S/rubriche Otis: «Lanciato il suo anticipato STORIA E ...

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STORIA E CULTURA Analisi della distribuzione dello sforzo di Otis Davis, che mezzo secolo fa vinse la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Roma nei 400 metri piani con il nuovo primato del mondo di 44.9 S/rubriche Ricordi romani (1) 64 atleticastudi 3/2010 Secondo i più recenti studi 1 , nei 400 piani la velocità massima vie- ne raggiunta entro i primi 100 me- tri, poi decresce progressivamente in maniera più o meno marcata. Non era così per Otis Davis, che mezzo secolo fa vinse la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici diventan- do il primo uomo a correre il giro di pista in meno di 45 secondi. Il suo cambio di ritmo Suddividendo i 400 in 8 frazioni di 50 metri, Davis raggiungeva il top della sua velocità nella sesta frazione. Riportiamo alcune testi- monianze che lo provano. Nella semifinale dei Giochi Olimpici, Otis «vinse con il nuovo primato olimpico di 45.5 con un improvvi- so cambio di velocità ai 250 me- tri» 2 . Nella finale olimpica «poi Davis muta ritmo in curva; va in- nanzi con la sua corsa strana, buttando avanti le gambe, le gi- nocchia alte e il busto rovesciato all’indietro» 3 . Sempre sulla ‘rosea’, in sede di analisi olimpica: «Da- vis cambia marcia ai 250 metri. Eleva il ritmo in curva lasciando di ghiaccio gli avversari» 4 . Ai campionati assoluti statunitensi 1961, ultima gara di 400 metri di Otis: «Lanciato il suo anticipato spunto finale con cui aveva bat- tuto Kaufmann a Roma nell’ultima curva, Davis si è ritrovato con 5 yards di vantaggio sul secondo, che è parzialmente riuscito a mantenere sul rettilineo» 5 . Dal basket all’atletica Iscrittosi tardi all’università del- l’Oregon, sin da ragazzo si era dedicato con buoni risultati alla pallacanestro, ma all’università il coach di atletica Bill Bowerman vide in lui buone potenzialità e lo invitò a provare lo sprint. Era il 1958, e Otis aveva 26 anni. Pur continuando a giocare a basket, fece buoni progressi nel 1959, quando si dedicò ai 400. Nel 1960 non era comunque tra i tre atleti pronosticati dalla rivista sta- tunitense «Track and Field News», numero di giugno, per staccare il biglietto per Roma. Qualificatosi per il rotto della cuffia per le Olim- piadi (3° ai Trials con lo stesso tempo del 4° classificato), nei pro- nostici per i Giochi della stessa ri- vista, preparati da 6 esperti, due gli pronosticarono una medaglia di bronzo, due un quarto posto, uno lo mise al sesto posto, un al- tro neanche finalista. Tutti gli rico- noscevano enormi potenzialità, ma era la sua azione di corsa che non convinceva. Eccone alcune descrizioni tratte dai quotidiani ita- liani nei giorni dei Giochi. «Negli ultimi metri Kaufmann ha cercato di recuperare quel metro di di- stacco, ma Davis ha risposto, im- primendo alla sua andatura animalesca un ultimo scomposto ondeggiamento» 6 . «Otis era mol- to brutto per il modo in cui corre- va, tutto rovesciato all’indietro con le spalle, tutto avanti con le gi- nocchia a cercare il terreno come Marco Martini I 400 piani di Roma 1960 atleta corsia 200m 300m 400m Davis (USA) 4 21.8 32.6 44.9 Kaufmann (GER) 2 21.8 33.3 44.9 Spence (SAF) 5 21.2 33.1 45.5 Singh (IND) 6 21.8 33.4 45.6 Kinder (GER) 7 22.1 33.5 45.9 Young (USA) 3 22.0 33.1 45.9

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STORIA E CULTURA

Analisi della distribuzione dello sforzo di OtisDavis, che mezzo secolo fa vinse la medagliad’oro ai Giochi Olimpici di Roma nei 400 metripiani con il nuovo primato del mondo di 44.9

S/rubriche

Ricordi romani (1)

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Secondo i più recenti studi1, nei400 piani la velocità massima vie-ne raggiunta entro i primi 100 me-tri, poi decresce progressivamentein maniera più o meno marcata.Non era così per Otis Davis, chemezzo secolo fa vinse la medagliad’oro ai Giochi Olimpici diventan-do il primo uomo a correre il giro dipista in meno di 45 secondi.

