SLIDES PRESENTAZIONE POVERTÀoNel 2016, in Umbria, il reddito medio annuale delle famiglie...
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SLIDES PRESENTAZIONE POVERTÀGiunta Regionale, Perugia, 15 luglio 2019
GIOVANI E MINORI: I NUOVI POVERI (p.2)Mauro CasavecchiaL’INCIDENZA DELLA POVERTÀ (p.11)Luca CalzolaPOLITICI E STAMPA LOCALE: LE RAPPRESENTAZIONI DELLE POVERTÀ (p.21)Paolo Montesperelli LA SPESA DEI COMUNI PER INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI (p.37)Meri Ripalvella
Indice
Giovani e minorii nuovi poveri
Elisabetta Tondini, Mauro Casavecchia
Perugia, 15 luglio 2019
Più si è giovani, più si rischia la povertà
12,6
10,3
8,0
4,6
0
2
4
6
8
10
12
14
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Incidenza di povertà assoluta tra gli individui per età
fino a 17 anni
18-34 anni
35-64 anni
65 anni e più
Avere un lavoro può non bastare
In Umbria il rischio di povertà tra le famiglie con persona di riferimento occupata è più alto della media.
Ciò si verifica soprattutto tra le famiglie di giovani, monoreddito o numerose.
La maggioranza dei minorenni in povertà vive in famiglie con almeno un lavoratore.
La trappola della povertà minorile
Non è la povertà degli adulti in miniatura: il tempo evolutivo della crescita di un bambino non è comparabile con quello di un adulto.
Povertà educativa: «privazione, per i bambini e gli adolescenti, dell’opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni».
La povertà materiale si collega spesso a povertà culturale, relazionale, ambientale, con ripercussioni sulla vita sociale, sul rendimento scolastico, sulle opportunità di inserimento che, a loro volta, alimentano la povertà economica.
Una società sempre più immobile
Data la bassa mobilità sociale, essere poveri da piccoli è altamente predittivo di una vita povera.
L’ereditarietà delle condizioni sociali è subdola perché:
tende ad aumentare negli anni recenti è multidimensionale e riguarda reddito, ricchezza,
livello di istruzione, opportunità lavorative è più spiccata nelle situazioni di povertà che nel
benessere è particolarmente diffusa tra i più giovani
Studiare compensa, ma solo in parte
L’istruzione fatica a rimettere in moto l’ascensore sociale:
il livello di istruzione è anch’esso fortemente condizionato dall’ereditarietà familiare (la probabilità di laurearsi per i figli di laureati è 7 volte più alta)
il livello di istruzione è sempre meno in grado di influenzare il livello del reddito (25 anni fa lo determinava per la metà, oggi solo per un quarto)
Tuttavia lo studio resta una risorsa importante per contrastare la vulnerabilità e per migliorare le opportunità lavorative.
Una pesante ipoteca sul futuro
Una generazione di giovani poveri produce conseguenze sociali indesiderate su molti fronti: Demografico Economico Sociale Sanitario
Società con bambini poveri oggi rischiano di diventare, domani, ancora più povere e diseguali.
Serve una risposta complessa
Poiché la povertà delle giovani generazioni è un problema grave, complesso e strutturale, per contrastarla occorre una strategia di lungo termine con una combinazione di politiche su più fronti
(famiglia, lavoro, casa, formazione e scuola ecc.) e una pluralità di strumenti (non solo
trasferimenti monetari, ma soprattutto servizi e strutture)
Una priorità: l’occupazione femminile
La migliore protezione contro la povertà minorile è avere la mamma occupata.
Dove c’è più lavoro si fanno più figli.
Ma conciliarevita professionale e cura dei figli è sempre meno facile.
92
94
96
98
100
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106
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110
2004 2008 2012 2017 2018
Mother’s Index (Save the Children 2019)
Italia Umbria
L’INCIDENZADELLA POVERTÀ
Luca Calzola Perugia, 15 luglio 2019
I percorsi di analisi Dimensione complessiva del fenomeno della povertà relativa in Umbria e la
sua evoluzione temporale.
Connessioni tra povertà, reddito e disagio economico.
Caratteristiche demografiche e socio-economiche delle famiglie povere.
Confronto Umbria-Italia.
