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Sintomi cardine dell’ADHD Deficit di attenzione Iperattività Impulsività

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Sintomi cardine dell’ADHD

Deficit di attenzione

Iperattività

Impulsività

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L’ADHD è un disturbo specifico dello sviluppo (le

ricerche scientifiche hanno dimostrato che esiste una

predispozione innata di tipo biologico che interagisce

con fattori ambientali ed educativi) diagnosticabile

che, se non viene correttamente trattato, può

incidere pesantemente su tutti gli aspetti della vita

dei bambini e delle loro famiglie

Linee guida SINPIA; ADHD: diagnosi e terapie farmacologiche. Approvazione CD: 24 Giugno 2002

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bambinobambino

famigliafamiglia

scuolascuola

Terapia cognitivo-comportamentaleTerapia cognitivo-comportamentale

FarmacoterapiaFarmacoterapia

Psicoeducazione

PsicoeducazionePsicoeducazione

Training per gli insegnantiTraining per gli insegnanti

Parent trainingParent training

PsicoeducazionePsicoeducazione

Intervento terapeutico multimodaleIntervento terapeutico multimodale

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Figure professionali in caso di segnalazione

La valutazione diagnostica la effettua un neuropsichiatra infantile o un psicologo dell’età evolutiva osservando il bambino e facendo colloqui con genitori e insegnanti

L’intervento terapeutico più efficace è di tipo multimodale (bambino + genitori + insegnanti). È necessario che ci sia un clinico di riferimento (meglio se ha effettuato la valutazione diagnostica) che svolga in parte (o tutto) l’intervento terapeutico e che coordini l’intero progetto (bambino, genitori e insegnanti)

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Le scale di Conners: dimostrazione e presentazione di dati cliniciLe scale di Conners sono scale multidimensionali ampiamente utilizzate nel contesto clinico e di ricerca per la valutazione del Disturbo da Deficit d’Attenzione con e senza Iperattività (DDAI) e di altri disturbi eventulamente presenti in comorbidità (disturbi della condotta, problemi cognitivi, sintomi d’ansia, problemi relazionali). Si distinguono tre diverse scale, per genitori, insegnanti ed autosomministrata in due versioni, una integrale –Long- ed una abbreviata –Short-, che consentono di raccogliere informazioni circa il comportamento dei soggetti in diversi contesti e secondo diversi punti di vista. Le scale sono standardizzate per soggetti da 3-17 anni, nelle versioni per genitori ed insegnanti, e da 12-17 anni per le scale autosomministrate sulla base di un campione normativo di riferimento americano. Nel corso dell’intervento importanti risultano le applicazioni cliniche e di ricerca nelle diverse fasi, diagnostica, di monitoraggio e di follw-up in protocolli di intervento psicologico e farmacologico in bambini con DDAI.

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La scala IPDDAI mostra complessivamente una discreta capacità predittiva. La predittività dello strumento per l’Iperattività- Impulsività è maggiore rispetto alla Disattenzione; questo può essere spiegato dal fatto che è molto più difficile individuare precisamente delle caratteristiche di disattenzione alla scuola materna, dove le attività sono poco strutturate rispetto alla scuolaelementare e i tempi di attenzione richiesti sono molto più brevi e frammentati.

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Nel caso sia necessaria una segnalazione

Una segnalazione è una richiesta di aiuto ad un professionista nel lavoro educativo degli insegnanti e dei genitori

Non è una dichiarazione di “è un caso grave e noi non sappiamo più cosa fare”

Gli insegnanti modificheranno il loro lavoro educativo sapendo di avere una persona in più che li può supportare

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L’osservazione del comportamento

Osservazione e rilevamento dei comportamenti positivi (e successivamente quelli negativi) attraverso misurazioni dirette ed indirette

Sintesi dei risultati raccolti

Analisi della relazione tra apprendimento e comportamento

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Osservazione e analisi funzionale del comportamento

