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Narrare le immagini Sono sempre stata affascinata dalle relazioni tra linguaggio verbale e linguaggio visivo. Mi piacciono i racconti che diventano immagini e le immagini che si trasformano in racconti . Tempo fa ho raccontato Guernica ed è stato un po’ come fare entrambi i passaggi: dalla drammatica storia spagnola al quadro e dal quadro alla sua narrazione. Oggi però vorrei approfondire solo uno dei due percorsi: quello che va dall’immagine al racconto. E se è vero, come dice Sally alla maestra, che un’immagine vale 1000 parole, allora ci sarà davvero tanto da narrare! Uno degli esempi più colossali e antichi di racconto per immagini è quello delle campagne di conquista della Dacia descritto sulla Colonna Traiana di Roma. Qui ben 200 metri di fregio in bassorilievo si arrotolano a spirale intorno al fusto per 23 volte presentando oltre un centinaio di scene animate da circa 2500 figure. La narrazione ha chiari intenti cronistici : le scene “salienti” delle battaglie sono intervallate da episodi di marcia ed edificazione di accampamenti e infrastrutture ambientate in contesti ben caratterizzati, con rocce, alberi e costruzioni. Non mancano notazioni più temporali , come la mietitura del grano per alludere all’estate. Il tutto con il ritmo incalzante di un vero film epico!

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Narrare le immagini

Sono sempre stata affascinata dalle relazioni tra linguaggio verbale e linguaggiovisivo. Mi piacciono i racconti che diventano immagini e le immagini che sitrasformano in racconti.

Tempo fa ho raccontato Guernica ed è stato un po’ come fare entrambi i passaggi:dalla drammatica storia spagnola al quadro e dal quadro alla sua narrazione.

Oggi però vorrei approfondire solo uno dei due percorsi: quello che va dall’immagineal racconto. E se è vero, come dice Sally alla maestra, che un’immagine vale 1000parole, allora ci sarà davvero tanto da narrare!

Uno degli esempi più colossali e antichi di racconto per immagini è quello dellecampagne di conquista della Dacia descritto sulla Colonna Traiana di Roma. Quiben 200 metri di fregio in bassorilievo si arrotolano a spirale intorno al fusto per 23volte presentando oltre un centinaio di scene animate da circa 2500 figure.

La narrazione ha chiari intenti cronistici: le scene “salienti” delle battaglie sonointervallate da episodi di marcia ed edificazione di accampamenti einfrastrutture ambientate in contesti ben caratterizzati, con rocce, alberi e costruzioni.Non mancano notazioni più temporali, come la mietitura del grano per alludereall’estate. Il tutto con il ritmo incalzante di un vero film epico!

Un altro esempio superbo è quello del celebre Arazzo di Bayeux che narra dellaconquista normanna dell’Inghilterra. In questo incredibile video l’arazzo si anima eracconta in modo ancora più vivido l’impresa di Guglielmo il Conquistatore.

Questi due esempi, in effetti, sono già concepiti come narrazioni. Sono lunghi nastrida scorrere come un papiro da srotolare… Più difficile è tirar fuori una storia da unasingola immagine, da un quadro per esempio.

È quello che ha fatto Andrea Camilleri, lo scrittore siciliano, dando vita ai personaggidel celebre quadro “La Vucciria” di Renato Guttuso.

Ecco come ha raccontato il quadro: “Ogni simana di sabato matino Anna va a fare laspisa alla vucciria […] lei in quella viuzza accussì stritta, accussì china di bancarelled’ova, di frutta, di virdura, di caci, di carni, di pisci, che in mezzo ci può passari ‘na sulapirsona a volta, prifirisci non annarci pirchì si senti assufficari. Non per mancanzad’aria, ma è la violenza dei colori che le fa firriare la testa…”.

E intanto, in un’immensa sinestesia, si intrecciano sguardisensuali, odori, sapori, contatti involontari, voci insieme ad un’altra storia parallelaaccaduta quattrocento anni prima.

Insomma, ci sono quadri che sembra quasi che aspettino solo di essere raccontati…

Questo qui sotto, ad esempio, è un’opera di Norman Rockwell che racconta in modoironico il “gossip”, il percorso di un pettegolezzo con un cerchio che si chiude sullaprima donna che ha spifferato un segreto.

Divertentissimo con quelle espressioni di stupore, di sarcasmo, di incredulità o disospetto! Chissà qual era l’argomento imbarazzante in questione…

Trovo che la narrazione di una raffigurazione sia un’attività molto creativa e dienorme efficacia didattica: raccontare un’immagine (non necessariamente una telafamosa) permette di intrecciare due modalità espressive diverse ma parallele: illinguaggio visivo fatto di linee, colore, luce, spazio, volume, composizionedell’immagine, e quello verbale fatto di frasi, figure retoriche, ritmo, aggettivi, avverbietc. etc.

