SISTEMA MISURAZIONE E VALUTAZIONE PERFORMANCE def...5.1 Valutazione individuale dei dipendenti 27...
Transcript of SISTEMA MISURAZIONE E VALUTAZIONE PERFORMANCE def...5.1 Valutazione individuale dei dipendenti 27...
Direzione Generale
2019
Aggiornamento 1.0
01/01/2019
SISTEMA PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DELLA
PERFORMANCE
2
INDICECAPITOLO I PREMESSA
1.1 Finalità 4
1.2 Caratteristiche distintive dell’amministrazione 4
1.3 Quadro normativo 5
CAPITOLO II GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DELLA PERFORMANCE
2.1 Gli strumenti di programmazione: definizione 6
2.2 Gli strumenti di programmazione della Città metropolitana 12
CAPITOLO III LA VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE A 360°
3.1 Le relazioni tra perfomance, sistema dei controlli e qualità 18
CAPITOLO IV IL CICLO DELLA PROGRAMMAZIONE
4.1 Il ciclo della programmazione strategica 21
4.2 Il ciclo della performance 23
CAPITOLO V VALUTAZIONE PERFORMANCE INDIVIDUALE
5.1 Valutazione individuale dei dipendenti 27
5.2 Valutazione individuale dei dirigenti 33
5.3 Valutazione del Direttore Generale 37
CAPITOLO VI PERFORMANCE, ANTICORRUZIONE E TRASPARENZA
6.1 Le relazioni tra performance, anticorruzione e trasparenza 38
3
Il documento è stato predisposto sotto la supervisione del Direttore Generale Dott. Giacomo
Capuzzimati, dal Responsabile dell’u.o Controllo di gestione – per i CAPITOLI I, II, III, IV e VI, dal
Responsabile dell’u.o Organizzazione e relazioni sindacali – per il CAPITOLO V.
Al documento sono allegati:
Allegato A) Il Sistema dei controlli;
Allegato B) Il Sistema della qualità
ANNO N. Parere Nucleo di valutazione Atto di approvazione
2017 1 Pg 74079 del 13/12/2017 Atto Sindaco metropolitano 261/20172018 2 Pg 69577 del 12/12/2018 Atto Sindaco metropolitano
3
4
CAPITOLO I PREMESSA
1.1 FINALITÀ
Il sistema di misurazione e valutazione delle performance è stato introdotto nel nostro
ordinamento dal D. Lgs. 150/2009.
La misurazione e la valutazione della performance organizzativa e individuale sono alla base del
miglioramento della qualità del servizio pubblico offerto dall’Ente, della valorizzazione delle
competenze professionali, della responsabilità per risultati, dell’integrità e della trasparenza
dell’azione amministrativa.
Nel rispetto dei principi e dei vincoli contenuti nella Legge e nel Regolamento di organizzazione
dell’Ente, il presente documento ha l’obiettivo di delineare il Sistema di misurazione e valutazione
della performance della Città metropolitana, evidenziando la correlazione tra i diversi strumenti di
programmazione e tracciando le linee guida per l’implementazione continua del sistema.
1.2 CARATTERISTICHE DISTINTIVE DELL’AMMINISTRAZIONE
La Città metropolitana svolge, in funzione delle principali norme di riordino (Legge n. 56/2014 e
Legge Regionale n. 13/2015), un ruolo centrale nel sistema territoriale regionale. Alla Città
metropolitana competono funzioni fondamentali ed esclusive quali: piano strategico
metropolitano, pianificazione territoriale e della mobilità, sviluppo economico e sociale,
informatizzazione e digitalizzazione che si aggiungono ai servizi fondamentali come l’edilizia
scolastica e la viabilità. Altro aspetto importante è la sua natura “federata” di soggetto al servizio
delle Unioni di Comuni e dei Comuni per realizzare maggiori livelli di efficacia ed efficienza
nell'erogazione dei servizi.
L’assetto organizzativo, sia di livello macro sia di livello micro, è stato pertanto delineato sulla base
di queste caratteristiche, cercando di introdurre elementi di innovazione e di razionalizzazione tali
da rendere evidente la discontinuità con il passato.
Il personale è composto da Dirigenti, posizioni organizzative e dipendenti organizzati, ai fini della
valutazione organizzativa, in Centri di responsabilità (CdR).
5
GLI ATTORI DELLA PERFORMANCE
GLI ATTORI RIFERIMENTI
Il Consiglio metropolitano Art. 25 Statuto Il Sindaco metropolitano Art. 25 Statuto Il Nucleo di valutazione Art. 54 Regolamento di organizzazione Direttore generale Art. 38 Statuto, Art. 3 Regolamento di organizzazione Dirigenti Art. 39 Statuto, Art. 21 Regolamento di organizzazione U.o organizzazione e relazioni sindacali Art. 58 Regolamento di organizzazione U.o controllo di gestione Art. 58 Regolamento di organizzazione Centri di Responsabilità Art. 2 c. 7 Regolamento di organizzazione
1.3 QUADRO NORMATIVO
Il quadro normativo che nella Città metropolitana sovraintende alla misurazione e alla valutazione della performance è il seguente:
Riferimenti normativi esterni
Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 286 Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e ss. mm. Decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 e ss. mm. Decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149 Principio contabile N. 4 Allegato al D.Lgs 118/2011 Linee guida
Riferimenti normativi interni
Statuto Regolamento di organizzazione Regolamento di contabilità Regolamento sui controlli interni Il sistema di misurazione e valutazione delle performance e gli allegati A) e B).
Circolari del Direttore Generale e manuali operativi
Circolari sulla programmazione: nelle circolari vengono dettagliate le modalità operative ed i relativi tempi per la predisposizione di: DUP ‐ Documento unico di programmazione; Piano della performance, Monitoraggio infrannuale, Consuntivo della performance. Circolari sulla valutazione individuale: Nella circolare vengono dettagliate le modalità operative ed i relativi tempi per la valutazione individuale dei Dirigenti e dei dipendenti. Manuale operativo database informatico: sono definite le operazioni per il caricamento degli obiettivi, degli indicatori e per il loro monitoraggio.
6
CAPITOLO II GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DELLA PERFORMANCE
Il presente capitolo, nella prima parte, descrive a livello teorico e in forma sintetica, i principali
strumenti, previsti dalle norme, della programmazione della performance, nella seconda parte,
descrive l’articolazione e il contenuto degli strumenti di programmazione utilizzati dalla Città
metropolitana di Bologna
2.1 GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE: DEFINIZIONE
Gli strumenti di programmazione di un Ente locale si distinguono in 2 livelli, quello strategico e
quello operativo. Il livello strategico concerne la risposta che un’amministrazione pubblica intende
dare ai problemi di benessere collettivo e alle richieste rivolte direttamente dagli stakeholder di
riferimento.
A livello strategico sono prese decisioni riguardanti le politiche pubbliche, le strategie e i piani
d’azione nei quali sono individuati gli obiettivi e le priorità che inquadrano le attività definite dalle
decisioni operative.
Il livello operativo concerne l’attuazione delle politiche e delle strategie per il raggiungimento dei
risultati attesi. A livello operativo le decisioni prese riguardano l’utilizzo delle risorse, il
funzionamento dei processi produttivi e i beni e servizi prodotti.
Gli strumenti di programmazione (strategica e performance) si basano principalmente sui seguenti
documenti:
• Il Programma di mandato e il Documento unico di programmazione (DUP)
• Il Piano e la Relazione sulla performance
Stakeholder: tutti i soggetti, individui od organizzazioni, il cui interesse è negativamente o positivamente influenzato dagli effetti dell’azione pubblica
Programmazione strategica processo di definizione, da parte degli organi titolari delle funzioni di indirizzo politico‐amministrativo, degli obiettivi che le amministrazioni devono perseguire in una prospettiva di medio/lungo periodo.
7
IL PROGRAMMA DI MANDATO E IL DUP
Il Programma di mandato, previsto dall’art 46 del TUEL, è lo strumento nel quale sono definite la
missione e le priorità dell’amministrazione.
Il Documento unico di programmazione, previsto dal D. Lgs. 118/2011, è lo strumento che
permette l’attività di guida strategica ed operativa degli enti locali. Si compone di due sezioni: la
Sezione Strategica (SeS) e la Sezione Operativa (SeO).
• La SeS individua le principali scelte che caratterizzano il programma dell’amministrazione
da realizzare nel corso del mandato amministrativo e che possono avere un impatto di
medio e lungo periodo, le politiche di mandato che l’ente vuole sviluppare nel
raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e nel governo delle proprie funzioni
fondamentali e gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato.
• La SeO contiene la programmazione operativa dell’ente: opere pubbliche, fabbisogno di
personale e alienazioni e valorizzazioni del patrimonio.
IL PIANO E LA RELAZIONE SULLA PERFORMANCE
Il Piano e la Relazione sono disciplinati dal D.Lgs.150/2009 che introduce un sistema di
programmazione, valutazione e rendicontazione basato sul ciclo della performance.
Nel Piano (e nella Relazione) viene esplicitato il “legame” che sussiste tra i bisogni della collettività,
la missione istituzionale, le priorità politiche, le strategie, gli obiettivi e gli indicatori
dell’amministrazione. Il Piano (e la Relazione) sono finalizzati a supportare i processi decisionali,
migliorare la consapevolezza del personale rispetto agli obiettivi dell’amministrazione; comunicare
agli stakeholder priorità e risultati attesi.
La Relazione sulla performance è il documento di consuntivo, che evidenzia, i risultati organizzativi raggiunti rispetto ai singoli obiettivi programmati ed alle risorse, con rilevazione degli eventuali scostamenti.
Il Piano della performance è il documento di preventivo che avvia il ciclo della performance, nel quale l’ente esplicita la performance attesa, ossia il contributo che l’amministrazione intende apportare attraverso l’azione amministrativa.
Ciclo della performance è il processo attraverso il quale si definiscono gli obiettivi e le relative risorse, si realizza il monitoraggio durante la gestione e si valutano e rendicontano i risultati.
Performance organizzativa è l’insieme dei risultati attesi dell’amministrazione nel suo complesso o delle sue unità organizzative.
8
L’elemento centrale del Piano (e della Relazione) è la performance organizzativa; gli aspetti più
rilevanti da tenere in considerazione ai fini della sua determinazione riguardano:
l’attuazione di politiche e il conseguimento di obiettivi collegati ai bisogni e alle aspettative della
collettività; l'attuazione di piani e programmi; la rilevazione del grado di soddisfazione dei
destinatari delle attività e dei servizi; la modernizzazione e il miglioramento qualitativo
dell'organizzazione e delle competenze professionali; lo sviluppo qualitativo e quantitativo delle
relazioni con i cittadini, i soggetti interessati, gli utenti e i destinatari dei servizi; l'efficienza
nell'impiego delle risorse; la qualità e la quantità delle prestazioni e dei servizi erogati; il
raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità (art. 8, d.lgs. 150/2009).
La performance organizzativa deve tenere conto dello stato delle risorse effettivamente a
disposizione o realisticamente acquisibili; essere misurabile in modo chiaro; avere come punto di
riferimento ultimo gli impatti indotti sulla società al fine di creare valore pubblico, ovvero di
migliorare il livello di benessere sociale ed economico degli utenti e deglistakeholder.
Performance individuale è il contributo fornito da un individuo (Dirigente / dipendente), in termini di risultato e di comportamenti agiti, nel raggiungimento degli obiettivi dell'amministrazione.
9
LO SCHEMA DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
Sulla base dell’ Art. 8. Del 150/2009 “Ambiti di misurazione e valutazione della performance organizzativa”
f) l'efficienza nell'impiego delle risorse, con particolare riferimento al contenimento ed alla riduzione dei costi, nonché all'ottimizzazione dei tempi dei procedimenti amministrativi; d) la modernizzazione e il miglioramento qualitativo dell'organizzazione e delle competenze professionali e la capacità di attuazione di piani e programmi; e) lo sviluppo qualitativo e quantitativo delle relazioni con i cittadini, i soggetti interessati, gli utenti e i destinatari dei servizi, anche attraverso lo sviluppo di forme di partecipazione e collaborazione; h) il raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità
a) l'attuazione delle politiche attivate sulla soddisfazione finale dei bisogni della collettività
b) l'attuazione di piani e programmi, ovvero la misurazione dell'effettivo grado di attuazione dei medesimi, nel rispetto delle fasi e dei tempi previsti, degli standard qualitativi e quantitativi definiti, del livello previsto di assorbimento delle risorse; g) la qualità e la quantità delle prestazioni e dei servizi erogati;
c) la rilevazione del grado di soddisfazione dei destinatari delle attività e dei servizi anche attraverso modalità interattive;
RILEVAZIONE DEI BISOGNI
SODDISFAZIONE DEGLI UTENTI
VALUTAZIONE DELLE POLITICHE
OBIETTIVI PERFORMANCE
MISSION E STRATEGIA
OUTPUT
OUTCOME
STATO DELLE
RISORSE
PROCESSO
10
GLI INDICATORI DELLA PERFORMANCE
Gli indicatori isolano la dimensione quantitativa di un obiettivo al fine di rendere possibile la
misurazione ed il controllo del grado del suo raggiungimento. Nel dettaglio, l’indicatore viene
utilizzato: per definire in maniera esplicita e puntuale gli obiettivi; per monitorare l’andamento
storico delle dimensioni gestionali rilevanti; per sostenere l’analisi degli scostamenti tra andamenti
programmati ed andamenti effettivi; per motivare ed orientare i comportamenti di dirigenti e
dipendenti collegando la corresponsione della retribuzione di risultato e la produttività agli
indicatori di performance.
La performance organizzativa può essere misurata e rappresentata tramite le seguenti quattro
tipologie di indicatori: stato delle risorse, efficienza, efficacia, impatto.
Indicatori di stato delle risorse: quantificano e qualificano le risorse dell’amministrazione
(umane, economico‐finanziarie, strumentali, tangibili e intangibili): esse possono essere misurate
in termini sia quantitativi (numero risorse umane, numero computer, ecc.), sia qualitativi (profili
delle risorse umane, livello di aggiornamento delle infrastrutture informatiche, ecc.), anche al fine
di valutare il livello di salute dell’amministrazione.
