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Periodico del Collegio Infermieri Assistenti Sanitari Vigilatrici d’Infanzia della Provincia di Bologna Via Giovanna Zaccherini Alvisi, 15/B 40138 Bologna Tel. 051/393840 - Fax 051/344267 Orari uffici Lunedì - Mercoledì ore 9-12 Martedì - Giovedì - Venerdì ore 14-17 Negli altri orari è in funzione la segreteria telefonica E-mail: [email protected] [email protected] Sito Internet: www.ipasvibo.it Editoriale SOMMARIO PROFESSIONE INFERMIERE PERIODICO DEL COLLEGIO I.P.A.S.V.I. DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA Distribuzione gratuita SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96 FILIALE DI BO REG. TRIBUNALE DI BOLOGNA N. 5729 PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE ANNO XXIII - N. 1 - MARZO 2011 Direttore responsabile MARIA GRAZIA BEDETTI Redazione CONSIGLIO DIRETTIVO Editore COLLEGIO IPASVI - BOLOGNA Impaginazione e stampa: GRAFICHE BIME s.r.l. - Molinella (BO) EDITORIALE Ausiliarietà degli infermieri: un’idea da abbandonare Dott.ssa Maria Grazia Bedetti pag 1 PROFESSIONE Assemblea ordinaria degli iscritti all’albo pag 3 professionale del provincia di Bologna - anno 2011 Il programma ECM entra lentamente “a regime” pag 6 Dott.ssa O. Valentini Sintesi del convegno del 102 pag 10 “Il team medico - infermiere nel dipartimento di emergenza - urgenza” Dott. P. Giurdanella Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa pag 12 di Equitalia, relativo ad altre modalità di pagamento dell’avviso di pagamento della quota annuale e delle cartelle esattoriali delle quote arretrate Gli Infermieri, gli Assistenti Sanitari, pag 12 gli Infermieri Pediatrici per 150 anni dell’unità d’Italia Gruppo “Sistema Informativo” NORMATIVA Piano sanitario Nazionale 2011 – 2013 pag 13 Una lettura di interesse infermieristico - Sintesi di C. Ferri FORMAZIONE • “La tutela della riservatezza” pag 19 • “Assistenza all’anziano con Frattura” pag 20 • “Basic Life Support Defibrillation (BLS-D)” pag 21 • “Terapia Farmacologica in sicurezza” pag 23 • “La Responsabilità infermieristica pag 25 nell’integrazione con l’Operatore Socio-Sanitario” • “Documentare in sanità” pag 27 • “Assistenza alla persona anziana con diabete” pag 29 • “Alimentazione e salute” pag 30 • “Tutela della salute degli infermieri pag 32 Approfondimento sulla conoscenza del mal di schiena con particolare riferimento all’autocura” • “Le tecniche non farmacologiche per il dolore pag 34 del bambino” • “Educazione terapeutica del malato e della pag 36 sua famiglia” • “Assistenza alla persona anziana con Ictus ” pag 38 CONTRIBUTI SCIENTIFICI E DI AGGIORNAMENTO La tecnica mentale della guided imagery per la pag 41 professione infermieristica - Dott. F. Burrai Therapeutic Touch: assistenza infermieristica pag 45 basata sull’energia - Dott. F. Burrai Adozione di Dispositivi Medici con sistema di pag 52 sicurezza, per la prevenzione di infortuni a rischio biologico nell’Area Vasta Bologna-Ferrara - Dott. C.Tenace CONVEGNI - CONGRESSI - CORSI Agenda pag 56 CONVENZIONE COLLEGIO IPASVI GARAGE ZACCHERINI ALVISI Vedi pag. 2 Dott.ssa Maria Grazia Bedetti Ausiliarietà degli infermieri: un’idea da abbandonare Il 10 febbraio 2011, organizzato dai Collegi IPASVI della Regione Emilia Romagna, si è svolto presso l’Aemilia Hotel di Bologna il Con- vegno “Il team medico-infermiere nel Dipartimento di Emergenza Urgenza”, così com’era stato deci- so in un precedente incontro, av- venuto il 9 novembre 2010 presso il Collegio di Bologna, con gli in- fermieri rappresentanti delle diver- se realtà del sistema emergenza- urgenza territoriale, centrali ope- rative 118 e dei servizi di Pronto Soccorso dell’Emilia-Romagna. L’incontro di novembre, sollecita- to dagli infermieri stessi, era stato organizzato per concordare, come gruppo professionale, la posizione da assumere nei confronti delle Aziende Sanitarie di appartenenza e dei cittadini che si rivolgono alle strutture per l’emergenza-urgenza, a seguito dell’esposto presenta- to dal Presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna alle procure di

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Periodicodel CollegioInfermieriAssistentiSanitariVigilatricid’Infanziadella Provinciadi BolognaVia Giovanna Zaccherini Alvisi, 15/B40138 BolognaTel. 051/393840 - Fax 051/344267

Orari ufficiLunedì - Mercoledì ore 9-12Martedì - Giovedì - Venerdì ore 14-17

Negli altri orari è in funzione lasegreteria telefonica

E-mail: [email protected] [email protected] Internet: www.ipasvibo.it

EditorialeSOMMARIO

PROFESSIONE INFERMIEREPERIODICO DEL COLLEGIO I.P.A.S.V.I.DELLA PROVINCIA DI BOLOGNADistribuzione gratuita SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/C L. 662/96 FILIALE DI BOREG. TRIBUNALE DI BOLOGNA N. 5729 PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE

ANNO XXIII - N. 1 - MARZO 2011

Direttore responsabile MARIA GRAZIA BEDETTIRedazioneCONSIGLIO DIRETTIVOEditoreCOLLEGIO IPASVI - BOLOGNA

Impaginazione e stampa:GRAFICHE BIME s.r.l. - Molinella (BO)

EditorialE Ausiliarietà degli infermieri: un’idea da abbandonare Dott.ssa Maria Grazia Bedetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 1ProFESSioNEAssemblea ordinaria degli iscritti all’albo . . . . . . . . . . . pag . 3professionale del provincia di Bologna - anno 2011 Il programma ECM entra lentamente “a regime” . . . . . pag . 6Dott.ssa O. ValentiniSintesi del convegno del 10 .2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 10“Il team medico - infermiere nel dipartimento di emergenza - urgenza” Dott. P. Giurdanella Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa . . . pag . 12di Equitalia, relativo ad altre modalità di pagamento dell’avviso di pagamento della quota annuale e delle cartelle esattoriali delle quote arretrateGli Infermieri, gli Assistenti Sanitari, . . . . . . . . . . . . . . pag . 12gli Infermieri Pediatrici per 150 anni dell’unità d’Italia . Gruppo “Sistema Informativo”NormativaPiano sanitario Nazionale 2011 – 2013 . . . . . . . . . . . . . pag . 13Una lettura di interesse infermieristico - Sintesi di C. FerriFormazioNE• “La tutela della riservatezza” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 19• “Assistenza all’anziano con Frattura” . . . . . . . . . . . . . pag . 20• “Basic Life Support Defibrillation (BLS-D)” . . . . . . . . pag . 21• “Terapia Farmacologica in sicurezza” . . . . . . . . . . . . pag . 23• “La Responsabilità infermieristica . . . . . . . . . . . . . . . pag . 25 nell’integrazione con l’Operatore Socio-Sanitario”• “Documentare in sanità” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 27• “Assistenza alla persona anziana con diabete” . . . . . pag . 29• “Alimentazione e salute” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 30• “Tutela della salute degli infermieri . . . . . . . . . . . . . . pag . 32 Approfondimento sulla conoscenza del mal di schiena con particolare riferimento all’autocura”• “Le tecniche non farmacologiche per il dolore . . . . . . pag . 34 del bambino”• “Educazione terapeutica del malato e della . . . . . . . . pag . 36 sua famiglia”• “Assistenza alla persona anziana con Ictus ” . . . . . . . pag . 38CoNtributi SCiENtiFiCi E di aggiorNamENtoLa tecnica mentale della guided imagery per la . . . . . . pag . 41professione infermieristica . - Dott. F. BurraiTherapeutic Touch: assistenza infermieristica . . . . . . . pag . 45basata sull’energia - Dott. F. BurraiAdozione di Dispositivi Medici con sistema di . . . . . . . pag . 52sicurezza, per la prevenzione di infortuni a rischio biologico nell’Area Vasta Bologna-Ferrara - Dott. C.TenaceCoNvEgNi - CoNgrESSi - CorSiAgenda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 56

CONVENZIONE COLLEGIO IPASVI

GARAGE ZACCHERINI ALVISIVedi pag. 2

Dott.ssa Maria Grazia Bedetti

Ausiliarietà degli infermieri: un’idea da abbandonareIl 10 febbraio 2011, organizzato dai Collegi IPASVI della Regione Emilia Romagna, si è svolto presso l’Aemilia Hotel di Bologna il Con-vegno “Il team medico-infermiere nel Dipartimento di Emergenza Urgenza”, così com’era stato deci-so in un precedente incontro, av-venuto il 9 novembre 2010 presso il Collegio di Bologna, con gli in-fermieri rappresentanti delle diver-se realtà del sistema emergenza-urgenza territoriale, centrali ope-rative 118 e dei servizi di Pronto Soccorso dell’Emilia-Romagna.L’incontro di novembre, sollecita-to dagli infermieri stessi, era stato organizzato per concordare, come gruppo professionale, la posizione da assumere nei confronti delle Aziende Sanitarie di appartenenza e dei cittadini che si rivolgono alle strutture per l’emergenza-urgenza, a seguito dell’esposto presenta-to dal Presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna alle procure di

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

P

P P

Via Zaccherini Alvisi

CONVENZIONECOLLEGIO IPASVI / GARAGE ZACCHERINI ALVISI

GARAGE “ZACCHERINI ALVISI”Via Zaccherini Alvisi, 12 Bologna

Parcheggio convenzionato con il Collegio IPASVI:€ 0,80/all’ora, da 1 a 10 ore

Per poter usufruire della convenzione è necessario far timbrare il ti-cket, ritirato all’ingresso del parcheggio, nel retro dal Collegio, al mo-mento della firma di presenza al Corso ECM.Stesso servizio può essere richiesto da coloro che usufruiscono del sud-detto parcheggio e che accedono alla Segreteria del Collegio.

È possibile inoltre usufruire del parcheggio, alla stessa tariffa, in qualsiasi momento, presentando la tessera di iscrizione all’Albo IPASVI.

La Convenzione è estesa anche ad abbonamenti mensili e annuali, per informazioni rivolgersi all’Ufficio del Garage.

P = Parcheggio “Zaccherini Alvisi” - Via Zaccherini Alvisi, 12 - Bologna.

ALTRI PARCHEGGI AUTO NON CONVENZIONATI PRESENTIArea Comunale con Parcheggi stradali (zona blu)P = Parcheggi custoditi

Bologna e di Firenze per possibili violazioni dell’art. 348 del Codice Penale “Abusivo esercizio di una professione”, nel caso abuso della professione medica, da parte degli infermieri impegnati in quest’area assistenziale.L’esposto, come riportato nel nu-mero precedente di questa rivista, fa riferimento alle Linee di indiriz-zo deliberate dalle Regioni Tosca-na ed Emilia Romagna nelle quali si prevede che vengano svolte in autonomia, da parte del personale infermieristico di Pronto Soccorso, attività come il trattamento di alcu-ne particolari tipologie di pazien-ti (Percorso See & Treat), l’invio al medico specialista di pazienti con specifici segni e sintomi (Per-corso Fast-Track), la valutazione

di segni e sintomi del paziente e l’attribuzione di un codice di gra-vità al fine di stabilire le priorità d’accesso alla visita medica (Tria-ge). Queste attività sono già svolte nelle diverse realtà aziendali, come confermato da chi opera nell’area dell’emergenza-urgenza, da perso-nale infermieristico esperto e spe-cificamente formato fin dagli anni ’90, in base a modelli organizzativi che, pur diversificati, hanno anti-cipato nell’operatività quelli che sono diventati i principali e fonda-mentali riferimenti legislativi a va-lenza nazionale per i Dipartimenti di Emergenza - Urgenza1 .Le Linee di indirizzo delle Regio-ni Toscana ed Emilia Romagna2 alle Aziende Sanitarie hanno l’in-tento del continuo miglioramento

dell’efficacia e dell’efficienza delle prestazioni erogate e ridurre i tem-pi di attesa dei cittadini. Il confronto fra gli infermieri del sistema emergenza-urgenza terri-toriale, centrali operative 118 e dei servizi di Pronto Soccorso dell’Emi-lia Romagna del 9 novembre u.s., in sostanza, al di là dell’esposto presentato dal Presidente dell’Or-dine dei Medici di Bologna alle procure di Bologna e di Firenze, ha messo in luce realtà operative continuamente impegnate nell’in-novazione organizzativa e tutte consapevoli che le competenze at-tribuite al personale infermieristico nel sistema di emergenza- urgen-za in Emilia Romagna rientrano a pieno titolo nel campo di attività e di responsabilità dell’infermiere3 e che l’integrazione del ruolo medi-co con quello infermieristico rap-presenta il cardine fondamentale di tutta l’attività lì effettuata anche se svolta in autonomia.Quanto sopra ci ha suggerito di spostare il piano del confronto e la discussione dal piano giuridico a quello professionale e ad orga-nizzare il Convegno del 10 feb-braio come luogo in cui fermarci a riflettere, in modo costruttivo, come professionisti, infermieri e medici, sulle funzioni svolte oggi dall’infermiere nel Dipartimento Emergenza- Urgenza. La riflessione ha inoltre tenuto conto del quadro normativo che regola l’esercizio professionale e l’integrazione con gli altri professionisti e le prospet-tive di sviluppo dei servizi e dei professionisti che vi operano.La partecipazione dell’Assessore alle Politiche per la Salute del-la Regione Emilia Romagna, dott. Carlo Lusenti, e del Direttore Ge-nerale dell’Assessorato, d.ssa Ma-riella Martini e di numerosi Diri-genti medici dei Dipartimenti di Emergenza-Urgenza ha conferma-to l’opportunità dell’evento anche a sostegno dell’attività quotidiana-mente svolta dall’èquipe di pro-fessionisti sanitari che operano in questo sistema. L’intervento di apertura dell’Asses-sore dott. Lusenti ha toccato mol-ti temi di grande interesse per la professione infermieristica come la dirigenza nelle organizzazioni e la docenza nei corsi di laurea e, in

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PROFESSIONErelazione al tema specifico del Con-vegno, l’attribuzione agli infermieri di maggiori competenze e respon-sabilità nei percorsi di presa in ca-rico dei cittadini, in coerenza con i nuovi percorsi formativi universita-ri e alle modificazioni epocali che stanno vivendo i sistemi sanitari in tutto il mondo in termini di capa-cità di risposta alla domanda di sa-lute dei cittadini e sostenibilità dei sistemi stessi.L’Assessore, dott. Lusenti ha quindi dichiarato che le scelte fatte in Emi-lia Romagna, nell’area dell’emer-genza-urgenza, corrispondono alla volontà di governare il sistema dei servizi per rispondere nel miglior modo possibile ai bisogni dei citta-dini progettando e sperimentando nuovi modelli assistenziali impo-stati sulla razionalità ed efficienza dei percorsi, la definizione prag-matica delle competenze necessa-rie e delle figure professionali da coinvolgere, la valutazione rigo-rosa dei risultati raggiunti con le sperimentazioni e la promozione dei modelli che hanno dimostrato efficacia ed efficienza, nonché rac-colto la soddisfazione dei cittadini, come sta avvenendo con i nuo-vi percorsi sperimentati nell’area dell’emergenza-urgenza.In tale contesto “le famiglie profes-sionali”, secondo l’Assessore, sono chiamate a contribuire fattivamen-te superando la fisiologica conflit-tualità che deriva dal cambiamento e dalla necessità di riposizionarsi all’interno delle organizzazioni, facendo riferimento al sistema di valori che sottendono comunque la pratica di chi opera in sanità e all’inarrestabilità dei processi in atto.

L’interveto del Direttore Genera-le dell’Assessorato, d.ssa Mariella Martini, e dell’infermiere referente per il 118 delle stesso, dott. Marco Vigna, che sono seguiti, così come le esperienze riportate dai colleghi intervenuti alla tavola rotonda, me-dici e infermieri, hanno permesso di ritrovare nella normativa che regola l’ambito dell’emergenza – urgenza e nei modelli organizza-tivi, regionali e aziendali, da essi rappresentati, la corrispondenza operativa di quanto evidenziato dall’Assessore.L’interesse dei temi trattati e delle relazioni trovano uno spazio più ampio all’interno di questo nume-ro della rivista ed i contenuti e gli interventi saranno disponibili sul nostro sito al quale naturalmente rimando per gli approfondimenti.

1 D.P.R. del 27-03-1992 - Atto d’indirizzo e coordinamento alle regioni per la determi-nazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza”.

Atto d’intesa Stato-Regioni del 17-05-1996Atto d’intesa tra Stato e Regioni di approva-zione delle linee guida sul sistema di emer-genza sanitaria in applicazione del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992”.

Accordo Stato-Regioni del 25/10/2001 Line guida sul “Triage intraospedaliero (valu-

tazione gravità all’ingresso) e chirurgia della mano e microchirurgia nel sistema dell’emer-genza - urgenza sanitaria”.

2 Delibera della Giunta della Regione Emi-lia Romagna del 26-07-2010

Linee Guida per la corretta effettuazione del triage nei Pronto soccorso dell’Emilia Roma-gna

3 DECRETO 14 settembre 1994, n. 739 “Regolamento concernente l’individuazione

della figura e del relativo profilo professiona-le dell’infermiere”.

Legge 26 febbraio 1999 .n.42 Disposizioni in materia di professioni sanita-

ria Legge n.251/2000 Disciplina delle professioni sanitarie

• Assemblea ordinaria degli iscritti all’albo professionale del Collegio IPASVI della provincia di Bologna - anno 2011e• Seminario di formazione permanente ECM: “Profili di responsabilità delle professioni sanitarie e presupposti giuridici del lavoro in team”

Relatore Dottor Mirko MargioccoGiudice Indagini Preliminari Tribunale di Bologna.

18 Aprile 2011 ore 14.00 - 19.00 Savoia Hotel Regency, Bologna

Convocazione prot. 0000412/2011/II01 del 24/02/2011In esecuzione del decreto del Presi-dentedella Repubblica 5 aprile 1950 n. 221, art. 23 (Regolamento per l’esecuzionedel DL 13 settembre 1946, n. 233), è indetta l’assemblea annuale degli iscritti all’Albo del Collegio IPASVI della Provincia di Bologna.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

Art. 24Per la validità dell’Assemblea occor-re l’intervento di almeno un quarto degli iscritti all’Albo. Si computano come intervenuti gli iscritti i quali abbiano delegato uno degli iscritti presenti.La delega deve essere posta in calce all’avviso di convocazione rimesso dal delegato. Quando non sia rag-giunto il numero legale per la validità dell’assemblea, viene tenuta, almeno un giorno dopo la prima, una seduta di seconda convocazione, che è vali-da qualunque sia il numero degli in-tervenuti, purché non sia inferiore al numero dei componenti il Consiglio Direttivo.Ogni partecipante non può ricevere più di due deleghe.

1a convocazioneL’Assemblea ordinaria annuale degli iscritti è convocata alle ore 23.00 del giorno 15 aprile 2011 nella sede del Collegio IPASVI - Via Giovanna Zac-cherini Alvisi, 15/B - Bologna.

2a convocazioneQualora in prima convocazione non si raggiunga il numero legale l’As-semblea ordinaria annuale de-gli iscritti è convocata alle ore 14.00 del giorno 18 aprile 2011 presso il Savoia Hotel Regency - Via Pilastro, 2 - Bologna.

DelegaGli iscritti all’Albo, impossibilitati ad intervenire all’Assemblea, possono ri-lasciare, esclusivamente per la secon-da convocazione, delega scritta ad un collega iscritto all’Albo di Bologna.Si ricorda che ogni partecipante all’As-semblea non può avere più di due deleghe (art. 24 del Regolamento del DL 13.09.1946 n. 233). - vedi riquadrosotto.

Data ........................................................................

Delego a partecipare all’Assemblea Annuale degli Iscritti al Collegio IPASVI di Bologna indetta per il giorno 18 aprile 2011

......................................................................................................................................................................................................................................

Firma del delegante ........................................................................................................(leggibile)

COLLEGIO IPASVI PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

Assemblea ordinaria annuale2a

convocazionee

Seminario di formazione permanente ECM

“Profili di responsabilitàdelle professioni sanitarie e

presupposti giuridici del lavoro in team”

18 Aprile 2011ore 14,00 - 19,00

Savoia Hotel Regency - Via Pilastro, 2Bologna

PROGRAMMA

DATE E ORARI 18/04/2011

CONTENUTI

Ore 13.30 – 14.15 Iscrizioni

Ore 14.30 – 14.45 Apertura lavoriDottoressa Maria Grazia Bedetti

Ore 15.00 – 17.30 Seminario di formazione permanente ECM: “Profili di responsabilità delle professioni sanitarie e presupposti giuridici del lavoro in team”Docente: Dottor Mirko Margiocco - Giudice Indagini Preliminari Tribunale di Bologna

Ore 17.30 – 17.45 Intervallo

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Ore 17.45 – 18.15 Assemblea ordinaria annualeRelazione consuntiva della Presidente anno 2010Relatore: Dottoressa Maria Grazia Bedetti – Presidente Collegio IPASVI Bologna

Presentazione del rendiconto consuntivo anno 2010;Relatore:Signora Nicoletta Forlani – Tesoriera Collegio IPASVI Bologna

Ore 18.15 -18.30 Relazione su rendiconto consuntivo anno 2010;Relatore: Sig.na Cleopatra Ferri – Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti

Ore 18.30 -18.45 Discussione e votazioni per l’approvazione della relazione della Presidente e del rendiconto consuntivo anno 2010;

Ore 18.45 -19.00 Relazione programmatica della Presidente anno 2011;Relatore: Dottoressa Maria Grazia Bedetti – Presidente Collegio IPASVI Bologna

Ore 19.00 -19.15 Presentazione del bilancio di previsione anno 2011Relatore:Signora Nicoletta Forlani – Tesoriera Collegio IPASVI Bologna

Ore 19.15 -19.20 Relazione sul bilancio di previsione 2011Relatore: Sig.na Cleopatra Ferri – Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti

Ore 19.20 -19.30 Discussione e approvazione bilancio di previsioneCompilazione questionari ECM Chiusura lavori e consegna attestato di partecipazione

LA PARTECIPAZIONE E’ GRATUITA

Destinatari- Infermieri- Assistenti Sanitari- Infermieri Pediatrici.

Docenti: Dottor Mirko Margiocco, Dott.ssa Maria Grazia Bedetti - Sig.ra Nicoletta Forlani - Sig.na Cleopatra Ferri

BibliografiaPredisposta dai Docenti.

RisorseIl seminario è gratuito.

Posti disponibilin. 150

Sede del CorsoSAVOIA HOTEL REGENCY - Via Pilastro, 2 Bologna.In auto dalla tangenziale imboccare l’uscita n. 9 verso via San Donato, girare a destra in Via del Pilastro e percorreremt. 300. Parcheggio interno.In autobus dalla stazione ferroviaria n. 35 e dal centro. n. 20

Durata dei lavoriore 5,5

Crediti previsti:n. 2

ISCRIZIONI ENTRO IL GIORNO15 Aprile 2011

Si prega vivamente di effettuare l’iscrizione, anche telefonicamente al n. 051393840, presso la segreteria del Collegio IPASVI in orario d’ufficio (LUN - MER 9.00-12.00 / MAR - GIOV - VEN 14.00-17.00) entro il 15 aprile 2011. In casi eccezionali è possibile l’iscrizione dalle ore 13.30 alle ore 14.15 nella sede ove sarà tenuta l’Assemblea.

Stante l’importanza del seminario di formazione ed i contenuti dell’Assemblea si invita a partecipare

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

• Il programma ECM entra lentamente “a regime”Dott.ssa Orietta Valentini

Il programma ECM, nato per assicura-re efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza all’assistenza erogata dal Servizio Sanitario Nazionale, dopo set-te anni di sperimentazione (2004-2010), entra finalmente nella fase cosiddetta a regime. Destinatari del programma sono tutti gli operatori sanitari che diretta-mente operano nell’ambito della tutela della salute individuale e collettiva, indi-pendentemente dalle modalità di eserci-zio dell’attività, compresi dunque i liberi professionisti. La professione infermieristica ricono-sce la formazione come uno strumento di cambiamento dei comportamenti sia individuali che collettivi per promuove-re lo sviluppo professionale, in termini di accrescimento di conoscenze ed ac-quisizione di competenze ma anche e soprattutto, per migliorare e garantire la qualità dell’assistenza erogata ai cit-tadini. Il Codice deontologico dell’Infer-miere (Febbraio 2009) all’art. 11 recita “ L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna sa-peri e competenze attraverso la forma-zione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di for-mazione. Promuove, attiva e partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risul-tati”. Ed anche l’articolo 15 afferma che: “L’infermiere chiede formazione e/o supervisione per pratiche nuove o sulle quali non ha esperienza”. Ripercorrendo in estrema sintesi le tappe fondamentali dello sviluppo del sistema ECM, ricordiamo che l’articolo 2, comma 357 della Legge 24 dicembre 2007 n. 244, meglio conosciuta come legge Finanziaria 2008, ha reso opera-tivo il “Riordino del sistema di Forma-zione continua in Medicina” approvato dalla Conferenza Stato- Regioni il pri-mo Agosto 2007. L’Accordo Stato Re-gioni del 1° agosto 2007 ha definito il Riordino del Programma di Formazio-ne Continua in Medicina e stabilito la nuova organizzazione e le nuove rego-le per la Governance del sistema ECM del triennio 2008-2010, individuando nell’Agenzia nazionale per i servizi sa-nitari regionali (Agenas) la “casa comu-ne” a livello nazionale, in cui collocare la Commissione nazionale e gli orga-nismi che la corredano, trasferendovi quindi la gestione amministrativa del programma di ECM ed il supporto alla Commissione Nazionale per la Forma-

zione Continua prima di competenze del Ministero della Salute. Il successivo accordo del 5 novembre 2009 ha prov-veduto a declinare in termini regola-mentari il precedente accordo integran-dolo, così che con il nuovo sistema di formazione continua.La Commissione nazionale per la forma-zione continua si avvale:• del Comitato di garanzia per l’indi-

pendenza della formazione continua dal sistema di sponsorizzazione

• del Comitato Tecnico delle Regio-ni: che assicura la partecipazione di tutte le regioni e province autonome attraverso componenti designati dalla Commissione salute;

• l’Osservatorio Nazionale: composto da esperti di provata esperienza nel campo della formazione e della valuta-zione di qualità dei singoli professioni-sti, delle attività e delle organizzazioni sanitarie, designati dalla Conferenza Stato Regioni (5 componenti) e dal Co-mitato di Presidenza della Commissio-ne Nazionale (6 componenti);

• del CoGeAPS (Consorzio gestione Anagrafica delle Professioni Sanitarie) che ha il ruolo di gestore della Ana-grafe Nazionale dei crediti formativi;1

• della Consulta Nazionale della for-mazione permanente: Organo tecni-co di consulenza composto da rappre-sentanti di Società Scientifiche, Orga-nizzazioni Sindacali, Associazioni di Provider, Associazioni di Tutela

La Commissione nazionale ECM il 13 gennaio 2010, ha poi , in recepimento del documento del 5 novembre 2009 ap-provato dalla Conferenza Stato-Regioni recante “Il nuovo sistema di formazio-ne continua in medicina - Accredita-mento dei Provider ECM, formazione a distanza, obiettivi formativi, valutazio-ne della qualità del sistema formativo sanitario,attività formative realizzate all’estero, liberi professionisti”, elabora-to ufficialmente una serie di documenti che regolamenteranno con criteri e stan-dard omogenei in tutta Italia il sistema della formazione continua dei professio-nisti sanitari.

