Sommario Angola: attorno al petrolio il Paese cresce · Paese emergente dell'Africa, ha raggiunto...

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Il Governo angolano preme l'acceleratore sul programma di rico- struzione delle infra- strutture del Paese. In particolare sta ora af- frontando la situazione dei porti per i quali so- no stati messi a bilan- cio, nel 2009, circa 2 miliardi di euro. ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario ANGOLA Dopo strade e ferrovie, Luanda rilancia i porti pag 8 Crescita Pil pari al 7,5% secondo le previsioni della Banca Mondiale pag 10 Decollano il turismo e i nuovi alberghi pag 11 Il Paese punta su filiera saccarifera, allevamento, ortofrutta pag 12 Anno 4° - 16 marzo 2010 n. 3 SETTORI E AZIENDE Agroalimentare Energia Industria del giocattolo Infrastrutture ed edilizia Metallurgia Petrolchimica Servizi giuridici Trasporti pag 14-22 Dopo strade e ferrovie, Luanda rilancia i porti INFRASTRUTTURE Il principale intervento riguarda Lobito. L'obiettivo immediato è quello di utilizzare questo porto per de- congestionare quello di Luanda dove attual- mente transita l'80% delle merci importate in Angola. continua a pagina 8 Gli interventi più rilevanti riguardano il porto di Lobito da cui parte la ferrovia del Bengue- la in fase di riabilitazione. Ma sono partiti la- vori di ampliamento anche per Cabinda,Soyo e Namibe. Mentre per la capitale è in fase di studio un megaprogetto di sviluppo costiero con la costruzione di un nuovo porto a 40 chi- lometri di distanza da quello attuale Ministero degli Affari Esteri Paese emergente dell'Africa, ha raggiunto punte di crescita fino al 22% negli anni pre- cedenti alla crisi. Ma ha risentito, soprattut- to nella prima parte del 2009, del rallenta- mento del prezzo del greggio. Ora, con il pe- trolio tornato sopra agli 80 dollari a barile, è pronto a ripartire con tassi di aumento an- nuo del PIL nell'ordine del 7-8 per cento. Al di là dei numeri, l'aspetto importante è che la maggior parte degli introiti del petrolio, dei diamanti e delle materie prime, in Angola, a Angola: attorno al petrolio il Paese cresce La crisi ha avuto un impatto tutto sommato ridotto sul boom angolano. Accanto all'edilizia e alle infrastrutture il Governo di Luanda punta a rilanciare altre filiere con particolare riguardo ad agroindustria, energie rinnovabili e turismo. Nel 2010 è prevista una crescita del PIL del 7-8 per cento differenza di quanto talora avviene talora in altri Paesi , sono utilizzati in modo produtti- vo. Contribuiscono a finanziare uno Stato che, con l'aiuto delle imprese e di decine di migliaia di operai cinesi e stranieri sta (ri) costruendo autostrade, linee ferroviarie, porti, grattacieli, reti telefoniche, infrastrut- ture urbane, quartieri residenziali. Promuo- vendo così un forte rilancio anche di attività indotte come commercio e servizi continua a pagina 2 Realizzata dal Sole 24Ore in collaborazione con l'Ufficio sostegno imprese della Farnesina (DGCE) - [email protected] Una veduta aerea di Luanda, la capitale dell’Angola

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Il Governo angolanopreme l'acceleratoresul programma di rico-struzione delle infra-strutture del Paese. Inparticolare sta ora af-frontando la situazionedei porti per i quali so-no stati messi a bilan-cio, nel 2009, circa 2miliardi di euro.

E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

ANGOLA

Dopo strade e ferrovie,Luanda rilancia i porti

pag 8Crescita Pil pari al 7,5%secondo le previsioni dellaBanca Mondiale

pag 10Decollano il turismo e inuovi alberghi

pag 11Il Paese punta su filierasaccarifera, allevamento,ortofrutta

pag 12

Anno 4° - 16 marzo 2010

n. 3

SETTORI E AZIENDE

AgroalimentareEnergiaIndustria del giocattoloInfrastrutture ed ediliziaMetallurgiaPetrolchimicaServizi giuridiciTrasporti

pag 14-22

Dopo strade e ferrovie, Luanda rilancia i porti

INFRASTRUTTURE

Il principale interventoriguarda Lobito.L'obiettivo immediatoè quello di utilizzarequesto porto per de-congestionare quellodi Luanda dove attual-mente transita l'80%delle merci importatein Angola.

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Gli interventi più rilevanti riguardano il portodi Lobito da cui parte la ferrovia del Bengue-la in fase di riabilitazione. Ma sono partiti la-vori di ampliamento anche per Cabinda,Soyoe Namibe. Mentre per la capitale è in fase distudio un megaprogetto di sviluppo costierocon la costruzione di un nuovo porto a 40 chi-lometri di distanza da quello attuale

Ministero degli Affari Esteri

Paese emergente dell'Africa, ha raggiuntopunte di crescita fino al 22% negli anni pre-cedenti alla crisi. Ma ha risentito, soprattut-to nella prima parte del 2009, del rallenta-mento del prezzo del greggio. Ora, con il pe-trolio tornato sopra agli 80 dollari a barile, èpronto a ripartire con tassi di aumento an-nuo del PIL nell'ordine del 7-8 per cento. Aldi là dei numeri, l'aspetto importante è chela maggior parte degli introiti del petrolio, deidiamanti e delle materie prime, in Angola, a

Angola: attorno al petrolio il Paese cresce La crisi ha avuto un impatto tutto sommato ridotto sul boomangolano. Accanto all'edilizia e alle infrastrutture il Governodi Luanda punta a rilanciare altre filiere con particolare riguardo ad agroindustria, energie rinnovabili e turismo. Nel 2010 è prevista una crescita del PIL del 7-8 per cento

differenza di quanto talora avviene talora inaltri Paesi , sono utilizzati in modo produtti-vo. Contribuiscono a finanziare uno Statoche, con l'aiuto delle imprese e di decine dimigliaia di operai cinesi e stranieri sta (ri)costruendo autostrade, linee ferroviarie,porti, grattacieli, reti telefoniche, infrastrut-ture urbane, quartieri residenziali. Promuo-vendo così un forte rilancio anche di attivitàindotte come commercio e servizi

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Baia di Luanda, la nave petrolifera Saipem 10000 (Foto V.Bernard)

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Angola: attorno al petrolio il Paese crescedalla prima pagina

I cinesi non sono soli: l'Angola ha at-tratto negli ultimi anni imprese costrut-trici e capitali da Brasile, Spagna, Por-togallo,Stati Uniti, per citare solo i mag-giori. E, naturalmente si muovono nelPaese (quasi) tutte le maggiori multina-zionali petrolifere. Incluso il gruppo Eniche spicca all'interno di un drappello diimprese italiane che hanno investitonel Paese: Trevi e CMC Ravenna nelsettore costruzioni, i gruppi Cremonininella filiera logistico-alimentare, e Pel-legrini nel catering per le grandi com-pagnie petrolifere, Grimaldi nei tra-sporti, Saipem nell'industria petrolife-ra, Iveco nell'autotrasporto. Si aggiun-gono alcune società locali fondate daimprenditori di origine italiane comeCoinda (materiali da costruzione ededilizia) o Intertransports (logistica e

servizi portuali, grande distribuzione,cave ed edilizia).Il mercato angolano ha un grande po-tenziale di attrazione anche per prodot-ti di consumo, materiali e attrezzature,come dimostrano gli ultimi dati dell'ex-port italiano: + 130% nei primi dieci me-si del 2009, per un totale di circa 430milioni di euro, mentre si parla di un an-no nero per il commercio mondiale.Sullo spazio aperto per una maggiorepresenza italiana in Angola intervistia-mo l'Ambasciatore italiano a Luanda,Giuseppe Mistretta.