Indicatori di efficienza: misurano il rapporto tra risorse impiegate (input) e prodotti (output), per
cui la sua valutazione implica l'analisi del processo tecnico‐produttivo e della gestione dei fattori
della produzione. L’efficienza può essere misurata, ad esempio, in termini economici e/o fisici:
‐ efficienza economica (o finanziaria): esprime il costo (o la spesa) di gestione di un’attività e/o
di erogazione di un servizio;
‐ efficienza produttiva: esprime lo sforzo organizzativo per svolgere un’attività o un processo o
per erogare un servizio (carico di lavoro);
Indicatore misura sintetica, in genere espressa in forma quantitativa, in grado di riassumere l'andamento di fenomeni oggetto di indagine e valutazione.
Unità di misura grandezza assunta, per misurare le grandezze espresse nell'indicatore stesso
Target valore che rappresenta la quantificazione del livello di performance desiderata con riferimento ad un determinato obiettivo da raggiungere.
Fonte del dato identifica il sistema informativo, l’atto o l’azione dal quale si ricavano le informazioni necessarie al calcolo dell’indicatore.
Metodo di calcolo algoritmo utilizzato per il calcolo dell'indicatore.
11
Indicatori di efficacia: misura ciò che è stato fatto (output) in relazione agli obiettivi operativi
dell’organizzazione, misurano sia la quantità sia la qualità dei beni e servizi prodotti in un dato
arco temporale.
Gli indicatori di efficacia possono essere misurati sia in termini quantitativi che qualitativi.
‐ Efficacia quantitativa (quantità erogata / la quantità dei destinatari diretti degli output)
‐ Efficacia qualitativa: (qualità erogata secondo parametri oggettivi / qualità percepita secondo
la prospettiva dei fruitori
Indicatori di outcome (risultato e impatto) le misure di outcome, rappresentano le conseguenze
generate dagli output, rilevano il livello di raggiungimento della missione e degli obiettivi strategici
di un’organizzazione. Gli indicatori di outcome si distinguono tra outcome intermedi e risultati
finali:
‐ gli outcome intermedi (risultati): sono i risultati degli output che ci si aspetta conducano alle
finalità desiderate, sono dimostrabili nelle trasformazioni dei comportamenti dei beneficiari
diretti di una politica o di un servizio;
‐ gli outcome finali (impatti): rappresentano gli impatti sulla società che è possibile generare
attraverso l’azione dell’amministrazione, in termini di soddisfacimento dei bisogni espressi dai
cittadini.
Rilevare l’impatto pone delle difficoltà di misurazione, sia a causa della distanza temporale tra
l’azione dell’amministrazione e la generazione dell’effetto, sia a causa del parziale controllo
dello stesso, in ragione delle interazioni da parte di altri soggetti o di variabili esterne.
Le misure di impatto dovrebbero rappresentare, comunque, il riferimento fattuale per la
programmazione di medio‐lungo periodo, che orienta attività e progetti, prefigurando i
risultati attesi.
Di conseguenza, nella fase di programmazione strategica gli indicatori di impatto devono
indicare sia il punto di partenza, sia gli impatti attesi nel medio‐lungo periodo a fronte delle
attività poste in essere dalle amministrazioni. In tal modo, a consuntivo (nella fase di
“accountability esterna” al cittadino) sarà possibile valutare gli effetti delle politiche
confrontando le attese con gli outcome finali.
2.2 GLI ST
Gli strume
livelli gerar
- il I
con
- il II
con
- il II
Pia
-
L’architett
riportate g
gli Obiettiv
I Liv
Linee e prog
Progra
LINEA P
PR
TRUMENT
enti di progr
rchici:
livello è la m
ntenuta nel
livello è qu
ntenuti nella
II livello è q
no e Relazio
ura del sist
gerarchicam
vi specifici e
vello Miss
programmagetti di man
amma di ma
PROGRAM
ROGETTO
OBIET
TI DI PROG
rammazion
mission, rap
programm
uello della p
a sezione st
quello oper
one sulla pe
tema di pr
mente le Lin
ed indicator
sion
atiche ndato
andato
MATICA
DI MAND
TTIVI GENE
OBIETTIV
GRAMMA
e della per
ppresentata
a di manda
programma
trategica de
rativo, rapp
erformance
rogrammazi
nee program
ri
II Li
Obi
Docprogr
ATO
ERALI
I SPECIFIC
AZIONE DE
formance d
a dalle Linee
to;
azione strat
el Documen
presentato d
e ;
ione preved
mmatiche, i
ivello Strate
ettivi GENE
umento unrammazione
CI ED INDIC
ELLA CITTA
della Città m
e programm
egica, rapp
nto unico di
dagli Obiett
de uno sch
i Progetti d
egico
RALI
ico di e (Dup)
CATORI
A’ METRO
metropolita
matiche e da
resentata d
programma
tivi Specific
hema ad al
di mandato,
III L
Ob
Piano
OPOLITAN
ana sono dis
ai progetti d
dagli Obiett
azione (Dup
ci e dagli ind
lbero, nel q
, gli Obietti
Livello Oper
biettivi SPECed indicato
o e Relazionperforman
12
A
stinti in tre
di mandato
ivi Generali
p);
dicatori del
quale sono
vi generali,
rativo
CIFICI ori
ne sulla ce
2
e
o
i
l
o
,
13
La Città metropolitana di Bologna, fin dall’anno 2014, distingue gli obiettivi in Obiettivi GENERALI e in Obiettivi SPECIFICI (definizione estratta dal cap. 2 del manuale edito dal Dipartimento della Funzione Pubblica “Misurare per decidere: La misurazione delle performance per migliorare le politiche pubbliche e i servizi). La distinzione opera a livello gerarchico, i primi attengono al livello strategico e definiscono le finalità dell’obiettivo e la competenza politica, mentre i secondi attengono al livello operativo nel quale vengono definite le attività, le fasi e la competenza dirigenziale. Il nuovo testo del d.lgs. 150/2009 all’art 5 c. 1 (non previsto nell’elenco degli articoli per i quali gli Enti locali devono adeguare i propri ordinamenti ai principi dei suddetti articoli) introduce le medesime categorie di obiettivi (obiettivi generali e obiettivi specifici) con un diverso significato: i primi (generali) identificano le priorità strategiche delle pubbliche amministrazioni in relazione alle attività e ai servizi erogati, e sono determinati con linee guida (in corso di predisposizione), adottate su base triennale con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; i secondi (specifici) sono definiti da ciascuna amministrazione nel proprio Piano.
I LIVELLO:
Per ciascun
“Progetti d
II LIVELLO:
Nella Sezio
mandato”
Elementi
Titolo
Finalità
Collegame
Responsab
Linea
Pm
Proget
Ob
O
LE LINEE PR
na Linea pro
di mandato”
: IL DOCUM
one Strate
sono defini
De
Ind
Decherife
enti E’ c
bilità E’ a
E’ Cd
programma
Progetto di mandato 1.1
tto di mand
biettivo gen
Obiettivo gen
ROGRAMM
ogrammatic
” che aggreg
MENTO UNIC
gica del D
iti degli obie
escrizione
dividua l’ob
efinisce le pe s’intendeerimento.)
collegato al
assegnato a
assegnato R (definito
atica 1
1
dato 1.1
nerale A
nerale B
MATICHE DI
ca del Progr
ga i principa
CO DI PROG
ocumento
ettivi GENE
Contenut
iettivo gene
priorità e foe seguire,
lla linea pro
a un consigl
a un CdR, pObiettivo g
Linea p
m
m
m
Prog
MANDATO
ramma di m
ali “temi” tr
GRAMMAZI
unico di p
RALI.
o obiettivi
erale
ornisce le drelative al
ogrammatic
liere delega
può per progenerale tra
programma
Progetto dmandato 2.
Progetto dmandato 2.
Progetto dmandato 2.
getto di man
Obiettivo
O
mandato è s
rattati dal s
ONE (DUP)
programma
GENERALI
irettive di c medesimo
ca attraverso
ato di riferim
oprie carattsversale.)
atica 2
i 1
i 2
i 3
ndato 2.1
generale C
stata definit
ingolo prog
zione, per
carattere go periodo
o il progetto
mento.
teristiche e
Linea
Pr
ta un’artico
gramma.
ciascun “P
enerale suldel DUP (
o di manda
ssere cond
a programm
Progetto dmandato 3
Progetto dmandato 3
rogetto di m
Obiettiv
14
olazione per
Progetto di
lla strategia(triennio d
to.
iviso da più
matica 3
di 3.1
di 3.2
mandato 2.2
o generale
4
r
i
a i
ù
2
D
III LIVE
Nel Piano d
SPECIFICI e
Elementi
Titolo
Finalità
Collegame
Responsab
Pesi
Indicatore
Tipologia dell’indica
ELLO: IL PIAN
della perfor
e i relativi in
De
InG
Deat
enti E’
E’
bilità E’
Indidi
Ml’o
Peba
tore A fu
Obiettiv
Obiettivo • Indicato• Indicato
Obiettivo • Indicato
NO E LA RE
rmance, per
ndicatori.
escrizione
ndividua l’obENERALE
ettaglia in ttività e fasi
collegato a
collegato, s
assegnato
n sede di bu competenz riferimento
Misura il raobiettivo sp
er ciascun inase 100), va
cura dell’uunzione dell
vo generale
SPECIFICO ore 1ore 2
SPECIFICO ore 1
LAZIONE SU
r ciascun Ob
Contenut
biettivo spe
modo oper che portan
all’obiettivo
se il caso, a
a un’Area /
dget gli obiza, gli obieto
ggiungimenecifico.
ndicatore vialore di bud
u.o controlloa tipologia:
e A
A1
A2
ULLA PERFO
biettivo GEN
to obiettivi
cifico in mo
rativo l’obieno al raggiun
GENERALE
un obiettiv
Settore
iettivi GENEttivi SPECIFI
nto delle s
iene inseritget (target)
o di gestion: efficienza,
ORMANCE
NERALE son
SPECIFICI:
odo coerent
ettivo GENEngimento d
di riferime
vo GENERAL
ERALI sono CI su base 1
singole fasi
o: codice, d).
ne – ciascuefficacia ec
Obi• In• In
no definiti d
te con le fin
ERALE, elenell’obiettivo
nto;
LE di caratte
pesati su ba100 rispetto
i o dei pr
descrizione,
un indicatorcc.
Obiettivo g
ettivo SPECndicatore 1ndicatore 2
degli obiettiv
alità dell’ob
nca in modo specifico.
ere trasvers
ase 100 rispo all’obiettiv
rodotti che
unità misu
re viene cla
generale B
CIFICO B1
15
vi
biettivo
do specifico
ale.
petto al CdRvo generale
e realizzano
ra, peso (su
assificato in
5
o
R e
o
u
n
16
LIVELLI TRASVERSALI
Contestualmente alla struttura della programmazione ad albero, il Sistema di programmazione
prevede anche la presenza di un Livello trasversale di collegamento degli obiettivi.
Il Livello trasversale viene introdotto quando è necessario monitorare i risultati dell’azione
amministrativa relativa ad una pluralità di obiettivi che appartengono a diversi progetti di
mandato (e quindi a temi diversi).
Al fine di coordinare la programmazione e monitorare lo stato di avanzamento di questa tipologia
di obiettivi, in fase di budgeting i CdR interessati collegano gli obiettivi specifici all’obiettivo di
livello trasversale.
Il PIANO STRATEGICO METROPOLITANO rappresenta un esempio di obiettivo di livello
trasversale, infatti La città metropolitana di Bologna ha previsto nel nuovo processo di
pianificazione strategica, PSM 2.0, 3 obiettivi generali e trasversali: Migliore sostenibilità, Massima
inclusione, Maggiore attrattività. Il PSM prevede 7 linee di indirizzo: 1. L’identità di Bologna
metropolitana: , 2.Rigenerazione urbana e ambientale, 3.Politiche della mobilità, 4.Manifattura,
nuova industria e formazione, 5.Cultura e creatività, 6.Istruzione ed educazione , 7.Salute, welfare
e benessere.
Pertanto gli obiettivi specifici del Piano della performance saranno collegati e agli obiettivi generali
e trasversali del PSM e ad una delle 7 linee di indirizzo sopra specificate.
LA RENDIC
In sede d
seguenti:
Elementi
Stato di avanzamen
ConsuntivoIndicatore
I DOCUME
In fase di
descrittivo
• La
calc
• Il co
• Lo
GEN
RELAZIO(Calcolo
o
Rend
CONTAZION
di consuntiv
De
nto Unragattcor
o Il v
ENTI DI REN
consuntiva
o dell’obiett
Relazione s
colare la PE
onsuntivo d
stato di av
NERALI, util
ONE PERFOo della perfoorganizzativa
diconto Obietrasversali
NE
vazione, ag
escrizione
sintetico cggiunti e questazioni (forrelati.
valore raggiu
NDICONTAZ
zione con i
ivo SPECIFIC
sulla perfor
ERFORMANC
degli Obiett
vanzamento
lizzato per l
L
OMANCE ormance a)
ettivi
gli element
commento (uelli non ragonti) per le
nto a consun
IONE
il valore a c
CO, si produ
rmance con
CE ORGANI
ivi trasversa
o del DUP c
a programm
LO SCHEMA
C
Statob
ti presenti
1500 carattggiunti, facequali si è i
ntivo rispetto
consuntivo
ucono i seg
n articolazio
ZZATIVA (ve
ali (PSM 2.0
con articola
mazione de
A DI RENDIC
Consuntivo indicator
e to di avanzabiettivo SPEC
nell’obiett
eri) che espendo riferimndicato il v
o alla previsi
degli indic
uenti docum
one per Cd
edi capitolo
0 e Accordi d
azione per
ll’anno succ
CONTAZION
degli ri amento CIFICO
tivo SPECIF
plica in modento agli atalore di con
one
atori, e lo
menti:
R e obiettiv
o 4.2)
di programm
Progetti di
cessivo.
NE
DUP ‐ Rarticolato Progetti
FICO si agg
do descrittivtti, ai documnsuntivo deg
stato di av
vi GENERAL
ma)
mandato e
Rendiconto sulla base ddi mandato
17
giungono i
vo i risultatmenti e allegli indicator
anzamento
LI al fine di
ed obiettivi
dei o
7
i
i e i
o
i
i
18
CAPITOLO III LA VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE A 360°
Il presente capitolo descrive come la Città metropolitana di Bologna mette in relazione la
performance, il sistema dei controlli e la qualità.
3.1 LE RELAZIONI TRA PERFOMANCE, SISTEMA DEI CONTROLLI E QUALITÀ
Nella valutazione della performance organizzativa, si deve tenere conto di due ulteriori aspetti:
- In primo luogo è necessario contestualizzare il dato di performance, perché non esiste una
definizione di performance valida per tutte le circostanze, di conseguenza, il risultato della
performance deve essere letto in relazione allo STATO DELLE RISORSE e cioè del livello di
risorse umane, economico‐finanziarie e patrimoniali, presentato in sede di Dup.
