento percheacute
sovente egrave impostata considerando solamente gli aspetti produttivi del vigneto
tralasciando quelli che riguardano la difesa del suolo dallrsquoerosione
In questo caso per gestione del suolo si vogliono intendere tutte le operazioni
inerenti la coltivazione della vite che hanno ricadute sullrsquoerosione sia dirette sia
indirette Si vuole cioegrave affrontare il problema con una visione piugrave olistica
Una delle operazioni colturali che piugrave influisce sullrsquoerosione egrave la lotta alle erbe
infestanti nellrsquointerfilare In vigneto si punta a limitarne lo sviluppo per evitare
che entrino in competizione con la vite Vengono a mancare cosigrave tutti gli effetti
positivi della copertura vegetale Il suolo egrave maggiormente esposto allrsquoazione
battente delle gocce drsquoacqua ed egrave minore lrsquoeffetto legante degli apparati radicali
Inoltre crsquoegrave un minor apporto di sostanza organica con la conseguente diminuzione
della stabilitagrave degli aggregati
Le tecniche usate per raggiungere questrsquoobbiettivo sono il diserbo totale la
lavorazione e la trinciatura
Studi sullrsquoerosione in vigneti situati nella Francia del sud vicino a Montpellier
hanno messo in luce che tra diserbo e lavorazione egrave il primo che causa la maggior
perdita di suolo (Raclot et al 2009) Questo percheacute favorisce la formazione di
crosta superficiale con diminuzione drsquoinfiltrazione e aumento del runoff mentre
la lavorazione accresce la rugositagrave superficiale migliorando lrsquoinfiltrazione e
contrastando il runoff Tuttavia anche nel caso della lavorazione convenzionale la
perdita di suolo egrave alta
La trinciatura ha un effetto meno drastico sul suolo percheacute non porta ad una
eliminazione totale del cotico erboso In questo caso gli apparati radicali
rimangono e il suolo egrave piugrave protetto Comunque va prestata attenzione al numero
di passaggi e alla profonditagrave di lavorazione percheacute questrsquooperazione agronomica
puograve causare effetti peggiori di lavorazione e diserbo Una trinciatura ldquobassardquo va a
colpire il primo strato di suolo (alcuni cm) provocando un forte compattamento
dato dagli organi rotanti (zappette coltelli mazzette) che battono sul suolo ad alta
velocitagrave e distrugge la struttura superficiale producendo particelle molto fini
Conseguentemente aumenta il runoff (diminuisce lrsquoinfiltrazione) le particelle fini
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
sono facilmente asportate e la perdita di suolo egrave alta I troppi passaggi
indeboliscono molto le essenze erbacee che diventano meno resistenti
disseccano facilmente e non garantiscono la copertura del suolo per tutto lrsquoanno
Un altro aspetto che influisce sullrsquoerosione egrave il compattamento superficiale
determinato dal transito delle trattrici Il loro peso comprime la struttura e le
particelle di suolo si avvicinano Diminuisce cosi la porositagrave (aumenta la densitagrave
apparente) lrsquoacqua srsquoinfiltra meno percheacute incontra una maggiore resistenza e
aumenta il runoff
In vigneto il numero di passaggi egrave inevitabilmente alto Oltre alla gestione
dellrsquointerfilare si effettuano i trattamenti fitosanitari (6-11 passaggianno) le
operazioni di gestione della chioma (2-3 passaggianno cimature e sfogliatura) le
concimazioni (1-2 passaggianno) lrsquoeliminazione delle infestanti sulla fila (1-2
passaggianno) e la lavorazione autunnale (1 passaggioanno)
Inoltre in casi di viticoltura ad elevato grado di meccanizzazione del vigneto si
aggiungono la potatura (1 passaggioanno) il palizzamento (1 passaggioanno) e
la vendemmia (1 passaggioanno) Frequentemente nel caso dei trattamenti
fitosanitari avviene il transito dei mezzi sul suolo subito dopo eventi piovosi
quando egrave ancora bagnato e molto suscettibile al compattamento
Il compattamento egrave anche legato alla gestione delle erbe infestanti percheacute la
presenza di un adeguato cotico erboso aumenterebbe la portanza del suolo sia
asciutto che bagnato riducendo il problema
Altri fattori della gestione del suolo del vigneto che possono influire
sullrsquoerosione oltre alla lavorazione egrave lrsquoorientamento dei filari Lrsquoorientamento dei
filari lungo la linea di massima pendenza (rittochino) favorisce lrsquoerosione mentre
se orientati perpendicolarmente alla linea di pendenza la attenuano
Un ulteriore aspetto che determina lrsquoaumento dellrsquoerosione egrave il decremento
delle concimazioni organiche a favore di quelle minerali Lrsquointroduzione di
sostanza organica favorirebbe la strutturazione tamponando le perdite mentre
senza questo apporto si ha invece una costante diminuzione di carbonio organico
Infine non bisogna dimenticare le operazioni di scasso e livellamento che
avvengono allrsquoimpianto del vigneto (fig132) Queste disturbano altamente il
suolo e ne aumentano la vulnerabilitagrave (Bozzoffi et al 1989)
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Figura 132 Erosione incanalata profonda (gully erosion) in un uliveto dopo livellamento e scasso
(foto Bozzofi - ISSDS)
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
2 Influenza della gestione del suolo sulla qualitagrave
della vite
I vigneti sono generalmente situati in colline predisposte allo scorrimento delle
acque e allrsquoerosione (Arnaez et al 2007)
Dagli anni lsquo60 a oggi abbiamo assistito a unrsquoevoluzione nella gestione del suolo
determinata da vari fattori quali la diffusione della meccanizzazione la necessitagrave
di contenimento dei costi un progressivo cambiamento nella gestione degli
equilibri vegeto-produttivi finalizzati a unrsquoottimizzazione della qualitagrave dellrsquouva e
infine una maggiore sensibilitagrave per le problematiche ambientali In particolare
negli ultimi anni si sta valorizzando lrsquoimportante ruolo dellrsquoagricoltura nel
preservare lrsquoequilibrio dellrsquoambiente e in questrsquoottica le tecniche di gestione del
suolo devono essere volte ad alterare il meno possibile la composizione (sostanza
organica fertilitagrave) la struttura e la biodiversitagrave naturale del suolo cosigrave da ridurne
la degradazione lerosione e il compattamento
In vigneto sono usati principalmente due sistemi
o la lavorazione
o la non lavorazione con gestione delle malerbe attraverso lrsquouso di
diserbanti
Un terzo sistema che cerca di riprodurre un sistema naturale egrave lrsquoinerbimento
spontaneo o artificiale dellrsquointerfilare
In un esperimento di tre anni nella zona dello Champagne Ballif e Herre (1986)
non hanno riscontrato differenze significative nelle perdite di suolo tra lavorato e
non lavorato-diserbato (300 g m-2y-1 contro 250 g m-2y-1) Lrsquoefficacia della
lavorazione rispetto alla non lavorazione abbinata al diserbo sulle caratteristiche
del suolo egrave di difficile interpretazione a causa di risultati spesso contrastanti
Alcuni autori sottolineano che la non lavorazione abbinata al diserbo produce
meno perdite di uno stesso suolo lavorato (Giraldez et al 1990 Bruggeman et
al 2005) mentre altri autori affermano il contrario (Gomez et al 2003 2004
Francia Martinez et al 2006)
Recenti studi hanno messo in evidenza come le lavorazioni possano velocizzare
i normali processi di erosione del suolo i quali comportano la perdita degli strati
con maggiore biodiversitagrave microbica ed anche piugrave ricchi di sostanza organica
(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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(Van der Knijff et al 2000 Novara et al 2011) considerando che circa il 65
degli impianti viticoli italiani egrave dislocato in zone collinari questo fenomeno puograve
assumere entitagrave elevate
Inoltre nel vigneto gestito mediante tale pratica colturale lrsquoingresso delle
macchine operatrici in campo puograve avvenire solo se il terreno egrave asciutto per
limitare il rischio di compattazione e formazione di una suola di lavorazione
impermeabile causata dal loro passaggio su suolo bagnato o comunque non in
tempera che comporterebbe un aumento dei rischi di ristagno idrico (Ramazzotti
e Intrieri 2008)
Queste motivazioni hanno determinato la necessitagrave sia nei terreni declivi sia in
quelli di pianura di ricorrere a tecniche di gestione del suolo diverse dalle
lavorazioni La tecnica che si sta progressivamente diffondendo per la gestione del
suolo nella viticoltura italiana in alternativa alle lavorazioni tradizionali ed al
diserbo totale egrave rappresentata dallrsquoinerbimento Esso puograve essere condotto in
varie forme interfilare a filari alterni temporaneo spontaneo seminato (fig 21)
Un ulteriore aspetto positivo legato allrsquouso di tale tecnica colturale egrave dato dalla
limitazione dello sviluppo delle infestanti (Celette et al 2005) Nonostante i
vantaggi lrsquoinerbimento esercita nei confronti della vite una competizione idrica-
nutrizionale che a volte puograve risultare rilevante Il livello di tale competizione
dipende da numerosi fattori tra cui lrsquoandamento climatico in particolare
pluviometrico (entitagrave e distribuzione delle precipitazioni) i fabbisogni idrici del
vigneto la capacitagrave delle radici di ciascuna delle due specie (erbacea e arborea) di
assorbire lrsquoacqua dal suolo e le caratteristiche del suolo La vite in linea generale
non rappresenta un buon competitore nei confronti delle essenze erbacee
coltivate o infestanti a causa della bassa densitagrave del suo apparato radicale in
confronto a quello delle specie erbacee Lrsquoeffetto competitivo determinato
dallrsquoinerbimento a livello dellrsquoapparato vegetativo delle viti puograve determinare una
riduzione dello sviluppo dei germogli (Di Lorenzo et al 1999 Celette et al 2005
Tesic et al 2007) e dellrsquoarea fogliare delle piante con un conseguente
miglioramento del microclima della chioma e dello stato sanitario dei grappoli
anche se questrsquoultimo dipende principalmente dallrsquoandamento climatico
stagionale Come Pool et al (1995) hanno evidenziato il momento di maggior
competizione esercitata dalla presenza del cotico erboso sulla crescita dei
germogli egrave nel periodo successivo alla fioritura quando le esigenze idriche della
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
pianta risultano piugrave elevate poicheacute avvengono contemporaneamente processi di
sviluppo dellrsquoapparato vegetativo radicale e di crescita degli acini
