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CAMPAGNE #Salvaiciclisti , un movimento nato sul web per cambiare strada INTERVENTI AMI: «Il pericolo è causato dalla negligenza di chi costruisce le strade» Organo ufficiale Basta Sangue Sulle Strade ente non-profit Reg. Tribunale di Milano n. 119 del 12.03.2010 free-press (copia omaggio) bello pedalare se... Sotto questo sole pagine 4 e 5 pagina 8 Anno III - N° 8 Giugno 2012 Periodico trimestrale Direttore responsabile: Alen Custovic [email protected] Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% LO/MI Foto da Flikr di Sacherfire N8_BSSS_26.06.12_Layout 1 28/06/12 09:53 Pagina 1

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CAMPAGNe#Salvaiciclisti, un movimento nato sul web percambiare strada

INTeRveNTIAMI: «Il pericolo è causato dalla negligenza di chicostruisce le strade»

Organo ufficiale

Basta SangueSulle Stradeente non-profit

Reg. Tribunale di Milanon. 119 del 12.03.2010

free-press(copia omaggio)

bello pedalare se...Sotto questo sole

pagine 4 e 5 pagina 8Anno III - N° 8

Giugno 2012Periodico trimestrale

Direttore responsabile:Alen Custovic

[email protected]

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editoriale

sommario editorialeNumero 8 giugno 2012

DANNO BIOLOGICO, LIQUIDATORI VS AVVOCATISULL’INTERPRETAZIONEDEL DDL LIBERALIZZAZIONI

“Il meglio è nemico del bene”: così diceva un vecchio detto popolareche torna alla mente con tutta la sua amarezza ogni volta che il ten-tativo di migliorare situazioni non proprio ottimali si rivela un pa-radossale fallimento o un’inutile complicazione di un dato di fattoormai accettato per prassi. E’ questo il caso di alcune variazioni in-trodotte dal così detto “Decreto Liberalizzazioni” che è entratoanche nel merito del settore Rc auto. Si tratta di precisazioni capil-lari che tenderebbero a contrastare il fenomeno delle truffe alle assi-curazioni e che, invece, nei fatti, danneggiano il cittadino onesto che,in seguito a un incidente stradale, subisce lesioni di lievi entità. Lamateria non è proprio semplicissima e la nuova normativa nonaiuta certo a tutelare le vittime della strada nel modo migliore, per-ché, nel tentativo di fare luce in modo inequivocabile sulla necessitàdi documentare con indagini strumentali le lesioni causate in seguitoad un sinistro, produce effettivamente più di qualche dubbio inte-pretativo per una evidente contraddizione terminologica presente neidue commi (l’art. 32 n.3ter del D.L. 1/2012 come convertito dallaLegge 27/2012 e il n. 3-quater). In sostanza, le variazioni in-

trodotte dal Governo Monti prevedono, in un caso, che “le lesionidi lieve entità, che non siano suscettibili di accertamento clinico stru-mentale obiettivo non potranno dar lugo a risarcimento per dannobiologico permanente”, e, nell’altro caso, che “il danno alla personaper lesioni di lieve entità di cui all’art. 139 del Codice delle Assi-curazioni ...è risarcito solo a seguito di riscontro medico legale da cuirisulti visivamente o strumentalmente accertata l’esistenza della lesione”.Insomma, serve l’esame strumentale (radiografia o tac o altro) o bastala diagnosi visiva del medico legale? C’è da scommeterci che i liquida-tori pretenderanno sempre l’accertamento strumentale e gli avvocati perconto dei loro assistiti, non avendo giurisprudenza alla quale aggrap-parsi, visto che si tratta di un provvedimento molto recente, saranno co-stretti a riscontrare una progressiva tendenza alla riduzione delrisarcimento dei danni da lesione di lieve entità, come distorsioni o colpidi frusta, o a tentare la via giudiziale per ottenere l’adeguato e congruoristoro. Ma non era meglio prima?

Tiziana ScandariatoResponsabile Ufficio legale

[email protected]

sommario editoriale

editoriale

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attualitàattualità

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campagnecampagne

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riceviamo e pubblichiamoposta

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dal mondo delle assicurazioninews

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strade killerstrade killer

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norme & sentenzenorme&sentenze

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comunicare la sicurezzanews

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tecnologie & sicurezza tecnologia&sicurezza

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consigli di letturalibri

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applicazioni e giochi applicazioni

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LA PROPOSTA DI BSSS

E se il Villaggio delParco di Sabaudia diventasse unastruttura turisticaper disabili?

L’Associazione Basta Sangue Sulle Strade Onlussi fa portavoce di una proposta tesa al riuso a finisociali dei beni sequestrati alla malavita o all’abu-sivismo. Lo spunto è stato fornito dalla vicenda

del villaggio del Parco, la lottizzazione nel Co-mune di Sabaudia (in provincia di Latina) ritenutaabusiva e per questo sequestrata nel 2006. In quel-l’area doveva sorgere una casa-alloggio per an-ziani autosufficienti divenuta poi un complessodi case vacanze in zona agricola, convertita inzona edificabile con un escamotage amministrativo. L’Associazione, dopo la pronuncia della Cassa-zione e in seguito all’eventuale confisca, ha inten-zione di proporre un progetto per la conversionedel bene in un villaggio turistico dedicato a chi,anche in seguito a un incidente stradale, è diven-tato disabile. L’affidamento della gestione an-drebbe a Cooperative o Associazioni che giàoperano nel settore. Il villaggio del Parco si presterebbe bene a que-sto progetto anche perché le 285 villette seque-strate su 12 ettari di terreno permettono un facileaccesso anche a chi è sulla sedia a rotelle, visto chedispongono di camere e servizi al piano terra,mentre al piano superiore ci sono uffici e strutture

tecniche. Inoltre, in base all’introduzione dellanorma che permette la sostituzione della penacon lavori socialmente utili da svolgere presso As-sociazioni di volontariato, enti pubblici o Onlus,colui che ha causato un incidente stradale po-trebbe essere dirottato dal giudice a prestare ser-vizio di assistenza ai turisti disabili presso questestrutture. Assistere, infatti, persone con una disa-bilità derivata da un sinistro stradale, dal punto divista della rieducazione, andando a comprenderele reali conseguenze di un atto irresponsabile allaguida, rappresenterebbe una forte sollecitazione alrispetto delle regole imposte dal codice dellastrada. Basta Sangue Sulle Strade Onlus con questo pro-getto di riconversione del villaggio del Parco per-segue anche il fine di mettere in rete le diverserealtà presenti sul territorio nazionale per condi-videre le esperienze di rieducazione dei soggettiche stanno scontando la propria pena con l’im-pegno in un lavoro socialmente utile.

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PERCHE’ GLI SPOTNON PIACCIONO AI GIOVANI?A rivelarlo è un'indagine promossa daHomina Pdc realizzata dal dipartimentoDiscipline di comunicazione dell'Universitàdi Bologna: «Non sono efficaci!» di Antonia Liguori

Non si può certo dare la colpa alle campagne di comunicazionesulla sicurezza stradale se il numero degli incidenti resta ancoratroppo alto. Ma capire come migliorarle è comunque utile percontinuare a lavorare a tutto tondo soprattutto con i giovaniper rafforzare in loro i valori della prudenza e della responsa-bilità quando ci si mette al volante. Ma come incidere sulla lorocoscienza? Come aprire un dialogo che venga realmente rece-pito? Più del messaggio, la difficoltà maggiore è senza dubbionel linguaggio e a questo proposito i pareri (e le sensibilità) nonsono sempre simili: c’è chi punta sulle maniere forti perchécrede che i giovani recepiscano meglio gli spot che mostranoimmagini di incidenti scioccanti, le sole che possano indurli a ri-flettere sui comportamenti a rischio e a cambiare il propriocomportamento alla guida; e, al contrario, c’è chi privilegia lasensibilità e la suscettibilità e preferisce non puntare sull’effettoschock ed evitare di impressionare il pubblico, che potrebbepreferire di “guardare altrove” piuttosto che recepire un monitoalla sicurezza stradale. L’esperienza insegna che entrambi gli at-teggiamenti sono in parte corretti e in parte sbagliati, anche senon è semplice dimostrarlo perché non sono molte le indaginiscientifiche sulla materia. ecco perché acquisiscono particolarevalore i risultati dell’indagine promossa da Homina Pdc (so-

cietà di comunicazione e relazionipubbliche) e realizzata dal diparti-mento Discipline di comunicazionedell'Università di Bologna. I numeridelle persone coinvolte non sono ele-vatissimi, ma le risposte sono co-munque utili per farsi un’idea: i 73iscritti all’ateneo emiliano (55 ragazzee 18 ragazzi, con un’età media di 21anni) coinvolti in questo test su quanto resta nella loro memo-ria delle campagne sulla sicurezza stradale confermano, infatti,in gran parte di non ricordare nessun messaggio in particolaretra quelli diffusi su poster, manifesti e campagne di comunica-zione tradizionale.Nonostante la ricerca abbia riscontrato una certa sensibilità diquesti ragazzi ai temi della guida responsabile, la quota di que-sti cui è rimasta in mente almeno una campagna sul tema su-pera di poco la metà (41 su 73). e il motivo più diffuso per cuii messaggi non vengono memorizzati è la loro pressoché totalemancanza di efficacia, che poi è il limite (secondo i ragazzi in-tervistati) di tutta la comunicazione sociale che si fa in Italia «de-bole, smorta, con nessuna idea forte, nuova, chiara e violenta

quando serve». e c’è anche chi ne resta “infastidito” se si trattadi pubblicità “vecchio stampo”, come se fossero sfornate dalproprio insegnante o dai propri genitori, con toni paternalistici,o basate su testimonial famosi che distraggono rispetto al mes-saggio che avrebbero dovuto veicolare. I giudizi positivi arri-vano solo da una minoranza piuttosto esigua, cioè 7 su 73.L’esperienza ultradecennale di Icaro, la campagna della Poliziastradale in collaborazione col dipartimento di Psicologia del-l’Università La Sapienza di Roma, insegna che il problema dellaprevenzione è decisamente più complesso e non bastano unoslogan o una campagna di comunicazione (anche ben fatta) perinculcare la cultura della guida sicura, ma comunque vale sem-pre la pena ascoltare il parere dei giovani.

