SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp SS Maria RIVISTA · dosi ai giovani religiosi che gremivano Piazza ......

24
MADRE MARIA CONSIGLIA ADDATIS UN ROVETO DI CARITÀ Anno XVI • Luglio - Settembre 2015 3

Transcript of SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp SS Maria RIVISTA · dosi ai giovani religiosi che gremivano Piazza ......

MADRE MARIA CONSIGLIA ADDATISUN ROVETO DI CARITÀ

Anno XVI • Luglio - Settembre 2015 3

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 1

SOMMARIOAnno XVI n. 3 Luglio-Settembre 2015

EDITORIALE 3

PRIMO PIANO 4

NEL MONDO DEI VANGELI 6

MARIA MADRE DELLA CHIESA… 8

L’ABC DELLE RELIGIONI 10

LA SUA MEMORIA È UNA BENEDIZIONE 12

SEMI DI SAPIENZA 14

L’ANGOLO DELLA SALUTE 15

VITA DI CASA NOSTRA 16

GLI AMICI CHE CI HANNO LASCIATO 18

IN VETRINA 20

PER RIDERE 21

GRAZIE… 22

MADRE MARIA CONSIGLIA ADDATISUN ROVETO DI CARITÀ

Anno XVI • Luglio - Settembre 2015 3

Rivista trimestrale della

Congregazione delle

Suore Serve di Maria Addolorata

Via Portaromana, 55

84015 Nocera Superiore (SA)

Tel. e Fax 081.933184

C.C.P. N. 21312848www.smanocera.org

Direttore responsabile

Anna Agnese Pignataro

Hanno collaborato

Valeria Cotis

Diess

Sofia Gomez

Sabrina Medugno

Suor M. Agnese Pignataro

Suor Dina Scognamiglio, fsp

Anna Maria Spera

Pubblicazione registrata:

Trib. di Roma, n. 610/99

del 14.12.99

Poste Italiane S.p.A.

Spedizione in abbonamento postale

D.L. 353/2003

(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1, Comma 2 - DCB Roma

StampaIstituto Arti Grafiche Mengarelli

Via Cicerone, 28 - 00193 Roma

Tel. 06.32111054 - Fax. 06.32111059

[email protected]

Finito di stampare nel mese di ottobre 2015

Cari amici lettoriGrazie perché ci seguite con affetto e ci sostenete

con la vostra generosità permettendocila realizzazione di questa Rivista.

La Redazione

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 2

L’anno dedicato alla Vita Consacratainiziato il 30 novembre 2014 e chesi concluderà il 2 febbraio 2016, ha

avuto nel Primo Incontro mondiale dei giovaniconsacrati e consacrate, la punta più alta e si-gnificativa. Giovani provenienti da tutto ilmondo si sono ritrovati a Roma dal 15 al 19settembre 2015. Hanno partecipato anche lenostre giovani juniores indonesiane e sonorientrate in comunità felici e impegnate perquanto hanno vissuto in questi giorni.

Papa Francesco nel messaggio di aperturadell’Anno della Vita Consacrata, a cinquant’an-ni dalla promulgazione del Decreto concilia-re Perfectae caritatis sul rinnovamento dellavita religiosa, per sottolineare la bellezza del-la “Sequela Christi” consegnò a noi religiositre parole programmatiche: Gioia, coraggio,comunione.

Ci invitò a vivere con gioia la nostra appar-tenza al Signore, contagiando quanti ci incon-trano e suscitando in loro il desiderio di seguir-lo; avere il coraggio di andare per il mondo,aprendo nuove vie di servizio, con la stessapassione e audacia che ebbero i nostri fonda-tori e fondatrici e infine, ad essere uomini edonne costruttori di fraternità vivendo la leggeevangelica dell’amore scambievole, un amoreda riversare su tutta l’umanità, così da renderepossibile “il sogno” di Gesù “essere tutti unacosa sola!”.

Altrettando incisivo è stato il Segretarioper la Vita Consacrata, l’arcivescovo Fr. JoséRodriguez Carballo, ofm durante la Veglia dipreghiera, la sera del 15 settembre, rivolgen-dosi ai giovani religiosi che gremivano PiazzaSan Pietro.

Anch’egli ha consegnato tre parole: Ani-mo, siate forti! perseverate, siate fedeli!, e por-tate frutto, risvegliate il mondo!

L’accento è stato posto sulla generositàdella risposta, a non essere pigri nel camminoe indecisi ma “coraggiosi e forti nello spirito”.A perseverare e a non cedere alla tentazione

di voltarsi indietro, ma rinnovare ogni giornola fiducia in Colui che ci ha chiamato. Anche anoi, come a Geremia, il Signore dice “Io sonocon te per proteggerti” (1,8).

E infine siamo chiamati a portare frutto, adessere fecondi, a non vivere chiusi in noi stes-si, nei nostri interessi e progetti.

Le giornate sono state intense ed interes-santi, ritmate su tre verbi: Ascoltare, Restitui-re, Celebrare e Testimoniare.

Al mattino nell’Aula Paolo VI in Vaticanoerano invitati all’ascolto e i temi vertevano su:Vocazione, Vita fraterna, Missione; al pomerig-gio nei diversi luoghi di Roma e divisi in grup-pi linguistici c’erano i Laboratori dove si con-dividevano i frutti della riflessione e si celebra-va l’Eucarestia; alla sera nelle diverse Chiesedi Roma, la preghiera di riconciliazione, l’A-dorazione eucaristica, la preghiera corale.

Ma l’invito pressante è stato: “Risvegliate ilmondo!”.

Cari amici

EDITORIALE

3

Anna Agnese Pignataro

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 3

PRIMO PIANO

4

L’annuncio di quello che sarà il 29moGiubileo da quando, nel 1300 il pri-mo fu proclamato da Bonifacio VIII,

“è stato fatto - evidenzia una nota della Salastampa della Santa Sede - nel secondo anniver-sario dell’elezione di Papa Francesco” e “l’a-pertura del prossimo Giubileo avverrà nel cin-quantesimo anniversario della chiusura delConcilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965, eacquista per questo un significato particolarespingendo la Chiesa a continuare l’opera ini-ziata con il Vaticano II”.

Una domanda è presente nel cuore di tanti:perché oggi un Giubileo della Misericordia?Semplicemente perché la Chiesa, in questo mo-mento di grandi cambiamenti epocali, è chia-mata ad offrire più fortemente i segni della pre-senza e della vicinanza di Dio. Questo non è iltempo per la distrazione, ma al contrario per ri-manere vigili e risvegliare in noi la capacità diguardare all’essenziale. È il tempo per la Chiesadi ritrovare il senso della missione che il Signorele ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno estrumento della misericordia del Padre (cfr Gv20,21-23). È per questo che l’Anno Santo dovràmantenere vivo il desiderio di saper cogliere itanti segni della tenerezza che Dio offre al mon-do intero e soprattutto a quanti sono nella soffe-renza, sono soli e abbandonati, e anche senzasperanza di essere perdonati e di sentirsi amatidal Padre. Un Anno Santo per sentire forte innoi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, checome Buon Pastore è venuto a cercarci perchéci eravamo smarriti. Un Giubileo per percepireil calore del suo amore quando ci carica sullesue spalle per riportarci alla casa del Padre. UnAnno in cui essere toccati dal Signore Gesù etrasformati dalla sua misericordia, per diventarenoi pure testimoni di misericordia. Ecco perchéil Giubileo: perché questo è il tempo della mi-sericordia. È il tempo favorevole per curare le

ferite, per non stancarci di incontrare quanti so-no in attesa di vedere e toccare con mano i se-gni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, lavia del perdono e della riconciliazione.

“La misericordia è un tema molto caro a Pa-pa Francesco che già da vescovo aveva sceltocome suo motto ‘miserando atque eligendo’. Sitratta di una citazione presa dalle Omelie di SanBeda il Venerabile, il quale, commentando l’e-pisodio evangelico della vocazione di San Mat-teo, scrive: ‘Vidit ergo Iesus publicanum et quiamiserando atque eligendo vidit, ait illi Sequereme’ (Vide Gesù un pubblicano e siccome loguardò con sentimento di amore e lo scelse, glidisse: Seguimi). Questa omelia è un omaggio al-la misericordia divina. Una traduzione del mot-to potrebbe essere ‘Con occhi di misericordia’.

Nel primo Angelus dopo la sua elezione, ilSanto Padre diceva: ‘Sentire misericordia, que-sta parola cambia tutto. È il meglio che noi pos-siamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di mi-sericordia rende il mondo meno freddo e piùgiusto. Abbiamo bisogno di capire bene questamisericordia di Dio, questo Padre misericordio-so che ha tanta pazienza’ (Angelus 17 marzo2013). Nell’Angelus dell’11 gennaio 2015 haaffermato: ‘C’è tanto bisogno oggi di misericor-dia, ed è importante che i fedeli laici la vivano ela portino nei diversi ambienti sociali. Avanti!Noi stiamo vivendo il tempo della misericordia,questo è il tempo della misericordia’. Ancora,nel suo messaggio per la Quaresima 2015, ilSanto Padre ha detto: ‘Quanto desidero che iluoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostreparrocchie e le nostre comunità in particolare,diventino delle isole di misericordia in mezzoal mare dell’indifferenza!’”.