2
Povertà relativa e assoluta
Nel 2017 in Umbria:Incidenza povertà relativa = 12,4%Incidenza povertà assoluta = 9,3%
La povertà relativa = calcolata prendendo come soglia (linea di povertà) il valore medio pro capite della spesa per consumi modificato in modo da tenere conto della dimensione della famiglia. Una famiglia è in condizione di povertà relativa se la sua spesa media mensile per consumi è pari o inferiore alla soglia.
La povertà assoluta = prende come linea di riferimento il costo di un paniere di beni e servizi considerato essenziale per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. È considerata in povertà assoluta una famiglia con una spesa media mensile al di sotto della soglia.La composizione del paniere tiene conto di caratteristiche familiari, ripartizione geografica e tipo di comune.
3
% famiglie povere
% persone povere
oA partire dal 2011 la quota di famiglie povere inizia acrescere rapidamente.
oNel 2018 sono residenti in Umbria circa 50 mila famiglie inpovertà relativa, pari al 14,3% del totale delle famiglie e illoro numero è quasi raddoppiato negli ultimi cinque anni.
o La quota di famiglie povere ha superato quella medianazionale.
o L’Umbria è scesa al 13° posto (dal 5° del periodo pre-crisi)nella classifica delle regioni meno povere.
o L’arretramento dell’Umbria non trova riscontro nelleregioni limitrofe: Le Marche mantengono una posizioneintermedia nella graduatoria mentre in Toscanal’incidenza della povertà rimane tra le più basse d’Italia.
o L’incidenza di individui poveri ha superato il 17% (anno2017), pari a quasi 160 mila persone e si posiziona sopraquella media italiana.
Incidenza della povertà relativa4
5Reddito medio delle famiglie (in euro) e indice di concentrazione
Reddito medio
Indice di Gini
oNel 2016, in Umbria, il reddito medio annualedelle famiglie (inclusivo dei fitti imputati) è paria 35,9 mila euro, valore di poco superiore aquello medio nazionale.
oTra il 2007 e il 2016 è diminuito in media dello0,2% ogni anno (750 euro in menocomplessivamente).
oLa posizione dell’Umbria nella graduatoria delleregioni italiane, è peggiorata durante gli annidella crisi.
oL’andamento del reddito è correlatonegativamente a quello della disuguaglianza.
oRispetto al complesso del Paese, nella regione siregistra una distribuzione del reddito piùomogenea.
6
Relazione tra reddito e povertà relativa
Regioni (2016)
Umbria (2003-2016)
oRelazione inversa tra reddito e povertà relativacon gradiente nord-sud.
oL’Umbria si colloca all’estremo inferiore delgruppo del Nord-Centro.
oFino all’inizio della crisi economica (2003-2007), a valori in crescita del reddito mediodelle famiglie ha corrisposto un andamentodecrescente dell’incidenza della povertàrelativa familiare.
oNegli anni successivi (2011-2015) il reddito si èridotto e la povertà è aumentata.
oIl 2016 è caratterizzato da una crescita dientrambi i fenomeni.
7 Altri indicatori di disagio economico
Grave deprivazione materiale
Molto bassa intensità lavorativa
oDopo il picco del 2012 (che si ripresenta nel 2015) che vede oltre il 10% delle famiglie umbre in grave deprivazione, nel 2016 e nel 2017 si osserva una inversione di tendenza (il dato è pari al 6,1% nel 2017).
oNel 2017, con un’incidenza pari all’8,6%, la molto bassa intensità lavorativa interrompe la tendenza all’aumento che aveva caratterizzato il periodo 2009-2015.
oPer entrambi gli indicatori, in Umbria si registrano livelli inferiori a quelli medi nazionali.
o L’andamento dell’Umbria è in linea con le più recenti tendenze italiane che vedono, nel 2017, un miglioramento degli indicatori di grave deprivazione materiale, molto bassa intensità lavorativa e una ripresa il reddito medio familiare. Unici indicatori in controtendenza sono la quota di persone in povertà assoluta o relativa.
