SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il...

168

Transcript of SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il...

Page 1: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 2: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 3: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

SOMMARIO

INTRODUZIONE 5

PATRIMONIO ARTISTICO 7

PATRIMONIO STORICO 65

PATRIMONIO NATURALISTICO 101

PATRIMONIO MUSEALE 149

Page 4: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

PROGETTO EQUALCASTEGGIO

(IT-G2-LOM 007)

MF3POINT PER UN TERRITORIOAPERTO ED ACCOGLIENTE

Page 5: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Il Progetto Equal in questi tre anni di attivi-tà ha cercato di valorizzare il complesso ericchissimo territorio dell’Oltrepo Pavesepartendo dalle sue peculiarità agricole, ar-tigianali, turistiche ed umane. Il percorsodi sviluppo, che si è cercato di seguire perattrarre nuove energie e risorse, ha avutoal centro l’idea di territorio visto comeun’opportunità per le persone che vivonoe abitano questi luoghi. La presente pubblicazione è frutto di que-ste considerazioni e costituisce uno deiprodotti del progetto. È stata realizzata grazie allo sforzo comu-ne dello Staff di Equal e dei beneficiari delprogetto che, dopo aver seguito il corsodi formazione per Operatori Turistici, han-no avuto l’opportunità di collaborare atti-vamente nei tre Infopoint aperti presso ilComune di Casteggio, il Comune di Varzie il Comune di Godiasco (Salice Terme). Nel corso di gran parte del 2007 gli Ope-ratori degli Infopoint hanno girato in lungoe in largo il nostro territorio alla ricerca ditutte quelle ricchezze che fanno dell’Oltre-po Pavese un luogo ricco di identità, distoria, di arte, di tradizioni, di cultura e dibellezze naturali; hanno partecipato allefiere per conoscere le specialità locali, re-gionali e le persone che sono interessatea queste tematiche; hanno collaborato al-l’organizzazione di eventi su tematiche diinteresse per il territorio; hanno fotografa-to il patrimonio esistente e si sono impe-

gnati con lo Staff del Progetto a creare unprodotto che potesse racchiudere l’offertadell’Oltrepo.

La guida è suddivisa in quattro sezioni: - patrimonio artistico;- patrimonio storico;- patrimonio naturalistico;- patrimonio museale.

Ogni argomento è identificato con un co-lore diverso e le schede sono dispostesecondo un itinerario ideale che parte dal-l’Oltrepo Orientale (Stradella, Broni, ecc.)fino ad arrivare all’Alto Oltrepo Pavese(Varzi e i Comuni dell’Alta Valle Staffora).

Se da un lato questa pubblicazione è peril viaggiatore un utile strumento adatto ascoprire in modo semplice e puntuale leattrattive del nostro territorio, dall’altro peril progetto rappresenta la sintesi degliobiettivi di partecipazione e di valorizzazio-ne locale che gli Enti coinvolti hanno per-seguito fin dal 2001, anno in cui è iniziatala prima programmazione Equal.

Marco BottazziAssessore Comune di Casteggioe Referente del Progetto Equal

INTRODUZIONE

5

Page 6: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 7: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 8: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A Ruino vi è la chiesa parrocchiale dedi-cata a San Pietro Apostolo, situata su unpoggio in posizione panoramica, che siraggiunge percorrendo il centro abitatoper una strada stretta e ripida. In epocaantica faceva parte della struttura del ca-stello dei Picchi di cui oggi non resta cheun tratto di bastione con le funzioni di ter-rapieno. La chiesa fu inaugurata nel 1612ed eretta a Parrocchia nello stesso annocome risulta dalle scritture dei registri par-rocchiali. La facciata è in stile baroccocon l'alto campanile caratterizzato da una

struttura leggera. L'interno è in stile rina-scimentale, con l'abside che presenta lafigura del Gesù Buon Pastore, mentre nel-la navata si notano gli affreschi dei Santidella Diocesi di Bobbio: San Colombano,Sant'Antonio Maria Granelli e altre figure diSanti non identificati.

Fonti bibliografiche:- www.lavaltidone.it/vtcomuni.htm- www.comune.cigognola.pv.it/old/it/storia_cultu-

ra/cultura/ruino.htm - www.oltrepopavese.pv.it/oltrepo/risorsecultura-

li/chiese

RUINOCHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO

A cura diAlessandro Poggi

8

Page 9: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Il comune di Montecalvo Versiggia possie-de una bellissima chiesa parrocchiale de-dicata a Sant’Alessandro, patrono del pic-colo paese della Valle Versa.La parrocchia, iniziata nel 1559 e termina-ta nel secolo successivo, sorge su di unaltipiano che precede la cima del montesu cui si erge il castello.La chiesa presenta una facciata barocca,con un unico portale d’accesso architra-vato, sormontato da un dipinto a fresco,incorniciato, e da una finestra soprastanteche sconfina nel timpano.L’interno è a navata unica con pianta acroce greca e con una cupola centrale,affrescata dal pittore Carlo Morgari, cheraffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio.Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in marmo con coperchio in ramesormontato da una statuetta del Battista.Da ammirare l’altare maggiore, suggesti-vo, baroccheggiante, in marmi varicolori,

databile al secolo XVIII e il coro ligneo neo-classico, realizzato nel 1837 da GiovanniBattista Magnani, artigiano di Pometo, iltutto sovrastato da una grande tela a olioraffigurante Sant’Alessandro Martire delsecolo XVIII.Sul lato sinistro dell’altare maggiore si am-mira l’altare marmoreo della Crocifissione,sormontato da una pala che raffigura ilCristo in Croce, che è stata forse dipintanel 1726 e restaurata nel 1787, come ri-sulta dalla scritta laterale.Di fronte all’altare della Crocifissione si ve-de un altare ligneo, dedicato alla Madon-na del Rosario, sovrastato da una grandepala che raffigura la Vergine circondata, inatto di venerazione, da San Francesco eda San Domenico, secondo uno stile ac-cademico caro al seicento lombardo.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989

MONTECALVO VERSIGGIAPARROCCHIA DI S. ALESSANDRO

9

A cura diCinzia Pastore

Page 10: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La sagoma del campanile della chiesa diSan Michele Arcangelo risalta, già a un pri-mo sguardo, sul circostante panorama diverdeggianti colline. Provenendo dalla villadei Giorgi di Vistarino e passando per unostretto ma suggestivo sentiero che conducea Montecalvo Versiggia, si giunge alla pievedopo aver attraversato rigogliosi vigneti.Dai documenti ritrovati, risultava già esisten-te nel XII secolo; nel corso dei secoli ha su-bito numerosi rimaneggiamenti, fino ad as-sumere la sua forma attuale.Entrando nella piccola chiesa a unica nava-ta, si può ammirare l’altare maggiore in mar-mi di vari colori che crea contrasto con laanteposta balaustrata di marmo bianco.Nella parte absidale è presente il neoclassi-co coro ligneo ricostruito nel 1968, che ri-prende la fattura di quello più antico, andatoin rovina.Il soffitto è decorato con diversi affreschi, ri-salenti ai primi del Novecento, del pittore

Rodolfo Gambini: i due principali raffiguranoi Quattro Evangelisti e l’incoronazione dellaVergine Maria.Elemento di particolare interesse all’internodella chiesa è l’altare dedicato al patronodella parrocchia stessa: posto sulla paretedi destra, è fatto in pietra e vi è posta in ci-ma la statua del santo. L’altare è incornicia-to da un affresco del Gambini raffiguranteSan Michele in atto di uccidere il drago.Altri particolari degni di nota sono un croci-fisso ligneo di pregevole manifattura altoate-sina e una statua, altrettanto lignea, dellaMadonna di Lourdes.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-

me, Pavia, 1989- Indagine Storico-territoriale del comune di Roc-

ca de’ Giorgi- Articolo della rivista Oltre: “Giallo Cadmio in Val-

le Scuropasso - Villa Giorgi di Vistarino”

ROCCA DE’ GIORGICHIESA PARROCCHIALE DI S. MICHELE ARCANGELO

A cura diKatya Sabrina Loi

10

Page 11: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Nel 1639 fu iniziata la costruzione dellaChiesa Parrocchiale del SS. Nome di Ma-ria, nella quale fu inglobata l’antichissimacappelletta dedicata alla Madonna dellaVersa. Divenne Parrocchia solo nel 1940,dopo essere stata per secoli succursaledella vicina Parrocchiale di Soriasco. Lafacciata barocca presenta elementi neo-classici e mostra un timpano sormontatoda 3 pinnacoli. Quattro lesene fiancheg-giano il portale d’accesso architravato,sulle quali poggia una struttura marcapia-no che suddivide il frontale in due parti.Nella parte superiore abbiamo un ampiofinestrone ai cui lati si notano due ampiefalse finestruole. Sul lato destro una lapidericorda una rappresaglia nazifascista nel1944. Il tetto dell’edificio richiama lo stileromanico e si presenta ribassato ai laticon finestre che permettono all’interno ilpassaggio di luce. Il campanile è di archi-tettura semplice, l’interno è costituito daun’unica navata e l’abside risulta esserel’antica cappella della Madonna della Ver-sa. Predomina l’altare maestoso di stilebarocco, che presenta due grandi colon-ne dorate le quali a loro volta fiancheggia-no il dipinto della Vergine risalente al sec.XV. La tradizione vuole che il borgo abbia

preso il nome della sacra immagine. Diprobabile scuola leonardesca nel dipintosono lo sguardo espressivo e dolce dellaMadre di Cristo e le mani incrociate cheispirano pietà e venerazione. Dietro all’al-tare e sulle pareti presbiterali una serie didipinti realizzati nel 1965 dal pittore Sec-chi di Milano: una pala a olio raffigurante lacrocifissione, un affresco con Gesù chechiama a sè i fanciulli e una raffigurazionedel Papa Sarto che invita i fanciulli alla co-munione. Sulla fiancata destra dopo l’alta-re maggiore troviamo un altare neoclassi-co sormontato da una statua della Vergi-ne in gesso (1955). Segue un altro altarededicato S. Antonio. Sul lato destro èpossibile ammirare una statua lignea dellaVergine in una nicchia. Entrando nell’edifi-cio nella fiancata sinistra scopriamo il Bat-tistero di fattura moderna con base inmarmo e copertura in rame. Sulla pareteretrostante si distingue l’affresco del bat-tesimo di Gesù sul quale sovrasta in nic-chia una statua in gesso del Cristo.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime, Pavia, 1989

- www.cialombardia.org

S. MARIA DELLA VERSACHIESA PARROCCHIALE DEL SS. NOME DI MARIA

11

A cura diKatya Sabrina Loi

Page 12: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa dedicata alla Natività della Bea-ta Vergine Maria ha un’origine seicente-sca.Gli stili che caratterizzano la chiesa di Ro-vescala sono rinascimentale e barocco. Molto curato nei dettagli è lo svettantecampanile, che dall’alto dei suoi 45 metridomina l’intero paese. All’interno della cel-la campanaria ci sono sei campane into-nate in re minore.

La chiesa possiede una splendida raccol-ta di tele risalenti al 1600. Pregevole è l’organo a 865 canne costrui-to nel 1700 dalla ditta Cavalli.La chiesa è situata nel centro di Rovesca-la, in via Ramati.

Fonti bibliografiche:- www.rovescala.com- APT Pavia, Guida alla provincia di Pavia,ed. Verba&Scripta

ROVESCALACHIESA PARROCCHIALE DELLA NATIVITÀ DI MARIA VERGINE

A cura di Valentina Balma

12

Page 13: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Prima di entrare nel paese di Montesca-no, lungo la strada provinciale, si incontrala fontana Missaga. La fontana è stata costruita nel 1700 e sichiama così perché sgorga dal suo baci-no l’acqua della sorgente Missaga. É an-che detta fontana Missaglia nel ricordodel primo sindaco di Montescano elettodopo l’unificazione d’Italia nel 1861. É considerata un’opera d’arte per le pre-gevoli teste di leone posizionate a ridos-

so dei rubinetti. Come tutte le fontane storiche dei paesi,la fontana di Montescano conserva un fa-scino misterioso. Gli abitanti della zona at-tribuiscono all’acqua della fontana Missa-ga particolari proprietà, sopratutto quelladi essere un elisir di lunga vita.

Fonti bibliografiche:- www.comune.montescano.pv.it- www.primacollina.it

MONTESCANOFONTANA MISSAGA

13

A cura di Valentina Balma

Page 14: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Palazzo Olevano è un’opera architettonicadel XVIII secolo e lo stile che lo contraddi-stingue va dal neoclassico al barocco.Nella costruzione si trova un oratorio del1700 dedicato a S. Luigi, nel quale pre-gevoli sono l’altare in marmo in stile ba-rocco e le vetrate della facciata. L’intero palazzo è stato adibito nel 1974 aclinica riabilitativa; la struttura è stata fon-data dal prof. Maugeri, già direttore della

Clinica del Lavoro di Pavia. Attualmente la“Fondazione Clinica del Lavoro SalvatoreMaugeri” di Montescano è un istituto notoin tutta la Lombardia, essendo uno deicentri all’avanguardia per la riabilitazionefunzionale e post operatoria.

Fonti bibliografiche:- www.primacollina.it

MONTESCANOPALAZZO OLEVANO

A cura diValentina Balma

14

Page 15: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa dedicata alla Madonna di Cara-vaggio è stata innalzata nel 1941 ed è di-ventata parrocchia nel 1944. L’architetturaesterna si attiene agli stili piacentiniani,evidenti soprattutto nell’utilizzo del matto-ne paramano.Anche se la chiesa è di recente costruzio-ne, nel 1983 è stata restaurata completa-mente e attualmente presenta una faccia-ta ricoperta con lastroni di marmo e sud-divisa in tre parti. È presente un unico portale d’ingresso

nella parte mediana della facciata, sovra-stato da una vetrata. La chiesa parrocchiale è situata nel co-mune di Montescano e si trova lungo lastrada provinciale che da Stradella porta aSanta Maria della Versa, in frazione Poz-zolo.

Fonti bibliografiche:- www.comune.montescano.pv.it- www.primacollina.it- www.valversaproduce.it

MONTESCANOCHIESA DELLA MADONNA DI CARAVAGGIO

15

A cura diValentina Balma

Page 16: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa di Montù Beccaria è dedicata aS. Michele Arcangelo. L’origine della par-rocchia risale al 1300 quando ManfredinoBeccaria la fece costruire in seguito a unapromessa di ex-voto.La facciata della chiesa è in stile ottocen-tesco e nel medaglione posto sopra il por-tale è raffigurato il titolare della chiesa. La struttura presenta una navata unicache termina con l’altare maggiore in stilebarocco. Sulla parete di sinistra ci sonodue dipinti a olio che rappresentano Lanatività e Gesù tra i dottori del tempio,opere del maestro Gaudenzio Ferrari. So-

no esposte al pubblico altre tele risalenti al1600.Nel 1800 è stata annesso alla costruzioneecclesiastica l’oratorio di S. Aureliano. La parrocchia di San Michele si trova nelcentro di Montù Beccarla, in piazza Um-berto I.

Fonti bibliografiche:- www.ristotravel.it- www.comunemontubeccaria.it- APT Pavia, Guida alla Provincia di Pavia,ed. Verba&Scripta

MONTÙ BECCARIACHIESA PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO

A cura diValentina Balma

16

Page 17: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa di San Marcellino è stata erettaa Canneto Pavese nel 1742. È definita il“piccolo duomo della collina” perché èuna grande struttura che svetta tra le altu-re dell’Oltrepo Pavese. La parrocchia di S.Marcellino prese il posto della vecchiachiesa risalente al 1610, ora diroccata.In principio la parrocchia era controllatadalla Diocesi di Piacenza, mentre nel1842 passò sotto la Diocesi di Tortona.La facciata della chiesa di S. Marcellino èa capanna.L’altare maggiore è una splendida operad’intarsio e per la sua creazione sono sta-ti utilizzati lapislazzuli e marmi policromi. Lamensa sacra proviene da un conventobenedettino di Cremona.La chiesa possiede un organo antico co-struito dai fratelli Lingiardi che ancora oggiè oggetto di studio. Gli altari laterali sonostati rifatti e migliorati negli anni 1953-54. Dalla vecchia parrocchia sono state por-

tate le due statue poste vicino al presbite-rio che rappresentano l’Immacolata e S.Giuseppe nonché le balaustre, il battiste-ro e l’altare laterale.Le due acquasantiere collocate nel tem-pio sono una riproduzione poichè le origi-nali furono trafugate. Fu Don FrancescoSorcina a volerne una copia fedele chevenne realizzata in marmo rosso di Veronada artisti di Rezzato, un paese vicino aBrescia. La chiesa non ha stanze e la sagrestia èmolto piccola; lo spazio è stato ridotto ul-teriormente dopo la costruzione della cap-pella dedicata alla Madonna del Carmineche è la patrona del paese e si festeggiail 16 luglio.La chiesa si trova in Canneto Pavese, lun-go la via Della Chiesa.

Fonti bibliografiche:- Archivio personale di Don Soncina

CANNETO PAVESECHIESA DI SAN MARCELLINO

17

A cura diValentina Balma

Page 18: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Seguendo le indicazioni per Vigalone, dal-la Strada Provinciale che da Stradella por-ta a Santa Maria della Versa, si trova, inLocalità Malaspina, il Pozzo di Sant’Anto-nio. Il pozzo giunto sino a noi è un manu-fatto con mattoni a vista.In passato il pozzo fu testimonianza dimolti avvenimenti di famiglie e nobili locali;su di esso si trovava una lapide posta nel1511 da Giovanni Marco Arrigoni a ricor-do di Beata Guarisca Arrigoni.In essa oltre all’emblema della famiglia, vierano raffigurati S. Antonio, San Roccocon il cane, Filippo Maria Visconti e la

stessa Guarisca Arrigoni. Tale lapide ripor-tava la seguente frase: “A Evarisca Arrigoni che ottenne per lasantità della vita da Filippo Maria duca diMilano il 13 gennaio 1438 l’immunità per-petua a favore degli Arrigoni, dei Quartiro-ni e dei Rognoni, espulsi dalla Valle di Ta-leggio dagli invasori Veneti, pose questomonumento Giò Marco Arrigoni l’anno1511”. Nel 1978 questo reperto vennetrafugato.

Fonti bibliografiche:- www.comune.cannetopavese.it

CANNETO PAVESEPOZZO DI SANT’ANTONIO

A cura diMarco Minoia

18

Page 19: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa di San Marcello, un ottimoesempio di arte romanica, è stata costrui-ta sopra una chiesa precedente risalenteall’anno mille. È costituita interamente incotto e arenaria (tipica della zona). Ha su-bito degli interventi di conservazione e du-rante i lavori si sono scoperte delle finestreoriginali risalenti all’epoca di costruzione.La facciata ha la tipica forma romanica acapanna e comprende due monofore. Lastruttura è divisa in tre navate e includel’abside maggiore (elemento architettoni-co a forma di volta tronca posta dietro l’al-tare maggiore, è tipico delle chiese roma-niche). I pilastri che dividono la zona in na-vate, sono costruiti interamente in cotto.Manca la zona absidale laterale di destraperché è stata sostituita con la base del

campanile recentemente costruito. All’in-terno si possono osservare pregevoli af-freschi datati al 1300 raffiguranti scenesacre: sull’abside maggiore si trova la rap-presentazione policroma della Madonnacircondata da Santi, altri affreschi si trova-no nell’abside di sinistra e lungo la navata.Per arrivare alla chiesa di San Marcello bi-sogna percorrere la collina posta a sud diStradella, arrivati in zona Cascina Roccaoltre alla basilica si può osservare anchela Rocca di Montalino.

Fonti bibliografiche:- www.comune.stradella.pv.it- www.turismo.provincia.pv.it- APT Pavia, Guida alla provincia di Pavia,ed. Verba&Scripta

STRADELLABASILICA SAN MARCELLO IN MONTALINO

19

A cura diValentina Balma

Page 20: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa arcipresbiteriale della VergineAssunta e dei SS. Naborre e Felice è sta-ta edificata dalla popolazione stradellinanel 1491. È stata sottoposta a lavori di ristruttura-zione nel 1837 e della costruzione origi-nale rimane inalterata la zona del presbi-terio e del transetto (il transetto è quellanavata trasversale che interseca il pre-sbiterio, la navata centrale o tutte le na-vate). Nel 1671 è stata creata la Cripta delloScurolo, all’interno della quale sono staticollocati altari di marmo risalenti al XVII se-colo. Nella cappella sotterranea si trovanoesposte delle rappresentazioni sacre co-me la Madonna del Latte o l’Assunta, tut-

te opere di artisti locali tra i quali il Borroni. Una lapide del 1471 accoglie i religiosi al-l’ingresso della parrocchia: dapprima la la-stra sepolcrale era una componente pavi-mentale ma per preservarla dall’usura delcalpestio è stata collocata nel muro.In chiesa si può ammirare un coro ligneodel XVIII sec. e un organo della ditta Se-rassi del 1797.La chiesa è situata in Stradella, in via Ve-neto 30.

Fonti bibliografiche:- www.comune.stradella.pv.it- APT Pavia, Guida alla provincia di Pavia, ed. Verba&scripta

STRADELLACHIESA DELLA VERGINE ASSUNTA E DEI SANTI NABORRE E FELICE

A cura diValentina Balma

20

Page 21: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Il Teatro Sociale di Stradella è una struttu-ra in stile neoclassico costruita tra il 1846e il 1849 per volere della “Società del Tea-tro”. Tra i soci della società figurava ancheAgostino Depretis.La progettazione è stata affidata a Giovan-battista Chiappa e il teatro venne inaugu-rato nel 1850. Nel 1949 è stato proclamato monumentonazionale.La facciata è neoclassica e sopra il porta-le d’ingresso è stato collocato un bassori-lievo che rappresenta allegoricamente ilteatro.La struttura teatrale è stata concepita con3 ordini di palchi e una platea a forma diferro di cavallo. Il palcoscenico si trova alpiano terreno ed è arricchito con unosplendido sipario fatto a mano nel 1844

che raffigura una scena dei PromessiSposi di Alessandro Manzoni. Nei progetti originali la platea era chiusada una cupola, che nel 1910 venne de-molita per costruire il terzo ordine dei pal-chi e il loggione.Il Teatro Sociale venne chiuso negli anni’80 e dopo un lungo restauro è stato ria-perto il 25 aprile 2006. Il teatro è ubicato in centro a Stradella, invia Ammiraglio Luigi Faravelli. Per informazioni sulla programmazione ri-volgersi ai seguenti recapiti:0385/246569 o al fax: 0385/43590.

Fonti bibliografiche:- www.comune.stradella.pv.it- www.lombardiacultura.it

STRADELLATEATRO SOCIALE

21

A cura diValentina Balma

Page 22: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La torre civica, unico resto del castello deltardo medioevo, subì molti danni durantel’epoca napoleonica e fu distrutta nel1845. La pianta è quadrata e nella parte superio-re vi è collocato un ornamento con cadi-toie e merli, aggiunto probabilmente nel

XV secolo, mentre la cella campanaria èottocentesca.La torre si trova nel centro del paese, inpiazza Vittorio Veneto.

Fonti bibliografiche:- www.comune.stradella.pv.it

STRADELLATORRE CIVICA

A cura diMarco Minoia

22

Page 23: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La basilica di San Pietro Apostolo ha unaorigine molto antica: un’iscrizione risalenteal V sec. mostra come a quell’epoca fos-se già presente un oratorio. Nel XI sec. lastruttura ecclesiastica divenne pieve, conforma cinquecentesca a tre navate. Con ilcrescere del culto di San Contardo, lastruttura non riusciva più ad accoglierel’elevato numero di fedeli che vi si recava-no, così nel XVI sec. la popolazione deci-se di ampliare la struttura, migliorando an-che la gestione dello spazio interno. Siipotizza che anche il Bramante avesse fat-to studi architettonici per la costruzionedella chiesa, ma furono i suoi allievi Ber-nardino e Angelo Lonati che ultimarono labasilica nel 1547.La chiesa è stata decorata nei primi annidel 1600, il primo intervento è stato fattoper la cappella del S. Rosario che è sta-ta stuccata e decorata nel 1607. Nel 1610 l’artista Bernardino Tassinari af-frescò la chiesa con figure ispirate ai mi-steri del Santo Rosario. Degna di nota è la tela raffigurante la Bat-taglia di Lepanto inserita nella cappelladella Madonna del Rosario. Altro simbolodella chiesa è la cappella dedicata a SanContardo che venne decorata dopo lametà del 1600 con scene raffiguranti la vi-ta del Santo patrono di Broni. Pregevole èanche il dipinto “Il martirio di S. Pietro” col-locato vicino al coro.Nel 1821, ad opera dell’architetto Amati,

progettista della facciata del Duomo di Mi-lano, venne rinnovato l’altare di San Con-tardo. Il campanile venne modificato nel 1671,aggiungendo alla sommità della torrecampanaria una croce e un globo, en-trambi interamente dorati. La basilica è inoltre famosa per aver ospi-tato la traslazione del corpo di San Con-tardo d’Este, le cui spoglie furono ripostein una pregevole urna lignea, interamenteintagliata a mano.Nella basilica inoltre si trova una ricca rac-colta di volumi, manoscritti antichi e para-menti sacri. A Broni il Santo patrono viene commemo-rato il 16 aprile, data della morte del San-to, e l’ultimo sabato di agosto, giornatadedicata alla festa patronale. La basilica di San Pietro Apostolo è situa-ta in centro a Broni, in piazza San France-sco d’Assisi.

Fonti bibliografiche:- www.comune.broni.pv.it- Archivio personale sig. Baldi, presidente del “Gruppo acheologico bronese”

- www.mtvlombardia.com- www.ristotravel.com- www.miapavia.it- www.saporiestagioni.it- www.provincia.pv.it

BRONIBASILICA DI SAN PIETRO APOSTOLO

23

A cura diValentina Balma

Page 24: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La collina presente alle spalle di Broni èstata dedicata dalla popolazione a SanContardo. Alla sommità del colle è stata edificata daifedeli una cappella, al cui interno si trovauna statua policroma raffigurante il santoprotettore. Per raggiungere la vetta del poggio si par-te dalla centrale via Emilia, svoltando pervia San Contardo. Lungo il tragitto, sono state collocate 12stazioni della Via Crucis, ognuna dellequali comprende una statua raffiguranteuna scena della “Passione di Cristo”; tutte

le sculture sono opera dell’artista Grilli. Dalla cappella si gode un ottimo panora-ma: nelle giornate molto terse un buonosservatore può scorgere i palazzi più altidi Milano. Il colle di San Contardo è ricco di flora au-toctona; cespugli di genziana e lavandaadornano la cappella, creando in primave-ra suggestivi effetti cromatici.

Fonti bibliografiche:- www.comune.broni.pv.it- Diocesi di Tortona

BRONICAPPELLA DI SAN CONTARDO

A cura diValentina Balma

24

Page 25: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La cappella della Madonna del Riofrate èstata edificata ad opera della popolazionenel 1667. La struttura è stata rimaneggia-ta parecchie volte: nel 1854 è stato inse-rito il porticato e nel 1871 è stata ingran-dita la costruzione. Purtroppo, a causa diproblemi strutturali, l’antica cappella è sta-ta interamente ricostruita nel 1912.

Questo luogo di culto è situato lungo lastrada che da Broni porta alle fonti di Re-coaro; è meta di numerosi pellegrini loca-li che si fermano a pregare e ad accende-re ceri votivi alla Madonna.

Fonti bibliografiche:- www.comune.broni.pv.it

BRONICAPPELLA MADONNA DEL RIO FRATE

25

A cura diValentina Balma

Page 26: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La Chiesa di Santa Marta è stata eretta in-torno al 1300 dai fedeli bronesi nel luogoin cui si verificò la morte di San Contardo,che risale al 1249.Fino al 1600 la struttura non subì modifi-che, mentre nel 1700 è stato costruito ilcampanile, rimaneggiato nel 1800 con ilposizionamento della statua di Santa Mar-ta sulla parte terminale della torre campa-naria.All’interno della struttura si trovano varieopere di artisti locali tra cui il Borroni. So-no sue le tele più caratteristiche della

chiesa come San Contardo vestito dapellegrino, Il Borgo e la Chiesa di Broni enel coro è presente La Vergine. Posiziona-to posteriormente all’altare maggiore èpresente il dipinto Il Paliotto di Scagliola,che risale al XVIII sec. e apparteneva allachiesa di Santa Maria della Grazie.La chiesa di Santa Marta è situata nelcentro di Broni, vicino a Piazza San Fran-cesco d’Assisi.

