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1 Sociologia della Scienza Andrea Pozzali Università degli Studi di Milano-Bicocca

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Sociologia della Scienza

Andrea PozzaliUniversità degli Studi di Milano-Bicocca

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Le origini della scienza e dell’attività scientifica moderne risalgono alla rivoluzione scientifica, a cavallo tra XVI e XVIIsecolo.

La scienza si emancipa dalla filosofia e dalla teologia e diventa una componente fondamentale all’interno delle societàoccidentali.

L’evoluzione della scienza non è fatta solo di avanzamenti conoscitivi e culturali, ma (soprattutto ai nostri giorni), anche di sviluppi organizzativi ed istituzionali.

La scienza si sviluppa ed amplia la sua sfera di azione nella società non solo grazie alle nuove scoperte scientifiche, ma anche grazie a nuovi modi di strutturare e organizzare le attività di ricerca.

Per questo l’analisi dell’evoluzione della scienza richiede un approccio insieme cognitivo-intellettuale e sociale-

istituzionale

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Diversi approcci interpretativi alla dimensione della scienza:

•La filosofia della scienza ha cercato sostanzialmente di identificare i criteri che distinguono la conoscenza scientifica da tutte le altre tipologie di conoscenza (discussione sul metodo della scienza, sui criteri razionali universalmente validi in grado di demarcare scienza e pseudoscienza)

•La storia della scienza ha prodotto una rappresentazione più realistica della prassi quotidiana degli scienziati, contribuendo a mettere in discussione l’impostazione razionalistica della filosofia della scienza e mettendo in luce i fattori interni ed esterni che possono influire sullo sviluppo della scienza

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•La sociologia della scienza ha conosciuto delle fasi di sviluppo molto differenti, che rendono anche difficile dare delle definizioni univoche.

•In linea molto generale, due sono le dimensioni principali di analisi:

•la dimensione sociale interna (il sistema della ricerca scientifica considerato come una piccola societàa se stante, con le proprie leggi di organizzazione e funzionamento)

•La dimensione sociale esterna (il rapporto tra la scienza e la società)

La sociologia della scienza è cambiata di pari passo con il cambiamento nella percezione sociale della scienza e nell’impatto che la scienza ha sulla società e sulla vita

quotidiana

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Si è passati dalla little science alla big science, da Newton nel suo laboratorio a centri come il CERN, che riunisce più di 300 fisici, oltre 3000 tecnici, ingegneri e personale amministrativo e ha un budget (nel 2000) superiore ai 1000 miliardi di lire

Particolare di un acceleratore di particelle al CERN

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Possiamo dividere lo sviluppo della scienza in tre fasi:

•Fase della scienza amatoriale (XVII-XVIII secolo); èla fase pre-professionale della ricerca scientifica

•Fase della scienza accademica (XIX-XX secolo); è la fase in cui la ricerca scientifica si insedia all’interno delle Università

•Fase della scienza professionale (XX secolo-oggi); l’attività di ricerca scientifica si afferma come una professione forte, dotata di piena autonomia

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Nella fase della scienza amatoriale, i membri della comunità scientifica sono i “filosofi naturali” o “sperimentali”.

Sono individui finanziariamente indipendenti, il cui status non dipende dall’attività di ricerca scientifica.

Hanno competenze limitate, che non richiedono un preciso percorso di formazione specifica, (che del resto all’epoca non esiste nemmeno).

I “filosofi naturali” sono per lo più autodidatti, potremmo definirli dei “geniali dilettanti”.

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Royal Society (28 novembre 1660). Sorta di club scientifico privato, formalmente riconosciuto dalla corona, ma finanziato dai soci. Tra i membri vi furono Robert Boyle, RobertHooke e Isaac Newton, che ne divenne presidente dal 1703 fino alla sua morte, nel 1727.

In questa fase nascono le prime accademie e societàscientifiche (Royal Society, Accademia del Cimento, ecc.) che sono il primo luogo nel quale le attività scientifiche possono essere promosse, controllate, comunicate e disseminate

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Le accademie scientifiche hanno un ruolo fondamentale nella pubblicazione delle ricerche scientifiche.

Nascono le prime riviste scientifiche specializzate, come le Philosophical Transactions della Royal Society.

Si istituzionalizza anche la pratica della peer review: gli articoli scientifici possono essere pubblicati sul giornale della società solo dopo essere stati “reviewed” da alcuni membri del comitato direttivo della Royal Society.

Con il meccanismo del “controllo dei pari”, la comunitàscientifica si dà le prime forme di autogoverno.

