Spazio e illusione...2016/01/07 · Salvador Dalì, Figure paranoiche, 1934/35, olio su legno,...
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Forma e illusione
LO SPAZIO
Lo spazio in senso generale è il luogo illimitato e indefinito in cui appaiono collocati
tutti i corpi. Noi siamo in grado di percepirne solo una piccola parte: spesso il nostro
spazio è delimitato da barriere fisiche che impediscono il nostro sguardo.
Lo spazio può essere considerato sotto vari aspetti. Lo possiamo chiamare naturale, in
assenza di intervento umano o, al contrario, artificiale; interno o esterno a seconda di
dove ci troviamo; …
La distinzione che più ci interessa ora è tra spazio reale e spazio ideale o illusorio.
ILLUSIONI OTTICHE
Nel capitolo “Il lessico della prospettiva” (p.28) abbiamo
detto che la tecnica prospettica permette di rappresentare su
di un piano la terza dimensione, quindi un’immagine
illusoria.
L’uso delle ombre può creare forme che danno adito a
interpretazioni diverse, come si può osservare nei disegni a
fianco e nei cinque successivi. Nella figura 82 - in alto - la
forma rotonda ci ricorda un buco in uno spazio; nella
seconda essa appare come una palla che rimbalza e, infine,
nella terza, una palla ferma a terra.
Possiamo ottenere immagini ancora più illusorie e di
difficile accettazione razionale utilizzando forme uguali,
schiacciandole sul piano bidimensionale ed evitando effetti
prospettici. In questo disegno di tavoli i piani sono tutti
perfettamente uguali (!), ma non in prospettiva. Fig. 82.
Da uno spunto
di “Mind Sights” di
Roger N. Shepard,
1990.
Fig. 83.
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RAPPORTI SPAZIALI E ILLUSIONE
Si possono ottenere delle illusioni ottiche
giocando sui chiaroscuri, sui contorni delle
immagini e sulla mancanza di prospettiva,
come nel caso dei disegni di Maurits Cornelis
Escher.
Abbiamo artisti che, con molta abilità, sono
riusciti a creare immagini di doppia lettura: il
più noto è certamente Salvador Dalì (Figueras
1904-1989). Questo artista, con sorprendente
creatività, è riuscito, in alcune sue opere, a dare
una seconda possibilità interpretativa
dell’immagine: la seconda interpretazione si
ottiene concentrando lo sguardo sui “pieni” e
sui “vuoti”. Il quadro qui proposto comprende
sia l’immagine di una capanna africana,
circondata da alberi e da persone sedute in
primo piano sia quella di una testa con gli alberi
divenuti capelli. Ciò è stato possibile in quanto
il pittore ha inglobato il “vuoto” che intercorre
tra le figure in primo piano e la capanna,
suggerendo i tratti di un volto umano.
Maurits Cornelis Escher,
Alto e basso, 1947.
Salvador Dalì, Figure
paranoiche, 1934/35, olio su
legno, 14,5x22,5 cm.
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PRIMI PIANI E SFONDI
Come abbiamo osservato a proposito del quadro di Dalì, il nostro cervello percepisce
separatamente prima una rappresentazione e poi un’altra. Ciò avviene perché nella
nostra mente si formano due sfondi diversi a seconda dell’immagine che cogliamo. In
una prima lettura lo sfondo è dato dagli alberi e dal cielo (capanna con persone), nella
seconda (volto) solo dal cielo.
Questa osservazione è evidenziata
efficacemente in queste due immagini
in bianco e nero: a seconda del colore
che decidiamo di scegliere come
sfondo, ci appare un disegno che
assume la posizione di primo piano.
Nella fig. 84, se consideriamo lo sfondo
nero, in primo piano percepiamo
l’immagine di una bambina con un
fiore in mano; se invece consideriamo
lo sfondo bianco, in primo piano
abbiamo uno gnomo.
Fig. 84.
La fig. 85 di Edgard Rubin, molto
più conosciuta, rappresenta due
profili contrapposti se
consideriamo lo sfondo bianco;
percepiamo, invece, un vaso
simmetrico se lo sfondo di
riferimento è nero.
Fig. 85.
Utilizzeremo questo ultimo disegno per iniziare una serie di esercizi che ci permettono
di porre l’attenzione esclusivamente sulla linea di contorno.