- In secondo luogo è necessario valutare il grado di raggiungimento dell’azione amministrativa
con una visione a 360°, che tenga quindi conto, sia degli effetti del Sistema dei controlli sulla
performance, sia della Qualità dei processi e dei prodotti e dei servizi erogati e dei relativi
impatti sulla collettività.
Con la valutazione a 360° l’Ente esprime una valutazione di compiutezza dell’azione
amministrativa:
La valutazione relativa al Sistema dei controlli1 prende in considerazione l’insieme dei controlli
a carattere sistematico sull’attività complessiva dell’Ente, verificando la “conformità” dell’azione
amministrativa, a norme di carattere generale e trasversali a tutto l’Ente, e in particolare: la
“Salute amministrativa”, la “Salute etica” e la “Qualità effettiva dei servizi”.
La valutazione relativa alla Qualità2 prende in considerazione sia lo sviluppo qualitativo e
quantitativo delle relazioni con i cittadini, sia il rapporto tra le risorse utilizzate e l’output
realizzato, sia l’adeguatezza dell’output realizzato rispetto ai bisogni e alle aspettative degli utenti,
sia l’effetto generato dall’attività sui destinatari, in particolare misurando rispettivamente: la
salute relazionale, l’efficienza economica e produttiva, la salute organizzativa, professionale,
digitale e di genere, la qualità effettiva e percepita degli output, la qualità dell’outcome.
1 Vedi l’Allegato A al presente documento 2 Vedi l’Allegato B al presente documento
19
LO SCHEMA DELLA VALUTAZIONE A 360°
LA VALUTAZIONE A 360°
La metodologia di valutazione della performance organizzativa, utilizzata dalla Città
metropolitana, è finalizzata a verificare il grado di raggiungimento dell’azione amministrativa,
privilegiando un format che permette la redazione in forma sintetica, chiara e di immediata
comprensione ai cittadini e agli altri utenti finali del collegamento tra la missione istituzionale, le
priorità politiche, le strategie, gli obiettivi e gli indicatori dell’amministrazione.
La metodologia, nel calcolo della performance organizzativa, rileva principalmente l’efficienza
e l’efficacia delle azioni direttamente collegate all’organizzazione e quindi relativi all'ambito di
diretta responsabilità dei Dirigenti e del personale (vedi lettere b, f e g dell’ Art. 8. Del 150/2009
“Ambiti di misurazione e valutazione della performance organizzativa3).
Tale metodologia è il frutto di una precisa scelta dell’amministrazione che:
3 b) l'attuazione di piani e programmi, ovvero la misurazione dell'effettivo grado di attuazione dei medesimi, nel rispetto delle fasi e dei tempi previsti, degli standard qualitativi e quantitativi definiti, del livello previsto di assorbimento delle risorse; f) l'efficienza nell'impiego delle risorse, con particolare riferimento al contenimento ed alla riduzione dei costi, nonché all'ottimizzazione dei tempi dei procedimenti amministrativi; g) la qualità e la quantità delle prestazioni e dei servizi erogati;
SISTEMA DEI CONTROLLI Salute amministrativa”, Salute
etica” e “Qualità effettiva servizi”.
PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
PERFORMANCE INDIVIDUALE
STATO DELLE RISORSE umane, economico‐
finanziarie e patrimoniali
violazioni, irregolarita' e inadempimenti agli obblighi dirigenziali ‐ violazione codice di
disciplina o di comportamento
QUALITA’ Salute relazionale, efficienza economica e produttiva, salute organizzativa, professionale, digitale e di genere, qualità effettiva e percepita degli output, qualità dell’outcome.
20
Per quanto riguarda il Sistema dei controlli, tratta la “Salute amministrativa”, la “Salute etica” e
la “Qualità effettiva dei servizi”, da una parte come uno “STATO”, attribuendo il risultato di tali
controlli – graduati in BUONO / INSUFFICIENTE – all’aministrazione nel suo complesso, dall’altra
considerando le violazioni, irregolarità, inadempienze, ritardi ecc., nella valutazione individuale
dei Dirigenti interessati e del personale (solo per le sanzioni disciplinari).
Per quanto riguarda La valutazione relativa alla Qualità, la metodologia tratta la salute
relazionale, la salute organizzativa, professionale, digitale e di genere, la qualità percepita degli
output, la Qualità dell’outcome, come un “PROCESSO”, attribuendo il risultato di tali misure
all’aministrazione nel suo complesso, e richiedendo ai Dirigenti e al personale l’applicazione degli
strumenti di qualità, la condivisione delle migliori pratiche e le conseguenti azioni in un processo di
miglioramento continuo.
I risultati della performance organizzativa ed individuale, gli esiti del Sistema dei controlli e
dell’applicazione delle misure di qualità, sono inseriti nella Relazione sul funzionamento
complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni (vedi
capitolo 3.3 RELAZIONE SUL FUNZIONAMENTO COMPLESSIVO DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE).
21
CAPITOLO IV IL CICLO DELLA PROGRAMMAZIONE
Il presente capitolo descrive come si svolge il ciclo della performance nella Città metropolitana di
Bologna.
4.1 IL CICLO DELLA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA
PROGRAMMA DI MANDATO
In funzione dell’art 33 dello Statuto, entro novanta giorni dall'insediamento del Consiglio
metropolitano, il Sindaco metropolitano presenta al Consiglio un documento contenente le
linee programmatiche relative all’azione ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato.
Nei successivi trenta giorni, ciascun Consigliere puo proporre modifiche, adeguamenti ed
integrazioni, mediante la presentazione di appositi emendamenti al documento. Nei seguenti venti
giorni, il Sindaco metropolitano sottopone il documento al Consiglio metropolitano nella sua
forma definitiva, per la sua approvazione”. La medesima procedura è seguita per l’eventuale
adeguamento del documento.
L’attuazione delle linee programmatiche è oggetto di verifica di metà mandato da parte del
Consiglio. A tal fine, il Sindaco metropolitano, presenta al Consiglio, un documento di verifica in cui
sono illustrati, globalmente e per singoli settori di competenza, l'attività svolta, i risultati ottenuti,
lo stato di realizzazione del programma di governo.
RELAZIONE DI INIZIO E FINE MANDATO
Al fine di garantire il coordinamento della finanza pubblica, il rispetto dell'unità economica e
giuridica della Repubblica e il principio di trasparenza delle decisioni di entrata e di spesa, le Città
metropolitane sono tenute a redigere una Relazione di inizio e fine mandato, volta a verificare la
situazione finanziaria e patrimoniale e la misura dell'indebitamento dei medesimi enti.
La relazione (di inizio e fine mandato), predisposta dal Segretario Generale, sottoscritta dal
Sindaco Metropolitano della Città metropolitana e dai Revisori dei Conti, contiene la descrizione
dettagliata delle principali attività normative e amministrative svolte durante il mandato, con
specifico riferimento a: a) sistema ed esiti dei controlli interni; b) eventuali rilievi della Corte dei
Conti; c) il rispetto dei saldi di finanza pubblica; d) situazione finanziaria e patrimoniale, e) azioni
intraprese per contenere la spesa e stato del percorso di convergenza ai fabbisogni standard; f)
quantificazione della misura dell'indebitamento dell'Ente.
22
DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE
Il processo di predisposizione e approvazione del Documento unico di programmazione (DUP) si
svolge nei tempi e con le modalità previste dal Regolamento di contabilità, l’approvazione del
DUP è di competenza del Consiglio metropolitano.
Il punto focale del DUP è rappresentato dalla costruzione dello Scenario che deve tener conto:
• della tendenza storica (economica, finanziaria e fattuale);
• delle variabili esterne: il contesto sociale, economico e finanziario, il quadro normativo;
• delle variabili interne: il Piano delle alienazioni e degli investimenti, il livello delle Entrate
correnti e il relativo livello delle spese, il personale e l’organizzazione, le regole, le funzioni,
le attività, gli obiettivi;
Sulla base di detto scenario vengono prese le Decisioni e effettuate le relative Previsioni.
Il processo è avviato con circolare del Direttore Generale.
In questa fase, il Direttore generale incontra le strutture al fine di illustrare lo scenario, le linee
di indirizzo, gli obiettivi strategici sui quali costruire la nuova proposta di Obiettivi generali.
I CdR inseriscono/aggiornano le proposte di obiettivi GENERALI di propria competenza relative al
triennio di competenza del DUP.
VARIABILI ESTERNE
VARIABILI INTERNE
LA TENDENZA STORICA
LA PREVISIONE LO SCENARIO
LE DECISIONI
23
4.2 IL CICLO DELLA PERFORMANCE
APPROVAZIONE DEL PIANO DELLA PERFORMANCE
Il Piano della performance è lo strumento che dà avvio al ciclo di gestione della performance.
In seguito all’approvazione del DUP, e contestualmente al processo di predisposizione del Piano
esecutivo di gestione (Peg), il Direttore Generale con propria circolare definisce i tempi e le
modalità di predisposizione del Piano della performance annuale.
Sulla base di dette indicazioni i CdR inseriscono, con riferimento agli Obiettivi GENERALI di
competenza, i relativi obiettivi SPECIFICI ed indicatori. Al termine della fase di proposta la
Direzione Generale, attraverso la u.o controllo di gestione, verifica che Il Piano contenga obiettivi
coerenti con quelli contenuti nel piano della trasparenza e nel piano anticorruzione e predispone i
seguenti controlli a preventivo:
1. verifica della coerenza tra obiettivi specifici ed obiettivi generali e tra indicatori ed obiettivi
specifici;
2. verifica che gli obiettivi specifici siano significativi e rilevanti;
3. verifica che siano inseriti obiettivi relativi ai controlli e alla qualità (vedi allegati A e B);
4. verifica che gli indicatori misurino i prodotti più importanti in termini di risultati, siano
misurabili e siano note le fonti e le modalità di calcolo.
Conclusa la fase di verifica e controllo, il Piano della performance viene redatto dal Direttore
Generale e presentato, entro 20 giorni dall’approvazione del Piano esecutivo di gestione4, al
Sindaco METROPOLITANO per l’approvazione.
MONITORAGGIO INFRANNUALE
Il monitoraggio infrannuale (la cui data di riferimento viene fissata nell’atto di approvazione del
Piano) ha il compito di verificare l'andamento delle performance rispetto agli obiettivi
programmati, verificando altresì la necessità o l'opportunità di interventi correttivi in corso di
esercizio.
Il processo è avviato con la circolare del Direttore Generale che definisce i tempi e le modalità.
Sulla base di dette indicazioni i CdR inseriscono/confermano lo stato di avanzamento degli
obiettivi e dei relativi indicatori. In questa fase è possibile richiedere sia lo slittamento
4 Vedi l'art. 169 del TUEL Enti locali
24
dell’obiettivo o la riduzione del valore previsto a budget degli indicatori, sia la neutralizzazione
degli obiettivi che non siano più realizzabili nell’anno.
La riprogrammazione (e/o la neutralizzazione) dell’obiettivo viene valutata solo se presenti
contemporaneamente le successive tre condizioni:
- la motivazione è di natura economica o normativa o per fatti non dipendenti da questa
amministrazione;
- l’evento pregiudica in modo significativo la possibilità di raggiungere l’obiettivo;
- l’evento non poteva essere preventivato al momento della predisposizione degli obiettivi
A conclusione della fase di monitoraggio e previo esame del Nucleo di valutazione, la Direzione
Generale produce il documento Relazione sulla performance – monitoraggio al_______ e il
Report degli scostamenti che contiene gli obiettivi non realizzati pienamente, e li sottopone al
Sindaco Metropolitano per l’approvazione.
RELAZIONE SULLA PERFORMANCE
Il processo è avviato con la Circolare del Direttore Generale che definisce i tempi e le modalità.
Sulla base di dette indicazioni i CdR inseriscono per ciascun obiettivo SPECIFICO:
‐ i valori raggiunti dai relativi indicatori in caso di scostamenti rispetto alla previsione per
ciascun indicatore vengono altresì riportate le relative motivazioni
‐ uno stato di avanzamento degli obiettivi nel quale sono rendicontati, in maniera descrittiva, i
risultati raggiunti e quelli non raggiunti, evidenziando, per ciascun indicatore collegato
all’obiettivo, gli atti, i documenti e le attestazioni (fonti) per le quale si è indicato il valore di
consuntivo.
A conclusione della fase di consuntivazione, la Direzione Generale produce la Relazione sulla
performance e il Report degli scostamenti che contiene gli obiettivi non realizzati pienamente.
VALIDAZIONE DELLA PERFORMANCE E CALCOLO DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
Il Nucleo di valutazione, in prima istanza verifica:
‐ che la Relazione sia in forma sintetica, chiara e di immediata comprensione ai cittadini e agli
altri utenti finali;
25
‐ il collegamento tra la missione istituzionale, le priorità politiche, le strategie, gli obiettivi e gli
indicatori dell’amministrazione;
‐ che Il Piano contenga obiettivi coerenti con quelli contenuti nel piano della trasparenza e nel
piano anticorruzione;
‐ l’attendibilità della rendicontazione, verificando la rispondenza dei valori a consuntivo degli
indicatori, con lo stato di avanzamento descrittivo dell’obiettivo, con particolare riferimento
agli atti, ai documenti e alle attestazioni (fonti) di tali valori
Il Nucleo di valutazione, in seconda istanza verifica il grado di raggiungimento degli obiettivi e
valutando per ciascun indicatore:
‐ se il risultato è uguale o migliore della previsione, assegna una percentuale di realizzazione
pari al 100% (Risultato raggiunto);
‐ se il risultato è peggiore della previsione assegna una percentuale di realizzazione da 0 a 100%
(Risultato parzialmente raggiunto);
‐ in assenza di attività svolte e/o in presenza di un rilevante scostamento rispetto a quanto
preventivato, assegna una percentuale di realizzazione pari a 0% (Risultato non raggiunto); nei
casi previsti per la riprogrammazione5 il Nucleo può procedere alla neutralizzazione
dell’obiettivo, escludendolo quindi dal calcolo della performance organizzativa (Risultato
neutralizzato).
Al termine di tali attività, il Nucleo di valutazione, predispone il "RAPPORTO AL 31/12" con tutte le
decisioni assunte e approva il Documento di validazione della Relazione sulla performance.
