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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 5° - 19 aprile 2011 n. 6 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Farnesina (DGSP) - [email protected] VIETNAM Hanoi: obiettivi ambiziosi, ma il Paese è in grado di raggiungerli pag 2 Quando il socialismo si orienta al mercato pag 7 Interscambio: con l'Italia può crescere pag 9 Gli operatori internazionali investono nel Paese pag 13 Apertura del mercato: Hanoi rallenta ma non cambia strada pag 16 La sfida delle infrastrutture pag 20 Cooperazione Italiana: reti urbane e Pmi in primo piano pag 24 UZBEKISTAN Tashkent prevede una crescita record anche nel 2011 pag 26 UNGHERIA Budapest accelera sulle quattro ruote pag 28 SANTO DOMINGO Il Presidente Fernandez avvia il potenziamento del sistema elettrico pag 30 SETTORI E AZIENDE Energia Telecomunicazioni pag 31 Malaysia pag 32 PAESI E MERCATI L'aumento del PIL dovrebbe superare l'8,6%. Il risultato è in buona parte imputabile all'au- mento dei prezzi del gas naturale e del cotone. Nel 2010 sono affluiti più di 3 miliardi di inve- stimenti esteri. Bilancia dei pagamenti in forte attivo grazie anche alle rimesse degli emigranti a pagina 26 Tashkent prevede una crescita record anche nel 2011 UZBEKISTAN Hanoi: obiettivi ambiziosi, ma il Paese è in grado di raggiungerli Sulle prospettive di crescita del Vietnam e le opportunità che si aprono in questo Paese per le imprese italiane, Diplomazia Economica Italiana ha intervistato l'Ambasciatore italiano ad Hanoi, Lorenzo Angeloni a pagina 2 Hanoi - I Vecchi Quartieri Ministero degli Affari Esteri

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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

Anno 5° - 19 aprile 2011

n. 6

Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l’Ufficio Sostegno Imprese della Farnesina(DGSP) - [email protected]

VIETNAMHanoi: obiettivi ambiziosi,ma il Paeseè in grado di raggiungerli

pag 2Quando il socialismo si orienta al mercato

pag 7Interscambio: con l'Italiapuò crescere

pag 9Gli operatori internazionaliinvestono nel Paese

pag 13Apertura del mercato:Hanoi rallenta ma noncambia strada

pag 16La sfida delle infrastrutture

pag 20Cooperazione Italiana:reti urbane e Pmi in primo piano

pag 24

UZBEKISTANTashkent prevede unacrescita record anche nel 2011

pag 26

UNGHERIABudapest accelera sulle quattro ruote

pag 28

SANTO DOMINGOIl Presidente Fernandezavvia il potenziamentodel sistema elettrico

pag 30

SETTORI E AZIENDE

EnergiaTelecomunicazioni

pag 31

Malaysiapag 32

PAESI E MERCATI L'aumento del PIL dovrebbe superare l'8,6%. Il risultato è in buona parte imputabile all'au-mento dei prezzi del gas naturale e del cotone. Nel 2010 sono affluiti più di 3 miliardi di inve-stimenti esteri. Bilancia dei pagamenti in forte attivo grazie anche alle rimesse degli emigranti

a pagina 26

Tashkent prevede una crescita record anche nel 2011UZBEKISTAN

Hanoi: obiettivi ambiziosi, ma il Paese è in grado di raggiungerliSulle prospettive di crescita del Vietnam e le opportunità che si aprono in questo

Paese per le imprese italiane, Diplomazia Economica Italiana ha intervistato

l'Ambasciatore italiano ad Hanoi, Lorenzo Angeloni

a pagina 2

Hanoi - I Vecchi Quartieri

Ministero degli Affari Esteri

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Il Vietnam è visto dalla maggior partedelle imprese solo come una piattafor-ma low cost di delocalizzazione. Qua-li sono invece le vere ambizioni delPaese in termini di sviluppo e politicaindustriale?

L'aspirazione principale del Vietnam équella del raggiungimento dello statusdi economia industrializzata entro il2020. È un risultato molto ambizioso ma inpassato tutti gli obiettivi fissati relativamen-te a parametri di crescita economica sonostati raggiunti (l'ultimo, il raggiungimentodello status di MIC - Major IndustrializedCountries - entro il 2010). Per coglierlo leAutorità di Governo, che si rendono contoche il Vietnam non è più quello di 25 anni

fa, dopo il Congresso di partito in gennaiohanno adottato le nuove linee di sviluppostrategico per il quinquennio 2011-2015.Queste linee ripercorrono il percorso com-piuto dall'avvio del Doi Moi (processo diapertura e riforma del sistema economico)e fissano gli obiettivi per il prossimo futu-ro. In primo luogo dare maggior spazio al-la concorrenza ed al libero mercato, acce-lerando riforme amministrative in tal sen-so. Inoltre, è chiaro che il mantenimentodella crescita economica dipenderà da unosviluppo infrastrutturale in grado di sorreg-gere e promuovere la crescita dei flussicommerciali e di assicurare alle imprese,alle città ed alle campagne una fornitura dienergia in grado di sopportare un consu-mo in costante aumento.

SVILUPPO

Hanoi: obiettivi ambiziosi, ma il Paese è in grado di raggiungerli

L’Ambasciata d'Italia a Hanoi - Dal 1988, gli uffici della Cancelleria sono alloggiati in una palazzina al numero 9 di Le Phung Hieu Street, di proprietà del Ministero degli Esteri vietnamita. Restaurata, rimodernata e ampliata all’inizio del 2003, essa costituisce un interessante esempio dell’architettura francese dell’epoca coloniale.

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L'obiettivo è quello di riuscire a cambia-re il modello di crescita, passando daquello attuale, che necessita di investi-menti crescenti in capitale e prevedeuno sfruttamento delle risorse naturalied un ricorso al basso costo del lavoro,ad un modello nuovo, che si basi sul-l'utilizzo di una tecnologia moderna edefficiente da parte di risorse umane al-tamente qualificate che utilizzano meto-di di gestione moderni ed efficaci. Que-sta è la risposta che si vuole dare all'esi-genza, molto sentita in Vietnam, di evi-tare quella "MIC Trap" nella quale mol-te economie emergenti sono cadute inpassato.È sicuramente un compito improbo masono sicuro che, nel cercare di realiz-zarlo, il Governo vietnamita si muoveràcon l'usuale serietà e impegno. In findei conti, è quello che abbiamo già vi-sto in questi primi mesi del 2011: anchea causa delle turbolenze dell'economiainternazionale, in Vietnam si sono regi-strati, a partire dal 2010, dei segnali diinstabilità macroeconomica (aumen-to dell'inflazione e del deficit pubblico,tensione sul tasso di cambio del dong)a cui le Autorità, soprattutto dopo il Con-gresso di Partito tenutosi a gennaio e ilconsolidarsi degli equilibri di potere,hanno voluto reagire, prendendo dei

provvedimenti (diminuzione della spe-sa pubblica, svalutazione del dong, au-mento del tasso d'interesse) che vengo-no incontro ai suggerimenti e alle indi-cazioni espresse a più riprese dai prin-cipali partner a livello bilaterale e mul-tilaterale. Azioni intraprese nonostanteil fatto che tali provvedimenti - di carat-tere restrittivo - andranno sicuramentea incidere sulla crescita economica, ele-mento che la leadership vietnamita con-sidera tradizionalmente il più rilevante,per il suo valore intrinseco di fattore distabilità sociale.

Quali sono le prossime tappe del DoiMoi, cioè del processo di apertura eriforma del sistema economico, chesono importanti per le imprese stra-niere? E quali le maggiori aree di 're-sistenzà della classe dirigente politi-ca (ed economica) vietnamita?

Se si guarda al passato, non si può nonosservare con ammirazione gli impor-tantissimi risultati raggiunti nel percorsodelle riforme del Vietnam: il dato chespicca è quello della crescita econo-mica del Paese che ha consentito unadrastica diminuzione dell'indigenza: lapopolazione al di sotto della soglia di po-vertà (1 Usd/giorno) è scesa dal 58% del1993 al 12,8% nel 2008, in media nellatotalità del Paese e dal 25% (sempre del1993) al 4% nel 2006, nelle aree urba-ne. Ma non si possono non menzionarelo sviluppo del settore privato (dalpunto di vista numerico, le imprese pri-vate in Vietnam ormai superano il 95%del totale delle imprese registrate e con-tribuiscono alla metà del PIL e al 60%dell'occupazione), le migliorate capaci-tà di attrazione degli investimentistranieri e la ormai assodata capacitàdel Vietnam di giocare un suo ruolo a li-vello internazionale, anche attraversouna sempre più profonda integrazione alivello di commercio internazionale: in-gresso nel WTO e stipula di tutta unaserie di FTA (accordi di libero scambio)in ambito regionale. Come ho accennato rispondendo allaprecedente domanda, il Vietnam del2011 non può però accontentarsi dellericette degli anni passati, perché il Pae-se non è ormai quello che era 20 anni

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L’Ambasciatore Lorenzo Angeloni

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fa, e ulteriori riforme sono necessarie. Inparticolare, anche nel dibattito politicoche si è sviluppato nel Paese, si è mol-to sottolineata negli ultimi mesi la ne-cessità di interventi pesanti diretti allaristrutturazione (con ricorso accentua-to alla privatizzazione) delle imprese diStato. In passato, si è cercato di percor-rere le vie sperimentate da altri Paesi,creando "campioni nazionali" in gradodi operare sui mercati regionali e mon-diali. Così facendo, tuttavia, non si so-no raggiunti i risultati sperati e molti deigrandi gruppi di Stato hanno approfitta-to della facilità di accesso al credito ga-rantita dalle politiche governative perespandersi in settori non di "core busi-ness", impedendo la crescita di "com-petitor" nazionali privati ed arrivando inqualche caso, dopo il crack dei mercatifinanziari del 2008-2009, e proprio perproblemi di cattiva gestione economicae finanziaria, a situazioni prossime aldefault, come il caso del gigante vietna-mita della cantieristica navale Vinashinha purtroppo dimostrato a livello inter-nazionale. Resistenze ve ne saranno senz'altro,stante la stratificazione di interessi chela gestione corrente delle SoE (impresea controllo statale) ha creato, ma la ten-denza dei prossimi anni sarà quella diaumentare la pressione della concorren-za sui gruppi di stato, riconducendone lagestione a puri criteri di mercato.

La competitività di un Paese non è so-lo il costo del lavoro, ma anche la qua-lità delle risorse umane. Come si col-loca il Vietnam in questo contesto?

