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SPETTRO ELETTROMAGNETICO c = E = E = c/ = lunghezza d’onda (m) = frequenza (sec -1 ) E = energia (joule) c = velocità della luce (2.988 x 10 8 m/s) = costante di Planck's (6.625 x 10 -34 Js) Energia di legame per gli elettroni= ~ 10eV > 10eV= radiazioni ionizzanti; 2-10eV=UV, radiazioni Spettro elettromagnetico

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SPETTRO ELETTROMAGNETICO

c = E = E = c/ = lunghezza d’onda (m) = frequenza (sec-1)E = energia (joule) c = velocità della luce (2.988 x 108

m/s) = costante di Planck's (6.625 x 10-34 Js)

Energia di legame per gli elettroni= ~ 10eV> 10eV= radiazioni ionizzanti; 2-10eV=UV, radiazioni non-ioniozzanti; < 2eV=visible, infrarosso, onde elettriche

Spettro elettromagnetico

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onde ionizzanti

E = h · > 12,4 [eV]

onde non ionizzanti

E = h · 12,4 [eV]

onde (raggi) UVmicroonderaggi Laseronde alta frequenza (HF)onde bassa frequenza (LF)onde a frequenza industriale

onde (raggi) Röntgenonde (raggi)

E = energia [eV]h = costante di Planck = 6,626 · 10-34 [J · s] = frequenza [Hz]

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L’assorbimento di energia da parte della materia può condurre a:

• Ionizzazione: Si verifica quando una radiazione ha energia sufficiente per allontanare uno o più elettroni dagli orbitali atomici, determinando la ionizzazione del’atomo.

• Eccitazione: Uno o più elettroni vengono spostati verso gli orbitali atomici più esterni senza che vi sia l’espulsione.

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La dose della radiazione si misura in termini di quantità di energia (joules) assorbita per unità di massa (kg) e si esprime in grays (1 J/kg). Tuttavia, non rappresenta tutta la quantità di energia assorbita capace di determinare gli effetti biologici della radiazione.

Una pan-irradiazione pari a 8 Gy induce la morte (dovuta ad insufficienza midollare).

L’entità e la sede di azione di una radiazione condizionano il tipo di danno biologico

Dose di radiazione

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rad = Radiation Absorbed Dose è un'unità di misura della dose di radiazione assorbita, pari a 100 erg/gr. Il rad è stato sostituito dal gray nel Sistema Internazionale di unità di misura. 1 Rad = 0,01 gray = 0,01 joule di energia assorbiti da un chilogrammo di tessuto.

gray (Gy) = il gray fu definito nel 1940 da Louis Harold Gray da cui prende il nome ed è l’unità di misura della dose assorbita di radiazione del Sistema Internazionale.Un'esposizione di un gray corrisponde ad una radiazione che deposita 1 joule/Kg di materia (sia tessuti biologici che qualsiasi altra cosa).Dimensionalmente si ha:

Il gray ha sostiuito la vecchia unità, il rad che però è ancora talvolta utilizzata; vale la relazione 1 Gy = 100 rad. 1 cGy = 1 rad

rem = Röntgen equivalente per uomo è un'unità di misura della dose equivalente di radiazioni. indica la quantità di radiazione necessaria a produrre un effetto biologicamente dannoso. Il rem è definito come il prodotto della dose assorbita espressa in rad x Q fattore di qualità che tiene conto del differente impatto biologico dei diversi tipi di radiazione: raggi X e raggi gamma Q=1; neutroni Q = 5 - 20 a seconda dell'energia; radiazione alfa Q = 20. Nel Sistema Internazionale il rem è stato sostituito dal sievert con la conversione: 1 Sv = 100 rem. Poiché la dose di 1 rem è piuttosto elevata, si fa spesso uso del suo sottomultiplo, il millirem.

sievert (Sv) = unità di misura della dose equivalente di radiazione nel Sistema Internazionale. Tale grandezza ha le stesse dimensioni della dose assorbita, ovvero energia per unità di massa. Nel Sistema Internazionale si ha:

La dose assorbita viene convertita in dose equivalente moltiplicandola per un fattore adimensionale dipendente dal tipo di radiazione: raggi X, beta o gamma, 1 Gy di dose assorbita equivale ad 1 Sv di dose equivalente; neutroni 1 Gy può equivalere da 3 a 11 Sv a seconda dell'energia del fascio; raggi alfa 1 Gy è equivalente a 20 Sv Il sievert ha sostituito l'unità tradizionale, il rem: 1 Sv = 100 rem.

ev = 1.6 x 10-16 erg100 erg = 6.25 x 113 ev

Unità di misura

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Range o PenetrazioneRange o PenetrazioneRange =

distanza media percorsa dalla radiazione incidente nella materia

In generale, indica la capacità di penetrare a fondo nella materia.E’ ovviamente tanto più alto quanto maggiore è l’energia

(una particella si ferma quando esaurisce la propria energia).