9 9
43 3
8
4 4
12
8
3
119
6
0,0
3,0
6,0
9,0
12,0
15,0
Rango Umbria Italia Umbria
8Povertà e caratteristiche socio-demografiche delle famiglie (media 2015-2017)
L’incidenza della povertà assoluta o relativa aumenta per lefamiglie con le seguenti caratteristiche:
o Famiglie numerose / con figli
o Famiglie straniere
oPersona di riferimento giovane o adulta
oPersona di riferimento con basso titolo di studio
oPersona di riferimento in cerca di occupazione
0,0100,0200,0300,0400,0500,0600,0
1 2 3 4 5+
Numero componenti
Povertà assolutaPovertà relativaBase Umbria = 100
0,0
100,0
200,0
300,0
18-34 35-64 65 e oltre
Età della p.r.
0,0
200,0
400,0
600,0
Maschi Femmine Italiani Stranieri
Sesso e cittadinanza della p.r.
0,0
50,0
100,0
150,0
200,0
Fino licenzamedia
Diploma Laurea
Titolo di studio della p.r.
0,050,0
100,0150,0200,0250,0
Occupato In cerca dioccupazione
Ritirato dallavoro o in altra
condizione
Cond. occupazionale della p.r.
0,050,0
100,0150,0200,0250,0 Tipologia familiare
La povertà assoluta colpisce in misura maggiore famiglie:o Unipersonalio Giovanio Straniereo In cerca di occupazione
9 Confronto Umbria (media 2015-2017) e Italia (2016)
In Umbria, presentano un rischio di povertà relativamente più elevato di quello italiano le famiglie:
o con due o più figli
o con persona di riferimento adulta
o Con persona di riferimento occupata
o Con persona di riferimento mediamente istruita
o straniere
10
In conclusione: i cambiamenti nel profilo della povertà da 20 anni a oggi
Come è cambiato l’ammontare e il profilo delle famiglie povere in Umbria a partire dalla metà degli anni Novanta:esse si concentravano principalmente tra gli anziani, ritirati dal lavoro e che vivono da soli. Era una rappresentazione più «tradizionale» del fenomeno della povertà, dove i soggetti maggiormente coinvolti si identificavano con i gruppi sociali collocati fuori dai processi dell’attività economica: anziani, disoccupati, ecc.
I meccanismi della globalizzazione finanziaria, la crescente concentrazione delle ricchezze, l’interruzione dei processi di mobilità sociale ascendente, la precarizzazione del lavoro, il verificarsi di una forte recessione economica hanno prodotto in due decenni un allargamento dell’area del malessere economico verso le categorie produttive meno tutelate della classe media.
Incidenza di famiglie povere in Umbria a metà anni novanta
Numero componenti famigliaUno 9,6Due 7,6Tre 3Quattro 4,1Cinque e oltre 6,4
Età della p.r. della famiglia<= 35 4,336-45 3,546-55 2,556-65 566 e oltre 11,2
Condizione occupazionale della p.r. della famigliaOccupato 2,9In cerca di occupazione 8,2Ritirato dal lavoro 9,7
Fonte, Irres, Osservatorio sulle povertà in Umbria, 2001
Paolo Montesperelli 1
POLITICI E STAMPA LOCALE:LE RAPPRESENTAZIONI DELLE
POVERTA’
Paolo Montesperelli Perugia, 15 luglio 2019
Paolo Montesperelli 2
Hanno collaborato:
Stefano Strona, Mauro Casavecchia, Giuseppe Coco, Eleonora D’Urzo, Enza Galluzzo, Nicoletta Moretti, Elisabetta Tondini.
Paolo Montesperelli 3
IMPORTANZA DELLE RAPPRESENTAZIONI (immagini della realtà)
Se gli uomini definiscono reali
certe situazioni, esse diventano reali nelle
loro conseguenze
rappresentazioni
azioni
Paolo Montesperelli 4
LE IMMAGINI DELLE POVERTA’ :GIORNALI LOCALI
(carta stampata)
POLITICI LOCALIeletti in Umbria
(25% della pop. censita)
DISCUSSIONE PUBBLICA, “AGENDA”e DECISIONI
Paolo Montesperelli 5
Politici e stampa convergonoIn entrambi la povertà non è conosciuta solo per sentito dire; è un problema
1. toccato con mano, 2. percepito come
difficile e pressante.
Paolo Montesperelli 6
I VOLTI DELLA POVERTA’• Ieri: povertà mimetica;
• Oggi: povertà dai mille volti;
• MA prevale l’immagine della povertà materiale = mancanza di beni essenziali.
