Vademecum del cittadino sovrano di Paolo Bonacchi

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Belgie-Belgique P.B. 1/9352 Bureau de déPôt Bruxeles 7 P006555 nov-dec 2012 prix 1,50 euro | 56e année |novembre - décembre 2012 # 60 les cHeMinots Montrent la voie

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Teoria dello Stato contrattuale corrisponde allo Stato Minimo che fornisce ai cittadini sovrani la massima efficienza e con la minima spesa. Riappropiarsi della Sovranità vuol dire riformulare la Costituzione a vantaggio dei cittadini con le massime garanzie che sarà onorato il contratto politico commutativo.

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Ciclost. in proprio, Unione Toscana , via S. Bartolomeo 17a, Pistoia. Arezzo 335 6788152 – Grosseto 347 9685411 - Lucca 0574 610241 Pistoia 349 6989500 - Prato- 349 5585611

Unione Toscana

Cittadini, non sudditi!

Vademecum del Cittadino “sovrano”

di Paolo Bonacchi

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Unione Toscana

UN MOVIMENTO finalmente NUOVO?

Il comportamento, lo stile di vita e le scelte politiche di interi popoli, sono condizionati dal sistema delle informazioni.

Scopo dell'informazione in mano al potere politico ed economico è predisporre la massa a credere che quanto viene diffuso dai giornali e dalla televisione sia vero, necessario, utile e desiderabile per tutti.

Purtroppo l'esperienza ci ha ormai insegnato che l'informazione è spesso il cavallo di Troia del potere precostituito, economico e politico, di uno di o pochi individui astuti, che aspirano a dominare la massa per sfruttarla a proprio vantaggio.

L'Unione Toscana crede che in politica i cittadini possono essere liberi soltanto attraverso una informazione veritiera. Infatti solo una informazione veritiera potrebbe ribaltare il sistema di potere in atto in Italia e restituire il governo ai cittadini, come prevede la Democrazia. Infatti:

La Democrazia comincia dal basso: dai cittadini ”SOVRANI”, non dai

“partiti” come è nel nostro Paese. Ebbene: davanti a questa situazione l'Unione Toscana ritiene che...

“La “sovranità”, in quanto potere di fare, legittimare, modificare o abrogare le leggi che riguardano tutti, appartiene al Popolo e non può essere alienata, limitata, violata o disattesa dai rappresentanti eletti nelle istituzioni. Gli aventi diritto al voto possono delegare la parte minore della loro sovranità ai rappresentanti eletti, ma devono sempre restare liberi di modificare le regole della delega e di revocare il mandato.”

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Questo significa che ogni cittadino, per restare “sovrano”, deve cedere ai rappresentanti una quantità di sovranità e di potere sulla sua vita sempre inferiore a quella che riserva per sé.

L'Unione Toscana ritiene che si possa raggiungere questo scopo con lo strumento giuridico del REFERENDUM senza quorum, mediante il quale i cittadini sovrani e responsabili, impongono ai loro rappresentanti, a maggioranza dei votanti, le loro scelte di utilità e di convenienza sui FATTI della vita sociale che li riguardano.

Un Fatto è una tassa, una imposta, il sistema pensionistico, assicurativo, scolastico, sanitario, la costruzione di un ponte, di una strada, il funzionamento della burocrazia, la disciplina delle multe, dell'iva, dell'edilizia, ecc..

Con l'adozione dei Referendum popolari deliberativi e legislativi senza quorum, come nella vicina Svizzera, sia l'istituto della rappresentanza politica, sia i partiti, continuerebbero ad esistere, ma verrebbero subordinati alla Sovranità popolare sui fatti concreti della vita sociale e non più solo sulla scelta delle persone che governano.

In questo modo la Democrazia rappresentativa verrebbe BILANCIATA dalla Democrazia diretta e questa sarebbe comunque prevalente, obbligando i “rappresentanti”, ovvero i “dipendenti” dei cittadini, a rispettare gli interessi e le aspettative della maggioranza delle persone responsabili.