Le imprese italiane hanno saputoprofittare del boom angolano?Direi di sì, anche se c'è sempre spazioper il miglioramento: innanzitutto c'è lapresenza qualificata del gruppo Eni, sianel settore petrolifero che in quelloemergente del gas naturale e include

PAESI TERZI

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anche l'apporto di Saipem nell'impianti-stica. I dati sulle esportazioni italianenon solo dicono che il mercato è apertoanche per noi, ma che la gamma mer-ceologica è molto vasta. Tra le voci piùsignificative dell'export italiano figuranomacchinari, semilavorati come i tubi emateriale per l'impiantistica, ma ancheprodotti agroalimentari e di consumo,materiali da costruzione, apparecchisanitari, mobili per ufficio. Aggiungo chei numeri di cui disponiamo sono incom-pleti perché non tengono conto di unasignificativa quota di esportazioni indi-rette che transitano attraverso Sudafri-ca e Portogallo. Purtroppo, buona partedelle vendite dei nostri prodotti in Ango-la avviene attraverso intermediatoricommerciali, mentre sarebbe auspica-bile una maggiore presenza delle no-stre imprese sul posto.

Si può affermare che il Sistema Italianel caso dell'Angola, si è un po' di-stratto?C'è stato un ritardo, forse inevitabile,nella percezione dei cambiamenti chehanno investito questo Paese. L'imma-gine dell'Angola, come quella di altreNazioni africane, è ancora associata al-le vicende della guerra civile, mentreoggi il Paese è indubbiamente moltostabile. I movimenti di opposizione sonostati integrati nel sistema politico e orasul territorio si aprono centinaia di can-tieri. Non sono molti gli Stati africani do-ve quasi tutte le maggiori città sonocollegate da strade nuove di zecca, o

comunque in buone condizioni. Con ae-roporti e collegamenti interni funzionan-ti. Si tratta di una crescita che per moltiversi ricorda quella delle cosiddette "ti-gri asiatiche" degli anni novanta.

Ritrova quindi anche i cinesi?Indubbiamente stanno dando un con-tributo determinate alla ricostruzionedel Paese. Colpisce il loro attivismo:imprese e uomini in perenne movimen-to. In occidente diremmo che sono"workaholic", ed infatti sono poco visi-bili nella vita associata e nel tempo li-bero, ma molto presenti nei cantieri enegli impianti.

Imprese e uomini ma anche capitali?Sì, ormai si parla di "modello angolano"per definire il tipo di meccanismo che èstato individuato da Pechino per finan-ziare tutti questi lavori e queste infra-strutture. In pratica la Cina anticipa icapitali garantendoli con contratti difornitura di petrolio a lunga scadenza.Ma anche altri Paesi con particolare ri-guardo a Spagna, Brasile e Portogallo,che sono partner tradizionali di questoPaese o comunque interessati al suosviluppo, hanno attivato crediti di aiutovalutabili nell'ordine di 2,5 miliardi dieuro complessivi. Recentemente si èaggiunto anche il Fondo Monetario,che ha attivato una cosiddetta standbyfacility di 1,3 miliardi di dollari per supe-rare le difficoltà transitorie derivantidalla caduta dei prezzi mondiali del pe-trolio, che peraltro stanno risalendo.

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Luanda, la baia e la città (Foto V.Bernard)

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Però ci sono stati ritardi di pagamentoper alcuni fornitori esteri del Paese in-cluse alcune imprese italiane...È vero, ma se andiamo a guardare neldettaglio vediamo che non sono dovutea una carenza di fondi bensì all'introdu-zione, da parte del Ministero delle Fi-nanze, di misure di controllo più seve-ro sui trasferimenti di valuta all'estero.Questo è avvenuto dopo la scoperta dipesanti irregolarità. Purtroppo, i prov-vedimenti hanno provocato un bloccoindiscriminato, incluse molte operazioniche non erano in relazione con gli epi-sodi incriminati. Ma il problema dovreb-be essere in fase di soluzione.

L'Angola è un Paese caro?Si, questo purtroppo è un ostacolo acui sono sensibili anche le piccole emedie aziende. D'altra parte è un feno-meno che si è visto anche in altri casi,ad esempio in Europa dell'Est. Quandoin un Paese si aprono nuove opportuni-tà, arrivano investitori e trader dal-l'estero e si creano inevitabilmente deicolli di bottiglia iniziali nel reperimentodi alloggi, uffici, personale qualificato,prodotti di qualità. Accade allora che ilcosto della vita per aziende che hannobisogno di crearsi una base in loco, in-viando anche personale proprio a cuigarantire uno standard di vita occiden-tale, diventi veramente elevato. In que-sto caso, le compagnie petrolifere ediamantifere fanno la parte del leone.

Alla cooperazione cinese viene rim-proverato di formare un mondo chiu-so, poco disponibile a impiegare uo-mini e risorse locali?Il dibattito sull'apporto straniero in gene-rale è aperto. È evidente che il Governoangolano preferirebbe che gli investi-menti effettuati nelle infrastrutture offris-sero il massimo di opportunità di lavoroalla popolazione locale. E questo anchein termini di formazione, acquisizione diknow how, e via dicendo. Nella fase ini-ziale tutto questo era difficile in quanto ilPaese doveva ancora organizzarsi e ciòpuò spiegare anche l'approccio sceltodalle imprese cinesi. Ora le cose stannoin parte cambiando. E quindi, a maggiorragione, questo significa che c'è spazioper tutti, anche nel settore delle costru-zioni e delle infrastrutture. Non dimenti-chiamo che accanto alle imprese cinesisono impegnate in Angola anche grandiimprese brasiliane come Oderbrecht, eportoghesi come Soares da Costa. Cer-to, bisogna essere presenti e parteciparealle gare indette dallo Stato, o dagli Entiresponsabili angolani. Aggiungerei chenon è vero che i giochi siano decisi inpartenza: in genere vince l'offerta miglio-re. CMC Ravenna è riuscita ad aggiudi-carsi importanti commesse nel settoredella riabilitazione di importanti trattestradali (Songo-Bembe, Negage N'Sos-soe) e della costruzione di nuove tratteautostradali (Quifumo-Soyo) per quasi400 chilometri. Il gruppo Progest, che

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Angola - Un ponte sul fiume Kuanza (Foto V.Bernard)

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gestisce la discarica di Luanda, ha ancheaperto la strada nel settore della gestionedei rifiuti. Ma ci sono altre filiere affini, adesempio la gestione del ciclico idrico in cuile imprese italiane possono introdursi. Lecittà angolane stanno crescendo e hannobisogno di tutte le infrastrutture di base.