Anticamente presso gli Ebrei, il giubileo eraun anno dichiarato santo che cadeva ogni 50anni, nel quale si doveva restituire l’uguaglianzaa tutti i figli d’Israele, offrendo nuove possibilità

Giubileo Straordinariodella MisericordiaUn tempo per curare le ferite dell’uomo

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 4

5

a cura di Diesse

alle famiglie che avevano perso le loro proprietàe perfino la libertà personale. Ai ricchi, invece,l’anno giubilare ricordava che sarebbe venuto iltempo in cui gli schiavi israeliti, divenuti nuova-mente uguali a loro, avrebbero potuto rivendi-care i loro diritti. “La giustizia, secondo la leggedi Israele, consisteva soprattutto nella protezio-ne dei deboli” (S. Giovanni Paolo II in Tertio Mil-lennio Adveniente 13).

La Chiesa cattolica ha iniziato la tradizionedell’Anno Santo con Papa Bonifacio VIII nel1300. Bonifacio VIII aveva previsto un giubileoogni secolo. Dal 1475 - per permettere a ognigenerazione di vivere almeno un Anno Santo - ilgiubileo ordinario fu cadenzato con il ritmo dei25 anni. Un giubileo straordinario, invece, vie-ne indetto in occasione di un avvenimento diparticolare importanza.

Gli Anni Santi ordinari celebrati fino ad og-gi sono 26. L’ultimo è stato il Giubileo del2000. La consuetudine di indire giubilei straor-dinari risale al XVI secolo. Gli ultimi Anni Santistraordinari, del secolo scorso, sono stati quellidel 1933, indetto da Pio XI per il XIX centena-rio della Redenzione, e quello del 1983, indet-to da Giovanni Paolo II per i 1950 anni dellaRedenzione. La Chiesa cattolica ha dato al giu-bileo ebraico un significato più spirituale. Con-siste in un perdono generale, un’indulgenzaaperta a tutti, e nella possibilità di rinnovare ilrapporto con Dio e il prossimo. Così, l’AnnoSanto è sempre un’opportunità per approfondi-re la fede e vivere con rinnovato impegno la te-stimonianza cristiana.

L’annuncio ufficiale e solenne dell’AnnoSanto avverrà con la lettura e pubblicazionepresso la Porta Santa della Bolla nella Domeni-ca della Divina Misericordia, festa istituita daSan Giovanni Paolo II che viene celebrata ladomenica dopo Pasqua. Si tratta di una portache viene aperta solo durante l’Anno Santo,mentre negli altri anni rimane murata. Hannouna Porta Santa le quattro basiliche maggiori diRoma: San Pietro, San Giovanni in Laterano,San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggio-re. Il rito di aprire la Porta Santa esprime simbo-licamente il concetto che, durante il Giubileo,è offerto ai fedeli un “percorso straordinario”verso la salvezza.

Le Porte Sante delle altre basiliche verrannoaperte successivamente all’apertura della PortaSanta della Basilica di San Pietro.

Un Anno Santo straordinario, dunque, affer-ma papa Francesco, per vivere nella vita di ognigiorno la misericordia che da sempre il Padreestende verso di noi. In questo Giubileo lascia-moci sorprendere da Dio. Lui non si stanca maidi spalancare la porta del suo cuore per ripetereche ci ama e vuole condividere con noi la suavita. La Chiesa sente in maniera forte l’urgenzadi annunciare la misericordia di Dio. La sua vitaè autentica e credibile quando fa della miseri-cordia il suo annuncio convinto.

…Dal cuore della Trinità, dall’intimo piùprofondo del mistero di Dio, sgorga e scorresenza sosta il grande fiume della misericordia.

Questa fonte non potrà mai esaurirsi, perquanti siano quelli che vi si accostano. Ognivolta che ognuno ne avrà bisogno, potrà acce-dere ad essa, perché la misericordia di Dio èsenza fine.

La Chiesa si faccia eco della Parola di Dioche risuona forte e convincente come una paro-la e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, diamore. Non si stanchi mai di offrire misericor-dia e sia sempre paziente nel confortare e per-donare (Misericordiae vultus, 25).

Il logo – opera del gesuita P. Marko I. Rupnik – si pre-senta come una piccola summa teologica del temadella misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si caricasulle spalle l’uomo smarrito, recupe-rando un’immagine molto cara al-la Chiesa antica, perché indical’amore di Cristo che porta acompimento il mistero dellasua incarnazione con laredenzione. Un partico-lare non deve sfuggire: ilBuon Pastore con estre-ma misericordia caricasu di sé l’umanità, ma isuoi occhi si confondo-no con quelli dell’uo-mo. La scena si collocaall’interno della man-dorla, anch’essa figuracara all’iconografia anti-ca e medioevale che ri-chiama la compresenzadelle due nature, divina eumana, in Cristo. I tre ovaliconcentrici, di colore progres-sivamente più chiaro verso l’e-sterno, suggeriscono il movimento diCristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato edella morte. D’altra parte, la profondità del colore piùscuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amoredel Padre che tutto perdona.

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 5

Il vangelo secondo Marco (II)

NEL MONDO DEI VANGELI

6

L’evangelista Marco è un bravo narra-tore e scrive il suo vangelo come unracconto vivace per guidare il lettore

alla professione di fede in Gesù, Messia e Figliodi Dio. Il suo è il Vangelo dei catecumeni, pro-prio perché è una guida semplice, profonda al-lo stesso tempo, verso l’incontro personale conil Signore. È il Vangelo che introduce nella vitacristiana. Le due parti in cui il vangelo si divideculminano con una professione di fede: alla fi-ne della prima parte Pietro riconosce in Gesù ilCristo; alla fine della seconda parte il centurio-ne romano confessa che quell’uomo è vera-mente Figlio di Dio.

Marco mostra come Gesù si riveli in modoprogressivo. Chi entra in contatto con lui si ac-corge di qualcosa, nota una realtà fuori dall’or-dinario e si pone una domanda: «Chi è costui?».

La risposta di Pietro è la conclusione di que-sto cammino di riconoscimento. Ma dire cheGesù è il Cristo non risolve la piena conoscen-za della sua persona. Né Pietro né gli altri apo-stoli, infatti, sanno precisamente che cosa si-gnifichi essere il Cristo. Al loro tempo eranomolte le opinioni correnti sulla figura del Mes-sia e sul modo con cui avrebbe salvato il suopopolo; ognuno, insomma, si aspettava che ilMessia avrebbe fatto quello che a lui piacevaparticolarmente. Anche gli apostoli di Gesù so-no vittime di queste opinioni correnti; anch’essisi aspettano un Messia potente e politico.

Ma Gesù è davvero il Cristo in questo sen-so? Ecco perché Marco, seguendo lo schemaantico della predicazione apostolica, pone im-mediatamente dopo la confessione di Pietro l’i-nizio della catechesi di Gesù sul suo destino disofferenza, morte e risurrezione.

Leggiamo i primi versetti di questa secondaparte: «E cominciò a insegnar loro che il Figliodell’uomo doveva molto soffrire, ed essere ri-provato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e da-gli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, ri-

suscitare. Gesù faceva questo discorso aperta-mente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mi-se a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardan-do i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse:«Mettiti dietro di me, satana! Perché tu non pen-si secondo Dio, ma secondo gli uomini». Con-vocata la folla insieme ai suoi discepoli, disseloro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rin-neghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.Perché chi vorrà salvare la propria vita, la per-derà; ma chi perderà la propria vita per causamia e del vangelo, la salverà» (Mc 8,31-35).

La seconda parte del Vangelo di Marco com-prende la riflessione attenta sul cammino di fe-de che porta a riconoscere che nella persona diGesù sono ugualmente presenti due figure pro-fetiche dell’Antico Testamento: il Figlio dell’Uo-mo (personaggio glorioso, potente e trascen-dente) e il Servo sofferente (uomo dei dolori,umiliato e offeso). Pietro, nonostante la sua fedemessianica, continua a ragionare come gli uo-mini: non si è ancora aperto pienamente alla ri-velazione di Dio. Vuole dare consigli a Gesù e sicomporta da «satana», cioè da ostacolatore, dachi mette i bastoni fra le ruote ed impedisce ilcammino. Non può essere Pietro né alcun altrodiscepolo ad indicare la strada a Gesù: egli devemettersi dietro; chiunque vuole seguire Gesùdeve mettersi dietro a lui, seguirne la via ed imi-tarne l’opera! Alla fine di questa seconda parte ilcenturione, avendo visto Gesù spirare in quelmodo, lo riconosce veramente Figlio di Dio: lafede completa si ha quando si riconosce la divi-nità del Messia nello scandalo della croce.

IL CAMMINO DEL DISCEPOLOSECONDO MARCO

Dalla lettura attenta del suo vangelo possia-mo ricavare alcune piste di cammino per di-ventare discepoli di Gesù:

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 6

Per imparare a conoscerli

7

a cura di Valeria Cotis

1. Conoscere Gesù attraversola sua umanità

Marco presenta Gesù vero uomo: infatti, ag-giunge spesso le indicazioni dei sentimenti edelle emozioni, sia di Gesù che degli altri per-sonaggi: in questo modo noi incontriamo unGesù commosso o arrabbiato, che partecipa davicino alle vicende dell’uomo, che fa spessodomande semplici per conoscere la realtà cheha intorno.