• Trasversale (non solo i 2 capoluoghi);
Paolo Montesperelli 7
LA STAMPA LOCALE
Paolo Montesperelli 8
Articoli per testate (N = 120)
Corriere Umbria51%
Messaggero21%
Nazione19%
Voce9%
Parole-chiave
Paolo Montesperelli 9
I tanti volti sono narrati in tanti modi diversi:
CRONACA TESTIMO-NIANZA
biografica oauto.biogr. Articolo di
OPINIONEINCHIESTA
Tecniche di analisi narrativa “quantitativa” e “qualitativa”
Paolo Montesperelli 10
Ciò che accomuna gli articoli:
• Rilevanza editoriale data a notizie su povertà;
• Prevale la cronaca ma è minima la presenza di quella “nera”;
• timore che l’impoverimento s’insinui in ambiti, zone, strati sociali prima invulnerabili (estensione dalle periferie urbane e sociali al centro: centro storico, classi medie, gangli centrali della società, etc.)
Non sensazionalismo
Paolo Montesperelli 11
POLITICI
Paolo Montesperelli 12
Profili molto variegati• Genere sessuale
• Età
• Grado d’istruzione
• Collocazione istituzionale (Parlamento Europeo … Consigli comunali)
• Periodo della socializzazione alla politica
• Orientamenti politici
Paolo Montesperelli 13
Le differenze di orientamento:
IMMIGRATI
Paolo Montesperelli 14
LE CAUSE DELLA POVERTÀ
visione tendenzialmente unitaria
POVERTA’ disuguaglianzamodo di produrre
ricchezza nel sistema sociale
ripensare i fondamenti stessi del nostro vivere civile
Paolo Montesperelli 15
= CONVERGENZA LATENTE• Intorno alla povertà le
contrapposizioni ideologiche e gli schieramenti politici hanno confini sfumati = sui poveri non ci si divide.
• Vi è una sensibilità abbastanza comune, “ pre-” o “post-politica”.
Paolo Montesperelli 16
LA SPESA DEI COMUNI PER INTERVENTI E SERVIZI SOCIALIINTERVENTI E SERVIZI SOCIALI
Meri Ripalvella Perugia, 15 luglio 2019
Spesa per interventi e servizi sociali dei comuni. Valori percentuali (2016)
917
7 129 12 10 10
80
100
compartecipazione utenti
compartecipazione SSNSpesa
Spesa impegnata
8372
83 7840
60 spesa comunippubblica
Variazioni percentuali 2007‐2016 della spesa dei comuni
0
20
b i d
spesa comuni
spesa pubblica
spesaimpegnata
per interventi sociali
120
Umbria Nord Centro ITALIA
Spesa dei comuni. Numeri indice (2007=100)
Umbria 0,8 9,1 10,3Nord 11,8 9,4 8,7Centro 1,8 3,5 3,9ITALIA 10 3 9 8 9 2
110
115
ITALIA 10,3 9,8 9,2
Nel periodo 2007‐2016:L t i i d l SS quintuplica
100
105
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
‐ La compartecipazione del SSn quintuplica;‐ la compartecipazione degli utenti aumentadel 25% ma al maggior incremento umbroSi accompagna da sempre un minor sforzo
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Umbria Nord Centro ITALIA
richiesto alle famiglie
Fonti di finanziamento della spesa dei comuni umbri per i servizi sociali.Distribuzione percentuale (2007 2016)
4 9 2,8 6,7 7,9 9,8 4,8 8,1 13 8 10 490
100
Distribuzione percentuale (2007-2016)
20,3 19,1 17,2 14,8 12,6 10,412,3
16 4
10,1
11,7 13,9 13,7 12,0 10,6 14,712,7
14,610,4
4,9 9,8 8,1 13,8 10,4
60
70
80
90
61 7 61 8 64 4 65 1 69,1 63 9 66,4
16,4
30
40
50
60
58,4 61,7 61,8 64,4 65,1 , 63,952,6
66,4
0
10
20
30
0
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013* 2014 2015 2016