CALCOLO DELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
La Direzione Generale, sulla base delle risultanze sul grado di raggiungimento degli indicatori,
calcola, in modo matematico, la performance organizzativa: partendo dalla percentuale di
raggiungimento certificata dal Nucleo, determina il grado di raggiungimento rispettivamente degli
obiettivi SPECIFICI, degli obiettivi GENERALI e del CdR di competenza in funzione dei pesi assegnati
in sede di previsione
5 Vedi fase del monitoraggio infrannuale
26
APPROVAZIONE DELLA RELAZIONE SULLA PERFORMANCE
La Relazione sulla performance e il Rapporto del Nucleo vengono inviati al Sindaco
Metropolitano che li approva nei tempi di approvazione del consuntivo di bilancio. Il Sindaco
in seguito all’approvazione della Relazione sulla performance, in occasione dell’approvazione del
Rendiconto di gestione, illustra il documento al Consiglio metropolitano evidenziandone i
contenuti e i risultati ottenuti.
VALUTAZIONE PERFORMANCE INDIVIDUALE
Dopo l’approvazione della Relazione sulla performance da parte del Sindaco metropolitano, il
Direttore Generale avvia le procedure per la valutazione della performance individuale, così come
dettagliate nel successivo Capitolo V.
RELAZIONE SUL FUNZIONAMENTO COMPLESSIVO DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE
Alla fine del ciclo della performance, il Nucleo di valutazione predispone la Relazione sul
funzionamento complessivo del sistema di valutazione. Nella Relazione il Nucleo riferisce sul
funzionamento complessivo del Sistema di valutazione, trasparenza e integrità dei controlli interni,
mettendone in luce gli aspetti positivi e negativi. La finalità è di evidenziarne le criticità e i punti di
forza, al fine di presentare proposte per svilupparlo e integrarlo ulteriormente.
PUBBLICAZIONE IN AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE
Il Piano e la Relazione sulla performance, il Documento di validazione della Relazione sulla
performance e la Relazione sul funzionamento complessivo del sistema di valutazione redatti dal
Nucleo, vengono infine pubblicati sulla pagina amministrazione trasparente del sito istituzionale
nella sezione denominata “performance”. Nella stessa pagina sono pubblicati i dati relativi ai
premi e l’ammontare complessivo dei premi stanziati e distribuiti.
27
CAPITOLO V ‐ VALUTAZIONE PERFORMANCE INDIVIDUALE
Il capitolo contiene i criteri, le modalità e le fasi di svolgimento del processo di valutazione della
performance organizzativa ed individuale dei dipendenti, delle posizioni organizzative (p.o.), e dei
dirigenti, ai fini dell’erogazione dei relativi premi.
Il rispetto delle disposizioni in materia di misurazione, valutazione e trasparenza della performance
di cui al Titolo II del D.Lgs. 74/2017, come integrate e dettagliate nel presente Sistema, è
condizione necessaria per l'erogazione di premi e componenti del trattamento retributivo legati
alla performance e rileva ai fini del riconoscimento delle progressioni economiche, dell'attribuzione
di incarichi di responsabilità al personale, nonché del conferimento degli incarichi dirigenziali6.
5.1 VALUTAZIONE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI
La valutazione si ispira ai seguenti criteri:
a) preventiva comunicazione dei criteri di valutazione;
b) comunicazione e verifica in corso d’anno nel caso di prestazioni insoddisfacenti;
c) comunicazione e discussione a consuntivo dei risultati della valutazione, preventiva
all’erogazione dei compensi;
d) garanzia del contraddittorio in caso di valutazione non positiva;
e) coerenza tra l’esito della valutazione, premio e azioni da intraprendere per il
miglioramento e lo sviluppo professionale.
La responsabilità della valutazione è affidata al dirigente che la esercita nel rispetto della legge, dei
CCNL e dei criteri della presente metodologia. La valutazione avviene annualmente, a consuntivo,
nell’ambito di un colloquio sui parametri previsti dalla scheda di valutazione. Al fine di acquisire
informazioni ed elementi di conoscenza utili alla valutazione, i dirigenti possono avvalersi dei
propri collaboratori di categoria D responsabili degli uffici o di collaboratori aventi analoghe
responsabilità. Nel caso di collaboratori titolari di posizione organizzativa, il dirigente deve
acquisire da questi la proposta di valutazione (art 40ter del Regolamento sull’ordinamento degli
uffici e dei servizi). Al termine del colloquio la scheda di valutazione deve essere consegnata al
valutato che la firma per ricevuta.
6 Art. 3, comma 5, D. Lgs. 150/2009, come modificato dall’art. 1, comma1 lett. b), del D. Lgs. 74/2017.
28
La valutazione del personale dipendente
La valutazione del personale dipendente, non incaricato di posizione organizzativa, viene
effettuata con riferimento ai seguenti due fattori:
• Fattore 1 Performance organizzativa: la valutazione si riferisce al grado (%) di realizzazione
della performance organizzativa realizzata7; la percentuale viene attribuita dall’U.o Controllo di
gestione a tutti i dipendenti appartenenti al medesimo C.d.R. e determina l’attribuzione del
premio per la performance organizzativa previsto dall’art. 68 co. 2 lett. a) del CCNL del 21/05/2018
• Fattore 2 Performance individuale (totale 70 punti): il fattore valuta la qualità e la quantità
dell’apporto individuale in funzione di quattro parametri. La valutazione del singolo parametro
viene espressa con un punteggio da 0 a 100 che, ponderato per il relativo peso, determina il
punteggio finale attribuito (parziale e totale). Il punteggio conseguito determina l’attribuzione del
premio per la performance individuale previsto dall’art. 68 co. 2 lett. b) del CCNL del 21/05/2018,
nonché del differenziale del premio individuale di cui all’art. 69 del citato CCNL8 sulla base dei
criteri stabiliti dalla contrattazione integrativa.
FATTORE 1 PERFORMANCE ORGANIZZATIVA DIPENDENTI
Fattore
Parametro
Peso Valutazione (%
realizzazione obiettivi)
Punti (Peso * % obiettivi)
1) Performance organizzativa
Grado di raggiungimento della performance organizzativa (Fonte: Relazione sulla Performance)
30
FATTORE 2 PERFORMANCE INDIVIDUALE DIPENDENTI
Fattore
Parametro
Peso Valutazione (punti
performance da 0 a 100)
Punti (Peso\100*
pt valutazione)
2) Performance individuale
2. 1 ‐ qualità e quantità dell’apporto individuale al raggiungimento degli obiettivi collettivi e agli adempimenti della struttura di appartenenza
15
7 Vedi cap 4.2. Il ciclo della performance 8 CCNL 21/05/2018, art. 69 Comma 1: “Ai dipendenti che conseguano le valutazioni più elevate, secondo quanto previsto dal sistema di valutazione dell’ente, è attribuita una maggiorazione del premio individuale di cui all’art. 68, comma 2, lett.b), che si aggiunge alla quota di detto premio attribuita al personale valutato positivamente sulla base dei criteri selettivi. Comma 2: “La misura di detta maggiorazione, definita in sede di contrattazione integrativa, non potrà comunque essere inferiore al 30% del valore medio pro‐capite dei premi attribuiti al personale valutato positivamente ai sensi del comma 1. Comma 3 “La contrattazione integrativa definisce altresì, preventivamente, una limitata quota massima di personale valutato, a cui tale maggiorazione può essere attribuita”
29
2. 2 ‐ Contributo dato alla soluzione dei problemi assumendo iniziative e\o proponendo soluzioni
15
2. 3 ‐ Competenze professionali dimostrati nello svolgimento delle attività assegnate e nella realizzazione di specifici compiti
20
2. 4 ‐ comportamenti organizzativi e relazionali dimostrati nello svolgimento delle attività assegnate e nella realizzazione di specifici compiti (orientamento all’utente esterno\interno, capacità di lavoro di gruppo, comunicazione, disponibilità, flessibilità, rispetto di impegni e scadenze)
20
TOTALE 70
La valutazione del personale incaricato di posizione organizzativa
La valutazione del personale incaricato di posizione organizzativa viene effettuata con riferimento
ai seguenti due fattori:
• Fattore 1 Performance organizzativa (peso 30/100): la valutazione si riferisce alla
performance organizzativa realizzata9 ed il punteggio viene attribuito dall’U.o Controllo di gestione
a tutte le posizioni organizzative appartenenti al medesimo C.d.R..
• Fattore 2 Performance individuale (peso 70/100): il fattore valuta il grado di realizzazione
degli obiettivi individuali, la qualità e la quantità dell’apporto individuale in funzione di quattro
parametri. La valutazione del singolo parametro viene espressa con un punteggio da 0 a 100 che,
ponderato per il relativo peso, determina il punteggio finale attribuito (parziale e totale).
In base al CCNL 2016/2018 alla retribuzione di risultato viene destinato annualmente non meno
del 15% delle risorse complessivamente destinate alle retribuzioni di posizione e di risultato delle
posizioni organizzative. La retribuzione di risultato è ponderata rispetto alla retribuzione di
posizione ed erogata in proporzione al punteggio ottenuto su entrambi i fattori.
Nell’ipotesi di conferimento ad un lavoratore, già titolare di posizione organizzativa, di un incarico
ad interim relativo ad altra posizione organizzativa, per la durata dello stesso, al lavoratore,
nell’ambito della retribuzione di risultato, è attribuito un ulteriore importo la cui misura può
variare dal 15% al 25% del valore economico della retribuzione di posizione prevista per la
posizione organizzativa oggetto dell’incarico ad interim. In tali casi la percentuale di retribuzione di
risultato è proporzionale all’importo della retribuzione di posizione ricoperta ad interim e viene
erogata in relazione al grado di realizzazione degli obiettivi a questa assegnati sulla posizione retta.
9 Vedi cap 4.2. Il ciclo della performance
30
FATTORE 1 PERFORMANCE ORGANIZZATIVA P.O.
Fattore
Parametro
Peso Valutazione (%
realizzazione obiettivi)
Punti (Peso * % obiettivi)
1) Performance organizzativa
Grado di raggiungimento della performance organizzativa (Fonte: Relazione sulla Performance)
30
SCHEDA DI VALUTAZIONE P.O.
Fattore
Parametro
Peso Valutazione (punti
performance da 0 a 100)
Punti (Peso\100*
pt valutazione)
2) Performance individuale
2. 1 ‐ grado di realizzazione degli obiettivi individuali, qualità e quantità dell’apporto individuale al raggiungimento degli obiettivi collettivi e agli adempimenti della struttura di appartenenza
25
2. 2 ‐ Contributo dato alla soluzione dei problemi assumendo iniziative e\o proponendo soluzioni
15
2. 3 ‐ Competenze professionali dimostrati nello svolgimento delle attività assegnate e nella realizzazione di specifici compiti
15
2. 4 ‐ comportamenti organizzativi e relazionali dimostrati nello svolgimento delle attività assegnate e nella realizzazione di specifici compiti (orientamento all’utente esterno\interno, capacità di lavoro di gruppo, comunicazione, disponibilità, flessibilità, rispetto di impegni e scadenze)
15
TOTALE 70
Criteri comuni ai dipendenti incaricati e non di posizione organizzativa
In presenza di violazione al codice disciplinare o al codice di comportamento che nell’anno di
riferimento della valutazione abbiano comportato l’erogazione di una sanzione disciplinare il
punteggio totale conseguito nei Fattore 1 e 2, viene decurtato di una percentuale compresa tra il
5% e il 100% in funzione della gravità della sanzione comminata. La percentuale di decurtazione
viene stabilita dal dirigente d’intesa con la Direzione generale e determina una corrispondente
decurtazione dei relativi premi.
La valutazione della performance individuale viene effettuata se il servizio prestato è pari ad
almeno tre mesi; nel caso di servzio prestato per periodi inferiori non viene assegnato nessun
punteggio. I dipendenti che nel corso dell’anno cambiano struttura e dirigente, ricevono due
31
distinte valutazioni, salvo che abbiano lavorato per periodi inferiori a tre mesi; in tal caso avranno
una sola scheda di valutazione relativa al periodo più lungo.
In base al punteggio conseguito su ciascun parametro (da 0 a 100) e sul totale del Fattore 2
(70/100), il Sistema attribuisce le seguenti valutazioni:
Punti performance individuale parametro (da 0 a 100)
punti totali Fattore 2 (70/100)
Valutazione
< 55
< 38,5
Prestazione non rispondente agli standard minimi; manifestazione di competenze e\o comportamenti lontani dal soddisfacimento dei requisiti di base del ruolo e dei compiti assegnati. Necessità di colmare ampie lacune o debolezze gravi.
55 ‐ 69,9 38,5 ‐ 48,9
Prestazione parzialmente rispondente agli standard; manifestazione di comportamenti in parte difettosi o lacunosi. Necessità di migliorare alcuni aspetti specifici.
70 ‐ 85 49,0 ‐ 59,5
Prestazione quasi in linea con gli standard; manifestazione di comportamenti mediamente soddisfacenti con difettosità o lacunosità sporadiche e non sistematiche.
85,1 ‐ 95 59,6 ‐ 66,5
Prestazione adeguata agli standard; manifestazione di comportamenti stabilmente soddisfacenti con assenza di difettosità o lacunosità.
> 95 66, 6 ‐ 70,0
Prestazione superiore agli standard; manifestazione di comportamenti ben più che soddisfacenti ed esemplari per qualità. Comportamento assumibile quale modello di riferimento
Nel caso di una valutazione del Fattore 2 uguale o superiore a punti 49/70 (corrispondente ad una
valutazione complessiva media di performance di 70/100), non occorre da parte del dirigente
fornire la motivazione scritta, in quanto si attribuisce a questo punteggio una valutazione
sostanzialmente positiva. Non occorre motivazione scritta nemmeno nel caso di una valutazione di
eguale misura (70/100) attribuita sul singolo parametro. Se nel corso dell’anno il dirigente ravvisa
l’andamento insoddisfacente della prestazione di un suo collaboratore tale da poter comportare, a
consuntivo, il rischio di una valutazione finale al Fattore 2 inferiore a punti 42/70, deve comunicare
al dipendente gli aspetti insoddisfacenti della prestazione. Di tale comunicazione deve rimanere
traccia nella valutazione finale.
Il punteggio ottenuto dai dipendenti e dalle posizioni organizzative nella valutazione della
performance individuale, concorre all’attribuzione della progressione economica all’interno della
categoria, secondo i criteri contenuti nel CCNL 2016/2018 e nel Contratto colletivo integrativo
vigente.
