Solo i malati guariscono. L'umano del (non) credente di Luigi Maria Epicoco - estratto

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LUIGI MARIA EPICOCO L’umano del (non) credente Solo i malati guariscono

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Uno sguardo nuovo sulla propria umanità, facendo eco alle parole di Gesù di essere venuto per i malati e non per i sani. Solo a partire dall’ammissione della propria umanità, Cristo può operare una guarigione, cioè una riconciliazione del nostro umano. Ma non può esserci guarigione per chi non si considera malato perché troppo intento a convincersi e a convincere di essere perfetto, o come dice il Vangelo, giusto.

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  • LUIGI MARIA EPICOCO

    Lumano del (non) credenteLumano del (non) credente

    Solo i malatiguariscono

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    Questo testo vuole aiutare a risco-prire uno sguardo nuovo sulla pro-pria umanit, facendo eco alle parole di Ges di essere venuto per i malati e non per i sani. Solo a partire dallammissione della propria umanit, Cristo pu operare una guarigione, cio una riconciliazione del nostro umano. Ma non pu esserci guarigione per chi non si considera ma-lato perch troppo intento a convincersi e a convincere di essere perfetto, o come dice il Vangelo, giusto.

    PAROLE PER LO SPIRITO

    Come il nostro corpo, anche la nostra anima ha bisogno di nutrimento, che la rafforzi in Cristo e laiuti ad affrontare le vicissitudini della vita.

    36. M. Semeraro, Quando Ges dice no! 42. A. Grn, Ges il terapeuta, 3a ed. 50. Chiara Diletta Magnone della Trinit, Gerusalemme-Em-

    maus Andata e Ritorno 51. M. DAgostino, Lettera di/a un giovane prete 52. P. Domnguez Prieto, Fino alla cima. Testamento spirituale 53. D. Goso, In vacanza con il Diavolo. Giro turistico fra i vizi

    capitali con camera vista inferno 54. Carmelo di Noto, Teresa di Ges. Testimone di azione e ma-

    estra di preghiera, a cura di Maria Cecilia del Volto Santo OCD

    55. O. Crespi - F. Negri, Giuseppe uomo dei nostri giorni 56. Sr. N. Scopelliti, La via dellAmore 57. A. Ortega Trillo, Vizi & virt. Suggerimenti per un pro-

    gramma di vita 59. D. Goso, Preti. Tutti i colori del Clero (e non c il gri-

    gio) 60. D. Manetti, Oltre. La vita eterna spiegata a chi cerca 61. J.-C. Nault, Il demonio meridiano. Laccidia, uninsidia sco-

    nosciuta del nostro tempo 62. G. Jeanguenin, Gli angeli che ci guidano nellAldil. Chi

    sono e cosa fanno 63. R. Reyes Castillo, Mi lasciai sedurre. Perch confessarsi? 64. C. Fenucci, Solo grazie. Suor Elena Chiara: un carisma

    che si incarna 65. P. Ghi, Diario. Dalla sofferenza alla consolazione 66. M.C. Innocenzi, Il tuo posto nel mio cuore. Le opere di mi-

    sericordia 67. V. Spagnolo, Ri-orientare la vita. Cammino di Quaresima 68. R. Etchegaray, Con Dio cammin facendo 69. N. Scopelliti, Luomo e la donna non sono angeli 70. V. M. Fernndez, Spiritualit vuota. Contrasta la falsa voce

    interiore 71. V. M. Fernndez, Ansia. Vincila per apprezzare la vita 72. V. M. Fernndez, Inquietudine. Sciolgi nervosismo e tensione 73. V. M. Fernndez, Ossessioni. Liberati dalle idee fi sse 74. V. M. Fernndez, Paure. Superale per tornare a vivere 75. V. M. Fernndez, Infelicit. Sconfi ggila con il dono della

    gioia 76. V. M. Fernndez, Malessere interiore. Combatti lostacolo

    invisibile 77. V. M. Fernndez, Egoismo. Non isolarti dentro te stesso 78. V. M. Fernndez, Rimpianti e risentimenti. Allontana le in-

    sidie del passato 79. V. M. Fernndez, Noia. Lotta contro gli effetti della routine 80. V. M. Fernndez, Superfi cialit. Cancella le verit di facciata 81. V. M. Fernndez, Diffi colt in famiglia. Lascia che lamore

    fi orisca 82. E. Siviero, Ore di vetro. Il mistero della fragilit 83. M. DAgostino, Maria, grembo di misericordia 84. M. Semeraro, La Quaresima. Unoccasione da non perdere