Per un fascio di particelle cariche di data energia, si verifica sperimentalmente che il numero di particelle trasmesse rimane pressoché costante fino a un certo spessore, dopo il quale crolla bruscamente.

N0

x<r>

N0/2

Range medio <r>distanza percorsa dal 50% delle

particelle

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Penetrazione (range)Penetrazione (range)

Radiazioni in diversi materiali...

Range R (E) =distanza media percorsa nella

materia

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Schermi protettiviSchermi protettivi

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LETLET

Trasferimento Lineare di EnergiaRapporto tra l’energia totale T trasferita alla materia lungo un cammino

e la lunghezza R del cammino percorso

LET = T/R (misurato in keV/m, MeV/mm)

Alto LET alta densità di ionizzazione alta probabilità di colpire e danneggiare un sito biologico

Grande variabilità:elettroni: pochi keV/m

: diverse centinaia di keV/m

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• Le radiazioni ionizzanti sono quelle radiazioni dotate di sufficiente energia da poter ionizzare gli atomi (o le molecole) con i quali vengono a contatto, E 10 eV

Da sempre l'uomo è soggetto all'azione di radiazioni ionizzanti naturali, alle quali si da il nome di fondo radioattivo naturale

radiazione terrestre (radiazione prodotta da nuclidi primordiali o da nuclidi cosmogenici)extraterrestre (la radiazione cosmica).

• Per la loro presenza l'uomo riceve mediamente una dose di 2.4 mSv/a, valore varabile in rapporto al luogo.In Italia la dose media valutata per la popolazione è di 3.4 mSv/a, valore di riferimento per valutazioni di rischio radioprotezionistico. • La caratteristica di una radiazione di poter ionizzare un atomo, o di penetrare più o meno in profondità all'interno della materia, dipende oltre che dalla sua energia anche dal tipo di radiazione e dal materiale con il quale avviene l'interazione. • Le radiazioni ionizzanti si dividono in due categorie principali:

• quelle che producono ioni in modo diretto (le particelle cariche α , β− e β+;)• quelle che producono ioni in modo indiretto (neutroni, raggi γ o fotoni e raggi X ).

• Le radiazioni ionizzanti possono essere prodotte con vari meccanismi. i più comuni sono : decadimento radioattivo, fissione nucleare e fusione nucleare, emissione da corpi estremamente caldi (radiazione di corpo nero)emissione da cariche accelerate (bremsstrahlung, o radiazione di sincrotrone).

Le particelle cariche α , β− e β+ possono derivare dai decadimenti nucleari:decadimento alfa per le particelle alfa beta per gli elettroni e i positroni.

Il potere di penetrazione di queste radiazioni è limitato:le particelle alfa (ionizzanti) non possono superare strati di materia superiori ad un foglio di

carta,le particelle beta possono essere schermate da un sottile strato di alluminio

Fotoni e i neutroni, pur non essendo carichi, se dotati di sufficiente energia possono ionizzare la materia(fotoni con frequenza pari o superiore ai raggi ultravioletti sono ritenuti ionizzanti per l'uomo). Queste particelle sono meno ionizzanti delle precedenti, ma possono penetrare molto a fondo nella materia

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Radiazioni ionizzantiRadiazioni ionizzanti

Ogni radiazione, interagendo con la materia, cede energia alla struttura atomica/molecolare del materiale attraversato.

Se l’energia ceduta è sufficiente (radiazioni ionizzanti: E 10eV),

Radiazioni ionizzanti:- elettromagnetiche (m=0, E=h) raggi X e - corpuscolari (m>0, E= ½ mv2) particelle , p, n,...

Particelle cariche: , ±, p ionizzazione diretta degli atomi del mezzo

Particelle neutre: n, X, ionizzazione indiretta tramite produzione di particelle cariche secondarie

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Interazione di particelle Interazione di particelle carichecariche

Tutte le particelle cariche (α , β− e β+) interagisconoprincipalmente a causa delle interazioni coulombiane con glielettroni del mezzo attraversato, perdendo rapidamente la loroenergia cinetica.

La perdita di energia della particella carica appare principalmente sotto forma di ionizzazione ed eccitazione del mezzo attraversato.

