Siti archeologici come fattore di sviluppo · Web viewSecondo l’OCSE (2002) proprio il declino...

65
I SITI ARCHEOLOGICI COME FATTORE DI SVILUPPO NELL’AREA MEDITERRANEA Problemi di valorizzazione e gestione di alcuni siti archeologici del Marocco Gaetana Trupiano (coordinatrice) , Giuseppina Cristofaro*, Carla Scaglioni* 1. Introduzione L’aspetto rilevante dello studio sui siti archeologici del Mediterraneo riguarda il tema della gestione delle risorse archeologiche nel contesto dello sviluppo territoriale integrando, quindi, i siti archeologici nelle politiche di sviluppo locale. Si confrontano logiche diverse che dalla conservazione del patrimonio si orientano verso la gestione del territorio nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. E’ necessario chiarire che l’analisi proposta si occupa di: Università degli Studi Roma Tre. Lo studio è stato svolto in comune. In particolare, sono da attribuire a Gaetana Trupiano i punti: 1, 2, 4.1, 4.2, 5. Sono da attribuire a Gaetana Trupiano ed a Giuseppina Cristofaro, che ha applicato ai siti archeologici la metodologia SWOT, i punti: 4.2.1, 4.2.2, 4.2.3. A Carla Scaglioni è da attribuire il punto 3. 1

Transcript of Siti archeologici come fattore di sviluppo · Web viewSecondo l’OCSE (2002) proprio il declino...

I SITI ARCHEOLOGICI COME FATTORE DI SVILUPPO NELL’AREA MEDITERRANEAProblemi di valorizzazione e gestione di alcuni siti archeologici del Marocco

Gaetana Trupiano (coordinatrice), Giuseppina Cristofaro*, Carla Scaglioni*

1. Introduzione

L’aspetto rilevante dello studio sui siti archeologici del Mediterraneo riguarda il tema della gestione delle risorse archeologiche nel contesto dello sviluppo territoriale integrando, quindi, i siti archeologici nelle politiche di sviluppo locale. Si confrontano logiche diverse che dalla conservazione del patrimonio si orientano verso la gestione del territorio nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.E’ necessario chiarire che l’analisi proposta si occupa di:

1. valorizzazione del territorio sul quale insiste il sito, oltre che su scala più ampia;

2. gestione efficace del sito anche a favore della conservazione della risorsa culturale.

I due piani di studio sono strettamente legati, tenuto conto che, spesso, le politiche di tutela e valorizzazione dei siti non considerano l’ambiente esterno ad essi.Attraverso l’introduzione di principi di gestione industriale e di mercato e di gestione efficiente dei progetti culturali sarà possibile accrescere e razionalizzare l’offerta culturale, anche se non tutte le impostazioni aziendalistiche possono essere trasferite in campo culturale.

Università degli Studi Roma Tre.Lo studio è stato svolto in comune. In particolare, sono da attribuire a Gaetana Trupiano i punti: 1, 2, 4.1, 4.2, 5. Sono da attribuire a Gaetana Trupiano ed a Giuseppina Cristofaro, che ha applicato ai siti archeologici la metodologia SWOT, i punti: 4.2.1, 4.2.2, 4.2.3. A Carla Scaglioni è da attribuire il punto 3.

1

Il lavoro si articola in una prima parte metodologica che dopo aver fissato gli obiettivi, definisce le fasi di ricerca e metodo; utilizza lo strumento della SWOT analysis individuando, infine, i fattori di sviluppo. La seconda parte dello studio intende applicare la metodologia definita ad alcuni siti archeologici del Marocco, anche se metodologia e strumenti sono di natura generale e possono, pertanto, adattarsi ad altre realtà. La scelta di questo paese si pone nell’ambito di un piano di ricerca più ampio che vuole esaminare alcune realtà del Maghreb, territorio con un ricco patrimonio culturale in gran parte, come sarà evidente dall’analisi della situazione economico- gestionale dei siti presi in considerazione, non ancora pienamente valorizzato. I siti archeologici esaminati nello studio sono certamente sottoutilizzati.L’esame dei casi di studio è legata all’esigenza di acquisire risultati tangibili a livello locale e regionale con l’aiuto, in una fase successiva del lavoro, di un gruppo locale per l’espletamento di una ampia analisi e di incontri mirati con operatori locali affinché siano coinvolti strategicamente nell’elaborazione e sperimentazione del modello di gestione del sito archeologico.Per ogni sito archeologico, dopo una breve descrizione del terreno con le sue produzioni e caratteristiche, si passa ad illustrare la risorsa archeologica per soffermarsi più ampiamente su temi di gestione del sito.

2. Aspetti metodologici

2.1. Obiettivi

Si intende svolgere un’ampia analisi sul ridisegno dell’offerta culturale all’interno dell’area del Mediterraneo, individuando realtà idonee al fine di identificare le strategie d’intervento per la valorizzazione del patrimonio culturale e, in particolare, dei siti archeologici.Si tratta di valutare la capacità di attrazione che i beni culturali esercitano nelle aree territoriali di appartenenza (Colbert e altri,

2

2000; Trupiano, 2003). Riferendosi ai siti archeologici, in maniera specifica, il lavoro intende analizzare se essi esercitano e in quale misura la funzione di attrattore di attività economiche1.Nelle politiche di valorizzazione è necessario, comunque, introdurre la nozione di programmazione integrata dei siti archeologici al fine principale di favorire lo sviluppo economico locale. I piani territoriali possono riguardare anche distretti o intere regioni per l’integrazione delle risorse archeologiche all’interno di strategie di sviluppo territoriale. Si può ipotizzare la creazione di distretti culturali (Trupiano, 2003) per l’analisi degli impatti derivanti dalla valorizzazione di un sito archeologico inserendolo, se possibile, in un sistema in rete di risorse culturali presenti nello stesso territorio.Il legame con il territorio considera:

1. le risorse storiche, architettoniche, paesaggistiche;2. i prodotti della cultura materiale: artigianato, prodotti

agricoli, ecc. e immateriale: feste, tradizioni, ecc. presenti sul territorio;

3. le infrastrutture di accessibilità e di accoglienza;4. le imprese e tutti gli altri attori (pubblici e privati)

presenti nell’area di attrazione del sito.In sintesi, per attivare processi di sviluppo locale basati sulla valorizzazione del sito archeologico, è necessario attuare strategie che integrino il sito con le altre risorse e la struttura socio- economica del territorio (Valentino, 2002).Lo sviluppo economico generato dai beni culturali ha importanti impatti sulla crescita del territorio, ma può anche avere effetti negativi specialmente in termini di degrado e soprautilizzo2.1 La capacità di attrazione di un sito dipende da vari fattori, quali, ad esempio, la presenza di altre risorse culturali. 2 I principali possibili effetti positivi sono:1.maggiori investimenti in infrastrutture di trasporto: collegamenti e viabilità, vettori, mezzi di trasporto; 2.miglioramento delle forniture elettriche, dell’acqua e altri servizi; 3.aumento delle strutture alberghiere e di ristorazione; 4.aumento dei redditi privati; 5.aumento delle entrate pubbliche; 6.diminuzione della spesa pubblica di tipo assistenziale; 7.aumento dell’occupazione e della formazione professionale; 8.maggiore produzione di beni culturali; 9.crescita dell’offerta di servizi commerciali; 10.aumento delle rendite degli asset presenti nell’area circostante il bene; 11.aumento

3

Nella scheda 2.1 sono indicati gli strumenti di valorizzazione.

Scheda 2.1. Valorizzazione

Valorizzazione della risorsa archeologica attraverso:- offerta di servizi di accoglienza (libreria, bar, ecc.);- offerta di altre attività culturali (spettacoli, mostre, ecc.);- politica tariffaria (differenziazione del prezzo del biglietto per età e altre

caratteristiche dei visitatori);- gestione delle risorse umane (dipendenti, formazione);- politiche di gestione economica e finanziaria (bilanci, finanziamenti,

controlli di gestione, ecc.).

2.2. Fasi di ricerca e metodo

Le fasi del progetto si dividono in due momenti:- fase di analisi del contesto territoriale e socio- economico;- fase di analisi puntuale del sito.

L’esame delle caratteristiche socio- economiche delle aree di studio riguarda il contesto esterno- territorio e il sistema economico locale.

delle rendite terriere; 12.crescita del valore degli immobili; 13.opportunità di recupero di edifici storici e in disuso; 14.effetti indotti nel settore dell’edilizia e dell’artigianato; 15.vantaggi per l’imprenditoria locale in particolare per le imprese che contribuiscono al processo di valorizzazione; 16.miglioramento dell’organizzazione turistica pubblica; 17.nascita di consorzi privati anche agevolati da amministrazioni pubbliche; 18.miglioramento di strumenti e prodotti per la promozione turistica locale; 19.predisposizione di piani distrettuali o regionali; 20.maggiore disponibilità di valuta estera. I principali possibili effetti negativi sono: 1.rischio di soprautilizzo e distruzione; 2.congestione dovuta alla eccessiva concentrazione di flussi turistici; 3.carenza di programmi di conservazione a lungo termine; 4.aumento dell’urbanizzazione e della speculazione edilizia; 5.ristrutturazione produttiva non sempre positiva; 6.eccessiva specializzazione dell’economia; 7.degrado ambientale; 8.carenza di risorse finanziarie per la conservazione; 9.spinta all’inflazione; 10.inquinamento (Trupiano, 2003).