In particolare:1) Regolamento applicativo dei criteri

oggettivi per l’accreditamento dei provider (definizioni - principi - pub-blicità - sponsorizzazioni - conflitto di interessi - requisiti minimi - stan-dard);

2) Criteri per l’assegnazione di crediti alle attività ECM (principi generali ed i criteri per l’attribuzione di credi-ti ECM per i diversi tipi di iniziative didattiche, di carattere residenziale, a distanza, sul campo, in autoap-prendimento, etc..);

3) Formazione sul Campo (principi ge-

nerali, definizioni, procedure e ri-spettivi criteri per l’assegnazione di crediti);

Si riassumono di seguito le principali informazioni che possono essere di in-teresse diretto per gli infermieri chiama-ti ad assolvere il debito formativo ECM, tralasciando le parti più tecniche che riguardano gli organizzatori di attività formative.

Quali tipologie di eventi possono es-sere accreditate e quindi, se parteci-pate, far acquisire crediti ECM? Al fine di garantire un quadro completo ed armonico che comprenda le diverse possibili modalità di formazione/ap-prendimento utilizzabili, sono identifi-cate 10 tipologie: 1. Formazione residenziale; 2. Convegni e Congressi (ma anche

simposi e conferenze); 3. Formazione residenziale interattiva 4. Training individualizzato (Formazio-

ne sul campo); 5. Gruppi di miglioramento o di studio,

Commissioni, Comitati (Formazione sul campo);

6. Attività di ricerca (Formazione sul campo);

7. Audit Clinico e/o assistenziale (For-mazione sul campo);

8. Autoapprendimento senza tutorag-gio (FAD);

9. Autoapprendimento con tutoraggio (FAD);

10. Docenza e tutoring + altro.

Questo aspetto è di grande interesse per gli infermieri, che possono per-tanto scegliere come apprendere, sele-zionando la formazione che meglio si adatta ad una prassi quotidiana orienta-ta a prestazioni infermieristiche sicure e basate sulle evidenze scientifiche più aggiornate.

La Formazione sul campo (FSC) si ca-ratterizza per l’utilizzo nel processo di apprendimento, delle strutture sani-tarie, delle competenze dei professio-nisti impegnati nelle attività cliniche e assistenziali e delle occasioni di lavoro. Questa modalità di formazione, offre la massima possibilità di essere legata alle specifiche esigenze di sviluppo dei servizi e di miglioramento dei processi assistenziali, favorendo l’apprendimento di competenze professionali e di com-portamenti organizzativi.

Quanti sono i Crediti da maturare?I crediti ECM sono indicatori della quan-tità di formazione/apprendimento effet-tuato dagli operatori sanitari in occasio-ne di attività ECM. Per il periodo 2011-2013 ogni professionista della sanità dovrà acquisire 150 crediti sulla base di 50 ogni anno, così distribuiti:

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Triennio 2011 - 2013150 crediti ECM

Per le sotto elencate tipologie Complessivamente NON può eccedere il 60% del monte crediti triennale ottenibile

da un singolo operatore sanitario(n. 90 Crediti ECM su 150)

il restante 40% (n. 60 Crediti ECM su 150)

• Convegni e Congressi (ma anche simposi e conferenze)

• Gruppi di miglioramento o di studio, Commissioni, Comitati (Formazione sul campo)

• Attività di ricerca (Formazione sul campo)

• Docenza e tutoring + altro

• Formazione residenziale• Formazione residenziale interattiva• Training individualizzato

(Formazione sul campo)• Audit Clinico e/o assistenziale

(Formazione sul campo)• Autoapprendimento senza tutoraggio

(FAD)*• Autoapprendimento con tutoraggio

(FAD)** In considerazione della peculiarità dell’assistenza infermieristica quale disciplina intellettuale, per la tipologia di formazione a distanza con o senza tutoraggio (FAD, punti 8 e 9), il numero massimo dei crediti acquisibili dagli infermieri non può eccedere complessivamente il 60% del monte dei crediti triennali ottenibili da ogni singolo infermiere (n. 90 crediti formativi su n. 150 crediti ECM), in attesa della definizione del dossier formativo2 in relazione alla specificità delle competenze in-fermieristiche.

A ognuna delle tipologie identificate corrispondono, come sintetizzato nel-la tabella che segue, specifiche indica-zioni per il calcolo e l’attribuzione dei crediti ECM. In alcuni casi, e soprattutto nei progetti più impegnativi, le diverse tipologie possono essere integrate. Per indicare questo sistema “misto” si usa il termine blended. Vengono stabiliti dei criteri più rigorosi per valutare la quali-tà dell’evento in relazione al numero dei partecipanti: sarà infatti riconosciuto un numero superiore di crediti agli eventi di piccole dimensioni e che utilizzano metodologie interattive (gruppi di lavo-ro, simulazioni, role playning..)

Chi eroga la formazione ECM?Si passa dall’accreditamento dei singoli eventi formativi, all’accreditamento dei provider 3 (i fornitori di formazione) che li erogano. L’altro elemento importantis-simo , sono le garanzie di qualità e in-dipendenza della formazione. La qualità è assicurata dall’Osservatorio, con un attento monitoraggio di tutti i prodotti informativi. Il controllo e l’indipendenza sono garantiti, per i provider accreditati dalla Commissione nazionale dal Comi-tato di garanzia.

Chi accredita gli eventi e rilascia i crediti ECM?L’accreditamento consiste nella asse-gnazione all’evento di un certo numero di crediti formativi ECM, che sono for-malmente riconosciuti ai partecipanti all’evento. I crediti vengono rilasciati dai provider. Hanno valore nazionale anche i crediti attestati da un provider accre-ditato a livello regionale. L’attestato di partecipazione all’evento formativo, rila-sciato dal provider, deve essere conser-vato dall’interessato per essere presen-tato, ai fini della registrazione dei cre-diti, all’Ordine, Collegio o Associazione

professionale secondo le istruzioni che indicherà la Commissione nazionale per la formazione continua.Al termine dell’evento formativo ECM, il provider deve comunicare all’Ente ac-creditante e al CoGeAPS i crediti ottenu-ti da ogni partecipante.

Che ruolo avranno i Collegi nella nuova ECM?Gli Ordini i Collegi e le Associazioni accreditate e le rispettive Federazioni Nazionali “si collocano all’interno del si-stema quali soggetti del tutto legittimati ad esercitare una propria funzione di re-sponsabilità e garanzia dei professioni-sti e delle attività da questi svolte verso i cittadini. Nell’ambito del programma di Formazione Continua in Medicina, i compiti di Ordini, Collegi e Associazioni professionali sono schematicamente ri-assumibili nelle seguenti attività: - certificazione dei crediti ECM acquisiti

dagli iscritti (in attesa di ulteriori indi-cazioni);

- suggerimento degli obiettivi formati-vi nazionali, regionali e specifici per ogni categoria sanitaria in collabora-zione con Commissione Nazionale ECM e Conferenza Stato-Regioni;

- essere Referenti istituzionali sulla va-lutazione della qualità degli eventi for-mativi;

- essere Provider per eventi su temati-che specifiche quali etica, deontologia professionale e legislazione sanitaria.

Come avverrà il passaggio al nuovo sistema?In attesa della progressiva evoluzione del sistema, che presuppone ancora l’in-troduzione di alcuni aggiustamenti, ver-rà mantenuto un doppio meccanismo di accreditamento (eventi e provider) che accompagnerà questa fase sperimentale sino alla sua conclusione.

NOTE:1. Co.Ge.A.P.S., (Consorzio Gestione Anagrafica Pro-

fessioni Sanitarie), organismo che riunisce le Fe-derazioni Nazionali degli Ordini e dei Collegi e le Associazioni dei professionisti della salute che par-tecipano al programma di Educazione Continua in Medicina (ne fanno parte le Federazioni Nazionali degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri, dei Far-macisti, dei Veterinari; il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi, l’Ordine Nazionale dei Bio-logi  e il Consiglio Nazionale dei Chimici; la Fede-razione Nazionale dei Collegi IPASVI, dei Collegi delle Ostetriche e dei Tecnici di radiologia medica; le Associazioni professionali afferenti all’area della riabilitazione, all’area tecnica e a quella della pre-venzione). Secondo quanto stabilito dall’Accordo Stato Regioni del 5 Novembre 2009, il Co.Ge.A.P.S. è “l’organismo nazionale deputato alla gestione delle anagrafiche nazionali e territoriali, dei cre-diti ECM attribuiti ai professionisti che fanno capo agli Ordini, Collegi nonché le rispettive Federazioni nazionali e Associazioni professionali, consentendo a questi le relative funzioni di certificazione delle at-tività formative svolte”. Il professionista risulta nel-le liste del Co.Ge.A.P.S. solo attraverso l’iscrizione all’Ordine, Collegio o Associazione professionale di competenza e per conoscere il numero dei credi-ti ECM acquisiti dovrà rivolgersi al proprio Ordine, Collegio o Associazione che, attraverso i dati forniti dal Consorzio, registrerà e certificherà il numero dei crediti formativi.

2. Dossier formativo: è lo strumento di program-mazione e valutazione del percorso formativo del singolo operatore (individuale) o del gruppo di cui fa parte (equipe o network professionale). Il Dos-sier non si configura come una semplice raccolta statistica di informazioni ma come uno strumento di accompagnamento del professionista in grado di: rendere esplicito e visibile il proprio percorso formativo;programmare la formazione individuale e di gruppo;valutare la pertinenza e la rilevanza delle azioni formative erogate e frequentate in rapporto al proprio lavoro. (valutazione della coerenza tra la formazione programmata/realizzata e i bisogni in-dividuali di gruppo/aziendali dei professionisti). I Dossier formativi, di gruppo e/o individuali do-vranno sintetizzare gli obiettivi formativi tesi a con-solidare e sviluppare le competenze nelle seguenti aree: - tecnico professionali; - organizzativo gestio-nali; - comunicativo relazionali - miglioramento con-tinuo, innovazione e ricerca. I DF degli operatori dipendenti o convenzionati con le strutture sanita-rie sono di norma elaborati e aggiornati nell’ambito del dipartimento o della struttura di appartenenza. Le stesse strutture hanno anche la funzione di pro-muoverne la realizzazione, in coerenza con le stra-tegie aziendali, e di valutarli in collaborazione con le strutture o gli organismi preposti alla formazione continua. Per i liberi professionisti, invece, questa funzione è affidata ai Collegi, alle Associazioni e agli Ordini

3. L’accreditamento di un Provider ECM è il ricono-scimento da parte di un’istituzione pubblica (Com-missione Nazionale per la Formazione Continua o Regioni o Province Autonome direttamente o attraverso organismi da questi individuati) che un soggetto è attivo e qualificato nel campo del-la formazione continua in sanità e che pertanto è abilitato a realizzare attività formative riconosciu-te idonee per l’ECM individuando ed attribuendo direttamente i crediti ai partecipanti. I requisiti ri-chiesti per ottenere l’accreditamento riguardano in particolare le caratteristiche del soggetto che si propone, la sua organizzazione generale, le risor-se di cui dispone, la qualità dell’offerta formativa e la sua indipendenza da interessi commerciali. Il Manuale di Accreditamento dei provider, approva-to il 13 gennaio 2010 dalla Commissione nazionale, fissa le regole per l’accreditamento dei provider at-traverso la verifica di standard predefiniti, che atte-stino la qualità della formazione erogata. Il passo successivo consisterà nella predisposizione da par-te della Commissione nazionale per la formazione continua, di concerto con gli altri enti accreditanti, dell’Albo nazionale dei provider ECM (che include-rà anche quelli accreditati a livello regionale e delle Province autonome). Tale Albo sarà sistematicamen-te aggiornato e consultabile.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

Criteri per l’attribuzione di crediti nelle diverse tipologie di formazione ECMTipologia Descrizione n. partecipanti Crediti Chi attesta1.Formazione residenziale

Attività in cui uno o pochi docenti si rivolgono a molti discenti e il livello di interattività è limitato alla possibilità di fare domande e partecipare alla discussione

Inferiore a 200 1 credito/ora- da 1 a 20 partecipanti: premio + 25% crediti previsti- da 21 a 50 partecipanti: premio + 25% decrescente- da 51 a 100 partecipanti: nessun premio- da 101 a 150 partecipanti: riduzione del 25% (1 ora = 0,75 crediti ECM) - da 151 a 200 partecipanti: riduzione del 50% (1 ora = 0,50 crediti ECM)

Provider

2.Convegni, congressi, simposi

Da queste attività, con limitato valore formativo, potrà essere acquisito un limitato numero di crediti in base alla documentazione di registrazione ed alla dichiarazione di partecipazione sottoscritta dall’utente

Oltre 200 partecipanti

0,20 crediti per ora per un massimo di 5 crediti anche se la durata del convegno/congresso è superiore a 3 gg, 1 settimana)

Provider

- Workshop, seminari, corsi teorici

che si svolgono all’interno di congressi e convegni Meno di 100 partecipanti

1 credito per oraI crediti acquisiti escludono la possibilità di sommare i crediti formativi previsti con quelli del convegno, congresso, simposio… di cui sopra in base alla semplice registrazione e dichiarazione di partecipazione.

Provider

3.Formazione residenziale interattiva

I partecipanti svolgono un ruolo attivo e il livello di interazione tra loro e con i docenti è ampio. Si realizzano in genere attraverso lavori di gruppo, esercitazioni, role playing, simulazioni. Si svolgono in sedi appropriate per la didattica,, eventualmente attrezzate ad hoc.

massimo 25 partecipanti per docente/tutor

1,5 crediti ogni ora di partecipazione effettiva Provider

4.Training individualizzato(FSC)

Il partecipante in modo attivo acquisisce nuove conoscenze, abilità e comportamenti utili all’esecuzione di attività specifiche, all’utilizzo di tecnologie e strumenti o al miglioramento di aspetti relazionali. Si verificano in genere durante tirocini, training, periodi di affiancamento, supervisione in psicoterapia… Si svolgono in contesti lavorativi qualificati e sulla base di obiettivi ben identificati e di una programmazione specifica

presenza di un formatore/tutor preferenzialmente nel rapporto 1:1 o 1:2 e comunque non oltre 1:3

I crediti sono assegnati sulla base dell’impegno:1 credito ogni ora (massimo 6 crediti per giorno a tempo pieno) fino a un massimo di 30 crediti per ogni singola iniziativa

Provider

5.Gruppi di miglioramento(FSC)

L’apprendimento avviene attraverso la interazione con un gruppo di pari e la partecipazione a iniziative mirate prevalentemente al miglioramento di un processo, di una situazione, di una procedura….Prevedono di solito, la ricerca e l’organizzazione di documentazione, la lettura di testi scientifici e la discussione in gruppo, l’analisi di casi, la redazione, la presentazione e la discussione di elaborati.

- GRUPPI DI LAVORO/STUDIO/MIGLIORAMENTO finalizzati al miglioramento della qualità, promozione salute, accreditamento e alla certificazione di sistemi, dell’organizzazione di servizi, di prestazioni, della comunicazione con i cittadini…circoli di lettura di articoli scientifici, discussioni su casi clinici, su problemi assistenziali e cure primarie, circoli di gestione delle criticità di programmi di prevenzione e di emergenze.

- COMITATI AZIENDALI PERMANENTI (comitato etico, controllo infezioni, buon uso antibiotici o del sangue, prontuario terapeutico, sicurezza ed emergenze sul lavoro, ospedale senza dolore)

- COMMISSIONI DI STUDIO (interaziendali, dipartimentali, aziendali)

- COMUNITA’ DI APPRENDIMENTO O DI PRATICA

massimo 20 partecipanti

1 credito per due ore non frazionabili

Ogni progetto è accreditabile per un minimo di 4 incontri equivalente ad un totale di 4 crediti

Il responsabile del gruppo è indicato dal Provider che attesta i crediti, è identificato nella delibera ed ha diritto ad un aumento del 50% dei crediti

Provider

6.Attività di ricerca (FSC)

a) attività di ricerca programmate da un Provider accreditato

Partecipazione a studi finalizzati a ricercare nuove conoscenze rispetto a determinanti della salute e delle malattie e alle modalità assistenziali

Da 1 a 3 crediti per ogni iniziativa, in funzione dell’impegno previsto e della rilevanza dell’esito

Provider accreditato che ha organizzato l’attività di ricerca

b) attività di ricerca non pianificate da un Provider ma che danno esito a pubblicazioni scientifiche

Tabella:

- Citazioni su riviste citate nel Citation Index: primo nome: 3 crediti / altro nome: 1 credito

- Pubblicazioni su riviste non citate su C.I. ed atti di congressi nazionali o internazionali: primo nome: 1 credito / altro nome: 0,5 crediti- capitoli di libri e monografie:primo nome: 2 crediti / altro nome: 1 credito

7.Audit clinico e/ o assistenziale

I professionisti esaminano la propria attività e i propri risultati, in particolare attraverso la revisione della documentazione sanitaria e la modificano se necessario seguendo le fasi previste dall’attività di audit.

Massimo 20 partecipanti

2 crediti per 2 ore non frazionabili

Ogni progetto è accreditabile per un minimo di 3 incontri/progetto

L’assegnazione dei crediti è uguale per tutti i partecipanti perché le attività previste dal processo di audit devono essere equamente distribuite tra tutti

Ordine e Associazione professionale secondo la tabella a lato

8.Autoapprendimento senza tutoraggio ( FAD)

Utilizzazione individuale di materiali durevoli e sistemi di supporto per l’autoapprendimento. Non è prevista l’azione guida o il supporto di un tutor.

1 credito per ogni ora di impegno previsto.

Per i crediti da attività FAD di Provider non italiani ( EU, USA,Canada,) il certificato ottenuto dal provider FAD straniero deve essere trasmesso a cura del professionista della Sanità ala’Ordine o Associazione professionale e registrato con il 50% dei crediti attestati.

Per la tipologia formazione a distanza con o senza tutoraggio, il numero massimo dei crediti acquisibili dagli infermieri non può eccedere complessivamente il 60% del monte crediti triennali ottenibili da ogni singolo infermiere. (N. 90 crediti formativi su 150 crediti formativi) in attesa della definizione del dossier formativo

Provider

9. Autoapprendimento con tutoraggio (FAD)

Utilizzazione individuale di materiali durevoli e sistemi di supporto per l’autoapprendimento con l’azione guida e di supporto di un tutor in tempo reale o anche in differita breve.

1,5 crediti per ogni ora di impegno previsto

10. Docenza e tutoring + altro

- Docenza o relazioni a eventi residenziali accreditati: 1 credito per ½ ora di docenza o relazione 2 crediti ogni ora effettiva di docenza o relazione

- Tutoring per training individualizzato (addestramento) in eventi accreditati: 5 crediti per settimana lavorativa o 1 credito al giorno

- Coordinamento di attività di FSC; Responsabile/ coordinatore di gruppi di lavoro, di studio o miglioramento in qualità: 50% in più dei crediti formativi attribuiti al progetto di riferimento

- Tutoring per tirocini di valutazione e/o obbligatori (esame di abilitazione – internato studenti in medicina – Formazione MMG- Professioni sanitarie): 4 crediti per mese di tutorato Limite di utilizzo per ciascun professionista: 50% dei crediti di ogni anno

Provider

Provider

Provider

Documentazione attestata dall’Ente erogatore dell’attività ed indirizzata all’Ordine Professionale o al Collegio per l’emissione dell’attestazione e l’erogazione dei crediti

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Tabella di sintesi: criteri per l’attribuzione di crediti nelle diverse tipologie di formazione ECM

BIBLIOGRAFIA:- Decreto legislativo 229/99 recante

“NORME PER LA RAZIONALIZZAZIO-NE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIO-NALE

- L’articolo 2, comma 357 della Legge 24 dicembre 2007 n. 244, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008).

- Accordo Conferenza Stato Regioni 1 Agosto 2007, “Riordino del sistema di Formazione continua in Medicina”

- Accordo Conferenza Stato Regioni 5

Novembre 2009, “Accreditamento dei Provider ECM, formazione a distanza, obiettivi formativi, valutazione della qualità del sistema formativo sanitario, attività formative realizzate all’estero, liberi professionisti”,

- Regolamento applicativo dei criteri og-gettivi di cui all’Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009 e per l’accredita-mento, Commissione Nazionale Forma-zione Continua, 13 Gennaio 2010 (Suppl. ordinario n. 231 alla Gazzetta Ufficiale, Serie generale, n. 288 dell’11.12.2009)

SITOGRAFIA:www.ipasvi.itwww.agenas.itwww.cogeaps.it

NdR:Si allega la tabella di riferimento (vedi sopra) per l’attribuzione dei Crediti ECM ai partecipanti ai Corsi di Formazione tenuti dal Collegio IPASVI di Bologna.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

• Convegno Regionale dei Collegi Ipasvi

10 febbraio 2011

“Il team medico - infermiere nel dipartimento di emergenza - urgenza”.

Sintesi elaborata da: Dott. Pietro GiurdanellaConsigliere Collegio IPASVI Bologna

“Il team medico-infermiere nel dipar-timento di emergenza-urgenza” questo il tema del Convegno Regionale dei Col-legi IPASVI della Regione Emilia-Roma-gna. Il tema non poteva essere diverso vista la recente controversia innescata dall’esposto presentato dall’Ordine Pro-vinciale dei Medici di Bologna alla Pro-cura della Repubblica contro le Regioni Emilia Romagna e Toscana che, come si sostiene, “con alcuni protocolli di orga-nizzazione delle attività del personale sanitario, in particolare in ambito di Pronto soccorso e 118, hanno innesca-to un travalicamento da parte dell’in-fermiere di funzioni e azioni pretta-mente mediche”.La scelta dei Collegi Ipasvi della regio-ne Emilia Romagna, fin da subito, è stata quella di affrontare apertamente, senza polemiche, senza demagogia, il delicato passaggio storico. Ed è stato affrontato nell’unico modo possibile: mettendo a confronto gli attori interessati (Infer-mieri e Responsabili delle diverse aree del sistema dell’Emergenza-Urgenza, ivi compresa la realtà fiorentina anch’essa fortemente chiamata in causa) con le principali Istituzioni sanitarie a livello regionale.Forti le aspettative, anche per la pre-senza del Dott. Carlo Lusenti, Assessore alle Politiche per la Salute della nostra Regione, della Dott.ssa Mariella Martini, Direttore Generale Assessorato Regiona-le Politiche per la Salute, del Dott. Marco Vigna Referente 118 Assessorato Regio-nale Politiche per la Salute. Una giornata ricca di dibattito che ha avuto un filo conduttore, mai abbando-nato durante tutto il Convegno: la strada intrapresa negli ultimi anni dal Sistema dell’Emergenza non solo può, ma deve andare avanti. I percorsi costruiti non possono essere abbandonati per rasse-

gnarci, come evidenziato nel suo discor-so d’apertura dall’Assessore Regionale Carlo Lusenti: “a modelli ed identità professionali che abbiamo alle spalle o a gerarchie che non hanno più senso. Abbiamo bisogno di competenze per il cittadino”. E’ chiaro nel suo intervento il dott. Lusenti. Con altrettanta chiarezza spiega che “sono sostanzialmente due le strade percorribili per dirimere la questione delle competenze medico – infermieristiche in ambito dell’urgen-za. La prima è una forma di darwi-nismo organizzativo: mettiamo tutto insieme – competenze, professionalità, risorse, bisogni – e poi vediamo chi è il più forte o chi saprà meglio far valere il suo specifico professionale. Ciò com-porterebbe un’inevitabile serie di con-flitti che sarebbero pagati dai cittadini. La seconda strada, invece, è quella di costruire modi chiari per lavorare in-sieme, nell’interesse delle persone a cui ci rivolgiamo. E’ l’unico modo, questo, per mettere insieme competenze diver-se e di fatto indirizzarle verso un obiet-tivo comune”. E’ molto determinato l’Assessore Lusenti nel suo intervento, consapevole del de-licato momento nel quale ci troviamo. In gioco c’è il sistema delle Professioni, dell’organizzazione sanitaria, della sua capacità di fornire risposte adeguate ai bisogni del cittadino. E a tal proposito aggiunge: “il servizio sanitario deve avere un ruolo di governo dei proces-si, capace di agevolare il confronto e la costruzione di percorsi condivisi”. Una visione, la sua, che non arretra di un passo, anzi incalza: “Bisogna essere capaci di sperimentare terreni nuovi di collaborazione. Tralasciando quello spirito notarile ormai anacronistico: tutte le sperimentazioni vanno “lette” e giudicate in maniera costruttiva, cambiando tutte quelle cose che non hanno funzionato, sempre nell’ottica del miglioramento dei servizi offerti al cittadino”.E non manca il riferimento, seppur non diretto, alla posizione dell’Ordine dei Medici: “Ci sono reazioni a questo ap-proccio? Si e sono inevitabili. Sono pe-ricolose? Per nessuno. In qualche modo cambieranno le nostre scelte? Non c’è possibilità! Quella intrapresa è una strada non solo buona, non solo per-corribile, ma soprattutto giusta! Basta vedere il resto del mondo - per capire che queste strade sono state percorse da decenni ormai, nei quali la condivi-sione è massima, dove è quotidiano lo sforzo di allargare le competenze. Noi non difendiamo nessun recinto. Anzi è meglio che chi ha dei recinti li apra”.

