Sommario - ipovisione.org numero 2.pdf · Osservazioni sulla disciplina della mediazione civile e...

24

Transcript of Sommario - ipovisione.org numero 2.pdf · Osservazioni sulla disciplina della mediazione civile e...

2

SommarioIl diritto inalienabile alla salutedi Rocco Di Lorenzo ....................................................pag. 3

I 6 sintomi che preannunciano l’ictusdi Luca Di Gesaro ......................................................pag. 5

L’etica, motore per la gestione del rischio clinicodi Tommaso Mannone..................................................pag. 6

La psicoterapia psicoanalitica per bambini e adolescentiin difficoltà: un supporto ai genitoridi Stella Gentile ..........................................................pag. 8

La riabilitazione precoce: una strategia preventivadi Anna Guarcello ......................................................pag.10

Laboratorio Z: come sperimentare la cogestionedi Luciana Zarini ........................................................pag.12

Osservazioni sulla disciplina della mediazione civile ecommercialedi Gaetano Napoli ......................................................pag.15

UNIONE NEWSUnione associazioni no profit

EditoreUnione associazioni no profit – società e

salute onlus (UnANPSS - onlus)

Redazione c/o ARISVia Amm. Gravina 53, 90139 Palermo

Tel/fax 091-6622375e-mail:[email protected]

portale: http://unionenoprofit.it

Direttore responsabileRocco Di Lorenzo

RedazioneCapo Redattore: Rossella Catalano

Redattori: Vincenzo Borruso, DavideMatranga, Manuela Pagano

EspertiFederica Compagno, Loris Di Lorenzo

Progetto graficoLeonardo Antonio Mesa Suero

Hanno collaborato: Isabella Imbesi, Silvia Puccinelli,

Luca Di Gesaro, Tommaso Mannone,Stella Gentile, Anna Guarcello,Luciana Zarini, Gaetano Napoli,Matteo Coffaro, Andrea Giuffrè,

Alessandra Iacò

Registrazione numero: 4448/2011 del07/12/2011

Fotocomposizione e stampaPriulla s.r.l.

Viale Regione Siciliana, 6915 – Palermowww.priulla.it

La riproduzione parziale o totale di articoli è subordinata al consenso scritto dell’Editore. Tutti i diritti sono riservati.

IN QUESTO NUMERO UnANPSS - Onlus

Unione associazioni no profit società e salute –onlus

In copertina: Dipinto di Daniela Ella Jurcic

3

EDITORIALEIL DIRITTO INALIENABILE ALLA SALUTEIL DIRITTO INALIENABILE ALLA SALUTEdi Rocco Di Lorenzo – Presidente dell’Unione Associazioni no Profit

Di fronte ad uno scenario difficile e pienodi incognite come quello che stiamoattraversando, diventa fondamentale

affermare il principio che la Salute, così come san-cito dall’art. 32 della nostra Costituzione, è un dirit-to umano universale e inalienabile.

Altresì, fondamentale appare rammentare leparole con cui, già nel 1947, l’OrganizzazioneMondiale della Sanità (Oms), definiva il concetto di“salute”:

La protezione della salute appare, dunque, undiritto di ogni individuo, inviolabilmente e definiti-vamente riconosciuto.

E proprio nel rispetto delle disposizioni, contenutenell’art.32 della nostra Costituzione, e in linea conquanto dichiarato dalla Oms, lo scorso giugno,Palermo ha aperto le porte alla seconda edizione delForum del Mediterraneo in Sanità. La quattro giorni,fortemente voluta dall’Assessore Regionale allaSanità, Massimo Russo, ha avuto come tema centrale:“La Sostenibilità e il diritto alla tutela della salute”.

“La piazza della salute”, allestita di fronte alTeatro Politeama, ha ospitato numerosi visitatori e

si è arricchita di contenuti, offrendo ai cittadini eagli operatori della sanità, la possibilità di seguire,all’interno della sala concerti del teatro Politeama,gli innumerevoli seminari dedicati alla innovazionescientifica in sanità.

La manifestazione, ha visto la partecipazione delMinistro della salute, Renato Balduzzi e di moltialtri rappresentanti dei vari Ministeri.

Altrettanto considerevole, la partecipazione dioperatori ed esperti in ambito sanitario e socio-sani-tario. Particolare attenzione è stata data, inoltre,all’assistenza sanitaria e alla ricerca medica. Piùvolte, durante i seminari lo stesso Assessore Russoha sottolineato la necessità di una maggiore traspa-renza rispetto alla gestione del denaro in ambitosanitario e l’importanza di un dialogo chiaro ecostante con il mondo della sanità e con i cittadini.

Rilevante è stato anche il ruolo del mondo delvolontariato che opera nel settore socio-sanitarioe che ha garantito una presenza importante con isuoi stand, i suoi progetti e le svariate attività,che mirano proprio all’assistenza del cittadino.Tuttavia, durante le innumerevoli discussioni nonsono stati evidenziati alcuni aspetti fondamentaliche riguardano il complesso e delicato mondo delnon profit. È mancato, a mio avviso, un confron-to politico e una serena analisi di quanto simuove attorno al delicato ambito del cosiddetto“terzo settore”. Il mondo del volontariato meritacertamente di essere celebrato e, perchè no, diautocelebrarsi nella sua dimensione etica, ma,merita, altresì, di essere considerato nel suo ruoloattivo, che non si esaurisce nella cultura delle“sole parole”. Un ruolo che si traduce in varieattività: nel dialogo con le Istituzioni pubbliche atutela dei diritti dei cittadini; nella formazione diuna cultura della solidarietà; nella progettazionedi interventi mirati all’assistenza psicologica,medica e sociale.

Significativa e di grande interesse, la discussio-ne relativa alla fusione, in un unico percorso, delleattività socio-assistenziali, promosse dall’assesso-rato regionale alla famiglia e di quelle di competen-za dell’assessorato alla salute. Sembra, infatti, cheda questa fusione si possano raggiungere importan-ti traguardi, primo tra tutti, una riduzione dellaspesa pubblica e un migliore risultato rispetto almantenimento di due percorsi paralleli.

Parola, infine, è stata data alla Commissione

“Uno stato di completo benessere fisico, mentale,sociale non consiste soltanto nell’assenza di malat-tie o infermità. Il possesso del migliore stato disanità che si possa raggiungere costituisce uno deidiritti fondamentali di ciascun essere umano, qua-lunque sia la sua razza, la sua religione, le sue opi-nioni politiche, la sua condizione economica esociale. I Governi hanno la responsabilità dellasanità dei loro popoli; essi per farvi parte devonoprendere le misure sanitarie e sociali appropriate”.

4

Bioetica Regionale, che ha visto l’intervento delprof. Gigi Pagliaro, che ha messo in evidenza l’as-soluta necessità che i medici considerino la salutedei propri pazienti, in maniera globale e comprensi-va degli aspetti fisici, psichici e farmacologici, piut-tosto che affrontare ciascuno di questi elementi in

Alcuni momenti del forum

maniera indipendente, seppur meticolosa.Appare chiaro che oggi, più di ieri, si impone,

con sempre maggiore enfasi, la consapevolezza cheil paziente non e’ solo il “malato” ma è anzituttouna “persona” che ha la forte necessità di essereascoltata e compresa.

5

SALUTEI 6 SINTOMI CHE PREANNUNCIANO L’ICTUSRiconoscerlo in tempo è fondamentale per limitarne gli effettidi Luca Di Gesaro - Medico

Non c’è spauracchio più giustificato del-l’ictus. Con i suoi 200 mila casi l’anno,l’apoplessia (coagulo che ostruisce il

normale afflusso di sangue al cervello) rappresenta,in Italia, la terza causa di morte, dopo le malattiecardiovascolari e i tumori e la prima causa di inva-lidità. L’ictus colpisce in prevalenza gli anziani (nel75% dei casi si tratta di over 65), soprattutto gliuomini, e l’età più a rischio è molto alta: 85 anni.

Ma queste caratteristiche variano a seconda deltipo di ictus:

l’ictus ischemico, il più frequente, riguarda spe-cialmente gli uomini over 70;

l’ictus emorragico intraparenchimale (che rap-presenta circa il 20% dei casi totali) colpisce sog-getti meno anziani e comunque in prevalenzamaschi;

l’emorragia subaracnoidea, invece, è tipica delledonne di circa 50 anni.

L’arma più efficace per fronteggiare l’ictus nelmigliore dei modi – oltre alla prevenzione basatasugli stili di vita – è la tempestività; individuarloprecocemente aumenta di molto le probabilità disopravvivere e di non averne conseguenze tropponegative. Se si interviene tra le 3 e le 6 ore dallacrisi, ci sono ottime probabilità di circoscriverne glieffetti, altrimenti devastanti o letali.