Figura 21 inerbimento artificiale permanente (sopra) inerbimento spontaneo permanente(sotto)
La riduzione della produzione di uva (Scalabrelli et al 1999 Celette et al
2005) rilevata in viti gestite mediante lrsquoinerbimento del suolo viene generalmente
compensata da un suo miglioramento qualitativo (maturazione anticipata grado
zuccherino piugrave elevato) sebbene in misura variabile a seconda delle
caratteristiche del vigneto del tipo di inerbimento e della piovositagrave Il verificarsi di
piogge estive in qualche annata puograve uniformare infatti le condizioni in cui avviene
la maturazione riducendo cosi gli effetti positivi sopraelencati (Scalabrelli et al
1999)
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
La gestione del suolo puograve anche influire sulle caratteristiche dei vini in
particolare sugli aspetti aromatici sul contenuto di polifenoli e di azoto
prontamente assimilabile a disposizione dei lieviti e quindi sulle sue
caratteristiche sensoriali (Carbonnou et al 1986) In certi casi specialmente in
varietagrave a bacca bianca la competizione indotta dal suolo inerbito puograve comportare
unrsquoeccessiva riduzione della nutrizione azotata che porta a una diminuzione nei
mosti della presenza degli aromi (a causa di una minor concentrazione di
glutatione) e una difficolta dei lieviti a terminare la fermentazione a causa della
bassa concentrazione di azoto prontamente assimilabile (Debordieu 2005)
Lrsquoinerbimento egrave una tecnica di gestione del suolo raccomandata in aree viticole
caratterizzate da climi temperati da una buona disponibilitagrave idrica del suolo e da
una evapotraspirazione non elevata Anche in queste aree perograve si possono
verificare periodi in cui lrsquoevapotraspirazione supera la disponibilitagrave idrica del
suolo e in questi casi la presenza del prato potrebbe favorire lo sviluppo di stress
idrici delle viti (Lopes et al 2004)
Figura 22 gestione integrata
In aree viticole caratterizzate da lunghi periodi estivi siccitosi come ad esempio
quelle centro-meridionali del nostro Paese lrsquoapplicazione dellrsquoinerbimento
comporta infatti il rischio di unrsquoeccessiva competizione idrica nei confronti della
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
vite con eventuali conseguenze negative sul suo comportamento vegeto-produttivo
(De Palma et al 2008)
In queste situazioni si puograve ricorrere a tecniche di gestione del suolo che
sfruttino i vantaggi apportati dal cotico erboso riducendone al minimo gli effetti
negativi causati soprattutto da unrsquoeventuale mancanza di acqua e azoto Ad
esempio in tali zone si potrebbe ricorrere a un inerbimento a file alterne (figura
22) a un inerbimento temporaneo effettuato nel periodo autunno-invernale
allrsquouso di essenze erbacee poco competitive che entrino in dormienza durante il
periodo estivo o allrsquoutilizzo del diserbo chimico per disseccare la coltura erbacea
al momento opportuno
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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163 288-298
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
3 Influenza della gestione del vigneto sulla qualitagrave
del suolo
Lrsquoinerbimento influisce positivamente su importanti caratteristiche fisico-
meccaniche chimiche e biologiche del suolo mediante una serie di effetti tra loro
interagenti (Mattii e Ferrini 2005) Questa tecnica protegge il suolo dallrsquoerosione
riducendone le perdite fino a meno dellrsquo1 lrsquoanno (Scienza et al 1988 Fregoni
1998 Di Lorenzo et al 1999 Valenti et al 1999 Battany e Grismer 2000)
Lrsquoinerbimento contribuisce a ridurre lrsquoutilizzo degli erbicidi e di altri prodotti
chimici per il controllo delle malattie o insetti dannosi (conseguentemente ad un
equilibrio piugrave stabile dellrsquoagroecosistema) aumentando il valore aggiunto del
prodotto finale vista la richiesta sempre maggiore di prodotti rispettosi
dellrsquoambiente (Fregoni e Miravalle 1991)
Si ha anche unrsquoinfluenza sulla struttura grazie allrsquoeliminazione delle lavorazioni
ed ad una limitazione degli effetti negativi esercitati dallrsquoazione della pioggia
battente (Celette et al 2005) Inoltre il migliore stato di aggregazione delle
particelle del suolo rilevato nei suoli inerbiti determina un aumento della loro
permeabilitagrave rispetto a quelli lavorati (Morlat et al 1993) con conseguente
miglioramento del tasso di infiltrazione dellrsquoacqua nel terreno e riduzione della
erosione per scorrimento laminare che si origina quando lrsquointensitagrave della pioggia
supera la capacitagrave drsquoinfiltrazione del suolo (Di Lorenzo et al 1999) Lrsquoinerbimento
aumenta lrsquoapporto di sostanza organica al suolo (Morlat e Jacquet 1993) spesso
limitata nei vigneti ed accresce la sua possibilitagrave nel trattenere i nutrienti
mediante un miglioramento della capacitagrave di scambio cationico del suolo
favorendo cosigrave unrsquoattivitagrave microbica piugrave intensa (Warner 1999 Mitham 1999) ed
una maggiore disponibilitagrave di macro e micronutrienti per la vite Diventa quindi
importante valutare le dinamiche della SOM in funzione del ruolo che esse hanno
sulla stabilitagrave degli aggregati e sulla nutrizione vegetale
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
4 La sostanza organica del suolo
41 Sostanza organica indicatore di qualitagrave del suolo
Il concetto di qualitagrave del suolo egrave comparso nei primi anni lsquo90 e lutilizzo ufficiale
del termine egrave stato approvato dalla Soil Science Society of America Hoc
Committed on Soil Health (S-581 Carter et al 1997 Karlen et al 1997) Infatti
la qualitagrave del suolo egrave stata definita come ldquola capacitagrave del suolo di funzionare entro
i limiti di un ecosistema naturale o antropico per sostenere la produttivitagrave di piante
ed animali mantenere e migliorare la qualitagrave dellrsquoacqua e dellrsquoaria e sostenere la
salute e la dimora umanardquo Questa definizione puograve essere considerata quella piugrave
esaustiva (De Clerck et al 2003) poicheacute valuta contemporaneamente i tre aspetti
fondamentali delle caratteristiche del suolo la produttivitagrave biologica lrsquointerazione
del suolo con gli altri comparti ambientali e la salute di piante e animali
compreso lrsquouomo
La qualitagrave del suolo puograve essere distinta in qualitagrave intrinseca e in qualitagrave
dinamica La prima egrave una componente di qualitagrave del territorio (ad es tessitura
mineralogia ecc) determinata dai fattori pedogenetici come clima vegetazione
topografia e tempo mentre la seconda egrave fortemente influenzata dalla gestione del
suolo stesso ossia dalle interazioni tra la qualitagrave del suolo e le componenti
antropiche dellrsquoecosistema (Doran e Zeiss 2000) Quindi la qualitagrave dinamica del
suolo egrave intesa come tutte le modificazioni sia positive che negative subite dal
suolo a causa delle decisioni e degli interventi umani Ad esempio un intervento
di ricopertura vegetale puograve influire positivamente sul suolo aumentando il
contenuto di sostanza organica mentre una lavorazione intensiva puograve incidere
sul grado di compattazione del suolo riflettendosi negativamente sulla porositagrave
sui flussi di aria e di acqua del suolo e quindi sulla qualitagrave del suolo
Egrave noto che il suolo non puograve essere considerato una risorsa inesauribile ma
piuttosto una risorsa naturale non rinnovabile nella scala temporale umana
(Nortcliff 2002) Pertanto il suo eccessivo sfruttamento puograve determinare in taluni
casi anche in tempi piuttosto brevi fenomeni irreversibili di degrado La
comprensione dei processi che controllano la qualitagrave del suolo e quindi il suo
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
stato di salute egrave fondamentale per tutelare questa risorsa e per sviluppare sistemi
di gestione sostenibili
La qualitagrave del suolo non puograve essere misurata direttamente ma attraverso la
quantificazione di una serie di variabili (Karlen et al 1997) eo di indicatori tra
cui le caratteristiche fisiche (lavorabilitagrave compattazione llsquoaggregazione ecc) e
chimiche (es pH contenuto di sostanza organica ecc) del suolo Pertanto
misurare la qualitagrave del suolo comporta spesso la determinazione di uno o piugrave
indicatori eo di attributi la cui valenza dipende dalla capacitagrave di descrivere una
determinata funzione del suolo Una volta che una funzione del suolo egrave stata
stabilita egrave possibile identificare e caratterizzare i processi del suolo che la
descrivono (Carter et al 1997)
La sostanza organica del suolo (SOM) egrave considerata tra i piugrave importanti
indicatori di qualitagrave del suolo essendo associata piugrave di altri fattori ad un
complesso di interazioni tra fattori climatici pedologici caratteristiche delle
colture e gestione agronomica negli agro-ecosistemi (Powlson et al 1996)
La sostanza organica ha un ruolo determinante nellrsquoassicurare la buona qualitagrave
del suolo in quanto rappresenta un substrato nutritivo ed energetico per gli
organismi del suolo (Stevenson 1994) ed una fonte di nutrienti per le piante dal
momento che aumenta la capacitagrave di scambio cationico del suolo influenza la
biodegradabilitagrave la persistenza e la reattivitagrave di sostanze xenobiotiche noncheacute la
chelazione di elementi micronutritivi e la detossificazione da metalli pesanti
Inoltre garantisce una buona struttura del suolo per lrsquoaumento della porositagrave e
della stabilitagrave degli aggregati che si riflette in un buon drenaggio e aerazione
aumento della ritenzione idrica e riduzione dei fenomeni erosivi La presenza nel
suolo di sostanza organica umificata tende a conferire un colore scuro al suolo
modificando il bilancio termico del suolo
Tra i vari componenti del suolo la sostanza organica egrave senzrsquoaltro la piugrave reattiva
dal punto di vista chimico Ha unelevata superficie specifica (circa il 46 della
superficie specifica del suolo) interagisce con i metalli e con i minerali argillosi
agisce come scambiatore ionico e costituisce una riserva di azoto La sostanza
organica contiene inoltre tra il 20 e 80 del fosforo presente nel suolo e oltre il
90 dello zolfo totale nei suoli non calcarei Essa costituisce la fonte energetica
per i microrganismi autotrofi e per i batteri azotofissatori liberi favorisce lo
