Sono italiana e… me ne vanto! Buon Compleanno Italia! e ... · qui, vivo in Emilia ... Viva viva...

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Essere italiani non è un peso, ma un motivo per essere orgogliosi. Sono Isabella, una ragazzina di V ele- mentare che per merito delle sue inse- gnanti sa cosa significa la parola “Italia”. Sono felice di essere italiana; sono affascinata dall’incredibile storia di questo Paese, dagli anni che ha, dalle terribili guerre che ha affrontato e dalla forza con cui è riuscita ad andare avan- ti, anche se alcune volte sconfitta. Ol- tre ad essere un Paese con una lunga e affascinante storia, è anche ricca di bellissime opere d’arte. Contrariamen- te a Metternich che affermò “l’Italia è solamente una espressione geografica”, io ritengo che questo Paese si sia svi- luppato come cultura, arte, storia. Sono fiera dei personaggi storici diven- tati importanti per il loro desiderio di un’Italia unita, alla sola condizione di essere un luogo giusto. Anche se dopo vennero periodi non molto piacevoli nella storia italiana, questi personaggi hanno reso possibile l’unificazione. Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini e Camillo Benso conte di Cavour, sono così ritenuti, i padri dell’Italia. Garibaldi, fu tra i tre, il generale della famosa spedizione dei Mille. Come sarebbe andata se Garibaldi e i Mille avessero perso? Si sarebbe co- munque, formata l’Italia? A queste domande non si può risponde- re, perché fortunatamente nella realtà non è accaduto. Io consiglierei volentieri a un mio ami- co straniero di fare un viaggio in Italia, visto le meravigliose città che si posso- no visitare: Roma, Bologna, Venezia, Napoli, Milano e Torino. Sono soddisfatta di essere nata in que- sto Paese, bello ed istruttivo, un tempo Caput Mundi, cioè Capo del Mondo. L’Italia è un Paese fantastico, con una lingua molto complessa ed articolata, anche questi particolari la rendono uni- ca al mondo. Isabella Scola Sono italiana e… me ne vanto! Abito in Italia e... sto bene! Ciao, io mi chiamo Sumbal Azeem, ho 12 anni, vengo dal Pakistan. Sono in Italia da 9 anni, mi piace vivere qui, vivo in Emilia – Romagna in un paese di nome Marmorta, e frequento la scuola primaria. Ho trovato delle amiche speciali e anche delle brave maestre. Dalla prima volta che ho messo piede in questo Paese mi sono resa conto che la mia vita sarebbe migliorata. Infatti è stato così. L’Italia è un Paese libero e allegro, le persone sono buo- ne e generose. Qui non c’è la guerra come nel mio Paese. Mi piace vivere qui e non ho più vo- glia di andarmene. Nove anni fa, quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti in Italia, qualche problema c’è stato: la casa, il lavoro, la scuola, ma soprattutto la lingua!.. Difficile parlare l’italiano! Ora però, grazie all’aiuto di tante persone e dell’amministrazione co- munale, il mio papà lavora, abbiamo una bella casa, io e le mie sorelle frequentiamo la scuola. Anche i miei fratelli lavorano: uno ha aperto un negozio in centro. Io non so cosa farò da grande, di si- curo non lascerò l’Italia per tornare in Pakistan. Buon Compleanno Italia! Il 16 marzo siamo andati in pa- lestra per festeggiare l’Unità d’Italia. Ac bela festa! Abbiamo cantato “Fratelli d’Italia”, i quat- tro bambini chiamati Luca hanno soffiato le candeline sulla torta di cartone, che era colorata di ver- de, bianco e rosso. Ac furtuna i Luca! Alla fine abbiamo fatto tutti insieme la foto. Che scara- batlament ad cor! Il 23 febbraio abbiamo comincia- to a fare il Dizionario dei Dialetti, abbiamo scoperto tantissimi dia- letti che non sapevamo: calabre- se, veneto, romagnolo, bologne- se, napoletano… ac