Fase 1:

Osservazione non strutturata per la creazione di un inventario di comportamenti da aumentare, facendo descrizioni, non interpretazioni (per una settimana)

Fase 2:

Categorizzazione dei comportamenti da far aumentare: Chiede all’ins. spiegazioni dopo la consegna, Alza la mano prima di parlare, Svolge i compiti a casa, Rimane seduto per un’ora intera, Rispetta il turno nella fila (dopo la prima settimana)

Fase 3:

Costruzione di due griglie per l’osservazione strutturata che analizzino i comportamenti che vogliamo aumentare al fine di identificare:

Antecedenti e conseguenze per ogni comportamento emesso

Frequenza e distribuzione di emissione dei comportamenti della giornata

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Fase 4: Riflessione sui dati raccolti al fine di ottenere

indicazioni su: Probabili fattori scatenanti

Probabili fattori di rinforzo

Fase 5: Sviluppo dell’intervento allo scopo di:

Far aumentare i comportamenti positivi e prevenire il verificarsi di comportamenti da ridurre

Favorire le risposte dell’ambiente che rinforzano i comportamenti positivi e attenuare quelle che rinforzano l’emissione dei comportamenti problematici

Fase 6: Verifica dei risultati ottenuti (dopo mesi di lavoro)

mediante le griglie di osservazione (in particolare per la distribuzione temporale)

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Osservazione: per riassumere... Iniziare in modo destrutturato per osservare più

comportamenti e consentire una valutazione soggettiva di importanza

Organizzare le tipologie di comportamenti e dare un ordine in base alla gravità o alla necessità di incrementare quei comportamenti

Stimare la frequenza delle categorie di comportamenti

Riflettere su cause e conseguenze legate ai comportamenti da aumentare e diminuire

Scegliere le categorie di comportamenti su cui lavorare in seguito e applicare piccoli accorgimenti in classe in base alle osservazioni effettuate

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La scelta degli obiettivi e delle regoleDalle osservazioni occasionali e funzionali si definiscono i comportamenti disturbanti e quindi le regole da rispettare.Esempi:1. Alzare la mano e aspettare il proprio turno2. Parlare a bassa voce3. Stare seduti durante la lezione4. Durante la spiegazione rimanere in silenzio5. Durante la lezione ascoltare la maestra…Diventa motivante e coinvolgente costruire deicartelloni, proprio con gli alunni

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Un metodo di lavoro

Che tenga conto delle esigenze scolastiche

Delle necessità dell’alunno

Delle situazioni nelle quali l’insegnante si trova a dover operare

Della “possibilità” di collaborare con la famiglia

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Quali variabili tenere presente

Le idee dell’insegnante sul disturbo

La difficoltà nella gestione quotidiana del rapporto con l’alunno e i compagni

I rapporti spesso conflittuali con i genitori dell’alunno problematico

Il fatto che spesso l’insegnante è solo nel lavoro con bambini problematici

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Aree di intervento

Predisposizione di un ambiente facilitante (routine, ecc.)

Approccio metacognitivo

Gestione delle lezioni e dell’attenzione

Gestione del comportamento

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Predisporre un ambiente facilitante

Obiettivo: creare un ambiente prevedibile

Le routine e le regole

L’organizzazione della classe

L’organizzazione dei tempi di lavoro

L’organizzazione del materiale

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Esempi di routine nella classe

ingresso in classe

disposizione in fila

inizio lezione

presentazione delle attività e i relativi tempi dilavoro

pause concordate

attività ricreative stabilite a priori

dettatura dei compiti ad orario stabilito

routine di saluto

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Le regole della classe

Porre delle regole chiare all’interno della classe è necessario per regolare le interazioni tra i pari e con gli adulti.

Perché siano efficaci, è necessario che leregole siano condivise.

È perciò opportuno discutere con i bambinile regole da ratificare, dando loro lapossibilità di approvarle o modificarle.