In un periodo in cui vengono così du-ramente messe in discussione il ruolo e le competenze dell’Infermiere nell’or-ganizzazione sanitaria della nostra re-gione, almeno per ciò che concerne le aree dell’Emergenza-Urgenza, il discor-so dell’Assessore è pienamente condi-viso dall’intera platea. Se gli Infermieri chiedevano chiarezza, nelle parole della principale Istituzione regionale in ambi-to sanitario hanno trovato molto di più. Infatti l’Assessore Lusenti si spinge oltre, affermando che il tema dell’attribuzio-ne di competenze non è l’unico tema di criticità per gli Infermieri. Vi sono infatti almeno altre due criticità da gestire per la professione infermieristica. La prima è la vicenda formativa. Infatti evidenzia che “andrebbe ridotto il numero di professo-ri-medici all’interno dei corsi di laurea in Infermieristica. Questo è un aspetto fondamentale nella crescita delle profes-sioni e delle proprie competenze. Questo sistema crea gerarchia fin dalla forma-zione degli infermieri”. L’altro aspetto è il disequilibrio nella dirigenza infermieri-stica. Infatti aggiunge: “Per anni ho lavo-rato e sostenuto la dirigenza dei medici. Per le stesse ragioni per cui mi battevo allora oggi dico che un rapporto così squilibrato tra infermieri e dirigenti (1 dirigente ogni 500 professionisti Infer-mieri) non è più sostenibile”.Gli interventi a seguire, della Dott.ssa Martini, Direttore Generale Sanità e Po-litiche Sociali, e del Dott. Marco Vigna Referente 118 Assessorato Regionale Po-litiche per la Salute chiariscono ulterior-mente, semmai ve ne fosse la necessità, quanto la gestione del Sistema Sanitario Regionale abbia basi solide, ben struttu-rate, con una visione programmatica di lungo respiro e spiega, senza ombra di dubbio, l’eccellenza raggiunta.Con i due interventi si arriva direttamen-te al cuore del “problema”: l’attribuzione di competenze agli Infermieri nell’am-bito del Sistema di Emergenza-Urgenza, seppur “denunciate” solo adesso dall’Or-dine dei Medici, ha ormai radici venten-nali e sono da inserire in un’articolazio-ne organizzativa molto più ampia, all’in-terno della quale l’attribuzione di tali competenze rappresentano soltanto una esigua parte del disegno complessivo. Tra l’altro previste da una articolazione normativa nazionale. Come evidenziato dagli stessi Relatori, infatti, è il DPR 27 Marzo 1992 “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regio-ni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza” a definire la responsabilità operativa del Personale Infermieristico della Centra-le, nell’ambito dei protocolli decisi dal

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medico responsabile della centrale stes-sa. Il Decreto opera un vero e proprio rovesciamento culturale e professionale, introducendo nei neo-istituiti Diparti-menti dell’Emergenza-Urgenza modelli organizzativi già presenti in pratica in alcune realtà regionali. La logica che sta alla base è tanto rivo-luzionaria (almeno in Italia poiché in altri Paesi è ormai di prassi) quanto di buon senso: creare una integrazione funzionale delle divisioni e dei servizi sanitari al fine di affrontare i problemi diagnostici – terapeutici dei pazienti in situazione di emergenza. In pratica si riuniscono in un’unica struttura orga-nizzativa diversi specialisti che operano in chiave multidisciplinare. Per la mede-sima logica viene maturata dal legislato-re la scelta ad attribuire maggiori com-petenze e responsabilità professionali all’Infermiere. Infatti negli anni successi-vi, con ulteriori Linee Guida (n.1/1996) il Ministero della Sanità conferma il medesimo sistema, istituendo le funzio-ni di Triage. Si legge testualmente che “all’interno dei DEA deve essere previ-sta la funzione di triage, come primo momento di accoglienza e valutazione dei pazienti in base a criteri definiti che consentano di stabilire le priorità di intervento. Tale funzione è svolta da personale infermieristico adegua-tamente formato, che opera secondo protocolli prestabiliti dal dirigente del servizio”. Negli anni seguenti (dal 2001 ad oggi) la normativa - sia nazionale che regio-nale - rafforza ulteriormente il concet-to di multidisciplinarietà, attribuendo agli Infermieri maggiori competenze e responsabilità, in una logica formativa e di aggiornamento via via sempre più centrale. Gli Infermieri debbono essere formati e aggiornati sia sul piano tecni-co - gestione del triage - che su quello relazione ed educativo implementando le conoscenze sulla psicologia compor-tamentale e sulle tecniche relazionali. Un quadro normativo di questi ultimi due decenni che, tra l’altro, si amalgama coerentemente all’interno di un proces-so di evoluzione della professione infer-mieristica che proprio negli stessi anni ha ridefinito lo specifico professionale in termini di autonomia e di responsabilità. A questo punto c’è da chiedersi dove sta il problema? Perché tutto il quadro de-scritto si conclude con la dura presa di posizione da parte di alcuni Ordini dei Medici?La Delibera di Giunta Regionale n.1184 del 2010 (Linee Guida per la corretta ef-fettuazione del Triage nei Pronto Soccorso dell’Emilia Romagna) è una delle norme

1964

2011

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che hanno innescato l’esposto presentato.Il punto 10 della Delibera, in particola-re, è il grande accusato. Infatti “la possi-bilità di effettuare in Pronto Soccorso – così recita la delibera - pratiche assi-stenziali/terapeutiche in autonomia, di inviare direttamente al medico spe-cialista, in presenza di protocolli, pro-cedure, istruzioni operative sottoscritte dal medico responsabile dell’U.O. e dal Coordinatore Infermieristico” rappre-sentano quella che nell’esposto viene definita come una «esondazione di prati-ca infermieristica in campo medico» che potrebbe prefigurare un reato penale, per «l’esercizio e/o il concorso nell’eser-cizio abusivo della professione medica». Chiaramente in un contesto nel quale si richiama fortemente la multidiscipli-narietà, la formazione, l’attribuzione di competenze – tutto ciò volto a garantire le migliori prestazioni possibili al Cittadi-no - Utente, la questione sollevata dai Me-dici (o almeno da una parte di essi visto che la stessa Società Italiana di Medicina d’Emergenza/Urgenza ha preso fin da su-bito le distanze dall’esposto esprimendo con una nota del 13 novembre 2010 la propria solidarietà a tutti gli Infermieri Italiani) mette in discussione quella se-renità fondamentale nella gestione dei delicati processi organizzativi del Dipar-timento dell’Emergenza-Urgenza.A questo punto cosa fare?Da quanto emerso dal Convegno sembra abbastanza chiaro. E’ chiaro per le Istitu-zioni regionali con l’affermazione che i traguardi raggiunti non possono essere messi in discussione, non tanto per una carenza nelle prestazioni erogate quanto per delle “resistenze”, come evidenziato dallo stesso Assessore Lusenti. E’ altrettanto chiaro per i “protagonisti” che hanno partecipato al Convegno – ovvero Infermieri e Responsabili di re-altà operative quali – il Pronto Soccorso dell’Ospedale Di Vaio di Fidenza, il Pron-to Soccorso dell’Ospedale di Bentivo-glio, il 118 di Bologna Soccorso, il 118 di Modena, il 118 di Parma, il Dipartimento dell’Emergenza/Urgenza della Azienda Sanitaria di Firenze - che hanno espresso la volontà di andare avanti per la strada giustamente fatta fino ad oggi. Una po-sizione, la loro, riassumibile con le pa-role di un relatore: se paragoniamo le due professioni – quella infermieristica e quella medica – a due binari ferrovia-ri che percorrono due strade parallele, queste strade inevitabilmente si debbo-no, a volte, intersecare tra di loro per for-mare strade nuove, nuovi percorsi diver-si e condivisi per soddisfare l’unico bi-sogno possibile. Il bisogno del cittadino.

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa relativo ad altre modalità di pagamento dell’avviso di pagamento della quota annuale e delle cartelle esattoriali delle quote arretrate

• La cartella si paga anche dal tabaccaio.Al via l’accordo tra Equitalia - FIT - Banca ITB

Le cartelle di Equitalia si pagano anche dal tabaccaio. Da alcuni giorni è opera-tivo l’accordo siglato nei giorni scorsi a Roma dal direttore generale di Equitalia, Marco Cuccagna, dal presidente della Fe-derazione italiana tabaccai (Fit), Giovan-ni Risso, e dall’amministratore delegato di Banca ITB, Francesco Marrara. L’accordo consente di saldare i debiti fiscali e contributivi nelle 11.782 tabac-cherie abilitate al servizio di pagamento tramite Rav, il bollettino precompilato allegato alle cartelle. I nuovi canali di pagamento si aggiungono agli sportelli dell’agente della riscossione e a quelli di banche e poste, creando una rete capil-lare sul territorio. I contribuenti hanno ora a disposizio-ne anche più giorni e orari più flessibi-li per mettersi in regola con Equitalia. Grazie alla lunga fascia oraria osservata dai tabaccai, infatti, che va dalle ore 6 alle 22 dal lunedì al sabato e dalle ore 6 alle 14 la domenica, si può decidere se pagare le cartelle prima o dopo l’ora-rio lavorativo e persino nel weekend. L’importo massimo per ogni operazio-ne fissato da Banca ITB è di 1.500 euro e si possono effettuare i versamenti sia in contanti sia tramite bancomat, con una piccola commissione per i tabac-cai di 1 euro e 80 centesimi. L’elenco degli esercenti abilitati in tutta Italia è consultabile sul sito Fit all’indirizzo www.tabaccai.it.In base all’accordo, inoltre, per i con-tribuenti che decidono di mettersi in regola dopo la scadenza di 60 giorni c’è un importante novità: diventa pos-sibile avere istantaneamente dal tabac-caio il Rav aggiornato con gli interessi di mora e le altre spese, senza dover-

si più recare necessariamente presso uno sportello Equitalia. È questo un al-tro importante servizio, già partito per alcuni agenti della riscossione (Equita-lia Gerit, Equitalia Basilicata, Equitalia Sardegna, Equitalia Trentino Alto Adi-ge Südtirol, Equitalia Lecce, Equitalia Cerit, Equitalia Marche, e destinato a estendersi a tutto il Gruppo Equitalia. A partire dal mese di giugno 2011, sarà possibile anche per Equitalia Po-lis Bologna n.d.a.L’intera iniziativa realizza una tappa fondamentale del protocollo tra Equi-talia e Ministero per la Pubblica am-ministrazione sottoscritto lo scorso luglio con l’obiettivo di moltiplicare, attraverso il circuito “Reti amiche”, i canali di pagamento a disposizione dei contribuenti.

• Gli Infermieri, gli Assistenti Sanitari, gli Infermieri Pediatrici per i 150 anni dell’unità d’Italia.

Quando questo numero della rivista “Professione Infermiere” giungerà nel-le nostre case sarà un periodo partico-lare per il nostro Paese, infatti saranno i giorni dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia.E perché parlarne, sia pure brevemen-te, anche noi? Nell’ambito del gruppo “sistema in-formativo” del nostro Collegio ci sia-mo posti questa domanda e la risposta è stata: parliamone. Parliamone perché la condizione so-ciale, di vita, di benessere dipende da

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NORMATIVA

MINISTERO DELLA SALUTEConferenza delle Regioni e delle Province Autonome

• Piano sanitario nazionale2011 - 201318 Novembre 2010

Sintesi di Cleopatra Ferri

Il Piano Sanitario Nazionale (PSN) 2011 - 2013, già nel Sito del Ministe-ro della Salute, viene qui sintetizzato, benché non ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, poiché rappresenta un documento di cui tutti i professio-nisti iscritti all’Albo devono essere a conoscenza e attivare i dettati nei pro-pri ambiti di competenza.

Il PSN consta di una Premessa, cinque Capitoli e due Allegati.Nella premessa vengono riaffermati i “principi di responsabilità pubblica per la tutela dei diritti di salute della comunità e della persona, di universa-lità, di eguaglianza e di equità d’acces-so alle prestazioni, di libertà di scelta, di informazione e di partecipazione dei cittadini, di gratuità delle cure nei limiti stabiliti dalla legge, di globalità della copertura assistenziale come de-finito dai Livelli Essenziali di Assisten-za (LEA)”.La premessa al PSN prosegue affer-mando la necessità che lo stesso sia armonico con i principi della Comuni-tà Europea e con il contesto naziona-le, con particolare riferimento al ruolo delle Regioni.Un passaggio interessante riguarda il “macro obiettivo” che il PSN si pone, quale “non solo la promozione della salute dei cittadini, bensì quello del-la promozione del “benessere e della salute dei cittadini e della Comunità”, nella consapevolezza che “la vera ric-chezza del sistema sanitario è la salu-te dei cittadini”.

“Il servizio sanitario nazionale nel contesto europeo e strategie di in-

ternazionalizzazione”.Questo capitolo si apre sulle sfide da affrontare, per tutti i paesi europei aderenti all’Organizzazione Mondia-le della Sanità, in merito al contesto demografico ed epidemiologico, alle disparità socio-economiche, alle ri-sorse limitate, allo sviluppo tecnolo-gico e alle aspettative sempre mag-giori.Tra le sfide da affrontare e che riguar-dano la professione infermieristica emerge:- la mobilità dei pazienti e degli ope-

ratori nell’ambito dell’Unione Euro-pea per ciò che questo può compor-tare in ambito relazionale, informa-tivo, di educazione alla salute.

Altri aspetti che ci riguardano:- “il miglioramento e potenziamento

della prevenzione e della promozio-ne della salute”;

- la riorganizzazione delle cure prima-rie;

- la promozione e la diffusione, nei servizi sanitari del governo clinico, della qualità e della sicurezza dei pazienti;

- la diffusione e il consolidamento dell’integrazione socio-sanitaria;

- il miglioramento e la qualificazione del personale dei servizi sanitari.

Obiettivi da perseguire:- “equità di trattamento e di accesso

ai servizi”;- tutela e cura delle persone più de-

boli, dei disabili e degli anziani non autosufficienti, dei portatori di pa-tologie psichiatriche, delle persone con dipendenza, favorendo anche la loro integrazione nella vita quotidia-na;

- la diffusione delle cure palliative e della terapia per alleviare il dolore.

Un punto di grande interesse ed im-pegno per le professioni sanitarie e quella infermieristica in particolare riguarda il “Rapporto con i cittadini, la partecipazione degli utenti e la va-lutazione del grado di soddisfazione del cittadino”.Questo aspetto, citato nel PSN 2011-2013, oltre a far acquisire l’opinione dei cittadini rispetto ai servizi offerti e alla loro fruibilità, riguarda anche le relazioni dei cittadini stessi con gli operatori sanitari ai fini delle loro aspettative e della qualità attesa.

molti fattori tra cui il lavoro, la casa, le prospettive di futuro dei giovani, la qualità della vita degli anziani, la scuola, la cultura, l’arte, i mezzi di co-municazione, ecc., ma per tutto que-sto occorre la salute, occorre la pos-sibilità di essere tutelati nella salute, curati e assistiti nella malattia e nelle fragilità della vita a cui ogni persona può andare incontro.Ecco allora che il lavoro degli Infer-mieri, degli Assistenti Sanitari, degli Infermieri Pediatrici, dei Medici, di tut-ti i professionisti sanitari è importante e fondamentale affinché la qualità di vita nella nostra Patria sia veramente la migliore possibile e la convivenza sia serena per tutti.L’evoluzione del sistema sanitario e quindi il livello di salute dei cittadini è strettamente legato all’entità delle ri-sorse economiche e strutturali messe a disposizione del sistema stesso, ma la qualità del lavoro dei professionisti e collaboratori che operano in questo sistema, il livello di preparazione, la competenza e la responsabilità che essi sono in grado di assumere fan-no la qualità dello stato di salute della popolazione del Paese.Allora festeggiamo anche noi questa bella ricorrenza ricordando che con l’unita d’Italia è nata anche l’ufficia-lità delle cure sanitarie ai cittadini e oltre 100 anni fa la formazione infer-mieristica specifica dapprima a opera di persone illuminate (Florence Nig-thingale 1860), Anna Fraentzel Celli in Italia 1901.Successivamente furono aperte le se-guenti scuole convitto per infermieri:- S.Gregorio al Celio - Roma 1908;- Regina Elena - Roma, 1910;- Croce Rossa Italiana - Miliano, 1916;- Croce Rossa Italiana - Roma, 1924;- Croce Rossa Italiana - Bologna,

1931;e via via tante altre fino all’attuale for-mazione in ambito universitario.La formazione normata dallo Stato ri-sale al 1925 quindi 86 anni fa.Il servizio che gli infermieri, gli Assi-stenti Sanitari, gli Infermieri Pediatrici, rivolgono ai cittadini è pertanto parte integrante del benessere nel nostro paese e questo ci sprona a svolgerlo con il massimo impegno, competenza, responsabilità e con grande vicinanza ad ogni persona che incontriamo.

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Per questo la componente professio-nale medica e infermieristica deve rivolgere la propria sensibilità verso la ricerca della soddisfazione dei pa-zienti.La partecipazione dei cittadini per migliorare la qualità della vita ed il coinvolgimento dei pazienti nella pro-pria cura, riabilitazione e integrazio-ne deve tenere conto dell’efficacia, della sicurezza, della sostenibilità e dell’equità delle cure, oltre alle carat-teristiche demografiche e culturali e alla loro storia e personalità.Per questo sono previsti tre ambiti prioritari:- progettare e adattare strumenti di

coinvolgimento dei cittadini e pa-zienti;

- assicurare la partecipazione dei cit-tadini e delle loro associazioni agli organismi ed ai processi decisionali;

- migliorare l’efficacia della carta dei servizi ai fini della conoscenza e del-la scelta dei servizi sanitari.

L’adesione dei pazienti al self care non ha solo lo scopo di recuperare la centralità della persona attraverso la personalizzazione delle cure, ma soprattutto sviluppare nei pazienti la comprensione di come la malattia condiziona la loro vita ed aiutarli ad affrontare i sintomi e le complessità di cura/gestione della malattia stessa.Per questo, oltre al ruolo istituzionale, è fondamentale quello degli operatori sanitari.

Il volontariatoSu questo tema il PSN sottolinea il valore del volontariato nel contribui-re alla realizzazione di servizi di pub-blico interesse, e quindi a migliorare l’efficienza e l’efficacia degli interventi effettuati.

Un interessante capitolo del documen-to in esame è dedicato alla prevenzio-ne, definendo una serie di azioni da svolgere che attengono a:- ambiente: aria; acqua; rifiuti e suolo;

cambiamenti climatici; sicurezza ne-gli ambienti di vita e di lavoro; salu-te veterinaria; nutrizione.

Sono poi definite quattro macroaree che ampliano quanto già previsto nel precedente Piano nazionale della Prevenzione 2005-2007 e che riguar-dano:- prevenzione universale, promozione

della salute, sanità pubblica, preven-

zione di eventi infortunistici: strada-li, lavorativi, domestici;

- ricerca, negli individui sani, di ele-menti di fragilità o difetti che predi-spongono a sviluppare malattie per modulare adeguatamente gli inter-venti;

- interventi, mirati a prevenire malat-tie nella popolazione a rischio, me-diante counseling, diagnosi precoci, trattamenti chimici;

- prevenzione delle complicanze e delle recidive di malattia particolar-mente rivolta ad anziani, malati cro-nici, disabili ecc. mediante la garan-zia della continuità assistenziale.

Le azioni per la salute negli ambienti di vita e di lavoro è rivolta sia a ridurre gli incidenti sul lavoro che le malattie professionali e analizza una lunga serie di interventi che si rimandano poiché specifici per ogni ambiente lavorativo.La sanità pubblica veterinaria e be-nessere animale viene trattata in ma-niera esplicita per quanto riguarda la salute dell’uomo rispetto ai rischi biologici e chimici, per l’importan-za che la salute degli animali riveste nell’economia rurale, per la libera circolazione delle merci e degli ani-mali, per promuovere pratiche di al-levamento e benessere degli animali onde prevenire pericoli collegati alla salute degli stessi, anche in sintonia con l’Unione Europea.Alla sicurezza degli alimenti e nutri-zione è dedicato un lungo capitolo; in esso sono descritti i sistemi di con-trollo, lo sviluppo della catena alimen-tare, l’importanza dell’allattamento materno, l’influenza degli stili di vita sull’alimentazione, la necessità di combattere la pubblicità ingannevole, l’igiene degli alimenti.

Centralità delle cure primarie e delle strutture territoriali

Questo punto del PSN esordisce affer-mando che uno dei principali obiettivi è la continuità delle cure; ciò richiede integrazione e lavoro in team tra i di-versi professionisti sia intra che extra-ospedalieri.Il modello assistenziale orientato alla continuità delle cure, descritto nel PSN, prevede la definizione di apposi-ti percorsi e la presa in carico costante da parte di un team costituito da pro-fessionisti sanitari e sociali e adeguati strumenti di valutazione dell’appro-

priatezza nelle varie fasi di passaggio tra strutture e domicilio e viceversa.Il PUA (Punto Unico di Accesso) co-stituisce il modello organizzativo effi-cace per la raccolta e la gestione delle domande e la relativa attuazione delle prestazioni necessarie.La valutazione multidimensionale, un approccio centrato sulla persona singola, sulla sua famiglia e sulla co-munità di appartenenza, le relazioni fiduciarie tra pazienti e professionisti al fine di rendere partecipi gli assistiti nelle decisioni riguardanti la propria salute, la promozione della salute e del benessere della persona singola e della collettività, richiedono un team di lavoro multiprofessionale che tratta i problemi di salute in modo olistico.Gli obiettivi descritti nel PSN che ri-guardano le cure sono:- promuovere il benessere ed affron-

tare i problemi di salute nella comu-nità affinché le persone aumentino il controllo sulla propria salute e mi-gliorarla per raggiungere il massimo benessere fisico, mentale e sociale.

- prendere in carico i pazienti in modo globale e completo, e per questo il Medico di Medicina Gene-rale (MMG) e le altre professionalità della rete si assumono la responsa-bilità, in modo organico e proget-tuale, della salute dei pazienti e del-le loro famiglie sviluppando un tipo di assistenza basato su un rapporto multidisciplinare, corresponsabile ed integrato che eroga prestazioni sociali, sanitarie di cura e riabilita-zione.

La continuità assistenziale tramite il coordinamento tra unità operative e professionisti, in modo che non si ve-rifichino interruzioni nell’assistenza è un altro aspetto sottolineato nel PSN 2011-2013.

Continuità delle cure e integrazio-ne ospedale-territorio

Questo punto del PSN sottolinea nuo-vamente che uno dei principali obiet-tivi del PSN è “garantire la continuità delle cure” ed assegna al team di pro-fessionisti intra ed extraospedalieri la responsabilità di garantire questo aspetto fondamentale per la salute delle persone.Il già citato PUA rappresenta una mo-dalità organizzativa che facilita l’ac-cesso alle prestazioni sanitarie, socio-

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sanitarie e sociali attraverso la raccolta e la gestione della domanda, attiva le prestazioni per bisogni semplici ed avvia la valutazione multidimensio-nale per i bisogni complessi affinché siano soddisfatti.I pazienti che necessitano maggior-mente di continuità delle cure sono:- pazienti post-acuti, dimessi

dall’ospedale che corrono rischi ele-vati di rientro in ospedale se non adeguatamente assistiti.

Questi pazienti richiedono compe-tenze cliniche ed infermieristiche con l’affidamento ad un case mana-ger in una struttura dedicata e a do-micilio;

- pazienti con patologie croniche, con elevati bisogni assistenziali e che, se non adeguatamente assistiti, ricorro-no a ricoveri ospedalieri impropri.

Anche in questo caso il team deve essere multidisciplinare: medico, in-fermiere, assistente sociale.

- pazienti con patologie croniche sta-bilizzate, complessivamente in buo-ne condizioni di salute che neces-sitano di controlli e di educazione all’autocura.

Il principale referente nel percorso dia-gnostico-terapeutico, nell’ambito delle cure primarie è il Medico di Medicina Generale (MMG) e ciò che è previsto nel prossimo triennio è la definizione della rete assistenziale che può preve-dere anche un’organizzazione territo-riale con posti letto dedicati residen-ziali gestiti da MMG e infermieri.Il coordinamento e l’integrazione di tutte le attività sanitarie e sociosani-tarie è il Distretto al quale è affidato il compito di realizzare le sinergie tra tutti i sistemi di offerta territoriale e di fungere da strumento di coordina-mento per il sistema delle cure prima-rie, Medici di Medicina Generale ed altre professionalità, definite nel do-cumento in esame, “convenzionate”.

Rete assistenziale territorialeCome già avviene in diverse Regioni, il PSN prevede:- attivazione di posti letto territoriali

gestiti da Medici di Medicina Gene-rale e infermieri;

- possibilità della gestione della fase acuta della malattia a domicilio me-diante un’assistenza domiciliare in-tegrata garantita da un team multi-disciplinare;

- disponibilità di posti letto in strut-ture intermedie ospedaliere il cui coordinamento è affidato a team in-fermieristici ed al medico specialista che svolge funzioni di consulenza a fronte di specifici bisogni e di moni-toraggio;

- programmi di dimissione protetta di pazienti fragili e programmazione della presa in carico;

- albergo sanitario gestito completa-mente da infermieri all’interno di unità di tipo ambulatoriale e a bas-sa intensità assistenziale e rivolto a pazienti dimessi dall’ospedale o in attesa di ricovero programmato;

- programmi di ospedalizzazione do-miciliare;

- poliambulatori specialistici in cui sono presenti medici specialisti, MMG e infermieri;

- team di infermieri domiciliari che si recano a domicilio dei pazienti cro-nici o terminali per assistenze di di-versa intensità.

Il PSN in esame riconferma l’attuale sistema dell’Assistenza Domiciliare In-tegrata (ADI), ormai inserita nella qua-si totalità delle Regioni, nel Distretto.

Sul piano del governo clinico, una corretta impostazione dell’assistenza domiciliare prevede:- presa in carico dei pazienti;- continuità assistenziale mediante di-

missioni ospedaliere programmate, assistenza infermieristica, riabilitati-va, prestazioni farmaceutiche e pro-tesiche adeguate,

- aiuto domiciliare da parte delle am-ministrazioni locali;

- collaborazione tra tutti i professio-nisti;

- valutazione dei risultati.

Il coinvolgimento dei medici speciali-sti, dell’infermiere, del fisioterapista, del personale dei servizi sociali com-preso quello di aiuto domestico-fami-liare e il MMG rappresentano l’équipe multidisciplinare delle cure domiciliari.Il PSN 2011-2013 effettua ancora un’ampia analisi dell’assistenza ter-ritoriale che, per quanto attiene alla Regione Emilia-Romagna è già in atto e/o in fase di attuazione per cui non viene descritta poiché ripetitiva.

Le reti ospedaliereA questo tema il PSN dedica un’ampia analisi dalla quale emerge un aspet-to fondamentale costituito dalle “reti

ospedaliere” che hanno l’obiettivo di garantire:- la promozione delle dinamiche di

“clinical governance” e l’integrazio-ne dei percorsi assistenziali per fare fronte alla complessità dei bisogni ed ai “trend” epidemiologici;

- la razionalizzazione della rete dei servizi per evitare duplicazioni.

Per quanto attiene le reti ospedalie-re, il PSN 2011-2013 interviene sulla riorganizzazione delle stesse a livello regionale ed un paragrafo di questo capitolo è dedicato ai piccoli ospedali che, tenuto conto della necessità di af-frontare in modo nuovo e qualificato le condizioni di cronicità, le polipato-logie, le disabilità, peraltro destinate ad aumentare in futuro, questi ospe-dali rappresentano lo sviluppo verso gli ospedali maggiori, oltre ad essere un patrimonio culturale ed imprendi-toriale per le comunità locali.Il paragrafo dedicato agli ospedali regionali riporta diversi punti fonda-mentali tra cui:- definizione di una “rete ospedalie-

ra” che tenga conto del fabbisogno di prestazioni per specialità ed area geografica indi il corrispondente nu-mero di posti letto;

- appropriatezza per il livello assi-stenziale utilizzando i parametri svi-luppati negli ultimi venti anni.

Sul tema della “rete ospedaliera”, di interesse per la professione infermie-ristica è importante descrivere quanto il PSN in esame intende perseguire:- continuità delle cure in un’ottica di

efficienza ed efficacia;- assistenza integrata multidisciplina-

re;- la condivisione delle buone prati-

che;- la centralità del paziente nel percor-

so di cura;- maggiori disponibilità di risorse;- economia di scala e condivisione

dei costi di ricerca e sviluppo;- equità di fronte al diritto alla salute.

Un ulteriore aspetto attinente la rete ospedaliera è l’integrazione della rete ospedaliera con la rete dell’emergen-za-urgenza.