4

Scheda 2.2. Sistema economico locale

Popolazione;Struttura demografica;Livelli di scolarizzazione;Popolazione scolastica;Tasso di crescita del PIL;PIL ripartito per settori:agricoltura, miniere, energia e acqua, industria, costruzioni e lavori pubblici, turismo, trasporti e comunicazioni, commercio, pubblica amministrazione;Tasso di attività;Tasso di disoccupazione;Turismo: turisti secondo la nazionalità, attività ricettivo- alberghiera, tasso di occupazione nelle strutture alberghiere, attività di ristorazione, attività culturali e di intrattenimento, tour operators.

L’approccio complessivo alla gestione considera il valore del sito. Aspetti strategici sono:

- l’informazione; - l’individuazione di tutti i gruppi di interesse e, in particolare, dei responsabili della gestione a lungo termine.

Prima di tutto è importante l’informazione per redigere un piano di gestione che mantenga il significato culturale del sito; le decisioni assunte al di fuori di un piano possono essere dannose. Ad esempio, un progetto di scavo archeologico deve essere completato da progetti relativi alla conservazione e futura gestione del sito.

Scheda 2.3. Acquisizione e sistematizzazione delle informazioni

5

I principali siti archeologici del territorio analizzato;Ricerca storica, artistica, culturale, ambientale;Analisi delle risorse culturali del territorio;Turismo;Altri fattori di attrazione;

Definizione delle relazioni e dei legami tra le risorse culturali.

Per quanto riguarda l’informazione, si parte da una ricerca storica, artistica, culturale e ambientale che definisca il contesto regionale e culturale. E’ importante disporre di una analisi cartografica fisica, amministrativa, archeologica, di pianificazione territoriale.Si procede alla raccolta e analisi della produzione normativa nazionale e, per quanto possibile, della sua utilizzazione; alla raccolta e analisi di materiale bibliografico e di documentazione; all’individuazione delle fonti di informazione e delle agenzie di intermediazione informativa; alla strutturazione di questionari quali- quantitativi per l’indagine sul campo. E’ necessaria una analisi dettagliata del budget e dei dirigenti, del numero dei visitatori, della politica locale e governativa.Aspetto cruciale è quello di individuare le risorse e la volontà di proteggere un sito, un distretto o un’intera regione.La ricerca sul campo dovrà operare indagini quali – quantitative presso strutture culturali, singole imprese, potenziali intermediari informativi (ministeri e altri organismi pubblici centrali e periferici, organismi di programmazione territoriale, associazioni culturali, associazioni imprenditoriali, società di promozione di eventi e iniziative, fondazioni, imprese private, organismi internazionali, ecc.).Importante è l’analisi della situazione attuale del sito (contesto interno al sito) per comprendere l’ambiente nel quale si inserisce il progetto gestionale. Si tratta di analizzare le condizioni nelle quali potrà operare la gestione, individuando opportunità e vincoli.

Scheda 2.4. Attuali condizioni del sito

6

Ambiente; Valore sociale del sito; Proprietà; Contesto giuridico e politico; Processi di decisione; Responsabilità amministrative; Risorse finanziarie; Risorse umane e formazione; Servizi culturali, educativi e formativi attivati; Possibilità tecniche; Sistemi di protezione; Esigenze e aspettative della comunità locale; Numero dei visitatori; Tipologia dei visitatori; Prezzo del biglietto; Orari di apertura; Materiale divulgativo; Assistenza alla fruizione; Minacce alla struttura sociale e all’ambiente.

Il processo di gestione può riguardare non solo un singolo sito ma, in un contesto più ampio di natura regionale, coinvolgere l’intera gestione di un gruppo di siti così come la ricerca si è proposta definendo un’area territoriale.

2.3. Strumenti di analisi. L’utilizzo della SWOT analysis

Le metodologie di analisi sono numerose3 anche se in questo studio è stato scelto il modello metodologico della programmazione integrata che sembra più rispondente ad una serie di finalità che vanno dall’aumento del numero dei fruitori alla possibilità di disporre di una visuale più ampia per cui, trattando di gestione del sito archeologico, si esamina non solo ciò che avviene all’interno del sito, ma anche il territorio nel quale il sito si trova.Le informazioni sono raccolte utilizzando una analisi matriciale che tratta le informazioni con le matrici di impatto. E’ bene precisare subito che la SWOT analysis (Strengths, Weaknesses, Opportunity, Threat), una delle metodologie attualmente più diffuse per la valutazione dei progetti, non ha fondamento matematico o scientifico. Si basa su giudizi che debbono essere quantificati.La SWOT analysis è un procedimento di tipo logico che appartiene all’economia aziendale. Consente di sistematizzare e rendere fruibili le informazioni raccolte su un argomento specifico; è utilizzata per fornire informazioni fondamentali per la definizione 3 I modelli utilizzati per l’analisi dell’impatto economico sono vari; importante è l'analisi costi- benefici e il metodo multicriteriale (Trupiano, 2001) che prende in considerazione una pluralità di indicatori per definire la valenza socio- economica e qualitativa del progetto al fine di sostenere la scelta del decisore pubblico.

7

di politiche e linee di intervento. Dopo aver sottolineato le situazioni ambientali, definisce una strategia.E’ un’analisi idonea ai fini della nostra ricerca in quanto collega la conoscenza del contesto nel quale operano i siti archeologici a politiche di sviluppo territoriale e di valorizzazione degli stessi siti.Attraverso la SWOT analysis, si classificano e valutano gli elementi positivi di forza, negativi di debolezza, le opportunità da raggiungere nel breve/ medio periodo e le minacce, cioè le difficoltà che si incontrano, sempre nel breve/ medio periodo, nel processo di integrazione tra siti archeologici e territorio. Punti di forza e punti di debolezza riguardano il presente, mentre opportunità e minacce il futuro.

Scheda 2.5. SWOT analysis

S = STRENGTHS PUNTI DI FORZAW = WEAKNESSES PUNTI DI DEBOLEZZAO = OPPORTUNITIES OPPORTUNITA’T = THREATS MINACCE

Raccolte le informazioni necessarie per definire un quadro completo della situazione dei siti e del contesto nel quale si collocano, è possibile procedere ad una valutazione che si raggiunge attraverso l'analisi dei punti di forza e di debolezza. I punti di forza sono gli aspetti positivi (fattori critici di successo) e i maggiori elementi a favore dello sviluppo, mentre i punti di debolezza (fattori che accrescono le minacce o riducono le opportunità) individuano gli ostacoli da superare. Le opportunità (condizioni di valore attuale o potenzialità di vantaggio) sono i possibili vantaggi futuri da utilizzare a proprio favore allocando le risorse e, in generale, definendo una strategia di sviluppo. Le minacce (elementi di rischio di insuccesso) sono rappresentate da fattori di rischio che possono verificarsi in futuro condizionando i risultati della strategia di sviluppo e valorizzazione.In sintesi, la SWOT analysis evidenzia punti di forza e di debolezza per far emergere quelli ritenuti in grado di favorire, oppure ostacolare, gli obiettivi proposti: valorizzazione del sito

8

archeologico e sviluppo economico del territorio. Le variabili esaminate sono endogene, cioè interne al sito archeologico, ed esogene, cioè esterne ad esso.La metodologia SWOT potrà essere efficace se sarà in grado di operare una interpretazione “incrociata” dei diversi fattori evidenziati. Dall’analisi dei punti di forza si tende ad eliminare i punti di debolezza al fine di massimizzare le opportunità, riducendo le minacce.Generalmente questa lettura “incrociata”, che mostra i risultati dell’analisi, è presentata in forma di diagramma sintetico per passare, successivamente, ad una descrizione approfondita. La griglia SWOT rappresenta un punto di riferimento per individuare le condizioni necessarie ad operare con successo per il raggiungimento degli obiettivi proposti.In particolare, per definire una strategia di intervento per i siti archeologici analizzati è necessario, infatti, passare attraverso una diagnosi della situazione di ciascuno di essi. Si tratta di individuare problemi e potenzialità di ogni sito archeologico da un punto di vista che ne spieghi la valorizzazione economica e, in generale, la fruizione del bene culturale.La SWOT analysis consente, quindi, di individuare gli elementi positivi (punti di forza) o negativi (punti di debolezza) che caratterizzano un sistema territoriale: importante è l’analisi delle potenzialità e dei possibili rischi. E’ chiaro, infatti, che le caratteristiche del contesto territoriale possono agevolare oppure ostacolare la fruizione e rappresentare, quindi, un primo elemento da valutare nell’elaborazione di un progetto di valorizzazione (Valentino, 2002).In questo lavoro la SWOT analysis, con alcune correzioni legate all’obiettivo dell’esame del sito nel contesto territoriale, è stata effettuata per ciascuno dei siti archeologici esaminati. Da questa analisi emerge una valutazione d’insieme sulla fruibilità del sito, sul suo inserimento nel contesto ambientale e territoriale e sul suo livello di dotazione di infrastrutture e servizi.La SWOT analysis tiene conto dei diversi ambiti tematici.

