Spettroscopia di Fluorescenza Molecolare - ModalitÃ...

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La luminescenza è il fenomeno per cui una specie eccitata ad un livello elettronico ad energia più elevata emette radiazione per tornare allo stato fondamentale: Spettroscopie di luminescenza Luminescenza Fotoluminescenza Chemiluminescenza Elettroluminescenza radiazione reazione chimica reazione elettrochimica Fluorescenza Fosforescenza eccitazione rilassamento eccitazione X X* X + hn

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La luminescenza è il fenomeno per cui una specie eccitata ad un livelloelettronico ad energia più elevata emette radiazione per tornare allostato fondamentale:

Spettroscopie di luminescenza

Luminescenza

Fotoluminescenza Chemiluminescenza Elettroluminescenza

radiazionereazionechimica

reazioneelettrochimica

Fluorescenza

Fosforescenza

eccitazione rilassamentoeccitazioneX X* X + hn

Aspetti del fenomeno della luminescenza

Molteplicità di spin

Per un particolare stato elettronico di una molecola la molteplicità dispin è legata alla sommatoria degli spin elettronici:

2S + 1, dove S = S si,

con si = numero quantico di spin di ciascun elettrone (1/2 o –1/2, aseconda dei casi)

i=1

n

Statofondamentale

SingolettoS0

Statofondamentale

DoppiettoD0

Statoeccitato

SingolettoS1

StatoeccitatoTripletto

T1

Lo stato T1 ha energia inferiore a quella di S1

Diagramma di Jablonski

l

Assorbimento della radiazione di eccitazione:avviene in tempi dell’ordine di 10-15 – 10-13 s e porta ilsistema ad uno degli stati vibrazionali associati al livelloelettronico eccitato della molecola, con maggioreprobabilità per quello con configurazione dei nuclei piùsimile a quella dello stato fondamentale (Principio diFranck-Condon);

Rilassamento vibrazionale:avviene immediatamente dopo l’eccitazione (10-12 s), percui tutti i processi successivi di luminescenza hannoorigine dallo stato vibrazionale fondamentale associato allivello elettronico eccitato;

Conversione interna:è la transizione dallo stato vibrazionale fondamentale,associato ad un livello elettronico superiore, verso unostato vibrazionale eccitato associato ad un livelloelettronico inferiore, un processo che precede lafluorescenza;

Fluorescenza:è l’emissione di radiazione, di solito ad una lunghezzad’onda maggiore di quella di eccitazione (Stokes shift).In caso di emissione alla “stessa” lunghezza d’onda lafluorescenza si definisce “di risonanza”.

Conversione esterna:è la disattivazione di uno stato elettronico eccitato legataall’interazione fra la molecola eccitata e quelle delsolvente o di altri soluti;

Conversione intersistema (intersystem crossing): è unprocesso di inversione dello spin di un elettrone eccitato,con passaggio da uno stato di singoletto ad uno stato ditripletto.Precede il processo di fosforescenza, che è molto piùlento (da 10-4 a 10 s) della fluorescenza, per la difficoltàdegli stati di tripletto a tornare a stati di singoletto (èuna transizione “proibita”);

Predissociazione: si verifica quando la conversione interna porta lamolecola ad un livello vibrazionale (di uno stato elettronico inferiore) dienergia tale da causare la rottura di un legame;

Dissociazione: è la rottura di un legame associata direttamenteall’assorbimento della radiazione di eccitazione.

Spettri di eccitazione (E):vengono ottenuti registrandol’intensità di luminescenza ad unalunghezza d’onda fissa mentre sivaria quella della radiazione dieccitazione, che viene riportata inascissa.