sviluppo delle radici (quindi le possibilitagrave nutritive della pianta) la fotosintesi e la
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
germinazione dei semi Stimola processi fisiologici e biochimici del metabolismo
cellulare e svolge una funzione di filtro permettendo di ridurre gli effetti tossici di
metalli pesanti e pesticidi Oltre allestrema importanza come fonte di nutrienti
per il sistema vegetale la sostanza organica del suolo ha anche un ruolo
fondamentale come riserva di carbonio
La sostanza organica nel suolo include un insieme complesso di diversi
comparti che interagiscono tra loro e con comparti esterni al sistema suolo
attraverso meccanismi ancora poco conosciuti La sostanza organica del suolo egrave
costituita da tutti gli organismi viventi presenti incluse anche le sostanze da esso
sintetizzate noncheacute dai resti degli organismi morti nei vari stadi di
decomposizione Secondo il Glossary of Soil Science Terms egrave costituita da
o Biomasse vegetali animali e microbiche
o Necromasse integre o in fase di demolizione
Unitagrave molecolari semplici che si liberano dalle biomasse e dalle necromasse in
seguito a reazioni idrolitiche che interessano i polimeri della struttura cellulare
Molecole umiche o humus che si originano dalle biomasse e dalle necromasse
per effetto di una serie di reazioni di ossidazione ciclizzazione polimerizzazione e
policondensazione si presentano come sostanze amorfe di colore piugrave o meno
scuro
Per sostanza organica si intende quindi un insieme eterogeneo di molecole di
natura e di origine diversa facenti parte della componente del suolo non vivente
derivante dalllsquoattivitagrave microbica e dalle trasformazioni chimiche a cui queste
sostanze sono soggette (Hayes e Swift 1978)
In pedologia la sostanza organica egrave classificata in tipi classi e frazioni (Sequi
1991) La classificazione sui tipi egrave fatta in base allrsquoesame delle caratteristiche
morfologiche della sostanza organica quali alcune proprietagrave chimiche la
struttura il grado di saturazione lrsquoumificazione e la presenza di determinati
organismi viventi
La distinzione in classi egrave fatta prendendo in considerazione lo stadio di
evoluzione della sostanza organica Il limite tra le diverse classi non egrave ben
definito vista la sovrapposizione dei processi di decomposizione
Le classi sono le seguenti
Edaphon costituito dalla biomassa vivente quindi dagli organismi viventi
presenti nel suolo (apparati radicali microflora pedofauna etc)
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Biomassa morta non ancora decomposta come la lettiera nelle foreste e le
radici morte nei pascoli Nei suoli agrari i tipi di costituenti dipenderanno dalla
tecnica colturale adottata
Sostanze in via di trasformazione in cui egrave ancora visibile lrsquoorganizzazione dei
tessuti e delle cellule
Humus che deriva da una rielaborazione polimerizzazione e condensazione dei
composti organici
Ritroviamo queste quattro classi in tutti i suoli in cui egrave attivo un processo di
decomposizione e umificazione tuttavia a parte lrsquoedaphon non sono sempre di
facile identificazione (tranne che nei suoli forestali)
La sostanza organica in base alla stabilitagrave biochimica si puograve distinguere in
gruppi eterogenei di sostanze determinati attraverso i loro tempi di permanenza e
residenza nel suolo che vanno dai residui organici indecomposti arrivati al
terreno ai prodotti semplici della decomposizione che costituiscono la frazione
labile della sostanza organica fino alla frazione stabile costituita dagli accumuli
piugrave complessi di sostanze recalcitranti
Da un punto di vista chimico la sostanza organica si distingue in frazione
labile e in frazione stabile (humus) Inoltre una classificazione simile puograve essere
fatta in base alla velocitagrave di decomposizione della sostanza organica portando a
suddividere la stessa in due pool uno facilmente degradabile e lrsquoaltro abbastanza
resistente (Coleman et al 1983)
La frazione labile generalmente si rileva nella lettiera o nellrsquoorizzonte piugrave
superficiale dei suoli non lavorati le sostanze piugrave semplici (amminoacidi
zuccheri acidi organici mono e di-carbossilici) che la costituiscono hanno unrsquoalta
solubilitagrave nella soluzione del suolo e per questo sono prontamente disponibili
come fonte energetica per la flora microbica La componente piugrave rappresentativa
della frazione labile egrave rappresentata dai carboidrati che costituiscono fino al 25
della sostanza organica totale (Stevenson 1994) Invece le sostanze a piugrave alto
peso molecolare (proteine acidi nucleici e polisaccaridi) sono idrolizzate dai
microrganismi a composti semplici che sono successivamente utilizzati come
fonte di energia mentre cere grassi resine e lignine sono difficilmente attaccabili
dai microrganismi e pertanto persistono nel suolo per periodi piugrave lunghi
(Fiorentino 2005) La frazione stabile egrave rappresentata dalla componente umificata
della sostanza organica la cui percentuale sul totale della materia organica
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
presente puograve arrivare fino al 65 con un tempo di residenza medio che varia a
seconda degli ecosistemi da alcune decine a diverse centinaia dlsquoanni (Fiorentino
2005) Questa frazione egrave in stretta correlazione con la frazione labile essendo
direttamente coinvolta nei processi di accumulo dinamica e stabilizzazione della
sostanza organica stessa (Piccolo 1996)
42 Effetto della gestione del suolo sulla sostanza
organica del suolo
La sostanza organica egrave presente nel suolo in quantitagrave differente a seconda
dellrsquouso e della gestione del suolo La gestione intensiva del suolo nei sistemi
agrari convenzionali influisce sul ciclo della sostanza organica determinando uno
sbilanciamento verso la fase di mineralizzazione e di consumo piuttosto che verso
la fase di umificazione o accumulo
In tabella 421 egrave riportata la classificazione dei suoli coltivati in funzione della
dotazione in sostanza organica e della classe tessiturale
Tabella 4241 Classificazione dei suoli coltivati in funzione della dotazione in so e classe
tessiturale
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del terreno determina una modifica degli equilibri tra
mineralizzazione e umificazione che portano ad un incremento del tenore di
sostanza organica del suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario
lrsquointensificazione colturale provoca una riduzione dei processi di accumulo
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
solitamente con una dinamica piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con
lrsquointroduzione di pratiche conservative
Il cambiamento delle pratiche colturali verso sistemi maggiormente conservativi
della fertilitagrave del suolo determina una modifica degli equilibri tra mineralizzazione
e umificazione che portano ad un incremento del tenore di sostanza organica del
suolo anche se in tempi piuttosto lunghi Al contrario lrsquointensificazione colturale
provoca una riduzione dei processi di accumulo solitamente con una dinamica
piugrave rapida rispetto a quella che si osserva con la introduzione di pratiche
conservative
Figura 421 Evoluzione del tenore di sostanza organica in un terreno naturale posto in
coltivazione (Perelli 1987) In condizioni ordinarie (linea 1) il tenore di sostanza organica tende ad
assestarsi attorno ad un valore piugrave basso Se la coltivazione induce forti squilibri (linea 2) si puograve
avere in tempi piugrave o meno lunghi lrsquoisterilimento del suolo Nel caso di fattori negativi che prendono
il sopravvento dopo un certo numero di anni (linea 3) si ha un crollo totale della fertilitagrave
Nei sistemi agrari caratterizzati da colture prative o comunque dalla
coltivazione di specie con un cotico erboso permanente egrave presente uno strato
radicale diviso in tre piani ossia il piano delle radici fittonanti che esplorano gli
strati piugrave profondi quello delle graminacee a radice fascicolata e quello delle
graminacee rizomatose che favoriscono lrsquoelaborazione di composti umici che
cementano le particelle del suolo favorendo la creazione di una struttura
aggregata La presenza costante di queste piante permette un rifornimento
continuo di escrezioni e residui vegetali utilizzati dalle popolazioni microbiche per
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
la produzione di composti umici In questi terreni il tenore di sostanza organica egrave
piugrave alto negli strati superficiali e si riduce lungo il profilo del terreno Gli
aggregati che si formano sono piugrave porosi e piugrave stabili a causa dellrsquoalto contenuto
di sostanza organica presente
Nei terreni lavorati la rimozione totale o parziale della copertura vegetale
influenza il bilancio della sostanza organica presente nel terreno in quanto ne
provoca una drastica riduzione Quando un suolo in condizioni naturali viene
disturbato con lrsquoavvio di attivitagrave agricole usualmente si ha una riduzione della
deposizione di materiale organico al suolo in quanto una parte o lrsquointera
biomassa sono rimosse durante la raccolta con un conseguente declino del
contenuto di C organico Studi eseguiti da Campbell e Souster (1982) hanno
mostrato come in un terreno vergine arato per 50 anni si aveva una riduzione dal
25 al 50 del tenore di sostanza organica
Le lavorazioni del suolo distruggono i macroaggregati (con maggiori perdite di
humus per mineralizzazione) rimescolano gli orizzonti superficiali con una
distribuzione omogenea della sostanza organica nello strato lavorato riducono la
densitagrave apparente e alterano la temperatura del suolo Inoltre i primi centimetri
disseccano piugrave rapidamente rispetto ad un suolo non lavorato in questo caso
dopo ogni reidratazione si ha unlsquointensa attivitagrave biologica che puograve durare qualche
giorno (Van Schreven 1968) e che quindi favoriragrave la mineralizzazione della
sostanza organica Inoltre si ha una maggiore rottura degli aggregati che sono
cementati dalle sostanze umiche (Allison 1973)
In questi agro-ecosistemi lrsquoasportazione totale della biomassa vegetale prodotta
porta ad una maggiore sensibilitagrave del suolo alllsquoerosione idrica ed eolica Le
lavorazioni provocano una maggiore porositagrave del suolo il che migliora gli scambi
gassosi promuovendo la decomposizione della sostanza organica da parte dei