Il suo cambio di ritmo

Suddividendo i 400 in 8 frazionidi 50 metri, Davis raggiungeva iltop della sua velocità nella sestafrazione. Riportiamo alcune testi-

monianze che lo provano. Nellasemifinale dei Giochi Olimpici,Otis «vinse con il nuovo primatoolimpico di 45.5 con un improvvi-so cambio di velocità ai 250 me-tri»2. Nella finale olimpica «poiDavis muta ritmo in curva; va in-nanzi con la sua corsa strana,buttando avanti le gambe, le gi-nocchia alte e il busto rovesciatoall’indietro»3. Sempre sulla ‘rosea’,in sede di analisi olimpica: «Da-vis cambia marcia ai 250 metri.Eleva il ritmo in curva lasciandodi ghiaccio gli avversari»4. Aicampionati assoluti statunitensi1961, ultima gara di 400 metri di

Otis: «Lanciato il suo anticipatospunto finale con cui aveva bat-tuto Kaufmann a Roma nell’ultimacurva, Davis si è ritrovato con 5yards di vantaggio sul secondo,che è parzialmente riuscito amantenere sul rettilineo»5.

Dal basket all’atletica

Iscrittosi tardi all’università del-l’Oregon, sin da ragazzo si eradedicato con buoni risultati allapallacanestro, ma all’università ilcoach di atletica Bill Bowermanvide in lui buone potenzialità e loinvitò a provare lo sprint. Era il1958, e Otis aveva 26 anni. Purcontinuando a giocare a basket,fece buoni progressi nel 1959,quando si dedicò ai 400. Nel1960 non era comunque tra i treatleti pronosticati dalla rivista sta-tunitense «Track and Field News»,numero di giugno, per staccare ilbiglietto per Roma. Qualificatosiper il rotto della cuffia per le Olim-piadi (3° ai Trials con lo stessotempo del 4° classificato), nei pro-nostici per i Giochi della stessa ri-vista, preparati da 6 esperti, duegli pronosticarono una medagliadi bronzo, due un quarto posto,uno lo mise al sesto posto, un al-tro neanche finalista. Tutti gli rico-noscevano enormi potenzialità,ma era la sua azione di corsa chenon convinceva. Eccone alcunedescrizioni tratte dai quotidiani ita-liani nei giorni dei Giochi. «Negliultimi metri Kaufmann ha cercatodi recuperare quel metro di di-stacco, ma Davis ha risposto, im-primendo alla sua andaturaanimalesca un ultimo scompostoondeggiamento»6. «Otis era mol-to brutto per il modo in cui corre-va, tutto rovesciato all’indietro conle spalle, tutto avanti con le gi-nocchia a cercare il terreno come

Marco Martini

I 400 piani di Roma 1960

atleta corsia 200m 300m 400mDavis (USA) 4 21.8 32.6 44.9Kaufmann (GER) 2 21.8 33.3 44.9Spence (SAF) 5 21.2 33.1 45.5Singh (IND) 6 21.8 33.4 45.6Kinder (GER) 7 22.1 33.5 45.9Young (USA) 3 22.0 33.1 45.9

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un asfissiato cerca l’ossigeno»7.«Il suo busto è talmente rove-sciato all’indietro che sembra se-duto sulla poltrona di unbarbiere»8. Lo stesso Otis erasempre stato scettico sulle suepossibilità. Un anno prima di vin-cere l’oro olimpico, sempre citan-do dalla rivista «Track and FieldNews», si era rivolto a Bowermannei seguenti termini: «Non riusci-rai mai a fare di me un corridore».

