Manifesto del Partito - POPOLO SOVRANO · 2017. 9. 10. · Ecco qui un sovrano brigare sottobanco...

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Indice generale

MOTIVAZIONI E OBIETTIVI.....................................................................................6Sovrani di carta................................................................................................................................6Situazione capovolta........................................................................................................................7È necessario agire..........................................................................................................................10

LA RIFORMA – SINTESI..........................................................................................12Cambio dell'ottica..........................................................................................................................12Cosa vuole Popolo Sovrano?.........................................................................................................12La legge per potenziare il momento del voto................................................................................17

LA RIFORMA – DETTAGLI......................................................................................18Scomparsa del contante: che significa?.........................................................................................18Conto corrente sovrano ad ogni cittadino......................................................................................18I nuovi flussi di denaro..................................................................................................................20

Che succede acquistando prodotti e servizi?.............................................................................20Come si pagano le gabelle?.......................................................................................................20Acquisti senza Iva.....................................................................................................................21

Perché l'Iva?...................................................................................................................................21Perché 'proprio' l'Iva?................................................................................................................22Perché 'solo' l'Iva?.....................................................................................................................23Perché 'unicamente' l'Iva?........................................................................................................23Perché l'Iva in "aliquota 'unica"?..............................................................................................23

Perché l'Iva è il futuro?..................................................................................................................24Il Tetto Massimo............................................................................................................................25Quota Stipendi...............................................................................................................................26Iva e Forze dell'Ordine...................................................................................................................27Gabelle di Ritorno..........................................................................................................................29Reddito Sovrano............................................................................................................................31Reddito di Uguaglianza.................................................................................................................31Iva e Welfare Finanziario (pensionistico, familiare e aziendale)...................................................33Welfare Volontario.........................................................................................................................35Servizi sempre gratuiti...................................................................................................................35

I grandi enti tecnico/gestionali..................................................................................................38Gas ed energia elettrica........................................................................................................39Nettezza urbana....................................................................................................................39Ferrovie................................................................................................................................39Acqua potabile......................................................................................................................39Strade e autostrade................................................................................................................40Trasporti locali......................................................................................................................40Ambiente..............................................................................................................................40Poste e Reti telefoniche/Dati................................................................................................40

Servizi sempre completi.................................................................................................................41A ognuno il suo..............................................................................................................................42

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Assicurazioni dei veicoli a carico dello Stato...........................................................................42Stipendio agli studenti...............................................................................................................42

Democrazia diretta........................................................................................................................42

VANTAGGI & PERPLESSITÀ..................................................................................44

PROGRAMMA DI GOVERNO.................................................................................46Prima legislatura (2018-2023).......................................................................................................46

SITO INTERNETwww.popolo-sovrano.org

PAGINA FACEBOOKPopolo-Sovrano

INDIRIZZO [email protected]

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LO STATO SONO IO

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Il presente documento necessita di contributi ed è pertanto da ritenersiperfettibile sino all'inizio della nuova campagna elettorale.

Il particolare linguaggio in esso adottato ha solo la funzione di rimarcare itre ruoli che andranno a perfezionarsi. I tecnici degli enti al passo coitempi e gli amministratori capaci perdoneranno, capiranno, easseconderanno.

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MOTIVAZIONI E OBIETTIVI

Sovrani di cartaLe rivoluzioni ottocentesche non hanno permesso ai popoli il reale conseguimento delle loro

sovranità. Per motivi tecnici, sono sempre stati chiamati a decidere del proprio destino una voltasola ogni cinque anni; in pratica, un giorno solo ogni milleottocento circa. Il rito elettorale, datocome sufficiente solo perché è impossibile riunire ogni giorno milioni di persone nell'ideale piazzadi Atene, ha però permesso alla cosa pubblica un potere dilagante, sfacciato, a volte persinoirresponsabile. Mentre le Forze Armate e le Forze dell'Ordine (gli uomini del re), assieme apochissimi altri Servizi dove "la morte scandisce il ritmo", hanno mantenuto il rigore, la disciplina ela mancanza di pretese, i politici e i funzionari, invece (gli antichi servi di palazzo) hannoaumentato i propri privilegi, rendendosi di fatto praticamente insostituibili. Non parliamo qui solodei politici di più alto lignaggio, ma anche degli enti palesemente superflui e dei lavoratori ormaisuperati dai tempi.

In breve: cos'è successo? È successo che la rivoluzione si è fermata a metà, perché "milioni disovrani" e "nessun sovrano", ovviamente, sono purtroppo la stessa cosa. Esautorati i principi e i re, icittadini non hanno potuto fisicamente entrare nei palazzi a governare tutti i giorni, come facevano inobili. Nei palazzi sono così rimasti soltanto i servi, e quindi è cominciato il disastro. Senza più iconti e i marchesi a tenere la servitù e i contabili con pugno di ferro, senza più i sovrani a mettere iministri delle Finanze nelle mani del boia, senza più i duchi a pretendere chiare cifre dai ragionieritimorosi, e senza più i baroni ad esigere un impeccabile servizio dai domestici sottomessi, tutto ilpotere si è inesorabilmente spostato verso i funzionari e i politici; e, quindi, in mani sostanzialmentealiene. Mani che avrebbero dovuto sempre restare "a lato", esistere solo per obbedire; anche peressere reggenti... Ma che, invece, alla lunga, sono diventate usurpatrici.

Il popolo è così, da circa centocinquant'anni, sovrano soltanto sulla carta, per definizione, cioè inastratto; ma nella sostanza, è un'entità molto meno importante del piccolo orfano che, pur nonpotendo ancora regnare, aveva almeno madre o zio a difendergli la proprietà. Il rito elettorale – ilmisero giorno ogni cinque anni – non solo non è mai divenuto sostanza, ma si è pure trasformato infarsa. E giustamente: non si può pretendere troppo da un solo ed unico giorno, soprattutto inmancanza di tecniche e idee.

L'elettore elegge i politici. Ma che significa eleggere? È la conclusione di tutto? No, eleggeresignifica semplicemente scegliere, e scegliere è soltanto uno dei tanti momenti critici di chicomanda. Il sig. duca, ad esempio, per il palazzo sceglie i nuovi stallieri, cuochi, camerieri,guardarobieri, contabili, maggiordomi ecc., ma poi comanderà esattamente come prima; il signorgenerale, altro esempio, per la battaglia nomina i nuovi comandanti di cavalleria e fanteria, ma poicomanderà più di prima; l'imprenditore, per la sua nuova fabbrica, assume i vari ingegneri,ragionieri, operai, tecnici, impiegati, ma poi sarà ancor più saldamente al comando. Nessuno,dunque, una volta scelti i suoi subordinati, scompare come fa il cittadino.

Nelle pochissime ore prima del voto, ecco il popolo circondato da inchini, espressioni dideferenza, manifestazioni di buona volontà, sorrisi, umiltà, cuore aperto... Il potere, sia pure perpochissimo tempo, cambia davvero sede. Ma dal giorno seguente la votazione, siccome i sovraninon avranno più alcuna voce in capitolo, la ferrea presa si interromperà, e tutto tornerà sotto ill'indisturbato arbitrio degli stipendiati.

Non c'è ovviamente alcun giudizio di merito nell'essere servi (ogni cittadino lo è, ad esempio,quando accoglie un cliente o quando riceve uno stipendio): l'errore è quello di essere re e di nonregnare, di essere duca e di non governare, di essere generale e di non comandare, di essereimprenditore e di non guidare.

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Inutile, per cercare di giustificare reggenze infinite, tentare dei facili agganci con mondi lontanida quelli dello Stato: è vero che nelle grandi aziende commerciali i dipendenti agiscono con lamassima libertà, e che gli azionisti neppure sanno dove stia di casa l'azienda; ma è vero anche che,di una nazione, non si possono venderne le quote. In una nazione, anzi, ci sono questioni etiche darispettare: tutti debbono essere protetti, tutti debbono guadagnare, e, tutti, soprattutto, debbonoessere consci che il potere mal gestito apre la via alla morte che calpesterà chi ha fame, chi èmalato, chi non ha mezzi, e chi è senza lavoro.

Inutile ritenere poi (con un pizzico di superbia), che un'elezione democratica sia una questioneassai diversa dal nominare maggiordomi, stallieri, cuochi, camerieri, guardarobieri, contabili, ecc.: èsempre uno scegliere, è sempre un affidare; se poi il padrone latita, il disastro è garantito, comepure le occasioni perdute.

È anche inutile (con un filo di speranza) confidare in una emulazione dei popoli del Nord, dovele amministrazioni pubbliche sono attente e capaci. Fino a non molto tempo fa, infatti, alcune diqueste nazioni erano frammentate in centinaia di signorie e principati, dove non era affattoimpossibile, per il responsabile d'un qualche villaggio, partire alla mattina a cavallo, essere nelpomeriggio dal principe o signore, e vedere il problema già risolto entro sera. I popoli del Sud,invece, discendono da imperi millenari, retti in loco da funzionari statali, con re e imperatori lontanimille miglia. Sono mondi diversi, che hanno generato spiriti diversi.

Situazione capovoltaAl sodo! In base alla Costituzione, il cittadino riveste entrambi i ruoli di suddito e di re. Quindi,

per far andare bene le cose, li deve rendere entrambi operativi per lo stesso identico tempo. Non puòessere obbediente suddito per cinque anni, e potente re per un giorno solo.

Per rivestire entrambi i ruoli, però, deve usare sia la testa che la tecnica. Non è una novità: ilpotere esercitato in quell'unico giorno, ad esempio, le richiede entrambe. Particolarmente, laseconda. Il voto dev'essere segreto e affidabile (concetti ovvi, richiedenti poca testa), ma poiservono matite uguali, scatoloni chiusi – ma fessurati –, gruppi legalmente incaricati, schede condiversi colori, silenzio e niente foto mentre si vota, orari precisi, date precise, chiare metodologie dispoglio, notifiche del Comune agli aventi diritto, elenchi con i nomi dei votanti, servizio divigilanza notturna... (cioè, molta tecnica). Così non fosse, infatti, i cittadini non regnerebberoneppure quel giorno.

Non si può dunque estendere il potere senza usare la testa e la tecnica; però, prima di usarle,occorre la certezza di doversi muovere. È proprio così? Siamo davvero sicuri che sia assolutamentenecessario rivestire entrambi i ruoli per lo stesso identico tempo? O non sarà invece meglio, comespesso suggerito, scegliere stallieri più competenti, maggiordomi più discreti, camerieri più onesti,giardinieri più volenterosi, cuochi più bravi, e contabili meno ermetici? Detto in altre parole: lanave (ossia la nazione) è comunque a posto, può funzionare bene, ha solo bisogno di sostituire gliufficiali... O è nata invece capovolta, con la sala comando sotto la linea di galleggiamento? Ilsistema, in altre parole, è più che normale, serve solo qualche correzione... Oppure, qualsiasi cosafaremo, la nave andrà sempre e comunque dove vuole il vento perché ha l'elica fuori dall'acqua? C'èdel disordine da sistemare, insomma, o siamo nella follia? Se una nave ha un motore dacinquantamila cavalli, e questo si guasta, avremo sicuramente del disordine da rimediare; ma sedispone invece del motore di un'utilitaria, e questo si rompe, anche aggiustandolo resteremo semprein una situazione folle.

Dunque, cosa ci dice la percezione? 'Disordine' o 'follia'?Se ci guardiamo un po' attorno, vediamo subito che vita fanno i sovrani della rivoluzione

interrotta a metà. Eccone qui uno, ad esempio, re a tutti gli effetti, e quindi padrone dell'interanazione, vivere in miseria, disperato, senza sapere cosa dare da mangiare ai figli, mentre tutti i suoiservi vivono sempre sereni, spendendo tranquilli i propri stipendi per l'intera vita.

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'Normalità'...? O 'follia'!? "Disordine da sistemare"... O "nave da tirare in secca"!?Ecco qui (altro esempio) un sovrano schiacciato dalle tasse, e costretto a emigrare ed a lasciare la

sua adorata nazione, e là, nella Sua amministrazione, un numero gigantesco di servi "da mantenerecomunque per non creare ulteriore disoccupazione". Ecco qui un sovrano (altro esempio) lavorareanche se indisposto (perché l'impresa deve rendere) e là, nella Sua pubblica amministrazione, serviche, quando telefonano per segnalare che non stanno bene, si sentono rispondere: «Ma no,professore, stia a casa qualche giorno in più. Chieda almeno due settimane, se no con tre soli giorninon possiamo nominare il supplente».

"Solo un po' di disordine da sistemare"?Ecco qui un sovrano (proseguiamo a valanga?) massacrato di multe perché sulla fattura ha scritto

in modo illeggibile una data, e là, tutti i suoi enti pubblici, sperperare il denaro in opere inutili nelpiù totale disinteresse degli alti funzionari dello Stato. Ecco qui un sovrano soffocato dai debiti, conle banche che gli chiedono di rientrare, e là, le amministrazioni pubbliche, stampare Titoli chesaranno pagati fra cinquant'anni dai pronipoti dello stesso re. Ecco qui un sovrano chiedere soldialle banche per lavorare, ricevendo in cambio solo un lunghissimo terzo grado, e là, nella stanza afianco, un dipendente statale di nessun valore produttivo né perizia tecnica (ce ne sono molti),accolto con tappeto rosso, fanfara di benvenuto, e bancari genuflessi. Ecco qui un sovrano brigaresottobanco ed essere giustamente punito dalla legge, e là, nello Stato, milioni di dipendentiritrovarsi con lo stipendio raddoppiato perché, non facendo rispettare le leggi, in quella certa area iprezzi si sono dimezzati. Ecco qui un sovrano entrare in carcere perché ha osato minacciare nuovefrontiere col gesto estremo della secessione, e là, dei servi stipendiati, demolire i confini nazionalidall'interno, per creare, senza chiedergli alcun permesso, altri milioni di sovrani, come se leproprietà e i diritti reali nemmeno esistessero. Ecco qui un sovrano indeciso tra l'ipotecare la casa oil licenziare i dipendenti, e là, la sua amministrazione pubblica, pretendere pure d'essere pagata perpermettergli di ottemperare alla legge ed obbedire così alle disposizioni normative. Ecco qui unsovrano tormentato da cartelle esattoriali zeppe di more e di minacce, e là, invece, la pubblicaamministrazione dirgli senza battere ciglio: «Certo che pagheremo! Ma quando avremo i soldi,però. Ad occhio e croce, fra tre o quattro anni. Buona giornata!». Ecco qui un sovrano trattatosempre e comunque da potenziale evasore, e là, invece, la sua pubblica amministrazione ignoraresituazioni sotto gli occhi di tutti perché scrivere i nomi degli stranieri è difficile, e a ben vederenemmeno si sa a quale indirizzo poi inviare le carte, e se chi le riceverà sarà in grado di leggerle, onon sarà magari ritornato al suo Paese, o cambierà ancora nome e quindi codice fiscale... Inutile,insomma, far perdere tempo agli impiegati pubblici! Ecco qui un sovrano in carcere perché hadifeso con la forza la casa assediata dai ladri, e là, sereni, i funzionari responsabili della provincia,olimpici ed intoccabili, non essere mai arrestati dalle Forze dell'Ordine, mai licenziati dal Ministero,mai costretti a rifondere i danni. Ecco qui un sovrano obbligato a passare anni tra avvocati etribunali perché, sentiti dei rumori, ha sparato due colpi in aria, e là, alti funzionari dello Stato,autorizzare l'ingresso in provincia di clandestini senza nome, né documenti, né nazionalità. Ecco quiun sovrano assistere in tutti i modi possibili i suoi clienti, cercando d'inventarsi ogni giorno qualchemiglioria, e là, negli uffici pubblici, gli impiegati statali sbattergli in faccia incomprensibili modulidicendogli semplicemente: «Compilare!». Ecco qui un sovrano costretto a spendere parte dei suoiguadagni in allarmi, sistemi di sicurezza, serrature elettroniche, ecc., e là, dei funzionari chegestiscono Forze dell'Ordine praticamente onnipotenti, nemmeno andare a scusarsi con le vittimedell'ennesimo furto, ma anzi spiegare ai giornali e alle TV l'importanza di farsi un'assicurazioneprivata, di non avere sbarre alle finestre distanti più di sette centimetri l'una dall'altra, di nonsostare troppo a lungo davanti ai negozi, e pure l'importanza di non dire mai a nessuno (nemmenoad amici e parenti) che si sta per andare in vacanza. Ecco qui un sovrano costretto ad esserecontabilmente chiaro, ordinato, preciso, e là, l'amministrazione, talmente caotica e ingarbugliata daessere praticamente 'insondabile' dal suo stesso padrone. Ecco qui un sovrano sottomettersi

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volentieri a nuove tasse per sostenere disastri ambientali o sforzi innovativi, e là, le sueamministrazioni, pretenderle poi per l'eternità, magari applicandoci pure l'Iva. Ecco qui un sovranodisoccupato, in angosciosa ricerca del lavoro, e là, lo Stato di cui è padrone, rifiutargli un impiegoperché deve salvare il posto a chi ha già l'impiego pubblico da un’eternità. Ecco qui un sovranobravo, competente, produttivo, senza più lavoro perché non c'è mercato, e dall'altra parte, invece,costosissimi ministeri responsabili di numerose province oppresse da illegalità, non sognarsinemmeno di licenziare un solo funzionario perché, dal punto di vista formale, "tutte le carte sono aposto". Ecco qui un giovane sovrano costretto a pagare costose lezioni private perché non riesce astare dietro al programma, e là, imperturbabili, dei professori cento volte più numerosi delnecessario perché operanti in modi pregalileiani, con però tutti i posti di lavoro assolutamentegarantiti. Ecco qui un sovrano dover assicurare i propri spazi perché la legge lo ritiene responsabiledi tutti gli imprevisti, e là, l'amministrazione, caricare quelli che andrebbero protetti di tutti i suoistessi pesi assicurativi. Ecco qui un sovrano costretto a fare mille calcoli per poter pagare le tassesenza essere poi multato (facendo quindi un mestiere non suo) e là, la serena amministrazione, contutti i dati già raccolti per legge e costosamente segnalati, nemmeno sognarsi di fare un incrocio deidati e una moltiplica per mandare ai cittadini il conto già fatto. Ecco qui un sovrano rovistare tra lecassette del mercato perché la pensione non gli basta più, e là, i Suoi servi, invece d'addossarsi ognicolpa, scrivergli con grande serenità: «Ci siamo accorti d'averle dato dei soldi in più. Per i prossimitre mesi non le daremo la pensione».

È tutto normale, allora? La nave va solo 'sistemata'? Serve un po' di "manutenzionestraordinaria" e poi... "Via, tutti pronti per la crociera"? Oppure... Oppure va portata in bacino ecapovolta?

La risposta (si avesse paura a darla), si può anche ottenerla per via indiretta. Se la nave è propriocapovolta, infatti, allora siamo in presenza di follia. Ma la follia, inevitabilmente, genera a sua voltala falsità, perché è solo facendo finta di non vedere che una popolazione potrà accettare d'andar permari con l'elica fuor dall'acqua. E la falsità – inevitabilmente – con gente normale e intelligente,genererà a sua volta il grottesco, la farsa, il teatrino: in una parola, la risata.

Dunque? Abbiamo anche questi, di fenomeni, nel regno senza un re? Grottesco, farsa, teatrino erisata?

Ad esempio: i giornali e le TV hanno parlato per molti giorni dell'ennesima tragedia inagricoltura, e così, il Parlamento, messo sotto pressione, ha legiferato e risolto il problema in unasettimana. Poi, davanti al cittadino senza parole, i politici si vantano d'aver rapidamente risolto lasituazione criminale che aveva piagato il territorio negli ultimi centocinquant'anni. Ecco i giornalie le televisioni – altro esempio – mostrare chilometri d'immondizia oceanica, perché ai servi dipalazzo di moltissimi Stati del mondo non è mai interessato nulla della plastica proveniente dafiumi e laghi, e poi, davanti al cittadino incredulo, ecco alcuni politici andare in spiaggia araccogliere del polistirolo per insegnare al popolo la giusta sensibilità ambientale. Ecco qui(esempio a lato, ma pur sempre grottesco) un cittadino vivere indigente e malato, nel più completoanonimato pubblico, mentre la tecnologia attorno a lui è in grado di operare il trattamento delleinformazioni in modi divini, e pure annullando le distanze. Ecco qui un sovrano fare sforzi enormiper riuscire a vedere i suoi veri conti pubblici, mentre attorno a lui le macchine, con un click, sonoin grado di fargli addirittura vedere le singole tegole dei palazzi di tutto il mondo, fargli contare(volesse) l'esatto numero dei cubetti di porfido che lastricano le piazze del pianeta, fargli osservaremetro per metro le strade, le vie, le case, i vicoli di milioni di città, paesi, villaggi e campagne, emiliardi d'altri particolari in precisissima definizione. Ecco qui il ciambellano di corte (cioè ilParlamento), finire sempre sotto accusa per tutto, colpevolizzato sempre di tutto, aggredito sempredai media e dai cittadini, e là, invece, servi di importanza molto minore, nei ministeri, vivereassolutamente sereni, senza stress, anche dopo aver causato disastri epocali. Ecco qui aziendeprivate adottare un welfare infinitamente più intelligente di quello comandato dallo Stato, e là, lapolitica ignorare semplicemente i problemi delle persone.

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Beh? Ci sono o non ci sono il grottesco, le marionette, e la farsa? Se la risposta è sì, allora lanave è proprio capovolta. Ma attenzione! Se è capovolta, allora dietro al grottesco e alla falsità cisarà pure, in qualche caso, l'astuzia del servo che fa la cresta sulla spesa col tacito assenso di tutti glialtri servi di palazzo. Non è forse vero, ad esempio, che sono solo i cittadini a dover fare spesso deitraslochi, e quindi a dover abitare in case piccole, fatte per vivere e non per lavorare? Certo che èvero! E non è forse vero che sono invece le amministrazioni ad essere stabilmente insediate ingrandi palazzi, utilizzati solo per lavorare, con sempre tutto sotto mano, mai un trasloco e tutto inordine? Certo che è vero! E infatti, siccome è vero, e siccome dalla falsità viene il grottesco, e daquesti la furbizia, alcune amministrazioni, per molti decenni, hanno mandato a tutti i cittadini,quindi anche a quelli che avevano già pagato certi tributi, l'ordine di presentarsi con le ricevute dipagamento nella speranza che, ad anni di distanza, fra traslochi, ordine, disordine, bambini chetirano i cassetti, roba che sparisce, incendi, furti, nascite, lutti, divorzi, malattie, incidenti, fossepossibile farli pagare a due volte.

