Soffia il vento leggero - sacrocuoreaigerolomini.it · “Pace a voi!”. Non chiude mai le porte...

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L a notizia della Risurrezione del Mae- stro corre velocemente in Gerusalem- me… Anche i discepoli in fuga, quelli che avevano deciso di non tornare più indie- tro, raggiungono frettolosamente il Cenacolo; mancano soltanto Giuda, che non risponderà più all’appello, e Tommaso, tentato dalla sua incredulità e perciò lento anche nel ritorno. Le donne vengono riascoltate per l’ennesima volta, si ricostruisce la scena nei minimi par- ticolari per essere sicuri di non aver dimenti- cato nessuna sfumatura, si ascoltano Pietro e Giovanni, unici credibili testimoni oculari della tomba vuota. Ogni tanto, ossessionati dal ti- more che da un momento all’altro le guardie vengano a chiedere ragione di quella scompar- sa, alzano lo sguardo alla porta d’ingresso ben serrata, per esser certi che nessuno la varchi. Segue a pagina 2 ► La comunità del Sacro Cuore ai Gerolomini Soffia il vento leggero Di don Mario Russo Distribuzione Gratuita Aprile 2014 L’incontro con il Sindaco Figliolia di Vincenzo Aulitto Ciao mamma di Laura Longo Pagina 3 Pagina 6

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La notizia della Risurrezione del Mae-stro corre velocemente in Gerusalem-me… Anche i discepoli in fuga, quelli

che avevano deciso di non tornare più indie-tro, raggiungono frettolosamente il Cenacolo; mancano soltanto Giuda, che non risponderà più all’appello, e Tommaso, tentato dalla sua

incredulità e perciò lento anche nel ritorno. Le donne vengono riascoltate per l’ennesima volta, si ricostruisce la scena nei minimi par-ticolari per essere sicuri di non aver dimenti-cato nessuna sfumatura, si ascoltano Pietro e Giovanni, unici credibili testimoni oculari della tomba vuota. Ogni tanto, ossessionati dal ti-

more che da un momento all’altro le guardie vengano a chiedere ragione di quella scompar-sa, alzano lo sguardo alla porta d’ingresso ben serrata, per esser certi che nessuno la varchi.

Segue a pagina 2 ►

La comunità delSacro Cuore ai Gerolomini

Soffia il vento leggeroDi don Mario Russo

Distribuzione Gratuita Aprile 2014

L’incontro con il Sindaco Figlioliadi Vincenzo Aulitto

Ciao mammadi Laura Longo

Pagina 3 Pagina 6

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Sacro Cuore ai Gerolomini 2

Da pagina 1

È così faticoso lasciarsi alle spalle le pau-re! Queste benedette paure che ci ten-gono inchiodati alla tomba vuota, al

nostro passato fermo, al giardino del Getse-mani. Paure che ci negano la vista dei ger-mogli, paure che ci spingono a concentrarci sulle nostre brutture, che ci svuotano il tempo impoverendoci della vita. Eppure…Cristo è ri-

sorto, la notte è stata attraversata dalla Vita, piedi trascinati e stanchi hanno mutato movi-mento e hanno cominciato a correre, qualcu-no ha osato attraversare la soglia della tomba, altri hanno iniziato a credere e a camminare e a correre dopo aver visto dei teli e un sudario. E la tenebra ha ceduto, stremata e perdente, il passo alla luce. L’aurora è stata svegliata e bella come non mai ha baciato questo mondo con la sua luce. La sera di quello stesso giorno in cui i piedi di Maria di Magdala, e poi di Pie-tro e dell’altro discepolo, hanno cominciato a correre, si ritrovano i discepoli nel cenacolo… a porte chiuse per paura dei giudei. È tornata la notte. E perché questa paura? Non capite che Cristo è risorto? Faticano i discepoli a credere... Avevano pau-ra! Erano ancora spaesati. Le porte spran-gate… In quel cenacolo ci sono anche i miei chiavistelli, le mie porte blindate, il mio cuore incatenato. Ogni porta un lucchetto, ogni anta un catenaccio. Ci siamo noi chiesa con le por-te sprangate, con paure vecchie e nuove, con l’ennesima tentazione di ritrovarci nel cena-colo per piangere su noi stessi e sulle nostre sofferenze. Nessuno bussa, eppure Qualcuno entra... e il silenzio, la meraviglia e lo stupore inchiodano tutti. Venne Gesù, stette in mezzo

