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La settimana di cittanuova.it Direttore responsabile - Michele Zanzucchi Mail - [email protected] ANNO I - N. 0 - APRILE 2012 ANNO I - N. 2 - MAGGIO 2012 - La settimana di cittanuova.it - Direttore responsabile Michele Zanzucchi - Mail [email protected] SOMMARIO Amministrative 2012 Voglia di nuova classe politica pag 2 Amministrative 2012 Bernazzoli sfida Pizzarotti » 3 Amministrative 2012 Vince la Lega? » 4 Amministrative 2012 Exploit di Leoluca Orlando » 5 Amministrative 2012 Alleanze inedite per vincere » 7 Grazie, Signora! » 8 Attentato Adinolfi, è terrorismo? » 9 Ad Ischia tutti al lavoro » 10 Acceso il fuoco sacro » 12 13 maggio Giornata delle buone notizie » 13 Tutti i nostri desideri » 14 Dicono di CN7 » 16 Bagno di folla in piazza della Bastiglia, a Parigi, per François Hollande, nuovo presidente della Repubblica francese. Nel suo primo discorso, ha detto: «Io vi chiedo di giudicarmi su due impegni: la giustizia e i giovani». Eletto da un voto di protesta si è impegnato a essere presidente di tutti i francesi. (J.M. Merlin per cittanuova.it) UN FATTO UNA FOTO

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La settimana di cittanuova.it

Direttore responsabile - Michele Zanzucchi

Mail - [email protected]

ANNO I - N. 0 - APRILE 2012

ANNO I - N. 2 - MAGGIO 2012 - La settimana di cittanuova.it - Direttore responsabile Michele Zanzucchi - Mail [email protected]

SOMMARIOAmministrative 2012 Voglia di nuova classe politica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 2Amministrative 2012 Bernazzoli sfida Pizzarotti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3Amministrative 2012 Vince la Lega? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4Amministrative 2012 Exploit di Leoluca Orlando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5Amministrative 2012 Alleanze inedite per vincere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7Grazie, Signora! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8Attentato Adinolfi, è terrorismo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9Ad Ischia tutti al lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10Acceso il fuoco sacro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1213 maggio Giornata delle buone notizie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13Tutti i nostri desideri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14Dicono di CN7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16

Bagno di folla in piazza della Bastiglia, a Parigi, per François Hollande, nuovo presidente della Repubblica francese. Nel suo primo discorso, ha detto: «Io vi chiedo di giudicarmi su due impegni: la giustizia e i giovani». Eletto da un voto di protesta si è impegnato a essere presidente di tutti i francesi. (J.M. Merlin per cittanuova.it)

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SPECIALE AMMINISTRATIVE

Editoriale

VOGLIA DI NUOVA CLASSE POLITICALe elezioni amministrative hanno evidenziato la volontà di cambiamento degli italiani . Serve una nuova classe politica, capace di cogliere davvero le necessità della gente

di Iole Mucciconi

Vittoria (o boom?) dei “grillini”, crollo del Pdl, tenuta del Pd, evanescenza del Terzo polo, successi personali sganciati dai partiti (vedi Tosi e Orlando). Tutto è stato detto sul risultato delle elezioni amministrative, ma lo scandaglio andrà avanti ancora a lungo perché sono praticamente inesauribili le prospettive da cui avviare l’analisi. Un punto fermo che non andrebbe mai accantonato è che si tratta di elezioni di amministrazioni locali, dove gioca un ruolo decisivo la persona del singolo candidato, dove la partecipazione – a volte il protagonismo – della cittadinanza è presente nelle tante liste civiche (il 61 per cento del totale), dove il rapporto con i candidati ancora ha un peso, così come, per dirla tutta, ancora ha un peso anche il partito-apparato. Non si può quindi proiettare sul generale il risultato particolare. Le elezioni politiche, cioè, sono sempre un’altra storia. Detto questo, sarebbe sciocco negare che anche queste elezioni, pur nella loro limitata portata, contengono chiari messaggi alla politica nazionale. Il più negativo riguarda il vuoto spaventoso in cui di colpo si ritrova l’area di centrodestra. Per un Paese come l’Italia, che tendenzialmente “guarda a destra” (per quel che può ancora significare questa parola), è un problema sistemico: vuol dire spostare innaturalmente la rappresentanza politica verso l’area opposta, come frutto cioè di astensionismo o scelte di ripiego, anziché di regolare competizione. È quindi necessario colmare quel vuoto, ma è molto difficile che ce la possa fare il

Pdl. L’Udc, dal canto suo, con la lucida analisi del leader Pierferdinando Casini, ha già mostrato di capire che l’opera non è alla sua portata: una diagnosi precisa; che manca però di terapia. E in effetti la cura non è facile, perché l’altro messaggio, che sta dietro il crollo del centrodestra, riguarda la sfiducia nella classe politica attuale, intesa come personale (ormai usurato) e organizzazione partitica che ne deriva. La critica naturalmente si estende un po’ a tutti i partiti: sarebbe un’illusione per il Pd pensare di essersela cavata e di poter affrontare le elezioni politiche con l’assetto attuale o presentare agli italiani la “foto di Vasto” (l’alleanza Bersani-Di Pietro-Vendola) come proposta di governo. Dalla società sale un’altra domanda, che è poi quella attorno alla quale si sono determinate vittorie e sconfitte anche alle amministrative. Essa riguarda la capacità dei politici di essere un tutt’uno con il loro popolo, ora chiamato a grandi sofferenze e sacrifici e che vorrebbe da chi li governa una leadership capace di empatia e condivisione. Elementi che, per quanto superficialmente, si ravvisano con immediatezza in figure “normali” e dal linguaggio diretto come i candidati del Movimento 5 Stelle (per lo più lontani dalle smodatezze di Grillo), o il sindaco senza spocchia Tosi, o il sindaco rieletto con larga maggioranza a Lecce, un pidiellino dallo stile partecipativo e dialogante.E invece, al posto dell’empatia

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Parma

BERNAZZOLI SFIDA PIZZAROTTI Bocciati l'ex sindaco e il suo vice, la città riparte dalle liste civiche e premia centrosinistra e Movimento 5 Stelle . Grande l'astensionismo, che si attesta al 35 per cento

di Tiziana Nicastro Avevano ragione le emittenti televisive nazionali a puntare ieri le telecamere su Parma. La città verdiana ha dato ai suoi cittadini e a tutti gli italiani un clamoroso colpo di scena; quelle elezioni amministrative tanto attese, il cui risultato sembrava scontato, hanno completamente voltato pagina su Parma. Tra quindici giorni, a contendersi il titolo di sindaco, vi saranno l’attuale presidente della provincia Vincenzo Bernazzoli (nella foto) e, per la prima volta nella storia dei partiti politici di tutta Italia, il candidato del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, Federico Pizzarotti.