Marco mette in grande evidenza la suaumanità: per questo ne mostra anche la fatica,la paura e la sofferenza. Presentando Gesù co-me vero uomo, Marco intende mostrare che ladivinità è proprio nell’umanità: Gesù è il Regnodi Dio; nella sua persona, con la sua vita fattadi gesti e parole quotidiane Dio è entrato nellastoria; è entrato nelle piccole vicende degli uo-mini, per salvarli.

2. Conoscere Gesùattraverso

la sua operosità

Pochi discorsi compaiono nelVangelo di Marco; quasi tutto iltesto contiene i racconti delleopere compiute da Gesù, in ge-nere miracoli. La figura di Gesùin Marco è caratterizzata da ungrande dinamismo: egli è presen-tato sempre all’opera. Marco siindirizza a persone che si sonoappena avvicinate al cristianesi-mo e quindi il suo intento pasto-rale è quello di sottolineare lapotenza dell’opera di Dio.

3. Avere fede in GesùCristo

All’uomo è richiesto non tan-to di fare qualcosa, ma di acco-gliere l’azione e la persona delCristo: è chiesta la fede, diven-tando discepolo. L’intento prima-rio di Marco è di condurre il let-tore ad una fede matura e consa-

pevole. Infatti, risuona forte e pressante l’impe-rativo: «Abbiate fede in Dio» (Mc 11,22).

La fede cambia il mondo, perché attraver-so di essa Gesù accomuna gli uomini a sé, lirende suoi discepoli e, attraverso di loro puòcontinuare l’opera della grazia che col Cristoè entrata nel mondo. Significativo è, dunque,l’inciso che Marco ha aggiunto al raccontodella vocazione dei Dodici: «Salì poi sul mon-te, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi an-darono da lui. Ne costituì Dodici che stesserocon lui e anche per mandarli a predicare e per-ché avessero il potere di scacciare i demoni»(Mc 3,13-15).

Il discepolo è colui che sta con Gesù; solodall’esperienza di una vita condivisa e solo dauna relazione profonda e personale può nasce-re la fede e la missione.

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 7

MARIA MADRE DELLA CHIESA E MADRE NOSTRA

8

L’esemplarità della Beata Vergine inquesto campo deriva dal fatto cheella è riconosciuta eccellentissimo

modello della Chiesa nell’ordine della fede,della carità e della perfetta unione con Cristocioè di quella disposizione interiore con cui laChiesa, sposa amatissima, strettamente asso-ciata al suo Signore, lo invoca e, per mezzo dilui, rende il culto all’eterno Padre.

Maria è la Vergine in ascolto, cheaccoglie la parola di Dio con fede; equesta fu per lei premessa e via alla ma-ternità divina, poiché, come intuìsant’Agostino, la beata Maria colui (Ge-sù) che partorì credendo, credendoconcepì. Infatti, ricevuta dall’Angelo larisposta al suo dubbio (cfr Lc 1,34-37)essa, piena di fede e concependo il Cri-sto prima nella sua mente che nel suogrembo, Ecco - disse - la serva del Si-gnore, sia fatto di me secondo la tua pa-rola (Lc 1,38); fede, che fu per lei causadi beatitudine e certezza circa l’adem-pimento della promessa: E beata coleiche ha creduto nell’adempimento delleparole del Signore (Lc 1,45); fede con laquale ella, protagonista e testimone sin-golare della Incarnazione, ritornava su-gli avvenimenti dell’infanzia di Cristo,raffrontandoli tra loro nell’intimo delsuo cuore (cfr Lc 2,19. 51).

Questo fa anche la Chiesa, la qua-le, soprattutto nella sacra Liturgia, confede ascolta, accoglie, proclama, ve-nera la parola di Dio, la dispensa ai fe-deli come pane di vita e alla sua lucescruta i segni dei tempi, interpreta e vi-ve gli eventi della storia.

Maria è, altresì, la Vergine in preghiera.Così essa appare nella Visita alla madre delPrecursore, in cui effonde il suo spirito inespressioni di glorificazione a Dio, di umiltà, difede, di speranza: tale è il cantico L’anima miamagnifica il Signore (cfr Lc 1,46-55), la preghie-ra per eccellenza di Maria, il canto dei tempimessianici nel quale confluiscono l’esultanza

Maria Modello dell’atteggiamentospirituale con cui la Chiesacelebra e vive i divini misteri

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 8

Il pensiero dei Papi

9

dell’antico e del nuovo Israele, poiché - comesembra suggerire sant’Ireneo - nel cantico diMaria confluì il tripudio di Abramo che presen-tiva il Messia (cfr Gv 8,56) e risuonò, profetica-mente anticipata, la voce della Chiesa: Nellasua esultanza Maria proclamava profeticamen-te a nome della Chiesa: L’anima mia magnificail Signore. Infatti, il cantico della Vergine, dila-tandosi, è divenuto preghiera di tutta la Chiesain tutti i tempi. Vergine in preghiera appare Ma-ria a Cana dove, manifestando al Figlio con de-licata implorazione una necessità temporale,ottiene anche un effetto di grazia: che Gesù,compiendo il primo dei suoi «segni», confermii discepoli nella fede in lui (cfr Gv 2,1-12).

Anche l’ultimo tratto biografico su Mariace la presenta Vergine orante. Infatti gli Apo-stoli erano assidui e concordi nella preghiera,insieme con alcune donne e con Maria, la Ma-dre di Gesù, e con i fratelli di lui (At 1,14): pre-senza orante di Maria nella Chiesa nascente enella Chiesa di ogni tempo, poiché ella, assun-ta in cielo, non ha deposto la sua missione diintercessione e di salvezza.

Vergine in preghiera è anche la Chiesa, cheogni giorno presenta al Padre le necessità deisuoi figli, loda il Signore incessantemente e in-tercede per la salvezza del mondo.

Maria è, ancora, la Vergine madre, cioè co-lei che per la sua fede e obbedienza generò sul-la terra lo stesso Figlio del Padre, senza contattocon uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo:prodigiosa maternità, costituita da Dio quale ti-po e modello della fecondità della Vergine -Chiesa, la quale diventa anche essa madre,poiché con la predicazione e il Battesimo gene-ra a vita nuova e immortale i figli, concepiti peropera dello Spirito Santo e nati da Dio… Vo-lendo attingere alle fonti liturgiche, potremmocitare la bella Conclusione della Liturgia ispa-nica: Quella (Maria) portò la Vita nel grembo,questa (la Chiesa) la porta nell’onda battesima-le. Nelle membra di lei fu plasmato il Cristo,nelle acque di costei fu rivestito il Cristo.

Maria è, infine, la Vergine offerente. Nel-l’episodio della presentazione di Gesù al tem-pio (cfr Lc 2,22-35), la Chiesa, guidata dallo

Spirito, ha scorto, al di là dell’adempimentodelle leggi riguardanti l’oblazione del primo-genito (cfr Es 13,11-16) e la purificazione dellamadre (cfr Lv 12,6-8), un mistero salvifico, re-lativo appunto alla storia della salvezza: ha ri-levato, cioè, la continuità dell’offerta fonda-mentale che il Verbo incarnato fece al Padre,entrando nel mondo (cfr Eb 10,5-7); ha vistoproclamata l’universalità della salvezza poi-ché Simeone, salutando nel Bambino la luceper illuminare le genti e la gloria di Israele (cfrLc 2,32), riconosceva in lui il Messia, il Salva-tore di tutti; ha inteso il riferimento profeticoalla Passione di Cristo: che le parole di Simeo-ne, le quali congiungevano in un unico vatici-nio il Figlio segno di contraddizione (Lc 2,34)e la Madre, a cui la spada avrebbe trafitto l’a-nima (cfr Lc 2,35), si avverarono sul Calvario.Mistero di salvezza, dunque, che nei suoi variaspetti orienta l’episodio della presentazioneal tempio verso l’evento salvifico della croce.

Ma la Chiesa stessa, soprattutto a partiredai secoli del medioevo, ha intuito nel cuoredella Vergine, che porta il Figlio a Gerusalem-me per presentarlo al Signore (cfr Lc 2,22), unavolontà oblativa, che superava il senso ordina-rio del rito.

Questa unione della Madre con il Figlionell’opera della Redenzione raggiunge il cul-mine sul Calvario, dove Cristo offrì se stessoquale vittima immacolata a Dio (Eb 9,14) e do-ve Maria stette presso la Croce (cfr Gv 19,25),soffrendo profondamente con il suo Unigenitoe associandosi con animo materno al sacrificiodi lui, amorosamente consenziente all’immo-lazione della vittima da lei generata e offrendo-la anch’ella all’eterno Padre.

Per perpetuare nei secoli il sacrificio dellaCroce il divin Salvatore istituì il sacrificio eu-caristico, memoriale della sua morte e risurre-zione, e lo affidò alla Chiesa, sua sposa, laquale, soprattutto alla domenica, convoca i fe-deli per celebrare la Pasqua del Signore, finchéegli ritorni.

