Sottobanco fineScuola

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Sottobanco fineScuola BOLLETTINO DI INFORMAZIONE PER STUDENTI INTELLIGENTI GIUGNO 2010 Alessandro Pascale Ok, tante cose da dire, poco spazio. Dunque iniziamo da una cosa fondamentale: arriva l’estate, voi andate in vacanza, noi no. Sottobanco nemmeno. Usciremo con almeno un numero estivo, ma non potendolo di- stribuire nelle scuole cercheremo di aggiornarvi su internet sulle modalità per averlo cartaceo. In ogni caso troverete i file stampabili (o leggibili online) sul sito www.sinistravaldostana.org. Per sapere però quando uscirà il prossimo, e in generale per rimanere informati su quel che vogliamo fare quest’estate (tante cose, guardate in ultima pagina) iscrivetevi alla newsletter che trovate su www.rifondazionesevda.org (se avete problemi contattateci per mail o su facebook). Bon, finita la parte noiosa iniziamo con la parte terribile: nonostante le apparenze la crisi è arrivata anche in Italia. Tutti stupiti tranne chi non si informa solo sul tg1… Il capitalismo in effetti avrà tanti pregi ma qualche piccolo difettuccio ce l’ha, e per rimediare ad un buco nel bilancio di svariati miliardi Berlusconi e Tremonti hanno pensato di recuperare qualche soldino con una “manovra finanziaria”. Oh – direte voi – benissimo, sarà lotta dura all’evasione fiscale, ai patrimoni della mafia, si farà pagare gli speculatori che ogni giorno fanno crollare le borse, o magari a quei padroni cattivi come quelli della Engineering che nonostante abbiano un’azienda che fa profitti milionari mandano in cassa integrazione un centinaio di lavoratori di Pont Saint Martin. Giusto? Forse in effetti non è proprio così che andrà… Pare invece che sia stato predisposto un atto di macelleria sociale che va a colpire i soliti noti (i lavoratori pubblici e privati e le fasce sociali più deboli), mentre con- tinua a fare favori agli evasori con i condoni (stavolta edilizio). Sono previsti blocchi degli stipendi per tre o quattro anni. In questo periodo di tempo un dipendente continuerà a prendere magari 1000 euro mentre i prezzi avranno un aumento di chissà quanto…5%? 10%? In sostanza: più poveri tutti… Ci chiedono sa- crifici e intanto dicono che l’unica strada è tagliare i servizi ed i beni pubblici (acqua, sanità, scuola, arte e spettacolo, servizi sociali e quant’altro). E sapete per che cosa? Per far crescere il Paese… Per far crescere il PIL… Ma questa crescita poi a che servirà? Ve lo dico io: a far arricchire i più ricchi in primo luogo, e poi (forse) a lasciare le briciole ai poveracci, con iniziative pagliacciate tipo la social card. Ricordiamolo: siamo in un paese in cui il 10% più ricco possiede il 44,5% della ricchezza e il 50% più povero ne pos- siede soltanto il 9,8%. Una paese dove le disuguaglianze sono enormemente aumentate in questi anni. Ed è uno scandalo che, a fronte di una crisi prodotta dalla speculazione e dai bassi salari, si continui con politiche classiste di questo tipo. Vi dicono che non c’è alternativa, che o si fa così o si fa bancarotta. BALLE! Tassate i grandi patrimoni, ottenuti non con la fatica e il sudore ma con la comodità degli interessi e delle speculazioni finanziarie (peraltro le cause principali della crisi). La classe degli sfruttatori è sempre viva e vegeta e continua a farci la guerra. Quand’è che la classe degli sfruttati capirà tale situazione e si darà da fare per ribellarsi ad un siste- ma economico ingiusto? L’alternativa c’è, e Sottobanco non è che una propaggine. Perciò quest’estate non statevene tutto il tempo a mollo in piscina. Contattateci e datevi da fare, partecipate per reagire a questo schifo di guerra sociale e per crea- re un’altra società! Cambiare si può, basta volontà e impegno. Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso Ernesto “Che” Guevara

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giugno 2010

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S o t t o b a n c ofin eScuo l a

