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Sped. abb. postale - Pubblicità inferiore al 40% - Registrazione del Tribunale di Bologna n. 6558 dell’11.4.96 N.2 - Anno XVII - MARZO-APRILE 2012 FILIALE DI RASTIGNANO Via A. Costa, 106 A/H - Tel. 051.6540973 - Fax 051.6264241 nessuna tessera, nessun finanziamento pubblico, nessuna alleanza con i partiti. La sua visibilità è costituita dalla presen- za di due consiglieri comunali che sono partecipi con proposte concrete alle di- scussioni in Consiglio. Ci sembra ap- prezzabile la sua disponibilità a votare favorevolmente le iniziative della Giun- ta (tal volta anche il bilancio) quando le ritiene giuste. Questo comportamento, raro nei partiti, ci sembra un avvicina- mento alla politica buona; un segnale in tal senso è la presenza del pubblico alle riunioni del Consiglio Comunale che è costituita quasi esclusivamente da sim- patizzanti della lista civica. Da qualche tempo in Italia si fa un gran parlare di politica ed antipolitica. In re- altà si dovrebbe parlare di “politica buo- na” e di “politica cattiva”. Un governo formato da persone oneste e capaci sta dimostrando cosa è la politica buona; intanto i partiti continuano a far vedere cos’è la politica cattiva allontanandosi sempre più dai cittadini e dai proble- mi reali del Paese. Il degrado dei partiti comincia a vedersi anche in periferia; a Pianoro possiamo toccare con mano che la crisi della politica sta portando i partiti locali verso la loro scomparsa. Nessuno è capace di fare critiche o pro- poste costruttive all’amministrazione comunale. Ci limitiamo qui a cercare di illustrare lo stato dei partiti che hanno almeno un minimo di organizzazione. Trascuriamo così gli ormai spariti Verdi, Rifondazione Comunista e la Lega Nord che, pur avendo un consigliere comu- nale, non ha mai avuto un ruolo come partito. IL PARTITO DEMOCRATICO. L’organizzazione è ancora quella del vecchio Partito Comunista basata sulle sezioni (ora chiamate circoli) che fanno riferimento al segretario che è il respon- sabile del partito a livello comunale. Gli iscritti sono ancora molti anche se cala- no i veri militanti. Il segretario in carica intervistato dal nostro giornale qualche tempo fa aveva dichiarato di voler cam- biare sostanzialmente il partito che rite- neva superato. Fino ad oggi non si ha notizia di grossi cambiamenti ed il par- tito non da segno di vita. L’unica attività che si vede è l’organizzazione delle feste de L’Unità. IL POPOLO DELLE LIBERTÀ. Nel 2009 la direzione del partito a Bolo- gna impose il candidato sindaco per il co- mune di Pianoro. La cosa fu causa di frat- ture nel partito pianorese che non sono ancora superate. Visto da fuori il partito sembra incapace di prendere una qualsi- asi iniziativa che possa essere di suppor- to ai suoi consiglieri comunali. L’ITALIA DEI VALORI. Il partito è in una fase di costruzione della sua organizzazione. Oggi è rap- presentato da un consigliere comunale e da un assessore comunale che vive a Casalecchio di Reno e che vediamo in Comune molto raramente. LA LISTA CIVICA “UN’IDEA IN COMUNE”. È nata in occasione delle ultime elezioni comunali ed ha un ruolo politico, ma è ben diversa da un partito. Nessun rife- rimento ideologico, nessuna gerarchia, I PARTITI POLITICI A PIANORO Cresce il distacco dai cittadini Marco Malpensi [email protected] CIAO LUCIO Lucio Dalla testimonial a Pian di Macina per la tradizionale partita benefica per Andrea Rosa organizzata nel 2006 da Luca Spinelli. L’Idea ricorda con affetto l’amico Giordano Baietti ed esprime sentite condoglianze alla famiglia a nome di tutta Pianoro

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Sped. abb. postale - Pubblicità inferiore al 40% - Registrazione del Tribunale di Bologna n. 6558 dell’11.4.96 N.2 - Anno XVII - MARZO-APRILE 2012

FILIALE DI RASTIGNANOVia A. Costa, 106 A/H - Tel. 051.6540973 - Fax 051.6264241

nessuna tessera, nessun finanziamento pubblico, nessuna alleanza con i partiti. La sua visibilità è costituita dalla presen-za di due consiglieri comunali che sono partecipi con proposte concrete alle di-scussioni in Consiglio. Ci sembra ap-prezzabile la sua disponibilità a votare favorevolmente le iniziative della Giun-ta (tal volta anche il bilancio) quando le ritiene giuste. Questo comportamento, raro nei partiti, ci sembra un avvicina-mento alla politica buona; un segnale in tal senso è la presenza del pubblico alle riunioni del Consiglio Comunale che è costituita quasi esclusivamente da sim-patizzanti della lista civica.

Da qualche tempo in Italia si fa un gran parlare di politica ed antipolitica. In re-altà si dovrebbe parlare di “politica buo-na” e di “politica cattiva”. Un governo formato da persone oneste e capaci sta dimostrando cosa è la politica buona; intanto i partiti continuano a far vedere cos’è la politica cattiva allontanandosi sempre più dai cittadini e dai proble-mi reali del Paese. Il degrado dei partiti comincia a vedersi anche in periferia; a Pianoro possiamo toccare con mano che la crisi della politica sta portando i partiti locali verso la loro scomparsa. Nessuno è capace di fare critiche o pro-poste costruttive all’amministrazione comunale. Ci limitiamo qui a cercare di illustrare lo stato dei partiti che hanno almeno un minimo di organizzazione. Trascuriamo così gli ormai spariti Verdi, Rifondazione Comunista e la Lega Nord che, pur avendo un consigliere comu-nale, non ha mai avuto un ruolo come partito.

IL PARTITO DEMOCRATICO.L’organizzazione è ancora quella del vecchio Partito Comunista basata sulle sezioni (ora chiamate circoli) che fanno riferimento al segretario che è il respon-sabile del partito a livello comunale. Gli iscritti sono ancora molti anche se cala-no i veri militanti. Il segretario in carica intervistato dal nostro giornale qualche tempo fa aveva dichiarato di voler cam-biare sostanzialmente il partito che rite-neva superato. Fino ad oggi non si ha notizia di grossi cambiamenti ed il par-tito non da segno di vita. L’unica attività che si vede è l’organizzazione delle feste de L’Unità.

IL POPOLO DELLE LIBERTÀ.Nel 2009 la direzione del partito a Bolo-gna impose il candidato sindaco per il co-mune di Pianoro. La cosa fu causa di frat-ture nel partito pianorese che non sono ancora superate. Visto da fuori il partito sembra incapace di prendere una qualsi-asi iniziativa che possa essere di suppor-to ai suoi consiglieri comunali.

L’ITALIA DEI VALORI.Il partito è in una fase di costruzione della sua organizzazione. Oggi è rap-presentato da un consigliere comunale e da un assessore comunale che vive a Casalecchio di Reno e che vediamo in Comune molto raramente.

LA LISTA CIVICA “UN’IDEA IN COMUNE”.È nata in occasione delle ultime elezioni comunali ed ha un ruolo politico, ma è ben diversa da un partito. Nessun rife-rimento ideologico, nessuna gerarchia,

I PARTITI POLITICI A PIANOROCresce il distacco dai cittadini

Marco [email protected]

CIAOLUCIOLucio Dalla testimonial a

Pian di Macina per la tradizionale partita benefica per

Andrea Rosa organizzata nel 2006 da

Luca Spinelli.

L’Idea ricorda con affetto l’amico Giordano Baietti

ed esprime sentite condoglianze alla famiglia a nome di tutta

Pianoro

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“lettere” 2 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012

te sullo studio delle molteplici manifestazioni della spiritualità indiana. Dopo essersi laureato a Bologna con Luigi Heilmann, ha poi compiuto studi di perfezio-namento a Roma sotto la super-visione di Giuseppe Tucci. Suo compagno di studi dell’epoca fu Raniero Gnoli, altro noto in-dologo italiano. Ha insegnato anche nelle università di Cal-cutta lingua e cultura italiana, a Firenze storia delle religioni ed a Bologna Sanscrito, Indologia, lingua e letteratura bengalese, lingue arie moderne dell’India. Giorgio è stato presidente del corso di laurea in storia, culture e civiltà orientali, socio effettivo dell’accademia delle scienze di Bologna, di cui è stato vicepre-sidente per la classe di scienze morali, socio nazionale dell’i-stituto italiano per l’Africa e l’Oriente, membro del consiglio scientifico del CESMEO, Inter-national Institute for Advanced Asian Studies.

Rosaria Romita

LE NUOVE VILLETTE IN ZONA GUALANDO

MI ha fatto piacere leggere la lettera di Giampaolo Grillini nel gennaio 2012 relativa alla cementificazione del “Gualan-do” che condivido pienamente e che spero possa trasformarsi in un movimento di civile protesta contro questa mostruosità. L’as-sessore Sassatelli risponde (ed è meritevole di questo) afferman-do che sono stati svolti incontri a cui non si è partecipato. Pur-troppo non mi è stato possibile farlo semplicemente perché non ne sono venuto a conoscenza (per sbadataggine mia o per dif-ficoltà a reperire informazioni circa gli incontri?), ma ad ogni modo l’assessore nella risposta non è particolarmente chiaro sotto alcuni aspetti: non si espri-me in merito agli innumerevoli

IN RICORDO DI GIORGIO RENATO FRANCI

Abitare al villaggio Martino si-gnifica essere “stretti” tra due villette – una a destra, una a si-nistra – e sentirsi respirare, sem-pre. Alla mia famiglia è capitato di vivere qui a Pianoro e di ac-quistare una di queste grandi case costruite come le altre verso gli anni ’70 con la magnifica vista sull’Appennino. A sinistra della nostra abitazione la famiglia di Giorgio Renato Franci. Sempre, d’estate e d’inverno, puntualis-simo alle 18.50, arrivava dalla direzione della fermata dell’au-tobus di via Resistenza: tornava dall’università, dinoccolato, len-to ma diritto sulle spalle, con la sua solita giacca svolazzante ed il berretto blu calato sulla fron-te; salutava sorridendo con le labbra e con gli occhi stanchi, socchiusi dietro le lenti spesse. Il sussurro del suo “buonase-ra” arrivava come un privile-gio. Purtroppo il 10 gennaio di quest’anno, all’improvviso, ha lasciato il nostro mondo. Chissà se lassù continua a studiare le discipline che tanto lo appas-sionavano o se addirittura può confrontarsi proprio con quelle figure tanto amate delle religio-ni orientali di cui era insigne esperto. I vicini non si scelgono. A noi è toccato in sorte di abitare accanto alla casa di Renato e del-la sua bella famiglia. Lo ricorde-remo per sempre, e sempre, alle 18.50, lo sentiremo rientrare a casa, sereno. Un grande abbrac-cio a Clara, alle figlie Chiara e Valentina, a Enrico e alle nipoti-ne Gioia e Sofia. Giorgio Rena-to Franci (Ferrara, 18 settembre 1933 – 10 gennaio 2012) è stato uno storico delle religioni, fi-losofo e linguista italiano. Ha insegnato filosofia dell’India e dell’Asia Orientale presso l’uni-versità di Bologna: i suoi interes-si si concentrano principalmen-