difarenza in di mod ad dir! Poi faremo dei segnalibri e anche un poster dei dialetti e lo attac- cheremo in cortile il giorno della festa. Quant lavurer! Il 7 giugno, canteremo davanti ai nostri geni- tori tutte le canzoni che abbiamo imparato col maestro Fulvio. A sen propri intuné! Classe III B A lingue unificate La classe V della scuola primaria di Marmorta si è recata a Bologna “Nabucco per i più piccoli” Grandi emozioni per l’opera più rappresentativa d’Italia Bologna, 18 marzo 2011- La più fantastica gita scolastica, il sogno di tante classi, ma la classe V^ grazie alle loro maestre è riuscita ad andare al Teatro Comunale di Bologna per assistere all’ opera: “Il Nabucco per i più piccoli”. Quest’anno l’ approfondimento è l’ Unità d’ Italia. “ Che emozione, non ero mai andato al teatro comunale di Bologna”, esclama un alunno intervi- stato dopo lo spettacolo. Il Nabucco è l’ opera di Giuseppe Verdi tanto ama- ta nel mondo; la prima volta che fu ascoltata gli spettatori vollero il bis lanciando dall’ alto del teatro biglietti colorati di verde, bianco e rosso con scritto sopra W Verdi, ma il signifi- cato di quella frase era: W Vittorio Emanuele Re d’ Italia. Era il desiderio di tanti patrioti di vi- vere un’ Italia unita e libera... Il 18 marzo 2011 la 5° elementare di Marmorta, ha avuto il privilegio di prendere parte all’ Opera “ NABUC- CO” al Teatro Comunale di Bologna. I nostri ragazzi, grazie al notevole impegno di tutti i loro insegnanti, hanno potuto partecipare a questa meravigliosa manifestazione in oc- casione del 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia. Non solo hanno pre- parato materialmente oggetti che sono serviti durante la rappresen- La voce dei genitori Sulle note del “Va pensiero” ogni ra- gazzo ricorderà le fatiche degli ita- liani per tenere unita l’ Italia e pro- metterà di tenerla unita come hanno fatto i loro antenati. tazione, ma hanno anche appreso l’ Opera e tutti i personaggi ed im- parato i brani musicali. Insomma, non hanno solo assistito, ma hanno anche cantato insieme ai professio- nisti del Comunale! L’emozione dei genitori”intrufolatisi” all’evento e degli insegnanti che hanno accom- pagnato la classe è stata tantissima. Quando abbiamo sentito intonare il “Va pensiero”sotto la vigile ed affet- tuosa guida del Direttore d’Orche- stra i nostri cuori ed i nostri occhi si sono riempiti di gioia ed orgoglio ed anche qualche lacrima ha fatto ca- polino. Inutile poi tentare di spiegare cosa abbiamo provato quando, in un tripudio di foulards tricolore sven- tolanti, abbiamo sentito gli studenti cantare l’Inno di Mameli. E’ stata senza dubbio un’ esperienza favolosa per i nostri figli, ma anche i genitori e gli insegnanti che hanno partecipa- to non potranno mai dimenticare. Vorremmo dire davvero GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE ai nostri Inse- gnanti e a Fulvio, professore della Scuola di Musica Comunale Ban- chieri. Marozzi Simona e Restani Omar Note della nostra identità L’Unità Noi siam la 4^A e con le maschere vogliamo festeggiare l’ Unità con tanto divertimento e gran felicità. Ecco a noi il Dottor Balanzone che ci racconta con passione che l’Italia prima del Risorgimento: era un vero malcontento! Poi arriva Colombina che ci urla dalla cucina: toppe di qua e toppe di là poco pane e nessuna libertà! Era come il vestito di Arlecchino tutte toppe, cucite di fino. Dal salone urla Pulcinella questa Italia unita è bella. Lo dicevan pensatori musicisti, poeti e gran scrittori. Quanti eroi hanno dato la vita! La storia dice : “a che è servita?” A rifare l’Italia tutta intera come un vestito nuovo a primavera! Grida infine la quarta A Viva viva questa Unità!!