BOLLETTINO DI INFORMAZIONE PER STUDENTI INTELLIGENTI – GIUGNO 2010

Alessandro Pascale

Ok, tante cose da dire, poco spazio. Dunque iniziamo da una cosa fondamentale: arriva l’estate, voi andate in vacanza, noi no. Sottobanco nemmeno. Usciremo con almeno un numero estivo, ma non potendolo di-stribuire nelle scuole cercheremo di aggiornarvi su internet sulle modalità per averlo cartaceo. In ogni caso troverete i file stampabili (o leggibili online) sul sito www.sinistravaldostana.org. Per sapere però quando uscirà il prossimo, e in generale per rimanere informati su quel che vogliamo fare quest’estate (tante cose, guardate in ultima pagina) iscrivetevi alla newsletter che trovate su www.rifondazionesevda.org (se avete problemi contattateci per mail o su facebook).Bon, finita la parte noiosa iniziamo con la parte terribile: nonostante le apparenze la crisi è arrivata anche in Italia. Tutti stupiti tranne chi non si informa solo sul tg1… Il capitalismo in effetti avrà tanti pregi ma qualche piccolo difettuccio ce l’ha, e per rimediare ad un buco nel bilancio di svariati miliardi Berlusconi e Tremonti hanno pensato di recuperare qualche soldino con una “manovra finanziaria”. Oh – direte voi – benissimo, sarà lotta dura all’evasione fiscale, ai patrimoni della mafia, si farà pagare gli speculatori che ogni giorno fanno crollare le borse, o magari a quei padroni cattivi come quelli della Engineering che nonostante abbiano un’azienda che fa profitti milionari mandano in cassa integrazione un centinaio di lavoratori di Pont Saint Martin. Giusto? Forse in effetti non è proprio così che andrà… Pare invece che sia stato predisposto un atto di macelleria sociale che va a colpire i soliti noti (i lavoratori pubblici e privati e le fasce sociali più deboli), mentre con-tinua a fare favori agli evasori con i condoni (stavolta edilizio). Sono previsti blocchi degli stipendi per tre o quattro anni. In questo periodo di tempo un dipendente continuerà a prendere magari 1000 euro mentre i prezzi avranno un aumento di chissà quanto…5%? 10%? In sostanza: più poveri tutti… Ci chiedono sa-crifici e intanto dicono che l’unica strada è tagliare i servizi ed i beni pubblici (acqua, sanità, scuola, arte e spettacolo, servizi sociali e quant’altro). E sapete per che cosa? Per far crescere il Paese… Per far crescere il PIL… Ma questa crescita poi a che servirà? Ve lo dico io: a far arricchire i più ricchi in primo luogo, e poi (forse) a lasciare le briciole ai poveracci, con iniziative pagliacciate tipo la social card. Ricordiamolo: siamo in un paese in cui il 10% più ricco possiede il 44,5% della ricchezza e il 50% più povero ne pos-siede soltanto il 9,8%. Una paese dove le disuguaglianze sono enormemente aumentate in questi anni. Ed è uno scandalo che, a fronte di una crisi prodotta dalla speculazione e dai bassi salari, si continui con

politiche classiste di questo tipo. Vi dicono che non c’è alternativa, che o si fa così o si fa bancarotta. BALLE! Tassate i grandi patrimoni, ottenuti non con la fatica e il sudore ma con la comodità degli interessi e delle speculazioni finanziarie (peraltro le cause principali della crisi). La classe degli sfruttatori è sempre viva e vegeta e continua a farci la guerra. Quand’è che la classe degli sfruttati capirà tale situazione e si darà da fare per ribellarsi ad un siste-ma economico ingiusto? L’alternativa c’è, e Sottobanco non è che una propaggine. Perciò quest’estate non statevene tutto il tempo a mollo in piscina. Contattateci e datevi da fare, partecipate per reagire a questo schifo di guerra sociale e per crea-re un’altra società! Cambiare si può, basta volontà e impegno.

Chi lotta può perdere,chi non lotta ha già perso

Ernesto “Che” Guevara

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2 S o t t o b a n c o S o t t o b a n c o