Posto che, è sempre difficile generalizzare, poi-chè ogni individuo può presentarne di propri aseconda anche del tipo di ictus che sta per verificar-si, vediamo allora quali sono i segnali premonitoriprincipali che possono preludere a un attacco:

disturbi del linguaggio: difficoltà ad articolareun discorso, a pronunciare anche parole molto sem-plici;

difficoltà a comprendere frasi e discorsi di altri; debolezza temporanea di un braccio o di una

gamba, oppure perdita di sensibilità o formicoliiagli arti, difficoltà di muovere le dita di mani epiedi;

un inspiegabile, improvviso e fortissimo mal ditesta, che non passa neanche facendo ricorso adantidolorifici;

alterazione nella visione degli oggetti, che ven-gono percepiti in maniera anomala, spesso da unsolo occhio;

sensazione di vertigine, capogiro, sbandamentoe tendenza a perdere l’equilibrio senza una ragione

precisa. Questi sintomi potrebbero anche scomparire nel

giro di 24 ore. In questo caso, con ogni probabilitàsi sarà trattato di un Transient Ischemic Attack(TIA), vale a dire di un attacco ischemico transito-rio; una sorta di piccolo ictus leggero, provocato dauna occlusione soltanto transitoria di un vaso arte-rioso. Attenzione, però, perché anche un ictus cosìlieve è una spia da non sottovalutare; chi ne è vitti-ma, infatti, ha una probabilità 10 volte superiore diessere colpito da un ictus vero e proprio.

Come comportarsi di fronte a uno o più sintomidi possibile ictus? C’è una sola risposta a questadomanda: il paziente deve essere trasportato al piùpresto al Pronto soccorso. L’ideale sarebbe che lastruttura sanitaria prevedesse al suo interno una“Stroke Unit”, le unità specializzate nel trattamentodegli ictus. Inutile chiamare semplicemente unaguardia medica o il medico di famiglia, o peggioancora mettersi a letto nella speranza che i sintomipassino da soli. Di fronte a un possibile ictus, anchepochi minuti possono essere preziosi.

6

SANITÀL’ETICA, MOTORE PER LA GESTIONEDEL RISCHIO CLINICOdiTommaso Mannone - Risk Manager A.O. Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello di Palermo

Con l’espres-s i o n e“rischio cli-

nico” si indica la possi-bilità che un pazientesubisca un “danno odisagio involontario,imputabile alle curesanitarie, che causa unprolungamento delperiodo di degenza, unpeggioramento dellecondizioni di salute o lamorte” (Ministero dellaSalute, 2008).

La gestione delrischio clinico è unaattività complessa earticolata che si svilup-pa a diversi livelli. Miraal raggiungimento diprecisi obiettivi: ridurrei rischi, e quindi i danni, per i pazienti sottoposti apratiche mediche.

Nelle aziende sanitarie, la riduzione del danno èil primum movens per mettere in campo poderosimeccanismi di prevenzione e gestione del rischioclinico. Ne consegue un minor numero di sinistri,una diminuzione del contenzioso, una riduzione deicosti economici da sostenere e, non ultima, la salva-guardia dell’immagine dell’organizzazione.

Accanto alle considerazioni economiche e diimmagine, un’altra forte motivazione, che spingele aziende sanitarie ad attuare serie politiche digestione del rischio, è proprio la motivazioneetica. Nella grande dimensione della problemati-ca etica è implicita la volontarietà dell’azione, equindi la responsabilità di chi agisce. Da ciò sievince che la responsabilità, in ambito sanitario,si estende ben al di là dell’applicazione di proce-dure o di regole. All’interno di sistemi comples-si, quali le organizzazione sanitarie, il fattoreumano rappresenta una preziosa risorsa, ma puòanche costituire una marcata criticità. Il compor-tamento dell’essere umano si configura, infatti,come uno dei principali fattori in grado di fare ladifferenza nell’outcome complessivo delle pre-stazioni sanitarie.

La gestione del rischio clinico non può assoluta-

mente prescindere, pertanto, da forti considerazionietiche, da cui derivano azioni e procedure imperati-ve, quali: la prevenzione e l’analisi dell’errore, l’ap-plicazione del “principio di precauzione”, la comu-nicazione con il paziente, la corretta somministra-zione del consenso informato, il comportamentoispirato a principi di giustizia ed equità.

Rilevanza etica dell’erroreAi fini della sicurezza dei pazienti, nel percorso

di prevenzione dell’errore, il comportamento ditutti e di ogni operatore sanitario è connotato da unmarcato spessore etico.

L’errore imputabile al fattore umano può essereconoscitivo, applicativo oppure operativo. In ognu-no di questi casi la negligenza comporta sempre unaresponsabilità dell’operatore (vedi tabella 1).

Il principio di precauzioneIl principio di precauzione è stato inizialmente

individuato negli anni Settanta, in riferimento allaprotezione relativa ai danni ambientali. NellaDichiarazione di Rio promulgata dalla Conferenzadelle Nazioni Unite del 1992, è così precisato: «Alfine di proteggere l’ambiente, gli stati applicheran-no largamente, secondo le loro capacità, il metodoprecauzionale. In caso di rischio di danno grave oirreversibile, l’assenza di certezza scientifica asso-

Nella foto: Unità di dialisi “Villa Sofia - Cervello”.

7

luta non deve servire da pretesto per rinviare l’ado-zione di misure adeguate ed efficaci, anche in rap-porto ai costi, dirette a prevedere il degradoambientale».

Il dettato della Dichiarazione di Rio è statoprogressivamente esteso anche alla protezionedella salute. Nelle attività mediche spesso posso-no verificarsi situazioni in cui la necessità diprendere una decisione non è confortata da evi-denze scientifiche. Sono proprio questi i casi incui i comportamenti ispirati a correttezza eticadevono far ricorso al “principio di precauzione”.La presenza di un rischio potenziale ben identifi-cato rende eticamente valido l’utilizzo del “prin-cipio di precauzione”.

La comunicazione con il paziente. Il consensoinformato

Sono due i principali modelli di comunicazionecon il paziente: il primo è caratterizzato dalla com-pletezza dell’informazione fornita, comprensiva di

esaustivi dettagli scientifici; il secondo si limita allasemplice trasmissione delle informazioni indispen-sabili per la conoscenza del quadro clinico.

Entrambi questi modelli, utilizzati in circo-stanze diverse, devono essere improntati al prin-cipio della trasparenza. Una sovrabbondanza diinformazioni, o al contrario, una esiguità di dati,non devono assolutamente ostacolare la comuni-cazione operatore-paziente, né la comprensione,da parte di quest’ultimo, delle propria situazioneclinica.

Principio di giustizia ed equità Il rispetto della persona, principio essenziale e

indiscutibile, non può essere disgiunto dal principiodi equità, in base al quale le scelte giuste devonoscaturire dall’esatta considerazione di rischi e bene-fici.

I costi dell’erogazione delle cure impongonoattente analisi. Nella scelta dell’opzione più pratica-bile appare eticamente corretta anche la considera-zione dell’equa ripartizione di vantaggi e svantaggisu scala sociale. I provvedimenti in tema di saluterisultano così inevitabilmente connessi alle proble-matiche economico-sociali.

La valutazione dei costi/benefici derivanti dauna o da un’altra scelta talvolta pone di fronte adecisioni difficili. E’ tuttavia evidente che l’analisicosti/benefici deve essere effettuata, ove possibile,unitamente all’analisi rischi/benefici. L’eticità dellacondotta va anche misurata attraverso il rapporto trala massimizzazione dei benefici per la salute (benedell’individuo) e la riduzione del rischio e dell’im-piego di risorse (bene della collettività).

Tale problematica rappresenta una vera e propriasfida per i sistemi sanitari nazionali.

Rilevanza etica dell’errore

Errore conoscitivo Legato ai limiti del sapere umano Responsabilità in caso di negligenza Errore applicativo Relativo a conoscenze adeguate /

applicazione ancora incerta

Errore operativo Rappresenta il cosiddetto “sbaglio” Responsabilità e rilevanza morale in caso di Imperizia, Imprudenza, Negligenza

Unità di Neonatologia “Villa Sofia - Cervello”.

Al tema della comunicazione è strettamente unitoquello del consenso informato, tema in se stessoconnotato da una sostanziale componente etica.E’ manifesto qui il legame con i valori determi-nanti nell’esistenza di ogni individuo: la libertà ela responsabilità.