Transcript of Sono italiana e… me ne vanto! Buon Compleanno Italia! e ... · qui, vivo in Emilia ... Viva viva...

Essere italiani non è un peso, ma un motivo per essere orgogliosi.Sono Isabella, una ragazzina di V ele-mentare che per merito delle sue inse-gnanti sa cosa significa la parola “Italia”.Sono felice di essere italiana; sono affascinata dall’incredibile storia di questo Paese, dagli anni che ha, dalle terribili guerre che ha affrontato e dalla forza con cui è riuscita ad andare avan-ti, anche se alcune volte sconfitta. Ol-tre ad essere un Paese con una lunga e affascinante storia, è anche ricca di bellissime opere d’arte. Contrariamen-te a Metternich che affermò “l’Italia è solamente una espressione geografica”, io ritengo che questo Paese si sia svi-luppato come cultura, arte, storia.Sono fiera dei personaggi storici diven-tati importanti per il loro desiderio di un’Italia unita, alla sola condizione di essere un luogo giusto. Anche se dopo vennero periodi non molto piacevoli nella storia italiana, questi personaggi hanno reso possibile l’unificazione.Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini e Camillo Benso conte di Cavour, sono così ritenuti, i padri dell’Italia.Garibaldi, fu tra i tre, il generale della famosa spedizione dei Mille. Come sarebbe andata se Garibaldi e i Mille avessero perso? Si sarebbe co-munque, formata l’Italia?A queste domande non si può risponde-re, perché fortunatamente nella realtà non è accaduto.Io consiglierei volentieri a un mio ami-co straniero di fare un viaggio in Italia, visto le meravigliose città che si posso-no visitare: Roma, Bologna, Venezia, Napoli, Milano e Torino.Sono soddisfatta di essere nata in que-sto Paese, bello ed istruttivo, un tempo Caput Mundi, cioè Capo del Mondo.L’Italia è un Paese fantastico, con una lingua molto complessa ed articolata, anche questi particolari la rendono uni-ca al mondo.

Isabella Scola

Sono italiana e…me ne vanto!

Abito in Italia e... sto bene!Ciao, io mi chiamo Sumbal Azeem, ho 12 anni, vengo dal Pakistan. Sono in Italia da 9 anni, mi piace vivere qui, vivo in Emilia – Romagna in un paese di nome Marmorta, e frequento la scuola primaria.Ho trovato delle amiche speciali e anche delle brave maestre.Dalla prima volta che ho messo piede in questo Paese mi sono resa conto che la mia vita sarebbe migliorata. Infatti è stato così. L’Italia è un Paese libero e allegro, le persone sono buo-ne e generose. Qui non c’è la guerra come nel mio Paese.Mi piace vivere qui e non ho più vo-glia di andarmene.Nove anni fa, quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti in Italia, qualche problema c’è stato: la casa, il lavoro, la scuola, ma soprattutto la lingua!.. Difficile parlare l’italiano! Ora però, grazie all’aiuto di tante persone e dell’amministrazione co-munale, il mio papà lavora, abbiamo una bella casa, io e le mie sorelle frequentiamo la scuola. Anche i miei fratelli lavorano: uno ha aperto un negozio in centro.Io non so cosa farò da grande, di si-curo non lascerò l’Italia per tornare in Pakistan.

Buon Compleanno Italia!

Il 16 marzo siamo andati in pa-lestra per festeggiare l’Unità d’Italia. Ac bela festa! Abbiamo cantato “Fratelli d’Italia”, i quat-tro bambini chiamati Luca hanno soffiato le candeline sulla torta di cartone, che era colorata di ver-de, bianco e rosso. Ac furtuna i Luca! Alla fine abbiamo fatto

tutti insieme la foto. Che scara-batlament ad cor!Il 23 febbraio abbiamo comincia-to a fare il Dizionario dei Dialetti, abbiamo scoperto tantissimi dia-letti che non sapevamo: calabre-se, veneto, romagnolo, bologne-se, napoletano… ac difarenza in di mod ad dir!

Poi faremo dei segnalibri e anche un poster dei dialetti e lo attac-cheremo in cortile il giorno della festa. Quant lavurer! Il 7 giugno, canteremo davanti ai nostri geni-tori tutte le canzoni che abbiamo imparato col maestro Fulvio. A sen propri intuné!