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“voglio liberarmi dal traffico / voglio smettere di essereostaggio del prezzo della benzina / voglio sentirmi liberodi vivere la città / voglio vedere la gioia dei miei figli men-tre giocano in strada / voglio più spazio per vivere / vo-glio città a misura di bicicletta”, questo lo slogan dellabicifestazione organizzata da “#salvaiciclisti” che si èsvolta lo scorso 28 aprile a Roma, in contemporanea conLondra e che ha visto la partecipazione di oltre 50milapersone. Il momento più toccante è stato senza dubbioil flash mob in memoria di tutti coloro che con que-sto mezzo di trasporto hanno perso la vita o si sonoferite: un mare di persone stese a terra con la propria biciche per un minuto hanno ricordato le vittime in silenzio.A farli rialzare la voce di un bambino che ha declamato:“L’Italia cambia strada”. L’iniziativa “#salvaiciclisti” è un realtà nata da un gruppodi blogger con l’obiettivo di stimolare maggiore interesseda parte delle Istituzioni italiane nei confronti dei ciclisti,categoria in continuo aumento. Il via è stato dato dal-l’iniziativa “Cities fit for cyclists” del “Times” e dal ma-nifesto di otto punti che viene ripreso dai blogger italiani

e rilanciato in rete sotto il nome di #salvaici-clisti. Ma il web è stato solo l’inizio: in meno di

una settimana, come apprendiamo dal sito ufficiale, gliotto punti del manifesto del “Times” sono stati conver-titi in disegno di legge, sottoscritto da oltre 60 par-lamentari delle diverse forze politiche (ad esclusionedella Lega), disegno che è attualmente in fase di appro-vazione in Senato. A due settimane dal lancio della cam-pagna i blogger italiani si sono resi protagonisti di unanuova sfida con l’iniziativa “Caro Sindaco”, una letteracon la quale si chiede a tutti i primi cittadini italiani l’im-plementazione a livello locale di 10 punti per favorire laciclabilità e la sicurezza degli amanti delle due ruote nellecittà. L’appello è stato raccolto finora da i sindaci di To-rino, Milano, Reggio emilia, Bologna, Firenze, Roma,Ferrara e Napoli.entrambe le proposte hanno una finalità comune: l’isti-tuzione di “Zone 30” in ambito urbano, la costruzionedi strutture atte a favorire la ciclabilità nelle città, il moni-toraggio e ripensamento delle strade e degli incroci piùpericolosi e, a livello locale, maggiore impegno per con-trastare il fenomeno della sosta selvaggia.Le problematiche connesse alla sicurezza e all’impattoambientale sollevate da “#salvaiciclisti” sono state spo-sate in una lettera anche dal Presidente del Consiglio

Mario Monti che sottolinea come, guardando all’europa,anche il Governo italiano si stia impegnando per “favo-rire politiche di mobilità sostenibile, anche con l’obiet-tivo di ridurre gli incidenti che coinvolgono i ciclisti”.In dieci anni in Italia hanno perso la vita in bicicletta2.556 persone, ma si pensa sia un numero sottostimato.Il rischio medio di mortalità per un ciclista in Italia èdell’1,92% ovvero più del doppio rispetto a chi va in autoe sei volte più alto rispetto a chi sceglie l’autobus. Tra lecittà più sicure troviamo Aosta, Trento, Trieste, Ge-nova, Ancona e Campobasso; Potenza, L’Aquila, Torinoe Napoli vengono invece classificate come le più perico-lose. La sicurezza dei ciclisti passa anche dalla cultura della pre-venzione: “Serve più disciplina e più sicurezza in gene-rale da parte di tutti - ha dichiarato Lucio Cecchinello, expilota di MotoGP e attuale Team Manager della squadraLCR - anche da parte dei ciclisti, se pensiamo che ognianno nel nostro Paese si producono 1,8 milioni di bici-clette, ma si vendono solo 300.000 caschetti; fortunata-mente di questi ben il 70% viene acquistato da unminorenne, un buon punto di partenza che fa ben spe-rare per il futuro”.

#SALVAICICLISTI,

L’ITA

LIA CAMBIA ST

RADA

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Il movimento partito dal web chiede l’istituzione di “Zone 30” in ambito urbano,il monitoraggio delle strade e degli incroci più pericolosi e maggiore impegnoper contrastare la sosta selvaggiadi Silvia Frisina

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L’equazione “uso la bicicletta dunque sonoun esempio di irreprensibilità morale e dirispetto stradale” non sempre è vera. Que-sto è quanto sembra emergere dalle di-chiarazioni di automobilisti e pedoni neiconfronti dei ciclisti, categoria che, sebbenepiù di altre si batta per una maggiore sicu-rezza stradale, non è inattaccabile. Ce lo dimostrano i tanti commenti lasciatisu blog, social network e sulla rete in ge-nere nei quali vengono definiti maleducati,pericolosi e perfino spocchiosi.«La smettessero di pedalare intruppati, dirallentare il traffico e di pensare di essere ipadroni della strada» tuona qualcuno alquale fa eco un certo Sherlock Holmes chesu Twitter scrive: «Dovrebbero salvare i pe-doni e gli automobilisti dai ciclisti». e giù una pioggia di tweet. Arianna scrive«I ciclisti dovrebbero seguire un regolarecorso di scuola guida e conseguire la pa-tente» mentre Jaki precisa «Io pedone vor-rei marciapiedi senza i ciclisti, che nonusano il campanello per avvisare del sor-passo». C’è chi propone un’iniziativa “salva-pe-doni” contro ciclisti «maleducati, arrogantie pericolosi più di un automobilista» e chiinvita ad abbandonare certi comporta-menti per evitare che gli si ritorcano con-tro: «Sarebbe utile che la smettessero dipedalare sui marciapiedi, altrimenti comesalvarli dall' ira dei pedoni?».Il rispetto del Codice della strada viene ac-costato al rispetto del codice del buonsenso. Con toni più leggeri qualcuno sug-gerisce di fare attenzione anche all’abbi-gliamento, niente abiti scuri e utilizzo dicatarifrangenti, e di non avere comporta-menti da sciocchi, stando al telefonino otenendo sul manubrio solo una mano.Rispettare le regole vale per tutti, solo cosìsarà possibile una vera e propria rivo-luzione culturale.

Le buone abitudini vanno però sostenute. Secondoun’indagine dell’Osservatorio Linear, realizzata daNextplora, in Italia ci sono 25 milioni di bici-clette e nonostante cresca anche la diffusione delbike sharing il numero di piste ciclabili resta pres-soché invariato. Il 65% degli italiani esprime la ne-cessità di avere piste ciclabili, dato che nel soloNord arriva al 70%. In totale nel nostro Paese cisono 3.227 chilometri di piste ciclabili; un nu-mero esiguo se paragonato ai 35mila chilometridella Germania e ai 17mila chilometri dell’Inghil-terra. Per rendere ancora meglio il paragone bastaaggiungere che nell’intero Stivale c’è chilometrica-mente l’equivalente di piste ciclabili di sole 3 cittàeuropee: Stoccolma, Hannover e Helsinki.Bisogna ammettere che la conformazione geogra-fica del nostro Paese non sempre aiuta e in alcunicasi le strade delle nostre città non risultano adattealle piste ciclabili. Il 43% degli intervistati pensache non ci siano zone della città in grado di facili-tare l’accesso alle bici, questa percentuale sale al54% per gli abitanti del sud Italia. Solo il 25% degliitaliani ritiene che forse le strade del centro sianoadatte alle due ruote, sta di fatto che un misero13% afferma che si possa circolare facilmente inogni zona della propria città.Nonostante tutto il fermento non manca tanto chenumerose sono le iniziative messe in campo dalpopolo delle due ruote che si trasformano in “ma-nifesto mobile” utile a sensibilizzare utenti e isti-tuzioni. Un valido esempio è senza dubbio il“Giretto d’Italia”, promosso da Legambiente,Fiab e Cittainbici, che si è svolto in ventiquattrocittà il 10 e 11 maggio in concomitanza con il Girod’Italia. Mentre i ciclisti professionisti erano impe-gnati nelle tappe di Modena e Urbino, i cittadini in

bici venivano conteggiati al varcare della soglia deicheck point allestiti per l’occasione in svariati puntidel territorio comunale. Tre le categorie alle quali èstata assegnata la maglia rosa, città grandi, medie epiccole, premiando così il centro urbano con lapercentuale più alta di utilizzo della bicicletta ri-spetto ai mezzi a motore. Sul podio sono salite Ve-nezia, Trento e Schio, dove almeno 3 personesu 10 hanno usato la bicicletta per spostarsi.Premiati con una bicicletta in alluminio intera-mente riciclata i sindaci dei tre Comuni. e comein ogni “Giro” che si rispetti non poteva mancarela maglia nera, indossata dalla Capitale. Roma è in-fatti la grande sconfitta con soltanto il 3,8% deglispostamenti in bici. Ma Roma ha potuto riscattarsi gli scorsi 25, 26 e27 maggio quando per il nono anno consecutivoha ospitato la “Ciemmona interplanetaria”. Lostrano nome deriva dalle iniziali, C e M, di CriticalMass, un appuntamento che ha visto convogliarenella Città eterna migliaia di ciclisti da tutto ilmondo per pedalare insieme. Un evento di portataeccezionale al quale fa seguito il Bike Pride, che siè svolto a Torino domenica 3 giugno, giornatamondiale dell’ambiente, a conclusione del FestivalSmart Cities con una parata di biciclette e mezziecologici. Ci siamo divertiti a comporre un elenco di espres-sioni similari con le quali si indica l’utilizzo della bi-cicletta: mobilità senza motore, mobilità a dueruote, mobilità sostenibile, mobilità leggera, mo-bilità dolce e trasporto intelligente. Quest’ultimo,citato anche nella lettera del Presidente Monti, cisembra il più incisivo per favorire quella cultura checi metta finalmente a servizio dell’ambiente con losguardo rivolto sempre alla sicurezza.