8

SALUTELA PSICOTERAPIA PSICOANALITICA PERBAMBINI E ADOLESCENTI IN DIFFICOLTÀ:UN SUPPORTO AI GENITORIdi Stella Marina Gentile - Psicologa

Il ruolo dello psicologo è quello di accompa-gnare l’individuo, attraverso un percorso discoperta guidata, ad esprimere pensieri, desi-

deri e fantasie, fino ad allora indicibili o inelabora-ti, ad ascoltare le proprie emozioni e, con consape-volezza, a trovare le risorse positive presenti dentrodi sé.

La psicologia infantile si occupa del bambino edi tutte quelle difficoltà che egli può incontrarenelle diverse fasi del suo sviluppo cognitivo, affet-tivo, emotivo e relazionale.

Lo psicologo/psicoterapeuta infantile lavora nonsoltanto con il bambino, ma in stretta collaborazio-ne con le figure affettive di riferimento per lui e congli adulti che si occupano di lui nei contesti socio-educativi che egli frequenta.

La collaborazione con i genitori è necessaria,perché ogni disagio, ogni difficoltà vissuta dal pic-colo è in larga parte sempre strettamente legata alsuo contesto relazionale e al modo in cui l’ambien-te reagisce ai suoi comportamenti problematici.

Bisogna aiutare i genitori a comprendere dadove nascono le difficoltà dei figli che spesso nonsono in grado di parlare del proprio disagio, ma locomunicano attraverso altri tipi di segnali: paureapparentemente immotivate, aggressività, isola-mento, problemi ad addormentarsi o nel sonno, pro-blemi alimentari, malesseri fisici senza un realeriscontro di malattia.

Occorre prestare attenzione a questi comporta-menti per comprendere cosa ci sta comunicando ilpiccolo quando li mette in atto. I genitori intuisco-

no che c’è un problema, ma è difficile per loro riu-scire a comprenderlo fino in fondo. Certi comporta-menti, più tempo passa e più possono diventare dif-ficili da gestire e da contrastare.

La terapia psicoanalitica permette di affrontarele problematiche che spesso gli insegnanti indivi-duano, sia rispetto all’apprendimento (difficoltà diconcentrazione e di attenzione, labilità di memoria,scarsa motivazione, iperattività, etc ..), sia riguardoalle modalità di relazione con gli adulti e con i pari(tendenza ad isolarsi, inosservanza delle regole,comportamenti aggressivi o remissivi, etc.).Quando la mente dei bambini è invasa da angosce,timori, preoccupazioni e da ansie insostenibili, ven-gono inficiati aspetti somatici, relazionali e com-portamentali.

Prima di coinvolgere un bambino in un percorsoterapeutico, lo psi-cologo compie unavalutazione median-te colloqui con igenitori. In unsecondo momento,effettuerà incontricon il bambino perconoscerlo diretta-

“Quando al mattino guardai la luce, subito sentii che nonero uno straniero in questo mondo. Che l’inscrutabilesenza nome e forma mi aveva preso tra le sue bracciasotto l’aspetto di mia madre”

(Tagore)

Il bambino stesso inizia a lanciare segnali diaiuto, finché qualcuno non li capti. La Scuola èspesso la prima a cogliere tali segnali e acomunicarli ai genitori.

9

mente attraverso il suo modo di raccontarsi median-te il gioco e/o il disegno.

Il supporto psicologico è senza dubbio utileanche durante una fase estremamente delicata dellosviluppo: l’adolescenza. Irta di insicurezze, conflit-ti, sensazioni di solitudine, smarrimento, precarietà,svogliatezza e, per contrasto, un’onnipotenza scon-finata che serve agli adolescenti per illudersi dipotere fare ciò che vogliono. La ricerca d’identità èalla base dei loro bisogni di crescita. Combattuti trala spinta verso l’autonomia e la tentazione di nonabbandonare il mondo infantile dell’accudimentoaffettivo, si sentono smarriti e non riescono neppu-re a chiedere aiuto. Eppure, se non vengono aiutatitempestivamente, il disagio può assumere connota-zioni patologiche.

Possono manifestare sofferenza a scuola, attra-verso discontinuità nei risultati, disturbi dell’atten-zione, disinteresse, apatia. A casa e fuori, attraver-so cambiamentirepentini del-l’umore, tra-sgressioni, diffi-denza, oppositi-vità nei confron-ti dei genitori,tendenza a iso-larsi, difficoltà acrearsi degliamici, disturbidell’alimentazione e dell’umore, irrequietezzamotoria, abuso di sostanze alcooliche e/o stupefa-centi e/o tecnologiche e virtuali.

Quando il terapeuta incontra un adolescente indifficoltà, lo aiuta a tollerare il dolore, a riflettere, adare un senso a ciò che gli sta accadendo, a narrar-si. Ciò, naturalmente, dopo un iniziale momentodiagnostico per decidere se si tratta di difficoltàtipiche della crisi adolescenziale - per le quali èsufficiente un supporto psicologico volto alla chia-rificazione dei conflitti e alla loro consapevolizza-zione - o di veri e propri disturbi patologici per iquali è necessaria la psicoterapia.

In sintesi, lo scopo della psicoterapia per bambi-ni e adolescenti è di aiutarli ad affrontare conflittipsichici, angosce, ansie e preoccupazioni, al fine disupportarne la crescita aiutandoli a costruireun’identità più solida e a ricucire strappi relaziona-li con i genitori o con i coetanei.

Lo psicologo-psicoterapeuta entra nel mondo delbambino attraverso i suoi “linguaggi”; il gioco eil disegno sono infatti il metodo della terapia. Idisegni che un bambino produce parlano di sé,del suo mondo interno. Lo stesso accade per ilgioco. Mentre giocano, i bambini prendono con-tatto con le proprie emozioni e imparano a cono-scerle; imparano a padroneggiare il mondo ester-no, ma anche a gestire l’angoscia del propriomondo interno, elaborandone le paure. Tramite ilgioco, il bambino cresce alimentando il pensierosimbolico e lo spazio mentale.

TUTTI INSIEME PER SOSTENERECHI SOFFRE DI MALATTIE REUMATICHE

Sicilia e Friuli Venezia Giulia insieme per aiutare quanti soffrono di malattie reumatiche.  Il presiden-te della Regione Friuli e assessore alla Salute, Renzo Tondo, ha infatti deciso di appoggiare l’iniziativadell’assessore alla Salute della Sicilia, Massimo Russo, per richiedere l’inserimento, tra i “progetti obiet-tivo” del Piano Sanitario 2012, il miglioramento della rete assistenziale per le malattie reumatiche.

“Siamo consapevoli - spiega Tondo - della vastità dell’incidenza di questo tipo di patologie: bastiricordare che la spesa a vario titolo per le malattie reumatiche costituisce la seconda voce in regione dopoquella per l’oncologia’’.

Le malattie reumatiche comprendono infatti oltre 120 patologie caratterizzate dalla presenza di un’al-terazione del sistema immunitario che causa un processo infiammatorio cronico. In Italia sono 300 milai casi di artrite reumatoide (patologia che colpisce a qualunque età ma per l’81 per cento dei casi oltre i60 anni) e il costo medio annuo per paziente si attesta a poco più di undicimila euro. Quale causa di inva-lidità, inoltre, le cosiddette MR (malattie reumatiche) occupano il secondo posto dopo quelle cardiova-scolari e, in termini di pensioni di invalidità, circa il 27 per cento è causato da una MR.

A oggi solamente Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia eToscana hanno dato rilevanza a queste patologie, inserendole a pieno titolo nei Piani sanitari regionali.

10

MEDICINALA RIABILITAZIONE PRECOCE:UNA STRATEGIA PREVENTIVAdi Anna Guarcello – tecnico della riabilitazione psichiatrica AFIPreS

La malattia mentale costituisce ancoraoggi uno dei principali tabù dellanostra società.

Attitudini e comportamenti pregiudicanti, dif-fidenti e stigmatizzanti, ne ostacolano la denomi-nazione, ma ancor di più la sua individuazione.Tali difficoltà si evidenziano maggiormente qua-lora il manifestarsi di un disagio psichico avvie-ne in un’epoca precoce, quale quella pubero-ado-lescenziale, già contraddistinta da una propriamutevolezza e da un andamento critico dovuto albisogno di assolvere ad alcuni compiti di svilup-po, per raggiungere lo stato di maturità.

La letteratura recente dimostra che la diffusio-ne dei disturbi psichici, nonché dei loro esordi, infase precoce, giovanile è in incremento, con cro-niche e sfavorevoli evoluzioni, con outcomes eripercussioni sul piano funzionale peggioririspetto alle forme ad insorgenza tardiva. Studi difollow-up dimostrano, infatti, come il progrediredelle patologie mentali ad insorgenza precoce,determini, a lungo andare, una povertà delle rela-zioni sociali, intesa sia in termini quantitativi chedi stabilità nel tempo, una compromissione dellasfera dell’istruzione, con elevati tassi di abban-dono scolastico e l’assenza di un’attività occupa-zionale.

