TUMORI E LAVORO BENZENE · FUMO DI SIGARETTE-nel fumo “mainstream” di una singola sigaretta è...
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XIII GIORNATE LIGURI DI MEDICINA DEL LAVORO
TUMORI E LAVORO
BENZENE
Genova, 03 maggio 2017
Piero Lovreglio
Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Sezione di Medicina delLavoro “E.C. Vigliani”, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
- industria della gomma- industria calzaturiera- industria tipografica
Esposizione ad alte concentrazioni di benzene, con insorgenza nei lavoratoridi effetti mielotossici e leucemia mieloide acuta.
NEL PASSATO: largamente utilizzatocome solvente industriale
ATTUALMENTE, nei Paesi occidentali:numerosi provvedimenti e misure tecniche ed organizzative per ridurrel’esposizione occupazionale a concentrazioni sempre più basse, generalmentemolto inferiori ai valori limite di legge e di consenso.
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
VALORI LIMITE DI LEGGE E DI CONSENSO
3250 µg/m3
1600 µg/m3
1900 µg/m3 : rischio tollerabile*
200 μg/m3: rischio accettabile** (20 μg/m3 dal 2018)
Valore limite (TLV-TWA) D Lgs. 81/08 e s.m.i.
(Allegato XLIII)
TLV-TWA ACGIH
Valori proposti dall’AGS Committee in Germania
*Rischio tollerabileConcentrazione di una sostanza che determina unrischio di 4:1000 (4 casi aggiuntivi di tumore ogni1000 esposti) per esposizioni 8 ore/die per 40 anni divita lavorativa. Il rischio, stimato sulla base di datisull'uomo e/o sull'animale da esperimento, corrispondeal rischio di tumore polmonare di un soggetto nonfumatore, non esposto a sostanze pericolosenell'ambiente di lavoro. I lavoratori non dovrebberoessere esposti per nulla a concentrazioni superiori alvalore di rischio tollerabileRischio Tollerabile = Soglia di pericolo
**Rischio accettabileConcentrazione di una sostanza che determina unrischio pari a 4:10000 (4 casi aggiuntivi di tumoreogni 10000 esposti) fino al 2013 (periodo ditransizione necessario poichè in molti casiun'ulteriore riduzione non appariva possibile); dal2018 sarà ridotto a 4:100000. Corrisponde al rischiogenerico di insorgenza di neoplasia per esposizioni aldi fuori dell'ambiente di lavoro (“rischio ambientaleresiduo generico ”).Rischio Accettabile = Soglia di attenzione(‘preoccupazione’)
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
VALORI LIMITE DI LEGGE E DI CONSENSO
3250 µg/m3
325 µg/m3
6000 µg/m3
US OSHA (PEL)
US NIOSH (REL)
Ministry of Health - China
Valore limite occupazionale
olandese
700 µg/m3
Lavoratori (N.)
Livelli di benzene (µg/m3)Mediana Range
Nazione Autori
Industriaproduzione(upstream)
12 136.5* <3.2-2236.0 Norvegia Bratveit et al. 2007
Industriapetrolchimica(downstream)
1453371792833158
9.7 <3.2-91027.8 1.7-593.5190.0 60.0-2310.093.0* 0.22-81034.0 2.0-895.025.0 6.0-929.0
1495.0 39.0-77675.0
ItaliaItaliaPoloniaItaliaItaliaItalia
Bulgaria
Carrieri et al. 2010Fracasso et al. 2010Fustinoni et al. 2011Basso et al. 2011Carrieri et al. 2012Fustinoni et al. 2012Seow et al. 2012
Livelli di esposizione occupazionale a benzene nell’industria petrolchimica inEuropa negli ultimi 10 anni.
*Valori medi.
ADDETTI INDUSTRIA PETROLCHIMCA
Interventi tecnici ed organizzativi: tecnologie a ciclo chiuso e controllo a distanzadegli impianti con esposizioni generalmente occasionali e di breve durata.
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
Lavoratori (N.)
Livelli di benzene (µg/m3)
Mediana Range
Nazione Autori
Autisti trasportocarburanti 18 246.6 7.4-1017.1 Italia (Bari) Lovreglio et al. 2010
Benzinai 33282310289
37.0 11.0-187.040.0 8.0-260.020.9 4.5-66.338.3 12.1-107.559.0 5.0-284.0*
Italia (Padova)Italia (Padova)Italia (Bari)Italia (Parma)Italia (Milano)
Carrieri et al. 2006Fracasso et al. 2010Lovreglio et al. 2010De Palma et al. 2012Campo et al. 2016
Livelli di esposizione occupazionale a benzene nelle attività di distribuzione deicarburanti in Europa negli ultimi 10 anni.
ADDETTI DISTRIBUZIONE CARBURANTI
- Riduzione contenuto di benzene nella benzina a concentrazioni <1% della quota totale in volume(Legge 413/97, Direttiva 70/98); considerando le variazioni stagionali, la composizione media dellabenzina venduta in Italia è 30.7% aromatici, 5% eteri e 0.8% benzene (Hill et al., 2008);- adozione di sistemi a ciclo chiuso per il carico/scarico dei carburanti dalle autocisterne;- presenza obbligatoria di sistemi di recupero dei vapori sulle pompe di benzina con riduzione delleemissioni di benzene fino al 75% (Duarte-Davidson et al. 2001);- diffusione modalità self-service per la vendita dei carburanti.
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
*5°-95° percentile
Lavoratori
(N.)
Livelli di benzene
(µg/m3)
Mediana Range
Nazione Autori
- Pompe di benzina
- Navi petroliere
21
13
24.2 4.6-514.9
747.5* 45.5-1998.8
Italia (Padova)
Norvegia
Fracasso et al. 2010
Kirkeleit et al. 2006
MANUTENTORI
*Valori medi.
Rischio di esposizione per i lavoratori che effettuano manutenzione su impianti o siti dideposito contenenti carburanti (livelli molto variabili in relazione alla tipologia diattività svolta)
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
- Benzene come materia prima per la produzione tra l'altro di etilbenzene, cumene ecicloesano, può essere presente anche come prodotto intermedio; dati recenti suilivelli di esposizione per questi lavoratori non disponibili.- Utilizzo nei laboratori attualmente molto limitato (principalmente in alcune attivitàdi ricerca).
ADDETTI INDUSTRIA CHIMICA DI SINTESI
Benzene come sottoprodotto della combustione incompleta, sopratutto di combustibilifossili (carbone, ma anche legno).