microrganismi del suolo
La conversione da ecosistemi naturali ad antropizzati e la suscettibilitagrave del
suolo ad essere sottoposto a processi degradativi possono portare alla perdita di
parte della SOM con un conseguente rilascio di CO2 ed altri gas che
contribuiscono allrsquoeffetto serra Calcolando la quantitagrave di C perso dai suoli si puograve
stimare quanto il sistema sia in grado di sequestrarne prima di giungere ad un
livello di saturazione (fig 422)
Lrsquouso di tecniche agronomiche che sostengono la qualitagrave del suolo quali la non
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Zanini E Bonifacio E Albertson J D Nielsen DR (1998) Topsoil
aggregate breakdown under water-saturated conditions Soil Science Volume
163 288-298
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
lavorazione o la lavorazione ridotta le colture di copertura la gestione
integrata dei nutrienti che vede la combinazione tra lrsquoapporto minerale e quello
da ammendanti organici sembra essere una strategia per innalzare il tenore di
SOM valido contributo per lrsquoaccumulo di C globale
Figura 422 Perdita di SOC (soil organic carbon) e capacitagrave di accumulo in funzione del tipo e uso
del suolo clima e gestione agraria (Lal 2008)
Diversi studi hanno mostrato un aumento del C legato allrsquoapporto di materiale
organico lrsquointroduzione di leguminose e di colture di copertura e lrsquoaggiunta di
letame e di altri fertilizzanti (Haetrwing e Ammon 2002) aumentano i livelli di C e
sono le pratiche agricole piugrave diffuse Comunque tali effetti sono visibili solo nel
caso di suoli non saturi per contenuto di C infatti quando un suolo raggiunge la
capacitagrave massima di stabilizzare C immissioni aggiuntive di C non verrebbero
stabilizzate come SOM (Paustian et al 1997 Six et al 2002)
43 La stabilizzazione della SOM la costituzione degli
aggregati
Il tenore della SOM dipende non solo dalla quantitagrave di C immesso ma anche
dalle dinamiche degli aggregati che trattenendo e proteggendo al loro interno la
sostanza organica permettono il sequestro di C (Tisdall e Oades 1982 Jastrow
1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
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1996 Six et al 1998)
Gli aggregati si formano nel suolo quando le particelle primarie (sabbia limo ed
argilla) si legano tra loro per effetto di composti organici e agenti inorganici
cementanti il grado di aderenza di queste particelle dipendente dalla natura
della sostanza organica e dalla mineralogia delle argille determina il grado di
stabilitagrave degli aggregati ossia la loro resistenza alla rottura Lrsquoorganizzazione degli
aggregati e degli spazi porosi tra di loro costituisce la struttura del suolo
controllando il movimento dellrsquoacqua e dellrsquoaria influenzando la resistenza e la
stabilitagrave del suolo oltre alla complessiva qualitagrave dello stesso per la crescita delle
piante e lrsquoimmagazzinamento del C (Lal 2008)
Essendo lrsquoaggregazione del suolo il nucleo dei principali meccanismi che
portano allrsquoaccumulo di C la comprensione di come un aggregato incameri ed
interagisca con la SOM egrave essenziale per sviluppare sistemi di gestione mirati ad
innalzare il livello di C nel suolo (Lal 2008) La quantitagrave di residui delle piante ed
il grado di decomposizione della SOM sono fattori chiave nella formazione e
stabilizzazione della struttura degli aggregati (Haynes e Beare 1997) La natura e
le proprietagrave degli aggregati sono quindi determinate dalla quantitagrave e dalla qualitagrave
dei residui grossolani e dei composti umici e dal grado della loro interazione con
le particelle del suolo (Jastrow et al 1998)
Le radici delle piante ed i loro residui sono lo scheletro organico primario per
collegare assieme le particelle del suolo e costruire gli aggregati (Blanco-Quanqui
e Lal 2008) Con il procedere della decomposizione della materia organica le
particelle organiche piugrave fini si associano con la matrice del suolo per formare
aggregati di diversa dimensione e struttura portando ad unimmobilizzazione di
C
Vista la complessitagrave della dinamica della SOM nel suolo molti studi hanno
misurato il contenuto di C non solo nel suolo ma anche negli aggregati di diversa
dimensione Gli aggregati infatti non solo proteggono fisicamente la SOM ma
influenzano anche la struttura della comunitagrave microbica (Hattori 1988)
determinano lrsquoassorbimento ed il rilascio di nutrienti (Linquist et al 1997) e
riducono lrsquoerosione (Barthes e Roose 2002) Tutti questi fenomeni influenzano
fortemente la dinamica della SOM ed il ciclo dei nutrienti
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Il primo modello che cercograve di spiegare la relazione tra aggregati e SOM fu quello
di Emerson (1959) che descrisse come un ldquogrumordquo del suolo fosse costituito da
pezzetti di argille orientate e da particelle di quarzo Secondo questo modello la
SOM poteva aumentare la stabilitagrave di un ldquogrumordquo legando assieme le argille con le
particelle di quarzo Sempre Emerson (1977) spiegograve che la quantitagrave di SOM
protetta egrave proporzionale allrsquoarea superficiale delle argille in quanto solo uno
strato di SOM puograve essere associato con la superficie del minerale
Edwards e Bremmer (1967) presentarono la teoria di formazione dei
microaggregati secondo la quale la loro formazione derivava da reazioni tra
sostanza organica metalli polivalenti ed argille elettricamente neutre In questo
modello gli unici aggregati altamente stabili sono i microaggregati (lt250 microm) di
dimensioni pari alla sabbia fine ed al limo costituiti da complessi di particelle
argillose metalli polivalenti (Fe2+ Al3+ Ca2+) e complessi organometallici Inoltre
gli Autori sostennero che la sostanza organica complessata allrsquointerno dei
microaggregati sarebbe inaccessibile ai microorganismi e fisicamente protetta
Tisdall e Oades (1982) presentarono la teoria gerarchica degli aggregati
postulando che esistono differenti agenti leganti (transienti temporanei
permanenti) che agiscono a differenti stadi gerarchici sullrsquoaggregazione Le
particelle primarie del suolo libere da legami e gli aggregati di dimensione pari al
limo (lt20 microm) vengono legati assieme in microaggregati (20-250 microm) da agenti
leganti persistenti (es SOM e complessi metallici polivalenti) da ossidi e da
alluminosilicati Questi microaggregati stabili a loro volta sono organizzati in
macroaggregati (gt250 microm) e legati da legami temporanei (es ife fungine e radici) e
da legami transienti (es polisaccaridi di origine microbica e vegetale) Seguendo
questo ordine gerarchico degli aggregati e dei loro agenti leganti la stabilitagrave dei
microaggregati risulta essere maggiore e meno dipendente dalla gestione
agronomica rispetto alla stabilitagrave dei macroaggregati
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Figura 431 Distribuzione ed evoluzione degli aggregati
secondo Tisdall e Oades (1982) e Oades (1984)
Dopo la pubblicazione della teoria gerarchica degli aggregati nel 1984 Oades
formulograve una nuova ipotesi di formazione degli aggregati che col tempo si
dimostrograve rivoluzionaria Nella teoria gerarchica di Tisdall e Oades (1982) era
sottinteso che gli aggregati si formano in modo sequenziale i microaggregati sono
formati inizialmente come liberi e solo successivamente fungono da basi per la
costituzione dei macroaggregati (fig 431)
Oades (1984) affermograve che le radici e le ife tenendo assieme i macroaggregati
creano i nuclei responsabili della formazione dei microaggregati allrsquointerno dei
macroaggregati
Essendo le ife agenti leganti temporanei esse non sono persistenti e si
decompongono in frammenti Questi frammenti rivestiti con mucillagini prodotte
durante la decomposizione si incrostano con argille portando ad un inizio di
formazione di un microaggregato allrsquointerno di un macroaggregato
Elliot (1986) testograve il modello gerarchico degli aggregati (Oades 1984) per alcuni
suoli coperti a prato del Nord America e applicograve la teoria gerarchica per spiegare
la perdita di SOM dovuta alla coltivazione Come diretta conseguenza della teoria
secondo la quale i microaggregati sono legati assieme dalla SOM allrsquointerno dei
macroaggregati Elliott (1986) ipotizzograve che i macroaggregati contengano SOM piugrave
labile e meno complessa rispetto ai microaggregati e che questo materiale vada
perso con la lavorazione dimostrando ed identificando per la prima volta il
legame diretto tra disturbo dovuto allrsquoagricoltura diminuzione dellrsquoaggregazione e
perdita di SOM labile
Lrsquoesistenza di una gerarchia degli aggregati in un suolo egrave supportata da due
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
osservazioni
crsquoegrave un aumento del contenuto di C con lrsquoaumento della classe dimensionale
degli aggregati
crsquoegrave un piugrave elevato contenuto di nuovo e piugrave labile C (es con un piugrave elevato
rapporto CN) nei macroaggregati rispetto ai microaggregati (Oades 1984)
Oades e Waters (1991) aggiunsero una terza osservazione alle due enunciate da
Elliott per sostenere la teoria gerarchica degli aggregati Essi sostennero che in
un particolare suolo dove si osserva una gerarchia degli aggregati i
macroaggregati prima di dissociarsi in particelle primarie si rompono in
microaggregati come se venisse applicato al suolo un gradiente crescente di
energia dispersiva Gli Autori conclusero che la teoria vale per suoli dove la
formazione degli aggregati e la loro stabilizzazione sono collegati alla SOM Non egrave
confermata invece in suoli ricchi di ossidi (Oxisol) dove al posto dei materiali
organici gli ossidi che sono i principali agenti leganti diminuiscono lrsquoespressione
di una gerarchia degli aggregati Six et al (1998) identificarono quattro stadi
dinamici dei macroaggregati nel suolo la formazione di microaggregati e la
stabilizzazione del C nei microaggregati La loro teoria afferma che la
macroaggregazione egrave stabilizzata da residui vegetali freschi grossolani e radici e
da fine SOM tra gli aggregati Le particelle organiche piugrave fini e piugrave degradate sono
sequestrate nei microaggregati formatisi allrsquointerno dei macroaggregati Sempre
Six et al (1998) spiegarono anche che il disturbo antropico su un suolo (es la
lavorazione del suolo) puograve influenzare la stabilizzazione del C negli aggregati per