La peer review è ancora oggi il principale strumento che gli scienziati usano per “valutare la correttezza delle procedure, stabilire la plausibilità dei risultati, allocare le risorse (spazio sui giornali, fondi di ricerca, riconoscimenti, onorificenze, premi)”

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Nella fase della scienza accademica la scienza si insedia stabilmente nelle Università. Cosa significa?

In fondo anche Newton e Galileo Galilei (e molti altri scienziati della fase “amatoriale”) erano professori universitari.

Sia nel caso di Newton che in quello di Galilei l’attività di scienziato non coincide con quella di professore universitario, è una sorta di attività “parallela”, che può addirittura generare contrasti con l’ambiente accademico.

Newton e Galileo (e altri come loro) possono anche essere professori universitari, ma le loro attività di scienziati prendono luogo fuori dalle Università e a volte anche in contrasto con esse

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Nel periodo della “scienza amatoriale” le Università erano ancora luoghi di trasmissione e rielaborazione del sapere, non certo centri di ricerca e innovazione.

Es: Galileo insegnava matematica, non cosmologia o meccanica (che non erano previste come materie di insegnamento).

Per consentire alla ricerca di entrare nelle Università, occorre attendere quella che molti chiamano come “la prima rivoluzione accademica”.

In buona parte, questi mutamenti avvengono nelle Università prussiane nel XIX secolo, in parte anche a seguito della “riforma humboldtiana”.

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La ricerca scientifica viene collegata ad una struttura di impiego stabile: lo scienziato viene remunerato per le sue attività di ricerca.

Emergono forme organizzative per strutturare in modo piùstabile le attività di ricerca: seminari, laboratori, istituti.

Le discipline scientifiche cominciano e differenziarsi e a specializzarsi.

L’addestramento alla ricerca diventa più standardizzato e formalizzato.

L’élite accademica (gli Ordinarien) assume il controllo delle principali risorse della produzione scientifica:

•La formazione dei nuovi scienziati

•I mezzi di produzione della ricerca

•I modi di comunicazione e diffusione della conoscenza

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Il settore trainante fu quello della chimica, soprattutto per laproduzione di coloranti sintetici.

La chimica in questa fase è anche un settore trainante per la ricerca industriale, che intensifica i contatti con la ricerca universitaria.

Scoperta scientifica fondamentale: identificazione della struttura della molecola del benzene da parte del chimico tedesco August von Kekulé nel 1865.

Questa scoperta apre la strada a una moltiplicazione delle applicazioni

Questo però rendeva necessario poter disporre anche di capitale umano qualificato in grado di tradurre questa scoperta in pratica: è in questa fase che il ruolo delle Università diventa trainante.

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Kekulè affermò di aver avuto la visione della struttura chimica del benzene in sogno, vedendo gli atomi di carbonio che si inseguivano come un serpente che si morde la coda

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Raffronto Germania – UK:

•Le università inglesi ricevettero meno fondi pubblici per la ricerca, diedero meno peso alla formazione tecnica specializzata ed ebbero meno legami con l’industria chimica;

•Il finanziamento pubblico passò in UK da 26.000 sterline nel 1899 a 123.000 nel 1911. A paragone, in Germania si passò da 476.000 a 700.000

•Tra 1900 e 1913 il numero di studenti crebbe del 20% in UK, del 60% in Germania.

•Tra 1893 e 1911 le principali Università negli UK passarono da 6.400 a 9.000 studenti, ma solo 1000 erano ingegneri e 1.700 erano in facoltà scientifiche; in Germania, nel solo 1911 le università tecniche tedesche avevano 11.000 studenti tra ingegneria e facoltà scientifiche.

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Dietro al forte impegno dello Stato Prussiano c’era anche una intensa attività di lobbying industriale:

•Il “Club dei Chimici Tedeschi” spingeva in favore di un allargamento delle Facoltà di Chimica per venire incontro ai bisogni industriali del Paese;

•Werner von Siemens donò i terreni su cui costituire l’Istituto Imperiale di Fisica e Tecnologia (vicino alla sede della sua azienda a Berlino e all’Università locale), aperto nel 1887 con finanziamento pubblico

•Le aziende chimiche tedesche (tra cui per es. la Bayer) rafforzano i loro rapporti con le Università: distaccano personale di ricerca nei centri Universitari, stipulano contratti di ricerca con scienziati di punta, finanziano le ricerche dei giovani ricercatori.