Rete dell’emergenza-urgenzaSecondo il PSN 2011-2013 la rete dell’emergenza-urgenza ha raggiunto, negli ultimi anni un livello di efficien-za elevato. Ciò è dovuto al modello

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organizzativo delineato dalla norma-tiva del 1992 che, oltre a migliorare la risposta sanitaria nell’emergenza-urgenza, ha aumentato la cultura dei cittadini fruitori del sistema.Ora, accanto alla novità dell’adozione del nuovo numero unico “europeo” di chiamata “112” occorre definire anche standard europei dei mezzi di soccorso, quindi l’aggiornamento del sistema per renderlo più efficiente ed omogeneo.L’evoluzione prevista a livello orga-nizzativo richiede anche lo sviluppo delle professionalità operanti nel sistema.Quindi formazione degli operatori con percorsi formativi specifici per il medico (specializzazione in “Medicina d’Emergenza-Urgenza), per gli infer-mieri e per i soccorritori, sia dipen-denti che volontari.L’intervento, in caso di arresto car-diaco, con la defibrillazione precoce, richiede la formazione di tutto il per-sonale che dovrà essere realizzata in tempi brevi.

Integrazione sanitaria e socio-sanitaria

Questo capitolo comprende l’impor-tante tema dell’integrazione sanitaria e sociosanitaria.Questa integrazione deve risponde-re molto spesso ai bisogni comples-si presentati da cittadini “fragili”, per questo oltre alla presa in carico della persona e della sua famiglia, richiede l’integrazione di responsabilità e di ri-sorse, a livello di strutture, mentre è necessario identificare le responsabi-lità specifiche nella conduzione inte-grata degli interventi dei soggetti pre-senti nel territorio (Aziende sanitarie, Comune, Provincia).Le strategie operative previste, di competenza e di coinvolgimento degli infermieri sono:- integrazione a livello professione,

attraverso a costituzione di unità va-lutative integrate;

- integrazione a livello di struttura operativa (distretto sociosanitario) individuando livelli di coordinamen-to per garantire l’efficace svolgimen-to delle attività;

- integrazione a livello di inter-strut-tura per la definizione del progetto assistenziale individuale: presa in carico, responsabilità, valutazione;

- integrazione a livello inter-istituzio-nale tra Aziende sanitarie ed Enti lo-cali per raggiungere comuni obietti-vi di salute dei cittadini.

Clinical governance e sicurezza delle cure

Questo punto del PSN 2011-2013 ri-prende i concetti del Programma Na-zionale per la Promozione Permanen-te della Qualità del Servizio Sanitario Nazionale, come previsto nel Patto Stato Regioni 2009 e declinato nei se-guenti obiettivi:- promuovere il coinvolgimento dei

cittadini e dei pazienti e definire for-me costanti di valutazione;

- promuovere l’erogazione di presta-zioni sanitarie efficaci comprese nei livelli essenziali di assistenza;

- promuovere la sicurezza del pazien-te e la gestione del rischio clinico;

- attuare percorsi di formazione an-che mediante simulazioni, in tema di governo clinico, audit clinico e metodi di analisi degli eventi avver-si;

- mettere in atto, a tutti i livelli, ini-ziative di informazione e comunica-zioni per tutti gli attori del sistema, anche ai fini della trasferibilità delle esperienze più significative ed effi-caci.

Età senileI punti cardine della strategia di in-tervento definiti in questo capitolo del PSN e importanti per la professione infermieristica, sono i seguenti:- la partecipazione degli anziani alla

vita sociale;- l’equità di accesso ai servizi;- l’appropriatezza e la flessibilità della

rete dei servizi sociosanitari;- la promozione di stili di vita positivi;- la prevenzione delle principali pato-

logie;- il trattamento delle patologie che ri-

schiano di compromettere l’autono-mia;

- la riabilitazione;- l’integrazione dei servizi sanitari e

sociali;- la formazione degli operatori speci-

fica e interdisciplinare per la qualità delle prestazioni e l’umanizzazione dei servizi.

Strategie e obiettivi per l’assistenza

agli anzianiIndicazione degli interventi da ef-

fettuare, per raggiungere i seguenti obiettivi:- creazione di Punti Unitari di Accesso

(PUA);- valutazione multidimensionale e

multiprofessionale per definire il problema e stabilire il piano perso-nalizzato di assistenza e relativa va-lutazione;

- formazione degli operatori;- ricerca qualitativa sui problemi di

salute e sull’invecchiamento della popolazione.

Da ciò consegue come la rilevanza e complessità dei problemi necessiti di essere affrontata in maniera organica a livello locale, ma in particolare attra-verso un piano organico che coinvol-ge le Regioni e i Ministeri della Salute e del Lavoro e delle Politiche sociali. È sottesa l’importanza del ruolo infer-mieristico e del team multiprofessio-nale.

Mutamenti demografici ed epide-miologici (Allegato A)

Questo punto fa un’ampia disamina della situazione demografica del Pae-se e come l’aumento della popolazio-ne sia in gran parte dovuto al flusso migratorio mentre l’analisi degli indi-catori strutturali ed il carico demogra-fico conferma il processo di invecchia-mento della popolazione.Da ciò consegue che anche l’epide-miologia descrive la salute degli ita-liani dominata dalle patologie degli anziani che includono le malattie car-diovascolari, i tumori, le malattie neu-rologiche.Per la patologia cardiovascolare si assiste, fortunatamente, ad una dimi-nuzione dell’incidenza infausta, ciò è attribuito ai risultati positivi nei trat-tamenti terapeutici e alla diminuzione dei fattori di rischio.Ciò avviene anche per le patologie tu-morali in relazione all’età, mentre è in aumento la mortalità per il tumore del polmone nelle donne e per melanoma della pelle nell’uomo.

Patologie rilevanti (Allegato B)Questo allegato tratta nuovamente delle patologie cardiovascolari e de-scrive come l’80% di queste stesse pa-tologie possa essere prevenuto inter-venendo sugli stili di vita e sui fattori di rischio.A livello preventivo occorre:

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- diffondere l’utilizzo della carta del rischio;

- prevenire l’obesità con particolare attenzione all’età pediatrica;

- prevenire le complicanze del diabe-te mellito;

- favorire, nella fase post-acuta, la ria-bilitazione;

- promuovere la formazione del personale infermieristico, figura centrale nella gestione del malato cardiologico cronico;

- procedere all’individuazione dei soggetti e dei pazienti a rischio (stili di vita sani);

- promuovere iniziative per imple-mentare l’attività fisica controllata.

Altri punti dell’allegato B riguardano ancora le malattie oncologiche, per le quali occorre effettuare interventi di prevenzione primaria che siano effi-caci contro i determinanti sia a livello di popolazione che di singoli indivi-dui.Gli obiettivi di prevenzione seconda-ria sono attuati mediante gli screening o mediante un’attività di iniziativa dei professionisti.La prevenzione terziaria previene i de-cessi con la cura dei tumori recidivanti mediante le cure possibili odierne che stanno ottenendo risultati sempre mi-gliori.

Cure palliative e terapia del doloreIl diritto del cittadino di accedere alle cure palliative e alla terapia del dolo-re all’interno dei percorsi assistenziali oltre ad essere un obiettivo priorita-rio del PSN 2011-2013, è tutelato dalla Legge 38 del 15 marzo 2010 (vedere “Professione Infermiere” n. 2/2010 pagg. 17-21).Ciò è garantito anche nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ed è un diritto individuale per il ma-lato e per la sua famiglia nel rispetto dei principi fondamentali della tute-la della dignità e dell’autonomia del malato in ogni fase e qualità della vita.La continuità assistenziale sia in ospe-dale che a domicilio o in altre struttu-re, deve essere garantita mediante una rete nazionale di cure palliative e di terapia del dolore.Il setting assistenziale deve essere ga-rantito da un coordinamento unitario che assicuri le risposte più appropria-te ai bisogni fisici, psicologici, sociali

e spirituali del malato e della sua fa-miglia.

Malattie respiratorie cronicheLe malattie respiratorie croniche rap-presentano una vasta gamma di con-dizioni patologiche con caratteristi-che epidemiologiche e quadri morbo-si diversi nella popolazione adulta/anziana e tra i bambini. Attualmente questa patologia rappresenta la terza causa di morte ed è destinata ad au-mentare con l’invecchiamento della popolazione.Di conseguenza è prioritaria un’ade-guata informazione ed educazione sulla lotta ai principali agenti causali quali il fumo, il rischio ambientale e professionale.La diagnosi precoce attuata mediante screening (prevenzione secondaria) e gli interventi di sanità pubblica sono fondamentali per prevenire e curare le patologie respiratorie.La prevenzione terziaria attiene alla prevenzione delle complicanze e delle recidive comprese quelle tumorali.

DiabeteLa malattia diabetica rappresenta uno dei principali problemi di organizza-zione dei “sistemi salute” a livello in-ternazionale.Ciò sia per le caratteristiche epidemio-logiche, cliniche e gestionali che per l’impatto in termini di costi.L’approccio multidisciplinare e mul-tiprofessionale con il coinvolgimen-to del paziente rappresenta la stra-tegia migliore per ottenere risultati efficaci.Il PSN del prossimo triennio si pone i seguenti obiettivi:- rilevazione epidemiologica finaliz-

zata alla programmazione dell’assi-stenza;

- migliorare le conoscenze circa la prevenzione, la cura e le complican-ze del diabete;

- rendere omogenea l’assistenza con particolare attenzione alle persone fragili;

- assicurare la diagnosi e l’assistenza alle donne in gravidanza;

- migliorare la cura e la qualità della vita delle persone diabetiche.

Salute mentaleLa tutela della salute mentale rappre-senta anch’essa uno degli obiettivi principali, da raggiungere e mantene-

re, per tutte le istituzioni.La diffusione dei disturbi psichici è sempre più rilevante per cui vanno evidenziate le seguenti aree di biso-gno prioritario:- disturbi psichici gravi all’esordio

nell’adolescenza e nell’età adulta;- disturbi dell’umore, tentati suicidi;- disturbi psichici correlati alle dipen-

denze patologiche;- disturbi della personalità;- disturbi psichici dei detenuti;- salute fisica del paziente psichiatri-

co, ecc.

Poiché per queste patologie esiste ancora una difformità organizzati-va regionale, questa va affrontata e corretta mediante un piano di azioni che costituirà un atto di intesa tra lo Stato, le Regioni e le Province auto-nome.

Dipendenze patologicheAlcool e tossicodipendenza.Anche questi punti richiedono, in par-ticolare, interventi di educazione/pre-venzione oltre che di cura.Sono settori specifici per i quali la formazione del personale è partico-larmente importante poiché la rela-zione rappresenta il principale stru-mento di intervento oltre alle terapie farmacologiche quando previste ed accettate.

Malattie infettiveLe malattie infettive rappresentano, nel mondo, la principale causa di mor-te.Da questa evenienza il PSN passa a dichiarare l’importanza delle vaccina-zioni e la buona copertura vaccinale che viene fatta nei bambini fino ad ar-rivare oltre il 90%.Per quanto riguarda l’infezione da vi-rus HIV e delle malattie sessualmente trasmesse il PSN ne fa un breve cenno affermando l’importanza della cono-scenza precoce dello stato di sieropo-sitività onde offrire alla persona sie-ropositiva terapie efficaci nel ritardare l’evoluzione della malattia e migliora-re il livello della qualità di vita.

Il documento si conclude con una particolare attenzione alle malattie rare, alla loro complessità e con la previsione di istituire presidi nazio-nali o europei per la diagnosi ed il trattamento di queste patologie e per la ricerca.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

FORMAZIONE

1. “La tutela della riservatezza” pag. 19

2. “Assistenza all’anziano con Frattura” pag. 20

3. “Basic Life Support Defibrillation (BLS-D)” pag. 21

4. “Terapia Farmacologica in sicurezza” pag. 23

5. Seminario “Profili di responsabilità delle professioni sanitarie e presupposti giuridici del lavoro in team” pag. 4

6.“La Responsabilità infermieristica nell’integrazione con l’Operatore Socio-Sanitario” pag. 25

7. “Documentare in sanità” pag. 27

8. “Assistenza alla persona anziana con diabete” pag. 29

9.“Alimentazione e salute” pag. 30

10. “Tutela della salute degli infermieri. Approfondimento sulla conoscenza del mal di schiena con particolare riferimento all’autocura” NUOVA EDIZIONE pag. 32

11. “Le tecniche non farmacologiche per il dolore del bambino” pag. 34

12. “Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia” pag. 36

13. “Assistenza alla persona anziana con Ictus” pag. 38

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COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari – Infermieri Pediatrici

“La tutela della riservatezza”

Obiettivi generali e specifici:Analizzare gli aspetti generali e specifici in ambito sanitario della tutela della riservatezza;Valutare le responsabilità professionali in tema di tutela della riservatezza.

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

1 Aprile 2011

Ore 14,30 - 18,30

- Principi normativi generali (concetti di interesse; figure individuate dal Codice e loro compiti; diritti dell’interessato; misure di sicurezza; interventi del Garante; apparato sanzionatorio)

- Applicazione specifiche in sanità (informative, consenso, anonimato, riserbo, misure di salvaguardia sfera privata oltre i dati, dati di terzi).

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

2 Aprile 2011

Ore 08,00 - 12,30

- Accesso e privacy- Dati genetici (eccezionalità; disciplina dati e campioni biologici, trattamento dati e materiali per

fini ulteriori…)- Utilizzo dei dati per scopi diversi dall’assistenza

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

Ore 12,30 – 13,00 Compilazione questionario ECM e consegna attestato di partecipazione

Docenti: Dott.ssa Gabriella Negrini, dirigente struttura complessa di direzione medica dei 4 ospedali dell’area ovest dell’AUSL di Bologna

Destinatari: - Infermieri - Infermieri Pediatrici - Assistenti Sanitari

Metodi di lavoro: - lezioni frontali - discussione

Posti disponibili: n. 50

Quota di iscrizione: € 30,00 compreso kit, bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 9

Crediti previsti:N. 10 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 15 Marzo 2011al 24 Marzo 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONEE’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 39 38 40 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppure

tramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

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COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Assistenza all’anziano con Frattura”Obiettivi generali e specifici:- Fornire strumenti e metodi per l’assistenza, gestione e riabilitazione dell’anziano con frattura nei diversi contesti di cura. - Valorizzare il lavoro in team e la continuità assistenziale tra ospedale e territorio.

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

4 Aprile 2011

Ora: 14.00 – 17.45

- L’apparato muscolo – scheletrico e le patologie acute e croniche;- Diversi tipi di fratture;- Interventi incruenti/cruenti e assistenza infermieristica;- Le patologie osteo – articolari nell’anziano – osteoporosi;- Misure di prevenzione delle fratture nella persona anziana.

Docente: Sig. Giuseppe Epifani

Ore 12,30 – 13,00 Compilazione questionario ECM e consegna attestato di partecipazione

Destinatari: - Infermieri - Infermieri Pediatrici - Assistenti Sanitari

Docenti: Sig. Giuseppe Epifani - Coordinatore U.O. Pronto Soccorso dell’Istituto Ortopedico Rizzoli.

Metodo di valutazione: Questionario a risposte multiple

Metodi di lavoro: - lezioni frontali - discussione interattiva

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa; - lavagna a fogli mobili;- personal computer; - videoproiettore.

Sede del corso: Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM: “Assistenza all’anziano con Frattura” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione:€ 20,00 per ogni singolo incontro, compreso kit., bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 4Crediti previsti:

N. 4 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 15 Marzo 2011al 24 Marzo 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONEE’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 39 38 40 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppuretramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Basic Life Support Defibrillation (BLS-D)”

Obiettivi generali:

- Saper riconoscere l’arresto cardiocircolatorio.

- Acquisire e schematizzare le conoscenze relative al trattamento dell’arresto cardiocircolatorio con defibrillatore semiautomatico secondo le linee guida Italian Resuscitation Council.

- Saper gestire un’équipe di soccorso in caso di arresto cardiocircolatorio.

- Saper mettere in atto i protocolli indi le manovre per il trattamento dell’arresto cardiocircolatorio con defibrillatore semiautomatico.

- Acquisire capacità di autocontrollo in risposta a situazioni critiche.

PROGRAMMA

DATE E ORARI13/04/ 2011

CONTENUTI

DATA 13/04/ 2011Ore 08.30 – 09.00

Registrazione partecipanti

Ore 09.00 – 10.00 - Fondamenti del BLS e della defibrillazione semiautomatica precoce- Fasi del BLS - Efficacia e sicurezza delle manovre di rianimazione cardiopolmonare e di defibrillazione- Algoritmi di intervento- Soccorso in caso di ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo

Ore 10.00 – 10.15 Dimostrazione sequenza BLSD con DAE disponibile in arresto non testimoniato

Ore 10.15 – 13.00 Addestramento a gruppiFase A: valutazione della coscienza e apertura delle vie aeree;Fase B/C: valutazione del respiro, del polso e dei segni di circolo, compressioni toraciche e ventilazioni con pallone autoespandibile;Fase D: applicazione delle piastre del DAE e avvio della sequenza in sicurezza;

Ore 13.00 – 14.00 Intervallo

Ore 14.00 – 15.30 Addestramento a gruppi con Heimlich, PLS e presidi aggiuntivi (canula di Guedel e pocket - mask).Sequenza BLSD con ritmo defibrillabile. Sequenza BLSD con ritmo non defibrillabile.Sequenza BLSD a due soccorritori con DAE non immediatamente disponibile.

Ore 15.30 – 16.00 Test teorico

Ore 16.00 – 17.15 Skill test (soccorritori con DAE disponibile in arresto non testimoniato)

Ore 17.15 – 17.30 Test di gradimento e conclusione del corso

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Continua pag. 22

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

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Destinatari:- Infermieri- Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari

Docenti:Signori Simone Bini, Pasquale Leonardo De Padova, Nunzio Francesco Sapuppo, Matteo Cozzi

Metodi di lavoro:- lezioni frontali- dimostrazioni pratiche- esercitazioni

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa;- lavagna a fogli mobili;- personal computer;- videoproiettore;- manichini e dispositivi per la rianimazione.

Posti disponibili: n. 20

Sede del corso:Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM: “Basic Life Support Defibrillation (BLS-D)” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione:€ 80,00 compreso kit, manuale IRC, bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 8

Crediti previsti:N. 12 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 15 Marzo 2011al 24 Marzo 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONE

E’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 393840 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppure

tramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Terapia Farmacologica in sicurezza”

Obiettivi generali:

- Analizzare gli aspetti legati al processo di prescrizione e somministrazione farmacologica.

- Valutare le responsabilità professionali per assicurare una terapia farmacologica in sicurezza.

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

14 Aprile 2011

Ore 15.00 – 18.00

Ricognizione e adesione alla terapiaPrescrizione (verbale, al bisogno, per protocolli, off label, placebo)

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

15 Aprile 2011

Ore 15.00 – 18.00

RiconciliazioneFoglio unico di terapia

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

16 Aprile 2011

Ore 8.30 – 12.00

Preparazione e somministrazioneScheda personale di terapia

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

Ore 12.00 – 12.30 Compilazione questionario ECM e consegna attestato di partecipazione

Destinatari:- Infermieri- Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari

Docente:Dott.ssa Gabriella Negrini, dirigente struttura complessa di direzione medica dei 4 ospedali dell’area ovest dell’AUSL di Bologna

Metodi di lavoro:- lezioni frontali- discussione interattiva

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa;- lavagna a fogli mobili;- personal computer;- videoproiettore.

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Continua pag. 24

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

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Posti disponibili: n. 50

Sede del corso:Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM : “Terapia Farmacologica in sicurezza” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione:€ 30,00 compreso kit, bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 10Crediti previsti:

N. 12 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:

dal 15 Marzo 2011al 31 Marzo 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONE

E’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 393840 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppure

tramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“La Responsabilità infermieristicanell’integrazione con l’Operatore Socio-Sanitario”

PremessaDa dieci anni in Italia è stata istituita la figura dell’Operatore Socio Sanitario (OSS) e la sua competenza è diventata risorsa irrinunciabile nelle organizzazioni socio-sanitarie. L’infermiere è uno dei professionisti preposti alla gestione delle attività dirette al cittadino che l’OSS può fornire. Ogni situazione assistenziale rappresenta un momento unico in cui l’infermiere assume la decisione di attribuire o non attribuire una determinata attività assistenziale all’Operatore Socio Sanitario.E’ fondamentale quindi che il dibattito professionale sulla tematica dell’integrazione organizzativa tra infermiere ed OSS sia continuo e approfondito e che le organizzazioni si diano metodi e strumenti per una sempre migliore offerta assistenziale ai cittadini e alla comunità.

Obiettivi generali:

- Identificare le attività dell’operatore socio-sanitario nei diversi contesti operativi: ospedale, poliambulatori, strutture socio-sanitarie, domicilio, sulla base della complessità assistenziale della persona assistita e del contesto operativo.

- Declinare il processo di attribuzione delle attività all’operatore socio-sanitario: metodi e strumenti.

- Identificare i profili di responsabilità dell’infermiere nell’avvalersi del personale di supporto.

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

20 Aprile 2011

Ore: 14.00 - 18.00

- Elementi significativi della normativa vigente in merito all’OSS e all’infermiere- La pianificazione infermieristica e la cartella infermieristica- Definizione dei fattori che sono alla base del processo di attribuzione: complessità assistenziale, il contesto organizzativo- Strumenti di integrazione organizzativa: procedure e strumenti di registrazione e passaggio delle informazioni- Responsabilità dell’infermiere e dell’OSS.

Docente: Sig.ra Virginia Pelagalli

Ore 18,00 - 18,15 Compilazione questionario ECM e consegna attestato di partecipazione

Destinatari:- Infermieri- Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari

Docenti:- Sig. ra Virginia Pelagalli

Metodi di lavoro:- lezioni frontali;- discussione interattiva.

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Continua pag. 26

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

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Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa;- lavagna a fogli mobili;- personal computer;- videoproiettore.

Posti disponibili: n. 50

Sede del corso:Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM: “La Responsabilità infermieristica nell’integrazione con l’Operatore Socio-Sanitario” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione:€ 20,00 compreso kit, bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 4

Crediti previsti:N. 4 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:

dal 15 Marzo 2011al 31 Marzo 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONE

E’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 393840 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppure

tramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Documentare in sanità”

Obiettivi generali:- Analizzare le caratteristiche della documentazione presente in sanità. - Valutare le responsabilità professionali legate alla gestione della documentazione sanitaria.

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

05 Maggio 2011

Ore 14.45 – 18.15

Documentazione sanitaria: definizioni, requisitiTipi di documentiDocumentare perché (decision making, audit, studi, valenza economica…)

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

06 Maggio 2011

Ore 14.45 – 18.15

Documentazione e sicurezza clinicaLa tutela dei dati inerenti alla salute e il diritto di accesso

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

07 Maggio 2011

Ore 8.30 – 12.30

Documentazione integrata e al servizio della continuità assistenzialeCiclo di vita (custodia, archiviazione) La dematerializzazione (documenti digitali, fascicolo sanitario elettronico)Come valutare la qualità documentale

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

10 Maggio 2011

Ore 15.00 – 17.45

La dematerializzazione (documenti digitali, fascicolo sanitario elettronico)Come valutare la qualità documentale

Docente: Dott.ssa Gabriella Negrini

Ore 17.45 – 18.00 Compilazione questionario ECM e consegna attestato di partecipazione

Destinatari:- Infermieri- Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari

Docenti:Dott.ssa Gabriella Negrini, dirigente struttura complessa di direzione medica dei 4 ospedali dell’area ovest dell’AUSL di Bologna

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

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Metodi di lavoro:- Video didattici- Esercitazione su casi (anche proposti dai discenti)

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa;- lavagna a fogli mobili;- personal computer;- videoproiettore.

Posti disponibili: n. 50

Sede del corso:Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM: “Documentare in sanità” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione:€ 60,00 compreso kit, bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 14

Crediti previsti:N. 16 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:

dal 15 Marzo 2011al 31 Marzo 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONE

E’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 393840 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppure

tramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Assistenza alla persona anziana con diabete”Obiettivi generali:- Fornire strumenti e metodi per l’identificazione e la gestione del diabete nell’anziano nei diversi contesti di cura. - Valorizzare il lavoro in team e la continuità assistenziale tra ospedale e territorio

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

9 Maggio 2011

Ora: 14.00 – 17.45

- Classificazione del diabete: diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2; cenni di epidemiologia- Diagnostica di laboratorio;- Le complicanze del diabete;- La terapia: farmaci antidiabetici orali e insulina;- L’ipoglicemia;- L’educazione terapeutica e l’educazione alla salute: ruolo dell’infermiere.

Docente: Sig. Fabio NataliOra: 17.45 – 18.00 Compilazione questionario ECM e consegna attestati di partecipazione

Destinatari: - Infermieri - Infermieri Pediatrici - Assistenti Sanitari

Docenti: Sig. Fabio Natali - Coordinatore U.O. Medicina interna e Diabetologia Az. Ospedaliero Universitaria di Bologna

Metodo di valutazione:La presa in carico di un paziente con diabete: pianificazione assistenziale di un caso a piccoli gruppi.

Metodi di lavoro: - lezioni frontali; - discussione.

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa; - lavagna a fogli mobili;- personal computer; - videoproiettore.

Posti disponibili: n. 50

Sede del corso: Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione: La partecipazione al Corso di formazione ECM: “Assistenza alla persona anziana con diabete” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione:€ 20,00 per ogni singolo incontro, compreso kit., bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 4Crediti previsti:

N. 4 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 04 Aprile 2011al 29 Aprile 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONEE’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 39 38 40 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppuretramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Alimentazione e salute”

Obiettivi generali:Identificare un nuovo approccio alla salute attraverso l’alimentazione

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI e SEDE

PARTE TEORICA(gruppo unico)

14 Maggio 2011Ore 09.00 – 14.00

Il tema “alimentazione e salute”Docente: Dott.ssa Anna Villarini

Presso Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna- Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I

PARTE PRATICA(i partecipanti saranno divisi in due gruppi)

I Gruppo17 e 23 Maggio 2011

II Gruppo 19 e 25 Maggio 2011

Ore 15.00 – 19.00

Preparazione di una Cena

Presso ASSOCIAZIONE ENOGASTRONOMICA “IL MESTOLO E LA RAMINA” - Via Massimo Gorki, 6 – Bologna

Destinatari:- Infermieri- Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari

Docenti:Parte teorica Dott.ssa Anna Villarini

Metodi di lavoro:- lezioni frontali;- discussione.

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa;- lavagna a fogli mobili;- personal computer;- videoproiettore.

Posti disponibili:n. 36

Sede del corso:Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

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Continua pag. 31

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Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM: “Alimentazione e salute” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione: € 100,00 compreso kit, bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 5

Crediti previsti:N. 6 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 04 Aprile 2011al 29 Aprile 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONEE’ indispensabile effettuare la preiscrizione sia della parte teorica che della parte pratica presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 39 38 40 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppuretramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

PARTE PRATICA

PRESSO

ASSOCIAZIONE ENOGASTRONOMICA “IL MESTOLO E LA RAMINA”.Corso pratico

Via Massimo Gorki, 6 – Corticella telefono 051 703595

I Gruppo:18 partecipanti 17 e 23 Maggio 2011 ore 15.00 – 19.00 compresa la cena preparata dai partecipanti.

II Gruppo: 18 partecipanti 19 e 25 Maggio 2011 ore 15.00 – 19.00 compresa la cena preparata dai partecipanti.

Si precisa che i crediti sono riferiti alla parte teorica e che tutto il corso è organizzato da questo Collegio ed è richiesta la partecipazione sia alla parte torica che pratica.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Tutela della salute degli infermieri.

Approfondimento sulla conoscenza del mal di schiena con particolare riferimento all’autocura”

NUOVA EDIZIONE

Obiettivo:Fornire agli infermieri strumenti e metodi per tutelare e conservare la propria integrità fisica, nella consapevolezza che un buono stato di salute favorisce la qualità del lavoro e la serenità nella relazione con la persona assistita.