Classe III B

A lingue unificate

La classe V della scuola primaria di Marmorta si è recata a Bologna

“Nabucco per i più piccoli”Grandi emozioni per l’opera più

rappresentativa d’ItaliaBologna, 18 marzo 2011- La più fantastica gita scolastica, il sogno di tante classi, ma la classe V^ grazie alle loro maestre è riuscita ad andare al Teatro Comunale di Bologna per assistere all’ opera: “Il Nabucco per i più piccoli”.Quest’anno l’ approfondimento è l’ Unità d’ Italia. “ Che emozione, non ero mai andato al teatro comunale di Bologna”, esclama un alunno intervi-stato dopo lo spettacolo. Il Nabucco è l’ opera di Giuseppe Verdi tanto ama-ta nel mondo; la prima volta che fu ascoltata gli spettatori vollero il bis lanciando dall’ alto del teatro biglietti colorati di verde, bianco e rosso con scritto sopra W Verdi, ma il signifi-cato di quella frase era: W Vittorio Emanuele Re d’ Italia.Era il desiderio di tanti patrioti di vi-vere un’ Italia unita e libera...

Il 18 marzo 2011 la 5° elementare di Marmorta, ha avuto il privilegio di prendere parte all’ Opera “ NABUC-CO” al Teatro Comunale di Bologna.I nostri ragazzi, grazie al notevole impegno di tutti i loro insegnanti, hanno potuto partecipare a questa meravigliosa manifestazione in oc-casione del 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia. Non solo hanno pre-parato materialmente oggetti che sono serviti durante la rappresen-

La voce dei genitori

Sulle note del “Va pensiero” ogni ra-gazzo ricorderà le fatiche degli ita-liani per tenere unita l’ Italia e pro-metterà di tenerla unita come hanno fatto i loro antenati.

tazione, ma hanno anche appreso l’ Opera e tutti i personaggi ed im-parato i brani musicali. Insomma, non hanno solo assistito, ma hanno anche cantato insieme ai professio-nisti del Comunale! L’emozione dei genitori”intrufolatisi” all’evento e degli insegnanti che hanno accom-pagnato la classe è stata tantissima.Quando abbiamo sentito intonare il “Va pensiero”sotto la vigile ed affet-tuosa guida del Direttore d’Orche-stra i nostri cuori ed i nostri occhi si sono riempiti di gioia ed orgoglio ed anche qualche lacrima ha fatto ca-polino. Inutile poi tentare di spiegare cosa abbiamo provato quando, in un tripudio di foulards tricolore sven-tolanti, abbiamo sentito gli studenti cantare l’Inno di Mameli. E’ stata senza dubbio un’ esperienza favolosa per i nostri figli, ma anche i genitori e gli insegnanti che hanno partecipa-to non potranno mai dimenticare.Vorremmo dire davvero GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE ai nostri Inse-gnanti e a Fulvio, professore della Scuola di Musica Comunale Ban-chieri.

Marozzi Simona e Restani Omar

Note della nostra identità

L’UnitàNoi siam la 4^Ae con le mascherevogliamo festeggiare l’ Unitàcon tanto divertimento e gran felicità.Ecco a noi il Dottor Balanzone che ci racconta con passione che l’Italia prima del Risorgimento:era un vero malcontento! Poi arriva Colombinache ci urla dalla cucina:toppe di qua e toppe di làpoco pane e nessuna libertà!Era come il vestito di Arlecchinotutte toppe, cucite di fino.Dal salone urla Pulcinellaquesta Italia unita è bella.Lo dicevan pensatori musicisti, poeti e gran scrittori.Quanti eroi hanno dato la vita!La storia dice : “a che è servita?”A rifare l’Italia tutta interacome un vestito nuovo a primavera!Grida infine la quarta AViva viva questa Unità!!