la relazione trovata tra il C perso e lrsquoaumento del ciclo dei macroaggregati
Lrsquoeffetto del disturbo egrave un aumento del ciclo dei macroaggregati che porta ad
unrsquoinibizione della formazione di microaggregati tra i macro e di conseguenza ad
una riduzione dellrsquoimmagazzinamento di C tra i microaggregati nel lungo periodo
Gli Autori riportano che la quantitagrave di macro e microaggregati presenti nel suolo
la loro stabilizzazione e degradazione sono direttamente collegate al C della SOM
Successivamente allrsquointroduzione di residui freschi nel suolo i funghi ed altri
microrganismi che producono mucillagini utilizzando il C che egrave facilmente
disponibile portano alla formazione di macroaggregati attorno alla SOM
grossolana presente allrsquointerno degli stessi (iPOM gt250 microm) La iPOM egrave
conseguentemente decomposta e frammentata in POM piugrave fine (fine iPOM)
Questrsquoultima associata alle mucillagini dei funghi si incrosta con i minerali per
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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163 288-298
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
formare nuclei organici stabilizzati che originano i nuovi microaggregati nei
macro Lrsquoultima parte del processo che vede la formazione dei microaggregati
subisce unrsquointerruzione se il turnover dei macroaggregati egrave accelerato dalla
presenza di un disturbo al suolo
Sintetizzando i principali processi che interessano la formazione degli
aggregati ed il sequestro di carbonio sono
esiste un ordine gerarchico degli aggregati in suoli dove la SOM egrave il
principale agente legante
i microaggregati si formano nei macroaggregati
la SOM che deriva dalle radici e dai residui vegetali svolge un ruolo
importante nella dinamica degli aggregati
lrsquoattivitagrave della parte biotica del suolo svolge un ruolo decisivo nella
formazione dei macro e dei microaggregati
la SOM egrave prevalentemente stabilizzata in microaggregati stabili
i cambiamenti del turnover dei macroaggregati influenzano la
stabilizzazione della SOM in relazione al tipo di suolo e al grado di
disturbo
44 Distribuzione del carbonio e tempo di residenza negli
aggregati
La distribuzione del C tra gli aggregati non egrave prevedibile in quanto
assolutamente eterogenea non solo tra terreni diversi ma anche allrsquointerno dello
stesso tipo di suolo Essa infatti varia con il tempo e lo spazio in relazione alla
vegetazione alla gestione ed al tipo di suolo (Beare et al 1995 Six et al 1999)
Nei macroaggregati la concentrazione di C nello stesso suolo puograve variare con
differenti gestioni agronomiche (Puget et al 1995) Beare et al (1995) mostrarono
che i macroaggregati riescono a immagazzinare il 61 di C in un regime di non
lavorazione e il 58 con lavorazione tradizionale Questi Autori osservarono che i
macroaggregati immagazzinano il 25 della SOM in terreni non lavorati e il 20
con pratiche tradizionali di lavorazione La coltivazione quindi riduce
lrsquoammontare della SOM negli aggregati di piugrave rispetto alla frazione organica legata
alle particelle minerali (Six et al 2000)
La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
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La distribuzione del C negli aggregati varia anche rispetto alla classe tessiturale
dei suoli suoli argillosi infatti presentano spesso i piugrave alti contenuti di C
(Hassink 1995)
Come giagrave detto in precedenza il turnover degli aggregati e la distribuzione del C
allrsquointerno di essi influenzano lrsquoaccumulo di C nel suolo Ciograve egrave legato ad una
protezione fisica che avviene con lrsquointrappolamento delle sostanze organiche nei
macro e nei microaggregati e una chimica legata sia alla recalcitranza delle
molecole organiche alla mineralizzazione sia a interazioni chimiche specifiche con
la fase minerale del suolo
I meccanismi drsquointerazione fisico-chimici definiscono la capacitagrave massima di
sequestro del C in un suolo (Jastrow e Miller 1998 Six et al 2002)
Lrsquoincrostazione della SOM nel centro dei microaggregati egrave la principale via che
porta al sequestro di C (Tisdall e Oades 1982) questo processo infatti preserva
la SOM dalla decomposizione fisica e chimica dallrsquoattivitagrave microbica e consente il
sequestro di C Avviene come un reciproco scambio il C protetto stabilizza i
microaggregati e nello stesso tempo i microaggregati proteggono il C dai processi
microbici (Six et al 2000)
Per la natura complessa della SOM il tempo di residenza del C puograve variare da
qualche minuto a centinaia di anni Il tempo di residenza della sostanza organica
labile varia da poche settimane fino ad alcuni anni se legata alle particelle di limo
e argilla per composti organici piugrave stabili invece egrave stato calcolato un tempo
attorno ai 400 anni nel limo e 1000 anni nelle argille Sono state anche osservate
variazioni stagionali della stabilitagrave degli aggregati (Caron et al 1992c Mulla et
al 1992 Lehrsch e Jolley 1992) La variazione temporale della SOM egrave legata
alla stabilitagrave degli aggregati che egrave influenzata da molti fattori come le lavorazioni
(Schjonning e Rasmussen 1989) il clima (Coote et al 1988 Stefanson 1968) e
lrsquoattivitagrave biologica (Metting 1987 Perfect et al 1990)
In aggiunta il tempo di residenza del SOC nei macro e microaggregati varia in
base al tipo di attrazione fisico-chimica che si crea tra le particelle organiche e i
minerali ed anche in base alla collocazione degli agenti leganti allrsquointerno degli
aggregati Il tempo di residenza egrave legato anche alla dimensione degli aggregati egrave
stato osservato il prolungamento con il diminuire della dimensione (Six et al
2000) Molti studi hanno dimostrato che il C protetto nei microaggregati essendo
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
caratterizzato da unrsquoelevata recalcitranza con un ricambio estremamente basso
risulta ben protetto (Tisdall e Oades 1982)
Tuttavia una completa comprensione di tutti i meccanismi di protezione
coinvolti ed il tempo di residenza del C nei macro e microaggregati non egrave ancora
raggiunta (Six et al 2000)
45 Determinazione della distribuzione del carbonio negli
aggregati
Mentre esistono numerosi e ben sviluppati metodi per quantificare il C su
materiali biologici le tecniche per indagare le modalitagrave di distribuzione di questo
elemento tra i diversi aggregati sono relativamente poche e condizionano il
risultato finale Di conseguenza lrsquoattenta scelta di un metodo egrave condizione
necessaria per trarre informazioni utili a comprendere la relazione tra struttura
del suolo e SOM Tra i principali metodi di frazionamento fisico degli aggregati si
ricorda quello eseguito con tecniche di setacciatura umida o secca che vedono
lrsquoutilizzo di setacci per suolo caratterizzati da maglie di diversa dimensione in
presenza o in assenza di acqua La scelta dellrsquouna o dellrsquoaltra tecnica noncheacute di
eventuali trattamenti da eseguirsi sul campione di suolo prima della loro
applicazione (es per la setacciatura umida preimmersione in acqua utilizzo di
sostanze chimiche disgreganti) avviene in funzione del tipo drsquoindagine che si
vuole condurre Gale et al (2000) hanno dimostrato come i pretrattamenti
influenzino la distribuzione del C in essi contenuto
Il frazionamento densimetrico (Greenland e Ford 1964 Sollins et al 1999 Cerli
et al 2012) egrave usato per separare la sostanza organica nei differenti gradi di
associazione con i minerali sfruttando la diversitagrave della densitagrave tra i minerali del
suolo (da 25-30 fino a 53 g cm-3 per gli ossidi di ferro) ed i materiali organici
(14 gcm-3) (tab 451) I residui vegetali relativamente liberi dalla parte minerale
possono essere isolati per galleggiamento in un liquido con una densitagrave tra 16 e
18 gcm-3 (figura 9) Questa frazione egrave chiamata frazione leggera o libera fPOM
la frazione che rimane legata alla fase minerale egrave chiamata frazione pesante o
high-density fraction (HF) (fig 451)
Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Tabella 451 Componenti del suolo e relative densitagrave Celi et al (2011)
La quantitagrave di LF dipende dalle specie vegetali presenti (Wander e Yang 2000)
dalla stagione e dalle variazioni climatiche (Spycher et al 1983) ed egrave
unrsquoimportante riserva di carbonio e nutrienti dellrsquoecosistema Le differenze
morfologiche e di composizione chimica tra LF ed HF sono elevate un semplice
indice che lo dimostra egrave il rapporto CN Golchin et al (1994) svilupparono una
tecnica che separando i componenti a bassa densitagrave dalla frazione minerale e
applicando successivamente energia sotto forma di ultrasuoni per distruggere gli
aggregati e i legami tra frammenti organici e particelle minerali in un liquido
denso (16 g cm-3) riusciva ad isolare tre frazioni
Figura 451 Diagramma schematico delle tre frazioni ottenute con la separazione densimetrica
e lapplicazione della sonicazione (Golchin et al 1994)
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
La parte isolata inizialmente per galleggiamento libera da legami con i minerali
e non occlusa allrsquointerno di aggregati egrave chiamata fPOM (free particolar organic
matter equivalente a LF) In letteratura la frazione a bassa densitagrave liberata
attraverso la sonicazione egrave considerata come quella occlusa dalle particelle
minerali del suolo e prende diversi nomi ldquooccluded LFrdquo ldquoaggregate-protected LFrdquo o
ldquointra-aggregate POMrdquo In questo lavoro verragrave chiamata oPOM (occluded
particolar organic matter) LrsquoHF egrave invece chiamata MOM e corrisponde ai
microaggregati
Basandosi su differenti analisi al microscopio elettronico e attraverso la
risonanza magnetica nucleare C13 NMR in diversi suoli australiani Golchin et al
(1994) hanno ipotizzato che lrsquooPOM egrave il risultato della frammentazione e
degradazione della fPOM (soprattutto come degradazione dei carboidrati) ed in
associazione con le particelle minerali (aggregati) attraverso il metabolismo
microbico I polisaccaridi extracellulari di origine microbica giocano un
importante ruolo nellrsquoaggregazione (Chenu 1995 Lynch e Bragg 1985)
In aggiunta a questo fenomeno sono osservabili cuticole di argilla in frammenti
di piante durante la decomposizione (Wada e Kanazawa 1970) Cosigrave lrsquooPOM puograve