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Leggere le regole di classeRivedere le regole di classe alla luce delle

indicazioni emerse ponendosi le seguenti domande:

Sono proposizioni e non divieti?

Sono brevi, semplici e chiare?

Descrivono le azioni in modo operativo?

Sono utilizzati simboli pittorici colorati?

Sono poche? (al massimo 5/6)

Sono modificabili?

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Disposizione della classe

Vedete il bambino?

E’ facilmente raggiungibile?

E’ favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino?

Ha compagni a lui vicini?

Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci?

Se il bambino si alza per qualche motivo, quantibambini possono essere disturbati o coinvolti?

Guarda direttamente fuori dalle finestre?

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Stabilire e prevedere i tempi di lavoro

Una delle cose che più ostacolano una buona organizzazione è sbagliare le valutazioni relative ai tempi di svolgimento e/o alla difficoltà di un compito. I bambini con disturbo di autoregolazione sono poco abili nel fare stime realistiche di grandezze, tempi, quantità (ad es. un bambino di nove anni può affermare di poter svolgere 20 operazioni in colonna in 2 minuti).

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Organizzazione dei materiali

Una delle difficoltà più di frequente riferite dagli insegnanti è quella legata all’organizzazione del materiale di lavoro: - spesso il bambino non ha con sé tutto il

materiale necessario alla lezione, - perde parte di quello che è stato reperito per lui,- disturba i compagni chiedendo con insistenza i

materiali,- in generale non ha cura della propria attrezzatura scolastica.

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I bambini con problemi di autoregolazione

Si annoiano e perdono interesse nei confronti dei lavori scolastici velocemente

Sono attratti dagli aspetti più divertenti, motivanti e gratificanti di ogni situazione

Sono bambini

“poco attenti e poco motivati”

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Le difficoltà di autoregolazione

Aumentano se:

I compiti sono lunghi, noiosi, ripetitivi

Si riducono decisamente se:

Viene data la possibilità di cambiare di tanto in tanto

Vengono concesse brevi e frequenti pause

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La motivazione

La motivazione è uno dei fattori che agisce in sinergia con l’attenzione.

Consente ad una persona di orientare le

proprie risorse cognitive e comportamentali al fine di raggiungere

un certo obiettivo.

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Tre principi da considerare nella gestione delle attività

Brevità

Varietà

Struttura

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Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne

Far rileggere la consegna prima dell’inizio del lavoro

Far ripetere con parole proprie cosa bisogna fare

Data una consegna complessa è utile condurre con i bambini un’analisi delle istruzioni prima che comincino il lavoro

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Le consegne………….

“Leggi con attenzione il testo assegnato e cerca di capirlo bene; poi rispondi alle domande riportate dopo la lettura. Stai attento però perché nel brano ci sono delle parole scritte in modo sbagliato: trovale e trascrivile nella tabella in fondo”

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………schematiche e approfondite….

1- leggere il testo2- leggere le domande una alla volta cercando

di rispondere e andando a rileggere quando necessario

3- leggere il testo un’altra volta, dando poca importanza al significato, ma facendo attenzione a come sono scritte le parole

4- sottolinea le parole sbagliate5- riporta le parole nella tabella

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Impulsività e scarsa pianificazione

Una effettiva comprensione delle consegne agevola la formulazione di un corretto piano d’azione

Può essere utile stabilire routine che:

inibiscano le risposte affrettate

utilizzino procedure fisse di pianificazione del compito

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METACOGNIZIONEMETACOGNIZIONE

•sviluppare nel bambino riflessioni sul proprio modo di apprendere, sul funzionamento e sulle potenzialità della nostra mente

•aumentare la consapevolezza di sè

•valorizzare le conoscenze spontanee del bambino

•assecondare i diversi stili cognitivi, presentando i contenuti disciplinari con modalità articolate

•insegnare strategie per apprendere, per ricordare, per stare attenti, per studiare...