R i p a r t i r e d a q u iAosta si scopre un po’ democristiana e un po’ socialista (socialismo craxiano ovviamente non quello bello e puro di Nenni e Pertini). Questo ci dicono in sintesi i risultati delle elezioni comunali del 23 maggio. Infatti i veri vincitori di questa tornata elettorale sono Stella Alpina (grossa parte di quello che rimane della vecchia DC) con il 18,63 e il “Re delle preferenze” Baccega (ben 1248 quasi tre volte di più del primo dell’UV) e Milanesio, craxiano doc e vero ispiratore di questa alleanza inedita in Valle d’Aosta tra Union, Stella Alpi-na, Fèderation, Lega (si proprio quella di Borghezio disinfettatore di treni dove siedono migranti e che ad un incontro europeo di estreme destre non nasconde di essere ancora quello del passato: camicia nera) e PdL. L’Union arretra di 1000 voti circa, segno che non a tutti gli unionisti è andata giù questa alleanza “del fare” (male ma fare a qualsiasi costo). La Fèderation Autonomiste sostanzialmente tiene gli stessi voti del 2005 nonostante l’uscita di alcuni suoi uomini (tra i quali Baccega) di qualche anno fa. Aosta comunque non s’è destra e lo dimostra il fatto che il PdL ottiene praticamente gli stessi voti del 2005 nonostante abbia una flessione percentuale e che la Lega non va oltre l’1,61% (percentuale da prefisso telefonico).Passando al fronte del centrosinistra troviamo un’Italia dei Valori al 1,68% in coalizione con un PD che esce da questa tornata elettorale diviso al suo interno a causa del risultato che definire poco lusinghiero è un eufemismo. Infatti se in termini di voti non perde tantissimo ma non “sfonda” nemmeno (-500 voti circa), perde quanto meno in termini di immagine. Nei paesi fa accordi praticamente ovunque con l’UV non contro le destre ma nella grande maggioranza dei casi contro liste civiche targate ALPE e società civile. Mentre ad Aosta attende fino all’ultimo giorno possibile che l’UV gli dica quello che a tutti era chiaro già da molto: adieu! Poi non contento, non crea un fronte unico con ALPE e la Sinistra, nonostante i ripetuti appelli al dialogo e all’unità di molti esponenti delle due formazioni. Ci si trova così con due coalizioni di due liste contro una con 5 liste! La nostra coalizione: ci siamo trovati costretti a fare le primarie per decidere il candidato sindaco in una settimana visto il lungo tempo nel quale abbiamo aspettato il PD. Le primarie vanno bene (826 persone si sono recate a votare) e scelgono Carlo Curtaz come candidato (con 479 voti) mentre Vietti ne raccoglie 224 circa e il nostro candidato Paolo Momigliano Levi 120 (un buon risultato). Curtaz chiede una donna al suo fianco come vice. Tutta la coalizione (ci tengo a sottolinearlo) è d’accordo sul nome... Sarà Iris Morandi, donna capace, intelligente e sensibile ai problemi della gente bisognosa. Parte la campagna elettorale. ALPE e Sinistra per la Città (lista che raccoglie Federazione della Sinistra, Associazione radicale Loris Fortuna e parte della società civile) improntano la campagna elettorale sul fare bene. Su alcune opere utili (polo universitario ad esempio) e su una proposta di città sostenibile. Partiamo con la raccolta firme contro l’idea aberrante di una metropolitana ad Aosta. Tutto per il meglio, raccogliamo circa 2000 firme in poco tempo. Il risultato sono un 19,05% per l’ALPE (4 eletti più candidati a sindaco e vicesindaco ma in calo rispetto a 5 anni fa se si sommano i voti delle componenti allora divise) e un più che buono 5,5% (951 voti) della nostra lista che riesce ad eleggere al primo colpo come consigliere il capolista Paolo Momigliano Levi. Da qui si deve ripartire più compatti che mai. Stando attenti alle cose che succederanno in Comune e in Regione. Non dando respiro a questa giunta che vuole Aosta “città cantiere” con il serio rischio di aumento di traffico e di smog. Da qui deve ripartire la sinistra tutta con proposte serie e fattibili (come abbiamo fatto in cam-

pagna elettorale); con la voglia di ricominciare un cammino che segni la ricostruzione di un pensiero nuovo, alternati-vo al pensiero dominante che è quello del mercato. Ripartire pensando al globale ma agendo nel locale. Bisogna impedire la costruzione di una mostruosità come la metropolitana, perché se è vero che abbiamo per-so una battaglia è anche vero che la guerra è ancora tutta da combattere. Abbiamo bisogno di tutti voi per vincerla. Delle vostre idee per una Città, una Regione e perché no... Per un mondo migliore di questo. Ce n’è davvero bisogno…

Andrea Padovani

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S o t t o b a n c o 3S o t t o b a n c o