a loro e disse “Shalom”. Gesù viene e si mette in mezzo. Bellissimo! Ha sempre avuto que-sta abitudine di mettersi in mezzo… In mezzo alle paure, in mezzo alle notti, in mezzo ai cenacoli chiusi, in mezzo alle comunità divi-se. E pronuncia quelle parole che sono come una chiave passepartout. “È Lui?”… si chie-dono senza pronunciare parola. E, prima che qualcuno possa cominciare a dire qualcosa o a porre domande, è Gesù che ancora saluta… e per tre volte allo stesso modo: “Shalom!”. Ma si accorge che il saluto abituale non è suf-

ficiente a fugare i dubbi, perché chiunque ab-bia frequentato i loro raduni sa bene che il Maestro salutava sempre augurando la pace. E allora è un inganno? Una beffa? Un’illusione? Un fantasma? Come risolvere questo enigma e chi oserebbe avanzare una richiesta di iden-tità? Una sola cosa può togliere ogni dubbio: il segno della sua passione e morte. È l’iden-tità cui Egli teneva tantissimo e alla quale essi avevano stentato a credere. Meno male che è sempre Gesù a prendere l’iniziativa e mostra a tutti le mani forate e il costato squarciato, non per rimproverarli del tradimento, della delusione, dell’incapacità a muovere un dito in suo favore, ma per tranquillizzarli sulla sua identità. E l’unica impronta tangibile che possiede, è quella che lo ha caratterizzato dal primo momento ed è quella per la quale Lui, il Messia, è venuto al mondo. Un sospiro di sollievo rianima i discepoli e si confonde con un sospiro dello stesso Maestro attraverso il quale, come in una nuova creazione, Egli alita vita e coraggio. Shalom… “Pace a voi”… ecco il dono del risorto!!! Una chiave che apre il cuo-re… lo spalanca alla gioia… “Pace a voi!”. Non chiude mai le porte Gesù… Lui apre solamen-te, apre i lucchetti, scioglie i nodi, dissipa le paure, spezza le catene, scardina i chiavistelli,

sblocca le mandate, manda in tilt le blinda-ture. D’un tratto ci ritroviamo in una stanza dove circola aria fresca, soffia il vento leggero che ci inonda di profumi primaverili, tutti in-sieme danziamo la pace regalata dal Maestro. Gesù risorto come passepartout, come chiave per aprire questa mia benedetta vita, ed usci-re oltre la soglia della tomba. Come parola che apre il mio di cuore. Come pace che entra dentro di me, purifica il campo di battaglia cu-rando le ferite. Da solo non ce la farei, ma c’è quello Spirito che il Risorto alita dentro. Quel-

lo Spirito è il mio respiro, quello Spirito è la nostra vita! Allora la vita risorge e non si può fermare. Perché, abitati dalla pace, la nostra gioia diventa contagiosa. Una volta che l’ac-cogli già inizi a raccontarla… non la puoi ta-cere!!! Quel sepolcro è stato scelto per diven-tare simbolo di un’altra natività! In una grotta è venuto al mondo… da una grotta parte per il mondo! E a noi… come ai discepoli di allora… un mandato “Continuate ad amare i peccatori e a dir loro che il perdono di Dio è grande… perdonate come ho perdonato io. A voi affido l’incarico più arduo per un uomo; quello che voi stessi stentate a fare, vi chiedo di farlo per conto di Dio! … PERDONATEVI!!!”. E silenzio-samente continua l’opera dello Spirito, che, attraverso una mano benedicente, risolleva e riabilita ogni peccatore! Ogni domenica, entro nel cenacolo… con tutte le mie paure… con la mia notte; e attendo che Lui venga, come allora, a tirarmi fuori… a soffiarmi dentro e restituirmi la gioia che viene dal suo saluto “Shalom”… questo accade ogni domenica!!! Che ci crediamo o no… la domenica è il gior-no del suo venire e stare in mezzo. Se non ci trova… aspetterà… e poi ritornerà sette giorni dopo… come per Tommaso! Ci faremo trovare?