Spettri di emissione (fluorescenza Fe fosforescenza P): vengonoregistrati eccitando il sistema ad unaparticolare lunghezza d’onda emisurando l’intensità di luminescenzain funzione della lunghezza d’onda;

Nei casi in cui anche la strutturavibrazionale sia visibile (ad esempioquando si opera in solventi poco polari onon polari) lo spettro di fluorescenza equello di eccitazione (a sua voltapressoché identico a quello diassorbimento) possono apparire quasisimmetrici rispetto ad un asseverticale:

L’effetto è tanto più evidente quanto piùle differenze di energia fra livellivibrazionali contigui (associati ai livellielettronici coinvolti nell’eccitazione enell’emissione) e le probabilità ditransizione sono paragonabili:

E’ importante sottolineare che quando si osserva anche fluorescenza dirisonanza le lunghezze d’onda della radiazione di eccitazione e di quellaemessa relative alle transizioni fra livelli vibrazionali fondamentali (l0) nonsono esattamente identiche.

Il fenomeno è legato:

alla diminuzione di energia dellivello elettronico eccitato(S1) quando la geometria e lasolvatazione della molecolaeccitata tornano ad esserequelle più favorevoli per talelivello;

all’aumento di energia dellivello elettronicofondamentale (S0), a seguitodel mantenimento dellageometria e dellasolvatazione tipiche del livelloS1 dopo la diseccitazioneradiativa.

Resa quantica di luminescenza

Definizione generale: è il rapporto fra il numero di fotoni emessi perfluorescenza o fosforescenza e quello dei fotoni assorbiti dallaradiazione di eccitazione; si indica con Ff.

KKKKKK

K

dpdceicif

ff +++++=F fluorescenza

KK

K

KKKKKK

K

citp

p

dpdceicif

fp +

+++++

=F fosforescenza

Con K si indicano le costanti di velocità dei processi di:

f = fluorescenza; ci = conversione interna; i = conversione intersistema;ce = conversione esterna; pd = predissociazione; d = dissociazione;p = fosforescenza, cit = conversione interna da uno stato di tripletto.

Fattori che influenzano la resa quantica di fluorescenza

Tipo di transiziones s*: portano di solito alla dissociazione della molecola e quindi nongenerano fluorescenza;

p p* e n p*: danno buone rese quantiche di fluorescenza,soprattutto le prime (hanno una probabilità di transizione maggiore)

Struttura molecolaremolecole aventi anelli aromatici, gruppi carbonilici, doppi legami adelevata coniugazione, presentano buona fluorescenza grazie alla facilitàdelle transizioni p p*.La condensazione di più anelli aromatici coplanari e la presenza di atomidiversi dal carbonio in anelli aromatici sono fattori ulteriormentefavorevoli.

NNH

N N

antracene pirrolopiridina chinolina indolo

Rigidità strutturalela mancanza di rigidità nellamolecola sfavorisce lafluorescenza a causadell’aumento della probabilità diconversione interna, che puòportare anche alla disattivazionesenza emissione di radiazione

Effetto dell’atomo pesantela presenza di un atomo di peso elevato nella molecola aumenta laprobabilità di conversione intersistema allo stato di tripletto e quindifavorisce la fosforescenza a scapito della fluorescenza:

Composto Formula lfluor / nm Int. rel. fluorescenza

Fluorobenzene C6H5F 270-320 10Clorobenzene C6H5Cl 275-345 7Bromobenzene C6H5Br 290-380 5Iodobenzene C6H5I ------ 0

fluorescente non fluorescente

Temperatura, solvente, presenza di ossigenol’aumento della temperatura aumenta la probabilità di conversioneesterna e sfavorisce la fluorescenza; l’uso di solventi con atomi pesantio la presenza di ossigeno disciolto ha lo stesso effetto, agendo, però,sulla conversione intersistema

Effetto del pHla variazione di pH agisce spesso sulla coniugazione di specie acido-base,influenzando la fluorescenza

fluorescente non fluorescente

Relazione fra intensità di fluorescenza e concentrazione

La potenza della radiazione di fluorescenza osservata al rivelatore èlegata alla concentrazione della specie fluorescente presente nelcampione da una complessa relazione che tiene conto dei fenomeni diassorbimento relativi sia alla radiazione di eccitazione che a quella diemissione da parte del campione stesso.

Nel caso più generale, ossiaipotizzando di raccogliere laradiazione emessa ad un angolo di90° rispetto a quella dieccitazione, si può descrivere ilfenomeno immaginando che lefenditure di ingresso e di uscitanel modello abbiano sezionequadrata e quindi che individuinoun cubo al centro della cuvetta dacui deriva la radiazione difluorescenza osservata.