Dall’Esortazione apostolica, Marialis Cultus di papa Paolo VI

a cura della Redazione

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 9

L’ABC DELLE RELIGIONI

10

Il termine Islam equivale a sottomissionead Allah, riconosciuto come creatore esignore e Dio unico, cui va onore,

ascolto e sottomissione. L’Islam è la religionedella sottomissione ad Allah, riconosciuto co-me creatore e signore e Dio unico, cui va ono-re, ascolto e sottomissione.

Le tre lettere slm, che appaiono nella parolaIslam, sono analoghe al termine ebraico sha-lom, il saluto di pace. Quindi Islam significa“entrare in uno stato di pace e sicurezza conDio attraverso la sottomissione e la resa a Lui”.

Fondatore dell’Islam è lo stesso Allah, dicui Maometto è il massimo e ultimo dei profe-ti, preannunciato da Gesù. Attraverso l’angeloGabriele, Dio fa a Maometto la grande rivela-zione contenuta nel Corano.

La parola muslim sta ad indicare il musul-mano ed è, quindi, solo ed esclusivamente co-lui che è sottomesso ad Allah, visto come il so-lo (monoteismo: dal greco, un solo Dio, rigi-dissimo), che si fa conoscere attraverso unmessaggio (il Corano) profetico e rivelato (daMaometto).

L’Islam è caratterizzato da un rigido mono-teismo: “Non c’è Dio all’infuori di Allah”. IlCorano insegna anzitutto l’unicità numerica diDio, il quale non ha compagni, né uguali, nérivali. Nonostante il tempo, il progresso, ilcontatto con altre culture, il monoteismo, ilprofetismo, la rivelazione rimangono i tre ele-menti centrali della religione islamica. L’isla-mismo attribuisce una grande importanza allegame fra religione e diritto (Sharia). L’Islam èuna realtà apparentemente omogenea, datoche la caratteristica essenziale di questa reli-gione è di orientare non solo la vita spiritualedell’uomo, ma anche quella culturale, econo-mica e politica.

Essa rifiuta fermamente la distinzione tracondotta spirituale e condotta temporale epretende di informare con un’unica legge,quella coranica, la globalità della vita di ogni

credente. L’Islam, insomma, nella sua formapiù ortodossa, deve essere din wa dawla, reli-gione e stato.

Islam è verità rivelata da Dio a tutti i suoiprofeti dalla creazione del mondo. Islam è siareligione, sia stile di vita. I Musulmani profes-sano una religione di pace, misericordia eperdono.

I CINQUE PILASTRI DELL’ISLAM

Il Corano ha fissato con chiarezza gli obbli-ghi fondamentali per un credente musulmano.Essi sono comunemente chiamati i cinque pi-lastri dell’Islam e sono:

1. La testimonianza di fede“Non c’è altro Dio fuorché Dio e Muham-

mad è il suo Profeta”. Tale affermazione esprime pienamente il

principio dell’unicità di Allah, il monoteismoassoluto, che esclude l’esistenza di altri dei;per questo si può combattere per l’Islam e mo-rire nella Guerra santa. Questa dichiarazionedi fede si chiama Shahada, una semplice for-mula che tutti i fedeli pronunciano.

In arabo la prima parte suona così la Ilahailla’Llah - non c’è altro Dio al di fuori di Dio.La seconda parte della Shahada recitaMuhammadun rasulu’Llah: Muhammad è ilmessaggero di Dio.

2. Le cinque preghiere quotidiane(Salat)

È un insieme di gesti rituali, movimenti eposizioni del corpo, accompagnati da formu-le religiose, ripetuti cinque volte al giorno, in

L’islamismo

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 10

11

a cura di Sofia Gomez

direzione della Mecca, e preceduti da unapurificazione simbolica (si lavano le mani e lebraccia fino al gomito, i piedi fino al malleo-lo, si sciacqua la bocca e si bagna la testa).Tutto ciò viene eseguito, di norma, nella mo-schea, in particolare al venerdì a mezzogior-no (il venerdì è il giorno festivo per i musul-mani). Nel caso in cui non sia possibile trovar-si in una moschea, il rituale della preghieraviene comunque rispettato ed eseguito, a cor-po scoperto ed a piedi scalzi, su un tappeto,che serve a delimitare lo spazio sacro e sem-pre in direzione della Mecca.

Le abluzioni sono il simbolo del ritornodell’uomo alla primitiva purezza. Se il cre-dente è a casa sua, sceglie un angolo pulito eprega generalmente su un tappeto. In Mo-schea la liturgia non cambia, ma le direttivevengono date ad alta voce dall’Imam il reli-gioso o il laico che conduce la preghiera. Ilmusulmano può pregare anche in ufficio oper strada o dovunque si trovi. Ognuna dellecinque preghiere è codificata da una liturgiache comprende sia il piano individuale chequello collettivo. La preghiera è anche il mo-mento privilegiato del rapporto intimo conDio, la confessione diretta. L’incontro conDio può essere moltiplicato nelle preghieresolitarie, silenziose anche in strada di giorno edi notte.

3. L’elemosina obbligatoria(Zakat)

La zakat non è soltanto un’ elemosina, maè un atto di solidarietà concreta e costantecon il resto della comunità e una purificazio-ne dei beni legalmente acquisiti. All’inizio at-to volontario e libero, l’elemosina ha avutocon il tempo e con l’espansione della nazionemusulmana un’evoluzione verso forme fiscaliche si avvicinano alla pratica moderna delleimposte. Dai musulmani viene inoltre moltopraticata anche l’elemosina libera per aiutarei più bisognosi.

Ogni Musulmano calcola il proprio zakatindividualmente. In generale questo implica ilpagamento annuale del 2,5% del proprio ca-pitale.

4. Il digiuno del mese di Ramadan(Sawm)

La seconda Sura del Corano obbliga tuttigli adulti in buona salute a digiunare dall’albaal tramonto, tutti i giorni, nel mese lunare delRamadan. Tutti i musulmani digiunano dall’al-ba al tramonto, astenendosi da cibo, bevandee rapporti sessuali.

Gli ammalati, i vecchi, chi si trovi in viaggioe le donne in stato interessante o che allattino,sono autorizzati a interrompere il digiuno, os-servando poi nel corso dell’anno un numero digiorni di digiuno equivalente a quelli non effet-tuati. Coloro che sono fisicamente impossibili-tati a osservare il digiuno debbono offrire cibo auna persona bisognosa per un numero di giorniuguale a quello in cui non si è osservato il digiu-no. I bambini iniziano a digiunare (e a recitarele preghiere) dalla pubertà, sebbene molti inizi-no ancora prima. Il digiuno, anche se molto sa-lutare, viene osservato principalmente comemetodo di autopurificazione. Chi digiuna, an-che se per breve tempo, si pone in sintonia contutti coloro che digiunano e nel contempo, cre-sce spiritualmente.

5. Il pellegrinaggio alla Sacra Casacioè a La Mecca (Hajj)

Il pellegrinaggio annuale alla Mecca –l’Hajj – è un dovere per tutti coloro che sianoin grado di adempierlo sia fisicamente, siaeconomicamente e rappresenta un’opportu-nità unica di incontro tra individui di diversenazionalità. Il pellegrinaggio annuale inizia ildodicesimo mese dell’anno islamico (che è lu-nare, non solare, quindi sia l’Hajj, sia il Rama-dan cadono talvolta in estate, talvolta in inver-no). L’origine di quest’obbligo affonda nelletradizioni dell’Arabia pre-islamica. Quandoentra nel perimetro sacro, vietato ai non mu-sulmani, il pellegrino si purifica, abbandona isuoi vestiti e indossa un pezzo di stoffa noncucito e sandali. I pellegrini indossano vestispeciali: indumenti semplici che cancellanoogni distinzione sociale e culturale, affinchétutti siano uguali davanti a Dio.

(continua nel prossimo numero)

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 11

LA SUA MEMORIA È UNA BENEDIZIONE

12

Siamo liete partecipare a voi Amici eCollaboratori della nostra Famiglia re-ligiosa, quanto si è realizzato in Indo-

nesia nella Comunità di Ruteng-Flores il 15settembre 2015, solennità della Vergine Addo-lorata. Una data significativa per noi che cichiamiamo “Serve di Maria Addolorata!”, esentiamo la Vergine dei Dolori la nostra princi-pale Patrona e Madre. In questa data con la ce-lebrazione eucaristica, presieduta da S.E.Rev.ma Monsignor Hubertus Leteng, vescovodella Chiesa locale, ha avuto luogo la benedi-zione della Casa di formazione “Nostra Signo-

ra di Guadalupe” con annessa Capppella e del-la Scuola materna (Paud). Era presente la Prioragenerale, Madre Maria Zingaro che ha rappre-sentato tutte noi e ha dato alle consorelle e allegiovani in formazione, il sostegno e l’incorag-giamento di andare avanti, di non fermarsi da-vanti alle difficoltà, perché il “piccolo seme”piantato, un giorno darà i suoi frutti e fiorirà fi-no a diventare un albero forte e rigoglioso!

Vogliamo augurare a queste nostre Sorelle,la pace, la prosperità, la gioia di testimoniareCristo che non si lascia vincere in generosità ecammina con noi.

Il seme fiorisce...

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 12

Esperienza di Madre Maria Consiglia

13

Nel ricordo di mio padre...