R i p a r t i r e d a q u i D. d . l . i n t e r c e t t a z i o n iVolete vivere in un paese in cui non esi-stono corruzione, mafia, e scandali politi-ci di qualsiasi genere? …Se avete risposto sì allora si può dire che questo governo sta lavorando per voi. O meglio, sta lavoran-do affinché voi non possiate essere a co-noscenza di tutto ciò, ma in fondo: occhio non vede, cuore non duole, no?Se invece siete dei masochisti e desiderate essere informati e quindi SAPERE quello che accade nel vostro paese e che i crimi-nali finiscano in carcere, ho delle brutte notizie, cari amici, di cui avrete sentito parlare: un decreto di legge nuovo nuo-vo va contro ogni vostra speranza. Eh sì, in un periodo in cui il nostro governo ci confessa finalmente di avere l’acqua alla gola e che la crisi non è affatto passata, i nostri legislatori hanno tempo per propor-re il d.d.l. ”Intercettazioni”, da verificarsi in aula il 31 maggio e da votare l’8 giu-gno. Una manovra fatta in fretta dunque e per mezzo di un decreto, cioè di una formula che i costituenti avevano previsto per i casi di emergenza (perché abbrevia significativamente i tempi di discussione parlamentare) ma di cui questa legislatura abusa sistematicamente. Veniamo al sodo: cosa dice questo decreto e perché alcuni lo chiamano “legge bavaglio”? In breve, questa proposta è rivolta verso magistratura e giornalisti (novità!) impedendo agli uni di indagare per mez-zo di intercettazioni e agli altri di renderle pubbliche. “Privacy” dicono i parlamentari della maggioranza, “Gli italiani non vogliono essere intercettati” dice il premier. Ma un cittadino onesto non entra nel mirino dei magistrati e ai giornalisti dei chiacchiericci al telefono con le mogli non sono per nulla interessati. Se questo decreto riuscisse a trasformarsi in una legge vera e propria avrebbe un devastante effetto sulla lotta alla criminalità, in particolare sulla piaga mafiosa del nostro paese: è vero che consente, previa auto-rizzazione del pubblico ministero, l’intercettazione dei presunti mafiosi, ma la vieta (o le consente per un massimo di 75 giorni) nei confronti di coloro che sono a stretto contatto con essi, togliendo così un’arma efficacissima contro le infiltrazioni mafiose negli appalti, nell’amministrazione, in parlamento.Accanto a ciò, l’attacco alla libertà di stampa, per ora garantita dall’articolo 21 della Costituzione Italiana, che garantisce a quelli come me, ma soprattutto ai giornalisti veri, di scrivere ciò che si scopre, ciò che accade nel paese, tenendo informati i cittadini: si vorrebbe imporre ai giornalisti di non pubblicare inter-cettazioni, registrazioni di conversazioni, notizie e atti di inchiesta dei processi fino al termine dell’udien-za preliminare. Di media però un processo “degno” d’essere riportato su un giornale per arrivare al primo grado di giudizio ci mette dai 3 ai 6 anni. Ripensate a tutte le porcate successe negli ultimi 12 mesi, ora immaginate di venirle a sapere solo nel 2013... Magari il mondo sarebbe finito davvero nel 2012 e allora non avremmo mai saputo tante cose (come il ministro che si fa pagare la casa dagli imprenditori che si aggiudicano gli appalti della ricostruzione dell’Aquila, tanto per fare un esempio recente). Forse sarebbe stato meglio… ma a noi piace soffrire, quindi difendiamo i giornali perché difendiamo un nostro diritto: quello di sapere. Quindi NO alla legge bavaglio e SI alla libertà d’informazione e alla lotta alla criminalità.

