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55 4 GIUGNO 2010 Luigi Panarelli A 20 anni giocava contro Ronaldo e Del Piero, ma nel cuore ha sempre avuto una sola cosa: «La mia città». Ecco un calciatore fra gossip, donne e campi di calcio. Un calciatore tarantino. Intervista di PIETRO CINIERI SPORT ANNI È nato a Taranto il 26/04/1978. È cresciuto a Paolo VI. 33 FOTO: VITTORIO NUNNARI

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554 GIUGNO 2010

Luigi Panarelli

A 20 anni giocava contro Ronaldo e Del Piero, ma nel cuore ha sempre avuto una sola cosa: «La mia città». Ecco un calciatore fra gossip, donne e campi di calcio. Un calciatore tarantino.Intervista di pietro cinieri

Sport

anni È nato a Taranto il 26/04/1978. È cresciuto a Paolo VI.

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foto: vittorio nunnari

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emo profeta in patria, certo. E con al-trettanta certezza Luigi Panarelli non è stato un messia del calcio italiano. Però, se si va a dare un’occhiata agli ul-timi dieci anni di storia sportiva, ci si rende conto che lui è fra i pochissimi eletti tarantini ad aver calcato i palco-scenici della serie A. Non a lungo e a suo modo, certo, ma pensare che qualcuno abbia mandato a quel paese Ronaldo o Batistuta con la nostrana, inconfondi-bile cadenza dorica, un sottile brivido di piacere lo dà.

Il resto, tra sfilate, gossip, donne fa-mose e apparizioni al Grande Fratello, un po’ meno. Ma Gigi è anche quello. Prendere o lasciare.

Iniziamo con una domanda impegnati-va: è vero che a Fermo in occasione del-lo spareggio-retrocessione del 2004, durante il riscaldamento, hai fatto un ge-staccio verso i tifosi del Taranto?Giuro di no. Lo ricordo bene quel-lo spareggio perché ero infortunato e all’andata giocai con una infiltrazio-ne. Al ritorno però non ce la feci e andai in panchina. Solo che non mi riscal-dai nemmeno, capite? Ora io dico una cosa: come ho fatto a fare il gestaccio ai tifosi durante il riscaldamento se io il riscaldamento non l’ho fatto? La ve-rità è che qualche ragazzino ha scritto questa bella cosa su internet e tutti gli sono andati dietro. Ma com’è possibile pensare che io manchi di rispetto ai tifo-si del Taranto quando il primo tifoso del Taranto sono io?

In che senso?4 anni da raccattapalle, 8 di giovanili, 2 in prima squadra e tanti soldi persi. Iniziamo: quando il Napoli mi acquistò, nel 1996, mi pagò 700 milioni di lire e quei soldi salvarono il Taranto dal fal-limento. Nel 2003 ero alla Roma, scelsi di scendere in C1 qui e quando firmai le liberatorie ci persi 85.000 euro, ma per me era più importante salvare il

Taranto. A Salerno nel 2007, solo per aver detto in tv che amavo Taranto vol-lero la rescissione e persi 110.000 euro. Bastano come attestati d’amore incon-dizionato verso la mia città?

Hai citato l’acquisto da parte del Na-poli. Ci racconti di quella giornata?Il mio procuratore era Enrico Fedele e mi disse di parti-re per Napoli. Ci mettemmo sulla Prisma a gas di mio padre e arrivammo a Soccavo, al Centro Paradiso, un posto che avevo visto solo in tv. Mi ricordo che mentre io sa-livo le scale, le scendeva Policano: mi sembrava tutto irreale. Oltre al mio procuratore c’erano anche i dirigenti

del Taranto: mi dissero di guardarmi l’allenamento - il tecnico del Napoli al-lora era Vujadin Boskov - e andarono a parlare con la società partenopea. Dopo un’oretta tornò Fedele: «Gigi, saresti fe-lice di venire a Napoli?». Io risposi di sì:

«Ma potrò dare una mano alla mia famiglia?». Lui mi fece guardare il contratto ed io rimasi a bocca aper-ta: era un quinquennale. Il primo anno avrei guadagnato 50 milio-ni, poi a seguire 80, 100, 120 e 130.