•aiutare il bambino ad applicare le strategie, a selezionarle in base alla loro efficacia

•incoraggiare il bambino ad autovalutarsi: ero attento?, ho capito tutto?, potrei fare una domanda, potrei aggiungere qualcosa...?

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La pianificazione di un compito

1- cosa devo fare

2- considero tutte le possibilità

3- fisso l’attenzione

4- scelgo una risposta

5- controllo la mia risposta

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E’ importante che il bambino impari ad interrogarsi per:

Comprendere con chiarezza cosa è richiesto dal compito prima di iniziare il lavoro

Mettere a punto una strategia prima di iniziare un lavoro

Valutare il tempo richiesto dal compito e quello effettivamente a disposizione

Sfruttare, in caso d’insuccesso, dapprima le proprie risorse, successivamente quelle dell’ins. e dei compagni

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Cosa evitare

Lavori lunghi anche se semplici e comprensibili

Compiti che richiedono buone capacità organizzative

Prendere appunti

Produzioni scritte senza un insegnamento di strategie di composizione

Interrogazioni che richiedono formulazioni di discorsi articolati senza l’utilizzo di strategie di studio

Dire di stare attenti per ottenere l’attenzione senza specificare cosa s’intende…….

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Tecniche comportamentali

1. Positive: fare un piano di rinforzi (non solo materiali), creando un inventario in base all’età e alle preferenze, cercando di evitare errori e farsi aiutare dai colleghi nel monitoraggio

2. Negative: ignorare pianificato,analisi della risposta sottolineando le conseguenze logiche, costo della risposta togliendo privilegi o impostando attività che implicano impegno e sforzo

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Rinforzare i comportamenti da aumentare

1. Far compilare all’alunno un elenco di rinforzi. Cosa ti piacerebbe ottenere quando meriti un premio? Materiali, Sociali, Privilegi per attività

2. Nel caso di rinforzi materiali, convertirli in simboli e stabilire le regole di conversione.

3. Identificare ed esplicitare al bbno/ragazzo i comportamenti da aumentare in base alle osservazioni effettuate (contratto)

4. Commisurare la gratificazione allo sforzo che fa l’alunno per manifestare un comportamento da aumentare

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5. Gratificare riferendosi al comportamento e non giudicando l’alunno

6. Applicare la gratificazione subito dopo la manifestazione di un comportamento da aumentare

7. Nel caso in cui la gratificazione abbia perso di valore associare una nuova gratificazione al comportamento da aumentare

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Possibili errori nella fase di gratificazione1. Avere tanta buona volontà e decidere che bisogna

gratificare di più gli alunni difficili, ma interrompere il programma dopo qualche difficoltà o risultati deludenti....se chiediamo impegno e costanza agli alunni dobbiamo manifestarlo prima di tutto noi!

2. Gratificare alcuni comportamenti positivi, diversi da quelli concordati con l’alunno (coerenza) (Sono proprio contento di te e per questo ti do il premio.... anche se non c’entra con quello che devi fare)

3. Aggiungere commenti negativi ai rinforzi positivi (hai visto che quando ti impegni ce la puoi fare, ieri invece...)

4. Programmare gratificazioni eccessive per attività che richiedono troppo sforzo per il ragazzo

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5. Dare la gratificazione prima del comportamento da aumentare (Ora ti do il premio se mi prometti che ti comporti bene)

6. Fornire involontariamente un rinforzo per far smettere un comportamento negativo (Smettila di far quel compito così almeno non disturbi più)

7. Quando si gratifica un comportamento bisogna essere convinti che l’alunno lo meriti (evitare false gratificazioni): la comunicazione non verbale è più informativa di quella verbale!