Fonti bibliografiche:- www.comune.broni.pv.it

BRONICHIESA DI SANTA MARTA

A cura diValentina Balma

26

Page 27: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La storia della parrocchia di Sant’Andrea ècitata già nelle cronache del 1336 e anti-chi atti mostrano come questa chiesa fa-cesse parte della pieve di Canevino.La pianta originale era a navata unica; nel1800 fu interamente risistemata e rima-neggiata, ampliando la struttura da una atre navate. Lungo la navata di destra sono collocatidegli altari votivi marmorei. Il primo altare èdedicato al Sacro Cuore mentre quellosuccessivo alla Beata Vergine. In questaparte della navata sono presenti sulle pa-reti dei medaglioni affrescati con motivisacri. La navata centrale termina con l’altaremaggiore, splendida opera d’intarsio co-stituita da marmi policromi. Attorno all’alta-re maggiore è presente il coro ligneo. Lavolta che sovrasta la zona presbiterale èstata interamente affrescata nel 1954 enelle pareti laterali sono presenti 4 altorilie-vi che rappresentano San Giuseppe, l’An-

nunciazione, Santa Rita e la Deposizione.In chiesa è presente anche un’altra signi-ficativa opera: una tela ad olio che rappre-senta S. Carlo Borromeo, dipinto che risa-le al XVII secolo.Un organo costruito dalla ditta Sarassi so-vrasta il portale d’ingresso. Nel 1927 il campanile fu abbattuto e suc-cessivamente ricostruito per ragioni di si-curezza.La chiesa parrocchiale di Sant’Andrea sitrova su una piccola collina appena fuoridal paese di Castana. Dopo cinque annidi restauri conservativi l’edificio ecclesia-stico è stato riaperto il 15 agosto 2007con una celebrazione solenne officiata dalvescovo mons. Martino Canessa.

Fonti bibliografiche:- www.comune.castana.pv.it- www.primacollina.it- www.buttafuocostorico.it

CASTANACHIESA PARROCCHIALE DI SAN ANDREA

27

A cura diValentina Balma

Page 28: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La storia del tempio, considerata daglistorici come una sorta di leggenda, iniziònel 1295 quando il nobile Meteliano co-struì una fortificazione nella zona di Casta-gnara (frazione di Pietra de’ Giorgi), facen-do erigere per una sorta di ex-voto lachiesa dedicata alla Beata Vergine Maria.Meteliano, trovandosi a pregare in un bo-sco di castagni per le sorti del figlio mala-to, sentì la voce della Vergine che lo rin-cuorava sullo stato di salute del bimbo. Ilfiglio si salvò dalla malattia e Meteliano fe-ce benedire il castagneto scenario delsuo miracolo personale e dedicò la chie-sa eretta a S. Maria Assunta. Nonostante la vicinanza della chiesa diPietra de’ Giorgi, il piccolo santuario di-venne parrocchia alla fine del XV sec. L’architettura della chiesa nel corso deisecoli è stata rimaneggiata: la struttura ini-ziale è stata ingrandita per ragioni di spa-zio nel XVII sec. e nel 1692 si costruì an-che il campanile. La chiesa venne ultima-ta nel 1731.La parrocchia di Castagnara divenne unforte centro di culto e nel 1579 i cittadinidi Pietra de’ Giorgi, dopo essersi salvatidalla peste, edificarono la cappella dedi-cata a S. Antonio Abate.La parte interessante di questa chiesa èrappresentata dai busti di marmo di epo-

ca romanica che si trovano collocati nelmuro esterno, datati I secolo d.C. Essen-do la zona di fondazione romanica, gli sto-rici ipotizzano che i busti provengano daqualche villa o tomba romana presente vi-cino a Castagnara.La nicchia più interessante è quella crea-ta nel 1749 che ospita la statua ligneadella Madonna Assunta. L’altare maggiore è in marmo rosso di Ve-rona e richiama le balaustre anch’essecostituite dallo stesso materiale. Il pavi-mento originale in cotto è stato sostituitointorno agli anni trenta e durante i lavorilungo la navata sono stati trovati loculi fu-nerari appartenenti alle antiche famiglienobili della zona. Il pulpito è costituito di legno ed è stato la-vorato interamente a mano. La chiesa della Beata Vergine si trova nelcomune di Pietra de’ Giorgi in frazione Ca-stagnara, annesso alla chiesa c’è l’orato-rio della Beata Vergine Addolorata edifica-to nel XVII sec.

Fonti bibliografiche:- www.comune.pietradegiorgi.pv.it- Alessandro Cerioli , Pietra de’ Giorgi nell’Oltrepo

Pavese e dintorni, Ristampa anastatica del cen-tenario (1907-2007), a cura del Comune di Pie-tra de‚ Giorgi e della Fondazione ComunitariaProvincia di Pavia

CASTAGNARA - PIETRA DE’ GIORGICHIESA PARROCCHIALE S. MARIA ASSUNTA

A cura diValentina Balma

28

Page 29: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La parrocchia di Vicomune esisteva giànel 1518 con funzione di oratorio. La chiesa è dedicata a S. Rocco e nel1625 vi si celebravano molte funzioni reli-giose per gli ammalati e i malfermi. Dagli atti diocesani si apprende che nel1878 l’oratorio aveva un altare singolo e sicelebravano solo funzioni nei giorni festivi,quindi la popolazione di Vicomune dovevarecarsi nella vicina Cigognola per seguire

la santa messa quotidiana. Per questomotivo, nel 1943, i fedeli ampliarono lastruttura ecclesiastica. La parrocchia di S. Rocco è situata nellafrazione di Vicomune, distante pochi chi-lometri dal centro di Cigognola.

Fonti bibliografiche:- www.comune.cigognola.pv.it

VICOMUNE · CIGOGNOLACHIESA DI SAN ROCCO

29

A cura diValentina Balma

Page 30: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa di Cigognola risale al 1623, an-no in cui la famiglia nobile Visconti Scara-muzza chiese al Vaticano la costruzione diuna chiesa. Con il benestare di papa Ur-bano VII iniziarono i lavori per la costruzio-ne di quella che oggi è la chiesa parroc-chiale dedicata a San Bernardo Abate.Nella prima metà del 1700 la chiesa è sta-ta modificata, ne è stato ampliato il corpoed aggiunto il campanile.La parrocchia fino alla metà del 1800 eracontrollata dalla Diocesi di Piacenza, suc-cessivamente la gestione è passata allaDiocesi di Tortona.Al suo interno si trovano dipinti di autori lo-cali: il pittore genovese Giovanni Evange-lista Draghi ha realizzato nel XVIII sec. la

pala ad olio raffigurante la Vergine Mariacon gli angeli e i santi. Un altro dipinto del1800, firmato da Rodolfo Arata, raffiguraSan Mauro Abate.Lungo le pareti laterali sono stati inseritipregevoli altari marmorei.La chiesa si trova nel centro del paese diCigognola, in via Ugo Giorgi 2.San Bernardo si festeggia il 20 agosto.

Fonti bibliografiche:- www.comune.cigognola.pv.it- www.ristotravel.com- APT Pavia, Guida alla Provincia di Pavia, ed. Verba&Scripta

CIGOGNOLACHIESA PARROCCHIALE SAN BERNARDO ABATE

A cura diValentina Balma

30

Page 31: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa dedicata alla Natività della Ver-gine è collocata su un poggio di originevulcanica. In epoca medievale, al posto della costru-zione sacra, si ergeva un castello. Ad og-gi, dell’antica fortezza sono visibili sola-mente alcune tracce delle mura, del pon-te levatoio e del rivellino nominato “Torresaracena”o “Torre Paterna”.Nel secolo XVI, sulla stessa altura, erapresente una cappella dedicata a SantaMaria le cui mura furono scoperte neglianni ’90 durante gli scavi per restaurare ilcomplesso ecclesiastico. L’antica cappel-la si trova nella cripta dell’attuale santuarioe all’interno è stata inserita una statua an-tica raffigurante la Madonna.I lavori per la costruzione del tempio inizia-rono nel 1764 e terminarono nel 1770. Lachiesa subì nel corso degli anni molti lavo-ri di restauro ma l’architettura esterna ri-mase invariata dal 1770 ad oggi, mante-nendo lo stile barocco. Per volere del parrocco Filippo Montagna,dal 1776 al 1780, furono costruite sulpiazzale della chiesa 14 stazioni della ViaCrucis: si tratta di 14 cappelle barocche

che conservano 52 statue di gesso e ce-ramica policrome a grandezza naturale,raffiguranti la Passione di Cristo e fatte amano dallo scultore Pietro Ferroni.Nella canonica è presente un antico eprezioso crocefisso d’avorio e madreperlarisalente al 1700.Dalla “Torre Saracena” si aveva accessodiretto alla Scala Santa; i basamenti diquesta costruzione poggiano direttamen-te su terra santa portata dalla Palestina daiCavalieri Templari. Nel 1877 Papa Pio IXconcesse l’indulgenza a chiunque salissein ginocchio i 28 gradini che compongo-no la Scala Santa, per ognuno dei qualierano concessi 9 anni di indulgenza.L’edificio settecentesco è meta di pellegri-naggi e la sua collocazione panoramicarende il luogo particolarmente suggestivo.Il Santuario si trova al centro del paese diTorricella Verzate, in via Centro.

Fonti bibliografiche:- www.miapavia.it- www.lombardiainrete.it- www.santuari.it- www.liutprand.it

TORRICELLA VERZATESANTUARIO DELLA PASSIONE

31

A cura diValentina Balma

Page 32: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

I lavori per la costruzione della parrocchiasono iniziati nel 1937 e terminati nel 1941.La chiesa segue i dettami architettonicipiacentiniani, dove è ricorrente l’uso delmattone paramano. L’architetto progettista, Cesare Paleni,nella realizzazione si ispirò al modello ro-manico. Pregevole è la cupola esterna,delimitata da colonnine che ne delineanoil perimetro. L’interno della chiesa è a tre navate e la di-visione è data dal colonnato centrale cherichiama lo stile romanico. La chiesa è ricca di marmi, dal pavimen-to, alle colonne, alle acquasantiere; è in-vece di granito l’altare maggiore che con-siste in una semplice mensa.Le navate laterali sono arricchite con di-pinti che raffigurano le stazioni della ViaCrucis. La zona presbiterale e l’abside occupanomille metri quadrati: l’area è totalmente af-frescata con immagini sacre. Sopra l’altare maggiore è collocato uncrocifisso di legno e di particolare interes-se sono gli altari collocati nei transetti late-

rali. Nel transetto di destra si trova l’altaredi S. Giuseppe con alla sommità la statuadi marmo raffigurante lo stesso Santo, diseguito è collocato l’altare dedicato allaMadonna Ausiliatrice con una sua statua.Sempre nel transetto di destra è presenteil fonte battesimale in marmo rosso di Ve-rona. Nel transetto sinistro è collocato l’altare dimarmo dedicato al Sacro Cuore, sormon-tato da una statua di legno raffigurante ilRedentore. L’area più ricca di fede è sicuramentequella dedicata al mausoleo che raccogliele spoglie dei caduti di tutte le guerre, do-ve si trova una raccolta di tutte le acquedei fiumi che hanno fatto da scenario allaprima guerra mondiale. Inoltre nel sacrariosi ha il ricordo dell’esploratore GiuseppeMaria Giulietti.La chiesa è collocata in centro a Casteg-gio, con la facciata rivolta verso piazzaDante.

Fonti bibliografiche:- www.comune.casteggio.pv.it

CASTEGGIOCHIESA PARROCCHIALE DEL SACRO CUORE

A cura diValentina Balma

32

Page 33: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa parrocchiale dedicata a S. Pie-tro Martire sorge sulla piazza del Pistorni-le, la parte alta di Casteggio.L’edificio ecclesiastico è stato costruito suuna struttura già esistente: infatti in quellazona era presente un collegio del 1500 ela conversione in chiesa risale al 1817,con un progetto ad opera dell’architettoGiuseppe Marchesi di Pavia.La facciata è abbellita e arricchita con la-stroni di travertino. Il campanile è per metà in stile romanico eper metà in stile gotico; la cella campana-ria era provvista di finestre bifore (tipichedello stile gotico) e venne eliminata perdare spazio alle nuove campane.Il corpo centrale del tempio è diviso in trenavate da colonne con capitelli. La nava-ta di destra è composta da diversi altari; ilprimo è dedicato a Maria Vergine e vi ècollocata la statua lignea raffigurante laMadonna con il Divin Figliolo. Il secondo altare è dedicato a San Giu-seppe ed è arricchito da una statua raffi-gurante il Santo. La navata destra finisce con un ultimo al-tare che è dedicato a S. Pietro Martire.La volta che sovrasta la navata centrale èaffrescata con motivi sacri ed è stata re-staurata nel 1972. L’altare maggiore si trova alla fine della na-

vata centrale, risale al XVIII sec. ed è so-vrastato da un tempietto di marmo.La navata di sinistra inizia con la cappelladella Madonna del Rosario con altaremarmoreo. La seconda cappella è dedi-cata alla Madonna di Lourdes e contieneuna statua lignea che raffigura S. Berna-dette inginocchiata in preghiera.Nel 1826 è stato inserito il coro con seg-giolini di legno. Sopra il portale d’ingresso è stato colloca-to l’organo costruito dai fratelli Lingiardi; ailati dello strumento musicale sono statecollocate due opere del XVIII sec. raffigu-ranti uno il transito di San Francesco e l’al-tro il Bambino Gesù, S. Giuseppe e S.Giovanni Battista.Il battistero è in marmi policromi.La sacrestia è in stile quattrocentesco e levolte a crociera conservano ancora i co-stoni gotici. Nella parrocchia sono presenti delle nic-chie dove sono contenute le reliquie deiSanti Colombano e Pietro Martire, dellaSanta Croce e dell’olio Santo.Nel muro della canonica è inserita una la-pide romanica.

Fonti bibliografiche:- www.comune.casteggio.pv.it- www.turismo.it

CASTEGGIOCHIESA PARROCCHIALE SAN PIETRO MARTIRE

33

A cura diValentina Balma

Page 34: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

La chiesa, eretta nel 1570, in origine eradedicata alla SS. Trinità ma nel 1590 fu in-titolata a S. Sebastiano. La facciata venne modificata nel 1767 instile barocco. Il medaglione posto sopra ilportale d’ingresso è stato attribuito allabottega del Parmigianino.All’interno sono presenti due altari laterali,uno, in marmo, dedicato a San Carlo Bor-romeo, l’altro, in stucco, all’Immacolata. In chiesa sono state collocate le statue ingesso di S. Sebastiano e S. Gaetano; di

ottima manifattura è invece la statua ligneabordata d’oro zecchino raffigurante S.Carlo Borromeo. Sono perfettamente conservati il coro li-gneo del 1700 e il dipinto del XVIII sec.,attribuito al Bibbiena, raffigurante S. Se-bastiano, S. Rocco, la Trinità e la Vergine.La chiesa è situata nella zona alta di Ca-steggio, in via Castello.

Fonti bibliografiche:- www.comune.casteggio.pv.it

CASTEGGIOCHIESA DI SAN SEBASTIANO

A cura diValentina Balma

34

Page 35: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

35

Page 36: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

36

La Chiesa di San Carlo è stata ricostruitatotalmente nel 1844 sui resti dell’anticoedificio sacro.All’interno presenta un’unica navata, nelpresbiterio è possibile ammirare un dipin-to a olio risalente a una buona scuola set-tecentesca che raffigura la Sacra Fami-glia. Il Battistero e il pulpito sono lignei diapprezzabile fattura. Entrando, a destratroviamo l’altare di San Giovanni Boscocon pala a olio, dipinto dal torinese CarloMorgari nel 1947 e donato dal popolo edagli ex combattenti di Calvignano.

Nel dipinto troviamo il Santo circondato dacontadini e militari e da una madre che loaddita al proprio figlio e ad altri fanciulli. Nel 1986 e negli anni successivi sonostati eseguiti sul complesso restauri con-servativi.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime, Pavia, 1989

- Fabrizio Bernini, Calvignano sui colli vitati dell’Oltrepo Pavese, 2002

- Archivio storico del Comune di Calvignano

CALVIGNANOCHIESA PARROCCHIALE DI SAN CARLO

Page 37: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

37

A cura diAlessandro Poggi

La Chiesa parrocchiale del paese di Bor-goratto Mormorolo, che sorge su un pic-colo promontorio collinare, conserva im-portanti valori artistici degni di nota. Nelgrande campanile, esattamente sulla par-te settentrionale, è murata una testina inmarmo bianco proveniente da una statuaromana del periodo alto-imperiale ritrova-ta in uno scavo poco distante dalla chie-sa. Tra le suppellettili sacre si distingueuna statua lignea seicentesca. L’edificio èstato restaurato circa settanta anni fa: ilportale è stato ricostruito in stile romani-

co, a tre piani verticali separati da duegrossi cordoni, che girano intorno all'arcosemicircolare. I capitelli sono rimasti quelliantichi, che appartenevano alla costruzio-ne originale del XIII secolo. Nella parte po-steriore della chiesa sono murati piccoliframmenti dell'antica chiesa romanica.L'interno è a unica navata riccamente or-nata nel 1920 da affreschi del pittore Ro-dolfo Gambini di Alessandria.

Fonti bibliografiche:- www.gal-oltrepo.it/comuni.php?cid=4- www.miapavia.it/articolo.cfm?id=4734

BORGORATTO MORMOROLOPIEVE DEI SS. CORNELIO E CIPRIANO

Page 38: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diValentina Balma

38

Le prime notizie che si hanno della par-rocchia dedicata ai Santi Gervasio e Pro-tasio di Montebello della Battaglia risalgo-no al 1094; da atti dell’epoca si apprendeche il nobile cavaliere Uberto donò lachiesa all’ordine benedettino con la clau-sola che dedicassero il monastero a S.Pietro.Il tempio venne gestito dai monaci bene-dettini e dai monaci eremitani di S. Gero-lamo; quest’ultimi ricostruirono la chiesache nel 1675 venne consacrata dal Ve-scovo Mons. Settala. I Gerolamini si oc-cuparono intensamente della parrocchia ela arricchirono con il corpo del Santo Feli-cissimo, traslato dalle catacombe.San Orione di Tortona nel 1931 aprì unseminario minore per le missioni estere.

Il basamento della torre campanaria è ro-manico, mentre la facciata è in stile baroc-co e diverse statue di santi sono state col-locate alla sommità della chiesa. La parrocchia dei SS. Gervasio e Protasiosi trova nel paese di Montebello della Bat-taglia, la facciata è rivolta verso piazza Ita-lia dalla quale si dipartono via Silvio Pellicoe via Morelli di Popolo.

Fonti bibliografiche:- Archivio personale sig. Piacentini- Giulietti, Storia di Casteggio, ed. Campi- Archivio Diocesi di Piacenza- Mancinelli, il Pavese Montano,ed. Tipografia popolare

- APT Pavia, Guida alla provincia di Pavia,ed. Verba&Scripta

MONTEBELLO DELLA BATTAGLIACHIESA PARROCCHIALE SS. GERVASIO E PROTASIO

Page 39: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diValentina Balma

39

Sulle alture tra Montebello e Genestrello, il20 maggio 1859 uno scontro bellico videcoinvolte la fazione austriaca contro quel-la francese. In seguito al conflitto per l’in-dipendenza, la popolazione locale vollerendere omaggio ai caduti erigendo il mo-numento Ossario che venne costruito nel1884 per mano dello scultore Pozzi. La li-nea del monumento è classicheggiante ela forma si ispira allo stile degli antichi tem-pli greci. Il colonnato e la pavimentazionesono di marmo. Sulla sommità del monu-mento si trova una statua dalle sembianze

femminili che nella mano destra regge unabandiera e con la sinistra stringe un ra-metto d’ulivo: l’’opera rappresenta la tra-sposizione dell’Italia nascente. L’Ossario dei caduti si trova a ridosso del-la Strada Statale 10 per Casteggio. Ognianno, il 20 maggio, si ricordano la batta-glia e i caduti con una celebrazione solen-ne.

Fonti bibliografiche:- www.lombardiainrete.it- www.provincia.pv.it

MONTEBELLO DELLA BATTAGLIAMONUMENTO OSSARIO

Page 40: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diValentina Balma

40

La prima chiesa che si incontra nel terri-torio collinare è la parrocchia di Gene-strello, piccola frazione del comune diMontebello.La chiesa ha origine nel 1625 ma si ipo-tizza che sia stata edificata su una prece-dente struttura ecclesiastica risalente al XIIsecolo. Da atti diocesani si apprende che nel1628, in seguito alla visita pastorale diMonsignor Scappi, la parrocchia contava50 anime di cui da comunione 23.Nel 1761 il vescovo Cristiani, recatosi aGenestrello, registrò nella sua parrocchia91 anime di cui da comunione 71. In quelperiodo la chiesa era controllata dal Vica-riato di Casteggio ed in essa era presen-te l’oratorio dedicato alla Natività dellaBeata Vergine.

A fianco del portale d’ingresso è stata col-locata una formella di terracotta con l’iscri-zione “Stemma dei Marchesi Lunati 1520-1854” per ricordare l’importante famiglianobile locale.Nel 1859 una bomba sparata dagli au-striaci si conficcò nella parete ovest; mira-colosamente la struttura ecclesiastica nonfu danneggiata.

Fonti bibliografiche:- Relazione Vicariato di Casteggio (sec XVIII - 1989)

- Relazione Vicariato di Montebello D.B. (sec XIX)- Relazione Diocesi di Tortona (1817 - 1989)- Archivio personale sig. Piacentini- Giulietti, Storia di Casteggio, ed. Campi- Mancinelli, il Pavese Montano,ed. Tipografia Popolare

GENESTRELLOCHIESA DI SANTA MARIA

Page 41: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

41

La chiesa, la più antica del territorio di Tor-razza Coste e di tutta la Diocesi di Torto-na, è situata a sud del paese, sul colleomonimo, e può essere raggiunta dallastrada provinciale di val Schizzola.É dedicata a S. Antonino, soldato romanodella legione Tebea, sfuggito miracolosa-mente all’eccidio della sua legione e ordi-nato dall’imperatore Massimiano; S. Anto-nino subì il martirio il giorno 4 luglio dell’an-no 304 d. C., presso il villaggio di Travo,vicino a Piacenza. Il suo corpo fu sottrattoai pagani e nascosto in una cisternaasciutta, scoperto da San Savino, vesco-vo di Piacenza tra il 375 e il 396 d.C., tra-sportato nella chiesa di San Vittore in Pia-cenza, dove il Santo fu eletto patrono del-la città.È curioso sapere che Sigifrido, vescovo diPiacenza, morto intorno al 1031, inviò re-liquie del Santo a parecchie chiese fuoridalla Diocesi piacentina, tra cui quella diS. Antonino a Torrazza Coste, dove il cul-to del santo si era già radicato.La prima chiesa dedicata al martire fu co-struita nei pressi dell’attuale frazione Treb-bio, in prossimità del castello di Nebbiolo.Successivamente, verso la fine del XVIsecolo, la primitiva chiesa pericolantevenne abbattuta e parte del materiale fuadoperato per la costruzione della nuova,portata a termine nel 1584.

La chiesa, in stile romanico e a una solanavata, misura 14 metri di lunghezza e 6di larghezza. Sulla semplice facciata so-pra l’unica porta d’entrata è possibile am-mirare un affresco raffigurante S. Antoni-no.Entrando, sulla parete di destra, è possi-bile ammirare un piccolo pulpito di legno edue nicchie nelle quali si trovano le statuedella Madonna addolorata e di Gesù mor-to. A sinistra si osserva il battistero e piùavanti, in piccole cappelle, due altari, unodedicato a S. Antonio da Padova e l’altroalla Vergine Immacolata. In fondo si possono ammirare il presbite-rio con l’altare maggiore di marmo biancodel 1906 e un piccolo coro sopra il qualesi trova un organo settecentesco di mo-deste dimensioni.Annesso alla chiesa, sul lato nord, spiccail tozzo campanile alto 14 metri. Nella cel-la campanaria si trovano tre campane inbronzo del 1906, ottenute grazie alla fu-sione di due preesistenti.La costruzione della sacrestia risale al1765; nel 1937 la chiesa è stata restaura-ta attraverso il rifacimento della volta, delpavimento e delle decorazioni.

Fonti bibliografiche:- Angelo Marini, Storia di Torrazza Coste (torri-

castelli- parrocchie) II edizione, Giugno 1982

TORRAZZA COSTECHIESA DI S. ANTONINO

Page 42: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

42

Il visitatore che si trova a Torrazza Costetroverà il borghetto di Pontasso a pocopiù di un chilometro a sud-ovest di Ca-stellaro.Il piccolo borgo appartiene al comune diCodevilla e nello stesso tempo alla par-rocchia di Torrazza Coste; la sua impor-tanza è dovuta alla presenza dell’antichis-simo Oratorio sorto intorno al VI secolo ededicato alla B. V. Maria, annoverato tra imonumenti nazionali.All’origine dell’Oratorio di Pontasso e delsuo nome è legata una leggenda: duran-te lo storico assedio di Pavia (569-572),un giovane guerriero longobardo, conteAzzo o Asso, essendosi spinto sulle no-stre colline per cacciare selvaggina. Es-sendosi smarrito, fece voto alla Vergineche se fosse riuscito a ritrovare la viaavrebbe innalzato in suo onore una cap-pella. Dopo aver pronunciato quel voto gliapparve in quel momento una splendidadonna che gli indicò il sentiero giusto peruscire da quel luogo.

All’interno della cappella, nel piccolo absi-de, si trovano stupendi affreschi.Sulla parete di sinistra si nota una perso-na inginocchiata tra due santi aureolati,con le braccia protese in atto di adora-zione.La persona inginocchiata dovrebbe esse-re il nobile Beccaria, il quale ha fatto affre-scare la cappella.Si nota invece, sulla parete di destra, lostemma dei Beccaria.Attualmente l’Oratorio misura dieci metridi lunghezza e quattro di larghezza e pre-senta un’unica porta d’entrata e finestrea sesto acuto. Sulla facciata, sopra laporta d’entrata, si vede una lapide inmarmo bianco con stemma gentilizio chericorda il marchese Negrotto Cambiasodi Codevilla.

Fonti bibliografiche:- Angelo Marini, Storia di Torrazza Coste, 1982

CODEVILLASANTUARIO DI PONTASSO

Page 43: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

43

L’Oratorio di Montù-Mondondone, chiesamolto piccola e semplice a unica navata,è posto sulla cima di un poggio di faggi,ginepri e ginestre.Sull’altare è presente un affresco, protettoda una vetrata, raffigurante la Vergine coni capelli sciolti sulle spalle e con le mani

congiunte in atto di preghiera.Purtroppo i ritocchi compiuti in più occa-sioni hanno deteriorato l’opera.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989.

CODEVILLAORATORIO DI MONTÙ-MONDONDONE

Page 44: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

44

Nel cuore del comune di Codevilla, a po-chi chilometri da Retorbido, si erge lamaestosa chiesa parrocchiale di San Ber-nardo, patrono dei codevillesi.Nel 1789 la chiesa era ancora un piccoloOratorio ma a partire da questo anno ini-ziò l’ampliamento dell’edificio fino a rag-giungere l’attuale forma architettonica.La chiesa è caratterizzata da un imponen-te campanile neoclassico, edificato nel1843, mentre la facciata, in stile baroccocon elementi neoclassici, è stata realizza-ta nel 1933 su progetto dell’architettoCarlo Codebue di Bressana Bottarone.La Parrocchia, rivestita di marmo traverti-no, è dotata di un superbo pronao d’in-gresso a sei grandi colonne di marmo co-lor rosa, con capitelli e timpano centrale,sormontato da una finestra trifora.All’interno l’organo che sovrasta l’ingressoè stato realizzato dai fratelli Serassi. Entrando nella suggestiva chiesa a unasola navata, il visitatore ammirerà l’altaremaggiore di stile barocco con tempietto,realizzato in marmi di vari colori, che pre-cede un coro ligneo in noce del XVII se-colo.

Sopra l’altare maggiore si vede una lunet-ta raffigurante la Vergine in trono e il grup-po del Rosario, con Santa Caterina e SanDomenico, opere di Dario Grandi di Mila-no.Ciascuna delle fiancate dell’altare maggio-re è dotata di due altari; sul lato destro siosserva l’altare della Vergine del Rosariocon la statua che la ritrae, di gusto geno-vese settecentesco; segue l’altare del Sa-cro Cuore. Sul lato sinistro è situato l’alta-re della Madonna Immacolata su cui tro-neggia, dentro di una nicchia, la statua inmarmo bianco della Vergine, opera dellascuola accademica genovese, di cui l’ar-tista Nicola Traverso è uno dei massimiesponenti; segue l’altare di S. Antonio daPadova.Degni di nota sono i mobili della sacrestia,che contengono anche un pregevole di-pinto a olio raffigurante San Pio V, di scuo-la ligure, alcune preziose argenterie, para-menti sacri e i bronzetti di Ambrogio Ca-sati, pittore e scultore vogherese.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-

me, Pavia, 1989.