La potenza della radiazione checolpisce la faccia sinistra del cubo èpari a:

P0’ = P0 × 10-eexb1c

dove eex è l’assorbività molare per laradiazione di eccitazione e b1 ilcammino che separa la facciasinistra della cuvetta da quella delcubo.

Di fatto la radiazione di potenza P0’ viene progressivamente assorbita manmano che si propaga verso destra ed in corrispondenza della faccia destradel cubo (il cui lato corrisponde a b2) diventa pari a:

P’= P0’ × 10-eexb2c

La differenza P0’-P’ rappresenta la potenza assorbita nella regione delcubo e l’intensità di fluorescenza emergente dal cubo, I’, è ad essaproporzionale:

I’ = k’ (P0’-P’)

dove k’ è una costante correlata alla resa quantica di fluorescenza, dunquelegata alla specie fluorescente e alle condizioni della misura.

D’altra parte l’intensità I’ non è uguale a quella osservata all’esterno dellacuvetta (I) perché occorre tener conto del suo assorbimento da partedella soluzione presente fra il punto di emissione e la faccia della cuvettaposta in basso nello schema.

In prima approssimazione si può considerare che il cammino ottico relativoall’assorbimento della radiazione emessa sia b3 = b1 + b2/2.

Tenendo conto dell’assorbività molare della radiazione emessa, eem, siotterrà:

I = I’ × 10-eemb3c = k’ (P0’-P’) × 10-eemb3c =

= k’ P0’ (1 - 10-eexb2c) × 10-eemb3c = k’ P0 10-eexb1c × (1 - 10-eexb2c) × 10-eemb3c

Se la concentrazione c è sufficientemente bassa gli esponenti dellepotenze di 10 indicate nella formula tendono a 0 da valori negativi,dunque le potenze stesse tendono al valore 1.

Di fatto tale approssimazione può essere apportata alle potenzeesterne alla parentesi mentre sarebbe eccessiva per quella in parentesi,perché porterebbe ad un annullamento di I.

La potenza 10-eexb2c si può tuttavia espandere in serie:

1 - eexb2c ln10 + (eexb2c ln10)2/2! - (eexb2c ln10)3/3! + …

se il termine eexb2c è sufficientemente piccolo (ossia almeno inferiore a10-2), il che accade per concentrazioni molto basse, le potenze superioridella serie assumono valore trascurabile e la stessa si può troncare aiprimi due termini.

Ne deriva che:

I = k’ P0 eexb2c ln10 = k’ P0 2.303 eexb2c

In definitiva, a basse concentrazionil’intensità di fluorescenza dipendelinearmente dalla concentrazione, dallapotenza della radiazione di eccitazione edall’ampiezza delle fenditure diingresso/uscita.

Superato un certo limite diconcentrazione entra in giocol’autoassorbimento, ossia l’assorbimentodella radiazione di eccitazione (primario)o di quella emessa (secondario).

concentrazione

inte

nsit

à di

flu

ores

cenz

a

Ad elevate concentrazioni sull’andamento dell’intensità di fluorescenza puòinfluire anche il fenomeno dell’autoestinzione (self quenching), ossia iltrasferimento di energia fra molecole di analita eccitate, che causadiseccitazione senza emissione di radiazione.

Strumentazione per la spettroscopia di fluorescenza

Anche in questo caso esiste una classificazione fra strumenti chelavorano a lunghezze d’onda fissate (fluorimetri) e strumenti in gradodi registrare spettri (spettrofluorimetri).

Fluorimetri

Il fotomoltiplicatoredel riferimento misuraeventuali fluttuazionidi P0

Spettrofluorimetri

La cella di compensazione dell’assorbanza consente di valutare la realepotenza della radiazione di eccitazione, ossia quella corretta per ilfenomeno dell’autoassorbimento primario. In questo modo è possibilerisalire a valori affidabili della resa quantica di fluorescenza alle varielunghezze d’onda di eccitazione.