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LINEA DI CONTORNO
1° Esercizio
Muniamoci di una matita HB
e di un foglio A4. In questo
esercizio il nostro compito è
di disegnare un profilo sul
lato sinistro del foglio se
siamo destrorsi, o sul lato
destro se siamo mancini.
Fatto ciò dobbiamo inserire,
sopra e sotto, due linee
parallele che formeranno
l’orlo e la base del vaso.
Eseguita questa prima parte,
inizieremo a tracciare il
secondo profilo partendo
dall’alto e osservando
attentamente il percorso della
linea.
Fig. 86.
Con lo stesso disegno
prepariamo un nuovo
profilo sul lato destro del
foglio se siamo destrorsi, o
sul lato sinistro se siamo
mancini.
Tracciamo le due linee che
determinano l’orlo e la
base del vaso; fatto ciò
giriamo di 180° il foglio ed
eseguiamo il secondo
profilo a rovescio.
Fig. 87.
Linea di
contorno
oo
86
2° Esercizio
I manufatti umani circondano la nostra vita e ci
accompagnano ovunque, molti di questi sono
specularmente simmetrici e a volte dobbiamo
inserirli nei nostri lavori grafici. Diventa quindi
importante trovare una soluzione tecnica per la
loro rappresentazione. La nostra prova si
svilupperà disegnando un oggetto di nostra
invenzione partendo da uno schema
geometrico. Anche in questo caso usiamo una
matita HB e un foglio A4.
Tracciamo una linea verticale e alcuni segmenti
perpendicolari ad essa (fig. 88).
Fig. 88.
.
I segmenti perpendicolari che tagliano la
linea centrale detta di simmetria dovranno
avere una uguale misura sia a destra che a
sinistra. Una volta stabiliti i valori iniziamo
ad unire i vari vertici in modo da dare forma
all’oggetto (fig. 89).
Fig. 89.
Ottenuta la forma di base iniziamo a ricercare
il rilievo sfruttando il chiaroscuro. Per
l’effetto prospettico rivediamo le pagg. 35-37.
Fig. 90.
87
3° Esercizio
Questo esercizio si basa su un lavoro
sviluppato per i miei allievi di pittura,
allo scopo di osservare l’effetto delle
velature. In questo caso consiglio l’uso di
un foglio da disegno liscio e l’utilizzo
della matita HB.
Fig. 91.
Iniziamo eseguendo uno schizzo di questa
piccola teiera turca con la misurazione a
vista o con un doppio decimetro per non
variare la dimensione dei volumi.
Fig. 92.
Ora tracciamo l’asse di simmetria sia per
la teiera che per il coperchio; poi
inseriamo vari segmenti che dovranno
mantenere una misura uguale tra l’asse e
il bordo della teiera sia a destra che a
sinistra. Se il nostro disegno non è esatto
ora possiamo correggerlo e quindi
migliorarlo.
Fig. 93.
88
Controlliamo che tutte le forme circolari
abbiano un andamento ellittico (vedi
prospettiva del cerchio pagg. 35-37).
E’ giunto il momento di portare sul
disegno i graffiti che decorano la teiera;
non è necessario essere precisi,
l’importante è dare leggerezza e dinamicità
al segno. Come potete osservare parte della
decorazione risulta nascosta dalla
ombreggiatura quindi, in quelle zone, sono
sufficienti pochi tratti indefiniti.
Fig. 94.
A questo punto iniziamo a portare i
chiaroscuri sempre utilizzando la matita
HB; per chi ha la mano pesante è bene
usufruire della 4H soprattutto nello
sfumato più delicato. Solo al termine del
disegno è bene intervenire nelle parti più
scure con la 6B.
Fig. 95.
DISEGNO ROVESCIATO
Continuiamo ad esercitarci capovolgendo i disegni: questo metodo ci permette di
seguire con attenzione la linea di contorno, non avendo il supporto dell’immagine
comunemente percepita. Il materiale da utilizzare è sempre lo stesso, matita HB e
fogli a piacere. Qui di seguito propongo un mio disegno ed altri di vari autori.
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Fig. 96.
Amedeo Modigliani, Nudo femminile sdraiato, 1918, Matita, 27x36,5 cm, Collezione privata.
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Toulouse-Lautrec, La Goulue e Valentin le Désossé, 1894, Litografia, 29x23 cm.