9

Ad ogni funzione si può attribuire un punteggio individuando una scala numerica; più alto è il punteggio, maggiore è l’impatto per la presenza (punti di forza) o l’assenza (punti di debolezza) nei diversi contesti (gestione interna e territorio).

Scheda 2.6. Ambiti tematiciS W O T

Caratteristiche del sitoAmbiente socio- economicoTerritorioRicettivitàEntertainment

Per ogni ambito tematico viene costruita una matrice.

Scheda 2.7. Matrice

Caratteristiche del sito:Valore del contesto ambientale; Stato di conservazione; Fruibilità; Servizi aggiuntivi;Valutazione di interesse scientifico e culturale; Valutazione complessiva delle opportunità e potenzialitàAmbiente socio –economico:Valore ambientale e paesistico; Giardini; Parchi naturali; Parchi botaniciTerritorio:Trasporti; Comunicazioni ; Istruzione; Attività produttive; Cultura; TurismoRicettività:Alberghi di alto livello; Alberghi di medio- basso livello; Campeggi;VillaggiEntertainment:Teatri; Fiere; Spazi per spettacoli musicali ed eventi culturali; Sport

2.4. Fase di individuazione dei fattori di sviluppo

Alla fine della fase di analisi è possibile indicare alcuni degli elementi necessari a rendere operativo un processo di cambiamento e sviluppo. Bisogna esaminare esempi concreti di successo di strategie a lungo termine per aiutare coloro che sono interessati ad introdurre nuovi approcci alla gestione dei siti nel bacino del Mediterraneo. Uno strumento è quello della gestione negoziata tra i diversi

10

stakeholders (conferenza dei partecipanti) che insieme operino per lo sviluppo sostenibile da un punto di vista culturale. Le forme di gestione efficace ed efficiente vanno quindi individuate sotto due livelli:

1. livello di coordinamento a livello territoriale che vede riuniti i diversi soggetti rappresentativi del sito e delle amministrazioni territoriali circostanti con obiettivi di programmazione congiunta e coordinamento delle iniziative (sia di sviluppo del territorio che di sviluppo culturale e turistico).

E’, quindi, importante individuare i diversi gruppi di interessati (stakeholders) che comprendono:

- gli organismi amministrativi a livello centrale e locale con potere decisionale;

- gli investitori privati e gli sponsor;- il settore turistico;- l’amministrazione del sito; - gli istituti di ricerca nazionali e internazionali.

2. livello di gestione puntuale del sito per individuare le forme gestionali più opportune per l’erogazione dei servizi.

Per quanto riguarda la gestione del sito è possibile operare in due fasi: la prima esamina la situazione gestionale, mentre la seconda suggerisce alcuni interventi.Per quanto riguarda la situazione gestionale bisogna soffermarsi sulla: - struttura della gestione del sito: curatore, articolazione del personale;

- rapporti con altre autorità amministrative;- budget:

- tipi di entrate e spese; - esistenza e gradi di autonomia finanziaria.

Gli interventi suggeriti riguardano:- istituzione di centri di accoglienza, parcheggi; - creazione di strutture residenziali, caffè, ristoranti, aree di ristoro;

11

- istituzione di un centro amministrativo, archivio, museo, biblioteca, laboratorio di conservazione, strutture per la ricerca;- formazione del personale rivolta a specialisti, responsabili del sito e a tutto il personale ai diversi livelli.

3. L’esempio del Marocco

3.1. Il contesto socio-economico

Il Regno del Marocco è situato all’estremità della costa africana sulla sponda sud del Mediteranno. Si estende su una superficie di circa 444, 550 km², lambita a Nord-Ovest dal Mar Mediteranno, ad Est confina con l’Algeria e a Sud con la Mauritania. Il grafico che segue presenta l’evoluzione della popolazione marocchina dagli anni ’60 ad oggi, suddivisa tra urbana e rurale. Come si vede, l’andamento della seconda si mantiene costante nel tempo, viceversa quello della prima è crescente, tanto da riuscire a superare quella rurale a partire dalla seconda metà degli anni ’90.

Note. Per i dati dal 1983 al 1993 le proiezione sono state riviste sulla base dei risultati del RGPH (censimento) 1994.

12

(1) Proiezione al 1 luglio di ciascun anno (CERED). (2) Comprende le province sahariane a partire dal 1982. (3) Recensement Général de la Population et de l'Habitat (popolazione legale).Elaborazioni proprie.

Fonte: Direction de la Statistique-Annuario Statistico 2002.

Il grafico che segue mostra la ripartizione percentuale delle varie coorti di età rispetto al totale della popolazione, tra il 1997 e il 2001. La ripartizione adottata evidenzia l’incidenza della popolazione attiva rispetto a quella totale, facendo risaltare come la speranza di vita sia rimasta costante negli ultimi 5 anni, mentre il trend della popolazione al di sotto dei 14 anni stia lentamente diminuendo.

Elaborazioni proprie

Fonte: Centre d'Etudes et de Recherches Démographiques (CERED)-Direction de la Statistique-Annuario Statistico 2002.

Il tasso di disoccupazione urbano è cresciuto tra il 1991 e il 2001 del 2,2%, mentre il tasso di attività è diminuito del 3,7%. I tassi più elevati interessano i giovani al di sotto dei 34 anni (con il 30,3% nel 2000) e i laureati (il 29%). Vi è un ulteriore dato preoccupante:

13

coloro che cercano lavoro aumentano annualmente del 5%, mentre la creazione di nuovi posti di lavoro è pari al 4%. Affinché i lavoratori in esubero possano essere assorbiti, l’OCSE (2002) ha stimato che il tasso di crescita dovrebbe attestarsi tra il 6 e l’8%, cosa al momento impensabile.

Tab. 3.1. Andamento dei principali indicatori dell’occupazione (1991-2001)

1991 1996 2001

Tasso di attività urbano (popolazione dai 15 anni in su) 49,7 49,9 46,0 Tasso di disoccupazione urbano (popolazione dai 15 anni in su) 17,3 18,1 19,5

Elaborazioni proprie.

Fonte: Centre d'Etudes et de Recherches Démographiques (CERED)-Direction de la Statistique-Annuario Statistico 2002.

Va sottolineato che per il Governo la “battaglia” alla povertà è diventata una priorità, portandolo a varare un sostanziale programma di investimenti in infrastrutture e in campagne di alfabetizzazione soprattutto nelle zone rurali non sviluppate. La campagna di alfabetizzazione si inserisce in una serie di riforme socio-politiche, che interessano sia la promozione del ruolo della donna all’interno della società marocchina, sia le condizioni dei bambini dagli otto ai sedici anni delle zone rurali (OCSE, 2002).Come si è detto, l’economia marocchina è cresciuta molto lentamente. Significativo sembra soprattutto lo spread tra il tasso medio di crescita del PIL nazionale e di quello pro capite: il primo si attesta intorno al 2,8 per cento, mentre il secondo è pari al 1,6 per cento. Secondo l’OCSE (2002) proprio il declino degli indicatori sociali sarebbe alla base della difficoltà di raggiungere una crescita sostenibile. La figura che segue mostra come sia variato nel decennio il tasso di crescita del PIL e quale sia il trend

14

in media, mostrando un andamento estremamente volatile e imprevedibile.Attualmente l'economia del paese poggia principalmente sui settori dell’agricoltura, della pesca, dell’industria, dell’artigianato, delle rimesse degli emigrati e, infine, del turismo. Il grafico seguente mostra l’incidenza di alcuni dei settori maggiormente significativi sul PIL.La principale risorsa rimane il turismo, che si espande rapidamente. Le statistiche indicano in 2,4 milioni gli ingressi turistici nel 1999, passati a 2,6 milioni nel 2000, con un incremento medio del 10%. Il settore turistico è, dunque, ancora in una fase di forte espansione e soggetto ad un massiccio piano di investimenti, sia pubblici che privati, da parte di imprenditori arabi, americani, europei e locali, crescendo soprattutto in termini di creazione di nuove infrastrutture e capacità di accoglienza.

Elaborazioni proprie.

Fonte: Centre d'Etudes et de Recherches Démographiques (CERED) - Direction de la Statistique-Annuario Statistico 2002.

15

Elaborazioni proprie.

Fonte: Centre d'Etudes et de Recherches Démographiques (CERED)-Direction de la Statistique-Annuario Statistico 2002.