Il segreto di Otis

Come interpretare questa singo-lare caratteristica del fuoriclassestatunitense, quello scatto ai 250che la letteratura specializzataamericana definiva «surge», conun vocabolo cioè che si adoperaper descrivere un’improvvisa tu-multuosa onda che si leva sulle

acque abbattendosi sui più vicinimalcapitati? Sorretto evidente-mente da un sistema aerobicofuori dal comune, Davis raggiun-geva il top della capacità di gene-rare forza tra i 250 e i 300, ma laperdeva vistosamente negli ultimi50 metri sia in termini di forza pu-ra sia in termini di energia elastica.A cosa era dovuta questa pecu-liarità? Molto probabilmente non alsistema di allenamento, che eraquello comune negli States al-l’epoca (ottobre/gennaio prepara-zione organica e fisica con carichidi lavoro assai leggeri rispetto aoggi; febbraio/maggio ripetute contempi di recupero sempre più bre-vi; giugno/agosto mantenimentodella forma; 4 o 5 allenamenti asettimana ognuno di 60/90 minuti).Le sue caratteristiche devono es-sere spiegate alla luce del fieno in-

camerato in cascina come gioca-tore di basket giunto però solo atarda età a praticare atletica, equindi con difetti ormai impossibi-li da correggere che rendevano lasua azione assai dispendiosa.

1 AA.VV., La fatica nei 400 metri,AtleticaStudi n. 2 2009, pp.20/21.

2 Mark Butler, Athletics statisticsbook – Olympic Games, IAAF,Montecarlo 2004, p. 61.

3 Gian Maria Dossena, La Gaz-zetta dello Sport 7-9-1960.

4 Gian Maria Dossena, La Gaz-zetta dello Sport 14-9-1960.

5 Track and Field News, July 1961.6 Gianni Falchi, Stadio 7-9-1960.7 Renato Morino, Tuttosport 7-9-

1960.8 Gian Maria Dossena, La Gaz-

zetta dello Sport 7-9-1960.

Il verbale di omologazione del primato mondiale dei 400 metri piani ottenuto da Otis Davis ai Giochi Olimpici di Roma. Il si-stema automatico, in funzione anche se non ufficialmente, rilevò il tempo di 45.07.

STORIA E CULTURAS/rubriche

Ricordi romani (2)

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Alle ore 15.25 del 7 settembre1960, ai Giochi Olimpici di Roma,nella seconda batteria della staf-fetta 4x100 femminile, gli USA mi-gliorarono il primato del mondostabilito nel 1956 dall’Australia, ab-bassandolo da 44.5 a 44.4; il gior-no dopo alle ore 17.55 vinsero lafinale in 44.5, tempo leggermen-te peggiore per via di un ultimocambio difettoso. Le 4 ragazzeche si misero al collo la medagliad’oro olimpica (nell’ordine di fra-zione Hudson, Jones, Williams,Rudolph) provenivano tutte dallostesso club, la sezione atleticafemminile di una università per so-li studenti di colore sita nella zonasud della città di Nashville. Inau-gurata nel 1912 come centro diapprendimento di tecniche agri-cole e industriali con il nome diTennessee Agricultural and Indu-strial State Normal School, dive-nuta college nel 1922 (primidiplomi consegnati nel 1924), eli-minato il termine Normal nel 1927,fu elevata al rango di università,sempre per soli afro-americani, nel1951, e da allora è stata sempreconosciuta con il più sintetico no-me di Tennessee State University,benchè il nome ufficiale sia

La staffetta delle Tigerbelles

Marco Martini

Ultimo cambio della 4x100 dei Giochi Olimpici 1960. Le due immagini mostrano chia-ramente che a correre la terza frazione per gli Stati Uniti fu Lucinda Williams, e nonBarbara Jones come riportato nel Rapporto Ufficiale dei Giochi.

s-d: Rudolph, Williams, Jones, Hudsonsul gradino più alto del podio durante lapremiazione della 4x100 ai Giochi Olim-pici del 1960.

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rimasto fino al 1968 quello di Ten-nessee Agricultural and IndustrialState University. Per la sezionefemminile della squadra di atleti-ca, una volta che ebbe raggiuntola fama, fu coniato il nome di bat-taglia di Tigerbelles, un composto

che univa un appellativo tipica-mente femminile (belles) al nomedella mascotte universitaria (la ti-gre); a inventare il nome fu EarlClanton, responsabile della co-municazione del gruppo sportivouniversitario. La stella del club,Wilma Rudolph, aveva pochi gior-ni prima vinto la medaglia d’oroolimpica individuale sia nei 100 sianei 200 metri.