Oltre a queste, l'Angola offre anchealtre opportunità?L'Ambasciata sta svolgendo un lavorodi monitoraggio delle filiere dove leaziende italiane hanno maggiori proba-bilità di successo. Al primo posto mette-rei il settore agroalimentare e questoper diversi motivi. Lo sviluppo della filie-ra è una priorità anche per il Governodi Luanda che sta investendo in infra-strutture e avviando alcune operazionipilota per supportarne la crescita. Va ri-cordato che prima delle guerra civilel'Angola non solo era in grado di soddi-sfare al proprio fabbisogno alimentarema era anche un esportatore di prodot-ti dell'allevamento, della pesca, di le-gname, e via dicendo. Ora vuole torna-re ad esserlo anche perché un'agricol-tura fondata su produzioni commercialie non più, soltanto, di auto sussistenza,è in grado di fornire lavoro e importantipossibilità di crescita al territorio.Il netto miglioramento in atto nei tra-sporti è già un passo in avanti. Ma c'ètutto il resto della filiera da costruire:

sistemi di stoccaggio, refrigerazione,trasformazione. Sono tutte realizzazio-ni per le quali, alle aziende italiane, vie-ne universalmente riconosciuto un ruo-lo di primo piano. Aggiungerei anche lafiliera della pesca: l'Angola si estendesu 1.650 chilometri di coste che sonotra le più pescose del mondo. Negli an-ni '70 la produzione ittica, allora domi-nata da pescherecci portoghesi basatinei porti delle Province del Namibe edel Banguela, aveva raggiunto 850 mi-la tonnellate anno. Si trattava soprat-tutto pesce azzurro: sardine e sgombri.Il Paese figurava ai primi posti nellaclassifica degli esportatori ittici mondia-li. Poi ci sono stati anni di decadenzadovuti alla guerra civile. Recentementeil Governo ha deciso di rilanciare l'atti-vità e ha regolamentato le concessioniattribuite alle navi da pesca straniere,ma è evidente che punta anche a svi-luppare un'attività indigena, sia per lacattura che per le successive attività dilavorazione, anche con l'apporto di ca-pitali e know how stranieri.La maggior parte dei pescatori angolaniè tuttora costretta a utilizzare imbarca-zioni rudimentali. Escono in squadre for-mate da barche a remi e piccoli gozzi amotore, e ugualmente riescono a rien-trare carichi di pesce. Nel settore co-munque, si sta concentrando l'attenzio-ne di operatori spagnoli e portoghesi.

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Cabo Ledo (Angola) - Pescatori lavano il pesce (Foto V.Bernard)

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Il Governo sta investendo nell'acquistodi attrezzature e pescherecci da diversiPaesi, inclusi Cina, Spagna, Portogalloe Polonia. Quest'ultimo Paese ha ancheattivato dei consistenti crediti di aiutoper questo settore.

E l'Italia?Ci sono stati degli scambi con la Regio-ne Sicilia in seguito a una visita effettua-ta a Mazara del Vallo dell'ex ministro del-la pesca angolano, nel dicembre 2009.Ma c'è moltissimo da fare, anche perchélo sviluppo della filiera della pesca è unodei settori su cui si concentrano gli aiutidell'Unione Europea all'Angola, accessi-bili anche alle nostre imprese per rappor-ti di partnership e fornitura.

L'Angola ha anche un potenziale tu-ristico? La filiera ha avuto un forte impulso in oc-casione dei mondiali di calcio, svoltisi ingennaio in Angola. Il Governo sta quindivalutando un rilancio che si muove in piùdirezioni. Il primo obiettivo è l'incrementodell'offerta destinata al mondo degli affa-ri e quindi delle grandi strutture alber-ghiere. A Luanda fino a poco tempo fac'erano solo due alberghi di standard in-ternazionale, ora se ne stanno aprendodiversi e il fenomeno si sta allargandoanche ad altre località del Paese. Ma stainiziando anche un decollo del turismoorganizzato. Per ora non è comparabilecon quanto sta avvenendo in altri Paesi

africani come la Costa d'Avorio, il Sene-gal, la Tanzania, o il Botswana. Ma è si-gnificativo il fatto che il Governo abbiavarato un piano di rilancio e ripopolamen-to dei parchi naturali.

Le opportunità nel settore energeti-co sono limitate al petrolio?No, e questo è un altro messaggio im-portante da lanciare: il Governo ango-lano punta fortemente a sviluppare fon-ti alternative in quanto questo consen-te di massimizzare gli introiti in valuta.È in atto quindi una valorizzazione delconsistente patrimonio idroelettrico chegià oggi copre più del 50% della produ-zione di elettricità ma che è sfruttato soloin piccola parte. Secondo studi effettuatiin passato dai Portoghesi e ripresi anchedall'Agenzia Internazionale dell'Ener-gia, l'Angola, grazie ai suoi fiumi, disponedi un potenziale idroelettrico pari ad alme-no 18mila Megawatt di cui oltre 8mila lun-go il fiume Kwanza. L'Ente elettrico staavviando la costruzione di diverse nuovedighe, ma il Paese punta anche allo svi-luppo del segmento cosiddetto mini-idroelettrico che richiede minori investi-menti. Si aggiunge l'intera gamma dellealtre energie rinnovabili: eolico, solare ebiomasse. In questo ultimo settore, c'è unforte coinvolgimento del gruppo brasilianoPetrobras. Infine la filiera degli idrocarbu-ri si sta diversificando. Accanto all'estra-zione di petrolio si tratta di sfruttare ilgas. Sia quello associato al petrolio nei

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Cabo Ledo (Angola) - La località, già popolare tra i surfisti, ha un alto potenziale turistico (Foto V.Bernard)

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giacimenti, che quello in giacimenti in-dipendenti. Una parte sarà esportataattraverso il nuovo impianto di liquefa-zione di Angola Gas in cui, tra l'altro,Eni ha una quota del 13 per cento. Masoprattutto si tratta di sviluppare l'utiliz-zo interno. La prima linea di intervento,già avviata, riguarda la costruzione diimpianti termoelettrici alimentati a gasche dovrebbero consentire di colmarel'attuale deficit di produzione elettricache si traduce in frequenti limitazioni einterruzioni delle forniture. Ma la dispo-nibilità di gas apre la strada alla cresci-ta di diverse filiere collegate come imateriali da costruzione e in un futuronon lontano potrebbe aggiungersi lametallurgia, in quanto in Angola esisto-no importanti giacimenti di bauxite.Inoltre, con la diversificazione dellefonti energetiche del Paese e la cresci-ta degli utilizzi e dei consumi è neces-sario investire anche nelle reti di tra-sporto di distribuzione e nella loro inter-connessione. E questo sia per il gassia, soprattutto, per l'elettricità. Attual-mente intere aree del Paese e anchemolte zone cittadine sono ancora ali-mentate con piccoli generatori dieselisolati che spesso servono piccole retilocali. Sono tutti settori in cui l'offertadelle imprese italiane può essere forte-mente competitiva.

In generale come si sta muovendo ilSistema Italia in Angola?Ha iniziato a recuperare terreno. Nel2009 c'è stata un'importante missioneguidata dal Vice Ministro per lo SviluppoEconomico Adolfo Urso a cui hanno par-tecipato una settantina di imprese appar-tenenti a un largo spettro di attività: co-struzioni, agricoltura, pesca, impiantisticae via dicendo. Quest'anno sono previstealtre due missioni di filiera nel settoreagroalimentare e delle costruzioni. Anchela nostra cooperazione si sta muovendocon iniziative limitate ma che hanno unagrande valenza sociale: sono operazionidi sminamento del territorio e il supportoai tribunali e alle strutture locali per fron-teggiare il problema, purtroppo diffuso,della criminalità giovanile. Procede anchela cooperazione su base Regionale conrisultati spesso sorprendenti. Ad esempiola Regione Abruzzo ha potuto coordina-re una quindicina di imprese che parteci-peranno quest'anno alla Fiera di Luban-go. Operano in settori diversi: impianti fo-tovoltaici, pozzi, condutture di acqua po-tabile, forni. Contestualmente l'ospedaledi Pescara ha siglato un accordo di coo-perazione con quello di Lubango. Sonoiniziative nate da contatti individuali mache hanno trovato poi un canale istituzio-nale per crescere.