Soffia il vento leggero

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Sacro Cuore ai Gerolomini 3

Di Laura Longo

Mi hanno chiesto di scrivere di te, ma io non ci riesco – non riesco a pensarti in terza persona, come se

tu non fossi qui, presenza invisibile, ac-canto a me, a noi. Per questo, preferisco scrivere a te. Una lettera, da madre a figlia, ma anche da donna a donna, da cittadina a cittadina. Una lettera per dirti, per dirci, cose che sappiamo già, ma che si impi-gliano nelle pieghe dell’esistenza, corren-do così il rischio d’esser dimenticate inve-ce che custodite come tesori e rinnovate ogni giorno, senza stancarsi mai.Scrivo a te, che mi hai insegnato l’amore per il territorio. La passione per la vita. La luce negli occhi dei giovani, la forza nel-le parole dei più anziani. La certezza della e nella Fede, per combattere la precarietà della vita e del suo quotidiano ripetersi. A te, che hai trasformato il dolore in gioia e che, anche adesso, continui ad indicarmi il cammino.Il giorno in cui il celeste dei tuoi occhi

è diventato il colore del cielo, del mare, dei riflessi di luna e nuvole, ho visto una chiesa gremita riunire persone di credo diversi, schieramenti politici opposti, opi-nioni contrastanti. Eri tu, ad unirli tutti. Il tuo garbo, la delicatezza dei tuoi gesti, la prontezza della tua intelligenza sono rimasti scolpiti nell’animo di chiunque ti abbia conosciuto e fosse presente.Insegnanti e collaboratori scolastici ricor-dano la tua professionalità e dedizione per il lavoro: i tuoi pomeriggi erano spesi tra riunioni ed aggiornamenti, discussioni sul metodo e sull’apprendimento dei tuoi al-lievi, che hai sempre considerato Perso-ne con mille sfumature, portatori di storie personali, diverse, complesse - mai grigi numeri segnati su di un foglio. I tuoi amici rivedono il tuo entusiasmo, lo spirito di iniziativa, l’esser controcorrente ma sempre coerente con te stessa. Il tuo slancio vitale, dimostrato nelle tante ma-nifestazioni per e con il territorio, è stato motivo di impegno per molti. A me ha inse-gnato che sempre si può fare, basta volerlo.I tanti giovani presenti raccontavano il tuo porti in ascolto, continuo e paziente,

verso la novità, il futuro, i cambiamenti. Il tuo non esitare nel mettere in discussione convinzioni maturate nel tempo, pronta a ricrederti e crescere, crescere ancora. Il cuore pulsante della comunità parroc-chiale ha risposto ai tuoi dubbi, risolto i ti-mori, placato le ansie. Comunità affettuosa ed accogliente, si è aperta a te, puteolana d’ adozione, collaboratrice instancabile nelle sezioni culturali e del tempo libero della parrocchia, fedele pacifica e pacifi-cata – fino all’ultimo istante hai chiesto di pregare per te, per la tua anima; di riceve-re la comunione; di guardare verso di Lei ed intonare l’Ave Maria, perché Lei tutto può, anche “schiacciare il Male”, come mi ripetevi con convinzione.Mamma, scrivo a te queste parole e ti im-magino silenziosa e sorridente, mentre volgi il tuo sguardo ad abbracciarci tut-ti, per non farci sentire la tua mancanza, perché percepiamo la tua dolce essenza e la tua confortante presenza - guida si-cura, appiglio saldo nella bufera e brezza fresca nella calura.