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DISEGNARE I VUOTI
Prendendo una qualsiasi immagine ci rendiamo conto che i pieni e i vuoti sono in
stretta relazione e, se non riportiamo in modo adeguato gli uni, anche gli altri
risulteranno alterati. Sarà quindi interessante costruire le immagini partendo dalla
rappresentazione dei vuoti.
Fig. 97.
Vincenti Van Gogh, La
sedia e la pipa, Arles,
1888, tela 93 x 73,5 cm,
Londra, Tate Gallery.
Per dare forma a ciò che ho detto, in questo paragrafo ho inserito tre opere di artisti
famosi, evidenziando in nero i vuoti di una porzione del dipinto.
Nel disegno da me ricostruito della seggiola di Van Gogh, ho rappresentato solo i
vuoti che figurano all’interno della seggiola stessa.
Albrecht Dürer, Gesù a dodici anni fra i dottori,
1506, Lugano, Museo Thyssen-Bornemisza.
Fig. 98.
Spazi
92
Nella ricostruzione del Dürer ho preso in considerazione solo l’intreccio delle mani,
mentre, per quanto riguarda Hokusai, sono andato oltre evidenziando le parti
negative di una metà dell’opera.
Katsushika Hokusai, Iris e cavalletta, dalla serie
Grandi Fiori, 1833-34, Parigi, Musée Guimet.
Fig. 99.
SPAZI VUOTI COME PIENI
Soffermarsi sugli spazi vuoti può certamente essere molto utile per chi vuole imparare
a disegnare. Abbiamo visto come i vuoti facciano parte integrante del disegno e,
quindi, conviene imparare a utilizzarli. Di seguito propongo un esercizio che si basa
sull’attenta osservazione di questi spazi.
Iniziamo da questa
immagine di un mio
semplice lavoro: si
tratta di un disegno su
cartone con un
passaggio di colore ad
olio diluito (velatura).
In questo caso a noi
interessa solo il
procedimento per la
realizzazione del
disegno.
Fig. 100.
.
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Questo esercizio potrà sembrare un po’ forzato, ma ritengo che la padronanza di
questa tecnica, in situazione di difficoltà, possa essere di grande aiuto.
Tra questo esercizio e quello precedente, relativo alla bottiglia e alla mela, vi è una
stretta connessione, poiché la misurazione a vista include necessariamente il
controllo dei vuoti, pur ponendo maggiore attenzione alle zone piene.
L’esecuzione di questo esercizio consiste, per tutta la parte iniziale, nell’evidenziare i
vuoti; consiglio l’utilizzo di fogli da disegno lisci e una matita HB.
Cominciamo col
disegnare, sul lato
sinistro del foglio, i
due occhielli delle
forbici; è importante
eseguire lentamente il
lavoro, osservare con
attenzione il percorso
della linea di contorno
e lo spazio che
intercorre tra i due
ovali.
Fig. 101.
Sempre valutando
bene le distanze e i
contorni, consideriamo
gli spazi tra le forbici
e i due peperoncini:
ogni piccola curva
dovrà essere riportata
senza preoccuparsi di
vedere se l’immagine
degli oggetti che
dobbiamo disegnare è
fedele. Questo, al
momento, non deve
interessarci.
Fig. 102.
94
Terminiamo di disegnare
il perimetro degli
oggetti e, solo a questo
punto, cominciamo ad
inserire le linee che
vanno a completare gli
spazi pieni. Ora
osserviamo se le
immagini sono di
buona fattura;
correggiamo eventuali
difetti di forma e
passiamo ad utilizzare
il chiaroscuro. Fig. 103.
Ricordiamoci di usare
la matita 4H per le
zone con sfumati lievi
e la HB per le altre,
solo alla fine si farà
uso della matita 6B;
inoltre cerchiamo di
assorbire, dove
possibile, la linea di
contorno con il
chiaroscuro.
Fig. 104.
Giunti al termine del lavoro potremo porci la domanda: se avessimo sviluppato il
disegno seguendo i pieni, avremmo avuto un risultato uguale con meno difficoltà? Io
credo di no; comunque abbiamo la possibilità di provare per potere valutare meglio.
Altri esercizi potrete inventarli voi, o ricopiando le vostre mani o utilizzando oggetti
di uso quotidiano: basta prendere tre o quattro oggetti, sistemarli vicini e riportare sul
foglio, all’inizio, solo gli spazi vuoti che intercorrono tra essi.