Mi sembrava incredibile. Mio pa-dre che si spaccava la schiena tutto il giorno all’Italsider, guadagnanva un milione e due al mese. Anche io del re-sto al Taranto fino ad allora avevo preso 300.000 lire al mese in interregionale e

il decollo di napoli. Panarelli è stato acquistato dalla società partenopea nel 1996 a 700 milioni di lire.

Il contratto col Napoli? Lo guardai e rimasi a bocca aperta: mio

padre aveva lavorato tutta la vita all’Ilva a un milione e due al mese, capite?»

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il futuro,la società e la passione

rinnovo possibile Il suo cartellino è di pro-prietà del Brindisi e a gen-naio, al Taranto, è arrivato in prestito con diritto di riscatto. «Se resterò in ros-soblù? Dobbiamo ancora parlarne ma penso di sì».

il bene comune «Di non giocare per così tanto tempo come successo da gennaio non m’era mai successo, ma ho capito la situazione e ho sofferto in silenzio. Del resto la difesa era il reparto che andava meglio. E poi prima del mio bene c’era quello del Taranto».

il gruppo«Se escludo qualche situazione il gruppo del Taranto, nell’ultimo anno, era davvero unito. Sulla carta eravamo i più forti ma i risultati ci hanno dato torto. Forse la squadra era composta da sin troppi bravi ragazzi».

gestione d’addario«Questo lo dico da taran-tino: ormai il calcio è un’im-presa a perdere, chi ci entra lo fa solo per passione e per amore. Certo, D’Addario ha commesso degli errori, ma la gente deve compren-dere che sono stati fatti a fin di bene. Se lui lasciasse cosa sarebbe del Taranto? Credo che con lui il cal-cio ionico abbia fatto un salto in avanti enorme e gli attestati di stima lo dimo-strano. Vi assicuro che una società così seria, precisa, presente non la vedevo da anni. Proprio per que-sto sono certo che i risultati arriveranno presto».

a taranto

le presenze di Panarelli con la maglia del Taranto. Tre le reti realizzate.

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un milione al mese in C2.La prima stagione giocasti la finale di ri-torno di Coppa Italia.Sì, contro il Vicenza di Guidolin. In quel-la partita c’erano due ragazzi di Paolo VI: io e D’Ingnazio. Peraltro eravamo sulla stessa fascia, perché io ero terzino destro, lui sinistro. Alla fine però vinse lui...

L’anno dopo, è il 1997/98, arriva il tuo esordio ufficiale in serie A.A lanciarmi fu Carletto Mazzone. A 21 anni mi ritrovai titolare nel Napoli di Bellucci, Caccia, Taglialatela, Beto. Esordii al Dallara di Bologna in una partita stranissima; stavamo perden-do 2-1 quando al 90’ l’arbitro ci fischiò un rigore a favore. Bellucci lo sbagliò e loro nel giro di tre minuti ci fecero tre gol. Finì 5-1 con doppietta di Baggio. Nel punteggio, in effetti, non fu proprio un grande esordio...

Hai avuto senz’altro una buonissima car-riera, ma dopo quella stagione a Napo-li sembravi destinato a traguardi ancora

più importanti.Ho fatto qualche cazzata, lo ammetto. Una volta arrivato a Napoli, invece di accelerare, mi sono rilassato. Però se da una parte mi auto-critico, dall’altra non mi condanno. Vi spiego: la mia vita, fino a quel momento era stata piena di sacrifici. Io sono nato in una fami-glia umile: mio padre era operaio, mia madre casalinga, spesso avevamo dif-ficoltà ad arrivare alla fine del mese; mi svegliavo alle 7 di mattina, prende-vo un pull-man dietro l’altro e tornavo a casa alle 7 di sera. Mi allenavo e stu-diavo: mi sono diplomato al Righi con 60/60. Il calcio per me è diventato me-stiere solo dopo la firma sul contratto col Napoli, ma ero anche un ragazzi-no sbarcato su un mondo dorato e in alcuni casi non ho saputo gestirmi.