Siamo una famiglia semplice e devotadove amiamo pregare e rispettare tutto dellaVita, questi sono i sani principi che ci hannoinsegnato papà e mamma. Quasi venti annifa, abbiamo conosciuto le Suore Serve diMaria Addolorata, di Portaromana in NoceraSuperiore (SA) dove accanto al convento c’èil Sacrario che custodisce i Resti mortali del-la Fondatrice, la Serva di Dio Madre MariaConsiglia Addatis.

Mio papà Antonio curava il giardino delconvento e Lui aveva un amore grande e for-te per la Madre Fondatrice che crescevasempre di più.

Infatti, da quando si è ammalato, giornodopo giorno, sentiva sempre di più la suapresenza. In un intervento chirurgico l’ha vi-sta ai piedi del letto che gli dava conforto egli parlava. Papà, uomo lavoratore e devoto,amante della vita credette in questa appari-zione che gli diede ancora più forza per lot-tare contro la malattia e ogni giorno la ringra-ziava e continuava a pregare. Passato questoperiodo, papà dovette subire un altro inter-vento chirurgico dove la Madre Maria Consi-glia Addatis gli apparve di nuovo e gli disse:“Ora non mi vedrai più… ti aspetto!”.

Oggi, la nostra famiglia vuole ringraziareGesù perchè sulla nostra strada ci fa incon-trare Angeli che ci aiutano a superare le diffi-coltà della vita. Vogliamo ringraziare MadreMaria Consiglia Addatis per come ha opera-to nella nostra famiglia. Ed è vero come diceGesù: nella sofferenza mi troverete… Luimanda i suoi angeli a consolarci!

Un ringraziamento a tutte le Sorelle delconvento di Portaromana che hanno pregatoper papà, in particolar modo, a Suor M.Agnese Pignataro che è stata molto vicino apapà specialmente nei momenti di sofferezae a tutti noi.

Sabrina Medugno Nocera Superiore (SA)

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 13

SEMI DI SAPIENZA di Madre Maria Consiglia Addatis

14

A Amate la croce.

B Benedite Dio che ci unisce alle sofferenze di Gesù.

C Cessi da noi lo scoraggiamento di soffrire,perché la Croce è il segno dell’amore di Gesù.

D Desideriamo la perfezione; ma qualunquedesiderio sia per mezzo della Croce, perchéla Croce è la sorgente di tutte le grazie che sipossono desiderare.

E Evitiamo di cercare le consolazioni e ripo-siamo sulla Croce, perché ivi troveremo lapace.

F Freniamo la propria volontà e leghiamola inCroce con Gesù, e quando essa ci predomi-na ricordiamoci della Croce.

G Gesù è il nostro maestro e non è possibileche il discepolo cammini per una via diversada quella del maestro.

I Impariamo a soffrire per Gesù. Chi vuol arri-vare al Cielo cammini per la via della Croce.O Croce preziosa, scala del paradiso!

L Luce, o Signore, per conoscere il preziosotesoro della santa Croce e l’assoluta neces-sità di patire per entrare nel Paradiso!

M Maria, madre addolorata e crocifissa, la cuivita fu una continua croce, fammi conoscerequanto sia necessario il patire. Senza patirela vita, è una pianta senza radice. O Croce,radice di ogni virtù!

N Nostra vera vita, o Croce santa, tu fosti santi-ficata dal mio Gesù. Vale più un’ora di Crocesofferta per Gesù Cristo, che una vita di con-tinua orazione. Facciamo dunque gran con-to del patire.

O Oggetto di consolazione dev’essere per noila Croce. O Croce santa, a te mi abbraccio esu di te voglio morire.

P Padre del cuore mio, ricordati di me e rasso-da in me la virtù. Mettiamoci vicini al Croci-fisso e là troveremo il Paradiso.

Q Quanto sarà infelice colui che disprezza laCroce che il Signore aveva impreziosita persalvarlo. Meditiamo di stringerci con la Cro-ce e saremo felici.

R Ricordiamoci spesso nella giornata dellanostra cara Croce. Amate Gesù, che è mortoin croce per farsi amare! Sì, guardiamolosulla Croce con le braccia aperte in segno divolerci tutti stringere al suo cuore, saremofelici.

S Sia sempre lodata la Croce! Nel corso dellagiornata lodiamo la Croce e diciamo: Signo-re, ti ringrazio che sei disceso dal Cielo interra per salvarmi, facendomi conoscere lavia della Croce.

T Tesoro non conosciuto! Nella croce ritrovia-mo l’umiltà, il distacco, la resistenza alletentazioni; in una parola là ritrovasi l’amoredi Gesù. O Croce santa, tu sei la sostanzanostra!

U Umiliamoci ai piedi di Gesù e diciamoglicol cuore: Caro mio Gesù, io ti dono tuttome stesso e con la grazia tua voglio fare latua santa volontà.

V Vergine santissima, esaudisci i miei desiderie fammi vedere nel cuore di tutti piantata lasanta Croce. Uniamoci con la Maddalena aipiedi della Croce; ci sentiremo distaccati datutto, per possedere solo la santa Croce, cheè la vera felicità.

Z Zelate per l’amore di Gesù. Se soffriamoqualche cosa soffriamola anche per chi nonama questo caro Gesù.

NB. Questo “Alfabeto della Croce” ha il carattere di note oappunti per la meditazione personale della Serva di Dio MariaConsiglia Addatis, e delle sue Figlie spirituali. Il testo origina-le è composto di cinque pagine, tutte autografe, ben conser-vate e soltanto corrette ortograficamente e grammaticalmen-te da altra mano, per renderlo atto ad essere stampato.

Alfabeto della Croce

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 14

L’ANGOLO DELLA SALUTE

15

Con l’approssimarsi dell’autunno torna-no a far capolino alcuni “malanni distagione” che preoccupano molti di voi

inducendovi a rivolgervi al proprio medico curan-te, alla “guardia medica” o nei casi più seri addirit-tura all’ospedale. Prima di occuparcene però, de-sidero parlarvi di un altro argomento: gli antibioti-ci. Quante volte, preoccupati per un rialzo febbri-le, un mal di gola o un mal d’orecchi, avete cedutoalla tentazione di assumere (o avete fatto assumereai vostri cari) un antibiotico avanzato da qualcheterapia precedente e quindi già disponibile nel vo-stro “armadietto dei medicinali”, senza prima con-sigliarvi al vostro medico ma magari affidandovi al“sentito dire” della vostra vicina di casa o del cono-scente che aveva così risolto un problema simile?Niente di più sbagliato!

Gli antibiotici sono farmaci, alcuni di originenaturale come le penicilline, altri sintetizzati intera-mente in laboratorio, diretti contro le infezioni bat-teriche: il funzionamento (ovvero il meccanismo diazione) di questa classe di farmaci consiste nelbloccare la crescita di un batterio (azione batterio-statica) o addirittura ucciderlo (azione battericida);esistono antibiotici ad ampio spettro (diretti cioèverso una gran parte di batteri diversi tra loro) o aspettro ristretto (diretti invece verso una specie bat-terica ben definita). In medicina esistono due diver-si tipi di approcci alle infezioni batteriche: se lecondizioni del paziente sono gravi è ammesso l’im-piego di questi antibiotici ad ampio spettro, in atte-sa che gli esami praticati dietro prescrizione medicaprima di iniziare la terapia (emocolture, urinocoltu-re, dosaggi anticorpali su sangue) rivelino l’identitàdel batterio coinvolto così da sostituirli con antibio-tici a spettro ristretto, “mirati” cioè nei confrontidell’infezione meglio diagnosticata; viceversa, se lecondizioni del paziente lo consentono, è meglioaspettare e prescrivere direttamente una terapia aspettro più ristretto alla luce degli esami praticati. Ilmotivo di questi approcci differenziati consiste nelfatto che qualunque antibiotico, nel tempo, può de-terminare resistenza da parte del batterio responsa-bile dell’infezione e quindi non essere più efficace:esaurita così la sua efficacia, sarà necessario sosti-tuirlo con altre molecole antibiotiche; già molti an-tibiotici, nel corso degli ultimi decenni, hanno mo-

strato tale fenomeno e non possono più essere usati.Gli antibiotici attualmente ancora “sensibili”, cioèefficaci, sono poche molecole costosissime, moltedelle quali possono essere somministrate solo inospedale sotto strettissimo controllo medico a cau-sa dei numerosi effetti collaterali.

