Sistemi di arresto caduta[1] - Linea vita Linee vita e ... - Atti seminario - Ing... · Un sistema...
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Sistemi di arresto caduta
Ing. Eginardo BaronLibero professionista
Ex ispettore ASL RM/B
I diversi d.p.i contro le cadute dall’alto
IL TESTO UNICO SULLA SICUREZZA LAVORI IN QUOTA
• priorita’ dei sistemi di protezione collettiva
• conformita’ dei sistemi anticaduta alle norme tecniche
IMBRACATURA CORDINO DISSIPATORE
IMBRACATURA CORDINO DISSIPATORE
LAVORI IN QUOTA ‐ LA PRIORITA’ DEI SISTEMI DI PROTEZIONE COLLETTIVA
• Articolo 111 ‐ Obblighi del datore di lavoro nell’uso di attrezzature per lavori in quota
1. Il datore di lavoro . . . . . . sceglie le attrezzature di lavoro più idonee a garantire e mantenere condizioni di lavoro sicure, in conformità ai seguenti criteri:a) priorità alle misure di protezione collettiva rispetto
alle misure di protezione individuale; . . . .Si nota che la priorità deve essere compatibile con la valutazione del rischio, nonostante l’art. 148 nel quale la predisposizione di misure di protezione collettiva viene impropriamente considerato obbligo.
CONFORMITA’ DEI SISTEMI ANTICADUTA ALLE NORME TECNICHE
Articolo 115 ‐ Sistemi di protezione contro le cadute dall’alto1. Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di protezione collettiva come previsto all’articolo 111, comma 1, lettera a), è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione . . . . conformi alle norme tecniche . . . . . . .
SISTEMA DI PROTEZIONE INDIVIDUALE CONTRO LE CADUTE DALL’ALTO
• Un sistema di protezione individuale, o dispositivo di protezione individuale, contro le cadute dall’alto è un sistema atto ad assicurare una persona a un punto di ancoraggio in modo tale da prevenire completamente (sistema di posizionamento) o di arrestare in condizioni di sicurezza la caduta dall’alto (sistema di arresto caduta).
SISTEMA DI POSIZIONAMENTO
• un sistema atto ad assicurare una persona a un punto di ancoraggio in modo tale da prevenire completamente la caduta dall’alto
un vincolo impedisce all’utilizzatore di raggiungere la zona pericolosa
SISTEMA DI POSIZIONAMENTO
SISTEMA DI ARRESTO CADUTAUn sistema di arresto caduta è un dispositivo di protezione individuale contro le cadute dall’alto comprendente una imbracatura per il corpo e un sottosistema di collegamento destinati ad arrestare la caduta.
• Evita l’impatto dell’utilizzatore contro ostacoli (distanza al di sotto dell’utilizzatore)
• Limita le forze di arresto sul corpo dell’utilizzatore (assorbitore di energia max forza 6 KN = 600 Kg)
SISTEMA DI ARRESTO CADUTA CON ASSORBITORE DI ENERGIA
Un sistema di arresto caduta con assorbitore di energia è costituito da una imbracatura per il corpo da un assorbitore di energia e da un cordino.
Sistema di arresto caduta con cordino retrattile
SISTEMA DI ARRESTO CADUTAE
PUNTI DI ANCORAGGIO
• La regolamentazione normativa di sistema di arresto caduta si ferma prima dei punti di ancoraggio. Questi, indispensabili per tutti i sistemi di arresto caduta, devono essere adeguati come specificati nelle EN 795
LO STATO DELL’ARTE
• Nello stato dell’arte reale di molteapplicazioni pratiche è evidente unsensibile ritardo culturale neiconfronti delle norme tecniche cheregolano in modo specifico lamateria.
IL RITARDO CULTURALE• confusione fra sistema di arresto caduta (UNI‐EN 363) e sistema di
posizionamento sul lavoro (UNI‐EN358), ovvero fra imbracatura per il corpo e cintura di sicurezza.