L’energia cinetica ceduta dalla particella è praticamente tuttaassorbita dal mezzo a una distanza caratteristica, che dipende dalle caratteristiche della particella incidente e del mezzoattraversato.

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Interazione di particelle Interazione di particelle neutreneutre

Al contrario delle particelle cariche, neutroni e fotoni possono essere assorbiti completamente in un’unica collisione (il neutrone da un nucleo, il fotone da un elettrone atomico o da un nucleo).

Al contrario delle particelle cariche, non esistono distanze che fotoni o neutroni non possano attraversare.

L’assorbimento di neutroni e fotoni nella materia – e quindi l’attenuazione di un fascio - ha un comportamento probabilistico.Neutroni:

•Cattura neutronica•Urti elastici•Urti anelastici

Fotoni:

•Effetto fotoelettrico•Effetto Compton•Produzione di coppie

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Neutroni

Classificazione delle interazioni secondo l’energia dei neutroni:

freddi (E~meV), termici (E≤0.01 eV), epitermici (E≤100 keV), veloci (E~MeV)Cattura neutronica: n + A

ZX A+1ZX

• spesso seguita da decadimento ( reazioni n. o di cattura radiativa)• spesso con nucleo finale radioattivo• più probabile a bassa energia (~ 1/E2)

Urti con nucleoni: • cessione di energia a protoni• eccitazione dei nuclei con successiva emissione di raggi

I materiali sottoposti a bombardamento neutronico diventano radioattivi!

Es. n+147N 14

6C + p +0.63 MeV rilascio energia nel corpo umano n+10

5B 73Li + +2.79 MeV Boron Neutron Cancer Therapy

In tutti i processi l’effetto è la ionizzazione secondaria

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Le particelle indirettamente ionizzanti, raggi X e fotoni interagendo con la materia, mettono in moto particelle cariche secondarie, a loro volta responsabili della cessione di energia alla materia.Gli effetti quindi di questo tipo di radiazioni sono gli effetti dei secondari carichi prodotti.

I principali processi di interazione della radiazione elettromagnetica con la materia si possono dividere in:

processi di assorbimentoe

processi di diffusione.

Interazioni dei fotoni con la materia

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Interazioni dei fotoni con la materia

Processi di diffusione Processi di assorbimento

Interazione con Elastica coerente

Inelastica incoerente

Effetto fotoelettrico

Elettroni atomici Rayleigh Compton

Reazioni fotonucleari

Nucleoni

Creazione di coppie

Campo elettrico dei carichi circostanti

Fotoproduzione di mesoni

Mesoni

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Interazione radiazione gamma (fotoni)

Effetto fotoelettrico

Effetto Compton

produzionedi coppie e+e-

Effetto fotoelettrico:Interazione con elettroni atomici interni

Effetto Compton:Interazione con elettroni atomici esterni

Produzione di coppie:Interazione con campo coulombiano del nucleo

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Come la radiazione causa danni biologici ?

• Queste modifiche sono in grado di danneggiare le funzioni cellulari e e di distruggere le cellule stesse.

• la radiazione di alta energia rompe i legami chimici.

• si creano radicali liberi, come quelli prodotti o da altri agenti nocivi o nel corso dei normali processi cellulari all’interno dell’organismo.

• I radicali liberi possono modificare gli elementi chimici.

+

-

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Le cellule sono costituite per circa il 70% da acqua che rappresenta la specie molecolare più importante per gli effetti della ionizzazione.La ionizzazione dell’acqua da parte delle radiazioni ionizanti induce la formazione di radicali e di eletttroni.

H2O -----> H2O+ + e- H20+ reagisce con altre molecole di acqua e forma lo

ione idronio e il radicale idrossile: H2O+ + H2O -------> H3O+ + OH.

L’elettrone libero in presenza di acqua porta alla formazione del cosiddetto elettrone acquoso :

e- + [H2O ]n-------> e-aq

L’elettrone acquoso e-aq reagendo con altre molecole

di acqua porta alla formazione di radicale idrogeno: e-

aq + H2O ---------.> OH- + H.

Ionizzazione dell’acqua

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Effetti dell’esposizione a radiazioni ionizzanti

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Effetti deterministici dell’esposizione a radiazioni

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Effetti stocastici dose-dipendenti

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Effetti stocastici dose-indipendenti

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Instabiltà genomica

A volte il danno al DNA produce

modifiche posteriori che possono

contribuire alla formazione di cancro.

Espressione genica

Un gene può “rispondere” alla

radiazione modificando il segnale per la produzione di proteine, la cui funzione può

essere o di tipo protettivo o di

danneggiamento.