Lavoratori (N.) Livelli di benzene (µg/m3)
Mediana Range
Nazione Autori
Lavoratoricokerie
10Circa 250
67 sottoprodotti26 add. bariletti
666.3 227.5-910.0- 10.0-2710.0
13.7 3.9-85.328.0 10.5-105.5
Gran BretagnaPoloniaItalia (Taranto)Italia (Taranto)
Coleman et al. 2006Bienik e Lusiak 2012Lovreglio et al. (nonpubblicati) 2016
ADDETTI COKERIE
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
He et al. 2015
Esposizione possibile durante le operazioni di manutenzione su motori a benzina,serbatoi, ecc.; dati recenti sui livelli di esposizione non disponibili, ma presumibilmenteridotti rispetto al passato (es. valore mediano 140 µg/m3, Javelaud et al. 1998) inseguito alla riduzione del contenuto di benzene nei carburanti. Probabilmente picchi diesposizione limitati alle fasi in cui vengono effettuati compiti che determinanocontatto con carburanti (anche superiori a 3250 µg/m3).
ADDETTI RIPARAZIONE AUTOVEICOLI
Un’esposizione a benzene è riportata occasionalmente anche in altre specifichesituazioni: per esempio lo scavo di gallerie in terreni contaminati da benzene, nei vigilidel fuoco, ecc.
ALTRE ATTIVITA’ LAVORATIVE
Lavoratori
(N.)
Livelli di benzene (µg/m3)
Mediana Range
Nazione Autori
Operatori scavi
gallerie72 - 1950.0-58500.0
Gran Bretagna
(Belfast)Jones e Mc Callum, 2006
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
Lavoratori (N.)
Livelli di benzene (µg/m3)
Mediana Range
Nazione Autori
Vigiliurbani
1261912848
18.0 2.0-76.05.9 0.3-12.89.6 5.4-22.513.5 3.4-40.7
Italia (Bologna)Italia (Parma)Italia (Milano)Italia (Roma)
Violante et al. 2006Manini et al. 2008Campo et al. 2011Ciarrocca et al. 2012
Autisti busurbani
50 7.9 2.6-110.0 Rep. Ceca (Praga) Bagryantseva et al 2010
Taxisti 37 5.9 - Italia (Parma) Manini et al. 2006
Livelli di esposizione occupazionale a benzene in lavoratori con esposizione secondariaa benzene in Europa negli ultimi 10 anni.
Lavoratori che svolgono la loro mansione in ambienti di vita con concentrazioni dibenzene relativamente alte (es. aree urbane ad alta densità di traffico)
LAVORATORI CON ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE “SECONDARIA”
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE
Il benzene è un inquinante pressoché ubiquitario degli ambienti di vita.
- fumo di sigarette attivo e passivo- emissioni scarichi autoveicolari- operazioni di rifornimento dei carburanti,- perdite serbatoi benzina- emissioni industrie ove è presente benzenenel ciclo produttivo- emissioni discariche di rifiuti pericolosi- emissioni combustione domestica del legno
FONTI NON OCCUPAZIONALI
Le emissioni dai prodotti di consumo non sembranocontribuire significativamente all’inquinamento dabenzene negli ambienti indoor europei(Dimitroulopoulou et al., 2015).
ESPOSIZIONE NEGLI AMBIENTI DI VITA
Attualmente la principale fonte di esposizione non occupazionale abenzene per i fumatori.
- Wallace (1989) ha stimato che il consumo di 32 sigarette/die comportaun intake di 1800 μg/die di benzene, pari almeno a 10 volte l’intake di unnon-fumatore;- Duarte-Davidson et al. (2001) hanno stimato un intake di 400 μg/die dibenzene per un fumatore di 20 sigarette/die.
Il fumo di sigarette può determinare un intake di benzene:- simile o più alto rispetto a quello che interessa la maggior parte deilavoratori esposti nelle nazioni occidentali;- certamente più alto rispetto a quello causato dall’esposizione ambientalea concentrazioni di benzene prossime al valore obiettivo per la qualitàdell’aria.
FUMO DI SIGARETTE
- nel fumo “mainstream” di una singola sigaretta ècontenuta una quantità di benzene di 28.0-105.9 μg
- nel fumo “sidestream” di una singola sigaretta ècontenuta una quantità di benzene di 70.7–134.3 μgcon variazioni dipendenti dalla marca
Città Tipo campionamento AnniLivelli di esposizione (µg/m3)
Media±DS Mediana RangeAutori
Milano ITA
Personal (72 h)*
Ambient Indoor lavoro(1 w)*
Ambient Outdoor lavoro (1 w)*
2003
8.5±3.0
3.0±1.5
1.9±1.4 Bruinen de Bruin et
al. (2008)
Catania ITA
Personal (72 h)*
Ambient Indoor lavoro(1 w)*
Ambient Outdoor lavoro (1 w)*
5.2±1.6
5.0±3.4
4.2±1.8
Bari ITA Ambientale Indoor (24h)* 2005
5.2±1.6
5.0±3.4
4.2±1.8
Bruno et al. (2008)
Bari ITA Personale (8 h)* 2006 4.6±2.6 4.3 <3.0-11.5 Lovreglio et al.(2010)
Firenze ITAPersonale (96h) inverno
Personale (96h) primavera2008
6.9±2.1 6.9 2.7-12.8
2.3±0.7 2.2 1.0-4.2Fondelli et al. (2008)
Napoli ITA Ambient Outdoor (24h)* 2006 9.8±4.4 4.4-17.2 Iovino et al. (2008)
* Campionamento passivo con Radiello; (…)= tempo campionamento; h= ore; d= giorno; w= settimana.
EMISSIONI DI BENZENE NEGLI SCARICHI AUTOVEICOLARI:- ridotte principalmente per riduzione del contenuto di benzene nella benzina;- attualmente concentrazioni ambientali nella maggior parte delle aree urbaneeuropee generalmente contenute entro il valore obiettivo per la qualità dell'ariaambiente di 5 µg/m3 come media annuale (Direttiva Europea 69/2000, recepita inItalia dal DM n. 60/2002, confermato dal D. Lgs 155/2010);- concentrazioni più elevate ancora possibili, in particolare in aree urbane conparticolare intensità di traffico o in associazione a variabili metereologiche chepossono determinare variazioni giornaliere o stagionali.
Per poter effettuare un monitoraggio biologico devono essere
disponibili:
(a) matrici biologiche idonee;
(b) indicatori biologici idonei, in grado di riflettere la dose interna
(o un effetto o la suscettibilità);
(c) metodiche analitiche idonee e valide su cui è possibile effettuare
controlli di qualità;
(d) valori limite e di riferimento che consentano l’interpretazione dei
risultati.
Angerer et al, Int J Hyg Environ Health, 2010
Il monitoraggio biologico rappresenta uno strumento indispensabile
per la valutazione dell’effettiva esposizione individuale e di gruppo a
benzene, complementare ma non alternativo al monitoraggio
ambientale.