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Lubango (Angola) - Panorama della città (Foto Erik Cleves Kristensen/Wikimedia.org)

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Due Oceani collegati su rotaiaTutto questo grazie al ripristino e com-pletamento della Ferrovia del Benguela,che partendo da Lobito, attraversa par-te del territorio angolano collegandosi aLuau, con la rete della Repubblica De-mocratica del Congo e di qui versoZambia, Tanzania, Mozambico (rete infase di ripristino), Zimbabwe, Botswanae Sudafrica. I lavori della ferrovia delBenguela, secondo quanto annunciatodal China Railway Bureau che li starealizzando, dovrebbero essere com-pletati nel 2011. Sempre a Lobito lacompagnia petrolifera di stato angola-na, Sonangol, ha avviato la costruzio-ne di una grande raffineria e di un termi-nale petrolifero.Interventi sono previsti anche per il por-to di Luanda con la costruzione di 3nuovi moli e dove sono state acquistate

dalla prima pagina

A Lobito, China Harber EngineeringCompany sta concludendo i lavori per lacostruzione di una nuova banchina di350 metri di lunghezza che ha comporta-to un investimento di 500 milioni di dolla-ri. Ma sono avviati anche altri interventiper ulteriori 1,3 miliardi, inclusi un termi-nale per carichi secchi e uno per la mo-vimentazione di minerali. Lobito, che nel 2009 ha movimentato 2milioni di tonnellate di cargo, è infatti de-stinato a diventare anche un polo logisti-co strategico per l'esportazione di mine-rali, legname e prodotti petrolchimici el'importazione di prodotti finiti da e versol'Angola, ma anche il Congo e lo Zambia.Sarà inoltre il terminale sull'Atlantico diun vero e proprio corridoio transoceani-co collegato su rotaia con una serie diporti africani affacciati sull'Oceano india-no: Dar El Salam, Beira e così via.

Dopo strade e ferrovie, Luanda rilancia i porti

SVILUPPO

Lobito (Angola). L’area del principale porto del Paese vista dal satellite

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nuove attrezzature per accelerare lamovimentazione delle merci, con inve-stimenti complessivi per 130 milioni didollari. Nel 2009 il porto ha gestito unmovimento di merci per circa 7 milionidi tonnellate contro i 6 milioni del 2008.I tempi di attesa per le navi si sonougualmente ridotti da circa 45 ad 8 o 10giorni. Ma il Governo ha anche avviatouno studio per la costruzione di un nuo-vo porto che si dovrebbe chiamareLuanda II e che sarebbe individuato aDande, località a 40 km dalla capitale.Il programma è molto ambizioso inquanto prevede la trasformazione dicirca 40 km di costa.

Cabinda in competizione con Pointe Noire

Necessita di interventi anche il porto diCabinda, l'enclave angolana lungo lacosta congolese, dove sono state effet-tuate opere diverse (canali di accesso,bacino di manovra, edifici amministrati-vi e servizi tecnici) con un esborso di89 milioni di dollari senza però ottene-re i risultati sperati. Mancano alcuni in-terventi essenziali, che pure sono pre-visti, come la costruzione di un nuovomolo e la pavimentazione dei 55mila m2

dell'area portuale. Cabinda, che operaanche e soprattutto per i Paesi vicini,subisce così la crescente concorrenzadel vicino porto di Pointe Noire nelCongo Brazzaville, anche perché le ta-riffe del porto angolano sono diventateproibitive. Il costo per il deposito di uncontainer è salito da 4 a 60 dollari algiorno. In cambio, un progetto della so-cietà americana Goodwork, che pre-vedeva la costruzione di un nuovo ter-minale con un investimento di 300 mi-lioni di dollari, non ha ottenuto il nullao-sta delle Autorità.Investimenti su scala minore (3 milionidi dollari) sono stati effettuati poi nelporto di Soyo, che ha registrato un con-sistente aumento della movimentazio-ne. Localizzato a nord di Luanda, vici-no a un aeroporto, Soyo è un importan-te terminale petrolifero. Nel 2010 è inprogetto la costruzione di altre banchi-ne che consentiranno l'attracco di 5 na-vi contemporaneamente.Interventi di ampliamento sono stati av-viati infine nel porto di Namibe, partico-larmente importante per la movimenta-zione di minerali, con la costruzione diun nuovo molo di 240 metri. I lavori so-no affidati alla TOE giapponese.

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Cabinda (Angola). La baia vista dal satellite

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valentemente sulla spesa corrente. Nondovrebbe variare significativamente la quo-ta di spesa destinata al settore sociale, cheè così suddivisa: educazione (8,52%), sani-tà (5,02%), protezione sociale (9,73%). Intale contesto si prevede che l'inflazione, do-po aver raggiunto nel 2009 il valore mediodel 14%, possa ridursi leggermente, con unlivello intorno al 13 per cento.La comunità internazionale, anche sulla ba-se delle recenti previsioni macroeconomi-che, sembra continuare a credere nello svi-luppo economico angolano e numerosi so-no i segnali positivi; ad esempio molte im-prese continuano a lavorare anche senzaaver ricevuto i pagamenti governativi a cau-sa della recessione appena terminata. Gliinvestimenti esteri crescono, vengono aper-te nuove linee di credito che si aggiungonoal prestito deliberato dal FMI (1,4 mld di dol-lari) alla fine dello scorso anno. Le opportu-nità di business continuano dunque ad es-sere numerose, soprattutto in prospettiva diun 2010 che si preannuncia favorevole.

Sulla base delle previsioni pubblicate nelmese di gennaio dalla Banca Mondialee dal Banco Nacional de Angola (BNA),nel 2010 l'economia angolana dovrebbetornare a crescere a un ritmo sostenuto,dopo l'arresto subito nel 2009. La previ-sione della Banca Mondiale è di un incre-mento pari al 7,5% del Pil, mentre il BNAazzarda un più ottimistico 8,6%, suddivi-so tra un aumento del 3,4% per il settorepetrolifero e del 10,5% per le attività non-oil. Molto dipenderà dall'andamento deiprezzi petroliferi, che nelle stime del BNAsi assumono ad un livello medio di 58dollari Usa al barile. Sul fronte della finanza pubblica, il rialzodel prezzo del petrolio dovrebbe garanti-re maggiori entrate rispetto al 2009(+6,5%). Tuttavia, sulla base del budgetapprovato alla fine dello scorso anno, sa-rà perseguita anche nel 2010 una politicafiscale e monetaria restrittiva, necessariaal fine di controllare l'inflazione. La spesa pubblica passa dai 34,36 miliardidi dollari del 2009 a 28,18 miliardi nel2010, con tagli che si concentreranno pre-

Crescita Pil pari al 7,5% secondole previsioni della Banca MondialeNel 2009 il Governo ha perseguito una politica monetaria restrittiva con l'obiettivo di bloccare l'inflazione. Ma ora c'è una diffusa fiducia nel grande potenziale del Paese

ECONOMIA

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Luanda, la sede del Banco Nacional de Angola

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AAA ha identificato il settore come unadelle aree prioritarie di investimento e in-tende lanciare una catena con 80 unitàin tutto il Paese. Il settore alberghiero, inoltre, fa parte diquelli sponsorizzati dall'Agenzia per lapromozione degli investimenti priva-ti ed è, almeno per il momento, esenta-to dal pagamento della Industrial Tax (latassa sulle società). Il Governo di Luan-da sta comunque predisponendo unquadro normativo per il settore più det-tagliato di quello attuale e ha preannun-ciato facilitazioni per gli investitori sianell'acquisizione delle aree che nell'ac-cesso a finanziamenti ad un tasso di in-teresse agevolato. La parte preponde-rante delle nuove strutture sarà localiz-zata a Luanda ma gli investimenti nonriguardano soltanto la capitale. In pas-sato l'Angola era già meta di organizza-zioni e attività turistiche (parchi naturalie caccia) e ora il piano prevede un par-ticolare sviluppo dell'ecoturismo.