“Il tuo mondo è uno spruzzo di luceche si diffonde, colmandoti le mani,ma il tuo cielo è nel mio cuore segreto;

esso schiude lentamente le sue gemme in timido amore.” (R. Tagore)

Ciao mamma

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Il Lazzaretto

La posizione dell’isola, vici-no alla città e nello stesso tempo da essa isolata, e le

sue caratteristiche (in particolare le possibilità di un ampio e sicuro approdo) ne suggerirono a più ri-prese la destinazione a lazzaretto di tipo mercantile. I primi pas-si furono mossi alla fine del XVI secolo. Nel 1593, infatti, la città di Napoli acquistò l’isola proprio “ per stabilirvi un lazzaretto e per farvi riporre le mercanzie che ve-nivano dai luoghi sospetti di pe-ste”. Ben presto, però, a seguito dell’imperversare della peste nel Mediterraneo ed in particolare in Sicilia, si ripropose la necessità di una struttura per il deposito delle mercanzie provenienti dai luoghi sospetti e di un porto dove i basti-menti potessero osservare il pe-riodo di quarantena. Per un quar-to di secolo non si ha più alcuna notizia in merito, ed è probabile che l’idea del Lazzaretto sia stata accantonata. La scelta per costru-ire gli edifici del Lazzaretto cadde sullo scoglio del Chiuppino. La decisione fu presa nel 1619 da-gli eletti della città; l’esecuzio-ne dei lavori tuttavia non ebbe luogo subito, ma solo a seguito della peste di Messina del 1624. Nel frattempo le vicende di Nisida continuano ad essere ingarbu-gliate per quanto concerne la pro-prietà e l’uso effettivo dell’isola.

Il penitenziario

A suggerire la trasformazione della Tor-re in uno stabilimento per detenzione e pena furono soprattutto due elementi.

Da un lato l’ubicazione sicura, sulla cima di un’isola con pareti rocciose a strapiombo sul mare, in un posto difficilmente accessibile ma ad un tempo vicino alla città. La decisione ma-tura forse intorno agli anni venti dell’ ‘800 ed i lavori iniziarono subito dopo : infatti in un ri-lievo di Benedetto Marzolla, eseguito nel 1825, in corrispondenza della Torre è scritto “Prigio-ni”. Non si sa con precisione quando le ope-re furono portate a termine, ma sicuramente ciò avvenne in tempi brevi. Con la costruzio-ne dello stabilimento penale la popolazione dell’isola, che nel frattempo appartiene ancora al Distretto di Pozzuoli, passa da poche decine di unità a circa 1.000 abitanti, quasi tutti co-stituiti da detenuti da detenuti e personale del penitenziario. Il carcere, dopo l’Unità d’Italia, non ospitava più prigionieri, ma solo detenuti per reati comuni. E’ proprio in questo perio-do che nasce quella particolare attenzione per i reclusi di Nisida – quella simpatia, che dura ancora oggi verso i minori lì rinchiusi e darà luogo, di tanto in tanto e con grande slancio di partecipazione, ad iniziative di vario genere a loro favore. Nel frattempo, un piccolo nucleo abitato, sostanzialmente autonomo, è sorto a Coroglio intorno all’imbarcadero per Nisida. La traversata per Nisida si compie in circa un quarto d’ora. Ma l’isola resta irraggiungibile ed esclusa alla fruizione della città. Intanto, con il Decreto Legge del 30 ottobre 1927, Nisida, che apparteneva al Distretto di Pozzuoli, passa a far parte del Comune di Napoli.

Nisida non più isola

Per l’isoletta comincia una nuova storia e la sua immagine, da Posillipo e dal lun-gomare di Bagnoli, verrà stravolta. Non

solo i fabbricati del carcere, sostituendosi alla plurimillenaria selva, diventano il nuovo coro-namento di Nisida; ma in questa stessa oc-casione verrà realizzato anche il collegamento tra il Chiuppino e la spiaggia di Coroglio. Con una massiccia gettata di blocchi di cemento ed una scogliera - lunga poco più di 200 metri: quanti ormai separavano lo scoglio del Lazza-retto dalla spiaggia di Coroglio – sulla quale, il 25 giugno 1935, iniziò la costruzione della strada, che innestava nell’ultima curva della discesa di Coroglio. I lavori terminarono agli inizi del 1936 e Nisida cessò di essere un’isola. Ci si pentì quasi subito. Nisida continuerà ad essere soprattutto un Penitenziario. Il carce-re minorile, infatti, viene trasformato prima in “Casa di Rieducazione per Minorenni” (1948) e poi in “ Istituto di Rieducazione Maschile per osservazione e trattamento “ (1971) : ma la sostanza non cambia. Nisida continuerà anche ad ospitare organizzazioni di tipo militare. Nel 1926 nell’area del porto l’Aeronautica Milita-re installò un Idroscalo : primo passo verso la localizzazione , venti anni dopo, della Acca-demia Aeronautica, la quale vi resterà fino al 1961, quando si trasferirà nella sede di Poz-zuoli. La Nato, per il “ Comando della flotta del Basso-Tirreno” ed altri servizi; La Guardia di Finanza – sicchè resterà sottratta a qualunque tipo di fruizione da parte della città. Dopo se-coli di segregazione, usi privatistici ed esclusi-vi, Nisida deve diventare patrimonio della col-lettività che, nel rispetto e nella salvaguardia ambientale, deve poterne finalmente fruire.