Gli inizi

Nel 1946 arrivarono al collegedue giovani nativi di Harrisburg,Pennsylvania. Uno, Tom Harris, inqualità di coach della sezionesportiva, l’altro, Edward Temple,come studente. Harris, in tempi incui lo sport muliebre, soprattuttoper le ragazze di colore, era an-cora mal digerito, rilevò per il pe-riodo 1947-50 la direzione delclub sportivo femminile che era

stata, dal 1943 (inizio effettivo1944) al 1945, di Cleveland Ab-bott. Questi aveva abbandonatol’incarico, portato avanti senzamai andare oltre le manifestazio-ni interne all’istituto e la parteci-pazione alle Tuskegee Relays,svolgendo la sua attività sul pra-to del college. Harris assunse l’in-carico di allenatore in capo ditutto il gruppo sportivo, maschi efemmine, riuscì a far costruire unpistino di 300 yards, e portò aiGiochi Olimpici del 1948 due ra-gazze, Emma Reed (12ª nel lun-go, nata nel 1925) e AudreyPatterson (3ª nei 200m, nata nel

Jean Patton accolta trionfalmente alla Tennessee State University al rientro dai Gio-chi Panamericani 1951, in cui vinse due medaglie d’oro e una d’argento. Sullo stri-scione, oltre al suo nome, stava scritto “La donna più veloce d’America”.

La squadra USA di atletica femminile aiGiochi Olimpici 1948 nel soggiorno delSouthlands College di Londra. Tra di lorole due atlete di colore della TennesseState University, Emma Reed e AudreyPatterson.

Mae Faggs, ragazza grintosa e determi-nata che, in una conferenza tenuta aRoma il 2 ottobre 2010, Lucinda Williamsha pubblicamente ringraziato come“punto di riferimento per tutto il gruppodegli anni ’50”.

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1926). Poi lanciò anche Jean Pat-ton, che nel 1950 vinse i 100 aicampionati assoluti statunitensi,coinvolse Temple come suo assi-stente, e a fine 1950 abbandonòil Tennessee per divenire il re-sponsabile sportivo di una uni-versità più importante, in Virginia.Temple, che si era appena diplo-mato con abilitazione all’insegna-mento di educazione fisica, fuchiamato dal rettore che gli offrìlavoro e due mansioni (responsa-bile dell’ufficio postale del colle-ge e coach della squadra diatletica femminile) per 150 dolla-ri al mese; Ed accettò, e nel frat-tempo continuò anche gli studiconseguendo, due anni dopo, lalaurea in sociologia. Nel 1951 Jean Patton vinse il tito-lo USA assoluto sui 200, e duemedaglie d’oro (200 e 4x100) euna d’argento (100) ai Giochi Pa-namericani, disputatisi a BuenosAires, ma nel 1952 incorse in ungrave infortunio muscolare. L’uni-versità vantava ufficialmente due

sezioni sportive femminili, in atle-tica e basket, ma in realtà nel1952 esistevano solo due ragaz-ze che praticavano atletica. Nonse ne diede pena Mae Faggs,una cocciuta negretta che avevagià al suo attivo diversi titoli USA,sia indoor sia outdoor, nello sprint,e due partecipazioni ai GiochiOlimpici, nel 1948 e nel 1952 (se-sta nei 100 e medaglia d’oro nel-la 4x100). Nata il 10 aprile 1932 aMays Landing, nel sud del NewJersey, ma residente a New Yorknel quartiere Queens, dove ave-va concluso i suoi studi scolasti-ci alla Bayside High School,aveva praticato atletica con unclub extrascolastico, il New YorkPolice Athletic League. Nono-stante gli avvertimenti dei genito-ri sulla possibilità, andando a sud,di imbattersi in problemi razziali,presentò domanda alle unichedue università esistenti nel Paeseche concedevano borse di studioalle atlete, il Tuskegee Institute ela Tennesse State (in realtà cen’era un’altra, l’università delle Ha-

waii, ma era troppo lontana). Trat-tandosi di un’atleta di valore mon-diale, tutte e due le aprirono leloro porte, e Mae scelse Nashvil-le “perché più comoda da rag-giungere da New York”. Quandosi rese conto della situazione nonsi perse d’animo, e a detta del co-ach e delle atlete che arrivarononegli anni successivi, compresala Rudolph, fu l’autentica trasci-natrice della squadra, il punto diriferimento per tutte le nuove en-trate fino al suo ultimo anno dipermanenza e di gare, il 1956.“Fu per me una sorta di allenato-re in seconda”, dichiarò anni do-po Temple, che nel frattempo sistava dando da fare visitando unaper una le scuole in cerca di altritalenti, e nel 1954, anno in cui di-venne il responsabile anche delteam di atletica maschile per la ri-nuncia di Clyde Kincaid, chel’aveva diretto dal 1951 al 1953,potè contare su 8 ragazze. Conun budget annuale di 300 dollari,la sezione sportiva femminile del-l’università non poteva permetter-