Tab.3.2. Turisti secondo la nazionalità (1997-2001)

1997 1998 1999 2000 2001 Europei 1.496.089 1.601.543 1.866.691 1.910.489 1.856.069 Arabi 116.577 125.654 130.016 132.191 144.842 Diversi 210.782 226.434 278.107 282.821 248.751Totale turisti stranieri 1.823.448 1.953.631 2.274.814 2.325.501 2.249.662Marocchini residenti all’estero 1.248.220 1 141.074 1.541.827 1.787.532 1.973.653Totale generale 3.071.668 3.094.705 3.816.641 4.113.033 4.223.315

Fonte: Direction Générale de la Sûreté Nationale- Direction de la Statistique-Annuario Statistico 2002.

3.2. L’organizzazione amministrativa territoriale

La Costituzione del 1996 (articolo 101) ha ridisegnato l’organizzazione amministrativa del Regno del Marocco, indicando

16

come comunità locali: le regioni, le prefetture, le province e i comuni. Il Marocco è diviso in 16 regioni, ripartite in 45 province e 25 prefetture (wilaya). Ciascuna regione è governata da un Consiglio, mentre le province e le prefetture sono gestite da un’Assemblea locale eletta e coadiuvata da un Governatore. In particolare, alle Regioni viene riconosciuto il compito di indirizzo e promozione dei processi di sviluppo locale, in collaborazione con l’autorità amministrativa centrale o con altri soggetti pubblici.I comuni hanno la responsabilità di tutto ciò che accade sul territorio locale, sia urbano che rurale; votano sui bilanci preventivi e consuntivi; tracciano i programmi per lo sviluppo economico e sociale, di concerto con la programmazione nazionale; organizzano i servizi locali e decidono sulle proprie partecipazioni finanziarie a società di capitali miste.

3.3. Le regioni che interessano la ricerca

Date le finalità della presente analisi, le Regioni su cui ci si soffermerà maggiormente sono quelle su cui insistono i siti archeologici oggetto della ricerca stessa. Nella regione del Gharb – Chrarda, a Kenitra, si trova, infatti, il sito di Thamusida; a Rabat – Salé c’è Chellah, l’antica Sala Colonia; in quella di Meknès – Tafilalet è possibile visitare il sito archeologico più famoso di tutto il Marocco: Volubilis.Ciascuna delle regioni citate presenta caratteristiche geografiche e condizioni socio-economiche peculiari, che influiscono necessariamente anche sulla definizione di eventuali programmi di sviluppo locale. Quest’ultimo è stato considerato uno degli obiettivi prioritari dell’azione dello Stato e delle comunità locali, proprio a partire dalla promulgazione della Carta Comunale del 1976, ma è solo dalla riforma costituzionale del 1996, accennata in precedenza, che ci si è resi conto che la pianificazione locale non poteva avvenire senza un adeguato sistema di informazioni statistiche decentralizzate ed affidabili sulle principali variabili

17

socio-economiche, prime fra tutte quelle dei servizi e delle infrastrutture presenti sul territorio. Per dar conto di quali siano le attuali condizioni in cui si trovano le regioni considerate, si è pensato di offrire una breve descrizione di ciascuna.

Gharb - Chrarda - Béni Hssen

La regione del Gharb - Chrarda - Béni Hssen comprende le province di Kénitra e di Sidi Kacem e copre una superficie di 8.809 km², pari all’1,2 per cento della superficie nazionale. La popolazione regionale nel 2000 era di 1,8 milioni di abitanti, mentre la sola provincia di Kénitra raggruppava più del 60 per cento della popolazione con un tasso di urbanizzazione del 41,1 per cento. La regione ha numerose ricchezze naturali, soprattutto gode di un clima che facilita l’agricoltura. Quest’ultima è considerata il settore chiave dell’economia locale, contribuendo alla produzione nazionale del riso per il 100 per cento, dei girasoli del 65,6 per cento, degli agrumi del 21 per cento e del latte del 17 per cento.Anche la pesca rappresenta un’attività fondamentale per il sistema economico locale, grazie, in particolare, al porto di Media. Negli anni passati, la flotta marittima è stata soggetta a un sostanziale processo di ammodernamento.Il settore industriale, anch’esso strategico per le attività economiche regionali, è caratterizzato soprattutto dai comparti agro-alimentare, tessile, chimico e parachimico.Nonostante le numerose potenzialità attrattive naturali (la morfologia naturale favorirebbe sia il turismo balneare che quello naturalistico, data la presenza di numerose foreste) e storiche (i siti archeologici di Banasa e Thamusida), il turismo non è ancora valorizzato in maniera adeguata. La capacità recettiva rimane bassa e gli alberghi presenti sono in maggioranza di basso livello, da una a tre stelle, concentrandosi soprattutto nella provincia di Kénitra.

18

Rabat - Salé - Zemmour - Zaer

La regione di Rabat - Salé - Zemmour – Zaer è costituita da quattro prefetture: Rabat, capoluogo della regione e capitale amministrativa del Regno, Salé Medina, Salé Al Madida, Striate-Témara e dalla provincia di Khémisset. Si estende su una superficie di circa 9.580 km². La popolazione è pari a 2, 28 milioni di abitanti con un tasso di urbanizzazione pari all’82, 8 per cento.Nel 1999 il settore dei servizi era predominante rispetto alle altre attività economiche con il 57 per cento degli occupati, superando quello industriale che impiegava il 25,9 per cento della popolazione attiva. Attualmente l’industria regionale è concentrata nella produzione agro-alimentare, in quella tessile e conciaria, in quella chimica e parachimica; è maggiormente localizzata nelle prefetture di Rabat e Salé. Anche l’artigianato costituisce un’attività di rilievo per la regione, che da sola nel 2000 è riuscita a coprire ben il 43,3 per cento della produzione nazionale dei tappeti.L’attività agricola è molto diversificata all’interno della regione, anche se le potenzialità produttive non sono sfruttate in modo adeguato. La produzione maggiore è incentrata sui cereali, i legumi e le culture olearie.Il turismo beneficia della varietà geografica della regione stessa: 75 km. di coste, grandi foreste, Dayat Roumi, Aïn Lalla Hiya à Oulmes e siti monumentali e archeologici presenti a Rabat, tra cui Chellah, di cui tratterà approfonditamente in seguito.

Meknès – Tafilalet

La regione di Meknès – Tafilalet si compone di due prefetture: Meknès-El Menzeh e Al Ismaïla e di quattro province: El Hajeb, Ifrane, Khénifra e Errachida. Si estende su una superficie di circa 79.210 km² che da sola rappresenta l’11 percento del territorio nazionale. La popolazione è pari a 2 milioni di abitanti con un tasso di urbanizzazione pari al 54, 1 per cento.Nel 1999 il settore agricolo, molto diversificato all’interno della regione, impiegava il 47,4 per cento della popolazione attiva. La

19

superficie coltivata è ampia e molto fertile, grazie alle numerose sorgenti d’acqua presenti all’interno del territorio, caratteristiche che favoriscono lo sviluppo delle culture più moderne come quella dei cereali, olearie e ortofrutticole, ma soprattutto la viticoltura e le palme da dattero. Le foreste, localizzate soprattutto nelle province di Khénifra e di Ifrane, giocano un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’economia locale, sostenendo l’artigianato e il settore dell’edilizia e contribuendo alla promozione dei numerosi comuni rurali. Nella regione è presente anche una vasta gamma di minerali, in particolare piombo, zinco, manganese e ferro. L’industria regionale è concentrata maggiormente a Meknès, dove si trova l’83 per cento delle imprese censite, ed è dominata da quella agro-alimentare, anche se sono presenti altri comparti come il tessile e il conciario, il chimico e il parachimico.Sul piano del turismo, la regione costituisce una zona di grande attrazione, perché unisce alla ricchezza naturale (nella provincia d’Errachida sono presenti, infatti, le stazioni sciistiche di Michlifen e Jbel Habri) a quella storica, avendo al suo interno molti monumenti, come quelli presenti nella città di Meknès, o il sito archeologico romano di Volubilis, oggetto della presente ricerca, o ancora la città santa di Moulay Idriss, meta di numerosi pellegrinaggi.

4. I siti archeologici

4.1. L'organizzazione amministrativa dei siti archeologici

Gli organismi che si occupano di siti archeologici in Marocco sono:1. Amministrazione centrale: Ministère des Affaires Culturelles:

1.1. Direction du Patrimoine Culturel (DPC). Si occupa della gestione amministrativa dei siti, dell’attività di tutela, conservazione e promozione;1.2. Institut National des Sciences, de l’Archéologie et du Patrimoine (INSAP). E’ un istituto di

20

formazione e ricerca con potere di autorizzazione per tutti gli interventi di ricerca archeologica4;

2. Fond National - Action Culturelle (FNAC). Dipende dal Secrétariat Général du Ministère des Affaires Culturelles. Gestisce le entrate derivanti dagli ingressi ai musei, ai monumenti e ai siti archeologici. Si tratta di una cassa autonoma che dipende direttamente dal Ministro, centralizza autonomamente le entrate e finanzia gli interventi della DPC. Il FNAC ha il potere di autorizzazione per quanto riguarda gli accessi gratuiti;

3. Société Marocaine d’Archéologie e du Patrimoine (SMAP), organismo di utilità pubblica che fornisce contributi esterni alla struttura di gestione. Si occupa di valorizzazione e scavi archeologici;

4. Enti locali. Possono fornire personale e altri apporti e percepiscono, talvolta, quote dei proventi dei diritti d’entrata;

5. Curatori dei siti archeologici. Dipendono dalla Division des Musées, Direction du Patrimoine Culturel (DPC).

I musei che interessano i siti esaminati sono:1. Museo archeologico di Rabat;2. Museo archeologico di Tétouan;3. Museo archeologico di Tangeri.