CODEVILLAPARROCCHIA DI S. BERNARDO

Page 45: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

45

La Chiesa di Sant’Andrea si trova lungo lavia che conduce alla frazione Spinosa.L’edificio fu ricostruito presumibilmente nelsecolo XVII, sui resti dell’antica chiesa par-rocchiale.La facciata è in mattoni e sassi a vista,fiancheggiata da due lesene.Nella parte absidale si erge il campanile,anch’esso in mattoni a vista, dotato dicampane.L’interno, a un’unica navata, con pavimen-tazione in cotto, è dotato di un coro ligneodel Seicento restaurato in epoca recentea opera della Confraternita dell’Oratorio diSant’Andrea.Al di sopra del coro ligneo si può ammira-re un affresco dipinto dal Legnani nel1853 e raffigurante la Vergine tra Sant’An-drea e San Martino.Al centro della chiesa si trova l’altare, inmarmo grigio, sormontato da un tempiet-to a tre colonne, poggiante su predella inpietra.

A destra dell’altare e a sinistra dell’ingres-so si possono vedere due grandi Crocifis-si; sempre sul lato destro dell’ingresso siosserva una lapide in marmo bianco chericorda l’avvenuta sepoltura in luogo deimorti per le epidemie coleriche dal 1827al 1867.Inoltre è possibile ammirare i quadretti del-la Via Crucis realizzati da don Pollarolo nel1982, che effigiano il volto di Cristo versoil Calvario. Gli ultimi due ricopiano quellipresenti nella Pietà michelangiolesca enella santa Sindone.Questo piccolo edificio sacro è statocompletamente ristrutturato nel 1983 dal-la famiglia Grazioli e riadibito al culto.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-

me, Pavia, 1989.- Giuseppe Polimeni - Fabrizio Bernini, Retorbido

nella valle del Rile, Storia Paesaggi Racconti,Editore Guardamagna Varzi, 1995.

RETORBIDOCHIESA DI SANT’ANDREA

Page 46: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

46

L’Oratorio di San Rocco in Piazza Roma aRetorbido fu edificato agli inizi del XVII se-colo come voto per la fine della pestilen-za.La Chiesa presenta una facciata neoclas-sica dotata di quattro lesene su cui pog-gia il timpano.Al centro, sopra il portale d’ingresso, in unovale è inserito un affresco raffigurante laVergine.L’interno della piccola chiesa è semplice esuggestivo: il pavimento è stato ripropo-sto in cotto con i restauri compiuti nel1983; l’altare, realizzato sempre nel 1983,è costituito da due pilastrini in mattoni a vi-sta sui quali poggia una mensola in mar-mo.Posteriormente all’altare è collocata una

pala a olio risalente al secolo XVIII che raf-figura San Rocco e San Sebastiano, co-munemente ritenuti i protettori contro lepestilenze e i mali contagiosi, in atto diadorazione della Vergine.Nel 1995 l’amministrazione comunale hadisposto l’abbattimento del deposito di at-trezzi che sorgeva accanto alla chiesa diS. Rocco e l’abbellimento dell’esterno conuna fontana secentesca e un giardino bencurato.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-

me, Pavia 1984.- Giuseppe Polimeni - Fabrizio Bernini, Retorbido

nella valle del Rile Storia Paesaggi Racconti,Editore Guardamagna, Varzi, 1995

RETORBIDOCHIESA DI S. ROCCO

Page 47: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

47

In una giornata di tempo libero, i visitatoripotranno passeggiare nel paese di Retor-bido, anticamente chiamato Litubium, escoprire la Chiesa parrocchiale del picco-lo comune lombardo.Essa è ubicata presso la Salita Durazzo,sul colle dinanzi a palazzo Durazzo Palla-vicini; dedicata inizialmente alla Madonnadel Rosario, quindi alla Natività di MariaVergine, divenne parrocchia a partire dalXVII secolo L’edificio, che vantava uno dei campanilipiù belli della zona prima che fosse riedifi-cato nel 1937, presenta una facciata neo-classica realizzata nel 1882 con elementiliberty: è dotata di un portale principalesormontato da lunetta e fiancheggiato dadue spicchi in cotto raffiguranti due angeliin bassorilievo. All’interno il portale è so-vrastato dalla struttura lignea che ospital’organo, opera pregevole realizzata daGuglielmo Bianchi di Novi. La facciatapresenta inoltre due porte minori, contor-nate da decorazioni in cotto.Sul lato destro si trova un porticato sorret-to da cinque colonne in gesso (materialeproveniente dalla vicina Località di Garlaz-zolo), che ospitano la lapidi volute da Mat-teo Corti.L’interno della chiesa è strutturato in trenavate con pavimentazione in cotto; l’illu-minazione è garantita da due finestronidecorati con scene della vita di Sant’An-drea a sinistra e a destra di San Rocco,fatte eseguire nel 1980 da Don VincenzoCassulo.

Interessante è vedere sul lato sinistro del-l’ingresso l’ex battistero, racchiuso da uncancelletto di ferro battuto, con una tavo-letta a olio che raffigura il battesimo di Ge-sù.Nella navata sinistra spicca inoltre l’altaredi Sant’Antonio, dotato di un battistero inpietra locale su cui troneggia la pala a olioraffigurante San Francesco e Santa Euro-sia, di scuola secentesca.La navata destra è dominata dall’altare dimarmo della Madonna Addolorata, la cuistatua si trova in una nicchia in marmo ne-ro. Nella parte sottostante si nota un’altrastatua di Maria Bambina, adagiata su unaartistica culla di legno di noce.Suggestivo è l’altare maggiore in marmipolicromi, sormontato da tronetto a colon-nette disposto sopra il tabernacolo conportello in rame battuto. Il coro retrostanteè in noce, classicheggiante; sul lato de-stro si ammira un dipinto che raffigura laMadonna Immacolata, e a sinistra unaNatività a olio settecentesca donata allachiesa dai marchesi Pallavicini. In due nic-chie che fiancheggiano l’altare sono collo-cate le statue di Santa Rita a destra e a si-nistra quella di San Giovanni Bosco realiz-zate sempre con l’uso del gesso.

Fonti bibliografiche:- Giuseppe Polimeni - Fabrizio Bernini, Retorbido

nella valle del Rile storia paesaggi racconti,Guardamagna, Varzi 1995

RETORBIDOPARROCCHIA DELLA NATIVITÀ

BEATA VERGINE MARIA

Page 48: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

48

Partendo da Retorbido si può giungere aGarlazzolo, passando dalla Località diMurisasco, famosa perché un tempo van-tava un imponente castello ora scompar-so; percorrendo una strada sterrata dalpiazzale della chiesa di Murisasco, si at-traversano panoramici scorci sulla valledel torrente Luria.Nella parte più alta di Garlazzolo sorgel’Oratorio di San Gerolamo, molto sugge-stivo, edificato nel secolo XVII dai nobiliGiorgi Barzizza di Pavia.Testimone di tali origini è proprio la faccia-ta dell’edificio. L’arenaria che adorna ilportoncino racchiude infatti nella parte su-periore l’arma del casato Giorgi; si tratta dipietra friabile estratta dai sassi di cui è ric-co il territorio di Garlazzolo, utilizzati ancheper costruire le colonne degli interni delMunicipio di Retorbido.L’oratorio si caratterizza per una prospetti-va neoclassica; l’interno è formato da una

sola navata, con l’altare in pietra e gesso,preceduto da balaustra.Nella chiesa si può ammirare un dipintoraffigurante la Madonna Addolorata.Nella pavimentazione e alle pareti alcunelapidi ricordano le sepolture dei marchesiNegrotto Cambiaso e della loro discen-denza, che acquistò dai Giorgi, attraversoi Sartirana, l’intera proprietà di Garlazzolo.Tra le lapidi si trova anche un’epigrafe de-dicata al sergente Pier Alessandro Ne-grotto Cambiaso, annegato nel fiumeSecchia nel 1879.Successivamente la proprietà dell’oratoriodi San Gerolamo passò ai Cattaneo Ador-no Giustiniani che ne sono tuttora in pos-sesso.

Fonti bibliografiche:- Giuseppe Polimeni - Fabrizio Bernini, Retorbido

nella valle del Rile storia paesaggi racconti,Guardamagna, Varzi 1995

RETORBIDOORATORIO DI S. GEROLAMO

Page 49: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

49

La chiesa parrocchiale consacrata a SanGiovanni Battista sorge sulla parte più ele-vata del colle di Nazzano. Conosciuta già a partire dal XIII secolo, acausa di un incendio divampato nel 1779,è stata riedificata nel 1825 sulla base diun progetto dell’architetto genovese Bri-gnone. La parrocchia è a una navata; spicca ilcontrasto fra la semplice facciata neo-classica e il soffitto interno riccamentedecorato con affreschi dai colori luminosi,eseguiti nel 1921 dal maestro tortoneseMietta.L’altare maggiore è sobrio e discreto,mentre pregevole è la cappella destra,dedicata a San Carlo Borromeo, che pre-senta una raffigurazione del patrono in at-to di preghiera, risalente al XVIII sec.

Di valore è un altro dipinto raffigurante ladecapitazione di San Giovanni Battista.All’interno della sacrestia vi sono antichimobili in legno e una croce argentea delXVII secolo.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-

me, Pavia, 1989- Articolo della rivista Oltre: “La torre solitaria di

Nazzano” - Cartina Planimetrica di Salice Terme, Godiasco

e Rivanazzano,- Mappa del Comune - Cenni storici di Rivanaz-

zano, Cartografia topografica pavese- Graphic Creation, Lungo il Po, Archivio di Itine-

rari, Editore Grafiche Lama, Piacenza- www.termedirivanazzano.it

RIVANAZZANOCHIESA PARROCCHIALE DI S. GIOVANNI BATTISTA

Page 50: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

50

La pieve di San Zaccaria è situata nel co-mune di Rocca Susella, in Località Giaro-ne. L’edificio originario è stato probabil-mente costruito dai maestri comancini at-torno al XII secolo d.C. Lo stile architetto-nico è dunque il romanico lombardo, lacui struttura però ha subito nel tempo unlento logorio provocato da un lungo statodi semi-abbandono alternato da trasfor-mazioni, riadattamenti e restauri vari,spesso non di buona fattura. Le fonti sto-riche ne provano l’esistenza già dal 1198,in quanto la chiesa è nominata pieve daInnocenzo III in una bolla papale. Altri do-cumenti che ne attestano lo status di pie-ve sono i cataloghi dei vescovi di Tortona,redatti da monsignor Busseti nel 1220,monsignor Gambara nel 1595 e monsi-gnor Settala nel 1695. Da San Zaccariadipesero fino al 1700 le parrocchie di S.Eusebio, Montesegale, Sanguinano, S.Giovanni di Piumesana, Groppo, Susellae Godiasco. Il possesso della pieve è stato alternatoda famiglie di feudatari e da arcipreti. IGambarana furono l’ultima famiglia che

esercitò il diritto di iuspatronato (diritto dinominare il clero addetto alla chiesa). Nel1806 la pieve fu declassata a sempliceparrocchia. Successivamente venne ad-dirittura sconsacrata, il culto religioso nonvi fu quindi più praticato e l’edificio venneadibito a cascinale per usi agricoli. Dal1964 cominciò il restauro che è durato fi-no al 1998.L’aspetto attuale presenta una facciatadove si alternano fasce orizzontali di mat-toni e arenaria, suddivisa da quattro semi-pilastri. Sopra il portale ad arcate a tuttosesto c'è una bifora con due oculi. L'inter-no è a tre navate, quella di sinistra è soloparzialmente conservata. I capitelli in are-naria mostrano fiere in lotta fra loro, testeumane e l'immagine di una sirena a duecode.

Fonti bibliografiche:- www.oltrepopavese.it/arte/chiese.html- www.parrocchie.it- www.gal-oltrepo.it- http://civita.lombardiastorica.it

ROCCA SUSELLAPIEVE DI SAN ZACCARIA

Page 51: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

51

Fu eretta nel 1935 per volontà dell’avvo-cato Angelo Bernardo Alesina di Godia-sco su progetto dell’architetto genoveseGiuseppe Rosso. Sorge sull’area dell’anti-ca corte rustica dedicata al beneficio diSan Siro, di fronte alle scuole Elementari.L’impianto è in puro stile gotico lombardocon influenze romaniche. La facciata è inmattoni a vista rossi e presenta tre ingres-si ad arco acuto, sormontati da altrettantelunette decorate con le immagini di CristoRe, San Bernardo e San Siro, San Marzia-no. La chiesa presenta un campanileslanciato ed elegante, che contiene cam-pane provenienti da Varese, dedicate allaMadonna della Guardia, a San Bernardo ea San Siro.L’interno è maestoso: vi sono tre navatedivise da due ordini di colonne in pietra emattoni, che terminano in volte a crocierae in archi in stile gotico. Il pavimento è inpregiato marmo rosa e l’altare maggiore ècostruito in marmi policromi. A destra diesso si trova la cappella con statua in le-gno dorato della Vergine, proveniente dal-l’antica chiesa di San Siro, dedicata allaMadonna del Rosario, e trasportata nellasua attuale ubicazione nel 1980. Nella na-vata destra è invece presente l’altare de-dicato a S. Reparata Vergine e Martire, af-frescata da Luigi Gambini.A sinistra si trova l’altare dedicato al Sacro

Cuore, in marmi di Verona e Carrara, conpala decorata dal Gambini, raffigurante ilRedentore.Un affresco del XVI secolo, anonimo, raf-figurante la Vergine della Fonte, prove-niente dall’ex chiesa della Madonna dellaFontana, è stato donato dagli attuali pro-prietari dell’immobile alla parrocchia e oraè possibile ammirarlo nella campata a si-nistra dell’altare. A decoro della chiesa si possono ammira-re splendide vetrate policrome raffiguranti,in artistico mosaico, scene evangelichedella vita di Gesù; 14 pregevoli tavole, raf-figuranti le stazioni della “Via Crucis” e unbellissimo pulpito riccamente intagliato,realizzato da una ditta di intaglio della ValGardena.Annualmente si tengono in Godiasco duefiere tradizionali, un tempo rinomate: quel-la cosiddetta “d’Agosto” (ultimo giovedìdel mese) e quella di San Martino (11 No-vembre). La sagra del paese cade il lune-dì di Pentecoste ed è dedicata a SantaReparata.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-

me, Pavia, 1989- Biblioteca Civica Comunale Godiasco e Salice

Terme, Godiasco e il suo Territorio, TipografiaSuccessori Bizzoni, Pavia, 1996

GODIASCOCHIESA PARROCCHIALE DI S. SIRO

Page 52: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

52

La Chiesa di San Siro risale al secolo XVIma è il rifacimento di una più antica chie-sa che sorgeva fuori dalle primitive cintamurarie del paese.È adiacente al palazzo Malaspina-Pede-monti, situata nella Piazza Cagnoni e de-dicata San Siro e Santa Reparata. È preceduta da un pronao e possiede uncampanile piuttosto tozzo e poco slancia-to. Si caratterizza inoltre per un tetto a ca-panna, tipico dello stile romanico. Nel 1561 venne ingrandita e venne co-struito un passaggio sopraelevato chemetteva in comunicazione la chiesa con ilnuovo palazzo Malaspina-Pedemonti. Daqui, la nobile famiglia era solita ascoltare lasanta messa. Originariamente, all’interno del palazzo, vierano numerose tele raffiguranti Santi che,successivamente al progressivo degradodella Chiesa, sono state trasportate nellaChiesa parrocchiale di San Siro e SantaReparata. Quest’edificio, rimasto per circaquarant’anni inagibile a causa delle preca-rie condizioni strutturali, è stato ristruttura-to e riportato agli antichi splendori grazie algeneroso contributo di alcuni Enti. Oggi lachiesa è sede del museo di Arte Con-temporanea, del Legno Locale e della Mi-neralogia inaugurato il 1 ottobre 2005. Inesso hanno trovato la loro giusta colloca-zione 50 tele di varie dimensioni e di diver-si temi donate per volontà testamentariadal pittore Giovanni Novaresio, illustreconcittadino godiaschese, che acquisì nel

novembre 1987 la cittadinanza onorariadel Comune. Nativo di Napoli ma genove-se di adozione lavorò molto a Genova,Roma, Milano, e nella lontana Africa. Ne-gli anni cinquanta collaborò con molti arti-sti fra cui Fieschi, Borella, Scanavino. Nel1971 si trasferì definitivamente a Godia-sco dove lavorò solitario in un vecchio epolveroso mulino, “attento e proteso al-l’evolversi della sua pittura, incurante dibanali ed effimeri successi”. Altre sueopere sono conservate al Museo di Nervie al Palazzo Pretorio di Certaldo. Nel mu-seo è conservata inoltre una raccolta dilegni e di pietre tipiche della Valle Staffora,realizzata dal godiaschese Guido Perciva-ti.Attorno all’altare sono esposte numeroselitografie donate dal Maestro Luciano Tre-visan, anch’egli illustre concittadino.Per informazioni e visite telefonare al nu-mero 0383.94141 del Comune di Godia-sco o inviare una richiesta via e-mail a:[email protected].

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-

me, Pavia, 1989- Carla Mazzarello - articolo comparso sul Seco-

lo XIX del 10 agosto 1997- Biblioteca Civica Comunale Godiasco e Salice

Terme, Godiasco e il suo Territorio, TipografiaSuccessori Bizzoni, Pavia, 1996

- Articolo della rivista Oltre: “Palazzo Malaspina diGodiasco - una casa che canta il Seicento”

GODIASCOANTICA CHIESA DI S. SIRO MUSEO DI ARTE CONTEMPORANEA, DEL LEGNO LOCALEE DELLA MINERALOGIA

Page 53: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

53

La Chiesa della Natività di Maria, sorta pri-ma del XII secolo, è posta a sinistra del-l’imbocco della Via delle Terme. Fu di pro-prietà della nobile famiglia Gatti e nel pri-mo novecento fu alienata alla società del-le Terme di Salice. Delle decorazioni in sti-le quattrocentesco della facciata si con-serva tutt’ora, superiormente all’ingresso,un affresco rappresentante La Verginecon il Bambino. La Chiesa parrocchiale di Cristo Re è sta-

ta edificata in Viale Mangiagalli nel 1939.Di architettura moderna in stile piacentino,è stata più volte rimaneggiata. La facciataè dotata di un piccolo pronao ad arcoacuto. L’interno è a unica navata a cui do-na luce il coro, dotato di vetrate istoriatemodernamente.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime, Pavia, 1989

SALICE TERME · GODIASCOCHIESA DELLA NATIVITÀ DI MARIA

E CHIESA PARROCCHIALE DI CRISTO RE

Page 54: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

54

La chiesa parrocchiale in stile tardo-goticodi Cecima è dedicata ai Santi Martino eLazzaro. L’attuale costruzione venne rica-vata da un preesistente edificio romanicoricostruito nel 1479 per volere del cardi-nale Jacopo Ammanati Piccolomini, ve-scovo di Pavia, come testimonia l'epigra-fe murata sul fianco destro esterno delmonumento. L’edificio originario risalenteal XII sec. crollò per fenomeni franosi. So-lo il campanile e la facciata sono rimastiquasi completamente intatti e ancora og-gi visibili in tutto il loro splendore. La fac-ciata presenta un bel portale in cotto, unrosone centrale e fregi esterni e interni. Lachiesa presenta importanti testimonianzeartistiche: nella navata sinistra c’è un affre-

sco cinquecentesco rappresentante laMadonna in trono con Bambino. In sagre-stia vi è un affresco staccato raffigurantesempre la Madonna con Bambino, men-tre la navata di sinistra ospita figure di san-ti. La chiesa sorge su un magnifico spiaz-zo e costituisce un balcone che, con undislivello di 200 metri, domina uno splen-dido e ampio panorama sul monte Peni-ce, monte Boglelio e sul torrente Staffora.

Fonti bibliografiche:-http://www.oltrepopavese.com/arte/chiese.html- www.parrocchie.it - www.gal-oltrepo.it- http://civita.lombardiastorica.it

CECIMACHIESA DEI SS. MARTINO E LAZZARO

Page 55: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

55

La chiesa parrocchiale di San Ponzo risa-le al XI secolo ma dell’antica costruzioneromanica rimangono solo tratti della mura-tura e la parte inferiore del campanile. Ilportale, inquadrato da un proto con voltaa crociera affrescata, risale al 1593. Diver-si furono i rimaneggiamenti subiti nel tem-po dall’edificio che oggi si presenta a trenavate e abside quadrangolare. Nell’inter-no, sulla sinistra, dove era ubicato il batti-stero, è conservata un’importante vascabattesimale scavata in un unico masso dipuddinga. Nell’altare della cappella di de-stra sono custodite dal 1903 le reliquie diSan Ponzo. Il Santo si trasferì nella Valle Staffora daRoma nel III secolo d.C. per evangelizzare

la gente del luogo. Condusse vita da ere-mita in una grotta poco lontana dall’attua-le abitato di Semola e venne martirizzatotramite decapitazione. Il Santo è anche ri-cordato da una statua sull’altare dellacappella destra e da un affresco nell’absi-de. Un altro affresco, purtroppo profonda-mente rovinato, si trova sull’arcone trionfa-le a sinistra e raffigura la Madonna con ilBambino.

Fonti bibliografiche:- Alla scoperta della Comunità Montana dell’Ol-

trepo Pavese - guida turistico-culturale, a curadella Comunità Montana Oltrepo Pavese, Lino-tipia Stella, Voghera

- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-me, Pavia, 1989

SAN PONZO · PONTE NIZZACHIESA DI SAN PONZO SEMOLA

Page 56: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

56

L'eremo di Sant'Alberto di Butrio è ubica-to nell’omonima frazione nel comune diPonte Nizza, a 687 metri s.l.m., circonda-to da alte colline coperte di boschi e ver-di pascoli. L’abbazia venne fondata dallostesso Sant’Alberto, forse membro dellafamiglia feudale dei Malaspina, che nel1030 andò ad abitare in solitudine nella vi-cina valletta del Borrione, dove tuttora vi èuna piccola cappelletta a lui dedicata. Latradizione narra che Sant’Alberto guarì mi-racolosamente un figlio muto del marche-se di Casasco e questi, in segno di rico-noscenza, gli edificò una chiesa in cui ilsanto e i suoi fedeli potessero celebrare lasanta messa. Costituitisi in comunità, glieremiti cominciarono a edificare il mona-stero di cui rimane solo un'ala: il chiostroe il pozzo. I monaci seguivano la regolabenedettina secondo la riforma di Cluny,mantenendo viva la vocazione eremitica.A capo della comunità venne eletto lostesso Sant'Alberto, che rimase abate fi-no al 1073, anno della sua morte. Dopo la

morte del fondatore, l'eremo divenne an-cora più famoso e aumentò il numero dimonaci tanto da divenire il più importantecentro religioso dell’Oltrepo dopo la Pievedi San Germano a Varzi. Si ipotizza chepossa aver ospitato illustri personaggi co-me l’imperatore germanico Federico Bar-barossa e Dante Alighieri. Verso la metàdel XV sec., con l'avvento degli abaticommendatari, l'eremo incominciò a en-trare in un periodo di decadenza.Nel 1543 gli ultimi monaci lasciarono l'ab-bazia per trasferirsi altrove. Vi rimase soloun sacerdote addetto alla cura dei fedeli.Nel 1595 la chiesa di Sant'Alberto fu eret-ta a parrocchia. Seguirono tre secoli disemi-abbandono e incuria, durante i qualiil monastero e parte della torre furono di-strutti. Nel 1810, con l'avvento delle legginapoleoniche, l'eremo fu soppresso e re-quisito dal governo per usi laici. Nel 1900l’eremo fu affidato a Don Orione che lo ri-popolò collocandovi gli eremiti della DivinaProvvidenza da lui stesso fondati nel

PONTE NIZZAEREMO DI SANT’ALBERTO DI BUTRIO

Page 57: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

57

1899. Tra di essi, celebre è stato frate“Ave Maria” (al secolo Cesare Pisano),che visse nell'eremo dal 1923 al 1964conducendo una vita pubblicamente rico-nosciuta straordinaria per santità. L'eremosi compone di tre chiese e una cappella:la chiesa di Santa Maria, che è quella ori-ginaria fondata da Sant’Alberto; la chiesadi Sant'Antonio, tutta affrescata, situataappena dentro la porta d'ingresso; seguela cappella del SS.mo che è la navata disinistra, e infine la chiesa di Sant'Albertosulla destra. Quest'ultima è la più impor-tante perché conserva la tomba di San-t’Alberto e le sue ossa e infine perché inessa sono stati eseguiti i più pregevoli af-freschi dell'eremo. La più antica di questechiese è quella di Santa Maria, fondata daSant'Alberto con l'aiuto del marchese diCasasco verso l'anno 1050, ed è statarestaurata nel 1973, in occasione del no-no centenario della morte del santo. Se-gue quella intitolata al fondatore sorta su-

bito dopo la sua morte e contemporaneaa questa dovrebbe essere la cappella delSantissimo. Nel 1300 sorse poi la chie-setta di Sant'Antonio e venne costruita latorre, ora mozza. Tutti gli affreschi sonodel 1484 e non recano firma; fino a tempirecenti furono attribuiti ai fratelli Manfredi-no e Franceschino Boxilio di CastelnuovoScrivia. Ora vi è la tendenza ad attribuirli aun monaco pittore che per umiltà avrebbevoluto conservare l'anonimato. L'eremoinoltre ospita la prima tomba del re Edoar-do II d’Inghilterra della dinastia dei Planta-geneti, le cui spoglie furono successiva-mente trasportate in Inghilterra e collocatenel Mausoleo di Gloucester.

Fonti bibliografiche:- www.oltrepopavese.it/arte/chiese.html - www.parrocchie.it - www.gal-oltrepo.it- http://civita.lombardiastorica.it

Page 58: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

58

Si ritiene che la prima pieve edificata inValle Staffora sia la chiesa dei Cappuccinidi Varzi, costruita poco tempo dopo lamorte di San Germano. Secondo la leg-genda il corpo del santo sostò a Varzi du-rante la traslazione da Ravenna (ove eramorto) al suo luogo di origine (Auxerre). Ilclamore creato da questo passaggio in-dusse gli abitanti a dedicargli la pieve.Già nel 702 d.C. un cronista dell’epoca,Marciano Ambrogio, elencò la pieve diVarzi tra le altre della Diocesi di Tortona.Nel secolo successivo, la pieve di Varzientrò a far parte della Diocesi di Piacenza;nel 1160 dipese invece dal monastero diS. Colombano di Bobbio. L’edificio origi-nario venne gradualmente sostituito dal-l’attuale chiesa già verso la fine del 1100e completata all’inizio del 1300 in stile ro-manico.Caratteristica risulta la facciata in cottonella parte superiore e a fasce di pietra lo-cale, chiara e scura, nella parte inferiore,con portale strombato a colonne e ornato

da due ante a bassorilievi simbolici. Lachiesa rimase parrocchia di Varzi e pievedell’alta Valle Staffora fino al 1594 quandovenne inaugurata l’attuale chiesa parroc-chiale di San Germano.Lasciata nell’abbandono e nel deperimen-to, riprese l’attività nel 1623, quando vi sistabilirono i frati Cappuccini che costruiro-no a lato il convento incorporandovi la ca-nonica preesistente, sistemarono la co-pertura danneggiata costruendo un volto-ne in stile barocco e rimpiazzarono le fine-stre monofore strombate con finestronirettangolari.Per 180 anni la vita monastica dei cap-puccini si svolse in una vita di preghiera,carità e apostolato fino al 1802, quando iconquistatori francesi soppressero con-vento e chiesa che furono dati in affitto aicontadini come abitazione, mentre lachiesa sconsacrata fu adibita a fienile edeposito di attrezzi. Nel 1903 i Cappucci-ni ripresero possesso del convento e ri-consacrarono la chiesa che restò detur-

VARZICHIESA DEI CAPPUCCINI

Page 59: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

59

pata dal precedente uso agricolo.Nel 1971 cominciarono i lavori di ristruttu-razione per cercare di riportare la chiesaall’originario stile romanico. Durante i lavo-ri venne alla luce il frammento di un affre-sco che anticamente copriva tutta la pare-te di testa. L’opera rappresenta l’Annun-ciazione ed è stata attribuita ai fratelli Fran-ceschino e Manfredino Boxilio di Castel-nuovo Scrivia, eseguita probabilmente at-torno 1484. L’affresco anticamente copri-va tutta la parete di testa; purtroppo ne ri-mane oggi solo la figura della Vergine.Inoltre, sono state portate in luce le anti-che capriate a vista e sono state riapertele originarie finestre a doppia strombatura

esterna e interna. È stata poi rifatta la co-pertura nelle due navate laterali. Oggi fi-nalmente la chiesa è tornata a godere del-l’antico splendore altomedievale.