Stop con gli esempi? Inutile proseguire, vero? In assenza del padrone, solo i giornali e le TVpossono far emergere i problemi fino a renderli prima notizia, poi scandalo, quindi cancrena e forsesoluzione. Lo possono perché sono i soli – guarda caso – ad avere il cittadino come 'signore' e 're'. Igiornali perché è un lettore pagante, e le TV perché è lo spettatore delle pubblicità. Senza i giornalie le TV, infatti, nulla arriverebbe al Parlamento, mai, mai e poi mai. E quindi, qual è la rispostaultima? Servono dei politici e funzionari onesti, o serve invece il re? Servono dei nuovi cuochi dibordo, o serve invece il capitano? Serve una "politica finalmente responsabile", o serveun'amministrazione pubblica che non possa fisicamente spendere un centesimo in più di quel che leviene assegnato? Serve la correttezza, o serve che i politici e i funzionari non possano mai più faredebiti per principio?

Serve cioè la testa, e quindi la tecnica, o serve invece scegliere meglio?

È necessario agireLo Stato è una struttura armata, estremamente robusta, apparentemente invincibile. Sotto attacco

diretto reagisce in modi coordinati e, se l'offesa è portata avanti nel tempo, può diventare più fortedi prima. Il processo che lo porta alla dissoluzione, però, è identico a quello dell'acqua che riduce anulla il cemento o che sbriciola il ferro. Ogni fessura, in pratica, ogni incrinatura, aprirà la strada alacerazioni più grandi. Dato un problema pubblico, infatti, verrà sempre nominata una costosacommissione per studiarlo, e questa, prima o poi, creerà l'opportuno organismo statale atto arisolverlo. La soluzione produrrà inevitabilmente altre spese per il sistema; e siccome il nuovoorganismo, però, pensato da servi, strutturato da servi, gestito da servi, molto fragile per l'assenzadel padrone, porrà a sua volta altri problemi che, inevitabilmente, appariranno insuperabili senzal'adeguato studio di un'altra costosa commissione. Commissione che, prima o poi, creerà un altrospecifico organismo, e il processo andrà avanti così, infiltrando una quantità sempre maggiore dispese, finché tutto crollerà.

Con senso d'impotenza, e a volte anche d'orrore, il cittadino italiano assiste a questo continuo edinesorabile degrado. E da molti anni, ormai, vive addirittura sdoppiato, perché la stessa tecnologiache gli porta in casa tutti i giorni – attraverso le televisioni – le infinite vittime dello Stato, nonfunziona al contrario, cioè per risolvere all'istante, con fulminea azione sovrana, tutti quegli assurdiproblemi.

È ora di cambiare! Popolo Sovrano, relativamente alle prossime elezioni politiche, chiede agliitaliani la maggioranza assoluta per poter assemblare in Parlamento, con calma e senza sterilicontrapposizioni, una macchina amministrativo/finanziaria in grado di produrre un sistema chiaro,lineare, impossibilitato a far debiti, e perfettamente gestibile dai sovrani. Il sistema proposto – comesi vedrà – è di una semplicità operativa milioni di volte l'attuale, ma molto difficilmente potrà esserecreato dall'interno, pian piano, lentamente, con calma, perché i bilanci pubblici centrali e locali, nei

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decenni, sono talmente cresciuti in parametri, definizioni, misure, norme, interpretazioni,compensazioni, scorpori, codici, aliquote, eccezioni ecc., da rendere estremamente complicatoqualsiasi snellimento. Come nel caso del chicco raddoppiato ad ogni nuova casella della scacchiera,ogni aggiunta normativa ha moltiplicato in modi esponenziali l'effetto intricante e complicante ditutte le disposizioni precedenti; così, alla fine, il nodo contabile risultante è divenuto talmentestretto e ingarbugliato da impedire ogni sincera mossa. Diventa quindi necessario, come Alessandroa Gordio, estrarre la spada, e tagliare col passato, impegnandosi in una progettazionecompletamente nuova. Con un governo d'amplissima maggioranza, libero di agire, alle ore 00,00del 1° gennaio 2020, la macchina comincerà a funzionare, rivoluzionando la gestione pubblica etrasformando i cittadini in re.

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LA RIFORMA – SINTESI

Cambio dell'otticaCittadino è un termine molto bello, fine, elegante, storicamente affermato, e per comodità

adottato anche in questo Manifesto; ma è privo di significato logico, perché indica solo l'acculturatoche non vive in campagna e che, beato lui, prende tutte le decisioni nella famosa piazza di Atene.Fuori da questa, però, è lo zero assoluto dell'universo, perché cittadino è un modo d'essere, e nonuna carica o una funzione.

Il popolo deve invece accorgersi che, dopo le rivoluzioni ottocentesche, sulla scena ci sonoquesti tre chiari elementi: i sovrani, i servi di palazzo, e là in fondo, un po' meno visibili ma semprepronti a muovere, gli uomini del re.

Cosa vuole Popolo Sovrano?Conoscendo superficialmente il funzionamento di un motore Diesel, è facile comprendere i

principi di quello a benzina. Qui, però, dobbiamo fare un grosso salto, parlare di un motorecompletamente diverso, per così dire elettrico, e ci serve una breve panoramica iniziale perdelinearlo a grandi linee. Spetterà all'elettore, durante la lettura, immaginare le singole parti – quipresentate una dopo l'altra – simultaneamente funzionanti.

Per un sistema gestibile dai sovrani, il primo passo consiste nell'abolire l'uso del contante,un'operazione tecnicamente banale, già da molto tempo auspicata perché, con pagamenti soloelettronici, emergerebbe tutta l'evasione fiscale. Per Popolo Sovrano, invece, lo scopodell'operazione è quello esattamente contrario: far emergere tutti i conti pubblici fino all'ultimocentesimo. Il senso dell'operazione, insomma, consiste nel mettere nelle mani dei sovrani latracciabilità di ogni singolo movimento pubblico, rendendoli visibili tanto in termini di passato, dipresente, che di futuro. La scomparsa dell'evasione fiscale è certamente positiva: ma a guardar benesi tratta di un effetto minore, quasi irrilevante: l'evasione, infatti, è sempre stata la reazioneall'insaziabile fame pubblica, e non la sua causa. Nei Paesi dove le tasse sono molto basse, infatti, omolto ragionevoli, è quasi nulla.

L'eliminazione del contante, però, è solo la condizione iniziale, l'ambiente in cui si va ad operare.È come quando si vuole riarredare una stanza: prima bisognerà portare via i vecchi mobili, dare unatinteggiata, sistemare qualche presa, e pulire bene; poi, solo poi, procedere col nuovo mobilio.Cancellato il contante, quindi, messo l'ambiente sul 'pulito', i sovrani debbono compiere il primovero salto qualitativo: assegnare allo Stato – e a tutti gli enti pubblici in cascata – la sola Iva, cioèl'Imposta sul Valore Aggiunto. Tassa che, con i pagamenti ormai elettronici, l'Erario incameraistantaneamente ogni volta che il cittadino e l'impresa pagano dei servizi e dei prodotti. Tassa chepoi, tutte le notti, sarà subito percentualmente accreditata ad ogni singolo ministero o ente. Questo èil primo vero e grande mutamento dei rapporti.

«Io, re, assegno a te, mia pubblica amministrazione, il tipo di mantenimento che più m'aggradae più ti meriti».

Sì, anche che "più ti meriti", perché l'Iva è direttamente collegata al mercato. Più uno Statolavora, infatti, più rimuove gli ostacoli, più predispone i servizi, e più i consumi crescono. È quindiuna tassa meritata e meritoria.

Come si può intuire, siamo soltanto al secondo passaggio, ma l'effetto è già dirompente:

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mantenendo lo Stato con la sola Iva, la ricchezza e il lavoro si ritroveranno totalmente libere daogni tassazione. Lo Stato, per vivere, non potrà più aggrapparsi a tutto quello che gli pare, perchél'intero suo mantenimento sarà a carico della sola produzione. In un’altra forse più precisa parola,del prodotto. Il passaggio sarà quindi doppiamente rivoluzionario, sia perché meritorio, sia perchéliberatorio. Spariranno dai cittadini e dalle imprese tutte le tasse sui redditi e sui profitti, nessuncittadino farà mai più una sola dichiarazione dei redditi, nessuno farà mai più un versamento, maipiù un calcolo fiscale, e tutti i redditi aziendali potranno essere integralmente spesi o reinvestiti. Lebuste paga saranno sempre percepite per intero e scompariranno moduli, scadenze, calcoli fiscali,valori catastali, imponibili, tributi, contributi, cartelle esattoriali, condoni, oneri deducibili,detrazioni, traslazioni d'imposta (si potrebbe continuare per almeno due pagine)... Il mondoimprenditoriale potrà finalmente cominciare a lavorare senza più essere tormentato, disturbato,colpevolizzato, e vessato. L'Agenzia delle entrate, come tanti altri Uffici – Corte dei Conticompresa – diverranno preistoria.

Lo Stato, insomma, sarà da tutti mantenuto in modi assolutamente inavvertibili, perché, ad ogniacquisto, le macchine preleveranno, invisibili e silenziose, la percentuale spettante.

Ovviamente, l'equiparazione fra i cittadini (che cioè non devono essere né troppo ricchi, nétroppo poveri) non ha nulla a che fare con il mantenimento dello Stato. Un qualsiasi parlamento,quando vuole e come vuole, può comandare qualsivoglia tipo di livellamento. È una faccendapolitica, che nulla ha a che fare col denaro necessario a far funzionare dei Servizi. L'importante èsoltanto il fatto che lo Stato, comandato al fisco un qualsiasi livellamento, non possa mai incassare– in tutta l'eternità – un solo singolo centesimo extra Iva. Questo solo è l'importante; e la presenteriforma, fortunatamente, permette sia una cosa che l'altra.

Delle pensioni ne parliamo più avanti. Adesso c'è sicuramente una domanda a cui bisognarispondere.

«Lo Stato, e i vari enti pubblici, potranno ancora imporre le accise sulla benzina e sull'energiaelettrica? Potranno ancora imporre le gabelle sul plateatico, sulle insegne dei negozi, e quindivendere delle proprietà, affittare beni demaniali, assegnare bande televisive ecc.? Potranno cioèancora garantirsi dei monopoli, pretendere tasse per iscrizioni scolastiche, multare gli automobilisti,e quindi – in un modo o nell'altro – costringere i cittadini e le aziende a dover ancora pagare?».

Certo che possono, anzi, è loro dovere. La benzina e il gas da riscaldamento, ad esempio, nonchél'energia elettrica e l'acqua (in particolari condizioni) dovranno essere sempre gravati da pesantiaccise per mantenere l'efficienza alta ed i consumi bassi. Le gabelle, cioè le tasse dissuasive suicarburanti (ma anche su caccia/pesca, plateatici, parcheggi, vendite ambulanti, costruzioni,sigarette, alcol, scommesse, ecc.), saranno sempre utili perché avranno il compito di continuare afrenare dei comportamenti potenzialmente invadenti. Però (questa è la grande novità), tanto lo Statoche gli enti non potranno mai più spendere un solo centesimo di tutto quel denaro. Perché non è Iva,ma extra Iva, e per loro, assolutamente inutilizzabile.

Ma procediamo con ordine. Guai, infatti, a non mettere una misura a tutte le cose! Che significadire: "Lo Stato deve vivere dell'Iva"? Significa forse che può incassarne quanta ne vuole, e quindiassumere altro personale, fare ulteriori spese, e diventare ancora più pesante e insostenibile? No dicerto! Non possiamo permettergli di comportarsi così! Il costo del palazzo non va deciso dai servi,ma dal re: e dunque, occorre la misura. Solo così verrà messo, alla gola dello Stato, un bel collared'acciaio, indistruttibile e robotico. I sovrani dovranno dunque fissare, all'inizio di ogni legislatura,un Tetto Massimo di spesa pubblica annuale, cioè quel limite che tutti gli enti, messi assieme, nonpotranno superare.

Curioso? Strano? Inusuale?No, più che normale. Cosa fa l'imprenditore che decide d'aprire una nuova impresa? Non fissa

forse, e magari con anni di anticipo, il Tetto Massimo di spesa che andrà ad affrontare? Quale razza

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d'imprenditore accetterebbe mai di partecipare ad un'avventura produttiva o finanziaria "che non sisa quanto costerà"? Chi investe, infatti, vuol sempre sapere in anticipo dove andrà a parare.

La sovrana decisione di formulare un Tetto Massimo andrà così presa in sede elettorale, votandoun partito piuttosto che l'altro. E dovrà poi essere sancita dal nuovo governo all'attodell'insediamento.

Attenzione bene! Il Tetto Massimo non potrà mai essere consapevolmente formulato se i cittadininon conosceranno nel dettaglio le esigenze dei singoli ministeri. Anche qui, la perfetta normalità.L'imprenditore che apre il nuovo ristorante, per capire la natura della cifra che andrà ad investire,dovrà prima conoscere i singoli costi della ristrutturazione, e quindi delle nuove cucine, dei nuovitavoli, dei nuovi stipendi, dell'affitto, dell'energia... Idem per i sovrani, che, conosciute le singoleesigenze pubbliche, dovranno poi stabilire le Quote Ministeriali, cioè le esatte percentuali d'Iva dadestinare ai singoli ministeri.

È vero, lo Stato è molto più d'un semplice ristorante; ma se una nave da centomila tonnellateimbarca acqua, il suo destino sarà uguale a quello della piccola chiatta. La superbia ascetica, quasisprezzante e misteriosa, del tipo: "Solo noi sappiamo quanti soldi servano davvero, e a chiaffidarli" è guarda caso tipica dei servi di palazzo, da gran tempo orfani del re. I cittadini, invece,dovranno esattamente decidere, con grande prudenza e attenzione, come e perché investire tutti queisoldi. Le elezioni, finalmente, diventeranno per noi e per i nostri posteri un campo di battaglia dinumeri e di cifre, e non più il solito teatrino di chiacchiere.

Ma rispondiamo a un'altra domanda che l'elettore si starà certamente ponendo.«Cosa succede se, fissato un preciso Tetto Massimo di spesa pubblica annuale, l'Iva va oltre?

Anzi, magari molto oltre? E che fine fanno tutte le gabelle di cui abbiamo detto prima?». La risposta è una di una semplicità abissale. Se un ristorante rende più di quanto costa, a chi

andrà il surplus? Se poi i vari enti l'avranno caricato di gabelle, che però non potranno né incassarené spendere, a chi andranno le somme? Ovviamente, al ristoratore. A chi altri, se no? Non sonoforse tutti soldi suoi? Non mantiene già lo Stato attraverso l'Iva? Ecco quindi comparire, in tutti igiorni dell'anno, equamente suddiviso e diretto a tutti i cittadini, il flusso di denaro da accise e tassedissuasive varie, denominato Gabelle di Ritorno. Ed ecco poi nascere anche, ma solo a partire daun certo determinato giorno dell'anno, e sempre equamente suddiviso e diretto a tutti i cittadini, ilReddito Sovrano da surplus d'Iva, ovvero, da Iva in ingresso a Tetto Massimo ormai già raggiunto.Potrebbe poi esserci (come sarà spiegato nei ‘Dettagli’), anche un eventuale Reddito diUguaglianza, sempre equamente suddiviso e diretto a tutti i cittadini, applicato però una tantum oforse mai, determinato dalla volontà politica di tutte le fasce di reddito della popolazione.

Viene naturale chiedersi come faranno i sovrani ad incassare fisicamente tutto quel denaro.Semplice: ad ogni cittadino appena nato, e comunque in vita, andrà assegnato un Conto Sovrano,cioè un conto corrente direttamente collegato allo Stato. In pratica, un vero e proprio contopadronale. Su questo conto, tutte le notti, saranno accreditati tanto le Gabelle di Ritorno (il flusso didenaro extra Iva), quanto il Reddito Sovrano (il flusso di denaro da surplus d'Iva). Questi ContiSovrani avranno anche un'altra importantissima funzione: quella del controllo. In essi, infatti, ognimovimento finanziario (o giacenza) dello Stato sarà perfettamente dettagliato in tempo reale. Ognicittadino potrà quindi vedere tutte le percentuali d'Iva accreditate notte per notte a Parlamento eMinisteri (e, per volontà degli stessi, più giù) e allo stesso tempo tutte le cifre già in essere.

La riforma di Popolo Sovrano prevede così milioni di bonifici tutte le notti. Chi sarà incaricatod'effettuare, sia pure attraverso grandi sistemi informatici, tutto questo lavoro? Sarà forse ilMinistero tale o il Ministero talaltro? Certamente. Ma siccome i servi di palazzo debbono poterdisporre unicamente dell'Iva, e qui invece il denaro è già presente anche sotto forma di gabelle (epure d'eccedenza dell'Iva stessa nel Reddito Sovrano), tutti i bonifici saranno sempre sotto ladiretta responsabilità delle Forze dell'Ordine, cioè delle stesse persone che, per mestiere, già si

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occupano di sorvegliare l'immensa massa di denaro elettronico. Soltanto le Forze dell'Ordine,quindi, potranno mettere in grado gli stessi enti (Parlamento compreso), di poter accedere al denarodi loro competenza. Soltanto le guardie reali, infatti, a protezione dei forzieri, potranno dare ai servidi palazzo il denaro loro spettante. Applicando, ovviamente, le precise disposizioni del re.

Come si può notare, l'ordine operativo comincia a diventare rigoroso. È tutta un'altra 'meccanica'.Fra l’altro, imbrigliare lo Stato tra Iva e Tetto Massimo, significa anche impedire ai servi di palazzodi poter fare dei debiti, perché i prestiti delle banche e degli investitori – ovviamente – non sonoIva. Gli enti, quindi, non potranno mai più emettere Titoli di Stato, né farsi concedere mutui efinanziamenti da banche, né incassare guadagni da società partecipate. In pratica, potrannoacquistare e affittare i beni loro necessari, solo avendo già in cassa l'Iva necessaria. Questo saràmolto positivo perché, di fatto, spariranno – oltre ai colossali interessi sui Titoli di Stato e sui debitibancari – anche tutti i complicatissimi e costosissimi bilanci pubblici.

A proposito di debiti... Con la presente riforma, gli enti e e lo Stato non potranno nemmeno piùpagare quelli già in essere, preesistenti, perché l'Iva accreditata deve servire esclusivamente perlavorare. I pasticci creati dalla mancanza del re, dunque, andranno trattati per altra via. Le Forzedell'Ordine, quindi, dovranno anche provvedere a saldare direttamente e fisicamente tutti idebiti in scadenza. Questo non deve sembrare così strano: quando un re s'accorge che i servi dipalazzo, durante la sua lunga assenza, hanno prodotto enormi debiti con altri regnanti o coi sudditi,non farà scortare di certo i forzieri da maggiordomi e camerieri. Non soltanto perché non si fida più,ma anche perché vuole esattamente sapere, dai suoi uomini, la reale entità dei debiti.

I debiti da saldare nel 2020, 2021, 2022 eccetera, sono una voragine complessa, perché i servi dipalazzo si sono sempre concessi il privilegio di fare tutto quello che volevano e come lo volevano. Isoli Titoli di Stato in scadenza, ad esempio, nel 2020 saranno (circa): 145 miliardi di Euro, nel2021: 163 miliardi, nel 2022: 132 miliardi, nel 2023: 130 miliardi, nel 2024: 100 miliardi, nel 2025:61 miliardi, nel 2026: 77 miliardi, nel 2027: 31 miliardi e nel 2028: 22 miliardi. Non si trattaovviamente di un calo dovuto ad una gestione più virtuosa, ma del semplice spalmare i nuovi Titolisu tempi sempre più lunghi e distanti. Al saldo finale mancherebbero infatti altri 300 miliardi diTitoli, senza però contare – gineprai di cifre a parte – quelle obbligazioni che i governi (compreso lostesso di Popolo Sovrano) dovranno comunque stampare fino al 31 dicembre 2019 per far fronte aspese interne ed interessi passivi. A questi Titoli in scadenza, si sommano poi tutti quei debiti di nonfacile quantizzazione (le ipotesi dei tecnici sono molto variabili), creati da Comuni, Province,Regioni, Sanità ecc. per forniture oltre i limiti di bilancio, o per qualche motivo non regolarmentesupportati dall’Erario. Quindi? Come fermare tutta questa spirale di debiti che producono interessisu interessi e costringono ad ulteriori debiti? Sappiamo che l’amministrazione pubblica non potràpiù stampare Titoli, né andare nelle banche a chiedere soldi. I pregressi in scadenza, però, dovrannoessere pagati. E dunque? Quali somme affidare agli uomini del re? E, soprattutto, dove prenderle?

Per quanto riguarda le cifre, sappiamo già come più o meno orientarci. Per l’anno 2020, adesempio, le Forze dell’Ordine dovranno disporre di almeno 200 miliardi di Euro: 145 per i Titoli, e irestanti per i vari debiti degli enti. A questi 200 miliardi si aggiungeranno però tutti i crediti che glienti non potranno più incassare (non sono Iva) ancora in essere alla mezzanotte del 31 dicembre2019. Questi passeranno sotto la diretta competenza delle Forze dell'Ordine, e chi dovrà ancora deisoldi allo Stato e agli enti pubblici bonificherà direttamente a loro

Per quanto concerne invece la fonte, cioè il dove prenderli, abbiamo più scelte. Il ristoratore che,infatti, tornato da un lungo viaggio si accorge dei debiti fatti dal suo facente funzioni, può compieretre azioni: 1) lasciare che i debiti vengano pagati dai futuri guadagni del ristorante; 2) mettere subitomano al portafogli; 3) una cosa e l’altra assieme. Si potrebbe, ipotizzando la prima soluzione,andare oltre il Tetto Massimo, ed assegnare così alle Forze dell’Ordine un capitolo erariale d'Ivatutto a parte. Ad esempio, innalzare (di fatto) il Tetto Massimo a 500 miliardi, per fare in modo che

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ogni 5 Euro d’Iva in ingresso, 3 vadano all’amministrazione pubblica e 2 alle Forze dell’Ordine.Facendo così, però, si andrebbe a generare un’eccezione di metodo, perché l’Iva, ripetiamo, puòessere utilizzata solo per lavorare. Inoltre, la soluzione non convince perché il passaggio dal vecchioal nuovo sistema deve svolgersi in totale sicurezza. Non soltanto sui debiti non potranno maiesistere azzardi di alcun tipo, ma su nessun altro aspetto del passaggio. L’azione protettiva delleForze dell’Ordine dovrà cioè essere sempre assoluta e tempestiva su tutto, e quindi non si potrannomai attendere commerci vari, sviluppi possibili, e quindi probabili e futuri introiti di Iva (checomunque ci saranno). Ad esempio: l’introito d’Iva d’oggi è di circa 135 miliardi: immaginando dielevare tutte le varie attuali aliquote d’Iva a quella unica del 50% (i prezzi non dovrebbero alzarsiperché scompariranno le tasse) i 300 miliardi del Tetto Massimo dovrebbero essere facilmenteraggiungibili. Ma “facilmente” e “dovrebbero” sono termini che non possono esistere all’internodelle colossali strutture portanti dello Stato. In una nazione, infatti, le cose o sono, o non sono. Sead esempio l’incasso totale di Iva tenderà a fermarsi attorno ai 270 miliardi di Iva, le Forzedell’Ordine dovranno avere l’autorità di prelevare per tempo i 30 miliardi mancanti. Sistema rapido(come vedremo più avanti, è lo stesso del Welfare Mensile), con piccolo prelievo (perché laliquidità residua nazionale è grande: si stima attorno ai 1300/1500/1800 miliardi a seconda dellafiducia dei cittadini nel mercato), ma sistema e prelievo da effettuarsi assolutamente. La serenitàdovrà essere sempre totale. E dunque, tornando ai tanti debiti da saldare, quale dovrà essere laprocedura? I 200 miliardi di Euro dovranno necessariamente essere prelevati dalle Forzedell’Ordine dai conti correnti di tutta la nazione, vuoi in un’unica soluzione, vuoi in più trance, e, seè il caso, andando anche oltre questa cifra: non è infatti facile conoscere esattamente l’effettivadimensione della voragine pubblica. Questo modo di operare, fulmineo, percentuale, e alla fonte(cioè sui conti diretti dei cittadini), sarà ovviamente attuato dalle Forze dell’Ordine anche in caso didisastri nazionali, dove in pericolo non sarà lo Stato, ma i singoli cittadini. Ma vedremo più avantianche questo.