32
PROCEDIMENTO DI ASSEGNAZIONE DEGLI OBIETTIVI E VALUTAZIONE INDIVIDUALE
Il procedimento si svolge attraverso le seguenti fasi:
- Programmazione attività e individuazione\assegnazione degli obiettivi
Entro 20 giorni dall’approvazione del Piano della performance annuale i dirigenti convocano uno o
più incontri con i propri collaboratori per discutere e condividere le attività, gli obiettivi e gli
indicatori di misurazione della performance, comunicare il sistema di valutazione, attribuire gli
obiettivi della struttura alle p.o., individuare eventuali specifici compiti attributi ad altri dipendenti
(individualmente o in forma di gruppo, parametri 2.3 e 2.4 della scheda). La fase di
programmazione si conclude con la consegna della scheda di valutazione ai collaboratori e l’invio
alla Direzione Generale di uno specifico report in cui il dirigente descrive sinteticamente gli
argomenti trattati.
- Monitoraggio infrannuale
In occasione del monitoraggio infrannuale degli obiettivi, i dirigenti evidenziano le eventuali
performance dei propri collaboratori non in linea con gli obiettivi programmati e\o con i
comportamenti attesi, individuando azioni e percorsi di miglioramento.
- Valutazione della performance individuale
Entro 20 giorni dall’approvazione della Relazione sulla performance dell’anno precedente, il
Direttore Generale avvia le procedure per la valutazione individuale, comunicando tempi e
modalità di svolgimento. In base alle disposizioni definite dal Direttore, i dirigenti convocano uno
o più incontri per illustrare il consuntivo delle attività dell’anno precedente e il relativo grado di
raggiungimento degli obiettivi; definiscono, altresì, i tempi e le modalità di svolgimento dei
colloqui di valutazione. Effettuati i colloqui e consegnate le schede individuali, il dipendente, entro
5 giorni dal ricevimento della scheda, può chiedere al dirigente valutatore chiarimenti in merito al
punteggio ricevuto. Entro 7 giorni dalla richiesta il dirigente risponde o per iscritto o effettuando
un ulteriore colloquio. Nel caso di modifica del punteggio il dirigente consegna al dipendente una
nuova scheda di valutazione, sottoscritta da ambo le parti.
Al temine delle procedure il dirigente comunica alla Direzione Generale\Servizio Controllo interno
la conclusione delle procedure inviando uno specifico report sugli argomenti trattati.
PROCEDURA DI CONCILIAZIONE
Nel caso in cui il dipendente ottenga al Fattore 2 un punteggio finale pari o inferiore a 59,5/70
punti, entro 10 giorni dalla ricezione della scheda può richiedere l’attivazione della procedura di
conciliazione inviando una richiesta motivata alla Direzione generale.
33
Entro 20 giorni dal ricevimento della richiesta, la Direzione generale procede ad istituire e a
convocare la Commissione per le valutazioni. La Commissione è formata dal Direttore Generale o
da un suo delegato, dal dirigente che ha effettuato la valutazione e dal dipendente valutato,
eventualmente assistito da un proprio rappresentante. La Commissione esamina le
controdeduzioni presentate dal dipendente e conclude la sua attività di verifica decidendo a
maggioranza se ricorrano o meno i presupposti per la modifica del punteggio.
In caso positivo il dirigente, adeguandosi alla decisione della Commissione, riformula la
valutazione compilando una nuova scheda di valutazione contenente il punteggio modificato.
COLLEGAMENTO CON INCENTIVI DI PERFORMANCE E RETRIBUZIONI DI RISULTATO
Allo scopo di premiare e valorizzare i dipendenti che conseguono le migliori performance, l’esito
della valutazione della performance organizzativa ed individuale costituisce riferimento e
presupposto esclusivo per la quantificazione e l’erogazione dei premi di performance
organizzativa, di performance individuale e delle retribuzioni di risultato alle p.o. secondo quanto
stabilito nei CCNL e nel Contratto integrativo.
In presenza di valutazioni della performance individuale del Fattore 2 inferiori a 38,5/70 punti, non
viene erogato alcun premio.
La valutazione negativa reiterata nell’ultimo triennio, tale da comportare un punteggio medio
inferiore a 38,5/70 punti, rileva ai fini del licenziamento disciplinare10.
5.2 VALUTAZIONE INDIVIDUALE DEI DIRIGENTI
La valutazione dei dirigenti spetta al Direttore Generale; nei confronti dei dirigenti di servizio la
valutazione avviene d’intesa con il dirigente di area.
La valutazione si effettua sulla base dei seguenti fattori:
- Fattore 1 Performance organizzativa (peso 40/100): La performance organizzativa riguarda
il grado di realizzazione degli obiettivi del CdR11. Il punteggio viene attribuito dall’U.o
controllo di gestione in egual misura a tutti i dirigentI del medesimo C.d.R.
10 decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, articolo 55‐quater, comma 1: “Ferma la disciplina in tema di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo e salve ulteriori ipotesi previste dal contratto collettivo, si applica comunque la sanzione disciplinare del licenziamento nei seguenti casi: (omissis)…..lettera f quinquies) insufficiente rendimento, dovuto alla reiterata violazione degli obblighi concernenti la prestazione lavorativa, stabiliti da norme legislative o regolamentari, dal contratto collettivo o individuale, da atti e provvedimenti dell'amministrazione di appartenenza e rilevato dalla costante valutazione negativa della performance del dipendente per ciascun anno dell'ultimo triennio, resa a tali specifici fini ai sensi dell'articolo 3, comma 5‐bis, del decreto legislativo n. 150 del 2009. 11 Vedi cap 4.2. Il ciclo della performance
34
- Fattore 2 Obiettivi individuali (peso 20/100): realizzazione degli obiettivi individuali
assegnati dal Direttore Generale (massimo tre per anno);
- Fattore 3 Performance individuale (peso 40/100): il Fattore valuta la qualità e quantità
dell’apporto individuale e si articola in quattro parametri; ciascun parametro viene valutato
con un puteggio performance da 0 a 100 che, ponderato per il peso corrispondente,
determina il punteggio parziale. La somma dei punteggi parziali determina il punteggio
totale del Fattore 3.
In presenza di accertate violazione degli obblighi dirigenziali e di violazione al codice disciplinare o
al codice di comportamento, il punteggio totale conseguito nei fattori 1, 2 e 3 può essere
decurtato di una percentuale secondo criteri e modalità di seguito indicate.
In presenza di violazione degli obblighi dirigenziali la decurtazione12 del punteggio viene stabilita
nel modo seguente, in base alla gravità della violazione\inadempimento riscontrata:
• Violazione \ inadempimento di lieve rilevanza: nessuna decurtazione
• Violazione \ inadempimento a rilevanza significativa: decurtazione da 1% al 20%
• Violazione \ inadempimento di grave rilevanza: decurtazione > 20%
In presenza di violazione al codice disciplinare o al codice di comportamento che, nell’anno di
riferimento della valutazione, abbiano comportato l’erogazione di una sanzione disciplinare, può
essere applicata una decurtazione compresa tra il 5% e il 100% in funzione della gravità della
sanzione comminata.
Qualora ricorrano entrambe le tipologie di violazioni, si procede alla loro somma e al successivo
calcolo della decurtazione da applicare.
SCHEDA DI VALUTAZIONE DIRIGENTI
Fattori di valutazione
Parametri
Punti Peso
Valutazione (punti
performance da 0 a 100)
Punti finali (Peso\100* pt valutazione)
1) Performance organizzativa
Grado di raggiungimento della performance organizzativa. (Fonte: Relazione sulla Performance)
40
2) Obiettivo individuale
Grado di realizzazione degli obiettivi individuali assegnati (max 3)
20
12 La decurtazione viene trattata in modo sistematico per i controlli disciplinati dal Sistema dei Controlli (allegato A al presente documento); in caso di accertamento di violazione\inadempimenti al di fuori di tale sistema, si potrà, a seconda dei casi, utilizzare le medesime modalità di decurtazione.
35
3) Performance individuale
2.1 apporto individuale quantitativo e qualitativo alla realizzazione degli obiettivi e degli adempimenti dell’Ente
10
2.2 competenze professionali e manageriali, capacità di svolgere le attività assegnate e raggiungere gli obiettivi attraverso l'utilizzo razionale delle risorse, di risolvere problemi attraverso soluzioni innovative, di prendere decisioni, di assumersi responsabilità
10
2.3 comportamenti organizzativi e relazionali nei confronti dell'utenza esterna e\o interna; capacità di creare e mantenere un clima organizzativo positivo all’interno della struttura; capacità di collaborare con gli altri dirigenti per il raggiungimento di obiettivi trasversali
10
2.4 capacità di valorizzare i collaboratori assegnati e di valutarli coerentemente nel rispetto dei principi normativi e contrattuali
10
TOTALE 100
In base al punteggio totale conseguito il Sistema attribuisce le seguenti valutazioni:
punti Valutazione
< 55 Prestazione non rispondente agli standard minimi; manifestazione di competenze e\o comportamenti lontani dal soddisfacimento dei requisiti di base del ruolo e dei compiti assegnati. Necessità di colmare ampie lacune o debolezze gravi.
55 ‐ 69,9 Prestazione parzialmente rispondente agli standard; manifestazione di comportamenti in parte difettosi o lacunosi. Necessità di migliorare alcuni aspetti specifici.
70 ‐ 85 Prestazione quasi in linea con gli standard; manifestazione di comportamenti mediamente soddisfacenti con difettosità o lacunosità sporadiche e non sistematiche.
85,1 ‐ 95 Prestazione adeguata agli standard; manifestazione di comportamenti stabilmente soddisfacenti con assenza di difettosità o lacunosità.
> 95 Prestazione superiore agli standard; manifestazione di comportamenti ben più che soddisfacenti ed esemplari per qualità. Comportamento assumibile quale modello di riferimento
PROCEDIMENTO DI ASSEGNAZIONE DEGLI OBIETTIVI E VALUTAZIONE INDIVIDUALE
Il procedimento si svolge attraverso le seguenti fasi:
- Programmazione attività e individuazione\assegnazione degli obiettivi
L’attribuzione degli obiettivi e la valutazione dei risultati dei dirigenti spetta al Direttore generale.
Nei confronti dei dirigenti di servizio, il Direttore generale procede d’intesa con il dirigente di area.
Come previsto nel capitolo 4.1, in fase di predisposizione del DUP il Direttore generale incontra i
dirigenti al fine di illustrare lo scenario, le linee di indirizzo, gli obiettivi strategici sui quali costruire
36
la nuova proposta di obiettivi generali. Successivamente procede ad assegnare gli obiettivi
individuali ai dirigenti.
- Monitoraggio infrannuale
In occasione del monitoraggio infrannuale degli obiettivi, il Direttore generale verifica eventuali
performance dei dirigenti non in linea con gli obiettivi programmati e\o con i comportamenti
attesi, individuando azioni e percorsi di miglioramento.
- Valutazione della performance
A consuntivo, il Direttore generale effettua il colloquio di valutazione individuale con i dirigenti e
attribuisce il punteggio ai fattori della scheda; il dirigente viene valutato se il servizio prestato e
pari ad almeno tre mesi. Al termine del colloquio, viene consegnata la scheda di valutazione e
acquisita la firma per ricevuta.
Entro 5 giorni dal ricevimento della scheda, il dirigente può richiedere al Direttore generale
ulteriori chiarimenti in merito al punteggio assegnato. Entro 7 giorni dal ricevimento della richiesta
il Direttore generale, assistito dal dirigente di area nel caso di ricorso di un dirigente di servizio,
risponde o per iscritto o effettuando un nuovo colloquio. Nel caso di modifica del punteggio viene
consegnata e sottoscritta dalle parti una nuova scheda.
L’esito delle valutazioni viene infine sottoposto al Nucleo di Valutazione per la validazione finale.
COLLEGAMENTO CON LA RETRIBUZIONE DI RISULTATO
Il risultato del processo valutativo costituisce la base per il calcolo della retribuzione di risultato,
secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni normative e contrattuali, nonché dalla
contrattazione decentrata integrativa per l’area della dirigenza. La ripartizione del fondo destinato
alla retribuzione di posizione e di risultato viene stabilita annualmente, nell’ambito della
contrattazione decentrata per l’area della dirigenza. La retribuzione di risultato spettante è
calcolata in funzione del punteggio ottenuto nella valutazione.
In presenza di una valutazione della performance organizzativa ed individuale complessivamente
inferiore a 55/100 punti non viene erogato alcun premio.
La valutazione negativa reiterata nell’ultimo triennio, tale da comportare un punteggio medio
complessivo inferiore a 55/100 punti, rileva ai fini dell'accertamento della responsabilità
dirigenziale e ai fini del licenziamento disciplinare13.
13 Cfr nota 8
37
LA VALUTAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE
La valutazione del Direttore Generale è di competenza dei membri esterni del Nucleo di
valutazione che la propongono per l’approvazione all'organo di indirizzo politico‐amministrativo
(Sindaco metropolitano). La valutazione si effettua sulla base dei seguenti fattori:
• Fattore 1 Performance organizzativa (peso 40/100): Il Nucleo valuta complessivamente i
risultati della perfomance organizzativa, come media dei della performance dei CdR (Fonte:
Relazione sulla Performance, % raggiungimento obiettivi specifici);
• Fattore 2 Performance di Ente (peso 40/100): Il Nucleo valuta gli elementi contenuti nella
Relazione sulla performance e nella Relazione sul funzionamento complessivo del sistema
di valutazione, con particolare riferimento alle criticità e alle rispettive azioni di
miglioramento.
• Fattore 3 obiettivi individuali (peso 20/100): si valuta il grado di raggiungimento degli
obiettivi individuali attribuiti dal Sindaco metropolitano
CAP
Il presente
performan
6.1 LE RE
Le interela
prevenzion
ingranaggi
dove i prin
trasparenz
controlli co
valutazione
della qualit
Si mette co
con quello
tanto più
pubblica, m
Il sistema,
cittadini la
loro moda
l’integrità.
PITOLO V
e capitolo
nce, l’antico
ELAZIONI T
azioni tra l
ne della cor
o:
ncipali obie
za confluisc
ostituiscono
e individua
tà migliora
osì in primo
o di traspare
il cittadino
magari cont
quindi, co
a conoscenz
alità di ero
VI PERFOR
descrive c
rruzione e l
TRA PERFO
a performa
rruzione e d
ettivi conte
cono nel Pia
o azioni e m
le di Dirige
la trasparen
o piano la st
enza e part
o è in cond
tribuendo a
nsente il m
za dei servi
ogazione e
RMANCE
come la Cit
a trasparen
ORMANC
ance, il sist
della traspa
nuti nel Pi
ano e nella
misure di co
enti e dipen
nza.
tretta relaz
tecipazione
dizione di p
migliorarla
miglioramen
zi resi, le lo
e contribui
SISTEMA DCONTROLLQUALITA
E, ANTICO
ttà metrop
nza.