Fonti bibliografiche:- A.A.V.V., Thesaurus Montanus, I beni architetto-

nici e artistici della Comunità Montana OltrepoPavese, Torchio de’ Ricci, Certosa di Pavia,2003

- www.oltrepopavese.it/arte/chiese.html - www.varziviva.net - www.parrocchie.it - www.gal-oltrepo.it- http://civita.lombardiastorica.it - www.comune.varzi.pv.it

Page 60: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

60

La chiesa di San Marcellino a Nivione sor-ge isolata su un colle dominante unastretta valle percorsa dal torrente Lella. Èsconosciuta l'epoca di costruzione; le pri-me notizie scritte a riguardo risalgono at-torno all'anno 1500. Particolarmente inte-ressante è la pittura murale posta al cen-tro della parete di sinistra, che rappresen-ta una Madonna in trono che sostiene ilBambin Gesù. Pitture analoghe si trovanonell'Abbazia di Sant’Alberto e nella chie-setta di Sanboneto; è quindi presumibile

che siano opera degli stessi autori, moltoprobabilmente i fratelli Boxilio di Castel-nuovo Scrivia operanti attorno al XV seco-lo in tutto l’Oltrepo pavese.

Fonti bibliografiche:- www.oltrepopavese.com/arte/chiese.html- www.varziviva.net- www.parrocchie.it - www.gal-oltrepo.it - http://civita.lombardiastorica.it

NIVIONE · VARZICHIESA DI SAN MARCELLINO

Page 61: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

61

Il Tempio della Fraternità si trova a Cella,una frazione di Varzi, a 700 m di altitudine.La storia di questa chiesa è legata all’ulti-ma guerra mondiale. Nei primi anni ’50, unex cappellano militare reduce dalla guerra,desideroso di costruire una chiesa a Cel-la, suo paese natale, ebbe l’idea di racco-gliere le rovine del conflitto e con questomateriale costruire il tempio come simbo-lo e auspicio di una ricostruzione più gran-de: quella della fratellanza umana. Lo fecearredare con tanti ricordi di guerra, trasfor-mando gli ordigni di distruzione e di mortein inni alla vita e alla felicità. Questo prete-soldato ebbe la fortuna di incontrare a Pa-rigi l’allora nunzio apostolico monsignorAngelo Roncalli (che poi divenne PapaGiovanni XXIII), a cui presentò il progetto.Il futuro Pontefice prese a cuore l’iniziativae l’aiutò inviando la prima pietra, tolta dal-l’altare frantumato di una chiesa di Cou-tances in Francia. Una delegazione parigi-na portò la pietra a Cella il 7 settembre1952, dove fu benedetta da un arcive-scovo e posta dove ora sorge il vecchioaltare. A quella prima pietra ne seguironomolte altre, inviate da altre città: Berlino,Dresda, Varsavia, Londra, Montecassino,El-Alamein, Hiroshima e Nagasaki. Uncentinaio di località hanno contribuito al-l’erezione dell’altare maggiore inviandoognuna una rovina del loro monumentopiù significativo: Milano ha inviato alcuneguglie del Duomo, cadute durante i bom-bardamenti del 1943 e una parte del pa-

vimento del Duomo stesso che ora copretutto il presbiterio della chiesa. Il Tempioha sviluppato in questo modo i temi sim-bolici della fratellanza e speranza umana.Così la vasca battesimale è costituita dal-l’otturatore di un cannone della corazzataAndrea Doria; ciò che prima lanciava di-struzione e morte, ora “lancia” alla vita inostri bambini.Armi deposte e offerte compongono la fi-gura del Crocifisso con Gesù Cristo vistoattraverso i dolori dell’uomo e costituito daessi. Resti di due navi inglesi che hannopartecipato allo sbarco in Normandia for-mano il pulpito e rimangono come simbo-lo di un ideale di pace che naviga nell’agi-tato mare del mondo di oggi. Le onde,purificandosi, lasciano sabbia, conchiglie,sassolini, che i visitatori possono vedereraccolti e allineati nelle teche della balau-stra dove si leggono i nomi dei fiumi piùfamosi. Nella parte destra del Tempio vi èla presenza di una Madonna cinese e ditanti altri simbolici richiami di amore e pa-ce. Per l’edificazione di questo tempio-museo hanno collaborato molte autorità,diplomatici, giornalisti, aziende, scolare-sche, italiani all’estero e specialmente leassociazioni di reduci e combattenti divarie nazioni.

Fonti bibliografiche:- www.varziviva.net- www.comune.varzi.pv.it- www.oltrepopavese.it/arte/chiese.html- www.gal-oltrepo.it

CELLA DI VARZITEMPIO DELLA FRATERNITÀ

Page 62: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

62

A Bosmenso, frazione di Varzi, sorgeun'antica e pregevole chiesetta di origineromanica con portale in arenaria decorata.Costruita originariamente in pietra a vista,attualmente presenta il portale coronatoda un arco a tutto sesto con grosso cor-done in arenaria e capitelli cubici attribuitiai secoli XII - XIII.È quello che rimane dell'originale edificiodopo i discutibili restauri eseguiti negli ulti-mi decenni.All'interno si possono ammirare dipinti

d'arte popolare raffiguranti San Giorgio ela Vergine e una pregevole tela del XVII se-colo, raffigurante la Madonna con Bambi-no. Si tratta di una chiesetta vicina al gre-to del torrente Stàffora che conserva ca-ratteri di epoca romanica e dipinti di artepopolare.

Fonti bibliografiche:- www.varziviva.net/bosmenso.htm - www.vallestaffora.info - www.gal-oltrepo.it/comuni.php?cid=20

BOSMENSO · VARZICHIESA DI SAN GIORGIO

Page 63: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

63

L’oratorio dei Santi Gervasio e Protasio èubicato a Someglio, piccola frazione diBrallo di Pregola. L’edificazione della chie-sa risale al XII secolo d.C. e in epoca alto-medievale fu sede di una pieve che com-prendeva le parrocchie di Colleri, Cence-rate e Pregola. Di grande pregio storico-artistico è il campanile romanico in pietralocale, rimasto praticamente intatto fin dal-le origini, con quattro fornici ad arco a tut-to sesto. Fu eretto dai Malaspina che loutilizzarono anche come torre di avvista-mento. Nel complesso l’edificio ha con-servato il suo aspetto originario in quantoè stato ricostruito della stessa pietra delcampanile. Si entra nel sagrato superan-

do un muretto in pietra con portale in are-naria. L’interno è a navata unica, con vol-ta a botte e tre nicchie ad arco a tutto se-sto poggianti su pilastri a base rettangola-re. I muri interni sono intonacati, il pavi-mento è in sasso e l’altare maggiore inpietra. Nella parete sinistra vi sono un fon-te battesimale e un quadro che raffigura iSanti Gervasio e Protasio. La chiesa èstata restaurata nel 1985.

Fonti bibliografiche:- www.oltrepopavese.it/arte/chiese.html - www.parrocchie.it- www.gal-oltrepo.it - http://civita.lombardiastorica.it

SOMEGLIO · BRALLO DI PREGOLAORATORIO DEI SANTI PROTASIO E GERVASIO

Page 64: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 65: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 66: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

66

Le origini di Romagnese, piccolo borgo dimontagna, risalgono probabilmente al pe-riodo romano: nel 218 a.C. una schiera disoldati romani, dopo la sconfitta sul Treb-bia inflitta da Annibale, trovò rifugio nellazona di Romagnese e diede vita a un pri-mo insediamento. Questo episodio avva-lora l’ipotesi che il toponimo derivi dal-l’espressione latina “Castrum Romanien-se”. Nel Medioevo il borgo faceva partedel feudo di Zavattarello, mentre verso ilXIV secolo passò alla famiglia Dal Vermeche eresse il castello.La rocca fu costruita sui resti di un prece-dente maniero che, in origine, fu costituita

da quattro torrioni in pietra locale, conmerli guelfi e un portale settecentesco inarenaria. L’edificio, con ogni probabilità, furistrutturato e adattato in palazzotto resi-denziale a metà del XVIII secolo. Attual-mente di proprietà comunale, ospita il Mu-nicipio e il Museo di Arte Contadina.

Fonti bibliografiche:- Alberto Arecchi, Il Pavese Montano-storia, real-

tà, itinerari e leggende, Luigi Ponzio Editore, Pa-via,1981

- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,quattro province lungo le antiche Vie del Sale,San Giorgio Editrice, Genova, 2006

ROMAGNESEIL CASTELLO

Page 67: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

67

Il castello, una vera e propria rocca, sorgesu di un poggio di arenaria, in posizionestrategica perché dominante le Valli Tido-ne e Morcione.Le sue origini risalgono al X secolo: il ca-stello è citato infatti in alcuni documenti diOttone I, datati 971-972.Il feudo e il suo castello appartenevano almonastero di S. Ambrogio, a quello di S.Colombano e al vescovo di Bobbio che,nel 1264, lo consegnò al nobile UbertinoLandi che fortificò il castello rendendoloinespugnabile. Fu così che attorno a essocominciò a svilupparsi il borgo. Tra XIII eXIV secolo il castello subì svariati assedi,senza tuttavia essere espugnato. Nel1385, il feudo fu assegnato al casato deiDal Verme che lo mantenne per ben seisecoli, fino al 1975, anno in cui venne do-nato al Comune. La rocca fu inoltre colpi-ta da due violenti incendi: nel 1747 duran-

te la guerra di successione austriaca e nel1945 durante una rappresaglia nazista.Di struttura ghibellina, il castello è impo-nente con i suoi 2000 m2 - conta oltre 40stanze - e con il recetto fortificato, dove sisvolgevano le attività legate al castello e siospitava il popolo in caso di assedio. Vi siaccede tramite una scaletta collegata auna passerella, sostitutiva dell’antico pon-te levatoio, posta a circa 5 metri d’altezza.All’ingresso è visibile una botola da cui ve-niva versato olio bollente sui “visitatorisgraditi”; vi erano le stanze per il corpo diguardia, tra cui quella della Sentinella, ilprimo luogo in cui sostava il forestiero. Al-l’interno, vi sono due cortili: in quello piùpiccolo c’era il pozzo usato per raccoglie-re l’acqua piovana che veniva pompatanella cucina-refettorio. Al pianoterra si tro-va la sala adibita a cucina-refettorio dovesi svolgeva gran parte della vita del castel-

ZAVATTARELLOIL CASTELLO

Page 68: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

68

lo e il signore consumava i pasti con il suoentourage; se invece si ospitavano perso-naggi illustri il pranzo veniva servito nellasala al primo piano, dove erano situate lesale di rappresentanza e le stanze privatedel Conte e della sua famiglia. A questo li-vello, si apre il terrazzo con loggiato da cuisi ammira una splendida veduta, mentredalla torre la panoramica spazia a 360°: sipossono infatti avvistare i castelli di Mon-talto Pavese, Valverde, Ruino, Torre degliAlberi e Pietragavina. Oggi una parte della rocca ospita la Gal-leria di Arte Contemporanea.Come tutti i castelli che si rispettano, an-che la rocca di Zavattarello ha il proprio“fantasma”. Secondo la leggenda si trat-terebbe di Pietro Dal Verme, il cui spirito siaggirerebbe, verso mezzanotte, lungo i

camminamenti della ronda. Il Conte fu av-velenato da Chiara Sforza, sua secondamoglie: la donna non avrebbe infatti per-donato il Dal Verme per averla rifiutata inprime nozze. L’omicidio è un fatto storicorealmente accaduto, non a Zavattarello,bensì a Milano, nell’odierno Palazzo Co-munale del Broletto (XVI secolo).

Fonti bibliografiche:- Alla scoperta della Comunità Montana dell’Oltre-

po Pavese-guida turistico-culturale, a cura dellaComunità Montana Oltrepo Pavese, LinotipiaStella, Voghera

- Oltrepo, terra di tradizioni, a cura della Comuni-tà Montana Oltrepo Pavese, Arti grafiche Verte-mati

- www.zavattarello.org

Page 69: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

69

Il Castello di Montecalvo Versiggia domi-na, dalla sua pregevole posizione, l’interaAlta Valle Versa.Intorno al 1287 il castello diventò di pro-prietà dalla famiglia Beccaria che ne rima-se in possesso sicuramente oltre il 1600.Nell’800 l’edificio venne acquistato dallafamiglia Pisani Dossi, che provvedette alrestauro dell’antico pozzo, fatto costruirenel 1596 dai Beccaria nel giardino del ca-stello.Il castello vanta una leggenda che risale al1823, riportata da Alberto Carlo PisaniDossi, nipote di Luigia e Carlo Pisani: pa-re che donna Luigia abbia fatto murare neisotterranei del castello 10.000 bottiglie dimoscato bianco.Dai Pisani Dossi la proprietà del castellopassò ai marchesi Brignole di Genova; nel1879 venne acquistato da Carlo e LuigiFiori e dal 1943 al 1945 diventò sede diun comando partigiano. Oggi gli attualiproprietari sono gli Eredi Fiori e Sacchi.A oggi il visitatore può intravedere solopoche tracce dell’aspetto attuale del ca-stello. Il manufatto è in pietra e mattoni a vista,restaurato in epoca recente. Il cortile delCastello è quadrato e si possono notaredue vetrate sistemate in archivolti, un tem-po aperti.Una parte dello stabile è però ridotta ai solimuri perimetrali, coperti dal tetto.Attualmente non resta traccia di bastioni,

se non a meridione e non si vedono le tor-ri; verso sud si nota una torricciola conparecchi segni di finestre occluse e talunedelle quali d’impronta quasi romanica. Inquesto punto si vedono portici e rusticisorti nell’ultimo cinquantennio dopo la de-molizione di un baluardo munito di para-petto verso valle.Nell’angolo di sudovest si osserva il basa-mento rastremato di una torricina pensilesemicilindrica e a levante si nota un bal-concino.La facciata di ponente si caratterizza perle vestigia a linea di tetto di una decorazio-ne a denti di sega di foggia trecentesca.All’altezza di tale reliquia appaiono a mez-za parete la spalla destra e la centinaturadi una finestra ogivale in cotto fine, occlu-sa a filo muro. È impossibile poter dire sequesto castello fosse merlato.Verso nord-ovest si ergono due pilastrisettecenteschi che delimitano l’ingresso,ormai privi dei cancelli originari. In fondoallo spiazzo che conduce alla porta carra-ia del maniero è stato installato recente-mente il serbatoio dell’acquedotto comu-nale. In questo punto sorgeva un rivellino,tuttora identificabile dai profili di un salien-te.Nel punto in cui si demarca il serbatoio ci-lindrico interrato dell’acquedotto esistevaun locale per la conserva del ghiaccio.

Fonti bibliografiche:- www.comune.montecalvo.pv.it

MONTECALVO VERSIGGIAIL CASTELLO

Page 70: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

70

La Rocca di Messer Fiorello, o Roccafirel-la, si erge in cima a un poggio, semina-scosta dalla vegetazione. In realtà non ri-mangono che i ruderi della massiccia roc-caforte in pietra locale e in blocchi di are-naria, eretta nella metà del XIV secolo. Dairesti si può intuire che fosse di pianta qua-drilatera: l’unica parte, giunta pressochéintatta fino ai giorni nostri, è il complessodelle mura perimetrali.Vicino alll’ingresso si erge una torre co-struita in epoca successiva. Il bastione aveva funzione sia difensiva siaoffensiva: essendo infatti situato in unaposizione strategica, era facile dal suo in-terno controllare cosa avvenisse nelle vallicircostanti.

Dalla rocca, se il cielo è limpido, si puòammirare un meraviglioso paesaggio: sidistinguono chiaramente frazioni e paesidella vallata del torrente Scuropasso e, sela giornata è particolarmente tersa, si pos-sono scorgere all’orizzonte le Alpi e le Pre-alpi lombarde.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989- Indagine Storico-territoriale del comune

di Rocca de’ Giorgi- Articolo della rivista Oltre: “Giallo Cadmio in Val-

le Scuropasso - Villa Giorgi di Vistarino”

ROCCA DE’ GIORGILA ROCCA DI MESSER FIORELLO

Page 71: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

La residenza Giorgi di Vistarino è immersanella Valle Scuropasso: il suo bel giardinoall’inglese, che a sua volta è inserito in unampio parco, stupisce il visitatore in ogniperiodo dell’anno e la brillantezza dei suoicolori risalta sull’oscurità predominantedella valle.Costruita sul finire del Settecento, la villaapparteneva alla nobile famiglia dei Giorgi,che la avevano ricevuta in eredità dai Bec-caria. Tutte le famiglie che, dopo i Giorgi,abitarono la villa, condivisero la passioneper la vite e l’agricoltura: fu per loro unapassione costante mantenere il territoriocircostante rigoglioso e curato.La villa, armoniosa e bilanciata, è di strut-tura neoclassica: maestosa, nella sua ele-gante sobrietà, si accorda perfettamentecon la natura da cui è incorniciata.Il plesso originario è stato edificato nelSettecento, poi, nell’Ottocento, sono statiaggiunti a questo altre due ali dell’edificio,poste in perfetta simmetria.Contribuiscono a creare un’ordinata geo-metria anche le siepi di collegamento trala casa e il parco, che ricordano l’anticogiardino all’italiana. Alcune statue in pietracircondano infine il cortile.Gli interni riprendono le linee essenziali edeleganti dell’esterno: gli arredi sono origi-nali e personalizzati, ricercati in modo tale

da creare equilibrio con la struttura.I soffitti sono perlopiù affrescati e decoraticon stucchi, i pavimenti, di gres o legnointarsiato, contribuiscono alla ricca ele-ganza degli interni.Il pianoterra dell’edificio principale è com-posto da una serie di numerose stanze,come sale da te, da lettura e al centro ilsalone d’onore; entrandovi, si respira an-cora l’atmosfera dei tempi in cui i nobilid’Europa vi trascorrevano le loro vacanze,intrattenendosi in lunghe battute di cacciao semplicemente rimanendo nelle sale adoziare.È possibile ammirare anche una bibliotecae una cappella dedicata alla Madonna Au-siliatrice.Il fascino di questa dimora non è solo de-terminato dal suo aspetto e dalla ricchez-za dei suoi interni ma soprattutto dalla suacontinua e immortale interazione con lanatura che la circonda.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989- Indagine Storico-territoriale del comune di Roc-

ca de’ Giorgi- Articolo della rivista Oltre: “Giallo Cadmio in Val-

le Scuropasso - Villa Giorgi di Vistarino”

71

ROCCA DE’ GIORGIVILLA GIORGI DI VISTARINO

Page 72: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

72

Merita una visita la caratteristica frazione diSoriasco, ubicata sulla cima di un poggioche domina l’abitato. Qui si può ammirarel’unica torre di guardia rimasta delle ma-gnifiche dodici che cingevano il paese neitempi lontani. Il Castello Giorgi Gambara-na o meglio quello che ne rimane è giun-to sino ai nostri giorni, fu nel secolo XII og-getto di contese tra pavesi e piacentiniche lo distrussero tra il 1215 e 1216. I re-sti attuali si dispongono quadrilatero inmodo irregolare. Ogni lato presenta duetorrette diverse l’una dall’altra. La torre piùinteressante è quella a nord ovest, checonsta di un piano terreno, tre piani supe-riori e una porticina d’ingresso, oggi fa-cente parte di un’abitazione privata. La

torre situata a sud ovest, è costituita dadue piani inferiori. Ciò che però dominal’intero maniero è il poderoso torrione dicirca 28 metri, di forma quadrata con ele-menti architettonici in pietra arenaria, fine-stre coronate da arco a tutto sesto, ferito-ie e travi maestre nei solai. Proprio nelledue volte a crociere che sezionano l’inter-no è stato possibile creare dei piani inter-medi che hanno come base i solai lignei.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989- www.miapavia.it- Viaggiando tra l’Alta Collina e la Montagna del-

l’Oltrepo Pavese, a cura di Turismo Verde PaviaGreppi Editore, Cava Manara 2000

SORIASCO · S. MARIA DELLA VERSACASTELLO GIORGI-GAMBARANA

Page 73: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diMarco Minoia

73

Il castello di Montué, edificio maestoso, fucostruito nell’XI secolo in un’ottima posi-zione tra la rocca di Montalino e il castellodi Cigognola. I pochi resti del castellopossono essere visitati e si trovano sullastrada che da Broni va a Canneto. Sem-bra che il castello avesse 365 finestre,una per ogni giorno dell’anno. Al suo inter-no si verificarono scontri violenti che dura-rono a lungo tra i Beccaria, i Belcredi, iGabbi ed i Malpaga. Nel 1818, dopo cheospitò la Regina Carolina Amelia, sposa diGiorgio IV di Hannover, assunse molta im-portanza.Il castello, quale grande testimonianza delpassato, certamente meritava di esseresalvaguardato. La sua distruzione però

non fu evitata neanche dalla tutela dellaregia Sovraintendenza all’arte. Anzi, nel1925, l’ingegnere pavese Angelo Pollinicomprò il castello dalle Contesse Vittoriae Romana Rota - Candiani e cominciò ademolirlo. Solo alla fine dell’anno succes-sivo il Podestà di Canneto chiese aiuto al-la Sovraintendenza contro l’opera di de-molizione non autorizzata da parte dell’in-gegnere. La sospensione dei lavori av-venne nel dicembre del 1926 ma ormail’intera struttura era compromessa: rima-nevano solo poche mura. Ad oggi restanosolamente i sotterranei e poche rovine.

Fonti bibliografiche:- www.comune.cannetopavese.pv.it

CANNETO PAVESERUDERI CASTELLO MONTUÈ

Page 74: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diMarco Minoia

74

Nel centro di Castana, in fondo a via Ca-stello, si possono vedere i ruderi del ca-stello che fece di Castana, in epoca me-dievale, uno dei borghi maggiormentestrategici, grazie alla sua posizione. Il Ca-stello era infatti stato costruito su un’alturache dominava l’intera valle. Il castello fu distrutto durante il 1200 nellebattaglie tra cremonesi e piacentini controil marchese del Monferrato. Fu nuova-mente ricostruito nel 1700 e adibito a pa-lazzo signorile dai Pallavicino Trivulzio,

nuovi proprietari. Oggi è stato completa-mente restaurato e al suo interno possia-mo trovare varie residenze estive, un ter-razzo, una piccola Chiesa, sale di rappre-sentanza, stalle e scuderie. All’interno sitrovano volte a botte con mattoni a vista esoffitti a cassettoni del 1700. L’edificio è inbuono stato di conservazione e sotto latutela delle Belle Arti.

Fonti bibliografiche:- www.comune.castana.pv.it

CASTANACASTELLO CARDOLI - DE GHISLANZONI

Page 75: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diMarco Minoia

75

Uno dei castelli più antichi e strategicidell’Oltrepo Pavese, datato all’incirca al1012, è il castello di Pietra de’ Giorgi.Antecedente a questa fortezza, esistevaun altro castello in Località Predalino (og-gi chiamato Castellone) che però fu total-mente demolito e di cui non esiste trac-cia alcuna. Il castello di Pietra è composto dalla for-tezza privata e da un palazzo che fu ac-quistato dal comune nel 1877, ancoraoggi sede del Municipio.Il castello in origine era di proprietà deiSannazzaro ma nel 1277 i ghibellini pave-si, volendo allentare il dominio dei guelficomandati da Guglielmo Sannazzaro, as-salirono il castello di Pietra dove egli si erarifugiato. Il castello, però, non fu conqui-stato, né in questa battaglia, né durantela battaglia scatenata dal Marchese diMonferrato nel 1290. Questo a dimostra-zione della sua resistenza e dell’ottimaposizione.Nel 1402 la fortezza fu demolita dai Bec-caria, nemici dei Sannazzaro; questi ulti-mi furono considerati ribelli da Filippo Ma-ria Visconti. Per questo motivo il castellonel 1406 fu dato a Galvagno e AntonioBeccaria, che erano consiglieri di FilippoMaria.Dopo la morte di Filippo Maria nel 1447, iSannazzaro cercano di impossessarsi

della rocca che ora apparteneva a NicolòBeccaria. Durante il dominio dei Beccariavi fu un restauro del castello e il paese fuchiamato Pietra Beccaria.Delle quattro torri originali oggi ne rimanesolo una con merlatura ghibellina, mentredelle altre tre esistono solo delle macerieirriconoscibili. All’interno del castello si puònotare una porta a sesto acuto risalente alMedioevo, un Oratorio e un pozzo.Antonio Giorgi, proprietario del castello edei beni di Franceschina Beccaria, desi-gnò come erede il proprio nipote Pio Bec-caria. Nel frattempo i conti Giorgi di Vista-rino già da anni richiedevano, per questio-ni di parentela, la parte di eredità chespettava loro: il tutto si risolse con la divi-sione del Castello. La rocca andò a DonPio Beccaria Giorgi e l’altro edificio ad An-tonio e Gerolamo Giorgi di Vistarino.Nel palazzo dell’attuale municipio, al pianoseminterrato, si trova una cantina con sof-fitto a volta, un tempo adibita, probabil-mente, a prigione e successivamente ascuderia.Il castello passò in eredità dai BeccariaGiorgi ai Dal Pozzo tramite gli Eotwos: at-tualmente i proprietari sono i signori Dosiche lo comprarono proprio dai Dal Pozzo.

Fonti bibliografiche:- www.comune.pietradegiorgi.pv.it

PIETRA DE’ GIORGICASTELLO DI PREDA

Page 76: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

76

Il castello di Lirio, di cui oggi non rimanepressoché nulla, si trovava sicuramentenella parte più elevata del piccolo ma sug-gestivo comune di Lirio.Forse la primitiva rocca era ubicata esat-tamente nell’area dell’attuale sede comu-nale ed occupava il sedime circostante fi-no alla canonica.Entro il suo presunto perimetro si notanovari edifici, oggi in parte disabitati, chepotrebbero essere sorti sui baluardi delfortino.In Via della Torre si rilevano i resti di un’an-tica torre appunto, su cui si notano due fi-nestre ad archinvolto a pieno centro. Da tali particolari si pensa che il castellosia stato costruito con buona tecnica, an-

che in considerazione della sua probabileampiezza, che doveva coprire tutta lasommità del colle del paese di Lirio.Il visitatore che vi passeggia potrà vederela casa Cavagna, importante per la suastruttura, di poco distante dalla chiesaparrocchiale; dotata di due torri laterali, lacasa è stata realizzata in epoca tardo ot-tocentesca ed era dimora della famigliaCavagna, proveniente da Verretto, indivi-duata in una linea minore della casa deiconti Cavagna di Voghera.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Lirio Antico borgo Antica gente

dell’Oltrepo Pavese, Eumeswil Edizioni

LIRIOIL CASTELLO E CASA CAVAGNA

Page 77: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diMarco Minoia

77

Costruito nel 1200 a difesa della ValleScuropasso per volontà dei Sannazzaro, ilCastello di Cigognola si trova in ottima po-sizione in quanto costruito su un’altura. Inorigine lo circondavano due cinte mura-rie:una meno robusta, sul lato che davasulla chiesa, utilizzata come rifugio per lapopolazione, l’altra, rivolta verso sud, attaalla difesa del castello. Tra le due mura eraposto un ponte levatoio. La parte in cui sipossono osservare mattoni a vista edenormi pietre (quella verso nord - est) è si-curamente la più vecchia del castello,mentre è del 1663 la parte che volge asud, come testimoniato da una lapide.Nel cortile interno si trovava un pozzo de-finito “finto” in quanto serviva solo per laraccolta d’acqua piovana; in epoca nazi-

fascista invece venne utilizzato per getta-re i corpi dei partigiani. Il pozzo vero e proprio è a poca distanzae forniva l’acqua alla popolazione.Successivamente, a causa delle molte fa-miglie che vi abitarono, passò da edificiodi difesa a residenza e infine, con gli Arna-boldi, dimora di villeggiatura. È di questo periodo anche la torre qua-drangolare con merli ghibellini, per la qua-le si prese spunto dalla torre di Stradella.Gli interni del castello erano completa-mente decorati ma nel 1982, a causa diun incendio, furono totalmente distrutti.