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

17 Maggio 2011ore 15.00 - 18.00

“L’apparato muscoloscheletrico. Concetti di leve di I e II genere. Vantaggi e svantaggi”“Strategie motorie: fisiologiche e patologiche. Concetto di equilibrio”“Postura corpo-mente (controllo e supervisione cortico-cerebrale)”“Il dolore: significato ed interpretazione”“L’ascolto di chi ha dolore”

19 Maggio 2011ore 15.00 - 18.00

“Cosa significa mal di schiena- Aspetti di tipo meccanico e socio-culturale”“Le principali metodiche terapeutiche: quali scegliere?”“Ginnastica dolce- Massaggio connettivale e principali tecniche attuali”

24 Maggio 2011ore 15.00 - 18.00

“La respirazione diaframmatica”“Esercizi di allungamento catene muscolari”Esercizi pratici per cui è necessario che ciascun partecipante abbia un abbigliamento comodo ed un telo per ginnastica a terra

27 Maggio 2011ore 15.00 - 18.00

“Esercizi di rinforzo muscoli antigravitari per il mantenimento di una corretta postura”Esercizi pratici per cui è necessario che ciascun partecipante abbia un abbigliamento comodo ed un telo per ginnastica a terra

31 Maggio 2011ore 15.00 - 18.00

“Esercizi di rinforzo muscoli antigravitari per il mantenimento di una corretta postura”Esercizi pratici per cui è necessario che ciascun partecipante abbia un abbigliamento comodo ed un telo per ginnastica a terra

Ore 18.00 - 18.30 Compilazione questionario ECM e consegna attestato di partecipazione

Destinatari:- Infermieri- Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari

Docente: Fisioterapista Fabio Tossani - Unità Operativa Medicina Riabilitativa - Azienda USL di Imola

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Continua pag. 31

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Metodi di lavoro:- Lezione frontale- Esercizi pratici

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa;- lavagna a fogli mobili;- personal computer;- videoproiettore;- palestra per esercizi pratici.

Posti disponibili: n. 30

Sede del corso:Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM: “Tutela della salute degli infermieri. Approfondimento sulla conoscenza del mal di schiena con particolare riferimento all’autocura” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione:€ 60,00 compreso kit, bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 15

Crediti previsti:N. 18 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 04 Aprile 2011al 29 Aprile 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONE

E’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 393840 in orario d’ufficio (lun-merc 09.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppure

tramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Le tecniche non farmacologiche per il dolore del bambino”

Obiettivi generali:Applicare le tecniche non farmacologiche, sperimentare le tecniche di rilassamento, visualizzazione, desensibiliz-zazione, conoscerne gli aspetti psicologici di base.

PROGRAMMA

DATA23/05/2011

CONTENUTI

Ora 08.30 Registrazione dei partecipanti

Ora 09.00 Introduzione e presentazione dei lavori della giornata

Ora 09.30 Proiezione video “No fears no tears” – brainstorming e discussione

Ora 10.15 Approfondimento teorico: le tecniche non farmacologiche principi di base e fondamenti psicologici

Ora 10.45 Pausa

Ora 11.00 - Esperienza di rilassamento di gruppo

Ora 11.15 Sessione pratica: - Esercizi di respirazione e rilassamento: aspetti teorici e dimostrazione pratica- Lavoro di gruppo a coppie

Ora 13.00 Intervallo

Ora 14.00 Il ruolo dei genitori nell’uso delle tecniche non farmacologiche e aspetti di relazione e comunicazione in terapia del dolore. Lezione teorico - pratica

Ora 14.45 Sessione pratica:- la tecnica del guanto magico (lezione frontale - dimostrazione pratica – proiezione video – lavoro di gruppo a coppie)

Ora 15.30 - L’uso delle bolle di sapone per il dolore da prelievo – proiezione video

Ora 16.00 Pausa

Ora 16.15 Sessione pratica:-simulazione sull’uso delle tecniche non farmacologiche

Ora 17.30 Feedback sul corso

Ora 17.45 Compilazione questionario ECM e consegna attestato di partecipazione

Ora 18.00 Chiusura del corso

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Destinatari:- Infermieri- Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari

Docenti:Dottoressa Simona Caprilli, Servizio di Terapia del dolore & Cure Palliative - Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer- Firenze

Metodi di lavoro:- Esercitazioni- Videoproiezioni - lezioni frontali- discussioni interattive

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa;- lavagna a fogli mobili;- personal computer;- videoproiettore.

Posti disponibili: n. 50

Sede del corso:Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM: “Le tecniche non farmacologiche per il dolore del bambino” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione:€ 30,00 compreso kit., bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 8

Crediti previsti:N. 9 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 04 Aprile 2011al 29 Aprile 2011.

MODALITA’ D’ISCRIZIONE

E’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 393840 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppure

tramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

12COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”

Obiettivi generali:L’attività educativa è uno degli strumenti principali per favorire il passaggio culturale verso una responsabilizzazione diretta delle persone per la salute propria e collettiva.Un fattore cruciale però, risiede nella oggettiva difficoltà di attuare l’attività educativa in campo sanitario. Si tratta in ogni caso di costruire progetti personalizzati per persone con i loro vissuti strutturati; progetti che tengano conto anche dei loro contesti familiari e di vita.Gli infermieri sono estremamente coinvolti nei processi educativi. Tutta la loro attività riveste almeno una parte di edu-cazione alla salute delle persone. L’incidenza sui benefici che possono derivare dalla qualità di questa attività è dunque elevatissima.Ancora più evidente risulta l’importanza dell’attività educativa se si riflette sulla natura delle professionalità dell’assisten-za, che si prendono cura della globalità della persona e del recupero e valorizzazione di tutta la sua autonomia, fosse anche residua.Si comprende bene, allora, quanto sia urgente e prioritario per l’assistenza infermieristica ricercare e dotarsi di strumenti e metodi sistematici che consentano di assumere l’attività educativa come parte integrante e riconosciuta dell’assistenza alle persone. Strumenti e metodi che, raccolti ed analizzati, consentano di valutare le variazioni di salute prodotte da un rapporto educativo rispetto ad un’attività semplicemente esecutiva.

Obiettivi specifici:Al termine del corso i partecipanti saranno in grado di:- Definire i contenuti, l’ambito operativo e gli scopi dell’educazione terapeutica;- Esaminare l’impatto strategico ed innovativo dell’educazione terapeutica rispetto al contesto assistenziale;- Definire il ruolo della motivazione nel cambiamento dei comportamenti di salute dei malati;- Descrivere le cause che determinano una mancata accompliance; - Scegliere le modalità di coinvolgimento attivo del paziente e dei care givers;- Utilizzare l’approccio sistemico nell’educazione terapeutica.

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

25 Maggio 2011Ore 09 .00 – 09.45

Accoglienza e autopresentazione

Ore 09.45 – 11.15 Analisi delle problematiche comunicative e relazionali più sentite dai professionisti sanitari presenti

Ore 11.15 – 11.30 Pausa

Ore 11.30 – 12.30 Educazione, informazione e comunicazione: differenze e punti di contatto

Ore 12.30 – 13.00 Influenza delle rappresentazioni mentali nel comportamento e nelle relazioni umane

Ore 13.00 – 13.30 Intervallo

Ore 13.30 – 15.30 Gestire le responsabilità e scelte di cura “con il malato”

Ore 15.30 – 17.00 Esplorare rappresentazioni, emozioni e conoscenze con la carta semantica....(lavoro a piccoli gruppi)

Docenti: Dottor Renzo Marcolongo, Dottor Leopoldo Bonadiman

Metodi di lavoro:- lezioni frontali;- discussione collegiale guidata dall’esperto sull’esperienza degli operatori- lavoro a piccoli gruppi su problemi e casi didattici con breve presentazione delle

conclusioni in sessione plenaria con l’esperto Continua pag. 37

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DATE E ORARI CONTENUTI

26 Maggio 2011Ore 09.00 – 09.15

Presentazione docenti

Ore 09.15 – 10.30 L’approccio sistemico applicato all’educazione terapeutica:- Diagnosi educativa- Contratto di sicurezza- Analisi ASCID

Ore 10.30 – 10.45 Pausa

Ore 10.45 – 13.00 L’approccio sistemico:- Strumenti e metodi didattici- Strategie educative- Strumenti di valutazione

Ore 13.00 – 13.30 Intervallo

Ore 13.30 – 15.30 L’approccio sistemico nella progettazione degli interventi educativi (lavoro a piccoli gruppi)

Ore 15.30 – 17.00 Analisi e discussione degli elaborati

Ore 17.00 – 17.30 Conclusioni e verifica di apprendimento sugli argomenti trattati

Ore 17.30 – 18.00 Compilazioni questionario di valutazione e consegna attestato di partecipazione

Docenti: Dottoressa Elisa Rossato, Dottor Renzo Marcolongo

Metodi di lavoro:- lezioni frontali;- discussione collegiale guidata dall’esperto sull’esperienza degli operatori- lavoro a piccoli gruppi su problemi e casi didattici con breve presentazione delle conclusioni in sessione plenaria

con l’esperto

Destinatari: - Infermieri - Infermieri Pediatrici - Assistenti Sanitari

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa; - lavagna a fogli mobili;- personal computer; - videoproiettore.

Posti disponibili: n. 20

Sede del corso: Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM : “Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provin-cia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione: € 60,00 compreso kit, bibliografia e ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 16

Crediti previsti :N. 19 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 04 Aprile 2011al 29 Aprile 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONEE’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 39 38 40 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppuretramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compi-lata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

Page 38: SOMMARIO Editoriale - ordineinfermieribologna.it · Gruppo “Sistema Informativo” ... biologico nell’Area Vasta Bologna-Ferrara - Dott. C.Tenace CoNvEgNi - CoNgrESSi - CorSi

N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

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COLLEGIO IPASVI - PROVINCIA DI BOLOGNA

Corso di formazione continua ECM per Infermieri Assistenti Sanitari - Infermieri Pediatrici

“Assistenza alla persona anziana con Ictus ”

Obiettivo Generale:- Fornire strumenti e metodi per la gestione dell’anziano con ictus nei diversi contesti di cura. - Valorizzare il lavoro in team e la continuità assistenziale tra ospedale e territorio

PROGRAMMA

DATE E ORARI CONTENUTI

30 Maggio 2011

Ora:14.00 – 17.45

- Cenni di anatomia e fisiologia;- Le fasi della malattia;- L’approccio assistenziale nei diversi contesti di cura;- La Rete dei servizi;- La continuità assistenziale;

Ora: 17.45 – 18.00 Compilazione questionario ECM – Consegna attestato di partecipazione

Destinatari: - Infermieri - Infermieri Pediatrici - Assistenti Sanitari

Docenti: Signora Sabrina Fontana – Signora Silvia Sasdelli – Unità Operativa di Medicina Interna – Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Orsola – Malpighi - Bologna

Metodi di lavoro: - lezioni frontali; - discussione interattiva.

Metodo di valutazione: - Questionario

Nell’aula sono presenti le seguenti attrezzature e tecnologie per la didattica:- lavagna luminosa; - lavagna a fogli mobili;- personal computer; - videoproiettore.

Posti disponibili: n. 50

Sede del corso: Aula Formazione Collegio IPASVI Bologna - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/I.

Modalità di partecipazione:La partecipazione al Corso di formazione ECM: “Assistenza alla persona anziana con Ictus” è aperta a tutti gli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici iscritti all’Albo IPASVI di Bologna ed agli Infermieri, Assistenti Sanitari, Infermieri Pediatrici che esercitano la professione nelle strutture sanitarie pubbliche e private di questa Provincia e comunque iscritti ai rispettivi Collegi IPASVI della Provincia di residenza.

Quota di iscrizione: € 20,00 compreso kit., bibliografia ed invio a domicilio dell’attestato ECM.

Durata del corso: ore 4

Crediti previsti:N. 4 per i partecipanti sempre presenti

Preiscrizioni e iscrizioni:dal 04 Aprile 2011al 29 Aprile 2011

MODALITA’ D’ISCRIZIONEE’ indispensabile effettuare la preiscrizione presso la segreteria del Collegio IPASVI o chiamando lo 051 39 38 40 in orario d’ufficio (lun-merc 9.00-12.00, mart-giov-ven 14.00-17.00).Il pagamento del corso deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.Il pagamento e l’iscrizione possono essere effettuati direttamente presso la sede del Collegio IPASVI in orario d’ufficio

Oppuretramite bollettino di c/c postale, previa preiscrizione telefonica al corso (numero di c/c postale: 16484404 intestato a Collegio IPASVI - Via Giovanna Zaccherini Alvisi 15/B- 40138 Bologna), indicando chiaramente nella causale il titolo del corso e il nome della persona che si iscrive.

La ricevuta del pagamento e la scheda di iscrizione (stampabile anche dal sito: www.ipasvibo.it), debitamente compilata, devono essere inviate entrambe al Collegio tramite fax al numero 051 344267 entro e non oltre 10 giorni dalla data di pre-iscrizione.

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SCHEDA DI ISCRIZIONE AI CORSI DI FORMAZIONE CONTINUA ECM TENUTI DAL COLLEGIO IPASVI DI BOLOGNA NEL II SEMESTRE 2010

Al Collegio IPASVI della Provincia di Bologna- Via Zaccherini Alvisi 15/B - 40138 Bologna

(COMPILARE IN STAMPATELLO)

Il/la sottoscritt… .........................................................................................................................

nat…. a ............................................................................ il ...................................................

residente in via .......................................................... a .............................................................

iscritt…. all’Albo del Collegio IPASVI di Bologna dal ............... al N° ...........................................

o altro Collegio IPASVI della Provincia di .......................... dal ..................... al N° ...................

in servizio presso (denominazione della struttura sanitaria / sociale o libera professione) ..............

.....................................................................................................................................................

tel. Lavoro .......................... tel.casa .................................... cell. ...........................................

e-mail ..........................................................................................................................................

ATTENZIONE: la scheda di iscrizione, alla quale va allegato il bollettino postale di pagamento, va inviata al Collegio ESCLUSIVAMENTE DOPO aver verificato la data di apertura

delle preiscrizioni/iscrizioni ed effettuato la PREISCRIZIONE TELEFONICA necessaria ad accertare la disponibilità di posti nel corso prescelto.

Chiede di essere ammess….. al seguente corso di formazione continua:

Elenco Corsi e seminari II trimestre 2011 (barrare i corsi che interessano)

CORSI E SEMINARI

1) “LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 15/03/2011

2) “ASSISTENZA ALL’ANZIANO CON FRATTURA” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 15/03/2011

3) “BASIC LIFE SUPPORT DEFIBRILLATION (BLS-D)” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 15/03/2011

4) “TERAPIA FARMACOLOGICA IN SICUREZZA” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 15/03/2011

5) “ASSEMBLEA ANNUALE - PROFILI DI RESPONSABILITÀ DELLE PROFESSIONI SANITARIE E

PRESUPPOSTI GIURIDICI DEL LAVORO IN TEAM” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 15/03/2011

6) “LA RESPONSABILITA’ INFERMIERISTICA NELL’INTEGRAZIONE CON L’OPERATORE SOCIO

SANITARIO” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 15/03/2011

7) “DOCUMENTARE IN SANITA’ ’” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 15/03/2011

8) “ASSISTENZA ALLA PERSONA ANZIANA CON DIABETE” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 04/04/2011

9a) “ALIMENTAZIONE E SALUTE” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 04/04/2011

CROCETTARE QUI CHI SCEGLIE DI EFFETTUARE LA PRATICA NEL GRUPPO I DEL 17 e 23 MAGGIO 2011 ✄ Continua pag. 40

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9b) “ALIMENTAZIONE E SALUTE” – Preiscrizioni e Iscrizioni dal 04/04/2011

CROCETTARE QUI CHI SCEGLIE DI EFFETTUARE LA PRATICA NEL GRUPPO II DEL 19 e 25 MAGGIO 2011

10) “TUTELA DELLA SALUTE DEGLI INFERMIERI. APPROFONDIMENTO SULLA CONOSCENZA

DEL MAL DI SCHIENA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’AUTOCURA”

Preiscrizioni e Iscrizioni dal 04/04/2011

11) “LE TECNICHE NON FARMACOLOGICHE PER IL DOLORE DEL BAMBINO”

Preiscrizioni e Iscrizioni dal 04/04/2011

12) “EDUCAZIONE TERAPEUTICA DEL MALATO E DELLA SUA FAMIGLIA”

Preiscrizioni e Iscrizioni dal 04/04/2011

13) “ASSISTENZA ALLA PERSONA ANZIANA CON ICTUS”

Preiscrizioni e Iscrizioni dal 04/04/2011

La quota di iscrizione per i suddetti corsi è comprensiva dell’invio a domicilio dell’attestato di partecipazione

Corsi: 1 – 4 – 11= € 30,00

Corso: 3 = € 80,00 Corso: 5 = Gratuito

Corsi:7 - 10 - 12 = € 60,00 Seminari: 2 – 6 – 8 - 20= € 20,00

Corso 9 = € 100,00

IL PAGAMENTO E L’ ISCRIZIONE POSSONO ESSERE EFFETTUATI DIRETTAMENTE PRESSO

LA SEDE DEL COLLEGIO IPASVI IN ORARIO D’UFFICIO

OPPURE

E’ POSSIBILE EFFETTUARE IL PAGAMENTO TRAMITE BOLLETTINO DI C/C POSTALE

PREVIA VERIFICA TELEFONICA AL COLLEGIO DELLA DISPONIBILITA’ DI POSTI E PREISCRIZIONE AL CORSO PRESCELTO (LA PREISCRIZIONE E’ POSSIBILE E CONSIGLIATA ANCHE NEL CASO SI SCELGA

LA PRIMA MODALITA’ DI PAGAMENTO DESCRITTA)

(NUMERO DI C/C : 16484404 INTESTATO A: COLLEGIO IPASVI VIA G.ZACCHERINI ALVISI 15/B

40138 BOLOGNA) INDICANDO NELLA CAUSALE IL/I NOME/I DEL/I CORSO/I.

LA RICEVUTA DEL PAGAMENTO, UNITAMENTE ALLA SCHEDA DI ISCRIZIONE COMPILATA,

DEVONO ESSERE INVIATE AL NUMERO DI FAX 051 34 42 67

Il pagamento dei corsi deve essere ESEGUITO TASSATIVAMENTE entro 10 giorni dalla data di preiscrizione.

Data Firma

………………………………………….. …………………………………………..

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CONTRIBUTISCIENTIFICI DIAGGIORNAMENTO

• La tecnica mentale della guided imagery per la professione infermieristica.PhD. Dott. Magistrale Francesco BurraiProfessore a contratto di Infermieristica Olistica, Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Sezione Formativa CRI-BO1.

Professore a contratto di Terapie Complementari, Università degli Studi di Chieti, Facoltà di Medicina e Chirurgia.

AbstractLe tecniche di immaginazione, attraver-so la sperimentazione e l’acquisizione di specifici modelli mentali,offrono stru-menti efficaci per una diversa consa-pevolezza dei processi psichici e degli schematismi comportamentali,una visio-ne più chiara delle dinamiche relazio-nali, un migliore adattamento alla realtà e all’utilizzo delle risorse individuali e delle energie psicofisiche. Le tecniche immaginative, producono un’azione equilibratrice sull’asse psico-neuroendocrinoimmunologico, instau-rando progressivamente un migliore equilibrio tra le funzioni organiche e i processi psichici,permettendo agli infer-mieri di ottenere notevoli benefici sulle performance professionali di tipo tecni-co, educativo, relazionale e organizzati-vo, all’interno del percorso assistenziale. Le evidenze scientifiche di Evidence Ba-sed Medicine ed Evidence Based Nur-sing, mostrano che la guided imagery, presenta prove di efficacia tra i vari cam-pi di applicazione nella riduzione dello stress, negli stati di demotivazione, nel-la prevenzione e nella riduzione della sintomatologia dolorosa, nei disturbi psicosomatici, negli effetti collaterali dei farmaci, miglioramenti sostanziali della qualità di vita,mell’efficacia della comunicazione e nella prevenzione del burn out. L’obiettivo della formazione è l’acquisizione delle tecniche di immagi-nazione guidata, per il miglioramento dello stato di benessere e di equilibrio psicofisico, nonché l’inserimento di tali

tecniche nella pratica assistenziale infer-mieristica, al fine di migliorare i vari aspetti psicofisici che determinano la qualità di vita della persona assistita.

Parole chiave: Immaginazione.Guided Imagery. Qualità di vita. Performance infermieristiche.

IntroduzioneL’immaginazione è uno dei più antichi metodi di trasformazione dei contenu-ti psichici, ed è un efficace strumento per riattivare e rafforzare il processo di salute e di guarigione. L’insegnamento delle tecniche di immaginazione per la riduzione dello stress, per il controllo e il riequilibrio emotivo è di fondamentale importanza per l’assistenza infermieristi-ca ed ha effetti positivi in diverse regioni esistenziali intrapersonali e interperso-nali. Gli infermieri che raggiungono tale competenza, riescono ad utilizzare in senso positivo il contenuto immaginati-vo sia conscio che inconscio, sviluppan-do il loro campo di percezione della re-altà, per raggiungere più efficacemente gli obiettivi assistenziali infermieristici. Questa competenza è spendibile quo-tidianamente sia per il benessere delle persone assistite, sia per il benessere dell’infermiere stesso. Come si può pen-sare ancora oggi che un infermiere,in uno stato di squilibrio interiore,soggetto quindi a fenomeni di stanchezza psico-fisica, demotivazione, stati di ansia, di agitazione, paure, possa aiutare altre persone? Agirà generalmente come un “automa”, con una forte probabilità di compromissione dell’etica,della mora-le e della deontologia professionale. La funzione dell’immaginazione orientata verso scopi terapeutici, verso il benes-sere psicosomatico è un fattore di psi-cosintesi prezioso per la professione infermieristica, da anni utilizzato nei paesi in cui l’assistenza infermieristica è maggiormente sviluppata, e i suoi effetti sono dimostrati anche dai numerosi stu-di effettuati dagli infermieri su diversi campi assistenziali, soprattutto a livello della gestione del dolore e della soffe-renza, negli stati di ansia, nella preven-zione del mobbing, del burn out e del turn over, per migliorare le strategie di risposta ai fattori stressogeni e una mi-gliore gestione degli aspetti relazionali.

Il processo immaginativoL’immagine mentale è prodotta da un’attività mentale riproduttiva di fatti e oggetti con caratteristiche similari alla percezione di tali fatti e oggetti. E’ una forma di rappresentazione della realtà. Tale produzione può essere stimolata da auto-induzione o da compiti di immagi-nazione (Imagery) richiesti in ambito sperimentale e non-sperimentale, defini-ta Guided Imagery. Nella produzione ed elaborazione delle immagini possiamo

avere una sintetizzazione di un percet-to (1), un confronto tra le descrizioni proposizionali memorizzate (2), una de-scrizione di scene,attivazione di frame (3). Secondo il Modello Teorico “pitto-ralista”, le leggi che regolano i processi percettivi sono analoghe alle leggi che regolano la produzione delle immagini mentali. Le immagini mentali sono una realtà mentale analoga a quella dei pro-cessi percettivi. Secondo il modello te-orico cognitivo-computazionale, invece, la sequenza immaginativa è la seguente:1. Deposito a lungo termine delle espe-

rienze passate2. Trasformazione dei ricordi in espe-

rienze coscienti (immagini mentali).3. Mantenimento delle esperienze co-

scienti (immagini mentali), per la fra-zione temporale necessaria a compie-re ulteriori operazioni mentali come l’esplorazione,la descrizione o altro. Un altro fattore fondamentale per ca-pire il processo immaginativo è la sua influenza a livello della memoria, tra-mite la presenza di un doppio sistema di codifica delle informazioni:verbale e immaginativo. Gli stimoli figurali come oggetti, scene, disegni, sono più facili da ricordare rispetto agli stimo-li verbali perché attivano immediata-mente una doppia codifica, una per immagini (analogica) e una verbale. Per quanto riguarda gli stimoli verba-li si possono avere casi in cui paro-le, frasi, brani abbiano un’alto valore d’immagine, con una relativa codifica verbale e una facile codifica immagi-nativa, come nell’esempio “reparto di degenza”, oppure a basso valore d’immagine, in cui, alla codifica ver-bale è seguita con difficoltà una codi-fica immaginativa,come nell’esempio “obiettivo”. Dunque la presenza co-stante di una doppia codifica in pre-senza di stimoli figurativi consente un potenziamento mnemonico superiore rispetto agli stimoli verbali. Le imma-gini mentali presentano una specifica tipologia e per descrivere meglio que-sta tassonomia si utilizzerà uno studio in cui donne con cancro al seno, han-no incrementato il numero di cellule NK usando tecniche di immaginazio-ne guidata ipnotica (4):

- Immagini singole, dove ad ogni parola si associa un’immagine: cellula NK.

- Immagini interattive,dove in un’uni-ca immagine c’è la rappresentazione dell’interazione di più elementi: inte-razione parola NK con cellule neopla-stiche.

- Immagini di memoria, con una rap-presentazione di oggetti osservati realmente:cellule NK viste in fotogra-fie.

- Immagini di immaginazione, con rap-presentazioni di elementi provenien-

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ti sempre dalla memoria ma che, nel loro insieme non sono mai state osser-vate dalla persona nella realtà: NK che distruggono cellule neoplastiche.

- Immagini generali,dove la parola cel-lula produce l’immagine di una qual-siasi cellula, esprime la raffigurazione del concetto di cellula.

- Immagini specifiche, con la presenza di un’immagine di una ben precisa cellula in un determinato luogo: gros-sa cellula NK colorata di bianco nel sangue.

- Immagini episodiche-autobiografiche, con immagine di una cellula vista in un determinato spazio tempo: cellula NK vista in un videotape in ospedale.

Secondo lo studio di McKeller (5), la distribuzione delle immagini mentali pone quelle di tipo visivo come le più frequenti,seguite dal tipo uditivo,e a se-guire quelle motorie, tattili, gustative, olfattive, dolorose e termiche.

La connessione psicosomaticaE’ fondamentale capire e definire la cor-relazione tra il contenuto emotivo del-le immagini mentali e un’alterazione delle attività nei sistemi fisiologici. La neuropsicologia delle immagini menta-li, in base ai dati sperimentali, ammette l’esistenza di processi cognitivi specifici della facoltà immaginativa legati a spe-cifici substrati cerebrali. Infatti gli studi dimostrano che i disturbi della capaci-tà immaginativa sono legati a lesioni di determinate zone cerebrali:le aree po-steriori dell’emisfero sinistro, e l’area parieto-temporale destra. Secondo la psiconeuroendocrinoimmu-nologia (PNEI), le immagini mentali hanno potenti effetti sull’asse psicoso-matico perché adottano il sistema prin-cipale del funzionamento cerebrale che è quello per immagini. L’effetto prodot-to dall’utilizzo dell’immaginazione sul sistema psicosomatico è dovuto alla connessione psiconeuroendocrinoim-munologica (PNEI). La PNEI conside-ra il soggetto una rete,un network, in cui le attività cerebrali di pensiero, di emozioni, di sentimenti, di motivazioni, alterano l’asse, la rete psiconeuroendo-crinoimmunologica Imparare ad usare in maniera efficace le tecniche immagi-native significa mantenere in equilibrio il sistema PNEI, base del mantenimento dello stato di salute dell’uomo. In base alla Teoria di J. W. Papez, la sede del passaggio dallo psichico al somatico, è: un impulso (emozione, pensiero) dalla corteccia cerebrale, che passando attra-verso i giri del cingolo e l’ippocampo raggiunge l’ipotalamo. Dall’ipotalamo l’impulso può tornare indietro attraver-so il talamo-giro del cingolo-corteccia. Questo circuito è implicato per esem-pio nella percezione e nell’elaborazione del dolore, nelle risposte emozionali,

nell’elaborazione concettuale,nel man-tenimento dell’omeostasi, tutti campi di applicazione della guided imagery. Se-condo la teoria di M. Mancia, invece, la struttura del passaggio psiche soma è l’ipotalamo, che grazie alle sue connes-sione con la neocorteccia, con i sistemi limbico e reticolare e il suo controllo sul sistema vegetativo ed endocrino, per-mette l’espressione degli stati emotivi e mentali.

