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82 Forma e illusione LO SPAZIO Lo spazio in senso generale è il luogo illimitato e indefinito in cui appaiono collocati tutti i corpi. Noi siamo in grado di percepirne solo una piccola parte: spesso il nostro spazio è delimitato da barriere fisiche che impediscono il nostro sguardo. Lo spazio può essere considerato sotto vari aspetti. Lo possiamo chiamare naturale, in assenza di intervento umano o, al contrario, artificiale; interno o esterno a seconda di dove ci troviamo; La distinzione che più ci interessa ora è tra spazio reale e spazio ideale o illusorio. ILLUSIONI OTTICHE Nel capitolo “Il lessico della prospettiva” (p.28) abbiamo detto che la tecnica prospettica permette di rappresentare su di un piano la terza dimensione, quindi un’immagine illusoria. L’uso delle ombre può creare forme che danno adito a interpretazioni diverse, come si può osservare nei disegni a fianco e nei cinque successivi. Nella figura 82 - in alto - la forma rotonda ci ricorda un buco in uno spazio; nella seconda essa appare come una palla che rimbalza e, infine, nella terza, una palla ferma a terra. Possiamo ottenere immagini ancora più illusorie e di difficile accettazione razionale utilizzando forme uguali, schiacciandole sul piano bidimensionale ed evitando effetti prospettici. In questo disegno di tavoli i piani sono tutti perfettamente uguali (!), ma non in prospettiva. Fig. 82. Da uno spunto di “Mind Sights” di Roger N. Shepard, 1990. Fig. 83.

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Forma e illusione

LO SPAZIO

Lo spazio in senso generale è il luogo illimitato e indefinito in cui appaiono collocati

tutti i corpi. Noi siamo in grado di percepirne solo una piccola parte: spesso il nostro

spazio è delimitato da barriere fisiche che impediscono il nostro sguardo.

Lo spazio può essere considerato sotto vari aspetti. Lo possiamo chiamare naturale, in

assenza di intervento umano o, al contrario, artificiale; interno o esterno a seconda di

dove ci troviamo; …

La distinzione che più ci interessa ora è tra spazio reale e spazio ideale o illusorio.

ILLUSIONI OTTICHE

Nel capitolo “Il lessico della prospettiva” (p.28) abbiamo

detto che la tecnica prospettica permette di rappresentare su

di un piano la terza dimensione, quindi un’immagine

illusoria.

L’uso delle ombre può creare forme che danno adito a

interpretazioni diverse, come si può osservare nei disegni a

fianco e nei cinque successivi. Nella figura 82 - in alto - la

forma rotonda ci ricorda un buco in uno spazio; nella

seconda essa appare come una palla che rimbalza e, infine,

nella terza, una palla ferma a terra.

Possiamo ottenere immagini ancora più illusorie e di

difficile accettazione razionale utilizzando forme uguali,

schiacciandole sul piano bidimensionale ed evitando effetti

prospettici. In questo disegno di tavoli i piani sono tutti

perfettamente uguali (!), ma non in prospettiva. Fig. 82.

Da uno spunto

di “Mind Sights” di

Roger N. Shepard,

1990.

Fig. 83.

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RAPPORTI SPAZIALI E ILLUSIONE

Si possono ottenere delle illusioni ottiche

giocando sui chiaroscuri, sui contorni delle

immagini e sulla mancanza di prospettiva,

come nel caso dei disegni di Maurits Cornelis

Escher.

Abbiamo artisti che, con molta abilità, sono

riusciti a creare immagini di doppia lettura: il

più noto è certamente Salvador Dalì (Figueras

1904-1989). Questo artista, con sorprendente

creatività, è riuscito, in alcune sue opere, a dare

una seconda possibilità interpretativa

dell’immagine: la seconda interpretazione si

ottiene concentrando lo sguardo sui “pieni” e

sui “vuoti”. Il quadro qui proposto comprende

sia l’immagine di una capanna africana,

circondata da alberi e da persone sedute in

primo piano sia quella di una testa con gli alberi

divenuti capelli. Ciò è stato possibile in quanto

il pittore ha inglobato il “vuoto” che intercorre

tra le figure in primo piano e la capanna,

suggerendo i tratti di un volto umano.

Maurits Cornelis Escher,

Alto e basso, 1947.

Salvador Dalì, Figure

paranoiche, 1934/35, olio su

legno, 14,5x22,5 cm.

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PRIMI PIANI E SFONDI

Come abbiamo osservato a proposito del quadro di Dalì, il nostro cervello percepisce

separatamente prima una rappresentazione e poi un’altra. Ciò avviene perché nella

nostra mente si formano due sfondi diversi a seconda dell’immagine che cogliamo. In

una prima lettura lo sfondo è dato dagli alberi e dal cielo (capanna con persone), nella

seconda (volto) solo dal cielo.