Fonti bibliografiche:- www.comune.cigognola.it

CIGOGNOLAIL CASTELLO

Page 78: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diMarco Minoia

78

Palazzo Certosa Cantù fu realizzato a Ca-steggio tra il 1695 e il 1705, sul versantedel colle che porta verso la Valle del Rile.Per i Certosini non vi era luogo miglioreforse in tutto l’Oltrepo per insediarvi unacostruzione così importante: vicina alladominante chiesa parrocchiale di SanPietro Martire, nell’antico borgo romano.Dopo molti anni in cui sembrava diretto aldegrado, l’edificio è stato interessato dauna lunga opera di restauro da parte del-l’amministrazione comunale che si è con-clusa nel 1999.Il complesso, al quale si accede dall’in-gresso principale attraverso un portale di

granito rosa, è in mattoni a vista e riportasegni di intonaco antico. Oltrepassandol’androne archivoltato che si incontra do-po il portale, si arriva al cortile interno. A si-nistra si trova il corpo principale, mentre adestra c’è il corpo ad “L” capovolta con al-l’interno il Museo Archeologico e una Sa-la Auditorium.Nel centro del cortile, dove in passato eraposta un’antica cisterna interrata, si trovaun pozzo di granito con una struttura inferro e rame a forma di cupola.Oltre al lato a ovest, che oggi contiene ilmuseo, è stato restaurato anche il latonord.

CASTEGGIOCERTOSA CANTÙ

Page 79: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

79

A est si trova il palazzo principale a duepiani parzialmente cantinati. Nel piano in-terrato, molto ampio, le stanze sono rac-chiuse da diversi tipi di volte in mattoni avista.Nel piano terreno, collegato al sottostanteda due scale, ci sono due file di sale che,sul lato che dà sul cortile, sono intercala-te da ampi archi protetti da vetrate. Alcu-ne sale di questo piano sono occupatedal 1999 dalla biblioteca civica PelizzaMarangoni di Casteggio.Il primo piano, che si collega al piano ter-reno con un’imponente scala in pietra, hala stessa superficie del piano sottostante.

In fondo a un lungo corridoio che si affac-cia sul cortile interno, si trova una piccolacappella contenente una raffinata decora-zione settecentesca. In alcune sale deidue piani citati si possono trovare soffitti inlegno o con travi decorate. Nei locali re-staurati sono disponibili, oltre al Museo Ar-cheologico, ampi spazi per mostre e atti-vità culturali.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini - Gianfranco Dazzan, Il Palazzo

Certosa Cantù di Casteggio 1696 - 1996 Tresecoli fra luci ed ombre, edizione Tipolito MCM

Page 80: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

80

In visita a Calvignano, comune di primacollina, si può ammirare il castello Bottigel-la, che domina sulla cima di un poggio eprecede il centro del piccolo paese. I suoiresti, immersi in un boschetto, delimitanoun cortile dove è racchiuso il pozzo, tra-sformato in esedra circolare. La costruzio-ne, che già esisteva nel secolo XII, era an-tico possesso del monastero di San Ma-iolo di Pavia e dei nobili Bottigella.Spostandoci di poco si può ammirare laVilla Travaglino. Situata in una vallicola deltorrente Ghiaie, si trova al centro di ungrande complesso agricolo padronale, af-fiancato da una parte residenziale, allaquale si uniscono abitazioni coloniche erustici che danno vita a un ampio cortilequadrilatero. Esistono ancora le strutture, ora adibite adaltro uso, dell’antico Oratorio, mentre lacasa nobile che racchiude il cortile interno

è dotata di un ampio parco retrostante.L’attuale complesso sorse nel XVII secolocirca per opera del conte Giovanni Dome-nico Fantoni. Proseguendo la visita a Cal-vignano si può raggiungere la Località Ce-resino, che si trova lungo la strada Ca-steggio - Montalto Pavese, al bivio perSan Biagio. Sul Monte Ceresino, alto 433m, si trova un bosco di latifoglie con pre-valenza di castagno, roverella e cerro. Sulpoggio si possono ritrovare specie vege-tali tipiche sia dell’ambiente mediterraneosia dell’ambiente montano.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989- Fabrizio Bernini, Calvignano sui colli vitati dell’Ol-

trepo Pavese, 2002- Archivio storico del Comune di Calvignano

CALVIGNANOCASTELLO BOTTIGELLA VILLA TRAVAGLINO E MONTE CERESINO

Page 81: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

81

Il castello di Montalto Pavese è uno deicastelli più rilevanti della Lombardia permole, ubicazione e stato di conservazio-ne; la fortezza, che spicca su un colle fit-to di vegetazione a 460 metri slm, dominal’abitato di Montalto Pavese. Un tempo ri-vestiva una notevole importanza strategi-ca, sia per la sua posizione sia perché po-teva contare su una serie di avampostisulle colline vicine. Il forte sorge sulle fondamenta di più anti-che costruzioni del V secolo; infatti, nel XIIIsecolo, a Montalto vi erano due castelli:una casaforte - dove oggi sorge il manie-ro - e una rocca - sulla spianata del colle.Il precedente edificio è stato demolito du-rante la dominazione spagnola, mentrel’attuale è stato costruito a partire dal1593, come testimonia l’epigrafe con taledata incisa all’ingresso. Durante la rico-struzione è stata conservata la torre est,priva di merlature. L’edificio più che un ca-stello è un palazzo signorile: infatti, versola fine del XVI secolo, il maniero fu declas-sato dai siti militari dal re di Spagna e l’al-lora proprietario intraprese lavori per in-gentilire la costruzione. In particolare, ilmarchese Giuseppe Belcredi abbellì il suomaniero perché soleva riunire illustri pro-fessori della Università di Pavia - tra i qualiAlessandro Volta - e per loro faceva met-tere in scena spettacoli teatrali. Nella se-conda metà del XVIII secolo, con la morte

dell’ultimo Belcredi, il castello cadde inabbandono; all’inizio del Novecento, ilmaniero venne acquistato dai Balduinoche lo ristrutturano in stile settecentesco.Il palazzo, al cui interno presenta saloniriccamente arredati, ha dimensioni consi-derevoli ed è costituito da quattro torrioniquadrati che si affacciano su un piazzale,dal quale si gode un panorama mozzafia-to. Inoltre, il maniero è immerso nel verdedi due splendidi giardini, uno all’italiana -con siepi, aiuole e viali simmetrici ornati dastatue di dei e ninfe - e uno all’inglese,con boschi di larici, roveri e castagni. Nelpiazzale interno sorge anche una cappel-la in mattoni a vista, con due campanili ailati della facciata e ornata da stemmi ebassorilievi in marmo. L’ingresso sulla strada per Calvignano sipresenta con una grande cancellata, ab-bellita da pinnacoli e vasellame in cotto.

Fonti bibliografiche:- P. Fiorani - G. Nidasio, Il cammino delle colline,

Arti grafiche Amilcare Pizzi, Pavia, 2000- Alla scoperta della Comunità Montana dell’Oltre-

po Pavese - guida turistico-culturale, a cura del-la Comunità Montana Oltrepo Pavese, LinotipiaStella, Voghera

- Alberto Arecchi, Il Pavese Montano-storia, real-tà, itinerari e leggende, Luigi Ponzio Editore, Pa-via,1981

- www.borghitalia.it

MONTALTO PAVESEIL CASTELLO

Page 82: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

82

Il visitatore potrà trascorrere qualche oradel suo tempo scoprendo gli ameni villag-gi di Nebbiolo e Sant’Antonino, situati suicolli omonimi, tra vigneti e boschi di ca-stagni, un tempo luoghi fortificati.Il castello di Nebbiolo, sorto attorno al-l’anno Mille, è certamente uno dei più an-tichi castelli della nostra zona, mentre larocca di Sant’Antonino è stata costruitamolto probabilmente verso la metà dell’XIsecolo.Agli inizi del XVI secolo il castello di Neb-biolo, per cause ignote ma quasi certa-mente per il cattivo stato di conservazio-ne, andò definitivamente perduto. I torraz-zesi si servirono delle mura rimaste per ri-cavarne materiale da costruzione, di con-seguenza dell’imponente maniero non so-no rimaste tracce, eccetto i resti di un mu-ro in ciottoli e brecciame di pietra locale,

probabilmente avan-corpo fortificato delcastello.Della rocca di Sant’Antonino, tempo faannoverata tra i monumenti nazionali,quando ancora erano visibili alcune vesti-gia degli antichi baluardi, non rimane cheil sedime plantare sulla sommità del colleAntonino.Sotto il colle di S. Antonino, lungo la stra-da, quasi sommerso da vegetazione ederbacce, si possono ancora scorgere i re-sti di un antico lazzaretto con il pozzo sca-vato nel tufo, che probabilmente servì adaccogliere le persone colpite dalla pesti-lenza del 1630.

Fonti bibliografiche:- Angelo Marini, Storia di Torrazza Coste (torri-ca-

stelli-parrocchie), giugno 1982

TORRAZZA COSTECASTELLO DI NEBBIOLO E ROCCA DI S. ANTONINO

Page 83: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

83

Il Palazzo Paleari è posto sulla parte estre-ma della piazza principale Vittorio Ema-nuele II, lungo la strada per Riccagioia.Il Palazzo sorse nel secolo XVI sui resti diuna vecchia casa forte della famiglia Rovi-da ad opera dei conti Paleari.L’edificio, con bella prospettiva, è in mat-toni a vista, a forma di elle, con una torret-ta angolare munita di merli guelfi e deco-razioni inferiori ad archetti in cotto e fine-stre ad arco acuto, intervallate da ovuli inparte chiusi. Questa torretta è posta inprospettiva della strada pubblica ed è

molto suggestiva nel suo complesso.Focalizzando l’attenzione sull’ingresso, ilvisitatore noterà un portale ad arco ogiva-le con un cancello in ferro battuto. Sullafacciata, in marmo bianco, è scolpito lostemma dei nobili Beccaria. Attualmente, il Palazzo presenta un aspet-to romantico dovuto a un ampliamentorealizzato dalla famiglia Gallotti nell’Otto-cento, da cui l’edificio prese il nome.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,Pavia, 1989

TORRAZZA COSTEPALAZZO PALEARI-GALLOTTI

Page 84: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

84

Lungo la strada per Riccagioia si trova ilPalazzo Racagni, un tempo signori delluogo.L’antichissima torre, detta “delle prigioni”,che ha dato il nome al paese di Torrazza,s’identifica nell’attuale costruzione dellaVilla Racagni. Nel manufatto si possonoinfatti ancora scorgere le strutture portan-ti dell’antica torre nel cui scantinato si tro-vano una particolare volta a sapienti ordi-ture in mattoni a vista e le originali fonda-menta in ciottoli e brecciame di pietra lo-cale. In un vano di accesso delle robustemura si legge scolpita su un laterizio ladata 1526, che potrebbe essere quella di

costruzione dell’attuale torre.In un salone della villa sono inoltre benconservati alcuni quadri parietali del pitto-re vogherese Gallini e alcuni artistici fregidecorativi sulle volte del soffitto.Nel 1973 il complesso Racagni fu acqui-stato dal Prof. Di Vito che lo fece restau-rare insieme alla vecchia torre, raggiun-gendo un ottimo risultato tecnico e artisti-co.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989.- Angelo Marini, Storia di Torrazza Coste (torri-ca-

stelli-parrocchie), giugno 1982

TORRAZZA COSTEPALAZZO RACAGNI

Page 85: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

85

Il visitatore percorrendo la strada interco-munale che da Montebello della Battagliae dalla Val Schizzola porta a Torrazza Co-ste, può ammirare la Villa Maresco, meglioidentificabile come Maresco Vecchio, edi-ficata durante il secolo XVIII.Questa dimora, appartenuta alla famigliaChaialitz di Milano nel secolo XVIII, fu suc-cessivamente dimora dei Serra, negli An-ni Trenta dei Tagliabozzi di Milano e infinedei Lodi Veniali.Oggi Villa Maresco presenta una strutturacompletamente differente rispetto alla suarealizzazione originaria: è caratterizzata damattoni a vista con merlatura guelfa cosìcome la torre, con archetti pensili nellaparte superiore e fregi a dentello in quellainferiore, caratterizzata da alcuni brandel-li di cornice in arenaria. Nelle vicinanze diMaresco si trova Riccagioia, un comples-so rinascimentale di notevole importanzaarchitettonica.Questo vasto complesso agricolo-resi-denziale fu edificato dai nobili Ghislieri del-la città di Pavia, probabilmente agli inizi delXVI secolo; infatti sul maestoso portalesettecentesco campeggia lo stemma del-la famiglia pavese.Michele Ghislieri, nato a Bosco Marengonel 1504 ed eletto Papa nel 1566 con ilnome di Pio V, soggiornò presso gli zii diRiccagioia quando era studente presso iDomenicani di Voghera. Dopo la sua ca-nonizzazione nel 1712, San Pio V divenne

compatrono della parrocchia di TorrazzaCoste.A un centinaio di metri si trova il cascinaleRiccagioietta caratteristico per la sugge-stiva torretta-colombaia.La storia recente di Riccagioia si caratte-rizza, dal 2002, per la presenza del Cen-tro ERSAF (Ente Regionale per i Servizi al-l’Agricoltura e alle Foreste) che promuoveattività di ricerca e servizi per il settoreagricolo dell’area collinare Oltrepadana.Il Centro occupa una superficie di 50 hacoltivata a vigneti, frutteti e seminativi; di-spone di una cantina per prove di micro emesovinificazione e di un laboratorio eno-logico; è dotato di serre speciali dedicatealla sperimentazione in viticoltura.L’ERSAF inoltre ospita presso la propriasede il terzo anno del corso di laurea in Vi-ticoltura ed Enologia della Facoltà di Agra-ria dell'Università degli Studi di Milano. Riccagioia ha anche un importante centrocongressi, dotato di numerose sale riunio-ni, adatto a ospitare incontri, convegni,seminari tecnici e di aggiornamento, gior-nate di studio per gli enti e gli organismiche ne facciano richiesta.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989.- http://www.ersaf.lombardia.it/- Angelo Marini, Storia di Torrazza Coste (torri- ca-

stelli-parrocchie), Giugno 1982

TORRAZZA COSTEVILLA MARESCO E VILLA RICCAGIOIA

Page 86: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

86

In Piazza Umberto I a Codevilla, presso ilMunicipio, al piano terreno, il visitatore po-trà vedere la Pinacoteca dedicata all’arti-sta Maria Maddalena Rossi, nata nel1906.Al suo interrno sono esposti circa 45 qua-dri di autori vari tra cui artisti importanti chehanno caratterizzato il Novecento artisti-co-culturale come: Guttuso, Sassu, Ca-roll, Mucchi, Mafai, Afro.Nella stessa piazza è ubicato il PalazzoNegrotto Cambiaso, abitato da moltissimianni dalla famiglia Lucchelli.Esso presenta un aspetto molto elegante

e nello stesso tempo imponente; fu dota-to dell’attuale prospettiva di gusto roman-tico dai marchesi Negrotto Cambiaso diGenova.Molto significativa, per quanto riguarda ilgusto romantico, è la torretta merlata; ilpalazzo presenta un triportico di stile neo-classico.L’ambiente è nel suo complesso abbellitoda un piccolo parco con un laghetto.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,Pavia, 1989

CODEVILLAPINACOTECA E PALAZZO NEGROTTO CAMBIASO

Page 87: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

87

Lungo la strada per Garlazzolo si raggiun-ge il Palazzo Rovida, costruito dagli omo-nimi conti di Milano nel secolo XVII.Il palazzo presenta una forma maestosaquadrilatera, in stile barocco, anche se al-cuni rimaneggiamenti lo hanno in partesnaturato.Grandi finestre sono intervallate da bal-concini in ferro battuto e la prospettiva èabbellita dai sottogronda a cassettoni inlegno.L’interno, rimaneggiato dai numerosi pro-

prietari, è caratterizzato da tre grandi salo-ni che contengono bellissimi camini in pie-tra stemmati e che presentano un soffittoin legno a cassettoni abbellito da stupen-di affreschi allegorici.Questo palazzo possiede anche una cap-pella, oggi sconsacrata, di cui rimane lapala d’altare a olio raffigurante la Vergine.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,Pavia, 1989

CODEVILLAPALAZZO ROVIDA

Page 88: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

88

Il visitatore percorrendo la strada provin-ciale che da Retorbido porta a Voghera,noterà sulla sinistra il Mulino “delle QuattroRuote” e sulla destra il Casone Meardi,due edifici che custodiscono una storia disecoli e che mantengono un loro fascinoantico.Il Casone Meardi, attualmente sede dellaComunità San Pietro, era un vasto casci-nale. Il nome Casone è un accrescitivodel termine “casa” proprio per indicare il ti-pico manufatto rurale, la grande dimorapatriarcale in uso dall’epoca medioevalenelle nostre terre.Il Casone appartenne alla giurisdizione delMonastero del Senatore di Pavia e dal1665 fu di proprietà dei Villani e successi-vamente dei Meardi di Casei Gerola.Il Casone, immerso nel verde, consta didue piani, con un ampio porticato affac-ciato sul cortile interno e munito di una ter-razzata. Una torretta quadrangolare domi-na la parte centrale del tetto dell’edificio,mentre i vasti rustici che fronteggiano lacasa padronale racchiudono il giardino al-l’italiana ornato di pini e magnolie.

Sul lato destro del fabbricato, verso la finedel secolo scorso, l’Onorevole FrancescoMeardi fece costruire una torre circolare digusto neogotico in mattoni a vista, sor-montata da una piccola torretta quadran-golare, merlata a coda di rondine, sovra-stata da campanile a vela.All’interno dell’abitazione è inglobata lacappella gentilizia, dedicata a S.GiuseppeSposo, formata da una sola navata, conpala d’altare raffigurante il santo.Presso il Casone Meardi è inoltre ancorapossibile vedere lo storico pozzo visitatodallo Spallanzani e dal Volta, profondo cir-ca 70 piedi.Accanto al Casone Meardi domina il mu-lino Quattro Ruote di Voghera con i suoiimponenti silos, collocato sul cavo Lagoz-zo, ancora oggi attivo.

Fonti bibliografiche:- Giuseppe Polimeni - Fabrizio Bernini, Retorbido

nella valle del Rile storia paesaggi racconti, Edi-tore Guardamagna, Varzi, 1995

RETORBIDOIL CASONE MEARDI E GLI ANTICHI MULINI DI ZERBOSA E QUATTRO RUOTE

Page 89: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

89

Il Palazzo Durazzo Pallavicini porta il nomedegli omonimi marchesi che per i retorbi-desi erano i “signori” per antonomasia,forse perché hanno rappresentato, neipregi e nei difetti, la politica dei feudatariche li avevano preceduti: Sannazzaro,Corti, Beccaria e innumerevoli proprietariintermedi.Il palazzo, con la sua mole a monobloccoe torri angolari, occupa la parte anterioredel colle che ospita di fronte la chiesa par-rocchiale presso la Salita Durazzo.L’edificio è stato eretto verso la fine delSettecento, in stile neoclassico, con unaprospettiva semplice e simmetrica a duepiani ed è abbellito da un timpano sopra-stante che racchiude l’arma gentilizia, or-mai sbiadita, degli antichi proprietari.Le due torri che prospettano la facciata in-terna sono dotate di quattro fornici, cia-scuna per lato, riportate su due piani.

Il palazzo è stato restaurato nel 1908 se-condo il progetto dell’ingegnere EgidioPicchioni.Verso la fine dell’800 i marchesi Durazzoattivarono presso il loro palazzo uno stabi-limento termale che prese il nome di Al-bergo Paradiso. L’attività turistico-termaleebbe grande successo, grazie all’acquasulfurea proveniente dalle fonti. L’aperturadi questo stabilimento termale portò alpaese nuove attività e nuove fonti di red-dito. Alle spalle dei bagni sorgeva un giar-dino dove si trovano ancora oggi piante diogni sorta, tra cui gli ippocastani.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989- Giuseppe Polimeni - Fabrizio Bernini, Retorbido

nella valle del Rile storia paesaggi racconti, Edi-tore Guardamagna, Varzi, 1995

RETORBIDOPALAZZO DURAZZO PALLAVICINI

Page 90: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

90

Il castello Malaspina, risalente all’XI seco-lo, domina, sulla sommità di un colle a339 metri di altitudine, l’accesso alla Valledel torrente Staffora. Da qui si gode di unampio panorama che “abbraccia” la pia-nura, le vicine colline e il borgo di Nazza-no, circondato da boschi, pinete ed erba-cee autoctone. Durante le giornate parti-colarmente limpide, è possibile scorgerel’arco alpino, dalle Alpi Marittime al Grup-po del Bernina. Dal punto di vista storico, il maniero comesi presenta oggi, è una ricostruzione sullerovine di un precedente castello, che esi-steva già prima dell’anno 1000.Si ritiene che tra il 996 ed il 1026 sia sta-to di proprietà dei Marchesi Estensi.Del “castrum”, costruito dai Malaspina in-torno all’anno Mille, si parlò in un atto del1081, che seguì il passaggio del Castello

ai Marchesi di Gavi. Nell’anno 1185 ven-ne acquistato dalla città di Tortona e solosei anni dopo passò al dominio dell’impe-ratore Enrico IV, che lo consegnò ai Pave-si. Nel XIV secolo venne realizzata la forti-ficazione per ordine di Gian Galeazzo Vi-sconti. Il castello costituì una importanteroccaforte per controllare e difendere l’in-gresso alla Valle Staffora e all’ampia pia-nura padana. Dopo il passaggio fra le ma-ni di numerosi proprietari, il castello passòdefinitivamente ai marchesi Rovereto diGenova, i cui eredi, tuttora proprietari,hanno trasformato la rocca in abitazioneprivata e l’hanno resa non visitabile.Attualmente, dopo il restauro nel 1905 delMarchese Carlo Rovereto, il castello sipresenta con un impianto rettangolare,un’alta torre adiacente a pianta quadrata eun corpo principale a blocco. Una carat-

RIVANAZZANOCASTELLO DI NAZZANO

Page 91: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

91

teristica particolare è l’originale ogivalecieco nella facciata, elemento insolito nel-l’area lombarda, che incornicia una fine-stra a sesto acuto e un portaletto a pian-terreno. Merita una visita anche la bella Villa sette-centesca di San Pietro Rati Opizzoni conil suo splendido parco con giardino all’ita-liana e alberi di varie e pregiate specie, dacui si può godere di una suggestiva vistasull’ampia pianura.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989- Articolo della rivista Oltre: “La torre solitaria di

Nazzano”- Cartina Planimetrica di Salice Terme, Godiasco

e Rivanazzano- Mappa del Comune - Cenni storici di Rivanaz-

zano, Cartografia topografica pavese- Graphic Creation, Lungo il Po - Archivio di Itine-

rari, Editore Grafiche Lama, Piacenza- www.termedirivanazzano.it

Page 92: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

92

A pochi passi dal centro abitato di SaliceTerme sorge, dai pochi resti della strutturadall’antico Castello posseduto dai Mala-spina di Godiasco, la rocca di Montalfeo,che domina la valle con la sua austera im-ponenza e l’essenziale architettura di sa-pore medioevale. L’antica rocca, dopomolti anni di restauro, ultimato nel 2003, sierge oggi in tutta la sua bellezza sul borgoomonimo. La struttura si compone di uncorpo centrale annesso alla torre. Dal sa-lone principale, con pareti riccamente af-frescate con soggetti araldici e medioeva-li, si accede al piano sottostante suddivi-so in ampie sale con soffitti a volta soste-nuti da ampie colonne. Dalla terrazza pa-noramica, posta all’estremità nord della

rocca, è possibile ammirare il dolce ondu-lare delle colli Pavesi e il grazioso giardinoall’italiana che digrada fino alle pendici delpoggio. La magica atmosfera che avvolge l'anticomaniero e l'eleganza degli ambienti crea-no lo scenario ideale per ricevimenti ebanchetti, meetings e convegni, eventi omanifestazioni. La struttura é in grado diospitare 350 persone nelle sale internementre gli spazi esterni possono acco-glierne circa 300.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime, Pavia, 1989

- www.roccadimontalfeo.it

SALICE TERME · GODIASCOROCCA DI MONTALFEO

Page 93: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

93

Il palazzo Malaspina Pedemonti, voluto dalMarchese Cesare Malaspina d’Oramala,risale al secolo XVI. Si erge sul piazzaledella chiesa di San Siro cui è collegatotramite un corridoio ad arco, attraverso ilquale i Malaspina si recavano ad assiste-re alle funzioni sacre.La costruzione ha una pianta massiccia euna facciata scialba sulla quale spicca unportone molto ampio. All’interno il palazzoconserva un maestoso scalone in marmoche conduce ai piani nobili dove vi sonosaloni finemente affrescati. Retrostante al-la dimora vi è un giardino pensile e degra-dante verso lo Staffora. Pur essendo unimportante palazzo storico, risente, so-prattutto all’esterno, dei segni del tempo. I resti dell’antico castello sono inglobati inabitazioni site nell’attuale rione Castello,dove si trovano tutt’oggi stretti passaggifra le case, dette “ariane”, con scalette

esterne, piccole finestre testimonianze diun tempo in cui il possesso di ampie enumerose finestre era un lusso soggetto agabelle. Un’altra particolarità del borgo è il nomedelle vie che hanno mantenuto la topono-mastica antica: via del Forno, via dellaConserva, piazzetta dell’Aia, via Conciato-re. È tuttora possibile individuare in alcunepiazzette, piccoli androni, probabili ingres-si di osterie, botteghe di macellai, tessito-ri e vasai.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989- Biblioteca Civica Comunale Godiasco e Salice

Terme, Godiasco e il suo Territorio, TipografiaSuccessori Bizzoni, Pavia, 1996

- Articolo della rivista Oltre: “Palazzo Malaspina diGodiasco - una casa che canta il Seicento”

GODIASCOPALAZZO MALASPINA PEDEMONTI

Page 94: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

94

Il palazzo Malaspina di Pregola, di originequattrocentesca, è detto “Vecchio Mala-spina” e, pur essendo meno massiccio eimponente del palazzo Malaspina-Pede-monti, riporta alcuni dettagli architettonicie artistici di maggior pregio. Uno di questiè il portone risalente alla fine del Cinque-cento: l’architrave è sostenuto da dueCariatidi e suddiviso in cinque formelledecorate da figure umane allegoriche. Ri-porta inoltre un’iscrizione latina, oramainon più leggibile, che cita, con un giocodi parole, l’origine del nome della casata“Malaspina”.Si presume che questo palazzo sia sortosulle rovine di una più antica rocca, la cuiorigine si deve probabilmente alla posizio-ne geografica strategica del comune. Godiasco si trova infatti sulla Via del Sale:per questo tragitto passavano molti mer-canti che dal porto di Genova si recavanoa Pavia, ricca capitale del regno Longo-bardo. Le carovane spesso subivano la-trocini proprio nel fondovalle nel marche-

sato di Godiasco. Furono proprio i Mala-spina ad apportare un contributo fonda-mentale nella lotta al brigantaggio e nelladifesa dei mercanti durante il loro cammi-no, ovviamente dietro pagamento di unlauto compenso. All’interno del cortile delPalazzo vi è un pozzo, sormontato da unapregevole figura femminile in arenaria. Eracircondato da un possente ordine di mu-ra di cui esistono ancora oggi le torri diguardia.Il palazzo è noto per aver anche ospitato ilCardinale Giovanni de’ Medici, futuro Pa-pa Leone X. Al suo interno vi sono nume-rose testimonianze del passato.

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,

Pavia, 1989- Biblioteca Civica Comunale Godiasco e Salice

Terme, Godiasco e il suo Territorio, TipografiaSuccessori Bizzoni, Pavia, 1996

- Articolo della rivista Oltre: “Palazzo Malaspina diGodiasco - una casa che canta il Seicento”

GODIASCOPALAZZO MALASPINA DI PREGOLA

Page 95: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

95

Il castello sorge su un’altura dominante ilpaese e l’intera Valle Ardivestra: dall’altodelle sue torri si possono scorgere RoccaSusella, Stefanago, Torre degli Alberi e Valdi Nizza. Montesegale è già citata in un atto dicompravendita del 1029, quando Ugodegli Obertenghi acquistò “Montesecalis”e una gran quantità di ville, corti e poderi.In seguito, passò al vescovado di Tortonache lo cedette a Pavia nel 1164; infine,nel 1311, il feudo fu assegnato ai contiGambarana (discendenti dei conti Palatinidi Lomello). Tra 1200 e 1300 il castello fudotato di una rocca difensiva, data la suaposizione in un importante percorso dicollegamento tra Tortona e Piacenza; nelXIV secolo, era una fortificazione benstrutturata in grado di ospitare 200 cava-lieri e 400 fanti. Nel 1415 i Gambarana in-sorsero ai Visconti che inviarono il conte diCarmagnola, il quale espugnò il castello(radendolo quasi al suolo) e facendo pri-gionieri i conti; la rocca fu ricostruita da Fi-lippo Maria Visconti e ritornò nelle manidella famiglia Gambarana con l’ascesadegli Sforza. Nel corso del Seicento il ca-stello fu trasformato in residenza signorile,

operando adattamenti strutturali; nel cor-so del Settecento non fu più residenzaestiva dei conti che, con l’avvento di Na-poleone, persero progressivamente pote-re. Nel corso dell’Ottocento si sussegui-rono vari proprietari e si effettuarono re-stauri. Il castello è costituito da diversi corpi difabbrica e corti di epoche successive rac-chiusi da una cinta muraria dotata di mer-lature, mentre nella parte più elevata (nel-l’ala sud, quella più antica) si trovano unarocca e una torre, probabilmente erettesui resti di costruzioni precedenti; inoltre,è stata individuata una fossa che circon-dava il maniero del XV secolo (fatto incon-sueto per le fortificazioni dell’Oltrepo).Oggi il castello ospita un museo d’artecontemporanea e un teatro, ricavato in unterrapieno. Nel complesso si trova anchel’oratorio dedicato a Sant’Andrea, eretto inuno dei torrioni di difesa che, secondo laleggenda, sarebbe infestato dai fantasmidei valligiani morti per i soprusi dei conti.