Dal punto di vista prettamente sintomatologi-co si evidenzia, con maggiore frequenza, una sta-bilità nel tempo dei sintomi negativi, rispetto aipositivi, con possibili associazioni di intenzionisuicidarie sia relative al solo pensiero, che allasua pianificazione o attuazione. Non basso ancheil tasso di ricadute e/o riospedalizzazioni.Emerge, quindi, che gli effetti del disturbo siripercuotono sul funzionamento globale delsoggetto affetto, specie sulla sfera psicosociale.Il progredire delle patologie psichiche ad insor-genza precoce determina, inoltre, l’identificarsidi un ulteriore conseguenza, qual è la cronicitàdel disturbo, non intesa esclusivamente come lapersistente presenza della patologia nel susse-guirsi degli anni, ma anche come una fase di stal-lo caratterizzata più che dalla sintomatologia, che

può anche essere attenuata, da una serie di disa-bilità e difficoltà che limitano in maniera marca-ta il funzionamento e l’autonomia del soggettoaffetto, a causa, dell’arresto o della mancataacquisizione di abilità e competenze, derivantidall’insorgere del disturbo nelle tappe di vitanelle quali tali processi non sono ancora staticompletati o addirittura non sono ancora statiavviati.

Sulla base di tali premesse, oggi, trova semprepiù sviluppo una concezione centrata sull’appli-cazione di interventi riabilitativi precoci, intesacome strategia mirante allo sviluppo di benesseree miglioramento della qualità di vita, strumentocapace di ridurre i diversi livelli di disabilità e diottimizzare le condizioni potenzialmente disa-strose che caratterizzano le fasi critiche dello svi-luppo di adolescenti e giovani adulti affetti dapatologie psichiche. L’intento dell’agire riabilita-tivo si basa su un’ottica preventiva, capace di

Dipinto di Luisa Bono.

11

fornire un contributo nell’individuazione dellecondizioni patologiche in modo tempestivo, equindi il più precocemente possibile.

Conforme a quanto appena esposto è l’agiredell’AFIPreS Marco Saura Onlus, in modo parti-colare del centro educativo “I Girasoli”. Qui,vengono, offerti servizi di ascolto, confronto,tutoraggio, attività educative e ludico-espressivetramite la partecipazione a laboratori diversifica-ti ed individualizzati. Si prevede la strutturazionedi progetti realizzati nel rispetto dell’individuali-tà di ogni singolo giovane, dei suoi bisogni impli-citi ed espliciti, sulla base dei quali si predispor-ranno successivamente le diverse attività, nonchémetodi e strumenti da impiegare. I principalilaboratori attivi sono: musicale e musico terapeu-tico, pittura e manipolazione, multimediale edinformatica, educazione al movimento.

Nel rispetto dell’intento di realizzare degliinterventi integrati, il Centro “I Girasoli” si pro-pone di mettere in atto anche attività destinatealle famiglie, quale lo spazio di incontro ediscussione con le famiglie dove, attraverso grup-pi di formazione, dibattiti inerenti le problemati-che relazionali, così come relative alla gestioneed educazione dei figli, si cerca di attivare un

processo di sensibilizzazione delle tematiche diprevenzione.

L’Associazione AFIPreS e, in modo particola-re, il suo Centro educativo “I Girasoli”, grazie alloro agire attraverso interventi socio-sanitari e didifesa sociale, inserendosi nell’ampio panoramadella riabilitazione e della prevenzione, costitui-scono una chiara dimostrazione della possibilità,oggi, di poter intervenire precocemente, grazie esoprattutto ad un intervento collaborativo, inte-grato, di rete, che contribuisce ad evitare l’insor-gere o l’inasprirsi di possibili problemi, consen-tendo ad ognuno di costruire e realizzare il pro-prio progetto di vita.

TRATTAMENTO DEI DISTURBIDELLO SPETTRO AUTISTICO:PUBBLICATE LE LINEE GUIDA

Il Sistema Nazionale per le Linee Guida (SNLG) dell’Istituto Superiore di Sanità(ISS) ha reso note le linea guida relative al “trattamento dei disturbi dello spettroautistico nei bambini e negli adolescenti” (Linea guida 21). Questa linea guida, pre-sentata il 25/10/2011 a Milano e il 26/01/2012 a Roma, insieme alla sua versione peril pubblico, si sviluppa all’interno del programma strategico “Un approccio epide-miologico ai disturbi dello spettro acustico”; il primo programma nazionale di ricer-ca sulla salute mentale nell’infanzia e nell’adolescenza.

Tale linea guida, frutto del lavoro di un gruppo multidisciplinare di esperti, con-tiene raccomandazioni evidence-based (ossia comprovate scientificamente) riguar-danti gli interventi farmacologici e non, gli interventi precoci e i modelli di fornitu-ra dei servizi.

Alfonso Mele, responsabile del progetto, nella presentazione alla linea guida, scrive: «nell’ampiopanorama di offerte terapeutiche rivolte alle persone con disturbi dello spettro autistico, questa linea guidafornisce un orientamento su quali sono gli interventi per cui sono disponibili prove scientifiche di valuta-zione di efficacia».

Le linee guida possono essere consultate e scaricate attraverso il sito http://www.snlg-iss.it/

12

All’interno del corso di formazione il “Volontario nella sanità- l’utilizzo moderno e mirato”, organiz-zato dall’Unione delle Associazioni no-profit società e salute onlus e dall’Az. Osp.

“Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello”, si è tenuta una giornata formativa condotta da alcuni specia-listi dell’ISMETT (Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione) dal tema“DONAZIONE E TRAPIANTO” .

Alla giornata formativa hanno preso parte: Il dottor Riccardo Volpes che ha raccontato la sua esperien-za all’interno dell’ISMETT come specialista del trapianto di fegato, il dottor Francesco Clemenza che hapresentato il trapianto di cuore e il dottor Alessandro Bertani che ha parlato del trapianto di polmoni.Ciascuno di loro ha cercato innanzitutto di chiarire che cosa è il trapianto, quali sono le condizioni neces-sarie per poter realmente proporlo, quali sono i possibili donatori, le loro caratteristiche e quali, invece,possono essere i possibili trapiantati.

Sono stati forniti dei dati sui trapianti e sulle donazioni, dati che mettono in evidenzia la crescentedisponibilità alle donazioni, registrata negli ultimi anni, ma anche la costante insufficienza di questerispetto alle richieste che pervengono ogni giorno all’interno delle strutture sanitarie.

L’intervento del dottor Rosario Girgenti, psicologo e psicoterapeuta, ha poi spostato l’attenzione sulruolo dello psicologo all’interno delle strutture che si occupano di trapianti e donazioni, evidenziando ilfondamentale ruolo dello psicologo nel supportare sia i pazienti sia i familiari prima e dopo l’ intervento.

La giornata formativa si è conclusa con la testimonianza del dottor Salvatore Camiolo, presidenteASTRAFE (Associazione Siciliana per il Trapianto del Fegato), che ha raccontato la sua personale espe-rienza di trapianto di fegato al fine di sensibilizzare i corsisti sull’importanza della donazione.

“VOLONTARIATO NELLA SANITÀ”:L’ISMETT INTERVIENE

13

Comunicare con i medici curanti e gli infermieri rimanendo comodamente a casa. Home MonitoringISMETT è il primo progetto di tele assistenza dedicato ai trapiantati di fegato. Ha avuto inizio nel lugliodello scorso anno e, ad oggi, coinvolge solo i siciliani dimessi dall’ISMETT (Istituto Mediterraneo per iTrapianti) di Palermo dopo l’intervento di trapianto.

Il programma ha l’obiettivo di spostare l’assistenza dagli ospedali al domicilio del paziente, senza pre-giudicare la qualità della cura, anzi, possibilmente migliorandola.

Prima di lasciare l’ospedale, il paziente riceve in consegna un tablet, che ha la forma di un piccolocomputer, connesso alla rete e ad alcuni dispositivi medici che consentono di controllare parametri vitalicome la glicemia, l’ossigenazione del sangue, la pressione arteriosa, il battito cardiaco, la temperatura eil peso. I medici possono accedere ai dati selezionati con la logica del triage di un pronto soccorso, attra-verso i colori su di un’interfaccia touch, che segnala subito eventuali anomalie.