Note della nostra identitàUn’Italia di ris…ate!Per me l’Italia è… uno stivale tutto colorato! ... una festa con le bandiere sui trattori! … unita dopo una lunga guerra…la nazionale di calcio!Noi siamo arrivati in prima quest’anno: siamo stati fortunati, perché abbiamo avuto l’onore di fe-steggiare l’Unità d’Italia. Noi non sapevamo cosa fosse e così le nostre maestre ce l’hanno spiegato: ci hanno raccontato il si-gnificato dei colori della bandiera e le “avventure” di alcuni personaggi che hanno sacrificato la loro vita in nome di quest’unità. Ci hanno mo-strato una cartina dell’Italia: ha la forma di un grande stivale colora-to; i colori sono le regioni, zone più piccole in cui è suddivisa l’Italia, ma che le appartengono. Ognuna di esse ha tradizioni, piatti tipici e dialetti propri; a questo proposito, ci hanno detto che prima c’erano tan-te lingue quanti erano i Regni e che quando l’Italia si è unita bisognava trovare una lingua uguale per tutti per potersi capire: così è nato l’ITA-LIANO. E le vecchie lingue? Mica sono state “cancellate”, ma sono diventate dei dialetti, cioè delle par-late utilizzate solo nelle loro zone di appartenenza. Per farci degli esem-pi, le nostre maestre, ci hanno inse-gnato canzoni, conte e poesia legati ai diversi luoghi e tempi.Infine, abbiamo disegnato noi una grande Italia su un cartellone e lo abbiamo decorato con del riso, che è un prodotto tipico della nostra zona... Quante belle cose ci regala la nostra Italia! I “cinni” di 1^

Tanti personaggi vengono ricordati quando si parla della nostra bellissima Italia: Garibaldi, Pertini, Dante, Giu-seppe Verdi, Totò, Giotto, Vasco Rossi, Roberto Benigni, Valentino Rossi….personaggi storici, della letteratura, dello spettacolo e dello sport; ogni epoca ha “sfornato” fior fiore di uomini che, in qualche modo, hanno lasciato il segno, nel vissuto o anche solo nell’im-maginario di tutto il mondo.Noi quest’anno abbiamo voluto appro-fondire la conoscenza di uno di loro: si chiama Giovanni, viveva a Paler-mo, faceva il giudice e credeva molto nel suo lavoro. Giovanni sapeva che il suo lavoro era pericoloso e infatti per questo aveva deciso di non avere figli; sapeva che la gente temeva di averlo seduto accanto e quindi non andava più né al ristorante né al cinema; sapeva, ma non aveva paura perché era consa-pevole che il suo lavoro era importan-te. Sì, perché Giovanni era un giudice “speciale”: si occupava di mafia. Ma-fia… per noi è una parola sconosciuta, perché qui non è diffusa, ma abbiamo imparato che è una specie di malattia radicata in Sicilia; cioè, non una vera malattia, ma un modo di vivere che va contro le leggi. Ecco, Giovanni cercava di combattere questo modo di vivere, come si cerca di sconfiggere una brutta malattia, affinché tutti potessero vive-re nella tranquillità e nella legalità. E allora abbiamo cercato di capire cosa volesse dire “vivere nella legalità”: si-gnifica avere rispetto degli altri, di tut-ti gli altri, delle loro idee e delle loro tradizioni; significa che non possiamo pretendere nulla con la forza e la vio-

lenza, ma dobbiamo cercare di ottenere ciò che desideriamo con impegno e sa-crificio; abbiamo imparato che abbiamo dei diritti, ma anche dei doveri, e che dobbiamo collaborare affinché entram-bi vengano rispettati. E tutto questo lo abbiamo imparato attraverso il racconto della vita e della lavoro, anzi, della bat-taglia di Giovanni. Per questo vogliamo dirti: “…hai cercato di salvare il nostro mondo e per questo ti dico grazie”, “…hai fatto un buon lavoro, mi dispiace che molti non hanno creduto alle tue parole…”, siamo (quasi) tutti con te e io sono fra questi…”, “…sei stato un eroe a combattere la mafia e sono si-curo che tutti lo faranno, in particolare noi di 4 A…”, “…io mi chiamo come te […] forse potrei fare il giudice…”, “…quando sconfiggeremo la mafia pense-remo tutti a te…”, “…quando sei nato avevi le mani chiuse come pugni […] e sei stato forte in macchina con i tuoi amici…”, “…sei un esempio per tutti noi. Hai fatto molto per Palermo, la tua città, peccato che le persone si siano svegliate tardi…”, “…spero che potrò diventare giudice e combattere la mafia come te…”, “…so che se fossi ancora vivo, avresti fatto tante cose belle come hai fatto prima di morire…”, “…ci hai insegnato a sperare in un mondo mi-gliore…”, “…quando avevi battuto la mafia, la Sicilia non era più un’isola capovolta, ma un’isola dritta…”, “ci hai insegnato a reagire contro i cattivi, ma non con la violenza […] hai scon-fitto il mostro e vinto la partita”, “…a noi bambini ci hai insegnato molto […] bisogna reagire se no non cattureremo mai il mostro…”.