Fonti bibliografiche:- www.comunitamontanaoltrepo.it- www.miapavia.com

MONTESEGALEIL CASTELLO

Page 96: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

96

Il castello di Oramala sorge su un poggioconico, circondato da boschi di rovere ecastagno, a 750 metri di altitudine. Fu laprincipale dimora dei marchesi Malaspina,una delle famiglie più potenti dell’Italia set-tentrionale nel corso del Medioevo. Lesue origini risalgono al X secolo ma le pri-me attestazioni sono del secolo successi-vo. In questo periodo il castello fu metadei trovatori provenzali che dedicarono al-cuni loro versi alle cortigiane. Fino al XIIIsecolo, il castello fu il centro direzionale ditutta la Valle Staffora e della valli limitrofe.Nel 1474 Ludovico il Moro diede il per-messo di fortificarlo e furono realizzate latorre e altre parti della muratura per resi-stere agli attacchi di artiglieria. Quando iMalaspina concentrarono la loro attenzio-ne sui centri di fondo valle, la rocca perseil ruolo direzionale avuto fino a quel mo-

mento (XIII secolo); nel corso del XIV se-colo fu teatro di scontri e congiure cheportarono i vari feudatari a schierarsi a fa-vore o contro i Duchi di Milano. Abbandonato dai Malaspina verso la finedel XVIII, il castello andò progressivamen-te in rovina finchè, nel 1985, gli attuali pro-prietari, i fratelli Panigazzi, diedero inizio ailavori di recupero e restauro che hanno ri-portato allo splendore questo imponentemaniero. Quello che oggi si identifica con il castel-lo, in realtà è solo la rocca; la cinta ester-na è stata smontata e il materiale è statoprelevato per realizzare alcuni edifici delpaesino sottostante. Il castello, a piantarettangolare, è costituito da una possentestruttura muraria (2,4 metri) in pietra loca-le e da un torrione semicircolare, dalla cuisommità si può ammirare un panorama

ORAMALA · VAL DI NIZZAIL CASTELLO

Page 97: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

spettacolare. Sotto la torre vi è un pozzocollegato a quello posto al centro del cor-tile. Pare che il grande Dante Alighieri abbiasoggiornato nel castello di Oramala, cometestimoniano alcuni versi del canto VIII delPurgatorio, in cui il sommo poeta incontraCorrado Malaspina (1260-1294).

Fonti bibliografiche:- Alla scoperta della Comunità Montana dell’Oltre-

po Pavese - guida turistico-culturale, a cura del-la Comunità Montana Oltrepo Pavese, LinotipiaStella, Voghera

- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pime,Pavia, 1989

- www.vallestaffora.info

97

Page 98: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

98

Il castello di Varzi è stato costruito per vo-lere dei marchesi Malaspina con lo scopodi difendere Varzi dagli attacchi nemici eper far pagare i dazi ai mercanti che so-stavano nel borgo: Varzi, infatti, è stataun’importante stazione lungo l’antica Viadel Sale. Il percorso, che nel Medioevocollegava il Mar Ligure alla Pianura Pada-na, rivestì un ruolo importantissimo per ilcommercio del sale, merce assai prezio-sa in passato; la famiglia Malaspina neaveva il controllo, imponendo pedaggi al-le carovane che passavano sul loro terri-torio.Il periodo di costruzione del castello nonha fonti certe; si sa solamente, grazie a undocumento del 1168 (un atto di vendita diPizzocorno all’Abbazia di Sant’Alberto diButrio), che i Malaspina possedevano unadimora in Varzi. Il castello, progressiva-mente ampliato e modificato, è costituitoda vari edifici e da una torre; la parte visi-bile dalla piazza è la costruzione più re-cente - della fine del Settecento - ornatada una meridiana recante la scritta “Nonsegno che le ore liete”. Il primo edificio èsuddiviso su due piani con un sottotettomunito di finestrelle; all’ingresso principa-le, si riconosce lo stemma malaspiniano

dello Spino secco. Il secondo edificio, ri-salente al XV secolo, è caratterizzato dauna facciata scandita da regolari aperturee da un portale a sesto acuto; infine, tra-sversale a quest’ultimo, sorge il terzo edi-ficio, quello più antico, del XIII secolo.Il castello è munito anche di una torrequadrata massiccia, risalente al XII - XIIIsecolo e alta 29 metri: è costituita daquattro sale sovrapposte e da una terraz-za coperta da cui si gode un bellissimopanorama sull’intero borgo. Tali stanze furono adibite a prigione a par-tire dal XIV secolo fino agli anni Sessanta.Nel 1460, vi furono rinchiuse venticinquedonne e alcuni uomini, accusati dall’Inqui-sizione di stregoneria e per tale motivo ar-si al rogo nella sottostante piazza; non acaso, il torrione è conosciuto come la“Torre delle streghe”.

Fonti bibliografiche:- Sergio Redaelli, Tra le vigne e i castelli dell’Oltre-

po, Logos International, Pavia, 1987- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte - terre di fascino,

quattro province lungo le antiche Vie del Sale,San Giorgio Editrice, Genova, 2006

- www.varziviva.it

VARZIIL CASTELLO

Page 99: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

99

Page 100: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 101: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 102: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diAlessandro Poggi

102

Il Giardino Alpino di Pietra Corva è ubica-to nel comune di Romagnese, a 950 m.di altezza s.l.m., sulle pendici del MontePietra di Corvo, un affioramento dirupatodi roccia vulcanica scura. Fu ideato e rea-lizzato dal Dott. Antonio Ridella, grandeappassionato ed esperto di botanica, cheriuscì a coinvolgere un gruppo di amici (tracui il giardiniere Cesare Soffritti e AdrianoBernini, l’attuale direttore) che lo aiutò a

organizzare e arricchire la struttura delgiardino, ufficialmente aperto al pubbliconel 1967. Alla prematura morte del fondatore, nel1984, essi subentrarono così nella gestio-ne, insieme alla Provincia di Pavia, attra-verso una convenzione con il Comune diRomagnese e la Comunità Montana. Sor-se dunque un giardino botanico con la fi-nalità di adattare all’eco-sistema appenni-

ROMAGNESEGIARDINO ALPINO DI PIETRA CORVA

Page 103: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

103

Page 104: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

104

Page 105: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

nico settentrionale e conservare pianted’alta quota provenienti da diversi altri si-stemi montuosi. Le specie vegetali attualmente presentinel giardino sono circa 1300, suddivisescientificamente secondo la provenienzageografica, le caratteristiche ecologiche eambientali di crescita. Tra le specie presenti circa 750 sono ori-ginarie dell’Europa, 141 dell’Asia, 99 delleAmeriche. I sistemi montuosi meglio rap-presentati in termini di specie che vi cre-scono sono le Alpi (440 specie), Appen-nini (220), Pirenei (50), Carpazi (32), Mon-ti Balcanici (39), Caucaso (24), Himalaya(12). Tra le collezioni di generi presentiquelle più rappresentate sono: Saxifragacon 52 specie, Primula 44, Iris 34, Dian-thus 32, Genziana 31, Campanula 29,Sempervivum 17. Inoltre sono circa 70 lespecie presenti all’interno del giardino e

rinvenibili anche negli ambienti ofiolitici af-fioranti nella zona sovrastante il giardino edenominati “sassi neri”. Il Giardino è dotato anche di un centro-vi-sita che illustra i diversi aspetti del territo-rio ed è completato da una serie di pan-nelli didattici esposti lungo i sentieri interni.I recinti confinanti con queste struttureospitano inoltre animali ungulati quali cer-vi, daini e mufloni.

Fonti bibliografiche:- www.reteortibotanicilombardia.it - www.vallestaffora.info- www.parchi.regione.lombardia.it- www.miapavia.it/risorse/oasi- www.studioselva.net - www.unimo.it/ortobot/horti/CD/Pietracorva/Pietracorvahome

- Provincia di Pavia, Settore Politiche Agricole,Faunistiche e Naturalistiche, Il Giardino di PietraCorva. Territorio, ambienti, itinerari, Pavia, 2004

105

Page 106: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

106

Anello nel Parco del Castello Dal Verne

Lunghezza: 1.5 kmTempo di percorrenza: 1 oraSegnaletica: Segnavia CAI bianco e rosso

L’itinerario è un sentiero pedonale che sisnoda lungo il parco del Castello Dal Ver-me, attrezzato come percorso vita. Par-tendo dalla piazza Dal Verme, in centro alpaese, si passa sotto una piccola torre inmattoni con portale a sesto acuto checonduce a un bosco, da cui si sviluppa ilpercorso tutto intorno alla rocca. All’inter-no di questo parco è possibile osservarefaggi, pini e castagni, così come alcuniesemplari della fauna avicola locale.

DA VEDEREZavattarello, riconosciuto tra i 100 borghipiù belli d’Italia, deve probabilmente ilsuo nome all’antico mestiere del “zavat-tée”, ossia calzolaio, particolarmente dif-fuso in passato. Il borgo antico, le cui ori-gini risalgono al XIII secolo, è definito da-gli abitanti del paese “su di dentro” per-ché dalla piazza vi si accede tramite unportale ad arco, sormontato da una torreche un tempo controllava gli ingressi alvillaggio.Il paese è dominato dal Castello Dal Ver-me, risalente al X secolo: è stato di pro-prietà dei conti Dal Verme (vedi scheda apag. 67).

PERCORSIALLA SCOPERTA DI ZAVATTARELLO

Page 107: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Degne di nota sono la Chiesa patronale diS. Paolo e l’Oratorio di S. Rocco.Merita una visita il Museo “Magazzinodei ricordi” (vedi scheda a pag. 153), inLocalità Cascina Mirani, che presentauna ricostruzione degli ambienti di vitadel passato locale, dalla cucina del con-tadino alla stanza del sarto, dal negoziodel barbiere ai laboratori artigianali delcalzolaio, del maniscalco e del falegna-me.

NUMERI UTILIComune di Zavattarello: 0383/589132Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia forestale: 0383/589181Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:- Gal Alto Oltrepo (PIC Leader II), Là dove nasce

l’arcobaleno - 21 percorsi nelle valli dell’OltrepoPavese Montano, Tipografia Stella, Voghera,2002

- www.zavattarello.org

107

Page 108: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

108

Anello Torre degli Alberi - M. BarberaTorre degli Alberi

Lunghezza: 4,8 kmTempo di percorrenza: 3 oreSegnaletica: Segnavia CAI bianco e rosso

Partendo da Torre degli Alberi (Ruino), ci sidirige verso la frazione di Castagnole, at-traverso un percorso leggermente in di-scesa, circondati da un ambiente ricco diflora e fauna. Si prosegue poi in salita peril Monte Barbera, da cui si può ammirareuno stupendo panorama. Infine, dalla ci-ma, si scende di nuovo verso Torre degliAlberi.

DA VEDEREIl castello di Torre degli Alberi, che sorgesu un poggio boscoso, è stato un ma-niero della famiglia Dal Verme destinato ascuderia e, ancora oggi, è luogo di resi-denza dell’ultimo discendente dell’anticaCasata. Esso si compone del vecchiocorpo di fabbrica e di una torre quadratain pietra locale e mattoni; vi è conserva-ta una stele romana d’epoca Giulio-Clau-dia, rinvenuta nella zona di Valverde:questo monumento funerario, dedicatoai coniugi Ottavio macedone e Pollia,presenta un cane scolpito, simbolo di fe-deltà e alcune figure, i cui volti sono pe-rò mal conservati.

PERCORSINEL TERRITORIO DEI CONTI DAL VERME

Page 109: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Il Parco del Castello di Verde, nel Comu-ne di Valverde, è un Parco Locale di Inte-resse Sovracomunale (SIC), interessantesia dal punto di vista naturalistico sia dalpunto di vista storico-artistico. Nel parcosi possono ammirare, infatti, la fauna lo-cale e numerosi esemplari di farfalle nelcosiddetto Giardino delle farfalle, apposi-tamente creato per salvaguardare e stu-diare questi piccoli insetti. Inoltre, è pos-sibile visitare i resti del castello, risalenteall’XI secolo e appartenuto a vari proprie-tari, tra cui il Barbarossa, i Malaspina e iDal Verme.

NUMERI UTILIComune di Ruino: 0385/955898Comune di Valverde: 0383/589163Pronto Soccorso: 0385/5821-278000Guardia medica: 848/881818

0382/302329Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:- Alberto Arecchi, Il Pavese Montano-storia, real-

tà, itinerari e leggende, Luigi Ponzio Editore,Pavia,1981

109

Page 110: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Canneto Pavese - Castana Montescano - Montù Beccaria San Damiano al Colle

Tutti i comuni toccati da questo percorsosono noti per una importante produzionevitivinicola.

Partenza da BroniSi imbocca la strada collinare di Broni e siseguono le indicazioni stradali per Canne-to Pavese.

Canneto Pavese: il piccolo borgo è in-serito tra le Valli Scuropasso e Versa epossiede ancora manifestazioni architet-toniche che simboleggiano un gloriosopassato storico. Infatti, posizionato su unapiccola altura, si può vedere il rudere delcastello Candiani eretto nel XI sec. Da vi-sitare anche la chiesa dedicata a SanMarcellino, eretta nel XII sec.

Da Canneto Pavese si prosegue seguen-do le indicazioni per Castana.

Castana: è posizionato a circa 3,5 km dacanneto Pavese. Nel paese esisteva uncastello medievale, la struttura originaria èstata rimaneggiata durante i secoli e at-tualmente si presenta come un palazzo si-gnorile. Per il borgo è anche importante lachiesa di Sant’Andrea (vedi scheda apag. 27).

Da Castana si seguono le indicazioni perMontescano.

Montescano: borgo antico, molto rino-mato in Italia per la produzione di vino eper il centro rieducativo e funzionale Sal-vatore Maugeri situato nell’antico palazzoOlevano, che rappresenta la struttura sa-nitaria considerata il fiore all’occhiello dellaprovincia di Pavia (vedi scheda a pag. 14).A Montescano si può visitare la chiesadedicata alla Madonna di Caravaggio e laFontana Missaga, situata all’imbocco delpaese che risale al 1700 (vedi scheda apag. 15).

Dal piccolo centro di Montescano si pro-segue per Montù Beccarla:

Montù Beccaria: è posizionato su unapiccola altura nel cuore della Valle Versa.Nel XII sec. è stato eretto un castello, cheattualmente si presenta come palazzo si-gnorile adibito a abitazione privata e nonvisitabile. Da visitare è sicuramente la chiesa diS.Michele Arcangelo costruita nel 1300.

L’itinerario continua proseguendo seguen-do le indicazioni per San Damiano al Col-le.

San Damiano al Colle: è un piccolo bor-go ricco di storia: in epoca medievale fu

PERCORSIPERCORSO TRA LE COLLINE

A cura diSabrina Tacconi

110

Page 111: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

eretto un castello che con il passare deisecoli è stato rimaneggiato nell’architettu-ra e attualmente si presenta come palaz-zo signorile. Da visitare è anche la chiesadei Santi Cosma e Damiano eretta nel1700. Vicino alla chiesa svetta un altrotorrione medievale.L’itinerario termina uscendo da San Da-miano al Colle e proseguendo per Stra-della, da qui si possono raggiungere i piùimportanti centri abitati.Il percorso è indicato per automobili e mo-tociclette; per i più sportivi si può percor-re l’itinerario in bicicletta.La durata del percorso, comprensivo disoste alle chiesa e ai monumenti è di cir-ca 2,5 ore.

I chilometri dell’intero percorso sono circa35; l’itinerario è indicato dalla cartellonisti-ca stradale.

NUMERI UTILICRI Stradella: 0385/44044 oppure 118CRI Casteggio: 0383/83444 oppure 118Per ulteriori emergenze: Carabinieri 112Comune di Montù Beccarla:0385/277160Comune di San Damiano al Colle:0385/75014Comune di Castana: 0385/82006Comune di Canneto Pavese:0385/88021

111

Colline nei dintorni di Montescano

Page 112: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Fumo - Corvino San Quirico Strada Camarà - Oliva Gessi

Partenza da Fumo, dal piazzale della chie-sa dedicata alla Madonna di Caravaggio.Girare a destra sulla Strada Statale 10 Pa-dana Inferiore. Si deve seguire le indicazioni per CorvinoSan Quirico; appena imboccata la stradaper il paese si svolta a destra in via Mar-coni.Arrivati in frazione Rivetta, girare ancora adestra e seguire le indicazioni per la frazio-ne Mazzolino.Si incontra un bivio con una strada sterra-ta e la si imbocca: qui inizia il percorsodella strada Camarà. Due km dopo il biviosi trova la sorgente di acqua sulfurea.Proseguire lungo il percorso sterrato.Alla fine dello sterrato si prosegue sullastrada asfaltata. Al bivio si deve girare a si-nistra per Oliva Gessi e proseguire, im-boccando la via a sinistra per frazione For-nace.Lungo la strada si può ammirare il territo-rio da molti punti panoramici.

Si incontrano le frazioni Novellina e Ora-torio.Alla fine del percorso si arriva al bivio conla Strada Statale 10 Padana Inferiore.Imboccando la Statale si raggiungono ipiù importanti centri abitati dell’OltrepoPavese.

La durata del percorso varia dal mezzoutilizzato: con mezzi motorizzati è di circa30 minuti e il tragitto è indicato dalla car-tellonistica stradale.La flora è tipica della collina oltrepadana,le piante di robinia ornano il percorso e ilpanorama è dato da scorci dei paesi col-linari limitrofi e da filari di vigneti.Il tragitto è di circa 11 km.Il percorso è adatto per motociclette di ti-po enduro e per biciclette di tipo mountainbike.

NUMERI UTILIComune di Corvino San Quirico:0383/876121CRI Casteggio: 0383/83444Eventuali emergenze: Carabinieri 112

PERCORSIPERCORSO NATURALISTICO

A cura diSabrina Tacconi

112

Page 113: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

113

Page 114: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Montebello della Battaglia - CasteggioCorvino San Quirico - Oliva Gessi Mornico Losana

I comuni interessati dal percorso sono fa-mosi per la loro produzione vitivinicola.

Partenza da Montebello della Battaglia

Montebello della Battaglia: il paese èmolto antico. Meritano di essere visitati ilMonumento Ossario (vedi scheda a pag.39) e la chiesa dedicata ai Santi Gervasioe Protasio (vedi scheda a pag. 38).

Si prosegue lungo la Strada Statale 10per Casteggio.

Casteggio: é un antico paese di origineromana: fu sito di scambi commerciali trala costa ligure e adriatica e aumentò cosìnei secoli la sua importanza strategica. Laparte alta di Casteggio è definita Pistorni-le ed è la parte più antica del paese, quisi possono ammirare la Chiesa di SanPietro Martire, costruita nel XIII sec. e inseguito rimaneggiata, la chiesa di San Se-bastiano Martire e il voltone d’ingressoche conserva ancora dei capitelli romani.In centro si può ammirare la chiesa delSacro Cuore e la fontana dove Annibalesecondo la leggenda si fermò a ristorarsicon le sue truppe (è collocata in via Fon-tana d’Annibale). A Casteggio soggiornòanche un giovanissimo Albert Einstein. É

obbligatoria una tappa alla Certosa Cantùe al suo Museo Archeologico (vedi sche-da a pag. 158).

Si procede lungo la Strada Statale 10, indirezione Stradella e appena fuori Casteg-gio, si incontra una diramazione e si se-gue l’indicazione per Corvino S.Quirico.

Corvino San Quirico: il paese è già inposizione collinare e si gode, dalla piazzadella chiesa, di un’ottima vista sulla pianu-ra. Il paese è molto antico e su un picco-lo poggio si conserva ancora il castello, lacui attuale architettura risale però al 1900.In Località Fumo è stata costruito per vo-lere di San Orione il santuario della Ma-donna di Caravaggio.L’itinerario prosegue sulla strada collinareper Oliva Gessi.

Oliva Gessi: paese collinare che ha datoi natali a San Luigi Versiglia, vescovo chevenne martirizzato in Cina durante unamissione e fatto santo nel 2000. Si può vi-sitare la casa del Santo (per informazionichiamare il Comune). In paese era pre-sente un castello, attualmente inglobatonella villa costruita dalla famiglia Isimbardi.

Si prosegue seguendo le indicazioni stra-dali per Mornico Losana.

Mornico Losana: il borgo è antico ed inesso è ancora presente il castello risalen-

A cura diSabrina Tacconi

114

PERCORSIPERCORSO DELLA PRIMA COLLINA

Page 115: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

te al primo secolo dell’anno 1000. Attual-mente è dimora privata e non è visitabile. In estate il piccolo paese offre ai turisti an-che l’accesso ad un’attrezzata piscina co-munale.

Si procede verso la strada che conduce aTorricella Verzate, si continua fino a quan-do si raggiunge la Strada Statale 10 Pa-dana Inferiore, da qui si possono raggiun-gere i più importanti centri abitati.

Il percorso è dedicato ad automobili emotociclette.La durata comprensiva di visite ai musei eai centri abitati è di circa 4 ore.

Il tragitto è interamente segnalato tramitecartellonistica stradale.I chilometri previsti per l’intero percorsosono circa 18.

NUMERI UTILICRI Stradella: 0385/44044 oppure 118CRI Casteggio: 0383/83444 oppure 118Per altre emergenze: Carabinieri 112Comune Montebello D.B.: 0383/82648Comune Casteggio: 0383/804941Comune Corvino S. Quirico:0383/876121Comune Oliva Gessi: 0383/876142Comune Mornico Losana: 0383/892523

115

Il voltone di Casteggio

Page 116: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

116

Gli Orridi di Marcellino sono profondi ca-lanchi o burroni dovuti in massima parte aldiboscamento. L’azione erosiva delle ac-que poi ha sezionato profondamente ilcolle Marcellino in bianche pareti chescendono verticalmente su pittoreschi an-fratti dove si trovano, tra l’altro, preziosiframmenti di fossili. Nel sottostante rio Fossone, si notanotracce di idrocarburi e nel 1939, per ap-purare la presenza di questi giacimenti,vennero eseguiti lavori di sondaggio me-diante trivellazione del terreno da parte diuna Società Italo-Americana.Altrettanto interessante da segnalare, è lapresenza di una sorgente solforosa nel

letto del torrente Schizzola, altro rio cheattraversa Torrazza Coste e, alle falde delMonte Nebbiolo, sul versante ovest, quel-la di una piccola sorgente ferruginosa; abreve distanza si trova infine un antrochiamato “tana dell’uomo selvatico”, che,secondo la tradizione, risale a una primiti-va abitazione umana.Nelle vicinanze di Cadelazzi, in Localitàdetta Biscia, esisteva una cava di sabbiacolor bruno, che servì ai torrazzesi nei se-coli passati per la costruzione delle pro-prie case.

Fonti bibliografiche:- Angelo Marini, Storia di Torrazza Coste (torri-

castelli-parrocchie), Giugno 1982

TORRAZZA COSTEORRIDI DI MARCELLINO E ALTRI ASPETTI NATURALISTICI

Page 117: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

117

Page 118: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diKatya Sabrina Loi

118

Passeggiando per il centro Storico di Ri-vanazzano si può ammirare l’antica TorrePentagonale, che sorge proprio nellapiazza principale del paese ed è adiacen-te al Municipio.È in mattoni a vista, di pianta poligonale ir-regolare e sulla sommità vi sono una mer-latura guelfa e una copertura in coppi.La torre Guelfa, costruita nel XIV secolo, èl’ultimo residuo di ciò che era l’impianto di-fensivo tardomedievale dell’abitato di Naz-zano.Spostandoci di poco, possiamo ammira-re il palazzo Municipale, un edificio che siispira all’architettura gotica, progettato dalVogherese Dionigi Pozzoli.Al suo interno è conservata la tela raffigu-rante Nostra Signora della neve, fatta ese-guire per volere della popolazione, comeringraziamento alla Madonna per la fine diuna pestilenza risalente al 1501.Il famoso pittore Pelizza da Volpedo ha ri-tenuto questo quadro appartenente addi-rittura a Leonardo Da Vinci o alla suascuola.Posta nei pressi del palazzo Rovereto,adiacente al greto del torrente Staffora,c’è la chiesa della SS. Trinità costruita inpietra e mattoni a vista con una facciataneoclassica. Al suo interno sono osserva-bili L’Annunciazione di Paolo Borroni, uncoro ligneo seicentesco e un organo risa-lente al XVII secolo. Nell’anno 1594 ospi-tava l’Arciconfraternita della SS. Trinità, dacui prese nome.

Continuando la nostra passeggiata nelcentro del comune, possiamo recarci alPalazzo Brugnatelli, famoso più che per ilsuo impianto, costituito principalmente daabitazioni civili prive di particolare pregio,per l’adiacente parco all’inglese, graziosoe ben tenuto, che ospita numerose mani-festazioni, tra le quali spicca il ricco mer-catino dell’antiquariato che si svolge ognimartedì sera da giugno a settembre. Pro-seguendo la passeggiata, sempre a piedi,si può raggiungere la Chiesa parrocchialededicata a San Germano. L’attuale tem-pio, già noto nel 1593, fu ricostruito nel1686 probabilmente in direzione trasver-sale al vecchio impianto per cui all’absideantica potrebbe corrispondere l’attualecappella del S. Rosario. La chiesa, edifi-cata in stile neoclassico, detiene all’inter-no due notevoli dipinti a olio di Paolo Bor-roni: uno si trova nel coro che raffigura S.Germano che cresima Santa Genoveffa,terminata nel 1812, e l’altro presso la por-ta laterale d’ingresso, che presenta laMorte del Giusto, realizzata nel 1809. Trale altre opere vanno segnalate quelle diDomenico Bonvinci di Venezia con un di-pinto a olio che raffigura La Madonna conil Bambino in trono e Santi, un affresco delMoncalvo, del prof. Sala e del sacerdoteEdoardo Mentasti. Rivanazzano ospita, nel mese di maggio,la famosa rassegna Avioexpo, durante laquale sono esposti mezzi di trasportoaviari e vengono messi in scena spettacoliaerei.

PERCORSIUNA PASSEGGIATA NEL CENTRO STORICO DI RIVANAZZANO

Page 119: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

119

Fonti bibliografiche:- Fabrizio Bernini, Guida all’Oltrepo Pavese, Pi-

me, Pavia, 1989- Cartina Planimetrica di Salice Terme, Godiasco

e Rivanazzano- Mappa del Comune - Cenni storici di Rivanaz-

zano, Cartografia topografica pavese

- Graphic Creation, Lungo il Po, Archivio di Itine-

rari, Editore Grafiche Lama, Piacenza

- www.termedirivanazzano.it

- www.rivanazzano.net

- Articolo della rivista Oltre: “La torre solitaria di

Nazzano“

Page 120: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

120

Anello Ponte Nizza - Cecima San Ponzo - Ponte Nizza

Lunghezza: 7 kmDislivello: 80 mTempo di percorrenza: 2 ore

Partenza dall’ex stazione della Voghera-Varzi di Ponte Nizza, collocata al centrodel paese, si segue il vecchio tracciatoferroviario, in direzione Godiasco: il trattocosteggia parallelamente la statale fino adarrivare alla strada per Cecima, dopo averoltrepassato un ristorante sulla sinistra. Siprosegue a sinistra sulla strada comunaleper Cecima e, superato il ponte sullo Staf-fora, si prenda la strada a sinistra checonduce al mulino: la costruzione è unodegli ultimi esempi, in zona, di mulino an-cora funzionante, con la ruota, la roggia, lapala in legno e le macine in pietra chepossono funzionare contemporaneamen-te. Si proceda sulla strada comunale perSan Ponzo: durante il tragitto, circondatida campi, frutteti e vigne, si può ammira-re l’ambiente circostante, la vallata e leboscose colline. Giunti a San Ponzo, at-traversando il borgo si imbocca la stradache porta alla statale 461; poco prima diquesta, si svolta a sinistra per riprendere ilvecchio tracciato della ferrovia Voghera-Varzi e far ritorno a Ponte Nizza.