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Andando in bici contromano si commette ono un illecito? La questione è di quelle deli-cate in quanto nemmeno il Codice dellaStrada sembra chiarirla del tutto. Ci vieneperò in aiuto il parere favorevole alla circola-zione in bici nei due sensi di marcia nellestrade a senso unico pronunciato dalla dire-zione generale per la sicurezza stradale delMinistero Infrastrutture e Trasporti (n. 6234del 21 dicembre 2011), in seguito ad una pro-posta della Federazione Italiana Amici dellaBicicletta. L’eccezione però non va applicataa tutte le strade ma solo a quelle che presen-tano determinate caratteristiche. I Comuni possono autorizzare le bici con-tromano “su strade larghe almeno 4,25 metri,in zone con limite di 30 km/h, nelle zone atraffico limitato e in assenza di traffico pe-sante”. Qualora i veicoli provengano da unsenso unico, su entrambi i sensi di marciadeve essere apposto il segnale “doppio sensodi circolazione” integrato dai pannelli chechiariscono che il transito in un senso valesolo per le bici. Nell’ipotesi di strade locali ur-bane, si può fare riferimento al modulo mi-nimo di corsia pari a 2,75 metri, maggiorato

della larghezza minima di corsia ciclabile pari1,50 metri: totale 4,25 metri. Per motivi di si-curezza non è opportuno consentire la sostasulla mano percorsa dai velocipedi. Perquanto riguarda la segnaletica orizzontale,non si dovranno tracciare le strisce longitu-dinali; senza corsie di marcia, non si dovràfare uso della segnaletica verticale sull'usodelle corsie. Con ciò il Ministero non autorizza la circola-zione contromano delle biciclette nelle stradea senso unico. viene specificato che “solo nelcaso in cui ricorrano particolari circostanze(traffico modesto sulla tratta, velocità limi-tata, strada di larghezza ridotta) sarà possibileistituire un doppio senso di circolazione, dicui uno riservato alle biciclette, così da esten-dere ulteriormente i percorsi ciclabili nei cen-tri storici ed aumentare le condizioni disicurezza per il transito dei ciclisti. eventualirelative variazioni del traffico dovranno es-sere, in ogni caso, evidenziate da un’appositasegnaletica stradale. L’applicazione dei singolicasi sarà, infine, competenza dei Comuni, chene valuteranno la realizzazione in relazionealle specifiche situazioni”.

Ma si può andare in bici contromano?

Automobilisti contro ciclisti

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Sono stati definiti gli angeli custodi della sicurezza stradale, mastanno lavorando in prima linea offrendo tutto il sostegno pos-sibile anche nell’emergenza terremoti che ha colpito l’emiliaRomagna e la zona del modenese dove solitamente operano.Stiamo parlando degli Operatori Radio Modena, un’associa-zione di volontariato nata nel 1981 che fa parte della protezionecivile e interviene per terremoti, inondazioni e in caso di inci-denti stradali. Se un tempo l’unico mezzo per intercettare le ri-chieste di aiuto era il canale 9 ora con i cellulari si riesce apianificare meglio gli interventi ed essere di aiuto a chi si trovain difficoltà. Chiunque può diventare volontario degli Opera-tori Radio Modena: “Basta avere una concessione di frequenzaradio Cb – spiega il coordinatore Antonio Catania – la di-sponibilità a spendere qualche soldo e un po’ di tempo”. Ilgruppo di volontari infatti si autofinanzia. Ma il requisito più im-portante è la volontà di essere utili e aiutare gli altri. Chi volesse maggiori informazioni può contattareAntonio Catania al numero 347.5562251.

Si sono svolti a Forlì i lavori dell’Assembleagenerale dei soci ASAPS per il rinnovo dellecariche al termine del quinto mandato.Dopo 21 anni di attività dell’associazionedivenuta una vera e propria “lista civica”della sicurezza stradale, i rappresentantidell’Associazione Sostenitori e Amici dellaPolizia Stradale, provenienti da tutta Italiain rappresentanza di oltre ventimila soci tratutte le forze di polizia e del mondo civile,hanno approvato all’unanimità la nascitadella “Fondazione ASAPS per la SicurezzaStradale e la Sicurazza Urbana”, la cui co-stituzione è stata affidata dal presidente

Giordano Biserni a un altro forlivese d’ec-cezione, Ugo Terracciano, funzionariodella Polizia di Stato, docente universitario eautore di numerosi testi professionali.“È giunto il momento - ha dichiarato ilpresidente dell’ASAPS Giordano Biserni(nella foto) - di cambiare passo. Dopo piùdi vent’anni al servizio della sicurezza stra-dale, nei quali abbiamo aggregato la costel-lazione delle migliori intelligenze, sentiamouna responsabilità diversa: abbiamo il do-vere di portare avanti le nostre idee con tuttigli strumenti possibili e la Fondazione èsenz’altro la strada migliore”.

Mercoledì 9 maggio presso la IX Commissione ai Trasportidella Camera dei Deputati si è tenuta un’audizione delle di-verse associazioni italiane impegnate nell’assistenza alle vittimedella strada, al fine di integrare con idee da parte degli addetti ailavori la proposta di legge d’iniziativa del deputato Mario val-ducci, presentata il 30 settembre del 2011, inerente la riformadel Codice della Strada. Le tematiche emerse sono state numerose e ben argomentatedai relatori che si sono susseguiti nel corso della mattinata, mal’attenzione si è concentrata principalmente sulla richiesta di in-troduzione del reato di omicidio stradale. Ha aperto l’audizione l’Associazione Italiana Familiari eVittime della Strada Onlus che ha sottolineato come la pre-venzione dagli incidenti e la garanzia di sicurezza per tutti sial’obiettivo europeo da realizzare nel decennio 2010-2020. Il rag-giungimento di tale traguardo passa per un formazione re-sponsabile del conducente, anche in relazione all’assunzionedi alcolici, che deve partire dalle autoscuole. Nello specificol’Associazione della Presidente Cassaniti ha proposto che vengaistituita una vera e propria banca dati con i nominativi di chi

provoca incidenti e il riferimento della scuola guida dalla qualeproviene. Il secondo intervento ha visto protagonista l’Asso-ciazione “Diamo valore alla vita” che come prima propo-sta ha avanzato la negazione del patteggiamento quando sipresentino dinamiche gravi a prescindere dal fatto che il con-ducente non sia sotto l’effetto di alcol o droga. Altro punto im-portante, condiviso da più associazioni, è l’introduzione nellanorma dell’ergastolo della patente. Inoltre sono state chiesteriforme atte ad assicurare processi brevi, condanne veloci e ri-sarcimenti rapidi. Una serie di altri importanti provvedimentisono stati illustrati dall’Associazione Vittime Incidenti dellastrada e del lavoro: sollecitare maggiori controlli sulle stradecon più alcoltest; vigilare sui risarcimenti delle assicurazioni chetendono a non pagare il dovuto; introdurre nelle scuole pri-marie un’ora di educazione stradale; dotare le strade di guard raila norma e di asfalto drenante; aumento delle pene e minorediscrezionalità dei giudici. Ha destato interesse anche un in-tervento che ha ribadito come le scuole guidadovrebbero at-tivare maggiori forme di prevenzione magari con l’introduzionedella figura di uno psicologo e di visite mediche e controlli tos-

sicologici e del tasso alcolemico da effettuare ogni sei mesi. Unodei problemi sollevati, poi, a proposito dell’introduzione delreato di omicidio stradale è quello del coordinamento tra lemolteplici Commissioni parlamentari tutte coinvolte a vario ti-tolo: Trasporti, Giustizia, Pubblica Istruzione, Affari istiituzio-nali ed enti locali e Sanità. Le norme ci sono, servirebbe solo unintervento additivo del Parlamento. Da ultima ha preso la pa-rola l’Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus il cui inter-vento si può sintetizzare in quattro punti: cambiare nome da“omicidio colposo” a “omicidio stradale” perché questo com-porterebbe una maggiore attenzione al fenomeno da parte dellaGiustizia e delle Forze di Polizia; aumentare la pena da 3-10anni a 8-18 con almeno un giorno di misura restrittiva; arrestoin flagranza di reato, vale per chi ruba un portafoglio, non valeper chi uccide; ergastolo della patente, ossia la sua revoca defi-nitiva come accade per il Porto d’Armi. Staremo a vedere neiprossimi mesi se e come il “Palazzo” accoglierà i suggerimentidelle Associazioni che operano a stretto contatto con chi sullastrada ha perso davvero troppo senza ottenere il giusto rico-noscimento delle reali responsabilità.

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OMICIDIO STRADALELA COMMISSIONETRASPORTI APRE LEPORTE AL MONDODELLE ASSOCIAZIONITra le proposte discusse alla Camera l’introduzione del reato di omicidio stradale, l’aumentodella pena da 3-10 anni a 8-18 anni, l’arresto in flagranza di reato, l’ergastolo della patentedi Roberto Libralato

Dopo 21 anni di attività l’Asapsdiventa Fondazione

Operatori Radio Modena, una certezza nell’emergenza

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riceviamo e pubblichiamoposta

AMI: «IL PERICOLO VIENE DALLANEGLIGENZA DI CHI COSTRUISCE»Abbiamo ricevuto un interessante intervento dell’A.M.I. (www.motociclisti-inco-lumi.com), che si batte da anni per il “Diritto alla Salute”degli utenti deboli, inviatoai Ministeri degli Interni, delle Infrastrutture e Trasporti, della Salute e al ParlamentoEuropeo. Un atto di accusa contro le strade mal progettate e maltenute.“Gli incidenti sulle strade (come sul la-voro) sono innescati in oltre il 90% dacause di incidenti (errore umano, maanche strade mal progettate e malte-nute) che ne condizionano gli esiti (ildanno alla Salute). Sulle strade si fa sempre riferimento al-l’errore umano degli utenti “dimenti-cando” le pesanti responsabilità di chicostruisce: guard - rail ghigliottina edinfrastrutture killer (con criteri di si-curezza analoghi alla “Casa dello Stu-dente” dell’Aquila: non è stato ilterremoto ad uccidere ma la imperiziae la negligenza di chi ha costruito!). Lostesso vale per tutte le strade mal pro-gettate, mal costruite (per imperizia) emaltenute (per negligenza) definibilitecnicamente “Strade senza riserva disicurezza!” o “No forgiving roads” o“strade con tecnologia da funerali”. Lo Stato italiano non prevede alcuncontrollo sulle amministrazioni checommissionano o accettano infrastrut-ture killer e sulle aziende che proget-tano infrastrutture pericolose, mabasterà esporre cartelli, limiti di velo-cità, autovelox e tutor per non rispon-dere legalmente dei morti! Ma “ilguadagno aguzza l’ingegno” e sullestrade killer si specula con autoveloxe T-RED dove rendono di più (anchetruccandoli: 36 amministrazioni ita-liane sono state denunciate dai Carabi-nieri e G.di Finanza per aver truccatoT-RED e aurovelox). Amministrazioniche (in nome della sicurezza!) dispon-gono “cause di lesioni” (ostacoli killer)per “sanzionare” cause di incidenti (lavelocità); oppure si utilizzano i finan-ziamenti della C.E. per costruire rota-torie killer (con al centro ostacoli:muretti, segnali ed “improbabili opered’arte”) più pericolose dei vecchi in-croci a raso! Abbiamo le strade piùpericolose d’Europa ed ora anche ilpedaggio aggiuntivo sui raccordi auto-stradali (...).Non è questa la prevenzione che la Co-