Nulla da fare per il già sindaco Elvio Ubaldi che con certezza mirava al ballottaggio: con il 16

per cento delle preferenze si è posizionato solo al terzo posto. E nulla da fare anche per l’ex vicesindaco di Parma, Paolo Buzzi, che a capo della lista del Pdl ha preso poco più del 5 per cento dei voti complessivi.È così che cambia del tutto lo scenario politico di Parma, la destra è praticamente cancellata, restano in ballo il centrosinistra e alcune liste civiche. Ma il quadro non è del tutto completo, la cornice che racchiude queste elezioni è pesante, l’astensionismo di massa è un dato non trascurabile: il 35 per cento dei parmigiani non si è recato alle urne, ha preferito non esprimere il proprio voto. ll significato di questo atteggiamento è tutto da scoprire, ma è certo che tanti cittadini

e della condivisione, cosa mostra nei fatti (altra cosa sono le parole) la gran parte dei partiti tradizionali? Denaro che cade – copioso – a pioggia, incapacità di approvare le riforme, ostentazione di privilegi… Non può più andare. Ce ne siamo accorti definitivamente, credo, la sera stessa dello spoglio, quando l’irruzione dell’aria nuova spazzava via la vecchia e i volti dei soliti noti che pontificavano in tivù, suscitando non poco imbarazzo, apparivano di colpo nella loro irrimediabile vecchiezza.Capiranno questa volta? Non è detto. Ma il Parlamento è ancora lì con i suoi poteri e deve esercitarli fino in fondo. Con molta probabilità è tardi perché questa classe

politica si salvi, ma almeno che cada in piedi. Portare avanti la riforma elettorale resta una assoluta priorità, gravata da una responsabilità ancora più grande. Francia e Grecia ci dicono quanto può essere importante un sistema elettorale: la Grecia rischia di essere vicina anche per l’ingovernabilità politica, che va scongiurata. Quindi, bando agli accordi che puntano alla sopravvivenza di questo o quello e si pensi alla vita dell’Italia e dei suoi giovani. Ripartiamo di buona lena anche noi cittadini, dando nuovo slancio anche all’iniziativa “EleggiAMOl’Italia”, che può essere un contributo prezioso per uscire da questa sofferta transizione.

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sono stanchi della politica, della gestione della cosa pubblica, così come è stata fatta sinora, nelle mani di pochi, sempre gli stessi. Il Movimento 5 Stelle esprime allora, con tutte le preferenze che ha ricevuto (oltre 19 per cento dei voti), il desiderio di novità, il desiderio di un sindaco vicino ai cittadini, cittadino come loro, compagno nel debito da pagare e senza troppe ambizioni.

Dall’altra parte molti hanno votato – e si tratta della gran maggioranza, il 40 per cento dei votanti – chi già conoscevano e hanno visto operare in questi anni: Vincenzo Bernazzoli, scelto dal Pd per sedere sulla poltrona di primo cittadino di Parma, rispecchia quella corrente di aria nuova necessaria per il comune, e allo stesso tempo è una persona in grado di gestire e governare la città. Sarà forse questo il punto su cui potranno giocarsi il ballottaggio i due candidati sindaco: Pizzarotti, giovane, spigliato, pronto a nuove sfide pur di vedere la città in

mano ai suoi cittadini, Bernazzoli, un uomo che ha molta esperienza in campo politico, che ha già ricevuto il tacito consenso degli industriali a governare la città. A questo punto è bene non fare più pronostici, visto che tutti i sondaggi sono stati completamente azzerati; c’è da vedere come si evolverà il botta e risposta nei prossimi giorni. Beppe Grillo ha già annunciato su YouTube che verrà a sostenere a Parma Federico Pizzarotti, d’altronde in questo momento per il Movimento 5 Stelle è già una vittoria su scala nazionale aver portato a casa questo risultato. Ancora non si conosce, invece, il piano d’attacco di Vincenzo Bernazzoli, che sperava di poter già oggi brindare con la sua squadra. La partita è tutta da giocare, oramai tutti sono pronti a nuovi colpi di scena. Parma, d’altronde, continua a stupire con le sue molteplici novità, c’è da sperare che da qui in avanti siano migliori di quelle passate.

Verona

VINCE LA LEGA?Tosi eletto al primo turno col 57 per cento dei voti, ma la Lega si ferma al 10 per cento . Crolla il Pdl

di Chiara Andreola

Ohibò, avranno forse sbagliato a mettere la croce sul simbolo? No, è proprio così: a Verona, dove Flavio Tosi ha raggiunto percentuali da Dc nel Veneto bianco, la lista Lega Nord a lui collegata ha superato di poco il 10 per cento. Praticamente alla pari col Movimento 5 Stelle. Il resto dei voti è arrivato dalle liste civiche della stessa coalizione, Per Verona in testa (nel cui simbolo il nome di Tosi è infatti particolarmente visibile), con il 37 per cento. Possibile, in un Veneto in cui la Lega in molti comuni – specie nei paeselli – supera agevolmente il 40 per cento da sola? Eppure il governatore Luca Zaia ha definito questo risultato «la madre di tutte le vittorie». Lui che, però, era stato eletto nel

2010 con una percentuale pari sì a quella di Tosi – il 60 per cento –, ma con un 35 per cento dalla Lega, e il resto da Pdl e Alleanza di Centro. Antipolitica montante, che Tosi ha abilmente sfruttato – o colto, dipende dai punti di vista?

Non esattamente. Perché le differenze tra Tosi e Zaia, per certi versi, finiscono qui. Ai tempi in cui l'attuale governatore era presidente della provincia di Treviso, ricordo molta gente affermare non «Io voto Lega», ma «Io voto Zaia». Una fiducia nella singola persona che lo portò a mancare di poco l'elezione al primo turno sia nel 1998 che nel 2002, sfiorando il 70 per cento poi al ballottaggio.

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Palermo

EXPLOIT DI LEOLUCA ORLANDOIl deputato Idv ha ottenuto il doppio dei voti delle liste che lo sostengono . Al ballottaggio si sfiderà con il candidato del Pd, Ferrandelli . Ma il partito chi dei due sosterrà davvero?

di Roberto Mazzarella

Il risultato delle amministrative di Palermo è come sempre (perdonate la partigianeria territoriale!) intrigante. Per i motivi che hanno determinato il risultato, ma anche per le ripercussioni che questi risultati stanno già provocando al di fuori dei confini cittadini. Iniziamo con i numeri. Al primo turno si registra la vittoria netta di Leoluca Orlando (già più volte

sindaco di Palermo), che sfiora il 48 per cento dei consensi. Orlando ha sfondato il “muro” dei centomila voti. Infatti ben 104 mila palermitani gli hanno dato il proprio consenso. Fabrizio Ferrandelli che, come si ricorderà, era risultato vincitore delle contestatissime primarie del centrosinistra, sostenuto dal Partito democratico e da altre liste civiche, non raggiunge il 18 per cento. Massimo Costa – candidato del

Che alle amministrative più che il partito conti il candidato non è una novità: tanto più nel caso della Lega, nata e cresciuta come soggetto politico strettamente legato al territorio. Il celebre «Paròni a casa nostra», ancor prima che un tagliare fuori gli altri con derive razziste e xenofobe, che pur si sono verificate – celebri gli eccessi dello “sceriffo Gentilini” a Treviso, e la condanna definitiva per propaganda razzista nei confronti di rom e sinti dello stesso Tosi nel 2009 –, è un voler, molto banalmente, prendersi cura del proprio orticello. Visione forse miope in un mondo interdipendente e che dovrà fare – e già fa – i conti con i tempi che cambiano, ma che fa presa. Tanto che se un amministratore, a detta dei cittadini, fa bene il suo lavoro, alle urne questo basta a perdonargli qualsiasi esternazione poco felice.