Sviluppo delle immagini mentaliPer potenziare le immagini mentali è ne-cessario effettuare un training che svi-luppi le cinque modalità sensoriali,allo scopo di incrementare gli effetti delle immagini sull’asse mente corpo. Ogni in-dividuo è in grado di immaginare e tutti possono utilizzare le immagini mentali e di acquisire le relative tecniche di gui-ded imagery. Le variabili fondamentali delle immagini sono la chiarezza, l’in-tensità, i colori, la staticità, la dinamica e i tempi. Anche persone cieche dalla na-scita possono usare le immagini menta-li, perchè esse non sono solo visive,ma sono il frutto dell’integrazione mentale di informazioni provenienti da più ca-nali sensoriali. La presenza di un deficit nella capacità di sviluppare immagini mentali è imputabile allo scarso utilizzo della sfera immaginativa e le indicazioni per garantire un buon training di visua-lizzazione sono:1. concentrare l’attenzione sul processo

di immaginazione;2. intenzionalità,convinzione e motiva-

zione;3. iniziare a concentrarsi prima sulle

immagini visive ed uditive,che sono quelle di più facile rappresentazione immaginativa;

4. aumentare le capacità di creazione e mantenimento di immagini cariche di chiarezza e di forte carico emotivo.

In una procedura standard semplice, la guided imagery prevede da parte del soggetto, di seguire generalmente que-sta procedura:1. luogo non disturbato da rumori;2. acquisire una posizione in cui

testa,collo e colonna vertebrale siano in asse,con i piedi appoggiati a terra e paralleli tra loro. Le braccia appog-giate dolcemente sulle gambe con le mani aperte. Questa posizione per-mette una migliore concentrazione, rispetto ad una posizione supina o reclinata, associate al sonno, nonché favorisce una migliore espansione to-racica dunque una migliore respira-zione.

3. chiusura degli occhi, per eliminare una fonte di distrazione rappresen-tata dalla percezione visiva dell’am-biente esterno (luce, movimenti);

4. concentrare l’attenzione sul respiro riducendo, la frequenza respirato-

ria e incrementando lentamente la profondità degli atti respiratori in maniera ritmica. Questo permette di indurre un progressivo stato di rilassamento,favorendo il successivo processo immaginativo;

5. In uno stato di rilassamento, sposta-re l’attenzione sulla sequenza delle istruzioni dell’esercizio di guided imagery e partecipare alle scene vedendo, sentendo,odorando, gu-stando, toccando tutto ciò che sta accadendo a livello immaginativo.Le istruzioni di guided imagery posso-no essere acquisite seguendo la voce dell’operatore, ascoltando un cd con la registrazione delle sequenze di in-duzione immaginativa,ricreando ed evocando le immagini, le scene da istruzioni precedentemente memo-rizzate.

Gli effetti terapeutici sull’asse psi-cosomatico prodotti dalle tecniche immaginative,sono direttamente pro-porzionali al grado di intenzionalità,di attenzione,di concentrazione e di parte-cipazione con tutti i cinque sensi percet-tivi durante le scene immaginative.

Esempi base di Guided ImageryPer introdurre elementi applicativi,si espongono alcuni interventi di guided imagery, evidenziando i concetti fonda-mentali presenti nelle singole procedure degli esercizi presentati di seguito.Due efficaci esempi di interventi di gui-ded imagery in campo pediatrico per la gestione del dolore sono rappresentati dall’esercizio dell’“interruttore” e del “guanto magico”. Dopo la procedura di rilassamento, il bambino viene guidato attraverso un linguaggio semplice ma molto creativo, ad immaginare la pre-senza di un’ interruttore a livello del suo cervello, il quale è collegato ai nervi che irradiano la parte del copro dolo-rante. Si invita il soggetto ad abbassare l’interruttore lentamente, e ad associare ad ogni grado di scatto dell’interruttore, una riduzione del livello del dolore fino al miglioramento della sintomatologia. Il secondo esercizio è usato per preparare i bambini alle terapie intramuscolo, en-dovena o a prelievi. Si guida il bambino ad immaginare di indossare un guanto invisibile, il quale massaggia dolcemen-te la zona in cui verrà posizionato l’ago, in modo da desensibilizzarla al dolore. Importante l’enfatizzazione dell’aspet-to magico del guanto, immagine mol-to efficace nella potenza immaginativa dei bambini. Negli adulti un classico esercizio per la riduzione del dolore è quello di guidare il soggetto ad im-maginare l’entrata con l’espirazione di un flusso di aria fresca, pura, colorata di bianco lucente, carica di energia te-rapeutica, che viene convogliata nella zona di dolore rappresentata spesso da

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colori scuri e densità solida. Zona che viene inglobata da questo flusso ad alto potenziale terapeutico e lentamente disciolto,polverizzato. Con l’espirazio-ne la persona elimina il dolore disciolto sotto forma di un flusso denso caldo di color nero che esce dalle narici e svani-sce nell’aria.Un efficace uso della guided imagery è applicabile nel campo dello stress e negli stati di crisi, come per esempio la demotivazione, fattori molto presen-ti nella professione infermieristica. Un esercizio semplice ed efficace è quello di evocare la scena disturbante e poi interromperla per esempio con un bat-tere di mani, uno schioccare di dita, o qualcos’altro che la persona può intuire. Interrotta l’immagine, si prosegue visua-lizzando delle scene piacevoli. Se l’im-magine disturbante ogni volta che viene interrotta da un’azione esce dal campo dell’attenzione,significa che la tecnica è acquisita con la relativa abilità. Un’altro esercizio è quello della proiezione nel tempo, utilizzato spesso per la gestione dell’ansia. Il soggetto immagina l’evento ansioso, vedendo il proprio comporta-mento privo di ansia, osservando come le sue azioni siano tranquille, equilibra-te, sicure, con le persone che rispondo-no in maniera positiva. In questo stato la persona partecipa intensamente allo svolgersi della scena, osservando i vari risultati positivi delle sue reazioni inter-ne e relazionali.Un ottimo esercizio immaginativo è quello di proiettare le immagini su di uno schermo televisivo, e in base al loro contenuto il soggetto può decide-re do cambiare canale o di non sinto-nizzarsi. Una delle possibili varianti è la proiezioni delle immagini su uno schermo cinematografico,il cui copione, la scenografia,le azioni degli attori sono modificate dal soggetto, come se fosse il regista delle varie scene. Come si può intuire, le induzioni di queste immagini possiedono una forte carica suggesti-va, mirata a potenziare il meccanismo di non identificazione con i contenuti immaginativi, producendo nel training, progressivi livelli di desensibilizzazione immaginativa, posizionando il soggetto in una zona di relatività,di distanza,di ge-stione delle immagini mentali. La poten-za delle immagini mentali è dimostrata da diversi studi, che evidenziano come il sistema nervoso centrale, non riesce a differenziare tra immagini immagina-te e immagini prodotte dalla percezione dell’ambiente esterno. Questo fenome-no è legato non solo agli aspetti di carat-tere suggestivo contenuti implicitamen-te nelle sequenze delle istruzioni,ma anche all’influenza profonda che ha il tipo di respirazione del soggetto, il li-vello, il tono, il tipo, il timbro e l’enfasi

della voce dell’operatore, in sinergia alla sua capacità di leggere le risposte del paziente modulando e personalizzando la guided imagery sulle caratteristiche uniche di ogni persona. L’acquisizione di queste capacità, permette l’applica-zione corretta delle tecniche di guided imagery,elementi che sono i parametri per verificare la progressione delle abili-tà nel training formativo.

Le Evidenze scientificheSono numerosi gli studi prodotti sull’im-maginazione sia di Evidence Based Me-dicine che di Evidence Based Nursing, i cui risultati indicano anche una gra-duale introduzione delle tecniche imma-ginative nell’assistenza infermieristica nell’ottica della best practice.Si espone di seguito una revisione della letteratura per campi assistenziali.

Gestione del doloreIn uno studio RCT di Alden et al. (6), gli effetti interattivi nati dalla tipologia del focus direzionale e qualitativo di imma-gini mentali sul controllo analgesico del dolore, ha prodotto un aumento della tolleranza al dolore e un’ innalzamento della soglia del dolore. Oakley et al. (7) hanno rilevato che l’utilizzo di immagi-ni a livello ipnotico è risultata un’utile strategia nel trattamento del dolore dell’arto fantasma,attraverso l’accetta-zione dell’esistenza dell’arto fantasma come rappresentazione mentale vali-da, evitando così di trattare il moncone come la sola fonte percettiva del dolore. Kwekkeboom (8) ha osservato che la guided imagery si è rivelata uno stru-mento efficace per la gestione autono-ma del dolore in pazienti con cancro al seno e cancro a livello ginecologico,che presentavano dolore post operatorio. Nel lavoro di Lewandowski (9), i risulta-ti hanno indicato una variazione del mo-dello e dell’intensità del dolore tramite l’utilizzo dell’immaginazione, in accordo con la teoria di Martha Rogers. Nella fenomenologia dolorosa dell’emicrania, lo studio di Ilacqua (10) mostra la pre-senza di un copying efficace attraverso gli esercizi di immaginazione guidata con regressione della sintomatologia dolorosa ed una percezione ridotta del dolore,valutata attraverso misurazioni tramite biofeedback. Ackerman et al. (11)afferma che l’utilizzo della guided imagery è utile per la riduzione del do-lore e degli stati d’ansia associati. Nello studio RCT di Fors et al. (12), il disegno prevedeva un gruppo sperimentale (a) in guided imagery con visualizzazio-ni di immagini piacevoli e un gruppo sperimentale in guided imagery con vi-sualizzazione dei sistemi fisiologici del controllo del dolore (b) in assegnazio-ne random con placebo o amitripillina/die rispetto ad un gruppo di controllo

che seguiva il trattamento standard. I gruppi sperimentali presentavano nel periodo di studio di 28 giorni, una ridu-zione del dolore, mentre l’amitripillina non ha presentato un vantaggio signi-ficativo versus placebo. In Mannix et al. (13), lo studio di tipo clinical trial, prevedeva un gruppo sperimentale in guided imagery via audiotape più te-rapia farmacologia,mentre il gruppo di controllo era sottoposto solo a terapia farmacologia. Il gruppo sperimentale ha presentato una riduzione della fre-quenza di episodi di emicrania,una ri-duzione della severità del dolore e un miglioramento generale della qualità di vita,mentre nello studio pilota di Ball et al. (14), in quattro sessioni settimanali di 50 minuti di guided imagery per il trat-tamento del dolore ricorrente addomi-nale nei bambini, i risultati hanno mo-strato una riduzione del 67% del dolore durante la terapia, ed un’efficacia e una sicurezza dell’uso della guided imagery. Antall et al. (15) hanno rilevato che la guided imagery produce una riduzione del dolore e dell’ansia in pazienti anzia-ni operati per patologie ortopediche.

Oncologia Nello studio di Bakke et altri (4), gli effetti dell’ immaginazione guidata ip-notica misurata tramite una copying checklist, evidenziano un’incremento del copying, degli episodi di relazione interpersonale, di ricerca di aiuto, di rivalutazione positiva del proprio io, dell’attivazione del problem solving.In parallelo si è verificato un decremento del senso di isolamento e sentimento di fuga in pazienti con cancro al seno. Nello steso studio i risultati hanno mo-strato un’ incremento del numero asso-luto di NK (P<.03, t test) post immagi-nazione guidata ipnotica. Rancour (16), ha osservato che la guided imagery si è rivelata uno strumento per il mana-gement del dolore, per l’induzione di stati di rilassamento psicofisico e nel-la chiarificazione dello stato cognitivo ed emotivo rispetto all’esperienza di malattia. Kolcaba et al. (17) hanno ri-scontrato nella guided imagery via au-diotape, utilizzata da donne sottoposte a trattamento radioterapico per cancro al seno, un miglioramento significa-tivo delle variabili di comfort, soprat-tutto nelle prime tre settimane. Ciò ha rappresentato una risorsa efficace ed efficiente in termini di costi, tempi e utilizzo del personale infermieristico. Troesch et al. (18) hanno rilevato che la guided imagery usata in soggetti sot-toposti a chemioterapia con cisplatino, ha ridotto la sintomatologia legata alla nausea,al vomito migliorando la quali-tà di vita della persona. Kwekkeboom (19) ha osservato che la guided image-ry praticata da donne sottoposte a in-

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tervento chirurgico per cancro al seno, può essere strategica rispetto allo stile cognitivo comportamentale,alle aspet-tative dei soggetti e nel copying,mentre in un altro studio di Kwekkeboom et al. (20), la guided imagery, sperimentata da soggetti affetti da dolore oncologi-co, può ridurre l’intensità media di per-cezione del dolore,lo stato di stress,il grado di afflizione e migliorare il con-trollo soggettivo del dolore.

AIDSTurkoski et al. (21) hanno riscontrato che la guided imagery usata nei soggetti affetti da AIDS, ha effetti positivi nella prevenzione degli stati di angoscia ri-spetto al dolore.

Assistenza domiciliareAckerman et al. (22), indicano nella gui-ded imagery uno strumento che riduce il livello di percezione del dolore e il grado di ansia in soggetti in assistenza domiciliare.

Medicina internaNello studio di Moody et al. (23), la gui-ded imagery, usata in soggetti affetti da bronchite cronica ed enfisema polmo-nare, ha migliorato lo stato dispnoico, la depressione,l’affaticamento, la qualità di vita, lo stato di salute percepito e la forza muscolare inspiratoria, mentre Wi-chowski et al. (24)hanno mostrato come la guided imagery, praticata da soggetti affetti da diabete,migliorasse la gestione del controllo autonomo della glicemia,la regolarità degli esercizi fisici, il control-lo del peso e del regime dietetico. Page et al. (25) hanno osservato che la gui-ded imagery usata da soggetti affetti da stroke acuto, rappresenta un’intervento clinico complementare e sinergico alla terapia riabilitativa convenzionale, che migliora diversi outcomes riabilitativi.

GeriatriaNello studio di Baird et al. (26), la gui-ded imagery produce miglioramenti nel-la soglia del dolore e della mobilità, ed è consigliato come intervento di self care di facile impiego per migliorare la quali-tà di vita dell’anziano.

Neurologia In Maguire (27) la guided imagery praticata da soggetti affetti da sclerosi multipla,ha prodotto miglioramenti cli-nicamente significativi dell’umore, de-gli atteggiamenti e delle raffigurazioni mentali della malattia.

OstetriciaLo studio di Rees (28) mostra come la guided imagery permette di raggiunge-re uno stato di rilassamento nelle don-ne durante le prime quattro settimane post partum,inducendo una riduzione dell’ansia,della depressione e un au-mento della stima personale.

ChirurgiaTusek et al.(29), hanno rilevato come la guided imagery, sperimentata da soggetti in fase perioperatoria,produca una riduzione degli stati d’ansia e del livello del dolore sia nella fase preope-ratoria che post-operatoria, nonché una riduzione nell’uso di farmaci analgesici pari al 50% nella fase post operatoria. Miller (30) evidenzia che utilizzo della guided imagery in fase perioperatoria è uno strumento infermieristico che incre-menta le capacità di self care e l’auto-guarigione,incrementando il feed-back infermiere paziente, la qualità di vita,il grado di soddisfazione sia del paziente che degli infermieri. Negli anziani post operati, la guided imagery riduce lo sta-to depressivo e rappresenta un interven-to infermieristico indipendente (31).

Sinergia con altre cure complementariLa sinergia tra la guided imagery e la musicoterapica,riduce gli stati depres-sivi (32), i livelli di cortisolo, migliora l’umore negli adulti (33) e la percezione del dolore in soggetti con problemi gi-necologici operati per via laparoscopica (34). La guided imagery, in associazione con il rilassamento e il training cogni-tivo comportamentale, riduce il dolore in soggetti affetti da cancro (35). In as-sociazione solo con le tecniche di rilas-samento, riduce e migliora il controllo degli stati ansiongeni e depressivi in soggetti con cancro avanzato (36). La guided imagery praticata con la medi-tazione e lo yoga, potenzia il self-care (37).

FormazioneL’utilizzo della guided imagery in studenti del corso di Laurea in Infermieristica,ha ridotto i livelli di ansia legati alla fase di apprendimento delle tecniche di inie-zione migliorando le loro performance (38), mentre negli studenti del corso di laurea in Ostetricia, ha migliorato la di-namica nel passaggio delle informazioni didattiche, del tirocinio e del counseling tra studenti e infermieri, ed è stata ac-colta con entusiasmo dagli studenti (39).

ConclusioniIn Italia,da pochi anni l’infermiere può accedere ad un’offerta formativa riguar-dante la guided imagery, erogata da al-cuni provider a livello dell’Educazione Continua in Medicina (ECM), mentre nella formazione universitaria infermie-ristica, non sono previsti insegnamenti che permettano di acquisire competen-ze in guided imagery. Questa carenza è palese nella realtà dei fatti dove tra gli infermieri si verificano da anni fenome-ni di insoddisfazione, frustrazione, ina-deguatezza, rimozioni, conflitti, errori da demotivazione, disagi interiori, che inficiano gravemente l’assistenza delle persone ad ogni livello. Gli infermieri si

trovano soprattutto impreparati davan-ti a due dei più complessi e constanti problemi che ogni professionista in-contra quotidianamente nell’assistenza: il dolore e la sofferenza. Questa para-dossale quotidiana realtà infermieristi-ca, che rende altamente improbabile il soddisfacimento dei bisogni assisten-ziali dell’uomo,non si ripercuote nega-tivamente solo sull’assistito. Negli in-fermieri, la mancata conoscenza degli strumenti immaginativi per la gestione delle problematiche emotive, produce ripercussioni conscie e inconscie,che emergeranno negativamente nei com-portamenti, nella comunicazione verba-le e non verbale quotidiana. Le tecniche di immaginazione sono un prezioso strumento a disposizione del personale infermieristico e l’acquisizione di tale competenza può permette, nella fase di ricezione degli stimoli stressogeni, di ef-fettuare una rapida analisi e valutazione emotiva,al fine di fornire una risposta mediata con i fini assistenziali e perso-nali attraverso il background psicosinte-tico ottenuto dal training immaginativo.

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• Therapeutic Touch: assistenza infermieristica basata sull’energia.PhD. Dott. Magistrale Francesco BurraiProfessore a contratto di Infermieristica Olistica, Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Sezione Formativa CRI-BO1.Professore a contratto di Terapie Complementari, Università degli Studi di Chieti, Facoltà di Medicina e Chirurgia.

Riassunto Il Therapeutic Touch è un’intervento in-fermieristico di tipo energy-based nur-sing practice, presente all’interno della Nursing Interventions Classification, collegato alla diagnosi infermieristica del NANDA del “Disturbo del campo di energia”. Introdotto e sviluppato da Dolores Krieger, professoressa eme-rita di Nursing dell’Università di New York, e da Dora Kunz, pranoterapeuta, oggi è praticato a livello infermieristico in più di ottanta ospedali nel mondo, e sono più di 43.000 gli infermieri forma-ti nel Therapeutic Touch. Il Therapeutic Touch si basa su tecniche energetiche praticate nei secoli in diversi continenti, sulla fisica quantistica, e a livello della teoria del nursing, sul lavoro di Martha Rogers, la Scienza degli Esseri Umani Unitari. Negli USA, il Therapeutic Touch ha il supporto scientifico e professio-nale dell’ American Nurses’ Association e dell’ Holistic American Nurses’ Asso-ciation .Le evidenze scientifiche sem-brano indicare che, gli effetti psicoso-matici del Therapeutic Touch, non sono imputabili solo ad un’ effetto placebo, ma ad un’azione diretta del Therapeutic Touch su un campo energetico presente nell’essere umano, con effetti di riequi-librio della configurazione energetica di tale campo. Gli infermieri che praticano il Therapeutic Touch, devono sviluppa-re una notevole apertura mentale, avere una comprensione olistica della realtà e dell’essere umano, e sviluppare stati di coscienza e una consapevolezza di tipo trascendentale.

AbstractTherapeutic Touch is an energy-based nursing practice, inside Nursing In-terventions Classification, linked with NANDA nursing diagnosis of “Energy field disturbance”. Introduced and de-veloped by Dolores Krieger, Nursing emeritus professor at the New York University, and Dora Kunz, pranothe-

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rapist, today is practiced at nursing in more than eighty hospitals in the world, and are more than 43,000 nurses trai-ned in Therapeutic Touch. Therapeutic Touch is based on the energy techniques, practiced over the centuries in different continents, on quantum physics, and in the nursing theory, on work by Martha Rogers, the Science of Unitarian Human Beings . In the USA, the Therapeutic Touch has the scientific and professional support by American Nurses’ Associa-tion and the American Holistic Nurses’ Association. The scientific evidence seem to indicate thatthe psychosomatic effects of the Thera-peutic Touch, are not only attributa-ble to a placebo effect, but in a direct action of the Therapeutic Touch on an human being energy filed, with effects of rebalancing on the energy field confi-guration. Nurses trained in Therapeutic Touch, must develop a very open mind, to have a holistic understanding of the human being and reality, and develo-ping consciousness states and a tran-scendental awareness.

Parole chiave: tocco terapeutico, oli-smo, assistenza infermieristica energe-tica.

Keywords: Therapeutic touch, holism, energy-based nursing practice.

IntroduzioneIl Therapeutic Touch (TT),fu introdotto e sviluppato da Dolores Krieger, profes-sore emerita di Nursing dell’Università di New York e da Dora Kunz, pranotera-peuta agli inizi degli anni 70 (1,2). Il TT può essere definito come una particola-re forma di pranoterapia (dal sanscrito prana, energia), ovvero quell’ insieme di tecniche e procedure che modulano il campo di energia dell’essere umano a scopo terapeutico. In base alla defini-zione originaria della Kreiger, il TT per-mette “di indirizzare consapevolmente o modulare con sensibilità le energie umane” (3). Nell’ottica della standardiz-zazione del linguaggio infermieristico, il termine energia è entrato nella tassono-mia del NANDA con la diagnosi infer-mieristica “Disturbo del campo di ener-gia”, definita come una ”grave alterazio-ne del flusso di energia che sta intorno all’essere della persona con conseguen-te disarmonia del corpo,della mente e/o dello spirito” (4). Il TT è un’intervento infermieristico classificato nei NIC, ed è definito come un “ armonizzarsi con il campo universale della guarigione cer-cando di agire come strumento di in-fluenza guaritrice facendo uso della sen-sitività delle mani per dirigere e concen-trare il processo di intervento” (5). Il TT è un’ intervento infermieristico di tipo non farmacologico , non invasivo, ma di tipo energy-based nursing practice (6),

classificato dal National Center for Com-plementary and Alternative Medicine come terapia energetica. Il TT rappre-senta in maniera eclatante, lo scontro tra il paradigma olistico infermieristico e quello maccanicistico-riduzionistico di stampo newtoniano-cartesiano del modello biomedico emerso nel dibatti-to scientifico durante gli anni 90 negli USA. In quel periodo, numerose riviste infermieristiche pubblicavano articoli a favore del TT con l’appoggio scientifi-co e professionale dell’American Nur-ses’ Association e successivamente dell’ Holistic American Nurses’ Association in contrapposizione agli articoli contro il TT, pubblicati dal Journal of the Ame-rican Medical Association. L’inserimento del TT come intervento infermieristico di tipo energetico e la relativa reazione nel mondo medico erano visti secondo la Krieger (7), come l’ennesimo scontro tra una filosofia umanistica e olistica e quella materialistica e riduzionistica.

Elementi di Base del Therapeutic TouchContrariamente al termine “touch” que-sta tecnica non prevede nessun tocco fisico della persona sotto trattamento con il TT, ma si basa sull’utilizzo consa-pevole e competente della mani, per la gestione del campo di energia della per-sona. Ma cosa è per la Krieger un campo energetico? Un campo di energia è una dimensione che possiede un’estensione oltre il corpo fisico, non visibile, di na-tura non fisica, ma che si manifesta nella realtà con attributi fisici, potendo essere in questo modo percepito dall’apparato sensoriale di un’ essere umano. Questo campo energetico, struttura e da forma ad ogni elemento della realtà fisica. Tut-tora non è conosciuta in maniera preci-sa la vera natura di questo campo ener-getico, e con quale meccanismo viene modulato tale campo. Krieger e Kunz, utilizzando e sviluppando modelli ener-getici antichi, pongono quattro postulati su cui si basa l’azione del TT: a) gli es-seri viventi sono sistemi energetici aper-ti; b) i sistemi energetici sono dotati di una simmetria bilaterale; c) la malattia è il prodotto di uno squilibrio nel campo energetico; d) l’uomo ha una capacità naturale di trasformare e trascendere la sua condizione esistenziale. Il TT nella ricerca di un fondamento teorico infer-mieristico, trova il suo paradigma nella teoria della Scienza degli Esseri Umani Unitari di Martha Rogers (8,9), anche se tale legame concettuale presenta aspet-ti controversi. Il TT assume il modello rogeriano, perché nel suo background concettuale, si afferma l’esistenza di campi di energia, con possibilità di scambio e trasmissione di energia tra gli esseri umani, che producono effetti a livello dell’asse psicosomatico. Secondo

il modello della Rogers, gli esseri uma-ni sono campi di energia complessi , in relazione constante e dinamica con il campo di energia ambientale. Un cam-po possiede cinque principali qualità: a) indivisibilità, perché non è costituito da parti; b) è di tipo non causale, perché non segue il principio di causalità, con-cetto questo, legato al principio di inde-terminazione della fisica quantistica; c) non può essere sottoposto a processi di tipo riduzionistico; d) non è localizzato in un’unica e precisa dimensione, con-cetto questo, legato al fenomeno dell’ entanglement quantistico; e) è caratte-rizzato da una totale apertura. Il cam-po, essendo formato da energia, non è statico, ma possiede caratteristiche dina-miche, legate ai processi di evoluzione costante e di interazione continua. La sua dinamicità è di tipo ondulatoria, rit-mica ed è specifica per ogni individuo. Ogni essere umano è caratterizzato da un campo di energia specifico,unico, non standardizzabile, mai uguale ad al-tri campi di energia, continuamente in evoluzione attraverso la relazione con gli altri campi di energia. Secondo que-sta prospettiva, il TT esplica la sua azio-ne, attraverso la lettura e la modulazio-ne del campo di energia, con l’obiettivo di ripristinare,sviluppare, promuovere la fluidità,lo scorrimento, la ritmicità delle onde energetiche del campo energetico personale, allo scopo di risolvere pro-blemi di congestione, squilibrio e bloc-chi di tipo energetico, che si manifesta-no sulla struttura dell’asse mente corpo, attraverso segni e sintomi degli stati di malessere o delle patologie. Nel TT, la possibilità di una lettura e di una modu-lazione del campo di energia, è data dal-la percezione di tale struttura energetica attraverso le mani, zona in cui si postula la presenza di una naturale sensitivi-tà energetica. Tale capacità di lettura e modulazione, secondo il TT, può essere enormemente sviluppata da un conti-nuo training e dalla pratica quotidiana.