munità Europea ci richiede!La EN 1317 porta un nu-

mero infausto per gli utenti delle stradeitaliane e lo dimostrano le cifre recenti:5.000 vittime all’anno. Ma per la no-tevole esperienza che abbiamo in ma-teria, possiamo dire che oltre il 50% diqueste vittime sono evitabili e non sonodovute alla fatalità ma alla mancanzadi volontà da parte dell’Italia di evitarletramite una seria prevenzione (…ov-vero investendo in R.I.S.P.A.C. = Ri-cerca, Innovazione, Sviluppo,Preparazione, Addestramento e Con-trolli…controlli anche sulle ammini-strazioni incoscienti o poco oneste). In Italia gli ostacoli killer (cause di le-sioni) quali: segnali metallici, lampioni(disposti incoscientemente anche inesterno curva), guard-rail ghigliottina,marciapiedi e muretti a spigolo sonodiffusi 10 volte più che in Francia o inSpagna, quindi un utente (anche perbanali errori) ha 10 volte più probabi-lità di subire traumi mortali (un moto-ciclista che finisce a 40 km/h contro unsegnale, un guard-rail ghigliottina, ocontro un ostacolo di una rotatoriamuore sul colpo!). Ma va aggiunto chel’impatto contro uno di questi ostacolifissi annulla “il lavoro” di un ottimocasco, perché sono le vertebre cervicalia rompersi. Principi fondamentali chedovrebbero rispettare le infrastrutture:un foglio di accompagnamento con in-dicazioni, controindicazioni (come av-viene per i farmaci). 1) Tutti gli ostacoli fissi (guard-rail, palimetallici, lampioni, marciapiedi e muria spigolo) devono essere disposti solodove strettamente necessari, prefe-rendo l’interno delle curve anzichél’esterno. Nei Paesi Civili i guard-railnon vengono mai disposti per dislivelliinferiori ai tre metri tra strada e campo,dato che anche per le auto creano piùpericoli che sicurezza: meglio le vie difuga (safety zone). Le istituzioni hannol’obbligo di fare la valutazione del rap-porto beneficio/rischio. In Italia iguard-rail vengono messi anche in as-senza di dislivelli tra strada e campo maanzi si crea il dislivello con la fossa la-

terale pur di giustificare il guard-rail. 2) Ostacoli e barriere di protezione(guard-rail, new-jersey) devono ri-spondere ai requisiti di sicurezza pertutti gli utenti tramite crash-test (ana-logamente ai caschi). La Spagna moltopiù sensibile dell’Italia ha attuato unanormativa severissima (oggi la piùcompleta in Europa). Uno Stato che ignora questi principinon difende la Salute dei propri citta-dini (e contribuenti)! Le aziendeproduttrici di infrastrutturenon possono “far finta di non vedere”la drammatica realtà delle strade ita-

liane. I medici hanno il dovere di de-nunciare il danno alla Salute subitosulle strade essendo gli incidenti laprima causa di perdita della salute finoai 50 anni (altro che influenza suina!).I motoclubche organizzano i motora-duni ma non affrontano il problemadella sicurezza e dei “diritti” dei moto-ciclisti… non vogliono bene al moto-ciclismo (meglio se facessero iristoratori!)”.

Marco GuidariniMedico Traumatologo

Presidente A.M.I. www.motociclisti-incolumi.com

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RC AUTO, ANCORA NOVITÀ DAL DECRETO LIBERALIZZAZIONI

Stop alla contraffazionedei contrassegniPer combattere la piaga dei falsi, in tema di Rc auto, il decreto li-beralizzazioni (articolo 31 del Dl 1/2012) prevede anche una stra-tegia per contrastare la contraffazione dei contrassegni relativi aicontratti di assicurazione per la responsabilità civile verso i terziper danni causati dalla circolazione dei veicoli a motore.Il legislatore intende garantire l’assolvimento dell’obbligo di as-sicurazione, avviando controlli incrociati tra le banche dati dimotorizzazione civile, Aci e compagnie. effettivamente verrà an-ticipata la progressiva dematerializzazione dei contrassegniassicurativi, già contenuta nel disegno di legge AS 2809, appro-vato dalla Camera e in corso di esame al Senato, che per il con-trasto alle frodi nel settore prevede la trasmissione dell’attestazionesullo stato di rischio per via telematicamediante banche dati elet-troniche. entro il 25 settembre 2012, dunque, sarà un regolamentointerministeriale a definire caratteristiche e requisiti dei sistemielettronici e telematici per la conclusione del processo didematerializzazione, che dovrà avvenire entro due anni.

Sembra quasi che per risolvere la crisi eco-nomica l’unico rimedio sia aumentare i costidi gestione delle auto: non bastava il caro-benzina, ora dalle Province arrivano ancheincrementi diffusi per l’imposta provincialedi trascrizione e per l’addizionale sullo smal-timento dei rifiuti, che arriva a incidere sulcosto dell’Rc auto con aumenti fino al 16%.«Abbiamo dovuto fronteggiare – affermaAntonio Rosati, coordinatore degli asses-sori al Bilancio nell’Upi (e assessore aRoma) – la drastica riduzione dei trasferi-menti statali, 1,5 miliardi in meno in tre anni.Gli aumenti servono a far quadrare i conti».Quelli degli enti e non quelli dei cittadini,ovviamente. Ma vediamo quali sono le im-

poste provinciali e come variano. Quellasulla Rc auto ha un’aliquota base pari al12,5% del premio ma, a partire dal 2011,alle Province è stata concessa la facoltà diaumentare o diminuire l’aliquota base finoa un massimo di 3,5 punti percentuali. Por-tandola, quindi, da un minimo del 9% finoa un massimo del 16% del premioL’IPT è l'imposta provinciale che incidesulle formalità di trascrizione, iscrizione eannotazione dei veicoli richieste al pubblicoregistro automobilistico (Pra). Gli aumenticonsentiti vanno fino a un massimo del30%. e poi c’è il tributo ambientale che leProvince possono aumentare di una quotavariabile tra l’1 e il 5%.

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dal mondo delle assicurazioniattualità

PHOTO: Alessandra Chergia

Salgono le tariffe delle assicurazioni e apagare sono sempre le persone oneste,mentre c’è chi si arricchisce mettendo inpiedi una vera “industria della truffa”con il suo maggior numero di “operai”in Campania. Sono allarmanti i dati diffusi dall’Isvap,l’ente che vigila sul settore assicurativo,che ha stilato la classifica delle regionicon il maggior numero di falsi inci-denti stradali. La maglia nera va ai par-tenopei con 25.789 “sinistri connessicon reati”; segue la Puglia con 10.821 esale su questo podio per nulla virtuosola Sicilia con 7.207 falsi incidenti e un“movimento” in pericolosa crescita aCatania, che con 2.212 falsi sinistri con-quista il primato isolano (seguono Mes-

sina con 1.917 e Palermo, a quota1.100). e stiamo parlando soltanto delle truffescoperte, quando invece il problemamaggiore - come conferma l’Isvap - èproprio quello di riuscire ad avere leprove sufficienti per smascherare lefrodi, che, secondo le assicurazioni, re-stano dubbie nel 50% dei casi. Restando sulle percentuali, questoenorme business, che sull’intero territo-rio nazionale ha fruttato in un anno 26milioni 497 mila euro, è alimentato da3 falsi incidenti su 100 che se ne veri-ficano. Per contenere il fenomeno, le principalicompagnie assicurative hanno istituitoveri e propri pool anti-frode che si oc-

cupano di stanare i furbetti dell’assicu-razione e la giustizia civile ha inasprito lesanzioni riconoscendo la “responsabi-lità aggravata” per “lite temeraria” eapplicando al “truffatore” multe fino a5 mila euro.Tante le storie smascherate con banaliaccertamenti, se a provare di raggirarel’assicurazione sono “furbetti improvvi-sati”, che montano messinscene invero-simili pur di spillare soldi alle compagnieassicurative: da chi si fa investire da autoche poi risultano rottamate a chi dice diaver subito lesioni durante un incidentequando poi si scopre che è stato ricove-rato per una scazzottata. Raggiri che co-stano caro a chi li commette, mentre,per ridurre i rialzi delle tariffe, servireb-

bero indagini e interventi più capillari.e poi ci sono quelle truffe dirette chetutti raccontano ma che nessuno credepossano succedere proprio a lui. e’ ilcaso della “truffa dello specchietto”, chea Napoli si è “attrezzata” anche con fintischizzi di sangue per rendere più pate-tica la strusciata che di solito il truffa-tore chiede di liquidare direttamente instrada senza far ricorso all’assicura-zione... perché si sa che poi loro au-mentano i prezzi e quindi convienecavarsela dando un centinaio d’euro pertogliersi il pensiero, continuando però aincrementare inconsapevolmente quelbusiness dell’industria della truffa chespaventa per dimensioni e per penetra-zione sul territorio.

RC AUTO, OCCHIO ALLE TRUFFE!