Ed Temple con i nuovi acquisti del suoraduno estivo 1955. In alto da sinistra:Willye White, (Temple), Wilma Rudolph,Darlene Scott. In basso: atleta scono-sciuta e Martha Hudson, capelli a ca-schetto, che regge il trofeo con la manodestra.

Ed Temple, storico severo ma paternocoach delle tigerbelles dal motto “edu-cation before athletics”.

Una istantanea risalente al 1956 di unadelle tante vincenti formazioni di staffettaschierate dalla TSU: s-d Faggs, Daniels,Rudolph, Williams.

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si lussi, così viaggiavano con l’au-tobus; nei locali di ristoro, vi erauna stanza per riposarsi unica-mente riservata ai bianchi, e il so-lito trattamento discriminatorio permangiare, quindi il team preferi-va portarsi da casa i pasti permangiare al sacco, e provvederealle proprie necessità fisiologichenei campi. Un sacrificio da com-piere poche volte del resto, per-ché l’attività era, come detto,assai ridotta per lo sport femmi-nile. L’unico meeting con gare diatletica femminile di tutto il suddegli Stati Uniti erano le già cita-te Tuskegee Relays, e poi c’era-no i campionati nazionali. Aicampionati USA 1954 le otto ra-gazze di Temple si classificaronoquarte nella classifica finale asquadre, e centrarono il loro pri-mo record nazionale, nella staf-fetta 4x200 con Lucinda Williams,Isabelle Daniels, Cynthia Thom-pson (giamaicana) e Mae Faggs,in 1:45.2.

La scalata al vertice

Da studente Temple era stato unbuon giocatore di football e un di-screto velocista (9.7 sulle 100yards e 21.5 sulle 220 yards inrettilineo). Logico quindi che il suoteam fosse in principio centrato

soprattutto sulle velociste (o lun-ghiste-velociste); era ancora mol-to giovane (nato il 20 settembre1927), e solo altri anni di studioed esperienza gli avrebbero poiconsentito di allenare con suc-cesso anche nelle altre speciali-tà. Anni più tardi, in una intervista,rivelò di essersi documentato an-che su testi europei. Convinto as-sertore dell’allenamento duro egiornaliero, fece compiere sin da-gli anni Cinquanta, alle sue ra-gazze, alcuni mesi al ritmo di duesedute quotidiane (preparazionefisica al mattino presto, prima del-l’inizio delle lezioni, e tecnica nelpomeriggio). Uno degli elementi-chiave del successo di questo ar-cigno coach dal fare paternalisticotipico dell’epoca, fu l’introduzionedei raduni estivi. Agli inizi infatti, piùche un esperto allenatore, era uninfaticabile scout, e riuscì a otte-nere il permesso per organizzareall’università dei raduni estivi aiquali invitava studentesse degliultimi due anni scolastici pre-uni-

versitari, scovate nelle scuole delsud degli USA. Fu così che al pri-mo raduno estivo da lui organiz-zato, nel 1954, invitò anche due17enni che sarebbero poi statedei pilastri del team negli anni avenire: Isabelle Daniels, nata il 31luglio 1937 a Jakin, piccolo cen-tro abitato nel sud ovest della Ge-orgia, e Lucinda Williams, nata il10 agosto 1937 a Savannah macresciuta a Bloomingdale, estre-mità orientale della Georgia. Leragazze, pur rimanendo studen-tesse nella loro scuola, entravanonel team di atletica di Temple giàprima di frequentare la TennesseeState University, trascorrendol’estate, cioè il periodo delle ga-re, nel campus universitario. Ciòconsentiva anche di provare e ri-provare i cambi delle staffette,specialità in cui la Tennessee Sta-te University spadroneggiò neisuccessivi campionati USA for-nendo un contributo decisivo allavittoria delle Tigerbelles nella clas-sifica a squadre, ininterrotta dal1955 fino al 1960. La staffetta ve-loce dei campionati USA 1955schierò Martha Hudson, Williams,Daniels, Faggs. La piccola ma esplosiva Hudson,nata il 21 marzo 1939 a Eastman,Georgia centrale, era l’unica del-le 5 nuove ragazze invitate daTemple al raduno estivo 1955 che,