Effetti dei danni al DNA

La più importante struttura molecolare che può subire

modificazione da parte della radiazione è il DNA!

Mutazioni geniche

A volte un gene specifico è

modificato in maniera tale di

divenire incapace di produrre le proteine

corrispondenti in maniera appropriata.

Aberrazioni Cromosomiche

A volte il danno interessa l’intero

cromosoma, producendo la sua

rottura o ricombinazione in

maniera anomala. A volte l’effetto è la

combinazione di due cromosomi differenti.

Distruzione delle cellule

Il DNA danneggiato può

innescare apoptosi, ovvero

una morte cellulare

programmata. Se ciò coinvolge solo poche cellule, ciò

impedisce la riproduzione del

DNA danneggiato e quindi protegge

il tessuto.

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In che modo questo danno prodotto dalla radiazione ionizzante influenza il nostro

organismo?

Cancro

Sufficiente distruzione cellulare Sufficienti alterazioni

genetiche

Patologie da radiazione

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DANNO AL DNA

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Lu

ngh

ezza

L

un

ghez

za

d’o

nd

ad

’on

da

Fre

qu

enza

Fre

qu

enza

m Hz

0

3 x 101

3 x 104

3 x 108

3 x 1011

3 x 1014

107

104

100

10-3

10-6

10-7 3 x 1015

RADIAZIONI RADIAZIONI IONIZZANTIIONIZZANTI

Rad

iazi

one

infr

aros

saM

icro

ond

e

Rad

iofr

equ

enze

Bas

se f

req

uen

ze

CAMPI CAMPI STATICISTATICI

RA

DIA

ZIO

NI

NO

N I

ON

IZZ

AN

TI

RA

DIA

ZIO

NI

NO

N I

ON

IZZ

AN

TI

FR

EQ

UE

NZ

E

FR

EQ

UE

NZ

E

OT

TIC

HE

OT

TIC

HE

FR

EQ

UE

NZ

EF

RE

QU

EN

ZE

NO

NN

ON

OT

TIC

HE

OT

TIC

HE

Laser

Lampade

Radarterapia

Impianti radar

Telefonia cellulare

Emissioni radiotelevisive

Marconiterapia

Forni a microonde

Elettrodomestici

Linee elettriche

Metal detector

Magnetoterapia

Videoterminali

RMN

Elettrolisi

Radioamatori

UV

Vis

Sorgenti termiche

Riscaldamento a induzione

Telecomandi

Sterilizzazione

Linee telefoniche

Ponti radio

Saldatura e incollaggio

Diagnostica a raggi X

Radioisotopi

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Fonte: P. Bevitori, L’inquinamento elettromagnetico

TIPO FREQUENZA LUNGHEZZA D’ONDA

Campi a f requenze estremamente basse (ELF e VLF)

1 Hz 300 Hz 3 10 m 10 m

Campi a basse f requenze (LF)

300 Hz 300 kHz 10 m 1 km

Radiof requenze (RF) 300 kHz 300 MHz 1 km 1 m

Microonde (MW o MO) 300 MHz 300 GHz 1 m 1 mm

I nf rarosso (I R) 300 GHz 300 THz 1 mm 1 m

Luce visibile 375 THz 750 THz 800 nm 400 nm

Ultravioletto (UV) 750 THz 3000 THz 400 nm 100 nm

8 65

6

SPETTRO DELLE RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE NON IONIZZANTI

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Radiazioni ultraviolette

UVB (290-320 nm) sono responsabili più degli UVA (400-320 nm) nell’indurre eritema solare.

Tuttavia, gli UVA penetrano più profondamente nella cute.

UVB sono implicati nell’insorgenza del melanoma e di altri tipi di tumori cutanei.

UVA causano danni cutanei responsabili dell’insorgenza di lesioni pre-cancerose e causano un invecchiamento prematuro della cute.

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Induzione di mutatzioni dovute al diretto assorbimento degli UV a livello del DNA con formazioine di transizioni C--->T.

Doppie mutazioni CC---->TT sono caratteristiche del danno da UV

Il legame covalente fra due residui adiacenti di pirimidine porta alla formazione di un anello ciclobutanico che lega due residui pirimidinici

Meccanismo di azione delle radiazioni ultraviolette

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Il fotoprodotto timina-timina siproduce per legame fra la posizione C6 di una timina e la posizione C-4 della timina adiacente

Fotoprodotto pirimidina-pirimidina

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Dose-risposta della formazione di dimeri in rapporto alla dose di UV

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•Tumori indotti nel topo mediante irradiazione non si accrescono se impiantati in animali singenici ma attecchiscono in topolini immunodeficienti.