Le Forze dell'Ordine, come sopra anticipato, diventeranno poi indispensabili anche per ilWelfare Finanziario (pensionistico, familiare, e aziendale). I politici e i funzionari, infatti,dovendo usare l'Iva solo per lavorare, non potranno più utilizzare il denaro pubblico per regali,sovvenzioni, e sostegni vari. Le pensioni, infatti, anche se non sembra, sono a tutti gli effetti dei verie propri regali, così come lo sono la cassa integrazione, il welfare familiare e il welfare aziendale.Dunque, a chi toccherà l'accreditare direttamente il denaro? Ovviamente, a chi già ben conosce,grazie alla scomparsa del contante, tutta la verità delle situazioni: cioè, alle Forze dell'Ordine.

Inutile meravigliarsi di tutto questo lavoro al lato armato dello Stato. Quando un pastore, stancodelle sue pigre e belanti pecore, massacrato dal doverle continuamente servire in stalla, giàeconomicamente distrutto dal ritrovarsi sempre con tanto grasso e poca lana, si sveglia dal suotorpore e decide di portarle in alpeggio a cercarsi il cibo da sole, chi troverà come alleati per ilnuovo faticoso lavoro? Non certo altre pecore. Un fischio, e creature veloci e armate, e dai sensimolto sviluppati, si presenteranno subito a lui, felicissime di partire e di mettere ordine nel greggecosì facile allo sbando. Ma attenzione... Non si tratta solo di sorvegliare. Le Forze dell'Ordine, nelpassaggio dalla situazione attuale alla macchina già in movimento, saranno anche gli elementi aprotezione di tutti: non bisogna infatti dimenticare che la riforma agirà come una potente scure sugliapparati statali, e che i licenziati saranno moltissimi. Le Forze dell'Ordine, al contrario dei servi dipalazzo, non creano tanta carta e poca giustizia, non compilano tanti moduli con poca verità, masono in grado di conoscere ogni situazione individuale. Quindi, l'ex dipendente pubblico, se ricco esenza problemi non sarà certo aiutato; mentre, al contrario, chi aveva lo stipendio come sua unicafonte di ricchezza, riceverà mensilmente quella determinata cifra di welfare familiare che ilParlamento deciderà di assegnargli. Il nuovo welfare, infatti, funzionerà direttamente da sovrani asovrani, e altro non sarà che un banale esproprio mensile – da tutti i normali conti correnti personalie aziendali – d'una modesta percentuale fissa della semplice liquidità residua. Anche il welfare

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aziendale (con l'eccezione della cassa integrazione, da abolire) sarà tutto a carico dei sovrani: ititolari delle imprese, con dipendenti in malattia o in maternità, non pagheranno più le assenze, madovranno solo spuntare alcune voci nel gestionale fornito dalle Forze dell'Ordine; i lavoratori siritroveranno così le cifre mancanti dallo stipendio integralmente accreditate sui loro Conti Sovranialla fine del mese. Ovviamente, i parametri di questo welfare saranno stabiliti e comandati dalParlamento; ma la cifra totale, e quindi la precisa percentuale fissa da prelevare da tutti i conti,essendo la liquidità variabile, sarà direttamente comandata (alle banche) dalle stesse Forzedell'Ordine; e questo, mese per mese. Gli enti pensionistici spariranno completamente. Dunque, laresponsabilità di sopprimere regali a chi non ne ha di bisogno, e di darne invece a chi è povero,(diritti maturati a parte) sarà tutta delle Forze dell'Ordine, in quanto intermediari garanti della verità.

Quindi, come già succederà per lo Stato, anche il Welfare Finanziario sarà sostenuto dai cittadinisenza quasi accorgersene (1,75% mese della liquidità? Forse meno?).

Per chiudere questa panoramica sul nuovo motore elettrico della riforma, non resta cheevidenziare come i cittadini dovranno anche decidere, in sede elettorale, altri due fondamentaliparametri della spesa statale; e, cioè, la percentuale globale d'Iva per gli stipendi pubblici, e quindila Quota Stipendi, e l'aliquota generale dell'Iva nazionale su tutti i prodotti e i servizi, cioèl’Aliquota Unica. Questa aliquota, infatti, dovrà essere proprio una soltanto.

Questa è la base per poter operare. Base al momento teorica, calcolata, dedotta; ma base però chenon parte da puri tecnicismi elettronici o da facili virtuosismi fiscali, ma dal problema stessodell’identità. Una volta affermato con chiarezza: “Io sono il re, e quindi voglio e debbo regnare”,tutto poi si dipana in modi consequenziali, logici, senza grandi salti (anche, semplificando evelocizzando, con la tecnologia). Nessuno può però arrivare a vederne i dettagli finali, perché leidee, calate nella realtà, manifestano sempre un certo tasso d'errore (la grammatica è una cosa, lapratica un’altra). Servono così i contributi di tutti gli elettori, soprattutto tecnici, perché con in manogli strumenti di comando, si andrà necessariamente verso una fortissima razionalizzazione non solodi tutta la macchina amministrativa dello Stato, ma anche degli stessi servizi. Ne vedremo piùavanti le motivazioni, ma il passaggio sarà automatico. Un solo ente si occuperà di tutte le stradedella nazione, un solo ente si occuperà di tutta l'acqua della nazione, un solo ente si occuperà ditutta l'energia della nazione, un solo ente si occuperà di tutta la nettezza urbana della nazione, unsolo ente si occuperà di tutti i trasporti locali della nazione… Organizzazioni immense, fatte di solitecnici, ben finanziate, con nessunissimo bilancio da fare (al massimo, qualche gabella da emettere,che però andrà ai sovrani), e soprattutto con chiari obiettivi assegnati loro dai cittadini in faseelettorale. La riforma, come vedremo, permetterà tutte le possibilità di manovra, ma servono sind’ora i contributi di ingegneri elettronici, di ingegneri gestionali, di esperti di banche, di tecnicilegali e di spesa pubblica... Per completare la rivoluzione ottocentesca, cioè, servono tanti tecniciquanti allora ne servirono invece di soldati e comandanti militari. I servi di palazzo, lo sappiamo,hanno molti limiti intrinseci. Servono i volontari, invece, per individuare e risolvere subito ognipunto critico di questa riforma. In Italia abbiamo ormai sette milioni di poveri, due dei quali sonodonne, e bisogna darsi subito da fare.

La legge per potenziare il momento del votoAppena insediato, ogni nuovo Governo dovrà stabilire con parametri elettronicamente impostati

(dalle Forze dell'Ordine), senza successiva variazione o eccezione durante l'intera legislatura: 1) l'Aliquota Unica di Iva;2) le Quote Ministeriali;3) la Quota Stipendi;4) il Tetto Massimo.

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LA RIFORMA – DETTAGLI

Scomparsa del contante: che significa?Abbiamo detto che per creare un sistema trasparente e gestibile da tutti i sovrani, è necessario

eliminare il contante. Non in sé e per sé, ovviamente, ma soltanto il suo uso. La moneta in vigorecontinuerà ad esistere, però le banche non potranno più rifornire di carta moneta né i privati né leimprese. Tutto il contante presente nelle case andrà pian piano ad esaurimento, e il cittadino potràrichiederlo per uso personale e aziendale solo quando andrà all'estero.

Questa scomparsa di contante arricchirà di liquidità le banche, che potranno rapportarsi megliocon l'estero e coi propri stessi conti correnti. Nel Paese tutto funzionerà attraverso carte di credito,carte prepagate, carte bancomat, POS, bonifici bancari eccetera, e di problemi, con gli stranieri, nonce ne saranno: volessero proprio pagare in contanti, bonificheranno la liquidità mediante unaqualsiasi banca.

Per i cittadini, però, i vantaggi dell'operazione sono subito evidenti. Diventando tutto tracciabile,la transazione passa integralmente alla luce del sole, rivelando finalmente gli oscuri ed insondabiliabissi dei conti pubblici. Scompaiono le zone d'ombra, e lo Stato, in piena luce, non potrà mai piùsfuggire al controllo dei suoi sovrani. Questo modo d'operare, inoltre, fornisce potenza e velocità, equindi, a conti fatti, anche verità. Ciò che è istantaneo, infatti, non può essere mascheratodemandandolo di ufficio in ufficio e di tempistica in tempistica. O il denaro c'è – ora, subito, adesso– o non c'è. Tutte le transazioni elettroniche di denaro dovranno anche essere gratuite, affinché iconti siano sempre al netto di tutto. Se questo non sarà possibile, lo Stato diverrà l'unico gestore sulterritorio nazionale autorizzato allo spostamento telematico di somme.

Conto corrente sovrano ad ogni cittadinoOggi, il cittadino è come il titolare di un grande numero di imprese, che, però, richiesto di dare

ragguagli sui propri guadagni – e quindi invitato a parlare dei propri debiti, finanziamenti, vendite,acquisti, numero di dipendenti, banche, prelievi, incassi, flussi, crediti ecc. – può solo balbettarequalcosa, riandando con la mente a quello che gli hanno fatto sapere i giornali e le TV. In pratica, aquello che gli hanno raccontato coloro che lo considerano re e sovrano perché alla mattina tira fuoriuna monetina e per tutto il giorno guarderà noiose pubblicità.

Il popolo è re, ma se vuole conoscere i costi del suo apparato, si ritrova dinanzi a complessitàspaventose. Gli infiniti dati e grafici estrapolati da esperti (Corte dei conti, ministeri, giornalisti,uffici), solo con molta difficoltà potranno diventare in qualche modo comprensibili. Come già detto,il sovrano non può più fare come l'antico re o come il nobile di una volta: non ci sono milioni diragionieri o di ministri pronti a correre; di conseguenza, servirà un sistema informatico sempre adisposizione.

Così, ad ogni cittadino residente nella nazione (appena nato come al suo ultimo giorno di vita),dovrà essere assegnato uno speciale conto corrente padronale, tramite il quale, con la massimafacilità, possa vedere e sapere tutto quello che transita, arriva, sosta, esce, permane, tanto nello Statoche nei singoli enti nazionali e locali. Parliamo di denaro, e quindi dell'intero organigrammapubblico, dettagliato in tempo reale per tutto quello che è cifre, causali, acquisti, servizi, lavori,stipendi, numero dei dipendenti, personale in malattia, personale in ferie, personale in aspettativa,progetti, manutenzioni, riparazioni eccetera. I cittadini dovranno avere sempre a disposizione tanto imovimenti che le giacenze dell'intero apparato in modi chiari, intuibili, con strutture ad albero.Questo, sia a livello di singolo ente che generale, con cifre che automaticamente si stringeranno e siallargheranno per fornire i totali utili ad analizzare i livelli richiesti. Questa finestra elettronica sui

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conti pubblici, questo specchio magico dei sovrani, andrà ovviamente formandosi in modiautomatici, elettronicamente preimpostati; ma, in ogni caso, sempre sotto la responsabilità e la curadelle Forze dell'Ordine perché – ci fossero operazioni manuali da effettuare – i ministeri e gli ufficisaranno stimolati alla massima precisione.

Fortunatamente, questo organigramma finanziario sarà facilissimo da realizzare, perché lo Statoe gli enti in cascata potranno incassare soltanto l’Iva. Non ci saranno quindi ticket da riportare inqualche colonna, bolli da dover sommare, multe a complicare i bilanci, imposte a compensareperdite, affitti a tamponare finti conteggi, gabelle a confondere le cose, debiti bancari a creareillusioni. Nulla, niente di niente, nemmeno vendite e alienazioni: solo Iva, che discende in cascatadall'Erario. Nessuna complicazione, nemmeno a fine anno, perché non vi saranno mai cifre darestituire e da contabilizzare. Se al 31 dicembre avanzeranno dei soldi, questi andranno a sommarsiall'Iva del nuovo anno. Soltanto il denaro relativo agli stipendi (come vedremo più avanti) dovràessere sempre speso fino in fondo.

Tutti i Conti Sovrani, ovviamente, dovranno anche essere interattivi: dovrà cioè bastare unsemplice tocco sullo schermo per poter evidenziare tutto quello che non torna (ecco la cifra, appenasfiorata, diventare rossa); questo per stabilire un istantaneo collegamento tra i sovrani e le loroForze dell'Ordine. È vero che nessuna rondine fa primavera, ma se quella cifra verrà sfiorata centovolte, e i cento sono magari anche tecnici del settore, non si tratterà più dell'occhiata casuale edistratta del re al capo delle guardie, ma del gesto secco che fa scattare gli uomini.

Niente di nuovo sotto il sole? Certo, siamo nella più splendida normalità! Se il Re Sole, infatti,passeggiando nei giardini di Versailles, nota che i fiori sono molto belli, e desidera sapere quantosiano costate le sementi, chi mai oserebbe rispondergli: «A Lei non deve interessare, Maestà! I re sioccupano solo di grandi conti pubblici, e non certo di quanto costino zappa e sementi!»? Nessunooserebbe, perché il re alzerebbe lo sguardo verso il capo delle guardie e le carceri si ritroverebberocon un ospite in più. Parimenti, nessun politico o funzionario può minimamente opporsi al cittadinoche – per qualche motivo, o per nessunissimo motivo – vuol conoscere un determinato dettaglio deisuoi conti.

Vale la pena di ripetere il concetto. Non capirlo, infatti, è sabotaggio. Se un benzinaio d'un paesino del Nord Italia, tra un pieno di nafta e l'altro, sente

improvvisamente la curiosità di sapere quanti siano i dipendenti pubblici d'una cittadina a centinaiadi chilometri di distanza (e quanto costino, e quanti siano oggi in malattia, e che mansioniesattamente ricoprano) questo benzinaio, cioè questo re, sovrano e signore, dovrà poterlo scoprireora, subito, adesso. Ovvio: sono soldi suoi, sono dipendenti suoi, sono conti suoi, lui è il re... Chipotrebbe impedirglielo? I Conti Sovrani, quindi, dovranno assolutamente esistere, ed essereassolutamente dettagliati ed in tempo reale.

Potrà sembrare strano – detto per inciso – che l’organigramma finanziario dello Stato debba stareproprio all’interno dei Conti Sovrani. Dato che è uguale dappertutto, e che non ci sono segreti disorta, perché non potrebbe più semplicemente far parte di un sito di proprietà della pubblicaamministrazione? Con milioni di Conti Sovrani, il segreto è impossibile per principio. Giusto, perprincipio! Il principio è però quello che lo Stato è dei cittadini, e quindi tutti i conti pubblicidovranno per forza stare dentro i Conti Sovrani. Non potranno cioè essere riportati da un’altra parte,per il semplice motivo che sono privati.

I Conti Sovrani non sono però 'conti' esattamente uguali a quelli bancari. In un Conto Sovrano,infatti, potranno essere presenti soltanto le somme accreditate dalle Forze dell'Ordine (Gabelle diRitorno e i due diversi Redditi). Da questi 'conti' si potrà prelevare tutto il denaro che si desidera,ma non accreditare somme da normali conti correnti bancari. Qualunque cifra che arriverà da contidi questo tipo, si tradurrà, come confermato più avanti, in Welfare Volontario, perché saràimmediatamente trasferita alle Forze dell'Ordine (che, poi, nella notte, provvederanno a bonificarlaai soggetti che avranno fatto una qualche richiesta d'aiuto).

In quanto proprietà reale, il Conto Sovrano è naturalmente insequestrabile, e non può essere

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conteggiato come garanzia a fini bancari. Se il cittadino finisce agli arresti, le Gabelle di Ritorno e idue potenziali Redditi saranno accreditati comunque: se invece muore, il conto verràimmediatamente chiuso, e tutte le cifre eventualmente residue distribuite dalle Forze dell'Ordine aisovrani in difficoltà.

I Conti Sovrani intestati ai minori sono sotto la responsabilità e la disponibilità di genitori etutori.

I nuovi flussi di denaroDovrebbe essere a questo punto interessante, per l'elettore, poter dare un'occhiata ai nuovi e vari

flussi di denaro. Quale potrebbe infatti essere una loro esatta panoramica? E come faranno lemacchine, in assenza di contante, a distinguere tra Iva, gabelle, surplus, Redditi Sovrani, Gabelle diRitorno, Redditi di Uguaglianza ecc.? I fattori in gioco sono molti, e vale la pena di osservarli piùda vicino.

▪ Che succede acquistando prodotti e servizi?Con la riforma di Popolo Sovrano, quando il cittadino compra un prodotto o paga un servizio, i

robot contabili portano via, in automatico, una percentuale fissa. È la solita Iva, quella che va ascaricarsi per intero sul consumatore finale, e che commercianti, produttori e liberi professionistipotranno invece recuperare automaticamente perché il sistema provvederà a calcolare debiti ecrediti. Quest'Iva, a fine giornata, sarà una massa immensa di denaro, e come già detto, tutta gestitadagli uomini del re. Questi, attraverso potenti automatismi, provvederanno a trasferirla sui vari conticorrenti di Parlamento, ministeri, grandi enti, e più giù, sino all'ultimo più microscopico ente loroindicato (scuole elementari, medie, superiori, università, ospedali, musei, impianti sportivi,caserme...). Con quali parametri, però? Ovviamente, con quelli sostanziali scelti dai cittadini in sedeelettorale, e anche quelli funzionali ratificati poi dai ministeri nei confronti delle loro singole unitàminori. I bonifici all'amministrazione pubblica saranno migliaia tutte le notti. Però, quando alle ottodi mattina il ragioniere di una certa unità riprenderà servizio, ecco che sul conto corrente di quellaunità pubblica ci saranno dei soldi in più. Denaro sempre al lavoro, dunque! Incassato ieri e oggi giàa servire il cittadino! Visibilissimo a qualsiasi livello, e del tutto impossibilitato a perdersi lungo lastrada.

Questo, dunque, il preciso flusso di denaro prodotto dall'Iva. Ma non è certo l'unico. Infatti, sealle ore 13:16':48" del 15 aprile (per esempio, ovviamente), lo Stato risulterà aver già incassatol'ultimo centesimo del Tetto Massimo assegnatogli, i robot contabili, dalla notte successiva,cominceranno a riversare sui Conti Sovrani della nazione tutto il surplus d’Iva, suddividendoloequamente, e generando così il Reddito Sovrano. Questo secondo flusso, anch'esso fatto di sola Iva,è il magnifico denaro che dal "cittadino suddito" va al "cittadino sovrano".

▪ Come si pagano le gabelle?Che succede, invece, quando il cittadino deve pagare una tassa o acquistare un bene gravato

anche da accise? Tassa: il titolare di un bar riceve dal proprio Comune l'ordine di pagare il plateatico, cioè

l'occupazione del suolo pubblico. Ha dei tavolini in piazza, e il Comune gli ha mandato unbollettino di 1.000 Euro. La tassa è stata praticamente abolita (il Comune, non incassandola più,costretto a liberarsi di impiegati e conteggi, ha deciso che per i normali spazi standard non servivapiù), ma è ancora in vigore per le situazioni eccezionali. Il titolare, effettivamente, durante l'anno harichiesto degli spazi particolari. È quindi diventata "tassa intelligente", perché qualche gestorepotrebbe insistere nel voler occupare grandi spazi e quindi, per non litigare, basta farlosemplicemente pagare. Il nostro titolare, però, non può versare i soldi al Comune, perché nessunente può toccare denaro extra Iva. E dunque? Dunque, i robot contabili andranno avvisati. Il titolare

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dovrà prima inserire il codice della tassa, poi la sigla del capoluogo, quindi il numero della città(della provincia), e infine la cifra da pagare. Complicato? Meglio magari un codice a barre? Forse!Però, in questo modo, durante la notte, il denaro finirà tutto sui Conti Sovrani dei residenti dellaspecifica area geografica sottesa all'ente emittente. Se la gabella è comunale, quindi, ai residenti diquel Comune; se provinciale, ai residenti di quella provincia; se regionale, ai residenti di quellaregione; e se nazionale, a tutti gli italiani (la cosa pubblica – ripetiamo – deve vivere della sola Iva).Questo è il cosiddetto flusso delle Gabelle di Ritorno.

Accise: che succede, però, se un certo prodotto (come ad esempio la benzina) è gravato da acciseoltre che di Iva? Noi sappiamo che queste gabelle sono utilissime, perché impediscono i consumieccessivi e migliorano continuamente l'efficienza dei sistemi. Però, stavolta, saranno addirittura trele direzioni che il denaro elettronico dovrà prendere. I robot contabili divideranno all'inizio lasomma in due parti: una al distributore di benzina, il resto alle Forze dell'Ordine; e poi, durante lanotte, in altre due parti: le gabelle ai Conti Sovrani, e la restante Iva agli enti pubblici (oppuredirettamente ai Conti Sovrani se il Tetto Massimo sarà già stato raggiunto). Anche questoaccreditarsi delle accise sui Conti Sovrani fa naturalmente parte del flusso delle Gabelle di Ritorno.

▪ Acquisti senza IvaQuando lo Stato affitta (spiagge), assegna (bande radiotelevisive), vende (castelli) non può fare

prezzi soggetti all'Iva. Perché? Per più di un motivo. Primo: i funzionari devono fare i funzionari, enon i commercianti (e, quindi, non possono vendere nel senso proprio del termine). Secondo: se unaqualsiasi transazione di beni o servizi prevede del denaro, i funzionari possono solo emetteregabelle dissuasive, per ridurre semplicemente il numero degli utenti, oppure (come nel vendere enell'affittare) dissuasive in senso esteso, creando cioè un ostacolo verso chi ha meno da spendere.Terzo: alienandosi di un bene, la spesa pubblica dovrà semmai calare, non crescere; e quindi, di Iva,allo Stato non ne deve proprio andare. Quarto: dato che si tratta di proprietà reali, e che i proventidebbono comunque e in ogni caso andare integralmente sui Conti Sovrani, è inutile creare dei doppiflussi di denaro, col rischio di alimentare ingiustamente la cosa pubblica. Se una spiaggia, adesempio, da un privato può essere affittata al normale prezzo di mercato di € 5.000 più Iva, lo Stato,invece, ne chiederà subito (con l'Iva al 50%) € 7.500; però, integralmente come gabella. Questa saràtotalmente ignorata dai robot contabili, e arriverà sui Conti Sovrani dei cittadini.