immobili nuovi e vecchi non abitati ed ai cantieri di residenza abitativa ancora in costruzione; quando dichiara che “l’area del Gualando manterrà una sua spi-na centrale” intende che rimarrà un parco circondato da cemento o che ne rimarrà una striscia di verde immaginabile come una spina? L’assessore è consapevo-le che un parco non è solo prato verde da calpestare, ma anche un luogo in cui la pace, il senso di libertà ed evasione e la vista hanno bisogno di rigenerarsi? L’assessore ha visivamente e fi-sicamente presente la collina che costeggia via dello Sport subito dopo il laghetto in direzione bocciofila, quella già deturpata dal nuovo insediamento simile a moderni bunkers e dove vo-gliono ulteriormente costruire? Ebbene se ne è a conoscenza sa anche che in primavera-estate quell’ultimo scorcio di natu-ra viene utilizzato dai ragazzi per provare le mountain bikes e gli aquiloni, mentre d’inver-no (come accaduto quest’anno) viene usato da tutti i bambini di Pianoro per scendere con i bob sulla neve regalandoci così in tutte le stagioni il dolce suono delle risate ed allargandoci il cuore alla vista dei loro sorrisi? L’assessore avrà sicuramente da argomentare a favore del ce-mento per quanto da me espo-sto, in val di Susa ne sanno qual-cosa. Chiederei all’assessore ed ai lettori di risalire a piedi la via Fantini in direzione via dello Sport e di alzare lo sguardo ver-so la collinetta inizialmente dol-ce e poi più ripida, che cambia colore in base alla posizione del sole e del vento che accarezza il prato. Ecco, dopo quella visione, con il pensiero mettiamoci so-pra una bella palazzina simile a quella gialla lì vicino. Che effet-to ne traiamo?

Andrea Orlandi

LA VERITÀ RISTABILITA

NELLA STORIA DEL

RISORGIMENTOPur prendendo spunto da inizia-tive svolte nel territorio i conte-nuti di questa lettera sono molto al di fuori delle argomentazioni normalmente trattate dal nostro giornale, tuttavia, per l’impor-tanza dei contenuti e siccome prende in esame un articolo da noi pubblicato nei numeri scorsi del giornale, abbiamo deciso di fare, per questa volta, un’ecce-zione (ndr). Quali organizzatori del Mag-gio filosofico, aderenti all’As-sociazione il viandante e la sua ombra, abbiamo letto l’articolo scritto da Michele Marra traen-done luci ed ombre. Luci perché fa piacere vedere un giornale di ottima fattura e tradizione, come L’Idea, dare risalto ad un’iniziativa che ormai va avan-ti dal lontano 1995, che è cono-sciuta in larga parte del territo-rio provinciale bolognese e che potrete ritrovare in rete all’indi-rizzo www.maggiofilosofico.it. Una formula, la nostra, che ha sempre cercato di rompere con gli schemi consolidati di lettura offerti in ambito economico, sto-rico e filosofico, cercando attra-verso la serietà ed il rigore meto-dologico, associato ad una sana vis polemica, di provocare inte-resse all’approfondimento delle dinamiche della modernità. E in questo, nell’articolo di Marra, ci riconosciamo e ne diamo meri-to. Ombre, nel leggere invece un giudizio totalmente negativo sul Risorgimento che appare più frutto delle idee dell’autore che non di ciò che è uscito realmente dagli interventi andati in onda nelle quattro serate del Maggio filosofico. Infatti in questo l’arti-colo, a nostro avviso, pecca nel confondere il piano delle con-vinzioni del pensiero di chi scri-ve con ciò che i relatori ci hanno raccontato. Noi riteniamo che la libertà di parola e provocazio-ne, di chi interviene durante i dibattiti, sia l’autentico sale del successo del Maggio filosofico, a patto che tale libertà di opinione sia sempre accompagnata dalla qualità delle tesi che si sosten-gono e dalla correttezza del loro svolgimento razionale in antite-

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n.2 anno XVII

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n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 3 L’IDEA

si agli slogan, spesso fuorvianti e del tutto privi di verità storica. Non vorremmo infatti che un lettore de L’Idea potesse pensa-re che il Maggio filosofico, alla fine del contributo dato al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, abbia sancito che Garibaldi fos-se un fantoccio nelle mani dei Savoia e che le stragi perpetrate dalle truppe piemontesi in divi-sa turchina si possano equipa-rare a quelle naziste. Quando si compiono dei salti logici così forti, il rischio è di piegare la storia alle proprie convinzioni, le quali risultano costruite più sull’appartenenza che su il ri-gore dell’analisi. Rischio che noi promotori non vogliamo corre-re. Soprattutto perché riteniamo che sì, sia possibile esprimere la propria opinione durante il confronto con i relatori, ma che l’oggettività dei fatti, ed una interpretazione autentica degli stessi, debba sempre essere il faro a cui attenersi. È una fase, la nostra, che vive in pieno quel fenomeno di liquefazione della storia che porta i politici più di-sparati, o gli opinionisti più im-probabili, a leggere i fatti storici secondo il proprio uso e torna-conto. E ci sembra che ingenua-mente Michele Marra faccia pro-prio questo, rapito da un’ottica meridionalista ed ispirato più dalla voglia di dipingere una fa-volistica età dell’oro borbonica, dove al sud avrebbero regnato giustizia lavoro e coesione so-ciale, che dall’interesse di ana-lizzare correttamente le vicende del nostro XIX secolo. In realtà il Regno delle due Sicilie si sciol-se come neve al sole di fronte al non irresistibile esercito di vo-lontari messo insieme dall’eroe dei due mondi. E se è vero che al suo interno prestavano ser-vizio uomini dell’esercito pie-montese, sotto mentite spoglie, è altrettanto vero che non ci fu pressoché alcuna resistenza mi-

litare borbonica, a parte la bat-taglia del Volturno e l’assedio di Gaeta. È storicamente rico-nosciuto che la maggioranza dei contadini, fossero siciliani o del continente, accolsero con gioia e malcelato senso di liberazio-ne l’arrivo delle camicie rosse. Per non parlare poi del tributo di stima, e le feste in suo onore, che furono concesse a Garibaldi al suo arrivo a Napoli. Infatti ac-canto all’idea di nazione italiana viaggiava quella di democrazia, di apertura alle libertà civili, di una distribuzione finalmente equa delle terre. Le idee mazzi-niane e il desiderio di liberarsi dal giogo straniero, fosse solo per poter decidere in autonomia il proprio destino economico e sociale, avevano completamente pervaso larghi strati della po-polazione. Artigiani e giovani borghesi, insieme sulle barricate delle città del centro-nord, erano accompagnati nella lotta da una mobilitazione dal basso sincera e generosa. Ciò accadde anche al sud durante la spedizione dei Mille, con una partecipazione ed una intensità senza precedenti. La vera sconfitta, come emerge in modo limpido nel film “Noi credevamo” da noi proiettato in biblioteca a conclusione del Maggio filosofico, fu di tutti coloro, fossero uomini del sud o del nord, studenti, borghesi illuminati, mazziniani o garibal-dini, contadini o braccianti, che videro deluse, se non aggravate, le proprie aspirazioni a una vita meno carica di stenti e sfrutta-mento. L’Italia unita infatti ven-ne attraversata da complesse riforme amministrative e sociali, che la caratterizzarono non solo in senso laico e borghese ma in un’ottica di Stato accentratore, in funzione antisocialista, sca-tenando di lì a poco una dele-teria politica estera di stampo coloniale. Per questo, conside-rare Garibaldi un fantoccio nelle

mani di chicchessia è un insul-to alla verità storica che non si può accettare. Garibaldi sacri-ficò la propria vita inseguendo l’unico ideale che conoscesse, quello di liberazione dei popoli da ogni genere di oppressione, combattendo in ogni angolo del mondo. Non a caso molte delle formazioni combattenti partigiane, durante il secondo conflitto mondiale, portavano il suo nome, appunto Brigate Garibaldi. Noi crediamo che il Maggio filosofico abbia reso omaggio a tutti quegli uomini, fossero vittime o vincitori, che hanno segnato la storia del Ri-sorgimento, cercando di rendere in modo critico le luci e le ombre di un passaggio fondamentale per la storia italiana ed europea. Lo ha fatto per comprendere più adeguatamente e per unire, non per dividere.

Fabrizio Simoncini

AI PADRONI DEI CANI CHE NON RACCOLGONO LE FECI

Il parco del Gualando con la neve è una meraviglia, peccato che ci siano troppe feci di cane abbandonate a se stesse. Perché non vengono raccolte? Quale convinzione fa si che alcuni pro-prietari di cani non ritengano necessario raccoglierle? So che queste poche righe non faranno sparire le feci dalle strade, ma spero di poter convincere alme-no un paio di persone.

Donatella RagazziProprietaria di cane che raccoglie

le feci

LA CASA PROTETTA SACRA FAMILIA

Un accenno, sia pur breve, all’o-perato delle fisioterapiste che lavorano alla casa protetta Sacra Famiglia. Dire che sono brave è limitativo. Sono anche giovani, carine e, sopratutto, sorridenti e disponibili. Il che non è cosa da poco, visti i tempi maleduca-ti che corrono ed il disinteresse generalizzato per i problemi al-trui. A loro giunga il mio “gra-zie” sincero per l’attenzione che hanno prestato al mio arto debi-litato e la sopportazione elargita al mio bisogno di essere confor-tata. Auguri per il loro cammino professionale e per la soluzione veloce e sicura dei loro problemi lavorativi e familiari.

Luigia Bimbi

IL ROGITO ALLA COOP MARTINO

Da parecchio tempo ormai cer-co di capire cosa stia accadendo nell’ambito della Cooperativa Martino. Dopo anni di gestione cooperativistica, là dove il com-pito specifico della cooperativa in questione era già scaduto da anni, pareva imminente l’atto della rogitazione. Quella che oggi appare come una chime-ra aveva avuto, lo scorso anno, il crisma del solito parolaio. Oggi, 2012, siamo ancora qui, tra “color che son sospesi” ad attendere notizie, in relazione alla giusta pretesa dei soci più avveduti, sullo svolgimento delle pratiche attinenti il rogito. Non ne sappiamo assolutamen-

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“lettere”

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“lettere” 4 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012

all’associazione Pianeta Zeta. Sabato 28 aprile alle ore 15, pres-so il canile intercomunale Save-na, verranno presentati i cani alla cittadinanza.

Elisabetta Del Quattro

VIA MORANDI

Voglio porre l’attenzione dei lettori su questa foto scattata in via Morandi, qui il contrasto tra le dolci vedute di Pianoro e lo stato di abbandono e degrado è più forte che altrove. Non so se avete mai trattato su L’Idea di questa strada, senza uscita in tutti i sensi.