Il processo del Therapeutic TouchIl TT è l’uso competente ed esperto del campo energetico umano. Scopo del TT è il riequilibrio delle energie della per-sona assistita. Il processo è costituito da quattro fasi: centratura, valutazione, riequilibrio e rivalutazione. Nella prima fase di centratura, l’infermiere sposta la sua attenzione dagli stimoli del mon-do esteriore, concentrandosi all’interno della propria coscienza. La centratura, è quello stato di consapevolezza che per-mette il punto di osservazione, di valu-tazione interiore dell’interazione infer-miere-paziente. Questa consapevolezza che si raggiunge solo con un’autodisci-plina constante, si basa sulla motivazio-ne di guarire, di aiutare profondamente l’altro, senza pregiudizi, unita ad una

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consapevolezza di diventare uno stru-mento efficace di supporto, lontano da scopi egoici. Concentrando l’attenzione all’interno della coscienza, si accede ad un livello di consapevolezza superiore, ad una realtà non verbale, transpersona-le, costituita da silenzio interiore, tran-quillità, atemporalità e rilassamento. In questo stato di consapevolezza permette il riconoscimento delle proprie dinami-che interiori, potenziando la capacità di leggere chiaramente le dinamiche, le informazioni, le intuizioni, gli indizi, le immagini e le visualizzazioni che scatu-riscono con l’interazione con il campo di energia del paziente. In uno stato di centratura si procede con la valutazio-ne del campo energetico della persona, attraverso il posizionamento dei palmi delle due mani rivolte verso la perso-na a 5 – 8 cm dal suo corpo. Il campo energetico, gli schemi del flusso energe-tico, sono letti dal strutture energetiche detti chakra, poste sopra la depressio-ne del palmo della mano. Il movimento lento ma deciso delle due mani, parte dalla sommità della testa, e scende fino ai piedi, procedendo ad una scansione del campo energetico, ascoltando con-sapevolmente le informazioni captate dai chakra. Molte sono le informazioni provenienti dalla valutazione, le quali si possono classificare in cinque livelli: a) differenza di temperatura; b) attra-zione magnetica in aree specifiche; c) segnali che possono essere percepiti come “lievi scosse elettriche” o “formi-colii”; d) cambiamenti,irregolarità, asin-cronia, non uniformità nel ritmo del campo energetico; e) intuizioni sulle condizioni del paziente. La terza fase è il riequilibrio del campo di energia, la quale si esplica attraverso uno specifi-co orientamento,modulazione e guida dell’energia del paziente, utilizzando quella peculiare forma di consapevo-lezza attenuta nella centratura. Le mani si muovono con ritmo moderato, senza sforzo, attraverso diverse tecniche,con lo scopo di facilitare, stimolare, smor-zare, tranquillizzare ,sincronizzare, de-congestionare, armonizzare, liberare, rimodellare il flusso energetico. La riva-lutazione, quarta e ultima fase, permette di scegliere se modificare l’intervento in corso o chiudere la seduta di TT. Come si evince dalla tecnica del TT, l’approc-cio energetico è prettamente olistico, in cui il ruolo e il livello di sviluppo della consapevolezza dell’infermiere che pratica il TT, rappresentano fattori fondamentali all’interno del processo terapeutico con il TT. Evidenze di tipo qualitativo sull’azione olistica del campo di energia sullo sviluppo della consape-volezza, sono state ottenute da un’im-portante studio pilota di tipo descrittivo – esplorativo (10), in cui è stata analizza-

ta, attraverso un processo di estrazione e di sintesi, l’esperienza di un gruppo di praticanti il TT. I risultati mostrano la presenza di una nuova consapevolez-za e conoscenza di potenzialità interiori in ogni praticante; maggiore chiarezza nell’individualizzazione di quei fattori psicologici che causano disagio interio-re nelle fasi di relazione interpersonale; incremento delle capacità di apprendi-mento; espansione generale dello stato di coscienza.

La revisione della letteraturaNumerosi sono gli studi che dagli anni 70, anni in cui è stato introdotto il TT nella pratica infermieristica, sono stati prodotti su questa tecnica energetica, di cui nella successiva tabella 1, vengono elencati in base alla tipologia di studio, i maggiori e più recenti articoli.La revisione della letteratura, evidenzia nettamente quattro campi di ricerca in cui gli effetti del TT sono stati maggior-mente studiati, anche attraverso impor-tanti revisioni: a) studi in vitro; b) tratta-mento delle ferite; c) il trattamento del dolore; d) trattamenti dei disordini d’an-sia. Le metodologie di ricerca e i risul-tati provenienti da questi quattro campi di studio, sono analiticamente esposti e commentati nelle successive quattro se-zioni dell’articolo.

Therapeutic Touch e studi in vitroLa prima problematica che presenta lo studio degli effetti del TT sul dolore è l’esclusione della possibilità di un’ ef-fetto placebo durante il trattamento. A tale scopo, gli studi degli effetti del TT su cellule,tessuti e molecole, sono metodologicamente i migliori per ri-spondere a questa domanda di ricerca, perché escludono qualsiasi connessio-ne o interferenza di natura psicologica con tali sistemi. Nello studio di Gro-nowicz et al. (15), il TT ha stimolato la proliferazione di diverse tipologie di cellule come osteoblasti, fibroblasti e tenociti in comparazione con le stesse tipologie di cellule non trattate o tratta-te con il TT simulato. In questo impor-tante studio sono presenti evidenze a favore del TT e nell’escludere qualsiasi effetto placebo prodotto dal TT, nonché la presenza di una relazione lineare tra il livello di proliferazione e di dupli-cazione del DNA cellulare e i tempi di esposizione delle cellule al TT e alla du-rata del trattamento con il TT. In questo studio viene dimostrata la capacità del TT di agire sul campo di energie degli osteoblasti, fibroblasti e tenociti, con lo scopo di incrementarne la loro prolife-razione. Nello studio RCT blindato dop-pio di Movaffaghi (16), il TT ha incre-mentato il livello dell’emoglobina (Hb) in comparazione con l’emoglobina trat-tata con il TT simulato o non trattate

con TT. La presenza di un’incremento statisticamente significativo del valore dell’emoglobina, esclude la possibilità di un’ effetto placebo su tale parametro, e porta evidenze a favore della capacità del TT di manipolare il campo di ener-gia dell’emoglobina con lo scopo di in-crementarne il numero assoluto di tale molecola, confermando, come in altri studi, come il TT presenta una partico-lare ed efficace azione diretta sui pro-cessi enzimatici e su molecole di tipo elicoidale come il DNA, in questo caso, sul DNA dell’emoglobina. Nello studio di Jhaveri et al. (17), venivano analizza-ti gli effetti del TT sulla sintesi del DNA e sulla proliferazione, differenziazione e mineralizzazione degli osteoblasti e di cellule di osteosarcoma in cultura, in comparazione con i controlli. Anche in questo studio i risultati hanno escluso la presenza di un effetto placebo, con il TT che incrementava in maniera si-gnificativa la differenziazione e la mi-neralizzazione degli osteoblasti, e con-temporanea riduzione della differen-ziazione e della mineralizzazione sulla linea cellulare derivata da osteosarco-ma. Questi studi in vitro evidenziano come l’effetto del TT non può essere legato ad un effetto placebo. Nemmeno l’ipotesi di un effetto placebo prodot-to dai risultati positivi ottenuti con il TT simulato sono a favore del placebo, perché gli effetti ottenuti dal TT sono nettamente maggiori e statisticamente significativi rispetto ai risultati ottenu-ti dai trattamenti con TT simulato. La presenza comunque di risultati positivi ottenuti da praticanti che simulavano solo il TT, può suggerire come anche senza intenzionalità, senza interesse per i risultati da raggiungere, dunque solo l’applicazione di un movimento senza scopo delle mani su tessuti, cel-lule e molecole, può aver prodotto una non intenzionale somministrazione di TT. Questo controverso fenomeno può trovare possibili spiegazioni nelle di-chiarazioni delle esperienze avute dai praticanti il TT simulato, i quali avver-tivano una sensazione di passaggio di energia e sensazione di calore, di for-micolio nelle loro mani. Da evidenzia-re che, secondo la Krieger ogni essere umano ha un potenziale terapeutico a livello energetico, il quale può essere attivato anche blandamente, fenomeno questo che può essere stato presente nelle applicazioni dei praticanti il TT su cellule in vitro.

Therapeutic Touch e feriteAltro campo di studio in cui metodolo-gicamente è possibile escludere la pre-senza di un possibile effetto placebo, è lo studio degli effetti del TT nella cura delle ferite. Lo studio più importante in questo campo e la revisione di O’Ma-

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Tabella 1- Maggiori e recenti studi sul Therapeutic Touch

ArticoloTipo

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RCT

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RCT

Movaffaghi Z, Hasanpoor M, Farsi M, Hooshmand P, Abrishami F. Effects of therapeutic touch on blood hemoglobin and hematocrit level J Holist Nurs 2006;24(1):41-8

RCT

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RCT

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RCT

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RCT

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Pilot Clinical Trial

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Clinical Trial

Gregory S, Verdouw J. Therapeutic touch: its application for residents in aged care. Aust Nurs J. 2005;12(7):23-5

Clinical Trial

Larden CN, Palmer ML, Janssen P. Efficacy of therapeutic touch in treating pregnant inpatients who have a chemical dependency. J Holist Nurs 2004 ;22(4):320-32.

Clinical Trial

Gronowicz GA, Jhaveri A, Libbe WC, Aronow MS, Smith TH. Therapeutic touch stimulates the proliferation of human cells in culture. J Altern Complement Med 2008;3(14):233–9.

Clinical Trial

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Clinical Trial

Jhaveri A, Walsh SJ, Wang Y, McCarthy M, Gronowicz G. Therapeutic touch affects DNA synthesis and mineralization of human osteoblasts in culture. J Orthop Res 2008;26(11):1541-6

Clinical Trial

Kelly AE, Sullivan P, Fawcett J, Samarel N. Therapeutic touch, quiet time, and dialogue: perceptions of women with breast cancer. Oncol Nurs Forum 2004;31(3):625-31

Clinical Trial

O’Mathúna DP, Ashford RL. Therapeutic touch for healing acute wounds. Cochrane Database of Systematic Reviews 2003;4. Art. No.: CD002766. DOI: 10.1002/14651858.CD002766

Review

Robinson J, Biley FC, Dolk H. Therapeutic touch for anxiety disorders. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007;3. Art. No.: CD006240. DOI: 10.1002/14651858.CD006240.pub2

Review

So PS, Jiang Y, Qin Y. Touch therapies for pain relief in adults. Cochrane Database of SystematicReviews 2008;4. Art. No.: CD006535. DOI: 10.1002/14651858.CD006535.pub2.

Review

Jackson E, Kelley M., McNeil P., Meyer E, Schlegel L., Eaton M. Does therapeutic touch help reduce pain and anxiety in patients with cancer? Clin J Oncol Nurs. 2008;12(1):113-20

Review

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Pilot Study

Moore T, Ting B, Rossiter-Thornton M.A Pilot Study of the Experience of Participating in a Therapeutic Touch Practice Group. J Holist Nurs 2008; 26 (3):161- 68

Pilot Study

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49

thún et al. (18), il cui obiettivo era lo studio degli effetti terapeutici del TT su ferite. I criteri di inclusione per la tipologia degli studi erano gli RTTs o quasi-randomised controlled trials, in comparazione con il TT simulato, altri trattamenti, nessun trattamento, e TT associato a medicazione standard della ferita comparato con la sola medicazio-ne standard.I risultati della revisione sono mostrati in tabella 2. La presenza di soli quattro studi inclusi nella revi-sione è davvero poco per portare evi-denze a favore di un effetto terapeutico del TT sulle ferite. Inoltre tutti gli studi inclusi nella revisione riguardavano fe-rite prodotte da biopsie, dunque questo esclude la possibilità di fare generaliz-zazioni su altri tipi di ferite. Due studi mostravano significativi miglioramenti delle condizioni della ferita, altri due studi mostravano tendenze non signi-ficative nella riduzione della guarigio-ne della ferita, e infine tutti gli studi mostravano differenze non significative rispetto alla guarigione completa della ferita. Dal punto di vista metodologi-co, erano presenti diversi elementi di bias come, differenze nelle applica-zioni dei protocolli TT, non indicazio-ne dell’esperienza dei praticanti il TT, tempi e modalità di somministrazione del TT diverse, utilizzo di altre terapie complementari come la visualizzazione e il rilassamento progressivo in associa-zione con il TT, riducendo in tal modo la capacità di isolamento dell’effetto del TT da quello delle altre due terapie complementari. Le conclusioni della revisione, indicano un’insufficienza di evidenze a favore dei trattamenti con TT sulle ferite, con la necessità di pro-durre in futuro studi rigorosi applicati ai vari tipi di ferite.

Therapeutic Touch e doloreUn’ importante campo di intervento del TT è la gestione del dolore. Secondo un primo studio di Meehan (11) il TT non produce risultati statisticamente signifi-cativi nella riduzione del dolore, e nella prima meta-analisi di 13 studi sperimen-tali (12), i risultati sono stati conside-rati non significativi a causa di diversi problemi metodologici, come la ridotta dimensione del campione,poca chia-rezza e carenza delle definizioni opera-tive, mancanza di un follow up, ridotti trattamenti, pochi studi con utilizzo di disegni sperimentali con controllo, e ca-renza di evidenze di classe I. Lo studio di Aghabati (13), cerca di rispondere alle critiche metodologiche e ai relativi risultati di questi studi, disegnando uno studio sperimentale RCT a tre gruppi:un gruppo sottoposto a trattamento con TT (TT), un gruppo placebo (placebo TT) trattato con un TT simulato, e un grup-po di controllo (C) con trattamento stan-

dard. Scopo dello studio è esaminare gli effetti del TT sull’intensità e sulla qualità del dolore.Il TT è risultato significativamente più efficace sul dolore rispetto al gruppo placebo e a quello di controllo. Que-sto primo studio, che presentava una metodologia di ricerca corretta, sembra portare evidenze a favore del TT nella riduzione del dolore, ma è la revisione di So PS et al. (14) che analizza in forma sistematica gli effetti del TT sull’intensità del dolore. In questa revisione, i criteri di inclusione erano gli RCTs (Random Con-trol Trials) e i CCTs ( Controlled Clinical Trials) riguardanti gli effetti del Thera-peutic Touch (TT), l’Healing Touch (HT), e il Reiki in comparazione con i gruppi di controllo “placebo” o “ nessun tratta-mento”. I risultati della revisione sono mostrati in tabella 3. In un primo com-mento si può affermare in generale, che è presente una certa capacità del TT di ridurre il dolore acuto e cronico. La pre-senza di eterogenicità tra gli studi non deve sorprendere, perché sono diverse le tipologie di dolore analizzate negli studi. Per esempio le diverse procedure medi-che e infermieristiche producono diversi livelli nella qualità ed intensità del dolo-re, come sono diversi per esempio i do-lori muscolo scheletrici da quelli di tipo oncologico. Una variabile fondamentale evidenziata è quella dell’esperienza del praticante il TT. Gli studi presentano una certa omegenicità su questo parametro, ma sono ancora poche le evidenze che possano dimostrare chiaramente come gli anni di esperienza del praticante pos-sano ridurre l’intensità del dolore nella persona trattata. In comparazione con i gruppi di controllo “placebo” e “ non trattamento”, il TT produceva in maniera statisticamente significativa una riduzio-ne del dolore, dunque è probabile che gli effetti terapeutici ottenuti sulla persona dopo il trattamento con il TT, non siano dovuti ad un effetto placebo, ma ad una capacità del TT di ridurre l’intensità del dolore. Per quanto riguarda la misurazio-ne quantitativa della riduzione dell’inten-sità del dolore su una scala 0 a 10, l’unità di riduzione in generale è stata inferiore ad una unità, dunque un valore non cer-tamente elevato da un punto di vista cli-nico. Non si possono trarre conclusioni definitive sugli effetti del TT sul dolore, anche se in generale sono presenti dati a favore di un effetto terapeutico del TT sul dolore. Questo è dovuto alla presenza di una scarsa qualità nella metodologia di ricerca utilizzata negli studi. In conclusio-ne, la revisione evidenzia la necessità di ulteriori studi, con l’utilizzo di campioni più numerosi, anche con campionamenti su popolazioni pediatriche, e l’utilizzo di una metodologia di ricerca rigorosa, con maggior chiarezza sul trattamento stati-

stico dei dati e sulle relative conclusioni, e la presenza fondamentale del parame-tro “esperienza del terapeuta”, variabile che influenza sensibilmente gli effetti te-rapeutici.

Therapeutic Touch e disordini d’ansiaNella revisione di Robinson et al. (19), viene esaminata l’efficacia e gli effetti avversi del TT sui disordini d’ansia dia-gnosticati dal DSM-IV (20) dal ICD-10 (21),e da altri valicati strumenti diagno-stici, in comparazione con interventi che simulavano il TT, interventi farma-cologici, psicologici, altri trattamenti o nessun trattamento. I criteri di inclu-sione per la revisione furono gli studi di tipo randomised controlled trials e quasi-randomised trials. Su undici studi potenzialmente rilevanti, nessuno pre-sentava eleggibilità per i criteri di in-clusione posti dalla revisione. Nessuno degli undici potenziali studi utilizzava randomised controlled trials o quasi-randomised trias per valutare gli effetti del TT sul livello d’ansia nei pazienti con disordini d’ansia. Gli studi presen-tavano altre metodologie, i cui risultati mostravano un basso livello di eviden-za sull’efficacia del TT nel trattamento degli stati ansiogeni in pazienti con disturbi d’ansia. Secondo la revisione non è possibile giungere a conclusioni in termini di implicazioni sulla pratica. La gestione degli stati di ansia delle persone assistite, è un aspetto fonda-mentale e quotidianamente presente nell’assistenza infermieristica. La scar-sità degli studi e la relativa mancanza di evidenze scientifiche a favore del TT nel ridurre l’ansia, inficia notevolmente la qualità dell’assistenza infermieristica, relegando un possibile strumento infer-mieristico come il TT, ad una terapia complementare che non presenta anco-ra una chiara validità ed efficacia. Dun-que è fondamentale in futuro, condurre studi con disegni rigorosi,che utilizzino la metodologia RCTs, e che presentino reports di elevata qualità per una mi-gliore comprensione e interpretazione dei dati, al fine di trovare evidenze e validare il TT come intervento infermie-ristico efficace.

La formazione Il TT è stato insegnato personalmente dalla Krieger e dalla Kunz a circa 80 mila operatori sanitari, sia infermieri che medici. La Krieger ha effettuato centinaia di seminari,workshops, le-zioni universitarie e consulenze di TT presso numerosi ospedali americani. Il TT è diventato negli USA e nel mon-do infermieristico avanzato, la tecnica infermieristica olistica più studiata ed usata. Sono più di cento i colleges e le università in tutto il mondo in cui si insegna il TT. Nell’America del Nord,

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50

N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

Tabella 2 – Effetto del Therapeutic Touch sulla completa guarigione della ferita (**)

Studio Trattamento

n/NControllo

n/NPeso

%

Risk RatioM-H,Random,

C.I. 95%

1. Wirth DP. The effect of non-contact Therapeutic Touch on the healing rate of full thickness dermal wounds. Subtle Energies 1990;1 (1):1–20.

13/23 0/23 21.3 27.00 [ 1.70, 428.90 ]

2. Wirth DP, Richardson JT, Eidelman WS, O’Malley AC. Full thickness dermal wounds treated with Therapeutic Touch: A replication and extension. Complementary Therapies in Medicine 1993;1(3):127– 32.

10/12 4/12 31.8 2.50 [ 1.08, 5.79 ]

3. Wirth DP, Barrett MJ. Complementary healing therapies. International Journal of Psychosomatics 1994;41(1-4):61–7.

1/15 7/15 26.0 0.14 [ 0.02, 1.02 ]

4. Wirth DP, Richardson JT, Martinez RD, Eidelman WS, Lopez ME. Non-contact Therapeutic Touch intervention and full thickness cutaneous wounds: A replication. Complementary Therapies in Medicine 1996;4(4):237–40.

0/16 4/16 20.9 0.11 [ 0.01, 1.91 ]

Totale (C.I. 95%) 66 66 100 1.03 [ 0.12, 8.60 ]

Eterogenicità: τ2 = 3.50; χ2 = 14.27; df = 3 ( p 0.003); I2 =79%Test per l’effetto complessivo : Z = 0.03 (P = 0.98)

(**) Tabella tratta e autorizzata da: O’Mathúna DP, Ashford RL. Therapeutic touch for healing acute wounds. Cochrane Database of Systematic Reviews 2003;4. Art. No.: CD002766. DOI: 10.1002/14651858.CD002766.

sono più di ottanta gli ospedali in cui gli infermieri praticano sulle persone il TT, e sono più di 43.000 gli infermieri che sono stati formati nel TT. Il TT si è sviluppato tra gli infermieri americani non solo attraverso la formazione uni-versitaria, ma anche attraverso i percor-si della formazione continua. In Italia tutt’ora, non è presente a livello uni-versitario o ECM nessun insegnamento di Touch Therapy. Questo gap formati-vo può essere imputato ad una scarsa conoscenza degli elementi di assisten-za infermieristica di tipo energetico, ed anche una certa chiusura culturale verso un modello olistico che vede l’as-sistito ed in generale l’essere umano, costituito anche da una componen-te energetica, a favore di un modello meccanicistico – organicistico, che non prevede una componente energetica e conseguentemente nessun intervento di tipo energetico.

ConclusioniGli studi sul TT presentano quattro ca-ratteristiche. La prima è la non negazio-ne della presenza dell’effetto placebo, prodotto dalle dinamiche relazionali tra infermiere e paziente, soprattutto nei fattori dell’attenzione e presenza consapevole, della totale apertura, di una particolare comunicazione ver-bale, paraverbale e non verbale, del ruolo dell’intuizione e della creazione, della suggestione, della profonda fidu-cia, della persuasione, delle aspettati-

ve, della speranza. Aspetti questi, non controllabili, non misurabili e fattori di bias all’interno di un RCT. La seconda è l’affermazione che gli effetti del TT non possono essere legati solo ad un’effetto placebo, perché diversi studi in vitro, evidenziano effetti significativi a livello del DNA e della biochimica cellulare e tissutale. La terza caratteristica, indica come gli effetti prodotti dal TT, condu-cono ad una conferma dell’importanza della connessione mente-corpo, e di come questa rete influenzi la salute e il benessere, e che l’effetto placebo non influenza solo la componente psicologi-ca dell’essere umano, ma anche quella organica, con variazioni per esempio dei valori di emoglobina prodotti da non praticanti che mimavano solamen-te la tecnica del TT, i quali non agiva-no con intenzionalità, consapevolezza e competenza su un campo di energia, ma che ottenevano comunque effetti sull’asse mente corpo. Infine, la quar-ta caratteristica indica l’urgente neces-sità di una produzione di studi di alta qualità, rigorosi e che utilizzino meto-dologie RCT. Come in tutte le terapie complementari, si evidenzia il problema della misurazione in studi che trattano eventi olistici come il TT, risolvibile me-todologicamente solo da un’integrazio-ne tra dati quantitativi e qualitativi. Per sua natura, l’essere umano non è scom-ponibile e misurabile in singole parti, con l’obiettivo poi di trarre conclusioni

sull’intero sistema, sullo stato generale della persona, che invece è un sistema formato da una complessa rete di rela-zioni interne ed esterne, non riducibi-le al significato delle singole parti che lo compongono. La perdita dell’infor-mazione totale su un sistema naturale durante la misurazione è un dibattito fondamentale, che nasce non solo nei studi riguardanti il TT, ma che si pre-senta costantemente nella ricerca delle funzioni fondamentali della natura per esempio nella fisica quantistica, la quale nega la possibilità di conoscere l’intera informazione su un sistema quantistico, introducendo il fenomeno sperimentato empiricamente dell’indeterminazione, dell’incertezza nei fenomeni naturali, e in definitiva, dell’impossibilità di una misurazione assoluta e precisa (princi-pio di indeterminazione), della non se-parabilità delle parti e della loro costan-te interelazione e influenza reciproca (entanglement quantistico), e infine, il ruolo fondamentale dell’influenza della consapevolezza durante la misurazione, che determina il risultato di ciò che si vuole misurare. Appare evidente come il TT, il suo paradigma olistico, l’espe-rienza soggettiva della persona, non può essere affrontato,studiato e misura-to da un modello metodologico di tipo meccanicistico,materialistico, riduzio-nistico (22). Il TT si inserisce nell’evo-luzione dell’infermieristica all’interno di un paradigma postmoderno (23)

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Tabella 3 - Effetto del Tocco Terapeutico sull’intensità del dolore (**)

Studio Tocco Terapeutico

N.

Media (DS)

ControlloN

Media (DS)

Peso%

Differenza mediaIV,Random,

I.C. 95%

Blankfield RP, Sulzmann C, Fradley LG, Tapolyai AA, Zyzanski SJ.Therapeutic touch in the treatment of carpal tunnel syndrome. J Am Board Fam Pract 2001;14(5):335–42

11 3.7 (2.55)

10 3.8 (2.4)

2.5 -0.10 [ -2.22, 2.02 ]

Castronova J, Oleson T. A comparison of supportive psychotherapy and laying-on of hands healing for chronic back pain patients. Altern Med 1991;3(4):217–26

12 1.83 (2.32)

12 3.96 (1.99)

3.5 -2.13 [ -3.86, -0.40 ]

Denison B. Touch the pain away: new research on therapeutic touch and persons with fibromyalgia syndrome. Holist Nurs Pract 2004;18(3):142–51

10 0.82 (0.46)

5 0.7 (0.38)

10.9 0.12 [ -0.32, 0.56 ]

Frank LS, Frank JL,March D,Makari-JudsonG,MertensWC. Does therapeutic touch ease the discomfort or distress of patients undergoing stereotactic core breast biopsy? A randomized clinical trial. American Society of Clinical Oncology 2003;22:738

42 2.14 (0.51)

40 2.57 (0.48)

12.3 -0.43 [ -0.64, -0.22 ]

Gordon A, Merenstein JH, D’Amico F, Hudgens D. The effects of therapeutic touch on patients with osteoarthritis of the knee. J Fam Pract 1998;47(4):271–7

8 2.44 (0.2)

11 3.42 (0.17)

12.4 -0.98 [ -1.15, -0.81 ]

Keller E, BzdekVM. Effects of therapeutic touch on tension headache pain. Nurs Res 1986;35(2):101–6

30 1.52 (1.48)

30 3.64 (1.48)

8.5 -2.12 [ -2.87, -1.37 ]

Lin YS. Effects of therapeutic touch in reducing pain and anxiety in an elderly population. Doctoral dissertation. Charlottesville: University of Virginia; 1998.