•Questo indica che sono altamente antigenici. Tuttavia, per quale motivo sono in grado di accrescersi nell’ospite primario?

•È stato osservato che l’esposizione dei topolini alle radiazioni UV li rende incapaci di rigettare il tumore antigenico. Lo stesso effetto si può ottenere trasferendo linfociti T provenienti da animali irradiati con UV.

•Gli UV inducono la comparsa di linfociti T soppressori che inibiscono il rigetto del tumore. Questo effetto è specifico per tumori indotti dagli UV.

Gli UV inducono immunosoppressione

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•In corso di irradiazione con UV vengono modificate altre risposte immunitarie comprese le reazioni di ipersensibilità ritardata e di ipersensibilità da contatto.

•Alcuni studi hanno dimostrato che le radiazioni UV alterano la funzione delle cellule cutanee presentanti l’antigene [le cellule di Langerhans], modificandoin tal modo il tipo di risposta immunitaria.

•Inoltre gli UV possono attivare la trascrizione dei geni per varie citochine, quali citochine immunosoppressive.

•Durante l’irradiazione con UV si formano linfociti T soppressori rappresentati da linfociti T helper di Tipo 2 che producono citochine quali IL-10 con effetto inibitorio della funzione dei linfociti T helper di Tipo 1.

Gli UV inducono modificazioni della risposta immunitaria

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onde elettromagnetiche a frequenze estremamente basse (50-60 Hz) prodotte dagli impianti per la produzione, trasmissione, distribuzione ed utilizzo dell’energia elettrica (elettrodotti, elettrodomestici)

ELF (extremely low frequency)

onde elettromagnetiche ad alta frequenza (tra 300 Hz e 300 GHz) generate, ad esempio, dai ripetitori radio-Tv e dai sistemi di telefonia cellulare

RF (radiofrequenze)

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ELF RF Passano attraverso il corpo Penetrano solo entro un

piccolo spessore di tessuto

I nducono la circolazione di correnti elettriche nel corpo. A livelli pari a quelli che si riscontrano normalmente nel nostro ambiente l’intensità è minore di quella delle correnti prodotte naturalmente all’interno del corpo

Aumentano il movimento delle molecole: aumento della temperatura

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Meccanismi di riparazione del DNA

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Tipo di danno Modalità di riparazione Agente

Rotture di singolo filamento(Single strand break)

Base exision repair(BER)

IR

Base Danneggiata Base exision repair IRUV

Formazione di dimeri da UV Nucleotide exision Repair(NER)

UV

Rottura di doppio filamento(Double strand break)

Recombination Non-homologousEnd Joining (NHEJ)

IR

Modalità dei processi di riparazione del danno indotto al DNAdalle radiazioni ionizzanti e dagli UV

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Patologia Genetica

Caratteristiche cliniche Caratteristiche cellulari

Xeroderma pigmentosum (XP)

Ataxia telangiectasia (AT)

Sindrome di Bloom(BS)

Anemia di Fanconi(FA)

Fotosensibilità, Pigmentazione cutanea, Anomalie neurologiche,Tumori cutanei. Autosomica recessiva

Ridotta immunocompetenza, Sensibilità alla radioterapia, Tumori del sistema Linforeticolareculare Autosomica recessiva

Basso peso alla nascita, Teleangiectasie indotte dalla luce, Aumentata incidenza di tumori.Autosomica recessiva

Aumentata incidenza di leucemie e di altri tumori solidi.Autosomica recessiva

Sensibilità agli UV e agli agenti alchilanti.Difetto di Base Excision Repair.

Anomalie cromosomiche, sensibilità ai raggi X e agli agenti che inducono rottura del DNA.

Sintesi difettiva del DNA, Aumentato numero di scambi fra cromatidi fratelliRidotta attività della DNA ligasi 1

Aberrazioni cromosomiche indotte da agenti che produco legami fra i filamenti di DNA, nessuna sensibilità a raggi X e UV

Patologie umane associate a difetti di riparazione del DNA

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Marie Curie e sua figlia sono morte per leucemia come conseguenza dell’esposizione a radiazioni ricevute durante gli espereimenti condotti sulla radioattività

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(i) Studi in vitro su colture cellulari(ii) Studi in vivo su animali da

esperimeto(iii) Studi epidemiologici nell’uomo:

sopravvissuti alla bomba atomica

esposizione iatrogena

esposizione occupazionale

Rischio dell’insorgenza di tumori idotti da radiazioniFonti di informazioni

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Alta sensibilit

à

Sensibilità Moderata Bassa sensibilità

TimoOvaie

IpofisiUteroMammellaTessuto linfoemopoietico[leucemia mieloide]Polmone

T. OsseoCuteStomacoFegatoTratto gastro-enterico

*12.000 topoline sono state irradiate per 10 settimane e quindi seguite nel corso deltempo per la durata della loro vita. La sensibilità alta, moderata e bassa è stata definita come la comparsa di un numero di tumori significativamente maggiore rispetto ai controlli per dosi rispettivamente pari a 0.25, 0.5-1.5, o maggiori di 1.5 Gy.