Roberto Lomurno

te nulla. Nulla degli eventuali tempi di attesa, nulla delle spese cui andremo incontro con l’atto notarile, spese che, tra l’altro, stanno lievitando. Credo che sarebbe bene fare chiarezza in merito. Inoltre, non si capisce la ragione dei veti posti dagli attuali gestori sulla richiesta di qualche socio di rogitare subito, essendo nella condizione ideale per farlo. Sinceramente la fac-cenda non è affatto chiara e dà origine a dubbi di ogni genere. Alcuni, decisamente fuori luo-go, ma altri più che giustificati. Per favore, signori del Consiglio di cooperativa, fughiamoli que-sti dubbi!

Luigia Bimbi

DAL CANILE AL SALOTTO

Al canile Savena è stato avvia-to un progetto per un migliore inserimento del cane all’interno dell’ecumene familiare, mirato ad aumentare le competenze necessarie al cane per vivere educatamente in società. “Dal Canile al Salotto” è un progetto patrocinato dai Comuni di San Lazzaro di Savena, Loiano, Pia-noro e Monzuno ed è dedicato a dieci ospiti a quattro zampe del canile Savena con età variabile tra i due ed i dodici anni. Tutti cani socievoli ed affettuosi che però ora sono anche buoni cit-tadini, abituati all’automobile, al bar, educati al guinzaglio ed all’incontro con altri cani. L’o-biettivo è quello di facilitare la gestione quotidiana del cane per coloro che desiderano adottar-lo ed allo stesso tempo favorire il benessere dell’animale per-mettendo ai cani stessi di avere già familiarità ed educazione nell’ambiente urbano. Quattro pelosetti sono già stati adottati e sono parte integrate delle loro famiglie. I cani sono stati se-guiti da dieci educatori cinofili formati da SIUA, appartenenti

piendo così ad una missione che è diventata la sua principale ra-gione di vita. Questa è la traccia di un romanzo dalla costruzione complessa, quasi cinematogra-fica nell’uso del flash – back, in cui il tempo sembra perdere la sua apparente linearità per mo-strarsi nella sua ineffabile cicli-cità. Le figure di Giovanni, frate troppo profondamente religioso per poter trascorrere la propria vita in un monastero, e quelle di Beatrice e Cecilia, innocenti nel loro sbocciare fiducioso alla vita, sono figure nel cui martirio espleta la sua auto – condan-na un mondo intero, il mondo dell’intolleranza e della sopraf-fazione, il mondo, giunto fino a

noi, che la protagonista, Fioren-za, presunta reincarnazione del-la martirizzata Beatrice, insie-me a tanti altri risvegliati, deve finalmente riscattare. E non è certo un caso che questo riscat-to tocchi ad una donna. Nella lucida e spietata disamina che lo porta a scorgere una qualche sostanziale continuità tra il Me-dioevo di Beatrice e la contem-poraneità di Fiorenza, l’autore riserva particolare importanza alla condizione femminile. La secolare e pressoché universa-le subordinazione della donna all’uomo è da lui considerata il nucleo stesso di quel mondo di intolleranza e sopraffazione che Fiorenza deve contribuire a ri-scattare. La storia, insomma, si ripete, ma, questa volta, il finale è diverso: questa volta ad esse-re condannato non è il mondo semplice, schietto ed ancestrale delle streghe, ma quello astru-so, corrotto e menzognero de-gli inquisitori, ieri i trinariciuti torturatori della Santa Romana Chiesa, oggi i profeti della Borsa e i loro reverendi adepti. Il ro-manzo di Bartolomeo Bellanova lo potete trovare nelle librerie a 15 euro dal mese di aprile.

Emiliano BusselliCritico letterario Associazione

dentro l’Arte di Alessandria

LE TRASMISSIONI IN CONSIGLIO COMUNALE

Vorrei sollevare un problema che riguarda sicuramente tutti gli abitanti di questo Comune, anche se molti ne sono esclusi per fattori che la stessa Ammi-nistrazione dovrebbe chiarire nel rispetto delle persone che ne stanno soffrendo la mancan-za. Mi riferisco alle connessioni informatiche come servizio tra l’Amministrazione Comunale ed il cittadino. Sono un disa-

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Ettore

OGNI LACRIMA È DEGNAIl nuovo libro di Bartolomeo Bellanova

Nell’Italia della Repubblica del Cavalier B., la monotonia della routine quotidiana di una travet, Fiorenza Fini, viene ad essere in-terrotta e travolta da un misterio-so testo che un antiquario caduto in disgrazia per colpe non sue le sottopone a piccole dosi, adem-

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n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 5 L’IDEA

bile che purtroppo non può che muoversi con la SAR (Sedia A Rotelle) e sono sicuramente una mosca bianca in questo discorso; però, proprio perché mi sento una mosca bianca nei confronti degli altri, vorrei avere la possi-bilità di poter assistere alle riu-nioni del Consiglio Comunale utilizzando appunto questo tanto vantato sistema informatico delle registrazioni e messa in onda di-rettamente dalle telecamere poste proprio nell’aula consigliare. Po-termi aggiornare sui lavori del mio Comune mi sembra una fa-coltà e credo anche un sacrosanto diritto che ogni cittadino dovreb-be assolvere. Sono a richiedere alla suddetta Amministrazione e più precisamente al responsabile della corretta messa in onda delle riunioni, perché proprio nell’ul-tima la trasmissione (9 febbraio 2012), la visione è andata in onda molto tardivamente, tanto tardi-vamente il non funzionamento casuale mi ha destato cattivi pen-sieri. Perché gli Amministratori ed i tecnici non hanno ripristi-nato il collegamento immedia-tamente? Perché dico questo e non penso ad un momentaneo mal funzionamento? Perché da quello che si evince dalle discus-sioni sull’argomento in facebook è saltato fuori che all’atto della denuncia a chi di dovere che la trasmissione non stava funzio-nando non si è intervenuto (chi e come non mi interessa) con cele-rità per consentire a chi era col-legato l’ascolto e la visione della riunione. Io mi chiedo come, nel 2012, si debbano sottrarre infor-mazioni da parte degli organi amministratici ai cittadini; pro-prio a coloro che gli hanno con-sentito di occupare quelle sedie che altro non sono che la fiducia a loro riposta per la tutela di tut-ti i cittadini. Ma pare che questo non sia percepito, anzi forse (ma perché probabilmente sono un poco malizioso) non si dà molto

credito alle esigenze degli eletto-ri, qualunque essi siano. Tutto ciò che è stato discusso su Facebook(www.facebook.com/groups/u n i d e a i n c o m u n e / p e r m a -link/329492137096112/).È vero che non bisogna prendere tutto come oro colato, ma le per-sone erano presenti ed hanno po-tuto vedere ed ascoltare ciò che è avvento. Il ritardo tra l’inizio della riunione, l’avviso a chi di dovere che nulla stava arrivan-do alle case dei cittadini collegati alla telecamera ed il momento dell’invio delle immagini è stato pari a poco meno di 3 ore, dalle ore 20,30 alle 23,23. Un’assurdità, sempre per non pensare male. Ma come diceva qualcuno: <<A pensar male si fa peccato, ma ci si prende sempre>>.

Stefano Franci

LE VERDI COLLINE DI PIANORO

Con entusiasmo ci uniamo in coro alla voce di Giampaolo Gril-lini che, con lettera pubblicata sullo scorso numero del giornale, ha espresso preoccupazione per l’attuazione del Piano Strutturale nel quale è prevista la possibilità di urbanizzare anche parte della nostra collina. Sono molti i pia-noresi che, insieme a noi, deside-rano conservare la bella cornice verde del paese: pensiamo che la qualità della vita fuori dalla città di Bologna tragga notevo-li vantaggi dalla conservazione dell’ambiente naturale circostan-te. Ci sembra utile far sapere agli amministratori, portatori degli interessi di tutti i cittadini, che accogliamo con favore interventi di miglioramento riguardanti il paese a patto che non ne trasfor-mino l’aspetto solo in una fitta urbanizzazione ma assicurino almeno la salvaguardia del con-torno verde, elemento tra i più apprezzati di Pianoro.

Grazia Carmassi e Maria de Eccher

IL CORAGGIO DELLA NON VIOLENZA

L’Associazione UN POZZO DI IDEE – CITTADINI ATTIVI in-sieme al TAVOLO PER LA PACE di Pianoro invitano tutti i cittadi-ni a partecipare alla serata “Un secolo fa il futuro… il coraggio nella nonviolenza” che si terrà al Pianoro Factory in data 28 apri-le a partire dalle ore 20,30. Dalla forza contagiosa degli insegna-menti di Gandhi fino alla nostra democrazia imperfetta del 2012, passando per l’attualità dei temi politico sociali affrontati da Aldo Capitini nel secondo dopoguer-ra… un filo conduttore per leg-gere la nostra storia e interpreta-re il nostro presente. Durante la serata sarà proiettato un filmato originale relativo alla famosa marcia del sale di Gandhi ed altri contributi multimediali.

Associazione Un Pozzo di IdeeCittadini Attivi

Il Presidente Bartolomeo Bellanova

IL CONCORSO LETTERARIO “MI SONO PERSO NEL BOSCO?”

Si sono conclusi gli incontri con gli alunni delle scuole medie di: Pianoro, Loiano, Monghidoro, Monterenzio e Rastignano, che hanno coinvolto 12 classi terze, per un totale di oltre 200 ragaz-zi. L’accoglienza del progetto legato al rapporto tra ciascuno di loro e l’art. 3 della Costituzio-ne è stata molto intensa, grazie anche alla fattiva collaborazione degli insegnanti coinvolti. La giuria si è appena messa al la-

voro e dà appuntamento a tutti i partecipanti, alle famiglie ed agli amici a domenica 27 maggio alle ore 16 presso il museo Artie e Mestieri di Pianoro per la festa di premiazione.

Associazione Un Pozzo di IdeeCittadini Attivi

Il Presidente Bartolomeo Bellanova

UN APPELLO PER LA POLLEGIVESS

Sono il presidente di un’associa-zione sportiva culturale non a scopo di lucro. Prevalentemente ci occupiamo di calcio a undici ed il nostro intento sarebbe quel-lo di tesserare solo giocatori che abitano nel comune di Pianoro. La società è in essere dal 1991, in questi venti anni abbiamo rag-giunto ottimi risultati, vincen-do per due volte il campionato UISP, categoria Eccellenza. Scri-vo questa lettera perché, causa la scarsità di nuove iscrizioni, stia-mo avendo grandi difficoltà nel raggiungere il numero di gioca-tori necessario per partecipare alla prossima stagione sportiva. Quindi mi rivolgo ai lettori de L’Idea per cercare di tesserare nuovi giocatori e portare avanti insieme questa nostra attività. Chiedo dunque a chiunque ami lo sport, a chiunque sia disposto ad impegnarsi ed abbia voglia di vincere, sempre sotto il segno del divertimento, di contattarci per partecipare a questo proget-to.