I dati Isvap: Campania, Puglia e Siciliasono le industriedei falsi incidenti,un business chein Italia frutta26,5 milioni di eurodi Antonia Liguori

RC AUTO, MASSIMI RINCARI!Sono le tasse provinciali a pesare di più

di Roberto Colosini

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Dunlop, uno dei principali costruttori dipneumatici con altissime prestazioni, invista del progressivo adeguamento all’eti-chettatura europea, ha sbaragliato le carteannunciando una novità molto interes-sante per il settore. Si tratta dell’uso del QRcode per fornire ancora più informazionisui parametri di sicurezza rispetto a quantoprevisto dalla normativa comunitaria cheandrà in vigore dal prossimo mese di no-vembre. La nuova etichetta europea for-nirà agli automobilisti informazioni su tre

parametri fondamentali delle pre-stazioni dei pneumatici: consumo

carburante, aderenza sul ba-gnato e il rumore esterno dirotolamento. L’introdu-zione del QR code nellazona dell’etichetta riser-vata al Marchio per-metterà agliautomobilisti di vederetutti i vantaggi e i criteridi prestazioni del pneu-matico, al di là dei tre pa-rametri misuratidall’etichetta. “L’etichetta dei pneu-

matici - ha dichiarato elena versari,Direttore Marketing vettura e

moto Goodyear Dunlop TiresItalia - rappresenta un impor-tante passo avanti per fornireagli automobilisti di tutta eu-ropa una maggiore consape-volezza delle loro scelte e noisiamo favorevoli alla sua in-troduzione. Siamo convinti

che la nuova etichetta spingeràil settore a portare il suo impe-

gno di innovazione ai massimi li-velli, a vantaggio degli automobilisti

in generale. Tuttavia, alla Dunlop siamoconvinti che l’etichetta non comunichitutte le informazioni. Focalizzandosi sol-tanto su tre parametri di prestazioni, nonriflette gli sforzi che facciamo per svilup-pare pneumatici affidabili, resistenti e dialta qualità. L’aggiunta del QR code all’eti-chetta riflette la nostra convinzione se-condo cui gli automobilisti devonoguardare anche oltre l’etichetta”. Grazie al codice supplementare gli auto-mobilisti scopriranno online i segreti di unprodotto che fa della sicurezza la sua forzatraino.

strade killerstrade killer

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Negli ultimi trent’anni sono state apertecentinaia di indagini penali per abusi – verio presunti – commessi da enti locali e im-prese che sembrano aver trasformato icontrolli sulle infrazioni al codice dellastrada in un vero e proprio business. eccoperché dal 2007 si è imposto per leggeche i controlli di velocità debbano esseretutti visibili e segnalati per tempo.Tra gli strumenti più discussi c’è il T-Red,uno dei più avanzati apparecchi di rileva-zione per “pizzicare” chi passa al sema-foro col rosso. L’anomalia più fastidiosaper gli automobilisti - e a quanto pare ab-bastanza diffusa - sarebbe quella di averaccorciato la durata del giallo per multarepiù guidatori possibile. Sicuramente nontutte queste accuse sono fondate, fatto stache l’indignazione popolare si scatena perquelle strade dove si circola tranquilla-mente da una vita che all’improvviso sitrasformano in “trappole” per esseremultati senza alcuna effettiva necessità disicurezza determinata dalla presunta pe-ricolosità dei punti in cui sono stati in-stallati i rilevatori di velocità. Come se i

punti venissero scelti per fare più incassied essere certi di coprire i costi dei con-trolli e non per ridurre il numero di inci-denti. ve quindi in cotrotendenza la RegioneMolise che ha messo in atto un progettocoordinato fra i Comuni attraversati dallestatali, la Prefettura e la Polizia per effet-tuare controlli senza «fare cassa». Si trattadel «Percorso della sicurezza», una rete dicontrolli non solo “calmierati” (come giàin altre zone d’Italia), ma abbinati ad altreiniziative per la sicurezza degli abitanti: vi-deosorveglianza lungo tracciati extraur-bani per contrastare la criminalità erilevazioni sulla qualità dell’aria.I misuratori di velocità saranno piazzatidove si sono verificati più incidenti e dinotte le multe arriveranno solo dalle pat-tuglie perché le postazioni automatichesaranno spente e ci sarà la Stradale a fer-mare i trasgressori per togliere loro la pa-tente. Un’operazione intelligente perridare credibilità ed efficacia ai controlli sustrada.

AUTOVELOX, ACCERTAREUN’INFRAZIONE NON È UN BUSINESSTante le polemiche sull’uso dei rilevatori automatici, strumenti “abusati” per fare cassa.Il Codice della strada impone vincoli su posizionamento, segnalazioni e visibilità.di Roberto Colosini

ANCHE IL QR CODE SULL’ETICHETTA EUPiù informazioni su consumo carburante, aderenza e rumore

Si pensa erroneamente che una sgranchita allegambe, un caffè, l’autoradio accesa e un finestrinoaperto possano scongiurare il pericolo che so-pravvenga un colpo di sonno alla guida. Nessunodi questi è un buon rimedio. L’unica soluzione ef-ficace è una pennichella di almeno 30 minuti. Pa-rola degli esperti che hanno anche rivelato unastretta correlazione tra obesità e rischio di in-cidenti stradali: la sindrome delle apnee ostrut-tive nel sonno (Osas) strettamente connessa conil sovrappeso, risulterebbe essere la prima causamedica di incidenti stradali, la cui caratteristica sa-rebbe proprio la sonnolenza, causa o concausa dicirca il 20% degli incidenti che avvengono sulle no-stre strade. I dati rilevati ci dicono che 1 milione e600mila italiani sarebbe affetto da sindrome delleapnee ostruttive nel sonno, e i costi socio-sanitariderivanti da incidenti stradali causati da soggetti af-

fetti da Osas sarebbero pari a 828.014.400 eurol’anno. Dal punto di vista giuridico la stanchezzache precede il pericoloso “colpo di sonno” può es-sere inquadrata nel concetto più ampio di “males-sere”, che giustificherebbe dunque la sosta sullacorsia di emergenza ai sensi dell’art. 157 del Co-dice della Strada, comma 1, lettera d. A rivelarlouna recente sentenza della Corte di Cassazione, lan.19170 del 18 maggio, pronunciata in seguito alcaso di un automobilista nei confronti del qualenon si sarebbe dovuto procedere per omicidio col-poso perché il fatto non sussisteva, in quanto acausa della stanchezza si era accostato in autostradanella piazzola di sosta, divenendo così l’ostacolocontro cui era andata a sbattere un’autovettura inseguito all’esplosione di uno pneumatico. “Males-sere”, secondo i giudici della Suprema Corte, nonè solo un’infermità che incide sulla capacità intel-lettiva e volitiva del soggetto ma anche nel con-cetto di disagio o esigenza fisica incoercibile anchetransitoria che non consente di proseguire nellaguida con il giusto livello di attenzione. Quindi, me-glio accostare quando si è stanchi perché anche lalegge tutela chi previene eventuali rischi con un ri-posino a bordo strada.

Colpo di sonno, un caffè non bastadi Silvia Frisina

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Forse potrà sembrare una cosa assurda, ma chi si mette allaguida dopo aver alzato il gomito non rischia sempre e co-munque la sospensione della patente. In poche parole sonogli altri a rischiare conseguenze ben più gravi se malaugu-ratamente si trovano a dover percorrere la sua stessa strada,perché basta che il suo tasso alcolemico sia sotto 1,5grammi per litro per cavarsela con una multa e continuarea guidare con i riflessi annebbiati dai fumi dell’alcol. Lo haribadito anche il Giudice di Pace di Monopoli, seguendol’orientamento giurisprudenziale tracciato dalla sentenza n.

21447/10 della Suprema Corte: “in caso di contestazionedella violazione dell’art. 186 del Codice della Strada lasanzione accessoria della sospensione della patente va ap-plicata soltanto in caso di tasso alcolemico superiore ad 1,5grammi per litro. Nel caso in cui venga riscontrato un va-lore minore, invece, la sospensione della patente non è ob-bligatoria né può essere applicata ai sensi dell’art. 223 delC.d.S. che regola, invece, una fattispecie diversa”.Questa sentenza sostiene in particolare che manca del ne-cessario presupposto sostanziale l’ordinanza prefettizia

emessa in presenza di un tasso alcolemico inferiore ad 1,5grammi per litro, visto che, a proposito di sanzioni ammi-nistrative connesse alla guida in stato di ebbrezza, la so-spensione della patente di guida di cui all’art. 186 C.d.S sifonda su presupposti diversi da quelli di cui all’art. 223.Nel primo caso, infatti, che costituisce fatto penalmente ri-levante, la sospensione può conseguire, a titolo di sanzioneaccessoria, a seguito dell’accertamento del reato, mentre nelsecondo la misura ha carattere preventivo e naturacautelare.

Le notifiche via mail sono nullesenza il riscontro della ricezione

La corte di Cassazione (sentenza 6635/12, depositata il 30aprile) torna sulle notifiche sostitutive del biglietto di cancel-leria, con una decisione che riguarda il periodo tra il 2005(legge 263, che aggiungeva la possibilità di eseguire le comu-nicazioni con fax e posta elettronica) e il 2011 (la legge 183 del12 novembre – “Stabilità” - che obbliga i professionisti a do-tarsi di indirizzo dedicato di Pec comunicandolo all’Ordine).In sostanza, secondo la Corte, la mancata comunicazione elet-tronica nei termini di efficacia richiesti dal codice e dalla giu-risprudenza determina un’insanabile violazione del principiodel contraddittorio. Un’ulteriore postilla della sentenza ri-guarda le modalità del riscontro del destinatario: non basta ot-tenere una qualsiasi risposta, ma questa deve pervenire almittente in una forma che non sia una conferma di lettura au-tomatica, e la parte nel cui interesse è fatta la comunicazionedovrà anche avere la cura di stampare e conservare la risposta“consapevole” del destinatario.

Chi abbandona un cane in autostradaè davvero un criminale, che, oltre acompiere un gesto irresponsabile,“solleva” il gestore della strada daogni responsabilità, condannando lavittima ad accettare e subire un “casofortuito”, che in realtà è determinatoda un folle. Si è vista, infatti, respin-gere la richiesta di risarcimento unadonna che, per evitare due cani cheavevano invaso la carreggiata, era an-data a sbattere con l’automobile con-tro il guard-rail. Lo ha stabilito lacorte di Cassazione, con la sentenza7037, che conferma la decisione giàpresa dalla corte d’Appello di Napoli

e considera l’evento imprevedibile,inevitabile e quindi non indennizza-bile. La prova dell’abbandono deicani da parte dei padroni era stata de-dotta dalla vicinanza di un’area di ser-vizio e per la Cassazione lecircostanze sono sufficienti a esclu-dere l’esistenza della responsabilitàprevista dall'articolo 2051 del Codicecivile in caso di danno cagionato dacose in custodia. A “scagionare” laSpa Autostrade ci sono, dunque, larecinzione intatta, la vicinanza del-l’area di servizio e l’assenza di una viadi fuga per i due cani, abbandonati daqualcuno e non randagi.