Il miglioramento anche in questo campo èuno degli aspetti su cui, come accennavo,il Vietnam deve puntare in modo strategi-co, per consentire al suo motore economi-co di girare a tutta potenza. Il Paese scon-ta il problema di un sistema dell'istruzionemodellato secondo schemi non moderni eche non presenta ancora adeguate oppor-tunità di formazione professionale. Occor-re però dire che i vietnamiti sono ottimi ese-cutori e gran lavoratori, e questo lo affer-mo non tanto in base alle mie impressioni,essendo arrivato da poco in questo Pae-se, quanto sulla base delle testimonianzeche raccolgo dagli imprenditori italiani chesi sono già stabiliti in Vietnam. Mi sembraaltresì importante mettere in luce che inquesto Paese si registrano tassi bassissi-mi di criminalità e che il livello di conflittua-lità sociale è molto contenuto se non, inmolto casi, inesistente. La gente, in que-sta fase caratterizzata dalla crescita impe-tuosa descritta, guarda al domani con ot-timismo, certa che il futuro porterà oppor-tunità di benessere. In tale quadro di aspet-tative, anche psicologiche, la tendenza ela disponibilità a imparare sono molto dif-fuse e rappresentano un ulteriore "asset"sul quale potere fare affidamento in vistadi attività commerciali e industriali.

La famosa baia di Ha-Long, una delle principali mete turistiche del Paese (foto Sándor Laza)

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Gli investimenti in infrastrutture delPaese sono una grande opportunità.Ma dove e come devono agire le im-prese italiane per salire su un trenogià in corsa?

Lo sviluppo delle infrastrutture costituisceuna delle priorità delle Autorità vietnami-te che devono far fronte ad una rapidacrescita economica, trainata da un pro-cesso di ammodernamento, industrializ-zazione e da un forte afflusso di investi-menti esteri. La sostenibilità del proces-so di sviluppo economico dipende in granparte dalla capacità di dotarsi di una retedi infrastrutture (strade, porti, aeroporti,ferrovie) in grado di sostenere e rafforza-re la crescita dei flussi commerciali e tu-ristici, dalla possibilità di assicurare alleimprese, alle città ed alle campagne unastabile fornitura di energia in grado di rap-portarsi al crescente consumo e dalla pre-visione di adeguate misure volte a salva-guardare l'ambiente.Le necessità di finanziamento di pro-grammi infrastrutturali prioritari per iprossimi dieci anni si possono stimaredai 70-80 fino ad oltre 100 miliardi di Usd.Per raggiungere queste cifre, soprattut-to in un momento in cui tenere sotto con-trollo la crescita del disavanzo pubblicoè importante per il Vietnam, è assoluta-

mente cruciale il coinvolgimento di inve-stitori privati e stranieri, di qui l'esigenzadi mettere a disposizione dei soggetti in-teressati tutti i più moderni strumenti nor-mativi per attrarre capitali privati, chehanno portato all'introduzione di recentiinnovazioni normative, come la nuovalegge sul PPP (Public Private Partner-ship) entrata in vigore lo scorso genna-io. L'utilizzo del PPP dovrebbe quindiservire come mezzo per mobilizzareconsistenti flussi di capitale privato, talida consentire di migliorare - grazie al-l'apporto di tecnologia e "know how" pro-veniente dal settore privato - l'efficienzadell'investimento oltre che colmare ungap finanziario altrimenti insostenibileper le casse pubbliche.Grandi "attori" nel contesto locale dello svi-luppo delle infrastrutture sono gli organismimultilaterali, come la Banca Mondiale el'Asian Development Bank, che interven-gono ogni anno con centinaia di milioni diUsd di crediti agevolati per lo sviluppo de-stinati, per la maggior parte, proprio allosviluppo delle infrastrutture vietnamite. Si-mile approccio viene utilizzato anche daalcuni Paesi, come il Giappone, la Franciae la Germania che, grazie all'utilizzo dellostrumento del credito d'aiuto, sono riusci-ti ad entrare in importanti progetti di svilup-po infrastrutturale.

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Ho Chi Minh - Una strada del centro (foto Huzeado/Wikipedia)

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Un quadro di tale interesse, allo stessotempo così frastagliato, prevedrebbe la ne-cessità per le nostre imprese di venire di-rettamente ad esplorare il terreno, monito-rando la situazione e cercando le miglioriopportunità, dal momento che, anche perla cultura locale, gli interlocutori vietnami-ti privilegiano il rapporto diretto e continuonel tempo.

Il Vietnam come “piattaforma produtti-va” per operare nel mercato Asean/Af-ta: chi si sta muovendo già in questa di-rezione e quali sono i vantaggi del Si-stema Paese?

Con l'adesione al WTO (2007) e la par-tecipazione a tutta una serie di accordi diintegrazione regionale, nel quadro del-l'ASEAN e anche oltre (Cina, Corea,Giappone, India, Australia e Nuova Ze-landa), il Vietnam si è strettamente inte-grato nell'economia internazionale tantoche, nel 2008, più del 69% del PIL era co-stituito da beni e servizi destinati al-l'esportazione. Gli accordi di scambio dicui parliamo prevedono asimmetrie tarif-farie all'interno dell'area a favore del Viet-nam che, limitatamente ai dazi, possonoconsentire al Paese di assumere il ruolo

di vera e propria piattaforma produttivaper esportare determinati prodotti nel-l'area. L'asimmetria consente ad alcuniPaesi dell'aera (fra cui il Vietnam, consi-derato parte "debole") di mantenere laprotezione di alcuni settori sensibili sfrut-tando al contempo l'apertura del merca-to dei partner. Fra questi settori possia-mo segnalare quello dei motocicli; laPiaggio, ad esempio, sta procedendoproprio lungo questa via: il raddoppio del-l'investimento con l'apertura di un secon-do stabilimento qui in Vietnam, previstaper aprile, mira ad aumentare la produ-zione che sarà destinata non solo al mer-cato locale (di assoluto rilievo visto checomunque, da solo, vale una volta e mez-zo quello europeo), ma anche ad espor-tare le vespe "made in Vietnam" in Indo-nesia e negli altri Paesi ASEAN. Ma nonè l'unico esempio perché un'altra presen-za storica qui è quella della Perfetti vanMelle che ha sperimentato un simile ap-proccio; tanto è vero che oltre metà del-la produzione è destinata all'esportazio-ne. Inoltre questa tendenza potrà esse-re accentuata in futuro, quando verrà fi-nalizzato l'accordo di libero scambio conl'Unione Europea, la cui fase negozialepotrebbe aprirsi fra breve.

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File di Vespe pronte per la distribuzione nello stabilimento di Piaggio nella provincia settentrionale di Vinh Phuc

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A partire dal 1986, analogamente allaCina che aveva già compiuto questopasso, il Vietnam ha avviato un proces-so di riforme economiche tuttora in attocon l'obiettivo di instaurare un'economiasocialista orientata al mercato (doi moi).Da allora, il processo di crescita del Pae-se su tassi elevati (in media attorno al7% annuo) è stato interrotto soltanto dal-la crisi asiatica nel 1998 e 1999 e dallacrisi globale del 2008-2009. Oggi più del92% della popolazione vietnamita viveal di sopra della soglia minima di pover-tà. Nei primi anni Novanta solo il 49% deivietnamiti si trovava in questa condizio-ne. I progressi sono stati veramente no-tevoli.Un'ulteriore, importante svolta, si è avu-ta nel gennaio del 2007 con l'ingressodel Paese nella WTO (World Trade Or-ganization) che da un lato ha contribui-to ad aprire il mercato interno, ma ha an-che reso il Paese particolarmente inte-ressante per la delocalizzazione di mol-

te attività industriali ad alto contenuto dimanodopera destinate ad essere rie-sportate (tessile e abbigliamento, filieradel cuoio, lavorazioni diverse). Di qui unmassiccio flusso di investimenti dal-l'estero. Stando alle statistiche vietna-mite il valore cumulato di questi investi-menti (inclusi quello nel settore immobi-liare e dei servizi) alla data del 30 set-tembre 2010 era di 192 miliardi di dolla-ri, per un totale di quasi 12mila opera-zioni. In particolare un numero crescen-te di aziende e organizzazioni commer-ciali straniere sceglie le aziende vietna-mite come "secondi fornitori" da affian-care a quelli cinesi nelle filiere tradizio-nali (abbigliamento, calzature, prodottiin plastica e in metallo). Indubbiamen-te il Paese è competitivo e il dato si puòrilevare dall'andamento della produzio-ne industriale e dalle esportazioni che,dopo il rallentamento del 2009 provoca-to dalla crisi finanziaria, hanno subitouna forte accelerazione già nel 2010.

CONGIUNTURA

Quando il socialismo si orienta al mercatoL'economia privata è ormai preponderante. Sul Paese staconfluendo un numero crescente di investimenti esteri.Opportunità di mercato collegate alla crescenteindustrializzazione, alla modernizzazione dell'agroindustria e oraanche ai grandi progetti nelle infrastrutture

Fonte: Economist Intelligence Unit

I motori della crescita vietnamita2009 2010 2011 (stima)

PIL (reale) + 5,3% + 6,8% + 6,9%Consumi privati + 3,7% + 7% + 4%Investimenti + 8,7% + 8,5% + 8%Esportazioni - 6,1% + 15 + 12,9%Importazioni - 6,4% + 17,1% + 10,5%

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Attualmente i problemi congiunturali chepreoccupano maggiormente il Governosono il livello eccessivamente elevatodell'aumento dei prezzi, il persistentesquilibro della bilancia commerciale -imputabile però in buona parte alla po-litica di investimenti in atto nel Paese(industrie, infrastrutture) - e il livello piut-tosto elevato del deficit dello Stato, do-

vuto anche alle iniziative prese dal Go-verno stesso per fronteggiare gli effettidella crisi che nel 2008/2009 ha colpitosoprattutto le attività orientate all'espor-tazione. Un importante polmone per lastabilità macroeconomica del Paese,comunque, è dato anche dalle massic-ce rimesse degli emigranti vietnamitiprovenienti da tutto il mondo.

Il Vietnam ha una popolazione di 89 milioni diabitanti. Il territorio con una superficie di329mila km2, paragonabile a quella dell'Ita-lia, è suddiviso tra un sud più avanzato e in-dustrializzato e un nord più popoloso e mag-giormente dedito all'agricoltura. È un Paesegiovane: il 26% della popolazione vietnamitaha meno di 15 anni e il 56% ha meno di tren-t'anni. Un ulteriore punto di forza del Paese èil tasso di alfabetizzazione molto elevato(93%), accompagnato da un'attenzione par-ticolare dei singoli, delle famiglie e del-le Autorità verso il migliora-mento del gra-do di istru-zione. Ele-vata anchel'aspettativamedia di vita(74 anni). Ilterritorio haancora caratte-ristiche larga-mente rurali: uf-ficialmente solo il30% degli abitan-ti infatti vive inaree urbane. In re-altà il dato non tie-ne interamente con-to della forte immi-grazione dalle cam-pagne verso le cittàed è comunque desti-nato ad aumentare ra-

pidamente. Attività forestali e pesca occupa-no poco più della metà della popolazione e co-prono una quota attorno al 20% del prodottointerno lordo (PIL). L'industria e il settore co-struzioni assorbono circa il 16 % dell'occupa-zione e il 40% del PIL. I servizi un altro 40%del PIL e il 32% dell'occupazione. Il redditomedio disponibile pro capite, secondo la Ban-ca Mondiale, è attorno ai 1.000 dollari all'an-

no, ma ci sononotevoli dispari-tà tra le diverseProvince e, a li-vello ancorapiù generale,tra popolazio-ne urbana(con mag-giori dispo-nibilità) equella ru-rale.