In Angola cresce anche il turismo. Nel2009 sono stati registrati 394mila arrivi dal-l'estero; il numero può sembrare contenu-to, ma occorre tenere conto che ancora nel2002 (anno in cui è terminata la qua-si trentennale guerra civile) il dato non superava le 21mila unità.Un buon aiuto è arrivato indubbiamente dalla Coppa d'Africa di calcio, ma il trendè in crescita e il Governo di Luanda pre-vede che nel 2010 il fatturato relativo al turismo ammonterà a 580 milioni didollari. In questo contesto, ha predispo-sto un piano per i prossimi anni che pre-vede investimenti per 5 miliardi didollari nel settore e che dovrebbe con-sentire anche la creazione di 290milaposti di lavoro. Il piano prevede che, daqui al 2012, siano costruite ex novoe/o ristrutturate 380 strutture alber-ghiere di diverse dimensioni, di cui unterzo con capitali misti (pubblici e priva-ti) e la quota restante con fondi esclusi-vamente privati per un totale di 64milaposti letto. Si punta molto su iniziative dioperatori portoghesi e sudafricani, maanche il gruppo assicurativo angolano

Decollano il turismo e i nuovi alberghiVarato un piano che prevede investimenti per 5 miliardi di dollari

ECONOMIA

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Angola, il Cameia National Park costituisce un ecosistema unico ed è una della maggiori attazioni turistiche del Paese (Foto V.Bernard)

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destinati anche alla produzione elettrica ein grado di generare una potenza di 28Megawatt. L'iniziativa fa capo alla Com-panhia de Bioenergia (Biocom) a cuipartecipano la compagnia petrolifera sta-tale Sonangol (20%), la Odebrecht bra-siliana e il gruppo locale Damer. Entro lametà di quest'anno dovrebbe diventareoperativo il primo zuccherificio. Attual-mente l'Angola importa 500mila tonnella-te di zucchero dal Brasile per un ammon-tare pari a circa 80 milioni di dollari l'anno.

Riprenderà l'esportazione di carne

A Camabatela, nella Provincia di Kwan-za-Norte, dove prima della guerra civileera insediata una cooperativa che alle-vava 50mila bovini all'anno ed esporta-va anche in Portogallo, il Governo di

Il responsabile della Direzione Studi,Pianificazione e Statistica del Ministerodell'Agricoltura angolano, JoaquimDuarte, ha recentemente presentato iprogetti governativi per la creazione dipoli agro-alimentari che dovrebbero con-sentire una riduzione della dipendenzadel Paese da approvvigionamenti al-l'estero. In particolare il Governo si è im-pegnato a creare direttamente o tramitesocietà controllate, nelle aree prescelte,le necessarie infrastrutture mettendo adisposizione stanziamenti per un miliar-do di dollari dal bilancio dello Stato. In particolare Capanda, provincia di Ma-lanje, dovrebbe diventare un importantecentro saccarifero con la produzione di2 milioni di tonnellate di canna da zuc-chero, dalla quale si potranno ricavare260 mila tonnellate di glucosio e circa30 milioni di litri di alcol anidro, utilizza-to per la produzione di biocombustibili

Il Paese punta su filiera saccarifera,allevamento, ortofruttaInvestimenti già avviati da Brasile, Portogallo, Sudafrica. L'obiettivo è anche di ridurre la dipendenza dalle importazioni

AGRICOLTURA

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Capanda (Angola), la diga sul fiume Kuanda, oltre a costituire un importante bacino irriguo, ospita un impianto per la produzionedi energia idroelettrica che costituisce una delle principali risorse energetiche del Paese (Foto Wikimedia)

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Luanda intende rilanciare l'allevamentodel bestiame. Gli investimenti preventi-vati ammontano a 600 milioni di dollari.Nell'immediato è prevista la costruzionedi magazzini per i mangimi, mattatoi (in-cluso il ripristino di una struttura già esi-stente) e l'organizzazione di accordicon gli allevatori per l'acquisizione e ilconferimento dei capi di bestiame.L'Angola si propone di tornare così adesportare carne in modo stabile. Sem-pre nella stessa area, vicino alla diga diCapanna, la società sudafricana SABMiller, secondo produttore di birra a li-vello mondiale, si è dichiarata dispostaad attivare una serie di contratti di ap-provvigionamento coi produttori localiper la fornitura di miglio da utilizzarenella sua fabbrica angolana, in sostitu-zione del prodotto importato.

Investimenti per conservazionee trasformazione

A Caxito, nella Provincia di Bengo, sa-ranno create due aziende, una curerà

la produzione di pomodori e l'altraquella di banane. Entrambi i prodottisono destinati al consumo interno e ilGoverno sta ora provvedendo a distri-buire terre agli agricoltori per la colti-vazione dei prodotti. Analoghe iniziative riguardano le nuo-ve aree irrigate di Gangela, nella Pro-vincia di Hula, dove il Governo punta asviluppare una filiera commerciale diprodotti ortofrutticoli con la costruzionedi magazzini frigoriferi per la conserva-zione. Contestualmente è previsto, e inparte già avviato, lo sviluppo della tra-sformazione locale con l'inscatolamen-to di pomodori e la produzione di suc-chi di frutta. Altre aree geografiche e settori suiquali si stanno concentrando le atten-zioni del Governo sono i progetti irriguinella Provincia di Missombo, la costru-zione di silos per la conservazione dicereali e di altri prodotti locali come lapatata dolce.

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In Angola gran parte del lavoro agricolo viene tuttora eseguito senza l’ausilio di macchinari

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AGROALIMENTARE

Mozambico, Sfir, Rossi e Catellie Cremonini pronti a investire

I progetti del Governo mozambicano disviluppo della filiera agroalimentarestanno attirando nel Paese un numerocrescente di imprese italiane. Societàdel gruppo a cui appartiene SFIR stannovalutando la creazione di una piantagio-ne di canna da zucchero di 10.000 ettarie all'istallazione di una fabbrica saccari-fera a Guijà nella provincia di Gaza (suddel Mozambico). L'intero impianto saràin grado di produrre 160.000 tonnellatedi zucchero l'anno creando, a regime,circa 2.500 posti di lavoro. Il Governomozambicano ha già autorizzato la parteagricola del progetto.Il gruppo Rossi eCatelli è in trattative avanzate per la for-nitura di un impianto di produzione e la-vorazione del pomodoro del valore di cir-ca 15 milioni di euro. Mentre la italobra-siliana Inalca Jbs (a cui partecipa ilgruppo Cremonini) ha annunciato cheopererà nella distribuzione di carni bian-che e rosse, con la prospettiva futura direalizzare anche un moderno alleva-mento. L'investimento iniziale, concen-trato sulle attività logistiche, è di 7 milio-ni di euro (soprattutto celle frigorifere).