Sensibilità relativa di vari organi all’insorgenza di tumori indotti da radiazioni in topolini femmina *

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Totale popolazione studiata 120.321

Tipo di radiazione Acute gamma &neutron

Follow up (anni) 5-45

% Donne 56

Età media al momento dell’irradiazione [range]

28.4 years[0-79]

% di soggetti che hanno ricevuto una dose >5 mSv

58

Numero di decessi per cancro 7.227

Numero di casi di cancro 9.014

Incidenza dei tumori nei sopravvissuti alla bommba atomica

Incidenza dei tumori nei sopravvissuti alla bomba atomica

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Causa del trattamento

Età al momento dell’esposizione

Tipo di esposizione Tumori insorti

Cancro della cervice

Adulto Raggi-X Esofago, apparato gastro-enterico, pancreas, genitali, vescica, tessuto osseo,leucemie

Cancro della mammella

Adulto Raggi-X Ghiandola mammaria controlaterale. Leucemia [ALL]

Cancro dell’endometrio

Adulto Raggi-X Leucemia

Linfoma di Hodgkins

Tutte le età Raggi-X Polmone, leucemia, linfomi non-Hodgkin, mammalla, tiroide, altri tumori solidi

Cancri del’infanzia

Bambino Raggi-X Tiroide, sarcomi ossei

Emangiomi cutanei dell’infanzia

Bambino Terapia con applicazioni di Radium

Tiroide,mammella, altre ghiandole endocrine, sistema nervoso centrale

Studi epidemiologici sull’effetto cancerogenetico della radioterapia

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Causa del trattamento

Età al momento dell’esposizione

Tipo di esposizione

Tumori insorti

Spodilite Anchilosante

Adulto Raggi-X Esofago, polmone, tessuto osseo, connettivo, prostata, pancreas, vescica, rene, leucemia, linfomi non-Hodgkin, mieloma multiplo

Tinea capitis Bambino Raggi-X Tiroide, ghiandole salivari, leucemie, sistema nervoso centrale

Patologie mammarie benigne

Adulto Raggi-X Mammella

Iperplasia timica Neonato Raggi-X Tiroide, mammella

Patologie ginecologiche benigne

Adulto Raggi-X Retto, utero, genitali, pancreas, vescica, leucemie, mieloma multiplo

Ulcera Peptica Adulto Raggi-X Stomaco, pancreas, polmone, leucemie, linfomi non-Hodgkin

Ipertrofia/iperplasia tonsillare

Bambino Raggi-X Tiroide, ghiandole salivari

Studi epidemiologici sull’effetto cancerogenetico della radioterapia

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Tumori cutanei 600,000 casi/anno [USA](non melanomi) 2500 morti 2500 deaths

Tumori polmonari 160.000 casi/anno140.000 morti

Melanoma 27.000 casi/anno6.000 morti

Frequenza dei tumori cutanei indotti dall’esposizione solare

TUMORI CUTANEI INDOTTI DAGLI UV

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Lesioni cutanee pre-cancerose e cancerose indotte dagli UV

Pre-cancerose

- Cheratosi attinicaCancerose- Basalioma o carcinoma basocellulare (ulcus rodens)- Carcinoma spinocellulare- Melanoma- Altri (di strutture specializzate della cute)

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Cheratosi Attinica

Lesione pre-cancerosa detta anche cheratosi solare o senile che si sviluppa in seguito all’azione lesiva dell’esposizione al sole

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Basalioma o Carcinoma basocellulare

È un tumore maligno della cute costituito da cellule che ricordano quelle dello strato basale dell’epidermide

Di solito ha un accrescimento lento di tipo nodulare e non metastatizza, in alcuni casi ha un accrescimento di tipo infiltrativo con formazione di un’ulcera (ulcus rodens)

Piccolo nodulo, rosa pallido o di

color cereo lucido

Nodulo rossastro Nodulo ulcerato con

sanguinamento e formazione di

crosta

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Carcinoma spinocellulare

Tumore maligno della cute e di altri organi (es polmone) caratterizzato da cellule che ricordano quello dello strato spinoso dell’epidermide con fenomeni di cheratinizzazione.