    LUIGI MARIA EPICOCO (1980) sacerdote della diocesi di LAquila, insegna Filoso a alla Ponti cia Universit Lateranense e allISSR Fides et ratio di LAquila. Direttore della re-sidenza Universitaria San Carlo Borromeo a LAquila e parroco della Parrocchia univer-sitaria San Giuseppe Artigiano. Si dedica alla formazione e alla predicazione specie per la formazione dei laici e dei religiosi, tenendo conferenze, ritiri e corsi di esercizi spirituali. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni e arti-coli scienti ci di carattere loso co, teologico e spirituale. Tra le sue ultime pubblicazioni: Qualcuno accenda la luce. Conversazioni sullEnciclica Lumen Fidei, 2014; La Misericor-dia ha un volto. Il giubileo della Misericordia secondo papa Francesco, 2015.

    In copertina:

    Il sogno di Giuseppe (part.), 2012Giovanni GasparroBasilica San Giuseppe Artigiano, LAquila

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  • Luigi Maria Epicoco

    SOLO I MALATI GUARISCONO

    Lumano del (non) credente

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  • EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2016 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano)

    ISBN 978-88-215-9768-8

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  • a Natuzza Evolo, che mi ha fatto capire

    che il pi grande capolavoro essere e restare umani

    La Gloria di Dio luomo vivente(SantIreneo di Lione)

    Credo negli esseri umaniche hanno coraggio,

    coraggio di essere umani(da Essere umani, di Marco Mengoni)

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  • PROLOGO

    Lo so. tutto sbagliato. Noi non dovremmo nemmeno essere qui. Ma ci siamo.

    come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero.

    Erano piene di oscurit e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perch come poteva esserci un finale allegro?

    Come poteva il mondo tornare comera dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine solo una cosa

    passeggera, questombra. Anche loscurit deve passare. Arriver un nuovo giorno. E quando il sole splender, sar

    ancora pi luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che

    significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perch. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so.

    Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non lhanno fatto. Andavano avanti, perch

    loro erano aggrappate a qualcosa.Noi a cosa siamo aggrappati, Sam?

    C del buono in questo mondo, padron Frodo. giusto combattere per questo.

    (da Il Signore degli anelli, di J.R.R. Tolkien)

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  • Abbiamo tutti un sentiero di ritorno.Sono quei sentieri che percorriamo a testa bassa con

    la coda tra le gambe, con addosso lamara espressione della tristezza e la smorfia della sconfitta.

    Io li conosco fin da piccolo, cio da quando magari perdevo tutte le mie figurine con gli amici, o quando smarrivo qualche biglia nella concitazione di una corsa.

    Abbassavo la testa come a volermi condannare a guar-dare solo i piedi, e stringevo i pugni chiusi nelle tasche.

    Rallentavo quasi sempre il passo, e sceglievo la strada pi lunga per tornare a casa. Forse volevo darmi anchio il tempo di elaborare il mio lutto. In fin dei conti ero uscito al mattino fiducioso di fare affari, e ora tornavo sconfitto per colpa della casualit dei numeri delle figu-rine, che decidevano il destino della gioia o del dolore di tutti noi; o per colpa di una gara di velocit che finiva quasi sempre con grandi sudate e nessun vincitore, ma con tante cose perse nel frattempo.

    Insomma, fin da piccoli facciamo esperienza dei sen-tieri di ritorno.

    Alcuni le chiamano delusioni. A me piace chiamarle esperienze di autenticit.

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  • 10 Solo i malati guariscono

    Le esperienze sono quasi sempre meglio dei concetti. Le esperienze sono verit in forma di vita.Sono spiegazioni fatte carne.Sono vita che spiega la vita.Anche i concetti servono, ma servono a ordinare, a

    scavare nellesperienza, ma mai a diventare migliori di essa.

    Molta disaffezione della nostra societ contemporanea alla cultura dovuta a quelleccesso di intellettualismo che ha spostato le riflessioni nel pericoloso luogo del puro astratto, dimenticando quasi completamente il mon-do dellesperienza, cio la vita stessa.

    Ricordo che una volta, quando ero studente universi-tario, uno dei miei professori si vantava di essere riusci-to a fare una conferenza di oltre due ore senza farsi ca-pire da nessuno. La logica la stessa di quella donna del popolo che ascoltando il suo parroco parlare con termini difficili bisbigliava con la vicina dicendo: Quanto bra-vo? Io non capisco niente ma si vede che sta dicendo cose veramente belle.

    Lesperienza uno scrigno di cose da imparare.Non dobbiamo solo subire le cose che viviamo, dob-

    biamo imparare a metterci in ascolto. Per questo il Van-gelo il racconto di esperienze e non un mero trattato teologico.