Un amico di nome Giovanni

Noi, i bambini di 3°A di Marmorta, per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Itali. Abbiamo realizzato un nostro quaderno delle ricette regionali ita-liane. In questo quaderno abbiamo scritto di Pellegrino Artusi (1820-1911) che fu scrittore e gastronomo e che ha unito tutte le famiglie ita-liane a tavola; quest’anno è anche il centenario della sua morte.in ogni casa c’è un suo libro di ricette da: “la scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” alle versioni più moderne, con i consigli del dietologo. Nella copia del 1928, portata da Matilde, c’è an-che la ricetta della torta di tagliatelle,

scritta dalla sua nonna con il pennino e l’inchiostro.La maestra di italiano ha raccolto le ricette che abbiamo portato, ab-biamo anche saputo che la pizza margherita prende il nome dalla prima regina d’Italia, Margherita di Savoia. Il cuoco Raffaele Esposi-to, della pizzeria Brandi di Napoli, creò questa pizza in cui i condimen-ti: pomodoro,mozzarella e basilico rappresentano i colori della ban-diera italiana. Prepariamo anche vasetti di Salamoia bolognese ver-sione soft, per noi bambini, senza aglio, ma con il sale di Cervia (dol-ce) e rosmarino.

Noi bambini della 2 A del plesso di Marmorta, siamo stati molto contenti di festeggiare il compleanno dell’Ita-lia. La maestra Mirella ci ha spiegato che questo è un anno speciale perchè ricorrono i 150 anni dell’ Unità d’Ita-lia. Cercando di qua e di là abbiamo trovato alcune cose che accomunano tutti gli abitanti della nostra nazione. Tra queste abbiamo scelto le regole e le favole. Le regole secondo noi sono dappertutto e sono importanti per “re-golare” il nostro comportamento nei vari luoghi e momenti della giornata.A volte sono un po’ p...esanti perchè danno dei limiti. Riflettendo insieme ci siamo resi conto che tali limiti produ-cono dei vantaggi! Per esempio:- Non bruciare i boschi. Rispettando questa regola noi abbiamo il vantaggio di avere ossigeno per tutti. In Italia c’è un grande libro che si chiama “Costi-tuzione” e lì si trovano tutte le regole più importanti che si chiamano leggi. Il nostro lavoro è continuato leggendo delle favole provenienti da tutta l’Ita-lia. Così abbiamo scoperto che a tutti i bambini italiani piace ridere e sognare con principi, principesse, orchi e fate. A noi piace essere italiani perchè ci piacciono le nostre favole e la storia dell’Italia.

In viaggio per l’Italia fra “regole” e “fantasia”

Mio papà ricorda la scuola elementare. Racconta che la scuola iniziava nei pri-mi giorni di ottobre e finiva in giugno. Mio papà ha iniziato la scuola elemen-tare nell’anno scolastico 1968-69. An-dava scuola a San Pietro Capofiume. Le lezioni iniziavano alle ore 8:20 e finivano alle ore 12:20. Mio papà mi ha raccontato che andava a scuola anche il sabato. In classe erano in 17 alunni, ed era un a classe mista. Mio papà raggiun-geva la scuola con l’auto del nonno, che lo accompagnava tutte le mattine, pun-tuale come un orologio svizzero! Le classi erano sei. La sua aula era alta e grande, c’erano molti cartelloni, i ban-chi erano di legno ed erano doppi.La maestra di mio papà era una e si chia-mava Angela. Era buona e brava. Face-va lavorare abbastanza tutta la classe. Mio papà ha cambiato due maestre: io penso che per questo motivo forse era molto triste. Mio papà non si ricorda se gli mancavano le maestre durante le vacanze, ma di sicuro una gli mancava. Ricorda che il suo rendimento scola-stico era buono. Mio papà era molto bravo. Studiava abbastanza e di solito prendeva dei voti belli: 8-8 ½ - 9 ½-10. Era molto dispiaciuto se prendeva dei brutti voti. Mio papà non è mai stato bocciato. Per mio papà era piacevole la scuola. Studiava: italiano, matematica, storia, geografia. C’era anche arte e Im-magine ma si chiamava disegno, infor-