Spesso insorge su lesioni pre-cancerose come la cheratosi attinica

Tende a metastatizzare

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Melanoma

Deriva dai melanociti. Può insorgere su pre-esistenti lesioni neviche È fra i più maligni tumori della cute, metastatizza

frequentemente vari organi

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ELF (onde a bassa frequenza)

Rimane comunque la possibilità che esistano altre spiegazioni per l’associazione osservata tra l’esposizione a campi ELF e leucemia infantile (OMS promemoria n.263 2001)

La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) nel giugno 2001 ha classificato i campi ELF come possibilmente cancerogeni per l’uomo sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantileEsposizione continuativa (residenziale) a livelli > 0,4 μT

La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) nel giugno 2001 ha classificato i campi ELF come possibilmente cancerogeni per l’uomo sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantileEsposizione continuativa (residenziale) a livelli > 0,4 μT

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RF (radio frequenze) Effetti termici

Danni alla salute da riscaldamento (es. cataratta oculare, ustioni della pelle) si manifestano solo per livelli di RF elevate che non si riscontrano nella vita quotidiana (es. nelle vicinanze di radar)

•Il riscaldamento è il principale effetto biologico dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF).•Si verifica solo al di sopra di certi valori d’intensità detti “valori soglia” che sono stati posti alla base dell’individuazione dei “valori limite”

•Il riscaldamento è il principale effetto biologico dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF).•Si verifica solo al di sopra di certi valori d’intensità detti “valori soglia” che sono stati posti alla base dell’individuazione dei “valori limite”

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Campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF): effetti a lungo termine sulla salute OMS(promemoria n.183/1998)

Una revisione dei dati scientifici svolta dall'OMS nell'ambito del Progetto internazionale CEM (Monaco, Novembre 1996) ha concluso che, sulla base della letteratura attuale, non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione a RF abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro.

Comunque, la stessa revisione ha anche evidenziato che sono necessari ulteriori studi, per delineare un quadro più completo dei rischi sanitari, specialmente per quanto concerne un possibile rischio di cancro connesso all'esposizione a bassi livelli di campi RF.

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Campi elettromagnetici ad alta frequenza (RF): effetti a lungo termine sulla salute OMS Promemoria OMS n.193 revisione giugno 2000

Nessuna delle recenti revisioni della letteratura ha concluso che l'esposizione ai campi a radiofrequenza prodotti dai telefoni cellulari o dalle stazioni radio base provochi alcun effetto negativo sulla salute.

Sono comunque state identificate alcune lacune nelle conoscenze, che richiedono ulteriori ricerche per giungere a una migliore valutazione dei rischi.

Nessuna delle recenti revisioni della letteratura ha concluso che l'esposizione ai campi a radiofrequenza prodotti dai telefoni cellulari o dalle stazioni radio base provochi alcun effetto negativo sulla salute.

Sono comunque state identificate alcune lacune nelle conoscenze, che richiedono ulteriori ricerche per giungere a una migliore valutazione dei rischi.

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LO STUDIO EPIDEMIOLOGICO “INTERPHONE”

E’ in corso uno studio epidemiologico internazionale:

• sull’associazione tra l’uso di telefoni cellulari e tumori della testa e del collo

• lo studio è coordinato dalla IARC e coinvolge unità di ricerca di 14 paesi

• si prevede la raccolta di circa 10.000 casi di tumori

E’ in corso uno studio epidemiologico internazionale:

• sull’associazione tra l’uso di telefoni cellulari e tumori della testa e del collo

• lo studio è coordinato dalla IARC e coinvolge unità di ricerca di 14 paesi

• si prevede la raccolta di circa 10.000 casi di tumori

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Lo studio non evidenzia un incremento del rischio di di neurinoma dell’acustico correlato all’uso del cellulare dopo un breve periodo di esposizione.

Tuttavia i dati suggeriscono un raddoppio del rischio associato all’uso del cellulare per un periodo di più di 10 anni

Lo studio non evidenzia un incremento del rischio di di neurinoma dell’acustico correlato all’uso del cellulare dopo un breve periodo di esposizione.

Tuttavia i dati suggeriscono un raddoppio del rischio associato all’uso del cellulare per un periodo di più di 10 anni

Mobile phone use and the risk of acoustic neuroma. Lonn S, Ahlbom A, Hall P, Feychting M- Karolinska

Institut StockholmEpidemiology 2004 Nov; 15:653-659

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Lo studio riguarda 106 casi di neurinoma acustico confrontati con 212 casi di controllo, appaiati ai malati per sesso ed età. Il periodo di osservazione spazia tra il 2000 e il 2002.