E, ANTICO
tema dei c
renza posso
ano trienna
a Relazione
ontrasto spe
ndenti, la pu
ione tra il c
: quanto pi
partecipare
a.
to del ciclo
oro caratter
sce a prev
PE
DEI LI E A'
ORRUZIO
politana di
ORRUZION
ontrolli (e
ono essere
ale di prev
sulla perfo
ecifiche all’
ubblicazion
concetto di
ù l’attività
consapevo
o di gestion
ristiche qua
venire feno
RFORMANCE
ONE E TR
Bologna m
NE E TRAS
la Qualità)
rappresent
enzione de
ormance, g
anticorruzio
e degli esit
accountabi
dell’ente è
olmente all
ne della per
antitative e
omeni corr
RASPARE
mette in re
SPARENZA
) e Piano t
tate con un
ella corruzio
gli esiti del
one e influi
ti della perf
ility (e le su
trasparent
a gestione
rformance,
qualitative
ruttivi e p
38
ENZA
elazione la
A
riennale di
sistema ad
one e della
sistema di
scono sulla
formance e
ue pratiche)
e e diffusa,
della cosa
assicura ai
e nonché le
romuovere
8
a
i
d
a
i
a
e
)
,
a
i
e
e
Direzione Generale
2019
Aggiornamento 1.0
01/01/2019
SISTEMA DEI CONTROLLI Allegato A) al Sistema di misurazione e
valutazione della performance
2
Il presente documento, Allegato A) al Sistema di misurazione e valutazione della performance è
stato predisposto dal Responsabile dell’u.o Controllo di gestione Dott. Andrea Scacchetti, con la
collaborazione del Responsabile U.O. Segreteria generale e appalti Dott.ssa Francesca Monari, del
Responsabile Servizio innovazione istituzionale e amministrativa Avv. Francesco Tentoni.
Sotto la supervisione del Direttore Generale Dott. Giacomo Capuzzimati, del Segretario Generale
Dott. Roberto Finardi e del Dirigente Settore programmazione e gestione risorse Dott.ssa Nadia
Gualtieri. Il sistema, come allegato del Sistema di misurazione e valutazione della performance è
aggiornato annualmente
CAPITOLO I PREMESSA
Obiettivo del Sistema dei controlli è quello di verificare la “Salute amministrativa”, la “Salute etica”
e la “Qualità effettiva dei servizi”, della Città metropolitana, al fine di darne conto nella “Relazione
sul funzionamento complessivo del sistema di valutazione, trasparenza e integrità dei controlli
interni” del Nucleo di valutazione1.
Obiettivo del Sistema è la sistematizzazione dei controlli già attuati dalla Città metropolitana2, che
impattano sulla performance organizzativa e sulla performance individuale.
Il primo passo consiste nel mappare tali controlli e definire esattamente l’oggetto del controllo.
Il secondo passaggio consiste nella definizione del processo di controllo, descrivendo le modalità
per sistematizzare i controlli, sia nella fase di preventivo sia a consuntivo.
Nel terzo e ultimo passaggio viene definito come l’esito del controllo influisce nella performance
organizzativa e/o nella performance individuale.
1 Vedi art 14 legge 150/2009 2 principalmente riconducibili al Sistema dei controlli interni e al Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza
3
CAPITOLO II IL SISTEMA DEI CONTROLLI
1.1 IL SISTEMA DEI CONTROLLI: DEFINIZIONE
Per Sistema dei controlli3 si intende l’insieme dei controlli a carattere sistematico sull’attività
complessiva dell’Ente, che verifica la “conformità” dell’azione amministrativa, a norme di carattere
generale e trasversali a tutto l’Ente, in particolare verificando: la “Salute amministrativa”, la
“Salute etica” e la “Qualità effettiva dei servizi”.
Tali controlli sono riconducibili principalmente al Sistema dei controlli interni e al Piano triennale
di prevenzione della corruzione e della trasparenza, e potenzialmente a tutti gli altri controlli
relativi all’attività amministrativa.
Un controllo per essere inserito nel “Sistema dei controlli”, deve rispondere a QUATTRO
CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
- la prima è la generalità ‐ il controllo viene effettuato contestualmente su tutta l’attività
dell’Ente (o in alcuni casi da un campione rappresentativo);
- la seconda è la sistematicità ‐ il controllo viene effettuato con regole e modalità predefinite;
- la terza è la verifica di una conformità ‐ il controllo viene effettuato verificando la conformità
degli atti al quadro “normativo” nonché la rispondenza dell’azione amministrativa a parametri
standard;
- la quarta sono gli effetti sul sistema di valutazione ‐ il controllo deve essere collegato al
sistema di valutazione per tener conto degli effetti dei mancati adempimenti e delle
irregolarità riscontrate.
3 Vedi capitolo 3.1 del Sistema di misurazione e valutazione della performance
Nozione di controllo: insieme delle operazioni di riesame e revisione di un’attività altrui, al fine di verificare la regolarità formale e sostanziale del procedimento decisionale, la conformità degli atti alla legge nonché la rispondenza dell’azione amministrativa ai parametri dell’efficienza, efficacia ed economicità.
4
In relazione alla quarta caratteristica, “gli effetti sul sistema di valutazione” le norme di
riferimento sono:
Norma di riferimento Tipologia di violazioni, irregolarità, inadempienze, ritardi
art 2 c. 9 legge 241/1990 nel testo vigente
la mancata o tardiva emanazione dei provvedimenti amministrativi;
DL n. 174/2012 controlli interni e art 9 DC_5_2013 regolamento controlli interni
le risultanze dell'attività di controllo successivo di regolarità amministrativa come documenti utili per la valutazione;
legge 190/2012 art 1 c. 14; la mancata attuazione degli adempimenti del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione;
art 46 D.Lgs. 33/2013, il mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione;
art1 c. 44 legge 190/2012 vedi anche Delibere CIVIT 5/2013,
le sanzioni del codice di comportamento e degli altri illeciti disciplinari;
L’elenco dei controlli con tali caratteristiche comprende:
CONTROLLO DESCRIZIONE OGGETTO DEL CONTROLLO
Il controllo di regolarità amministrativa successivo su atti e procedimenti
Controlli successivi, a campione e sistematici su atti e procedimenti, per verificare la correttezza dell'azione amministrativa.
Salute amministrativa
Attestazione sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione
Verifica dell’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all’integrità e della qualità dei dati pubblicati.
Rilevazione qualità effettiva dei servizi
Il monitoraggio dei procedimenti
Controllo che misura la qualità dei procedimenti in termini di efficacia e tempestività.
Rilevazione qualità effettiva dei servizi
Il monitoraggio dell’attuazione delle misure di prevenzione alla corruzione
Monitoraggio finalizzato a verificare l’efficacia delle misure di prevenzione adottate.
Salute etica
Incompatibilita', inconferibilita’, cumulo di impieghi e incarichi
Verifiche, comunicazioni e autorizzazioni di cui al capo VI del Regolamento per l’ordinamento degli uffici dei servizi e al PTPC.
Salute etica
Azioni per prevenire il rischio di conflitto di interessi
Comunicazioni e provvedimenti di cui all’art 6 del codice di comportamento dell’Ente.
Salute etica
Controlli sul sistema di rilevazione delle presenze
In corso di aggiornamento Salute etica
5
IL SISTEMA DEI CONTROLLI: IL CICLO
1 FASE PREVENTIVO
A preventivo, l’attività di controllo, concordata con la Direzione Generale, deve essere inserita, da
parte del Responsabile del controllo, come obiettivo nel Piano della performance (nei progetti di
mandato 5.3 PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E TRASPARENZA e 5.5 I CONTROLLI E LA
QUALITA').
Inoltre Il Responsabile del controllo deve compilare la SCHEDA DI CONTROLLO4 indicando: il
Responsabile e il referente del controllo, le norme di riferimento, i destinatari del controllo,
l’oggetto del controllo, il periodo di riferimento e le modalità di svolgimento.
Come già indicato nel Sistema di misurazione e valutazione della performance5, sarà cura del
Direttore generale illustrare al Comitato di Direzione, prima dell’approvazione del Piano della
performance, gli obiettivi relativi ai controlli.
2 FASE CONSUNTIVO
A consuntivo il Responsabile del controllo, rendiconta, entro il 31 marzo dell’anno successivo al
controllo, al Nucleo di valutazione i risultati. In particolare:
Risultati del controllo Descrizione sintetica dell’attività svolta.
Giudizio complessivo Giudizio complessivo su tutto l’Ente che gradua il livello di violazioni, irregolarità, inadempienze, ritardi ecc., in:
BASSO – MEDIO ‐ ALTO
Giudizio specifico Nel caso di un Giudizio complessivo MEDIO e/o ALTO è necessario un Giudizio specifico sugli ambiti organizzativi interessati, graduando il livello di violazioni, irregolarità, inadempienze, ritardi ecc., in:
LIEVE – SIGNIFICATIVO ‐ GRAVE
Alla fine del ciclo della performance, le SCHEDE DEI CONTROLLI confluiscono nella Relazione sul
funzionamento complessivo del sistema di valutazione, trasparenza e integrità dei controlli interni,
4 Vedi SCHEDA allegata 5 Vedi cap 3.3 Il ciclo della performance
6
predisposta dal Nucleo di valutazione al fine di verificare lo Stato di salute amministrativa e la
qualità degli ouput prodotti dall’Ente.
EFFETTI DEI CONTROLLI SULLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
Lo STATO della “Salute amministrativa”, la “Salute etica” e la “Qualità effettiva dei servizi”,
potrà essere considerato “BUONO” in caso di un Giudizio complessivo sul livello di violazioni,
irregolarità, inadempienze, ritardi ecc., pari a “BASSO”, altrimenti sarà “INSUFFICIENTE”, in caso
di un giudizio complessivo MEDIO / ALTO.
In questo caso nella Relazione sul funzionamento complessivo del sistema di valutazione dovranno
essere indicate le azioni e le proposte di miglioramento che l’Ente intende adottare.
EFFETTI DEI CONTROLLI SULLA PERFORMANCE INDIVIDUALE
Inoltre come previsto dal Sistema di misurazione e valutazione della performance le violazioni,
irregolarità, inadempienze, ritardi ecc., di livello SIGNIFICATIVO – GRAVE dovranno essere
considerate nella valutazione individuale dei Dirigenti interessati.
In questo caso Il Direttore Generale informerà i Dirigenti interessati.
7
SCHEDA DEL CONTROLLO: FASE DI PROGRAMAZIONE
CONTROLLO:
Responsabile controllo
Referente controllo
Norme di riferimento
Destinatari del controllo
Oggetto del controllo
Istruzioni operative di
riferimento
Periodo di riferimento
Modalità di svolgimento
SCHEDA DEL CONTROLLO: FASE DI CONSUNTIVO
CONTROLLO:
Risultati del controllo
Giudizio sintetico
Segnalazioni di irregolarità
violazioni / indempimenti
Direzione Generale
2019
Aggiornamento 1.0
01/01/2019
SISTEMA QUALITA’ Allegato B al sistema di misurazione e
valutazione della performance
2
INDICE CAPITOLO I PREMESSA
1.1 Finalità 3
CAPITOLO II LA QUALITA’: DEFINIZIONE
2.1 Definizione di qualita’ 4
CAPITOLO III GLI STRUMENTI DELLA QUALITA’
3.1 Distinzione degli strumenti di qualita’ con riferimento alle misure di input, ouput e outcome;
7
3.2 Distinzione degli strumenti con riferimento alle misure di qualità applicabili ai processi interni all’ente; 9
3.3 Distinzione degli strumenti con riferimento alle misure di qualità applicabili ai processi esterni all’ente; 10
CAPITOLO IV GLI STRUMENTI DELLA QUALITA’ DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI BOLOGNA
4.1 La mappatura delle attivita’ 11
4.2 La ricerca della Qualità: fasi e modalità 18
4.3 Il collegamento con gli strumenti di programmazione 19
Il presente documento, Allegato B) al Sistema di misurazione e valutazione della performance è
stato predisposto dal Responsabile dell’u.o Controllo di gestione Dott. Andrea Scacchetti, sotto la
supervisione del Direttore Generale Dott. Giacomo Capuzzimati. Il sistema, come allegato del
Sistema di misurazione e valutazione della performance, è aggiornato annualmente
3
CAPITOLO I PREMESSA
1.1 FINALITÀ
Obiettivo del seguente documento è quello di verificare la “salute qualitativa” della Città
metropolitana, per tale scopo il primo passo è definire un Sistema di Qualità. Il Sistema deve
innanzitutto definire il significato di termini come “qualità” e “utenti” e fornire un catalogo di
strumenti per misurare la qualità.
Presupposto della verifica, è conoscere cosa l’Ente produce, a questo scopo sarà fondamentale
aggiornare la Mappatura delle Attività.
Il secondo passo sarà quello di costruire un’analisi che permetta di conoscere quali strumenti di
qualità è più opportuno utilizzare in funzione delle tipologie di attività, dei processi, delle
caratteristiche dei prodotti, anche in considerazione del fatto che l’ente “Città metropolitana” è un
Ente nuovo con nuove competenze e funzioni1.
Il terzo passaggio consisterà nella ricerca, catalogazione e mappatura degli strumenti di qualità già
utilizzati nella Città metropolitana di Bologna, con l’eventuale fase di sistematizzazione e/o
riprogettazione, e/o progettazione.
Il quarto e ultimo passaggio dovrà servire a introdurre nuovi strumenti di qualità, a diffondere le
migliori pratiche e condividere con le strutture tali metodologie.
1 Vedi cap. 1.2 del Sistema di misurazione e valutazione della performance della Città metropolitana
“Caratteristiche distintive dell’amministrazione”.
La definizione puntuale delle attività dell'Ente definita ora come “MAPPATURA DELLE ATTIVITA’” ha sempre rappresentato per la Città Metropolitana di Bologna (ex Provincia di Bologna) lo strumento fondamentale su cui basare sia la programmazione del bilancio, sia la valutazione dell'azione amministrativa.
E’ utile ricordare due passaggi fondamentali di tale strumento:
- Nell’anno 2008 è stato prodotto un “Progetto di posizionamento strategico delle attività”, che a fronte delle criticità riscontrate dal rapporto tra entrate (previste in progressivo calo) e spese (previste in tendenziale costante crescita nella parte dei costi fissi), avviava un percorso di revisione delle attività e degli impegni economico-finanziari dell’ente.