Mauro Paolini339.85.76.784

[email protected]

Per scrivere al giornale potete mandare e-mail a: [email protected] ricorda che non verranno pubblicate lettere anonime o lettere scritte a mano e firmate con nomi non rintracciabili dalla redazione “lettere”

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6 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012“attualità”

Un ringraziamento ai giovani di MYRMICAA proposito di RIMESCOLONE e di QUIZ SHOW:

Un GRAZIE particolare va a MYRMICA, associazione di giovani ed operosi pianoresi organizzatori del RIMESCOLONE 2011, tenutosi il 17 settembre 2011 e del QUIZ SHOW tenutosi il 20 gennaio 2012 presso la sala Arcipelago, ma soprattutto grazie a tutti coloro che hanno partecipato numerosi alle due iniziative. Con il ricavato delle iniziative di 2.000 €, MYRMICA ha sostenuto i pro-getti e laboratori di attività espressive che si svolgono presso la CASA ARCOBALENO di Carteria. Noi operatori, provenienti da diverse esperienze professionali, da alcuni anni lavoriamo ai laboratori di attività espressive che ver-tono attorno “Casa Arcobaleno” di Carteria. Tali progetti nascono con l’obiettivo di favorire la crescita armonica del bambino e la prevenzione del disagio psico-sociale attraverso modalità di comunicazioni diverse, per stimolare la consapevolezza delle proprie emozioni, la percezione dell’altro da sé e la scoperta di modi inediti di espressione. Ai laboratori partecipano bambini ed adole-scenti del territorio pianorese ed è grazie alla collaborazione avviata tra l’Ente Locale, le Istituzioni socio-sanitarie, il volontariato sociale ed il sostegno di sponsor che è garantita la fattibilità del progetto nelle sue diverse declinazioni. I progetti sono realizzati già da alcuni anni dagli operatori del servizio di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, della AUSL di Bologna, distretto di San Lazzaro, in collaborazione con il Servizio Sociale minori, Comune di Pianoro, volontariato sociale (albo del volontariato del distretto e Corep).Il Corep, associazione di volontariato, ha reso possibile l’ampliamento dell’offerta dei laboratori espressivi amministrando le do-nazioni, la raccolta fondi ed i costi necessari per eventi, materiali e borse di studio per giovani professionisti che hanno integrato le risorse già presenti all’interno del progetto. Ancora un grazie ai giovani di Myrmica ed alla cittadinanza per la partecipazione numerosa, soprattutto giovanile, vi aspettiamo numerosi alla prossima iniziativa.

Angelina Baggio: psicologa-psicoterapeuta dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e adolescenza, conduttrice delle attività di arte terapia.Daniela Moretto: psicologa, psicoterapeuta, volontaria, conduttrice e supervisore per i gruppi di genitori.Marina Riviello: educatrice professionale dell’UOS NPIA, conduttrice nei gruppi di genitori.Mattia Minghetti: psicologo psicoterapeuta, collaboratore esterno.MonaLisa Tina: arteterapeuta, collaboratrice esterna.

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Sono tre gli ospiti che hanno raggiunto e superato il seco-lo a Villa Giulia, un record di longevità che si potrà au-mentare visto che ci sono al-tri ospiti vicino a tale soglia e che dimostra che la vita può

trascorrere bene anche in una struttura protetta. La prima a compiere gli anni è stata Fan-ny Danielli, la più anziana con i suoi 102 anni, è nata nel 1909, ma che dimostra grande lucidità e presenza di spirito.

Poi due new entry nel secolo di vita: Arnaldo Bellini ed El-vira Zanotti, sono ambedue nel gennaio 1912. Sono stati festeggiati dai parenti, con la presenza del sindaco Gabrie-

le Minghetti, nell’entusiasmo di tutta la famiglia Capelli, che da anni gestisce la strut-tura, e di tutto il personale.

Carola Pandolfo [email protected]

Carola Pandolfo Marchegiani, Gabriele Minghetti, la centenaria Elvira Zanotti e Mina Capelli

Arnaldo Bellini con i parenti, Gabriele Minghetti ed Ivonne Capelli

TRE ULTRACENTENARI ALLA CASA DI RIPOSO VILLA GIULIA

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L’azienda pianorese ha recentemente acquisito il comparto farmaceutico e cosmetico dell’azienda P.R.B. S.p.A., ossia le tecnologie per il packaging secondario (avvolgitrici, cartonatrici, astucciatrici e pallettizzatori). Un set-tore che è già parte integrante della produzione Marchesini e che permet-terà al gruppo pianorese di offrire sul mercato soluzioni tecnologiche sem-pre più integrate per la fornitura di linee complete per il packaging. “PRB – ha detto l’amministratore delegato Marchesini Group, Maurizio Marche-sini che fa parte del Consiglio Diretti-vo Ucima (Unione Costruttori Italiani

Macchine Automatiche) – ha svilup-pato un apprezzabile core tecnologi-co e questa acquisizione rappresenta per noi un’importante opportunità nell’ottica di offrire al cliente, in tut-to il mondo, linee complete ed inte-grate”. La Marchesini Group è stata fondata da Massimo Marchesini nel 1974 a Pianoro ed è leader nella forni-tura di linee complete e macchine per il confezionamento per le industrie farmaceutica e cosmetica. I numeri testimoniano il suo successo: 1.200 dipendenti, 14 divisioni produttive, 7 aziende acquisite ed una azienda partner, una rete di 20 agenzie e 11 uffici esteri, dal Regno Unito, agli Stati Uniti, Scandinavia, Svizzera, Germania, Francia, Benelux, Spagna, fino all’India ed alla Cina. Grazie al costante impegno nell’innovazione, la Marchesini è oggi protagonista in Italia e sui mercati internaziona-li: l’85% del suo fatturato è generato dalle esportazioni. Nonostante la for-te vocazione internazionale, punto di forza e caratteristica distintiva di Marchesini Group è l’aver basato la produzione interamente in Italia, a garanzia dell’alta qualità del prodot-to e della valorizzazione del rapporto con l’indotto locale. “L’acquisizione da parte di Marchesini Group del no-

stro comparto pharma e cosmetico – ha sottolineato Matteo Gentili Pre-sidente PRB, che come Marchesini fa parte del Consiglio Direttivo Ucima – ci permette di focalizzarci sui mer-cati alimentare, dolciario, detergenza e cartario, coerentemente con le stra-tegie in atto nelle aziende del nostro network. Marchesini Group è leader mondiale nel settore del packaging farmaceutico e cosmetico ed è in gra-do di garantire ai propri clienti sup-porto adeguato per la fornitura di linee complete di confezionamento”.

Gianluigi [email protected]

n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 7 L’IDEA “attualità”UN ALTRO SUCCESSO DELLA MARCHESINI GROUP

Matteo GentiliMaurizio Marchesini

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La guerra che ha attra-versato le nostre colline con il suo carico di orrore e di morte ha lasciato se-gni tangibili anche dopo tanti anni. A Livergnano il bel museo di Umberto Magnani mostra a tutti i visitatori i reperti trovati a Sadurano. Si tratta di materiale di ogni tipo che è giunto fino a noi non sempre in buone condi-zioni. Incontrare alla fie-ra di Bisano un gruppo di rievocatori in divisa americana tenuta perfet-tamente è stata un’espe-rienza inaspettata. Que-sto è il terzo anno in cui i ragazzi partecipano a questo evento dove organizzano campi con automezzi come Jeep Willys e camion Dodge, tende e materiale vario fra cui una bacheca con mappe che spiegano la dislocazione dei reggimenti alleati e tede-schi nel nostro territorio. Tut-to è inizato nel 2003 quando Stefano Zaniboni, Federico Cenni, Ligeia Rinaldi ed En-rico Pedrini hanno iniziato a sondare con badile e me-tal detector la val di Zena, soprattutto sotto al monte delle Formiche. I ragazzi hanno percorso in lungo ed in largo i bastioni rocciosi del Contrafforte Pliocenico che hanno visto i militari della Wermacht difendere le linee tedesche in rotta dall’eserci-to alleato che si accampava

sotto alle montagne. Da que-sta iniziale passione è nata la voglia di documentarsi me-glio, lo studio via internet, la partecipazione a diversi forum. Col tempo hanno ini-ziato a comprare materiale in vari mercatini e mostre militari e di antiquariato e si sono specializzati su divi-se americane. Attraverso un forum di veterani americani sono entrati in contatto con ex militari come James Da-vis, combattente del genio che si diede da fare per rior-ganizzare i lavori dei pom-pieri a Napoli, o come Ro-que J. Riojas, veterano della 34sima divisione di fanteria americana incontrato a Bo-logna dove fu organizzato un piccolo evento in divisa sotto alle due torri. È stato un evento toccante perché

Rokue ha raccontato in pri-ma persona eventi del suo passaggio sul nostro territo-rio, arrivando a Pianoro con un reparto non di prima linea ha un ricordo di passaggio attraverso paesi dove tutto era stato demolito, distrutto, razziato, spazzato via dalla follia dell’uomo. <<Rokue è una persona di 89 anni con una vitalità incredibile con tanta voglia di scherzare e molto tranquillo>> ricorda Stefano Zaniboni <<forse la guerra lo ha segnato im-primendogli in modo for-te quanto importante sia la vita>>. L’associazione Go-tica Toscana che si occupa di tutto ciò che è inerente al passaggio della guerra nelle nostre vallate li ha introdotti nell’evento “La colonna del-la Libertà”. Questo evento si

svolge solitamente il 25 aprile e consiste in una colonna di mezzi della seconda guerra mondiale che in tre giorni occupa più di cento mezzi con oltre 300 rievocatori che arrivano da tutto il mon-do. Quest’anno partirà da Bologna per arriva-re a Cervia e ritornare a Bologna. <<Entrare in città con tutta la gente ai bordi della strada esat-tamente come durante la Liberazione è stata un’esperienza particolar-mente emozionante>> sottolinea Enrico. Questo gruppo di amici, che non

si è mai costituito in associa-zione, cerca di partecipare alle manifestazioni che si svolgono sulle nostre colline come ad esempio quella del passo del Gioco in luglio che vedrà rievocato lo scontro fra le truppe d’elite dei para-cadutisti tedeschi e le truppe alleate. Ai ragazzi farebbe molto piacere partecipare alla commemorazione per l’aviere brasiliano caduto a Livergnano, rinnoviamo un appello all’assessore alla cul-tura attraverso le pagine del nostro giornale. Per chi vo-lesse contattare i rievocatori può rivolgersi al seguente numero 340.66.96.704 oppu-re visitare il forum www.mi-litariaedintorni.forumfree.it

Stefano [email protected]

8 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012“cultura”LA RIEVOCAZIONE STORICA SULLA SECONDA GUERRA MONDIALE