Un Paese giovane

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Le importazioni e le esportazioni di be-ni hanno una percentuale molto alta sulPIL, pari rispettivamente al 74,4% e al61,2%. Nel 2007, quando il Vietnam en-trò a fare parte della WTO, la mediasemplice delle tariffe doganali era parial 17,2%, con un impegno però a ridur-la al 13,5% nel 2014. Rimane tuttorapiuttosto elevato il livello medio dei da-zi sui prodotti agricoli. In particolare ilGoverno di Hanoi si è riservato la pos-sibilità di sottoporre a dazi particolar-mente elevati le bevande alcoliche, iprodotti a base di tabacco, il caffè solu-bile, gli autoveicoli e motoveicoli nuovie usati e alcuni materiali da costruzio-ne. Particolarmente colpite anche le im-portazioni di beni di lusso. Le tariffe do-ganali particolarmente alte, in questo ul-timo caso, indicano una precisa volon-tà del Governo di limitare gli esborsi invaluta per l'acquisto di prodotti conside-rati come voluttuari.

Negli altri casi, l'intenzione prevalente èdi proteggere le industrie nazionali o co-munque la produzione interna (inclusaquella effettuata da operatori esteri).

Esportare in Vietnam Nei primi 10 mesi del 2010 le principalivoci delle importazioni vietnamite dal-l'estero sono state i macchinari (16%)seguiti da tessuti e altri materiali per leindustrie di abbigliamento locali, petro-lio e combustibili, ferro e acciaio, pro-dotti e componenti elettronici, materieplastiche. La quota preponderante (65%) delle im-portazioni vietnamite attualmente pro-viene dai Paesi vicini. I principali forni-tori asiatici sono, nell'ordine: Cina, Co-rea del Sud, Giappone, Taiwan, Thailan-dia e Singapore. Nel primo semestre del 2010 la princi-pale voce delle importazioni vietnamite

COMMERCIO ESTERO

Interscambio: con l'Italia può crescereLe maggiori opportunità per gli esportatori italiani sono nellameccanica strumentale ma devono confrontarsi con una forteconcorrenza asiatica

- Il comparto che offre le maggiori opportunitàper le esportazioni italiane è la meccanica stru-mentale, anche se le aziende italiane del set-tore devono fare i conti con la forte concorren-za dei produttori asiatici. Tra i principali seg-menti: le macchine per l'in-dustria tessile, le pom-pe e i compressori, lemacchine per miniere,cave e cantieri, le mac-chine utensili e quelle perlavorazione della gommae della plastica.

- Il Vietnam è ricco di risorse naturali e prodot-ti agricoli. Produce grandi quantità di riso, caf-fè, pepe e anacardi e ha un settore della pesca

molto rilevante. Pertanto ilcomparto agroalimentarepuò offrire interessanti op-portunità sia per quanto ri-guarda la meccanizza-zione dell'agricoltura,sia per quanto riguardale tecnologie della tra-sformazione alimen-tare e del packaging.

Opportunità per il sistema Italia - 1

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dall'Italia è stata i mezzi di trasporto(quasi il 26% del totale) grazie soprat-tutto ai motoveicoli, con l'avvio della pro-duzione dello stabilimento della Piag-gio, seguiti da macchine e apparecchimeccanici (22%), prodotti tessili, (16%),sostanze e prodotti chimici.

Vendere Nel 2009, nel contesto del processo digraduale apertura del Paese alla con-correnza estera, il Governo vietnamitaha varato un'importante riforma cheapre il settore della distribuzione agliinvestimenti esteri. In pratica, oggi, sipossono stabilire in Vietnam centri divendita, sia all'ingrosso che al dettaglio,a totale partecipazione straniera anchese restano alcune aree dove l'applica-zione della riforma è più lenta o le nor-mative sono meno chiare. In particolarele imprese estere che vogliono aprire piùdi un negozio devono sottoporre doman-da alle Autorità locali che decidono inbase alla maggiore o minore presenzain loco di esercizi commerciali dellostesso tipo, e questo lascia spazio adampi margini di discrezionalità. È invece in rapido aumento il numero disupermercati, ipermercati e grandi ma-gazzini presenti nel Paese. Alla fine del2009 se ne contavano oltre 530, localiz-zati non solo a Ho Chi Minh City e ad Ha-noi, ma anche nelle altre città principa-li. Si calcola che la distribuzione moder-na veicoli tra il 15 e il 25% del commer-cio al dettaglio, a seconda dei beni, conun fatturato di circa 65 miliardi di dolla-ri nel 2009 e una crescita del 18,6% ri-spetto al 2008. Negli ultimi anni hannoaperto anche alcuni grandi magazzini

con specializzazioni settoriali, in partico-lare nei materiali da costruzione, neglielettrodomestici, nelle calzature e neiprodotti tessili e dell'abbigliamento. È infortissima crescita il segmento dei mini-market, che combinano moderne tecni-che distributive e di marketing con su-perfici e mix di prodotti più modesti, vi-cini al formato tradizionale degli eserci-zi vietnamiti.

Esportare dal Vietnam Nei primi otto mesi del 2010 le principa-li filiere di esportazione del Vietnam so-no stati i prodotti tessili e di abbigliamen-to (15% del totale), agricoli (12%), pe-trolio greggio, calzature, prodotti dellapesca, prodotti elettronici, mobili e altriprodotti in legno. Va rilevato che sia perquanto riguarda i prodotti dell'abbiglia-mento che quelli in cuoio, il Vietnam, adifferenza della Cina, non dispone anco-ra di un numero sufficiente e adeguata-mente specializzato di produttori di se-milavorati di qualità (tessuti, pelli tratta-te). Il valore aggiunto quindi è limitatospesso ai margini di lavorazione, piutto-sto ridotti. Lo stesso vale per altre filie-re quali elettronica, metallurgia, prodot-ti in plastica.…verso gli Usa Nel 2001 Vietnam e StatiUniti d'America siglarono uno storico ac-cordo commerciale che, chiudendo de-finitivamente col contenzioso ereditatodal passato, apriva ai prodotti vietnami-ti un ingresso privilegiato sul mercatostatunitense. La conseguenza è statauna crescita esponenziale delle espor-tazioni vietnamite in Usa, il cui valore èpassato da circa 1 miliardo di dollari a11,3 miliardi nel 2009.

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Nei primi 10 mesi del 2010 avevano giàsuperato i 9 miliardi di dollari, con unacrescita su base annua superiore al 25per cento.…verso la UE La maggior parte dei be-ni vietnamiti esportati verso la Ue be-neficia di dazi ridotti sulla base del si-stema delle preferenze generalizzate(Gsp) ad eccezione, dal 1 gennaio2009, di tutti i tipi di calzature colpiteda un dazio aggiuntivo (antidumping)del 10 per cento. Nel 2010 tra Vietnam e Ue è stato av-viato un negoziato per la realizzazionedi un accordo di libero scambio nel con-testo di un rapporto più ampio (Accor-do di partenariato e cooperazione) che,una volta ratificato dalle due parti, co-stituirà la base per le future relazioninon solo in campo commerciale, ma an-che di accesso ai diversi programmi eu-ropei nel campo della ricerca, delle po-litiche di mercato, della modernizzazio-ne degli apparati statali e delle ammi-

nistrazioni centrali e locali, dello svilup-po sociale e dei diritti umani. Il maggior“cliente” europeo del Vietnam in realtàè la Svizzera, che nei primi otto mesidel 2010 ha importato per oltre 2,1 mi-liardi di dollari, seguita dalla Germaniacon oltre 1,4 miliardi (+18% annuo).…verso l'Italia Nel primo semestre del2010 le principali voci dell'export viet-namita verso l'Italia erano concentratenella filiera dell'abbigliamento, degli ac-cessori e dei prodotti in pelle e cuoio,che hanno coperto il 42% del totale, se-guiti da prodotti agricoli e ittici (16,5%),alimentari (13%) e mobili (7,5%). La natura degli scambi è spesso legataal traffico di perfezionamento passivo.Ad esempio nel settore tessile l'Italiaesporta in Vietnam non solo macchi-nari, ma anche fibre sintetiche e tes-suti pregiati per poi importare prodottifiniti, quali articoli di vestiario e acces-sori, articoli di maglieria e prodotti semi-lavorati.

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- Un comparto in forte crescita e suscettibile diulteriore espansione è quello delle sostanzechimiche usate come intermedi nelle indu-strie di trasformazione vietnamite.- Il boom edilizio in atto nel Paese offre oppor-tunità anche per la vendita di materiali da co-struzione e componenti, forniture contractdi elementi d'arredo.- In costante espansione è stato negli ul-timi anni il settore del turi-smo, grazie ai crescenticollegamenti aerei inter-nazionali e ai numerosiinvestimenti sia locali cheesteri. Da poco più di 2 mi-lioni di visitatori esteri nel2000 si è passati a 4,3 mi-lioni nel 2008. E dopo un leg-gero arretramento nel 2009,nei primi 9 mesi del 2010 l'au-mento è stato del 34% su ba-se annua. Il fenomeno apre in-

teressanti opportunità per la fornitura di beni,servizi e attrezzature per alberghi, catene diristorazione, centri turistici e via dicendo.- Il Vietnam offre un mercato interessante an-che per i prodotti del made in Italy, ma è op-portuno non sopravvalutare la capacità di spe-

sa delle famiglie locali, purse in crescita, soprattuttoin area urbana. Occorrequindi calibrare le strate-gie di insediamento piùadatte in funzione dellafascia di mercato a cuici si rivolge: pricing,eventuale localizza-zione di una partedella produzione,posizionamento econtrollo diretto oindiretto dei puntivendita.