Stati Uniti: Italian food primo in vetrina a San Francisco

L'Italia è stato il Paese straniero con ilmaggior numero di espositori (circa uncentinaio) presenti alla 35esima edi-zione di Fancy Food Show, una mani-festazione dedicata alle specialità ali-mentari di tutto il mondo che si tieneogni anno a San Francisco. All’eventohanno partecipato 15mila visitatori e1.250 produttori provenienti da 35Paesi. Il mercato della costa occidentale sta-tunitense è storicamente attento e sen-sibile ai prodotti di marca italiana. È unterritorio caratterizzato da un livello so-cio economico medio alto con cinquearee metropolitane che si situano, intermini di reddito pro capite, tra le pri-me venti su scala nazionale.Nonostante una contrazione generaliz-zata della domanda (circa il 15% inmeno rispetto all'anno precedente), sisono percepiti i primi segni di un mer-cato in ripresa. Tra gli operatori è infat-ti emersa la convinzione comune che iprodotti di alta gamma siano caratte-rizzati da un movimento di mercato incontrotendenza e che la filiera dellapiccola produzione artigianale di quali-tà sia suscettibile di guadagnare quotedi mercato.

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Particolare del padiglione italiano al 35mo Fancy Food Show di San Francisco, California (Foto V.Bernard)

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ENERGIA

Norvegia: il governo assegna42 concessioni petrolifere

Il Ministro del Petrolio ed Energia norve-gese, Riis-Johansen, ha diffuso la listadelle concessioni petrolifere assegnateper il 2010 (Awards in Predefined Areas2009). Si tratta, almeno in prevalenza, diconcessioni in zone già esplorate e dallageologia nota (cosiddette mature). L'obiettivo è di promuovere piccole ope-razioni 'residuali' localizzate vicino ad in-stallazioni offshore già esistenti e colle-gate a giacimenti più grandi. In sostanzala Norvegia offre alle Compagnie parteci-panti di operare con investimenti limitati afronte della possibilità di estrarre quanti-tativi ridotti. Sono state assegnate 42 li-cenze di produzione, delle quali 19 con-cesse ad aziende che si qualificherannocome operatori. La maggioranza (25 li-cenze) è localizzata nel Mare del Nord,10 nel Mare di Norvegia e 3 in quello diBarents. ENI parteciperà al 17% in unaconcessione assegnata a Statoil, edEdison e avrà una quota del 35% in unaconcessione operata da Repsol. Il Mini-stero sta inoltre raccogliendo le richiesteper nuovi blocchi di esplorazione lungo lapiattaforma norvegese.

Cile: assegnate nuove concessioniper centrali geotermiche

Il Ministro delle Miniere, Santiago Gon-zalez, ha annunciato l'aggiudicazione dinove permessi per l'esplorazione geo-termica. In particolare, quattro sono sta-ti assegnati all'impresa El Abrà, con-trollata da Freeport McMoRan e Co-delco. Si tratta di concessioni pregres-se, per le quali non era stata aperta al-cuna gara. In particolare non rientranonell'attuale processo di licitazione incorso per l'assegnazione di 19 nuovearee con investimenti previsti nell'ordi-ne di 800 milioni di dollari USA. Al pro-cesso di licitazione partecipano noveimprese sia locali che straniere. Tra leimprese cilene figura Colbun in consor-zio con la statunitense GeoGlobalEnergy LLC. La società elettrica appar-tenente alla famiglia Matte gareggia percinque delle 20 zone in aggiudicazione.Un'altra impresa locale in gara è il grup-po Luksic, che partecipa nel consorzioEnergia Andina con Enap attraverso lasua società mineraria Antofagasta Mi-nerals. Le altre imprese partecipantiprovengono da Canada, Australia eNuova Zelanda. Sono Magma Energy,Polaris Energy, Ormat Andina, OriginEnergy e Hot Rock.Le concessioni so-no localizzate tra le regioni di Arica-Pa-rinacota e Atacama al nord (nella II Re-gione sono ubicate ben otto importantiaree geotermiche) e tra la Regione Me-tropolitana e quella del Maule al sud, ol-tre che nella regione dell'Araucania. Il potenziale geotermico del Cile supe-ra i 3.500 MW e gli investimenti giàrealizzati nel settore ammontano ad ol-tre 100 milioni di dollari. L’utilizzo dellerisorse autoctone è infatti d’importanzastrategica per la sicurezza energetica.Secondo quanto affermato dal MinistroGonzalez, il Governo cileno punta nelgiro di tre anni a installare tra i 40 e gli80 MW di nuova potenza geotermica.Di particolare interesse la possibilità diutilizzo del potenziale geotermico delPaese per lo sfruttamento dei giaci-menti minerari.

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www.ambsantiago.esteri.itCile, i Geyser del Tatio nel deserto di Atacama

Leggi gli aggiornamenti suwww.notiziariofarnesina.ilsole24ore.com

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Cile: Petromagallanes avvial’estrazione di gas naturale

L'impresa Petromagallanes, legata allasocietà neozelandese Greymouth, haannunciato che inizierà nei prossimi gior-ni la fase di prova per la produzione digas naturale e petrolio in una zona (Poz-zo Rio del Oro-Caupolican) ubicata nellaRegione di Magallanes. La zona in que-stione è uno dei 10 territori situati al-l'estremo sud del Cile (XII Regione) chelo Stato ha licitato nel 2007 sottoscriven-do con le imprese assegnatarie un Con-tratto Speciale di Operazione Petrolifera(CEOP) per l'esplorazione e lo sfrutta-mento dei giacimenti. Petromagallanes,assegnataria di 4 dei 10 blocchi geologi-ci del territorio australe, è la prima impre-sa a raggiungere la fase di prova del flus-so e valutazione della risorsa, alla qualefarà poi seguito la fase di sfruttamentocommerciale. Nella zona in questione laPetromagallanes opera in joint venturecon ENAP (l'impresa statale petrolifera).

Usa: Sun Power costruirà centrali in Puglia

La società californiana Sun Power, cheha acquisito la Solar Solution di Faen-za nel 2007, ha avviato la costruzionedi quattro impianti solari di 1MW ciascu-no in Puglia in partnership con la cana-dese Etrion. Il progetto è finanziato perl'83% da Centrobanca e per il restante17% dalla stessa Etrion. Nel dicembre2009 Sun Power ha completato a Mon-talto di Castro (VT), la più grande cen-trale solare italiana (24MW) attrezzatacon sistemi realizzati in Califonia e dal-la maltese SunRay. L'impianto è forma-to da 78.720 pannelli solari e si estendesu 80 ettari di terreno. Secondo SunRay, la centrale produce energia suffi-ciente per 13.000 abitazioni ed evital’emissione di 22.000 tonnellate di bios-sido di carbonio all’anno. Il gruppo californiano ha avviato la co-struzione in Europa di impianti per unapotenza complessiva di oltre 250 MW.