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n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 9 L’IDEA “attualità”TRANSIZIONE CON LA NEVENonostante le abbondanti nevicate ed il grande fred-do, il cinque febbraio scor-so quasi una cinquantina di pianoresi erano presenti al museo Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” ed han-no partecipato con vivo interesse alla conferenza di Cristiano Bottone dedi-cata al movimento della Transizione “Le Transition Towns: come far fronte alle crisi e progettare insieme il nostro futuro, sostenibile e resiliente”. Purtroppo molti non sono riusciti nell’inten-to. Uno di questi, un caro amico, mi incontra qualche giorno dopo e con evidente curiosità mi chiede: “L’ho capito anch’io da solo che siamo messi male, il petrolio è destinato presto a finire,

il clima sta cambiando per colpa nostra, l’inquinamen-to è ai massimi livelli all’in-saputa di tutti, le tensioni sociali crescono nell’indif-ferenza generale, dalla crisi economica non usciremo mai perché le cose andran-

no inevitabilmente sem-pre peggio. Che fare? Cosa propone concretamente la Transizione?”. Colgo l’oc-casione ed in pochissime parole cerco di rispondere, ispirandomi ai contenuti della conferenza. Iniziare un percorso di Transizione vuol dire approfittare di un periodo di crisi per cambia-re gradualmente il proprio modo di pensare e di agire al fine di determinare una svolta positiva nella socie-tà. Diventare meno dipen-denti dal petrolio significa trovare, quanto più pos-sibile, risposte alle nostre necessità nel luogo stesso dove viviamo: invocare il localismo al posto della glo-

balizzazione! Diminuire gli spostamenti di persone e merci. Usare meno energia e produrre in modo diffuso sul territorio quella di cui abbiamo bisogno, svilup-pare l’economia locale, pre-ferire cibo prodotto local-mente, organizzare gruppi di acquisto, non sprecare ma abituarsi a riutilizzare, riparare, riciclare. Divertir-si a fare un orto condiviso. Rivalutare le tradizioni del luogo, tornare alle attività pratiche e al saper fare da soli. Proporre corsi di auto-produzione di pane, pasta, conserve, detersivi e deter-genti naturali. Favorire le conoscenze e le relazioni di aiuto a livello locale, le occasioni di scambio e di baratto, creando i presup-posti per una comunità più coesa e solidale. Recu-perare il piacere di sentirsi in armonia con la natura, e la soddisfazione che deri-va dal sorprendersi un po’ più sobri ed autosufficienti. Anche l’amico si illumina e finalmente abbozza un sor-riso. Per informazioni [email protected] e www.pianoroin-transizione.wordpress.com

Marco Sacchetti

Nutrita presenza di pubblico alla serataal museo Arti e Mestieri

Via dell’Artigiano, 35 - 40065 Pianoro (Bo)Tel. 051 65 19 984 - Gilberta Cel. 335 16 71 094

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10 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012“attualità”PIANORO IN FEBBRAIO SOTTO LA TORMENTA DI NEVE

La statale della Futa, località Zula, fotografata da Daniela Gozzi e Fabio Magni.

Foto di Mirko SitaFoto di Mirko Sita

Foto di Mirko Sita

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n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 11 L’IDEA “attualità”

Foto di Mirko Sita

Foto di Mirko Sita

Foto di Mirko Sita

Foto di Mirko Sita

Foto di Mirko Sita

Foto di Mirko Sita

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Tutto ha sempre inizio da un picco-lo seme; anche le originalissime opere d’arte dello scultore Michele D’Aniello che risiede e lavora a Rastignano. Uno dei massimi vanti, per un artista, è che le sue opere siano già a prima vista identificate col suo stesso autore. Infat-ti lo scultore pianorese con i suoi temi simbolici: la natura (ciclo delle piante con seme), l’uomo (ciclo delle teste) e Dio (ciclo delle stele), monumentali o da salotto, è un artista davvero inconfondi-bile. Le sue opere in bronzo lucidato, sa-tinato o sabbiato, in altri metalli, o in più moderne resine bianche o colorate, sono infatti personalissime. Nato nel 1964 a Trentola Ducenta, un paesino in provin-cia di Caserta, sin da ragazzo Michele ha coltivato il sogno di diventare un artista che lo ha portato, con lode, al diploma di laurea in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Una formazione accade-mica importante con insegnante e mae-stro il noto scultore Augusto Perez che poi lo scelse, tra tutti i suoi allievi, per rappresentare il suo corso di scultura, e la stessa Accademia di Napoli, alla mo-stra nazionale delle Accademie d’Italia, alla Fiera del Levante di Bari. Terminati gli studi, D’Aniello si trasferisce a Firen-ze poi a Rastignano, dove tuttora vive ed opera. La sua ultima mostra, a titolo: “Scultura… oltre i limiti del tempo” si è svolta a Bologna, per la Pivarte, alla fine dello scorso gennaio in occasione di Artefiera e della “notte bianca per l’ar-te”. Ma in genere D’Aniello preferisce collocare le sue opere in contesti insoliti. Di lui hanno scritto quotidiani, riviste e libri d’arte, documentando il suo lavo-ro e l’originalità delle opere presentate in numerose ed importanti esposizioni. Nel 2003 l’artista pianorese è stato insi-gnito, a Firenze, della Medaglia Lauren-

ziana come scultore, insieme a noti per-sonaggi dell’arte e della cultura, come i fratelli Alinari per la fotografia, e dello spettacolo tra cui l’attore Massimo Ghi-ni per il cinema. Nel 2006 è stata la volta di un importante evento con la perso-nale al Museo d’arte delle generazioni italiane del ‘900 (Magi) di Pieve di Cen-to. Lo scultore Michele D’Aniello è una figura singolare nello scenario dell’arte contemporanea che esprime la sua crea-tività nell’astrazione di tre grandi temi: le piante con seme, le teste d’uomo e le stele. Nel primo si evidenzia il simboli-smo del germoglio che si fa spiga o albe-ro perché, per l’artista, «il seme fa riflet-tere sull’origine delle cose per tornare al principio». Nel secondo l’astrazione dei visi che si fanno enigmatiche porte ver-

so altre e differenti conoscenze o dimen-sioni, «volti stilizzati fuori dal tempo e dallo spazio che parlano un linguaggio universale». Nel terzo ieratici menhir, pietre tombali, altari, simboli di vittoria «con forme che superano la storia, at-traversano il tempo raccontando storie, memorie, avvenimenti ed immagini». Alberto Piva, concludendo la presenta-zione dell’ultimo interessante e corposo catalogo del nostro artista, riferisce che «D’Aniello parla un linguaggio silenzio-so che giunge nelle profondità dell’ani-mo umano per alimentare pensieri posi-tivi, suscitare speranza. Le sue sculture, lucenti e misteriose, sprigionano una grande forza, e mi piacciono».

Giancarlo Fabbri

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12 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012“cultura”

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19 Dicembre 1960 – Lunedì: “Riprendiamo il solito lavoro, riascoltiamo le solite persone, af-frontiamo i soliti problemi, come se nulla fosse accaduto. Non è cambiando il calendario che le cose cambiano. Cambiano, se gli uomini cambiano idea. Vi sono uomini che girano il mondo in lungo e in largo, sicuri di se stes-si, si sentono felici e magari pen-sano di essere amati da tutti per la loro giustizia, per il bene che essi credono di fare. Anzi si sen-tono indispensabili e credono che una folla immensa debba a loro l’esistenza, il benessere e perfino la salute. Chi sono costoro? Sono i grandi industriali, i Valletta, gli Innocenti, i Marzotto, gli Agnel-li, ect. E’ a loro che attribuiscono il miracolo economico in Italia ed è a loro che dobbiamo dire grazie se possiamo vestire decentemen-te, se possiamo andare in gita, fare le ferie al mare, mandare a scuola i figli, comprare il televi-sore, il frigorifero. Ma quel che è peggio è che molti operai poveri ci credono. Anzi molti uomini responsabili e colti, politici e re-ligiosi, difendono questa tesi a danno della grande massa. Non sono questi industriali che ci danno questo benessere ma l’ope-rosità dei nostri operai, dei nostri tecnici, che non solo hanno fat-to migliorare le condizioni delle masse, ma procurano ricchezza ai sopradetti industriali che ri-sultano sempre più ricchi e non ridanno agli operai e tecnici una parte dei loro sfarzosi guadagni. Perché c’è ancora tanta corru-zione, ingiustizia, sfruttamento, egoismo in Italia? Perché questa nostra società italiana è fondata non sul lavoro ma sul denaro, sul capitalismo, sul liberismo del mercato. E se il mercato crolla?Se le borse si fermano, cosa succede-rà a questa società. Non voglio pensare a queste tragedie. L’uma-nità può guarire, ma come? Io mi attengo ai valori cristiani e alla costituzione italiana. Art.1 – L’I-talia è una Repubblica democra-tica, fondata sul lavoro. E’ fon-data sul libero mercato, no! Sul liberismo,no! Sul capitalismo,no! E allora, sveglia!

(continua)

zioni nefaste per il bene pubblico e privato.17 Dicembre 1960 – Sabato: “Il consiglio comunale neoeletto si ri-unisce per la seconda volta. Si ini-zia con la votazione di n. 2 Ordini del giorno. Il primo è presentato dal consigliere sig. Bernabei che richiede la qualificazione a scuola statale della scuola sussidiata di Cà del Monte, una frazione sotto il Monte delle Formiche. L’Or-dine del giorno viene approvato all’unanimità. Il secondo Ordine del giorno è presentato dall’As-sessore Lipparini e riguarda una protesta da inoltrare al governo

per i fatti di Algeria. L’Assessore afferma che la visita del genera-le De Gaulle ha provocato gravi sommosse e si tratta di ingerenza francese nella politica di un pae-se indipendente. Questo Ordine del giorno è stato approvato dalla sola maggioranza con l’astensione della minoranza. Si tratta di uno strano comportamento della mi-noranza che ha affermato di con-dividere il parere dell’Assessore ma di ritenere l’ordine del giorno non di competenza del Consiglio Comunale. E’ una strana furberia essere d’accordo sul misfatto ma non sottoscriverlo.

PIANORO RACCONTA (38°)

dai diari del sindaco Silvio Mucinia cura di Romano Colombazzi

[email protected]

11 Dicembre 1960 – Lunedì: “La settimana si presenta in com-plesso molto laboriosa in campo politico. In campo internaziona-le molti sono i fatti importanti e non sempre lieti. Continua la fu-ribonda lotta nel Congo ex Belga con ripercussioni internazionali non indifferenti. I gravi fatti di Algeria in seguito all’ingerenza della Francia ed il viaggio di De Gaulle nel Laos provocano dis-senso sia in Europa che in Africa. La pace è turbata dall’egoismo dei conquistatori. In Italia, inoltre, divampa la polemica sulle giunte cosidette “difficili” che mantiene in effervescenza l’ambiente poli-tico ed i sindacati degli elettrodo-mestici sono sul piede di guerra e non si raggiunge un accordo. Il mondo soffre per le ingiustizie e la politica non è in grado di tro-vare soluzioni soddisfacenti.15 Dicembre 1960 – Giovedì: “Si stanno avvicinando le feste natalizie e si intensificano le co-sidette opere benefiche come il Soccorso Invernale, creazione nata nel periodo fascista con “le sporte natalizie” e la befana fa-scista. Queste due manifestazioni non sono ancora state cancellate e continuano la loro opera ma-lefica anziché benefica. Alcuni si chiederanno il perché del mio risentimento! 1°- Perché i lavo-ratori, grazie alle lotte che hanno condotto, non sono più nello sta-to d’indigenza nel quale si ritro-vavano quindici o venti anni fa e quindi non chiedono l’elemosina. 2° - Vi sono ancora una parte di cittadini che, pur non essendo più indigenti ma solamente gran-di egoisti, pretendo il pacco dono come un premio, creando conte-se, litigi e rancori tra i cittadini e l’Amministrazione comunale. Finiamola con queste manifesta-

n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 13 L’IDEA “cultura”