Opportunità per il sistema Italia - 2

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…verso l'Asia Il Vietnam dal 1995 è mem-bro dell'Asean. In tale ambito partecipaagli accordi di libero scambio con gli al-tri nove paesi che ne fanno parte (AF-TA: Association of South East Asiannations free trade area) che prevedo-no una riduzione al 5% o meno dei daziall'importazione su oltre 10.000 articolie l'eliminazione delle restrizioni quanti-tative e delle barriere non tariffarie en-tro il 2012. Questo consente ai prodottivietnamiti di accedere a un mercato mol-to più ampio di quello domestico. In que-st'ottica, ad esempio, Piaggio ha aper-to uno stabilimento per la produzione discooter vicino ad Hanoi. Ulteriore impulso alle esportazioni do-vrebbe derivare dagli accordi commer-ciali conclusi dal Vietnam con Australia,

Nuova Zelanda, Cina, Corea del Sud,Giappone e India. In particolare con ilGiappone è in fase di avvio un econo-mic partnership agreement che prevedel'eliminazione completa, entro alcuni an-ni, dei dazi sul 92% delle merci scam-biate tra i due Paesi e un accordo per losviluppo dell'industria di supporto neisettori rilevanti per gli investitori giappo-nesi. Nei primi otto mesi del 2010 il Giap-pone si è classificato al secondo postotra i mercati di sbocco di prodotti vietna-miti, per un totale di oltre 4,8 miliardi didollari (+24% annuo). Il Giappone è se-guito dalla Cina (oltre 4 miliardi di dolla-ri), Corea del Sud, Singapore (che in re-altà è soprattutto un 'hub' commercialedi riesportazione da provenienze diver-se), Filippine, Malaysia.

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- Rilevanti possibilità di collaborazione esisto-no nel campo del trasferimento di tecnologianel settore ambientale, considerato un'areadi intervento prioritario per la Coperazione al-lo Sviluppo del Governo italiano nel Paese.Opportunità di forniture si presentano anchenei sistemi di protezione civile, nelle teleco-municazioni, nel campo dei medicinali e del-le apparecchiature medicali, nell'ingegneriaelettronica, software e nelle attrezza-ture per la gestione deltraffico ae-reo. In alcunidi tali settori glii nves t imen t iesteri sono par-ticolarmente in-centivati dal Go-verno vietnamita.

- La grande svolta in atto nel settore delle in-frastrutture apre la porta, oltre che alle im-prese di costruzione italiane (soprattutto insegmenti specializzati), anche alla fornitura diuna vasta gamma di attrezzature, sistemi eimpiantistica per reti ferroviarie, gestionedel traffico stradale, aeroporti, linee e cen-

trali elettriche, si-stemi di gestionee smaltimentoacque reflue erifiuti.

Opportunità per il sistema Italia - 3

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I capitali esteri affluiti nel corso degli an-ni in Vietnam sotto forma di investimen-ti esteri diretti nei diversi comparti di at-tività (industria, immobiliare, finanza,servizi, agricoltura) ammontano ad oltre190 miliardi di dollari. Nei primi nove me-si del 2010 sono stati approvati 720 nuo-vi progetti di investimenti dall'estero che,in aggiunta agli ampliamenti richiesti perattività già avviate, si traducono in un af-flusso atteso pari a 11,4 miliardi di dol-lari. Il 92% (in valore) di questi investi-menti si concentra in quindici provincevietnamite: sette meridionali (Ba Ria -Vung Tau, Ho Chi Minh City, Ca Mau,Long An, Binh Thuan, Binh Duong eDong Nai), quattro settentrionali (QuangNinh, Bac Giang, Hanoi e Bac Ninh) equattro centrali (Nghe An, Quang Ngai,Ha Tinh e Quang Nam). Il comparto ma-nifatturiero è tornato al primo posto del-la graduatoria (con 3,6 miliardi di dolla-ri), seguito da elettricità, gas e acqua(2,9 miliardi ), immobili (2,7 miliardi ),costruzioni e strutture di appoggio per lalogistica. Gran parte dei nuovi investi-menti, nel settore manifatturiero e logi-stico, sono stati effettuati nei parchi in-dustriali ed export processing zonesoperanti nel Paese, dove è praticata lapolitica dello sportello unico, che snelli-sce le procedure burocratiche.

Costo del lavoro contenutoIl principale vantaggio del Vietnam pergli investitori stranieri è la disponibilitàdi una forza lavoro giovane, relativa-mente ben istruita e a buon mercato. Ilsalario minimo mensile nelle imprese lo-cali per un neoassunto nelle imprese acapitale straniero è attorno a 70 dollariad Hanoi e Ho Chi Minh City, ma puòscendere a 54 dollari nelle zone rurali enelle città minori. Di fatto la media è at-torno ai 100 Usd per la manodopera nonspecializzata, 150 per quella specializ-zata e 350 per il personale dotato di lau-rea breve (Bachelor of arts). A tali cifrevanno aggiunti gli oneri sociali e previ-denziali, recentemente aumentati, chepesano, dal primo gennaio 2010, per il20% sul salario a carico del datore di la-voro e per l'8,5% a carico del dipenden-te, nonché altre voci accessorie minori.È da prevedere nei prossimi anni un au-mento degli oneri per l'assicurazione sa-nitaria. Gli investimenti esteri in una lun-ga lista di settori, tra i quali molti appar-tenenti al comparto primario (sfrutta-mento delle risorse naturali e ittiche) eterziario (commercio con l'estero e sulterritorio nazionale, servizi alle impresee alla persona) sono sottoposti a unanon meglio definita approvazione condi-

POTENZIALITÀ PER LE IMPRESE

Gli operatori internazionali investono nel PaeseComparto manifatturiero al primo posto. Ma Hanoi punta ad attrarre capitali dall'estero anche per le infrastrutture

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zionale. In altri termini, l'apertura agli in-vestitori stranieri è decisa caso per ca-so dalle autorità locali in accordo con leautorità centrali competenti. Alle impre-se straniere localizzate nelle zone ma-nifatturiere per l'esportazione e nei par-chi industriali si applicano imposte sulreddito ridotte ed esenzioni dai dazi diimportazione su macchinari, mezzi ditrasporto e materiali utilizzati nonchéesenzioni di diversa durata dall'impostasul valore aggiunto. Esistono inoltrespeciali incentivi agli investimenti nelleregioni svantaggiate. Gli investimentiesteri sono effettuati sotto forma di im-presa a capitale interamente straniero,di joint venture o di contratto di coope-razione commerciale. Gli investimenticon la formula della finanza di progettosono utilizzati nel campo delle infrastrut-ture per la costruzione di centrali elettri-che, porti e, in misura minore, in auto-strade e ponti. Il totale cumulato in que-sto segmento supera i 7 miliardi di dol-lari, ma il dato è destinato ad aumenta-re considerevolmente con la previstaapprovazione di una normativa detta-gliata sul partenariato pubblico-privato(Ppp).

La presenza italianaL'Italia, ad oggi, non risulta presente nelsettore delle infrastrutture. In cambio siregistra una presenza ridotta, ma quali-ficata, di aziende italiane in diversi set-tori che hanno puntato sul Paese conobiettivi diversi:- acquisire una posizione di leadershipsul mercato locale, come ha fatto il grup-po dolciario Perfetti Van der Melle, unodei primi a insediarsi in Vietnam, doveoggi opera con due stabilimenti; - utilizzare il Paese come piattaforma diproduzione competitiva per riesportarein tutto il mondo, scelta effettuata da di-versi investitori, incluso il gruppo Data-logic protagonista di una delle operazio-ni più recenti con l'insediamento di unostabilimento di lettori di codici a barre; - approvvigionare le filiere locali con se-milavorati di qualità, come i tessuti spe-ciali per l'abbigliamento sportivo prodot-ti in Vietnam dal gruppo Carvico;- puntare sia al mercato locale che allapiù vasta area della Asian Free TradeArea (Afta) come ha fatto il gruppo Piag-gio, insediando uno stabilimento ad Ha-noi per la produzione di scooter.

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Fonte: Ice

Investimenti diretti italiani in Vietnam (stabilimenti di produzione)Azienda Tipologia di prodottoBonfiglioli riduttori Motori elettriciCarvico Tessuti elasticizzati per abbigliamento sportivoCIR Food Preparazioni alimentari e fast foodDatalogic Scanner per codici a barreFerroli CaldaieGritti Bottoni e accessoriLegnoluce Produzione mobili da giardinoItalian Productions Prodotti in cuoioMapei Adesivi e prodotti ediliziaMeteco Pannelli in metallo per ediliziaMerloni termosanitari CaldaiePerfetti Van del Melle Chewing gum e caramellePiaggio ScooterRino Mastrotto Tappezzerie in cuoio per industria mobile, auto ecc.Midax Sacchetti in plasticaSegis Componenti per mobiliSystem Cilindri per macchine ceramica

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Oltre alla presenza delle aziende mani-fatturiere, in Vietnam sono presenti an-che diversi gruppi bancari italiani. Tra diessi il gruppo Intesa San Paolo, checon un ufficio di rappresentanza haaperto una linea di credito del valore di100 milioni di dollari, in gran parte ga-rantita da Sace, con la Banca per ilcommercio estero del Vietnam (Viet-combank). Sono inoltre attive consocia-te estere di altre due banche italiane. In

particolare la BNL opera attraverso lacontrollante Paribas e Unicredit attra-verso la controllata Unicredit AG. Nel corso del 2006 Vietcombank e laBanca Popolare di Vicenza hanno fir-mato un accordo di cooperazione adampio spettro. Molte altre banche italiane corrispondo-no con banche vietnamite, mettendo an-ch'esse talvolta a disposizione linee dicredito commerciale di breve periodo.

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- Il gruppo Banca Mondiale finora ha incen-trato la strategia di assistenza al Vietnam suiseguenti pilastri: miglioramento del businessenvironment, rafforzamento dell'inclusione so-ciale, incremento delle capacità di gestionedelle risorse naturali e dell'ambiente, migliora-mento della governance nel settore bancario,finanziamento di progetti infrastrutturali nei tra-sporti urbani, nella produzione e distribuzionedi energia elettrica, fornitura di acqua potabi-le e trattamento dei rifiuti nelle città e nelle areerurali. Attraverso la International Finance Cor-poration, il gruppo Banca Mondiale favoriscela partecipazione di investitori privati allo svi-luppo delle infrastrutture e alla privatizzazionedelle imprese di Stato e ha attivato canali di so-stegno e finanziamento per le piccole e medieimprese.- La Banca Asiatica di Sviluppo (ADB) pun-ta a sostenere il Paese principalmente da duepunti di vista, ovvero la gestione efficiente del-la spesa attraverso la lotta alla corruzione,l'adeguamento delle normative e il coinvolgi-mento di capitali privati nell'eco-nomia, ma anche ilconcreto finanziamen-to di infrastrutture. Siaggiunge l'obiettivo diuno sviluppo inclusivoattraverso il sostegnodelle fasce più deboli del-la popolazione e la gestio-ne sostenibile delle risor-se naturali e dell'ambiente.Al momento, sono in corso41 progetti per un importototale di circa 5 miliardi di dol-

lari. La maggior parte è dedicata allo svilup-po di trasporti e telecomunicazioni (34,6%),seguiti da energia (32,8%), agricoltura e risor-se naturali (14%). - La Commissione Europea ha programma-to di destinare al Vietnam 144 milioni di euronel periodo 2011/2013. Tale importo sarà de-stinato, per circa il 40%, alla cooperazione sulpiano dello sviluppo socio-economico (rifor-me istituzionali e riduzione della povertà), peruna analoga quota alla cooperazione nel set-tore sanitario e per il 12% all'assistenza nelsettore commerciale. Recentemente è statacoinvolta anche la Banca Europea degli In-vestimenti (BEI) per il finanziamento di pro-getti infrastrutturali (Linea 2 della metropolita-na di Ho Chi Minh City).- Nel campo specifico dello sviluppo delle in-frastrutture per i trasporti, cruciali per lo svi-luppo del Paese, il Vietnam è beneficiario dicospicui finanziamenti concessi, non solo

dalle Banche multilatera-li, ma anche da singoliPaesi. Tra questi laFrancia nel 2009 harappresentato il princi-pale finanziatore, conoltre 378 milioni didollari l'anno, segui-ta da altri Paesi fracui Corea del Sud,Giappone (in con-sistente aumen-to), Germania con137 milioni e Usacon 138.