Con l'introduzione, a partire dal livello comunale e successivamente provinciale, regionale e nella Costituzione, dei Referendum popolari deliberativi (Comune e Provincia) e legislativi (Regione e Stato), senza il Quorum del 50% + 1 dei partecipanti per la validità del risultato, l'Unione Toscana ritiene di poter restituire lo stato e la Democrazia ai cittadini sovrani.

Così, a nostro parere, è possibile scardinare il sistema di potere politico oppressivo attuale, basato sullo STATO SOVRANO definito “moderno”, antidemocratico ed illegittimo, fondato sulla sola “democrazia parlamentare”, sulla “rappresentanza integrale”, sul “centralismo democratico”, sulla “partitocrazia”, sulle “caste di potere” e sul “privilegio di pochi a spese di tutti”.

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Cosa succederebbe se la “falsa” Democrazia italiana, fosse una “vera” Democrazia, come vuole

l'UNIONE TOSCANA ?

I cittadini “sovrani” potrebbero: riprendersi la sovranità monetaria oggi in mano ai banchieri privati, eliminare i privilegi che i "rappresentanti" dei partiti, ”dei magistrati e degli “alti gradi della pubblica amministrazione” a tutti i livelli, si sono auto-concessi, privilegiare le famiglie in stato di bisogno invece di destinare più di 35 miliardi di €uro l'ANNO a spese per armamenti, effettuare Referendum finanziari per diminuire o aumentare le tasse e le imposte (questo avviene già in Svizzera ed in California), fare una legge che stabilisce il reddito minimo garantito per i disoccupati o per le famiglie con un reddito inferiore alla soglia di povertà, con severo controllo fiscale obbligatorio per i richiedenti, fare una legge per la quale l’importo massimo della pensione erogata dallo stato o da enti parastatali non possa essere superiore al doppio della pensione minima; fare una legge per scaricare tutto, tutti, dalla dichiarazione dei redditi, come prevede l'art. 53 della Costituzione, ottenere il difensore civico eletto dai cittadini e non, come adesso, eletto dai partiti per cui il controllato nomina il suo controllore, scegliere se richiamare i soldati italiani che operano all'estero, fare direttamente le leggi sulla sicurezza e sull'immigrazione, scegliere se fare le centrali nucleari o se finanziare le fonti di energia rinnovabili, fare, abrogare o modificare leggi per proteggere al meglio l'ambiente, la nostra salute ed il consumo del territorio, fare una legge per la regimazione pubblica dell'acqua, avere la garanzia dello STATO MINIMO, in grado di soddisfare al meglio gli interessi di ognuno con la minore tassazione e di assicurare eguaglianza, benessere, sicurezza, stabilità e pace sociale.

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Per tali ragioni lo Statuto dell'UNIONE TOSCANA, unico movimento politico in Italia a fare questo, obbliga i propri iscritti a sottoscrivere un documento col quale si impegnano politicamente per ottenere:

la riconquista di un’effettiva “Sovranità popolare” e la Democrazia che i partiti hanno abusivamente sottratto ai CITTADINI sovrani, pena la revoca della qualità di socio.

Invitiamo pertanto chi legge a riflettere sulle seguenti citazioni che chiariscono perché la Democrazia rappresentativa deve essere equilibrata con la Democrazia Diretta.

L'idea che le preferenze dei governati possano manifestarsi normalmente soltanto per il tramite dei rappresentanti, e che la volontà dei primi debba prendere necessariamente la forma di un'adesione (consenso) alle "verità" proposte dai candidati al potere, questa idea sta per uscire dalla storia. Perché si spezza il legame fra legittimazione del governante e ricognizione delle opinioni dei governati. (G. Miglio, Il nerbo e le briglie del potere, Il Sole 24 ore).

La richiesta così frequente in questi anni di maggiore democrazia si esprime nella richiesta che la democrazia rappresentativa venga affiancata dalla democrazia diretta. … gli istituti di democrazia diretta nel senso proprio della parola sono due: l'assemblea dei cittadini ed il referendum. (Norberto Bobbio, Il futuro della democrazia, Einaudi ).

Siamo convinti che senza tentare di riprenderci la Sovranità popolare e di conseguenza una vera Democrazia, continueremo a parlare di politica per anni, senza mai arrivare a nessun altro risultato pratico che confermare l'esistente, ovvero ad eleggere i nostri padroni ed a pagare tasse altissime, ingiuste ed illegittime per favorire pochi a danno di molti.