Andrea Padovani Giulio Bordon

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4 S o t t o b a n c o

A l l a r e d a z i o n e d i “ S o t t o b a n c o ” e “A S i n i s t r a ” .Giovedì scorso, durante il ritorno da una gita a Roma con compagni e professori, si è aperta in treno una vivace discussione sulla politica, in particolare sulla degenerazione della classe dirigente. Noi partecipan-ti, benché avessimo vessilli politici differenti, siamo stati in grado di condurre un dibattito civile, senza insulti e urla. Eravamo comunque tutti d’accordo su un punto: la situazione attuale non è più accettabile. Ma non è questa la cosa straordinaria: oltre alle critiche, infatti, semplici da formulare, abbiamo anche proposto nuove soluzioni, che portavano l’impronta delle nostre idee, esperienze e conoscenze. Arrivati alla stazione, prima di scendere, un professore che sedeva nel nostro vagone ci ha fermati e ci ha detto una cosa che mi ha molto colpito: “Ragazzi, sono veramente felice: erano vent’anni che non sentivo dei giovani parlare di questi argomenti e in questo modo. Dovete andare avanti per questa strada e fare voi da capo fila, perché siete ancora animati da grandissimi ideali.” Senza soffermarmi sul fatto che si tratta di una delle persone più colte che io abbia fin’ora conosciuto, vi scrivo quello che penso e che secondo me può migliorare il lavoro che si sta portando avanti. Il mio ideale è quello di una democrazia dove coesistano partiti di tutti gli orientamenti, in grado di in-staurare un dibattito politico, un dialogo costruttivo. Socrate e Platone sostenevano che la ricerca fosse da condursi attraverso il λόγος, appunto il dialogo. Ma soprattutto vorrei che il termine “politica” perdesse quell’accezione profondamente negativa che ha acquisito gli ultimi anni. La politica è la più degna delle attività, perché si occupa della comunità. Affinché avvenga, è necessario che creiamo una buona genera-zione di nuovi cittadini e un’ottima classe politica, che raccolga i migliori esponenti della società. Devono formarsi partiti di Destra e partiti di Sinistra “LEGALITARI”, nei quali i cittadini possano riconoscersi e dei quali possano fidarsi. Noi dobbiamo costruire questi partiti. Per questo approvo il lavoro che state facendo e al quale spero di potermi unire. Voglio però dare un paio di consigli. Credo che siate d’accordo nel constatare che il governo attuale sta portando avanti una politica di disva-lori e scorrettezze, fondate sull’egoismo e l’egocentrismo, che sta facendo marcire la società. Questa è la prima degenerazione a cui, secondo me, dobbiamo fare fronte. Dobbiamo proporre una politica di rispetto dei valori e delle regole. Una politica che parta dal basso, che possa veramente coinvolgere noi giovani e ci permetta di portarci avanti. Perché questo non rimanga un astratto discorso, vi do questi consigli, che se mi permetterete sarò felicissimo di applicare con voi: 1) gestire la sede (quale che sia: va benissimo l’Espace Populaire) in modo efficace: dare un’imbiancata alle pareti, tenere pulito e ordinato, evitando di fumare 2) fornire un mobilio semplice ma utile (tavoli, sedie, librerie) 3) eliminare il mito del fumo, dell’alcool e ancora di più della droga 4) relativamen- te a “Sottobanco” e “A Sinistra” eliminare completamente le parolacce, le espressioni volgari e gli insulti gratis e insensati 5) promuovere una frequentazione

dell’Espace come luogo di cultura e ritrovo, senza un’iscrizio-ne obbligatoria (oppure un’iscrizione gratis) 6) promuovere lo studio (sono stufo di sentire continuamente che chi si interessa di politica ed è membro magari di un gruppo o di un parti-to politico a scuola non ottenga buoni risultati). La scuola è lo strumento della nostra crescita e della nostra maturazione. Promuoviamo la scuola pubblica 7) prestare l’Espace per in-contri come l’“Autoinformazione” condotta da Ismail Fayad.L’obbiettivo dovrebbe essere, secondo me, cercare di aumen-tare in generale la frequentazione dell’Espace: coinvolgere più ragazzi possibile, senza rinchiudersi in un gruppo elitario. Contemporaneamente promuovere un lavoro di sensibilizza-zione alla politica e alla partecipazione. Dobbiamo veramente farci sentire, dire la nostra, perché (e qui dimostro un po’ di egoismo) il mondo futuro è nostro, noi dobbiamo sopravviver-ci, NOI DOBBIAMO VIVERCI.

Siamo d’accordo su tutto. L’unica cosa su cui purtroppo non si può far nulla (o perlomeno solo in parte) è il punto 5: l’espace populaire è un edificio che comprende due “parti”: il piano inferiore è sede del circolo arci, per il quale la tessera è obbligatoria e non ci si può far nulla. la parte superiore però è asso-lutamente frequentabile e a disposizione di chiunque per iniziative di vario tipo, senza bisogno di tessere o soldi. Certo qualche insulto ogni tanto ci vuole, siamo mica moralisti... ;)

Simone Cappio Borlino

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S o t t o b a n c o 5S o t t o b a n c o