matica non c’era e neppure inglese. La materia preferita da mio papà era mate-matica. Quella che non gli piaceva pro-prio era italiano. A papà assegnavano i compiti anche di sabato. Mio papà per il lunedì non aveva quasi niente. Si comportava abbastanza bene e per questo ha preso poche note. Mio papà non mangiava a scuola perché non c’era la mensa. Si prendeva da casa la merenda. La ricreazione durava 10-15 minuti, e nel tempo a disposizione i bambini mangiavano e giocavano un po’. La classe di mio papà andava an-che in giardino a giocare a nascondino, a ruba bandiera e a correre, ma non si poteva giocare a pallone. Non si pote-vano neppure portare giochi a scuola. Mio papà ha fatto varie gite; quella più bella è stata quella a Ravenna. Però mio papà non ha nessun ricordo particola-re. L’amico del cuore di mio papà era Roberto; ma non è rimasto in contatto con lui. Mio papà aveva il grembiule blu e un piccolo fiocco. Usava quaderni picco-li, calamaio, inchiostro, cannette con pennini e carta assorbente poi ha usa-to anche penne Bic. Il bianchetto non esisteva. Non si facevano prove d’eva-cuazione. Per mio papà il primo giorno di scuola è stato tragico e si è fatto pure la pipì addosso.(testo di Alessio Cavina, classe IVB)

La scuola elementare di mio papà

Mio nonno ricorda la scuola elemen-tare. Racconta che la scuola iniziava a metà settembre e finiva in giugno. Ini-ziò ad andare a scuola nell’anno scola-stico 1944/45 e la frequentò a Marmor-ta, proprio nella mia stessa scuola! Le lezioni iniziavano alle 8 e finivano alle 12 compreso il sabato. Ci andava a pie-di da solo e arrivava puntuale. In classe erano in 24, misti. A Marmorta c’erano 5 classi e non c’erano cartelloni. Aveva due maestre che si chiamavano: signora Gnudi e signora Rebecchi: erano brave e davano pochi compiti durante la setti-mana. Il nonno era molto bravo e non è mai stato bocciato. Il nonno mi ha spie-gato che è stato fermo in prima o secon-da a causa della guerra per motivi di sicurezza. Infatti il 1944 e il 1945 sono stati gli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale. A mio nonno non piaceva la scuola. Non c’era né arte né immagine ma c’era

italiano, matematica, storia, geografia, atletica e canto. La sua materia preferita era italiano, e quella che non gli piaceva matematica. Si comportava bene non ha mai preso note. Si portava il pranzo da casa che consisteva spesso in un panino con la mortadella. La ricreazione dura-va 20 minuti: si giocava in corridoio e non si portavano giochi. Non è mai an-dato in gita, neanche in piscina. Mio nonno è ancora in contatto con i suoi amici del cuore. Nella sua clas-se i maschi avevano il grembiule nero senza il fiocco bianco ma con il colletto bianco. Per scrivere usava il pennino con cui si facevano i “pasticci”. Non si usava la cartella e non esisteva il bian-chetto. Non ha mai fatto prove di eva-cuazione. Il primo giorno di scuola era emozionatissimo e non si ricorda cose particolari. Per lui la scuola è un ricordo particolare.(testo di Filippo Cremonini, classe IVB)

Scuola in... 150 anni

La scuola elementare di mio nonno

L’Italia in una filastroccaPer me lo Stato italiano è comeun prato tutto coloratoe da monti e mari circondatocon venti regioni è formato.Ma in fondo allo stivaleun’isoletta prevaleche a tutti dà un aiutinocome farei io nel mio cuoricino:Lampedusa.

Sofia

L’Italia è uno stivale pieno di mare,è bella come una stella.E’ come un cuore pieno di colore.L’Italia è morbida e solida,splendente e sorridente.E’ come un fioreE mi splende nel cuore.

Angela

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Annamaria Andalò (nonna di Matilde)