Monte delle Formiche Foto di Luigi Fantini

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Sprazzi, Spruzzi, SprizziAttualità a cura di Romano Colombazzi

Pasta neraMercoledì 25 gennaio scor-so, nella Sala del Circolo Arci-Brecht di Bologna, alle ore 21,15 si è svolta la proiezione del bellissimo film documentario “Pasta nera” di Alessandro Piva.Alla proiezione erano presen-ti molti Pianoresi. Tra il 1945 e il 1952, più di 70.000 bambini del Sud più svantaggiato furono ospi-tati temporaneamente da famiglie del Centro-Nord. Quei bambini presero in quegli anni il primo treno della loro vita, per lasciarsi alle spalle la povertà e le macerie del dopoguerra e vivere un’espe-rienza che non avrebbero mai più dimenticato. Pasta nera riporta alla luce uno dei migliori esempi di solidarietà e spirito unitario nella storia del nostro Paese. 1947-1952. La guerra è finita e l’Italia è devastata, ma l’entusiasmo per la nascente democrazia attraversa il paese. Nel clima di collaborazione tra le forze antifasciste per la rico-struzione, migliaia di famiglie di lavoratori del centro-nord apro-no le loro case ai bambini prove-nienti dalle zone più colpite e di più antica miseria del Meridione. È la storia avvincente, per molti aspetti drammatica eppure tanto edificante. Una storia di solidarie-tà e di alta umanità sviluppatasi all’indomani dell’ultimo conflitto mondiale che lasciò una Italia de-vastata e lacerata nelle coscienze. L’iniziativa in poco tempo diven-ta un movimento nazionale, pro-ponendo una concezione della solidarietà e dell’assistenza che trova le sue radici nei valori della

Resistenza, indicando soluzioni concrete ai problemi più urgen-ti, supplendo talvolta all’assenza delle istituzioni. Sono le donne le protagoniste indiscusse dell’e-norme macchina organizzativa: attraverso l’Unione Donne Italia-ne e i comitati organizzati in ogni città, riescono tra mille difficoltà a

portare quei bambini, laceri e de-nutriti, in un contesto di dignità e di riscatto. Alcuni di quei bam-bini rimasero presso le famiglie che li avevano ospitati e tuttora vivono al Nord. I protagonisti di questa storia, ormai nonni, ricor-dano con i loro occhi di bambini questa esperienza inedita creando

un cortocircuito emozionale tra infanzia e anzianità. Attraverso i loro racconti, i rari documenti fil-mati dell’archivio Luce e gli archi-vi fotografici privati, Pasta nera dà corpo alla memoria storica di uno dei migliori esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro paese.In particolare, furono 12000 i bam-bini, poveri e affamati, che furono ospitati in Emilia Romagna, di cui 5000 solo a Bologna. Una gara di solidarietà coordinata dall’Unione donne in Italia (Udi) e con la col-laborazione del Partito comunista italiano emiliano (Pci). Queste famiglie ebbero il coraggio, forse solo il buon senso, di occuparsi di loro accogliendoli nelle rispettive famiglie per sottrarli alla fame, alla miseria e chissà a quali altre crudeltà. Pasta nera riesce a crea-re momenti di intensa emozione grazie all’utilizzo dei racconti dei protagonisti e dei rari documenti filmati dell’archivio Luce e di al-cuni archivi Udi (non solo quello nazionale, ma anche quelli di Bo-logna, Ravenna, ecc.). È una pagi-na di storia e di solidarietà di stra-ordinario valore umano e politico, che va fatta conoscere e trasmessa alle giovani generazioni come patrimonio da non disperdere. È uno dei tanti esempi della gene-rosità verso i meno fortunati che da sempre hanno caratterizzato le classi popolari italiane. Uno slan-cio di civiltà che rafforzò il rap-porto fra Nord e Sud d’Italia, ver-so quell’unità nazionale da alcuni oggi messa in discussione. Una pagina di storia edificante, scritta nel silenzio dell’operosità, tanto da rimanere sconosciuta ai più.

n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 15 L’IDEA “cultura”

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UNA NOTA SCULTRICE A RASTIGNANO

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In una delle vie più centra-li di Rastignano, abita una rinomata artista che ha da sempre riscosso un grande successo nella dimensione della scultura nazionale ed internazionale: Elena Cifiello. Elena è di origini napoletane, ma bolognese di adozione. Nella sua vita ha sperimen-tato molte cose e viaggiato molto, sia per arricchimento personale, sia per esigenze lavorative. Dopo essersi lau-reata in chimica industriale a Bologna viene assunta ad alto livello da una multina-zionale americana. In seguito decide di cambiare completa-mente stile di vita per dedi-carsi esclusivamente all’arte. A Roma, diventa allieva di Luigi Sabbadini, una figura molto nota in America. Spin-ta dall’inquietudine stimo-lante del nuovo visita diversi continenti, come Medio ed estremo Oriente, India, Asia, Europa e parte dell’Africa dove entra in contatto con una tribù aborigena. In segui-to ha deciso di fermarsi per continuare il suo lavoro ar-tistico con la creta bianca, la materia di base con la quale rende con-crete le sue visioni che spesso trasferi-sce in bronzo. Le opere di Elena Cifiello, che io stesso ho avuto l’onore di vedere,

esposte in ogni ripiano del suo apparta-mento, colpiscono per il loro chiarissimo riferimento allegorico e simbolico. Una delle sue opere più affascinanti, “I 7 vizi

capitali”, è composta da sette teste, ognuna rappresentante un vizio, espresso mediante una deformazione o un’e-spressione particolare del volto. A Rastignano, Elena ha fatto una Personale a La Loggia della Fornace, dove ha messo in mostra più di quaranta opere facendo par-lare di sé i critici d’arte. Al co-mune di Pianoro si trova una sua opera, l’“Europa unita”. A Bologna le sue opere sono al museo ebraico ed al museo dei cappuccini. C’è una pecu-liarità che si ripresenta spes-so in diverse opere, quella di essere incavate. “L’uomo senza qualità” è un’opera che si presenta come una figu-ra umana con un varco che gli si apre dal petto fino alle gambe. Ho chiesto cosa rap-presentassero quelle cavità. “I buchi sono la sofferenza, una mancanza. Sono cose che ti sono state tolte dalla vita, cose che avresti voluto fare ma che non hai fatto. È come avere un vaso cinese che ti si rompe e che fai riparare:

tu sai che è incrinato, ma da fuori non sembra”.

Sebastiano [email protected]

16 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012“cultura”

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n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 17 L’IDEA “sport”

Casa di riposo - Centro diurno Via Sabbioni, 51 - Loiano (Bo) - Tel. 051 654 45 60

Da qualche tempo, un gruppo sempre più folto di camminatori percorre in lungo e in largo la val di Savena, è il gruppo Nordic Walking della Pro Loco di Pianoro capitanato da Fiorella Spag-giari, che sta crescendo a vista d’oc-chio. Nato nella primavera del 2009 è aperto a tutti e grazie a diversi walkers pianoresi e non, porta un contributo ormai significativo con il proprio tes-seramento alla locale Pro Loco. Sempre più appassionati infatti si avvicinano incuriositi da queste persone che in al-legria si ritrovano quasi tutte le dome-niche mattina alle 10 presso il parco del Ginepreto per la consueta camminata domenicale con i bastoncini, gratuita ed aperta a tutti (meglio con bastonci-ni, ma anche senza). Durante le passeg-giate, almeno un paio di volte al giorno i walkers si sentono salutare con il clas-sico “senza sci ?”, è la battuta che va per la maggiore e con il sorriso le risposte si sprecano in inventiva. Per chi fosse interessato, in questo periodo si svol-gono presso il parco Ginepreto i corsi tenuti da Fiorella Spaggiari, Istruttrice qualificata della Scuola Italiana Nor-dic Walking. Le date dei corsi sono: 31 marzo/01 aprile - 14/15 aprile - 12/13 maggio - 26/27 maggio. Il gruppo Nor-dic Walking Pianoro ha una sua pagina facebook sulla quale si trovano tante informazioni. I prossimi appuntamenti sono: domenica 25 marzo per una cam-minata nelle valli di Comacchio; dome-nica 22 aprile per la camminata di Pra-to; dal 25 al 29 aprile, assieme ad altri gruppi di nordic walking, escursione in Sicilia presso la riserva naturale dello zingaro a Mondello San Vito lo Capo;

sabato 2 e domenica 3 giugno escursio-ne sull’Appennino Tosco-Romagnolo per percorrere i magnifici sentieri del casentinese. Info e contatti su facebook:

www.facebook.com/groups/gruppo-nordikwalkingpianoro/

Giorgio [email protected]

Il gruppo di nordic walking sotto al maestoso mandorlo di via Resistenza

PRIMAVERA, TEMPO DI CAMMINATE ALL’ARIA APERTA

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ELENA1- Una vecchia canzone di anni fa recitava: <<Ho scritto t’a-mo sulla sabbia…>> roba da ridere, chissà in quanti lo han-no fatto, ma scrivere a lettere cubitali sulla neve come in questo caso ELENA TI AMO, è da pochi anzi pochissi-mi. Complimenti, Elena e Menelao o Elena e Paride? Mah.

IL MANDORLO2- Questo maestoso mandorlo, quando sprigiona tutto il suo potenziale floreale, lascia a bocca aperta, anche per-ché non siamo in Sicilia ma qui a Pianoro e poi vicino ad un centro sociale, insomma un patrimonio di belle speranze.

I BIDONI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA4- Per restare in clima sognatore (illusorio?) una lin-da stazione ecologica per la differenziata. No non è da noi, ma chissà che un giorno, più bravi noi cittadi-ni e più pronti i nostri amministratori, non ci si riesca.

l’ululone(romantico e sognatore)

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I BUCANEVE3- Sono passate le lunghe giornate fredde e nevose dove sembrava che il gelo non ci abbandonasse più e pareva che Mordor avesse il sopravvento. Invece, dopo poche giornate più clementi, nel bosco fiori dolci e delicati hanno rotto l’indugio e sono saliti verso l’alto, ma con delicatezza e gentilezza, esempio evidente i Bucaneve.

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Come non avessero mai giocato a bocce, un gruppetto di quattro gio-catori paesani, frequentatori assidui del campo Camillo, vollero stabilire un quasi record di durata. Iniziarono una domenica mattina verso le dieci e per tutto il giorno bocce e bocciate di continuo. Solo verso l’una si sedet-tero a mangiare pane e salame. Quei quattro giocatori erano: Barman, Guido Capelli, Duardòn e Sereneri. Verso sera ci fu un imprevisto, il dot-tor Gaetano Bassi, padre del dottor Dante, volle anch’egli prender parte a quel gioco. Sostituì Duardòn, poi

Barman che quasi brillo e stanco sba-gliava spesso il bersaglio ed ogni vol-ta mandava un accidente a Bassi. Per giustificarsi diceva subito al dottore: <<A degh a quel dal Meral (perché al Merlo della Pieve del Pino abitava un altro Bassi)>> e così più volte male-diva il dottore che, guarda caso, nel tirare una bocciata inciampò e ruzzo-lò a terra. Vedendo ciò Barman dis-se: <<Mò dutour l’ha daesar la bocia a ruzler, megga lò>>. E Bassi: <<Ien stè tòtt chi azzident che t’me mande tè>>. <<Macchè!>> rispose Barman <<L’ha vlò fèr al meral anca lò!>>.