DA VEDERECecima, uno dei più antichi centri abitatidella Valle Staffora, è stata fondata dai Li-

guri e il suo nome significherebbe “terrad’oriente”. È stata governata, per molti se-coli, dai vescovi di Pavia che, nell’XI seco-lo, vennero nominati conti di Cecima. Co-struirono le mura difensive e un castellopromulgando norme, statuti, frutto dellarielaborazione di antiche leggi. L’aspettomedioevale di questo borgo è ben con-servato: il piccolo centro, infatti, è percor-so da molteplici viuzze, le cui pavimenta-zioni sono realizzate con le pietre del vici-no torrente Staffora, così come le case. Dinotevole interesse è la Chiesa dei SS.Martino e Lazzaro, costruita nel XV secolosui resti di una precedente parrocchialedel XII secolo, crollata a causa di una fra-na. Edificata in stile tardo gotico-lombardonel 1460, fu anch’essa oggetto di feno-meni franosi che hanno spinto la Soprin-tendenza a chiudere l’edificio per motivi disicurezza. Oggi, grazie a svariati restauri,è possibile ammirarla nel suo splendore. Èconsigliabile, inoltre, recarsi sul retro dellachiesa per godere di una splendida pano-ramica sulle colline e sull’intera vallata sot-tostante (vedi scheda a pag. 54).

San Ponzo, che come Cecima apparten-ne ai vescovi di Pavia, non aveva strutturedifensive ma solo tre colombaie ancoraoggi esistenti. Il borgo è tipicamente com-posto da porticati ed edifici in pietra loca-le, che rendono questo piccolo centroparticolarmente affascinante. All’ingressodel paese sorge la parrocchiale dedicataal patrono S. Ponzo: all’interno, sotto l’al-

PERCORSIANTICHI BORGHI LUNGO LA GREENWAY

Page 121: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

121

tar maggiore, sono conservate le spogliedel Santo (vedi scheda a pag. 55). Meri-tano una visita le cosiddette Grotte di S.Ponzo dove, secondo la leggenda, ilSanto si ritirò per pregare in solitudine. Lagrotta è raggiungibile dalla piazza dellachiesa, seguendo la segnaletica: attra-versando il paese e seguendo uno ster-rato, si arriva a un bivio; proseguendo di-ritto, si attraversa il Torrente Semola en-trando in un bosco. Alta 4 m e lunga 7m,la grotta è stata a lungo meta di devotiche raccoglievano l’acqua che scendevadal soffitto perché si credeva avesse vir-tù miracolose.

NUMERI UTILIComune di Cecima: 0383/59144Comune di Ponte Nizza: 0383/59328

549018-59199 Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia medica: 848/881818

0382/302329Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:- www.comunitamontanaoltrepo.it/- users.libero.it/gfuria/pontenizza- Piermaria Greppi, L’Oltrepo Pavese collinare

e montano, Greppi Editore, 2000

Chiesa SS. Martino e Lazzaro a CecimaParticolare della facciata

Page 122: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

122

Bagnaria - Monte Vallassa

Lunghezza: 500 m circa, dal parcheggiodell’agriturismo ai TorrioniTempo di percorrenza: 10 minuti circaSegnavia: assente

Partendo da Bagnaria, si seguono le indi-cazioni per l’agriturismo, oltrepassando ilponte sul torrente Staffora; dopo circa 5km, sulla destra, si trova l’indicazione perun agriturismo vicino al quale è possibilelasciare la macchina per proseguire a pie-di lungo un sentiero che si apre sulla de-stra della struttura stessa. Incrociando ilprimo bivio, si mantiene la destra. In se-guito si trova di nuovo l’indicazione del-

l’agriturismo, alla destra del quale inizia unsentiero in salita; percorrendolo si giungeai torrioni, zona ricca di fossili, da dove sipuò ammirare un magnifico panorama: siriconoscono, infatti, gli abitati di Bagnariae Varzi e la cima del Monte Penice.

DA VEDEREBagnaria deve il suo nome alla presenzadi fonti termali in epoca romana (il toponi-mo deriva, infatti, dal latino “Balnearia”). In-teressante è il piccolo borgo, esempio diarchitettura medioevale ben conservata,con le case in pietra, la chiesa romanicadi S. Bartolomeo e, nella parte alta delpaese, i resti della torre dell’antica rocca,crollata a causa di un terremoto.

PERCORSII TORRIONI DEL MONTE VALLASSA

Page 123: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

123

NUMERI UTILIComune Bagnaria: 0383/572001Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia medica Varzi: 0383/302329

848/881818Forestale Varzi: 0383/52098Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:

- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,quattro province lungo le antche Vie del Sale,San Giorgio Editrice, Genova, 2006

- www.comunitamontanaoltrepo.it

Page 124: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

124

Anello Varzi - Pietragavina Oramala - Varzi

Dislivello: 300mLunghezza: 15 kmTempo medio di percorrenza: 5 ore circa a piedi

Partendo da Piazza della Fiera, si prendela strada per i Passi Penice e Brallo: al ter-mine di una breve salita, si gira a destra esi imbocca via Verdi, sulla sinistra. Poco dopo, inizia un tratturo che conducealla Casa del Vento da cui parte il sentie-ro per Pietragavina. Si sale al castello (situato sulla parte piùpanoramica dell’abitato e adibito a resi-denza privata) e si continua sulla stradaasfaltata fino all’inizio di una sterrata; si se-gue il cartello con la freccia rossa e un ca-

vallo: dopo un campetto da calcio, si tro-va un bivio e si sale a sinistra. Arrivati sulcrinale M. Bruno-M. Cucco, si trova il se-gnavia col rettangolo giallo e il numero 1:si prosegue a sinistra, seguendo tale se-gnavia fino a Oramala; qui si ritorna sul-l’asfaltato e si gira a sinistra per il paese, siaggira il poggio sormontato dal castello esi continua fino a C. Pesche. Dopo le case, si passa per un tratturo checonduce a un bivio (vicino si trova unafonte) e si prosegue a sinistra per giunge-re a Cavagnola; si passa sull’asfaltato indirezione Albareto e si prende a destraper un tratturo che si snoda sul crinale diCosta del Gerbone. Si arriva a Castelletto, da dove si prose-gue per far ritorno a Varzi, con arrivo sul-la S.S. 461, vicino alla Chiesa dei Cap-puccini.

PERCORSISULLE TRACCE DEI MARCHESI MALASPINA

Page 125: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

125

DA VEDEREIl castello di Oramala fu la dimora dei mar-chesi Malaspina, una delle famiglie piùpotenti dell’Italia settentrionale nel corsodel Medioevo. Pare che esso ebbe ancheospiti illustri come l’imperatore FedericoBarbarossa e il sommo poeta Dante Ali-ghieri (vedi scheda a pag. 96).La Chiesa dei Cappuccini a Varzi è dedi-cata a San Germano perché, secondo laleggenda, il corpo del Santo sostò a Varzidurante la traslazione da Ravenna ad Au-xerre, verso il 450 d.C. La Chiesa, co-struita verso la fine del XII sec. in stile ro-manico, è caratterizzata da una facciata incotto nella parte superiore e in pietra nellaparte inferiore (vedi scheda a pag. 58).Affascinante il borgo di Varzi che, con lesue torri, i suoi vicoli, le sue botteghe, ilsusseguirsi dei suoi portici sprigiona

un’atmosfera d’altri tempi: meritano unavisita l’Oratorio dei Bianchi e l’Oratorio deiRossi, la Parrocchiale di S. Germano, leTorri di Porta Soprana e di Porta Sottana,il Castello Malaspina con la Torre delleStreghe (vedi scheda a pag. 98).

NUMERI UTILIComune di Varzi: 0383/52676Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia medica: 848/881818

0382/302329Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:- Piermaria Greppi, L’Oltrepo Pavese collinare e

montano, Greppi Editore, 2000- www.comune.varzi.pv.it

Due immagini del borgo di Varzi

Page 126: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Anello Nivione - C. Bressafame - Nivione

Lunghezza: 3.4 kmTempo di percorrenza: 3 ore a piediSegnavia: rosso e bianco, assente oltre i2 km

Partendo dall’abitato di Nivione, si giunge,attraverso una stradina asfaltata e attra-verso tutto il paesino, a un gruppo di ca-se in Località Villa di Nivione. Dopo questotratto inizia la parte sterrata, in leggera sa-lita; si prosegue per 150 m fino a incon-trare un bivio, al quale si continua per ilsentiero di fronte, leggermente sulla sini-stra. Questo tratto costeggia la piccolavalle del Ranguli, corso d’acqua che, do-po alcune centinaia di metri, invade in par-te il tracciato, rendendo il terreno fangoso.Superato questo punto, si inizia a salireattraverso un castagneto: l’umidità e lascarsa penetrazione dei raggi solari man-tengono il suolo bagnato, perciò il terrenoè scivoloso e conviene prestare attenzio-ne. Quindi si incontra un bivio e si conti-nua sul sentiero a sinistra che conduce aun pianoro dal quale si può ammirare laValle del Lella, il castello di Oramala, la pi-neta di Pietragavina, Varzi, il Monte Peniceed i calanchi. Proseguendo il sentiero sisusseguono discese e salite (brevi, ma

impegnative) che portano a un tratto omo-geneo per la pendenza e da cui si posso-no vedere la Costa Bressafame e Nivione;si entra in un querceto e si giunge a un bi-vio: a destra si apre il percorso per la Co-sta Bressafame, privo di segnavia. Si in-contrano una discesa e una salita moltoripida in cui bisogna fare molta attenzionea causa del terreno argilloso del tratto; siprosegue sempre diritto, mantenendo ladestra: superata una catena di divietod’accesso, si ridiscende per entrare in unaltro boschetto, dopodiché si incontra unbivio e si continua a destra. Continuandosu questo piccolo sentiero, si incontra unvecchio rudere, vicino al quale si trova unbivio: si continua sulla destra verso la Co-sta Bressafame, fino a giungere ad unpianoro dal quale si gode un bellissimopanorama sulla valle. Continuando lungola Costa e, dopo una discesa di circa 500m, si ritorna al punto di partenza.

DA VEDEREQuesta zona è ricca di calanchi, morfolo-gie tipiche dei terreni argillosi erosi dal-l’azione dell’acqua, caratteristici della ca-tena appenninica: il paesaggio calanchivopresenta incanalature profonde separateda costoni a forma di lama.Il Tempio della Fraternità di Cella di Varzi è

A cura diSabrina Tacconi

126

PERCORSIPERCORSO FLORISTICO

Page 127: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

127

un monumento unico al mondo: la chiesa,infatti, è stata realizzata con i materiali bel-lici della Seconda guerra mondiale ritrova-ti nel territorio e non: molte città o luoghi,che furono teatro di drammatiche batta-glie durante il conflitto, hanno inviato resi-duati bellici o frantumi dei loro monumenti(sono conservate, ad esempio, alcuneguglie del Duomo di Milano che cadderodurante i bombardamenti). Il Tempio nac-que con l’auspicio di ritrovare la pace e lafratellanza perdute durante la Guerra, tra-

sformando i simboli di distruzione e mortein simboli di speranza e ritorno alla vita(vedi scheda a pag. 61).

NUMERI UTILIComune di Varzi: 0383/52676Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia medica: 848/881818

0382/302329Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:- Tesi di laurea di Roberta Valle

L’abitato di Nivione

Page 128: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diERSAF Lombardia

128

Inserita nel cuore dell'Appennino lombar-do, la Riserva Naturale del Monte Alpe èstata istituita nel 1985 ad un'altitudinecompresa tra i 900 e 1.260 m s.l.m. svi-luppandosi per una superficie totale di328 ettari. L’area si sviluppa in direzioneNO-SE lungo la strada provinciale per ilPasso Penice, nel territorio comunale diMenconico in Oltrepo Pavese.La Riserva riveste una grande importanzanaturalistica e paesaggistica grazie allapresenza di fitti boschi di latifoglie e coni-fere alternati a prati ricchi di importanti fio-

riture. Le aree boscate comprendono cir-ca 186 ettari di pineta artificiale a preva-lenza di Pino nero e 114 ettari di boscoceduo.I boschi di conifere, impiantati a partire da-gli anni ’30 per sopperire a situazioni diforte dissesto idrogeologico dei versanti,occupano aree potenzialmente destinateal bosco misto di Faggio e Abete bianco,alle quote alte e nelle esposizioni setten-trionali, mentre alle quote più basse occu-pano aree vocate a boschi di Roverella,Carpino nero e Orniello. A seguito dell’in-

MONTE ALPERISERVA NATURALE MONTE ALPESIC Sito di Importanza Comunitaria

Page 129: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

129

cendio scoppiato nel febbraio del 1990 learee di pineta maggiormente colpite sonostate oggetto di taglio raso in quanto irri-mediabilmente compromesse. Successi-vamente sono state eseguite imponentiopere di rimboschimento mediante lamessa a dimora di piantine di latifoglie au-toctone al fine di riportare un buono statodi naturalità vegetale dei versanti.Oggi, la parte occidentale della Riserva èinteramente coperta da boschi cedui co-stituiti prevalentemente da Carpino nero,Roverella e Orniello con una sporadica

presenza del Faggio, Acero opalifolio ecampestre, Rovere, e da arbusti qualiNocciolo, Maggiociondolo, Ginepro eBiancospino.Nella parte Sud-Ovest della riserva si tro-va un castagneto da frutto in fase di ripri-stino funzionale. La ricchezza di biodiversità della Riserva simanifesta anche a livello di fauna com-prendendo numerose specie animali, trale quali la formica rufa, introdotta come in-tervento di lotta biologica a partire daglianni '50. Fra gli altri animali presenti sono

Immagini dei rimboschimenti messi in atto

Page 130: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

state censite 41 specie di uccelli nidifi-canti, 26 specie di mammiferi tra cui ricor-diamo il tasso, il capriolo, il cinghiale e loscoiattolo, 7 specie di anfibi e rettili se-gnalando come specie rilevante la Ranaappenninica.Un altro aspetto interessante riguarda gliinterventi forestali e di ingegneria naturali-stica che caratterizzano la storia della ri-serva, infatti tutte le opere (come adesempio quelle per il contenimento deiversanti) sono realizzate esclusivamentecon legno, pietra e talee di alberi vivi, sen-za l’utilizzo di materiali non naturali. Nel 1980 l’area del Monte Alpe è stata di-chiarata “biotopo” e poi classificata "riser-va parziale biogenetica". Nel 1983 la Re-

gione Lombardia ha istituito la “RiservaNaturale Monte Alpe” e ne ha affidato lagestione all’ERSAF - Ente Regionale per iServizi all’Agricoltura e alle Foreste (exAzienda Regionale delle Foreste). Nel1992 la Direttiva HABITAT della ComunitàEuropea è stata riconosciuta come SIC -Sito di Importanza Comunitaria con sigla:IT2080021.

Per informazioni:[email protected]

Web: www.ersaf.lombardia.itwww.parks.it

130

Presenza della formica rufa

Page 131: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

131

Area di sosta all’interno della Riserva

Page 132: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Monte Alpe - Monte Calenzone

Si percorre la strada statale 461 del Mon-te Penice; seguire la cartellonistica strada-le per la Riserva Naturale Monte Alpe.

Riserva Naturale Monte Alpe: Gestita daERSAF Lombardia, è ricca di sentieri facil-mente percorribili, il più famoso dei quali èquello della Faina. Proponiamo una picco-la deviazione fuori Riserva.Arrivati in Località Tre Passi si imbocca ilsentiero sterrato e lo si percorre intera-mente senza deviazioni. Arrivati in vetta almonte Alpe si è accolti da un’ampia ra-dura. Si prosegue il sentiero, arrivati ad un bivio,si imbocca il sentiero di destra che con-duce a Poggioli D’Alpe e al Monte Calen-zone.Il bivio segna il confine, Poggioli d’Alpe e ilMonte Calenzone non sono più in riserva.Al Monte Calenzone consigliamo l’arrivo fi-no alla cascinetta dei cacciatori. A questopunto tornare verso il punto di partenza.Si può continuare lungo il percorso, ma ilsentiero è meno curato ed è difficile iden-tificare le deviazioni.

Il tragitto complessivo, di circa 6 km, è se-gnalato chiaramente solo all’interno dellaRiserva Monte Alpe, mentre sul MonteCalenzone i sentieri non sono segnalati.Ricordiamo che è proibito accendere fuo-chi nei boschi, in caso di avvistamento diun incendio chiamare il 1515.È vietato cogliere i fiori protetti. Il percorso è particolarmente indicato perun’escursione a piedi o in mountain bike,visto che è proibito percorrere questi sen-tieri con mezzi motorizzati; chi utilizza mez-zi non autorizzati può incorrere in un’am-menda da parte del Corpo Forestale delloStato.Si consiglia rifornimento di acqua. Proteg-gersi con creme solari e cappello, indos-sare scarpe da trekking, non avventurarsinei boschi da soli. In riserva è proibita la raccolta di funghi.

NUMERI UTILICRI Varzi: 0383/547258Croce Azzurra: 0383/53239Ospedale Civile Varzi: 0383/5471Corpo Forestale dello Stato Sezione di Varzi: 0383/52098Per ulteriori emergenze: Carabinieri 112

PERCORSIPERCORSO NATURALISTICO

A cura diValentina Balma

132

Riserva Naturale Monte Alpe

Page 133: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

133

Una veduta del Monte Calenzone

Page 134: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

134

Anello Menconico - Casa del Lago Casa Ciocca - Riva - Molino SpallaMenconico

Lunghezza: 8 km Tempo di percorrenza: 6 oreSegnaletica: Segnavia CAI bianco e rosso

Partendo da Menconico, si segue il sen-tiero fino ad arrivare a Casa del Lago, at-traverso aree boscose alternate a prati.Raggiunta Casa Ciocca, si percorre laStrada Statale 461 in direzione Varzi finoad incontrare sulla destra il Sentiero dellaFaina, percorso sviluppato all’interno dellaRiserva naturale del Monte Alpe. Si prose-gue lungo il sentiero e si arriva all’abitato diRiva, dove si trova uno sterrato che portaal Molino Spalla. Il vecchio mulino ad ac-

qua possiede ancora oggi la ruota e variingranaggi per la macina all’interno.Portandosi verso Menconico, si raggiun-ge il sentiero per Casa Pastina; all’incrociocon la strada provinciale si prosegue ver-so il punto di partenza.

DA VEDEREMenconico sorge a 730 metri di altitudine,ai piedi del Monte Penice; sembra cheproprio dall’antico toponimo del monte,“Mons Conicus”, derivi quello del paesestesso che significherebbe “luogo dellegrandi rocce”. A Menconico, si può am-mirare la chiesa parrocchiale di S. Giorgioche sorge su un cucuzzolo dominante ilpaese: essa è stata costruita nel XVIII se-colo, sui resti di una precedente costru-zione. La chiesa, in pietra a vista e suddi-

PERCORSINATURA E STORIA INTORNO A MENCONICO

Page 135: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

135

visa in tre navate, ha un campanile in stilebarocco ed è arricchita all’interno da unaltare in legno dorato.Il Monte Penice, che con i suoi 1460 me-tri d’altezza è una delle cime più elevatedell’Oltrepo Pavese, offre una visualecompleta che spazia dalla Pianura Pada-na a Bobbio, dalla Val Trebbia all’Appen-nino Ligure. Sulla sua cima sorge il San-tuario di S. Maria, dedicato alla Madonna,costruito nel XVII secolo sui resti di unaprecedente struttura: anticamente infattidominava la vetta un edificio adibito alculto pagano celtico-ligure e, in seguito,romano.La Riserva Naturale del Monte Alpe, istitui-ta nel 1985, è un sito di interesse comu-

nitario (SIC). Svariati sono i sentieri che sisnodano all’interno della Riserva (vedischeda a pag. 126).

NUMERI UTILIComune di Varzi: 0383/52676Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia medica: 848/881818

0382/302329Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:- Gal Alto Oltrepo (PIC Leader II), Là dove nasce

l’arcobaleno - 21 percorsi nelle valli dell’OltrepoPavese Montano, Tipografia Stella, Voghera,2002

- http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Penice- www.parks.it/riserva.monte.alpe

Veduta di Menconico

Page 136: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

136

Casanova Staffora - Cegni - Ceregate

Lunghezza: 6 kmTempo di percorrenza: 2 ore circa a piediSegnaletica: presente

Dal centro di Casanova Staffora, dirigersia piedi lungo la strada provinciale, se-guendo le indicazioni per il passo del Gio-và, fino a raggiungere il bivio per la Chie-sa del Bocco e girare a destra. Prosegui-re fino a raggiungere il tempio; continuarelungo il sentiero che costeggia la chiesa,fino a raggiungere un bivio, quindi prende-re la strada a sinistra in declivio. Continua-re la passeggiata fino a raggiungere Ce-gni: nell’estremità meridionale del paese èsituata una fontana dal cui piazzale parte ilsentiero verso Ceregate.

DA VEDEREA Casanova Staffora merita una visita laChiesa del Bocco, che fu eretta nel luogoin cui, negli anni ‘50, una bambina (Ange-la Volpini) fu testimone di alcune apparizio-ni della Madonna nel suo paese. L’edificioecclesiastico è situato nel cuore del bo-sco dove regnano la pace e la serenità:ancora oggi è un luogo di pellegrinaggiovisitato da molti fedeli.Il Mulino Pellegro è uno dei pochi esempidi mulino ancora funzionante della provin-cia; esso prende il nome dal proprietario(Pellegro Negruzzi) che ne completò i la-vori di ristrutturazione nel lontano 1835.Inoltre, nella cascina a esso adiacente, èvisitabile (previa prenotazione al numero0383/551180-551284) un Museo Con-tadino che conserva attrezzi agricoli delpassato (vedi scheda a pag. 158).

PERCORSIPASSEGGIATA TRA I MONTI PAVESI

Page 137: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

137

Cegni, situato a 800 m.s.l.m., è un pae-se ricco di tradizioni. Famose sono le feste tradizionali dove èfacile trovare ancora i ballerini di Giga(ballo tipico della valle). Questa danza siballa sulle note delle musiche tradiziona-li prodotte dagli strumenti tipici delle no-stra valle: il piffero e la fisarmonica. Uno dei maggiori esponenti tra i suonato-ri di piffero fu Ernesto Sala, nativo propriodi Cegni, di cui si studiano ancora oggi lemusiche tradizionali da lui suonate. Ceregate è un paesino fantasma ricco difascino: l’ultimo abitante risale a 30 annifa e da allora è totalmente disabitato. Il villaggio rivive solamente due volte al-l’anno, quando la parrocchia di Cegni si

riunisce la prima domenica di settembree il lunedì dell’angelo. La messa vienedetta all’interno della chiesetta dedicataa Maria Bambina, mentre, dopo il culto,nel piazzale adiacente, gli anziani delpaese iniziano gli “incanti”, mettendo al-l’asta i prodotti tradizionali che tutto ilpaese contribuisce a portare.

NUMERI UTILIComune di Santa Margherita Staffora:0383/551100-551407Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia medica: 848/881818

0382/302329Servizio antincendio boschivo: 1515

Panorama dell’Alta Valle Staffora

Page 138: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

138

Prato del Lago - Piano della Faggeta

Lunghezza: 600 mTempo di percorrenza: 30 minuti a piediSegnaletica: Segnavia CAI bianco e rosso

Da Prato del Lago si prende una strada, inmezzo ai boschi, che conduce al Rifugiodella Faggeta, vicino al quale si trova laFontana della Bonifica, una sorgente incui ci si può dissetare. La zona è ricca diboschi che sono, in parte, il risultato del-l’azione di rimboschimento attuata in pas-

sato; se si è fortunati, si possono anchescorgere poiane e astori in volo. Dopo cir-ca un chilometro, si raggiunge la frazionedi Pregola, da cui si può godere di unosplendido panorama.

DA VEDEREA Pregola, interessanti sono la Chiesa deiSanti Agata e Rocco e la casaforte, co-struita con i materiali di recupero delle ma-cerie dell’antico castello, andato distruttonel XIII secolo. In passato il paese, essen-do Marchesato, ha potuto godere dei pri-vilegi di “feudo imperiale”, dipendendo di-

PERCORSICAMMINANDO PER L’ANTICO MARCHESATO

Page 139: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

139

rettamente dal Sacro Romano Impero. Imarchesi Malaspina hanno governato ilterritorio dalla caduta dei Longobardi allaRivoluzione Francese. Svariati sono i paesini fantasma comeCeregate, Lago, Sotto il Lago, RovaioloVecchio: piccoli esempi di architetturarurale con case in pietra e meritano unavisita.Particolarmente interessante è la Chiesadi Someglio (vedi scheda a pag. 63).

NUMERI UTILIComune Brallo di Pregola: 0383/550040Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia medica: 848/881818

0382/302329Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:- Gal Alto Oltrepo (PIC Leader II), Là dove nasce

l’arcobaleno - 21 percorsi nelle valli dell’OltrepoPavese Montano, Tipografia Stella, Voghera,2002

- www.gal-oltrepo.it, ww.proballo.net

Page 140: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

140

Casanova Staffora - Sala - Brallo - Collet-ta - Pian del Poggio - Casale Staffora -Negruzzo - Cegni - Casanova Staffora

Partenza da Casanova Staffora.

Casanova Staffora: Il paese si trova al-l’imbocco dell’Alta Valle Staffora nel co-mune di Santa Margherita. È posto aduna quota di 600 m.s.l.m. e questa altez-za altimetrica segna il limite tra collina emontagna.Casanova è sede del Municipio perché èconsiderato il paese più accessibile dellavalle. É divisa in due dal letto del torrenteStaffora, delineando così due frazioni, Ca-sanova Destra e Sinistra. Casanova Sinistra è la parte più storica,dove è presente la chiesa e il piccoloborgo.Casanova Destra invece è molto più re-cente: le costruzioni risalgono agli anni’60-’70 e negli anni ’80 è stato creato uncentro polifunzionale che comprende an-che una piccola ma rifornita biblioteca.Partendo da Casanova si arriva al bivioposto vicino al ponte sullo Staffora, siprende la strada a sinistra e ci si lasciaalle spalle Casanova Sinistra e il ponte.Si procede verso Vendemiassi - Sala.Giunti al bivio di Sala, si prende la strada

che va a destra per il Brallo.Durante il percorso si può ammirare tuttala valle, e la strada è ricca di punti pano-ramici. Dalla strada si scorgono, arroccati su uncostone di monte, i resti della Rocca diSanta Margherita. Il vecchio castello è an-dato distrutto per mano degli abitanti del-la zona che ne asportarono i sassi e i la-terizi per costruire le proprie case. Nella Frazione di Massinigo si possonoosservare i resti di un’antica fornace ro-mana.Si prosegue fino a giungere il Passo delBrallo.

Passo del Brallo: comune più meridio-nale dell’Oltrepo Pavese, il paese del Bral-lo segna il valico tra la Valle Staffora e la vi-cina Val Trebbia. Brallo fu feudo dei Mar-chesi Malaspina. Ancora oggi si nota ilpassato medioevale di questo territorio:tante sono le opere caratteristiche del-l’epoca ma la meglio conservata è senzadubbio la piccola torretta d’avvistamentoche svetta ancora nel vicino paese di Pre-gola. Da visitare anche la Pieve di Some-glio (vedi scheda a pag. 63).

PERCORSIALTA VALLE STAFFORA

Page 141: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

141

Arrivati nella piazzetta collocata al centrodel paese, si prende la strada a destra esi segue per Bralello-Cima Colletta (Stra-da Provinciale 88).Si prosegue mantenendo sempre la stra-da per Cima Colletta.Appena fuori dal paese del Brallo si è ac-colti da una splendida boscaglia lussureg-

giante, ricca di vegetazione autoctona. Il percorso continua fino a raggiungere ilMonte Colletta, dove in inverno si puòsciare grazie a un recente impianto scii-stico.Si prosegue e si passa alle pendici delmonte Lesima. La leggenda vuole che ilnome del monte derivi dal condottiero

Panorama visto da Cegni

Page 142: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

142

cartaginese Annibale, che recatosi sullavetta del monte si ferì a una mano: da quideriva “lesionato alla mano” e con i seco-li il nome si trasformò in Lesima. Sulla vet-ta del monte Lesima è presente una Cro-ce, ma da anni è nascosta dal radar ae-reonautico installato agli inizi degli anni’90. Passato il Lesima si svolta a destra al-l’incrocio per Pian del Poggio.