Che succede, però, se vogliamo acquistare una bicicletta usata, una casa usata, una nave usata, oun'astronave usata? Questi prodotti hanno già pagato l'Iva, e non si può certo applicarla due volte. Èvero che alcuni beni saranno poi, col tempo, rivenduti ad un prezzo magari superiore (alle case ealle auto d'epoca può succedere); però, siccome l'Iva è già stata pagata, l'intera somma dovrà andareal venditore. In questo caso, basterà digitare un particolare codice prima d'immettere la cifra (undoppio zero? un asterisco? un punto e virgola?) e al venditore arriverà l'intero importo.

Semplice? Complicato? Dipende… Ovvio, poi, che non ci sono soltanto i prodotti usati: ci sonoanche quelli che si guastano prima di essere venduti, quelli che vengono rubati, quelli che vengonorimandati indietro, quelli che vanno modificati... Sono tutte situazioni che i sistemi automaticiterranno ben presente, vuoi annullando l'Iva e rimettendola così in pareggio, vuoi non restituendolaaffatto perché le Forze dell'Ordine giudicheranno la perdita come frutto di dolo o incuria.

Perché l'Iva?Prima di vedere, tra le centomila tasse possibili, quali sono i motivi che spingono all'Iva (e

proprio all'Iva, e soltanto all'Iva) e quindi anche ad una aliquota assolutamente unica, facciamo lucesu un particolare sentimento che potrebbe ostacolare l'uso della stessa. L'idea di caricare l'interopeso statale sul solo prodotto è certamente interessante, ma lascia allo stesso tempo un po' di amaroin bocca. Siamo stati infatti abituati, sin da bambini, all'idea che le tasse si paghino anche base alreddito, e abbiamo così maturato la convinzione che servano implicitamente a due scopi: prima di

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tutto, mantenere la pubblica amministrazione; secondariamente, livellare i cittadini. Per dirla colproverbio: due piccioni con una fava.

Come già accennato, questo modo di ragionare non è però logicamente corretto. Si tratta infattidi due problemi molto diversi tra loro, e metterli insieme porta sì ai due famosi piccioni con unafava, ma anche (guarda caso) ad un'amministrazione pubblica iper alimentata, grassa, obesa, cheschiaccia tutto e tutti sotto il suo immane peso.

Il livellamento dei cittadini non ha niente ha a che fare con gli enti pubblici; non ha nemmenonulla a che fare col tipo di cibo che questi dovranno introitare. Non esiste alcun rapporto. Perassurdo, se un re decidesse di alzare il periodo di leva militare a dieci anni, comandando che, inbase alle loro competenze, i giovani si mettano a costruire strade, a gettare ponti, a curare malati, adinsegnare ai bambini, eccetera, la pubblica amministrazione costerebbe poco o niente, perché glistipendi verrebbero sostituiti dall'argent de poche che si dà alle reclute. Addirittura, se volesse, il repotrebbe persino risparmiare su vitto e alloggio, ordinando ai cittadini di dare ospitalità ai soldati.Impossibile? È quello che per tanti anni si è fatto in Europa, quando non esistevano le caserme pergli eserciti, e i soldati e gli ufficiali bussavano alle porte dei cittadini. In cambio di cosa? Magari diniente, o di qualche modesto compenso; oppure, magari, in cambio solo del grazioso fatto di nonessere trattati come nemici del re.

L'Erario può infatti essere mantenuto come lo si vuole e con quello che si vuole, e addiritturanemmeno concepito. Se l'imperatore della Cina – esempio assurdo – volesse la Grande Muragliacostruita senza spese erariali, questa verrà innalzata gratis dal primo all'ultimo mattone. È vero chenessun artigiano potrà continuare a regalare malta e mattoni al suo re, così come è pur vero chenessun soldato potrà stare di guardia all'opera senza mai mangiare; però, se l'imperatore ordineràche il dieci per cento di tutti i mattoni prodotti sul territorio siano regalati allo Stato, e il dieci percento di tutte le mandrie siano inviate alla Grande Muraglia, e il dieci per cento dei carrettieri facciaun viaggio a nord trasportando materiali vari, dove mai sarà il problema? In cosa consisteranno icosti? Perché ci vorrebbe per forza un Erario? Forse perché i servi di palazzo vanno comunquepagati? No, non è detto: per loro potrebbe essere invece un grande onore servire il re, e puremettergli a disposizione tutte le proprie sostanze e i propri uomini.

Erario è soltanto una parola, è solo il modo che sceglie il re di sostenere se stesso e i suoi uomini.Per il re, tutto è sempre gratis, perché tutto è sempre comunque suo: prende così quello che gli serveda dove gli pare e da dove gli piace. Non è forse vero che una quantità sterminata d'eserciti edamministrazioni è stata nella Storia mantenuta rapinando i popoli confinanti e le genti costiere? Nonè forse vero che gli Stati moderni impongono ai loro cittadini infinite tasse e molteplici gabelle? Edunque, andando oltre le apparenze, che cosa sono le rapine e le tasse se non mattoni gratis?

Non esistono schemi predefiniti per alimentare una pubblica amministrazione. In un mondomoderno, quindi, il prudente re starà ben attento a non fare pasticci, mischiando tra loro problemidiversissimi, richiedenti soluzioni tecniche assolutamente specifiche. Per l'eventuale livellamento(né troppo ricchi, né troppo poveri) si studieranno altre specifiche vie.

▪ Perché 'proprio' l'Iva?Migliaia sono le imposte studiate dalle amministrazioni nei secoli. Semplicemente migliaia!

Perché proprio l'Iva, e soltanto l'Iva, andrebbe scelta come tassa unica? Perché è la più giusta. Più giusta per lo Stato stesso, naturalmente, in quanto direttamente collegata al merito. È cioè

una tassa meritoria. Più il sistema pubblico funziona, infatti, più è efficiente, più è snello, più èrapido, più è capace d'affrontare i problemi, e più il mercato, inevitabilmente, andrà veloce, sisvilupperà, e si espanderà. Se lo Stato funziona, i cittadini faranno affari, costruiranno, viaggeranno,consumeranno, compreranno, venderanno... Quindi è giusto che lo Stato, ad ogni ulteriore azionedei cittadini, incassi la sua percentuale.

Non è un caso che l'introito di questa tassa segua una precisa linea retta: doppio di acquisti,doppio di Iva; triplo di acquisti, triplo di Iva; centuplo di acquisti, centuplo di Iva.

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▪ Perché 'solo' l'Iva?Oggi il cittadino cerca di avere una percezione dell'andamento generale del suo sistema

utilizzando le valutazioni di Borsa. Se la TV gli dice (alla mattina) che tutto va bene, allora tira unsospiro di sollievo. Queste informazioni, però, non possono neppure lontanamente permettergliun'autentica valutazione nazionale, perché lui è un sovrano, e non (uscendo dal particolare) untitolare di quote finanziarie su mercati internazionali.

Utilizzando la sola Iva, invece, diventa facilissimo per tutti, anche per i meno esperti, capire ilreale andamento della cosa pubblica e dell'intero sistema economico. Non c'è quindi bisogno diessere analisti, contabili, o esperti d'amministrazioni. Ogni Conto Sovrano, dopo la mezzanotte,riporterà infatti l'esatto introito giornaliero di Iva, e se questo resterà nel tempo continuo, costante,forte, allora vorrà dire che tutto sta andando bene. Se crescerà oltre le previsioni, che si andràaddirittura meglio.

Un parametro solo, quindi, per di più meritorio, è valutazione fulminea.

▪ Perché 'unicamente' l'Iva?Perché non due tasse? Perché non tre tasse? Perché non quattro tasse? In fondo, si tratterebbe di

una grande semplificazione. E invece no! Guai a dare più di una tassa sola allo Stato! Guai esventura a dargliene due! Per la pubblica amministrazione, infatti, due tasse non sono soltanto duetasse, ma una direzione, cioè un modo sicuro per farle diventare tre, quattro, poi anche cinque, seiecc.... Inevitabile! Non subito, magari, soltanto tra vent'anni, trent'anni, quarant'anni, mainevitabilmente e comunque. Inutile credere, ad esempio, che utilizzando i sistemi fiscali dei Paesidel Nord, basati su una bassissima tassazione dei redditi personali e d'impresa, si resterebbe lontanidagli imprevisti. È vero, sì, le tasse sarebbero bassissime, e la pubblica amministrazione dovrebbeimparare a vivere con poco. Ma, proprio per via di questo poco, proprio perché le tasse sono cosìbasse, ecco oggi aumentare la rata universitaria del figlio, ecco domani aumentare il pedaggioautostradale, ecco dopodomani aumentare la benzina, ecco lunedì prossimo... Un poco alla volta,naturalmente, sempre e soltanto un poco alla volta; ma inesorabilmente! Nessuna forza umana è ingrado di trattenere la fame degli Stati del Sud. L'unica forza ad oggi conosciuta è la paura diuccidere l'ospite; ma questa è tutt'altra faccenda, e dagli esiti comunque molto incerti. Quando ipolitici, infatti, sentono che stanno uccidendo il Paese, per un po' di tempo cercano di tornare savi,morigerati, capaci persino di prendere delle decisioni: ma poi basterà una giornata di sole, un po'd'allegria, qualche punto percentuale di più della Borsa, e il fenomeno riprenderà con nuovo vigore.

▪ Perché l'Iva in "aliquota 'unica"?Come il re che, interrogato il suo tesoriere, arriva a conoscere in un singolo istante la consistenza

del suo patrimonio, così i cittadini, relativamente all'andamento generale del sistema, hanno ildiritto di non dover mai spendere il proprio prezioso tempo per dover interpretare dei dati complessiche, prima o poi, inevitabilmente, richiederanno profonde analisi di servi di palazzo e magari purel'intervento di esperti finanziari. L'Iva andrà quindi fissata in aliquota uguale su tutti i prodotti e sututti i servizi: un'automobile, così, una confezione di pasta, una nave, una biro, un noleggio, unaconsulenza, pagheranno sempre la stessa Iva. Diversamente, la massa di denaro in ingresso, che giàpuò voler dire più cose, finirà col dirne troppe.

Oggi i servi di palazzo utilizzano più aliquote per avere un fattivo strumento di controllo. A parteil caos che si verifica (c’è un’aliquota specifica per il polipo, una per la sogliola, una per la sardinaviva, una per la sardina in scatola, una per lo sgombro d'allevamento, una per il salmone d'altomare...) c'è anche il problema che lo Stato non le usa soltanto per gestire il mercato, ma anche perrisolvere i suoi problemi di bilancio (riecco il grasso che arriva dai due piccioni con una fava).

È invece l’esatto contrario: con una sola accisa, politici e funzionari pubblici non si ritroverannoaffatto senza strumenti, limitati nei loro intenti etici, ma con mezzi addirittura superiori, proprio

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perché non più gravati da secondi fini e non più complicati come quelli attuali. Volendo infattideprimere un mercato a favore di un altro – ad esempio, quello degli idrocarburi a favore di quellodei pannelli fotovoltaici – potranno usare con la massima efficacia le gabelle. Gli basterà aumentarein modi consistenti le accise sugli idrocarburi, per far automaticamente alzare l'altra domanda.Domanda che, facendo aumentare la produzione dei pannelli, finirà con l’abbassare il loro prezzo.Le aliquote attuali non saranno quindi rimpiante, così come tutto il complicato mondo dei bonus edegli sgravi fiscali, che, difficoltà interpretative a parte, spesso confonde il mercato o addirittura loblocca in attesa di tempi ancora migliori.

Perché l'Iva è il futuro?Una volta, la ricchezza si guadagnava andando coraggiosamente all'assalto del nemico. Poi, s'è

trasformata in ferro, industrie, e carbone. Quindi è diventata acciaio, automobili, produzione dimassa, ed energia a basso prezzo. Recentemente, macchine elettroniche, crediti, investimenti, affari,e banche. Oggi, mentre viene steso questo Manifesto, gli esperti parlano di "fabbrica 4.0", cioè difabbriche dove si lavora a velocità folle, con precisione assoluta, ventiquattr'ore su ventiquattro,senza però l'intervento umano. L'Iva è quindi la risposta logica e necessaria all'assillante problemadell'intelligenza artificiale in crescita: quello della piramide inversa.

Nei primi decenni del secolo scorso, un industriale e i suoi trenta operai mantenevano un paio distatali e un pensionato. Quella piramide era molto larga, solida, e ben piazzata. Oggi, invece, leuniche due persone rimaste al lavoro (l'imprenditore e il suo tecnico) devono mantenere dieci statalie trenta pensionati. Esagerazioni a parte (non siamo ancora a questo punto), i rapporti sonocertamente cambiati. Ma in meglio o in peggio, però? In meglio, perché un simile spostamentoavviene solo aumentando la potenza; ma anche in peggio, perché le piramidi che si appoggianosulle punte fanno venire i brividi a tutti.

Gli imperturbabili politici e funzionari delle amministrazioni statali, forti dei loro stipendigarantiti anche in caso d'attacco nucleare, proseguono a tassare il lavoro e la ricchezza come senulla fosse avvenuto; come se cioè fossimo ancora negli anni '30 o negli anni '50. In altre parole,come se i vecchi non fossero oggi molto più numerosi, gli statali molto più costosi, e la ricchezzafosse un fattore ancora importante. Sanno ovviamente della piramide inversa, e hanno infattiobbligato l'imprenditore e il suo tecnico a lavorare più a lungo; ma ignorano, o fingono d'ignorare,che la fabbrica 4.0 fa a meno non solo del lavoro umano, ma pure della ricchezza. Perché? Perché iprodotti possono essere prima venduti sul mercato (attraverso internet), e dopo quindi realizzatisemplicemente affittando la fabbrica. È ormai infatti possibile produrre barche anziché automobilicambiando semplicemente gli ordini ai robot. Con dei prodotti che il cliente finale ha già pagato, eche non richiedono capitali per essere costruiti, persino chi è ricco, oggi, rischia di ritrovarsi inutile.Certo, la persona benestante, sarà sempre, per l'industria, un buon consumatore; ma la sua ricchezzanon servirà più per produrre. Si arriva così a questa imbarazzante conclusione: se pure il ricco finiràai margini, cosa mai potrà succedere agli altri?

Siamo ormai ad anni luce da quella operosa massa umana che, un tempo, teneva in piedi tutto, eche, ricca o povera che fosse, partecipava attivamente nei campi e nelle fabbriche, accompagnandoogni passaggio produttivo col braccio o con la voce. Oggi, la massa lavoratrice, e persinoimprenditoriale, viene sempre più velocemente eliminata dal potente affermarsi di questo tipo difabbrica, al punto che in alcuni settori, soprattutto commerciali, la presenza dei dipendenti èaddirittura tollerata per pure questioni politiche. Intere catene di supermercati, infatti, potrebberoliberarsi già domattina di decine di migliaia di dipendenti, ma non lo fanno solo per mantenersi inbuoni rapporti con la politica.

Ovviamente, i rimedi alla spinta sempre più potente della robotica restano i soliti, quelli appresinegli ultimi quattro secoli di potenza in ascesa: essere cioè elastici, imparare nuove tecniche,

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adottare nuovi punti di vista, e in una parola sola, riciclarsi. Questo, però, a causa dell'accelerazionecrescente del fenomeno, richiede tempi sempre più lunghi, sforzi sempre maggiori, e può generare –soprattutto nei poco previdenti Stati del Sud – enormi buchi reddituali e quindi anche contributivi.L'impiego costante presso la stessa ditta, impiego un tempo più che normale, oggi è possibilesoltanto nelle pubbliche amministrazioni. E anche qui, già con incrinature a vista.

La Scuola, ad esempio, assorbe quantità titaniche del Prodotto Interno Lordo, ma potrebbe giàdomani essere quasi del tutto azzerata. Se l'Italia fosse una terra vergine, infatti, e i sessanta milionidi abitanti fossero sbarcati ieri da un altro continente, nessuno, per istruire i ragazzi, proporrebbed'assumere milioni di addetti e di costruire decine di migliaia di edifici. Il sistema si dirigerebbespontaneamente verso l'autoapprendimento su macchina, e quindi assumendo ingegneri/didattiincaricati di creare percorsi interattivi sempre più potenti, assumendo anche pochi tutor in loco –sempre in rete e comunque in grado di spostarsi da un allievo all'altro – e, soprattutto, verso lostipendio agli studenti, i soli ed unici apprendisti del sistema. Traducendo, se non ci fosse la volontàpolitica a mantenere tutto come sta, il 95% dei professori e un'intera amministrazione scolastica siritroverebbe a casa, mentre decine di migliaia di edifici sarebbero da vendere o da abbattere. Chefarebbero professori, bidelli, segretari, assistenti, presidi...? Prima o poi, certamente, qualcosas'inventerebbero. Però (questo è il problema), gli occorrerebbe molto tempo.

Nei secoli passati (e parliamo solo degli ultimi quattro, perché prima il fenomeno era quasiinesistente), il riciclarsi era talmente lento che poteva coinvolgere più d'una generazione: ecco qui ilpadre contadino, e là il figlio operaio; ecco qui il nonno stalliere, e là il nipote marinaio. Riciclarsi,dunque, è ancora doveroso e possibile, ma oggi sono a rischio gli stessi esseri umani.

La tassazione del prodotto, e quindi delle sole macchine, azzera tutti questi problemi, perché icittadini diventano, nella loro sostanza, azionisti del sistema. Cambia tutto! Ci sono più macchine aprodurre ricchezza? Bene! Ci sono sempre meno uomini nei processi processi produttivi? Ottimo!La potenza continua a crescere? Perfetto! Ai cittadini non resta che diventare (tutti assieme) semprepiù ricchi.

Il Tetto MassimoUn altro vantaggio d'avere una tassa sola è che diventa facilissimo imporre un limite

assolutamente preciso a tutte le spese statali. Impossibile farlo, invece, se esistono infinite tasse,gabelle, accise, imposte, bolli, tributi, eccetera, e i loro dati vengono fra l'altro comunicati alle sedicentrali con tempistiche diverse, a volte casuali, e, come spesso accade, come pure ipotesi dibilancio (le multe, ad esempio, vengono sempre messe in conto, ma nessuno sa se sarannorealmente incassate). Il vantaggio della tassa unica è dunque quello di garantire un sereno e sempreperfetto Tetto Massimo annuale.

Tuttavia, a ben vedere, l'idea di porre un limite ad una macchina così grande e complessa,potrebbe generare qualche perplessità. Che succederebbe, infatti, se lo Stato si ritrovasse a doveraffrontare degli imprevisti? Che succederebbe se dovesse fronteggiare dall'oggi al domani unacalamità epocale? Si rischierebbe la contraddizione, imponendo da una parte dei limiti, e dandodall’altra per scontato che lo Stato deve intervenire sempre e comunque.

Queste perplessità, però, nascono dalla solita confusione di fondo. Il normale servizio è una cosa,e l'evento eccezionale un'altra; guarda caso, proprio come il livellare i cittadini e il mantenerel'apparato pubblico. Non si possono continuamente mischiare le cose, altrimenti lo Stato è perprincipio sempre autorizzato a creare un'amministrazione obesa e aggrovigliata. Quando – e se – cisaranno degli eventi eccezionali, lo Stato interverrà per tutto quello che è di sua proprietà, mentreper tutto quello che è danno alle proprietà dei sovrani, interverranno i sovrani stessi. Chec'entrerebbe infatti la pubblica amministrazione con quello che non è della pubblicaamministrazione? Lo Stato penserà a strade ed infrastrutture, e i sovrani penseranno agli altrisovrani. Con la riforma, ci sarà il potentissimo Welfare Finanziario in grado di intervenire in modi

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radicali. Ci fossero anche 500.000 abitazioni distrutte, a fine mese ci sarebbero già i mezzi perricostruire tutto o almeno far comprare agli sfollati, da qualche altra parte, un'altra abitazione da200.000 Euro. Problemi? Quali problemi?! In un sistema di sovrani, servi di palazzo e uomini delre, bastano poche ore per trasferire le risorse. Ad esempio, una tantum, su diretto comando delleForze dell'Ordine garanti, il Welfare Finanziario potrebbe passare dall'1,75% mese, al 7% dellaliquidità residua. Un colpo molto forte, ma certamente non grande come quello che hanno subito idue milioni di sfollati. L’azienda e l’uomo d’affari con normalmente 100.000 Euro liquidi sui propriconti correnti, si vedranno espropriati – sempre al netto di spese già roboticamente programmate –di 7.000 Euro. I cittadini con solitamente 10.000 Euro sui conti, di 700. Chi ha sempre soltanto queinon più di 1.000, di soli 70 Euro. Però, con la forza sovrana di mezzo, il problema, almeno dalpunto di vista finanziario, già a fine mese è risolto. Senza contare, poi, che per le rapidissimeemergenze ci sarà anche il Welfare Volontario.

C'è però una domanda, certamente sotterranea, alla quale bisogna rispondere. Abbiamo detto che il Tetto Massimo nasce dalla ovvia somma delle singole esigenze ministeriali

(Quote Ministeriali); ecco qui, far capolino il problema. Sarà sempre possibile dire tutto, specificaretutto, elencare tutto...? O alcuni costi dello Stato dovranno per principio restare segreti? Per PopoloSovrano, questo non è certo un problema, ma semplicemente l'eccezione che conferma la regola.Tutti conoscono l'esistenza dei servizi segreti, e sanno che certe informazioni non possono perprincipio essere rese pubbliche. Tutti sanno che le nuove armi, ad esempio, vengono studiate instabilimenti dove le scolaresche e i giornalisti non possono certo entrare. Ma è un problema cosìinsuperabile? A nessun cittadino interesserà veramente conoscere il numero esatto degli agenti dellesquadre speciali, né dove comprano le armi, o a quale riservato numero di telefono rispondono.Nessun cittadino potrà volere (e in tempo reale) le pezze giustificative di un'operazione dei servizisegreti. Nessun cittadino potrà pretendere di sapere (svelando così dei segreti) 'come' e 'perché' ilmuso del nuovo caccia intercettore costerà tre volte più del precedente. Aprendo lo specchiomagico, quindi, i cittadini noteranno che, relativamente a pochi Servizi dello Stato, giunti ad uncerto punto, l'albero non si apre più. Saranno disponibili solo le somme globali. Palesementeingiusto? I sovrani sono pur sempre sovrani! È vero, ma se i sovrani fossero uno soltanto, non cisarebbero problemi; invece, sono milioni.