Il dispositivo, prodotto da INTEL, è facile da usare e non richiede particolari conoscenze informati-che. Il tablet è dotato di videocamera integrata, microfono e casse per sessioni di video-conferenza (“tele-visita”) con il personale sanitario di riferimento. Inoltre, il paziente può rispondere a questionari e visua-lizzare materiale multimediale per seguire con maggior precisione la terapia prescritta.

Home Monitoring ISMETT dimostra che l’uso di nuove tecnologie e di nuovi modelli di cura è possi-bile anche in condizioni cliniche molto particolari e complesse, come nel caso dei pazienti sottoposti atrapianto di fegato nell’immediato periodo post-operatorio.

Finora sono stati arruolati al programma 25 pazienti e i risultati sono molto confortanti e confermanola bontà di questo tipo di approccio, sia in termini di sicurezza sia in termini di qualità di vita. Grazie aHome Monitoring ISMETT, i medici ricevono tutte le informazioni necessarie per controllare in temporeale i parametri vitali del paziente, eliminando i faticosi trasferimenti da casa all’ospedale e le attese.

Il programma- attualmente pilota e unico in Sicilia - è stato finanziato nell’ambito dei progetti obiet-tivo del Piano sanitario nazionale 2010 (Linea progettuale assistenza domiciliare), promossi dal Seviziodi programmazione ospedaliera dell’Assessorato della salute della Regione Siciliana. Nel corso dei pros-simi mesi l’opzione della tele-assistenza sarà estesa anche ai pazienti trapiantati di polmone e ai portato-ri di VAD (il cuore artificiale ndr).

Il sistema Home Monitoring ISMETT conferma la grande attenzione che, fin dalla sua istituzione, ilcentro trapianti palermitano ha posto nei confronti dell’informatizzazione e delle nuove tecnologie, dive-nendo uno dei primi ospedali europei totalmente paperless.

HOME MONITORING ISMETT:A CASA COME IN OSPEDALE

NASCERE GARANTITI IN SICILIANel momento di massimo sviluppo della privatizzazione silenziosa

della sanità e, più in generale dello smantellamento delle strutture di wel-fare costruite con la lotta dei lavoratori e divenute ormai diritti inaliena-bili, giunge puntuale questo saggio di Enzo Borruso.

Il saggio, sempre originale e mai banale, analizza l’evoluzione dellaquestione del diritto alla maternità responsabile alla luce della chiusuradei punti nascita, per motivi economistici paludati da motivi di efficien-za organizzativa, che renderebbe vaste aree dell’isola prive di tale impor-tante servizio, passando per una analisi puntuale dell’evoluzione del con-cetto di assistenza alla mamma e al bambino e di come questo concettosia stato negli anni distorto e piegato agli interessi più diversi.

Michele PalazzottoSegretario FP CGIL Regionale

Dalla Prefazione a“Nascere Garantiti in Sicilia” di V. Borruso

14

LABORATORIO Z:COME SPERIMENTARE LA COGESTIONEdi Luciana Zarini - docente di lettere

Il Laboratorio Zeta nasce il 20 marzo 2001con la volontà di recuperare uno stabileabbandonato da anni per trasformarlo in un

centro per attività culturali, sociali, politiche e diaccoglienza. Le innumerevoli attività portate avantial suo interno rappresentano un patrimonio impor-tante per la città, che negli anni ha contribuito allacostruzione e alla sperimentazione di nuovi model-li culturali e di formazione alla cittadinanza attiva,nel mondo dell’associazionismo, nel campo delvolontariato, e della difesa dei diritti fondamentali.

Dal marzo 2003 ad oggi il Laboratorio Zeta haospitato più di 600 migranti, in prevalenza rifugiatie richiedenti asilo politico di nazionalità prevalente-mente sudanese. Negli anni si è sperimentata, al suointerno, una pratica di cogestione degli spazi senzaprecedenti, divenendo un concreto modello discambio e di integrazione interculturale.Attualmente trovano ospitalità presso il centro unnumero medio di 20 rifugiati.

I servizi che il Laboratorio Zeta svolge da annisono volti all’educazione alla cittadinanza e a talfine sono periodicamente organizzati incontri for-mativi sulle legislazioni in materia di immigrazionerivolti agli stranieri, dibattiti e seminari finalizzatiall’acquisizione delle competenze necessarie per ildisbrigo delle pratiche relative al loro stato giuridi-co (rinnovo del permesso di soggiorno, residenza edocumenti di viaggio). E’ attiva inoltre una scuolad’italiano per stranieri che da 10 anni organizzacorsi di alfabetizzazione di livello base ed interme-dio per stranieri rivolti sia agli abitanti del Lab. Zche al resto della popolazione migrante della città.Dal 2005, attraverso la mediazione di alcune asso-ciazioni, si stipulano annualmente convenzioni conla Scuola Media Statale, Antonio Ugo che ricono-sce la frequentazione dei corsi come credito forma-tivo ed accesso agli esami di Stato per il consegui-mento della Licenza Media. Oltre all’attività didat-tica prevista dai moduli, la scuola d’italiano costi-tuisce un luogo privilegiato di conoscenza, appro-fondimento, dialogo e confronto tra culture diverse.Il materiale didattico viene fornito gratuitamente,grazie alle sottoscrizione dei partecipanti alle attivi-tà del Laboratorio.

I frequentanti che ne fanno richiesta vengonoanche preparati per affrontare gli esami che consen-tono loro di ottenere la carta di soggiorno senza sca-denza.

In rete con diverse associazioni presenti nel ter-ritorio è svolto un servizio di mediazione per l’ac-cesso ai servizi socio-sanitari e forme di facilitazio-ne per l’inserimento nel mondo del lavoro: è infattiin funzione uno sportello migranti.

Il confronto con i testi e gli autori ha permessoalla cittadinanza di conoscere e dibattere sui temidella contemporaneità e si è fatto inoltre promotoredi alcuni progetti culturali a cui hanno partecipatotra gli altri Marco Paolini (attore, regista teatrale),Wu Ming (collettivo di scrittori), Gabriele DelGrande (scrittore, documentarista), per citarne soloalcuni.

Attraverso tali periodici incontri si prova a favo-

Il Laboratorio Zeta svolge un significativo ruoloculturale in città. Presentazioni di libri, cinefo-rum, mostre, eventi musicali, dibattiti ed incontripubblici hanno animato la scena culturale degliultimi undici anni, offrendo stimoli e riflessionisui movimenti e le trasformazioni sociali.

15

rire la disamina delle trasformazioni in atto nellasocietà locale ma non solo, attivando quindi strate-gie e proposte per radicali ed efficaci cambiamenti.

Tanti gli artisti e i cittadini che hanno espresso laloro solidarietà al Laboratorio all’indomani dellaprima ingiunzione di sgombero, partecipando il 14maggio 2009 alla kermesse dal titolo “Voci corpi esuoni contro lo sgombero”. Per il teatro si sono esi-biti Alessandra Luberti, Claudio Collovà, DavideEnia, Emilia Guarino, Giacomo Guarneri, GiorgioLi Bassi, Giusva Pecoraino, Nino Vetri e GiaccoPoiero, La Compagnia prese fuoco, MariaFrancesca Spagnolo, Mario Valentini, Martino LoCascio, Preziosa Salatino, Tanto di Cappello, TonyBondì, Veronica Pecoraino, Yousif Latif Jaralla; perla jam session musicale Airfish, Akkura,Bandaalleciancie, Boltrawer, Gente Strana Posse,k.kelvin, King Joseph, Lelio Giannetto,Manomanca, Matilde Politi, Nino, OM,Stalkernoiser, Trizzi di donna; e le mostre diMelania Messina e Vincenzo Ognibene.

Diversi incontri sono stati organizzati coinvol-gendo le realtà associative attive nel territorio sici-liano. Nel gennaio 2010, per esempio, si è svoltol’incontro dal titolo Strumenti di antimafia socialedalla A alla Zeta con il Centro Impastato, RadioAut, Segno, Libera Palermo, Associazione PeppinoImpastato, Circolo Metropoli Castellamare,TeleJato, Associazione Rita Atria, Rizoma,Resistenza Antimafia, AddioPizzo, Arci, Lega con-tro la Droga. Nel mese di marzo dello stesso annoha ospitato il dibattito dal titolo “E ce la danno abere” contro la privatizzazione dell’acqua, eventopromosso dal Forum Siciliano dei movimenti perl’acqua con la partecipazione di Salvatore Presti(già sindaco di Santo Stefano di Quisquina),Ernesto Salafia (Libera Acqua), Domenico Fontana(Presidente Lega Ambiente Sicilia), con collega-mento in diretta con i rappresentanti del Comitato

in difesa del Rio Fergia e del Forum per l’AcquaPubblica di Bergamo e la Scuola di formazioneetico-politica “G. Falcone” di Palermo ha scelto diconsegnare la Targa “G. Falcone” per il 2010 alLaboratorio Zeta.