31 1.85 (2.47)

29 4.93 (2.68)

5.0 -3.08 [ -4.39, -1.77 ]

McCormack GL. The relationship of non-contact therapeutic touch to pain intensity, absorption, and health belief in an elderly population. Doctoral dissertation. San Francisco: Saybrook Institute 1999;

30 3.1 (2.6)

30 4.53 (3.54)

4.0 -1.43 [ -3.00, 0.14 ]

Meehan TC. Effect of Therapeutic Touch on the experience of acute pain in post-operative patients. Doctoral dissertation. New York: New York University; 1985.

36 5.03 (1.95)

36 6.17 (2.22)

7.0 -1.14 [ -2.11, -0.17 ]

Misra MM. The effects of Therapeutic Touch onmenstruation. Master Thesis. Long Beach: California State University; 1993.

17 0.76 (0.75)

14 0.98 (0.75)

10.2 -0.22 [ -0.75, 0.31 ]

Redner R, Briner B, Snellman L. Effects of a bioenergy healing technique on chronic pain. Sub Ener 1991;2(3):43–68.

23 1.99 (2.91)

24 2.57 (3.09)

3.5 -0.58 [ -2.30, 1.14 ]

Samarel N, Fawcett J, DavisMM, Ryan FM. Effects of dialogue and therapeutic touch on preoperative and postoperative experiences of breast cancer surgery: an exploratory study. Oncol Nurs Forum 1998;25(8):1369 76.

14 1.97 (2.08)

17 2.25 (2.18)

4.2 -0.28 [ -1.78, 1.22 ]

Smith DW, Arnstein P, Rosa KC,Wells-Federman C. Effects of integrating therapeutic touch into a cognitive behavioral pain treatment program. Report of a pilot clinical trial. J Holist Nurs 2002;20(4):367–87.

7 4.8 (2.9)

5 6 (3) 1.1 -1.20 [ -4.60, 2.20 ]

Smith MC, Reeder F, Daniel L, Baramee J, Hagman J. Outcomes of touch therapies during bonemarrow transplant. Altern Ther Health Med 2003;9(1):40–9.

28 3.72 (1.5)

25 3.42 (1.88)

7.2 0.30 [ -0.62, 1.22 ]

Turner JG, Clark AJ, Gauthier DK, Williams M. The effect of therapeutic touch on pain and anxiety in burn patients. J Adv Nurs 1998;28(1):10–20.

62 4.07 (2.1)

37 4.75 (2.1)

7.7 -0.68 [ -1.54, 0.18 ]

Totale (I.C. 95%) 361 325 100 -0.81 [ -1.19, -0.43 ]

Eterogenicità: τ2 = 0.29; χ2 = 68.89; df = 14 ( p < 0.00001); I2 =80% / Test per l’effetto complessivo : Z = 4.20 (P = 0.000027)

(**) Tabella tratta e autorizzata da :So PS, Jiang Y, Qin Y. Touch therapies for pain relief in adults. Cochrane Database of Systematic Reviews 2008, Issue 4. Art. No.: CD006535. DOI: 10.1002/14651858.CD006535.pub2.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

che si stacca dal paradigma catersiano-newtoniano ritornando alla vera natura del nursing che è il “to cure”, la visione olistica dell’uomo e dell’assistenza in-fermieristica.

RingraziamentiGli autori ringraziano per l’importan-te collaborazione, Dónal O’Mathúna, della School of Nursing, Dublin City University, Irlanda, Jacqueline Robinson, della Nursing University of Ulster, Irlan-da del Nord, e Pui Shan So, del Prince of Wales Hospital di Hong Kong, Cina.

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• Adozione di Dispositivi Medici con sistema di sicurezza, per la prevenzione di infortuni a rischio biologico nell’Area Vasta Bologna -Ferrara

Dott. Ciro TenaceUA Igiene Ospedaliera Dipartimento Igienico OrganizzativoAUSL di Bologna

L’Azienda USL di Bologna ha ricoperto un ruolo importante nell’acquisizione, di Dispositivi Medici con sistema di si-curezza da utilizzarsi sulla via venosa ed arteriosa, dimostrando come sempre una particolare sensibilità su temi di si-curezza igienica nei confronti sia degli utenti che degli stessi operatori.Essa ha ricoperto, nell’apposita gara di acquisizione, il ruolo di Azienda ca-pofila nell’ambito dell’Area Vasta Bo-logna-Ferrara, comprendente Azienda USL di Bologna, Azienda Ospedaliera Sant’Orsola Malpigli, Azienda USL di Imola, Azienda USL di Ferrara e Azien-da Ospedaliera di Ferrara.Al termine del completamento delle procedure di acquisizione per la forni-tura quinquennale di Dispositivi Medici con sistema di sicurezza, nelle Aziende coinvolte sono stati predisposti momen-ti strutturati di addestramento all’uso.Si tratta di dispositivi (Agocannula, sirin-ga per emogasanalisi e connettore senza ago), diversi da quelli attualmente in uso in molte realtà, per i quali è stato previsto un apposito addestramento preliminare.

A tal scopo, per quanto concerne l’Azienda USL di Bologna, è stato atti-vato un apposito Corso di Formazione sul Campo, tenuto dal dr Ciro Tenace e dalla Sig.ra Flora Monari del Setto-re Igiene Ospedaliera, al termine del quale sono stati riconosciuti crediti ECM.Gli incontri sono stati indirizzati a Medi-ci ed Infermieri, hanno avuto durata di 2 ore e sono stati condotti con l’ausilio di diapositive e filmati, oltre alla dimostra-zione pratica dell’ utilizzo dei suddetti sistemi di sicurezza.La Farmacia ha evaso gli ordini delle singole Unità Assistenziali (UA) relativa-mente a questi dispositivi solo a seguito della comunicazione, al termine di cia-scuno degli incontri previsti, dell’elenco delle UU/AA e del relativo numero di operatori addestrati.Per favorire la partecipazione all’even-to sono stati fissati incontro nei Presidi Ospedalieri dell’Azienda USL di Bologna. Per gli operatori dei 5 Distretti è stata fis-sato un ulteriore apposito incontro pres-so l’RSA di San Pietro in Casale, sede co-moda a numerosi operatori del territorio.Le UU/AA hanno potuto approvvigio-narsi dei nuovi dispositivi presso la Far-macia dal giorno successivo all’avvenuto addestramento degli operatori, come sti-mato da ciascuna UA. Dal mese di marzo 2011 è previsto l’uso esclusivo dei dispositivi medici di sicu-rezza sopra descritti.È stato richiesto loro di farsi carico, cia-scuno all’interno della propria UA di appartenenza, della diffusione dell’in-formazione ricevute ai colleghi, in mo-menti comuni di incontro.Gli operatori sono stati informati sull’opportunità di indirizzare eventuali segnalazioni ai servizio di competenza, secondo quanto previsto dalle disposi-zioni aziendali vigenti.Complessivamente l’adesione all’inizia-tiva è stata soddisfacente, considerata la partecipazione di 789 colleghi a fron-te di 1240 posti messi a disposizione (63.62%).Le unità assistenziali sono inoltre state dotate delle schede tecniche di riferi-mento.La formulazione dello stesso capitolato di gara, risalente al 2009, ha dimostrato nei fatti la lungimiranza e l’attenzione al tema della sicurezza igienica al punto da anticipare di fatto i contenuti esplicitati nella Direttiva 2010/32/UE del Consi-glio dell’Unione Europea del 10 maggio 2010, accordo quadro in materia di pre-venzione delle ferite da taglio o da pun-ta nel settore ospedaliero e sanitario. Detta direttiva è il frutto di un lungo la-voro di confronto tra le parti sociali HO-SPEM (Associazione europea datori di lavoro del settore ospedaliero e sanita-

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rio) e ESP (Federazione sindacale euro-pea dei servizi pubblici), le quali hanno richiesto, con lettera del 17 novembre 2008, che gli accordi da esse conclusi in materia di prevenzione delle ferite da ta-glio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario siano attuate da una decisione del Consiglio Europeo.In conseguenza dell’emanazione di que-sta direttiva gli stati membri sono tenuti, entro l’11 maggio 2013, a porre in vigore disposizioni legislative e amministrative necessarie a conformarsi alla direttiva e sono tenute ad accertarsi che entro tale data le parti sociali attuino le disposizio-ni necessarie mediante un accordo.Le disposizioni adottate dagli stati mem-bri dovranno fare riferimento alla diret-tiva 2010/32/UE del Consiglio dell’Unio-ne Europea del 10 maggio 2010 e do-vranno essere comunicate alla Commis-sione Europea.La direttiva riconosce l’importanza del-la salute e della sicurezza da parte di tutti gli attori del settore ospedaliero e sanitario relativamente alla prevenzione di infortuni evitabili, strettamente legati alla salute del paziente, alla base dell’as-sistenza di qualità e a tutela della salute degli operatori.La direttiva riporta, in allegato, l’accor-do quadro concluso tra HOSPEM e ESP in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario di cui si riportano le clausole.

Clausola 1: Finalità Il presente accordo quadro è finalizzato a: - garantire la massima sicurezza possi-

bile dell’ambiente di lavoro, - evitare ai lavoratori sanitari ferite pro-

vocate da ogni tipo di dispositivo me-dico tagliente (punture di aghi inclu-se),

- proteggere i lavoratori a rischio, - definire un approccio integrato che

includa la valutazione e la prevenzio-ne dei rischi, la formazione, l’informa-zione, la sensibilizzazione e il monito-raggio,

- porre in atto procedure di risposta e di follow-up.

Clausola 2: Campo d’applicazione Il presente accordo si applica a tutto il personale ospedaliero e sanitario e a tutti coloro che sono soggetti all’autorità e alla supervisione dei datori di lavoro. Questi ultimi si impegnano ad adope-rarsi affinché i subfornitori rispettino le disposizioni previste dal presente accor-do.

Clausola 3: Definizioni Ai fini del presente accordo, si intende per: 1) «lavoratori»: tutte le persone alle

dipendenze di un datore di lavoro, inclusi i tirocinanti e gli apprendi-

sti che svolgono attività e prestano servizi direttamente legati al setto-re ospedaliero e sanitario. I lavo-ratori assunti da agenzie di lavoro temporaneo ai sensi della direttiva 91/383/CEE del Consiglio che com-pleta le misure volte a promuove-re il miglioramento della sicurezza e della salute durante il lavoro dei lavoratori aventi un rapporto di la-voro a durata determinata o un rap-porto di lavoro interinale rientrano nel campo d’applicazione del pre-sente accordo;

2) «luoghi di lavoro interessati»: orga-nizzazioni/servizi sanitari del settore pubblico e privato, nonché ogni al-tro luogo in cui si svolgono attività e sono prestati servizi sanitari sotto l’autorità e la supervisione del datore di lavoro;

3) «datori di lavoro»: persone fisiche/giuridiche od organizzazioni alle cui dipendenze prestano la loro attività i lavoratori. Essi sono responsabili della gestione, dell’organizzazione e della prestazione delle cure sanita-rie, nonché dei servizi e delle attività direttamente connessi prestati dai la-voratori;

4) «dispositivi medici taglienti»: oggetti o strumenti necessari all’esercizio di attività specifiche nel quadro dell’as-sistenza sanitaria che possono taglia-re, pungere, ferire e/o infettare. Gli oggetti taglienti o acuminati sono considerati attrezzature di lavoro ai sensi della direttiva 89/655/CEE rela-tiva alle attrezzature di lavoro;

5) «ordine di priorità delle misure»: è stabilito in funzione della loro effi-cacia nell’evitare, eliminare e ridurre i rischi, come previsto all’articolo 6 della direttiva 89/391/CEE e agli arti-coli 3, 5 e 6 della direttiva 2000/54/CE;

6) «misure di prevenzione specifiche»: misure adottate per prevenire le feri-te e/o la trasmissione di infezioni nel quadro della prestazione di servizi e dello svolgimento di attività diretta-mente connesse all’assistenza ospe-daliera e sanitaria, incluso l’impie-go dell’attrezzatura più sicura, sulla base della valutazione dei rischi e dei metodi sicuri di smaltimento dei dispositivi medici taglienti;

7) «rappresentanti dei lavoratori»: ogni persona eletta, scelta o designata in conformità alla legislazione e/o alla pratica nazionale per rappresentare i lavoratori;

8) «rappresentante dei lavoratori con una funzione specifica in materia di protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori»: in base alla di-rettiva 89/391/CEE, articolo 3, lette-ra c), qualsiasi persona eletta, scelta

o designata, conformemente alle le-gislazioni e/o prassi nazionali, per rappresentare i lavoratori per quan-to riguarda i problemi della prote-zione della loro sicurezza e salute durante il lavoro;

9) «subfornitore»: ogni persona che operi in attività e servizi direttamen-te legati all’assistenza ospedaliera e sanitaria nel quadro di rapporti con-trattuali di lavoro con il datore di lavoro.

Clausola 4: Principi 1. È essenziale che il personale sani-

tario sia ben formato, dotato di ri-sorse adeguate e operi in condizioni di sicurezza per evitare il rischio di ferite e infezioni provocate da di-spositivi medici taglienti. La strate-gia principale consiste nel prevenire l’esposizione per eliminare e conte-nere al massimo il rischio di ferite e infezioni sul lavoro.

2. La funzione dei rappresentanti dei lavoratori responsabili per la salute e la sicurezza è fondamentale nella prevenzione e nella protezione con-tro i rischi.

3. Il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori in tutti gli aspetti connes-si alla loro vita professionale, fattori psicosociali e organizzazione del la-voro inclusi.

4. È obbligo di ciascun lavoratore prendersi cura, per quanto possi-bile, della propria sicurezza e del-la propria salute nonché di quelle delle altre persone su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni sul lavoro, conformemen-te alla sua formazione ed alle istru-zioni fornite dal datore di lavoro.

5. Il datore di lavoro crea le condizioni per la partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti all’elabo-razione delle politiche e delle prati-che di salute e sicurezza.

6. Le misure di prevenzione specifi-cate alle clausole 5-10 del presente accordo implicano che non si sup-ponga mai inesistente un rischio. Si applica l’ordine di priorità dei prin-cipi generali di prevenzione confor-memente all’articolo 6 della diretti-va 89/391/CEE e agli articoli 3, 5 e 6 della direttiva 2000/54/CE.

7. I datori di lavoro e i rappresentanti dei lavoratori collaborano in misura appropriata per eliminare e preve-nire i rischi, proteggere la sicurez-za e la salute dei lavoratori e creare un ambiente di lavoro sicuro, tra l’altro consultandosi in merito alla scelta e all’uso di attrezzature sicure e identificando i modi migliori per realizzare iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

Percentuale riempimento aule

76

83

80

73

37

80

48

56

61

59

86

70

54

29

66

36

88

0 20 40 60 80 100

12 /11 SG Persiceto

16/11 Budrio

17/11 Bazzano

19/11 Loiano

23/11 Bellaria

24/11 Vergato m

24/11 Vergato P

26/11 Maggiore

7/12 Porretta

10/12 Bellaria

14/12 Bellaria

15/12 SP in Casale

17/12 Maggiore

20/12 Maggiore

21/12 Bellaria

22/12 Maggiore

23/12 Bentivoglio

8. Le azioni da intraprendere dovran-no risultare da un processo di infor-mazione e consultazione conforme alle leggi nazionali e/o ai contratti collettivi.

9. Affinché le misure di sensibilizza-zione siano efficaci occorre un im-pegno comune dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresen-tanti.

10. Per garantire la massima sicurezza possibile del luogo di lavoro è es-senziale combinare misure di pia-nificazione, sensibilizzazione, infor-mazione, formazione, prevenzione e monitoraggio.

11. Evitare la colpevolizzazione. La se-gnalazione degli infortuni deve evi-denziare fattori sistemici, non errori individuali. La segnalazione siste-matica deve essere considerata una procedura riconosciuta.

Clausola 5: Valutazione dei rischi 1. La valutazione dei rischi deve avve-

nire nei modi previsti dagli artico-li 3 e 6 della direttiva 2000/54/CE e dagli articoli 6 e 9 della direttiva 89/391/CEE.

2. La valutazione dei rischi do-vrà includere la determinazione dell’esposizione e la consapevolez-za dell’importanza di un ambiente di lavoro ben organizzato e dotato delle necessarie risorse e riguarderà tutte le situazioni che comportano la presenza di ferite, sangue o altro potenziale vettore di infezione.

3. La valutazione dei rischi terrà conto

Grafico: Percentuale riempimento aule

della tecnologia, dell’organizzazio-ne del lavoro, delle condizioni la-vorative, del livello delle qualifica-zioni, dei fattori psicosociali legati al lavoro e dell’influenza dei fattori connessi con l’ambiente di lavoro. Ciò consentirà:

- di determinare come eliminare l’esposizione,

- di prevedere possibili alternative.

Clausola 6: Eliminazione, prevenzione e protezione 1. Qualora la valutazione dei rischi eviden-

zi la presenza di un rischio di ferite da taglio o da punta e/o di infezione, l’esposizione dei lavoratori deve esse-re eliminata adottando le misure in-dicate in appresso, senza rispettarne necessariamente l’ordine di priorità:

- definizione e attuazione di pro-cedure di utilizzo e di elimina-zione sicure di dispositivi medici taglienti e di rifiuti contaminati. Tali procedure saranno valutate periodicamente e costituiranno parte integrante delle misure di informazione e formazione dei lavoratori di cui alla clausola 8,

- soppressione dell’uso non necessa-rio di oggetti taglienti o acuminati introducendo modifiche nella pra-tica e, sulla base dei risultati della valutazione dei rischi, fornendo di-spositivi medici dotati di meccani-smi di protezione e di sicurezza,

- divieto con effetto immediato del-la pratica di reincappucciamento degli aghi.

Tenuto conto dell’attività e della valu-tazione dei rischi, è necessario ridurre al massimo il rischio di esposizione al fine di proteggere in maniera adeguata la salute e la sicurezza dei lavoratori in-teressati. Saranno applicate le seguenti misure in funzione dei risultati della va-lutazione dei rischi: - messa in atto di procedure efficaci di

eliminazione dei rifiuti e installazione di contenitori debitamente segnalati e tecnicamente sicuri per la manipola-zione e lo smaltimento di dispositivi medici taglienti e di materiale d’inie-zione usa e getta quanto più vicino possibile alle zone considerate in cui siano utilizzati o depositati oggetti ta-glienti o acuminati,

- prevenzione del rischio di infezione grazie all’applicazione di sistemi di la-voro sicuri, mediante:

a) l’elaborazione di una politica globale e coerente di prevenzione che tenga conto della tecnologia, dell’organiz-zazione del lavoro, delle condizio-ni di lavoro, dei fattori psicosociali legati all’esercizio della professio-ne e dell’influenza dei fattori legati all’ambiente di lavoro;

b) la formazione; c) la messa in atto di procedure di

sorveglianza sanitaria, conforme-mente all’articolo 14 della diretti-va 2000/54/CE;

l’utilizzo di dispositivi di protezione in-dividuale.

Qualora la valutazione di cui alla clauso-la 5 riveli la presenza di un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa della loro esposizione ad agenti biologici contro i quali esistono vaccini efficaci, sarà loro proposta la vaccina-zione. 2. La vaccinazione e gli eventuali ri-

chiami dovranno rispettare la legi-slazione e/o le pratiche nazionali, anche quelle relative alla scelta del tipo di vaccino.

- I lavoratori saranno informati cir-ca i vantaggi e gli inconvenienti sia della vaccinazione sia della non vaccinazione.

- La vaccinazione dovrà essere di-spensata gratuitamente a tutti i lavoratori e studenti che presta-no cure medico- sanitarie o svol-gono attività affini nel luogo di lavoro.

Clausola 7: Informazione e sensibiliz-zazione Dal momento che gli oggetti taglienti o acuminati sono considerati attrezzature da lavoro ai sensi della direttiva 89/655/CEE (1), oltre a fornire ai lavoratori le informazioni e istruzioni scritte di cui all’articolo 6 della direttiva 89/655/CEE, il datore di lavoro:

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- metterà in evidenza i differenti rischi, - fornirà indicazioni sulla legislazione

esistente, - promuoverà buone pratiche di pre-

venzione e di notifica degli incidenti/degli infortuni,

- sensibilizzerà i lavoratori per mezzo di attività e di materiale promozionale in associazione con i sindacati di catego-ria e/o i rappresentanti dei lavoratori,

- fornirà informazioni sui programmi di sostegno disponibili.

Clausola 8: Formazione Oltre alle misure di cui all’articolo 9 del-la direttiva 2000/54/CE, sarà dispensata un’adeguata formazione in merito alle politiche e alle procedure relative alle ferite da taglio o da punta, che riguarde-rà in particolare: - l’uso corretto di dispositivi medici ta-

glienti dotati di meccanismi di prote-zione,

- l’istruzione dei neo-assunti e del per-sonale temporaneo,

- la gestione dei rischi associati all’espo-sizione al sangue e ai liquidi organici,

- le misure di prevenzione, tra cui norme di precauzione, sistemi di lavoro sicuri, corrette procedure di uso e smaltimento, importanza dell’immunizzazione, conforme-mente alle procedure in vigore sul luogo di lavoro,

- le procedure di notifica, di risposta e di monitoraggio e la loro importan-za,

- le misure da adottare in caso di ferite.I datori di lavoro devono organizzare e provvedere alla formazione obbligato-ria dei lavoratori e dispensare dal lavo-ro coloro che devono parteciparvi. Tale formazione avrà luogo regolarmente e terrà conto dei risultati del monitorag-gio, dell’ammodernamento e dei miglio-ramenti.

Clausola 9: Notifica 1. Le procedure di notifica in atto sono

oggetto di revisione da parte dei rap-presentanti dei lavoratori responsa-bili per la salute e la sicurezza e/o i rappresentanti dei datori di lavoro/dei lavoratori. I meccanismi di noti-fica devono comprendere sistemi lo-cali, nazionali e europei.

2. I lavoratori segnalano immediata-mente qualsiasi infortunio o inci-dente provocato dall’uso di ogget-ti taglienti o acuminati al datore di lavoro e/o al responsabile e/o alla persona responsabile della salute e sicurezza sul lavoro.

Clausola 10: Risposta e follow-up Saranno messe in atto misure e proce-dure adeguate in caso di ferite da taglio o da punta. Tutto il personale sanitario deve essere informato di tali misura e procedure, che dovranno essere confor-

mi alla legislazione regionale, nazionale e europea e ai contratti collettivi. Si tratta in particolare delle seguenti mi-sure specifiche: - il datore di lavoro adotta misure per

prestare cure immediate al lavoratore ferito, ivi compresa la profilassi post- esposizione e gli esami medici neces-sari giustificati per ragioni mediche, nonché l’adeguata vigilanza sanitaria conformemente alla clausola 6, punto 2 lettera c),

- il datore di lavoro indaga sulle cause e sulle circostanze, segnala l’infortunio/l’incidente e adotta, ove necessario, le misure del caso. Il lavoratore deve fornire informazioni pertinenti al mo-mento opportuno a completamento delle informazioni sull’incidente o sull’infortunio,

- in caso di ferite, il datore di lavoro dovrà prevedere le misure successive tra cui, se del caso, l’intervento di un consulente psicologico e trattamenti medici garantiti. Le condizioni di ri-abilitazione, ripresa del lavoro e in-dennizzo saranno conformi alla legi-slazione o agli accordi settoriali e/o nazionali.

Il principio della riservatezza riguardo alla lesione, alla diagnosi e al trattamen-to medico è fondamentale e deve essere rispettato.

Clausola 11: Attuazione Il presente accordo si applica fatte salve le disposizioni nazionali e comunitarie (1) esistenti e future più efficaci agli ef-fetti della protezione dei lavoratori con-tro le ferite provocate da dispositivi me-dici taglienti. Le parti firmatarie invitano la Commis-sione a sottoporre il presente accordo quadro alla decisione del Consiglio per conferirgli carattere obbligatorio negli Stati membri dell’Unione europea. Se il presente accordo è attuato a segui-to di una decisione del Consiglio, a li-vello europeo e fatto salvo il ruolo del-la Commissione, dei tribunali nazionali e della Corte di giustizia europea, la Commissione potrà richiedere il parere delle parti firmatarie in merito all’inter-pretazione di tale accordo. Le parti firmatarie esamineranno l’ap-plicazione del presente accordo cin-que anni dopo la data della decisione del Consiglio, qualora una di esse lo richieda.

BIBLIOGRAFIADirettiva 2010/32/UE del Consiglio d’Eu-ropa in attuazione dell’Accordo quadro in materia di prevenzione delle ferite da taglio e da punta nel settore ospedaliero e sanitario del 17 luglio 2009.

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N. 1 - Gennaio / Aprile 2011

Corsi e Seminari tenuti dal Collegio IPASVI di Bologna

Assemblea Ordinaria annuale18 aprile 2011Centro Congressi Hotel RegencyVia Pilastro, 2 – Bologna

Aula Collegio:Via Zaccherini Alvisi 15/1 – Bologna

Corso“La tutela della riservatezza”Dal 01/04/2011 al 02/04/2011

Seminario“Assistenza all’anziano con Frattura”Bologna 04/04/2011

Corso“Basic Life Support Defibrillation (BLS-D)”Bologna 13/04/2011

Corso“Terapia Farmacologica in sicurezza”Dal 14/04/2011 al 16/04/2011

Assemblea Annuale“Profili di responsabilità delle Professioni Sanitarie e presupposti giuridici del lavoro in team”Bologna 18/04/2011

Seminario“La responsabilità infermieristica nell’integrazione con l’Operatore Socio-Sanitario”Bologna 20/04/2011

Corso“Documentare in sanità”Dal 05/05/2011 al 10/05/2011

Seminario“Assistenza alla persona anziana con diabete”Bologna 09/05/2011

Seminario“Alimentazione e salute”Bologna 14/05/2011

CONVEGNI - CONGRESSI - CORSI

Corso“Tutela della salute degli infermieri. Approfondimento sulla conoscenza del mal di schiena, con particolare riferimento all’autocura”Dal 17/05/2011 al 31/05/2011

Corso“Le tecniche non farmacologiche per il dolore nel bambino”Bologna 23/05/2011

Corso“Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”Dal 25/05/2011 al 26/05/2011

Seminario“Assistenza alla persona anziana con Ictus”30/05/2011

ALTRI CORSI E CONVEGNI

GIMBEWorkshop“Dalle linee guida ai Percorsi Assistenziali”Hotel Royal Carlton Bologna14-15-16 marzo 2011Informazioni: tel. 051/5883920e-mail: [email protected]

S.I.M.F.E.R.Corso Nazionale Linfedema e dintorniUDINE25-26 marzo 2011Informazioni: tel. 0432/1790500e-mail: [email protected]

Istituto Ortopedico Rizzoli – AOSPINECorso teorico-pratico per infermieri di sala operatoria“Chirurgia Vertebrale Oncologica e Degenerativa”2 aprile 2011 e10 settembre 2011-02-24 Informazioni:e-mail: [email protected]

GITICGruppo Italiano Infermieri di CardiologiaXII Convegno Nazionale“Nursing cuore 2001”8-9 aprile 2011Milano Marittima – CerviaInformazioni: tel. 031/748814e-mail: [email protected]

FORMAT“La gestione della terapia farmacologica”Bologna – 10 maggio 2011Hotel NH BolognaHotel De La GareInformazioni: tel. 0533/713275e-mail: [email protected]

AISLeCAssociazione Infermieristica per lo Studio delle Lesioni CutaneeVII Convegno Nazionale“Nel futuro da protagonisti: la ricerca, la clinica e l’organizzazione del wound care di domani”Bologna12-14 maggio 2011Palazzo dei CongressiPiazza della CostituzioneInformazioni: tel. 06/60210638e-mail: [email protected]