Caso fortuito, l’Autostrada nonrisponde del cane abbandonato

se la recinzione è integra

PARADOSSI DELLAGIUSTIZIA: 200GIUDICI SENZA UN RUOLO. MANCANO I FONDI

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Pensando aimali italiani, tra iprimi della listasicuramenteverrebbero inmente la disoc-cupazione e itempi lunghidella giustizia. eincredibilmenteentrambi sono accomunati da un fattorecomune: la crisi economica. Basta chie-dersi che fine abbiano fatto i 325 giovanigiudici che hanno vinto il concorsobandito nel 2009 per capire quanto per ledue note dolenti della nostra societàsuoni la stessa musica. Sembra un paradosso, ma, drammatica-mente, è la pura realtà: in un momento incui i magistrati scarseggiano, anche soloper colmare i vuoti in organico, non siriesce a far diventare operativo chi ha giàpassato la selezione perché non ci sonorisorse economiche. 325 giovani moltoqualificati e già selezionati non possononeanche cominciare il tirocinio negli uf-fici giudiziari quando invece in magistra-tura ci sono 1200 posti scoperti. e il

blocco all’en-trata in serviziodegli uditori ri-schia di pena-lizzare ancoradi più le sedidisagiate, so-prattutto nelMezzogiorno,dove le Pro-

cure sono in pesante crisi d’organico. Mail ministro della Giustizia Paola Seve-rino (nella foto con il premier Monti),spinta anche dalle sollecitazioni del CSM,non si è certo tirata indietro e ha tentatola strada del confronto con il ministerodell’economia per risolvere il problema.La sua richiesta sarebbe quella di pren-dere le risorse utili per queste assunzionidall’aumento del contributo unificatosulle cause. All’appello mancano 55 mi-lioni e il ministro Severino ha scritto alpremier Mario Monti per chiedere chesia destinata alle assunzioni una parte dei77 milioni di aumento del contributounificato. Il resto andrà alle sedi disagiatenel tentativo di uniformare gli standarddella giustizia su tutto il territorio.

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Non ci sono fondi per assumere chi ha vinto ilconcorso nel 2009. Penalizzate le sedi disagiate.di Tiziana Scandariato

Stato di ebbrezza, sospensione della patente obbligatoriasoltanto con un tasso alcolemico superiore ad 1,5 g/l

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Quando si parla di danni da insidia, la di-strazione dell’utente della strada esime laPubblica Amministrazione da responsabi-lità. Lo ha ribadito la Cassazione, vI sezionecivile, con la sentenza 30.01.2012 n° 1310.Qualunque sia l’ipotesi di responsabilità ap-plicabile al caso di specie (art. 2051 c.c. o art.2043 c.c.), uno degli elementi di fatto essen-

ziali, da prendere in massima con-siderazione ai fini

dell’affermazione - o al contrario dell’esclu-sione totale o parziale di un’obbligazione ri-sarcitoria a carico della pubblicaamministrazione - è costituito dal compor-tamento del danneggiato, soprattutto se sifa riferimento al Codice della Strada e alleregole di comune prudenza. Una condottadi guida colposa del danneggiato, ravvisa-bile anche in ipotesi di uso del bene dema-niale senza la normale diligenza o con un

affidamento soggettivo anomalo sulle suecaratteristiche, infatti, è suscettibile di inte-grare il caso fortuito. La Cassazione (30gennaio 2012, n. 1310) chiarisce, infatti che,in una simile evenienza, “l’esistenza di uncomportamento colposo dell’utente dan-neggiato (…) esclude la responsabilità dellaP.A., qualora si tratti di un comportamentoidoneo ad interrompere il nesso eziologicotra la causa del danno ed il danno stesso”.

Se si verifica un incidente per il dislivello stradale non segnalato in-torno a un tombino, azienda idrica e Comune sono corresponsabilidei danni e devono pagare i danni al guidatore. Lo ha stabilito la terzasezione civile della Cassazione con la sentenza 7035 del 29 novem-bre 2011, depositata il 9 maggio 2012, che nel caso specifico, rico-nosce a un ciclista il diritto a essere risarcito per un dislivello di seicentimetri.e’ stato, dunque, respinto il ricorso della società idrica e del Comunedi Massa Lubrense (in provincia di Napoli) contro la decisione dellaCorte d’Appello di Napoli che - nel 2005 - li aveva ritenuti corre-sponsabili della caduta di un giovane in sella alla sua bicicletta sul di-slivello stradale intorno al tombino (avvenuta nel 1989). Si legge,infatti, nella sentenza che “l’impossibilità della custodia non sussistequando l’evento dannoso si è verificato su un tratto di strada che,posto all’interno della perimetrazione del centro abitato, era adibitoal pubblico transito di persone e veicoli”. Insomma il Comune, inqualità di custode della strada, avrebbe dovuto controllare che l’ap-

p a l t a t o r eavesse espostouna segnala-zione a tuteladella sicurezzadi tutti gliutenti dellastrada, dai pe-doni agli auto-mobilisti.Il dato certo è che il dislivello attorno al tombino non segnalato inmodo adeguato è un’insidia e la ditta che effettua lavori su strada (surichiesta del Comune o dell’azienda idrica) dovrebbe sempre delimi-tare con opportuni ripari ben visibili gli scavi e tutti i lavori in corso,prevedendo anche - durante la notte o in casi di scarsa visibilità - l’in-stallazione di fanali a luce rossa e dispositivi a luce riflessa. In casocontrario saranno responsabili i committenti dei lavori.

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Protagonista della vicenda (molto co-mune) è una persona di Novara, che,ferma a uno stop, viene tamponata.Nonostante la dinamica dello scontro siastata ammessa dalle parti mediante com-pilazione congiunta del modello di con-statazione amichevole di sinistro, ilresponsabile civile del mezzo provvedevaa riparare soltanto il danno materiale, manon il danno fisico subito.Dopo mesi di falliti tentativi di contattocon il liquidatore, la persona danneggiatadecide di promuovere vertenza giudiziale,citando in giudizio davanti al Giudice di

Pace di Novara i proprietari del mezzo edil responsabile civile, per la condanna so-lidale. Si costituiva in giudizio il solo re-sponsabile civile, contestando lacompetenza territoriale. Contestazione re-spinta, però, perché, in caso di fori con-correnti - cioè alternativamentecompetenti a conoscere di una certa que-stione - l’attore può scegliere quello doveradicare la causa in base a criteri di op-portunità, anche economica, in relazioneall’esigenza di contenere i costi derivantidall’iniziativa processuale che, spesso, lavittima di incidente è costretta ad intra-

prendere a fronte della refrattarietà dimo-strata dal responsabile civile alle richieste dirisarcimento bonarie inviate. Il Giudice diPace di Novara ha quindi rigettato l’ecce-zione avversaria, confermando la propriacompetenza a conoscere della questioneed affermando che “l’eccezione di in-competenza territoriale formulata dallaconvenuta è infondata. L’art. 20 c.p.c. intema di diritti di obbligazione prevede trai fori alternativamente competenti, il forodel luogo ove il danno si è verificato equello del luogo ove l’obbligazione deveessere adempiuta”.

DANNI PER INCIDENTE STRADALE,OK ALLA COMPETENZA TERRITORIALE

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Dislivello attorno al tombino, il risarcimentospetta al Comune e all’azienda idricaLo ha stabilito la Terza Sezione Civile della Cassazione con sentenza 7035 dell’11/2011di Alessandro Nolli

P.A., una condotta di guida colposadel danneggiato integra il caso fortuito

Per il danno morale in caso di morte delnonno (o di un nipote) in un incidentestradale, i precedenti sono contrapposti e afare la differenza è la convivenza. Con lasentenza 6938 del 1993, infatti, la Corte dicassazione ha collegato la risarcibilità, oltreche all’esistenza del rapporto di parentela,alla perdita di un effettivo sostegno mo-rale. I giudici hanno esaminato il caso dellamorte di un nipote e, affermando che nonesiste un diritto del nonno a essere assistitoanche moralmente dal nipote, hanno rite-nuto necessaria la convivenza come pre-supposto che riveli la perdita del sostegnomorale in caso di morte del nipote. Alcontrario, con la sentenza 15019 del 2005,la Cassazione non ha differenziato la posi-zione dei nipoti rispetto a quella dei con-giunti più stretti, come coniugi, genitori efigli e ha escluso che l’assenza di coabita-zione rilevi per il risarcimento perché di-pende da circostanze di vita che noneliminano l’affetto.C’è poi la più recente sentenza n. 4253,che, ribadendo il diritto dei figli a essere in-dennizzati per la sofferenza subita, fa undistinguo per i nipoti e subordina il rico-noscimento della lesione alla coabitazione,ammettendo che la giurisprudenza di le-gittimità ha trattato poco il tema e, quandolo ha fatto, ha dato nel 1993 e nel 2005 duesoluzioni opposte. I giudici della terza se-zione hanno accolto dunque l’orienta-mento più datato (sentenza 6938 del1993), che riconosce al nipote – o al nonnonel caso, inverso, di morte del nipote –l’esistenza della posizione giuridicamentequalificata, che apre la strada al risarci-mento del pregiudizio non patrimoniale,solo ad alcune condizioni. Il via libera al danno morale c'è quando esi-ste una “famiglia nucleare” come emergedalla Costituzione, ed è riscontrabile il datooggettivo di una vita condotta sotto lostesso tetto. Tutto ciò per cercare di evitareun ingiustificato ampliamento dei soggettidanneggiati secondari e, al tempo stesso,per «dare rilievo all’esplicarsi dei diritti dellapersonalità nelle formazioni sociali e,quindi, nella famiglia dei conviventi, comeprotezione sociale e dinamica della perso-nalità dell’individuo». A sostegno di que-sto indirizzo la Corte ricorda che il dirittocivile non riconosce una rilevanza giuridicaalla figura del nonno, il quale “entra ingioco” solo come supplente in caso di ca-renze da parte dei genitori.