A confermare che la questione non è solo di appartenenza partitica, è il fatto che i confini del partito stesso non siano invalicabili: Tosi si è fatto conoscere anche per la collaborazione con sindaci di centrosinistra – tra cui Cacciari e

Zanonato – sul fronte della sicurezza, o con la diocesi e l'Istituto don Calabria per la questione dei nomadi. Tanto è vero che i vari sondaggi sull'indice di gradimento nei confronti dei sindaci dello scorso anno hanno posto Tosi tra i primi cittadini più amati d'Italia, con percentuali che oscillavano tra il 65 e il 70 per cento. Oltre, quindi, i confini della sua parte politica. E infatti Zaia ha commentato: «È la dimostrazione che vince la Lega dei sindaci, vince la Lega del territorio e dei bravi amministratori». Amministratori, appunto, prima che politici.

Che ci sia voglia di lavorare insieme per amministrare al meglio la città, al di là dei simboli, lo conferma anche il candidato dei grillini Giovanni Benciolini, che con un insperato 9,35 per cento ha superato anche il Pdl: «Se la maggioranza presenta proposte positive per Verona – ha dichiarato al quotidiano "L'Arena" – le approveremo. Noi lavoriamo con chiunque, sia di centrodestra che di centrosinistra». Buoni auspici sulle rive dell'Adige, che ci auguriamo si concretizzino.

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Pdl, Grande Sud e Udc – è fermo al 12 per cento; Alessandro Aricò, sostenuto da Futuro e libertà, Movimento per le autonomie e liste civiche, non raggiunge il 9 per cento; Marianna Caronia, sostenuta dal Pid di Saverio Romano, si attesta al 7 per cento, e il “grillino” Riccardo Nuti al 5. I rimanenti cinque candidati non raggiungono l'1 per cento.Per il rinnovo del Consiglio comunale, Italia dei valori (formazione nella quale Orlando è deputato nazionale oltre che portavoce), diventa il primo partito in città, superando il Partito democratico (che sosteneva Ferrandelli) e lo stesso Popolo delle libertà, che nel decennio precedente aveva raccolto a piene mani il consenso dei palermitani. Una buona affermazione (oltre il 6 per cento) conquistano le liste Ora Palermo, collegata a Ferrandelli, e la lista Amo Palermo, di Marianna Caronia. Sotto il 4 per cento il risultato di Futuro e libertà e a un passo dal 5 per cento il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e la lista La sinistra e gli ecologisti per Palermo. Tiene invece la lista Grande Sud, collegata a Gianfranco Micciché, con poco più del 6 per cento, e il Movimento per l’autonomia del presidente della regione Raffaele Lombardo, che si attesta al 7 per cento.La legge regionale approvata l’anno scorso dall’assemblea regionale siciliana e voluta fortemente dal capogruppo del Partito democratico Antonello Cracolici, oggi sostenitore, insieme a Giuseppe Lumia, del candidato Ferrandelli, prevede uno sbarramento del 5 per cento per le liste in Consiglio comunale. Infatti, delle 28 liste presentate, molte sono rimaste fuori. Fra le altre anche le liste vicine al presidente della regione Lombardo: Palermo Avvenire, sostenuta dagli assessori regionali Gaetano Armai e Massimo Russo, e Movimento popolare siciliano, sostenuta dal presidente della Commissione bilancio e finanze dell’assemblea regionale, Riccardo Savona. La legge elettorale prevede, inoltre, il voto disgiunto, cioè la possibilità per l’elettore di votare un candidato a sindaco e un candidato al Consiglio comunale anche di un’altra coalizione. Ma potrebbe anche non esprimerlo per niente, limitandosi solo a indicare il voto per il sindaco.

Una legge, si diceva, approvata l’anno scorso, voluta dal gruppo parlamentare Pd, e che ha premiato esclusivamente il candidato Orlando, che fra tutti è quello che ha preso più voti rispetto alla sua coalizione. Quasi metà dei voti ricevuti, infatti, sono stati espressi senza indicare nessun candidato consigliere. Tutti gli altri candidati, incluso Ferrandelli, hanno preso meno voti rispetto alle loro coalizioni. È sufficiente per riflettere? Sembra di sì, se alcuni dirigenti del Partito democratico, e non di secondo piano, iniziano a parlare di errori a Palermo. «A Palermo il Pd potrebbe valutare il sostegno a Leoluca Orlando», dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici in due interviste, una a “Repubblica” e una al “Messaggero”. «In una situazione di quel genere – incalza la Finocchiaro – con il consenso ottenuto da Orlando e con i nostri errori, sarebbe da far prevalere la vittoria del centrosinistra su altre logiche: tanti elettori del Pd e del centrodestra Orlando l’hanno già votato». Un invito raccolto immediatamente dalla deputata palermitana del Pd Alessandra Siragusa, che dice: «Condivido la riflessione della presidente Finocchiaro: penso sia indispensabile una riflessione che fermi la guerra fratricida che ha caratterizzato la campagna elettorale per le amministrative a Palermo. La nostra città ha dato un segnale molto chiaro di cui è indispensabile tenere conto se il Pd vuole riappropriarsi del progetto politico per il quale è nato. L’abbraccio con Lombardo si è rivelato mortale per il Pd ed è urgente prenderne atto». Un altro senatore siciliano, Enzo Bianco, già sindaco di Catania, invita a una riflessione politica di ampio respiro. «Dal voto emerge – ha detto infatti Bianco – la voglia di cambiamento e la profonda insoddisfazione contro la cattiva politica. Il risultato che sta maturando a Palermo va oltre ogni attesa: Orlando sfiora il successo al primo turno in una tornata elettorale che vede ben 11 candidati sindaci. Prende il doppio dei voti delle liste che lo sostengono…».«Orlando fa il pieno di voti – dice ancora Bianco – anche per la sua chiara posizione contro il sostegno del Pd al governo Lombardo.