Per la prima legislatura, Popolo Sovrano fisserà il Tetto Massimo a 300 miliardi di Euro, constipendi pubblici a non oltre 81 miliardi di Euro (il 27% esatto). Una cura da cavallo? Nonesattamente, perché tutto il welfare sarà a diretto carico dei sovrani. Però i dirigenti statali potrannoriformulare con forza e rapidamente le nuove modalità operative, mentre i cittadini potrannorientrare da tutti i colossali debiti pubblici in meno di dieci anni.

Quota StipendiUn altro interessante aspetto dell'Iva è che questa è una tassa percentuale. Non nasce cioè da

cifre assolute, ma da frazioni. Così, di frazione in frazione, si può anche arrivare a creareretribuzioni che non riserveranno mai più alcuna sorpresa ai sovrani. Gli Stati, infatti, si indebitanocontinuamente perché spendono e spandono allegramente, e poi, senza più i soldi per pagare idipendenti, si “autorizzano" a fare tutti i debiti che vogliono.

Con l'Iva, invece, una volta fissato il Tetto Massimo, è sufficiente che il popolo, in faseelettorale, stabilisca anche la Quota Stipendi. Se il Tetto Massimo annuale viene ad esempio fissatoa 200 miliardi di Euro, e il popolo dà la maggioranza ai partiti che vogliono gli stipendi al 25% delglobale, ecco già calcolata la somma totale degli stipendi: 50 miliardi. Somma che non sarà maisuperata neppure di un centesimo, ma che allo stesso tempo consentirà un'elasticità primasconosciuta. Se un dipartimento, infatti, dovrà improvvisamente assumere del nuovo personale, nonci saranno problemi, perché tutti gli stipendi si ridurranno semplicemente d'una piccola frazionepercentuale. Al contrario, se dei lavoratori o dei politici se ne andranno senza essere sostituiti, i loro

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colleghi si ritroveranno con gli stipendi aumentati. Ovvio che, in base a quanto sopra, a differenzadi quello che può accadere a qualsiasi livello amministrativo circa le Quote Ministeriali, qui, a fineanno non potranno mai esserci dei residui: l’intera Quota Stipendi andrà cioè sempre del tuttoesaurita. Questo sistema, grazie all’assenza totale di contributi e di tasse sul lavoro (ricordiamo chetutto finisce in busta paga), è davvero semplice da applicare. Basterà il calcolo percentuale a monte.

Ci sono poi, con questo particolare utilizzo dell’Iva, degli altri vantaggi da calcolare: ad esempio,qualunque sarà la Quota Retributiva, questa sarà integralmente incassata soltanto se l'Ivaraggiungerà il Tetto Massimo. Se l'introito generale – per tornare all'esempio dei 200 miliardi – sifermasse a soli 160, lo stipendio complessivo per politici e funzionari si bloccherebbe a 40, dimiliardi. Questo cosa significa? Certamente, che con stipendi formulati in questo modo, tutti ipolitici e i funzionari saranno stimolati ad un maggiore impegno. Però, bisogna aggiungere ancheche non esiste soltanto il denaro! La valutazione generale del sistema, infatti, non è un diritto deisoli sovrani, ma di tutti. Con questo metodo, i politici e i funzionari potranno finalmente dare di sestessi un giudizio chiaro e inoppugnabile. Con stipendi incassati al 100%, tutti sapranno di essersiguadagnato ogni singolo centesimo dello stipendio, perché l'Iva, in entrata, sarà ovviamente statadella misura completa. Un successo! Dato poi che l'Iva, superato il Tetto Massimo, diventerà pureReddito Sovrano, ecco che i politici e i funzionari potranno addirittura provare l'orgoglio di creareun ulteriore guadagno per l'intera nazione.

Gli stipendi a percentuale, insomma, mettono tutti tranquilli, tanto i sovrani che i dipendenti.Anche perché – a ben vedere – permetteranno la soluzione di tutta una serie problemi in cui isovrani si sentono oggi costantemente implicati, ma dove, di fatto, non sanno mai che pesci pigliare.Al cittadino viene infatti spesso detto che alcuni suoi dipendenti sono pagati troppo poco, mentrealtri, di nessuna importanza tecnica, sono invece retribuiti in modi folli. Questo è determinato dalfatto che, oggi, tutti i ministeri e i dipartimenti sono tra loro finanziariamente indipendenti, perchéognuno ha i suoi peculiari e storici modi per procurarsi denaro erariale o extra. Invece, con la solaIva in cascata, la faccenda cambia radicalmente. Non ci sono più così tante torte da addentare: cen'è una soltanto. È solo questa, è grande così, e non ce n'è un'altra. È quindi matematico: se gliuscieri del Parlamento si prendono una grossa fetta, questa andrà sottratta a Vigili del Fuoco,Poliziotti, Medici, Carabinieri, eccetera; se tanti enti inutili sottraggono percentuali vitali, bisogneràridurre la quota a quelli veramente operativi; se i politici vogliono remunerazioni molto alte, cisaranno meno soldi per i funzionari. I sindacati delle varie categorie, quindi, dovranno sempreriunirsi prima di ogni nuova legislatura per stabilire, con cura, le esatte e giuste percentuali dadestinare a funzionari e politici. Dovranno, insomma, vedersela tra loro. E se la vedranno usandocomodissime percentuali e non valori assoluti.

Prima di concludere, un paio di dettagli pratici: se, ad una certa data dell'anno, il Tetto Massimod'Iva sarà stato raggiunto, e il denaro per stipendi già accreditato, le cifre resteranno ferme sui contidei singoli Uffici e bonificate ai dipendenti mese per mese. Può sembrare un procedere ozioso,perché il denaro potrebbe essere semplicemente trattenuto dalle Forze dell'Ordine e bonificato ognimese ai diretti interessati. Tuttavia, siccome il dipendente pubblico vive spesso sganciato dallarealtà, con la curiosa sensazione che il denaro cresca sugli alberi, è necessario che questo si formi inloco, percettivamente legato alla massa di Iva.

Iva e Forze dell'Ordine Con la scomparsa del contante, tutto è tracciato e il sistema conosce implacabilmente i gusti, i

desideri, i movimenti, e persino i vizi d'un qualsiasi cittadino. Se i dati non sono protetti, scomparecosì ogni il diritto alla privacy. Secondo Popolo Sovrano, questo non è un problema: già oggi milletelecamere registrano gli spostamenti di ogni cittadino, e la positività o negatività del metododipende solo dal trattamento dei dati. Se le registrazioni finanziarie saranno nelle mani delle soleForze dell'Ordine, la privacy sarà così rispettata (finché un giudice, ovviamente, per qualche

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motivo, non disporrà diversamente). Oggi, per la verità, molti si sentono 'assediati' dalla robotica, che memorizza tutto senza

dimenticare mai nulla. Ma in realtà non c'è proprio niente di nuovo sotto il sole. Nel passato non èmai esistita una splendida ed agreste privacy assolutamente inviolabile grazie ad una qualcheprotezione naturale. È vero che non c'erano ancora le reti internet, ma se nel villaggio arrivava laguardia reale, ad esempio, e il capitano, senza neppure scendere da cavallo, faceva domande suTizio e Caio, è così difficile immaginare (film d'avventura a parte) che anche senza computer, anchesenza database, anche senza i social, entro cinque minuti finisse col sapere tutto quel che voleva? Emagari anche qualcosina in più? Non è da tutti saper mentire in modi convincenti davanti a uominiarmati fino ai denti, e che, per esperienza, sanno fiutare la paura.

Ma la privacy, a ben vedere, è certamente il problema minore. Nella riforma qui proposta, infatti,le Forze dell'Ordine hanno un ruolo talmente determinante e persino soverchiante che è inevitabile,per l'elettore, avere la sensazione d'un controllo armato su tutto. Non mancheranno quindi ledomande e la ricerca d'una risposta razionale. Perché il Manifesto dà loro così tanta importanza?Qual è il senso vero di questo strano procedere? È intenzionale, o emerge da una deduzione logica?

Cominciamo con il puntualizzare: le Forze dell'Ordine, anche se 'statali' e 'stipendiate' (quindilegate ad una servitù come i servi di palazzo) non sono affatto come i politici e tutti gli altrifunzionari. Non obbediscono alle stesse logiche e principi. La forza che controlla un sistema, infatti,per poterlo controllare veramente, ne deve stare in qualche modo fuori, a lato. E in effetti, se tuttova bene, le Forze dell'Ordine è come se non esistessero. A Versailles, infatti, le guardie non spostanoun solo cucchiaino, non servono una sola cioccolata, non preparano un solo letto, non curanonessuna aiuola.

Il compito principale delle Forze dell'Ordine, infatti, come di qualsiasi altra entità incaricata disorvegliare e controllare, è molto astratto. Fino al momento in cui non servirà una reazione, ilcompito consisterà nell'avere la massima consapevolezza possibile di quello che sta realmentesuccedendo. Consisterà cioè nel sapere, conoscere, immaginare, intuire, sospettare, e prevedere. Daqui, la capacità di distinguere il vero dal falso, l'amico dal nemico, il pericolo dalla routine, e quindi– per conseguenza – la qualità della reazione che andrà eventualmente a scattare.

Cosa succede con l’attuarsi della riforma? Le Forze dell'Ordine non cambieranno né scopi nénatura; eppure, con l'acquisizione della funzione sovrana da parte dei cittadini, qualcosa, nelcompletarsi della rivoluzione ottocentesca, sotto sotto, muterà inesorabilmente. E muterà con forzairresistibile. Tutto resterà uguale, ma allo stesso tempo proprio no. Quale potrebbe essere laspiegazione? Semplice: è come se le tre figure di base della Versailles sociale restassero sempredelle stesse dimensioni; però, gli uomini del re, avvicinandosi al sovrano, apparissero più grandi;mentre i politici e i funzionari, relativizzati a servi di palazzo, allontanandosi, quasi sparissero sullosfondo.

Non si tratta quindi di una scelta di Popolo Sovrano, ma di un fatto naturale. Diventandosuddito/re, il cittadino imprime inevitabilmente velocità e dinamicità a tutto il sistema, costringendoautomaticamente le Forze dell'Ordine ad adeguarsi. Più i cittadini saranno sovrani, insomma, più leForze dell'Ordine si attiveranno (e più i servi diventeranno servi). È proprio così: più i sovrani sisentiranno volitivi e potenti, più i loro uomini cresceranno.

I sovrani dispongono di tutta la potenza finanziaria della nazione, ma non hanno né la forza, né lacoordinazione, né i sensi per poterla utilizzare. I due Welfare – Finanziario e Volontario – sono adesempio strumenti potentissimi, rapidissimi, radicali, e risolutivi. Ma di cosa, radicali e risolutivi?Di quale accertata verità? Che ci sarà mai dietro alle apparenze? Quando i cittadini/sovrani (tantoper fare un banale esempio), chiederanno alle Forze dell'Ordine: «Quante sono le persone che nellanazione vivono al di sotto di questa precisa soglia di reddito?», la risposta dovrà arrivare in diecisecondi; e, soprattutto, dovrà essere vera. I cittadini/sovrani, ormai in grado di risolvere in una solanotte un problema vecchio di cent'anni, vorranno però risposte vero. Poi, preparati i forzieri,vorranno anche che l'oro arrivi a perfetto bersaglio. Esigeranno quindi la “forza che protegge", e "i

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sensi che non s'ingannano". Per poter sostenere la volontà dei sovrani, quindi, le Forze dell'Ordine dovranno disporre non

solo di tutti i dati relativi alle transizioni telematiche nazionali, ma anche di potentissimi strumentiinformatici in grado di dare loro – e soltanto a loro – una fotografia assolutamente vera edistantanea di tutto l'esistente produttivo, commercializzato, azionario, e di proprietà. In altre parole,per quanto riguarda i soldi, le Forze dell'Ordine non avranno più segreti.

Queste Forze, dunque, andranno semplicemente sempre più utilizzate. E non bisogna nemmenopoi dimenticarsi del fatto che, scomparendo del tutto le imposte, la pubblica amministrazioneabbandonerà in modi vergognosi ogni pretesa di documentazione cartacea ed elettronica da parte diimprese e cittadini. Si verrà così a creare, dal punto di vista del controllo, un vuoto gigantesco, chesoltanto le Forze dell'Ordine potranno riempire. La riforma sarà così l'occasione per creare unsistema gestionale nazionale, tutto a cura delle Forze dell'Ordine (ma creato in collaborazione congli operatori del mercato e i rappresentanti delle imprese), utilizzabile da aziende di ogni tipo edimensione, come pure dal cittadino. Dato che il fisco non esisterà più, questo sistema gestionalesarà tarato sulle specifiche esigenze di sicurezza produttiva e di correttezza commerciale di ognisettore merceologico e professionale. In pratica, tutte le aziende, entrando nel sistema, potrannorichiamare la propria posizione ed inserirvi dati, prodotti, vendite, acquisti, lavoratori, assenze,pagamenti, incassi, ecc., potendo però vedere soltanto se stesse. Le Forze dell'Ordine, invece,aprendo quel gestionale, vedranno l'intera nazione come se fosse un'unica azienda.

Con la fame statale ormai sotto controllo, quindi, perfettamente neutralizzata, le Forzedell'Ordine potranno e dovranno sapere tutto. E pure in tempo reale! Tutto quello che viene vendutoe comprato nell’intera nazione, quali prodotti stiano uscendo in questo preciso momento da quellafabbrica, da chi sarà poi guidato il camion che li prenderà in carico, con quali pesi a bordo questosi muoverà... Dovranno conoscere ogni cosa stando in caserma a guardare i flussi di dati suimonitor, e – se l’imprenditore vorrà – persino le telecamere direttamente inserite nei magazzini esui mezzi di trasporto. Questo non porterà via niente a nessuno, ma la sicurezza delle merciaumenterà vertiginosamente.

Con un gestionale che abbraccerà l’intera produzione italiana, poi, aumenterà pure la serietà e lasicurezza nei pagamenti. Non sono rari, oggi, i casi di forniture pagate con tempistiche fuori legge,o magari sottopagate, perché – fraudolentemente contestate – i fornitori si ritrovano tra l'odiosoincudine di una cifra negata o inferiore, e il pesante martello di una giustizia costosa e dai tempiinfiniti. Le Forze dell'Ordine, invece, proprio attraverso questo gestionale, potranno imporre deipagamenti chiari ed assoluti, e persino costringere i clienti ad avere già il denaro a disposizione almomento dell'ordine. Nel caso di storno dei pagamenti, poi, saranno avvisate all'istante, potendoimmediatamente procedere a verificare che non si tratti di truffa o dolo. Certo! Si muoverannounicamente in base ai parametri dettati dal Parlamento e dalla Costituzione; ma le leggi sarannofinalmente rispettate, perché la loro potenza di controllo finanziario sarà formidabile.

Il palcoscenico insomma ruoterà, e con esso le figure. Ma per ruotare il cittadino deve diventarere.

Gabelle di RitornoTra le mille tasse inventate dalle amministrazioni, quelle sulla ricchezza hanno tutto sommato

sempre goduto d’un certo grado di eticità. In effetti, il ragionamento non ha mai fatto una grinza pernessuno: se sei più ricco, paghi di più. Ma cosa possiamo però dire di tutto il resto? Se usciamodalla meritoria Iva e quindi anche da queste etiche tasse sulla ricchezza, cosa sarebbero in essenzale restanti accise, i vari bolli, le imposte sui consumi, i monopoli ecc.? La risposta è semplicissima ecategorica: sono un furto nel vero senso della parola; sono il solito aggrapparsi dove si puòmangiare.

Circa la fame, abbiamo già detto: non vale la pena di riparlarne. Occupiamoci invece del furto.

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Parlare in questi termini, infatti, è un parlare in modi pesanti. Apparentemente, anche in odore diassenza di logica. Se tutto è del re, infatti, per quale motivo le accise sulla benzina – che, adesempio, vanno tra l’altro assolutamente applicate – sarebbero un rapinare i cittadini?

La risposta è molto semplice. Se tutti i nobili, un bel giorno, a Versailles decidono di tassare lacircolazione delle carrozze trainate da più di dieci cavalli (mezzi splendidi e prestigiosi, che peròcausano continui ingorghi), e il ciambellano di corte, ad un certo punto, confisca le cifre "perché ilpalazzo ha molte spese", il medico di corte avrà un paziente in più. Per forza! I soldi sono deinobili, il ciambellano non c’entra per niente, e quindi sarà castigato.

Oggi, se tante gabelle non esistessero, i cittadini le pretenderebbero a gran voce. Ovvio! Se labenzina fosse gravata soltanto dall'Iva, i motori sarebbero molto grandi e di scarsissima efficienza. Ipendolari, per fare i soliti trenta chilometri al giorno, consumerebbero quantità gigantesche dicarburante. Che farebbero allora i cittadini obbligati a vivere tra tutti quei gas di scarico? Cosachiederebbero, con milioni di motori di spropositata cilindrata fermi ai semafori? Chiederebbero,ovviamente, di bloccare la follia, e d'innalzare i prezzi dei carburanti. Idem per tutte quelle infinitealtre situazioni che qui è inutile elencare, perché il comportamento umano, se non arginato, tendesempre a varcare i confini della logica e della decenza.

Le accise, quindi, come tante altre simili imposizioni, sono di fatto un’autotassazione. E quindi,come logica vuole, dovrebbe restare nelle mani di chi se la impone. Non finire nelle fauci diqualcun altro. Quindi, se questa autotassazione è per motivi pratici fisicamente incassatadall’amministrazione pubblica, da questa dovrà poi essere immediatamente restituita. Guarda caso,però, restituendola, eccola diventare finalmente chiara, intelligente, libera, e ben accetta da tutti.Non si tratta solo di soldi di ritorno, non rubati, ma proprio di un migliore utilizzo in sé dellegabelle. Ad esempio, tutti odiano le tasse sulle case, eppure, una robusta e progressiva tassa sulleterze, quarte, quinte case ecc. sarà utilissima, perché consentirà ai prezzi di non andare alle stelle.Con tanta ricchezza circolante, infatti, i ricchi imprenditori potrebbero permettersi di comprare casesu case e terreni su terreni solo per fare investimenti. Con le gabelle, invece, preferiranno finanziarel'industria comprando azioni. Così tutti saranno contenti: i ricchi perché andranno a fare i soldi daun'altra parte, le aziende perché saranno più finanziate, i cittadini perché prenderanno unapercentuale sulla gabella, e tutti gli enti perché faranno bella figura comandandola senza essernefinanziariamente coinvolti. E tutto questo – si badi bene – con i prezzi delle case e dei terreni (e diqualsiasi altro bene) sempre perfettamente nella norma. Questo sì che è prendere anche cinquepiccioni con una sola fava! Ma arrivano per caso, e non per furbizia.

Vogliamo però parlare di cifre, adesso? Ogni elettore se lo sarà già chiesto: «Di che misurasaranno gli accrediti di queste Gabelle di Ritorno?».

Siccome in Italia le gabelle sono moltissime, e molti sono anche gli affitti pubblici, le venditestatali, le concessioni governative eccetera, si è subito indotti ad immaginare somme favolose. Lacifra annuale pro capite, invece, sarà tutto sommato abbastanza modesta. O, se non lo sarà all'inizio,lo diventerà col tempo, perché le amministrazioni, non guadagnandoci, elimineranno le gabellesocialmente inutili. Secondo i calcoli di Popolo Sovrano, comunque, l’accredito pro capite notturnodovrebbe attestarsi attorno ai € 3 circa; in termini mensili, attorno ai € 90, per una cifra annua dipoco più di 1.000 Euro a persona. Cifra modesta, è vero, ma che per la famiglia italiana con un paiodi bimbi a carico, significherebbe € 360 al mese circa, per un totale di oltre € 4.300 annui.

Cifra modesta, sì; ma, a ben vedere, già qualcosa se si parla di figli in crescita. Qualche Euro inpiù, infatti, tutti i giorni dell'anno, e per diciotto anni consecutivi, può creare quel piccolo capitaleche alcuni giovani d'oggi, arrivati alla maggiore età, possono soltanto sognarsi. Un capitalesufficiente a creare una prima forma d'indipendenza, o a sostenere lunghi viaggi attorno al mondo.Se poi, durante il lungo arco di tempo dalla nascita alla maggiore età, si sviluppa un oculato pianod'investimento, gestito magari da personale pubblico specializzato (un tutor in grado di coinvolgerei giovani in scelte consapevoli), alla fine le somme potrebbero raddoppiare o addirittura triplicare.

In ogni caso, come si potrà già qui notare, siamo molto lontani dalle attuali cattive modalità

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suggerite da alcuni servi di palazzo. Molte amministrazioni, infatti, consigliano ai giovani di faredebiti per poter studiare (i famosi prestiti d'onore) e quindi pagare i libri, le tasse universitarie, gliaffitti, i computer ecc.. Una volta cresciuti, così, i giovani si ritroveranno già addosso dellependenze finanziarie. (Questa è semplicemente un’altra genialità del mondo al contrario, quellodove i servi di palazzo fanno i sovrani, e non c'è nulla da meravigliarsi).

Dettagli pratici a parte, il lato bello ed interessante delle gabelle utilizzate in questo modo stanella loro crescente qualità applicativa. Qualità oggi impossibile, perché le gabelle soffrono, comegià detto, della solita distorsione da ingordigia (più piccioni per fava).

Reddito SovranoParliamo ancora di cifre, adesso…Però, partendo esattamente dal momento in cui l’Iva erariale raggiunge il Tetto Massimo e

procede oltre. Sappiamo infatti che da lì in poi le macchine cominciano a bonificare l'Iva in eccessosui Conti Sovrani dei cittadini, creando il cosiddetto Reddito Sovrano. Bene! In termini finanziari, aquanto corrisponderebbe?

Per questo tipo di Reddito, non è come per le Gabelle di Ritorno: quelle, infatti, risultano durantel’anno più o meno costanti. Qui, invece, dipende dalla bravura del popolo nel produrre affari, equindi nel saper creare impresa; anche nel suo saper spendere i propri soldi per godersi la vita confiducia. È come per quel ristorante, insomma: una volta saldati i costi del personale e di gestione,quel che resta dipenderà sia dalla bravura di cuochi e camerieri, sia e simpatia e larghezza delpadrone.

I conti sono comunque presto fatti. Su una popolazione di 60 milioni di abitanti come quellaitaliana, 100 miliardi di Iva in più oltre al Tetto Massimo generano un Reddito Sovrano pro capite dicirca 1.600 Euro annui. Cioè, dai € 4 ai € 5 per notte. Per la famiglia con due persone a carico(gabelle a parte) sarà quindi un'aggiunta di circa € 6.400 annui. Anche in questo caso, come si vede,piccole cifre; però, a differenza dalle Gabelle, con possibilità di multipli! Ad esempio, se la spesadello Stato è limitata a 300 miliardi esatti, e il gettito d'Iva è invece di 1.000 miliardi (con l'Iva al50%, un traguardo non affatto impossibile) l'entrata per quella famiglia di quattro personeammonterà a circa 44.000 Euro annui. Come si può notare, un reddito padronale più che accettabileper delle famiglie che, pur sovrane di un'intera nazione, debbono però suddividere gli utili conmilioni di altre.