4.2. I siti archeologici esaminati nella ricerca

I principali siti archeologici del Marocco si trovano in quella parte del territorio che in epoca romana veniva chiamata Mauritania Tingitana. Questa vasta regione aveva natura di Provincia Imperiale e come capitale Tingis (l’attuale Tangeri). Il suo confine inferiore era rappresentato dall’odierna Rabat (Colonia Sala) e quello orientale dall’oued Moulouya. La geografia degli insediamenti è, in parte, comune a città del Marocco antico: gli insediamenti sorgono lungo un oued

4 La separazione delle competenze non è in realtà operativamente molto chiara tanto da rendere incerta la relazione funzionale tra i due organismi.

21

navigabile, non lontano dal mare, su un’altura fortificata al riparo da straripamenti. Sono queste le caratteristiche geografiche di Sala lungo il fiume (che oggi si chiama Bou Regreb) al centro di Rabat; di Thamusida che si trova lungo il fiume Sebou, su colline e non lontano dall’oceano (Papi, Vismara, a cura, 2002).Attualmente, sono state individuati almeno 23 centri romani, ma solo 8 di essi sono stati scavati. Fra questi, oltre Volubilis (sede secondaria del procuratore imperiale), i più significativi, per estensioni e per monumenti ritrovati, sono Thamusida e Chellah dove esistono numerosi reperti di epoca fenicia e romana. Ad esclusione di Volubilis, i siti sono poco conosciuti al grande pubblico e persino ad alcuni specialisti.

4.2.1. Volubilis

Contesto economico e territoriale

Volubilis è il principale sito archeologico del Marocco, inserito nel 1997 dall'UNESCO nell'elenco dei siti da salvaguardare in quanto patrimonio dell'umanità5.Il sito di Volubilis, visitabile tutti i giorni fino al tramonto, occupa, attualmente, 40 ettari circa; un’area ristretta che rende facile la visita. Si trova a 400 metri d’altezza, a 3 Km. di distanza dalla città di Moulay Idriss (città santa) e a circa 20 Km. da Meknès, sulla riva destra dell’oued Khouman.

5 Oltre al sito archeologico di Volubilis, sono inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO: la Medina di Fes (1981), la Medina di Marrakesh (1985), Ksar d’Ait- Ben- Haddou (1986), la città storica di Meknés (1996), la Medina di Tétouan, antica Titawin (1997) e la Medina d’Essacuiura, antica Magador (2001).Il Regno del Marocco, Ministero degli affari culturali, e la Repubblica italiana, Provincia di Salerno, con l’obiettivo di promuovere le relazioni di cooperazione e di scambi culturali tra i due paesi, hanno convenuto di procedere al gemellaggio tra il sito archeologico di Volubilis e il Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, iscritti nel patrimonio mondiale dell’UNESCO, in considerazione della loro importanza storica e della loro appartenenza a grandi civilizzazioni del bacino del Mediterraneo.

22

Si può raggiungere in macchina (tre strade che consentono di fare un circuito di 150 Km. passando per Fès, Meknès, Volubilis e Moulay Idriss) o in taxi (grand taxi) da Meknes.Il nome è probabilmente di origine berbera: Oualili significa oleandro, pianta che cresce in zone ricche di acqua. La scelta del luogo su cui sorse la città (di origine berbera) fu dettata, probabilmente, dall'abbondanza di acqua, dalla fertilità del terreno, adatto all'agricoltura e, in particolare, alla coltura dell'olivo.L’economia locale è caratterizzata da agricoltura tradizionale, specializzata nella produzione di olio (in modo tradizionale) e grano; è presente la pastorizia.L’artigianato locale produce ceramiche e tappeti. Gli abitanti vivono in villaggi sulle montagne perché i campi nella piana sono esclusivamente destinati alla coltivazione.

Notizie sulla gestione del sito

Gli scavi hanno riportato alla luce reperti di epoca mauritana (dal II secolo a.c. al 40 d.c.), ma, soprattutto, le imponenti rovine della città romana, ricca di edifici di culto e civili, di quartieri residenziali e oleifici. E’ un sito statale, registrato, inserito in alcuni circuiti turistici.Il Decreto reale del 14 novembre 1921 delimita e tutela il sito.Responsabile dell'amministrazione è un curatore che risiede nel sito stesso, coadiuvato da 34 funzionari del Ministero degli Affari Culturali. I custodi (dipendenti dell'ente locale) sono 10 e le guide autorizzate 9 (Scheda 4.1).

Scheda 4.1. Personale di Volubilis

1 curatore del Ministero della Cultura (archeologo)34 funzionari del Ministero della Cultura10 custodi dipendenti dell'ente locale 9 guide autorizzate (private)

23

I visitatori per anno sono circa 170.000, grazie anche alle attività culturali e sportive che vi si svolgono e che coinvolgono turisti, residenti e scuole. Il costo del biglietto di ingresso è di:

- 20 DH6 per gli adulti, - 3 DH per i gruppi organizzati e - 2 DH per i ragazzi con meno di 12 anni.

Abbastanza buona l'accoglienza, grazie alla presenza di un caffè - ristorante gestito da privati e di un bazar, sempre privato, per l'acquisto di cartoline, souvenir del sito e prodotti dell'artigianato locale. Banchi di prodotti artigianali sono dislocati lungo la strada di accesso all'ingresso del sito. Carente, invece, è lo stato dei servizi igienici. In quanto alla capacità ricettiva, è possibile pernottare a Meknès o poco distante dal sito all'albergo a 4 stelle Volubilis Inn, dotato di tutti i confort. Esiste, inoltre, un camping tra Meknès e Volubilis ed un altro è in fase di progettazione.Di seguito è riportata una scheda riepilogativa dell’analisi SWOT (Scheda 4.2.).

Scheda 4.2 - ANALISI SWOT DI VOLUBILIS

AMBITI TEMATICI PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

Caratteristiche del sito

Stato di conservazione Buono lo stato di conservazione dei mosaici, molti sono ancora gli scavi in corso; il sito è visitabile con facilità e in poco tempo

Fruibilità Vicinanza a Meknès e a Moulay Idriss; ampi spazi parzialmente utilizzati all'interno

Assenza di segnaletica; carenza di materiale esplicativo e di informazioni storiche e archeologiche; numero insufficiente di guide;

6 Di cui 10 DH vanno al FNAC e 10 DH all'ente locale.

24

assenza di pannelli di segnalazione e spiegazione all'interno dell'area

Servizi aggiuntivi Biglietteria; bar ristorante; bazar; parcheggio; servizi igienici

Cattivo stato dei servizi igienici

Valutazione complessiva delle opportunità e potenzialità

Elevato potenziale di attrazione turistica

Ambiente socio – economico

Valore ambientale e paesaggistico

Elevato

Parchi naturali Vicinanza del parco nazionale nei pressi di Meknès

Parchi botanici Alta varietà di piante presenti nel sito

Territorio

Trasporti Collegamenti da Rabat: treno fino a Meknès , taxi

Trasporti; servizi

Comunicazioni Vicinanza a Meknès e a Rabat

Attività produttiveProduzioni locali di valore nel settore agricolo; agricoltura; artigianato; incremento delle fasce centrali d’età della popolazione attiva; buone prospettive di crescita occupazionale nei settori agricolo, turistico, ambientale; presenza di consolidati e apprezzabili flussi turistici

Inadeguatezza dei servizi alle imprese; coltivazioni tradizionali

Cultura Presenza di beni unici e noti Assenza di attività di marketingTurismo Il sito è inserito in alcuni dei

principali circuiti turistici

Ricettività

AlberghiAlbergo a 4 stelle: Holiday Inn a Volubilis; alberghi di vari livelli a Meknès

Campeggi Campeggi

Entertainment

25

Teatro Attività culturali all'interno del sito

Spazi per spettacoli musicali ed eventi culturali

All'interno dell'area archeologica

Sport Deltaplano nelle vicinanze

Con riferimento all’analisi SWOT precedentemente descritta, possiamo individuare i progetti adatti a sviluppare i punti di forza che possono offrire maggiori opportunità di sviluppo del territorio soprattutto nell’ambito occupazionale:

1. articolata offerta turistica integrata con l'offerta di prodotti tipici e con la valorizzazione del patrimonio storico-culturale, archeologico e naturalistico;