essere presente in aggregati costituiti da un nucleo organico inizialmente questo
viene colonizzato dai microrganismi e successivamente occluso o rivestito dalle
parti minerali (Golchin et al 1994) Questo nucleo egrave quindi il centro dellrsquoattivitagrave
microbica con il proseguire della demolizione e del ldquoconsumordquo di questa fonte di
nutrienti la popolazione microbica puograve diminuire e gli aggregati collassare a
causa della mancanza di sostanze che fungano da legante tra le parti minerali
(Golchin et al 1994)
La sonicazione egrave utilizzata in numerosi studi per capire la dinamica della SOM
al variare delle pratiche colturali (Wander e Yang 2000) dellrsquoutilizzo del suolo
(Lima et al 2006 Marin-Spiotta et al 2008) ed i fattori di formazione del suolo
(Baisden et al 2002 Rasmussen et al 2005 Wagai et al 2008) Questi studi
hanno dimostrato come esista unrsquoimportante differenza nella composizione
chimica e fisica tra le tre fasi in funzione della tipologia di suolo
La dimensione dei frammenti vegetali nella oPOM egrave generalmente compresa tra
i 10 ed i 100 microm (Golchin et al 1994 Wagai et al 2008) Se comparata con la
fPOM sembra che nellrsquooPOM ci sia un accumulo maggiore di spore e pollini
(Golchin et al 1994a Wagai et al 2008) Lrsquoaccumulo di queste e di altre sostanze
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
allrsquointerno degli aggregati sembra piugrave legata alla recalcitranza delle molecole
ritrovate piuttosto che alla preservazione dellrsquoattacco microbico La frazione
libera isolata in campioni di suoli forestali puograve essere ricoperta da una fine
cuticola minerale Queste osservazioni visive sono supportate da una minore
concentrazione di C in fPOM rispetto ad oPOM (Wagai et al 2008) La
concentrazione di C in fPOM varia solitamente tra il 17 ed il 36 e in oPOM e
MOM tra il 30 ed il 51 (figura 10) Visto il fattore di conversione di 1724 (fattore
di Van Bemmelen) si puograve dire che la sostanza organica varia allrsquoincirca tra il 30
ed il 70 in peso e che la restante parte egrave costituita da minerali a cui egrave
associata
Secondo le attuali conoscenze il rapporto CN diminuisce da fPOM a oPOM
percheacute durante la degradazione il carbonio egrave ossidato dagli organismi eterotrofi
mentre lrsquoazoto egrave relativamente conservato nella biomassa microbica Negli studi
densimetrici reperibili in letteratura la maggior parte dei suoli hanno un elevato
rapporto CN in oPOM (327 plusmn 196) rispetto a fPOM (28 plusmn 144) con differenze di
anche 10-20 unitagrave tra campioni dello stesso suolo Il rapporto CN diminuisce
ulteriormente in MOM (135 plusmn 48)
Questo indica che questa frazione dopo la sonicazione egrave composta per la
maggior parte da metaboliti microbici (peptidi proteine) caratterizzati da un CN
compreso tra il 4 ed il 7 legato con piccole parti di frazioni vegetali aventi alto
rapporto CN eo da materiale altamente ossidato e che ha quindi raggiunto un
basso CN Suoli acidi forestali tendono ad avere un maggior rapporto CN
nellrsquooPOM rispetto ai suoli agricoli questo si potrebbe spiegare con la maggiore
diversitagrave della composizione chimica delle specie forestali (Kramer et al 2004)
rispetto alle specie vegetali diffuse nei suoli agricoli (Koumllbl e Koumlgel-Knabner 2004)
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Figura 452 Vecchio e nuovo modello della dinamica del C (Wagai et al 2008)
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
5 Scopo del lavoro
I vigneti sono spesso situati in aree collinari predisposte allrsquoerosione
I parametri che determinano lrsquoentitagrave dellrsquoasporto di suolo sono lrsquoerosivitagrave delle
piogge lrsquoerodibilitagrave del suolo la topografia la vegetazione e il tipo di gestione
Lrsquoutilizzo di pratiche agronomiche attuate solo per ottenere il miglior prodotto
possibile spesso non tengono conto degli effetti collaterali negativi che queste
possono avere nei confronti dellrsquoerosione Certe pratiche in determinati suoli
possono influenzare sfavorevolmente le caratteristiche fisiche ed idrologiche
aumentando gli effetti dellrsquoerosione
Le implicazioni possono essere piugrave gravi nel lungo periodo percheacute oltre alla
perdita di ingenti quantitagrave di suolo si ha la riduzione delle proprietagrave chimiche
fisiche e biologiche che sono alla base della nutrizione vegetale e che vengono
garantite da una maggiore protezione degli orizzonti superficiali del suolo
Obbiettivo del lavoro egrave quello di mostrare lrsquoeffetto della gestione del suolo Il
ruolo che puograve avere sulla SOM nelle dinamiche drsquoaggregazione e di stabilitagrave degli
aggregati
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
6 Materiali e metodi
61 Sito sperimentale
Le prove sono state svolte nei vigneti del centro sperimentale vitivinicolo della
Regione Piemonte ldquoTenuta Cannonardquo a Carpeneto (AL) (fig 611)
Figura 611 Localizzazione geografica Tenuta Cannona
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
62 Caratteristiche meteorologiche e climatologiche
La Tenuta Cannona egrave situata nellrsquoareale collinare sud-orientale piemontese ed
egrave compresa tra le aree padane e i rilievi appenninici di confine con la Liguria
Questa posizione dagrave origine a caratteristiche climatiche di transizione tra quelle
tipiche padane e quelli litoranee La stagione estiva egrave dominata dallrsquoanticiclone
delle Azzorre che da origine a temperature di rilievo mentre nel corso della
stagione invernale possono pervenire correnti fredde convogliate dallrsquoespansione
dellrsquoanticiclone Russo-Siberiano che fanno scendere le colonnine di mercurio ai
valori minimi assoluti della serie Gli apporti piovosi sono concentrati in autunno
e primavera
Le informazioni sullrsquoinquadramento climatico sono state effettuate da uno
studio sullrsquoarea utilizzando i dati meteorologici delle capannine del centro
sperimentale (Spanna et al 2003)
621 Precipitazioni e temperature atmosferiche
Le caratteristiche termiche descrivono lrsquoarea come una zona dal clima
relativamente mite e temperato senza oscillazioni estreme tra la stagione calda e
quella fredda
La temperatura media annua egrave 131 degC mentre la media delle minime egrave 89 degC
e quella delle massime egrave 182 degC (Spanna et al 2003)
La media annua per il 2012 delle precipitazioni egrave di 748 mm (fig6211)
Figura 6211Distribuzione mensile delle piogge (Regione Piemonte-Sezione di Agrometeorologia)
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Nella distribuzione annuale delle piogge (fig 6211) si riscontra la classica
presenza di un picco primaverile e di uno autunnale ma a differenza delle altre
aree piemontesi quello autunnale egrave dominante Gli apporti estivi sono
caratterizzati da fenomeni temporaleschi
622 Regime idrico del suolo
Interpretando questi dati dal punto di vista dellrsquoumiditagrave del suolo si puograve dire
che egrave di tipo Ustico Il suolo egrave umido nel periodo autunno-primavera e asciutto in
estate quindi molto vulnerabile allrsquoattivitagrave erosiva delle precipitazioni a carattere
temporalesco di questo periodo
623 Temperatura del suolo
La temperatura del suolo egrave stata misurata ponendo termometri dotati di data-
logger posizionati a 10 cm di profonditagrave sotto la fila disposti a maglia quadrata
alle diverse latitudini del campo sperimentale (fig 6231)
Figura 6231 temperature del suolo 2012
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
63 Vigneti
Il vigneto utilizzato per lrsquoattuale sperimentazione egrave il ldquocampo 7 rdquo ed egrave impiantato
per un terzo a Pinot nero e per la restante parte a Chardonnay (fig 631)
Figura 631 porzione collinare di vigneto dove egrave stata effettuata la sperimentazione (2009-13)
La sua superficie egrave di circa 096 ha ed egrave stato impiantato nellrsquoannata agraria
1986-rsquo87
La sistemazione dei filari egrave a rittochino e la pendenza del versante egrave del 25 Il
sesto drsquoimpianto egrave di 28 m tra i filari ed 1 m tra le viti mentre lrsquoorientamento dei
filari Nord-Sud Le viti sono allevate spalliera e potate a guyot Le varietagrave coltivate
sono il Pinot Nero nella parte alta del vigneto corrispondente ad un Alfisuolo e lo
Chardonnay nella parte bassa del vigneto su di un Entisuolo
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
64 Caratteristiche pedologiche
I suoli della Tenuta Cannona rientrano secondo le Regioni Pedologiche Italiane
(Costantini E Progetto APOSA) in quelli delle colline di Langhe e Monferrato
dove le entitagrave pedologiche principali sono suoli piugrave o meno erosi (Calcaric
Cambisols e RegosolsInceptisols e Entisols) suoli alluvionali (Calcaric
FluvisolsEntisols) e suoli con accumulo di argilla (Haplic e Gleyic
LuvisolsAlfisols) (fig 641)
Figura 641 Collocazione dei campi sperimentali sulla carta dei suoli della Regione Piemonte
(150000 IPLA 2008) Lrsquoarea color salmone indica lrsquoAlfisuolo mentre quella azzurra lrsquoEntisuolo
I suoli interessati dalla prova attuale sono due
Il suolo a valle vitato a Chardonnay appartiene allrsquoordine degli Entisuoli Si
tratta di un suolo poco evoluto A-C che non ha accumulato materia organica neacute
subito processi di alterazione della frazione minerale sufficienti a definire
orizzonti diagnostici Rientra nel Sottordine degli Orthents entisuoli in cui
lrsquoaccumulo di sostanza organica e i processi di alterazione sono limitati da
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
unrsquoimportante erosione idrica ed egrave stato classificato come Typic Ustorthent fine-
loamy mixed calcareus mesic (IPLA 2008)
Tabella 6461 Analisi chimico-fisica degli orizzonti del Typic Ustorthent (IPLA)
Figura 642 Profilo dellrsquoEntisuolo
Egrave poco profondo ed egrave il tipico suolo che si trova nei vigneti delle colline
piemontesi
Gli Orthents sono suoli poveri non adatti a colture di pieno campo ma su cui
si trova molto bene la vite (fig 642 tab 641) Qui lrsquoerosione egrave un fattore
intrinseco tanto che egrave il principale agente della loro evoluzione In condizioni
naturali sono stabili anche per lunghi periodi ma diventano molto fragili quando
soggetti ad erosione intensa di tipo antropico percheacute il suolo perso egrave
considerevole se rapportato alla potenza del profilo