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Un successo che dice chiaramente come le primarie non possano essere usate come unico mezzo per risolvere i problemi politici». E la mafia, in tutto questo, che ruolo ha giocato? La domanda non è priva di fondamento, posto che qualche giorno prima della votazione il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso aveva lanciato l’allarme del possibile inquinamento mafioso nelle elezioni comunali. A scrutinio concluso c’è una certezza: la mafia in custodia cautelare in carcere – o almeno i presunti mafiosi che i magistrati hanno arrestato – non hanno votato alle comunali di Palermo. Nel carcere Pagliarelli, dei 1.400 detenuti, fra detenuti comuni, quelli in alta sorveglianza perché accusati di mafia

e quelle della sezione femminile che ancora hanno il diritto di voto, nessuno si è presentato in cabina. E la stessa situazione si è ripetuta nello storico carcere Ucciardone dove sono ospiti soprattutto detenuti per reati più lievi, dove si sono presentati soltanto in quattro per esprimere il voto. Un caso o una scelta organizzata? Una protesta nei confronti della politica o la conseguenza che nessuno ha dato indicazioni di voto? È un fenomeno nuovo e va monitorato con serenità: Cosa Nostra potrebbe non avere – almeno al momento – strutture capaci di dare indicazioni di voto come avveniva in passato.Se fosse vero, non è anche questo un segnale di cambiamento?

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Campania

ALLEANZE INEDITE PER VINCEREPochi giovani, grande partecipazione e improbabili apparentamenti hanno caratterizzato il "laboratorio" campano . Molto successo per l'alleanza Pd-Terzo polo

di Loreta Somma

In Campania sono andati alle urne i cittadini di circa il 15 per cento dei comuni presenti nella regione. Nessun capoluogo di provincia era chiamato a rinnovare le amministrazioni cittadine, ma si è trattato, comunque, di un test significativo. L’affluenza è stata del 73 per cento, in calo rispetto alle precedenti elezioni, ma in misura minore che in altre regioni d’Italia. I cittadini, soprattutto quelli delle città precedentemente commissariate, si sono sentiti coinvolti direttamente nella ricerca di un’amministrazione stabile. I comuni piccoli hanno registrato una partecipazione ben più alta, con picchi quasi del 90 per cento.Nei sedici comuni con più di 15 mila abitanti, ben undici hanno avuto un sindaco al primo

turno: Agropoli e Capaccio, in provincia di Salerno; Casavatore, Frattaminore, Ischia, Pozzuoli, Sant’Antimo, Torre Annunziata e Torre del Greco, in provincia di Napoli; Aversa e Mondragone, in provincia di Caserta. Cinque, invece, le città nelle quali, il 20 e 21 maggio, si torna a votare: Acerra, Cardito, San Giorgio a Cremano e Volla, in provincia di Napoli; Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. I risultati non sono facilmente analizzabili nel complesso, a causa della massiccia presenza di liste civiche e anche perché i partiti si sono alleati in vario modo nelle diverse città. Il Pd si è presentato e ha vinto, sia con il Terzo polo, sia con la sinistra, a Ischia ha vinto addirittura con

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il Pdl. Non ci sono vincitori assoluti ma, rispetto agli altri schieramenti, l’asse Pd-Udc raccoglie più consensi. A differenza di altre regioni, non vi è stato nessun successo clamoroso per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Buona, invece, l’affermazione della lista Noi Sud Libertà e Autonomia di Vincenzo Scotti. Per qualcuno la Campania si è dimostrata un laboratorio dove sperimentare la possibile alleanza Pd-Terzo polo con un certo successo. Per altri, le anomale alleanze altro non sono che tentativi dei vecchi politici per mantenersi a galla. Molti lamentano come gli apparati di partito l’abbiano fatta nuovamente da padroni, con la riproposizione di politici molto “navigati”. Colpisce negativamente soprattutto l’assenza dei giovani. Importante sarà anche il prossimo turno di ballottaggio, previsto per il 20 e 21 maggio. Ad Acerra si sfideranno il candidato del Terzo polo, Raffaele Lettieri, al 37,88 per cento,

e quello del Pdl, Antonio Crimaldi, appoggiato anche da Udeur e Noi Sud, con il 32,73 per cento. A Cardito, la sfida è tra Giuseppe Cirillo, sostenuto da Pd, Idv e Fli, al 44,05 per cento, e Francesco Pisano, candidato del Pdl, assieme ad Api e Udc, al 30,12 per cento. A San Giorgio a Cremano, il sindaco uscente Domenico Giorgiano del Pd, appoggiato da Sel, Idv, Fli e Api, ha sfiorato la vittoria al primo turno con il 49,98 per cento, e se la vedrà con Aquilino Di Marco, candidato dell’Udc, con il 32,14 per cento. A Volla si confronteranno Angelo Guadagno, presentato da Pd, Sel e Idv, al 37,52 per cento, e Salvatore Ricci, sostenuto da Pdl, Udeur e Noi Sud, al 29,16 per cento. A Nocera Inferiore, confronto tra il candidato di Fli, Udc e Udeur, Manlio Torquato con il 42,76 per cento, e Luigi Cremone, che con sei liste civiche ha raggiunto il 34,42 per cento.

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Per sorridere...

GRAZIE, SIGNORA!Con una giornata di anticipo, la Juventus ha vinto il campionato . Da Milano cronaca semiseria della serata di domenica ad opera di un tifoso sfegatato

di Silvano Gianti

Tutto comincia nella mattinata con una domanda e una minaccia ad Alfonso. Per lui, interista, la risposta è ovvia: «Stasera lo scudetto a chi lo dai, al Milan o alla Juve?». Lui, sicuro, dice al Milan. «Te la farò pagare in giornata», gli rispondo, e puntualmente nel pomeriggio ciò accade. Niente di che, ma una piccola e ridicola vendetta si abbatte sul suo capo, tra l’altro pelato, e quindi scivola via facilmente.

La cena è un po’ concitata, meglio tenersi leggeri, non si sa mai. Il bar dove posso

vedere Juve-Cagliari è a pochi metri da casa. Ma siccome Matteo, cinese purosangue e proprietario del locale, tifa Milan, si vede il derby, d’altra parte siamo a Milano e la fortuna mi assiste, perché gran parte dei tifosi sono interisti. Tra questi c’è anche giovanni, lo scrivo in minuscolo perché è il cane di Gino, che abbaia a ogni fischio dell’arbitro. Io no, ma vi assicuro che vorrei azzannarlo. Lui e Matteo, perché le notizie della Juve non arrivano, poi finalmente Vucinic mette la palla in rete. Intanto a San Siro la partita è bella e Alfonso mi

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Attualità

ATTENTATO ADINOLFI, È TERRORISMO?Tutto fa pensare alla pista terroristica, ma non ci sono conferme . Il manager dell'Ansaldo nucleare difeso da operai e sindacati

di Marco Luppi

Il 7 maggio, sulle colline residenziali di Genova, in via Montello 14, quando da poco erano passate le 8.00 del mattino, Roberto Adinolfi, manager dell’Ansaldo Nucleare, azienda di proprietà Finmeccanica, è rimasto vittima di un attentato: tre colpi di pistola alle gambe (solo uno a segno), con una tecnica tipica della stagione terroristica anni Settanta, ferire in modo doloroso e umiliante, ma senza togliere la vita.