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Magallanes (Cile), un caratteristico paesaggio della regione, una delle più meridionali del Paese

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Mozambico: Api, Maccaferri e Avia coltiveranno jatropha

Grazie a una serie di iniziative lanciate negliultimi mesi, il Mozambico si sta affermandocome uno dei maggiori poli di approvvigiona-mento e sviluppo dell'industria italiana deibiocarburanti. Tra i protagonisti di questasvolta c'è il gruppo Api Nuova Energia, cheha avviato nel Paese, in collaborazione colgruppo Maccaferri, un progetto per la colti-vazione di jatropha. Sarà gestito da una so-cietà in joint venture, la SAB. L'investimentoiniziale è di 4 milioni. Ma è previsto un ulte-riore sviluppo dell'iniziativa per un ammonta-re complessivo di circa 15 milioni di euro su15 anni. La località prescelta è una tenuta ri-masta inattiva da due anni, ma dotata di tut-te le infrastrutture necessarie per iniziare laproduzione presumibilmente entro l'anno. Lasuperficie dell'azienda è di 6.300 ettari e, unavolta a pieno regime, darà lavoro a circa 1000lavoratori locali. I nuovi proprietari hanno re-golarizzato un anno di stipendi arretrati nononorati dalla precedente proprietà. Un'iniziativa analoga è stata lanciata dallaAVIA spa di Biella, che opera principalmen-te nel settore del cachemire ma ha avvia-to un progetto, del valore di 11 milioni di eu-ro, per la coltivazione industriale della ja-tropha che si estenderà su un'area di10.000 ettari nella provincia di Nampula(nord). A regime, darà lavoro a 2.000 di-pendenti. Un’altra azienda italiana sta ulti-mando le procedure amministrative per larealizzazione di una piantagione di palmeper la produzione di olio, che si estenderàper circa 10.000 ettari e creerà 1.500 po-sti di lavoro, con un investimento comples-sivo di 63 milioni di euro.Sempre in Mozambico, la siciliana Monca-da Energy si appresta ad avviare una pian-tagione di jatropha di 15mila ettari nell'areadi Maputo. Prevista anche la produzione dibiocombustibili. L'investimento, in questo ca-so, è di 15 milioni di euro. Moncada ha in fa-se di valutazione anche un ulteriore proget-to per la coltivazione di alghe marine (da cuiestrarre olio per biocombustibili) su una su-perficie di 3.000 ettari, con un investimentodi circa 15 milioni di euro. Lo stesso Grupposta infine portando avanti con le Autorità lo-cali trattative per la creazione di un parco eo-lico da 30 MW con un investimento stimatoin circa 37 milioni di euro.

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Austria, Eni acquisisce le attivitàdownstream di ExxonMobil

Agip Austria ed Eni International han-no raggiunto un accordo per assumere ilcontrollo di Mobil Oil Austria ed EssoAustria. Attraverso questa operazione ilgruppo ENI acquisirà le attività dow-nstream di ExxonMobil in Austria, inparticolare la rete di distribuzione costi-tuita da 135 stazioni di servizio, le attivi-tà extrarete (che includono 36 stazioni diproprietà di rivenditori a marchio Esso),le attività commerciali negli aeroporti diVienna e Linz, che includono la parteci-pazione (28,6%) nella joint venture pro-prietaria degli asset logistici nell'aeropor-to di Vienna, e le attività di Supply & Di-stribution con la partecipazione (33,3%)nella joint venture proprietaria del depo-sito di Salisburgo. Il perfezionamentodell'operazione è ora soggetto all'appro-vazione delle autorità antitrust.

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I semi della Jatropha Curcas, originaria del Centro America, contengonocirca il 30-38% di olio, non commestibile ma utilizzabile tal quale comecarburante, previa semplice filtrazione in motori appositamente progettati

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INDUSTRIA DEL GIOCATTOLO

Hong Kong, a “Toys and Games”previsioni di rilancio del settore

Si è svolta in gennaio la 36ma edizionedella Hong Kong Toys and GamesFair, organizzata dal Trade Develop-ment Council (TDC), considerata comel'evento più importante del mercatoasiatico del giocattolo e la seconda fieraal mondo nel settore, dopo quella di No-rimberga. Gli organizzatori hanno regi-strato la partecipazione di 38 diversiPaesi con la presenza di 2.000 esposi-tori (2.013 nella precedente edizione) eun'affluenza di oltre 33.000 visitatori(30.000 nel 2009). L'edizione di quest'anno è stata arricchi-ta dal nuovo padiglione Baby Productsdedicato ai prodotti per neonati con oltre300 espositori in rappresentanza di 16paesi e da due nuove aree tematiche, laTesting & Certification Services Zonecon l'offerta di soluzioni atte a garantirela sicurezza e non-tossicità dei giocatto-li e la Video Games Zone.

A latere della Fiera si sono tenuti nu-merosi seminari per illustrare le nor-mative sulla sicurezza del giocatto-lo di Stati Uniti, Europa e Cina. Ilproblema continua infatti a costituireargomento di interesse internazionaleed è particolarmente sentito a HongKong, secondo Paese esportatore digiocattoli al mondo dopo la Cina conti-nentale. La Cina meridionale, e preci-samente l'area del Pearl River Delta -di cui Hong Kong è parte - ospita lamaggior concentrazione al mondo difabbriche di giocattoli. Nonostante nel2009 si sia registrata una diminuzionenel numero di stabilimenti che sareb-bero scesi da 8.000 a 3.200, la produ-zione della Cina continentale, unita-mente a quella di Hong Kong, conti-nua a coprire una quota pari al 70%dell'export mondiale. Nei primi undici mesi del 2009 leesportazioni di giocattoli di Hong Kong(SITC G221), hanno totalizzato 11,35miliardi di dollari Usa, con una diminu-zione del 10% rispetto allo stesso pe-riodo dell'anno precedente. Nel 2008le esportazioni di Hong Kong avevanoinvece registrato una crescita dell'8%.

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I principali mercati di sbocco per HongKong sono rappresentati dall’UnioneEuropea (33% di quota, con in testa laGermania), gli Stati Uniti (24%) e la Ci-na continentale (24 per cento).Nonostante l'indiscusso calo delleesportazioni, il presidente del ToysAdvisory Committee di Hong Kongintervenuto nel corso della fiera, ha di-chiarato che i segnali positivi degli ulti-mi mesi farebbero pensare che il peg-gio sia ormai alle spalle e che nel 2010si potrà assistere ad un aumento del 5-10% del fatturato del settore. Molti produttori cinesi, in vista di unprobabile restringimento della doman-da statunitense e di quella europea,stanno già comunque diversificando laloro produzione concentrandosi mag-giormente sul mercato domestico ecercando nuovi sbocchi verso i merca-ti emergenti quali la Russia, il Vietname l’India. L'Italia era rappresentata alla Fiera dasei aziende espositrici (contro le novedel 2008 e 13 del 2007) che hanno

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Hong Kong Toys and Games - Uno stand di passeggini-giocattolo

partecipato in forma autonoma. As-sogiocattoli, per la prima volta, nonera infatti rappresentata. Nei primi 11 mesi del 2009, l'Italia haesportato a Hong Kong giocattoli perun valore di poco inferiore ai 4 milionidi dollari Usa mentre ha importato perun valore di 260 milioni. Gli espositori italiani presenti, che fre-quentano da anni la piazza di HongKong, hanno espresso un giudizio po-sitivo sull'andamento della fiera cheha offerto nuove opportunità per av-viare e consolidare contatti facendoben sperare in una ripresa, se purmodesta, del settore. Hong Kong con-tinua infatti a rappresentare un ap-puntamento importante a livello inter-nazionale in quanto costituisce unpunto d'incontro fisso per produttori,grossisti, compratori e altri operatoridel settore provenienti non solo dalSud Est asiatico ma da tutto il mondo,ivi compresi molti Paesi europei.