Reddito di UguaglianzaA rigor di logica, un sistema dove la ricchezza non viene più tassata, le buste paga sono percepite

integralmente, la fame statale è sotto controllo per sempre, e le famiglie hanno più d'un reddito,dovrebbe essere un sistema a benessere fortemente generalizzato, e quindi con volumi d'affari incontinua crescita. Dovrebbe anche essere un ambiente dove il mecenatismo largheggerà in tanteiniziative benefiche, e quindi in feste e momenti sociali, e grandi recuperi d'arte... Un luogo,persino, dove il Welfare Volontario dovrebbe essere quotidianamente utilizzato, con effettiestremamente positivi per tutti coloro che sono in difficoltà. Tuttavia, l’esperienza ci insegna chenessun sistema nasce perfetto e che, come ammonisce la pubblicità, la potenza è nulla senza ilcontrollo.

Eccoci dunque a domande abbastanza cruciali: possiamo essere davvero sicuri che il sistemaproposto da Popolo Sovrano non avrà mai bisogno di utilizzare, almeno una volta, una valvola disicurezza? Possiamo essere certi, al 100%, che non si manifesteranno mai dei fenomeni didisequilibrio nella distribuzione della ricchezza? Come abbiamo visto, i politici e i funzionariavranno sempre mille possibili gabelle per bloccare tutti gli accaparramenti. Ma un frenod’emergenza andrà comunque previsto?

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La legge ebraica pretendeva d’essere nata assolutamente perfetta perché rivelata da Dio inpersona. Eppure (o forse proprio per questo), in modi decisamente rivoluzionari, prevedeva lacancellazione forzata dei debiti ogni sette anni, e persino la restituzione delle terre di proprietàfamiliare ogni cinquanta. In pratica, dava per scontato che certe spirali economiche fosseroassolutamente impossibili da eliminare, e che tutte le inarrestabili derive trovassero equilibrio, allafine, soltanto in crudeli civiltà di uomini non eguali. Dunque? Se persino Dio prevedeva valvole disicurezza, a maggior ragione bisognerà inserirne almeno una in una macchina creata da uomini.Serve un Reddito di Uguaglianza, quindi, un andare a colpire con la stessa identica misura epercentuale tutti i conti personali dei cittadini (sempre al netto delle spese già in scadenza). Sì, ènecessario poter redistribuire il denaro nei modi che esattamente serviranno e con l’intento politicoche si vorrà perseguire. Parliamo di soli cittadini, ovviamente, e non di imprese, perché questeultime non sono persone, e per loro bastano comunque le leggi antitrust. Il Parlamento, sia chiaro,questo tipo di Reddito potrebbe anche non autorizzarlo mai, così come potrebbe comandarlo tutti imesi, oppure una volta sola in vent’anni. Il freno, nelle stradine di montagna, si usa ogni diecisecondi, mentre nelle autostrade di pianura, soltanto all’arrivo, magari. Dipende e dipenderà dallesituazioni! Il sistema di Popolo Sovrano è già indirizzato ad una continua ripartizione dellaricchezza, ma il Parlamento potrebbe ritenere di dover utilizzare comunque il Reddito diUguaglianza vuoi per tutti i cittadini, vuoi per certi particolari casi.

La tecnica, a ben vedere, sarà la solita. Sotto attacco, sempre la liquidità residua, indice non diricchezza (che potrebbe essere sempre al lavoro, in Borsa, o impegnata a mantenere comunque delleproprietà di spesa) ma del tenore di vita, cioè della ricchezza vera, continuamente realizzata equindi in atto. Se il Reddito d’Uguaglianza colpirà (ad esempio) tutti i cittadini nella misura del50%, coloro che sui conti correnti avranno € 10.000 ne perderanno € 5.000, e quelli che ne avrannoinvece € 100 ne perderanno € 50. Durante la notte, però, la cifra totale sarà suddivisa secondo lemodalità politiche espresse dal Parlamento. L’accredito potrebbe infatti essere di due tipi: equo, cioècon bonifico della stessa identica cifra su tutti i Conti Sovrani (una scelta di tipoeconomico/finanziario), oppure differenziato, per aiutare solo ed unicamente chi risulta in un certotipo di difficoltà (una scelta, questa, tutta politica, invece). Tecnica rapida, veloce, d’immediatasoluzione di qualsiasi problema, e quindi di grande soddisfazione sia per chi viene beneficiato, siaper chi aiuta gli altri e vuol sapere e vedere il suo denaro andare a bersaglio.

Il Reddito di Uguaglianza è quindi reddito politico, e non padronale. È l’ordine del re, che diceal ricco marchese: «Sono stanco di vederti ogni giorno con carrozza a lucido e vestiti d’alta sartoria,mentre il conte arriva sempre a piedi ed è male in arnese. Dagli un po’ di soldi!». Non si tratta di unfurto, ovviamente, perché tutto è del re; e il marchese, infatti, obbedisce all’istante, lanciando alleguardie una sua borsa di denaro. Diventa invece rapina – eh sì – quando ad occuparsi della cosasono i servi di palazzo, e la borsa non va direttamente al conte, ma fa lunghi e misteriosi giri tra lesettecento stanze della reggia, passando per le mani di centinaia di camerieri, stallieri e cuochi, colrischio che il denaro alla fine si perda, o arrivi a gente che ha già tutti gli stipendi che vuole, o apersone che sono abilissime soltanto nel chiedere, o a chi non ne ha realmente di bisogno... Esoprattutto col rischio che, quando l’indomani mattina incontrerà il conte, il marchese non lo vedràaffatto arrivare a cavallo, tutto raggiante e con la giacca nuova. Non si sentirà affatto dire con unsorriso: «Grazie marchese, ne avevo proprio bisogno! Ho pagato tutti gli arretrati, mi sono compratoun piccolo podere, e con quel che m’è avanzato... ecco qui! Cavallo e giacca nuova. Se le serviràuna spada, si ricordi di me». No, il rischio è di vederlo ancora a piedi, con il suo solito logoro evecchio abito, e soprattutto con l’aria triste di chi avrebbe proprio bisogno d’un prestito. Questa sìche è rapina! Questo sì che è furto! Questo sì che manda il marchese fuori da gangheri!

Il Reddito di Uguaglianza, quindi, come tutte le altre proposte di Popolo Sovrano, non porterà laminima complicazione nella vita dei cittadini. In qualsiasi modo colpirà (in un certo precisomomento, o a scadenze fisse, o lungo determinati archi di tempo) non sarà mai la tassa che richiedecalcoli, file, moduli, e stress! Le valvole e i freni, infatti, agiscono per eliminare stress e

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preoccupazioni, non per aumentarli! I risultati dell’applicazione di questo reddito saranno in ognicaso già evidenti il mattino dopo, con soddisfazione di tutti.

Naturalmente, trattandosi di una questione che dovrà restare totalmente sostanziale, senza maiessere di facciata (il Reddito Sovrano non potrà cioè essere utilizzato per ovviare alla scarsaefficienza della politica e della pubblica amministrazione), l'autorizzazione a procedere dovràpertanto essere data da una maggioranza praticamente assoluta dei parlamentari, non inferiore al90%. Questo garantirà la presenza di effettive falle nel sistema, da tutti visibili, a tutti note, e anchela volontà, da parte dei più ricchi e abili, di sanare subito e in un istante determinati problemi altrui.

Iva e Welfare Finanziario (pensionistico, familiare e aziendale)Popolo Sovrano affiderà l'intero welfare pensionistico, familiare e aziendale ai cittadini. Tutte le

pensioni, quindi, e tutti gli aiuti alle mamme, alle famiglie, alle persone senza redditi e conparticolari problemi di salute, passeranno direttamente a carico delle tasche sovrane. Lo Stato, così,in tutti questi passaggi, non vedrà mai più un centesimo. La cassa integrazione sarà abolita (perchénon spetta ai servi di palazzo lo se un’azienda possa o non possa sopravvivere sul mercato), ma gliimprenditori, oltre a non dover più calcolare contributi e tasse varie, nemmeno dovranno più tenersiin carico – neppure percentualmente – i dipendenti malati e in maternità, perché gli basterà aprire ilgestionale delle Forze dell'Ordine, spuntare le varie assenze, e far così ritrovare al lavoratore, a finemese, già accreditato sul suo Conto Sovrano, quello che lui, datore di lavoro, non è più tenuto adargli (discorso non valido per i dipendenti della pubblica amministrazione, ovviamente, sempre ecomunque a carico dello Stato, e, quindi, sempre e comunque all’interno della Quota Stipendi).

Questo particolare modo di procedere eliminerà gli enti pensionistici e si attuerà, come ormai giàdetto più volte, attraverso un ordine di esproprio delle Forze dell'Ordine alla banche su parametri dicalcolo indicati dal Parlamento. L’aiuto consisterà quindi in un piccolo prelievo mensile forzato daogni conto corrente, sia personale che aziendale, d'una determinata percentuale (uguale per tutti)della liquidità residua. È evidente che la presenza o meno della liquidità su un determinato contocorrente (sempre al netto delle solite scadenze elettronicamente impostate) sarà irrilevante: ilcittadino o l'impresa che il giorno precedente al prelievo avranno speso tutto quello che avevano sulconto, altro non avranno fatto che spostare la liquidità sui conti correnti dei venditori stessi.

Dunque (Iva a parte) una tassa... allora… c’è?Popolo Sovrano, a quanto pare, ne propone almeno una? Non è esattamente così. L’Iva infatti non è una tassa (anche se per comodità di linguaggio la

chiamiamo così) perché è meritata e quindi – esattamente come fosse uno stipendio – appartienegià, per principio, allo Stato stesso (tutte le altre, di tasse, sono state respinte perché appartengono aicittadini). Qui, addirittura, non siamo nemmeno in presenza di meriti, ma di regali. E per i regali, sisa, nemmeno possono esistere delle leggi – e quindi delle tasse – a comandarli (guarda caso, ilprelievo è fatto dai soli conti esistenti: se il cittadino non ha un conto corrente, non darà nulla, né glialtri verranno mai a chiedergli qualcosa; addirittura, il cittadino che proprio non vuole partecipare,spende tutto – come già esemplificato – e sarà qualcun altro a pagare di più).

Regalo, dunque? Proprio regalo? Sì, ma procediamo con ordine, sfruttando anche il fatto chel'elettore si sarà già certamente fatto un paio di domande. Perché il welfare sanitario, scolastico, eculturale sono normalmente a totale carico del prodotto, mentre quello Finanziario dovrebbe inveceessere a carico dei cittadini? Forse (forse) perché il welfare sanitario, scolastico e culturaleimplicano del lavoro servile, mentre col Finanziario siamo in presenza di veri e propri tesori dadistribuire?

Anche! Anche! Sicuramente! Di qui lavoro, di là tesori. Ma non è questo il solo motivo. Lepensioni, anche se oggi costano moltissimi contributi, di fatto sono un regalo; cioè, una semplicedonazione. E se persino le pensioni sono un regalo, figurarsi cosa potrà mai essere tutto il resto delWelfare Finanziario! E se si tratta di donazioni, ovviamente, l’unica mano che potrà elargire sarà

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quella del re. L’unica mano che potrà entrare nei forzieri reali per prendere l’oro da spargere sulterritorio sarà quella dei sovrani. I servi di palazzo non possono certo andare in giro per la reggia afare regali. Al massimo, potranno occuparsi dei diritti. Ma qui, purtroppo, di diritti non ce ne sono.Nel sistema italiano a ripartizione, infatti, i giovani mantengono i vecchi; i lavoratori, cioè, nonaccumulano denaro per se stessi, ma lo passano mese per mese ai pensionati. Perché lo fanno?Perché è la ruota che gira, perché la vecchia generazione ha regalato la vita e, oggi riceve in regalodei sostegni. Regali, insomma, sempre regali. Tant'è che, se i nuovi nati, giunti a vent'anni,decidessero di partire in massa per l'estero, i vecchi morirebbero di fame. I regali, infatti, adifferenza dei diritti, non si possono difendere con le armi. Come potrebbero le Forze dell'Ordinebloccare milioni di giovani negli aeroporti? Con quali capi d'accusa? Certi patti, come si vede, certisbandierati e granitici diritti, alla prova dei fatti, sono soltanto regali. E uno, si sa, i regali li fa se havoglia di farli. Anche nelle nazioni dove il sistema pensionistico è a capitalizzazione, e il denaroviene investito in fondi a basso rischio, il problema resta comunque tutto (anche se, per la verità, sisposta un po’ più in là). Se i giovani partissero in massa, infatti, e nessuno più facesse il pane,mettesse la verdura nei supermercati, lavorasse negli ospedali, aggiustasse le tubature, cablasse lelinee telefoniche, facesse funzionare le televisioni, accreditasse le pensioni, stampasse le carte dicredito, mantenesse in buono stato le strade, ecc.., i vecchi morirebbero comunque di fame.

La grande novità apportata da Popolo Sovrano, quindi, sta nel concepire tutta l'assistenza noncome un diritto, ma come un chiaro regalo. È questo che va a semplificare enormemente tutto. Nonche, per le pensioni, la cosa cambierà poi di molto. Durante le prime legislature, salvo casi eclatanti,lo storico si trasferirà integralmente nel nuovo sistema, perché sarà necessario alterare il menopossibile gli stili di vita delle singole persone. Ma il punto è, comunque, che i diritti hanno ormaifatto il loro tempo. Per intrinseca natura, mancano infatti di elasticità, non tengono conto del qui edell’ora, e non calcolano la realtà effettiva delle cose. A volte, addirittura, mancano di verità, sonofalsi, e quindi di utilità. Operando poi in un mondo in sempre più rapida evoluzione con la solitainfinità di distinguo, possono risultare di forte ostacolo.

Inutile protestare per i poveri e consolidati diritti! Le vecchie generazioni vanno sostenute. E finqui, tutto bene. Ma è davvero possibile ipotecare il futuro? I diritti costruiti ieri possono infattiessere solo carta straccia. Le variabili delle monete sono infinite, e il potere d'acquisto di unapensione può dimezzarsi in tre anni. L'evolversi dei mercati è rapido, e il mutare delle condizioni difondo può essere devastante. Nel recente passato, guarda caso, un intero impero è crollato in ungiorno, trascinando milioni di vecchi nella miseria non in tre anni, ma entro sera. Oggi in Italiaabbiamo milioni di poveri che, a guardare i contributi versati, dovrebbero essere dei benestanti.

Il discorso non riguarda solo i vecchi, ma tutti i deboli e quindi tutti i diritti. È lodevole, adesempio, versare una quota per garantirsi la cassa integrazione; ma se ci sarà il crollo dellaproduzione, per quanto tempo arriverà l'aiuto collettivo? Se la produzione locale è spazzata viadagli stranieri, e ci vogliono cinque anni perché gli imprenditori di quell'area ricreino un lavoro,anche se i fallimenti saranno stati tutti concordati come legge comanda, come vivranno nelfrattempo le persone? E via così per altri mille esempi sempre più stridenti. Sì, stridenti, perché, conuna società sempre più in grado di annullare le distanze (cioè, sempre più televisiva), l'osservazionedella realtà diventa sempre più paradossale. È vero! Sta diventando sempre più lacerante e faticosoparlare di diritti acquisiti (o da acquisire), quando poi, in tutti i momenti della giornata, in casaentrano storie di gente che soffre ora, adesso, e in questo preciso momento. Gente che, fra l’altro,non ha nemmeno l'orto e la campagna a dargli sollievo, come succedeva un tempo a contadini edoperai, ma abita in città, dove il non avere l'energia elettrica, il gas, l'acqua, e nemmeno i soldi perla benzina, significa essere dei morti viventi. Per non parlare, poi (sempre a proposito della rigiditàdi un sistema basato sui diritti), di tutte quelle situazioni dove la carta non collima con la realtà, e lepersone vengono così escluse dai servizi fondamentali. «Lei deve pagare il ticket!». «Io? Ma se è dagennaio che sono disoccupato». «Sì, ma a noi serve la dichiarazione dei redditi dell’anno scorso».

Il crollo dei pesanti diritti a favore dei funzionali regali, alla fine, implica l’impossibilità di un

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welfare finanziario appoggiato sul prodotto e quindi sulle macchine. Le macchine, infatti, nonpossono fare dei regali. Le macchine potrebbero (esattamente come i servi di palazzo) sostenere deidiritti, cioè degli automatismi. Ma se sono invece regali, cioè cose che vengono dall’anima, qualegenitore – tanto per farsi capire subito e bene – accetterebbe che fossero direttamente dei robot amantenere i suoi figli?

Concludendo questo discorso, ed entrando un poco più nel pratico, potremmo chiederci qualesarà la percentuale mensile da stornare da tutti i conti correnti. In altre parole: alta o bassa?Immaginando un welfare anche più ampio dell’attuale, e una liquidità che però coinvolga veramentetutti, potrebbe stabilizzarsi attorno al 2,2% mensile, con tendenza probabilmente al ribasso (1,75%?1,65%?) perché la liquidità generale, a causa degli stipendi incassati integralmente e dei redditi daimpresa non più tassati, tenderà ad aumentare.

Welfare VolontarioÈ il welfare che ogni cittadino può fare aprendo il suo Conto Sovrano e bonificando alle Forze

dell'Ordine le cifre che preferisce e per il tempo che vuole. Questo, sia per favorire in modiindifferenziati tutti coloro che abbiano richiesto un aiuto, sia per aiutare delle specifiche eparticolari categorie di persone. Ogni scelta dipenderà da opzioni elettroniche, cioè, da voci daspuntare preimpostate dalle stesse Forze dell'Ordine. Se il cittadino è benestante, e non gli importal’accredito delle Gabelle di Ritorno e del Reddito Sovrano, può anche scegliere l’opzione del lorostorno automatico (in tutto o in parte) per favorire le categorie che preferisce. A scelta.

Come già detto, il Conto Sovrano può contenere soltanto le somme provenienti dalle Forzedell'Ordine. Il cittadino, quindi, sa già che, bonificando sul proprio Conto Sovrano, sarà operante ildiretto trasferimento alle suddette Forze. La cifra sarà da loro distribuita ai sovrani richiedenti aiutosecondo le specifiche (o le “non specifiche”) che il cittadino avrà selezionato.

Nessuna azienda può fare del Welfare Volontario perché non è un cittadino e non ha un contopadronale. Tuttavia, il titolare potrà sempre da questa bonificare sul suo personale Conto Sovrano,attivando in automatico il processo.

Servizi sempre gratuitiQui, la spada arriva a fondo corsa. Non riuscendo più a cucinare, servire in tavola, lucidare l'argenteria, falciare i prati, curare le

aiuole, mantenere le fontane, ecc., la costosissima servitù di palazzo ha sempre più affidato icompiti ad altri, cioè a dei privati. Privati che, a fine pranzo, presenteranno a tutti gli invitati del reun conto da pagare; e che, malvolentieri, serviranno i nobili più poveri. Privati che poi, siccomenessun servo provvederà realmente a controllarli, massimizzeranno il profitto risparmiando subiada, saponi, terricci, e scope, e comprando, per pranzi e cene, carne e verdure di qualità contenuta.

La causa che porta i servi di palazzo a gettare la spugna è sempre quella: la mancanza dicontrollo; e sarà poi sempre quella a portare i servizi privatizzati ad un ulteriore degrado. A secondadei casi, infatti, non saranno più etici, oppure verranno svuotati da affaristi, oppure produrrannostrazianti catene di debiti (che costringeranno così i sovrani a dover pagare per la terza volta: laprima per costruire le strutture, la seconda per arricchire i privati, la terza per sanare i debiti).

Questo è il terribile mondo delle partecipate, le società dove il servo di palazzo si mischia con laproprietà privata. Qui, il crollo dell'identità servile è totale, e il re si ritrova alla fine senza intereparti della reggia. Una volta, i mulini che pompavano l’acqua alle tante fontane erano tutti suoi.Adesso, per vedere l’acqua zampillare, deve pagare.

Lo Stato, con le partecipate, fa quasi sempre l'azionista d'insuccesso perché si deve liberare diservizi troppo parcellizzati o parassitati, ma è in qualche modo costretto dalla sua stessa etica amantenerne il controllo. Cosa giusta nelle intenzioni, ma sbagliata nei modi, perché dei servi che

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non hanno mai avuto il controllo, e che sono per di più gravati da etiche varie, prima o poiperderanno tutto. Occorre invece tornare alle buone regole del palazzo. Tutto dev'essere esattamentecome a Versailles ed in qualsiasi altra reggia: quel che i servi eticamente debbono servire,eticamente sarà pagato a monte, ed eticamente distribuito. Quindi, non soltanto dovranno esseregratis i Vigili del Fuoco, la Sanità, la Scuola, le Forze dell'Ordine, e le Strade. Ma anche l'Acqua,l'Energia elettrica, le Reti telefoniche, i Trasporti urbani, le Ferrovie, il Gas, la Nettezza urbana...Questo (e tutto quello che di altro ai sovrani piacerà d’avere), tanto ai cittadini, quanto alle imprese.A Versailles, infatti, i servi non presentano mai scontrini o fatture, né il re permette che nelle loromani passi denaro per un qualsiasi servizio offerto dalla reggia. Nella nostra moderna Versailles,quindi, tutto sarà per principio gratuito; ma, siccome il nostro mondo è in rapida evoluzione, e gliobiettivi si spostano continuamente, occorrerà a volte operare dei distinguo, e quindi potrannoesserci delle gabelle, che torneranno subito e comunque sui Conti Sovrani.

Per i sovrani, la scomparsa delle partecipate non sarà una perdita, ma un guadagno. Per essereottimi maggiordomi, infatti, bravi stallieri, perfetti camerieri, eccellenti cuochi, ecc., la lotta delmercato non serve; anzi, è un fuori luogo che viene a complicare le cose. Servono invece ottimecompetenze tecniche, e soprattutto chiarissimi ordini e precisissimi obiettivi in sede elettorale.Tocca cioè, ai cittadini, di conoscere perfettamente spese e scopi, e quindi di scegliere ed assegnare.

Le scelte radicali che trasformano un Paese in una Versailles, non debbono allarmare, ma anzi, alcontrario, rassicurare. Prima di tutto, perché l'identità è la questione principale: sbagliare quella amonte, infatti, è sbagliare poi tutto a valle. Qualsiasi nobile, ad esempio, scoperto il propriomaggiordomo in società col sarto, e il proprio cameriere in società col macellaio, li liquiderebbeentrambi senza pensarci un attimo. Secondariamente, perché espressioni tipo “energia elettricagratis per tutti” non devono minimamente far pensare a delle situazioni in qualche modo fuoricontrollo. Abbiamo ormai espresso tutti gli strumenti fisici e mentali necessari per operare – e con ilgrado che meglio ci aggrada – senza mai derogare dalla logica e dal buon senso sovrani. Possiamocioè procedere coi piedi ben piantati per terra, scoprendo magari “più piccioni con una fava”, masolo perché abbiamo ormai razionalizzato molto bene. Quando si hanno infatti tutti gli strumenti, sifa quel che si vuole e con le tempistiche preferite.