Melbourne 1956, villaggio olimpico. Le 6tigerbelles presenti a quei Giochi insiemeal loro allenatore: s-d Faggs, Rudolph,Williams, Matthews, Daniels, White.

s-d Temple, Hudson, Williams, Daniels,Matthews durante la tournée europeadell’estate 1958.

La formazione campione statunitense di4x100 nel 1957 e 1958: s-d Daniels, so-prannominata tweety (uccellino), Mat-thews (rinomata la guerra psicologica cheperpetrava ai danni delle avversarie),Jones, ragazza che aveva sempre biso-gno di essere spronata e incoraggiata, ela più concreta di tutte, la Williams.

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pur essendo ancora studentessaalle High School, aveva già prati-cato atletica a buon livello, e quin-di fu inclusa subito in primasquadra grazie al suo talento. Ri-mase nelle Tigerbelles fino a finecarriera, nel 1960. Non vi rimaseinvece fino alla conclusione deglistudi (non gradiva le rigide rego-le instaurate da Temple a causadi una infanzia molto sfortunata)una nuova recluta che Temple av-viò al salto in lungo, Willye White,nata il 1° gennaio 1939 a Money,contea di Leflore, Mississippi, cheebbe poi una carriera lunghissi-ma e partecipò a ben 5 edizionidei Giochi Olimpici. Ed ne era ri-masto impressionato vedendolain azione in garette di sprint per icolori del Mississippi Valley Col-lege. Un’altra di quelle 5 ragazzedel raduno estivo 1955 era una15enne (nata a Saint Bethlehem,Tennessee, il 23 giugno 1940)della quale Temple aveva notato

la velocità e la coordinazione ve-dendola giocare a basket allaBurt High School di Clarksville,Tennessee; si chiamava WilmaRudolph. Ai Giochi Panamericanidel 1955, due furono le Tigerbel-les che vinsero la medaglia d’oronella staffetta 4x100 con la squa-dra degli Stati Uniti, Daniels eFaggs, ma l’anno seguente aiGiochi Olimpici, Nell Jackson, re-sponsabile del team femminileUSA ai Giochi, compose la 4x100con quattro Tigerbelles: Faggs, lanew entry Margaret Matthews (na-ta il 5 agosto 1935 anche lei inGeorgia, a Griffin, una lunghista-velocista già abbastanza quota-ta), Rudolph e Daniels. Leragazze della Tennessee StateUniversity, che avevano vinto il ti-tolo USA con 47.1 con la Hudsonal posto della Matthews, guada-gnarono la medaglia di bronzocon uno splendido record nazio-nale di 44.9. Nelle prove indivi-duali olimpiche gareggiò anchela Williams, non impiegata in staf-fetta. Ormai il club di Ed Temple eraleader consolidato dell’atletica

femminile statunitense, e nell’au-tunno 1956 vi si iscrisse (e vi com-pletò poi il classico quadriennalecorso di studi universitari) anchela quotata velocista Barbara Jo-nes, nata il 26 marzo 1937 e pro-veniente da Chicago.

Verso l’oro di Roma

Vinte le staffette dei campionatistatunitensi 1957 in 47.0 e 1958in 46.9 con la formazione Daniels,Williams, Jones, Matthews, le Ti-gerbelles ebbero modo, nel 1958,di compiere notevoli passi inavanti negli automatismi del loroquartetto perché la nazionale USAandò in tournée in Europa. Nelmatch con l’Unione Sovietica –schierando Jones – Matthews –Williams - Daniels, migliorarono ilprimato nazionale con 44.8 pie-gando nettamente le fortissimesovietiche, e vinsero poi anchecontro la Polonia in 46.4. Nei duesuccessivi match, contro Unghe-ria e Grecia, gli Stati Uniti trionfa-rono ancora schierando MarthaHudson al posto della Jones, ri-spettivamente con 46.5 e 47.5.Nel 1958, per la prima volta, EdTemple fu al loro fianco come di-rettore tecnico della Nazionale

Lucinda Williams (dietro) e Wilma Ru-dolph provano un cambio di staffetta(foto del 1959 o 1960).