Il supporto delle organizzazioni internazionali

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Il programma MUTRAP III ha l'obiettivodi supportare le Autorità e gli operatorivietnamiti nel processo di adeguamen-to alle normative WTO (World TradeOranization) e nei negoziati di adesio-ne del Paese a una serie di accordi com-merciali e multilaterali in ambito Asean(Association of East Asian Nations).È un supporto che si traduce in corsi diformazione, assistenza all'attività nor-mativa e legislativa, consulenza tecnico-strategica in materia di politica commer-ciale, studi e ricerche sull'impatto e l'at-tuazione di questi accordi.

Professor Dordi, sulla base degli ac-cordi WTO il Vietnam si è impegnatoa ridurre le tariffe e più in generaledegli ostacoli all'interscambio di be-

ni e servizi con gli altri Paesi. Comesta procedendo questo processo?

Per quanto riguarda gli impegni assun-ti sulla liberalizzazione degli scambi ela riduzione dei dazi sulle merci, è per-fettamente in linea con le scadenze pat-tuite; in più, negoziati per l'ulteriore libe-ralizzazione dei mercati sono in faseavanzata con gli Stati Uniti ed altri Pae-si nel quadro della Partnership Trans-Pacifica, mentre stanno per iniziare i ne-goziati con l'UE e i Paesi dell'EFTA(Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechten-stein) per la creazione di zone di liberoscambio. Ritengo sia questo l'aspettoche più interessa le aziende italiane. Laclasse dirigente vietnamita ha accoltocon grande entusiasmo l'ingresso del

ACCORDI MULTILATERALI

Apertura del mercato: Hanoi rallenta ma non cambia stradaDiplomazia Economica Italiana ha intervistato Claudio Dordi,docente dell'Università Bocconi e team leader del Programmaeuropeo MUTRAP III (Multilateral Trade Assistance Project) in Vietnam

Ho Chi Min City - Una strada con le decorazioni tipiche della festività del Tet, il capodanno vietnamita (foto Tho Nau/Wikipedia)

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Paese nel WTO nel gennaio del 2007 eil processo di liberalizzazione continua,anche se è stato in parte rallentato dauna serie di successive perturbazioninell'economia internazionale e naziona-le. La crescita notevole degli investi-menti stranieri (e nazionali) registrata inVietnam dopo l'ingresso al WTO e unaserie di operazioni speculative nel set-tore immobiliare hanno prodotto, indi-rettamente, eccesso di liquidità e infla-zione elevata. Questa, nel medesimoanno, ha trovato ulteriore spinta nel rin-caro dei prezzi delle materie prime; suc-cessivamente, la crisi economico finan-ziaria, indebolendo la domanda internadei principali mercati di esportazionevietnamita, ha prodotto una contrazio-ne notevole dell’export. Nello stesso pe-riodo, un crescente deficit commercialeha messo sotto pressione numerosi Mi-nisteri del Governo e ha contribuito a ri-dare voce, all'interno del Paese e delleistituzioni, a coloro che, per vari motivi,erano da sempre contrari al processo diliberalizzazione. Tuttavia, i fatti e gli stu-di intrapresi dal MUTRAP dimostranoche l'economia vietnamita ha semprebeneficiato delle aperture al mercato in-ternazionale, tanto che il rapporto traesportazioni e PIL è al 70% circa. Perquesto si può parlare di rallentamentodel processo di liberalizzazione e non dicambio di direzione, come del resto con-fermato dai documenti del recente Con-gresso (l'undicesimo) del Partito che di-rige il Paese.

Il deficit non è quindi imputabile allacrescita delle importazioni dagli Usae dall'Europa?

No, e i dirigenti vietnamiti ne sono per-fettamente consapevoli. Il deficit com-merciale vietnamita ha due aspetti pecu-liari: si tratta di un deficit dovuto essenzial-mente all'importazione di materie prime,semilavorati e macchinari utili per le indu-strie orientate all'esportazione. In secondo luogo, il deficit è quasi intera-mente dovuto all'interscambio con la Ci-na, dalla quale proviene una quantità cre-scente di prodotti a basso prezzo e quali-

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Claudio Dordi

Hanoi - Tramonto sul Fiume rosso visto dal Long Bien Bridge. Nell'ultimo tratto del suo corso dà il nome alla regione del Delta del Fiume rosso,ricca di giacimenti petroliferi e di gas. (foto Rungbachduong/Wikipedia)

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tà, talvolta, insoddisfacente. Ciò crea pro-blemi, naturalmente, con la qualità dei be-ni prodotti, inclusi quelli destinati all'espor-tazione. Al contrario, con l'Unione Europeae gli Stati Uniti, i maggiori mercati perl'esportazione, il Paese ha un saldo ampia-mente attivo.Il deficit è infine dovuto all'insufficientevalore aggiunto in Vietnam dalle produ-zioni per l'esportazione: a oggi, infatti, ilPaese non è sufficientemente dotato ditecnologia, infrastrutture e strategiecommerciali per incrementare il valoreprodotto internamente. Per questo motivo, l'afflusso di investi-menti esteri è particolarmente benvenu-to dagli operatori nazionali.

C'è anche un po' di resistenza al-l'apertura del settore servizi alleaziende straniere?

Più che altro si tratta di un rallentamentonei settori come quello bancario e delle te-lecomunicazioni, in cui entrano in gioco gliinteressi dei grandi operatori locali. Il feno-meno coinvolge in parte anche il commer-cio, con particolare riguardo alle catenedella grande distribuzione organizzata. Nelsettore commerciale, la normativa consen-te senz'altro l'apertura di un primo puntovendita anche agli operatori stranieri, alcu-ni dei quali, inclusa la tedesca Metro, i fran-cesi Auchan e Big C, e il malese Park-sonsono già presenti nel Paese. La maggioredifficoltà riguarda però l'apertura dei pun-ti vendita successivi per i quali, in base agliaccordi con la WTO le Autorità vietnamitesi sono riservate la facoltà di decidere ca-so per caso, sulla base della presenza omeno, nella località prescelta, di struttureanaloghe in grado di soddisfare il merca-to e i criteri esatti per definire il termine

“analoghe”non sono stati ancora delinea-ti. Vorrei sottolineare però che il problemariguarda in misura limitata le imprese ita-liane in quanto per i grandi marchi di lus-so del made in Italy che volessero aprirepunti vendita del Paese, difficilmente sipresenterebbe questo tipo di problema.Per chi punta su fasce di prodotto medio-alte resta sempre aperta la formula delfranchising o anche la possibilità di accor-di con le grandi catene commerciali giàoperanti. Mentre per il commercio all'in-grosso gli ostacoli sono decisamente mi-nori, è indubbio, in ogni caso, che gli inve-stimenti nel settore dei servizi sarannoquelli più redditizi, in ottica futura (traspor-ti, logistica, servizi finanziari, telecomuni-cazioni, educazione, salute).

Sul piano delle relazioni commercia-li il Vietnam ha siglato già una seriedi accordi di free trade con altri Pae-si asiatici in attesa di concludere unanalogo accordo con l'Europa. Qualisono le conseguenze?

È un'importante opportunità che vale la pe-na di segnalare anche alle imprese italia-ne interessate a posizionarsi sull'insiemedella regione asiatica per diversi motivi.L'accordo regionale Afta (Asian Free Tra-de Area) a cui il Vietnam aderisce e cheinclude grandi mercati in crescita come l'In-donesia, le Filippine, la Thailandia e la Ma-laysia, con oltre 500 milioni di consumato-ri, già oggi prevede una tariffa ridotta al5%, per il 99% delle voci doganali con al-cune eccezioni quali ad esempio l'auto edeterminati prodotti agroalimentari in cuila riduzione tariffaria è ritardata di qualcheanno. Si aggiungono gli accordi bilateralidi libero scambio con Giappone, Cina, Co-rea del Sud, India e Australia che già oggi

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Operai di un’industria del trattamento del pesce

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consentono un accesso privilegiato ai pro-dotti vietnamiti sui loro mercati, con dazidoganali ridotti. Mentre il Vietnam potrà ri-tardare di qualche anno la riduzione delleproprie tariffe. Il Paese quindi offre unapiattaforma produttiva particolarmentecompetitiva per chi punta sull'insieme diquesti mercati, ma c'è di più: il Vietnam, sevuole consolidare il proprio posizionamen-to, dovrà fare ulteriori progressi ai quali leimprese europee e italiane possono con-tribuire efficacemente.

E cioè?

Già oggi il Vietnam, grazie soprattutto allezone economiche speciali e al ridotto costodel lavoro, ha acquisito una presenza signi-ficativa in filiere come l'abbigliamento e lecalzature, l'industria del mobile, la mecca-nica e l'elettronica, ma non dispone ancoradi 'supporting industries' adeguate, in parti-colare per i settori a più alto contenuto tec-nologico, come, ad esempio, quello auto-mobilistico. Il valore aggiunto locale quindisi riduce in quanto le filiere sono incomple-te. Mi riferisco ad esempio a produzioni tes-sili di qualità (filatura, tessitura, finissaggio),ai processi avanzati di lavorazione del cuo-io e del legno, alla componentistica mecca-nica e alle lavorazioni metallurgiche, chimi-che o plastiche. Sono tutte aree in cui ci so-no interessanti opportunità per investimen-ti diretti, oltre che per la fornitura di tecnolo-gie, proprio per gli sviluppi futuri su cui pun-tano le Autorità di Hanoi che intendono ac-crescere la quota vietnamita nella catenadel valore dei prodotti finali.

Il programma MUTRAP III che lei diri-ge ha lo scopo di aumentare la con-sapevolezza di Autorità e operatorilocali riguardo alle regole del com-mercio internazionale e del liberomercato, incluse problematiche diqualità e certificazione dei prodotti evia dicendo. Qual è il livello raggiun-to dal Paese in queste materie?