Intensa è inoltre l’attività di osservazione emonitoraggio dei fenomeni migratori in rete con ilForum antirazzista di Palermo, che si riunisce alLaboratorio, e con associazioni nazionali ed inter-nazionali che si occupano di migrazione; la parteci-pazione attiva ad eventi rivolti alla sensibilizzazio-ne dei cittadini, fra tutti citiamo l’adesione allegiornata internazionale del rifugiato e l’impegnocontro le discriminazioni razziali, all’interno del-l’osservatorio contro le discriminazioni razziali«Nourredine Adnane», costituito da un cartello diassociazioni.

E’ attiva dal 2006 una biblioteca di quartiere checonta più di 2.000 volumi raccolti attraverso dona-zioni, costantemente disponibile al prestito gratuitoe aperta anche come sala lettura. La biblioteca com-prende anche volumi in lingua araba.

Per i lettori che volessero ulteriori informazionisulle iniziative che il Laboratorio Zeta, congiunta-mente con associazioni, collettivi studenteschi esingoli, promuove e ospita, suggeriamo di consul-tare i siti www.zetalab.org e www.kom-pa.net.

Il Laboratorio Zeta ospita costantemente diverseattività laboratoriali, corsi, seminari e mostre. Èutilizzato da compagnie teatrali come spazio perle prove. Si tengono corsi di Yoga, informaticaconsapevole, arti marziali, giocoleria, risoluzionenon violenta dei conflitti, produzione e postpro-duzione audio e video, danza, e musica popolare.

La redazione di Unione News vuole dar voce ai propri lettori e per questo vi invitaad inviarci articoli o testimonianze in merito alle vostre esperienze in ambito socio-sanitario ed associazionistico.

Chi volesse usufruire di questa possibilità può farlo inviando una e-mail all’indiriz-zo [email protected] specificando “collaborazione unione news”nell’oggetto della mail, oppure scrivendo a “Redazione Unione News c/o ARIS, viaAmm. Gravina 53 – 90139 Palermo”. Alla mail andrà allegata sia la proposta di articolo (max 3500 battute) ed un curricu-lum. Si ricorda che è necessario specificare il consenso al trattamento dei dati perso-nali ai sensi del D.Lgs 196/03.

16

RUBRICA LEGALEL’INDENNITÀ DI FREQUENZA PER I MINORIDISABILI EXTRACOMUNITARIL’intervento della Corte Costituzionale (sentenza 16.12.2011 n. 329)

Avv. Loris Di Lorenzo

Una recentes e n t e n z adella Corte

Costituzionale ha sta-bilito che l’indennitàdi frequenza spettaanche ai minori disabi-li extracomunitariprivi della carta disoggiorno.

L’indennità di fre-quenza oggetto dellapronuncia della

Consulta è un contributoeconomico che viene erogato in favore di soggettiminorenni invalidi civili. Tale beneficio è stato isti-tuito con la legge 11 ottobre 1990, n. 289 con loscopo di assicurare cura, riabilitazione ed istruzioneai minori che avessero difficoltà persistenti nellosvolgimento di compiti e funzioni proprie dell’età,ovvero di minori ipoacusici oltre una certa soglia instato di bisogno.

Al contributo economico possono accedere tuttii soggetti di età inferiore ai 18 anni che siano in pos-sesso dei seguenti requisiti: la cittadinanza italiana(o la cittadinanza europea con residenza in Italia, ola cittadinanza extracomunitaria con la carta o ilpermesso di soggiorno CE), il riconoscimento di“minore con difficoltà persistenti a svolgere le fun-zioni proprie dell’età” (o di “minore con perditauditiva superiore a 60 decibel nell’orecchio miglio-re”), l’attestato di frequenza rilasciato da un centrodi riabilitazione (o da scuole o centri di formazioneprofessionale), un reddito annuo personale nonsuperiore a € 4.470,70.

Dopo quasi dieci anni dall’entrata in vigore dellanorma istitutiva dell’indennità sociale, l’art.80 dellalegge 23 dicembre 2000, n. 388, interveniva limi-tando l’accesso al beneficio ai minori extracomuni-tari in possesso della carta o del permesso di sog-giorno (ex art.9 d.lgs.n. 286/98), a discapito deiminori privi di tale certificazione.

Com’è ovvio, l’intervento del legislatore nazio-nale creava indubbie disuguaglianze sociali deltutto incompatibili sia con la Carta Costituzionaleche con la Convenzione sui diritti dei disabilidell’ONU.

Già un’ordinanza del 2009 (la n.285) sollevava laquestione evidenziando l’incompatibilità dell’esclu-sione dei minori extracomunitari regolarmente sog-giornanti ma che fossero privi della carta di soggior-no con il principio di non discriminazione di cui allaConvenzione delle Nazioni Unite sui diritti dellepersone con disabilità (adottata il 13 dicembre 2006e ratificata dall’Italia con Legge n. 18/2009).

Ma solo alla fine del 2011, grazie all’interventodella Corte Costituzionale, la questione è stataaffrontata e risolta. Con la sentenza 16 dicembre2011 n. 329, la Corte ha finalmente censurato ladiscriminazione dichiarando l’illegittimità costitu-zionale dell’art. 80 comma 19 della legge 23 dicem-bre 2000, n. 388, nella parte in cui subordina alrequisito della titolarità della carta di soggiorno(permesso di soggiorno CE per lungo soggiornanti),la concessione ai minori stranieri di Paesi terzi nonmembri dell’UE, legalmente soggiornanti in Italia,dell’indennità di frequenza di cui all’art. 1 dellalegge n. 289/1990.

In particolare, la Corte è intervenuta con la cita-ta sentenza sul giudizio di legittimità costituzionaledel “coordinato disposto” degli articoli 1 dellalegge 11 ottobre 1990, n. 289 (Modifiche alla disci-plina delle indennità di accompagnamento di cuialla legge 21 novembre 1988, n. 508, recante normeintegrative in materia di assistenza economica agliinvalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti e isti-tuzione di un’indennità di frequenza per i minoriinvalidi) e 80, comma 19, della legge 23 dicembre2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione delbilancio annuale e pluriennale dello Stato - leggefinanziaria 2001).”

Tra l’altro, in tema di provvidenze assistenzialidestinate a far fronte al sostentamento della perso-na, la discriminazione messa in atto dall’art. 80comma 19 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388,introduceva un regime discriminatorio nei confron-ti dei minori stranieri regolarmente soggiornanti nelterritorio dello Stato privi di carta di soggiorno, incontrasto non solo con l’art. 117, 1 c. dellaCostituzione italiana, ma anche con l’articolo 14della Convenzione europea per la salvaguardia deidiritti dell’Uomo (CEDU).

Alla luce delle predette ragioni, la CorteCostituzionale ha stabilito che i minori disabili stra-nieri hanno diritto all’indennità di frequenza anchese privi della carta di soggiorno.

Foto di Nicola Petrucci.

17

OSSERVAZIONI SULLA DISCIPLINA DELLAMEDIAZIONE CIVILE E COMMERCIALEdi Gaetano Edoardo Napoli - Avvocato - Giornalista

Nel 2010 è stata introdotta in Italia lamediazione civile e commerciale. Lalegge di riforma intende cambiare

l’ordinamento e la cultura, in materia di contro-versie tra i privati. Viene previsto un sistema perevitare il giudizio nella misura in cui si raggiun-ga un accordo con l’assistenza del mediatore,professionalmente deputato a condurre le partinella negoziazione. L’accordo, che può riguarda-re profili giuridico-fattuali del tutto diversirispetto a quelli che hanno condotto alla contro-versia originaria, in seguito a omologazione giu-diziale, consegue efficacia esecutiva, come unasentenza.

Ad es.: Tizio vuole da Caio € 1000, in virtù diun contratto, e lo convoca in mediazione deposi-tando la propria istanza presso un organismo abi-litato. Il mediatore, stratega in comunicazione enegoziazione, scopre che Caio gestisce un super-mercato nella zona in cui Tizio risiede, quindi,orienta le parti verso un accordo per cui Tizioavrà diritto di fare la spesa per 3 anni presso illocale di Caio con uno sconto sui prodotti, tale daconsentirgli di risparmiare un totale di € 1700.Caio praticherà lo sconto ma richiederà pur sem-pre un prezzo più alto rispetto al costo del pro-dotto e quindi, anch’egli avrà un profitto.