Risorse proprie dei Comuni e degli Enti associativiRisorse proprie dei Comuni e degli Enti associativiFondo indistinto per le politiche sociali (a)Fondi regionali vincolati per le politiche sociali (b)Fondi vincolati per le politiche sociali dallo Stato o da Unione europea (c)Altre fonti di finanziamentoAltre fonti di finanziamento
Spesa per interventi e servizi sociali dei comuni singoli e associati per area di utenza (2016)
Distribuzione percentuale per area d’utenza
6 6 7 5 6100
Valori in euro correnti per utente
200
250Famiglia e minori
Italia = 171
12 1621
15 17
6 36 6 5
5 7 8 8 8
80 175 226 20992
0
50
100
150
1927
2322 26
40
60
4 000
5.000 Disabili
Umbria Nord Centro Sud+Isole
5141 34
44 39
‐
20
1 588
4.6622.815
1 5551.000
2.000
3.000
4.000Italia = 2.852
Umbria Nord‐ovest Nord‐est Centro ITALIA
Famiglie e minori Disabili
1.588 1.5550
Umbria Nord Centro Sud+Isole
20140 Anziani
Famiglie e minori Disabili
Dipendenze Anziani
Immigrati e nomadi Povertà, disagio adulti e senza FD
Multiutenza120
79 59406080
100120
Italia = 92
Multiutenza41 59
020
Umbria Nord Centro Sud+Isole
Spesa per servizi sociali dei comuni per regione. Valori pro-capite euro correnti (2016)Valori pro capite, euro correnti (2016)
400
250
300
350383
92 35150
200
250
29 23
228
160
133
130
127
126
125
104
98 85 8 8 7
Italia= 116 €
50
100
150
1 9 8 78 68 67 60 56 49 22
0
Adige
Giulia
degna
Aosta
magna
guria
ardia
Lazio
mon
te
scana
eneto
arche
mbria
Sicilia
Puglia
ruzzo
licata
Molise
pania
abria
T.A.A
F.V.G
Sard V. A
E. Rom Li
Lomb
Piem Tos Ve Ma
Um S P
Abr
Basil M
Camp
Cal
Spesa per servizi sociali dei comuni per zona sociale umbra. Valori pro-capite euro correnti (2016)Valori pro capite, euro correnti (2016)
… e le differenziazioni territoriali sono anche a livello sub-regionale
Umbria= 85€100
120
111 100 95
Umbria= 85€
60
80
100 95 88 80 74 74 73 69 62 6248
0
20
40
0
‐Perugia
‐Orvieto
‐Spo
leto
10 ‐Terni
‐Foligno
i Castello
Marsciano
‐Gub
bio
rasim
eno
03 ‐Assisi
11 ‐Narni
6 ‐N
orcia
ZS 02
ZS 12
ZS 09 ZS 1
ZS 08
S 01
‐Città d
ZS 04 ‐ M
ZS 07
ZS 05 ‐Tr
ZS 0
ZS 1
ZS 06
ZS
F.V.Giulia240
280
te Distribuzione delle RegioniV. Aosta
LiguriaL b di
E.Romagna
Sardegna
160
200ciale pro‐capit Distribuzione delle Regioni
per incidenza della povertà relativa individuale e spesa
sociale pro capite.
PiemonteLiguriaLombardia
Veneto
ToscanaUMBRIA
Marche
Lazio
Abruzzo MoliseC iPuglia
Basilicata SiciliaR² = 0,539
40
80
120
Spesa so Anno 2016, valori percentuali
(Italia=100)
MoliseCampania Calabria0
0 50 100 150 200 250 300
Incidenza di povertà
Di ib i d ll R i iV. Aosta
F.V.Giulia
Sardegna200
240
280
pro‐capite
Distribuzione delle Regioni per Pil pro capite e spesa
sociale pro capite.Anno 2016, valori percentuali
(Italia=100)Piemonte LiguriaLombardia
E.Romagna
ToscanaLazio
R² = 0,459
120
160
200
Spesa sociale p
(Italia=100)Veneto
ToscanaUMBRIA
Marche
AbruzzoMoliseCampania
PugliaBasilicata
Calabria
Sicilia
40
80
S
Pil pro‐capite0
0 20 40 60 80 100 120 140
Art. 3 Costituzione Italiana
Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei
cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettivacittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e
sociale del Paese.
Grazie per l’[email protected]