- Nell'anno 2013 e fino al 2015 è stata prodotta la "Mappatura delle attività dell'Ente integrata con l'Anagrafe dei procedimenti" avente l'obiettivo di definire, nell'ambito del processo di riforma dell'assetto istituzionale preordinato alla nascita della Città Metropolitana, un quadro più dettagliato, chiaro ed univoco delle attività provinciali collegate ai procedimenti amministrativi.
4
CAPITOLO II LA QUALITA’: DEFINIZIONE
Il presente capitolo illustra la definizione di qualità, come vengono classificati i fruitori dei servizi
pubblici, dove misurare, nel processo della performance organizzativo il livello di qualità dell’Ente.
2.1 DEFINIZIONE DI QUALITA’
Per le Amministrazioni pubbliche la definizione di qualità è di difficile determinazione.
In primo luogo, in molti casi il sistema di erogazione prevede la non escludibilità dal consumo, in
secondo luogo la Pubblica Amministrazione, nel suo agire deve rispondere a più categorie di
soggetti, da aspirazioni, bisogni, esigenze diverse.
Da un lato, infatti, eroga specifici servizi o prodotti a degli utenti che, non pagano direttamente il
prezzo per la prestazione al soggetto che l’ha erogata e non hanno, in genere, la possibilità di
esprimere la propria insoddisfazione cambiando fornitore.
Da un altro lato, tuttavia, la Pubblica Amministrazione è chiamata a “render conto” anche degli
effetti di lungo periodo determinati dai servizi e dai prodotti erogati. Servizi e prodotti che
determinano conseguenze non solo sulle persone che ne usufruiscono direttamente, gli utenti, ma
anche su categorie più estese di cittadini, gruppi portatori di interessi specifici (stakeholder) e, in
definitiva, sull’intera collettività.
LE MISURE DELLA QUALITA’
Parlare di “Qualità” nel settore privato significa fare riferimento alla qualità degli output di
un’impresa, nella Pubblica Amministrazione può significare sia far riferimento alla qualità degli
output, ossia dei prodotti o dei servizi erogati al livello della dimensione gestionale‐organizzativa,
I clienti sono coloro che pagano una tariffa per il prodotto od il servizio ottenuto.
Gli utenti, sono coloro che usufruiscono di prodotti e servizi per cui, in genere, non hanno pagato direttamente (tasse per Servizi).
Stakeholder: tutti i soggetti, individui od organizzazioni, il cui interesse è negativamente o positivamente influenzato dagli effetti dell’azione pubblica.
Collettività Comunità, gruppo di persone appartenenti ad un medesimo territorio considerate nel loro insieme per temi di utilità generale..
Per convenzione, in questo documento il termine “UTENTI” in maiuscolo sintetizza le quattro definizione in oggetto.
5
sia alla qualità degli outcome, ossia degli effetti di lungo periodo riconducibili alla sfera delle
decisioni politiche.
Il rapporto tra la qualità degli output e la qualità degli outcome è, per certi aspetti, complesso.
Gli output sono gli strumenti per raggiungere gli outcome. Come visto, la sfera politica fissa gli
obiettivi ed individua gli output da concretizzare; gli output sono infine realizzati
dall’amministrazione pubblica al livello della sua azione gestionale‐organizzativa.
Il miglioramento della qualità degli output, ossia della qualità dell’azione gestionale‐organizzativa,
tendenzialmente (nella misura in cui gli output individuati sono davvero utili a raggiungere gli
outcome prefissati) conduce a migliorare la qualità degli outcome, ossia aumenta la possibilità di
raggiungere gli effetti di lungo periodo desiderati.
La qualità nelle Amministrazioni pubbliche, sulla base dello schema previsto dell’ art. 8. del
150/2009 “Ambiti di misurazione e valutazione della performance organizzativa” (vedi pagina
seguente), può essere rilevata e misurata con diverse modalità in funzione delle varie fasi del
processo di produzione ed erogazione dei servizi.
Lo SCHEMA mostra il perimetro della performance organizzativa. Rappresentando
l’amministrazione come un sistema input/output/outcome è possibile definire le dimensioni
rilevanti per la performance organizzativa:
- stato delle risorse (input), che misura la quantità e qualità delle risorse dell’amministrazione
(umane, economico‐finanziarie e strumentali) e il suo livello di salute;
- efficienza, data dal rapporto tra le risorse utilizzate e l’output realizzato;
- efficacia, ossia l’adeguatezza dell’output realizzato rispetto ai bisogni e alle aspettative degli
utenti (interni ed esterni);
- impatto, ovvero l’effetto generato dall’attività sui destinatari diretti (utenti) o indiretti.
La nozione di qualità è ricondotta:
- nell’ambito della dimensione organizzativa sia al processo, agli elementi che ne consentono la
realizzazione, alle modalità organizzative messe in atto, alle scelte allocative di tutte le risorse
utilizzate (efficienza), sia alle relazioni con chi usufruirà del servizio, sia ai prodotti e ai servizi
realizzati ed erogati in tale dimensione (output).
- Nell’ambito della dimensione sociale‐politica, agli effetti di lungo periodo determinati dagli
output, che si definiscono outcome.
6
LO SCHEMA DELLA QUALITA’ NELLA PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
f) l'efficienza nell'impiego delle risorse, con particolare riferimento al contenimento ed alla riduzione dei costi, nonché all'ottimizzazione dei tempi dei procedimenti amministrativi; d) la modernizzazione e il miglioramento qualitativo dell'organizzazione e delle competenze professionali e la capacità di attuazione di piani e programmi; e) lo sviluppo qualitativo e quantitativo delle relazioni con i cittadini, i soggetti interessati, gli utenti e i destinatari dei servizi, anche attraverso lo sviluppo di forme di partecipazione e collaborazione; h) il raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità
a) l'attuazione delle politiche attivate sulla soddisfazione finale dei bisogni della collettività
b) l'attuazione di piani e programmi, ovvero la misurazione dell'effettivo grado di attuazione dei medesimi, nel rispetto delle fasi e dei tempi previsti, degli standard qualitativi e quantitativi definiti, del livello previsto di assorbimento delle risorse; g) la qualità e la quantità delle prestazioni e dei servizi erogati;
c) la rilevazione del grado di soddisfazione dei destinatari delle attività e dei servizi anche attraverso modalità interattive;
RILEVAZIONE DEI BISOGNI
SODDISFAZIONE DEGLI UTENTI
VALUTAZIONE DELLE POLITICHE
OBIETTIVI PERFORMANCE
MISSION E STRATEGIA
OUTPUT
OUTCOME
STATO DELLE RISORSE
PROCESSO
7
CAPITOLO III GLI STRUMENTI DELLA QUALITA’
Il presente capitolo descrive i principali strumenti di qualità ulizzabili dalle pubbliche
amministrazioni e descrive un modello empirico per valutare l’adeguatezza degli strumenti alle
misure di qualità.
La valutazione della Qualità degli output è realizzabile attraverso una pluralità di strumenti, tali
strumenti possono essere distinti sia sulla base di ciò che misurano e quindi con riferimento alla
qualità degli IMPUT, degli OUPUT e dell’OUTCOME sia in funzione che i processi di misurazione
siano riferiti all’INTERNO o all’ESTERNO dell’Ente.
3.1 DISTINZIONE DEGLI STRUMENTI CON RIFERIMENTO ALLE MISURE DI INPUT, OUPUT e
OUTCOME
TAB 1: STRUMENTI DI QUALITA’ CHE MISURANO GLI INPUT
STRUMENTO DEFINIZIONE Analisi sull’efficienza dell’impiego delle risorse
Analisi sulla composizione, distribuzione e utilizzo delle risorse (umane, economico‐finanziarie e patrimoniali) e dell’efficienza economica e produttiva.
Analisi sui processi organizzativi
Analisi delle attività e dei risultati di un’organizzazione, per poter migliorare i processi decisionali e gestionali, per leggere e comprendere le prestazioni organizzative, individuare le priorità rispetto alle quali intervenire, pianificare i processi di cambiamento e, in generale, progettare azioni di miglioramento mirate.
Ascolto e partecipazione dell'utenza. (salute relazionale)
Si può distinguere tra la consultazione, intesa come attività di ascolto dei cittadini che offrono all'amministrazione un ritorno di informazione su un tema definito dalla stessa amministrazione e la partecipazione, intesa come relazione di parternariato attivo dei cittadini impegnati nel processo decisionale concernente le politiche pubbliche. Gli strumenti riguardano: Il metodo della valutazione civica, Bilancio Partecipativo, E‐democracy, Processi decisionali inclusivi, Rendicontazione sociale, Gestione dei reclami e delle segnalazioni.
Analisi sulla promozione delle pari opportunità
Analisi sulla parità di trattamento tra le persone e alla parità tra uomini e donne negli ambiti del lavoro.
La documentazione relativa a questo capitolo è consultabile nel sito http://qualitapa.gov.it/it, relativo a PAQ – Pubblica Amministrazione di Qualità marchio del Dipartimento della Funzione Pubblica che, promuove un insieme di iniziative per sostenere le amministrazioni impegnate a migliorare la propria performance e la qualità dei servizi pubblici.
8
TAB 2: STRUMENTI DI QUALITA’ CHE MISURANO GLI OUTPUT
STRUMENTO DEFINIZIONE L'attuazione di piani e programmi
La misurazione dell'effettivo grado di attuazione dei medesimi, nel rispetto delle fasi e dei tempi previsti, degli standard qualitativi e quantitativi definiti, del livello previsto di assorbimento delle risorse;
Rilevazione qualità effettiva servizi
L’analisi della qualità effettiva di un servizio indica in che modo e in che misura un’organizzazione eroga servizi di qualità, che danno cioè una risposta pronta, coerente ed esauriente alle richieste potenziali degli utenti e minimizza il disturbo, il numero dei passaggi necessari, i disagi o gli imprevisti provocati da disservizi”.
Rilevazione qualtà percepita servizi
Processo volto a rilevare il grado di soddisfazione di un cliente/utente nell’ottica del miglioramento del prodotto/servizio offerto. Il concetto di soddisfazione è collegato sia alle aspettative esplicite e latenti del cliente/utente sia alla percezione della qualità del prodotto/servizio.
Benchmarking
Processo sistematico per la comparazione della performance, delle funzioni o dei processi di una organizzazione con altre organizzazioni simili al fin edi individuare la migliore pratica (Best practice).
TAB 3: STRUMENTI DI QUALITA’ CHE MISURANO GLI OUTCOME
STRUMENTO DEFINIZIONE La valutazione della Qualità dell’outcome
La valutazione della Qualità dell’outcome è possibile soltanto attraverso analisi ad hoc, strutturate in base alla specifica politica in oggetto. Per individuare i diversi ambiti di impatto atteso, si propongono, a titolo di esempio, non esaustivo, le seguenti categorie: - impatto sociale: esprime l’impatto indotto sulle varie
componenti della società (giovani, anziani, turisti, ecc.) e sulle relative condizioni sociali;
- impatto economico: esprime l’impatto indotto sulle varie componenti del tessuto economico (altre istituzioni, imprese, terzo settore, ecc.) e sulle relative condizioni economiche;
- impatto ambientale: esprime l’impatto indotto sulle varie componenti del contesto geo‐morfologico in cui opera l’amministrazione e sulle relative condizioni ambientali.
9
3.2 DISTINZIONE DEGLI STRUMENTI CON RIFERIMENTO ALLE MISURE DI QUALITÀ APPLICABILI AI
PROCESSI INTERNI ALL’ENTE
La distinzione degli strumenti con riferimento alle misure di qualità applicabile ai processi interni
all’Ente, è utile per capire cosa è già misurato, cosa è possibile misurare e quali dati sono necessari
e disponibili, infatti, dal punto di vista teorico tutte le informazioni sono già in possesso dell’Ente.
TAB 4: STRUMENTI DI QUALITÀ APPLICABILI AI PROCESSI INTERNI ALL’ENTE
STRUMENTO ESEMPI DI INDICATORI Analisi sull’efficienza dell’impiego delle risorse
STATO DELLE RISORSE - quantità e distribuzione delle risorse umane per posizione;
numero di persone suddivise per fasce di età e categoria; - risorse stanziate, risorse per tipologia di finanziamento; - valore del patrimonio disponibile, livello di obsolescenza delle
attrezzature; EFFICIENZA ECONOMICO E PRODUTTIVA - efficienza economica: esprime il costo di gestione di un’attività
e/o di erogazione di un servizio (risorse economiche/quantità servizi o utenti serviti);
- efficienza produttiva: esprime lo sforzo organizzativo per svolgere un’attività o un processo o per erogare un servizio;
Analisi sui processi organizzativi
- salute organizzativa: livello di benessere organizzativo, % di lavoratori in smart working;
- salute professionale: quantità di persone laureate/formate/aggiornate; % profili professionali presenti rispetto alle necessità dei vari ruoli organizzativi;
- salute etica: quantità di processi oggetto di valutazione del rischio; % di dirigenti oggetto di rotazione degli incarichi;
- salute digitale: stanziamenti in applicativi; % servizi digitalizzati. Rilevazione qualità effettiva servizi
Sono previste quattro dimensioni essenziali della qualità: - accessibilità: insieme predefinito di informazioni che
consentono a qualsiasi UTENTE di individuare il luogo e le modalità di fruizione del servizio;
- tempestività: rappresenta il tempo che intercorre tra la richiesta e l’erogazione del servizio/prestazione;
- trasparenza: insieme predefinito di informazioni per determinare le caratteristiche del servizio (costi, tempi, ecc.);
- efficacia: riguarda la capacità dell’Ente di rispondere in modo adeguato.
Raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità
- salute di genere: rapporto donne/uomini presenti nell’organizzazione; % presenza di donne in ruoli apicali;
10
3.3 DISTINZIONE DEGLI STRUMENTI CON RIFERIMENTO ALLE MISURE DI QUALITÀ APPLICABILI AI
PROCESSI ESTERNI ALL’ENTE
La distinzione degli strumenti con riferimento alle misure di qualità applicabilI ai processi esterni
dell’ente, è utile se incrociata con la classificazione degli UTENTI.
La matrice, di natura empirica, ha lo scopo di finalizzare l’individuazione delle misure di qualità che
è più opportuno adottare (dal punto di vista teorico sono tutte applicabili), in funzione degli
UTENTI.