Con l’opera di un buon mediatore, si possonoraggiungere così obiettivi non perseguibili in giu-dizio (caratterizzato invece dalla corrispondenzatra chiesto e pronunciato) né con una transazione(con cui ognuno meramente rinuncia a una partedi pretesa); la mediazione fa nascere un nuovorapporto, stimolando la convenienza reciproca.

La procedura di mediazione non può durarepiù di quattro mesi (tempi ben più ridotti rispettoa quelli del giudizio ordinario). La celerità è unaltro pregio di questo nuovo istituto.

Inoltre, sono previsti incentivi (sgravi fiscali)e sanzioni a carico di chi, scorrettamente, nonsfrutta la fase mediazione e rende necessaria l’at-tivazione del giudizio.

La nuova procedura ha incontrato diverse cri-tiche. Una ha riguardato la facoltà di ogni profes-sionista, anche non giurista, di diventare media-tore; basta infatti un qualsiasi titolo di laurea ol’iscrizione a un collegio professionale e la profi-cua partecipazione a un apposito corso.

In risposta, notiamo che la ricerca di un accor-

do amichevole non è da considerare una preroga-tiva dei soli avvocati. Le peculiarità della media-zione fanno piuttosto legittimamente escludereche debba essere svolta esclusivamente da giuri-sti. È forte la necessità di trovare alternative indi-rizzate a rendere sostenibile la continuazione delrapporto tra le parti, superando il conflitto e valo-rizzando la soddisfazione reciproca nell’analisidegli interessi delle stesse, attraverso metodi dicomunicazione e strategie relazionali che rientra-no di certo nel patrimonio culturale e formativodi ben altre categorie di professionisti.

Valorizzare le diverse professionalità aiuta losvolgimento delle fasi interne di questo nuovoprocedimento: è fondamentale l’apporto di esper-ti in grado di conoscere le regole tecniche dellematerie che vengono in rilievo nei casi concreti.Chi decide di sottoporsi alla mediazione paga unasomma che non varia se al procedimento parteci-pano più mediatori: ad es., un mediatore ingegne-re esperto nella meccanica o nell’edilizia potreb-be affiancare uno psicologo, stratega della comu-nicazione e della negoziazione, per lo svolgimen-to di alcune fasi della procedura ove si verta inmateria di diritti reali (si ipotizzi una controver-sia sulla bontà di una costruzione).

È però vero che per gestire alcune fasi dellamediazione è necessario avere conoscenze giuri-diche. Vi sono indicazioni normative che richie-dono infatti la specializzazione dei mediatori neivari campi del diritto. I mediatori in Italia opere-ranno effettivamente solo ove siano adeguata-mente specializzati; gli utenti sceglieranno (nonvi è vincolo di competenza, infatti) gli organismia cui rivolgere istanza di mediazione soprattuttoin ragione delle specializzazioni contemplate neicurricula pubblicati, dei mediatori. Gli organismidotati di mediatori competenti e professionaliotterranno maggiore affluenza di utenti (quindi,maggiori introiti).

In ogni caso, l’obiettivo giuridico è che l’ac-cordo di conciliazione non sia contrario all’ordi-ne pubblico né alle norme imperative; ciò puòben realizzarsi, quando il mediatore non giuristache ha svolto quasi tutta l’attività di mediazionenon si è autonomamente specializzato nel settoregiuridico che viene in questione, anche tramite lasua sostituzione, per la sola redazione dell’accor-do, con un mediatore giurista specialista del set-

18

tore. Stessa sostituzione (o un accostamento conun giurista) dovrebbe avvenire in ogni caso in cuisiano necessarie specifiche competenze nel setto-re giuridico.

Altra critica ha riguardato la scelta di far svol-gere i servizi di mediazione a organismi-enti didiritto privato. Si opera in una logica di mercato,ma ciò non può considerarsi un difetto dellariforma. La concorrenza che si attiverà tra gliorganismi di mediazione consentirà, piuttosto, difar emergere chi opera in maniera più efficiente,seria, competente e professionale.

Alcuni oppositori hanno anche detto che l’in-troduzione della procedura di mediazione (neicasi in cui il tentativo di mediazione è previstocome obbligatorio) violerebbe il diritto di acce-dere alla giustizia, costituzionalmente tutelato.

Per rispondere, richiamiamo quanto la Cortecostituzionale ha ribadito in relazione a questioniidentiche (Corte cost., 13 luglio 2000, n. 276): lapiena legittimità del tentativo (che era) obbliga-torio di conciliazione per le controversie di lavo-ro. Non è stata considerata fondata, in tal caso, laquestione relativa alla violazione del dirittocostituzionale alla difesa. Secondo quanto dettodal Giudice delle leggi, il (breve) termine diquattro mesi previsto per lo svolgimento dellamediazione, non può, per altro, considerarsi unostacolo all’accesso alla giustizia. Sulla stessalinea, la Corte di giustizia delle ComunitàEuropee (si veda la sentenza Sez. IV, 18 marzo2010) che ha giudicato sul tentativo obbligatoriodi conciliazione dinanzi al Co.re.com.

Critiche ulteriori hanno riguardato l’esclusio-ne della necessaria presenza dell’avvocato duran-te la procedura di mediazione.

A tal proposito, si deve notare che la necessa-ria presenza dell’avvocato non è stata prescrittaper legge nemmeno in relazione al tentativo (cheera obbligatorio) di conciliazione in ambito didiritto del lavoro (considerato costituzionalmentelegittimo, lo si ripete, dalla Corte costituziona-le).Il legislatore ha voluto affidare alla parte ilruolo di sollevare davanti al mediatore i propriinteressi e le proprie richieste. Si tende così a tro-vare soddisfazioni reciproche delle parti, nell’ot-tica dell’instaurazione di una relazione sostenibi-le tra le stesse.

Tuttavia, pur non essendo obbligatoria l’assi-stenza legale, la parte ha la possibilità di farsiaccompagnare in mediazione da un consulente difiducia. Nella stragrande maggioranza dei casi laparte porta con sé il proprio avvocato, quindi,non si comprende la critica qui ricordata.

Si precisa che le parti non possono farsi sosti-tuire da un rappresentante senza una procura

notarile (con oggetto specificato ab origine, chepuò quindi essere rivolto esclusivamente a unatransazione, istituto sorretto da logiche diverse,come detto sopra). Ciò si evince dalle disposizio-ni che regolano, nel nostro ordinamento, la formache deve rivestire la procura (con cui si autorizzail rappresentante a negoziare).

In particolare, poi, il mandato a margine o incalce, che secondo una norma del codice di pro-cedura civile può contenere la certificazione daparte dell’avvocato dell’autografia della sotto-scrizione della parte, non può aver rilievo in casodi mediazione, essendo eccezionale la normaconsente in altri casi all’avvocato di esercitarequesta funzione di autentica. Tale norma non èestensibile per analogia alla mediazione (art. 14disp. prel. c.c.).

Superate le critiche qui esposte, la mediazionecivile e commerciale non resta esente da altreavversità intrinseche alla stessa riforma. In parti-colare, ci si può riferire alla previsione dellamateria del condominio tra quelle oggetto di(necessaria) mediazione. Nella legge italiana siprevede che le decisioni condominiali, cioè quel-le sulle modalità di uso e di godimento dei beni edei servizi comuni, siano adottate secondo cano-ni maggioritari, dall’assemblea, organo inderoga-bile. Si ha allora ‘insanabile contrasto tra lanecessaria applicazione del criterio maggioritarioe la necessità che in sede di mediazione si rag-giunga un accordo, cioè l’adesione di tutte leparti (nel nostro caso, di tutti i condòmini). Nonesiste alcuna norma che consenta poi all’ammini-stratore di condominio di sostituirsi all’assem-blea per la formulazione di un accordo di conci-liazione. Ove egli andasse in rappresentanza deicondòmini (il condominio non è un ente a sé,quindi l’amministratore rappresenta tutti i singo-li condòmini), la procura sarebbe soggetta ailimiti di forma sopra indicati e (cosa ben piùgrave) tutti i condòmini risulterebbero parti dellamediazione (ognuno dovrebbe pagare la quota diadesione alla mediazione!).

Esistono dunque serie criticità nell’applica-zione della mediazione come strutturata dal legi-slatore (oltre a quello sul condominio, altri pro-blemi riguardano gli obblighi di informazioneche la nuova legge ha posto a carico dell’avvoca-to, nonché alcune caratteristiche dell’accordo diconciliazione).

In definitiva, la mediazione civile e commer-ciale offre un’adeguata soluzione per la defini-zione dei rapporti tra i soggetti in lite creandoopportunità favorevoli per le parti. Alcune inte-grazioni normative sarebbero però opportune pergarantire la piena operatività di questa riforma.