Sui mass media abbondano le ricostruzioni che hanno visto in passato il capoluogo ligure

al centro delle attività di gruppi eversivi, nonché il protagonismo di una delle prime colonne delle Brigate Rosse, attive tra il resto proprio verso altri importanti dirigenti dell’Ansaldo: Casabona (1975), Castellano (1977), Bonzani (1979).

Si parla di matrice terroristica e le indagini si stanno muovendo prima di tutto in questa direzione, con segnali che sembrano riportare indietro nel tempo: il bossolo recuperato della pistola che ha sparato, una Tokarev calibro 7,62, riferimento agli arsenali sovietici ai quali i

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commenta via sms la sua nuova speranza, forse l’Inter ce la fa. Tra una birra e due pistacchi, da Trieste arriva anche l’autorete di Canini: è fatta, con l’Inter che vince sul Milan 4 a 2.

Urlo, grido, sudo freddo, perché la Juventus è campione d’Italia e io sono juventino nel covo dei milanisti e degli interisti, ma non c’è pudore che tenga. Siamo a festeggiare lo scudetto con una giornata d’anticipo. È il 28° per l’albo d’oro, ma per noi tifosi bianconeri è il 30°. Sono le 22 e 30 passate, esco ubriaco della vittoria, sorrido da solo, commento ad alta voce, piango. L’unica cosa che so è che siamo Campioni d’Italia. E che questa squadra mi ha fatto reinnamorare del calcio.

Antonio Conte va beatificato, santificato subito. Sì, subito, e tutta la squadra con lui: Pirlo, Matri, Del Piero, Buffon. Che squadra! Vado in Piazza Duomo? Mentre sono indeciso arrivano sms

da Daniele, Paolo, Luciano: «Veniamo da te, festeggiamo lì». Come? Festeggiamo in casa perché siamo a Milano? Assolutamente no!L’Inter, il Milan festeggiano in piazza Duomo, ma la Juventus si festeggia in tutta Italia, mica è una squadra regionale: la Juventus è nazionale. «Non esagerare», mi ammonisce Bruno, lui è siciliano, ha una pasticceria ed è arrivato con una cassata e dei cannoli da far resuscitare un morto e morire un diabetico.

E allora eccoci davanti alla televisione. La "Domenica sportiva" spalma per tutta la serata-nottata dati, cifre, bilanci, con collegamenti con le principali città, a cominciare da Torino. E noi siamo ancora più gasati: campioni con una giornata di anticipo, intanto in via Padova sono iniziati i caroselli delle auto e noi festeggiamo. E festeggeremo per molto, perché, anche Alfonso nel suo ultimo sms mi conferma: «Ve lo siete davvero meritato questo scudetto».

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brigatisti hanno attinto con continuità; la preparazione meticolosa del colpo, frutto di appostamenti e perfetta conoscenza delle abitudini della vittima; lo scooter sul quale i due attentatori si sono dati alla fuga, rubato alcuni mesi fa e riapparso sulla scena del crimine prima di essere abbandonato qualche isolato più avanti.

Manca la rivendicazione del gesto, l’affermazione delle motivazioni che hanno indotto gli attentatori a scegliere un bersaglio facile, l’onesto lavoratore stimato da tutti, di un’azienda sufficientemente florida in tempo di crisi e non interessata dalla catena di ristrutturazioni e adeguamenti del personale che avrebbero potuto far pensare a una possibile sponda negli operai della fabbrica, quelli che una volta venivano chiamati “fiancheggiatori”, perché fornivano informazioni e movente per gli attentati.

Nel silenzio gonfio di attesa, per gli inquirenti e le istituzioni è significativo che a parlare siano stati prima di tutto gli operai dell’azienda e i centri sindacali, che unitariamente hanno condannato il gesto e si sono stretti attorno all’amministrazione. Del resto appare importante favorire la

coesione sociale, lo spirito unitario di fronte alla possibilità che nel Paese ci siano ancora gruppi eversivi pronti a sfruttare la stagione di crisi per riaffermare, attraverso la violenza, la bontà di un cambio di direzione ideologico-politica ed economica.

Oggi si ricordano le vittime del terrorismo. Verso quel senso di coesione bisogna incanalare le migliori forze e le più ottimistiche prospettive, proprio perché in periodi difficili ciò che viene messo in discussione è il senso della costruzione comune e della reciprocità che consolida la comunità locale e nazionale.

E quanto non sia banale la ricorrenza di oggi, in un Paese come l’Italia che ancora non è riuscito a guardare con onestà e trasparenza alla drammatica stagione terroristica e stragista, lo dicono le parole espresse da Sabina Rossa, figlia del metalmeccanico Guido, che nel 1979 trovò la morte in fabbrica per aver denunciato l’infiltrazione dei gruppi eversivi: «La vicenda del terrorismo è stata lasciata troppo in mano a carnefici, vittime e giudici. Mentre tutta la società dovrebbe occuparsene. Per rompere il muro di omertà trasversale di allora. E per trasmettere alle nuove generazioni il ricordo di quegli orrori».

10-05-2012

Insieme per l'Europa

AD ISCHIA TUTTI AL LAVOROAspettando l'incontro che si terrà a Bruxelles il 12 maggio, si moltiplicano le iniziative . Ecco cosa accade sull’isola verde

di Francesco Schiano

Nato nel 1999, il progetto “Insieme per l’Europa” ha voluto portare in questi anni il proprio contributo alla riconciliazione, alla pace, alla fratellanza nel continente europeo. Dopo secoli di divisioni, comunità, associazioni e movimenti cristiani hanno sentito una forte spinta a ricercare percorsi comuni,

intercettando l’esigenza di una cultura della reciprocità, coinvolgendo le istituzioni e quanti credono nei valori della giustizia, della solidarietà, del rispetto dell’ambiente, di un’economia equa, del rispetto della vita, della pace, della responsabilità verso tutta la società.

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Il comitato "Ischia per l’Europa", formatosi nei primi mesi del 2012, intende mettere in sinergia specificità e competenze differenti di gruppi, movimenti e associazioni cristiane e laiche, delle istituzioni, degli operatori economici, di enti turistici, per sperimentare l’arricchimento vicendevole in una nuova comunione intorno a valori condivisi, per superare le barriere tra persone di nazioni, lingua, culture, età e ambienti diversi, contando molto sulla forza creativa dei giovani, sulla loro volontà di costruire il futuro.