Bisogna tenere presente che le modifiche agli Statuti comunali o provinciali, sono oggi prerogative esclusive dei consiglieri comunali o provinciali che, proprio come i consiglieri regionali e gli eletti in Parlamento, possono fare e disfare i regolamenti a loro piacimento,

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senza “limitazioni” e “controlli” da parte del POPOLO SOVRANO. A nessuno sembra interessare il fatto che la “Sovranità”, in quanto diritto naturale inviolabile imprescrittibile ed inalienabile delle persone, non può essere “limitata” da una Costituzione imposta dall'alto, senza legittimazione popolare. Infatti la nostra Costituzione NON E' MAI STATA VOTATA dal Popolo italiano, ma solo dai rappresentanti fatti eleggere dai partiti.

Noi crediamo che lo Stato possa vivere e prosperare solo nelle scelte di coscienza e di interessi coscienza dei cittadini. O lo Stato, il Comune, la provincia e la Regione sono libere unioni di persone associate per comunanza di interessi, di aspettative e nel rispetto della legge condivisa dalla maggioranza degli individui responsabili, oppure sono FEUDI illegittimi di alcuni potentati politici, economici, bancari, nobiliari, elitari, o sindacali (CASTE), che hanno deciso, per sempre e per tutti, il modo di governare, stabilendo abusivamente il RUOLO che lo Stato deve avere nei confronti della vita di ogni cittadino sovrano. In quale modo questo è avvenuto finora in Italia lo sanno tutti; con quali costi ed a carico di chi, adesso risulta più evidente Chi si propone oggi come “nuovo”, se sottratto al “controllo diretto” dei Cittadini, si rivelerà inevitabilmente “casta” in tempi più o meno brevi. Se continuiamo a lasciare ai nostri rappresentanti questo malinteso ruolo di profeti e despoti incontrollati del NOSTRO futuro, non faranno che replicare tristemente il presente stato di cose.

La cosa essenziale, adesso, è capire e cercare di far capire

che

NULLA PUÒ NASCERE DI VERAMENTE NUOVO E DI MIGLIORE

rispetto all'attuale “regime PARTITOCRATICO”, se non si

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permette ai cittadini di partecipare attivamente e direttamente alle scelte per la propria vita, esercitando democraticamente la “Sovranità”’ garantita dalla Costituzione (Art.1°), INDIPENDENTEMENTE DALLE SCADENZE ELETTORALI.

Come i partiti hanno ucciso prima la “DEMOCRAZIA”

e dopo il vero “FEDERALISMO” Dal dopoguerra in poi le associazioni di interessi personali e lobbistici, oggi chiamate PARTITI, hanno fatto credere al popolo italiano che la DEMOCRAZIA consiste nel consentire ai cittadini di mettere la crocetta su una scheda preparata dalle segreterie dei partiti dopo lotte al coltello, per far eleggere i loro rappresentanti nelle istituzioni. La gente, in genere, non si rende conto che con la crocetta messa ogni quattro o cinque anni sulla scheda elettorale, ogni avente diritto al voto CEDE ai rappresentanti, TUTTA LA SOVRANITA' ed il potere sulla propria vita CHE GLI APPARTENGONO PER DIRITTO NATURALE. I partiti, poi, la usano soprattutto per soddisfare gli interessi delle proprie fameliche CLIENTELE e dei MERCENARI al loro servizio. La DEMOCRAZIA, in realtà, ha un solo significato, è:

“GOVERNO DEL POPOLO, DAL POPOLO, PER IL POPOLO” Ebbene: in oltre sessanta anni i partiti hanno oggi definitivamente UCCISO la DEMOCRAZIA, definita MAFIOSA, già nel 1969, dallo scrittore Panfilo Gentile.