Nisida: storia di un mito dei Campi FlegreiNisida, la più piccola e la più vicina alla città, ad un tiro di voce dal Capo Posillipo, è oggi anche la meno nota delle isole del golfo di Napoli. Un tempo, però, non era così. Fino alla fine dell’Ottocento al centro di importanti avvenimenti e sede di

insediamenti strategici, è stata anche – ben prima di Capri, Ischia e Procida, e forse proprio per la sua vicinanza alla città – oggetto di grande attenzione sia da parte dei napoletani che dei forestieri. Anticamente ritenuta parte di Posillipo, Nisida è in realtà quel che resta del cono di un vulcano indipendente del ciclo eruttivo antico dei Campi Flegrei, ricoperto per circa sei metri da prodotti dei successivi periodi di attività flegrea. Deve la sua forma alla violenta azione del mare che ha abbattuto

gran parte del cono e, penetrando nel cratere, ha formato, a Sud-Ovest verso il mare aperto, la piccola e suggestiva insenatura di Porto Paone. Allo stesso vulcano, di cui resta solo circa un sesto della mole originaria, appartengono le guglie di Ponente e di Levante, che il mare ha staccato dall’isola. L’ex isolotto di Chiuppino – oggi parte integrante del collegamento tra Nisida e la terraferma, realizzato negli anni Trenta del secolo scorso – appartiene invece al cratere del vicino vulcano di Coroglio.

BibliografiaNisida: storia di un mito dei Campi Flegrei di Cardone Vito. Electa, Napoli 1992.

N°1: Frontespizio del libro Nisida: storia di un mito dei Campi Flegrei di Cardone Vito Napoli,1992.N°2: Cartolina di Nisida e l’isolotto di Chiuppino, edizione 1907.N°3: Cartolina di Nisida dal Parco della Rimembranza, edizione 1938.

Le cartoline fanno parte della Collezione di Gennaro Chiocca.

N°4: Cartolina di Capo Posillipo e vista di Nisida, edizione 1935 Nisida era ancora un’isola. N°5: Cartolina di Nisida, edizione 1945.N°6: Cartolina di Nisida ( Porto Paone ), edizione 1983.

Di Gennaro Chiocca

Fotografie

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Nisida: storia di un mito dei Campi FlegreiNisida, la più piccola e la più vicina alla città, ad un tiro di voce dal Capo Posillipo, è oggi anche la meno nota delle isole del golfo di Napoli. Un tempo, però, non era così. Fino alla fine dell’Ottocento al centro di importanti avvenimenti e sede di

insediamenti strategici, è stata anche – ben prima di Capri, Ischia e Procida, e forse proprio per la sua vicinanza alla città – oggetto di grande attenzione sia da parte dei napoletani che dei forestieri. Anticamente ritenuta parte di Posillipo, Nisida è in realtà quel che resta del cono di un vulcano indipendente del ciclo eruttivo antico dei Campi Flegrei, ricoperto per circa sei metri da prodotti dei successivi periodi di attività flegrea. Deve la sua forma alla violenta azione del mare che ha abbattuto

gran parte del cono e, penetrando nel cratere, ha formato, a Sud-Ovest verso il mare aperto, la piccola e suggestiva insenatura di Porto Paone. Allo stesso vulcano, di cui resta solo circa un sesto della mole originaria, appartengono le guglie di Ponente e di Levante, che il mare ha staccato dall’isola. L’ex isolotto di Chiuppino – oggi parte integrante del collegamento tra Nisida e la terraferma, realizzato negli anni Trenta del secolo scorso – appartiene invece al cratere del vicino vulcano di Coroglio.