• passaggio da un sistema di ancoraggio all’altro senza la dotazione del doppio cordino;
• assenza dell’assorbitore di energia nel cordino di trattenuta;• assenza o errore in eccesso della valutazione della distanza minima
necessaria al di sotto dell’utilizzatore. Nel primo caso può accadere che tutto il sistema sia inefficace; nel secondo caso può accadere di abbandonarne un possibile legittimo utilizzo senza approfondimenti tecnici;
• linee vita approntate con elementi funicolari non certificati o addirittura occasionali;
• assenza di una previsione per il recupero del lavoratore caduto e in posizione sospesa.
LE CAUSE STORICHE
• il ritardo normativo e la variabilità delle situazioni da regolamentare
• Il linguaggio dei costruttori e degli autori
IL RITARDO NORMATIVO E LA VARIABILITÀ DELLE
SITUAZIONI DA REGOLAMENTARE• per lungo tempo, precisamente fino al 2008, anche in presenza di
norme armonizzate che avrebbero dovuto essere applicate in virtù della regola dell’arte, è rimasto in vigore l’art. 10, D.P.R. n. 164/1956 (Lunghezza della fune di trattenuta del lavoratore tale da limitare la caduta a non oltre 1,50 m);
• c’è voluta addirittura la seconda stesura del D.Lgs. n. 81/2008 per allineare la conformità dei sistemi di arresto caduta alle norme tecniche (art. 115);
• Le norme tecniche impongono al costruttore di dispositivi anticaduta di specificare nelle istruzioni d’uso la “distanza minima necessaria al di sotto dell’utilizzatore”. Questa tuttavia non è un elemento fisso ma variabile con la configurazione di lavoro (altezza e posizione dell’ancoraggio, lunghezza del cordino, ecc.)
IL LINGUAGGIO DEI COSTRUTTORI E DEGLI AUTORI
• le istruzioni d’uso delle imbracature per il corpo, fornite dai costruttori, sono molto spesso approssimative e discordanti fra loro
• nella letteratura specializzata la “distanza minima necessaria al di sotto dell’utilizzatore”, è stata ribattezzata tirante d’aria senza alcun beneficio alla chiarezza per il semplice fatto di essersi allontanati dalla definizione normativa,
Scopo dell’intervento
• Sviluppare tutta la potenzialità di un sistema di arresto caduta costituito da un’imbracatura per il corpo e un cordino dotato di assorbitore di energia.
• Questo sistema anticaduta non evita la caduta ma ne elimina i rischi possibili arrestandola e limitando le forze di arresto con assorbitori di energia
Ampiezza della caduta libera
• La caratteristica più evidente di un sistema di arresto caduta con cordino e assorbitore di energia è l’ampiezza dello sviluppo del sistema.
• Poiché nelle condizioni più sfavorevoli tale sviluppo arriva a metri 6 i costruttori prescrivono sotto l’utilizzatore una distanza di circa 6 metri (2 + 1,75 + 1,50 + 0,75)
La prova assorbitore UNI EN 364
Assorbitore di energia integrato a un cordinoSchema di prova UNI EN 364 H= 4 metri1. Strumento di misura della forza2. Catena3. Assorbitore di energia4. Torso di prova 100 Kg
Schema ancoraggio su piano di lavoroDistanza sotto l’utilizzatore circa 6 metri
INNALZAMENTO DEL PUNTO DI ANCORAGGIO
Elementi significativi
• Caratteristiche dell’ambiente lavorativo
• Caratteristiche dell’ancoraggio
• Caratteristiche dei D.P.I.
Caratteristiche dell’ambiente lavorativo
• Distanza fra il livello del posto di lavoro e il livello del piano o dell’ostacolo pericoloso sottostante D
• Quota del punto di ancoraggio rispetto al piano di lavoro Q
Caratteristiche dell’ancoraggio
Il punto di ancoraggio nella trattazione che segue sarà considerato fisso, come nella prova delle norme UNI.
Nel caso di un sistema di ancoraggio costituito da una linea vita si dovrà tener conto della freccia di deformazione della fune e della posizione del lavoratore rispetto ai vincoli della fune.
CARATTERISTICHE DEI D.P.I.