Per la mortedel nonno

danni moralisolo ai nipoticonviventi

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La sicurezza stradale entra nelle aule dell’universitàgrazie a un nuovo percorso formativo introdotto dalDipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studidel Sannio di Benevento, finalizzato alla realizzazionedi una nuova tipologia di barriera stradale che uniscealla tradizionale funzione di sicurezza passiva le fun-zionalità attive capaci di rilevare l’avvicinamento di vei-coli alla barriera stradale, l’inquinamento prodotto daiveicoli in transito, la velocità dei veicoli, il danneggia-mento della barriera stradale, al fine di far partire unallarme a un centro di controllo.L’Ateneo, in collaborazione con le società Tech.Cons.r.l. e CAR s.r.l., in qualità di Soggetto Responsabiledell’attività formativa che costituisce parte integrantedel progetto di ricerca dal titolo “Studio e sviluppo diun'innovativa barriera stradale basata su un nuovoconcetto di sicurezza con funzione strutturale (fun-zione passiva) e funzione attiva”, ha bandito un con-corso per la selezione di 36 laureati ai quali assegnare30 borse di studio dell’importo complessivo lordo diottomila euro ciascuna per una durata complessiva di10 mesi. L’attività formativa ha l’obiettivo di preparare tecniciche, con diverse competenze, possano collaborare allaprogettazione di sistemi innovativi per la sicurezzastradale. In dettaglio il percorso formativo prevede la forma-zione di 3 diverse figure professionali: esperto in pro-gettazione di strutture per la sicurezza stradale,esperto in progettazione hardware e software di si-stemi di misura distribuiti basati su reti di sensori,esperto nello sviluppo di sistemi informatici per l’ac-quisizione, la registrazione, la gestione, l’analisi e la vi-sualizzazione di dati geograficamente riferiti. Tutti i dettagli all’indirizzo web: http://www.ding.unisannio.it/bandi

“RAGAZZI ON THE ROAD”, A BERGAMO IL PRIMO REALITY SULLA SICUREZZA STRADALEL’iniziativa, unica in Italia, promossa e sostenuta dalla Prefettura di Bergamo, coinvolgeper un mese gli aspiranti “agenti” over 16, che saranno ripresi dalle telecamere durantemomenti di formazione, giochi, test sulla guida sicura e prove di abilitàdi Antonia Liguori

30 BORSE DI STUDIO PERGLI STUDENTIDI INGEGNERIAUn’iniziativa dell’Unisannio

di Annamaria Colosini

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“On the road” è il classico esempiodi progetto educativo che funziona ecresce nel tempo e a confermarlo è ilfatto che, da un anno all’altro,l’iniziativa riesce a coinvol-gere sempre di più i ra-gazzi, grazie all’intelligenteuso di un linguaggioche piace ai giovani.Per comunicare la si-curezza, in-s o m m a ,bisogna saperc o mu n i c a r econ i ra-gazzi riu-scendo acarpire il loro interesse.Lo sanno bene l’agente Giu-seppe Fuschino e il giornalistaAlessandro Invernici, ideatori di “OnThe Road”, bravi a creare un formatefficace per infondere tra gli over 16una rinnovata cultura della sicurezzastradale e della legalità. Il tutto tra-

mite un’esperienza diretta sulla stradae non solo, al fianco dei Corpi di Po-lizia Locale, che vedrà impegnati i fu-turi aspiranti “agenti” oltre ailaureandi e neolaureati dell'Università

degli Studi diBergamo

n e i

panni di“reporter”. Il

progetto si è arric-chito quest’anno di un’imperdibilenovità: un vero “Reality che fascuola” in cui per un mese (tutti imercoledì pomeriggio presso il Liceo“L. Mascheroni” di Bergamo) i gio-

vani partecipanti si sono confrontatie si sono messi alla prova, tra le muradi un istituto scolastico, su tematichelegate alla sicurezza stradale, alla le-galità e non solo. Nel corso degli in-contri con gli organizzatori e iresponsabili del progetto, tra cui laprofessoressa Irene Kalb, referentedi educazione stradale del Liceo “L.Mascheroni” di Bergamo, e SilviaBombardieri, che si è occupata dellaformazione dei ragazzi, gli studentisono stati ripresi dalle telecamere tracorsi di formazione, giochi, quiz eprove di abilità. I filmati della primafase di “casting” e formazione - cu-rati da Officina della Comunicazione- sono accessibili dal sito webwww.ragazziontheroad.it. I più votati parteciperanno alla faseestiva durante la quale i ragazzi af-fiancheranno dei veri agenti di Poli-zia nelle attività di pattugliamento econtrollo del territorio... “On TheRoad”!

Si chiama “Speed” (velocità) l’ultimacampagna di controllo e prevenzionemessa in atto da Tispol, la rete di coo-perazione internazionale tra le Poliziestradali, nata nel 1996, alla quale aderi-scono 29 Stati europei. L’intento èquello di contrastare, su tutte le arterieeuropee di grande viabilità, il supera-mento dei limiti di velocità. Durante lacampagna, verrà effettuato anche uncontrollo congiunto operato dalle Po-lizie stradali di tutta europa, sull’uti-lizzo delle cinture di sicurezza da partedei conducenti e dei passeggeri di tuttii veicoli in circolazione. In Italia le san-zioni per la violazione dei limiti di ve-locità variano in base alla gravità delcomportamento.

Speed, lacampagna del networkEU Tispol

I supereroi di The Avengers sposano la causa diGoodhero e lottano insieme per la sicurezza stra-dale. e’ proprio questa la metafora che sigla il suc-cesso del connubio tra il nuovo film Marveldistribuito da Walt Disney e il cartoon promosso daGoodyear per sensibilizzare i giovani sui temi dellaguida responsabile.Goodhero è stata protagonistainsieme a The Avengers dell’anteprima trasmessa indifferita via satellite e in 3D in 250 cinema, anchemultisala, su tutto il territorio nazionale, per un totaledi 400-500 schermi. Come nel film di Marvel ci vo-levano personaggi come Iron Man, l’incredibileHulk, Thor, Captain America, Occhio di Falco e ve-dova Nera per neutralizzare la comparsa di un nemico inatteso che minaccia la tranquillitàdel mondo, così sulla strada l’eroina bionda protagonista del cartoon aiuta a capire comesconfiggere le insidie più frequenti: distrazione, alcol, droghe, velocità. Il messaggio èchiaro: ognuno di noi alla guida può trasformarsi in eroe e salvare tante vite senza doveravere super-poteri; basta un pizzico di sale in zucca per rispettare le regole.

“The Avengers”, il nuovo film distribuito da Walt Disney si legaa “Sicuri Insieme - Goodyear”

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Quanto conta raccogliere le prove della responsabilitàe dei danni, ricostruire la dinamica dell’incidente edarne un’accurata descrizione con mezzi appropriatiper assicurare una congrua valutazione dei danni ma-teriali e fisici? Tantissimo. ecco perché è fondamentale una sempre più capillarediffusione di strumenti e tecnologie che possano an-dare in aiuto di chi si trova a effettuare i rilievi nel luogodove è avvenuto l’incidente. Uno dei prodotti tra i piùinnovativi è il laser scanner Riegl vZ-400 che consentedi eseguire indagini 3D sulle scene di un crimine o diun incidente stradale attraverso la registrazione istan-

tanea di informazioni molto dettagliate. Il luogo

dell’incidente può essere scansionato da varie posizioni;collegando poi le immagini, si ottiene il rilievo dell’am-

biente e si possono elaborare tavole 3D, piante, sezioni

verticali e orizzontali. La polizia dell’essex, in GranBretagna, lo sta già usando per fare rilievi tridimensio-nali degli incidenti stradali con risultati sorprendenti: ildispositivo prodotto dal gruppo austriaco Riegl, testatoanche sulle strade londinesi, ha permesso di raccogliereil trenta percento di informazioni in più nella metà deltempo, rispetto ai metodi tradizionali manuali. e que-sto vuol dire dimezzare i tempi di chiusura o inagibilitàdi una strada e avere a disposizione una copia virtualedella scena dell’incidente da usare come prova per ac-certare le responsabilità. In Italia il laser scanner vZ-400 è distribuito dalla Mi-crogeo.

La vita dei pedoni ha un valore immenso e per tutelarla in Svizzera hanno pensato direndere “preziose” anche le strisce pedonali. Lo scopo, ovviamente, non è quello dispendere di più senza senso, quanto piuttosto quello di migliorare la visibilità dellevecchie “zebre”, che a Berna sono diventate gialle e “indossano” mini perle Swarov-ski. Le speciali sfere in vetro costano sì più della semplice vernice, ma, riflettendo laluce, soprattutto quando cala il sole dovrebbero aumentare la sicurezza stradale. epoi, dai primi test già si vede che le nuove strisce pedonali con i vetri Swaroski si de-teriorano meno di quelle tradizionali e richiedono, dunque, iterventi di manutenzionepiù diluiti nel tempo.Queste micro-perle, in realtà, non sono realizzate con il cristallo, come i famosi og-getti dalle forme più svariate che si trovano nei negozi, ma con il vetro e sono stateprodotte nella fabbrica di Amstetten, in Bassa Austria: tecnicamente prendono il nome

di solidplus e misurano tra i 0,15 e 1 millimetro di grandezza. Un chilo di questo spe-ciale materiale, molto simile alla sabbia quarzosa, costa 11,80 franchi (9,82 euro) ebasta alla realizzazione di due metri quadrati di strisce pedonali.Al di là dei costi di produzione, in Svizzera, dove il numero delle persone morte in unincidente avvenuto su strisce pedonali è in continuo aumento, tutti i cantoni sonoorientati verso una politica volta alla drastica riduzione delle vittime. Le statistiche con-fermano che nella maggior parte dei casi il presunto principale responsabile di un in-vestimento sulle strisce è stato il conducente del veicolo. e aumentare la visibilità degliattraversamenti con l’introduzione delle «strisce Swarovski» si sta già rivelando un po-tenziale aiuto. «Questa per noi è un’ulteriore tessera nel puzzle della sicurezza stra-dale», ha raccontato al tabloid Blick, Patric Schädeli, dell’Ufficio lavori pubblici dellacittà di Berna. e per completare il puzzle non bastano mai gli inviti alla prudenza.