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Sacro Cuore ai Gerolomini 6

Di Vincenzo Aulitto

Sabato 5 aprile, in occasione del de-cennale del nostro giornale, il Sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia ha accol-

to l’invito della nostra comunità parrocchiale per un incontro sui temi “sensibili” del rio-ne di Via Napoli, ma anche di tutta la città.Prima d’entrare nel merito degli argomen-ti trattati, vale la pena soffermarsi sul me-todo scelto per la realizzazione di questo incontro: il dialogo diretto tra la politica e i cittadini, un dialogo pacato, civile, per que-sto capace di entrare nei dettagli, aven-

do chiara la visione strategica. Pertanto, la comunità ringrazia il Sindaco per que-sta esperienza ed esprime il desiderio che un tale incontro possa rinnovarsi nel futuro.In questo contesto, la memoria più vol-te è andata alla cara anima di Anna Gua-rino, che è tornata al Padre solo il 31 mar-zo; Anna ha fortemente promosso nella nostra comunità la tensione all’impegno civile. Siamo partiti da quello che è già stato fatto sulle priorità segnalate dalla comunità qual-che anno fa: la crisi dei rifiuti, il ripristino della Scuola Sabino Vitagliano, il rifacimen-to del lungomare, i problemi di viabilità.La raccolta differenziata nel giro di poco più di un anno è passata da circa il 30% al 70%. E’ un fatto assai notevole che sta cambiando in meglio il volto della città, su un argomento che solo qualche mese fa ci aveva profonda-mente umiliato. Esso è il frutto di un proget-to pensato da molto, che per questo, appena possibile, si è potuto realizzare in tempi brevi.Anche la vicenda della Scuola Savino Vita-gliano, dopo anni di attesa, è ormai pros-sima a una conclusione positiva: la data più probabile della consegna dei lavori do-vrebbe collocarsi nel prossimo autunno.In merito ai lavori per la risistemazione dell’area tra il lungomare e il Rione Terra, le opere che erano già partite hanno subito una fermata temporanea, per problemi indipen-denti dalla volontà del Comune. Il Sindaco sti-ma che esse possano essere riprese entro due

mesi. E’ stato affrontato anche il tema dell’ab-battimento del rudere di Vincenzo ammare. Anche per questo, l’iter è stato già ampia-mente impostato; per la realizzazione pratica l’orizzonte temporale è poco più di un anno.Dal dialogo con i cittadini, è emerso che oggi il problema più sentito, specie dagli anziani, è la mancanza di un trasporto pubblico ade-guato alle esigenze. Il Sindaco ha preso atto di questo forte bisogno, impegnandosi per un servizio di navette che colleghi Via Napo-li allo stazionamento centrale dei pullman. Il discorso delle navette ha portato diretta-mente alla problematica dei parcheggi e alla viabilità del nostro rione. Penso che qui la visione strategica del Sindaco sia sintetizza-

bile in questo modo: gli ospiti del rione do-vranno essere indirizzati presso il parcheggio multipiano (oggi sottoutilizzato) e un altro di 100-150 posti che si renderà disponibile tra pochi mesi nella parte bassa della Cava Regia.L’accesso al Corso Umberto I, la strada pro-spiciente il marciapiede, avverrà tramite var-chi utilizzabili essenzialmente dai residenti. I parcheggi in quella zona saranno (per quanto consentito dalla legge) di tipo “blu” e opziona-bili dai residenti in merito alla prima macchina, per una cifra annuale decisamente contenuta.Spostandoci sul lungomare, sono stati af-frontati il tema del commercio abusivo e della piantagione di nuovi alberi. Quello del com-mercio abusivo e insieme del parcheggio abusivo è un’unica questione che va vista nella prospettiva della legalità e dell’impe-gno civile. Il Sindaco ha rivendicato un deci-so miglioramento rispetto a qualche mese fa, nello stesso tempo ha ribadito che per vin-cere questa battaglia di civiltà c’è bisogno del contributo di tutti, ad esempio non con-cedendo nulla a chi opera nell’abusivismo.Si è affrontato anche il tema della spiaggia del rione. Il Sindaco opererà attraverso un ban-do di concorso, per affidare i lotti in cui essa sarà suddivisa ai privati, che dovranno rispet-tare degli standard di qualità, in conformità a quanto già realizzato poco prima del Dazio.L’accesso alla zona interna di Via Napo-li (quella dietro la ferrovia della Cumana) da parte dei mezzi di soccorso come le ambu-