La conoscenza di queste tematiche a li-vello di responsabili politici, amministra-tivi e di top management in generale, èeccellente. Il problema è però l'attuazio-ne delle regole e delle procedure ai livel-li intermedi e qui è indispensabile fare unimportante sforzo di formazione e discambio di esperienze. La classe dirigen-te Vietnamita è consapevole della man-canza di adeguati sistemi formativi, tan-to è vero che vi è un notevole afflusso digiovani vietnamiti di famiglie facoltosenelle Università degli Stati Uniti e, in mi-sura minore, Europee. Lo sforzo di MUTRAP e dell'Unione Eu-ropea ha avuto, finora, un buon successoe anche la Cooperazione Italiana ha con-tribuito alla formazione dei funzionari go-vernativi con un progetto che ho diretto nel2005 e 2006 e, un nuovo progetto in ma-teria è imminente. Tuttavia la nostra attivi-tà dovrebbe essere sostenuta con mag-giore convinzione dai nostri istituti di forma-zione: il Vietnam, infatti, può rappresenta-re non solo un'opportunità di contribuire al-lo scambio culturale ma anche una fontedi investimento anche redditizio per le no-stre risorse umane.

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I cantieri navali Vinashin Nam Trieu ad Hai Phong

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Il Governo vietnamita ha tracciato am-biziosi programmi per dotare il Vietnamdi un'adeguata rete di strade, porti, ae-roporti, metropolitane. Sono importantianche per garantire la competitività delSistema Paese. Nel settore dell'energiagli investimenti più rilevanti sono su cen-trali a carbone e gas naturale. Per rea-lizzare i numerosi progetti serve peròl'apporto di capitali privati anche dal-l'estero. Il miglioramento delle infrastrutture è lanuova grande sfida del Vietnam nelprossimo decennio. L'obiettivo è di ade-guare la rete dei trasporti (ruota, rotaia,porti, aeroporti, collegamenti marittimi efluviali), il sistema energetico e i serviziurbani al livello richiesto da una nazio-ne moderna.Nei trasporti e nell'energia in particola-re, la maggior parte delle imprese inse-diate nel Paese esprime un giudizio mol-

to critico sulla situazione attuale, che in-cide negativamente sulla competitività.In un recente seminario il Ministro del-la Pianificazione ha spiegato che sonostati individuati progetti per un ammon-tare pari a 139 miliardi di dollari da rea-lizzare nei prossimi dieci anni. Nel solocampo dell'energia si valuta che gli in-vestimenti annui richiesti per tenere ilpasso con la crescita della domandaammontino a circa 4 miliardi di dollari al-l'anno. Si aggiungono interventi per ri-durre gli attuali livelli di inquinamentoper un totale di circa 6-7 miliardi di dol-lari e investimenti per adeguare i siste-mi idrici alle esigenze della popolazioneche, secondo la Banca Mondiale, nonpossono essere inferiori ai 6 miliardi didollari nell'arco dei prossimi 10 anni. Ilproblema, in tutto questo, è fare i conticon le risorse disponibili. Il bilancio del-lo Stato non è sufficiente e il Governo di

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MODERNIZZAZIONE

La sfida delle infrastruttureIl Governo ha tracciato ambiziosi programmi per dotare ilVietnam di un'adeguata rete di strade, porti, aeroporti,metropolitane. Sono importanti anche per garantire lacompetitività del Sistema Paese. Nel settore dell'energia gliinvestimenti più rilevanti sono su centrali a carbone e gasnaturale. Per realizzare i numerosi progetti serve però l'apportodi capitali privati anche dall'estero

Attraversamento bovini sulla Highway 1A

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Hanoi sta cercando il modo di coinvol-gere capitali privati sia locali che (so-prattutto) stranieri con formule di par-tnership tra settore pubblico e privato(PPP). Finora il settore in cui la formulaha avuto maggiore successo è quelloportuale (terminali privatizzati), in ag-giunta a un numero più limitato di ope-razioni nelle centrali elettriche e nel trat-tamento dei rifiuti.Nel gennaio di quest'anno è stata peròpromulgata una nuova normativa sullePublic Private Partnership che apre lastrada a possibili interventi di capitali pri-vati, esteri e locali, praticamente in tut-ti i settori: strade, ponti, gallerie a pedag-gio, porti e aeroporti, ospedali, reti idri-che, impianti di smaltimento urbano,centrali elettriche.

Strade - La rete stradale vietnamita mi-sura complessivamente circa 223.000chilometri, dei quali solo il 19% è asfal-tato. Le highways, che collegano le prin-cipali città, coprono 21.000 km. Sonoparagonabili alle strade statali italiane ehanno tempi di percorrenza molto lentia causa del traffico locale dei villaggiche attraversano, composto da veicolidi ogni genere, spesso molto diversi traloro quanto a velocità e dimensioni e conun altissimo tasso di incidenti.Il Governo intende ora sviluppare le ex-pressways (autostrade) che finora co-prono brevi tratti attorno alle principalicittà, in modo da creare una vera e pro-pria rete nazionale che colleghi diretta-mente centri urbani, porti e posti di con-fine. Il collegamento più importante èquello nord-sud da Hanoi a Ho Chi MinhCity lungo la costa orientale, con unalunghezza superiore a 1.800 chilometri,

che dovrebbe essere realizzato in mo-do graduale. A nord, il progetto principa-le, che dispone già di un finanziamentodi un miliardo di dollari di Asian Deve-lopment Bank anche per la sua valen-za interregionale, è un'autostrada di 364chilometri che, partendo dal porto di Hai-phong raggiunge Hanoi e di qui prose-gue fino al confine con la Cina in dire-zione di Kunming. Il collegamento tra ilporto e la capitale (100 chilometri) sud-diviso in otto lotti è già in corso. È unadelle prime opere realizzate con unoschema di project financing, che coin-volge un consorzio di banche e impresedi costruzione. Partecipa anche la co-reana GS Construction. Tratte autostradali di lunghezza compre-sa tra i 100 e i 200 chilometri sono pre-viste in diverse aree del Paese per col-legare le principali città tra di loro e coni contigui porti e aeroporti. In particola-re è in fase di avvio l'autostrada che col-legherà Ho Chi Minh City con il nuovoaeroporto di Long Thanh, finanziata daAsian Development Bank e dalla coope-razione giapponese. Tra le opere che dovrebbero essere av-viate entro breve anche l'autostrada dicollegamento tra Danang, principale cit-tà al centro del paese, con la provinciadi Quang Ngai, 140 chilometri più a sud.

Metropolitane - È prevista la costruzionedi due linee metropolitane a Ho Chi MinhCity. È in fase di progettazione esecuti-va la Linea 1, lunga una ventina di chilo-metri, finanziata per 900 milioni di dolla-ri dalla cooperazione giapponese. Saràcostruita da aziende nipponiche. I giochisono invece ancora aperti per la Linea 2,lunga 19 chilometri, finanziata per oltre

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Fonte: elaborazione Radiocor da Fonti governative diverse

Investimenti previsti nel 2010-2015Opere da realizzare Stanziamento in miliardi di dollariFerrovie e metropolitane 20 Strade e ponti 14,4Aeroporti 9Porti 8Energia (centrali e linee trasporto) 20Approvvigionamento idrico 6Trattamento acque e rifiuti solidi 7

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un miliardo di dollari da Asian Develop-ment Bank, dalla Cooperazione tede-sca e dalla Banca europea degli inve-stimenti (BEI). Al momento, è stato com-pletato lo studio di prefattibilità. Ad Hanoi il gruppo China Railway Con-struction sta avviando i lavori per la co-struzione della Linea 1, che dovrebbeessere pronta entro il 2014, mentre lagiapponese Itochi sta completando glistudi di fattibilità per un collegamento surotaia di 45 chilometri con l'aeroporto diNoi Bai.

Aeroporti - Il progetto più rilevante, delvalore stimato di 8 miliardi di dollari, è lacostruzione di un nuovo aeroporto inter-nazionale localizzato a Long Thanh, 50chilometri a nordest di Ho Chi Minh City.Dovrebbe essere realizzato in due fasi.La prima prevede la costruzione di duepiste e di un terminale per una capacitàannua di 20 milioni di passeggeri, la-sciando aperta la possibilità di arrivare,in una fase successiva fino a 80-100 mi-lioni di passeggeri/anno e 5 milioni di ton-nellate di cargo. Japan Airport Consul-ting Company (JAC) sta realizzandostudio di fattibilità e masterplan. Entro il 2020 Civil Aviation Authorityof Vietnam (CAAV) prevede anche dimodernizzare e ampliare gli attuali sca-li aerei di Cat Ba Island (vicino a Hai-phong), Chu Lai nella Provincia diQuang Ngai al centro del paese e di PhuQuoc Island, con investimenti comples-sivi per circa 1,6 miliardi di dollari.

Porti - Attualmente il 65% della movi-mentazione container in Vietnam è con-centrata nelle aree portuali di Ho ChiMinh City, che hanno una capacità dimovimentazione pari a 5,8 milioni di teua fronte di una domanda superiore peralmeno 500mila teu. Si aggiunge il bas-so livello dei fondali che non consentel'attracco di navi di stazza superiore al-le 30mila tonnellate. Questo elimina lapossibilità di intercettare direttamente legrandi navi transoceaniche e obbliga aricorrere a servizi di trasbordo su HongKong o Singapore. Lo stesso limite ditonnellaggio caratterizza anche il portodi Haiphong, a nord. Di qui la scelta dicostruire una serie di nuovi porti. Il pri-mo, già (in parte) operativo, in grado diricevere navi fino a 90mila tonnellate, èil porto di Cai Mep dove è prevista la co-struzione di sette terminali container egeneral cargo, alcuni dei quali sviluppa-ti da operatori internazionali tra cui Hut-chison, Maersk e PSA Singapore. A Nord, vicino a Haiphong, si sta provve-dendo ad ampliare con lavori di dragag-gio il porto di Cai Lan ma è prevista anchela costruzione di un nuovo porto in acqueprofonde a Lach Huyen, che potrebbe es-sere completato entro il 2015. Infine il Go-verno sta valutando la costruzione di unporto in grado di ricevere imbarcazioni fi-no a 200mila tonnellate sulla baia di VanPhong. Potrebbe essere dotato di una ca-pacità di movimentazione container fino a17 milioni di teu anno diventando così ilmaggiore porto del Paese.