Sulla fine degli anni '80, l'Italia sembrava giunta ad una svolta: si era presentato sulla scena della politica italiana un partito, la Lega nord, che rivendicava una nuova forma di governo: il FEDERALISMO. Purtroppo, come tutti sanno, il lupo perde il pelo, ma non il vizio. In pochi anni questo nuovo soggetto politico, guidato da despoti

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ambiziosi, senza una vera cultura federalista, con il Federalismo ha fatto esattamente quello che i partiti hanno fatto con la Democrazia, perché ai suoi capi non interessa minimamente il “Federalismo” in quanto tale, ma la conquista del potere e dei privilegi che discendono dalla politica. Nelle mani di questo nuovo soggetto politico la parola “FEDERALISMO” si è trasformata in una sorta di toccasana dei mali del Nord, mentre si è dimostrata unicamente la “chiave di porco con la quale scardinare le difese degli avversari” (Gianfranco Miglio, Io Bossi e la Lega, Mondadori, p. 48) e per ottenere gli abbondanti privilegi che lo stato sovrano, fatto dai partiti per i partiti, garantisce alle loro caste e consorterie fameliche. In pratica basandosi sulla SECESSIONE del Nord dal Sud, la Lega Nord ha fatto credere al popolo italiano che il “federalismo” sia un PRINCIPIO di DIVISIONE, mentre in realtà è un PRINCIPIO di UNIONE CONTRATTUALE, che rispetta i reciproci interessi dei cittadini, delle comunità locali, regionali e nazionali. Lo dimostra il fatto che i capi della Lega non conoscono, e non vogliono che si conosca, il significato del vero FEDERALISMO, esattamente come i partiti che lo avevano preceduto e seguito non conoscevano, e non vogliono far conoscere al popolo il significato della parola DEMOCRAZIA. Oggi, infatti, tutti i partiti presenti in Parlamento, per difendere le loro clientele, difendono il regime che hanno creato e che li nutre e non accettano alcun serio dibattito su questi argomenti che sono vitali per il benessere, la libertà ed il futuro nostro e delle nuove generazioni. E' la storia dei perenni mentitori e traditori dei popoli, che per proteggere i loro privilegi ed il loro potere, non esitano a travisare e falsificare il significato delle parole della politica, dando ad intendere che vogliono il bene di tutti (di fare “l'interesse generale”), mentre in realtà mirano solo al proprio vantaggio personale, oppure a quello dei “mercenari” dei quali si servono, agli interessi delle banche, delle grandi imprese, delle lobbie di interessi e dei sindacati che procurano i voti ai loro partiti.

Si potrebbe anche dire che il compito essenziale di ogni classe politica sia quello di costruire interessi particolari con interessi generali, di far digerire interessi generali come interessi

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particolari. (G. Miglio, L’interesse generale non esiste, in Elites, n° 4, 2004.

Democrazia Federale e Sovranità popolare

La Democrazia e la Repubblica sono state, nei secoli, le culle dell'idea che il POPOLO, in quanto libera Associazione giuridica di persone, deve essere SOVRANO, ovvero deve avere il potere, e gli strumenti giuridici, di fare o legittimare le leggi che riguardano tutti, a maggioranza delle persone responsabili che partecipano alle scelte di governo. Daniel Elazar, teorico del Federalismo a livello MONDIALE, ha così sintetizzato il rapporto fra stato, o meglio, GOVERNO Federale e Sovranità popolare:

«La sovranità, nelle Repubbliche federali viene invariabilmente attribuita al popolo che delega i propri poteri ai diversi governi o che si accorda direttamente per esercitare il potere come se esso stesso fosse il governo. ... Il popolo sovrano può delegare e dividere i poteri come meglio crede, ma la sovranità rimane sua proprietà inalienabile.» 1.

E' l'autogoverno del popolo - recita il Federalismo – in quanto diritto NATURALE, inalienabile, inviolabile ed imprescrittibile degli individui a fare o legittimare la Legge, che garantisce ad ogni individuo avente diritto al voto il potere di partecipare al governo della Comunità e dello Stato. Di conseguenza la vera scelta necessaria a cambiare il regime instaurato dai partiti, i cui capi hanno tradito e continuano impunemente a tradire sia la Democrazia e la Repubblica, sia il Federalismo, non è fra i partiti o fra “persone” fatte eleggere dai

1 D. J. Elazar, “Idee e forme del federalismo”, trad. Luigi Marco Bassani, Edizioni

di comunità, Milano, p. 90.