A l l a r e d a z i o n e d i “ S o t t o b a n c o ” e “A S i n i s t r a ” . S f o g o u n p o ’ p e r s o n a l e , u n p o ’ C o l l e t t i voIl Collettivo Studentesco Valdostano è impegnato nel mondo dell’istruzione e nella realtà giovanile della nostra Regione ormai da più di due anni. Concretamente ha organizzato incontri, autoinformazioni, mani-festazioni, si è esposto e ha ottenuto risultati protestando insieme agli studenti dell’Università della Valle d’Aosta contro la chiusura della laurea specialistica in Psicologia e ha cercato di creare momenti aggrega-tivi e di svago, come corsi di giocoleria e, proprio in queste settimane, un’esposizione di disegni realizzati da studenti, che ha riscontrato successo e interesse coinvolgendo decine di ragazzi. Tra gli altri progetti, il Collettivo aveva deciso di dare vita ad un cineforum auto-organizzato dal titolo “Visioni di Impegno”, rivolto in particolare ai giovani e in generale a chiunque volesse passare qualche ora guardando e analizzando film che documentano, sotto più punti di vista e esplorando diversi ambiti della società, l’impegno civile e la partecipazione alla vita sociale e politica della realtà in cui si vive. Per citare alcuni titoli: I cento passi, L’Odio, Persepolis, Sacco e Vanzetti,... Un’occasione per incontrarsi, confrontarsi e, perché no, anche divertirsi.Per realizzare questo progetto il Collettivo ha partecipato al concorso per l’assegnazione dei bandi re-gionali di finanziamento “Giovani in M.O.T.O”. Il progetto non è stato accettato. Pazienza, può capitare. Ora, alcune perplessità nascono leggendo invece i titoli di alcuni dei progetti selezionati. Si va dal “Grand Combin in cinque S.E.N.S.I.” (primo in classifica), al “The courtil game – Gioco da tavola per conoscere gli orti dei nostri villaggi” (secondo in classifica), fino alle “Olimpiadi del boscaiolo” o a “I giochi di una volta – Les joa’ d’un co’”, ecc... Molti altri sono sullo stesso genere. Premettendo che non conosciamo la qualità dei progetti e che quindi il nostro non vuole essere un giudizio su questi, appare evidente che largo spazio e visibilità sono dati alla tradizione e alla cultura valdostana. Il problema è che la salvaguardia o l’esaltazione della tradizione non dovrebbero avere la precedenza su quello che è lo scopo di questi bandi: coinvolgere i giovani e dar loro la possibilità di fare cultura. Per metterla sul banale, un giovane è più propenso a guardare un film in compagnia o a spaccare legna?C’è un altro aspetto della questione che merita di essere evidenziato. Le tradizioni della nostra Regione non sono fatte solo di sabot, mucche e rebatta, ma affondano le loro radici in un terreno molto più profon-do, molto più fertile e molto più nobile: quello della Storia. In particolare nella Resistenza e nella lotta par-tigiana. Anche in questo caso, si tratta di impegno civile. Se si vogliono davvero valorizzare le tradizioni, allora lo si faccia in modo completo e cogliendone gli aspetti che davvero possono e devono far parte del bagaglio culturale di ognuno.Potreste dire che siamo troppo coinvolti, che si tratta di una questione quasi personale. È vero. Potreste dire che siamo di parte. Di nuovo, risponderemmo che è vero. Perché, ancora una volta, si tratta di impegno.

Simone Cappio Borlino

Collettivo Studentesco Valdostano

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S o t t o b a n c o6 S o t t o b a n c o

L a r e l i g i o n e t o r n a a d a r e c r e d i t oRendere implicitamente obbligatorio il facoltativo. Trasfor-mare una libera scelta in una convenienza. Gratificare chi opta per l’ora di religione di una condizione di vantaggio rispetto a chi, per le più diverse ragioni, decide di non av-valersene. La sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce l’importanza determinante dell’insegnante di religione «ai fini dell’attribuzione del credito scolastico» intacca un prin-cipio d’eguaglianza e introduce un criterio di esclusione per chi quel credito non può o non vuole ottenerlo. All’interno della scuola pubblica la partecipazione alle le-zioni di religione diventa quindi un viatico per crediti che, in una mentalità industrialista per tutti gli ordini e gradi del nostro apparato istruttivo, saranno appetibilissimi per ogni studentessa e per ogni studente. Vince quindi, per ora, il presupposto che pone la religione al pari dell’insegnamento della matematica, del latino, del greco, dell’italiano, della fi-losofia e della storia, eccetera, eccetera.Che questa, in fondo, sia una vittoria della severità cattolica per l’autorevolezza del messaggio di Santa Romana Chie-sa nelle scuole italiane è tutto da dimostrare. Si potranno conteggiare gli aumenti di iscrizioni all’ora di religione, ma quanto questo si traduca in un vero apprendimento sarà dif-ficile poterlo verificare. Mi sembra anche molto offensivo questo modo di intendere l’insegnamento di una religione, ammesso che questa si possa insegnare e non apprendere, invece, attraverso percorsi personali che nascono dall’interrogazione, dal dubbio, dalla fede, dall’incontro con il trascendente: si ha fede non grazie a dei crediti scolastici.Appare invece come un tentativo di far accettare ai giovani lo studio della storia delle religioni, i culti, con uno specialissimo riferimento a quello cattolico, a sentire qualche sorta di predica dottrinale sul valore della famiglia, sulla morale, sulla sessualità, per cercare di limitare il numero di studenti che scelgono attività alter-native facendo assumere importanza all’insegnante di religione nel determinare il credito scolastico. Invece di cercare di far restare gli studenti in classe con il “ricatto” sarebbe interessante chiedersi perché que-sti vogliono uscirne e di conseguenza ripensare l’utilizzo di queste ore in modo da renderle più coinvolgenti e meno orientate verso la religione nell’ottica di un catechismo. Questo tempo dovrebbe essere un patrimonio