• Lunghezza del cordino L• Allungamento massimo dell’assorbitore di energia Amax
• Altezza dell’attacco dorsale (convenz. m. 1,50) K
GRANDEZZE NEL MOVIMENTO DICADUTA
• Ampiezza della caduta libera Cl• Allungamento effettivo dell’assorbitore A• Ampiezza della caduta frenata Cf = A• Ampiezza totale della caduta C
AMPIEZZA DELLA CADUTA LIBERA
• E’ la distanza che il lavoratore copre dal piano di lavoro fino al momento nel quale il cordino si tende e incomincia a sollecitare il sistema, in particolare l’assorbitore di energia. Se il punto di ancoraggio è posto sullo stesso piano di lavoro tale distanza è eguale alla somma della lunghezza del cordino e dell’altezza del punto di aggancio dorsale (L+K). Negli altri casi al valore di tale somma va sottratta l’altezza del punto di ancoraggio (L+K ‐ Q) se questo si trova al di sopra del piano di lavoro, o sommata se si trova al di sotto (L+K + Q) come nelle prove UNI.
AMPIEZZA DELLA CADUTA FRENATA
• È la distanza Cf che il lavoratore copre nella fase di rallentamento, dal momento in cui cede l’energia cinetica all’assorbitore, provocandone l’allungamento, fino al definitivo arresto. Coincide con l’allungamento effettivo A dell’assorbitore.
AMPIEZZA TOTALEDELLA CADUTA
E’ LA SOMMA DELLA CADUTA LIBERA E DELLA CADUTA FRENATA
DISTANZA MINIMA NECESSARIA AL DI SOTTO DELL’UTILIZZATORE
• Al di sotto dell’utilizzatore, ovvero al di sotto del piano di lavoro deve esserci uno spazio libero per permettere la caduta e l’arresto in sicurezza, ovvero l’intera caduta, senza sbattere sul piano sottostante o urtare contro ostacoli pericolosi. Questo spazio deve essere almeno pari o superiore alla lunghezza della caduta totale del lavoratore.
CONDIZIONI DI PROVA NELLE NORME UNI
• Distanza del punto di ancoraggio sotto il piano di lavoro metri 0,50
• Lunghezza del cordino metri 2,00• Massimo allungamento assorbitore metri 1,75• Massima sollecitazione di 6KN sul corpo del lavoratore durante la frenata o decelerazione
RISULTATI NELLE PROVE UNI
• Caduta libera = L+K+Q2,00+1,50 + 0,50 = metri 4,00
• Caduta frenata (Amax) metri 1,75• Caduta totale metri 5,75
CONDIZIONI DI SICUREZZAE INDICAZIONI DEL COSTRUTTORE
• Le norme prescrivono al costruttore di indicare la distanza minima di sicurezza sotto i piedi del lavoratore
• I costruttori adempiono a questa prescrizione riferendosi generalmente al risultato delle prove UNI e indicando quindi un valore della distanza minima di sicurezza
superiore a metri 6
ALLUNGAMENTO DELL’ASSORBITORE
• LE NORME IMPONGONO UN MASSIMO ALLUNGAMENTO DI METRI 1,75 PER UNA CADUTA LIBERA PARI A 4 METRI.