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INFRASTRUTTURE ED EDILIZIA

Mozambico: nuove commesseper i costruttori italiani

Lo sviluppo del turismo e delle infra-strutture sta producendo nuove oppor-tunità in Mozambico per le imprese ita-liane di costruzione. Techniplan havinto una commessa del valore di circa2 milioni di euro del Governo mozam-bicano per il rifacimento (studio di fat-tibilità, progettazione esecutiva e dire-zione dei lavori) della strada che colle-ga Chimuara, sulla sponda nord delfiume Zambesi, con Nicoadala. Il per-corso misura 150 km. Un'altra societàitaliana, la Lotti Associati, sta realiz-zando uno studio di fattibilità relativoall'acquedotto di Maputo per un valoredi 500mila euro. Infine, Bonifica spadi Roma ha annunciato per i prossimimesi una missione in Mozambico peresplorare prospettive di intervento. Nel campo del turismo, il gruppo Mazzi-telli Sviluppo Immobiliare sta co-struendo, in collaborazione con la CMC,un villaggio turistico di circa 50 bunga-low sulla baia di Chimba a Pemba (nelnord del Paese), mentre sia il gruppoMoncada sia la Avia di Biella, che giàoperano nel Paese nel campo dell'ener-gia, stanno vagliando alcune opportuni-tà per creare strutture turistiche.In Mozambico opera da anni la CMC diRavenna, una delle società leader nelsettore delle infrastrutture. CMC inten-de rafforzare ulteriormente la sua pre-senza in vista dei grandi progetti infra-strutturali collegati al progressivo sfrut-tamento delle risorse minerarie delPaese.

Afghanistan: a Herat Usaid promuove l'industria del marmo

Si svolgerà nella città afghana di He-rat, dal 12 al 16 aprile 2010, una con-ferenza internazionale sul marmo inAfghanistan. L'impianto organizzativo,logistico e di sicurezza sarà principal-mente curato dalla Cooperazione sta-tunitense USAID, tramite l'agenziaoperativa ASMED e dall'Ambasciataamericana, sotto la supervisione diret-ta dell'Ambasciatore Wayne, coordi-natore dell'assistenza civile. Le ragioni che hanno portato alla scel-ta di Herat come sede della prossimaConferenza sono molteplici e conver-gono su un principale obiettivo, cioèfare di Herat la capitale afghana delmarmo. La Provincia è la più sviluppa-ta dal punto di vista economico e imaggiori imprenditori del settore pro-vengono proprio dalla Regione Ovest.Nella zona di Chest-i-Sharif si trovanole più pregiate varietà di marmo biancodel Paese e la collocazione geograficapresenta vantaggi strategici per gliscambi e i commerci con i Paesi vicini.

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Herat, la Moschea del Venerdì e la città viste dalla cittadella

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METALLURGIA

Qatar: QP e Hydro avviano una nuova fonderia di alluminio

In Qatar è entrato in funzione il nuovo im-pianto di produzione di alluminio Qata-lum, realizzato in JV da Qatar Petroleume dalla norvegese Hydro con la parteci-pazione impiantistica dell'italiana FATA. Apieno regime Qatalum avrà una capacitàproduttiva di 585.000 tonnellate annue.

PETROLCHIMICA

Qatar: nuovo cracker a Ras Laffanper QP ed ExxonMobil

Qatar Petroleum e ExxonMobil hanno fir-mato un accordo per realizzare un nuovocomplesso petrolchimico nella città indu-striale di Ras Laffan. Il progetto, del valoredi circa 6 miliardi di dollari, prevede la co-struzione di un cracker a vapore dalla ca-pacità di 1,6 milioni di tonnellate all'anno,due reattori per la produzione di 650.000tonnellate anno di polietilene e un impian-to da 700.000 tonnellate di glicol-etilene. Ilcompletamento del progetto è previsto en-tro il 2015. La produzione sarà destinata aimercati europei e ai nuovi mercati asiatici.In dicembre QAPCO (Qatar PetrochemicalCompany) ha aperto un ufficio di rappre-sentanza a Ho Chi Minh City: il Vietnam èormai da anni uno dei maggiori importatoridi prodotti petrolchimici qatarini, in partico-lare di polietilene a bassa densità.

SERVIZI GIURIDICI

Giordania: un Tribunale Arbitralecon supporto di CdC Milano

La Camera di Commercio di Milano,nell'ambito del cosiddetto "ProgettoMediterraneo" punta a estendere an-che alla Giordania l'attività del suo Tri-bunale Arbitrale. Il progetto è stato presentato ad Ammannel corso di un incontro organizzato incollaborazione con uno studio legale lo-cale (Aljazi & Co) e con il supporto del-l'Ambasciata d'Italia e dell'Ufficio Icein Giordania. All'evento ha partecipatoanche il Ministro della Giustizia giorda-no, Aiman Odhe. L'obiettivo dell’iniziativa è di offrire alleaziende un servizio di arbitrato e con-ciliazione rapido, flessibile ed affidabi-le per la risoluzione delle controversiein campo commerciale. In questo con-testo, la Camera di Milano sta creandouna rete di istituzioni analoghe in tuttoil bacino del Mediterraneo. Nel Progetto Mediterraneo sono inclu-si, oltre alla Giordania, anche Maroc-co, Algeria, Tunisia, Egitto, Libano, Si-ria e Turchia. In Giordania la Camera si è dichiaratadisponibile a offrire un supporto di for-mazione ma anche ad avviare un ac-cordo operativo che potrebbe averecome controparte la Camera di Com-mercio di Amman. L'insediamento diun Tribunale arbitrale ad Amman po-trebbe contribuire a integrare l'offertadella città giordana che punta a pro-porsi come hub regionale di servizi.

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Diplomazia Economica Italiana - n. 3 - 16 marzo 2010 21

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Ras Laffan (Qatar) - Il porto gasiero

Page 22: Sommario Angola: attorno al petrolio il Paese cresce · Paese emergente dell'Africa, ha raggiunto punte di crescita fino al 22% negli anni pre-cedenti alla crisi. Ma ha risentito,

TRASPORTI

Copenhagen, la manutenzione della metropolitana va ad Ansaldo

La Società di gestione della Metropolita-na di Copenahgen (Metroselskabet) haassegnato ad Ansaldo STS il contrattoper l'esercizio e la manutenzione dellametropolitana della capitale danese peraltri 5 anni (fino al 2015), con un'opzioneper i successivi 3 anni. Ansaldo ha rive-stito il ruolo di general contractor e sy-stem integrator con responsabilità perl'intera parte tecnologica del progetto inoccasione della costruzione della metro-politana, inaugurata nel 2002, con suc-cessiva responsabilità per l'esercizio e la

manutenzione. Nel 2008, i treni driver-less hanno trasportato 46 milioni di pas-seggeri, con un'affidabilità operativa del98,6%. Le 5 società che insieme ad An-saldo STS hanno partecipato alla garad'appalto sono: Keolis Nordic A/B (Sve-zia), Centour A/S (Danimarca-Francia),Arriva Scandinavia A/S (Regno Unito),S-Bahn Hamburg GmbH (Germania),Serco-NedRailways (Regno Unito). Nel 2009 Ansaldo STS si è prequalifica-ta anche per la costruzione delle opereelettromeccaniche del nuovo percorsoanulare (Cityringen) della metropolita-na: fornitura di convogli, automazione,binari, telecomunicazioni. Dovrebbeconsegnare l'offerta finale nel mese dimarzo/aprile. L'assegnazione del con-tratto è prevista per il 2011.

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Copenhagen - Uno dei convogli realizzati dall’Ansaldo-Breda per la metropolitana della città