Non è stata trovata alcuna associazione tra l’utilizzo costante del telefono cellulare e l’incidenza di neurinoma acustico.

L’uso del cellulare per 10 anni o più non incrementa il rischio di neurinoma rispetto a periodi più brevi di utilizzo.

Lo studio riguarda 106 casi di neurinoma acustico confrontati con 212 casi di controllo, appaiati ai malati per sesso ed età. Il periodo di osservazione spazia tra il 2000 e il 2002.

Non è stata trovata alcuna associazione tra l’utilizzo costante del telefono cellulare e l’incidenza di neurinoma acustico.

L’uso del cellulare per 10 anni o più non incrementa il rischio di neurinoma rispetto a periodi più brevi di utilizzo.

Cellular Telephone Use and Risk of Acoustic NeuromaHelle Collatz Christensen, Joachim Schüz, Michael

Kosteljanetz, Hans Skovgaard Poulsen, Jens Thomsen, and Christoffer Johansen

American Journal of Epidemiology 2004; 159:277-283

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Studio condotto in cinque diverse aree del Regno Unito:966 casi di glioma diagnosticati nel periodo 2000-2004 confrontati con 1716 controlli

Conclusioni: non vi è associazione tra insorgenza di glioma e uso regolare di telefono cellulare nei dieci anni precedenti la data di rilevazione

Studio condotto in cinque diverse aree del Regno Unito:966 casi di glioma diagnosticati nel periodo 2000-2004 confrontati con 1716 controlli

Conclusioni: non vi è associazione tra insorgenza di glioma e uso regolare di telefono cellulare nei dieci anni precedenti la data di rilevazione

Mobile phone use and risk of glioma in adults: case-control study

Sarah J Hepworth, Minouk J Schoemaker, Kenneth R Muir, AnthonyJ Swerdlow, Martie J A van Tongeren, Patricia

AMcKinney- BMJ 20 gennaio 2006

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• 366 casi di glioma e 381 di meningioma diagnosticati nel periodo 2000-2003 confrontati con 1494 soggetti controlli

• Conclusioni: nel complesso, l’uso del telefono cellulare non è associato all’insorgenza di tumori cerebrali. Non emergono infatti differenze tra utenti e non utenti del telefonino nello sviluppo dei due tumori, sia in generale sia in particolare nel lobo temporale del cervello, quello che riceve la più alta esposizione.

• L’unica eccezione a questo complesso di dati negativi è un’indicazione di aumento (di un fattore 2,2) del rischio di glioma nei soggetti che utilizzavano il telefono mobile da almeno 10 anni. Tuttavia, gli stessi autori raccomandano molta cautela nell’interpretazione del dato che si basa su 12 casi soltanto e per ciò stesso – oltre ad essere statisticamente non significativo -dipende fortemente dal criterio usato. Se solo si sposta, ad esempio, la soglia di osservazione da 10 a 9 anni, l’incremento di rischio si dimezza.

• 366 casi di glioma e 381 di meningioma diagnosticati nel periodo 2000-2003 confrontati con 1494 soggetti controlli

• Conclusioni: nel complesso, l’uso del telefono cellulare non è associato all’insorgenza di tumori cerebrali. Non emergono infatti differenze tra utenti e non utenti del telefonino nello sviluppo dei due tumori, sia in generale sia in particolare nel lobo temporale del cervello, quello che riceve la più alta esposizione.

• L’unica eccezione a questo complesso di dati negativi è un’indicazione di aumento (di un fattore 2,2) del rischio di glioma nei soggetti che utilizzavano il telefono mobile da almeno 10 anni. Tuttavia, gli stessi autori raccomandano molta cautela nell’interpretazione del dato che si basa su 12 casi soltanto e per ciò stesso – oltre ad essere statisticamente non significativo -dipende fortemente dal criterio usato. Se solo si sposta, ad esempio, la soglia di osservazione da 10 a 9 anni, l’incremento di rischio si dimezza.

Cellular Phones, Cordless Phones, and the Risks of Glioma and Meningioma (Interphone Study Group, Germany).

Joachim Schüz, Eva Böhler, Gabriele Berg, Brigitte Schlehofer, Iris Hettinger, Klaus Schlaefer, Jürgen Wahrendorf, Katharina

Kunna-Grass, and Maria Blettner. American Journal of Epidemiology, 27 January 2006