- cancerogeno genotossico per il quale, considerando le attualiconoscenze scientifiche, non è possibile al momento individuare unvalore limite di soglia;- valori limite di esposizione che tendono progressivamente a ridursi(es. AGS Committee tedesca: 20 μg/m3 dal 2018, come rischioaccettabile);- inquinante ubiquitario degli ambienti di vita;- attuale esposizione occupazionale a concentrazioni basse o moltobasse, prossime ai valori presenti negli ambienti di vita
Quale indicatore biologico di dose interna deve essere utilizzato permonitorare l’esposizione occupazionale o ambientale a benzene?
➢Fenolo urinario
➢Catecolo urinario
➢Idrochinone urinario
➢Acido t,t-muconico (t,t-MA) urinario
➢Acido S-fenilmercapturico (SPMA) urinario
➢Benzene tal quale nelle urine o nel sangue
INDICATORI BIOLOGICI DI DOSE INTERNA
FENOLO URINARIO:
- Rappresenta il 70-88% del benzene eliminato nelle urine;
- t1/2 16 ore;
- poco specifico (dieta e fonti endogene come la flora microbica)
con elevati livelli di fondo nelle urine di provenienza diversa dalla
metabolizzazione del benzene ambientale;
- largamente utilizzato in passato;
- indicatore di dose interna raccomandato dall’ACGIH fino al 1997;
- attualmente ha perso completamente interesse in quanto ritenuto
poco utile per esposizioni a concentrazioni inferiori a 16250 µg/m3
(5 ppm) (Boogard and van Sittert 1995; Ong et al. 1995).
BENZENE EMATICO:
- indicatore di esposizione recente a benzene (t1/2= 30 minuti) per cui ilcampione di sangue va raccolto a fine esposizione;
- affidabile e specifico, ma non utilizzato di routine perché invasivo;
- in passato raccomandato dalla DFG tedesca;
- il sangue rappresenta la matrice standard nel programma NHANES negliUS (programma biomonitoraggio).
CATECOLO E IDROCHINONE URINARI:
- derivano dalla idrossilazione del fenolo;
- t1/2 rispettivamente 13 e 15 ore;
- poco specifici perché assunti con la dieta e prodotti del metabolismo degli
aminoacidi;
- indicatori poco utili per gli attuali livelli di esposizione.
- piccola quota della dose di benzene assorbita (0.6 – 20.0%);
- t1/2: 5.1±2.3 ore;
- diverse metodiche analitiche (HPLC-UV, GC-MS, LC-MS);
- non specifico per il benzene (acido sorbico);
- influenza del fumo di sigaretta.
RACCOMANDATO DA:
DFG (2015)
- EKA (equivalente esposizione per
sostanze cancerogene) = 2000 µg/L
per un’esposizione di 3250 µg/m3;
- urine fine turno o fine esposizione;
- nota H: pericolo per assorbimento
cutaneo.
ACIDO t,t-MUCONICO
ACGIH
- BEI = 500 µg/g creatinina;
- Urine fine turno;
- Nota B (background): indicatore
solitamente presente in quantità
significative in campioni raccolti in
soggetti non esposti occupazionalmente.
Solo circa lo 0.2% di acido sorbico ingerito viene metabolizzato a t,t-MA, ma ….
- l’assunzione di 6-30 mg/die di acido sorbico, intake medio calcolato sulla basedi una comune dieta europea, può spiegare il 10-50% dei livelli urinaribackground di t,t-MA nei non fumatori, il 5-25% nei fumatori (Rupert et al.,1997).
- Pezzagno et al. (1999) hanno stimato che solo il 25% del t,t-MA urinario puòessere attribuito alla biotrasformazione del benzene.
- Hoet at al. (2009) hanno mostrato, in lavoratori esposti prevalentemente aconcentrazioni di benzene inferiori a 325 μg/m3, come la concentrazione di acidosorbico urinario spieghi ben il 37% della variabilità del t,t-MA.
Il t,t-MA non è specifico poichéderiva anche dall’acido sorbico(sorbitolo), conservante presentein molti alimenti e in alcunicosmetici.
- Formaggi,- yogurt- margarina ed altri grassi o oli,- maionese,- dolci confezionati,- frutta secca,- preparati a base di frutta,- ecc.
Campione totale (μg/g
creatinina)
Fumatori (μg/g creatinina) Non fumatori (μg/g
creatinina)
5°- 95°
percentile
Range 5°- 95°
percentile
Range 5°- 95°
percentile
Range
15.2 - 163.1 7.4-774.4 18.0-236.9 11.8-600.4 14.4-143.1 7.4-774.4
Valori di riferimento per la popolazione italiana (dati SIVR, pubblicati da Aprea et al. 2008)
La ridotta specificità del t,t-MA può determinare la presenza diconcentrazioni superiori al BEI anche in soggetti non occupazionalmenteesposti a benzene.
Concentrazioni ambientali di benzene e di t,t-MA urinario in esposti e controlli.
AUTISTI (N 18)
Media±DS Mediana Range
BENZINAI (N 23)
Media±DS Mediana Range
CONTROLLI (N 31)
Media±DS Mediana Range
Benzene
ambientale
(μg/m3)b306.7±266.7 246.6 7.4-1017.1 23.5±17.4 20.9 4.5-66.3 4.6±2.6 4.3 3.0-11.5
Acido t,t-
muconico
(μg/g creat)a134±94 109 16-400 86±34 89 11-157 93±132 59 13-734
ap<0.05; bp<0.001Lovreglio et al, Int Arch Occup Environ Health, 2010
N Min 5° 25° 50° 75° 95° Max
t,t-MA (μg/g creat) 137 <20* <20* 28.1 52.0 89.9 188.8 734.0
Lovreglio et al., JEM 2011*valore in μg/L
Eliminazione urinaria di t,t-MA in 137 soggetti della popolazione generale.
- quota della dose assorbita pari allo 0.01-0.9%;
- specifico per il benzene, non ci sono altre fonti endogene o esogene;
- fortemente influenzato dal fumo di sigaretta;
- t1/2 medio 9-13 ore (con una seconda fase di eliminazione lenta con
t1/2 stimato di circa 45 ore);
- metodiche analitiche piuttosto complesse (ad esempio separazione con
SPE ed LC e determinazione con HPLC–ESI–MS/MS).
ACGIH:- BEI = 25 µg/g creatinina;- urine fine turno;- Nota B (background).