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Tabella 6462 Analisi chimico-fisica degliorizzonti del Typic Paleustalf (IPLA)
Figura 643 Profilo dellrsquoAlfisuolo
Nella parte alta del vigneto vitata a Pinot nero egrave invece presente un suolo piugrave
evoluto caratterizzato da una differenziazione tessiturale del profilo ed elevata
saturazione in basi per lo meno nella parte inferiore del profilo (fig 643) Questo
egrave anche un Alfisuolo antico (pale-) cioegrave formatosi prima dellrsquoultima glaciazione
(Wuumlrm) ed egrave stato classificato come Typic Paleustalf fine mixed nonacid mesic
(IPLA 2008)
La sua caratteristica peculiare egrave lrsquoalto contenuto in argilla che varia dal 31 al
50 (tab 642)
Ersquo profondo e non egrave un tipico suolo da vigneto egrave perograve comune in questrsquoarea
collinare dove sovente ricopre le sommitagrave delle colline (costituisce una sorta di
ldquocappellordquo di argilla)
Da un punto di vista agronomico egrave un suolo compatto e pesante Non ha
limitazioni particolari ma il disseccamento puograve provocare una sorta di
cementazione che lo rende quasi impossibile da lavorare Quando si bagna torna
nuovamente in condizioni di resistenza moderata (Sanesi 2000) Nella stagione
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
secca presenta unrsquointensa crepacciatura superficiale Lrsquoalta percentuale di argilla
favorisce sicuramente la formazione di aggregati resistenti viceversa la
compattezza potrebbe ostacolare lrsquoinfiltrazione incrementando il runoff
65 Disegno sperimentale e campionamento dei suoli
A partire dal 2009 sono confrontate tre tesi di gestione dellrsquointerfilare
- inerbimento spontaneo permanente (inerbito)
- inerbimento spontaneo permanente con lavorazione autunnale (lavorato)
- diserbo totale (diserbato)
Per ogni tesi egrave stata predisposta una parcella sperimentale composta da tre
interfilari completi (290 m2interfilare 870 m2parcella) Le parcelle sono state
distribuite sul vigneto in modo ragionato ed egrave sempre stato lasciato un interfilare
non trattato tra di loro per evitare interferenze e effetto bordo
Per quanto riguarda le operazioni di gestione dellrsquointerfilare (2009 2010 2011
2012 2013 2014) nella tesi inerbita egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfila ad
aprile e luglio nella tesi lavorato egrave eseguita la trinciatura dellrsquointerfilare come
nellrsquoinerbito unita alla lavorazione autunnale (0-15 cm novembre) e nella tesi
diserbato tre diserbi totali con Gliphosate (aprile giugno novembre)
In ogni parcella sono stati prelevati campioni di suolo alla profonditagrave di 0-5 cm
Nel 2014 il prelievo egrave effettuato in aprile e novembre Al fine di analizzare
separatamente lrsquoeffetto dei trattamenti sui due suoli ad ogni campionamento sono
prelevati sei campioni per parcella tre nella parte alta (alfisuolo) e tre nella parte
bassa (entisuolo) per un totale di 18 campioni a campionamento e 36 campioni
allrsquoanno
66 Analisi 2014
Le variabili del piano di ricerca sono
bull 2 suoli (Alfisuolo Entisuolo)
bull 2 trattamenti (Inerbito Lavorato)
bull 3 repliche
Per un totale di 12 campioni a campionamento Per ognuno di questi si egrave stato
misurato il contenuto in carbonio ed azoto (quindi lrsquoindice CN) il contenuto di
carbonio inorganico e quindi per via indiretta del carbonio organico
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Inoltre egrave stata determinata la stabilitagrave strutturale (Wet Aggregate Stability)
facendo il fitting dei dati secondo il modello
y = a+b (1 ndash endashtc) (1)
elaborato da Zanini et al (1998) valutando i parametri
a (esplosione aggregati)
b (abrasione)
c (tempo in cui avviene la perdita di aggregati)
661 Preparazione del campione
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a 40 degC passati in un mortaio di
ceramica per la rottura della parte piugrave grossolana dello scheletro e infine vagliati
(setacciatura qualitativa) con un setaccio a maglie di 2 mm
662 Stabilitagrave strutturale Wet Aggregate Stability (WAS)
La descrizione dellrsquoapplicazione del modello a dati di stabilitagrave strutturale egrave
riportata da Zanini et al (1998) il metodo iniziale relativo alla stabilitagrave in acqua egrave
quello di Yoder (1936) modificato da Kemper e Rosenau (1989) mentre la non
presenza in questo metodo della fase di pre-inumidimento del campione deriva
dalla volontagrave di ottenimento di dati interpretativi di fenomeni naturali e della
possibilitagrave di poter stimare ldquolrsquoesplosionerdquo Il modello esponenziale usato egrave uno dei
modelli in usa da tempo in geostatistica (Svrivrastava e Isaaks 1989)
La valutazione si effettua sulle frazioni di aggregati 1 2 e 3 dei 2 suoli per i due
trattamenti con tre repliche A tale scopo le classi dimensionali 2 e 3 poicheacute terra
fine non devono subire trattamenti eccessivamente drastici che potrebbero
distruggere gli aggregati in modo eccessivo e far si che il dato quantitativo non sia
di alcun valore
Il metodo prevede la setacciatura ad umido in cestelli rotanti (fig691) a
velocitagrave costante (60 rpm) e maglie di 02 mm al limite delle sabbie fini (lt 250
microm) e la valutazione ponderale della frazione non disgregata in rapporto con la
frazione iniziale La frazione non disgregata comprende perograve anche la frazione
non disgregabile cioegrave la sabbia grossa
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Il dato puograve essere ottenuto in modo puntuale ed utilizzato per valutare la
cinetica di disgregazione ripetendo la setacciatura ad umido a tempi diversi (nello
specifico per questa tipologia di suoli 5 10 15 20 40 e 60 minuti)
I dati ottenuti dalla cinetica possono venire trattati in modo da ottenere
parametri riassuntivi che permettono di confrontare campioni diversi Gli
aggregati persi sono stati determinati per differenza tra il peso del setaccio prima
e dopo la setacciatura
Figura 662 strumento per lanalisi di was
Il modello interpretativo dei risultati parte dallassunto che il tasso di
distruzione degli aggregati sia esclusivamente in funzione della quantitagrave di
aggregati degradabili e non della quantitagrave di campione e quindi la disaggregazione
e esponenziale Il modello proposto segue una cinetica di primo ordine secondo
una curva di saturazione del tipo
dove y = perdita di aggregati x = tempo di agitazione in acqua a = stima della
perdita di aggregati per esplosione a saturazione b = stima della perdita massima
di aggregati per abrasione a+b = stima della perdita massima potenziale di
aggregati c = parametro che controlla lestensione temporale della funzione
Nella presente ricerca e stato applicato ai dati sperimentali questo modello
asintotico che tiene conto anche della perdita di aggregati per esplosione dei
capillari pieni drsquoaria al momento della saturazione
La funzione y(x) essendo asintotica non ha un range temporale finito Il fattore
c egrave stato introdotto percheacute ai fini pratici si puograve pensare che la disaggregazione
oltre ad un certo punto diventi irrilevante Nel nostro caso abbiamo fissato tale
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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the physical nature of erosion losses J Am Soc Agron 28 337-351
Zanini E Bonifacio E Albertson J D Nielsen DR (1998) Topsoil
aggregate breakdown under water-saturated conditions Soil Science Volume
163 288-298
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
valore a xmax = 3middotc tempo in cui y(xmax) = a + 095middotb di conseguenza il valore di c
che limita la validitagrave temporale della funzione egrave c = 13 xmax
663 Determinazione della sabbia grossa reale
La sabbia grossa egrave stata determinata per poter esser sottratta al peso residuo
degli aggregati in modo tale da stimare il peso degli aggregati effettivamente
rimasti evitando cosigrave di sovrastimare il dato
Lrsquoeliminazione dei cementi organici sfrutta la capacitagrave ossidante del perossido
di idrogeno a 50degC temperatura in grado di favorire lrsquoossidazione della sostanza
organica evitando la dismutazione del reagente (Kunze e Dixon 1986)
Si pone il campione (1000 g) nei barattoli di vetro appositi con acqua
deionizzata (rapporto suolo soluzione di 11) in bagnomaria riscaldato
aggiungendo ripetutamente piccole quantitagrave di acqua ossigenata al 30 (20-25
ml) La reazione sviluppa CO2 e si fa continuare il processo fino a quando cessa
lrsquoeffervescenza Quindi completata la distruzione della sostanza organica
presente nel campione si aggiunge unrsquoultima aliquota di acqua ossigenata e si
riscalda ancora a temperatura piugrave elevata in modo da favorire lrsquoallontanamento
per reazione di dismutazione lrsquoeccesso di H2O2 e ridurre il volume totale Si
tolgono i barattoli dalla piastra e si aggiunge acqua e Na-esametafosfato quindi i
barattoli vengono chiusi e posti sullrsquoagitatore per unrsquoora Viene addizionato il Na-
esametafosfato con il fine di disperdere eventuali aggregati determinati dalle
argille affincheacute non vengano contati come sabbie reali
In ultimo si vaglia il contenuto dei barattoli in un setaccio con maglia da 020
mm per allontanare sabbia fine e argille ciograve che rimane portato a secco egrave la
sabbia grossa reale
664 Determinazione di N totale e del C organico
La determinazione del carbonio totale egrave avvenuta misurando la CO2 emessa
attraverso la combustione catalitica a secco della sostanza organica e la
decomposizione termica dei carbonati presenti nel suolo rilevati tramite
analizzatore elementare CN (NA 2100 PROTEIN CE INSTRUMENTS)
Il materiale oggetto di analisi egrave dato dai campioni di suolo macinati a 05 mm
ed introdotti in capsule di stagno (20-40 mg per capsula)
Le capsule contenenti il campione vengono rilasciate da un auto-campionatore
allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
10 Bibliografia
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allinterno di una colonna di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 1020degC Allinterno della colonna avviene una combustione in modo quasi
istantaneo e completo dando luogo allo sviluppo di gas che vengono spinti dal gas
carrier (elio) attraverso il catalizzatore ossidativo (Cr2O3) localizzato nella parte
inferiore della colonna di combustione Il catalizzatore ossidativo consente di
completare lossidazione quindi i gas vengono sospinti nella colonna di riduzione