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partiti, ma fra due forme di governo contrapposte: quella dello Stato “sovrano” moderno, centralizzato, uno ed indivisibile (l'Italia dei partiti di oggi), e lo Stato contrattuale (o federale), in cui “sovrano è il popolo” (come è nella vicina Svizzera): è l'Italia del futuro.

Tutti i partiti parlano di Democrazia

ma noi viviamo davvero in una Democrazia? NO! L'Italia NON E' una Democrazia; è una “partitocrazia” illegittima e pericolosa fondata sull'estorsione della maggior parte del prodotto de lavoratori.

• i cittadini sovrani possono forse controllare:

- Le spese dei loro amministratori? Le consulenze milionarie? I favori agli “amici” e ai parenti dei politici? Le destinazione delle nostre imposte? Le scuole pubbliche? Il funzionamento degli ospedali? La gestione ed il funzionamento delle case di riposo e

degli asili? Le graduatorie pubbliche? L'uso che viene fatto delle tasse ed imposte che noi

paghiamo?

• Possono forse controllare la qualità dell’ambiente in cui vivono? L'acqua? La gestione dei rifiuti e le discariche? Gli inceneritori e loro conseguenze sulla salute?

• Hanno voce in capitolo sull'uso del territorio?

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Sulla costruzione e gestione delle strade e autostrade?

Sul piano regolatore? Sulla regolamentazione dell’immigrazione in base

delle esigenze della comunità e non solo degli industriali?

Sull'economia locale o sulla costruzione dei supermercati?

Secondo lei i nostri amministratori pensano alla loro riconferma in carica o al futuro della nostra comunità?

La Costituzione italiana all'articolo 1° comma 2° recita:

“LA SOVRANITA' APPARTIENE AL POPOLO”

Per lei, la SOVRANITA', ovvero il potere di fare, modificare o abrogare le leggi, deve appartenere al popolo o ai PARTITI?

La scelta a lei che legge.

Quando “sovrano” è lo stato e non il Popolo: quanto

costa davvero lo stato ai lavoratori? Per quanto riguarda le tasse, le imposte ed i balzelli che ogni lavoratore è obbligato a pagare allo stato, alle regioni, alle province ed ai comuni, le cose stanno molto diversamente da come la gente immagina e da come TV e giornali dicono. Dati alla mano, possiamo dimostrare che fra tasse, imposte, contributi e balzelli vari, lo stato italiano, vero furfante in giacca e cravatta, viola il Diritto naturale dei lavoratori-contribuenti prelevando illegittimamente dalle loro tasche ben oltre il 70% del

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frutto del loro lavoro, per usane buona parte per scopi illeciti e diversi dal bene comune. Vediamo adesso come stanno davvero le cose. Nel redigere questo breve lavoro ci siamo riferiti ad uno studio effettuato dall'economista S. Magiar sulle imposte e tasse pagate da un lavoratore dipendente, ma vale anche per gli artigiani e le imprese. I dati sono stati pubblicati sul "Duemila" numero luglio-agosto 2003 e si riferiscono ai costi effettivi che un lavoratore doveva sostenere allora sotto forma di detrazioni fiscali e contributive. Negli anni successivi il prelievo è considerevolmente cresciuto; tuttavia ci riferiremo ancora ai dati del 2003. Prima voce: contributi INPS a carico del datore di lavoro e prima mistificazione totale. Ciò che l'azienda paga per il lavoro effettuato, indicato in busta paga come "lordo annuo" (poniamo 1200 euro), non è affatto un "valore lordo" come indicato. Facciamo un esempio concreto: se un lavoratore percepisce uno stipendio lordo mettiamo di 100 euro mensili, i contributi definiti "a carico d'impresa", sostiene Magiar, ammontano a 53 euro che non appaiono in busta paga. Se il lavoratore costa al datore di lavoro 100 € più 53 €, è evidente che il "vero lordo" è 153 €. Un terzo di questa prima voce (53 euro, che, lo ripetiamo, è denaro di "proprietà" del lavoratore), se ne va solo per questo contributo "garantito" da una "promessa di pensione" fatta dall'INPS gestito da comitati di burocrati e sindacalisti, pagati profumatamente dai lavoratori stessi, che sanno benissimo che nelle attuali condizioni la “promessa” non potrà essere mantenuta né per tutti i lavoratori attuali né per le generazioni future. La seconda voce del prelievo forzoso dallo stipendio del lavoratore dipendente è costituita dai contributi INPS a carico del lavoratore, sempre definiti "volontari", del 9% pagati dall’impresa per conto del lavoratore (calcolati sul "falso" lordo di 100 €). Come già riportato sopra, abbiamo chiamato "falso" il "lordo" perché il lavoratore non si rende esattamente conto di quanto viene prelevato dal reddito che