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Un rendering del progetto per il nuovo aeroporto di Phu Quoc Island, programmato per servire 2,65 milioni di passeggeri/anno con una capacitàoraria di 1325 passeggeri. Il progetto sarà realizzato per il 2020, l’Anno del Design

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Trattamento rifiuti - In Vietnam c'è già undiffuso problema di inquinamento indu-striale legato soprattutto all'industria pe-sante: siderurgia, cemento, centrali acarbone, estrazione e raffinazione pe-trolifera. In aggiunta il Governo prevededi dover investire poco meno di 6 mi-liardi di dollari per la realizzazione diimpianti di trattamento dei residui urba-ni nelle 20 maggiori province del Paese,che producono un ammontare annuo di6 milioni di tonnellate di rifiuti. Insufficiente anche la dotazione di im-pianti di trattamento delle acque reflue,con oltre 2 milioni di m3 al giorno chevengono direttamente riversati nei cor-si d'acqua vicini alle città. Privi di sistema di smaltimento di acquee rifiuti tossici anche 670 cliniche eospedali sparsi per il Paese.

Energia - La potenza complessiva instal-lata attualmente è di 15.800 megawattcon un forte contributo della fonte idroe-lettrica che però comporta un inconve-niente: nella stagione secca la produ-zione diminuisce del 40-50 per cento ediventa insufficiente, con il risultato di

frequenti interruzioni nelle erogazionidella rete. Si aggiunge un fabbisogno inforte crescita. I consumi elettrici infattisalgono del 13% ogni anno. In questocontesto il programma del Governo edell'Ente Elettrico Vietnamita (EVN)prevede di aumentare la potenza instal-lata di qui al 2020 di circa 4mila mega-watt all'anno, attivando un significativonumero di centrali a carbone e in que-sto caso è già previsto un forte appelloai capitali privati, di operatori locali (tracui PetroVietnam) ed esteri. Sono già stati identificati cinque grandiprogetti, ciascuno suddiviso in più unità,la cui realizzazione dovrebbe procederein parallelo, per complessivi 21mila me-gawatt. In uno di questi dovrebbe esserecoinvolto il gruppo statunitense AES. Do-vrebbe crescere anche la filiera dei ciclicombinati alimentati a gas naturale (pro-veniente da giacimenti offshore). Attual-mente è operante una centrale da 460megawatt costruita da PetroVietnam do-ve è prevista l'aggiunta di ulteriori unitàper complessivi 2mila megawatt. Un altrocomplesso per 2.800 megawatt dovreb-be essere costruito sul delta del Mekong.

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Un parco eolico nel Vietnam centrale

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Il programma di Cooperazione alloSviluppo italo-vietnamita, relativa-mente alle iniziative in corso e in fase diavvio, è composto da 20 progetti o pro-grammi, per un'allocazione complessi-va pari a circa 70 milioni di euro in donie crediti di aiuto. A tale somma vannoaggiunti 30 milioni di euro a titolo di cre-diti di aiuto e 4,5 milioni a titolo di dono,previsti nel nuovo memorandum d'inte-sa triennale di cooperazione tra i gover-ni dei due Paesi, firmato a Roma in oc-casione della visita di Stato del Presi-dente Triet in Italia a dicembre 2009.Con tali risorse si realizzeranno inter-

venti negli ambiti salute, lotta ai cambia-menti climatici, formazione, sostegno al-le Pmi e microcredito. Il Governo italiano ha messo a disposi-zione ulteriori 8 milioni di euro in donoper il finanziamento di un accordo sullacancellazione del debito sottoscritto agiugno 2010. Scendendo più in dettaglio, sul canalebilaterale si registrano 6 iniziative nelsettore idrico e del risanamento urbano:il valore complessivo dei finanziamenticoncessi, come crediti di aiuto, ammon-ta a circa cinquanta milioni di euro. Del-le sei iniziative, tre sono in via di conclu-

SVILUPPO

Cooperazione Italiana: reti urbane e Pmi in primo pianoImportanti iniziative anche in campo sanitario e nel recupero del patrimonio archeologico. Complessivamente glistanziamenti superano i 100 milioni di euro

La Hue University

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sione e tre sono ancora in fase di avvio.Si tratta di progetti volti alla realizzazio-ne di impianti di captazione, trattamen-to e distribuzione di acqua per usi civilio per l'irrigazione, nonché impianti dismaltimento di acque di scarico o per lagestione dei residui solidi urbani. Le ini-ziative sono o saranno affidate a impre-se italiane o europee che opererannocongiuntamente ad imprese locali.Nel campo della salute, il progetto "Car-lo Urbani", articolato in due fasi la primadelle quali, ormai conclusa, ha consenti-to di dotare la Regione centrale del Viet-nam di un centro sanitario specializzatonella diagnosi, terapia e ricerca nel cam-po delle malattie respiratorie ad alto ri-schio, sito presso la Clinica universitariadella Facoltà di Medicina dell'Universi-tà di Hue. La seconda fase, di prossimoavvio, prevede la realizzazione di unaUnità di cura intensiva. Entrambe le fasidell'iniziativa sono state affidate ad unConsorzio interuniversitario italiano, conun finanziamento complessivo pari a cir-ca 1,8 milioni di euro.

Grande visibilità riveste anche il program-ma di salvaguardia del sito archeologico diMy Son, nella regione centrale del Paese,dichiarato patrimonio mondiale dell'umani-tà dall'United nations educational,scientific and cultural organization(Unesco). La seconda fase dell'iniziativaprevede il restauro conservativo di un grup-po di monumenti che si estende su una su-perficie complessiva di 1.158 ettari. Sul canale multibilaterale a gennaio2009 è stato avviato, attraverso l'Uni-ted Nations Industrial DevelopmentOrganization, un programma volto a fa-vorire lo sviluppo delle Pmi e dei di-stretti industriali vietnamiti e a pro-muovere nuovi partenariati con operato-ri e associazioni italiane. Infine, anche per il Vietnam è possibileaccedere ai finanziamenti agevolati pre-visti per la costituzione di imprese mistenei paesi in via di sviluppo, con proce-dure recentemente snellite (legge 49 del1987, articolo 7).

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www.ambhanoi.esteri.it

Il sito archeologico di Mì Son (foto Thomas Hirsch/Wikipedia)

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I dati uzbeki attestano una crescita delPil nel 2010 pari all'8,3 %, in leggero au-mento rispetto all'8,1 % registrato nel2009, e prevedono un tasso sostenutoanche nel 2011 (+ 9%). Gli analisti indi-pendenti, pur dubitando dell'attendibili-tà dei dati ufficiali, soprattutto quelli re-lativi al tasso di inflazione, concordano- invece - nel prospettare un'accelera-zione della crescita per il biennio 2011-2012 grazie ad una congiuntura favore-vole correlata alla previsione di cresci-ta dell'economia russa e da un sensibi-le aumento nel volume delle esportazio-ni. Secondo gli analisti dell'EIU (Econo-mist Intelligence Unit) l'Uzbekistan,nel 2011, in termini di crescita economi-ca, si potrebbe posizionare a ridossodella Cina (8,9%) e dell'India (8,6%). Piùcontenute le proiezioni del FMI (+ 7,9%)

mentre quelle delle Autorità locali si si-tuano in una fascia intermedia (+ 8,3%).Anche l'afflusso di capitali dall'estero,pur in mancanza di dati ufficiali attendi-bili, nel 2010 avrebbe registrato un mas-simo storico, attestandosi attorno ai 3miliardi di dollari. Di questi, 2,28 miliar-di sono stati destinati a progetti nei set-tori energetico e petrolifero.

Export e materie primeUn ruolo nella performance uzbeka èsvolto dalle esportazioni che nel 2010sono cresciute del 10,8% (13,5 miliardidi dollari Usa), mentre le importazionisono scese del 6,8% (8,8 miliardi di dol-lari Usa). Le principali voci dell'exportuzbeko sono cotone, gas naturale e oro.

CONGIUNTURA

Tashkent prevede una crescita record anche nel 2011

Una strada di Tashkent (foto Anton Rakitskiy/Wikipedia)

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Ma il Paese produce anche carbone,uranio, rame. L'aumento del prezzo delcotone ha favorito una crescita della pro-duzione pari al 23% rispetto al bienniotrascorso. Anche per il gas naturale, il2010 è stato un anno molto proficuo perl'Uzbekistan in quanto le esportazionidestinate alla Federazione Russa han-no raggiunto il massimo storico e i prez-zi per 1000 metri cubi sono più che tri-plicati rispetto al 2007, passando da unamedia di 100 dollari del 2007 a una di315 dollari, per mille metri cubi. Uzbek-neftegaz, la controllata statale respon-sabile per il petrolio ed il gas, ha adot-tato un sistema di prezzamento collega-to alle tariffe applicate dalla russa Gaz-prom sui mercati europei. L'Uzbekistansta attualmente rinegoziando i prezziper il gas anche con le controparti tagi-ke e kyrgize, ma è prevedibile che siconcluderanno su livelli di prezzo moltodistanti da quelli stipulati con la Federa-zione Russa. Quanto alle previsioni peril 2011, l'aumento delle rimesse e gli al-

ti prezzi per cotone e gas naturale do-vrebbero portare ad un surplus della bi-lancia dei pagamenti di circa 7 miliardidi dollari. Solo nel 2012 è previsto inve-ce un leggero calo del saldo.È da rilevare che nel 2010 le importazio-ni uzbeke sono invece calate del 15 %a seguito del completamento di diversiprogetti di investimento. I principali pro-dotti importati sono i macchinari, acqui-stati prevalentemente da Russia, Cina,Corea del Sud e Kazakhstan. Desta unacerta preoccupazione invece il tasso diinflazione, che secondo i dati governa-tivi si è attestato attorno al 7,8% e sa-rebbe destinato a crescere dello 0,2 %nel biennio 2011-2012. FMI e WorldBank, valutano invece l'inflazione realeattorno al 15-16 % e ne prevedono unulteriore aumento legato al contestualeincremento globale del prezzo dei benidi consumo.

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www.ambtashkent.esteri.it

La Banca Mondiale assisterà l'Uzbekistannel processo di controllo qualitativo delle mer-ci con l'uniformazione agli standard vigenti alivello globale. Il programma, realizzato con ilsupporto della cooperazione tedesca (GTZ)prevede una serie di interventi volti arafforzare trasparenza,imparzialitàe credibilitàdelle struttu-re e delle nor-mative, maanche a creareu n ' a d e g u a tainfrastruttura dienti e laboratoriaccreditati all'in-terno del Paese.