per l’inclusione di opinioni, religioni, visioni diver-se, sempre maggiori nell’epoca dell’interculturali-smo, ma viene sacrificato per lo più a sterili esposi-zioni unilaterali di una visione della religione, quasi esclusivamente quella cattolica, a proposito della sua storia, dei suoi riti, dei modi di vita. Ripensare l’ora di religione orientando l’utilizzo di questo modulo verso la crescita personale e del-la classe e l’apprendimento, con modalità di lezio-ni non frontali, multimediali, attive e coinvolgenti, della tolleranza e della presenza di visioni diverse dalla propria nel corso dei primi due anni. Nel trien-nio successivo completare il percorso con un appro-fondimento storico, filosofico e antropologico delle maggiori religioni, non solo monoteiste, spesso poco conosciute, ma sempre più spesso a noi vicine con il fenomeno dell’immigrazione. Inutile sottolineare come un insegnamento in questo senso ridurrebbe la diffidenza e la distanza tra le diverse culture nella scuola, oggi fisicamente separate, proprio dall’ora di religione. La speranza di un’ora di religione che non sia più vissuta e intesa come un catechismo, ma sia un passo verso una migliore conoscenza delle proprie e altrui tradizioni, in funzione di una società con meno pre-giudizi e timori del diverso oggi sembra proprio una preghiera inascoltata.

Paolo Guaramonti

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7S o t t o b a n c oS o t t o b a n c o

L a r e l i g i o n e t o r n a a d a r e c r e d i t o

O n o r e a i c a d u t i ( ? ! )

Lo sport non simboleggia sempre la pace. Infat-ti, il 1942 fu segnato da una tragedia.L’Ucraina fu conquistata dalla Germania nazista nel 1941 e tutti i club sportivi furono chiusi. La Dynamo Kiev fu sciolta e i suoi calciatori fu-rono impiegati come prigionieri di guerra in un panificio. I Tedeschi, appena seppero della loro presenza, organizzarono una partita tra una de-legazione Tedesca ed essi per dimostrare la su-periorità della razza ariana. L’ex Dynamo Kiev vinse 4 a 0 davanti a 20000 Ucraini. I generali tedeschi organizzarono un’altra partita il mese seguente. La Dynamo Kiev aveva l’ordine di perdere. 500 unità delle S.S. vennero disposte

all’esterno dello stadio e altre 200 vennero schierate in campo pronte a fare fuoco su chiunque avesse esultato per un goal della Dynamo. Dopo un primo tempo conclusosi 1 a 0 per la Germania, la partita terminò 3 a 1 per la Dynamo. Per rappresaglia, davanti a 44000 connazionali, l’intera squadra fu fatta disporre in ginocchio sul cerchio di centro campo e uccisa, tranne il capitano e portiere Nikolai Truse-vich che venne posto nella propria porta mentre un ufficiale nazista gli sparava dal dischetto del calcio di rigore. La tifoseria della Dynamo Kiev disse che quell’ultimo rigore, Trusevich lo parò con il cuore.