Pian del Poggio: il paese è di recentecostruzione, ed è stato concepito per farfronte a tutte le richieste turistiche più mo-derne. Il turismo a Pian del Poggio è pre-valentemente invernale, si trova un mo-derno impianto sciistico per lo sci alpinodotato di una seggiovia che porta in vettaal monte Chiappo; si trova anche un im-pianto di scii di fondo che si snoda nei bo-schi circostanti.

Si svolta lungo la strada che costeggia lapiccola chiesa e si prende la strada perCasale Staffora.

Casale Staffora: il piccolo paese è mol-to raccolto, ed è caratteristico per le vie ele case costituite in pietra. La chiesa è de-dicata a San Lorenzo Martire e il 10 ago-sto Casale si anima con una bella festapatronale, dove la tradizione la fa da pa-drona: sono quindi immancabili la tipicamusica del piffero e della fisarmonica, unbuon piatto di ravioli accompagnato da unbicchiere di vino D.O.C.Fuori dal paese si svolta a destra e si pro-cede per Negruzzo.

Negruzzo: il piccolo paese è arroccatosul monte, ed è anch’esso un borgo rura-le caratterizzato dall’uso della pietra percostruire case e strade. Negruzzo è so-vrastato dalla bella chiesa dedicata a SanBartolomeo. Caratteristica è la festa delpaese che ha luogo come per tradizionel’ultimo weekend di agosto: sull’aia princi-pale del paese si allestisce lo spazio per isuonatori di piffero e tutta la popolazionelavora per confezionare a mano i ravioli dibrasato che vengono consumati dai visi-tatori.

Dal centro del paese si imbocca la stradache passa davanti alla fontana e dopo cir-ca 1 km si arriva al bivio che incrocia lastrada che porta al pian dell’Armà. Si giraa destra e si prosegue fino a Cegni.

Cegni: Cegni è il classico paesino dimontagna che presenta l’ingresso carat-terizzato dalla chiesa e termina nella partemeridionale con la fontana. Percorrendole vie in pietra si scoprono tanti angoli me-dievali. Il paese si rianima in agosto dove iragazzi del paese organizzano spesso fe-ste e giochi sull’aia, ma la manifestazionepiù importante è senza dubbio il Carneva-le Bianco, storica rappresentazione delBallo della Povera Donna, tipico ballo del-le montagne dell’Oltrepo. Si esce dal paese e si prende la strada adestra in discesa per Casanova Staffora.

Page 143: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

143

Il percorso è indicato per automobili e mo-tociclette, i più sportivi possono farlo an-che in bicicletta.Attenzione: in inverno la strada del MonteColletta può essere chiusa al traffico. Perinformazioni sulla viabilità contattare il co-mune del Brallo.La durata del percorso comprensivo sen-za soste è di circa 2 ore.I chilometri di tutto il tragitto sono circa 41.Il tragitto è completamente indicato dallacartellonistica stradale.

NUMERI UTILICRI Varzi: 0383/547258Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Comune S. Margherita Staffora:0383/551100Croce Azzurra: 0383/53239Corpo Forestale dello Stato Stazione di Varzi: 0383/52098Comune di Brallo di Pregola:0383/550040Per altre emergenze: Carabinieri 112

Cegni

Page 144: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

144

Cegni - Fego - Ceregate - Cegni

Partenza da Cegni.Arrivati in paese si imbocca la strada cheporta al Centro Sociale e al Pian del Pro,qui la strada diventa sterrata. Si prosegue lungo il sentiero e si arriva al-le stalle della cooperativa di Cegni, questazona è chiamata dai cegnesi Piana. Da qui si dipartono due sentieri: uno a de-stra e uno a sinistra. Si prosegue per quello a sinistra. Si giun-ge alle cantine di Cegni.

Cantine di Cegni: Sono edifici rurali dipiccole dimensioni; appartengono per lopiù a famiglie cegnesi e visto che la vitenon cresce all’altitudine di 800 m.s.l.m.,quota di Cegni, hanno coltivato le loro vi-gne più a valle. Qualche cantina è stataormai abbandonata a se stessa e alcunevigne sono state estirpate, ma ancora og-gi qualche agricoltore fedele alla tradizionecontadina si diletta a coltivare la propria vi-gna. Giunti alle cantine siamo allo stessolivello altimetrico di Fego (circa 650m.s.l.m).

Si continua lungo le cantine e si arriva sul-la strada asfaltata, si prosegue a destra fi-no Fego. Appena prima del ponte sulloStaffora a sinistra si trova il Mulino di Fego(attualmente in ristrutturazione, per ren-derlo al più presto attivo e funzionante co-me il vicino Mulino Pellegro di CasanovaStaffora).

Fego: è il paese che si trova di fronte aCegni ed è collocato tra due torrenti, il

principale è lo Staffora che nasce sottoPian del Poggio e percorre tutta la valle fi-no a sfociare nel Po. Fego è ubicato sullariva destra dello Staffora. L’altro corsod’acqua di carattere torrentizio è la Monta-gnola che sorge alle pendici del monteColletta.

Si continua lungo la strada asfaltata se-guendo le indicazioni per Pianostano.Lungo la strada si costeggiano le pendicidel monte Colletta e circa 3 Km dopo es-sere partiti da Fego si scorge, sull’altroversante della valle, il paese diroccato diCeregate. Si prosegue e si arriva alla strada chesvolta a destra e porta lungo il letto diStaffora.Si guada il fiume grazie a delle passerellecostruite dalla popolazione cegnese perfaciltare i fedeli che vogliono raggiungereCeregate per le due feste organizzate dal-la parrocchia di Cegni (Lunedì dell’Angeloe prima domenica di settembre), passatolo Staffora si prosegue lungo il sentieroche si inerpica lungo il versante, dopo 20minuti di cammino si arriva a Ceregate.

Ceregate: è un paese che affascina iviandanti poiché mantiene tutto il misterodel paese diroccato. É composto da po-che case, quasi tutte ormai diroccate, el’ultimo abitante del paese se ne andò dalpaese negli anni ’60. La parrocchia di Ce-gni festeggia il culto di Maria Bambina duevolte all’anno e i fedeli si spostano in pel-legrinaggio per seguire la messa dentroalla chiesa ben mantenuta del piccolo

PERCORSIPERCORSO NATURALISTICO A PIEDI

Page 145: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

145

paese. All’interno dell’edificio religioso siconserva una statua antica fatta a mano incartapesta.

Si percorre la via in salita che parte dallachiesa, alla sommità si imbocca il sentie-ro a destra. Il sentiero porta direttamente aCegni. A metà tragitto si incontra una ca-sa diroccata e ci si trova in zona Pian delLago. Si continua fino ad arrivare a Cegni.Si gira a destra e si prosegue per il centrodel piccolo borgo medioevale.

Il percorso è indicato per un’escursione apiedi.Il tragitto comprensivo, senza soste, duracirca 2 ore.

Il percorso è indicato dalla cartellonisticastradale solo nella zona della strada asfal-tata, attenersi esclusivamente alle indica-zioni.Si consiglia rifornimento di acqua, perchépassato Fego non c’è più possibilità ditrovare acqua potabile.

NUMERI UTILICRI Varzi: 0383/547258Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Croce Azzurra: 0383/53239Corpo Forestale dello Stato Stazione di Varzi: 0383/52098Per altre emergenze: Carabinieri 112

Una suggestiva immagine di Cegni

Page 146: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

146

Cencerate - Monte Lesima

Lunghezza: 1 kmTempo di percorrenza: 15’ a piediSegnaletica: presente

Partendo in auto dal piccolo centro diCencerate, attraverso un semplice per-corso è possibile raggiungere il Monte Le-sima. Superato il camposanto del paese,si continua lungo la strada asfaltata che,attraversando bellissime faggete, porta al-le pendici del monte. Dopo alcuni chilo-metri infatti, sulla sinistra, si trova una stra-da delimitata da una sbarra che conducedirettamente alla vetta. Lasciata l’auto lun-go la strada principale, è possibile rag-giungere in breve tempo il bellissimo ter-razzo naturale.Vie alternative: vi sono innumerevoli sen-tieri, contrassegnati in rosso e bianco,che dai Piani di Lesima conducono almonte.

DA VEDEREIl Monte Lesima, con i suoi 1724 metri, èla cima più elevata dell’Oltrepo Pavese ed

è facilmente riconoscibile per il geoidedell’aeronautica militare, posto sulla vetta.Dalla sua sommità si gode un panoramamozzafiato che spazia dal territorio pave-se a quello piacentino, fino al Mar Ligurenelle giornate più limpide. Secondo la leg-genda, il nome del monte è legato alla fi-gura di Annibale, condottiero cartagineseche sconfisse l’esercito romano nella bat-taglia del Trebbia, nel 218 a.C.: egli salìsulla vetta per controllare il nemico, maqui si ferì a una mano e dall’espressionelatina “lesit manu” deriverebbe il toponimoLesima.

NUMERI UTILIComune di Brallo di Pregola:0383/550025Pronto soccorso Varzi: 0383/547223Guardia medica: 848/881818

0382/302329Servizio antincendio boschivo: 1515

Fonti bibliografiche:- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,

quattro province lungo le antche Vie del Sale,San Giorgio Editrice, Genova, 2006

PERCORSIALLA CONQUISTA DEL MONTE LESIMA

Page 147: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

147

Il Monte Lesima

Page 148: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 149: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 150: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

150

L’Oltrepo Pavese ha sempre sfruttato ilterritorio con l’agricoltura e l’allevamento,coltivando i campi e facendo pascolare ilbestiame nei prati. Oggi, invece, queste attività sono pocopraticate e comunque sono notevolmen-te cambiate grazie ai progressi della tec-nologia.

Così, al fine di mantenere viva una realtàlocale ricordata da pochi e sconosciuta amolti, sono sorti vari musei contadini: èimportante, infatti, conservare le tradizionie la cultura del passato perché costitui-scono le radici dalle quali provengono legenerazioni attuali che spesso non sono aconoscenza della storia del loro territorio.

MUSEI CONTADINIL’OLTREPO PAVESE RURALE

Page 151: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

151

Page 152: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

152

Il Museo dell’Arte rurale e degli strumentiagricoli è allestito nel palazzo comunale,nel castello eretto dai Conti Dal Verme, trail XIV e il XV secolo. Sorto dallo sforzo co-mune di tutti gli abitanti del borgo, essoespone gli oggetti del passato di questazona: attrezzi, utensili e macchinari agricoliusati un tempo per lavorare nei campi;oggettistica e attrezzature per i lavori arti-gianali come la bicicletta dell’arrotino, ilbanco del barbiere e del calzolaio, gli ar-nesi del falegname fino a una cucina rura-le, ambiente della casa dove si svolgevagran parte della vita familiare.Il Museo è aperto al pubblico, nel periodo

estivo, il sabato e la domenica, dalle 10alle 12, mentre nella restante parte del-l’anno è visitabile su appuntamento.Per informazioni telefonare all’Ufficio Co-munale al numero 0383.580001.

Fonti bibliografiche:- Comunità Montana dell’Oltrepo Pavese, Cata-

logo del Sistema Museale, Edizioni Guardama-gna, Varzi, 2007

- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,quattro province lungo le antiche Vie del Sale,Ed. San Giorgio, Genova, 2006

- www.miapavia.it- www.turismo.provincia.pv.it- www.oltrepopavese.org

ROMAGNESEMUSEO DELL’ARTE RURALE E DEGLI STRUMENTI AGRICOLI

Page 153: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

153

A cura diSabrina Tacconi

Il Museo “Magazzino dei Ricordi” riprodu-ce alcuni ambienti del passato, come lacucina del contadino - luogo più impor-tante della casa - il gabinetto del medico,la stanza del sarto, il negozio del barbiere,la scuola di un tempo, i laboratori artigia-nali del fabbro, del calzolaio, del maniscal-co, del carradore: il Museo permette cosìdi conservare ambientazioni e mestieri or-mai dimenticati. È aperto al pubblico, neimesi di giugno e settembre, il sabato e ladomenica dalle 16.30 alle 19.00, nei me-si di luglio e agosto, dal martedì alla do-menica dalle 16.30 alle 19.00.Per informazioni o visite fuori orario, telefo-nare all’Associazione Culturale “Magazzi-

no dei Ricordi” ai numeri 0383.589183 -3385776425 - 3364664294 oppure scri-vere una mail all’indirizzo di posta elettro-nica [email protected]

Fonti bibliografiche:- Comunità Montana dell’Oltrepo Pavese, Cata-

logo del Sistema Museale, Edizioni Guardama-gna, Varzi, 2007

- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,quattro province lungo le antiche Vie del Sale,Ed. San Giorgio, Genova, 2006

- www.zavattarello.org- www.miapavia.it- www.turismo.provincia.pv.it- www.oltrepopavese.org

ZAVATTARELLOMUSEO “MAGAZZINO DEI RICORDI”

Page 154: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diCinzia Pastore

154

Il Comune di Montecalvo Versiggia, terradel vino, ha deciso di valorizzare la suastoria e il suo patrimonio vitivinicolo inau-gurando il museo del cavatappi il 15 luglio2006. La struttura che ospita l’originale museo,ex scuola elementare, è annessa allachiesa parrocchiale di S. Alessandro.Questo museo, nato per volontà di un en-te pubblico, rappresenta una realtà unicain Italia che senz’altro merita di essere vi-sitata.I turisti possono ammirare più di 200esemplari di cavatappi esposti in appositebacheche: a campana e con manici diosso, di legno intagliato, dotati di scopino,a vite e a punteruolo; a cremagliera, conmanico a farfalla o con manico laterale, ta-scabile o multiuso.

Il visitatore potrà scoprire, per esempio,che i brevetti rilasciati sinora in Italia per lacostruzione dei cavatappi sono 350, ilche significa che esistono ben 350 diver-si tipi di cavatappi.La creazione di questo museo vuole testi-moniare l’importanza di questo semplicema indispensabile strumento, utile perstappare preziose bottiglie e consentire atutti di degustare i pregiati vini che l’Oltre-po Pavese è in grado di produrre.Il Museo è visitabile tutte le domenichedalle ore 15,00 alle ore 18,30.

Fonti bibliografiche:- Articolo tratto da: La Provincia Pavese, 19 lu-

glio 2006

MONTECALVO VERSIGGIAIL MUSEO DEL CAVATAPPI

Page 155: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diMarco Minoia

155

Il museo della fisarmonica fu intitolato aMariano Dallapè, famoso costruttore di fi-sarmoniche. Il museo si trova all’interno diPalazzo Garibaldi ed è prova della produ-zione e dell’arte che ha reso famosa la cit-tà di Stradella a livello internazionale e di-viso in due parti: una prettamente esposi-tiva e una che riporta documenti e foto-grafie, integrate dalla ricostruzione di unlaboratorio artigianale. L’area fotografica è arricchita dal primomodello di fisarmonica realizzato da Dalla-pè, con fotografie e riconoscimenti ricevu-ti. Nell’area espositiva si possono trovareoltre ai primi modelli prodotti da Dallapè,Maga e Rogledi, anche la “fisarmonica li-turgica”, così denominata per il suo suonosimile a quello dell’organo e quindi adattaalla musica classica.

Questo modello è il più rappresentativodella produzione di Dallapè. Nel laboratorio, ricostruito in ogni suo det-taglio, si può rivivere l’ambiente dei vecchilaboratori artigianali, grazie al banco da la-voro e alle attrezzature originali.All’interno del museo sono presenti anchegli utensili dell’incisore e dell’accordatore,oltre alle decorazioni degli antichi stru-menti.

ORARI DI APERTURA:Martedì e Giovedì: 9.30 - 12.00Mercoledì e Venerdì: 15.00 - 18.00Sabato domenica e festivi: 9.30 - 12.00 -15.00 - 18.00

Fonti bibliografiche:- www.comune.stradella.pv.it

STRADELLAMUSEO DELLA FISARMONICA

Page 156: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diValentina Balma

156

Il museo naturalistico di Stradella raccogliemolti reperti di interesse scientifico: le se-zioni didattiche sono Geologia, Antropolo-gia, Paleontologia, Botanica, Zoologia,Ambiente e Ecologia. Molti dei reperti conservati sono stati re-periti nel letto del fiume Po, come tutti i mi-nerali e i cristalli conservati nelle teche del-la sezione di Geologia. Nelle varie sezioni di Paleontologia e An-tropologia si conservano i resti di antichimammiferi vissuti in ere geologiche prece-denti.In quella di Botanica si trovano le essenzevegetali autoctone dell’Oltrepo e nella se-zione di Zoologia sono conservate le variespecie animali che abitano nella nostrazona, con un interessamento tematicomaggiore per l’Entomologia. Le ultime aree tematiche sono dedicateall’Ecologia e all’Ambiente con riproduzio-ni di alcuni ambienti terrestri.Il museo naturalistico si trova a Strabella,in via Montebello, 2.Il museo è a pagamento e si possono

avere prezzi agevolati visitando il museodella Fisarmonica sito nello stesso stabile.Per informazioni chiamare il numero tele-fonico 0385/42069.

Visita di 1 museo: 2,00 €Visita di 2 musei: 3,00 €Gruppi con più di 10 persone per 1 museo: 1,50 €Gruppi con più di 10 persone per 2 musei: 3,00 €Scolaresche:per 1 museo: 1,50 €per 2 musei: 2,00 €

ORARI MUSEI:martedì e giovedì dalle 9.30 alle 12.00mercoledì e venerdì dalle 15.00 alle 18.00sabato - domenica e festivi dalle 9.30 alle12.00 e dalle 15.00 alle 18.00

Fonti bibliografiche:- www.comune.stradella.pv.it

STRADELLAMUSEO NATURALISTICO “F. LOMBARDI”

Page 157: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diValentina Balma

157

Le bambole di porcellana costruite a San-ta Giuletta erano molto pregiate. La lavo-razione eseguita interamente a mano lerendeva di fattura e di qualità ottime. Neglianni ’50 la lavorazione era massima e ilmarchio di Santa Giuletta era famoso intutto il mondo. Con gli anni la lavorazione artigianale èstata sostituta da quella meccanica e laporcellana è stata sostituita dalla plastica,per questo motivo la lavorazione dellabambola a Santa Giuletta scomparve.Il Comune di Santa Giuletta, per promuo-vere il suo passato artigianale ha organiz-

zando corsi e manifestazioni culturali. Grazie a contributi della Comunità Europasi è inaugurato il Museo della Bambola inpiazza Pertini. Nel Museo sono presenti vecchi strumen-ti di lavoro, fotografie, giocattoli e bambo-le antiche.

Per informazioni su orari e visite contatta-re il comune di Santa Giuletta al numero:0383/899141.

Fonti bibliografiche:- www.comune.santagiuletta.pv.it

SANTA GIULETTAMUSEO DELLA BAMBOLA

Page 158: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diMarco Minoia

158

Il museo archeologico nacque nel 1974per volontà all’amministrazione comunalee di un gruppo di appassionati locali. Dopo la recente opera di ristrutturazionedella Certosa Cantù, sono stati portati dal-la Soprintendenza per i Beni ArcheologiciLombarda i ritrovamenti degli scavi ar-cheologici più recenti di tutto l’Oltrepo Pa-vese. Il museo è composto da diverse sezioni.

LA GEOLOGIA E LA PALEONTOLOGIANella prima sezione si possono trovaretutti i tipi di minerali e di pietre comuni del-l’Oltrepo Pavese. La seconda è caratterizzata dalla presen-za di fossili, animali e vegetali.

DALLA PREISTORIAALL’EPOCA CELTICAQuesta sezione contiene reperti risalenti alperiodo tra il Neolitico (IV millennio a.C.) e

l’arrivo dei Celti (II sec. a.C.), passandodall’età del Rame, del Bronzo e del Ferro.In particolare si possono trovare reperti divasi di ceramica, oggetti vari in bronzo estrumenti in pietra a documentazione del-la storia degli abitanti dell’Oltrepo Pavese.

L’ETÁ ROMANA, TARDOROMANA E MEDIEVALECon l’arrivo dei Romani nel II sec. a.C. cifu un cambiamento radicale negli stili di vi-ta come testimoniano gli oggetti in cera-mica, vetro soffiato, bronzo e ferro ritrova-ti in molte case, tombe e fattorie. Si possono osservare manufatti dell’ultimoperiodo dell’Impero Romano come broc-che di bronzo e un piccolo tesoro di mo-nete. Una piccola sezione è dedicata alMedioevo, dove si possono trovare ele-menti architettonici recuperati da unachiesetta dell’Oltrepo Pavese e delle cera-miche tardomedievali trovate nella discari-

CASTEGGIOCIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO

Page 159: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

159

ca della fornace sita in Voghera.Vi sono, inoltre, due sale al piano sotto-stante nelle quali sono conservati il do-lio di Broni ed alcune ricostruzioni ditombe romane.

ORARI DI APERTURA:Orario estivo:lunedì 08.30/14.00martedì 08.30/14.00 e 15.00/18.00mercoledì 08.30/14.00giovedì 08.30/14.00 e 15.00/18.00venerdì 08.30/14.00sabato e domenica chiuso

Orario invernale:lunedì 08.30/12.30martedì 08.30/12.30mercoledì 08.30/12.30giovedì 08.30/12.30venerdì 08.30/12.30 e 14.30/17.30sabato chiusodomenica 14.30/17.30

Fonti bibliografiche:- www.casteggio.lombardia.it- www.comune.casteggio.pv.it- www.museocasteggio.it

Page 160: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

160

Il Museo contadino, che si trova in Locali-tà Villa Illibardi, è sorto nel 1981 grazie al-la collaborazione degli abitanti del paeseche hanno partecipato all’allestimento del-la raccolta con gli oggetti tramandati dallegenerazioni precedenti. Il Museo è statoistituito al fine di conservare gli attrezziagricoli usati in passato e di ritrovare i va-lori culturali e le usanze della civiltà rurale.Vi si possono trovare oggetti di uso co-mune, utensili da cucina, attrezzi agricoli,arnesi usati per gli antichi mestieri come ilfabbro, il falegname, il ciabattino: ciascunpezzo è contrassegnato dal suo nome indialetto e dalla corrispondente forma ita-liana.

Il Museo è organizzato internamente indue cicli, corrispondenti alle peculiarità diquesto territorio, ossia il ciclo del grano-fieno e quello dell’uva-vino.Per visite ed informazioni telefonare al Co-mune al numero 0383.870230.

Fonti bibliografiche:- Comunità Montana dell’Oltrepo Pavese, Cata-

logo del Sistema Museale, Edizioni Guardama-gna, Varzi, 2007

- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,quattro province lungo le antiche Vie del Sale,Ed. San Giorgio, Genova, 2006

- www.miapavia.it- www.turismo.provincia.pv.it- www.oltrepopavese.org

MONTALTO PAVESEMUSEO CONTADINO

Page 161: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

161

Il Museo della Civiltà Contadina di monta-gna e delle tradizioni locali è stato allesti-to all’interno di una galleria in mattoni, rica-vata sotto la Chiesa di S. Giorgio, lungo lastrada che porta al Passo Penice; vi sonoconservati più di 200 pezzi tra oggetti,utensili, macchinari e documenti, tutticontrassegnati da un cartellino indicante ilnome in dialetto. È presente anche unaraccolta fotografica che mostra i contadinial lavoro, con gli attrezzi di una volta.Per informazioni, contattare la Pro Loco di

Menconico all’indirizzo di posta [email protected] o all’indiriz-zo via Capoluogo, 27050 Menconico.

Fonti bibliografiche:- Comunità Montana dell’Oltrepo Pavese, Cata-

logo del Sistema Museale, Edizioni Guardama-gna, Varzi, 2007

- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,quattro province lungo le antiche Vie del Sale,Ed. San Giorgio, Genova, 2006

- www.miapavia.it- www.turismo.provincia.pv.it- www.oltrepopavese.org

MENCONICOMUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA

DI MONTAGNA E DELLE TRADIZIONI LOCALI

Page 162: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

A cura diSabrina Tacconi

162

CASANOVA · S. MARGHERITA STAFFORAMULINO PELLEGROIl Mulino Pellegro, che si trova nella locali-tà omonima a Casanova Sinistra, è unodei pochissimi mulini ancora funzionantinel territorio. La sua esistenza è attestatagià nel 1275, mentre nell’Ottocento venneristrutturato da Pellegro Negruzzi, il pro-prietario di allora da cui ha preso il nome.Nel 2004, infine, è stato restaurato e adi-bito a Museo didattico con procedimentointegrale per la produzione della farina.L’acqua del torrente Staffora arriva allastruttura attraverso una presa che la con-voglia in un fossetto; la ruota odierna inferro - degli Anni Trenta - ha sostituitoquella originale in legno. All’interno vi so-no due palmenti - uno per il mais e unoper il grano - la tramoggia e il buratto.Il mulino è un importante testimone delpassato perché rappresentava il fulcro

della vita rurale: non era solo un luogo dilavoro ma anche uno strumento indispen-sabile per la sopravvivenza, dato che lafarina era un elemento fondamentale nel-l’alimentazione di un tempo; inoltre, il mu-lino era anche un luogo di incontro dovesi scambiavano due parole o si conclude-vano affari. Per informazioni telefonare ainumeri 0383.551180 o 333.3046960.

Fonti bibliografiche:- Comunità Montana dell’Oltrepo Pavese, Cata-

logo del Sistema Museale, Edizioni Guardama-gna, Varzi, 2007

- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,quattro province lungo le antiche Vie del Sale,Ed. San Giorgio, Genova, 2006

- www.miapavia.it- www.turismo.provincia.pv.it- www.oltrepopavese.org

Page 163: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

163

A cura diSabrina Tacconi

PONTI · BRALLO DI PREGOLAMUSEO DEI RICORDIPonti, piccola frazione di Brallo di Pregola,era luogo di origine di molti carbonai. Essisi occupavano di riporre nelle carbonaie illegno che, ricoperto di terra e in assenzad’aria, veniva bruciato; una volta raggiuntala temperatura necessaria, si tramutava incarbone e veniva rivenduto in pianura.Il Museo dei Ricordi è una riproduzione acielo aperto di una carbonaia (collocatapresso una fontana) di una ghiacciaia (po-sta nel sottobosco e del cosiddetto “u ba-lu”), uno spiazzo in argilla battuta dove av-venivano le feste del paese. Le carbona-ie, usate ancora gli inizi del Novecento,venivano costruite in zone riparate dalvento e vicino a fonti d’acqua; i carbonaidi Ponti le assemblavano nei piani del “Lu-gasso” e, per controllarne il funzionamen-to e l’integrità, vivevano nei boschi, all’in-terno di capanne appositamente costrui-

te. Gli uomini di Ponti, all’inizio del Nove-cento, costrurono anche delle ghiacciaielignee, data la ricchezza di legname diquesta zona: tali strutture, che si sono ri-velate molto più resistenti di quelle realiz-zate in muratura, furono da loro diffuse inpianura.Per informazioni telefonare alla Pro Loco diBrallo di Pregola al numero 0383.500557.

Fonti bibliografiche:- Comunità Montana dell’Oltrepo Pavese, Cata-

logo del Sistema Museale, Edizioni Guardama-gna, Varzi, 2007

- Gal Alto Oltrepo, Terre Alte-terre di fascino,quattro province lungo le antiche Vie del Sale,San Giorgio Editrice, Genova, 2006

- www.miapavia.it- www.turismo.provincia.pv.it- www.oltrepopavese.org

Page 164: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

Oltrepo Pavese...

Page 165: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 166: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in
Page 167: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

...terre da vivere e da scoprire

Page 168: SOMMARIO - Zavattarello · affrescata dal pittore Carlo Morgari, che raffigura l’Assunta e il martirio di San Tarci-sio. Sulla sinistra dell’ingresso si vede il Batti-stero in

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE

MICHELA BALLERINI

VALENTINA BALMA

PAOLO BALLARDINI(per le fotografie della Riserva Monte Alpe)

ANNA CANTONI

PAOLA FUGAGNOLI

GRUPPO FOTOGRAFICO LA FINESTRA · Casteggio(per la fotografia di pagina 34)

KATYA SABRINA LOI

MARCO MINOIA

CINZIA PASTORE

ALESSANDRO POGGI

GIUSEPPE RONDELLI(per la fotografia di pagina 151)

ANNA SICILIANO

SABRINA TACCONI

ROBERTA VALLE

MARIA GRAZIA AGNETTI(per la ideazione grafica del volume)

Finito di stamparenel mese di Febbraio 2008

JONA SRLPADERNO DUGNANO (MI)