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produce; prelievo che fino adesso corrisponde esattamente a 62 euro (53+ 9) sui 153 che costa all'azienda per il lavoro da lui svolto; dei 153 euro di sua proprietà adesso gliene restano 91.

La terza voce è l'IRPEF che, come è noto, è una tassa calcolata per scaglioni di reddito con aliquote progressive e con una detrazione fissa per il lavoratore dipendente. L'aliquota più bassa è del 19%; se il lavoratore possiede la prima casa, il suo reddito figurato, in sede di calcolo IRPEF, annulla o quasi la detrazione fissa. Il nostro lavoratore pagherà per questo 21 euro di IRPEF allo stato per ogni 100 euro di "lordo", oppure per ogni 153 euro del costo di lavoro.

Riassumendo: fino adesso abbiamo un prelievo di (53+9+21= 83); ottantatré euro di prelievo sui 153 euro lordi iniziali, sono pari al 55% di quanto “rapinato” dallo stato. Al lavoratore sono rimaste in busta paga circa 70 € del lordo effettivo da lui guadagnato.

La quarta voce è costituita dall'IVA pari al 20% sulla maggior parte dei beni di consumo e sui servizi e si può calcolare che facendo una media fra le diverse aliquote IVA, altri 13 euro se ne vanno con questa “imposta” che colpisce tutti in modo eguale. Così il lavoratore dà allo stato 96 (83+13) euro dei 153 che l'azienda, il ministero o l'ente spende per lui. In tasca al lavoratore restano 57 euro (70 meno 13) su 153 che ha guadagnato: quasi un terzo di quanto ha prodotto con il suo lavoro! In Italia, dunque, non ci sono “evasori totali” in quanto anche chi evade le tasse sul reddito paga l'iva su tutto ciò che acquista.

La quinta voce è costituita dalla tassa sui carburanti, compresa quella relativa ai carburanti per il riscaldamento. La spesa annua per il carburante per il riscaldamento è calcolata mediamente in 750 euro (un milione e mezzo di vecchie lire); mentre la spesa annua per 10.000 km. di percorrenza media della macchina è di altri 800 € (un milione e seicentomila vecchie lire). Complessivamente la spesa per la quinta voce è di 1.550 euro pari a circa tre milioni centomila vecchie lire (in realtà oggi la cifra è più alta, ma ammettiamo che

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vada bene così). Le tasse pagate su questa voce ammontano a circa 1.050 € (circa due milioni e centomila vecchie lire), che corrispondono a circa 7 euro dei 100 “lordi”, che portano il totale prelevato sui 153 € iniziali del costo del lavoratore per l'azienda a 103 euro (96 + 7); a lui ne restano 50 (57 meno 7) su 153 guadagnati.

Sesta voce del prelievo: il bollo auto che aggiunge al prelievo una altro 0,5%. Complessivamente (153-53-9-21-13-7-0,5= 49,5) al lavoratore restano 49,5 euro sui 153 guadagnati, mentre lo stato ne preleva 103,5.