DFG:- EKA = 45 µg/g creatinina (per unesposizione a 3250 µg/m3);- urine fine turno o fine esposizione;- nota H
ACIDO S-FENIMERCAPTURICO
RACCOMANDATO DA:
Campione totale (μg/g
creatinina)
Fumatori (μg/g creatinina) Non fumatori (μg/g
creatinina)
Range Range Range
<0.05-35 0.1-35 <0.05-14
Valori di riferimento per la popolazione italiana per l’SPMA(SIVR, 2011*)
*Range di valori ricavati attraverso una valutazione di dati pubblicati nellaletteratura di merito, ottenuti con metodi validati.
Nei prossimi mesi uscirà nuova lista SIVR con 95° percentile molto più bassorispetto a quello della lista precedente e per questo molto più utile perl'interpretazione dei risultati.
Influenza dei polimorfismi genetici
- genotipo GSTT1 nullo: eliminazione urinaria di SPMA lievementepiù bassa rispetto ai soggetti con genotipo positivo (meno evidenteper GSTM1 nullo);- può spiegare parte della variabilità dei livelli di SPMA nei diversigruppi etnici (es. concentrazioni più basse nei giapponesi americanie più alte negli afro-americani).
Il rapporto t,t-MA/SPMA non è costante e potrebbe essereutilizzato come indicatore delle differenze genetiche,indipendentemente dai livelli di esposizione a benzene.
Questo rapporto, quindi, diventerebbe un indicatore disuscettibilità in quanto livelli più alti del rapporto sarebberoassociati con il genotipo nullo per GSTT1 (e/o GSTM1), consideraticome fattori di suscettibilità per malattia neoplastica.
Mansi et al, Tox Lett 2012
Haiman et al, PLOS 2016
Concentrazioni ambientali di benzene aerodisperso edi SPMA urinario in esposti e controlli.
AUTISTI (N 18)
Media±DS Mediana Range
BENZINAI (N 23)
Media±DS Mediana Range
CONTROLLI (N 31)
Media±DS Mediana Range
Benzene
aereodisperso
(μg/m3)a
306.7±266.7 246.6 7.4-1017.1 23.5±17.4 20.9 4.5-66.3 4.6±2.6 4.3 3.0-11.5
SPMA (μg/g
creat)a2.94±3.24 1.67 0.25–12.13 0.79±0.77 0.56 0.05–3.33 0.65±1.00 0.22 0.03–4.48
ap<0.001 Lovreglio et al, Int Arch Occup Environ Health, 2010
Lovreglio et al., JEM 2011
Fumo di sigarette Esposizione a traffico autoveicolare
Sì No Sì No
N N>LOD/N% N N>LOD/N% N N>LOD/N% N N>LOD/N%
SPMA (µg/g
creatinina)61a 83.6% 72 2.8% 31 41.9% 102 39.2%
Eliminazione urinaria di SPMA in 133 soggetti della popolazione generale non espostioccupazionalmente a benzene, suddivisi per abitudine al fumo di sigaretta ed esposizione atraffico urbano durante il campionamento.
ap<0.001
- quota inferiore allo 0.1% della dose assorbita;
- biomarcatore specifico e sensibile, proposto come nuovo indicatoreper esposizione a concentrazioni molto basse di benzene, nell’ordinedi quelle osservate nella popolazione generale;
- attualmente non ancora inserito nella lista dell’ACGIH o di altriorganismi internazionali.
BENZENE URINARIO
ACGIH:
NO !!!!
DFG:
NO !!!
RACCOMANDATO DA:
PROBLEMATICHE METODOLOGICHEFase pre-analitica: possibile fonte di errore per fattori connessi allagestione del campione:- procedure di raccolta delle urine per evitare volatilizzazione delbenzene o contaminazione (provette specifiche);- tempi e temperature di conservazione (noi conserviamo a +4°C).
Fase analitica: solitamente viene usata la “solid phase micro-extraction (SPME)” nello spazio di testa con successiva gascromatografia e rilevazione in spettrometria di massa (GC/MS);tecnica molto sensibile, anche se non completamente standardizzata.
BENZENE URINARIO
La raccolta del campione deve essereeffettuata solo da personale esperto equalificato.
Campo et al. (Ann Occup Hyg, 2016) hanno provato a stimare un valorebiologico equivalente per esposizioni a varie concentrazioni di benzene,partendo dai dati relativi a 89 benzinai e 90 controlli:
Valori limite per l’interpretazione dei risultati del benzene urinario
- nei non fumatori, su urine raccolte a fine turno:
Campo et al. (Ann Occup Hyg, 2016)
- nei fumatori: il benzeneurinario non è affidabile comebiomarcatore dell’esposizionea concentrazioni di benzeneaerodisperso inferiori a 3250μg/m3.
Valori limite per l’interpretazione dei risultati del benzene urinario
Totale (ng/L) Fumatori (ng/L) Non fumatori (ng/L)
Range Range Range
<15-4615 42-4615 <15-515
Valori di riferimento per la popolazione italiana per ilbenzene urinario (SIVR, 2011*)
*Range di valori ricavati attraverso una valutazione di dati pubblicati nellaletteratura di merito, ottenuti con metodi validati.
Concentrazioni ambientali di benzene aerodisperso e di benzene urinario in lavoratoriesposti e controlli.
AUTISTI (N 18)
Media±DS Mediana Range
BENZINAI (N 23)
Media±DS Mediana Range
CONTROLLI (N 31)
Media±DS Mediana Range
Benzene
ambientale
(μg/m3)a306.7±266.7 246.6 7.4-1017.1 23.5±17.4 20.9 4.5-66.3 4.6±2.6 4.3 3.0-11.5
Benzene
urinario
(μg/L)a2.96±3.01 1.49 0.16–10.42 0.62±0.74 0.21 0.04–2.87 1.23±2.63 0.12 <0.02–11.40
ap<0.001Lovreglio et al., Int Arch Occup Environ Health 2010
Lovreglio et al., JEM 2011ap<0.001
Eliminazione urinaria di benzene urinario in 133 soggetti della popolazione generale nonesposti occupazionalmente a benzene, suddivisi per abitudine al fumo di sigaretta edesposizione a traffico autoveicolare.
Fumo di sigarette Esposizione a traffico autoveicolare
Sì No Sì No
N N>LOD/N% N N>LOD/N% N N>LOD/N% N N>LOD/N%
Benzene
urinario (µg/L)62a 98.4% 71 35.2% 31a 93.6% 102 55.9%
COTININA URINARIA:- principale metabolita della nicotina (12-15% della quota assorbita);- emivita relativamente lunga (6-22 ore);- metodiche analitiche diverse (immunoassay, GC-MS, HPLC-UV, LC-MS/MS) da cui dipende la sensibilità: per immunoassay LOD=200 μg/L; perLC-MS/MS LOD=0.2 μg/L- alcuni Autori esprimono il dato corretto per creatinina
Quale cut-off per distinguere fumatori da non fumatori?In letteratura non ci sono dati univoci, anche a causa di numerosi fattoriche possono influenzare l'intake di nicotina e dalla metodica utilizzata:Campo et al. (Environ Res, 2016) propongono come cut-off 30 μg/L.