Attualmente la ricerca scientifica non sta lavo-rando alla sintesi di nuovi antibiotici e pertanto pos-siamo solo attingere a quelli esistenti, in manieraoculata e parsimoniosa per i motivi sopra descritti.L’antibiotico resistenza (e quindi la riduzione degliantibiotici efficaci disponibili) è però dovuta nonsolo ad un loro uso non controllato da parte dei pa-zienti (e di alcuni colleghi medici un po’ frettolosi,che pensano così di liquidare i loro ammalati) maanche ad un altro fenomeno molto preoccupanterappresentato dall’impiego che se ne fa in natura.Pensateci bene, cosa credete che siano molti deimedicinali che alcuni contadini spruzzano sullepiante per uccidere i parassiti che le infestano? Manaturalmente antibiotici! E con cosa pensate che al-cuni allevatori foraggino gli animali destinati allamacellazione e quindi al consumo umano? Sempreantibiotici! Ecco come, quindi, pur senza assumerlidirettamente nella forma che conosciamo (cioècompresse o fiale), veniamo continuamente a con-tatto con gli antibiotici e ne diveniamo resistenti.Bisogna dunque promuovere, a livello della popo-lazione e tra i medici, la convinzione che gli anti-biotici vanno usati con attenzione, con cognizionedi causa e sotto stretto controllo: infatti se impiegatiin maniera impropria (cioè verso malattie diversedalle infezioni batteriche), possono risultare nonsolo inutili ma addirittura dannosi per l’organismo!Quindi cari lettori, prima di assumere di vostra ini-ziativa un antibiotico o “pretenderne” la prescrizio-ne da parte del vostro medico curante o dai giovanicolleghi di turno in guardia medica, pensateci beneperché gli antibiotici sono farmaci molto seri!

Se avete domande o curiosità, potete contattarmial seguente indirizzo, e sarò lieta di rispondere:

dott.ssa Anna Maria SperaVia R. Vitolo n. 36 - 84014 Nocera Inferiore (SA)

tel. 0815175052 cell. 3336587040email: [email protected]

Antibiotici, cosa ne sappiamo?

di Anna Maria Spera

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 15

VITA DI CASA NOSTRA

16

Sabato 29 agosto 2015, nella Chiesa Par-rocchiale “Santa Maria degli Angeli” inNocera Superiore (SA), ha avuto luogo

la Celebrazione Eucaristica Giubilare durante laquale: Suor M. Adriana Balzano, Suor M. AgnesePignataro e Suor M. Teresa Pastore hanno cele-brato il 50° di Professione Religiosa. La celebra-zione è stata presieduta da fra Vincenzo Ippolito,ofm, guardiano del convento del frati minori,concelebranti altri frati e sacerdoti della diocesi.Era inoltre presente la Priora Generale MadreMaria Zingaro e altre consorelle provenienti dal-le diverse comunità.

Tutto è stato curato nei minimi particolari. Lachiesa era gremita di fedeli accorsi anche da lon-tano. Infatti un gruppo proveniva da Isernia, dovele Suore hanno un loro convento, per festeggiareSuor M. Adriana che lì offre la sua instancabileopera. Il coro parrocchiale, diretto dal maestro P.Antonio Danise, ofm, ha accolto con il maestosocanto d’ingresso: “I cieli narrano la gloria di Dio”,

le Giubilari che si sono mosse processionalmenteverso l’altare, recando ciascuna in mano unalampada accesa. Erano precedute a ritmo di dan-za, dalle sei giovani consorelle juniores indone-siane. Il celebrante, dopo aver salutato l’assem-blea, ha fatto memoria del Battesimo e dato inizioalla Santa Messa, durante la quale è stato letto ilpasso del Vangelo secondo Marco nel quale Gesùprecisa che “suoi fratelli e sorelle sono chi com-pie la volontà del Padre”. Quale passo più indica-to per sottolineare questo momento così impor-tante nella vita delle Giubilari? Dopo l’omelia,durante la quale fra Vincenzo ha ricordato affet-tuosamente le note caratteristiche e l’operato diciascuna in questi 50 anni di Professione Religio-sa, le tre festeggiate si sono recate davanti all’alta-re per pronunziare il loro Rendimento di grazie.Poi il celebrante fra Vincenzo ha benedetto le loromani “con le quali hanno cercato di vivere unavita di carità e di fedeltà”: quante lacrime hannoasciugato, quante mani hanno stretto e quanti ge-

50° Professione Religiosa di:❁ suor M. Adriana Balzano

❁ suor M. Agnese Pignataro❁ suor M. Teresa Pastore

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:45 Pagina 16

17

a cura della Redazione

Giulia Esposito (Napoli) Silvia Siani (Nocera Sup.)

Mayla Liburdi (Roma) Dalila Pignataro (Roma)

neri di prima necessità hanno consegnato conquelle mani agli indigenti, queste tre suore! Sonomolto giovane è vero, ma ricordo bene quandoda bambina facevo visita al loro convento di Por-taromana e vi trovavo le piccole orfane che ave-vano accolto e di cui si prendevano cura!

Molte di quelle sono poi diventate splendidedonne, madri e qualcuna addirittura nonna!

La Celebrazione è quindi proseguita con lapreghiera dei fedeli, la liturgia Eucaristica e i riticonclusivi con la benedizione solenne e l’offertadella lampada e dei fiori alla Vergine Addoloratada parte delle giubilari, mentre l’assemblea into-nava la “Supplica dei Servi”.

La conclusione della celebrazione è stata sot-tolineata con un lungo e gioioso applauso: quin-di i convenuti hanno scattato una foto ricordocon le festeggiate che hanno poi salutato i paren-

ti e gli amici più stretti e dato appuntamento lasera seguente alla comunità di Portaromana peruna festa nel giardino del Convento.

A destare la mia impressione, oltre all’affettosincero e profondo della comunità intervenutaper l’occasione, è stata la presenza, vivace eppu-re composta, di un gran numero di bambini: mi èpiaciuto immaginarli nipoti, pronipoti di questeinstancabili suore oppure figli e nipoti delle tantebambine orfane che costoro hanno negli anni ac-colto presso il convento: comunque sia, sono lamanifestazione di quella maternità spirituale, na-turale vocazione di ogni donna, che costoro han-no saputo magistralmente incarnare con la loroprofessione religiosa.

Anna Maria SperaNocera Inferiore (SA)

Sotto il suo materno sguardo

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:46 Pagina 17

18

GLI AMICI CHE CI HANNO LASCIATO

Don Vincenzo Russo1930 - 2015

... Lasciaci ancora ammirare il tuosguardo che vince il silenzio nellapietà dell’amore. Senza saperlo,

ci insegnavi la forza delle lacrime,la grandezza di un sorriso,

l’immensità della cultura... Continuaad essere il nostro angelo invisibile,

a guidarci alla Casa del Signore.Continua ad essere per noi maestrodi cultura, ma, soprattutto di vita...

Clelia Palumbo1938 - 2015

La tua scomparsa inattesa e rapidaha lasciato in tutti noi un grande vuoto.In noi sarà sempre vivo il tuo ricordodi una donna semplice e serena, giusta

e comprensiva, sempreaffettuosamente disposta verso il

prossimo. Sei stata la nostra roccia; una roccia dal cuore tenero, fragile

che chiedeva costantemente affetto.Ora sei diventata una stella che

illumina il nostro camminoe hai raggiunto tutti i cari.

Non dimenticheremo mai l’amoreche ci hai donato.

Roberto Rocco1917 - 2015

“Hai amato tanto viaggiare:lo hai fatto per anni e per altri ancora

hai potuto solo sognarlo.Col tuo raccontare ci hai fatto dono dirivivere con te il tempo e i luoghi dellastoria. Ora, ci piace immaginarti nelposto più bello ove vivere in eterno”.

Peppe Petti1982 - 2015

“Io sono la risurrezione e la vita;chi crede in me, anche se muore,

vivrà; chiunque vive e crede in me,non morrà in eterno” (Gv. 11,25).

Padre infinitamente buononoi ti affidiamo colui che giunge

alle soglie della Tua casa.Noi lo amiamo!

Signore prendilo con Te.Mentre la notte della morte lo

nasconde ai nostri occhi, si illuminiper lui il Tuo giorno senza tramonto.

Noi lo amiamo!Signore prendilo con Te.

Fratello nostro Noi ti diciamo... A Dio!Fino al giorno glorioso in cui

ti potremo rivedere.

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:46 Pagina 18

19

Antonio Medugno 1946 - 2015

Buono, onesto ed operoso,amato e stimato da tutti,

lascia sulla terra le tracce luminose delle sue virtù.

Massimo Della Porta1972 - 1989

Nel fiore degli anni, il Signoreti volle con sé, perché la maliziaterrena non contaminasse il tuoAnimo innocente, travolto da un

tragico destino, per dischiuderlo allavisione beatifica del Cristo Crocifisso,con il sorriso dei tuoi occhi luminosiche vivranno perennemente in noi.

Una prece

Antonietta Vicidomini1927 - 2014

Gesù mio, misericordia.Antonietta, ti ricorderemo semprecon il tuo bel sorriso che, a volte,

contrastava con l’aspettosevero e silenzioso.

Parlando di te, non potremonon lodare la premura che avevi

per tutti noi, la tua attenzionealla preghiera, alla riservatezza,

all’amicizia, al lavoro.Continua dal Cielo a preoccupartisempre di noi e di quanti ti hanno

voluto bene, così come noipregheremo per te.

I tuoi familiari

Alfonso Vicidomini1934 - 2015

Bontà, altruismo,generoso spirito di sacrificio,

questo il suo ricordo. La sua bontà riscaldò i cuori

di quanti lo conobbero.I familiari tutti

lo ricordano per sempre.

Giuseppe Salvati1943 - 2015

Tutti noi avevamo la speranzache iniziassi di nuovo,

il tuo cammino quotidiano,ma ci hai lasciato senza parole.