«Anche dare il gas gratis a tutti?». Certamente! A tutti i cittadini, ed anche a tutte le centralielettriche, e a tutte le imprese. È fattibile perché si hanno gli strumenti mentali. Ad esempio, non èaffatto imperativo che tutto sia gratis oggi, o domani, o in parte, oppure mai, perché è imperativosoltanto ed unicamente che l’amministrazione pubblica non prenda mai dei soldi. Soltanto questo èbasilare. Solo derogando dal principio servile inizia infatti il caos, perché in questo caso i servi dipalazzo si ritrovano costretti a fare i commercianti, un mestiere che loro non compete. Fatto salvoquesto principio, il resto è banalità, e i cittadini potranno scegliere il prima, il dopo, il come, ilperché, e modificare per strada gli obiettivi che vorranno avendo tutto sotto controllo. Vogliamofare degli esempi?

Immaginiamo che il Ministero competente compri il gas per i dodici mesi dell’anno (10 miliardidi Euro?) e quindi lo distribuisca a tutti, senza poter mai incassare un solo centesimo; e, per di più,pagando eventualmente dei privati per stoccaggi o conferimenti. Costo totale dell’operazione? 10miliardi e 200 milioni di Euro. Bene!

È etico tutto questo? Sì, è etico nel senso che i servi non fanno più i commercianti, ma occorreràcomunque e sempre un controllo a valle. Se i consumi saranno sempre gratis, infatti, più nessunoinvestirà nelle energie rinnovabili, più nessuno spenderà un Euro nei sistemi di risparmioenergetico, e più nessuno cambierà la vecchia caldaia. Questo non va bene. L’eticità dei servi èsalva, non prendono più un solo centesimo, non sono più interessati a quello che famiglia e impresaconsumeranno… ma la follia è più sotto, a valle. E quindi, cosa bisognerà fare? La risposta è facile:con i servi a fare sempre e soltanto i servi, tutto quello che si vuole, ma però fissando chiariobiettivi e quindi un certo tipo di controllo.

Ad esempio, si potrà continuare a far pagare il gas esattamente come prima, ma avendone già da

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subito, però, un certo guadagno per tutti. Le fatture che arriveranno ai cittadini, infatti, alle impresee alle centrali a gas, non saranno vere fatture, ma gabelle che l’ente erogatore potrà/dovrà emettere emai incassare. Risultato? Il gas è stato pagato con l’Iva erariale 10 miliardi all’inizio d’anno, e unavolta consumato, sui Conti Sovrani, di miliardi, con le Gabelle di Ritorno, ce saranno 25 o 30. Nonsolo: l’ente erogatore non avrà nemmeno dovuto fare i soliti calcoli per aggiungere accise e tasseperché, se il gas domestico, ad esempio, veniva pagato 1 Euro al metro cubo, adesso è ancora allostesso prezzo, ma senza tante spiegazioni, addizionali, scorpori e quindi calcoli. Un guadagno ditempo, insomma, oltre che un guadagno finanziario.

Si può però andare oltre! Ad esempio, si potrebbe decidere di dare gratis il gas alle sole famiglie,facendolo pagare ad aziende e centrali. Sarebbe una follia in termini ecologici, ma, dal punto divista puramente economico, una splendida situazione. Le case distruggerebbero “senza controllo” 3miliardi circa dell’Iva erariale, ma sui Conti Sovrani dei cittadini ne arriverebbero comunque 15 daaziende e centrali con le solite Gabelle di Ritorno. Discorso puramente economico, privo di ognivalore ambientale, ma solo per far comprendere come diventa facile operare quando i servi fanno iservi e i sovrani fanno i sovrani.

La perfezione, ovviamente, starebbe nel memorizzare tutti i consumi medi d’ogni singolafamiglia, impresa e centrale a gas, per poi distribuire a tutti il gas gratuitamente fino ad una certaquota. Ad esempio, solo i primi 9/10imi del consumo storico, cioè abituale, annuale. Consumisuperiori, però, scateneranno gabelle in crescita esponenziale! Gabelle che, ancora una volta,andranno subito sui Conti Sovrani dei cittadini. Però questo, finanze a parte, è buon un discorsoecologico: i cittadini, sapendo che faranno l’intero anno gratuitamente, cercheranno in ogni modo direstare dentro quei 9/10imi, e quindi investiranno in energie rinnovabili, in pannelli solari, inaerogeneratori verticali sul tetto e in giardino, in batterie di accumulo in casa, in incappottaturedegli edifici, in doppi vetri alle finestre, in isolamento di sottotetti e cantine… L’operazione, comesi vede, folle ma in realtà più che possibile, renderebbe tutti felici. L’ente erogatore perché avrà lasoddisfazione di sapere che nessun cittadino resterà al freddo; i cittadini perché avranno comunquetutto gratis; gli installatori e le imprese edili perché avranno una quantità colossale di lavoro; isovrani perché incasseranno gabelle e il surplus d’Iva di tutto quel lavoro… Tutti felici, insomma! Econ tutto sempre sotto controllo!

Immaginiamo, ad esempio, e sempre per osservare le ampie possibilità di manovra, che risultiinvece impossibile utilizzare questo procedimento ecologico per imprese e centrali perché i loroconsumi sono troppo dipendenti dalle commesse, e quindi non è possibile realizzabili dei validistorici. Dove sarebbe il problema? Aziende e centrali verranno escluse, e pagheranno le solitegabelle a tutti i sovrani. Per gli obiettivi ecologici di quei settori, si studierà, con calma, un’altrasoluzione, mentre invece per le case, l’anno successivo, la parte gratuita non sarà più il 90%, mascenderà all’88% o all’87%. E così via! I cittadini continueranno a spendere, è vero, ma per nonavere mai più delle bollette! Ci vorranno anni, ma il problema sarà risolto per sempre. I sovrani nonpasseranno a nipoti e pronipoti delle bollette da pagare all’infinito, perché gli impianti delle energierinnovabili (pubblici ovviamente) costeranno solo quel poco che potranno richiedere inmanutenzione. In pratica, pochissima Iva erariale all’inizio dell’anno.

Come si vede, quando si hanno i mezzi fisici e mentali, si può fare tutto. Non solo a valle, maanche a monte. Perché? Perché i cittadini, ad esempio, in sede elettorale, potranno/dovrannodecidere quanti miliardi spendere per gli investimenti in energie alternative pubbliche. Cifre chiare,obiettivi chiari. Il settore riceverà un impulso formidabile. L’importante è però che, in tutta la trafilasuccessiva al carico dell’Iva erariale, nessun ente possa mai incassare un solo centesimo. Se questaregola è osservata, tutto fila alla perfezione, qualunque scelta – anche impossibile e folle – si vada afare.

Le partecipate, insomma, dovranno scomparire. Però, anche se si dovrà decidere il “di qua” o il“di là”, le tempistiche non dovranno in tutti i casi essere per forza drastiche ed assolute, proprioperché abbiamo gli strumenti per dare sempre e comunque a ciascuno il suo. Se un Ministero, ad

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esempio, possiede oggi il controllo azionario d’una partecipata, non è detto che si debba subitoprivatizzare il servizio (abbandonando per sempre l’etica che l’ha portato all’esistenza) oppure, alcontrario, renderlo subito pubblico. Forse, non si potrà fare proprio niente per alcuni anni. Ma disicuro, tutto filerà liscio se quell’ente (e quindi l’Erario) non potranno mai incassare un solocentesimo di quei dividendi.

Al cittadino sovrano serve insomma la semplificazione e la chiarezza, mentre ai vari funzionaricapo serve il coraggio di controllare, comandare, assumere, licenziare. Non è quindi da escludersi,per tutto quanto detto sopra, che le due esigenze, una volta attivate attraverso chiare consultazionielettorali, si potenzieranno l’un l’altra. Chiari ordini, chiari budget, chiari obiettivi, chiareresponsabilità, potranno alla fine diventare chiari sovrani e chiari servi.

▪ I grandi enti tecnico/gestionaliIn sede elettorale, i cittadini dovranno decidere tanto le Quote Ministeriali che la Quota Stipendi

per poter formulare in piena consapevolezza il Tetto Massimo. Per poter fare questo, però, nonpotranno avere troppi interlocutori, né questi potranno essere dei politici desiderosi di far fare bellafigura a se stessi o di denigrare sempre gli altri. Gli interlocutori, cioè, non potranno essere né lecentinaia o migliaia di sotto dipartimenti, né i ministri e i vari sotto segretari di estrazione più omeno politica.

Ad esempio... Quanto può costare dare l’acqua potabile a tutta la nazione? Quanto può costaremantenere tutte le strade della nazione? Quanto può costare il trasporto locale di tutte le cittàitaliane? Interrogare le centinaia di società incaricate di procurare l’acqua, e le migliaia di comuniche fanno gli appalti, e le migliaia di strutture che gestiscono bus e trasporti vari, potrebbe esserenon solo stressante, ma anche motivo di grande confusione. Se l’ente è unico, invece, e chi viene aparlare in TV è l’ingegnere capo, a domanda, questi risponderà facendo internamente dei velocicalcoli. È come interrogare lo stalliere capo o il cuoco responsabile di tutte le cucine. Parlare congente di questo tipo è facile e immediato, mentre chiedere, invece, a ciascuno dei cinquanta addettiai cavalli, o a ciascuno dei cento apprendisti cuochi, vuol dire semplicemente perdersi. D’accordoche i cittadini, in fase elettorale, dovranno sentire tutti e ascoltare bene tutti. Ma a parte i numeri, ipolitici, in questi casi, sono pericolosi, perché sono come quegli esperti di cavalli o di cucina chevogliono a tutti i costi dire la loro per farsi belli davanti al re o per mettere in disgrazia altrepersone. Non c’è niente da fare! Prima o poi dovranno nascere delle strutture pubbliche conestensione nazionale e soltanto nazionale, i cui vertici, dotati di chiari budget di spesa e di chiariobiettivi, ricevono chiari ordini in fase elettorale e poi, per i cinque anni della legislatura, si mettonoa lavorare per realizzare tutto. Fra queste strutture, ad avviso di Popolo Sovrano, sarannoassolutamente da prevedersi l'ente tecnico che si occuperà di tutta la rete stradale nazionale (30miliardi di budget?), l'ente tecnico che si occuperà di tutta la rete idrica nazionale (10 miliardi dibudget?), l'ente tecnico che si occuperà di tutti i trasporti locali (10 miliardi di budget?), l'entetecnico che si occuperà di tutta la nettezza urbana (30 miliardi di budget?), l'ente tecnico che sioccuperà d'energia elettrica, gas, e impianti energetici alternativi (20 miliardi di budget?), l’entetecnico che si occuperà dei trasporti ferroviari (10 miliardi di budget?) e l’ente tecnico che sioccuperà della messa in sicurezza tecnica, agricola, e forestale del territorio (20 miliardi dibudget?). Per Poste, e Reti Telefoniche/Dati, si vedrà. In ogni caso, o “di qua”, o “di là” e, anche segià “di qua”, un “di qua” in modi chiari. Se invece “di là”, che sia “di là” per sempre! Lo Stato, inquesto caso, uscirà dalla questione senza nemmeno imporre dei controlli (che rischiano di esisteresolo all’inizio, per poi perdersi per strada) e quindi senza nemmeno (per la stessa ragione di prima)dei contratti particolari; ed abolendo dunque, per principio, la necessità etica di quello stessoservizio. In questo modo, il problema sarà risolto per sempre. L'acqua è certamente etica, ma non èdetto che lo sia per forza l'aereo delle linee nazionali per Singapore e la spedizione di un pacco aMosca una volta l'anno. In ogni caso, la centralizzazione di alcuni servizi porterà sicuramente acolossali risparmi di gestione, perché migliaia di uffici smetteranno di essere duplicati sul territorio

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nazionale. Scompariranno tutti gli appalti comunali, provinciali e regionali, con conseguentealleggerimento in loco di personale, risorse, conoscenza delle leggi, discussioni assembleari, ecomplicazioni di politici.

Ogni servizio, avendo finalità e modalità diverse, avrà ovviamente un diverso modo di porsi neiconfronti dell’utenza. Ad esempio, gli enti erogatori di gas, energia elettrica, e nettezza urbanadovranno sempre minacciare crescenti gabelle, perché si tratta di consumi destinati a sparire o atrasformarsi in ricchezza. L’ente erogatore dell’acqua, invece, dovrà dialogare con i cittadini persegnalare picchi nei consumi, ed emettere gabelle solo in caso di siccità. L’ente che dovrà curaretutte le strade avrà un rapporto capovolto, nel senso che sarà invece responsabilità degli utentil’avvisarlo di tutto quello che a loro avviso va sistemato subito o potenziato nel tempo. In altriservizi ancora, l'ente erogatore dovrà limitarsi a intuire elettronicamente le esigenze di cittadini edel territorio e quindi semplicemente adeguarsi (vedi i trasporti locali) o limitarsi ad emetteregabelle su particolari realtà (vedi il trasporto merci e i treni ad alta velocità).

Ma vediamo più sotto, in dettaglio, e senza forzare l’intimo convincimento dell’elettore (alcunepartecipate o controllate funzionano infatti benissimo), ma sempre consci del fatto che la mancanzadi controllo conseguente al trasformarsi delle identità implica sempre e comunque una parzialedistruzione del reddito a cui la presente riforma, invece, ambisce. Gli obiettivi sono senz’altro quellidi avere tutti enti unici nazionali, ma le tempistiche, com’è ovvio, dipenderanno da tanti fattori...

Gas ed energia elettricaPer quanto concerne la luce e il gas, sappiamo già che, proseguendo nel far pagare ai cittadini le

cifre di sempre attraverso gabelle anziché fatture, si produrrà un positivo guadagno su tutti i ContiSovrani della nazione. Questo sarà il primo modo di operare di Popolo Sovrano: l’energia verràcomprata a monte dal competente ministero, e agli eventuali privati frapposti tra l’ente erogatore e ilcittadino sarà riconosciuto il solo trasporto. Quando e se le condizioni lo permetteranno, invece, siprocederà a realizzare l'obiettivo principe, cioè quello dell'azzeramento dei consumi fossili nellecase e nelle industrie tramite la distribuzione completamente gratuita dell’energia sino adeterminata quota e sotto quindi minaccia di gabelle crescenti. (Per le aziende, si adotterannomagari degli storici più estesi, o consociativi, e quindi territoriali).

Nettezza urbanaAnche questo servizio sarà totalmente gratuito per cittadini e imprese, anche se le accise

punitive, cioè le gabelle, colpiranno chi non presenterà i rifiuti come richiesto dall'ente riciclatore.Le famiglie, attraverso le televisioni e la stampa, saranno guidate a dotarsi di precisi mezzi pertrasformare i rifiuti in elementi ordinati, puliti, compatti, estremamente differenziati, mentre leaziende produttive saranno invitate, ancora così non fosse, a precisi protocolli nella conservazione enella presentazione degli scarti. Tutti i ricavati dalle vendite alle aziende di riciclo e di riutilizzosaranno ovviamente accreditati sui Conti Sovrani.

FerrovieSe pubbliche, cioè non più a controllo pubblico, le Ferrovie dovranno imporre qua e là qualche

gabella. Necessariamente! Alcuni treni, infatti, sono molto più adatti a gente che ha fretta piuttostoche a turisti che vogliono guardarsi attorno. E ci vorranno gabelle anche per il trasporto merci, nonin senso dissuasivo, ovviamente, ma come gabelle estese, per garantire ai Conti Sovrani una certaredditività e dare al servizio l’uniformità con gli altri Paesi.

Acqua potabileDato che i consumi umani saranno più o meno costanti per l'eternità, le gabelle saranno soltanto

occasionali, per via di siccità o di particolari lavori in corso. Costante, invece, sarà lacomunicazione tra l'Ente erogatore e la famiglia/impresa per tutto quello che è anomalia (e quindi

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perdite sospette) e per quelli che saranno i consigli per la migliore gestione dell'acqua. Come pertutti gli altri enti, un'applicazione per computer/cellulare (App) consentirà all'utenza di conosceresempre la propria posizione, al fine di non avere mai, così, delle spiacevoli sorprese.

Non tocca naturalmente all’ente erogatore stabilire quale debba essere il giusto consumo di unafamiglia o una azienda. Se una famiglia, ad esempio, mantiene quattro piscine e dieci cavalli, ilconsumo sarà altissimo, ma questi sono e resteranno sempre affari privati. Anzi, affari sovrani.Idem per l’azienda, che potrà scegliere il tipo di produzione che meglio le si confà o che preferisce.L’ente erogatore, però, potrà consigliare, informare, indirizzare, e quindi aiutare.

Strade e autostradeNon esisteranno naturalmente più strade a pagamento sull'intero territorio nazionale, e la rete

autostradale sarà libera e connessa alla restante. Le aziende che sono oggi concessionarie di tratteautostradali, di tunnel autostradali, ed altro, saranno invitate ad interrompere il loro esercizio perpermettere al Governo di abolire qualsiasi pedaggio. Le eventuali differenze economico/finanziariesaranno pagate lasciando funzionanti i caselli fino al saldo finale. Ai Comuni, dato che tutte lestrade passeranno sotto un’unica grande gestione, non resterà che tenere tecnicamente aggiornati isoftware dell'ente incaricato circa la qualità di ogni singola strada, e quindi di predisporre lesegnaletiche e le deviazioni durante i lavori, oltre all'attuazione di qualche temporaneo e minuscolorattoppo in attesa dell’intervento principale. Anche qui, per il rapporto con l’utenza, servirà un’Appper consentire ai cittadini di memorizzare all’istante le posizioni e segnalare quindi subito o indifferita la necessità di interventi.

Trasporti localiIl trasporto locale non prevederà mai delle gabelle perché l'ente gestore nazionale utilizzerà

l'elettronica in tempo reale per sapere il grado di utilizzo dei mezzi, i percorsi eventualmente daraddoppiare, e le situazioni da piccoli veicoli autoguidati. Una gabella, poi, significherebbeaumentare il trasporto privato, e questo non ha senso. Alcune tratte regionali o nazionali (pullman)resteranno private come da sempre. Il sistema dei trasporti locali, però, smetterà finalmente didragare denaro.

AmbienteLa protezione dell'ambiente è questione complessa e delicata, perché la conservazione del

complicato territorio italiano si fonde con le sue esigenze di recupero silvestre, agricolo, pastorizio eabitativo. Questo ente tecnico avrà probabilmente un costo enorme, andrà studiato dai tecnici, perpoi essere seriamente finanziato e concretamente reso operativo.

Questo ente sarà – detto per inciso – un esempio del lavoro che i cittadini dovranno sempre farenelle settimane – e magari anche mesi – precedenti le elezioni, perché la libertà sovrana, qui, nonsarà solo quella di mantenere le strutture pubbliche, ma anche di dare direttamente i soldi a chi,combattendo in prima linea, si metterà in gioco per recuperare, ripristinare, rimettere in funzione,riaprire eccetera. È un po’ come per la fame nel mondo: se invece di mantenere le grandiorganizzazioni avessimo regalato soldi a pioggia, i risultati sarebbero stati decisamente migliori.Anche qui, con le Forze dell’Ordine a fare da bonificatori garanti delle spese che sarannoeffettivamente sostenute, i cittadini si ritroveranno con le più ampie libertà di manovra.

Poste e Reti telefoniche/DatiCirca le Poste e le reti telefoniche/Dati, forse resteranno nella lotta del mercato. Diversamente,

se diventeranno pubbliche (e quindi gratuite per tutti), sarà necessario stabilire, in sede elettorale, ledifferenti modalità di potenza e di utilizzo per cittadini e imprese. Ad esempio, per i cittadini saràtutto gratis fino ad una certa potenza e fino ad un certo numero di normali pacchi o di raccomandateda spedire. Per le imprese e gli altri enti, no, ci saranno le gabelle in senso esteso.

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Servizi sempre completiOggi abbiamo dei servizi dove i servi di palazzo si sentono talmente padroni da sedersi a tavola

per farsi servire da coloro che li stipendiano. Abbiamo servi che si permettono dei comportamentiche neppure le Forze dell'Ordine, pur armate e letali, si sono mai sognate di adottare. Mai, infatti, sisono permesse di fermare un cittadino, ispezionargli l’auto o il camion, e presentargli poi unaricevuta: «Tutto a posto! Ecco la dichiarazione che lei non ha a bordo né droga né armi. Sono 37Euro, più l'addizionale di 3 Euro perché ha la monovolume: 40 Euro». Mai si sono permesse dicontestare una violazione sbattendo in faccia al cittadino complicati fogli da compilare: «Purtroppolei ha violato la legge. Questi sono i moduli da riempire per la multa. Si metta da qualche parte, equando ha finito di compilare, passi le carte al mio collega. Stia molto attento a non sbagliare, se nodovrà rifare un'altra multa con altri costi a carico». Mai si sono permessi di abusare del tempo edella pazienza del cittadino: «Non possiamo farla ripartire se prima non paga la multa in Posta. C’èun paese qui, a due chilometri di distanza, appena dopo la salita».

Questi servizi non sono soltanto incompleti, ma capovolti. Ad esempio: interessa, ad unqualsiasi cittadino, targare la propria l'auto, avere un libretto di circolazione, inserire il propriomezzo nel registro automobilistico, dimostrare d'essere abile nella guida, superare un esame dellavista, e far vedere a tutti che il proprio mezzo è efficiente? No, non gli interessa: l'auto ha già un suonumero di fabbrica su telaio e motore; i pezzi di carta che veramente contano, poi, sono soltanto ibonifici bancari; guida anche benissimo, e ci vede perfettamente; in più, l’auto va che è unameraviglia. A chi interessa, allora, tutto questo? Ovviamente, all’amministrazione, perché è questache deve sapere, verificare, controllare, essere sicura, ecc.. Dunque, non toccherebbe alla pubblicaamministrazione d'andare a targarsi le auto quando escono fuori dalle fabbriche (nazionali), oquando passano il confine (se straniere), metterci poi a bordo i libretti (per i futuri proprietari),controllare se il cittadino sappia guidare, fare le opportune visite mediche, predisporre dei centrimeccanici per la revisione ed il controllo delle auto, e tutto questo gratuitamente e ringraziando ilcittadino per il disturbo? Certo! Al cittadino toccherebbe solo di obbedire, cioè – chiamato – dipresentarsi. Esattamente come quando le Forze dell'Ordine gli fanno segno d'accostare, e lui,diligentemente, obbedisce. Invece, queste amministrazioni impongono moduli, carte, pagamenti, enemmeno ringraziano: «Questi sono i moduli, questi sono i vaglia. Compili bene tutto, poi vada inPosta, paghi 160 Euro, quindi torni qua per la domanda della patente». In altre parole: «Prima miservi, e poi mi paghi».