PER INTERPRETARE I RISULTATI DEL MONITORAGGIO BIOLOGICO NEGLIESPOSTI A BENZENE È INDISPENSABILE CONOSCERE L'ABITUDINE AL FUMODI SIGARETTA
1) questionari anamnestici: raccogliere informazioni anche sul numero disigarette fumate durante il turno di lavoro; le risposte possono esserecondizionate da bias (volontari o involontari: es. pipa, sigaretta elettronica,ecc.);2) determinazione della cotinina urinaria: indicatore biologico per valutarel’esposizione attiva e passiva a fumo di sigaretta.
Questionari
(turno)
Cotinina immunoassay
(cut-off 200 μg/L)
Cotinina LC-MS/MS
(cut-off 30 μg/L)
Fumatori 35 37 41
Non fumatori 58 56 52
Classificazione in fumatori e non fumatori utilizzando i questionari o lacotinina urinaria di fine turno determinata con due differentimetodiche in 93 lavoratori esposti a basse concentrazioni di benzene.
Dati non pubblicati
Confronto tra benzene urinario e SPMA basato sulle modalità di campionamento e sulle tecnicheanalitiche dei due indicatori.
Benzene urinario SPMA urinario
Invasività No No
Tempo del campionamento Entro 20 minuti dalla fine del turno
di lavoro
Alla fine del turno di lavoro
Provette per la raccolta Specifiche a tenuta Normali
Conservazione del campione Stabile a -20° per almeno 2 mesi Stabile
Contaminazione / perdita di
analiti durante la manipolazionePrecauzioni Nessun problema
Metodica Semplice e facile da replicare Necessità di attrezzature costose
Strumentazione GC/MS LC/MS/MS
Specificità della metodica
analiticaMolto alta Molto alta
Limite di quantificazione (LOQ) 15 ng/L, 100% dei campioni risultati
superiori al LOQ nei soggetti della
popolazione generale
0.1 µg/L, 50% dei campioni risultati
superiori al LOQ nei soggetti della
popolazione generale
Precisione 13.4% 22.9%
Velocità della metodica Circa 50 campioni/die Circa 30 campioni/die
Fustinoni et al, Biomarkers, 2011
Confronto tra benzene urinario e SPMA basato sulle caratteristiche intrinseche dei due indicatori.
Benzene urinario SPMA
Background nella popolazione generale (95°percentile)*
Totale 1600 ng/LNon fumatori 180 ng/LFumatori 2700 ng/L
Totale 1,41 µg/LNon fumatori 0.21 µg/L
Fumatori 1.83 µg/L
Specificità (capacità di classificare correttamente i soggetti senza esposizione occupazionale come ‘controlli’)
Totale 0.64 Non fumatori 0.86
Fumatori 0.56
Totale 0.69Non fumatori 0.91
Fumatori 0.61
Sensibilità (capacità di classificare correttamente i soggetti con esposizione occupazionale come ‘esposti’)
Totale 0.74 Non fumatori 0.88
Fumatori 0.75
Totale 0.83Non fumatori 0.90
Fumatori 0.80
Correlazione con il benzene aerodisperso (r Pearson)**
Totale 0.456 Non fumatori 0.627 Fumatori 0.266
Totale 0.636Non fumatori 0.759 Fumatori 0.519
Variabilità intra-individuale come CV% (tre misure per ciascun soggetto della popolazione generale)*
Totale 150% Non fumatori 151%
Fumatori 130%
Totale >158%Non fumatori >143%
Fumatori >183%
Variabilità inter-individuale come rapporto tra 95° e 5° percentile della distribuzione della popolazione generale.*
Totale 27 Non fumatori 3 Fumatori 32
Totale >14Non fumatori >2
Fumatori >18
Fattori di confondimento rilevanti Fumo di sigaretta Fumo di sigaretta
*Dati ottenuti su 108 soggetti della popolazione generale (3 misurazioni per ciascun soggetto): esposizione mediana abenzene 4 µg/m3.**Correlazione ottenuta considerando i soggetti della popolazione generale e 71 operai di raffineria (esposizionemediana a benzene 190 µg/m3).
Indicatore Metodologia analitica
Problematiche campionamento
Specificità per il
benzene
Fonti endogene
Fonti esogene
Applicabilità in ambito
occupazionale
Applicabilità per
popolazione generale
t,t-MA SPE-HPLC, GC-MS
Nessuna No Nessuna Dieta (sorbitolo)
Sì No
SPMA LC-MS-MS,GC-MS, HPLC-fluorescenza, immunoassay,
necessita GC-MS sofisticata
Instabilità in urine alcaline (necessario
congelamento o acidificazione)
Sì Nessuna Nessuna Sì Sì
Benzene urinario
GC in spazio di testa,
SPE-GC-MS,
Potenziale volatilizzazione
benzene dal campione e
contaminazione da fumo, benzina, ecc.
Sì Nessuna Nessuna Sì Sì
Applicabilità degli indicatori di esposizione a benzene
Arnold et al, CRT, 2013
BENZENE
EFFETTI LESIVI DA ESPOSIZIONE CRONICA
EFFETTI LESIVI DA ESPOSIZIONE ACUTA
Alte concentrazioni
EFFETTI MIELOTOSSICI
Presenza di dose soglia
EFFETTI CANCEROGENI
Genotossico clastogeno
Il midollo osseorappresenta il principaleorgano bersaglio delbenzene.
De Palma, 2012
EFFETTI NON CANCEROGENI DEL BENZENE
EFFETTI MIELOTOSSICI
➢ Leucopenia, trombocitopenia, anemia, variamente combinate, reversibili;➢ Linfopenia (T CD4+, CD8+, B), indicatore più sensibile;➢ Riduzione dei CD34+ (cellula progenitrice emopoietica);➢ Effetto immunotossico: riduzione immunoglobuline➢ Anemia aplastica (midollo ipocellulare e pancitopenia); reversibile?➢ In Cina il Ministero della Salute ha definito un'entità nosologica definita
come “chronic benzene poisoning”.
Effetti possibili anche per esposizioni inferiori a 3250 µg/m3?