19

NASCE A PALERMO L’UFFICIONAZIONALE DEL GARANTEDELLA PERSONA DISABILEdi Angela Ganci - Psicologa psicoterapeuta

Una volta si chiamavano handicappati,adesso con il termine diversamente abili siè voluto togliere al primo termine il signi-ficato negativo di pregiudizio. Chi è porta-tore di una disabilità esprime “capacitàdiverse” e, come ciascuno di noi, unico eirripetibile, merita pari rispetto e conside-razione, in quanto persona e cittadino.

Ma le cose stanno veramente così?Quanto c’è di concreto nella lotta a taleforma di discriminazione, al di là del puro cambiamento terminologico?

“Garantire la tutela dei diritti civili - in forma singola e collettiva - delle persone con disabilità, la cuiviolazione pone in essere tutta una serie di atti discriminatori ai danni del disabile, nonché la promozio-ne della parità di trattamento tra disabili e non”.

Questa la mission dell’Ufficio Nazionale del Garante della Persona Disabile che, lo scorso 25 Maggio,nella suggestiva Sala Terrasi della Camera di Commercio di Palermo, si è presentata alle persone disabi-li e alle loro famiglie, alla stampa, agli operatori del settore e alle Associazioni, con un convegno densodi contenuti e progetti.

L’Ufficio nasce a Palermo nel 2009 dalla sconfortante constatazione che le norme nazionali apposita-mente emanate per garantire la salvaguardia dei diritti di persone e cittadini trovano, nel caso del disabi-le, scarsa applicazione (ad esempio la legge 104, per l’assistenza e l’integrazione sociale; la legge 68, peril diritto al lavoro; la legge 67, per le vittime di discriminazione).

Un dato ancor più allarmante perché riflette la disattenzione verso norme a carattere mondiale, primatra tutte, la Convenzione ONU sui diritti della persona con disabilità.

Grazie alla volontà e tenacia dei fondatori, la nostra città oggi dispone di un servizio strutturato, chenon lascia la lotta contro le discriminazioni alla soggettività del disabile e alla debolezza delle famiglie.

A tal fine, l’Ufficio Nazionale del Garante della Persona Disabile ha, fin da subito, avviato procedi-menti a carattere civile, penale ed amministrativo, in ambito nazionale ed europeo, su molteplici aree diintervento: scuola, barriere architettoniche, promozione legislativa, lavoro.

L’autorizzazione a procedere per via giudiziaria costituisce la novità e, allo stesso tempo, il punto diforza rispetto alle già presenti Associazioni locali in difesa dei disabili, laddove le realtà associative ope-ranti sul territorio svolgono semplice azione di mediazione tra soggetto disabile e pubblico/privato.

Tali attività sono portate avanti da un gruppo di professionisti di vari profili: avvocati, psicologi, gior-nalisti, che si riuniscono intorno alla figura di Salvatore di Giglia, avvocato che si occupa, da oltre 30anni, di legislazione sociale in materia di handicap.

L’esperienza palermitana non è isolata, ma si affianca a quella avviata in vari comuni del palermitano(Corleone, Prizzi, Partinico) e in Puglia, nella provincia di Lecce (Ugento, Gallipoli).

L’ambizione è di espandersi su tutto il territorio nazionale e l’auspicio che privato e pubblico conver-gano verso l’importante obiettivo di proteggere chi da solo non può (e non sa) difendersi.

“Il nostro Ufficio, in quanto ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) agisce su inputdelle famiglie, di un privato che denuncia – sottolinea l’Avvocato Domenico Sciabica– utilizzando lerisorse ancora limitate del 5 per 1000 e del gratuito patrocinio. Quindi, di più si può e si deve fare. Stiamolottando per ottenere il riconoscimento della Regione e avere l’ausilio di associati del pubblico che, spo-sando lo spirito volontaristico che sta alla base delle nostre attività, offrano il loro apporto a titolo gratui-to. Per questo speriamo nella sensibilità della nuova giunta comunale”.

L’Ufficio Nazionale Garante della Persona Disabile ha sede a Palermo in via S. Puglisi, 17; si può con-tattare, ai numeri 0917847493 o 091511517 o al sito www.ufficionazionalegarantedisabili.org, dove èanche possibile far pervenire segnalazioni e richieste di aiuto.

20

“La vera moralità consiste non già nel seguire il sentiero battuto,ma nel trovare la propria strada e seguirla coraggiosamente”.

Mohandas Gandhi

21

PROGETTO VODIE:MIGLIORARE LA QUALITÀDELLA VITA DEI NON VEDENTIdi Daniela Jurcic

Si è svolto a Palermo il 25 maggio scorso, il primo:“International Symposium on Mobile Learning forVisually Impaired People”. L’evento, che ha visto lapartecipazione di ricercatori provenienti dall’Italia,Gran Bretagna, Germania e Turchia, si è svoltopresso la sala conferenze del Consiglio Nazionaleper le ricerche (Cnr). Il simposio, organizzato nell’ambito del progettoVodie - con l’obiettivo principale di aumentare leopportunità e la qualità della formazione professio-nale per le persone non vedenti, trasferendo inTurchia e in Italia i risultati del progetto Tedesco “e-learning-VIP”, un learning management system per

ipovedenti - è stato coordinato dalla Usak University (scuola professionale di formazione a distanza consede in Turchia).Il progetto ha la durata di due anni ed è finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Programma diapprendimento permanente “Leonardo Da Vinci”. Il tema principale della conferenza di Palermo è statol’uso delle tecnologie mobili per la didattica, con particolare riferimento alle applicazioni per non vedenti. Cos’è l’e-learning? È l’uso di tutti i dispositivi mobili in movimento; un apprendimento autogestito invista della formazione permanente con l’idea di migliorarsi sempre. Tuttavia, anche se l’e-learning offrediversi vantaggi per l’istruzione delle persone non vedenti, l’accessibilità dei vari sistemi richiesti è anco-ra un problema per le persone con disabilità visiva. L’utilizzo di tutte le richieste di e-learning e le piat-taforme con i dispositivi elettronici, quali screen reader o ingranditori, non è sempre possibile. Finora,questo gruppo di potenziali utenti è praticamente escluso da questa forma di apprendimento contempora-neo. L’obiettivo principale di questo progetto è, pertanto, quello di migliorare l’accesso ai servizi di e-learning per le persone con handicap visivi.Il Dott. Marco Arrigo, membro del Cnr, ritiene che: “Internet può essere considerato come la fonte del-l’informazione e della comunicazione più importante e diversificata nel mondo”. Allo stesso modo, ilRoyal National Institute for the Blind, sostiene che: “Internet ha permesso lo sviluppo più significativodella comunicazione dopo l’invenzione del braille. Per la prima volta in assoluto, moltissime persone ipoe non vedenti hanno l’accesso alla ricchezza delle informazioni, allo stesso modo dei vedenti”.Il modulo di apprendimento Vodie mobile è un applicativo adatto per le persone non vedenti, che consen-te agli utenti, disabili della vista, di accedere al Lms Moodle del progetto Vodie mediante un dispositivoIos mobile. A questo scopo, l’interfaccia è stata progettata secondo i principi dell’Universal Design, iquali richiedono che tutte le attività di progettazione devono tenere conto del diverso. In questo modol’applicazione mobile funziona perfettamente in conformità con le tecnologie adattative.Il cellulare Vodie offre agli utenti la possibilità di accedere ai corsi on line, attivati nel server di Moodle,direttamente dal loro iPad, i Phone o touch iPad. In questo modo, gli utenti hanno uno strumento preziosoper studiare sempre, ovunque e, soprattutto, anche gli utenti non vedenti possono avere questa opportunità.Ciò che, in definitiva, è emerso durante l’incontro del 25 maggio è che: l’educazione deve essere, anzi-tutto, un mezzo per offrire alle persone con disabilità, la possibilità di essere produttive, efficaci e indi-pendenti. Tecnologia aumenta l’indipendenza, la produttività personale e la responsabilizzazione; la tec-nologia aumenta l’indipendenza, la produttività, e la responsabilizzazione personale. Sono intervenuti: il Dott. Sait Celik (rettore della Usak University, Turchia), il Dott. Mario Allegra(responsabile del Cnr – Palermo), il Dott. Jurgen Hullen (Germania), il Dott. Ergun Akgun (UsakUniversity, Turchia), la Dott.ssa Michelle Pieri (Università di Milano –Bicocca), la Dott.ssa AgnesKukulska (Open University Institute of Educational Tecnology - Regno Unito), il Dott. Marco Arrigo(Cnr Palermo).

22

23

Il progetto “Tutti in rete!”Programma di sostegno alla reti di volontariato che operano nel settore socio- sanitario.

CON IL SOSTEGNO DI