Sei stato un uomo semplice,ma con un cuore immenso,

disposto ad aiutare il prossimo,in qualunque momento,

nascondendo i tuoi malesseri.Hai dedicato la vita al Signore

e ai tuoi amici.Ora che sei lassù hai portato con te

un pezzo del nostro cuore.Guidaci col calore delle tue maninel nostro cammino quotidiano.

Spagone Elena1937 - 2015

“Non piangere quando tramontail sole, le lacrime ti impedirebberodi vedere le stelle”. Rabíndranáth

Thákhur (1861-1941)La tua morte lascia un grande vuoto

tra tutti coloro che ti amarono.Nel nostro animo

sarà sempre vivo il tuo ricordo.

Ogni mesein tutte le Comunità della

Congregazione si celebra unaS. Messa per le consorelle,

familiari, amici e benefattoridefunti. (Cost. 34/b)

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:46 Pagina 19

IN VETRINA

20

Fratel Michael DavideVENITE E GUARITEI dieci gesti di Gesù per una nuova umanità • pp. 160, euro 14.00

Il Convegno della Chiesa italiana di Firenze ha come tema un appello: In Gesù Cristoun nuovo umanesimo. Bisogna ritornare al Vangelo lasciando che non solo le parole,ma pure i gesti del Signore Gesù divengano il lievito del nostro essere uomini e donnenel nostro tempo. Per fare questo cammino l’Autore propone una rivisitazione dei«dieci segni» (cfr. Mt 8-9) che il Signore Gesù compie subito dopo aver ammaestrato lefolle e i discepoli con il discorso della Montagna. Le «dieci parole» delle beatitudinidiventano così «dieci gesti» di guarigione attraverso cui il Signore ci indica la via per

diventare, a nostra volta uomini e donne «più certi e più veri», più affidabili per noi stessi e per gli altri.Attraverso il metodo monastico della lectio divina, queste pagine ripercorrono alcune parole chiave delprossimo Convegno della Chiesa Italiana a partire da uno di quei «dieci gesti» che l’evangelista Matteo ci facontemplare come la medicina che il Signore offre a quanti incontra sul suo cammino per ritrovare la pro-pria integrità e aprirsi a una gioia ritrovata e sempre più condivisa.

Francesco Andrea Falcone - Enzo FerrariDALLO SCANDALO ALLA CAREZZASeparati, divorziati e Chiesa • pp. 128 euro 12,00

Separati, divorziati, Chiesa: solo Legge e Diritto oppure Accoglienza e Misericordia?Prima che condannare o emarginare i fedeli che vivono quelle situazioni «eticamen-te problematiche», è giusto interrogarsi innanzitutto sul perché di tanta fragilità eprovare poi a imbastire un’adeguata prevenzione. Condannare, emarginare, mar-chiare col fuoco del pregiudizio a cosa serve? Attualmente è molto acceso il dibattitotra Chiesa, separati e divorziati conviventi, anche in vista del prossimo Sinodo ordi-nario sulla famiglia, convocato da papa Francesco per ottobre 2015 e dal quale si at-

tendono proposte pastorali per dirimere questa realtà che è fonte di molta sofferenza per chi la vive. Gli au-tori in questo volume hanno raccolto le tristi storie di cinque persone che, a vario titolo erano molto attivi einseriti nella Chiesa e, in particolare, nel mondo dello scoutismo, ma ne sono stati subito allontanati edemarginati appena si sono separati o hanno iniziato un’altra relazione affettiva. Inoltre nel testo, alcuniesperti in diritto canonico e matrimoniale, in pastorale familiare, in psicoterapia delle coppie, aiutano acomprendere meglio il rapporto tra separati, divorziati e Chiesa.

Alessandro MeluzziLA VERGOGNAUn’emozione antica • pp. 172, euro 13,00

La vergogna, emozione antica e sempre attuale, anche ai tempi di internet e dei socialnetwork. Emozione che apre o chiude relazioni, blocca o rivitalizza. Sentimento veroanche quando a farla da padroni sono gli smartphone e le loro fotocamere sempre atti-ve. L’autore è nome più che noto, importanti e attesi i suoi contributi, i suoi interventi, isuoi libri. Questa volta la sua penna e la sua esperienza ci accompagna a guardare conocchi nuovi la vergogna. Papa Francesco ci ha ricordato che in fondo «la vergogna èbuona; è salutare vergognarsi... la vergogna ci fa bene, perché ci fa più umili». A que-

sto proposito però le domande che si affacciano sono molte, soprattutto a partire dall’esperienza quotidia-na. Per alcuni, certa educazione alla “vergogna” è stata causa di tabù o irrisolti sensi di colpa. Per altri averperso il senso sociale della “vergogna” causa comportamenti al limite della civiltà. Quando allora la vergo-gna diventa virtù? Qual’è il buono da salvare e il troppo da cui liberarsi? Questo volume accompagna a sco-prirne il suo valore imprescindibile anche in una società, dell’immagine e dell’apparire, come la nostra.

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:46 Pagina 20

• “Signor capostazione, non arriva mai que-sto treno?”. “Ancora dieci minuti, signore”. “Maio ho premura!”. Allora gli vada incontro!”.

• L’automobilista al pedone che si è fatto in-vestire: “È sua colpa! Sono vent’anni che io gui-do!”. “E io sono settant’anni che vado a piedi!”.

• Un giovanotto ha comprato una nuovissi-ma auto sportiva e chiama il parroco perché glie-la benedica: “Adesso posso fare i 200 all’ora?”.“Certo! Però per quella velocità non serve la be-nedizione, occorre un sacramento: L’unzionedegli infermi!”.

• “Ti piace la mia motoretta nuova? Ora chesono motorizzato, finalmente potrò togliermi lasoddisfazione di vedere un po’ di mondo”. “Cer-to, anche l’altro mondo”.

• “Luigi, per favore, vuoi guidare tu? Non ve-do più la strada”. “Niente paura. Lascia fare ame; io ne vedo due!”.

• “Rallenta, Marisa...mi spaventi quando pren-di le curve a questa velocità..”. “Rilassati, Paolo, efa’ anche tu come faccio io: chiudi gli occhi!”.

• Un’anziana signora frequenta la scuola gui-da: “E ora facciamo marcia indietro”, dice l’i-struttore. “Mai!”, dichiara con fermezza l’attem-pata allieva, “io non indietreggio davanti a nientee a nessuno!”.

• Un vigile ferma una signora e le chiede dimostrargli la patente. “La mia patente?”, esclamala signora, “ma se non me l’avete più restituitadall’ultima volta!”.

• Una ragazza si presenta agli esami per lapatente di guida e fa scena muta. Allora l’esami-natore con tanta pazienza le domanda:”Mi dica,qual’è la targa di Brindisi?...”. E la ragazza pronta:“Cin cin!”.

• Una suora anziana accompagna alla sta-zione una giovane novizia: “Se vuoi un consi-glio, non salire mai sul vagone di coda: è il piùpericoloso”. “Se è così, potrebbero risparmiaredi attaccarlo al treno”, risponde sorridendo.

• In tram: “Pezzo d’asino”. “Mica tutti hannola fortuna di essere un asino intero!”.

• In treno il controllore scopre un tizio cheviaggia in prima classe con un biglietto di secon-da: “Come si trova qui?” “Non c’è male, grazie!”.

• “Signore, guardi che con il suo bigliettopuò viaggiare soltanto su un accelerato, questoè un rapido”. “Be’, dica al macchinista di rallen-tare...”.

• Sul treno per Roma in viaggio di nozze:“Ma, è tua moglie?”. “È rimasta a casa... a Romac’è già stata!”.

• In treno: “Non trovo più il mio posto”. “Masi ricorda il numero?”. “No, ricordo però che dalfinestrino si vedeva un bel laghetto...”.

• Una vecchietta conducendo un asino al pa-scolo recita il rosario. Un giovinastro passandomentre l’asino ragliava: “Senti, senti, vecchiamia, come l’asino risponde ai tuoi paternostri!”.“No signorino, il mio asino non sa recitare pre-ghiere, ma raglia di contentezza ogni volta cheincontra un asino suo pari”.

Liberamente tratto da: Ridi, che ti passa!Milano, 1999

Sulla strada

PER RIDERE

21

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:46 Pagina 21

GRAZIE…

22

Ai Soci e Collaboratori delle nostre Opere Missionarie

Casa del Fanciullo “Goccia d’amore

Emilia Pasqualina Addatis”,

Ezpeleta (Argentina)

Casa Hogar “Maria Consiglia Addatis”,

Guadalajara (Messico)

(luglio-settembre 2015)

*Concetta Villani (coordina-trice-Nocera Sup.)

Da Nocera Superiore: BuccinoAnna, Canale Antonietta, Cana-le Rosanna, Cantarella AnnaMaria, Cioffi Maria, Genco Mi-chele e Laura, Iannone Maria,Liace Vito e Maria Rosaria, PettiGabriele e Lucia, Stanzione Lui-sa, Stanzione Rosa ved. Battipa-glia, Stan zione Carolina, Stanzio-ne Clelia, Santoro Lucia, TrottaGiuseppe, Villani Anna Maria,Villani Pasquale e Anna. Da No-cera Inferiore: Capaldo Sabatinoe Teresa. Da Pagani: Rinaldo Pa-trizia, Rubino Teresa, StanzioneClelia. Da Castel san Giorgio: DePrisco Gennaro. Da sant’Egidiodi Monte Albino: Rubino Anna,Manzo Anna, Manzo Stefania.Da Angri: Stanzione Rosetta.