lanze e i vigili del fuoco è stato un altro tema affrontato. Il Sindaco ha accennato che, in merito alla dismissione della strada ferra-ta della Cumana, il vincolo principale è sta-to fin qui l’inagibilità della Stazione pres-so il Vallone Mandria. Su quest’argomento qualcosa si sta muovendo, ma la comples-sità del tema è dovuta alla necessaria siner-gia di vari enti, tra cui la Regione Campania.Un’altra priorità molto sentita dalla comuni-tà è la mancanza di un presidio mobile me-dico-sanitario nel rione, data la difficoltà a raggiungere l’ospedale per il traffico intenso, soprattutto in certi giorni del periodo estivo. A tal proposito il Sindaco si è impegnato affin-ché, nei momenti critici dell’anno, tale presi-

dio sarà realizzato alla fine di Via Matteotti.L’incontro si è concluso con una domanda sull’apertura del Duomo sul Rione Terra. Il Sindaco ci ha confermato che l’inaugurazione ci sarà nei prossimi 11/12 maggio, a 50 anni dall’incendio che lo distrusse completamente, per poi essere aperto al culto il sabato e la domenica.Siamo tutti consapevoli di trovarci innanzi a un passaggio decisivo per le sorti della nostra città. Gli investimenti resi possibili dal pro-getto PIU Europa sono già entrati nella fase operativa. Tra pochi mesi, il rinnovo del cen-tro storico sarà sotto gli occhi di tutti. I com-portamenti della città dovranno essere ade-guati alla nuova situazione. Si è citato il caso concreto di comprendere il valore intrinseco della pedonalizzazione del centro storico.Quello che resta nel cuore, tuttavia, è l’ap-puntamento con cui il Sindaco ci ha lasciati in merito alla fruibilità di gran parte del Ri-one Terra entro il 2016. “Ora o mai più” ha detto Vincenzo Figliolia, ed è proprio così.Le premesse ci sono per volgere nuovamente lo sguardo al Rione Terra. E’ quello il cuore della nostra amata Pozzuoli. Quello potrà es-sere il volano decisivo per ricollocare la nostra città tra i grandi luoghi dell’anima e della cul-tura europea.

L’incontro della comunità del Sacro Cuore con il Sindaco Figliolia

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Sacro Cuore ai Gerolomini 7

Di Martina Brusco

Ancora una volta la domenica del-le Palme, come ogni anno, vuol dire Via crucis dei giovani. Questa volta

la via della Croce sarà illuminata dal mes-saggio che Papa Francesco ci ha dona-to per la Giornata Mondiale della Gioventù.La Via Crucis dei Giovani, organizzata dall’uf-ficio per la Pastorale Giovanile e presieduta dal nostro Vescovo Mons. Gennaro Pacarel-la, ha percorso le strade del Monte di ProcidaSeguire insieme la Sua croce per incon-trare Gesù, per ascoltarLo, per vede-re il Suo volto pieno di amore e tenerez-za…è questo il significato della Via Crucis.Un percorso durante il quale riflettere e sof-fermarsi sul Suo sacrificio, un sacrificio che solo un amore senza confini né limiti avreb-be potuto compiere. Un cammino non scan-dito da passi grigi, scialbi, automatici, fatto non di ascolto passivo, bensì emotivo. Per-cepire la Sua presenza e il Suo amore, ani-mati dal sentimento, dalla voglia di correrGli