In particolare, in quest’isola che vive con impegno sempre maggiore la sua vocazione turistica, in tanti desiderano, insieme, difendere la natura e l’ambiente, in quanto beni da tutelare e da far risplendere in tutta la loro bellezza, affinché gli spazi, le strade, i giardini, le pinete, gli alberghi, le piazze, le colline, i monti e il mare diventino luoghi di solidarietà e di accoglienza per persone di origini e culture diverse. "Ischia per l’Europa" intende realizzare un percorso originale, fatto di tappe che portino la popolazione dell’isola a sperimentare il valore della fraternità, e a offrirlo come specifico contributo per la realizzazione di un’Europa di pace.

Durante le settimane scorse, e in modo sempre più intenso in questi giorni, si stanno moltiplicando le iniziative di sensibilizzazione e promozione della giornata che si vivrà il 12 maggio prossimo. Un primo importante appuntamento è stato quello di sabato 21 aprile, "Un albero per l’Europa".Momento clou del pomeriggio è stato l’accoglienza delle bandiere delle varie nazionalità europee e la benedizione degli alberi donati dall’AssoPini da parte del vescovo

P. Filippo, che li ha consegnati nelle mani dei sei sindaci isolani, che hanno provveduto nei giorni successivi a farli piantare con l’intervento degli alunni e degli studenti del proprio comune. Tutto fra le coreografie preparate dai ragazzi di alcune scuola di danza che si sono ritrovati per realizzare una coreografia che esprimesse lo spirito della diversità e della varietà nello stare insieme.

Non poteva mancare il contributo delle associazioni ciclistiche e podistiche dell’isola. Così, a piedi e in bicicletta, i nostri amici, partendo dal Monte Epomeo, sono arrivati in piazza degli Eroi con la bandiera dell’Europa.

Tutto questo in attesa della specialissima giornata del 12 maggio prossimo a cui Ischia aderirà in un modo tutto particolare: la popolazione e le diverse associazioni sportive si uniranno in un abbraccio lungo il contorno esterno dell’isola, come espressione della volontà di protezione del patrimonio ambientale, in contemporanea con le diverse manifestazioni in più di duecento città europee. Il percorso sarà suddiviso in segmenti. All’interno della manifestazione, si inserisce anche l’evento mondiale della Run4unity, promosso dai Ragazzi per l’Unità, che percorreranno in marcia un tratto di strada. Fra i confini dei comuni, i sindaci delle singole municipalità si scambieranno il testimone, proseguendo insieme lungo le arterie di collegamento.

Al termine, tutti presso il piazzale Giovanni Paolo II (Forio) per seguire la diretta dell’avvenimento da Bruxelles e per danzare, cantare, discutere di Europa, ambiente, fraternità.

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Giochi olimpici

ACCESO IL FUOCO SACRO Spettacolare cerimonia al Tempio di Era . Dopo una piccola parentesi in Grecia, 8 mila tedofori porteranno la fiaccola lungo le strade del Regno Unito

di Marco Catapano

Il rito è sempre lo stesso, ma il fascino rimane comunque inalterato. Nel corso di una lunga e coreografica cerimonia che si è svolta ad Olimpia, nel luogo dove venivano celebrate le Olimpiadi antiche, la prima sacerdotessa, impersonata dall’attrice greca Ino’ Menegaki, ha acceso giovedì mattina il “fuoco sacro di Olimpia”, uno dei simboli più conosciuti delle Olimpiadi, sfruttando uno specchio parabolico concavo fatto apposta per concentrare i raggi del sole. Poi, intorno alle 11.30, ha consegnato un ramoscello d’ulivo al primo tedoforo, Spyros Gianniotis, un nuotatore greco la cui mamma è inglese, ed ha acceso un esemplare della fiaccola realizzata dal comitato organizzatore delle Olimpiadi di Londra 2012 che Gianniotis teneva nella mano destra. Da quel momento è cominciata ufficialmente la “staffetta della torcia olimpica” che, dopo aver percorso in una settimana circa 3 mila chilometri sul suolo ellenico, porterà il “fuoco sacro” ad Atene il prossimo 17 maggio. Da lì, il giorno successivo, questo sarà poi trasportato nel Regno Unito, dove verrà portato in giro per le strade della nazione ospitante i Giochi, passando di mano in mano in una staffetta suggestiva ed altamente simbolica.

Un viaggio lungo 8 mila migliaSi parte il prossimo 19 maggio dall’estremità sud-ovest dell’Inghilterra, in Cornovaglia (per la precisione dal Land’s End, ovvero, letteralmente, “la fine della terra”), e si arriverà a Londra il 21 luglio. Da quel momento, per sei giorni, saranno attraversati tutti i quartieri della metropoli britannica fino a che, la sera del 27 luglio, nel corso della cerimonia di apertura dei Giochi,

l’ultimo tedoforo accenderà il tripode posto all’interno del nuovo Olympic Stadium. Durante questo viaggio, lungo esattamente 8 mila miglia (12.875 chilometri), saranno toccate tutte le più importanti città dell’Inghilterra, in un percorso che, assicurano gli organizzatori, porterà la fiaccola a passare a meno di dieci miglia di distanza dalle abitazioni del 95 per cento della popolazione britannica, cercando così di far entrare gradualmente nel “clima olimpico” tutto il Paese. Si passerà anche per l’Irlanda del Nord, per il Galles, per la Scozia e, anche se per un breve tratto, per la “Repubblica d’Irlanda” (la fiaccola sarà a Dublino il 6 giugno), grazie ad una scelta “politica” altamente simbolica.

Una staffetta composta da 8 mila tedofori Dopo un’accurata valutazione tra i tantissimi candidati che ne avevano fatto richiesta, per questa particolare staffetta alla fine sono stati selezionati 8 mila tedofori (700 celebrità e 7.300 volontari “comuni” ), tutti scelti in base a specifiche “virtù di coraggio e determinazione” o per “il contributo dato alle comunità locali di appartenenza”. Ciascuno di loro porterà la fiaccola per 270 metri. La porteranno correndo e camminando, in bicicletta o in moto, su un tram o un treno, ma anche sfruttando mezzi di trasporto inusuali come una mongolfiera o un sidecar.

Tantissimi saranno i giovani che avranno questo privilegio, tra cui 212 bambini di 12 anni (altra scelta simbolica, in questo caso con un chiaro riferimento all’anno in corso, il 2012 appunto). Ci saranno poi reduci dall’Afghanistan e alcuni “vecchietti arzilli” come Diana Gould, cittadina

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londinese che compirà 100 anni il prossimo 23 maggio, proprio durante il viaggio della torcia olimpica.