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Note sui programmi di rinforzo

I comportamenti da aumentare devono essere maggiori rispetto a quelli da diminuire

Le gratificazioni devono essere immediate e molto esplicite, subito dopo il comportamento osservato

A volta basta anche un solo episodio positivo per instaurare un circolo virtuoso con il bambino e la famiglia

A volte bisogna fare grossi sforzi per ignorare comportamenti finalizzati ad ottenere l’attenzione della classe (serve perseveranza)

Molto spesso capita di essere presi dalla rabbia e si fatica ad applicare i programmi di rinforzo: meglio esplicitarlo e trovare qualche soluzione con i colleghi

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I comportamenti da aumentare sono quelli già presenti nel repertorio del bambinoSi possono insegnare comportamenti nuovi attraverso la scomposizione di un comportamento obiettivo in sotto-obiettivi intermediPuò essere utile prendere nota dei comportamenti da aumentare, delle gratificazioni applicate (in quale giornata e in quale contesto) per monitorare l’evoluzione del comportamento dell’alunno

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Per gratificare correttamente l’alunno

Individuare azioni positive da gratificare piùche azioni negative da punire

Definire operativamente l’azione oggetto digratificazione sistematica

Non usare forme di falsa gratificazione

Gratificare in modo coerente, sempre lastessa azione e ogni volta che si manifesta

Gratificare il bambino immediatamente

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Utilizzare eventi o oggetti o comportamenti che siano effettivamente delle gratificazioni per il bambinoNon gratificare involontariamente comportamenti inadeguatiUtilizzare per un tempo corretto lo stesso premio, potendo contare su una serie di gratificazione diverse già individuate

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Strategie sulle conseguenze negative

Ignoramento pianificato

Rimproveri centrati sul comportamento (non sulla persona)

Conseguenze logiche

Costo della risposta

Punizioni

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Il contratto comportamentale Deve essere una genuina collaborazione fra

adulto e bambino

Deve contenere comportamenti semplici, nonmulti-componenziali, specie nei primi contrattiformulati

Le richieste devono essere commisurate allacapacità del bambino

Le gratificazioni motivanti, disponibili e sceltedal bambino

È opportuno includere 3-4 comportamenti(almeno uno alla portata del bambino)

Meglio includere comportamenti presenti nelrepertorio (per la motivazione)

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Il bambino fa parte di Il bambino fa parte di una famiglia… una famiglia… si può collaborare con essa?si può collaborare con essa?

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Un percorso ad ostacoliUn percorso ad ostacoli

Gli insegnanti I genitori

All’inizio della scolarità

concedono un po’ di tempo al

b/o con ADHD per

l’adattamento alla nuova

situazione scolastica e ai primi

colloqui con i genitori possono

essere rassicuranti.

Hanno spesso alle spalle una

lunga esperienza di lamentele;

sperano comunque di vedere

un cambiamento in una nuova

situazione.

L’attesa del cambiamento

naturale risulta vana, la

capacità di sopportazione viene

meno, il senso di impotenza e

frustrazione (per i fallimenti)

raggiunge il culmine.

Il colloquio viene vissuto con

esasperazione; si dimostrano

“sulla difensiva” aggravata

dalla constatazione che le cose

non cambiano.

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Gli insegnanti I genitori

Possono giustificare le

manifestazioni del bambino

ma inevitabilmente

proseguono elencando “fiumi”

di cose negative che

succedono in classe.

Cercano di difendere il figlio

minimizzando la consistenza

dei suoi comportamenti

inadeguati (a casa è vivace ma

non così ingestibile), non

comprendendo le difficoltà

degli insegnanti considerati

incapaci di trovare modalità.

A volte viene ipotizzato che

questi comportamenti siano

imputabili a stili educativi

genitoriali troppo permissivi.

Può capitare che azzardino

ipotesi psicologiche o

problemi affettivi, disagio

emotivo o altro.

Percepiscono come un attacco

della scuola ciò che viene loro

comunicato, ma quel che è

peggio si sentono criticati,

inadeguati, si sentono in

colpa ed è comprensibile che

reagiscono pensando che sia

la scuola ad essere

inadeguata.