Dose esterna Effetti
243750 μg/m3 LOAEL Anemia e leucopenia grave
3250 μg/m3 (1 ppm) Valori limite D.Lgs 81/08 e s.m.i.–TWA, PEL–OSHA, SCOEL
2240 μg/m3 LOAEL Leucopenia lieve
1850 μg/m3 LOAEL alterazioni ematologiche non patologiche (riduzione globuli
bianchi, piastrine)
1790 μg/m3 NOAEL alterazioni ematologiche
1600 μg/m3 (0.5 ppm) TLV-TWA ACGIH
ATSDR 2007
EFFETTI NON CANCEROGENI DEL BENZENEStudi in vitro (cellule umane e murine) hanno indicato nella ‘hematopoieticprogenitor cell’ (CD34+) il vero possibile target dell'azione mielotossica eleucemogena del benzene, attraverso l'azione dei suoi metaboliti 1,4-benzochinone/idrochinone (Abernethy et al. 2000; Smith et al. 2000).
Lan et al. (Science, 2004) hanno osservato un'evidente ematotossicità inlavoratori esposti a concentrazioni di benzene inferiori a 3250 µg/m3, cheriguardava globuli bianchi, granulociti, linfociti (CD4+ e rapportoCD4+/CD8+), cellule B e piastrine, senza la presenza di una soglia,ipotizzando che questi effetti fossero determinati proprio da uninteressamento delle cellule progenitrici CD34+. Risultati non confermatida altri studi: lavoratori cinesi più suscettibili dei caucasici?
EFFETTI CANCEROGENI DEL BENZENE
Meccanismo di cancerogenesi: forte evidenza per genotossicità.I metaboliti del benzene producono effetti genotossici a livello delle cellulestaminali pluripotenti con modificazioni cromosomiche.
ACGIH: Classe A1 (cancerogeno accertato per l’uomo)
DFG: Categoria 1 (cancerogeno per l’uomo)
US National Toxicology Program: dal 1980 nella lista dei cancerogeni umani
SCOEL: cancerogeno
Classificazione CLP: cancerogeno classe 1A (effetti cancerogeni certi - H350) e
mutageno 1B (H350)
IARC (1985, 1987, 2012, upcoming meeting 10-17 october 2017)
- altre leucemie (linfocitica acuta e cronica);
- mieloma multiplo;- linfoma non-Hodgkin.
Limitata evidenza nell’uomo
Leucemia mieloide acuta (LMA) / Leucemia non linfocitica acuta (LNLA)
Sufficiente evidenza di cancerogenicità nell'uomo
Leucemia mieloide acuta • Primo caso di leucemia da benzene descritto nel 1928; negli anni ‘60 e ‘70
numerose evidenze di associazione (Vigliani, Aksoy);• tumore raro: prevalenza in Italia 16 casi per 100000 (dati AIRTUM 2010);• il benzene è considerato responsabile di una bassa percentuale di leucemie
non linfocitiche (0.19% nell'uomo e 0.34% nelle donne) (Rushton et al. 2010)• latenza media circa 10 anni;• può essere preceduta da alterazioni ematologiche persistenti e da una
sindrome mielodisplasica;• poco responsiva alla terapia, scarsa prognosi;• storicamente insorgenza per esposizioni cumulative ad alte concentrazioni
(>40 ppm-anni) (coorte Pliofilm degli anni '50, Rinsky et al. 2002);• più recentemente evidenze di cancerogenicità anche per esposizioni a
concentrazioni molto più basse: studio Health Watch effetti per esposizionicumulative superiori a 2 ppm-anni (Glass et al. 2003, 2006, 2014); Petroleumworkers con effetti (sindrome mielodisplastica) per esposizioni inferiori a 10ppm-anno (Schnatter et al. 2012).
Meccanismo diretto di danno al DNA
➢ reazione dei metaboliti reattivi elettrofili (benzene ossido,
idrochinone, 1,2-, 1,4- e 1,2,4-semichinoni e benzochinoni, t,t-
muconaldeide, ecc.) con il DNA e conseguente formazione di addotti o
legami crociati;
➢ danno ossidativo del DNA determinato dalla formazione di specie
reattive dell'ossigeno (ROS) da parte dei suoi metaboliti chinonici e
del catecolo;
Meccanismo indiretto di danno cromosomico
➢ danno dei componenti dell’apparato mitotico;
➢ inibizione di enzimi quali la topoisomerasi II
(idrochinone e benzochinone).
Genotossico clastogeno e aneuploidogeno, ma meccanismo d’azioneancora non noto:
MECCANISMO D’AZIONE CANCEROGENA
MECCANISMO D’AZIONE CANCEROGENA
Il benzene presenta il medesimo pattern digenotossicità dell’etoposide, sostanza che agisceinibendo la topoisomerasi II, con formazione diaberrazioni cromosomiche.
Il meccanismo di inibizione della topoisomerasi II potrebbe essere quello
principale nell’induzione del danno genotossico e del conseguente effetto
cancerogeno del benzene
L'andamento della curva dose-risposta per esposizioni a basseconcentrazioni (in particolare inferiore a 3250 µg/m3) rimanecontroverso. Esiste una dose soglia?
Il benzene è inserito nel gruppo B della classificazione SCOELper gli agenti cancerogeni: cancerogeno genotossico per il qualel’esistenza di una soglia non può essere sufficientementesupportata; per tale motivo il modello di relazione dose – effettodi tipo lineare senza soglia è assunto sulla base del principio diprecauzione.
Bolt, Arch Toxicol 2008
Rappaport et al. Carcinogenesis 2013
Kim et al. (2006) hanno evidenziato che il metabolismo del benzene è dose-dipendente e tende ad incrementare proporzionalmente per esposizioniinferiori a 3250 µg/m3 (1 ppm), raggiungendo il massimo per il più bassolivello di esposizione indagato (0.975 µg/m3 – 0.3 ppm). Questo perchè ilmetabolismo ossidativo tende ad essere saturabile.
Tuttavia Smith (2010) conclude che non c'è evidenza di una sogliaper l'effetto del benzene e non può essere individuato attualmenteun ‘safe level of exposure’, anche per la presenza di una relazioneesposizione – metabolismo.
Poiché la tossicità del benzenedipende dalla formazione dei suoimetaboliti, gli effetti tossici peresposizioni a basse concentrazionidel tossico potrebbero essereproporzionalmente maggioririspetto a quanto atteso sullabase di una relazione lineare.
Indicatori di effetto- Frequenza Aberrazioni Cromosomiche: indicatore predittivo del rischiocancerogeno, ma aspecifico, costoso e di incerto significato per le basseesposizioni.
- Frequenza Aberrazioni cromosomiche specifiche (tecnica FISH):potrebbero essere indicatori specifici dell’esposizione a benzene: es. del(5,5q),del(7,7q), t(3;21), inv(16). Ancora allo studio per le basse esposizioni e moltocostosi.