Una fiaccola con 8 mila foriLa fiaccola di Londra 2012 è stata interamente realizzata in metallo dorato (per richiamare la lucentezza e il calore che contraddistinguono la fiamma olimpica), ed ha una particolarità che la rende decisamente originale rispetto a tutte quelle che l’hanno preceduta: sulla sua superficie, infatti, sono presenti ben 8 mila fori, attraverso i quali si potrà vedere il meccanismo che alimenterà il fuoco. Questo numero non è stato scelto a caso, ovviamente, ma vuole rappresentare sia il corrispondente numero di tedofori che avranno l’onore di portare in giro la fiaccola per tutto il Regno Unito, sia il numero di miglia che verranno percorse.

Allo stesso tempo, questa soluzione ingegneristica permetterà di alleggerire il peso della torcia e consentirà quindi un surriscaldamento notevolmente inferiore rispetto alle versioni precedenti. La fiaccola, alta ottanta centimetri, è stata interamente realizzata in alluminio e ha una forma triangolare, anche qui per una scelta non solo artistica quanto piuttosto simbolica, volendo richiamare il numero tre, da tanti considerato il “numero perfetto”: tre, come le parole che compongono il motto olimpico (“Citius!, Altius!, Fortius”, ovvero “Più veloce! Più in alto! Più forte!”); tre come i fondamentali valori delle Olimpiadi (rispetto, amicizia ed eccellenza); tre come i principali obiettivi che si è posto il comitato organizzatore di questa edizione dei Giochi (sport, educazione e cultura); e infine tre come le edizioni delle Olimpiadi ospitate dalla città di Londra (1908, 1948 e 2012).

11-05-2012

Iniziativa nazionale

13 MAGGIO GIORNATA DELLE BUONE NOTIZIECittà Nuova lancia una proposta concreta, che si protrarrà fino al 20 maggio, per influenzare positivamente l'informazione del nostro Paese . Tutti possono esserne protagonisti e promotori

di redazioneweb

Per il 13 maggio Città Nuova propone la prima giornata nazionale delle buone notizie – Good news day, iniziativa che si prolungherà fino al 20. Il progetto, nato all’interno di Loppianolab, il laboratorio per l’Italia dello scorso settembre, intende promuovere una giornata in cui anche la speranza abbia uno spazio adeguato sui nostri media. L’altruismo, la generosità, la solidarietà sono ancora mattoni importanti che costruiscono il nostro Paese e le nostre città: diamogli allora voce e facciamoli conoscere. L’Italia non è fatta solo da furbetti a tutti i livelli, di sprechi e inefficienze. C’è il prezioso lavoro

quotidiano di tanti che spesso non compaiono sotto i riflettori dei media e nelle prime pagine dei giornali. A sostenere quest’iniziativa invitiamo anche i colleghi, con la creatività e la professionalità che li contraddistingue: tutti in fondo conosciamo belle storie che talvolta non emergono dai nostri cassetti o dai nostri taccuini. Proviamoci almeno per un giorno.

Cosa fare?Proponiamo a ogni nostro lettore e a chiunque voglia aderire a questa campagna di contattare dal 13 al 20 maggio un giornalista, un canale

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televisivo locale, una testata della propria città, la segreteria di un grande giornale e proporgli di raccontare una storia positiva della nostra comunità, un fatto di solidarietà, un’azienda che agisce eticamente, una legge a favore degli ultimi: tanti possono essere gli spunti che rendono il bene una notizia. Inviamo un video girato con il nostro cellulare, scriviamo un tweet, mandiamo una mail, facciamo una petizione… Insomma chiediamo ai mezzi di comunicazione di occuparsi anche delle buone notizie.

Diffondere il Manifesto – "Sei passi per un’informazione responsabile" –, che abbiamo già proposto ai lettori di Città Nuova:

1) Non chiudersi nel proprio ghetto informativo ma aprirsi a letture internazionali e a chi la pensa in modo diverso per cogliere la realtà molteplice in cui viviamo;

2) Privilegiare gli incontri con i testimoni: chi ha vissuto in quel luogo e in quel momento storico è una voce autorevole di informazione;

3) Essere protagonisti dell’informazione segnalando fatti, iniziative, persone che possono essere esempi di cittadinanza etica e attiva. Far conoscere anche i disservizi,

le violazioni dei diritti, le inefficienze per migliorare la convivenza;

4) Informare secondo verità sottolineando il positivo delle nostre comunità;

5) Adottare un giornalista e portarlo a conoscenza della vita del territorio, dei germogli di novità e dei progetti che costruiscono una cittadinanza attiva e presente;

6) Sostenere la Giornata delle good news (buone notizie) il 13 maggio, inviando alle redazioni di tutti gli organi di stampa notizie che facciano conoscere il volto positivo dell’Italia.

Perché il 13 maggio? Nella notte del 13 maggio 1944, mentre Trento veniva bombardata, Chiara Lubich, ispiratrice e fondatrice del nostro giornale, animata dal Vangelo scelse di restare tra le macerie e la distruzione, testimoniando la determinazione di farsi carico delle sofferenze della sua gente senza abdicare alla speranza. Siamo convinti che le parole dell’informazione debbano poter raccontare in modo libero tutta la realtà, quella fatta d’ingiustizia e di catastrofi, ma anche quella del bene, della generosità, dell’umanità che sa ancora stupirsi e stupire.

11-05-2012

Cinema

TUTTI I NOSTRI DESIDERIMolti i film in uscita in questo fine settimana che precede il Festival di Cannes . Ne offriamo una selezione, consigliando vivamente l'ultimo lavoro di Philippe Lioret, di struggente, umana bellezza

di Mario Dal Bello

100 metri dal paradiso Era da tempo che non si vedeva una commedia garbata, stile anni Cinquanta, briosa e una volta tanto senza inutili volgarità. La storiella è esile come una favola, ma convincente.

Al dinamico monsignore Angelo Paolini (Domenico Fortunato) viene l’idea di portare alle Olimpiadi londinesi una squadra atletica vaticana. Apriti cielo, è proprio il caso di dirlo. In Vaticano l’ossuto cardinale teutonico Higghins