Un percorso ad ostacoliUn percorso ad ostacoli

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L’utilizzo di modalità comunicative

colpevolizzanti da entrambe le parti instaura

un circolo vizioso caratterizzato da uno scarso

dialogo sulle problematiche presenti e sui

possibili percorsi da intraprendere

Condividere le modalità educative

Fornire omogeneità tra casa e scuola

Stabilire un contratto educativo

Utilizzare i compiti a casa come terreno su cui

lavorare insieme

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Sistemi a punti strutturato = token economy• individuare la linea base del comportamentoPositivo da allenare• individuare il comportamento atteso, lericompense, il sistema di scambio (punti, gettoni,smiles…)• si registrano i comportamenti “on line” e siconsegnano i “token”•a scadenze predeterminate (1v/dì o 1v/sett)vengono scambiati i “token”con i premi stabiliti

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Una scheda efficaceUna scheda efficace

Nel costruire una scheda di comunicazione scuola-famiglia

è bene considerare i seguenti aspetti:

- la scelta grafica e simbolica deve tenere conto dell’età del

bambino;

- la scelta di obiettivi rilevanti (apprendimenti e

comportamenti);

- l’inclusione anche di capacità che il bambino dimostra

già di possedere per poterlo gratificare da subito,

motivando così il suo impegno;

- il numero delle abilità da conseguire non dovrebbe essere

eccessivo;

- il resoconto dovrebbe essere non solo qualitativo ma

anche quantificabile con livelli e/o punteggi.

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Una scheda efficaceUna scheda efficace

Nome del bambino

Data………………

Comportamenti Punti

Va d’accordo con i compagni 2

Parla a voce bassa 3

Aspetta il suo turno di giochi 1

Sta seduto al banco 0

Totale punti 6

Firma insegnanti……………………………..

Firma genitore……………………………….

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Utilizzare i compiti a casa come Utilizzare i compiti a casa come

terreno su cui lavorare insiemeterreno su cui lavorare insieme

Gli Insegnanti I Genitori

Verificano che il b/o abbia scritto

correttamente sul diario quali

sono i compiti e per quando, che

sappia a cosa si riferiscono ed

abbia già avuto modo di farne di

simili.

Stabiliscono in casa consuetudini

giornaliere: come riporre i libri e

materiale scolastico, a che ora

iniziare lo studio, in quale

stanza, per quanto tempo, come

il genitore può intervenire in

aiuto e per controllare il lavoro

svolto.

Propongono a scuola compiti di

tipo uguale a quelli per casa

oppure fanno cominciare a

scuola quelli per casa.

Premiano la scrittura corretta per

i compiti sul diario, insegnano al

b/o a telefonare a un compagno

nel caso di dimenticanza del

diario a scuola.

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Insegnanti Genitori

Se il bambino ha difficoltà

oggettive personali e ambientali,

assegnano meno compiti o

indicano chiaramente al bambino

quale parte dovrà fare o quale

potrà scegliere di fare.

Sollecitano nel bambino

l’abitudine di chiedere

chiarimenti all’insegnante o al

compagno.

Aiutano il bambino

nell’organizzazione del materiale,

mediante semplici elenchi da

controllare, vignette, pro-

memoria. Prevedono un piccolo

gioco finale (o uno spazio per

barzellette) al termine della

mattinata, a cui può partecipare

chi dimostra di avere il diario a

posto.

Propongono al b/o piccole sfide

con se stesso, per es. la “gara

dell’orologio”: vediamo se fai

questi compiti entro 10 minuti.

Può essere utilizzato il timer da

cucina che suoni dopo 10 minuti

(o dopo 8 per dar modo di

affrettare la conclusione e

rientrare nel termine previsto).

Utilizzare i compiti a casa come terreno su cui lavorare insiemeUtilizzare i compiti a casa come terreno su cui lavorare insieme

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