- Frequenza Micronuclei: indicatore predittivo del rischio cancerogeno,sensibile ma sempre aspecifico; minore costo e di più semplice esecuzionerispetto alla frequenza di aberrazioni cromosomiche, rimangono di incertosignificato per le basse esposizioni.
- Parametri Comet assay: indicatori aspecifici di danno al DNA, con minorepredittività del rischio cancerogeno; minore costo rispetto agli indicatoricitogenetici, problema di quale parametro utilizzare (TI?).
- Livelli urinari delle basi ossidate (indicatori di danno ossidativo degli acidinucleici): 8-OH-2deossiGuanosina (basi ossidate DNA) e 8-oxo-Guanosina (basiossidate RNA), ecc.; indicatori sensibili, ma bassa specificità.
Autori Soggetti Concentrazioni benzene Risultati
Carere et al. 1995
23 benzinai vs 24 controlli
Esposti: Media 1580 µg/m3
(range 100-13100 µg/m3)No aumento CA negli esposti, ma correlazione con i livelli di benzene.
Kim YJ et al. 2004
178 lavoratori raffineria vs 36 controlli
Stima con matrice job-exposure:range 13 - 14690 µg/m3
Aumento CA negli esposti (delezioni cromatidiche e dicentrici), significativamente associate con i livelli di esposizione a benzene.
Kim SY et al. 2004
82 lavoratori cokeria vs 76 controlli
Esposti: media geom. 1810 µg/m3
(range 45 - 2415 µg/m3)
CA e aneuploidie più alte negli esposti con dipendenza dai livelli di benzene.
Tompa et al. 2005
10 lavoratori raffineria nel periodo 1990-2003; 87 controlli interni e 26 esterni
Range: valore medio 43800 µg/m3 (1994) - valore minimo 1800 µg/m3 (1995); dal 2000 esposizione 0.
Aumento CA negli esposti nei primi anni; riduzione al ridursi delle concentrazioni di benzene.
Celik et al. 2005
30 benzinai e 30 controlli
- Aumento CA negli esposti
Roma-Torres et al. 2006
48 lavoratori raffineria vs 30 controlli
- Aumento CA negli esposti
Kim YJ et al. 2008
108 lavoratori raffineria vs 33 controlli
Esposti: media 1657 µg/m3
(range 13 - 13812 µg/m3)Aumento CA negli esposti
Fracasso et al. 2010
19 benzinai vs 16 controlli
Esposti: mediana 40 µg/m3
(Range 8–260 µg/m3)No aumento CA negli esposti
Lovreglio et al. 2014
19 autisti vs 24 benzinai vs 31 controlli
Esposti: mediana 246.6 µg/m3
vs 19.9 µg/m3 vs 4.3 No aumento CA negli esposti
Frequenza di aberrazioni cromosomiche (CA) in lavoratori esposti a benzene.
Autori Soggetti Concentrazioni benzene RisultatiCarere et al. 1995
23 benzinai vs 24 controlli Esposti: Media 1500 µg/m3 (range 100-13100 µg/m3)
No aumento MN negli espostiva.
Pitarque et al. 1996
50 benzinai vs 43 controlli Esposti (ambientale): Media 910 µg/m3
(range 300-1830 µg/m3)No aumento MN negli esposti
Surrales et al. 1997
35 lavoratori petrolchimico vs 10 controlli
Esposti: 1600 - 3250 µg/m3
Controlli: 29 µg/m3No aumento MN negli esposti
Bukvic et al. 22 benzinai vs 19 controlli Esposti: 229 µg/m3 (media) Aumento MN negli espostiViolante et al. 2003
47 lavoratori laboratorio vs 15 vigili urbani
Media 14.0 µg/m3
(range 0-47.7 µg/m3)No aumento MN negli esposti
Maffei et al. 2005
49 vigili urbani vs 36 impiegati
Vigili: 24.32 µg/m3
Controlli: 4.39 µg/m3Aumento MN negli esposti con associazione con anzianità lavorativa
Roma-Torres et al. 2006
48 lavoratori raffineria vs 30 controlli
Media T,t-MA: Esposti 228 vs 133 controlli µg/g creat
Aumento MN negli esposti
Kim YJ et al. 2008
108 lavoratori raffineria vs 33 controlli
Esposti: media 1657 µg/m3
(range 13 - 13812 µg/m3)Aumento MN negli esposti
Pandey et al. 2008
39 benzinai e 18 controlli Benzinai: range 325-812.5 µg/m3
Controlli: range 16.3-32.5 µg/m3
Aumento MN negli esposti
Rekhadevi et al. 2010 - 2011
200 benzinai e 200 controlli
Benzinai: 1500 (1180-1920) µg/m3
Controlli: 175.4 (131-199) µg/m3Aumento MN negli esposti con dipendenza da livelli benzene e anzianità lavorativa
Basso et al. 2011
79 lavoratori raffineria vs 50 controlli
Esposti: 93 (0.2-810) µg/m3 Aumento MN negli esposti, associazione con l'anzianità lavorativa, ma non con i livelli di benzene
Angelini et al. 2011 - 2012
70 vigili urbani vs 40 impiegati
Vigili urbani: 19.33 µg/m3 (13.46-31.41)Controlli: 2.95 (1.43-7.55) µg/m3
Aumento MN negli esposti, ma non associazione con livelli benzene
Goethel et al. 2014
43 benzinai, 34 autisti taxi e 28 controlli
Media T,t-MA: benzinai 439.8 vs 117.6 controlli µg/g creat
No aumento MN negli esposti
Lovreglio et al. 2014
19 autisti vs 24 benzinai vs 31 controlli
Esposti: mediana 246.6 µg/m3 vs 19.9 µg/m3 vs 4.3 µg/m3
MN dipendenti da livelli benzene, ma no aumento negli esposti
Frequenza di micronuclei (MN) in lavoratori esposti a benzene.
Indicatori epigenetici e genomici
- miRNA: sono piccole sequenze di RNA, non codificanti proteine, cheregolano l’espressione genica a livello post-trascrizionale, inibendo latraduzione dell’mRNA o facilitandone la degradazione (implicati nellacancerogenesi); sono indicatori molto promettenti perché molto stabilie specifici dell’organo bersaglio.Es. mir-221 (oncogene associato con diversi tumori, tra cui leucemie)risultato aumentato nei benzinai esposti a livelli ambientali di benzenedi 37-125 µg/m3 (Hu et al. 2016).
- Trascrittomica: espressione differenziale di alcuni geni (es. 16 gene-expression signature) in relazione con l’esposizione ad un ampio rangedi livelli di esposizione a benzene; alle basse dosi sembra esserci uneffetto superiore all’atteso (Mc Hale et al., 2009, 2011).