Metti che domani (uhm...) il Perù deci-de di invadere l’Italia come misura pre-ventiva perché è convinto che il Nano abbia armi batteriologiche che vuole usare per compiere atti terroristici. L’Italia mobiliterebbe giustamente l’e-sercito per resistere all’invasione. Tuo fratello è militare di leva e durante gli scontri rimane ucciso. Tua moglie stava andando a prendere tuo figlio a scuola e entrambi muoiono sotto i bombarda-menti. La soverchiante potenza bellica peruviana fa si che nel giro di un mese Roma cada, e viene istituito un governo provvisorio guidato dai peruviani. Perdi il lavoro. I tuoi genitori, anziani e infer-mi, rischiano di morire di fame. Posti di blocco ovunque. Il mondo intero ti vede come terrorista. Sei costretto a restare a guardare un’onnipotente nazione straniera con alleati al seguito che distrugge il tuo Paese, ne prosciuga le ricchezze e si arricchisce ulteriormente ricostruendolo.E tu non prenderesti forse un cazzo di fucile per sparare a ogni peruviano che ti si pari davanti??Non riempiresti una macchina di tritolo per lanciarla contro ai posti di blocco??Accetteresti forse che i soldati peruviani morti durante gli scontri vengano chiamati eroi??

Paolo Guaramonti

Torrent Davide

Gabriele Koki Coquillard

U n a s t o r i a m a i r a c c o n t a t a

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CICL.IN.PROP.VIA MOCHET,7 PRC

Matteo AmatoriMatteo CastelloAndrea PadovaniAlessandro Pascale

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Scrivici via e-mail, oppure raggiungici su facebook iscrivendoti al gruppo Sottobanco - Bollettino di informazione per studenti intelligenti. Altri gruppi su facebook per gli interessati sono Giovani ComunistiValle d’Aosta e Federazione dellaSinistra Valdostana.Un sito interessante èhttp://www.rifondazionesevda.org

Il 2008 e il 2009 sono stati anni terribili per i movimenti indipendentisti di tutto il mondo: nel maggio 2008 le Tigri Tamil, che lottavano per la creazione di uno stato socialista indipedente nel nord dello Sri Lanka, sono state sconfitte e la popolazione civile di etnia tamil subisce ancora oggi un trattamento disumano da parte delle autorità cingalesi. Tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009 Israele ha dato il via a una massiccia operazione militare, l’operazione “piombo Fuso”, che a Gaza ha provocato oltre mille vittime tra i civili Palestinesi, un popolo senza stato da più di 60 anni. Poco tempo dopo anche il Movimento per l’emanci-pazione del Delta del Niger, che combatte lo strapotere delle multinazionali del petrolio in quella zona, ha deposto le armi. arrendendosi al governo nigeriano e ponendo fine ad un cruento con-flitto scoppiato nel 2006. Sempre nell’estate del 2009 una rivolta degli Uiguri, popolazio-ne musulmana di etnia turcomanna, ha subito una violenta repressione da parte del governo cinese che non ha nulla da invidiare a quelle scatenate contro i tibetani.La storia di queste popolazioni, ignorata della magior parte dei media, sarà al centro di alcu-ni dei prossimi incontri di Auto-informazione: dopo quello dedicato alla causa Palestinese, assieme ai Giovani Comunisti stiamo organiz-zando un incontro incentrato sulla questione curda, che si terrà all’espace populaire tra l’11 e il 12 giugno. Nel frattempo vi aspetto per il prossimo appuntamento di Auto-informazione, il 9 giugno alle h 14:30 al parco della stazione. Tema: la storia italiana da Piazza Fontana a Tangentopoli!

Altri appuntamenti:Venerdì 11 giugno alle ore 17.00 nel Palazzo Regionale di Aosta (Via Bonifacio Festaz di Aosta) ci sarà un incontro de-dicato all’informazione sulla questione del SIGNORAGGIO BANCARIO. L’oratore sarà Sandro Pascucci. INGRESSO GRATUITOMaggiori info su: http://www.primit.it/, http://forum.primit.it/, http://fiere.primit.it/Sottobanco sta organizzando una festa da fare per il 18 giu-gno. Siamo ancora nel pieno dei preparativi quindi non sap-piamo darvi informazioni più precise. Tenete d’occhio inter-net, chiunque voglia tenersi aggiornato sulle nostre iniziative può iscriversi alla newsletter del sito http://www.rifondazio-nesevda.org/ oppure a uno dei gruppi su facebook di cui tro-vate i contatti qua sotto. Abbiamo anche in mente di organizzare una serie di incontri sulle tematiche più varie (per lo più la storia contemporanea, la politica e l’approfondimento del pensiero filosofico e po-litico di certi autori, tra cui ovviamente il buon vecchio Karl Marx, di cui vi consigliamo l’ottima lettura D. Fusaro – Ben-tornato Marx, disponibile in prestito presso la biblioteca re-gionale). Chiunque voglia proporre iniziative di ogni tipo sa di poter contare sul nostro appoggio. Ogni spunto è ben accetto!

Isma Fayad