incontro con l’entusiasmo e la spontaneità dei bambini che corrono incontro al papà.“Beati i poveri…”. E’ questo il tema dell’incon-tro, alla luce del cammino triennale proposto da Papa Francesco e dedicato proprio al tema delle Beatitudini. «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3) - tema di quest’anno - «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8) - per il 2015 - «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7), tema del 2016 e del-la GMG che si terrà in quell’anno a Cracovia.In un tempo di crisi economica appare più che mai inusuale parlare di Beatutidini proponen-do la povertà. Come si può accostare la feli-cità alla povertà? E cosa intende Gesù Cristo per ‘poveri di spirito’? I valori del Cristiane-simo sono fortemente rivoluzionari, inusuali, utopici: essi sono fortemente in antitesi con quelli che dilagano oggigiorno. In un con-testo sempre più dominato dall’arroganza del potere, dalla corruzione, dalla brama di successo, di gloria, di denaro, dalla ricer-ca dell’interesse personale che muove più di ogni altra cosa i fili delle vicende pubbliche come di quelle private, parlare di amore, ca-

rità, fratellanza, umiltà suona assurdo, qua-si ridicolo. Essere ‘poveri di spirito’ significa, quindi, spogliarsi della gloria, della superbia, dell’arroganza, della presunzione, scostan-dosi coraggiosamente dalla massa omologa-ta e impantanata nella sua povertà di valori.E grazie alla ‘povertà di spirito’ si scopre quell’umiltà che ci permette di essere felici, pur avendo poco o nulla, di non riempirci sola-mente la bocca di chiacchiere sui poveri, ma di incontrarli, di guardarli negli occhi, di toccarli, di essergli davvero di aiuto, sia dal punto di vista spirituale che materiale…Per poi scoprire che, forse, sono ancor di più loro ad aiutarci.L’incontro con il povero è un’occasione per ‘incontrare Cristo stesso’. Chi meglio di un povero può farci riscoprire la bellezza delle cose semplici che, spesso, presi dalla quotidiana corsa affannosa alla ricerca dell’effimero e del superfluo, dimentichia-mo? Chi meglio di un povero può aiutarci ad uscire dal quasi maniacale disegno tracciato dall’avida mano del sistema? Lasciamoci, in-vece, guidare dalla protettiva mano di Dio e allunghiamo la nostra verso il prossimo!

la Via Crucis dei Giovani“Beati i Poveri…”

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Agenda attività

Orario Sante MesseFeriali ore 18:00 (ore 18:30, ora legale)

Festivi ore 10:00 e 11:30

Catechesi di Prima ComunioneI anno mercoledì dalle 17:00 - 18:30II anno venerdì dalle 17:00 - 18:30III anno martedì dalle 17:00 - 18:30

Corso di CresimaGiovedì dalle 19:00 - 20:00

Incontri Pre-BattesimaliGli incontri si terranno negli ultimi tre sabato che

precedono la celebrazione del sacramentoi Battesimi si celebreranno ogni ultima

domenica del mese alle 12:30.

Collegio dei MinistrantiSecondo e quarto sabato del mese alle ore 19:00

Oratorio dopo ComunioneSabato alle 17:30

Formazione Nuovi MinistrantiSabato alle ore18:00

Gruppo GiovaniGiovedì ore 19:45

Adorazione Dei GiovaniGiovedì ore 21:15

Gruppo LettoriOgni primo venerdì del mese ore 19:00

Gruppo catechistiIl secondo venerdì del mese ore 18:30

Caritas Parrocchiale0gni primo martedì del mese alle ore 18:30

Cori ParrocchialiAnimazione Liturgica Messa dei bambini ore 10:00

Prove canti il sabato alle 16:30Animazione Liturgica S. Messa ore 11:30Prove coro giovani mercoledì alle 19:00

Laboratorio della Fede

Tipografia.Contatti.

ParrocchiaVia Giuseppe Chiaro, 6 80078 Pozzuoli (NA)Tel: 081 5247006

Parroco Tel: 081 19369773

Mobile: 3333363888Mail: [email protected]

Redazione.

Direttore ResponsabileDon Mario Russo

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Anna Grossi

Realizzazione GraficaStefano D’Oriano

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16 maggio “Coraggio, sono io”