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(Ralph Palka) è contrario, ma Paolini se le inventa tutte – non le diciamo per non togliere il divertimento – e la spunta, anche perché c’è un Segretario di Stato (Mariano Rigillo, alias cardinal Bertone) che gli fa da spalla. Paolini convince il depresso ex sportivo Jordi Mollà a farci entrare il giovane promettente atleta, suo figlio Tommaso (Lorenzo Richelmy), che addirittura vuol farsi frate. E la cosa si fa, con l’aiuto dell’allenatore Giorgio Colangeli. Snello, veloce e con una serie di gag spiritose, specie di Colangeli, il film respira leggerezza, non senza tocchi commossi e verità snocciolate con nonchalance (il rapporto padre-figlio, la Chiesa vera senza cliché, una “vocazione religiosa”, l’amore…) e uno stuolo di attori in forma. Il gioco di squadra è riuscito. Il capitano, Domenico Fortunato, che assomiglia a un Carlo Verdone senza tic, manie e pessimismi, bensì giocoso e umano, è formidabile. Della serie: ci si può divertire, rilassare e pensare senza le solite stupidità delle cosiddette “commedie all’italiana”. Raffaele Verzillo, regista, ha ritmo, buon senso, sa estrarre il meglio dagli attori e si diverte anche lui. Meno male, così ci divertiamo anche noi. Dark Shadows (Ombre nere) Riecco Tim Burton e l’attore feticcio Johnny Depp. Ma anche Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter, Eva Green. Un grappolo di star per l’ultima opera del fantasmagorico regista che si inventa una favola gotica niente male, un melodramma vampiresco di amore e morte, sconfitta e vittoria. Rivisitato con lo spiritello caustico, ironico e, perché no?, compiaciuto di un regista che porta sullo schermo Barnabas Collin, personaggio della serie cult della tivù americana. Con un Depp fascinoso nel pallore cadaverico e sanguigno di un innamorato, trasformato in vampiro dalla strega non riamata, e risorto dopo duecento anni, nel 1972. Ovviamente, Burton-Depp si divertono a ironizzare sui contrasti fra le due epoche storiche. Esilarante la scena in cui Barnabas-Depp vede una grande scritta “M” e pensa subito a Mefistofele, il demonio, mentre invece si tratta dell’insegna di un McDonald (ma non sarà questo un diavolo d’oggi?, chi lo sa cosa passa per

la testa del duo Burton-Depp) o la serata con gli hippies (briose caricature del regista) che il buon Depp si succhierà uno a uno.… Cose di questo genere se ne trovano lungo un film fantasioso, barocco, a cominciare dalla camminata da damerino di D a cui fa da riscontro Eva Green nella parte di una strega vamp, che, vedi un po’, ha qualcosa che sta fra Marilyn Monroe e Madonna. Potenza dell’ironia di Burton.Diverte, la favola nera, dove sono i piccoli ad avere il contatto con l’aldilà, forse perché sono ancora innocenti. Mentre gli adulti si giocano le vite in duelli orrorifici all’ultimo sangue. Per chiudere con l’amore, filo rosso di un film forse un po’ logorroico, ma comunque sospeso tra fiaba crudele e crudele (anche se non si vede) considerazione sull’ingorda avidità del nostro tempo. Isole Poesia minimale dolce e triste quest’opera dell’abruzzese Stefano Chiantini. Poesia di silenzi infiniti e profondi, quello del vecchio prete malato, don Enzo (un irsuto, commovente Giorgio Colangeli), che protegge la figlioccia muta Martina (Asia Argento, dallo sguardo parlante), nel suo trepido amore per l’immigrato Ivan (Ivan Franek), dall’incomprensione dell’acida sorella del prete, Wilma (una bravissima Anna Ferruzzo). Intorno, la natura marina e rocciosa delle Isole Tremiti, luogo estraneo al mondo: chiuso, finito, eppure infinito e trepidante. Delicato, essenziale, il film di Chiantini è un gioiello, raro di questi tempi, specie nei giovani autori. Non ha paura del pudore dei sentimenti, il Chiantini, supportato da attori convinti, come Colangeli, che qui risalta in una delle sue migliori interpretazioni. Poesia di un’umanità piccola, ma vera, che sa di cinema d’altri tempi, dove bastava uno sguardo, una mossa per dire molte cose della vita. Alieno da ogni retorica e chiacchiera inutile – troppi film di giovani autori sono logorroici – l’opera vive di una vita intima e luminosa. Da non perdere. Il richiamo Poteva essere un’opera sensibile, sulla solitudine affettiva e la ricerca di una vera amicizia.

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Direttore responsabile: Michele Zanzucchi - Redazione: Maddalena Maltese, Sara Fornaro, Roberta Ruggeri

Progetto Grafico: Umberto Paciarelli

Gruppo editoriale Città Nuova. Autorizzazione tribunale di Roma n. 339/2009 del 06/10/2009

Ma ormai la moda impone l’amore lesbico e così le pur bravissime Sandra Ceccarelli e Francesca Inaudi hanno affrontato nel film di Stefano Pasetto questo aspetto, che fa certo parte della vita ma, da come lo si presenta, sembra che non possa sussistere un’amicizia tra donne senza finire nel sesso. Sa tanto di manifesto ideologico o, se si vuole, di cliché. Peccato, perché appesantisce il film con una storia, purtroppo, già vista. Ci aspettavamo un pizzico di originalità, maggiori sfumature psicologiche e quella capacità di “togliere” il troppo che il cinema talora pare abbia dimenticato. Tutti i nostri desideri Si può parlare di dolore senza essere lacrimosi e stucchevoli? Philippe Lioret, autore dello splendido "Welcome", raggiunge lo scopo. Con una sincerità disarmante, un pudore dei sentimenti e una verità sulle persone e le cose che fa del suo nuovo film un’opera sulla vita e l’amore di struggente, umana bellezza. In Francia, vicino a Lione, Claire (Marie Gillain, che coniuga “col corpo” dolcezza e forza) è una

giovane giudice decisa ad aiutare una giovane donna, ricattata dalle banche. Claire, che ha un’infanzia dolorosa alle spalle ed ora vive in una famiglia felice di due bimbi con un marito che l’ama, comprende e si butta nel gioco, convincendo il riottoso e burbero collega Stéphane (Vincent Lindon) a darle una mano. Ma, quando la vittoria si avvicina, tra le inevitabili sospensioni, ecco che il male aggredisce Claire, che tuttavia combatte la sua battaglia, indomita, sino alla fine, decidendo di sottrarsi all’accanimento terapeutico.Questo non è un film, ma un mondo. Tanta è la complessa varietà sentimentale, l’intreccio affettivo, il dramma vissuto con determinazione e pudore insieme. Lioret non è mai eccessivo e dà l’esempio di un cinema che sa “togliere”, riuscendo così altamente efficace nel presentare situazioni e caratteri. Si parla di dolore e di morte, di famiglia e di amore senza una sbavatura, di libertà e di coscienza. Delicatissimo, sobrio e interpretato alla grande, è un film assolutamente da non perdere. Uno dei miglior dell’annata.

DICONO DI CN7Benvenuto CN7!Alberto - Argentina

CN7... Evviva! Bravissimi! Lo giriamo... Anna - Lonigo (Vi)

Ho letto ora (e scaricato) della vostra novità, CN7: meraviglioso! Non vorrei perdere i numeri seguenti. Grazie mille per questo e per tutto!Anna - Ferrara

Poco fa stavo girellando su Facebook e ho visto la nuova iniziativa CN7, mi è piaciuta e volevo darvi subito riscontro. È fresco e "spendibile", puoi mandarlo ad amici tramite la mail e si può mettere nell'iPad per leggerselo ovunque!Grazie e a presto!Andrea - Perugia

Complimenti per CN7! Molto ben fatto! Bravi!Flavia - Catania