TAB 5: MATRICE STRUMENTI DI QUALITA’ APPLICABILI AI PROCESSI ESTERNI ALL’ENTE / UTENTI
STRUMENTI /
UTENTI
Ascolto e partecipazione dell'utenza
Benchmarking
Rilevazione qualità percepita
servizi
La valutazione della qualità dell’outcome
I clienti X
Gli utenti X X
Stakeholder X
Collettività X X
La matrice ci indica che, al fine di migliorare la qualità dell’ouput:
- se gli UTENTI sono identificabili (utenti e stakeholder) è più opportuno coinvolgerli in fase di
ascolto e partecipazione, per gli utenti può essere utile, in alternativa, fare la Rilevazione della
qualità percepita dei servizi
- per i clienti può essere opportuno fare la Rilevazione della qualità percepita dei servizi,
partendo dal presupposto che le caratteristiche qualitative del prodotto/servizio (per essere
venduto) sono definite in partenza, in alternativa può essere utile fare valutazioni di efficienza;
- se gli UTENTI non sono identificabili (Collettività) è più opportuno fare valutazioni di
Benchmarking con altre aministrazioni o fare la valutazione della Qualità dell’outcome.
11
CAPITOLO IV GLI STRUMENTI DELLA QUALITA’
DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI BOLOGNA
Il presente capitolo descrive in primis lo strumento per rilevare cosa produce la Città metropolitana
e il percorso di “ricerca della qualità”, volto alla catalogazione e mappatura degli strumenti di
qualità già utilizzati, la successiva diffusione delle migliori pratiche e i criteri di scelta per
l’introduzione dei nuovi strumenti di qualità.
Come già detto nel capitolo 3.2 “La distinzione degli strumenti con riferimento alle misure di
qualità applicabile ai processi interni all’Ente”, dal punto di vista teorico tutte le informazioni per
misurare la qualità dei processi interni alla Città metropolitana di Bologna, sono disponibili e già in
possesso dell’Ente. Per quanto riguarda la misurazione della qualità dei processi esterni all’Ente, il
primo passaggio è la rilevazione di cosa produce e quali sono gli utenti della Città metropolitana
di Bologna.
4.1 LA MAPPATURA DELLE ATTIVITA’
La MAPPATURA DELLE ATTIVITA’ comprende tutte le attività dell’Ente. L’Attività è l’unità minima
elementare; ciascuna di essa è inserita in Centri di responsabilità (a fini organizzativi interni) e in
Missioni\programmi del Bilancio. Le attività sono individuate e definite se riferibili ad un
prodotto\servizio finale ed omogeneo. Finale significa che tutte le attività di supporto
amministrativo e tecnico interne ai Settori vengono ricondotte nei prodotti e servizi di riferimento.
Per omogeneo si intende che gli output prodotti devono, secondo il principio della prevalenza,
appartenere ad un’unica tipologia di classificazione (vedi in particolare tabelle 7, 8, 10).
Per tutte le attività è stato definita la “denominazione”, la “descrizione” e la fonte normativa di
conferimento.
LA MAPPATURA DELLE ATTIVITA’ E I PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI
Nella mappatura viene altresì evidenziato il collegamento delle attività con i procedimenti
amministrativi (Anagrafe).
Le attività dell’amministrazione possono essere ricondotte in due insiemi omogenei:
- le attività la cui erogazione comporta lo svolgimento di procedimento amministrativo;
- le attività la cui erogazione non è invece condizionata allo svolgimento di alcun procedimento
in senso proprio.
12
TAB 6: L’ANAGRAFE DEI PROCEDIMENTI DELLA C.M DI BOLOGNA
Ciascun procedimento della Città metropolitana di Bologna viene “anagrafato” e collegato
all’attività di riferimento. Elementi presenti nell’anagrafe:
Elementi Descrizione
Servizio Denominazione servizio (fonte anagrafe dei servizi) Descrizione Servizio La descrizione degli output del servizio Destinatario servizio
Per i servizi ad istanza di parte chi ha il diritto di richiedere ed ottenere il Servizio, per i servizi d’ufficio si intende sempre la collettività
Come si utilizza Per i servizi ad istanza di parte: dove (in quale ufficio), quando (orari di apertura) con quali documenti / certificati / informazioni presentarsi
Referente Il funzionario a cui l’utenza si rivolge per ottenere le informazioni necessarie e/o per eventuali reclami
Responsabile Il Dirigente responsabile del Servizio Standard Indicatore con il quale viene misurato il Servizio UM Chi eroga il servizio, fasi, tempi (standard) e modalità di erogazione del servizio. Valore standard Valore che l’Ente si impegna a erogare/rispettare Servizio Denominazione servizio (fonte anagrafe dei servizi) MONITORAGGIO DEI PROCEDIMENTI
Con frequenza annuale, viene chiesto alle strutture di monitorare i seguenti dati:
- pratiche avviate - pratiche concluse - tempo medio di conclusione - pratiche concluse con ritardo - motivazione
LA MAPPATURA DELLE ATTIVITA’: CLASSIFICAZIONI
I procedimenti amministrativi possono essere definiti come: manifestazioni di volontà aventi rilevanza esterna, provenienti da una P.A. nell’esercizio di una attività amministrativa, indirizzate a soggetti determinati o determinabili e in grado di apportare una modificazione unilaterale nella sfera giuridica degli stessi” La pubblica amministrazione persegue gli interessi pubblici stabiliti dalla legge. Quando ciò avviene attraverso moduli autoritativi, ossia attraverso poteri che esulano da quelli previsti dal diritto comune, l’amministrazione deve esplicare la propria attività mediante precise modalità e scansioni predefinite dalla legge. Deve, cioè, porre in essere un procedimento amministrativo. Il procedimento consiste in una serie di atti e di attività funzionalizzati all’adozione del provvedimento amministrativo che rappresenta l’atto finale della sequenza (Atto amministrativo). La formalizzazione dell’attività amministrativa rappresenta quindi un contrappeso all’efficacia autoritativa e unilaterale del potere amministrativo. La regola del procedimento è posta a tutela del privato sia nel caso di poteri restrittivi, nei quali il privato ha interesse a limitare il danno, sia nel caso di poteri ampliativi, nei quali ha interesse a ottenere il beneficio.
L’insieme di anagrafe e monitoraggio procedimenti misura le quattro dimensioni essenziali della qualità (accessibilità; tempestività; trasparenza; efficacia).
13
Prima di procedere all’analisi per verificare quali strumenti è più opportuno adottare nei processi di misurazione esterni dell’Ente, è utile effettuare un altro passaggio che serve classificare le attività in gruppi omogenei. La classificazione riguarda le seguenti tipologie:
TAB 7: CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ PER TIPO INTERNO / ESTERNO
CLASSIFICAZIONE DESCRIZIONE line attività che eroga prodotti e/o servizi verso l’esterno staff attività strumentale, di supporto a carattere generale organi di governo attività di supporto agli organi di governo esterna attività svolta tramite società od organismi strumentali
TAB 8: CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ DI LINE PER TIPO DI UTENTE
Tale classificazione può essere utilizzata per individuare gli UTENTI esterni e articolare gli
strumenti di qualità in loro funzione.
CLASSIFICAZIONE DESCRIZIONE Clienti sono coloro che pagano un prezzo/tariffa per il prodotto od il servizio
ottenuto. Utenti_privati sono persone/imprese che usufruiscono di prodotti e servizi per cui non
è previsto un pagamento diretto. Utenti_Enti pubblici sono Enti ed istituzioni che usufruiscono di prodotti e servizi. Stakeholder tutti i soggetti, individui od organizzazioni, il cui interesse è
negativamente o positivamente influenzato dagli effetti dell’azione pubblica.
Collettività Comunità, gruppo di persone appartenenti ad un medesimo territorio considerate nel loro insieme per temi di utilità generale.
TAB 9: CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ PER TIPO DI PRODOTTI
Tale classificazione può essere utilizzata per definire il grado di “standardizzazione” delle attività, e
il relativo grado di variabilità degli ouput.
TIPOLOGIA PRINCIPALI ATTIVITA’ attività standard attività che si ripete nel tempo, con gli stessi output. attività di natura progettuale
attività che si ripete nel tempo, ma che ogni anno cambia gli output di riferimento.
progetti Progetti che hanno una durata limitata nel tempo
14
LO SCHEMA DI COLLEGAMENTO TRA MAPPATURA DELLE ATTIVITA’
E PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
La maggior parte degli gli output delle attività di natura progettuale
Tutti gli output dei progetti
I principali output delle attività standard, (in
particolare di quelle non procedimentalizzate) e i processi di miglioramento
relativi alle attività procedimentalizzate
ATTIVITA' STANDARD
PROGETTI ATTIVITA' DI NATURA PROGETTUALE
MAPPATURA DELLE ATTIVITA'
CITTA’ METROPOLITANA DI BOLOGNA
ANAGRAFE E MONITORAGGIO PROCEDIMENTI
PERFORMANCE ORGANIZZATIVA
Definito il significato di MAPPATURA e le sue caratteristiche distintive, è possibile metterla in relazione con la PERFORMANCE.
La MAPPATURA DELLE ATTIVITA’ comprende tutte le attività (e tutti gli output) dell’Ente; la mappatura può essere utilizzata per valutazioni organizzative, per la programmazione del Bilancio, ai fini del riordino delle funzioni.
La PERFORMANCE misura il grado di raggiungimento dei principali ouput in funzione del “legame” che sussiste tra i bisogni della collettività, la missione istituzionale, le priorità politiche, le strategie, gli obiettivi e gli indicatori dell’amministrazione.
15
TAB 10: CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ PER TIPO DI FUNZIONE
TIPOLOGIA PRINCIPALI ATTIVITA’
Attività per funzioni di Amministrazione generale
Affari generali, Assistenza agli Organi, Avvocatura, Bilancio, Cassa economale, Controlli interni, Edilizia istituzionale, Entrate, Gestione personale, Mobility managment, Partecipazioni societarie, Patrimonio / logistica, Prevenzione e protezione, Programmazione, Provveditorato, Relazioni sindacali, Servizi ausiliari, Servizi informatici, Trattamento economico
Attività per produzione di Piani e programmi
Accordo, Piano, Programma
Attività per funzioni di Promozione, sviluppo e sostegno
Comunicazione, Consulenza, Coordinamento, Progettazione, Promozione, Sostegno
Attività per produzione ed erogazione di servizi
Certificati, Corsi, Manutenzione, Provveditorato, Servizi informatici
Attività per realizzazione di opere Scuole, Strade
Attività per funzioni di regolazione e di controllo
Attestati, Autorizzazioni, Concessioni, Elenco, Espropri, Pareri, Sanzioni
Attività per funzioni di Studi e ricerche
Indagini demoscopiche, Statistiche
Attività per funzioni di trasferimenti
Contributi
RISULTATI E ANALISI
La classificazione della MAPPATURA per FUNZIONI, costituisce la “guida” per l’applicazione degli
strumenti di qualità, è utile per definire:
- le funzioni esercitate dalla Città metropolitana e la loro numerosità;
- indici di composizione (N. Attività/Totale attività) per rappresentare sinteticamente cosa “fa”
la Città metropolitana di Bologna;
- quali strumenti è più opportuno utilizzare per Funzione e in base alla matrice UTENTI /
STRUMENTI DI QUALITA’;
- strumenti di qualità univoci per gruppi omogenei di attività.
4.2 LA R
prodBe
Revisi
All’int
Costituziofunz
RICERCA D
TA
DEF
Individuaz
duzione di unenchmarking,
ione e riprog
erno di ciasc
one di un “Gzioni di sistem
DELLA QUA
AB 11: FAS
FINIRE Q
zione per rile
PRODURn manuale pe, Rilevazione
RE
gettazione de
RICE
cuna funzion
COGruppo di lavmatizzazione
ALITÀ: FA
SI E MODA
UALI STR
evanza e sign
RRE MANer ciascun tipe qualtà perc
EVISIONE
egli strumen
RCA DEG
ne i “Gruppi d
OSTITUIREvoro tecnico”e del lavoro.
ASI E MOD
ALITA’ DI
RUMENT
nificatività de
NUALE Mpo di strumecepita servizi
E DEGLI S
ti Cat
GLI STRUM
di lavoro per
E GRUPP” con Cost
DALITÀ
RICERCA
I E DOVE
elle attività,
MIGLIOREento: Ascolto, Valutazione
STRUMENtalogazione
MENTI IN
r funzioni” ri
I DI LAVOtituzione di
la ricerca
DELLA QU
E UTILIZZA
dove rilevar
PRATICAo e partecipae della Quali
NTI e mappaturamigliore p
N USO
icercano gli s
ORO“Gruppi di la delle metod
UALITA’
ARLI
e la qualità
Aazione dell'utità dell’outco
a, Individuazratica
strumenti già
avoro per fundologie utiliz
16
tenza, ome
zione delle
à in uso
nzioni” per zzate
6
17
4.3 IL COLLEGAMENTO CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE
L’integrazione del Sistema di misurazione e valutazione della performance con il Sistema della Qualità e il Sistema dei controlli, è fondamentale per verificare e migliorare il contenuto degli strumenti di programmazione (DUP e Piano della performance).
Nel DUP saranno presenti tutte le analisi relative allo Stato dell’Ente: quantità e distribuzione delle risorse umane per posizione, risorse correnti e in conto capitale previste, analisi relative alla salute organizzativa, professionale, digitale.
Nel Piano della performance dovranno essere presenti gli obiettivi relativi alla produzione degli strumenti di rilevazione degli OUTPUT (Mappatura, anagrafe, monitoraggio) e tutti gli obiettivi relativi all’utilizzo degli strumenti qualitativi.
A questo scopo, per ciascun strumento si dovranno inserire un indicatore e/o un obiettivo a seconda che si tratti di una fase dell’output che si vuole realizzare o rappresenti un obiettivo a sé stante.
TAB 16: COLLEGAMENTO TRA GLI STRUMENTI DI QUALITA’ E QUELLI DI PROGRAMMAZIONE
DUP lo STATO DELLE RISORSE
(umane, economico‐finanziarie e patrimoniali)lo Stato della salute organizzativa, professionale, digitale
PIAN
O E RELAZ
IONE SU
LLA
PERFOMAN
CE Gli Obiettivi relativi agli strumenti dirilevazione degli OUTPUT(Mappatura, anagrafe, monitoraggio)Gli obiettivi di miglioramento dellasalute organizzativa, professionale,digitale.Gli Obiettivi relativi alla Salute digenere (Piano delle Azioni Positivedella Città metropolitana di Bologna)Gli Obiettivi relativi alla Saluterelazionale, alla Qualità percepitadegli output, Benchmarking, Qualitàdell’outcome