2. creazione di migliori condizioni socio-economiche; 3. potenziamento dell’ambiente economico agricolo;4. promozione dell’integrazione nel mercato del lavoro;5. aumento della produttività agricola; 6. creazione di agenti di sviluppo territoriale, guide

turistiche, animatori turistici.Altro punto di forza è il possibile coinvolgimento degli attori impegnati in tutte le attività produttive, sia quelle nel campo turistico: ristorazione, vendita di prodotti tipici, artigianato, trasporti, sia quelle interessate indirettamente dallo sviluppo del sito: commercio in genere, agenzie immobiliari, associazioni culturali, altre attività produttive legate al territorio.Le azioni da intraprendere per attuare la pianificazione delle risorse potrebbero essere le seguenti:

- schedatura e catalogazione della "emergenze" dell'area, dei luoghi di particolare interesse, delle potenzialità e vocazioni turistiche da valorizzare7;

7 La Société Marocaine d’Archéologie du Patrimoine, SMAP, si occupa della valorizzazione del centro antico e ha impedito la costruzione di un complesso industriale nella zona archeologica che non è stata ancora interessata da scavi, dove potrebbe trovarsi l’antico porto della città. La Société ha iniziato alcuni scavi e si sono avute scoperte archeologiche nella zona urbana; tuttavia, la mancanza di fondi ha impedito per il momento la prosecuzione delle ricerche. Una elevata potenzialità deriva dalla creazione di un circuito culturale che comprende i siti archeologici e

26

- individuazione di itinerari turistici e dei luoghi particolarmente rappresentativi da attrezzare come nodi principali della rete;

- predisposizione di un sistema a rete di strutture ricettive e costituzione di una struttura per la gestione della ricettività dell’area e per l’erogazione di servizi connessi alla ricettività;

- realizzazione di un sistema di segnaletica ambientale;- interventi di adeguamento e/o ristrutturazione di edifici

destinati a diventare, all'interno dell'itinerario turistico, luoghi di sosta, di accoglienza, di distribuzione di prodotti locali, di divulgazione di informazioni;

- istituzione di un ufficio turistico; - realizzazione di elementi di comunicazione necessari a

organizzare e promuovere l'informazione turistica e la valorizzazione ambientale;

- creazione di appositi uffici a cui può essere demandata anche la progettazione ed edizione di prodotti multimediali e che dovranno curare i rapporti con i mezzi di comunicazione.

4.2.2. Sala (Chellah)

Contesto economico e territoriale

La necropoli di Chellah rappresenta il più antico insediamento dell’odierna Rabat; situata a circa tre Km. dal centro della città, occupa il sito della romana Sala (VII° - VI° secolo a.C.) e si estende per circa 7000 ettari su una bassa collina coperta di vegetazione, rifugio di cicogne.

Notizie sulla gestione del sito

storici più importanti della regione (Larache, Asilah, Colonia di Zilil, Ksar el Kébir, ecc.).

27

Il complesso, rovinato dal sisma del 1755, mostra le tracce delle diverse occupazioni cui è stato soggetto.All'esterno della Zaouia si trova una sorgente, Ain Mdafa, considerata sacra. Presso la sorgente sorgono alcune piccole tombe di marabout bianchi.Ai piedi del complesso si estende un giardino alimentato dalle acque della vicina sorgente.Il sito, di proprietà statale, è registrato dal Decreto reale del 19 novembre 1920 che definisce come monumento storico tutto il complesso di Chellah. E' vietata, quindi, qualsiasi costruzione adiacente all'area e non può essere apportata alcuna modifica di qualsiasi natura all’aspetto dei luoghi indicati.Responsabile dell'amministrazione e della gestione del sito è una curatrice che viene coadiuvata da 21 addetti: 5 impiegati amministrativi e 13 guardiani (4 alla biglietteria), tutti dipendenti direttamente dal Ministero degli Affari Culturali.Il sito è visitabile tutti i giorni fino al tramonto ed essendo all'interno della città di Rabat è di facile accessibilità. Il costo del biglietto di ingresso è di 10 DH per gli adulti, 3 DH per i gruppi organizzati e 2 DH per i ragazzi con meno di 12 anni. Notevole è la carenza nei servizi di accoglienza ai visitatori, non essendo disponibile alcun materiale informativo sul sito all'interno del complesso. Vi è un'unica guida autorizzata per la visita, non dipendente dal Ministero.Mancano, infine, totalmente servizi aggiuntivi (bar, librerie, guardaroba, ecc.) e solo alcuni privati, autorizzati dal Ministero, vendono oggetti tipici, collane e cartoline del sito e del Marocco.Numerose, viceversa, sono le attività culturali e le manifestazioni che si svolgono periodicamente all'interno del complesso di Chellah. La terrazza-belvedere che si trova nel cuore dell'area, proprio per la sua collocazione suggestiva, viene di volta in volta utilizzata per festival musicali, attività teatrali, concerti, presentazione di libri, convegni, attività didattiche e sfilate di moda, come evidenziato dalla scheda seguente.

28

Scheda 4.3. - Attività culturali di Chellah (1995 - 2003)

1995 Giornata mondiale dei monumenti storici1999 Premio del libro 1998, Ministero della cultura e della

comunicazione2000 Giornata mondiale dei monumenti e siti archeologici

Attività didattica e ricreativa, Istituto francese di Rabat2001 Caffè, scienze e poesia, Istituto francese di Rabat2002 Attività didattica e scientifica

Festival Mawazine Spettacolo Giornata mondiale della musicaTorneo video clip Riprese di serie televisive Sfilata di moda e filmato

2003 Festival Mawasine

Fonte: Curatore di Chellah

Lo studio dell'andamento delle entrate derivanti dalla vendita dei biglietti del loro andamento per gli anni 1994-2002 (Tabella 4.1) evidenzia come la situazione finanziaria presente sia piuttosto discontinua, mostrando frequenti picchi negativi all'interno dei vari anni. In particolare, sembra estremamente significativo che nell'arco di 8 anni, esse si riducano di circa la metà, passando dai 843.935 DH del 1994 ai 460.200 DH del 2002. Tali andamenti negativi possono essere in parte ricondotti alla diminuzione dei flussi turistici, che hanno interessato tutto il Paese, soprattutto a causa della minaccia terroristica internazionale, ma in parte sono da attribuirsi, anche, alla non ancora efficiente gestione del sito stesso.

29

Tabella 4.1. ENTRATE (1994 - 2002)

Anno Introiti in DH1994 843 935 1995 516 980 1996 492 150 1997 634 570 1998 821 080 1999 805 590 2000 752 000 2001 541 990 2002 460 200

Fonte: Curatore di Chellah

Consapevole delle potenzialità di Chellah, ma anche dei limiti dell'attuale gestione, nel corso dei mesi di marzo- aprile 2002 la stessa curatrice ha deciso di somministrare ai visitatori, stranieri e marocchini, un questionario in più lingue: arabo, francese e inglese.Dai risultati, che emergono dall'analisi delle risposte dei 450 questionari compilati, di cui 400 da stranieri, si evidenziano con chiarezza quali siano allo stato attuale i punti di forza e di debolezza del complesso di Chellah.

30

Fonte: Curatore di Chellah

Per ciò che concerne il livello di gestione del sito, il 12% dei visitatori ritiene che sia abbastanza buono, il 37% medio, mentre per il 51% tale livello è scarso; a conferma di quanto detto in precedenza, in merito al livello di accoglienza e comunicazione, l’80% degli intervistati sottolinea che c’è grande carenza di materiale esplicativo e di informazioni storiche e archeologiche relative al sito, di un numero sufficiente di guide e di pannelli di segnalazione e spiegazione all'interno dell'area recanti indicazioni sia di natura storica che naturalistica. Inoltre, è stata più volte evidenziata l'assenza sia di un bar che di un'area di sosta. Anche l'opinione sullo stato di conservazione del sito è stata negativa, riscontrando una situazione precaria dei monumenti. Alla luce di quanto detto finora, è possibile tracciare utilizzando l'analisi SWOT quali possano essere le linee future di intervento per migliorare la gestione del sito di Chellah, e conseguentemente quali possano esserne gli effetti positivi sullo sviluppo socio- economico dell'area di riferimento.