Differenze fondamentali rispetto alle misure di assorbimento

Sorgenti

La dipendenza diretta del segnale di fluorescenza dalla potenza dellaradiazione incidente porta all’uso di sorgenti ad alta potenza quali: lampade a vapori di mercurio (spettro a righe) lampade ad arco a xeno (spettro continuo da 300 a 1300 nm)

Angolo di raccolta della radiazione difluorescenza

La radiazione di fluorescenza vieneraccolta di solito ad un angolo di 90gradi rispetto a quella incidente, perridurre gli effetti della diffusionedella radiazione nella soluzione e sullepareti della cella, nonché l’eventualeautoassorbimento. Cuvetta (vista dall’alto)

Radiazione di eccitazione

Radiazione di fluorescenza

Strumentazione per misure di luminescenza totale

Chemiluminescenza

Radiazione di chemiluminescenza viene prodotta dal ritorno allo statofondamentale di una specie eccitata formatasi durante una reazionechimica:

Un tipico sistema chemiluminescente è:

NO + O3 NO2* + O2

NO2* NO2 + hn (l = 600-2800 nm)

con sensibilità all’NO da 1 ppb a 10 ppt.

L’intensità della radiazione di chemiluminescenza (ICL) è legata alla resaquantica della specie chemiluminescente (fCL) e alla sua velocità diformazione (d[C*]/dt).

Esercitazione 3: Analisi della riboflavina contenuta nel latte mediante spettroscopia di fluorescenza molecolare

La Riboflavina (detta anche Vitamina B2, Vitamina G o lactoflavina) è unavitamina idrosolubile presente in numerosi alimenti (fra cui latte, uova,vegetali) e caratterizzata da una spiccata tendenza alla fluorescenza,nonché da un’elevata fotosensibilità.

E’ il precursore di due composti di fondamentale importanza dal punto divista biochimico, il Flavin-Mono-Nucleotide (FMN) e il Flavin-Adenin-Dinucleotide (FAD):

Riboflavina FMN FAD

Nel latte la riboflavina è presente in concentrazioni dell’ordine di 1 mg/L(ppm), ampiamente rivelabili con la spettroscopia molecolare difluorescenza su un campione sottoposto a pre-trattamento per la rimozionedelle caseine.

Fasi dell’esercitazione

Principio del metodo

Valutazione dello spettro di assorbimento della riboflavina in soluzioneacquosa e scelta di due lunghezze d’onda di eccitazione nella regione300-550 nm.

preparazione di una soluzione standard 100 mg/L di riboflavina (100 ppb)in CH3COOH 0.02 M a partire da una soluzione madre 10 mg/L (10 ppm);

registrazione degli spettri di fluorescenza della riboflavina 100 ppb alledue lunghezze d’onda di eccitazione scelte;

registrazione dello spettro di eccitazione della riboflavina 100 ppb incorrispondenza della lunghezza d’onda relativa al massimo dello spettrodi fluorescenza: scelta della coppia di lunghezze d’onda di lavoro;

preparazione di altre quattro soluzioni standard di riboflavina (semprein CH3COOH 0.02 M) a concentrazione 2, 10, 20 e 50 ppb, a partire dallasoluzione standard 100 ppb;

effettuazione di almeno tre misure di fluorescenza su ciascuna dellecinque soluzioni standard e costruzione di una retta di calibrazione;

calcolo dei due valori del limite di rivelabilita’ (LOD) a S/N = 3;

preparazione del campione di latte: precipitazione delle caseine inambiente acido, centrifugazione e prelievo del surnatante (siero);

diluizione 1:20 (v/v) del surnatante ed effettuazione, in duplicato, dellamisura di fluorescenza, nelle stesse condizioni impiegate per lacalibrazione;

estrapolazione della concentrazione di riboflavina nel campione di latte.

Strumentazione impiegata: spettrofluorimetro Varian Cary Eclipse

alloggiamento della cuvetta

finestra di ingresso della radiazione

scompartimento del campione

monocromatore della radiazione emessa

fotomoltiplicatore

sorgente allo Xenon a flash

filtro di ingresso al monocromatore della radiazione incidente