Tutte queste situazioni dovranno ovviamente scomparire. Anche perché – etica del servizio aparte – gli enti che lavorano in questi modi incompleti/capovolti pongono dei serissimi problemi divalutazione. Come si può infatti quantificare un servizio dove il padrone è costretto ad andare incucina a prendere i piatti, pagarli, e poi consegnarli al suo servo? Che senso avrebbe – tanto per fareun esempio pratico – definire quel tal servizio poco costoso solo perché ha cinque impiegati in trestanze, quando poi quei cinque costringono i cittadini a lunghe file, li mandano via con moduli dacompilare, e poi si fanno pure pagare? Qual è il costo vero? E quale tipologia di servi si finisce conl’allevare in un simile andazzo?

Bisogna poi mettere tutto in modi chiari sotto l’occhio del padrone. Ad esempio: come potranno icittadini sapere se quel tal museo o quel tal impianto sportivo sono ben utilizzati, se gli stessi nonpotranno più vendere né biglietti né ticket, ma, al massimo, emettere gabelle? Manca latridimensionalità della valutazione. Sui Conti Sovrani, infatti, le strutture pubbliche apparirannobidimensionali, perché si vedranno le spese, gli occupati, le funzioni, i malati, eccetera, ma non laresa, e quindi il loro vero spessore. Necessariamente, quindi, entrando in un qualsiasi e gratuitoambiente pubblico, ogni cittadino dovrà strisciare da qualche parte un proprio documento, in mododa far sapere a tutti i sovrani che la struttura, per quanto lo riguarda, è utilizzata. I dati personaliresteranno poi noti alle sole Forze dell'Ordine, ma ogni cittadino, accanto a spese, numero di

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addetti, malati eccetera, potrà rilevare che in quel tal museo arrivano a migliaia, oppure, tre solepersone a settimana; e che questa piscina è sempre piena, mentre l’altra, un chilometro più in là, èsempre vuota. Dalla resa alla valutazione dei dirigenti – attenzione bene! – il passo è breve.

Con Popolo Sovrano tutti i servizi saranno sempre completi, gratuiti, e perfettamente misurabili.

A ognuno il suo▪ Assicurazioni dei veicoli a carico dello Stato

Negli ultimi decenni, i politici e i funzionari hanno visto i loro cittadini perdere una quantitàesorbitante di denaro e di tempo per assicurare i loro mezzi – cioè le auto, i motorini, le moto, icamion, i camper, le roulotte ecc.. Ultimamente, li hanno anche visti in crescenti difficoltà, siaperché oggi serve ormai un mezzo ad ogni componente della famiglia, sia perché i problemieconomici sono cresciuti in modi drammatici. A loro, però, non è mai venuto in mente, persollevarli da ogni obbligo e impegno, di fare un’assicurazione unica, nazionale, e quindi un solocontratto tra il Ministero dei Trasporti e una o più assicurazioni. Un contratto magari – perché no? –esteso anche alle aree private, agricole, boschive, quindi omnicomprensivo; magari con protezionekasko ed illimitata. No, non gli è mai venuto in mente! Pensare che avrebbero anche aumentato – edi parecchi punti percentuali – la serietà nel settore, dato che, tanto per chi non vuole mai pagare,quanto per chi finge i sinistri, una truffa all’assicurazione nazionale, in questo caso, sarebbediventata truffa allo Stato, e quindi d’immediato interesse delle Forze dell’Ordine.

Popolo Sovrano provvederà a questa grave lacuna, e i cittadini potranno così risparmiare – oltreal tempo – quantità gigantesche di denaro, perché milioni di contratti stipulati presso decine dimigliaia di agenzie hanno un costo, mentre un singolo contratto al ministero ne ha tutto un altro. Leassicurazione, comunque, non avranno alcuna perdita, ma anzi, grazie alla maggiore disponibilitàfinanziaria delle famiglie, potranno concentrare i propri sforzi sui contratti intelligenti, quelli cheaumentano concretamente la serenità della gente. Molti sovrani, infatti, non sono oggi assicuratisulla vita, né hanno assicurazioni sulla casa (per non parlare dei più poveri, che nemmeno hannoquella sull'auto). Le Forze dell’Ordine, attraverso il loro gestionale, saranno sempreelettronicamente informate di ogni sinistro e di ogni sua evoluzione finanziaria.

▪ Stipendio agli studentiÈ assolutamente necessario che tutti gli studenti che iniziano gli studi superiori, cioè dai

quattordici anni in su, ricevano uno stipendio, perché sono i soli ed unici apprendisti. Il sedicenneche, assolto l’obbligo scolastico, va come si suol dire “a bottega”, non è infatti il vero apprendistadel sistema, perché non saprà mai cablare una rete, operare un paziente, progettare macchinecomplesse, analizzare dati economici ecc... Eppure, questo ragazzo che va “a bottega”, viene subitopagato. È quindi il caso di regolamentare la situazione per tutti gli altri, che sono molto più meritori.

Dato il grande numero di operazioni che questa riforma già prevede a livello nazionale, icompensi mensili agli studenti saranno poco più che simbolici. Poi, man mano che lo studio entreràin fase galileiana, e calerà il numero degli addetti, gli stipendi diventeranno sempre più consistenti.La crescita dei giovani moderni, così, potrà così tornare ad allinearsi a quella dei giovani di tutti itempi, perché crescendo diventeranno finalmente delle risorse sempre più importanti per lafamiglia, e non, come avviene oggi, dei pesi sempre più grandi.

Democrazia direttaStrano ma vero, il Parlamento non è affatto un organo superiore ai sovrani. Per definizione,

infatti, nessuno sta più in alto del re, e quindi il Parlamento, pur organo elevato, gli è inferiore perqualità ed importanza. Siccome però è un organo che comanda, vien facilissimo pensare ilcontrario: è il solito errore percettivo, diffuso in una quantità sterminata di ambienti;

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perdonabilissimo a livello emotivo, ma non concettuale. Padroni infatti si "è", mentre comandare si"fa". Il reggente, ad esempio, comanda, ma il padrone è solo il piccolo re. Il capitano comanda, mail padrone è solo l'armatore. Il fattore agricolo comanda, ma il padrone è solo il latifondista. IlParlamento, quindi, comanda sicuramente, ma rispetto al re non è niente di più che il suociambellano di corte; o, se vogliamo, il suo gran visir o primo ministro.

Tutto questo per dire cosa?Prima di tutto, che oggi il Parlamento italiano è commissioni, impegni, urgenze, questioni

monetarie, problemi fiscali, tragedie bancarie, incidenti diplomatici, emergenze planetarie, ecc. (iltutto, ovviamente, tra continue contese politiche), e quindi è caos e sordità, cioè l'esatto contrariodel tranquillo ciambellano di corte, cioè, del tranquillo signore che con gli occhi osserva il lavorodei servi minori, e con gli orecchi è attentissimo alla voce del re. Questo ciambellano corredappertutto, è considerato il responsabile di tutto, si divide su mille fronti, mentre migliaia di serviminori, colpevoli di disastri colossali, vivono sempre sereni (alle quattro del pomeriggio, tutti acasa, e coi loro bravi posti di lavoro sempre garantiti). È un ciambellano anomalo, che non è maistato in condizioni di ascoltare il suo re: il cittadino, oggi, potrà infatti gridare, urlare, protestare,scrivere, avvisare, ma nessuno gli risponderà.

Secondariamente, per dire anche che se il Parlamento è soltanto un ciambellano di corte, alloral'utilizzo sempre più massiccio di referendum elettronici, petizioni elettroniche, leggi d’iniziativapopolare elettroniche, eccetera, non è una perversione metodologica da tecniche informatichesempre più invasive, ma il normale estrinsecarsi del potere reale. Il Parlamento va effettivamenteridotto al suo preciso ruolo di grande ascoltatore e, quindi, successivamente, di esecutore; vainsomma ridotto a buon personaggio che riceve ordini, a compassato signore attentissimo ai desideridi Sua Maestà.

La conclusione? Per poter essere il bravo ciambellano di corte che abbiamo indicato, ed esserequindi comandato, il Parlamento deve ritrovarsi in un perfetto stato di quiete, senza urgenze, senzadrammatiche questioni economiche, e senza assilli gestionali. Questa condizione, però, senza unatitanica semplificazione fiscale e burocratica, è pura utopia.

Con Popolo Sovrano la democrazia diretta diventa finalmente possibile.

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VANTAGGI & PERPLESSITÀ

A guardar bene, la vera forza del completamento rivoluzionario ottocentesco sta nell’allineare lagestione della pubblica amministrazione al resto del mondo moderno: ogni successiva legislatura,infatti, non partirà mai dal solito punto zero, ma dal superiore livello raggiunto dalla precedente.Dato poi che, nel mondo moderno, tutto muta e si potenzia, i cittadini potranno sempre, ad ognielezione, decidere se spendere lo stesso denaro per avere servizi migliori, oppure, al contrario, averequelli di prima, ma spendendo meno. Questo processo, reso possibile dal continuo aumento dipotenza dei sistemi, è quello con cui ognuno di noi ha a che fare quando va comprare il nuovosmartphone o il nuovo televisore. Ripetuto continuamente, porterà l'efficienza statale all'infinito,perché i cittadini, in sede elettorale (e anche prima) pretenderanno cifre, discuteranno di cifre,parleranno di obiettivi, e sceglieranno degli obiettivi. E i partiti, ovviamente, dovranno adeguarsi.

Il mondo della potenza, poi, è anche il mondo del merito. Oggi, i mercati vivono sotto lacrescente pressione delle macchine sempre più rapide e intelligenti. Tutto si velocizza, e questo è ungrosso problema. Nei secoli passati, il distacco dalla realtà a cui va sempre incontro ogniorganizzazione, non aumentava in modi fulminei come avviene oggi. Un marchesato, infatti, unaprebenda, una contea, una baronia, una fabbrica, una proprietà terriera, un diritto nobiliare, undiritto padronale, anche un mestiere, potevano tramandarsi di generazione in generazione senzaalcun problema. Invece oggi, se non sta bene all’erta, anche il ricco titolare di un'azienda con milleoperai o mille robot può ritrovarsi in grosse difficoltà in tempi ristrettissimi. Ecco perché è cosìimportante che i guadagni dello Stato siano legati al merito. Non solo perché questo è il parametrodell'efficienza del sistema, ma anche perché è l'unica robusta maniera di rapportarsi al resto delpianeta in continua crescita.

La potenza, poi, genera sempre dei problemi. È un fatto verissimo. Questa riforma di PopoloSovrano, in effetti, assomiglia molto ad un articolato motore; motore che, molto più rapido epotente dell’attuale, se avesse dei difetti, creerebbe dei danni a velocità superiore. Però, sappiamoanche che, nel mondo moderno, tutti i problemi causati dalla potenza vengono sempre risolti tramiteuna potenza superiore. Le macchine, cioè, sono molto più rigide, ma anche molto più reattive. Uncavallo, ad esempio, porta solo un quintale o due, ma ha molta elasticità perché, se la strada finisce,prosegue nell'erba. Un treno, invece, porta migliaia di tonnellate, ma è poco elastico perché, semanca una sola rotaia su centomila, deraglia. Tuttavia, nessuno vorrebbe mai ritornare ai cavalli. Sele rotaie sono un problema, gli ingegneri studieranno soluzioni più potenti. Inventeranno lamonorotaia! E guarda caso, il treno viaggerà quattro volte più veloce di prima. Un cavallo,insomma, resta solo un cavallo; le macchine, invece, si evolvono.

Tuttavia, una riforma che trasforma una nazione in una reggia non può non suscitare qualchesottile perplessità. Gli obiettivi di Popolo Sovrano sono davvero ambiziosi, alcuni addiritturaestremi. L’elettore può restare turbato. “Sarà davvero possibile risolvere tutto premendo un solopulsante?”. Eppure, la riforma altro non è che un semplice impostare di macchine: in pratica, sitratta di numeri da inserire, di questioni da ingegneri, di faccende che non interessano allastragrande maggioranza delle persone. Si tratta anche, però, di questioni da padroni, e quindi dadipendenti a cui vanno messe in mano delle chiare cifre a fronte di chiarissimi obiettivi. In pratica,si tratta di fare quello che milioni di imprenditori fanno tutti i giorni con le loro attività, siaprogrammando le loro macchine, sia dando chiari ordini ai dipendenti. (E comunque, se non ciproviamo, non sapremo mai quali correzioni di rotta – cioè quali evoluzioni far fare alle macchine –siano necessarie per far ben funzionare un simile sistema).

La presente riforma, sempre a guardar bene, permette invece quello che finora è statoimpossibile. I tagli alla spesa pubblica e il contenimento del debito nazionale, infatti, tentati

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partendo dall'interno, sono sempre puntualmente falliti. Uomini dotati di incarichi, e quindi dipotere, si sono sempre ritrovati paralizzati perché, da una parte, dovevano sbrogliare la matassaspaventosa di nodi stretti uno sull'altro, e, dall’altra, non disponevano di un welfare agile esoprattutto vero per evitare la fame a centinaia di migliaia di licenziati. Senza contare poi anche ilfatto che, se fossero riusciti a risparmiare senza licenziare (semplicemente non sostituendo ilpersonale che andava in pensione), i politici, ritrovandosi con più ossigeno, avrebbero subitorecuperato dall’altra parte, e aumentato il debito complessivo. Se da una parte, quindi, la riformanon può dare tutte le sicurezze logiche ed operative che vorremmo, sino all’ultimo dettaglio,dall’altra, l’attuale sistema ce ne fornisce una d’incrollabile: siamo in trappola, aggrovigliati aduna rete d’acciaio di tributi statali e di leggi amministrative, e non possiamo più muoverci. Lariforma, invece, muovendosi dall’esterno, ci permette di superare tutto d’un balzo.

C’è però un curioso aspetto, fra tutti i discorsi sin qui fatti, che potrebbe essere molto difficile dainquadrare tanto tra i vantaggi come tra le perplessità, e per il quale vale la pena di spendere ancoradue parole. Non è il fatto che il cittadino, in qualche modo, più spende e più guadagna. Questosuona strano solo all'inizio, perché, dopo un po’, ogni elettore si rende per forza conto che, avendodue identità, il popolo sovrano si ritrova necessariamente tanto all'inizio dei percorsi del denaro,quanto alla loro fine. No, no, il discorso strano è un altro. La potenza tecnologica è sempre moltodemocratica, e qualche elettore avrà notato che la presente riforma non parla mai di lavoro. È comese questo argomento fosse sempre al margine dei ragionamenti. Il Manifesto segnala in molti puntiche verrebbe semplificata la vita di enti, cittadini ed imprese, che ci sarebbero grandi risparmi per lanazione, e che i guadagni arriverebbero poi a tutti... Ma l'elettore, alla fine, potrebbe avere laspiacevole sensazione che il cittadino, anche non lavorando mai, verrebbe in ogni caso mantenuto.C'è infatti il flusso delle Gabelle di Ritorno, poi quello dei Redditi Sovrani, poi quello non del tuttoimpossibile del Reddito di Uguaglianza, quindi il Welfare Finanziario, e persino il Volontario.L'elettore, insomma, potrebbe andare in leggera confusione: è ancora valido quel banale concettosecondo il quale mangia solo chi lavora? È ancora valido, o siamo semplicemente in presenza diuna falla intrinseca al sistema? Nel Manifesto c'è tanto denaro che gira, tanto denaro che va di qui,tanto denaro che va di là, ma non si vede mai lo sforzo per produrlo. Qual è la risposta?

La risposta può essere banale o elaborata. Banale: nel mondo ci sono milioni di persone che,ereditate grandi fortune, passano il tempo a godersi la vita. Questo, a quanto pare, non ha mai creatoansie esistenziali a nessuno. Al massimo, un po' d'invidia. E dunque? Non è nel nostro caso forsevero che i sovrani ereditano una parte della nazione? E se con questa ereditano pure dei redditi,dove mai sarà il problema? Elaborata: oggi i bambini non lavorano più, non assistono più gli adultinelle fabbriche e nei campi, non si alzano alle quattro del mattino per portare le bestie al pascolo,godono di infiniti diritti, e fanno una vita che, in termini del potere, non è nemmeno confrontabilecon quella degli antichi coetanei. Perché? Perché dipende dal sistema che circonda l'individuo.Cinquemila anni fa, la macchina più diffusa era la zappa, oggi è il robot, domani, l'astronave. Ilvasaio che cinquemila anni, tanto per fare un altro esempio, col suo lavoro poteva ottenere a finemese soltanto un poco d'orzo e un abito di lana grezza; oggi, facendo lo stesso identico mestiere,può comprarsi abiti di buona fattura e volare dall'altra parte del mondo. Domani, semprefabbricando gli stessi identici vasi, si comprerà un paio di pianeti e volerà di galassia in galassia.Dipende dal sistema, quindi, e soltanto da quello. Per assurdo che oggi possa sembrare, conl'avanzare dei robot, il ruolo degli uomini diventerà sempre più determinante non tanto nel lavoro,nella fatica, nelle vendite, nella produzione, nella distribuzione, quanto nella scelta finale, cioè nelconsumo. Le macchine e i sistemi, insomma, vivranno o moriranno a seconda di cosa gli uominidecideranno al supermercato e nelle concessionarie. Si arriverà alla situazione, oggi apparentementefolle, che il vero lavoro dell'uomo sarà quello di consumare. In pratica: 'cosa' studiare, 'quanto'studiare, 'cosa' visitare, 'quanto' visitare, 'come' vivere, 'quanto' vivere.

Tutto gratis? Stiamo andando verso uno stranissimo mondo? No, tutto è già stato ampiamentepagato, solo che la memoria degli uomini è corta.

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PROGRAMMA DI GOVERNO

Prima legislatura (2018-2023)

Concludiamo il Manifesto dando concretezza a tutto il discorso sin qui fatto. Vincendo a grandemaggioranza le prossime elezioni politiche (che si terranno nella prima metà del 2018), PopoloSovrano si adopererà, sino al 31 dicembre 2019, per emanare le leggi atte: a predisporre la nuovamacchina amministrativa, a realizzare il numero più grande possibile di enti pubblici a valenzanazionale, e ad eliminare il contante dalla pratica d’uso. Verrà anche formulata la legge che obbligaogni nuovo governo a stabilire, all’atto dell’insediamento, i quattro fondamentali parametri:l’Aliquota Unica dell’Iva, le Quote Ministeriali, la Quota Stipendi, il Tetto Massimo. Con tuttopronto, la riforma diventerà operativa il 1° gennaio 2020.

Dalle ore 00,00 di detta data, gli enti pubblici non potranno più avere redditi extra Iva, formare(nuove) società partecipate, e contrarre debiti di qualsiasi tipo. L'uso del contante saràcompletamente abolito sull'intero territorio nazionale, l'Iva roboticamente innalzata al 50% su ogniprodotto e servizio, il Tetto Massimo di spesa pubblica fissato a 300 miliardi d'Euro annui, la QuotaStipendi (in contrazione del 50%, ma compensando con l'integrità della busta paga) bloccata ad 81miliardi di Euro annui. Le Forze dell'Ordine attiveranno il loro gestionale nazionale, eprovvederanno a procurarsi – in un’unica soluzione o pianificando – i 200 miliardi di Euro per ilsaldo dei debiti pregressi. Tutti i debiti ancora in essere verso la pubblica amministrazione andrannosaldati direttamente alle Forze dell’Ordine, e, relativamente alla totale o parziale gratuità dideterminati servizi, questo dipenderà dal lavoro svolto nei mesi precedenti.

A partire dal 1° gennaio 2020, vari settori dello Stato saranno già stati dismessi o accorpati. Ilgoverno chiederà ai grandi enti unici di riassorbire il personale tecnico licenziato dagli enti minori(comuni, province, regioni), ma senza forzare la volontà dei manager a capo delle strutture. Chi siritroverà senza lavoro, sarà sostenuto dal Welfare Finanziario, mentre saranno invece aboliti tutti isostegni statali alle imprese.

L'innalzamento dell'Iva al 50% sui prodotti e i servizi, utile ad assegnare allo Stato un terzoesatto di ogni transazione, non dovrebbe aumentare i prezzi in modi significativi, perché gliimprenditori, liberi da tasse su tasse, saranno anche finalmente in grado d'occuparsi soltanto delloro lavoro, senza più perdere tempo in estenuanti rapporti con le amministrazioni. Le aziendepotranno così produrre a costi molto inferiori, e non è da escludersi che anche luce, acqua e gassaranno (secondo le gabelle crescenti descritte nelle pagine precedenti) completamente gratuiti.Circa la quantità di Iva in ingresso nell’Erario, si può prevedere un forte incremento dei consumitanto a livello familiare che di investimenti aziendali, data ovviamente la più alta disponibilitàfinanziaria generale garantita dall'abolizione di tutte le imposte sul reddito di persone ed imprese,dalle buste paga percepite per intero, dalla liquidità fornita dalle Gabelle di Ritorno, dall'eventualeReddito Sovrano, e dalla scomparsa delle bollette per i rifiuti ed altre gabelle non più socialmenteutili. La crisi dovrebbe bruscamente interrompersi, e il Reddito Sovrano essere già ampiamentedisponibile sin dalla metà dell’anno. Anche le esportazioni dovrebbero significativamenteaumentare perché i prodotti varcano le frontiere al netto d'Iva.

Nel leggere quanto sopra, ogni elettore potrà forse provare la sensazione di sognare. È più checomprensibile: da una parte non sono ancora stati realizzati i necessari strumenti di controllo, edall’altra nessuno è mai veramente riuscito a far staccare al pezzo di legno le ruote da terra. Nessunpopolo, cioè, è mai riuscito ad essere sovrano tutti i giorni dell’anno. Ecco perché servono icontributi di elettori molto capaci a livello organizzativo e gestionale.

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Sito internet www.popolo-sovrano.orgPagina Facebook: Popolo-Sovrano

Indirizzo mail: [email protected]

Né a Destra, né a Sinistra, ma semplicemente ‘oltre’, la riforma di Popolo Sovrano va portata atermine con grande decisione, oppure – al contrario – ferocemente osteggiata. L’elettore che infattila ritiene possibile non potrà in alcun modo sottrarsi al compito di realizzarla; mentre l’elettoreche la ritiene invece impossibile, e quindi dannosa, dovrà ostacolarla con forza perché la‘macchina’, muovendo il denaro in altre direzioni, se incompleta o mal concepita farà dannicolossali.

Come da Atto costitutivo, Popolo Sovrano chiuderà la sua esistenza alla fine della legislaturache vedrà nascere gli Stati Uniti del Mondo, la federazione mondiale che – basata su "1" Esercito,"N" Monete ed "N" Amministrazioni – permetterà la pace nel mondo senza minimamente intaccareusi, abitudini, leggi locali e monete. Per accelerare il raggiungimento di questo obiettivo, PopoloSovrano esporterà la nuova metodologia di gestione pubblica soprattutto negli Stati dove i servi dipalazzo rendono talmente difficile la vita ai sovrani da costringerli ad emigrare.

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