Chi è stato il calciatore più forte contro il quale hai giocato?Mi sono ritrovato sullo stesso campo con Ronaldo, Batistuta, Leonardo, Shevchenko, Baggio...però dico Alex Del Piero. Nel 1998,

carletto mazzone È stato il tecnico ro-mano a far esordire in serie A il calciato-re di Paolo VI.

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le presenze in serie A, tutte con le maglie di Napoli e Torino. 39 invece quelle in B.

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foto: vittorio nunnari

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lo stop. A marzo, prima dell’esordio stagionale, è stato bloccato da un infortunio alla caviglia.

tris di donne1- Alessia Mancini, ex velina di Striscia ed ex showgirl di Passaparola. È spo-sata con l’ex Gieffino Flavio Montrucchio. 2- Carolina Marconi. Ha partecipato al GF4. 3- Laura Torrisi; dopo il GF ha raggiunto il successo con “Una moglie bellissima” di Pieraccioni, al quale è attualmente legata.

La proposta di matrimonio a Laura? L’Avellino sapeva. Poi non

mi sono sposato: volevo essere sicuro al 100%. E non lo ero di me, non di lei»

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l’anno dello scudetto alla Juve e del contestatissimo rigore di Iuliano su Ronaldo, il migliore era lui.

Cambiamo fronte. Alessia Mancini, Caro-lina Marconi, Laura Torrisi: sono tre del-le tue conquiste più famose. Ora sei fi-danzato?Lo sapevo: qui va a finire che facciamo la solita intervista di gossip...

Lungi da noi il gossip, però ammetterai di non essere un uomo comune. Nel marzo del 2006, dopo la proposta di matrimo-nio a Laura Torrisi, in diretta dalla casa del Grande Fratello, il Tg1 aprì con il tito-lo: “Calciatore perde il posto per amore”. Sei, insomma, un personaggio pubblico, quindi è normale che la gente voglia sa-pere. Ci dici com’è andata con Laura?

Stavamo insieme più o meno da un anno, ci eravamo conosciuti a Teramo: lei faceva la hostess in un convegno di Forza Italia. Io giocavo ad Avellino ed era un po’ di tempo che mi chiamava-no da Mediaset: «Vieni a farle questa sorpresa? Quando vieni?». Solo che sta-vamo lottando per non retrocedere e io ogni volta rimandavo. Però lo sapeva-no tutti che ci sarei andato: il presidente Pugliese, il d.s. De Mita, i compagni di squadra. Solo che era arrivato da poco in società il nuovo d.g., Enrico Fedele, mio ex procuratore, col quale ovviamente i rapporti non erano idilliaci. Beh, decido di andare a Cinecittà, faccio la proposta a Laura e il giorno dopo vengo accusato da tutti di essere scappato dal ritiro. Solo che era giovedì, capite? La serie B si gio-ca il sabato, noi non eravamo in ritiro!

Inutile anche che dica chi aveva messo in giro quella voce...solo che i tifosi ormai l’avevano presa per vera e la domenica successiva mi contestarono duramente. A quel punto decidemmo con Pugliese una rescissione consensuale. Ma con lui sono rimasto in ottimi rapporti.

Con Laura poi non ti sei sposato.Non ero sicuro al 100%, ma non di lei: di me.

Ripetiamo: ora sei fidanzato?No, dai non rispondo. Quello che pos-so dire è che adesso voglio pensare alla mia carriera. Ho ottenuto promozioni in tutte le categorie, mi manca solo quella dalla C alla B. Il mio sogno è ottenerla con la maglia della mia città. Poi potrei anche chiudere col calcio.