Il dottore lo guardò, scosse la testa e ridendo disse: <<Con tè Barman lè mei turla persa<<. Visto che dalla porta del cortile ne usciva il mare-sciallo di Pianoro, piantò il gioco ed andò incontro al nuovo venuto. Qua-si abbracciati entrarono nell’osteria e ci restarono fino a notte. Si disse che il maresciallo verso l’una si era man-giato una frittata di ben dieci uova. Solo dieci perché la moglie dell’oste non ne aveva di più. Il dottor Bassi quella notte non andò a casa aveva anche lui alzato troppo il gomito.

I racconti di AngiolinoLA GIOCATA DI BOCCE

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n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 19 L’IDEA “cultura”

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LA TORTA PER IL

CARNEVALEUna mega torta offerta da Proloco Pianoro ai presenti ha caratterizza-to quest’anno il carnevale di Piano-ro giunto alla 25° edizione. Moltis-simo il pubblico, con i bambini in netta maggioranza, che ha seguito la sfilata dei carri allegorici nella vie del capoluogo e la festa finale svoltasi in piazza dei Martiri dove è avvenuta la premiazione delle as-sociazioni di volontariato che han-no reso possibile la manifestazione.

Paolo Brighenti

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20 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012“attualità”

Le donazioni in territorio pia-norese 2010/11 sono state 845 di sangue intero, 172 di plasma e 24 prime donazioni. Rispetto alla precedente annata siamo in calo nel sangue intero, in pareg-gio per il solo plasma ed in calo per le nuove prime donazioni per un saldo negativo generale per il 2011 di 10 unità di san-gue. Per cercare di avere nuo-vi donatori siamo presenti ai momenti salienti della vita del comune con il nostro gazebo ed i nostri volontari (sempre quei 3) e presso le scuole medie del

territorio con incontri informa-tivi sulla donazione del sangue. Domenica 10 giugno partirà dalla piazza dei Martiri la de-cima staffetta Pianoro – Mon-ghidoro, manifestazione ludico motoria non competitiva per celebrare la giornata mondiale del donatore di sangue organiz-zata da Avis Comunale Piano-ro. Dopo 4 mandati dalla dura-ta complessiva di 13 anni come presidente, nel 2013 lascerò la carica a causa del cambio di re-sidenza; ora abito a Minerbio,

ed anche il consiglio avrebbe bisogno di essere rimpinguato con nuove entrate perché ridot-to di numero. Il 31/12/2011 sono stati pre-miati i più assidui donatori.Medaglia di Rame, 8 donazioni: Amaduzzi Fabio – Amighetti Simona – Armone Fabio – Bian-cani Francesca – Bosco Gianlu-ca – Brambilla Patrizia – Bronzi Rusconi Nicola – De Luca Iva-na – Di Bello Furio – Graziano Fabio – Lucchi Federico – Mac-chiavelli Tania – Malaguti Ma-riarosa – Mazzanti Jury – Mon-tebugnoli Alessandro – Nassetti Francesca – Pirini Ambra – Ra-vaglia Christian – Rocca Marco – Romagnoli Roberto – Tede-schi Marco – Tiberii Marinel-la – Tovoli Andrea – Zanetti Monica. Medaglia d’Argento, 16 donazioni: Baggio Angelina – Ballarini Marina – Battaglioli Valeria – Campioni Federico – Canova Simone – Cariani Ga-briele – Fenara Walter - Giglioni Alessandra – Leo Maurizio – Mandrioli Silvano – Marem-mi Luca – Nannetti Nicoletta – Nicoletti Alfredo – Paganelli Lara – Piretti Cristian – Rocca

Il gazebo Avis ad una manifestazione al parco Ginepreto

L’AVIS DI PIANOROVanes – Tessitore Giuseppe. Medaglia d’Argento Dorato, 24 donazioni: Bonecher Silvano – Bonetti Luca – Boschi Alfonso – Brunelli Roberta – Catalano Lucia – Cava Roberta – Cimat-ti Claudio – Cottu Pinuccio – Fava Edoardo Mario – Gatti Orlando – Martelli Elisa – Naldi Greta – Onichevici Ala – Pelle-grino Giuseppe – Rossi Simo-ne – Saveri Barbara – Scheg-gi Lorenzo – Vegetti Giorgio. Medaglia d’Oro, 50 donazioni: Bordoni Andrea – Bullini Hen-ry – Cantoni Mirco – Dall’Olio Fabio – DallOlio Silvio – Frighi Massimiliano – Gelli Paolo – Giovagnoni Andrea – Grassilli Alessandro – Luccarini Mau-rizio – Pampolini Cinzia. Me-daglia d’Oro con Rubino, 75 donazioni: Boschieri Giuseppe – Franceschi Roberto – Lizza-ni Daniele – Monti Claudio. Medaglia d’Oro con Smeraldo, 100 donazioni: Fabbri Paola – Santandrea Moreno – Scorzoni Marco. MedagliA d’Oro con Diamante, oltre 130 donazioni: Minarini Giancarlo.

Fiorenzo Cinti

Cosa sono i Gruppi di Acquisto Soli-dale (G.A.S.)?Un gruppo d’acquisto è formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’in-grosso prodotti alimentari o di uso comune, da redistribuire tra loro.Criteri solidali per la scelta dei pro-dotti:I gruppi cercano prodotti provenienti da piccoli produttori locali per ave-re la possibilità di conoscerli diretta-mente e per ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivanti dal trasporto (filiera corta) valorizzando allo stesso tempo la produzione e lo

scambio prevalentemente locali di beni e servizi di qualità dal giusto prez-zo (trasparente, adeguato per il pro-duttore, accessibile al consumatore).Come nasce un G.A.S.?Nasce dall’idea di acquisti collettivi nel proprio giro di amici. Successiva-mente si trovano altre persone inte-ressate e si forma il gruppo. Insieme ci si occupa di ricercare nella zona piccoli produttori rispettosi dell’uo-mo e dell’ambiente, di raccogliere gli ordini tra chi aderisce, di acquistare i prodotti e distribuirli. Il coordina-mento permette di facilitare al massi-mo il percorso per l’utilizzatore finale.

Perché si chiama solidale?Un gruppo d’acquisto diventa soli-dale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti nel rispetto dell’ambiente.Attualmente in Italia sono censiti oltre 600 G.A.S. di cui uno anche a Loia-no ed il referente è Danilo Zappaterra cell. 340.28.59.584. Chi è interessato a contattare il gruppo a Pianoro può telefonare al numero 331.38.60.337.

Daniela Mignogna

È NATO A PIANORO IL GRUPPO DI ACQUISTO SOLIDALE

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“In…festiamo Rastignano, un’invasio-ne di mani operose e solidali”. Questo il titolo della festa organizzata dall’as-sociazione “Amici di Tamara e Davi-de”, che coinvolgerà Rastignano da giovedì 19 a domenica 22 aprile. “La nostra piccola frazione e la sua gente, ci sta davvero molto a cuore – racconta Federica Maranesi, presidente dell’as-sociazione - quello che i nostri mera-vigliosi volontari desiderano è indivi-duare le risorse territoriali, coglierne le potenzialità, scoprire ricchezza e genialità di chi vive ed opera accanto a noi. Rastignano ha i propri talenti, talvolta nascosti. Con questa festa vo-gliamo celebrare il dono della nostra comune cittadinanza, riempendo di entusiasmo i luoghi del nostro vivere quotidiano”. La festa inizierà giovedì 19 aprile alle 20,45 con l’incontro con il professore Stefano Zamagni che ter-rà una conferenza alla biblioteca co-munale Don Milani sul tema “Agire volontario e felicità pubblica: il caso di una piccola comunità”. Venerdì 20 aprile alle ore 16 vi sarà il torneo di scacchi in piazza Piccinini ed alle 21 la compagnia teatrale de “Il Piccolissimo di Rastignano” presenterà alla parroc-chia di San Andrea di Sesto il “Live Winter Tour”, spettacolo di farse bo-lognesi, canzoni, monologhi e balletti, con la partecipazione del tenore Marco Colombari. La manifestazione conti-nuerà sabato con la festa dello sport e della musica, alle 14,30 vi sarà il tor-neo di basket tre contro tre nella pista di cemento di via Valverde, in collabo-

razione con l’Atletico Rastignano. Alle 18 si terrà lo spettacolo “Splendore in erba” piccolo concerto tenuto dagli al-lievi della scuola di musica “A. Impul-liti”, con la direzione artistica di Silvia Salvi, presso l’auditorium della scuola media in via del Casello. “Vieni a far festa con noi sentendoti non solo fru-itore ma protagonista del territorio in cui vivi – conclude il presidente Mara-nesi – i nostri obiettivi sono di valoriz-zare la presenza di ciascun individuo a Rastignano, mettendo al centro sia la persona che ha del tempo da donare, sia quella che accoglie il servizio e che vive un momento di difficoltà fisica o psicologica. Bisogna imparare ad ap-prezzare il valore delle cose: è proprio dall’esperienza delle persone anziane che possiamo imparare l’importanza delle cose e la fatica per acquisirle”. La festa si concluderà domenica 22 apri-le alle ore 9 con la “1° Camminata dei 3 parchi” realizzata in collaborazione

con l’Ads Atletico Rastignano, con partenza dal parco del Paleotto lun-go un tragitto di 3 o 12 chilometri nei parchi sopra la frazione. Alle 11,30 vi sarà la messa per Davide e Tamara, i due giovani in ricordo dei quali è sta-ta fondata l’associazione ed alle 16,30 la proiezione del film di animazione per tutta la famiglia, “Monster & Co.”, presso la biblioteca di piazza Piccinini. Per tutta la festa sarà operativa la ban-carella espositiva del progetto “Mani in Pasta”, anche per informare i visi-tatori dei luoghi e degli eventi della manifestazione. Per informazioni si può contattare l’infoline 339.32.37.499 oppure 329.77.09.673. L’iniziativa vie-ne realizzata grazie al patrocinio ed al contributo del Comune di Piano-ro, della BCC di Monterenzio, di Co-nad City di Rastignano e de L’Idea.