Questa osservazione è evidenziata

efficacemente in queste due immagini

in bianco e nero: a seconda del colore

che decidiamo di scegliere come

sfondo, ci appare un disegno che

assume la posizione di primo piano.

Nella fig. 84, se consideriamo lo sfondo

nero, in primo piano percepiamo

l’immagine di una bambina con un

fiore in mano; se invece consideriamo

lo sfondo bianco, in primo piano

abbiamo uno gnomo.

Fig. 84.

La fig. 85 di Edgard Rubin, molto

più conosciuta, rappresenta due

profili contrapposti se

consideriamo lo sfondo bianco;

percepiamo, invece, un vaso

simmetrico se lo sfondo di

riferimento è nero.

Fig. 85.

Utilizzeremo questo ultimo disegno per iniziare una serie di esercizi che ci permettono

di porre l’attenzione esclusivamente sulla linea di contorno.

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LINEA DI CONTORNO

1° Esercizio

Muniamoci di una matita HB

e di un foglio A4. In questo

esercizio il nostro compito è

di disegnare un profilo sul

lato sinistro del foglio se

siamo destrorsi, o sul lato

destro se siamo mancini.

Fatto ciò dobbiamo inserire,

sopra e sotto, due linee

parallele che formeranno

l’orlo e la base del vaso.

Eseguita questa prima parte,

inizieremo a tracciare il

secondo profilo partendo

dall’alto e osservando

attentamente il percorso della

linea.

Fig. 86.

Con lo stesso disegno

prepariamo un nuovo

profilo sul lato destro del

foglio se siamo destrorsi, o

sul lato sinistro se siamo

mancini.

Tracciamo le due linee che

determinano l’orlo e la

base del vaso; fatto ciò

giriamo di 180° il foglio ed

eseguiamo il secondo

profilo a rovescio.

Fig. 87.

Linea di

contorno

oo

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2° Esercizio

I manufatti umani circondano la nostra vita e ci

accompagnano ovunque, molti di questi sono

specularmente simmetrici e a volte dobbiamo

inserirli nei nostri lavori grafici. Diventa quindi

importante trovare una soluzione tecnica per la

loro rappresentazione. La nostra prova si

svilupperà disegnando un oggetto di nostra

invenzione partendo da uno schema

geometrico. Anche in questo caso usiamo una

matita HB e un foglio A4.

Tracciamo una linea verticale e alcuni segmenti

perpendicolari ad essa (fig. 88).

Fig. 88.

.

I segmenti perpendicolari che tagliano la

linea centrale detta di simmetria dovranno

avere una uguale misura sia a destra che a

sinistra. Una volta stabiliti i valori iniziamo

ad unire i vari vertici in modo da dare forma

all’oggetto (fig. 89).

Fig. 89.

Ottenuta la forma di base iniziamo a ricercare

il rilievo sfruttando il chiaroscuro. Per

l’effetto prospettico rivediamo le pagg. 35-37.

Fig. 90.

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3° Esercizio

Questo esercizio si basa su un lavoro

sviluppato per i miei allievi di pittura,

allo scopo di osservare l’effetto delle

velature. In questo caso consiglio l’uso di

un foglio da disegno liscio e l’utilizzo

della matita HB.

Fig. 91.

Iniziamo eseguendo uno schizzo di questa

piccola teiera turca con la misurazione a

vista o con un doppio decimetro per non

variare la dimensione dei volumi.

Fig. 92.

Ora tracciamo l’asse di simmetria sia per

la teiera che per il coperchio; poi

inseriamo vari segmenti che dovranno

mantenere una misura uguale tra l’asse e

il bordo della teiera sia a destra che a

sinistra. Se il nostro disegno non è esatto

ora possiamo correggerlo e quindi

migliorarlo.

Fig. 93.

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Controlliamo che tutte le forme circolari

abbiano un andamento ellittico (vedi

prospettiva del cerchio pagg. 35-37).

E’ giunto il momento di portare sul

disegno i graffiti che decorano la teiera;

non è necessario essere precisi,

l’importante è dare leggerezza e dinamicità

al segno. Come potete osservare parte della

decorazione risulta nascosta dalla

ombreggiatura quindi, in quelle zone, sono

sufficienti pochi tratti indefiniti.

Fig. 94.

A questo punto iniziamo a portare i

chiaroscuri sempre utilizzando la matita

HB; per chi ha la mano pesante è bene

usufruire della 4H soprattutto nello

sfumato più delicato. Solo al termine del

disegno è bene intervenire nelle parti più

scure con la 6B.

Fig. 95.

DISEGNO ROVESCIATO

Continuiamo ad esercitarci capovolgendo i disegni: questo metodo ci permette di

seguire con attenzione la linea di contorno, non avendo il supporto dell’immagine

comunemente percepita. Il materiale da utilizzare è sempre lo stesso, matita HB e

fogli a piacere. Qui di seguito propongo un mio disegno ed altri di vari autori.