situata a fianco di quella di combustione che viene mantenuta alla temperatura
di 780degC nella quale la presenza di rame metallico consente la riduzione degli
ossidi di azoto ad N2 trattenendo inoltre leccesso di azoto Alluscita della colonna
di riduzione si trova una miscela di gas contenente N2 CO2 e H2O che viene
trasportata allinterno di una colonnina contenente perclorato anidro di magnesio
avente il compito di eliminare lacqua di combustione Eliminata lacqua di
combustione i gas vengono fatti transitare in una colonna gas-cromatografica
nella quale la presenza di un rilevatore a termoconducibilitagrave consente la
rilevazione della quantitagrave grazie allemissione di un segnale elettrico proporzionale
alla quantitagrave di gas Lo standard di riferimento e stato lrsquoatropina
Dai dati ottenuti di carbonio totale egrave stato possibile in primis determinare
sapendo il contenuto di azoto totale il rapporto CN del suolo
665 Determinazione del C inorganico
La determinazione del carbonio inorganico egrave avvenuta tramite misurazione
della CO2 emessa mediante rilevatore IR per CO2 dalla reazione tra i carbonati
del suolo ed HCl (15 N)
Dai campioni macinati a 05 mm vengono prelevati e pesati tramite bilancia
analitica 200 mg di suolo posti in capsule di vetro tramite le quali egrave poi
possibile inserire il campione effettuando risciacqui con acqua ultra pura
allrsquointerno di un serbatoio in vetro (dellrsquoELEMENTAR TIC solid modul) dove
avviene lrsquoattacco acido
Di ogni singolo campione egrave stato effettuata una doppia misura poi mediata il
valore di carbonio inorganico ottenuto egrave stato quindi sottratto a quello del
carbonio totale valutando cosi il tenore in carbonio organico
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
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DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
7 Avanzamento analisi 2014 e primi risultati
Attualmente sono terminate le analisi sul campionamento di aprile mentre sono
iniziate quelle relative a novembre Non essendoci ancora tutti i dati non
possiamo scrivere i risultati definitivi riguardanti la sperimentazione 2014 Quello
che si puograve anticipare egrave che lrsquoinerbimento continua a favorire la formazione di
aggregati stabili che invece sono notevolmente ridotti e piugrave fragili nel caso della
lavorazione
9 Sviluppi futuri
A livello di campo sperimentale si continueragrave con le operazioni di gestione del
suolo adottate fin ora per mantenere i tre trattamenti (inerbimento lavorazione e
diserbo) Invece per quanto riguarda lrsquoanalisi dei campioni e lrsquoelaborazione dei
dati si cercheragrave di riunire i risultati ottenuti in questi primi anni di
sperimentazione in un unico documento scientifico che prenderagrave in
considerazione lrsquoeffetto della gestione dellrsquointerfilare sul suolo del vigneto nel
medio-lungo periodo
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DATA 16032015
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Dottsa Elisa Paravidino
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9
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(2009) 201-210
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Turrioacuten MB Lafuente F Mulas R Loacutepez O Ruipeacuterez C e Pando V
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Environmental Management xxx 1ndash5
Usόn A (1998) Medidas de control de la erosiograven en suelos vintildea de las
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Dissertation University of Lleida Lleida Unpublished
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27
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Van der Knijff JM Jones RJA e Montanarella L (2000) Soil Erosion Risk
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Jrc Joint Research Centre- Space Applications Institute- European Soil Bureau
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Zanini E Bonifacio E Albertson J D Nielsen DR (1998) Topsoil
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Loughran RJ Elliot GL Maliszewski LT Campbell BL (2000) Soil
loss and viticulture at Pokolbin New South Wales Australia Hydrology-
Geomorphologi Interface Rainfall Floods Sedimentation Land Use 261 141-
152
Marangoni B Toselli M Baldi E (2006) Influenza della sostanza organica
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Quaderni VIII 59-71
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Mitham P (1999) Cover crops can reduce costs and improve soils Good fruit
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Morlat R Jacquet A e Asselin C (1993) Principaux effets de lrsquoenherbement
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Nortcliff S (2002) Standardisation of soil quality attributes Agriculture
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Novara A L Gristina LSS Saladino SS Santoro A e Cerda A (2011)
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Paroissien JP Lagacherie P Le Bissonnais Y (2010) A regional-scale
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Stevenson FJ (1982) Extraction fractionation and general chemical
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Genesis Composition Reactions John Wiley and Sons New York (1982) pp 26ndash
54
Stevenson FJ (1994) Humus chemistry Genesis composition reactions 2nd
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Storage in Agricultural Soils CRC press Boca Raton FL pp 57-96
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basin (northwestern Italy) studies on experimental areas Catena (Suppl 4) 115ndash
27
Turrioacuten MB Lafuente F Mulas R Loacutepez O Ruipeacuterez C e Pando V
(2010) Effects on soil organic matter mineralization and microbiological properties
of applying compost to burne burned and unburned soils Journal of
Environmental Management xxx 1ndash5
Usόn A (1998) Medidas de control de la erosiograven en suelos vintildea de las
camarcas Anoia-Alt Penedegraves (Barcelona) efectividad y viabilidad PhD
Dissertation University of Lleida Lleida Unpublished
Valenti L Maggiore T e Scienza A (1999) Tecniche di gestione del suolo in
viticoltura LrsquoInformatore Agrario 3835-37
Van der Knijff JM Jones RJA e Montanarella L (2000) Soil Erosion Risk
Assessment in Italy EUR 19022EN European Commission- Directorate General-
Jrc Joint Research Centre- Space Applications Institute- European Soil Bureau
Wainwright J (1996) Infiltration runoff and erosion characteristics of
agricoltural land in extreme storm events SE France Catena 26 (12) 24-47
Warner G (1999) Cover crop advantages Good fruit grower 50(9) 10
Yoder RE (1936) A direct method of aggregate analysis of soil and a study of
the physical nature of erosion losses J Am Soc Agron 28 337-351
Zanini E Bonifacio E Albertson J D Nielsen DR (1998) Topsoil
aggregate breakdown under water-saturated conditions Soil Science Volume
163 288-298
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Piccolo A e Mbagwu JSC (1999) Role of hydrophobic components of soil
organic matter in soil aggregate stability Soil Sci Soc Am J 63 1801ndash 1810
Pool RM Lakso AN Dunst R e Fendinger A (1995) Identifying less
competitive and lower environmental Cover crop system for New York vineyards
NYState IPM Report
Powlson DS Smith P Smith JU (1996) Evaluation of soil organic matter
models vol I 38 Springer Verlag Berlin
Raclot D Le Bissonnais Y Louchart X Andrieux P Moussa R Voltz M
(2009) Soil tillage and scale effects on erosion from fields to catchment in a
Mediterranean vineyard area Agricolture Ecosistems and Environment 134
(2009) 201-210
Ramazzotti S e Intrieri C (2008) I metodi di gestione integrata per lrsquoadozione
della agricoltura conservativa nei sistemi colturali poliennali viticoltura Agricoltura
Blu ndash La via italiana dellrsquoagricoltura conservativa ndash Principi tecnologie e metodi
per una produzione sostenibile Edagricole BO 11-35
Scalabrelli G Ferroni G Boselli M Bandinelli R e Mancuso S (1999)
Lrsquoinerbimento in Toscana Notiziario Tecnico CRPV 58 43-63
Scienza A Valenti L e Miravalle R (1988) Tecniche alternative alla
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Vignevini 5 43-47
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Oxford Universiy Press
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Management Practices on Grapevine Vegetative Growth Yield and Fruit
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Storage in Agricultural Soils CRC press Boca Raton FL pp 57-96
Tropeano D (1983) Soil-erosion on vineyards in the Tertiary Piedmontese
basin (northwestern Italy) studies on experimental areas Catena (Suppl 4) 115ndash
27
Turrioacuten MB Lafuente F Mulas R Loacutepez O Ruipeacuterez C e Pando V
(2010) Effects on soil organic matter mineralization and microbiological properties
of applying compost to burne burned and unburned soils Journal of
Environmental Management xxx 1ndash5
Usόn A (1998) Medidas de control de la erosiograven en suelos vintildea de las
camarcas Anoia-Alt Penedegraves (Barcelona) efectividad y viabilidad PhD
Dissertation University of Lleida Lleida Unpublished
Valenti L Maggiore T e Scienza A (1999) Tecniche di gestione del suolo in
viticoltura LrsquoInformatore Agrario 3835-37
Van der Knijff JM Jones RJA e Montanarella L (2000) Soil Erosion Risk
Assessment in Italy EUR 19022EN European Commission- Directorate General-
Jrc Joint Research Centre- Space Applications Institute- European Soil Bureau
Wainwright J (1996) Infiltration runoff and erosion characteristics of
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Warner G (1999) Cover crop advantages Good fruit grower 50(9) 10
Yoder RE (1936) A direct method of aggregate analysis of soil and a study of
the physical nature of erosion losses J Am Soc Agron 28 337-351
Zanini E Bonifacio E Albertson J D Nielsen DR (1998) Topsoil
aggregate breakdown under water-saturated conditions Soil Science Volume
163 288-298
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
Tesic D Keller M e Hutton RJ (2007) Influence of Vineyard Floor
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Zanini E Bonifacio E Albertson J D Nielsen DR (1998) Topsoil
aggregate breakdown under water-saturated conditions Soil Science Volume
163 288-298
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino
DATA 16032015
Il coordinatore del progetto
Dottsa Elisa Paravidino