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Un indicatore (anche se approssimativo) della forza della ricerca chimica in Germania prima del 1945 può essere dato dall’analisi della distribuzione dei Premi Nobel per la chimica:

•Fino al 1939, la metà dei Premi Nobel per la chimica erano andati alla Germania (15 su 30), tre agli USA e sei ciascuno a Francia e Gran Bretagna

•Tra 1940 e 1994, gli scienziati americani si sono aggiudicati 36 dei 65 Nobel per la chimica, contro gli 11 della Germania, i 17 della Gran Bretagna e l’uno della Francia (e dell’Italia, nel 1963 con Giulio Natta)

Il punto di svolta è il 1945: dopo la Seconda Guerra Mondiale la leadership del sistema della ricerca Universitaria cambia e si sviluppano anche nuovi settori tecnologici trainanti

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Nel ‘900, il sistema universitario che diventa leader indiscusso della ricerca è quello americano.

Il sistema è molto più pluralistico e aperto rispetto a quello tedesco (e in generale all’Università europea):

•Le Università sono sia pubbliche che private;

•Le fonti di finanziamento sono variegate: agenzie federali e statali, ma anche istituzioni non-governative, fondazioni, società di ex-alunni, ecc.

Nelle Università di élite si crea il Dottorato di Ricerca, un curriculum di studio destinato in maniera specifica alla formazione dei ricercatori professionali e delle nuove leve di professori universitari.

I Ph.D hanno un valore di mercato non solo per le Università, ma anche per le imprese.

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L’unità organizzativa di base delle Università americane diventa il Dipartimento, che riunisce tutti i professori di una stessa area disciplinare.

Le Università americane sono inoltre fin da subito molto attente e sensibili nei confronti delle “esigenze” e delle “domande” che nascono al di fuori del sistema accademico.

Anche le Università più prestigiose non esitano ad offrire funzioni di servizio alla comunità e all’economia locale, (ad es. corsi di formazione orientati su specifiche esigenze professionali, ecc.).

L’ideale della “ricerca pura” lascia pian piano il posto ad una visione più complessa, nella quale esiste la possibilità che forme diverse di ricerca (alcune “pure”, altre più“applicate”) coesistano tra loro.

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Nella fase della scienza professionale le attività di ricerca si configurano come una vera e propria professione.

La ricerca non è più patrimonio esclusivo dell’accademia.

Si affermano altri luoghi per lo sviluppo della ricerca:

•Il sistema della ricerca industriale

•I grandi laboratori nazionali e gli organismi di ricerca pubblica

Anche le modalità di organizzazione della ricerca universitaria cominciano a mutare di conseguenza.

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Il sistema della ricerca attuale comprende, oltre a Università e imprese, anche i grandi centri pubblici di ricerca.

Sono grandi strutture specializzate che conducono attivitàdi ricerca in aree considerate di interesse prioritario per lo Stato.

Alcuni esempi:

•In Italia, il CNR e l’ENEA (circa il 15% della ricerca del Paese);

•In Germania, la Max Planck Gesellschaft

•In USA, la NASA e gli NIH

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Il sistema della ricerca non solo vede aumentare il numero di attori e strutture.

Si sviluppano anche “forme organizzative ibride” che rendono sempre più difficile distinguere nettamente tra “ricerca pura” e “ricerca applicata”, tra “scienza accademica” e “scienza industriale”.

Le Università cominciano ad assumere un ruolo di strumento di sviluppo economico locale. La conoscenza scientifica diventa qualcosa che non viene più solo prodotto, ma anche venduto e commercializzato.

Alcuni parlano di “seconda rivoluzione accademica”:

•Con la “prima rivoluzione” all’attività di trasmissione ed elaborazione del sapere si affianca la ricerca

•Con questa “seconda rivoluzione”, la ricerca viene valorizzata sul mercato

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Esempio di “Entrepreneurial University”: MIT.

Il Technology Licensing Office del MIT ha avuto nel solo 2005 i seguenti risultati:

512 nuove invenzioni;

312 richieste di brevetti;

133 brevetti;

74 accordi di sfruttamento di licenze;

20 nuove imprese;

46 milioni di $ di entrate lorde;

10.3 milioni di $ per i brevetti

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Si sviluppano anche strutture come i Parchi Scientifici, (es. AREA Science Park a Trieste) grandi complessi plurifunzionali che ospitano al loro interno:

•Laboratori di ricerca privati

•Centri di ricerca pubblici

•Strutture Universitarie

•Strutture di gestione (es. uffici brevetti, uffici per il trasferimento tecnologico, incubatori di imprese)