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Fig. 96.

Amedeo Modigliani, Nudo femminile sdraiato, 1918, Matita, 27x36,5 cm, Collezione privata.

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Toulouse-Lautrec, La Goulue e Valentin le Désossé, 1894, Litografia, 29x23 cm.

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DISEGNARE I VUOTI

Prendendo una qualsiasi immagine ci rendiamo conto che i pieni e i vuoti sono in

stretta relazione e, se non riportiamo in modo adeguato gli uni, anche gli altri

risulteranno alterati. Sarà quindi interessante costruire le immagini partendo dalla

rappresentazione dei vuoti.

Fig. 97.

Vincenti Van Gogh, La

sedia e la pipa, Arles,

1888, tela 93 x 73,5 cm,

Londra, Tate Gallery.

Per dare forma a ciò che ho detto, in questo paragrafo ho inserito tre opere di artisti

famosi, evidenziando in nero i vuoti di una porzione del dipinto.

Nel disegno da me ricostruito della seggiola di Van Gogh, ho rappresentato solo i

vuoti che figurano all’interno della seggiola stessa.

Albrecht Dürer, Gesù a dodici anni fra i dottori,

1506, Lugano, Museo Thyssen-Bornemisza.

Fig. 98.

Spazi

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Nella ricostruzione del Dürer ho preso in considerazione solo l’intreccio delle mani,

mentre, per quanto riguarda Hokusai, sono andato oltre evidenziando le parti

negative di una metà dell’opera.

Katsushika Hokusai, Iris e cavalletta, dalla serie

Grandi Fiori, 1833-34, Parigi, Musée Guimet.

Fig. 99.

SPAZI VUOTI COME PIENI

Soffermarsi sugli spazi vuoti può certamente essere molto utile per chi vuole imparare

a disegnare. Abbiamo visto come i vuoti facciano parte integrante del disegno e,

quindi, conviene imparare a utilizzarli. Di seguito propongo un esercizio che si basa

sull’attenta osservazione di questi spazi.

Iniziamo da questa

immagine di un mio

semplice lavoro: si

tratta di un disegno su

cartone con un

passaggio di colore ad

olio diluito (velatura).

In questo caso a noi

interessa solo il

procedimento per la

realizzazione del

disegno.

Fig. 100.

.

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Questo esercizio potrà sembrare un po’ forzato, ma ritengo che la padronanza di

questa tecnica, in situazione di difficoltà, possa essere di grande aiuto.

Tra questo esercizio e quello precedente, relativo alla bottiglia e alla mela, vi è una

stretta connessione, poiché la misurazione a vista include necessariamente il

controllo dei vuoti, pur ponendo maggiore attenzione alle zone piene.

L’esecuzione di questo esercizio consiste, per tutta la parte iniziale, nell’evidenziare i

vuoti; consiglio l’utilizzo di fogli da disegno lisci e una matita HB.

Cominciamo col

disegnare, sul lato

sinistro del foglio, i

due occhielli delle

forbici; è importante

eseguire lentamente il

lavoro, osservare con

attenzione il percorso

della linea di contorno

e lo spazio che

intercorre tra i due

ovali.

Fig. 101.

Sempre valutando

bene le distanze e i

contorni, consideriamo

gli spazi tra le forbici

e i due peperoncini:

ogni piccola curva

dovrà essere riportata

senza preoccuparsi di

vedere se l’immagine

degli oggetti che

dobbiamo disegnare è

fedele. Questo, al

momento, non deve

interessarci.

Fig. 102.

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Terminiamo di disegnare

il perimetro degli

oggetti e, solo a questo

punto, cominciamo ad

inserire le linee che

vanno a completare gli

spazi pieni. Ora

osserviamo se le

immagini sono di

buona fattura;

correggiamo eventuali

difetti di forma e

passiamo ad utilizzare

il chiaroscuro. Fig. 103.

Ricordiamoci di usare

la matita 4H per le

zone con sfumati lievi

e la HB per le altre,

solo alla fine si farà

uso della matita 6B;

inoltre cerchiamo di

assorbire, dove

possibile, la linea di

contorno con il

chiaroscuro.

Fig. 104.

Giunti al termine del lavoro potremo porci la domanda: se avessimo sviluppato il

disegno seguendo i pieni, avremmo avuto un risultato uguale con meno difficoltà? Io

credo di no; comunque abbiamo la possibilità di provare per potere valutare meglio.

Altri esercizi potrete inventarli voi, o ricopiando le vostre mani o utilizzando oggetti

di uso quotidiano: basta prendere tre o quattro oggetti, sistemarli vicini e riportare sul

foglio, all’inizio, solo gli spazi vuoti che intercorrono tra essi.