1965. Ed Temple, ormai famoso, ricevealla sua università la visita del campionedel mondo di pugilato (pesi massimi)Cassius Clay.

Ed Temple con la giacca di responsabiledel team femminile USA di atletica aiGiochi Panamericani 1959, con in manoun volume statunitense sulle Olimpiadidi Melbourne, e 4 delle ragazze impe-gnate ai Panamericani, s-d Daniels,Jones, Williams, Rudolph.

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femminile, nomina più che meri-tata visti i risultati che otteneva daanni con il suo team. E nel 1959Ed venne riconfermato come re-sponsabile tecnico della Nazio-nale femminile, sia nell’incontrocasalingo contro l’Unione Sovie-tica, sia ai Giochi Panamericani,disputati a Chicago. Vinto il titoloUSA con Hudson, Daniels, la rien-trante (dopo maternità) Rudolph,e la Williams in 47.5 il 28 giugno,a metà luglio a Filadelfia, il quar-tetto Daniels, Matthews, Jones,Williams fu piegato, 45.0 contro44.8, dalle sovietiche. Ai GiochiPanamericani bastò loro un 46.4per imporsi (Wilma Rudolph, in-fortunatasi durante USA-URSS,corse solo i 100 finendo seconda,e la staffetta dei Panamericani sischierò con Hudson, Daniels, Jo-nes, Williams). Se le Tigerbelles erano libere digirare il mondo per gareggiare,non si deve credere che si gio-vassero di particolari “sconti” daparte della Tennessee State Uni-versity, che aveva sempre impo-sto loro un buon profitto neglistudi come condizione sine quanon per poter praticare l’atletica.

s-d Hudson, Williams, Rudolph, Jones apasseggio a Roma per Trinità dei Montinel 1960.

Successi individuali delle velociste allenate da Ed Temple fino all’anno 1960Campionati USA50 o 60: Daniels 1955, 1956; Jones 1957, 1958; Daniels 1959.100: Patton 1949, 1950; Faggs 1955, 1956; Jones 1957; Matthews1958; Rudolph 1959, 1960.200: Patton 1951; Faggs 1954, 1955, 1956; Daniels 1957, 1959; Wil-liams 1958; Rudolph 1960.lungo: Matthews 1956, 1957, 1958, 1959.

Selezioni olimpiche1956: 100 Daniels, 200 Faggs, lungo Matthews. 1960: 100 Rudolph, 200 Rudolph.

Campionati USA indoor50 o 60: Daniels 1955, 1956, 1957, 1958; Rudolph 1959, 1960.

Giochi Panamericani60: 1959 Daniels; 100: 1959 Williams; 200: 1951 Patton, 1959Williams.

Incontri internazionaliURSS-USA 1958: 100 Jones, 200 Williams; POL-USA 1958: 100Jones, 200 Daniels; UNG-USA 1958: 100 Daniels, 200 Williams, lun-go Matthews; GRE-USA 1958: 100 Daniels, 200 Williams; USA-URSS1959: 100 Jones, 200 Williams.

Primati mondiali100: 1960 Rudolph 11.3; 200: 1960 Rudolph 22.9.

Primati USA100: 1960 Rudolph 11.5, 11.5, 11.3; 200: 1958 Daniels 23.9, 1959Williams 23.4, 1960 Rudolph 22.9; lungo: 1956 Matthews 5.89, 1956Matthews 6.02, 1956 White 6.09, 1958 Matthews 6.12, 1958 White6.16, 1958 Matthews 6.18.