31

Scheda 4.4. ANALISI SWOT di Chellah

Ambiti tematici Punti di forza Punti di debolezza

Caratteristiche del sito

Valore del contesto ambientale

Patrimonio archeologico e paesaggistico; moschea e Marabout; giardino e fontana; elevato potenziale di attrazione turistica; attività culturali

Insufficiente dotazione di infrastrutture locali; carenza di servizi aggiuntivi (bar, parcheggio, aree di sosta); carenza di materiale esplicativo e di informazioni storiche e archeologiche; numero insufficiente di guide; assenza di pannelli di segnalazione e spiegazione all'interno dell'area; assenza di politiche di marketing; sito non inserito negli itinerari turistici tradizionali; ampia presenza di forze di lavoro a bassa qualificazione; scarsa presenza di sistemi integrati territoriali; scarsi investimenti per il restauro e la conservazione

Stato di conservazione

Degrado dei reperti archeologici; aumento dell'urbanizzazione; carenza di risorse finanziarie

Fruibilità Ampi spazi all'interno disponibili per un museo

Servizi aggiuntivi Operatori autorizzati Scarsi servizi aggiuntiviValutazioni di interesse scientifico e culturale

Marabout molto frequentati; moschea; giardino

Valutazione complessiva delle opportunità e potenzialità

Presenza di beni storico- culturali; valore religioso; restauri; miglioramento della strada di accesso; creazione di un parcheggio; drenaggio delle acque pluviali; ristrutturazione delle strade

Assenza di politiche attive del lavoro; utilizzo frammentato o con contenuto progettuale non approfondito

32

interne al sito; istituzione di una idonea segnaletica; creazione di un sistema di illuminazione; ristrutturazione dello spiazzo sulla terrazza; istituzione di un bar sul belvedere; creazione di un punto sanitario; creazione di una guardiania

Ambiente socio – economico

Giardini Giardino

Territorio

Trasporti A 12 Km da Kènitra e a 1,700 dalla strada statale RP2

Comunicazioni Bus; taxiIstruzione Presenza di una offerta di

forza lavoro scolarizzata; coinvolgimento delle scuole; popolazione giovane

Assenza di politiche attive del lavoro

Attività produttive Alta dinamicità del mercato del lavoro; agricoltura; artigianato; buone prospettive di crescita occupazionale; presenza di consolidati e apprezzabili flussi turistici

Inadeguatezza dei servizi alle imprese

Cultura Presenza di beni unici; notorietà degli stessi beni

Assenza di attività di marketing; sottodimensionamento dell'organico

Turismo Disponibilità di dati sui visitatori

Sito non inserito nei principali circuiti turistici

Ricettività Strutture ricettive di RabatAlberghi Alberghi di Rabat

EntertainmentTeatro Teatri di RabatSpazi per spettacoli musicali ed eventi culturali

Spettacoli

33

4.2.3. Thamusida

Contesto economico e territoriale

Thamusida si trova sulla riva sinistra dell’oued Sebou, vicina all’estuario, in una vasta pianura alluvionale oggi chiamata Gharb (occidente). E’ a 50 Km. a nord di Rabat e a 12 Km. dalla moderna città di Kénitra.Il sito ha una superficie di 15 ettari e occupa l’estremità delle colline della foresta di querce da sughero della Mamora e domina la piana del Gharb interessata da maree temporanee, le merjas, che aumentano alle prime piogge dando al sito, parzialmente inondabile, l'aspetto di un'isola. Sono presenti dune costiere di calcare arenario che in epoche antiche fornivano materiale per l’edilizia.Il territorio circostante è coltivato a menta e ortaggi.

Notizie sulla gestione del sito

Nel 1999 l’Università degli studi di Siena, in collaborazione con l’Institut National des Sciences, de l’Archéologie et du Patrimoine (INSAP) di Rabat, ha iniziato un progetto di ricerche archeologiche sul sito di Thamusida sulla base di un piano quinquennale (Papi, Vismara, a cura, 2002). I lavori sono stati finanziati dall’Università di Siena, dal Ministero degli Affari esteri (MAE), dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica (MIUR), dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e da alcuni sponsor privati. La ricerca riguarda la ricostruzione della geografia storica della valle del Sebou dalla preistoria alla conquista araba intorno al sito di Sidi Ali ben Ahmed.Sono stati scavati 16.000 m2 su una superficie totale di 15 ettari, pari a circa il 10% del territorio del sito.Thamusida non è un sito registrato. L’accesso è libero e manca qualsiasi struttura di gestione.

34

Scarse sono le infrastrutture esistenti. Esiste una casa dei guardiani, antica base per gli scavi. Nelle vicinanze c'è un Marabout molto frequentato.Per la valorizzazione del sito è necessario ipotizzare vari interventi quali la prosecuzione degli scavi archeologici, l’installazione di cantieri di scavo e di un museo per la conservazione dei reperti archeologici. Occorre creare un servizio di accoglienza per i visitatori, e prevedere a tal fine :- la segnaletica;- un luogo per ricevere il pubblico;- un parcheggio;- un itinerario di visita (Thamusida e il vicino sito archeologico

di Banasa sono bagnati dall'oued Sebou e in futuro si potrebbe pensare ad collegamento dei due siti per i turisti via fiume);

- la costruzione di una strada agevolmente percorribile;- l’impostazione di un programma di salvaguardia che preveda la

recinzione completa, il consolidamento delle strutture, il restauro e la conservazione dei monumenti;

- lo studio di un programma di promozione.La scheda che segue fornisce una sintesi delle potenzialità e delle debolezze dell’area archeologica.

Scheda 4.5. ANALISI SWOT DI THAMUSIDA

Ambiti tematici Punti di forza Punti di debolezza

Caratteristiche del sito

Valore del contesto ambientale

Elevato valore del patrimonio archeologico e paesaggistico; reperti archeologici; Marabut; casa dei guardiani

Assenza di politiche di marketing; sito non inserito negli itinerari turistici; ampia presenza di forze lavoro a bassissima qualificazione; scarsa presenza di sistemi integrati territoriali;

35

inquinamento industriale del fiume

Stato di conservazione Scavi in corso Scarsi investimenti per il restauro e la conservazione; visite non organizzate; sito non recintato; luogo di passaggio; nessun tipo di gestione; occupazione parziale

Fruibilità Ampi spazi all'interno disponibili per un museo

Trasporti; servizi; assenza di segnaletica; assenza di materiale esplicativo e di informazioni; assenza di pannelli di segnalazione

Valutazioni di interesse scientifico e culturale

Marabout, molto frequentato

Valutazione complessiva delle opportunità e potenzialità

Presenza di beni storico-culturali; valore religioso del sito; agricoltura

Assenza di politiche attive del lavoro

Territorio

Trasporti A 12 Km da Kènitra e a 1,700 dalla strada statale RP2

Istruzione Livello di scolarizzazione relativamente basso

Attività produttive Agricoltura; artigianato della ceramica; popolazione giovane; incremento delle fasce centrali d’età della popolazione attiva; buone prospettive di crescita occupazionale

Inadeguatezza dei servizi alle imprese; coltivazioni tradizionali

Cultura Presenza di beni unici; notorietà degli stessi beni

Assenza di attività di marketing

Turismo Numero e la tipologia dei visitatori non rilevabile;sito non inserito nei circuiti turistici; sottodimensionamento dell'organico

36

5. Risultati e conclusioni

I risultati della ricerca riguardano la risposta ad alcuni quesiti relativi all’utilizzo dei beni archeologici per finalità economiche, quale strumento per lo sviluppo del territorio, conciliando avanzamento economico e crescita socio- culturale nella logica combinata di efficiente gestione del sito in un contesto locale definito. I beni culturali non debbono essere considerati soltanto dal punto di vista della tutela, obiettivo che comporta spese senza che si determini un rendimento economico diretto, ma quale fattore nel quale investire con ritorni economici a favore dello sviluppo territoriale e, in particolare, dell’aumento dell’occupazione. La valorizzazione del patrimonio, attraverso una razionale gestione, può, infatti, produrre reddito e favorire la crescita dei sistemi economici locali. Dalla logica tradizionale di gestione del patrimonio culturale sulla base degli obiettivi di tutela, conservazione e fruibilità, si passa ad una visione che non considera il bene culturale come vincolo, ma risorsa a vantaggio del reddito e dell’occupazione locale. Il patrimonio diventa “capitale utilizzabile per lo sviluppo”.Tra i risultati è importante la definizione di metodologie per la valorizzazione delle risorse archeologiche. Nella logica dello sviluppo integrato, nel quale operano i diversi soggetti interessati, è importante, quindi, l’integrazione tra risorse archeologiche, territorio ed economia locale. Utile è stato l’utilizzo della SWOT analysis che è servita proprio per integrare il tema della gestione dei singoli siti con il contesto territoriale di riferimento.Bisogna considerare valutando, in particolare, l’esperienza del Marocco: - lo sviluppo e il rafforzamento di reti specializzate con apporti

anche esterni nel campo della gestione e della valorizzazione delle risorse archeologiche;

- l’ampliamento e il rafforzamento della cooperazione e della partnership tra tutti gli attori coinvolti, pubblici e privati;

37

- lo scambio di esperienze e know- how sui principali temi ed aspetti dello sviluppo e della gestione integrata delle risorse archeologiche;

- la creazione di un network specialistico composto da gestori di risorse archeologiche che tenda all’acquisizione di competenze sulla gestione integrata del patrimonio culturale;

- la realizzazione di data base, se possibile utilizzando un GIS che contenga tutti i dati e le informazioni utili per la gestione integrata del sito: integrazione tra risorse, differenti rischi e definizione degli impatti ambientali, studi di fattibilità, ecc;

- la realizzazione di piani integrati di conservazione e valorizzazione, ecc.;

- la partecipazione e il coinvolgimento nelle attività di operatori locali;

- l’aumento di consapevolezza per la popolazione locale;- l’inserimento della gestione del sito nella pianificazione

regionale urbana ed economica, con particolare attenzione ai problemi delle attività relative all’utilizzo del territorio;

- l’elaborazione di azioni pilota dimostrative che debbono essere attuate sul campo, quali interventi sui siti per fini di turismo culturale.