Il calcolo fatto fino a questo punto corrisponde quasi al 70% di quanto un lavoratore dipendente paga allo stato in imposte, tasse e contributi; ma non è finita qui. Sebbene il dato sia accuratamente nascosto dai giornali e dalla TV in mano ai politici ed ai sindacati che fanno passare solo le notizie favorevoli alla partitocrazia per non spaventare la gente, il dato appare drammaticamente diverso da quello percepito dai lavoratori, perché chiunque sa che ci sono ben altri balzelli che i Cittadini sono costretti a pagare, direttamente o indirettamente, allo stato. Basta chiedere un permesso al comune, parcheggiare la macchina (quasi che le strade non fossero state fatte e mantenute col denaro dei contribuenti), avere bisogno di medicine non previste dal S.S.N o di cure urgenti, iscrivere un figlio all'università, pagare le tasse scolastiche, usare le autostrade che abbiamo già profumatamente pagato con i nostri soldi, pagare le tasse sui rifiuti, il passo carrabile, l'addizionale provinciale sull'acqua e sul gas, l'addizionale regionale, l'addizionale comunale, l'imposta sulla pubblicità che le imprese scaricano sui consumatori, l'occupazione del suolo pubblico (idem), il canone RAI, le tasse sulle assicurazioni, le imposte indirette sugli atti amministrativi, di bollo di registro, le concessioni governative, le tasse sull'iva del riscaldamento e dell'acqua, ecc. ecc., che il totale di ciò che complessivamente lo stato preleva da quanto guadagnato dal lavoratore, è circa …103,5 euro su 153: quasi tre quarti (114,75 euro) di ciò che guadagna (153 euro) pari al 75% del suo guadagno.

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Eccoci dunque al nocciolo del problema: per cambiare questo stato di cose è necessario che il popolo, la gente, i Cittadini, i lavoratori, Lei che legge, abbia non solo la titolarità dello stato, ma possa anche esercitare la sovranità senza i limiti imposti dalla Costituzione in quanto la “sovranità” è un diritto naturale inalienabile, illimitato ed inviolabile che appartiene ad ogni persona: (art. 1 comma 2 Cost.), “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Chi si propone oggi come “nuovo”, si rivelerà inevitabilmente “casta” in tempi più o meno brevi se sottratto al “controllo diretto” dei Cittadini,. I politici VECCHI E NUOVI devono trasformarsi in SOLERTI FUNZIONARI soggetti al “controllo” ed alla POTESTA' della maggioranza degli aventi diritto al voto.

Se continuiamo a lasciare loro questo malinteso ruolo di profeti e despoti incontrollati del NOSTRO futuro, non faranno che replicare tristemente il presente, affossando anche questa speranza come mille altre volte in precedenza.

Occorre dunque rivelare al mondo con esperienze autentiche il pensiero vero del popolo moderno a legittimare le sue aspirazioni riformatrici e il suo diritto alla SOVRANITA'. (P.J. Proudhon, La capacità politica della classi operaie).

Aderisci all'UNIONE TOSCANA per sconfiggere il tentativo socialmente CRIMINALE dei partiti, di uccidere la

Democrazia ed il Federalismo.

Ciclost. in proprio, Unione Toscana , via S. Bartolomeo 17a, Pistoia. Arezzo 335 6788152 – Grosseto 347 9685411 - Lucca 0574 610241 Pistoia 349 6989500 - Prato- 349 5585611

Unione Toscana Citazioni: Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato Democrazia.1 Occorre dunque rivelare al mondo con esperienze autentiche il pensiero vero del popolo moderno a legittimare le sue aspirazioni riformatrici e il suo diritto alla SOVRANITA'.2

…i potenti hanno bisogno dello Stato, per controllare il mondo innanzitutto, e anche perché costi e rischi siano assunti dalla collettività.3

…più il potere vero si nasconde, meno i cittadini partecipano alla vita pubblica. Se i consigli pubblici e gli organi di autogoverno non hanno vero potere, perché il vero potere si è rifugiato altrove, per quale ragione i cittadini dovrebbero partecipare all'attività di consigli che di fatto li ha esautorati?4 La democrazia è governo del popolo, dal popolo, per il popolo.5 In Democrazia Stato, costituzione e legge sono autodeterminazioni del popolo.6 1 Pericle, 495-429 a. C. 2 P. J. Proudhon, La capacità politica della classi operaie. 3 Noam Chomsky, Due ore di lucidità, 4 Norberto Bobbio, Maurizio Viroli, Dialogo intorno alla Repubblica, 5 Abramo Lincoln 6 Karl Marx, La sacra famiglia.