Gianluigi [email protected]

n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 21 L’IDEA “attualità”IN…. FESTIAMO RASTIGNANO

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“FRA PASSATO EPASSATO PROSSIMO”

(21°brano)

I CASTELLI DELLA VALLE DEL SAVENA E DELLO ZENAQuesta rubrica ha riscosso l’interesse di alcuni nostri lettori. Ci sono pervenute ri-chieste di chiarimenti sia at-traverso la Redazione dell’I-dea sia attraverso un contatto diretto con il sottoscritto. A Pietro di Rastignano che chie-de l’esatta ubicazione del Ca-stello posso solo rispondere che l’indicazione di una pos-sibile ubicazione la si puo’ solo supporre attraverso de-duzioni storiche, topografi-che, sociali che rimangono comunque soggettive dello storico. Una premessa. Ha scritto uno storico molto più importante del sottoscritto sulle nostre colline: ”Nel corso dei quattro secoli che precedette-ro il Mille, i notabili dei longo-bardi e dei Franchi, ed anche dei bizzantini, si insediarono ovun-que, costituendo numerosi cen-tri di potere, sempre in lotta per allargare i loro piccoli o grandi domini. Da questo disordinato cumulo di violenza nacque la “nobiltà” feudale, i cui esponen-ti, dopo il Mille, cominciarono a costruire i castelli, le torri indi-spensabili per la sopravvivenza e per la difesa del potere e della ricchezza”. Ad iniziare dal se-colo XII Bologna adottò una politica di espansione nel suo contado e si assistette ad una sorta di “reconquista” delle valli collinari e di montagna. Questa “nobiltà” feudale oc-cupava, sia in collina che in montagna, quelle posizioni geografiche strategiche se-condo una precisa strategia che qualcuno ha definito Passpolitik, una politica dei passi. Le zone di crinale ven-nero occupate sia per la loro funzione strategica sia per-ché le strade di valico erano molto frequentate e potevano fornire, per mezzo dell’esa-zione di diritti di passagium e pedagium, una cospicua fonte di guadagno. Nel caso di Ra-stignano occorre evidenziare che prima del Mille la strada principale per Firenze era la Flaminia Militare che partiva da Paderno e, mantenendosi in collina, arrivava a Firenze.

La seconda strada, che poi diverrà la Via Toscana, transi-tava sul ponte romano detto Della Pedagna a Rastignano, seguiva la sinistra Savena e rientrava sulla futura Via Toscana a Pianoro. Quindi il ponte romano doveva essere presidiato per il passaggio di persone e truppe. Inoltre, uno studio molto accurato di Alberto Monti sulle “Segna-lazioni ottico-sonore nell’am-bito della rete di fortificazioni comunali bolognesi in base agli statuti cittadini del 1454”, evi-denzia che tutti i castelli e torri esistenti nel circondario di Bologna erano ubicati in zone tali da essere visibili l’u-no con l’altro. Per Rastignano è ipotizzabile che, sia per la morfologia alti-metrica del terreno sia per un sistema di rete di avvistamen-to, l’ubicazione del castello fosse a ridosso del ponte ro-mano del Paleotto verso la collina. Tale posizione, nello stralcio topografico allegato, è individuata con un bollino rosso. In tale posizione il Ca-stello era visibile sia da Iola che da Sesto in un sistema se-gnaletico di triangolazioni di vallata ed aveva una visione completa del ponte romano. Nella planimetria del catasto Boncompagni, che si allega, è ancora visibile una strada che conduceva dal Palazzaccio alla Capellina di S.Andrea. Questa strada, oggi non più presente, aveva ragione di esistere in quanto collegava il Castello con il Palazzaccio e con il Ponte romano detto, oggi, del Paleotto. È quindi assai attendibile che il Castel-lo fosse ubicato nella zona a ridosso della Capellina S.Andrea a presidio del pon-te. (Prosegue nel prossimo numero).

Stralcio di Planimetria del 1600 - Strada romana

di Romano [email protected]

22 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012“cultura”

Stralcio I.G.M. 1934

Planimetria BuoncompagniMulino del Pero colorata

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Via Riosto, 3 - 40065 Pianoro (BO)Tel. (051) 775938

Questo nuovo anno ha portato nella nostra oasi felina un po’ di novità. L’associazione di volon-tariato A.R.C.A. che da sempre ha gestito la struttura è andata in “pensione”, come dice la pre-sidente Franca Fontana che, dopo tanti anni dedicati agli ospiti dell’oasi e dei box d’appoggio, ha deciso di chiudere l’attività dell’associazione. Chi conosce questa realtà è consapevole di tut-to quello che lei ha fatto in questi anni e del grande lavoro portato avanti sul territorio. L’altra asso-ciazione che affiancava A.R.C.A., la delegazione di Pianoro de “Il Vagabondo” rappresentata da Marina Pezzoli, rimane così da sola a dover seguire l’intera ge-stione dell’oasi felina. Un peso assai notevole considerando che Marina principalmente dedica la sua attività di volontariato al canile di Sasso Marconi. Così

noi volontarie storiche abbiamo deciso di fondare una nuova as-sociazione chiamata “Una zampa sul cuore”. Siamo sempre noi, ma con un nuovo nome e tanta vo-glia di continuare ad occuparci dei nostri amici pelosi! L’associa-zione è nata ufficialmente il 20 di-cembre 2011, il ruolo di presiden-te è ricoperto da Patrizia Nanni, volontaria da anni presso l’oasi, Patrizia ha iniziato ad aiutarci nel 2007, anno in cui ha adottato la sua Chanel, mettendo a disposi-zione la sua casa per accogliere i gattini che venivano abbandonati presso la nostra struttura e dove non potevano stare perché troppo piccoli o con problemi di salute. Il mio ruolo invece è quello di vice-presidente, facevo parte del grup-po A.R.C.A. prima che nascesse l’oasi, forse qualcuno ricorderà che avevamo solamente i due box d’appoggio a Pian di Macina in

un piccolo spazio dove ora sor-ge la stazione ecologica e dove ci occupavamo di cani smarriti e di qualche colonia felina di Pianoro. Nel maggio 2003 è nata l’oasi fe-lina con i nuovi box d’appoggio in località Zanchino, sulla fondo-valle Savena. Il nostro segretario e tesoriere è Antonio Dercenno, anche lui con diversi anni di esperienza alle spalle nell’ambi-to del volontariato. Essendo nati da poco, per poter entrare subito nella gestione dell’oasi, abbiamo chiesto la stretta collaborazione di una veterana nel mondo ani-malista del no profit, conosciuta a livello internazionale, OIPA ITALIA, che, nella persona di Paolo Venturi, coordinatore pro-vinciale per OIPA Bologna, si è reso disponibile a darci una mano nei primi due anni che servono per fare l’esperienza necessaria. Questa collaborazione porterà sul territorio di Pianoro l’operato delle Guardie Ecozoofile di OIPA Bologna che Paolo Venturi ha

formato personalmente. Queste guardie speciali potranno agire in autonomia e quindi aiutare le forze dell’ordine nella protezione degli animali. Chi ama gli animali e ci vuoi aiutare può diventare un volontario e donare una o due ore alla settimana ai nostri mici. Chi volesse fare un’offerta può venire a trovarci oppure usare il nostro c/c postale n. 1003557566 intesta-to a “Una zampa sul cuore” - via F. Petrarca n. 12 – Pianoro (BO). Un aiuto ben gradito è quello di fornire all’oasi cibo e sabbia per lettiere o vecchi panni. Con un piccolo contributo mensile si può adottare un micio a distanza. Per avere tutte le informazioni neces-sarie si può telefonare al numero 392.900.80.01 o mandare un fax allo 051.33.70.671 o visitare il sito web www.unazampasulcuore.it o mandare una mail a [email protected] o visitare la pa-gina facebook Una zampa sul cuo-re e Oasi Felina di Pianoro (BO).

Isabella Druidi

LE NOVITÀ ALL’OASI FELINA

L’Idea con la famiglia Tassoni sul lago di Vernago in val SenalesL’Idea con la famiglia Tassoni

a Madrid

Porta sempre L’Idea con te, fai una foto strana e particolare con il tuo giornale!Inviala in formato jpg a [email protected]. Le migliori verranno pubblicate.“i lettori de L’Idea”

n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012 23 L’IDEA “attualità”

Page 24: Sped. abb. postale - Pubblicità inferiore al 40% ... · Trascuriamo così gli ormai spariti Verdi, Rifondazione Comunista e la Lega Nord che, pur avendo un consigliere comu-nale,

IL CORSO DI TRECCIA AL MUSEO ARTI E MESTIERI

L’idea in Gambia assieme a Gianna Simoni e Maurizio Ferraro

L’Idea a Medjugorie assieme a Valeria e Vittorio Timpano che

lo scorso 25 novembre hanno festeggiato i loro 48 anni di matrimonio.

Con l’occasione tanti auguri

da Alessandra

Porta sempre L’Idea con te, fai una foto strana e particolare con il tuo giornale!Inviala in formato jpg a [email protected]. Le migliori verranno pubblicate.“i lettori de L’Idea”

Quando l’estate scorsa con Clara e Adelmo Venturi siamo andati a mietere a mano ed ab-biamo legato dieci bei covoni di gentilrosso che occupavano il retro di due automobili, non avrei mai supposto che da un tale volume, dopo una lunga preparazione degli steli, si ot-tenessero solo poche decine di mannelle di paglia selezionata e quindi adatta ad essere la-vorata. Ed era solo l’inizio. Ho pensato alla gente della nostra vallata che, fino a metà del se-colo scorso, dell’intreccio della paglia di grano aveva fatto una risorsa, un modo per ottenere subito un po’ di denaro, infat-ti alla consegna della treccia il mercantino pagava. Come ci

ha detto un visitatore, che un tempo aveva a lungo trecciato, “era il bisogno”. Invece il grup-petto posto in cerchio attorno alla maestra trecciaiola Clara Gironi cercava un altro bisogno, condividere odori, sensazioni, gesti antichi legati alla nostra terra. Il corso di treccia, che si è tenuto il 3 e 4 marzo scor-si al museo di Arti e Mestieri Pietro Lazzarini, ha riunito un gruppo di persone forse mos-se da curiosità e desiderio di recuperare manualità che oggi sono sempre meno necessarie. Il vicesindaco di Loiano Paolo Gamberini, entusiasta conosci-tore di cose e di vita legate al territorio, ha introdotto il corso, parlando delle varietà di grano

utili all’intreccio, delle ricerche per migliorarne la resa, dei pro-cessi di meccanizzazione che hanno permesso ai contadini di superare la miseria di secoli. Si è soffermato poi sulla festa che accompagnava la fine della raccolta e che ogni anno viene rievocata in una bella iniziati-va a Loiano. La vita dura di un tempo riservava anche momen-ti piacevoli al tepore delle be-stie nella stalla, riuniti, la sera, a spagliare, fare il treccino o la treccia e a raccontarsi, mentre le mani si muovevano spontanea-mente tanta era la destrezza. E mentre noi ascoltavamo atten-ti, la maestra trecciaiola Teresa Santi, in poco più di un’ora, da una striscia di treccino ha ot-

tenuto una splendida borsetta finita con bordi e manici senza utilizzare ago e filo. Sorpren-dente! Dopo è iniziato il corso pratico. Clara Gironi ha mostra-to i gesti ritmici del movimento delle paglie lavorate secondo uno schema antico che davano forma a una bella striscia rego-lare di treccia. E noi a ripetere quei gesti. A tratti il silenzio re-gnava, solo gli occhi parlavano: impegno, dubbio, soddisfazio-ne o ricerca di aiuto che subito Clara coglieva e con pacatezza rimediava. In quell’atmosfe-ra sospesa, in quelle poche ore, ci siamo ripresi il Tempo.

Maurizia [email protected]

24 L’IDEA n.2 anno XVII - marzo - aprile 2012“cultura”