Fattori di debolezza sono la carenza di finanziamenti, con scarsa programmazione e la sostanziale centralizzazione di alcuni processi di gestione che influenzano in modo negativo la capacità di offerta. Manca spesso il coordinamento per quanto riguarda la ricerca; carenti sono anche le politiche di promozione.Potrebbe essere utile l’elaborazione di un Manuale di gestione per i siti archeologici che dovrebbe contenere:- le modalità di registrazione dei monumenti al fine di gestire

tutte le informazioni legate alle caratteristiche fisiche, storiche e tecnologiche;

- il monitoraggio del rischio e della vulnerabilità dei siti;- le modalità di utilizzo dei monumenti per attività culturali;- un piano di gestione integrato relativo a tutte le risorse locali:

archeologiche, culturali e ambientali.

38

La gestione dei siti, considerando l’esperienza del Marocco, dovrebbe: - rispondere alle caratteristiche dell’innovazione introducendo

approcci non tradizionali e nuove ipotesi per la soluzione di problemi correnti e vincoli;

- presentare caratteristiche di sostenibilità senza impatti negativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale;

- considerare che le attività debbono fornire possibili “best practices” ed esperienze di successo ai decisori locali, all’amministrazione pubblica, agli operatori sociali ed economici;

- tenere conto che i progetti dovrebbero svolgere un impatto positivo sul mercato del lavoro, in particolare nella prospettiva della creazione di occupazione.

In conclusione, la valutazione complessiva d’impatto per i siti esaminati in Marocco considera scarsa l’integrazione tra la gestione dei siti e la politiche di valorizzazione, pianificazione e sviluppo economico del territorio. Soltanto integrando il contesto interno del sito con quello esterno (territorio e sistema economico) sarà possibile valorizzare i siti e l’ambiente che li circonda rispondendo all’obiettivo che la ricerca si è posta di analisi di gestione e di valorizzazione dei siti quale strumento per lo sviluppo locale sostenibile.

Appendice. L’accordo con l’Italia

Esiste un accordo di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica tra la Repubblica italiana e il Regno del Marocco8.Si favorisce lo scambio di professori e ricercatori, viene incoraggiata la cooperazione fra gli esperti e le amministrazioni competenti nei settori della conservazione, della salvaguardia, della valorizzazione, del ripristino, dell’utilizzo, della gestione del patrimonio archeologico ed artistico e del paesaggio culturale, mediante lo scambio di informazioni, di esperienze, di pubblicazioni e di visite di esperti. La cooperazione, in particolare, riguarderà alcuni settori tra i quali è inserita la preservazione, lo sviluppo e la promozione dell’architettura, della tutela e del restauro dei monumenti. La cooperazione scientifica e tecnologica potrà concretizzarsi mediante:

8 Legge 24 marzo 2003, n. 79 pubblicata sulla Gazz. Uff. 18 aprile 2003. “Ratifica ed esecuzione dell’accordo di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica tra la Repubblica italiana e il Regno del Marocco, fatto a Rabat il 28 luglio 1998.

39

- convenzioni di cooperazione e di gemellaggio fra le Università ed i Centri di ricerca dei due paesi;

- scambio di visite di professori, ricercatori, esperti e personale tecnico;- scambio di documentazione e di informazioni d'attualità scientifica e

tecnologica; - organizzazione congiunta di seminari, conferenze, simposi ed ogni altra

manifestazione;- concessione di borse di studio post- universitarie per soggiorni scientifici e

tecnologici di alto livello; - messa in opera di centri, di laboratori e di gruppi di ricerca congiunti; - messa in opera e realizzazione di progetti e di programmi di ricerca

congiunti d’interesse comune; - ogni altra forma di cooperazione scientifica e tecnologica accettata dalle due

Parti contraenti.L’onere derivante dall’attuazione della legge è valutato in euro 386.276 per ciascuno degli anni 2002 e 2003 e in euro 418.333 annui a decorrere dal 2004.L’accordo ha durata di sei anni e sarà tacitamente rinnovabile per periodi della medesima durata.

Bibliografia e documentazione

Banque Marocaine du Commerce Exterieur, 2001, The Tourism Industry in Marocco-Economic Indicators, Casablanca.

Belhatti Hakim Mohamed, 2000, Marocco-Storia, Società e Tradizioni, Arte e Cultura, Religione, Bologna, Edizioni Pendragon.

Bravin Alessandra, 2001, Marocco. Città imperiali, castelli di terra e casi del Sud , Casa editrice Polaris.

Cicerchia Annalisa, 2000, Beni culturali, territorio e rischio: questioni aperte, Economia della cultura, n. 2.

Cicerchia Annalisa, 2002, Il bellissimo vecchio: argomenti per una geografia del patrimonio culturale, Milano, Franco Angeli.

Colbert Francois e altri, 2000, Marketing delle arti e della cultura, Etas, Milano.Dahir du 14 Novembre 1921 (1 rebia I 1340) portant classement du site des ruines de

Volubilis, Rabat, le 28 Novembre 1921.Dahir du 19 Novembre 1920 (7 Rebia I 1339) portant classement de divers

monuments historiques et sites pittoresques, Rabat, le 22 Novembre 1920.Direction de la Statistique- Le Groupe Banques Populaires, 2002, Le Maroc de

Regions-2001, Rabat.Direction de la Statistique, 1999, Base de Données Communales (BADOC) de 1997-

Fiches des Localites Urbaines, Rabat.Direction de la Statistique, 2002, Annuario Statistico, Rabat.Guerra Fabio, 1997, Beni culturali e sviluppo economico: il ruolo della cooperazione.

L’economia dei beni culturali, Universitas, luglio- settembre. IMED, Istituto per il Mediterraneo, 2002, Carta euromediterranea sulla

valorizzazione integrata del patrimonio culturale, Roma.

40

IMED, Istituto per il Mediterraneo, Progetto D.E.L.T.A., Dévelopment des Systèmes Culturels Territoriaux, Programma Euromed Heritage II, Unione Europea, Partenariato Euro- mediterraneo, Roma.

IMED, Istituto per il Mediterraneo, Progetto P.I.S.A., Programmazione integrata nei siti archeologici, Programma Euromed Heritage I, Unione Europea, Partenariato Euro mediterraneo, 1998- 2001, Roma.

Kadiri Jalila, Akerraz Aomar, Ayad Mustapha, Said Jerari Mohamed, Dubaizi Abdelaziz, Ettahiri Ahmed, El Khayari Abdelaziz, 2002, La region du Gharb, Rabat.

Legge 24 marzo 2003, n. 79, Ratifica ed esecuzione dell’accordo di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica tra la Repubblica Italiana e il Regno del Marocco, Fatto a Rabat il 28 giugno 1998, Gazzetta Ufficiale del 18 aprile 2003.

OCSE-AIDB, 2002, African Economic Outlook, Paris.Papi Emanuele, Vismara Cinzia (a cura), 2002, Paesaggi antichi del Marocco,

Ricerche archeologiche italo- marocchine, Ambasciata d’Italia, Istituto italiano di cultura, Edizioni Quasar, Rabat.

Royame du Maroc, Ministère des Affaires Culturelles, République d’Italie, Province de Salerno, 2002, Convention de Jumelage entre le Site Archéologique de Volubilis et la Parc National du Cilento et de la Val de Diano, Salerno.

Touring Club Italiano, 2002, Marocco, Milano.Trupiano Gaetana (a cura), 1999, Assetto istituzionale, disciplina fiscale e

finanziamento della cultura, Collana Economia e finanza pubblica, Sezione Studi, Milano, Franco Angeli.

Trupiano Gaetana (a cura), 2001, Offerta culturale. Valorizzazione, gestione e finanziamento, Roma, Biblink.

Trupiano Gaetana (a cura), 2003, La valorizzazione dell’offerta culturale e lo sviluppo economico territoriale, Il Risparmio, Gennaio- aprile.

UNESCO, 2002, Paestum Charter, Integrated Management of the Tangibile and Intangibile Heritage of Sites, Paestum.

UNESCO, 2003, Sites marocains classés sur la liste du Patrimoine Mondial, Paris.Valentino Pietro Antonio (a cura), 2002, Rapporto regionale di analisi comparata,

L’approccio integrato ai siti archeologici, Ricerca azione P.I.S.A., febbraio, Roma.

WORD BANK, UNESCO, Culture in Sustainable Development. Investing in Cultural and National Endowments, Conference.

41