L'iniziativa è nata a seguito di un'indagine ef-fettuata su circa 900 aziende locali di diversisettori da cui è emerso che molte di queste

hanno difficoltà aesportare a causadi una cattiva co-noscenza dellenorme internazio-nali. L'ente uzbe-ko di riferimentoper l'iniziativasarà Uzstan-dard(www.s tan -dart.uz)

La sfida delle qualità

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Nonostante il crollo verticale delle im-matricolazioni sul mercato interno, inUngheria la filiera dell'auto si sta raffor-zando sotto il profilo produttivo. Suzuki presente in Ungheria dal 1991,dove ha localizzato il suo unico stabili-mento europeo, prevede di produrrequest'anno tra le 160 e le 170 mila au-tomobili. Il 40% sarà costituito da model-li Swift di cui 18mila con motorizzazio-ne diesel. Il resto sarà composto dai mo-delli Splash, Agila e SX4/Sedici (vettu-ra Fiat assemblata a Estergom sullostesso pianale della SX4). È da rilevareche nel 2009 Suzuki ha avviato una se-rie di investimenti tecnologici volti ad ag-giornare le linee di produzione. In Un-gheria, Suzuki da molti anni è leader intermini di unità vendute sul segmento,

ma ha dovuto subire un forte calo dellevendite a seguito della crisi.Audi ha annunciato l'avvio del raddoppiodello stabilimento produttivo di Gyr, inmodo da aumentare la gamma dei mo-delli realizzati in Ungheria. L'investimen-to previsto supera i 900 milioni di euro. Ilnumero di dipendenti, attualmente pari a5mila persone, crescerà di altre 1.800unità. L'estensione della fabbrica passe-rà dagli attuali 166 a 366 ettari con l'ac-quisizione di una porzione del parco in-dustriale adiacente lo stabilimento. Entroil 2013 lo stabilimento sarà dotato di unciclo integrato (carrozzerie, verniciaturae assemblaggio) con una capacità pro-duttiva di circa 125 mila automobili all'an-no. I modelli prodotti saranno TT Coupé,Roadster, A3 Cabriolet, e A3 Sedane.

AUTO

Budapest accelera sulle quattro ruote

Lo stabilimento Suzuki di Esztergomi

I quattro costruttori mondiali insediati nel Paese hanno decisodi rafforzare le proprie basi produttive e aumenta anche l'attivitàdei produttori di componentistica

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General Motors Powertrain ha annun-ciato l'intenzione di raddoppiare la capa-cità produttiva dello stabilimento di Szen-thgottard dedicato alla produzione deimotori per le vetture GM/Opel/Vauxhallcommercializzate in Europa. Il progettoporterebbe l'attuale capacità produttiva di460 mila motori a 860 mila con un inve-stimento di 500 milioni di euro, con rica-dute occupazionali dirette calcolate attor-no al migliaio di nuovi posti di lavoro. Nel-la fabbrica ungherese verranno realizza-te le nuove motorizzazioni a benzina pic-cole e medie (1,0-1,6 litri di categoria eu-ro 6) e l'evoluzione del diesel powertrainda 1,6 litri. Il completamento del nuovoassetto produttivo è previsto per il 2013.Daimler Benz, a seguito della decisionematurata nel 2009 di radicare in Ungheriaun insediamento produttivo, sta proceden-do nella realizzazione, nel parco industria-le di Kecskemet, di un impianto in grado diprodurre circa 100.000 vetture all'anno(classi A e B) con un'occupazione a pienoregime di oltre 2.500 persone a cui se nedovrebbero aggiungere altre 10mila nell'in-dotto (componentistica). Per la realizzazio-ne dell'impianto l'azienda ha approvato uninvestimento di oltre 800 milioni di euro. L'afflusso di investimenti è stato promos-so dal Governo ungherese con forti incen-tivi fiscali e sovvenzioni alla creazione dioccupazione: 6 milioni di fiorini per ogninuovo posto di lavoro ad Audi, 9,4 milionia General Motors e 8,8 milioni a DaimlerBenz. Il tutto è stato reso possibile dalla de-

cisione del Governo Orban di destinare alsettore automotive una quota rilevante deiresidui fondi strutturali a valere fino al 2012.La scelta ha consentito di attrarre nel Pae-se anche numerosi investimenti nella com-ponentistica di primo livello.Robert Bosch Energy and Body Sy-stem ha avviato a Miskolc, con un inve-stimento di 6,5 miliardi di fiorini (25 milio-ni di euro), uno stabilimento per la pro-duzione di motorini di avviamento, alter-natori, sistemi tergicristallo. Il nuovo sitosi aggiunge ai 4 impianti già esistenti.Complessivamente Bosch prevede di au-mentare l'occupazione di 300 unità conun focus sull'attività di ricerca e sviluppotecnologico in cui intende investire entroil 2012 altri 9 miliardi di fiorini. Temic Te-lefunken Microelectronic Hungary conun investimento di 7 miliardi di fiorini (26milioni di euro), ha dato inizio alla produ-zione di sistemi ABS ed elettronica di mo-tori per vetture ibride. L'investimento, av-viato lo scorso anno, sarà completato en-tro il 2012 e porterà alla creazione di 175nuovi posti di lavoro.Knorr-Bremse (elettronica dei sistemidi frenatura) ha avviato la realizzazionedi un nuovo stabilimento a Kecskemet,con un investimento da 4,5miliardi di fio-rini (17 milioni di euro). Infine il Gover-no ha previsto specifici interventi (nelcontesto del Piano Szechenyi) di so-stegno al segmento della subfornitura.

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www.ambbudapest.esteri.it

La posa della prima pietra del nuovo stabilimento Mercedes Benz a Kecskemet: (da sinistra a destra) Dr. Gabor Zombor, Sindaco di Kecskemet,Rainer Schmueckle, Ceo di Mercedes-Benz Cars, il Premier ungherese Gordon Bajnai and il project leader Michael Friess (foto www.daimler.com)

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Il Presidente della repubblica dominicana,Leonel Reyna Fernandez, ha annuncia-to una serie di interventi mirati a rafforza-re il sistema elettrico del Paese, recuperan-do i ritardi accumulati negli ultimi anni. Il programma prevede innanzitutto la ria-bilitazione e il potenziamento di una par-te del parco centrali esistente: Los Mi-nas (+220MW), Facondo (+60MW), Ji-guey, Aguacate, Las Barias e Hidroelec-trica Lopez Angostura, (+118MW). Un primo segnale è stato l'affidamentoa sette imprese dominicane di un inter-vento di potenziamento e modernizza-zione delle reti elettriche di Santiago,San Pedro de Macoris e del DistrettoNazionale, per un valore di 225,9 milio-ni di dollari dominicani (circa 6 milionidi dollari USA).Ci sono inoltre due nuovi progetti di cen-trali a gas naturale di cui uno del grup-po AES, ulteriori (34MW) e uno di Com-pania de Electricidad de San Pedro

de Macors (300MW). Per la filiera eoli-ca è previsto lo sviluppo di tre parchi percomplessivi 113MW. La raccolta dei finanziamenti dovrebbeessere agevolata dal supporto delle Isti-tuzioni finanziarie internazionali. La Banca Interamericana di Sviluppodovrebbe organizzare il finanziamentodel piano di riabilitazione del comples-so idroelettrico di Jiguey-Aguacate,mentre la Banca Mondiale prevede difinanziare la costruzione di nuovi parchieolici, ciascuno dei quali richiederà unimpegno attorno ai 30 milioni di euro. Un contributo importante potrà esserefornito anche dall'Unione Europea chedovrebbe deliberare la seconda, e ultimatranche, da 100 milioni di dollari dellaEnergy Facility, diretta a finanziare pro-getti di energia sostenibile dello strumen-to ACP (African, Caribbean and Pacific).

ENERGIA

Il Presidente Fernandez avvia il potenziamento del sistema elettricoI quattro costruttori mondiali insediati nel Paese hanno decisodi rafforzare le proprie basi produttive e aumenta anche l'attivitàdei produttori di componentistica

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"El Conde", la principale via pedonale di Santo Domingo.

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ENERGIA

Slovacchia: Ministero Economiaautorizza nuove centrali elettriche

Il Ministero dell'Economia slovaccaha dato il via libera alla costruzione di 47centrali elettriche. Tra questi, 33 impian-ti di energia solare, che dovrebbero ge-nerare una potenza totale di 109 mega-watt. Rilasciate inoltre numerose auto-rizzazioni agli investitori che intendonocostruire piccole centrali idroelettriche,reti di teleriscaldamento a ciclo combi-nato, impianti di produzione di energiada biomassa e rifiuti, centrali geotermi-che. L'obiettivo è di aumentare la capa-cità di generazione elettrica di circa1.200 megawatt e quella di calore di 330megawatt. Gli impianti maggiori però sa-ranno alimentati a gas.

TELECOMUNICAZIONI

Santo Domingo: con Haiti progettauna rete nazionale a banda larga

La Banca Interamericana di Sviluppo,la Banca Mondiale, l'Istituto domini-cano delle Telecomunicazioni (Indo-tel) e l'Amministrazione delle Teleco-municazioni di Haiti hanno presentato,in un ciclo di conferenze, una serie diprogetti per la realizzazione di una reteinterconnessa di telecomunicazioni abanda larga che il Presidente di Indotel,Perez Taveras ha definito come unaMetropolitana delle Telecomunicazionidell'Isola di Hispaniola. Taveras ha cita-to uno studio da cui emerge che un au-mento della penetrazione del servizio in-ternet banda larga del 10% può portarea una crescita del PIL dell'1,3%. La pro-mozione e lo sviluppo ed utilizzo delletelecomunicazioni a banda larga si inse-risce peraltro nel quadro della StrategiaNazionale di Sviluppo 2030 della Re-pubblica Dominicana.

www.ambsantodomingo.esteri.it

Una splendida spiaggia di Santo Domingo

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Con il New Economic Model diNajib investimenti esteri in ripresa

Secondo i dati pubblicati dall'UNCTAD (In-vestment Trends Monitor) l'afflusso di in-vestimenti esteri in Malaysia che nel 2009,a causa della recessione, era sceso a 1,4miliardi ha registrato un fortissimo recupe-ro raggiungendo 7 miliardi di dollari. Il flusso è stato canalizzato prevalente-mente nel settore manifatturiero (pro-dotti elettrici ed elettronici), in quello fi-nanziario ed assicurativo ed in quelloestrattivo (petrolio e gas naturale). Commentando il rapporto UNCTAD, ilMinistro del Commercio Internazionale,Mustapa Mohamed, ha sottolineatol'impatto positivo della parziale liberaliz-zazione dei servizi (27 sotto-settori) de-cisa ad aprile 2009, poco dopo l'insedia-

mento del governo guidato dal PremierNajib. Il provvedimento rientra nel pro-gramma di medio termine (New Econo-mic Model) che mira a trasformare laMalaysia da Paese emergente a reddi-to medio (attualmente, il reddito annuopro-capite è di 7.600 dollari) in Paesesviluppato ad alto reddito (tra i 15.000 edi 20.000 dollari) entro il 2020. In settembre il Governo ha messo a pun-to anche un piano integrato (EconomicTransformation Program) di ristruttura-zione dell'economia attraverso forti investi-menti in settori selezionati il cui successodipende in gran parte dalla mobilitazionedel settore privato, nazionale ed estero. Nel 2010 la crescita del PIL malaysianoè stata del 7% ed il Paese si è colloca-to al 21mo posto della classifica DoingBusiness Index elaborata dalla BancaMondiale.

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