Ricordo che una volta, sulla pagina Facebook di Didatticarte, è nato un racconto dasolo… Avevo pubblicato un’illustrazione di Geninne D. Zlatkis e due iscritti hannocominciato a raccontarla a turno. Una cosa incredibile!

Ecco il risultato.

Raouf Gharbia – un giorno un passerotto chiese a un pesce: qual è la tua colpa? chi tiha condannato? perchè non puoi uscire dalla tua prigione e svolazzare in aria comeme? librarti gioioso, planare sopra gli alberi, cantare a squarciagola? allora il pescefissò a lungo l’uccellino e rispose: …

Flavia Riva – “Non è come pensi tu! Non guardarmi in quel modo triste”, proseguìsorridendo, “questo è il mio mondo, da sempre. Nuotare è volare nell’ acqua e qui laluce del sole filtra creando luminose e ovattate atmosfere. Il tuo mondo si riflette nelmio e tutte le gocce d’acqua che si riversano nel mare mi raccontano le storie del loroviaggio, mi parlano di nuvole, di pioggia, di corsi d’acqua, di terre di diversi colori e deiloro abitanti. Conosco il tuo mondo, guarda l’ho disegnato su questa mappa! Alloral’uccellino disse…

Raouf Gharbia – … “una linea sottile divide il tuo mondo dal mio” disse l’uccellino “sialza lentamente, si abbassa con le maree, danza freneticamente con le onde e colvento,,, ma quella maledetta linea è lì… inflessibile! Testarda! separa radicalmente inostri mondi e tiene prigioniera l’acqua dall’aria. Nell’acqua c’è la voglia di raggiungerel’aria e l’aria compenetra di buon grado nell’acqua,,, ma ne io, uccellino, sono maivenuto nel tuo mondo ne tu, pesciolino, hai mai visitato il mio regno, che ne dici se…

Flavia Riva – Il pesciolino guardava affascinato l’uccellino che cantava, non aveva maiudito un suono così bello. Per un momento la carta geografica, che aveva costruito contanto lavoro, gli sembrò del tutto inutile. Così continuò “che ne dici se … se trovassimoun modo per stare più vicini? Sai, esistono pesci volanti e uccelli che sanno nuotaresott’ acqua ….

Raouf Gharbia – … un attimo, ora ti spiego tutto!” disse il passerotto avvicinando ilbecco fino a toccare l’acqua, “guarda cos’ho portato” riprese aprendo un po’ l’alasinistra e facendo cadere 2 minuscoli semi “questi sono 2 semi rari, molto speciali!Semi che ho raccolto da una terra lontana dove regna la pace, l’amore e l’armonia.Terra che non ha mai ospitato ne guerre ne conflitti e dove nessun sangue l’ha maibagnata. Sono semi capaci di far miracoli. Sù… dai, prendine uno! E vedrai” Ilpesciolino, sorpreso e meravigliato, ne mangiò uno lasciando l’altro al passerotto.Appena iniziarono a masticare i due semi d’un colpo l’acqua e l’aria si mescolarono inun movimento rapido e circolare. Un gorgoglio fulmineo! Non c’era più ne sotto nesopra. Nessuna linea divideva i 2 mondi e nessun ostacolo impediva a due nuovi amicidi stare vicino. Tutto era sospeso: il pesciolino, il passerotto, l’acqua, dall’aria…sparirono i meridiani e i paralleli e si cancellò persino la carta geografica. Il tempo e lafisicità e tutte le leggi della natura erano sospesi!” “miracolo!” gridò il pesciolino “chesemi sono?” I due amici galleggiavano insieme senza peso ne pensieri in vorticoselarghe volute… “sono i semi dell’amicizia!” disse il passerotto.

Interessante, vero? E l’ho visto nascere frase dopo frase. Spontaneamente.

Dopo aver pubblicato questo articolo per la prima volta, Vincenzina Pace, un’altralettrice della pagina, mi ha mandato i suoi lavori narrativi. In questo caso sono versiispirati a Pubertà di Munch e Il violinista di Chagall.

È un esperimento che si può realizzare anche partendo da una foto di oggettiquotidiani, come nel concorso letterario che ha proposto la casa editrice Bookolico. Iconcorrenti avrebbero dovuto scegliere un’immagine da una raccolta pubblicata suFacebook e scriverci sopra un racconto di 1400 battute.

Ecco quella che ho scelto insieme al breve racconto che ho scritto…

C’è anche chi l’ha fatto in modo molto più professionale. Ecco un estrattodalla suggestiva raccolta di Giovanna Vannini dal titolo Le Passanti.

Tutto questo non è, quindi, la semplice comunicazione visiva attraverso pittogrammi,infografiche o altre forme di illustrazione, bensì qualcosa di più complesso, unanarrazione articolata, l’invenzione di una storia partendo dalle immagini: inpratica una particolare declinazione visuale di quell’attività conosciuta oggicome storytelling ma che in questo caso dovremmo chiamare imagetelling!

Adesso tocca a voi… scegliete un quadro o una foto e liberate la fantasia! (E magariraccontatemi cosa è uscito fuori

)