*Concetta Villani (coordina-trice della chiesa cimiteriale,Nocera Sup.)

Da Nocera Superiore: Avino An-tonio e Maria, Battipaglia Feli-cetta, Di Mauro Rosanna, Espo-sito Roberto, Fiumara Maria ved.Ruggiero, Granato Annunziata,Mar rafino Lucia, Palumbo Cle-

lia, Santucci Clementina, Villa-

ni Michela. Da Castel san Gior-

gio: Amabile Michela, Avallone

Raffaela, Calabrese Luigia. Da

Nocera Inferiore: Califano Don

Pietro, De Prisco Lucia.

*Margherita Attanasio (coor-

dinatrice-Nocera Sup.)

Da Cava de’ Tirreni: Bianco Giu-

seppina, Rossi Paola. Da Ercola-

no (NA): Limoncelli Carolina.

Da Nocera Superiore: Apicella

Carmine, Attanasio Carmela, At-

tanasio Gerarda, Barbato Rosal-

ba, Bevilacqua Luisa, Calabrese

Ada, Califano Vitaliano Maria,

Canale Anna, Canale Filomena,

Canale Franca Petti, Caputo Leo-

nilde, Caputo (Nunziatina) Ma-

ria, Carenzi Germana, Carrieri

Enza, Carrieri Maria, Caruso An-

tonietta, Cicalese Maria, Cuofano

Regina, D’Acunzi Giovanni, Fa-

miglia D’Ambrosi-Attanasio (An-

drea, Anna Maria, Aureliano,

Francesco), Desiderio Alfonso e

Marilena, Della Porta Giovanni,

Di Lauro Vitaliano Rosa, Ferrenti-

no Giulia, Foglia Iva, Guar naccia

Tina, Guarnaccia Veronica, Li-

moncelli Maria, Longobardi Ma-

ria, Mauro Luisa, Nenna Cira,

Nizza Angela, Palmieri Rosaria,

Palumbo Felicetta, Palumbo Ro-

sa, Petti Giuseppina Ruggiero,

Petti Lucia, Petti (Ines) Teresa,

Salzano Serafina, Saviello Lan-

zetta Cecilia, Senatore Assunta,

Scola Clelia, Tanagro Olga, Troc-

chia Gerardo, Trocchia Maria,

Bannò Rosario, Vassalluzzo Do-

menico, Villa Anna Ruotolo. DaNocera Inferiore: De Maio For-

tunata. Da Roccapiemonte:Esposito Ferraioli Maria, Limon-

celli Pina. Da Castel san Gior-gio: Petti Maria Rosaria Delfino.

Da Pagani: Amendola Assunta,

Desiderio Gerar do. Da Angri:Famiglia Attanasio-Montella (Ca-

terina, Raffaele, Valeriano, Lu-

cia), Iozzino Maria elisa. Da Sa-lerno: Gionardelli Giovanna,

Reale Maria Luigia, Santonicola

Camilla, Santoro Rosa. Da Tivoli(RM): Rimaldi Bevilacqua Rita.

Da Roma: Andrea Bevilacqua.

*Madre M. Teresa Pastore(coor dinatrice-Roma)

Da Roma: Olivetti Piera ved. Di

Lauro, Rizzo Silvana, Bordo Pie-

tro e Loredana, Piermattei Gior-

gio. Da Bisceglie (BT): Campa-

gnola Carmela ved. Ferrante. DaPesche (IS): Lalli Nicola e Rosa.

Da Bottega Colbordolo (PU):Fontana Alfonso e Carmen. Noce-ra Inf. (SA): Montalbano Gerardo

e Conforti Livia, Da Ortona (CH):

Potena Enza. Da Salerno: Iannelli

Maria Antonietta.

*Suor M. Daniela Trotta(coordinatrice-Isernia)

Da Isernia: Cravelli Lidia, Di Tar-

do Rosa, Trotta Serafina e Gian-

carlo. Da Pesche: Garofalo Co-

smo e Iunco Maria, Santangelo

Archenio e Anna. Da Nocera In-feriore: Di Maio Alessandro e

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:46 Pagina 22

Giovanna. Da Firenze: Vicido-mini Giulio e Sabina. Da Casini-na (PS): Pucci Maria Luisa e An-tonella.

*Rita Cuofano (coordinatrice-Nocera Sup.)

Da Nocera Superiore: Attana-sio Maria, Carrieri Adelaide,Cuofano Rita, Cuofano MariaRosaria, D’Acunzi Raffaella,D’Acunzi Francesca, D’AcunziGabriella, La Mura Rosa, Le-vante Anna, Levante Iolanda,Nastri Nicolina, Gruppo A.V.C.di Pucciano, Ruggiero Giusep-pina. Da Nocera Inferiore: Adi-nolfi Lucia, Granato Anna, Rug-giero Perrino Maria, Sellitti Anto-nella, Spinelli Maria. Da Castelsan Giorgio: Castiello Carmelo.Da Roc ca pie monte: CapozzoliViviano Rosetta. Da Mercato sanSeverino: Sarno Alfonso.

*Suor M. Antonietta Marro(coor di natrice-Napoli)

Da Isernia: Paolo Maddalena. DaPetrella Tifernina: Prigioniero Car-lo e Maria. Dalla Svizzera: Di Pin-to Mario e Angela, Gruppo Don-ne di Azione Cattolica, Di PintoFilomena, Di Pinto Katia.

*Suor M. Renata Marucci(coor di natrice-Isernia)

Da Miranda: Ferrante Antonio eMariuccia, Ferrante Maria, Maiti-no Concetta, Maitino Filomena,Narducci Maria Domenica, PizziMaria.

e grazieancora...Per “le offerte” inviate

per la Serva di Dio Madre Maria Consiglia Addatis

(luglio-settembre 2015)

Nina Montalbano (Nocera Sup.),

Pina e Gaetano Cercola (Nocera

Inf.), Paolina Petti (Portaromana), Fi-

lomena Chierchia (Castel San Gior-

gio-SA), Lucia Marrafino (Nocera

Sup.), Anna Maria Di Girolamo

(Nocera Inf.), Giovanna Di Maio

(Nocera Inf.), Suor M. Bernardetta

Petrollini (Comunità di NA), Ida

Muzzi (Portaromana), Comunità di

Portaromana (Nocera Sup.), Salva-

tore e Anna Desiderio (Nocera

Sup.), Suor M. Agnese Pignataro

(Comunità di Portaromana), Suor

M. Adriana Balzano (Comunità di

Isernia), Suor M. Teresa Pastore (Co-

munità di Roma), Giovanni Fassone

(GE), Cinzia Scarano (Pescara), Ro-

sa Falco (San Vitaliano-NA),Anna

Maria Lodi Buzzalino (GE),

23

In visita alla MadreMaria Consiglia

Da luglio-settembre 2015, hanno firmato il Registro deivisitatori, circa 30 Persone,

provenienti da: NoceraSuperiore e Inferiore (SA),

Firenze, Toscanella di Dozza(BO), Salerno, Napoli, Roma.

Giovani Suorein Formazione

Ringraziamo gli amici che so-stengono le nostre giovani che sipreparano alla vita religiosa inGuadalajara (Messico), in Ezpe-leta (Argentina) e in Ruteng-Flo-res (Indonesia): Famiglia Lalli(Pesche-IS), Famiglia Villani Con-cetta (Nocera Superiore - SA).

Il ccp che arriva con

la rivista non è una

richiesta di denaro per

l’abbonamento che

è sempre stato

e resta gratuito.

Vuole solo facilitare

il lettore e la lettrice

che volesse fare

un’offerta.

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:46 Pagina 23

Preghiera

Dio, Padre misericordioso, ti lodiamo e ti rendiamo grazieper aver dato alla tua Serva, Maria Consiglia dello Spirito Santo,il dono di prolungare nella sua vita il tuo amore.Ti chiediamo, per sua intercessione,la grazia di cui abbiamo bisogno. Pater, Ave, Gloria

Dio, Figlio, Servo Sofferente, ti lodiamo e ti rendiamo grazie peraver concesso alla tua Serva, Maria Consiglia dello Spirito Santo,il dono di partecipare con la sua vita all’opera della tua redenzione.Ti chiediamo, per sua intercessione,la grazia di cui abbiamo bisogno. Pater, Ave, Gloria

Dio, Spirito Santo, ti lodiamo e ti rendiamo grazieper aver elargito alla tua Serva, Maria Consiglia dello Spirito Santo,il dono di discernere i segni dei tempie di rispondervi con generosità e disponibilità.Ti chiediamo, per sua intercessione,la grazia di cui abbiamo bisogno. Pater, Ave, Gloria

N.B. Questa preghiera si può recitare per nove giorni come novena.

Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2 - DCB Roma • Tassa riscossaIn caso di mancato recapito restituire a: CMP Romanina previo addebito

Rivista della Congregazionedelle Suore Serve di Maria Addolorata di Nocera

SS Maria RIVISTA 3-2015.qxp_SS Maria RIVISTA 08/10/15 17:46 Pagina 24