    Il Vangelo non la matematica di Dio, ma Dio na-scosto nelle storie e nei volti di quei personaggi.

    In fin dei conti non sbagliato usare il termine na-scosto. Ci vuole tempo prima di capire che si davanti a Dio.

    Ges molto spesso prima frainteso e poi capito.

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  • Prologo 11

    Lo dice bene Emmanuel Carrre nella sua opera Il Regno: Quello che colpisce nei vari racconti del Van-gelo che allinizio nessuno riconosce Ges: al cimitero, il giardiniere. Per strada, un viandante. Sulla spiaggia, un tizio che chiede ai pescatori: Abboccano?. Non lui ma, stranamente, proprio questo che lo fa ricono-scere. quello che i suoi seguaci hanno sempre voluto vedere, sentire, toccare, ma non come si aspettavano di vederlo, sentirlo, toccarlo. tutti e nessuno. il primo che passa, lultimo dei mendicanti. quello di cui Ge-s diceva, e i suoi devono esserselo ricordato: Avevo fame e non mi avete dato da mangiare. Avevo sete e non mi avete dato da bere. Ero in carcere e non siete venuti a trovarmi. Forse si sono ricordati anche quella formu-la fulminante, che non stata conservata dai Vangeli canonici ma da un apocrifo: Spacca il legno: io sono l. Solleva la pietra: mi troverai sotto. Guarda tuo fratello: vedi il tuo Dio. E se fosse questo il motivo per cui nes-suno ha descritto il suo volto?.

    Ora se Dio si nasconde nellesperienza, nelle storie del Vangelo che troviamo il materiale necessario per ca-pire qualcosa di noi stessi e di Dio. Ed proprio a un passo del Vangelo che ci rivolgeremo per trovare il ban-dolo della matassa.

    Tra tutti i racconti delle apparizioni del Risorto ho voluto prendere quello famoso dei discepoli di Emmaus.

    Lho scelto rischiando parecchio perch ci che si co-nosce molto lo si guarda con minor attenzione.

    Il volto della donna che ami con il passare del tempo non lo guardi pi perch ormai pensi di conoscerlo gi.

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    Il panorama che si scorge dalla finestra della tua casa non lo guardi pi perch pensi di conoscerlo gi.

    Lo spettacolo di un tramonto, o il delicato suono del-la neve che cade, o la sensazione del mare mentre ci entri dentro, tutto questo non pi interessante perch pensi di conoscerlo gi.

    Lamore esige, invece, sempre occhi aperti.Lamore esige sempre attenzione. Perch linfinita

    lotta al cancro dellabitudine.Lamore il martirio dellattenzione quando tutto il

    tuo cervello ti dice next, passa oltre, cerca nuove emo-zioni.

    Questa allora la sfida: ripercorrere il racconto dei discepoli di Emmaus tenendo gli occhi aperti e allonta-nando la tentazione di dire so gi come va a finire.

    Gli avvantaggiati sono quelli che per un motivo o per un altro questo racconto lo leggono per la prima volta. A loro chiedo di non correre troppo perch ci che conta nel Vangelo non come va a finire (questo lo sappiamo gi), ma il modo di come va a finire.

    Il vero viaggio non solo arrivare. Il vero viaggio tutto quello che accade tra la partenza e larrivo.

    Quindi attenzione per chi gi conosce, e pazienza per chi ancora non conosce questo racconto.

    Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tut-to quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discu-tevano insieme, Ges in persona si accost e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: Che sono questi discorsi che state

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  • Prologo 13

    facendo fra voi durante il cammino?. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clopa, gli disse: Tu solo sei cos forestiero in Gerusalemme da non sapere ci che vi accaduto in questi giorni?. Domand: Che cosa?. Gli risposero: Tutto ci che riguarda Ges Na-zareno, che fu profeta potente in opere e in parole, da-vanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi lhanno crocifisso. Noi speravamo che fos-se lui a liberare Israele; con tutto ci son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mat-tino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non lhanno visto.

    Ed egli disse loro: Sciocchi e tardi di cuore nel cre-dere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua glo-ria?. E cominciando da Mos e da tutti i profeti spieg loro in tutte le Scritture ci che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare pi lontano. Ma essi insistettero: Resta con noi perch si fa sera e il giorno gi volge al declino. Egli entr per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezz e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui spar dalla loro vista. Ed essi si dissero lun laltro: Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quan-do ci spiegava le Scritture?. E partirono senzindugio

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    e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: Davvero il Signore risorto ed apparso a Simone. Essi poi riferirono ci che era accaduto lungo la via e come lavevano riconosciuto nello spezzare il pane (Lc 24,13-35).

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