- Pattern di mutazioni: potrebbero rappresentare degli specifici‘carcinogen fingerprints’ dell'esposizione occupazionale ad un tossico(es. spettri mutazionali della p53).
- Metilazione del DNA: meccanismo epigenetico che gioca un ruolonell'espressione genica e nell'integrità del genoma; in lavoratoriesposti a basse concentrazioni di benzene ipometilazione (LINE-1) oipermetilazione (p15 e MAGE 1) di differenti sequenze specifiche delDNA associato con i livelli di esposizione a benzene (Bollati et al.2007);
- Proteomica: riduzione espressione chemochine di derivazionepiastrinica (PF4 e CTAPIII) come evidenza dell’effettoimmunosoppressivo (Vermeulen et al. 2005).
- Danno e disfunzione DNA mitocondriale: aumento del numero dicopie di DNA mitocondriale in tre diversi gruppi di lavoratori esposti abasse concentrazioni di benzene, associato ai livelli di benzeneambientale (Carugno et al. 2012).
Indicatori epigenetici e genomici
Sorveglianza sanitariaArticolo 242 D. Lgs 81/08 e s.m.i. -Accertamenti sanitari e norme preventive e protettive specifiche
1. I lavoratori per i quali la valutazione di cui all’articolo 236 ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti a sorveglianza sanitaria.
Articolo 236 - Valutazione del rischio
Fatto salvo quanto previsto all’articolo 235, il datore di lavoro effettua una valutazionedell’esposizione a agenti cancerogeni o mutageni, i risultati della quale sonoriportati nel documento di cui all’articolo 17.
Per il benzene esiste anche un valore limite occupazionale, che tuttavia non appare unelemento essenziale per individuare la necessità della sorveglianza sanitariaconsiderando che esso è molto alto e la letteratura scientifica non ha individuato unadose soglia per l'effetto cancerogeno.
Criteri per l’interpretazione dei risultati del monitoraggio ambientale e biologico
Verificare se l’entità dell’esposizione è contenuta entro i limiti previsti per
la popolazione generale, ove definiti per quella determinata sostanza.
All'uopo si ritiene indispensabile l'utilizzo di un criterio di tipo statistico
secondo il tradizionale approccio dell'Igiene Industriale. Si propone, in linea
di principio, l'esecuzione di determinazioni ambientali e biologiche,
integrate secondo la natura dell'agente e della disponibilità di valori di
riferimento, ripetute nel tempo (ad esempio a cadenza trimestrale). Se il
rispetto dei limiti della popolazione generale sarà stato costantemente
osservato potrà essere esclusa un'esposizione occupazionale. I monitoraggi
dovranno essere condotti regolarmente a verifica del mantenimento delle
condizioni operative /tecnologiche.
Linee guida SIMLII per gli agenti cancerogeni.
Schema di Sorveglianza Sanitaria
ACCERTAMENTI
ASSUNZIONEVisita medica
Emocromo con formula
CONTROLLO
PERIODICO
Visita medica ogni 12 mesi
Emocromo con formula ogni 12 mesi
Benzene ematico e urinario FT*
t,t-MA urinario FT*
Acido S-fenilmercapturico FT*
FOLLOW-UPVisita medica ogni 12 mesi
Emocromo con formula ogni 12 mesi
*A giudizio del Medico Competente, in quanto la scelta dell'indicatore è funzionedelle concentrazioni ambientali rilevate
Linee guida SIMLII 2003
Emocromo
Emocromo con formula:
• effetti del benzene possibili anche per esposizioniinferiori a 3250 µg/m3, anche se gli studi alle basseesposizioni sono ancora limitati;
• effetti precoci e duraturi;
• utile il monitoraggio longitudinale nello stesso individuo.
Per il futuro, indicatori di effetto particolarmentepromettenti per la loro sensibilità:
- linfociti T CD4+ e B;
- progenitori mieloidi circolanti (CD34+).
Fattori interferenti-confondenti sui valori dell’emocromo
➢Dieta / alcolismo;
➢Malassorbimenti, perdite;
➢Patologie croniche, mielopatie, tumori;
➢Patologie midollari;
➢Co-esposizioni;
➢Farmaci, chemioterapia, radioterapia;
➢Infezioni virali;
➢AIDS, malattie autoimmuni.
CONCLUSIONI
Monitoraggio ambientale: dovrebbe essere in grado di misurare i bassi livelli di
esposizione attesi e di distinguere l’eventuale esposizione occupazionale rispetto a
quella presente negli ambienti di vita.
L’esposizione occupazionale a benzene nei paesi occidentali tra cui l’Italia è oggi
ancora possibile in numerose attività lavorative, ma generalmente con livelli di
esposizione molto inferiori al valore limite previsto dal D. Lgs 81/08 e s.m.i. (3250
µg/m3).
Monitoraggio biologico: il t,t-MA conserva la sua validità solo per esposizioni fino a
concentrazioni un ordine di grandezza inferiori al valore limite di legge a causa della
sua bassa specificità; l'SPMA risulta essere valido anche per esposizioni a
concentrazioni basse o molto basse del tossico e sembra essere attualmente
l’indicatore di scelta per il monitoraggio biologico in ambito occupazionale; il benzene
urinario, nonostante una maggiore sensibilità per esposizioni a concentrazioni molto
basse di benzene, non sembra presentare particolari vantaggi rispetto all’SPMA, a
causa delle difficoltà nella raccolta del campione e del forte effetto confondente del
fumo di sigaretta, e in parte del traffico autoveicolare.
Gli studi più recenti sembrano indicare la possibilità di insorgenza dipatologie ed effetti biologici anche per esposizioni inferiori a 3250 µg/m3,valore limite che sarà certamente ridotto nei prossimi anni, mentre continuaad essere dibattuta la possibilità dell’esistenza di una dose soglia anche perl’insorgenza dell’effetto cancerogeno.
La sorveglianza sanitaria: va attivata da parte del medico competente emodulata considerando i livelli di esposizione; l’unico indicatore di effettoconsigliato è il monitoraggio longitudinale nello stesso individuo dell’emocromocompleto con formula leucocitaria, la variabilità intra-individuale di questoindicatore più che le differenze inter-individuali potrebbe essere unindicatore di effetto precoce.
Altri indicatori di effetto: quelli classici non hanno mostrato una validitàsufficiente per giustificare un loro utilizzo routinario nella sorveglianzasanitaria; per i nuovi indicatori, invece, nonostante alcuni di essi sianoparticolarmente promettenti nessuno è ancora trasferibile alla sorveglianzasanitaria; tra i più interessanti ricordiamo i livelli circolanti di CD34+ e ladeterminazione delle sottopopolazioni linfocitarie (es. CD4+)
CONCLUSIONI
GRAZIE PER L’ATTENZIONE