• NEGLI ESEMPI CHE SEGUONO SI SUPPONE CHE L’ALLUNGAMENTO IN ALTRE CONDIZIONI ABBIA VALORI PROPORZIONALI ALLA CADUTA LIBERA NEL RAPPORTO 1,75/400 = 0,44
• Innalzamento del punto di ancoraggio a 1 metro sopra il piano di lavoro
• Accorciamento del cordino a metri 1,00• Caduta libera (1,50 + 1,00 ‐ 1,00) = metri 1,50• Caduta frenata (Allung. dell’assorbit.) metri 0,70• Caduta totale metri 2,20• Distanza minima di sicurezza > metri 2,50
DISTANZA DI SICUREZZAIN ALTRA CONDIZIONE
CONCLUSIONI
• SI PUO’ DIMOSTRARE CHE L’INNALZAMENTO DEL PUNTO DI ANCORAGGIO, A PARITA’ DI ALTRE CONDIZIONI PERMETTE DI PROGETTARE SISTEMI DI ARRESTO CADUTA A PARTIRE DA DISTANZE MINIME AL DI SOTTO DELL’UTILIZZATORE MOLTO MINORI DI QUELLE INDICATE DALLA GENERALITA’ DEI COSTRUTTORI RIFERITE ALLA SOLA CONFIGURAZIONE DELLA PROVA UNI
LA RELAZIONE
Si parte da una condizione iniziale di ancoraggio sullo stesso piano di lavoro e cordino con assorbitore lungo 2 metri. Supponendo che l’allungamento dell’assorbitore sia proporzionale alla caduta libera CL = (L+H‐Q) nel rapporto 175/400, se si innalza l’ancoraggio e contemporaneamente si accorcia il cordino della stessa quantità (L + Q = costante = 2 metri) si arriva facilmente alla relazione:
Caduta totale = 5,04 ‐ 2,88 Q
ESEMPIO
• In un sistema di arresto caduta si realizza un ancoraggio a un metro di altezza dal piano di lavoro. Rispettando la relazione L+Q = 2 metri si usa un cordino lungo 1 metro. Si ha
C = 5,04 – 2,88 * 1,00 = 2,16 In una situazione di lavoro con piano di lavoro a un’altezza di 3 metri, situazione lavorativa molto
frequente nell’edilizia abitativa, abbiamo a disposizione 0,86 metri per la freccia della linea
vita e per il margine di sicurezza.
Posa in opera predalles
Calcoli • Primo esempio. Progettazione di un sistema.• Posa in opera di predalles per un solaio di una autorimessa alto W = 4
metri.• Margine di sicurezza M =0,5 metri• Freccia elastica campata linea vita F = 0,8 metri• Distanza minima D = W – F – M = 4 – 0,5 ‐0,8 = 2,7 metri• Stabilita la distanza minima a disposizione aldi sotto dell’utilizzatore
dobbiamo calcolare il necessario innalzamento del punto di ancoraggio. Con riferimento alla configurazione base possiamo scrivere
• 2,88*I = Db – D I = 1/2,88 *(Db ‐ D) = 1/2,88 * (5,04 – 2,70) = 1/2,88 * 2,34 = 0,81 metri
• In definitiva se innalziamo il punto di ancoraggio di 0.80 metri dal piano di lavoro e, rispettando la relazione (L+I) = 2 metri, accorciamo la lunghezza massima del cordino a L = 1,2 metri possiamo garantire che l’eventuale caduta avviene in sicurezza.
Cemento armato Carpenteria piena
• Secondo esempio. Verifica di un sistema.• Operazione di posa in opera pannelli di legno per la carpenteria di
un solaio di civile abitazione.• Lunghezza del cordino L = 0,80 metri• Innalzamento del punto di ancoraggio I =1,20 metri• Verifichiamo quanto spazio rimane per la freccia della linea vita e
per il margine di sicurezza.• D = Db – 2,88 *I = 5,04 – 2,88*I = 5,04 – 2,88* 1,2 = 5,04 – 3,45 =
1,49 metri• Anche questo caso la verifica può essere considerata positiva
perché abbiamo ben un metro e mezzo per verificare il margine di sicurezza in relazione alla freccia della linea vita. Possiamo anche, per conferire alla lavorazione un maggior livello ergonomico, valutare la possibilità di allungare il cordino a 1 metro agendo opportunamente sulle le campate della linea vita.
MARGINE DI SICUREZZA• Se il calcolo della distanza minima di sicurezza è operato
con estrema precisione e basso margine di errore, si ritiene possibile eliminare ‐ o almeno ridurre ‐ il metro di distanza di sicurezza voluto dalla norma armonizzata.
• Praticare una soluzione di questo tipo vuol dire garantire il massimo di sicurezza possibile per i lavoratori, interpretando così le norme armonizzate in un' ottica di risultato e non di osservanza formale e garantendo inoltre che, così facendo, le misure di sicurezza siano almeno individuate e fattibili, piuttosto che permettere che esse siano ignorate o aggirate lasciando all'improvvisazione o all'indifferenza lo svolgersi degli eventi.
(da‘’Nuova enciclopedia del ponteggio’’ Luigi Galli ‐EPC‐Roma)