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STRISCE PEDONALIPIÙ SICURE CONGLI SWAROVSKIIn Svizzera aumentano gli investimenti per garantirela sicurezza dei cittadini: al via la sperimentazionesulle zebre di Berna. Due metri quadrati con l’aggiunta dei noti cristallicostano 10 euro, ma la visibilità migliora moltodi Giacinto Picozza

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Il telefono è uno dei distrattori piùcomuni quando si è alla guida emolti pensano anche di non farenulla di male se ogni tanto abbas-sano lo sguardo per leggere unSms, convinti che sia multabile (ecioè pericoloso per gli altri) solochi parla al cellulare, quando invecela Legge in Italia vieta di tenere inmano un cellulare quando si è allaguida (articolo 173 del Codicedella strada). ecco perché meritaattenzione la proposta del disposi-tivo Ford per la lettura vocale deimessaggi: semplicemente utile esicuro.Si tratta di un sistema di connetti-vità e comandi vocali avanzatiSync che debutterà quest'anno abordo della nuova Ford B-MAX esarà disponibile su diversi modelli,come Focus e Kuga. Grazie alla funzione TTS (text-to-speech, lettura vocale del testo) del

Sync, sviluppata con Microsoft, sipotrà avviare con un semplice co-mando vocale la lettura dei mes-saggi ricevuti da un telefonoconnesso via Bluetooth. Il Syncpermette anche di inviare una ri-sposta preimpostata, come "sonoimpegnato", "chiamo più tardi" o"arrivo tra 10 minuti", "sì", "no","grazie". La lettura vocale dei mes-saggi sarà compatibile con un nu-mero sempre crescente dismartphone.

FORD SPERIMENTA GLI SMS VOCALI

Il laser scanner riproduce l’incidente in 3D

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E adesso vado al max!Massimo Tresoldi. 10 anni di coma e ritornodi Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola

DescrizioneMassimiliano Tresoldi è nato nel1971, ma la sua vita cosciente siferma il 15 agosto del 1991, quando,a causa di un grave incidente automo-bilistico, entra in coma. Un decennio di sonno per lui e di af-fanno per la sua famiglia, che da quelgiorno non ha mai smesso di stimo-larne il corpo e la mente, grazie al-l’aiuto di decine di volontari.Improvvisamente una notte, durantele festività natalizie del 2000, Max in-terrompe il suo torpore, solleva unamano e dà una carezza a sua madre.e le pagine più belle di questo librosono proprio quelle che raccontano ilsuo risveglio. Oggi Max è completa-mente cosciente ma non è padronedel suo corpo, a causa del danno ce-rebrale subito. Questo libro è la storia di Massimi-liano Tresoldi, scritta dalla mamma: laprima parte racconta la vita, la se-conda raccoglie le testimonianze delletante giornate condivise con gli amiciin attesa di quella carezza.

Dettagli del libroTitolo: E adesso vado al Max! Massimo Tre-soldi. 10 anni di coma e ritornoAutori: Lucia Bellaspiga e Pino Ciociolaeditore: Ancora - Collana: Profili Data di Pubblicazione: marzo 2012eAN: 9788851409814Pagine: 160Prezzo: 15,00 euro

Sento che ci seiDal silenzio del coma alla scoperta dellavitadi Fulvio De Nigris

DescrizioneDalla straziante sofferenza per lascomparsa del figlio, dopo mesi dicoma, fino alla creazione della Casadei Risvegli, De Nigris racconta lapropria vicenda personale e descrivel’impegno quotidiano accanto a chi siprende cura di cari che, sebbene nonpossano rispondere, fanno sentire lapropria presenza in ogni momento.Una vivida testimonianza per capirecome la vita continui anche dietro ilsilenzio.Casa dei Risvegli Luca De Nigris èuna struttura pubblica della reteospedaliera della AUSL di Bolognache attua una sperimentazione regio-nale di collaborazione tra AUSL diBologna e Associazione Onlus “GliAmici di Luca” al fine di realizzare unpercorso con un’offerta assistenzialespecifica e assicurare un adeguato li-vello di osservazione, cura e riabilita-zione del paziente ma anche di aiutoalle famiglie nella fase riabilitativa.Per informazioni: tel. 0516225851 -0516225858.

Dettagli del libroTitolo: Sento che ci sei. Dal silenzio del comaalla scoperta della vita Autore: Fulvio De Nigriseditore: Rizzoli - Collana: Saggi Data di pubblicazione: settembre 2011eAN: 9788817050807Pagine: 300Prezzo: 8,90 euro

L’Editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici di alcune immagini senza riuscire a reperirli. È ovviamente a totale disposizione per l’assolvimento di quanto occorra nei loro confronti

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EDITORE ASSOCIAZIONE QUESTO NUMERO COME CONTATTARCIBASTA SANGUE SULLE STRADEorgano ufficiale trimestrale dell’Associazione Basta Sangue sulleStrade - Associazione Familiari e vittime della Strada Onlus.Sede legale: viale Abruzzi, 13/A - 20131 Milano.Codice Fiscale 97524270150Partita Iva 07712560965 Registrazione Tribunale di Milano n° 119 del 12.03.2010 Direttore Responsabile Alen CustovicDirettore editoriale Roberto LibralatoL’editore garantisce la massima riservatezza dei dati fornitidagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamentela rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs.196/2003 scrivendo a:[email protected]

BASTA SANGUE SULLE STRADE Onlus è un’associazione senza fini di lucro fondata a Milano nel 2009

Presidente: Giacinto Picozzavicepresidente: Alen CustovicSegretario: Roberto Colosini

Consiglio Direttivo:Alen Custovic Giacinto Picozza Annamaria ColosiniRoberto Colosini

ANNO III - NUMERO 8 - II TRIMESTRE 2012(free press - copia omaggio)Hanno collaborato: Antonia Liguori - Silvia Frisina - Roberto Libralato- Alessandro Nolli - Annamaria Colosini - RobertoColosini - Giacinto Picozza - Tiziana ScandariatoGrafica: ErmesImpaginazione: Antonia LiguoriFinito di stampare a giugno 2012.Per ricevere i numeri arretrati (ove disponibili) è suffi-ciente inoltrare una richiesta all’indirizzo mail:[email protected] costo è di € 5,00 a copia da corrispondere a mezzobonifico bancario. IBAN: IT91 R076 0101 6000 0009 7175 442 intestato a Basta Sangue sulle Strade Onlus

BASTA SANGUE SULLE STRADE Onlus

Tel. 02.896.070.91Fax 02.936.642.47e-mail: [email protected]

Internet: www.bastasanguesullestrade.org

Per la pubblicità su Basta Sangue sulle Stradecontattare: Roberto Libralato

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Salvo accordi scritti, le collaborazioni a questo periodico, sono da considerarsi del tutto gratuite e non retribuite: Del contenuto degli articoli economici e pubblicitari, sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di testi,grafica, immagini realizzate da Basta Sangue sulle Strade Onlus. L’editore declina ogni responsabilità per l’uso da parte degli inserzionisti di marchi e materiale coperto da copyright.

Quali sono le nostre condizioni psico-fisiche primadi metterci al volante? Lo dice il RiflessometroBasta un attimo e il destino dellepersone alla guida può cambiarecon conseguenze davvero inimma-ginabili. ecco perché è importanteverificare prima di mettersi al vo-lante se i vostri riflessi sono scarsi olimitati. voi non ne avrete la perce-zione, ma potreste salire sulla vostraauto inconsapevoli del rischio dinon vedere in tempo, ad esempio,che il veicolo che vi precede ha frenato bruscamente o, ancora peggio, potreste igno-rare un pedone che sta attraversando la strada o non valutare esattamente e con rapi-dità situazioni di pericolo che possono essere la causa di incidenti a volte mortali.Riflessometro è un’anteprima del funzionamento del sistema “ARWS Riflessometro”,utile per testare i propri riflessi prima di mettersi alla guida: così facendo si potrà avereun’idea delle proprie condizioni psicofisiche e in base al risultato ottenuto vi verrà con-sigliata una velocità massima da non superare per poter viaggiare in sicurezza, preve-nendo così il rischio di arrecare danno a sé e agli altri.Il sistema “ARWS Riflessometro” (Automatic Reaction Warning System) nasce daun’idea dell’Ing. Giorgio Marcon (riflessometro) e del dott. GianMario Rubboli (sen-sore sul volante), costruito dalla victor S.r.l. ed è pensato e realizzato per misurare i ri-flessi e quindi anche per limitare/eliminare i rischi della guida sotto effetto di alcol,droghe, farmaci o di stanchezza.L’applicazione è disponibile gratuitamente su App Store.

PhoneAlcolTest, il primo applicativo sviluppato inItalia per trasformare il telefono in etilometro

Quanto incide una birra aldoppio malto sulla capacitàdi guidare? Da oggi è pos-sibile interrogare Phone-AlcolTest per averedirettamente sul telefoninola stima del tasso alcole-mico teorico in base aquanto si è bevuto, in pro-porzione alla propria strut-tura fisica e alle condizioniparticolari del momento.L’applicativo, il primo diquesto genere sviluppato inItalia, calcola il tasso alco-

lemico in base alle tabelle allegate al D.M. 30/07/2008 del Ministero del Lavoro, dellaSalute e delle Politiche Sociali. In base al valore del tasso alcolico stimato, il programmafornisce altre utili indicazioni riguardanti i sintomi o le sensazioni più frequenti, le abi-lità compromesse e le sanzioni previste dal Codice della Strada. L’applicazione è di-sponibile nelle versioni per J2Me, Windows Mobile, iPhone, Android e BlackBerry.

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OMICIDIO STRADALE

Basta sangue sulle strade Onlus in prima linea nella battaglia per una legge popolare

Abbiamo raccolto quasi 60 mila firme nella petizione popolare che mira a introdurre il reato di omicidio stradale nella nostra legislazione. Firma anche tu, se vuoi cambiare le cose e fare dell’Italia un Paese davvero civile. “Basta Sangue sulle Strade Onlus Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus” l’ha già fatto! Vai sul sito: www.omicidiostradale.it oppure su www.occhioallastrada.it e scrivi il tuo nome. È un gesto piccolo, ma che contribuisce a fare una cosa GRANDE! Uccidere una persona perché si è bevuto troppo alcol o assunto sostanze stupefacenti è un reato. Contribuisci ad una legge giusta che abbia una qualificazione propria. Chi toglie la vita a qualcuno non può essere sanzionato come se avesse commesso un semplice errore.

In gioco c ’è la vi ta umana.

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