Le velociste del gruppo di Ed Temple ai Giochi Olimpici (fino al 1960)Daniels: 1956 4ª 100m, 3ª 4x100mFaggs: 1948 (non ancora una Tigerbelle) eliminata batterie 200m;1952 (non ancora una Tigerbelle) 6ª 100m, eliminata batterie 200m,1ª 4x100m; 1956 eliminata batterie 100m, eliminata semifinali 200m,3ª 4x100m Jones: 1952 (non ancora una Tigerbelle) 1ª 4x100m; 1960 elimina-ta semifinali 100m, 1ª 4x100mMatthews: 1956: eliminata qualificazioni lungo, 3ª 4x100mRudolph: 1956 eliminata batterie 200m, 3ª 4x100m; 1960 1ª 100m,1ª 200m, 1ª 4x100mWhite: 1956 2ª lungo; 1960 (non più una Tigerbelle) 16ª lungoWilliams: 1956 eliminata batterie 100m; 1960 eliminata semifinali200m, 1ª 4x100m

72 atleticastudi 3/2010

In vista dei Giochi Olimpici di Ro-ma, le Tigerbelles che rappre-sentavano gli Stati Uniti sipresentarono con un solo testagonistico al loro attivo, la vitto-ria agli assoluti USA in 46.1 (na-turalmente ai campionatinazionali continuavano a vince-re anche la 4x200, allora partedel programma), ma venivanoconsiderate comunque favorite.Inoltre, per la prima volta ai Gio-chi Olimpici (e la cosa si ripete-rà anche nel 1964), Temple fu alloro fianco come responsabiletecnico della Nazionale femmi-nile. Al contrario di quanto ripor-tano il rapporto ufficiale deiGiochi Olimpici 1960 e altri libristorico-statistici, l’ordine dellefrazioniste a Roma fu il seguen-te: Hudson, Jones, Williams, Ru-dolph. Per l’ennesima volta leTigerbelles cambiavano la di-stribuzione delle quattro com-ponenti, ma l’affiatamento tratutte le ragazze di Temple era ta-le che potevano permetterselo.Vinsero e, come detto, in batte-ria stabilirono anche il nuovo pri-mato mondiale. Poi corsero altredue volte, il 12 settembre ad Ate-ne vincendo un meeting in 47.8,

e il 15 settembre a Londra ag-giudicandosi lo scontro con leragazze del Commonwealth in46.1. Tutte le atlete da noi qui citate la-sciarono il gruppo delle Tiger-belles nel 1960 o prima adeccezione di Wilma Rudolph,che vi rimase per altri due anni.Le Tigerbelles continuarono amettersi in luce, soprattutto nel-lo sprint, ma nelle successiveedizioni dei Giochi Olimpici, nel-la staffetta 4x100, non riuscironoa schierare, poiché non qualifi-cate alle selezioni, mai più didue atlete. Il fenomeno di unavittoria olimpica con un quartet-to composto tutto da atlete del-lo stesso club non si ripetè più.

Le Tigerbelles sono state e con-tinueranno a essere considerateda molti un simbolo dell’emanci-pazione femminile. Niente di piùerrato. Queste ragazze non si so-no mai interessate di problemisociali o politici, anche negli an-ni ’60 e ’70, i più movimentati perla lotta dei diritti civili della don-na, ma hanno pensato solo astudiare e allenarsi sodo. L’atle-tica è stata per loro una diver-tente e gratificante esperienzaumana, vissuta con una gioiadalla quale è scaturita poi, sonoparole pronunciate da LucindaWilliams il 2 ottobre 2010 a Ro-ma durante un convegno orga-nizzato dall’American Academyof Rome, “la forza di donare ilmeglio di noi stesse a tutti colo-ro che abbiamo incontrato nelprosieguo della nostra vita”.

s-d Rudolph, Williams, Jones, Hudsoncon le medaglie d’oro subito dopo lapremiazione della 4x100 ai Giochi Olim-pici del 1960.

Roma 1960. Wilma Rudolph (in ciabatte)e Barbara Jones (occhiali) a passeggioper il villaggio olimpico.

NOTATra i tanti libri, annuari, rivistee siti web consultati segnalia-mo come essenziali le se-guenti opere: Tracey M.Salisbury, First to the finish li-ne: the Tennessee State Ti-gerbelles 1944/1994,University of North Carolina,Greensboro NC 2009, e Tri-card Louise M., American wo-men’s track and field: a history1895/1980, Mc Farland & C,Jefferson NC 1996. Le foto-grafie sono in gran parte trat-te dalla Walter S. Daviscollection (Davis è stato retto-re della TSU dal 1943 al1968). Ringraziamo per l’aiu-to fornito Marco Impiglia e Lu-cinda Williams.