Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi...

25

Click here to load reader

description

Synchronicity ; sincronicità ; Jungian psychology ; Lorenzo Ostuni ; symbols ; simboli

Transcript of Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi...

Page 1: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

Sincronicita’,tra relazione e mistero.Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucciarticolo pubblicato su “il Minotauro”, Problemi e ricerche di Psicologia del profondo,Anno XXXVIII,n.2, dicembre 2011:57-69

Inizieremo questo nostro incontro citando Gregory Bateson : "Il bello e il brutto,il letterale e il metaforico,il sano e il folle,il comico e il serio...perfino l'amore e l'odio,sono tutti temi che la scienza evita. Ma tra pochi anni,quando la spaccatura fra i problemi della mente e i problemi della natura cessera' di essere un fattore determinante di cio' su cui e' impossibile riflettere,essi diventeranno accessibili al pensiero formale. Oggi la maggior parte di questi temi sono inaccessibili e gli scienziati, anche gli antropologi e gli psichiatri li evitano,e per ottime ragioni. I miei colleghi ed io non siamo ancora in grado di indagare su temi tanto delicati. Siamo appesantiti da errori come quelli che ho menzionato e,come gli angeli,dobbiamo esitare a mettere piede in queste regioni,ma non per sempre".   Carl Gustav Jung ha cercato di dare delle risposte a queste indirette sollecitazioni. Ora lasciamo parlare Jung a partire dal Libro rosso : " Anima mia,dove sei? Io parlo, ti chiamo...Ci sei? Sono tornato, sono di nuovo qui. Ho scosso dai miei calzari la polvere di ogni paese e sono venuto da te,sono a te vicino,dopo lunghi anni di lunghe peregrinazioni, sono ritornato da te. Vuoi che ti racconti tutto cio' che ho visto, vissuto, assorbito in me? Oppure non vuoi sentire nulla di tutto il rumore della vita e del mondo? Ma una cosa devi sapere : una cosa ho imparato, ossia che questa vita va vissuta. Questa vita e' la via, la via a lungo cercata verso cio' che e' inconoscibile e che noi chiamiamo divino. Non c'e' altra via. Ogni altra strada e' sbagliata. Ho trovato la via giusta,mi ha condotto a te,

Page 2: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

anima mia. Ritorno temprato e purificato. Mi conosci ancora? Quanto a lungo e' durata la separazione! Tutto e' cosi' mutato. E come ti ho trovata? Come e' stato bizzarro il mio viaggio! Che parole dovrei usare per descrivere per quali tortuosi  sentieri una buona stella mi ha guidato fino a te? Dammi la mano, anima mia quasi dimenticata. Che immensa gioia rivederti, o anima per tanto tempo disconosciuta! La vita mi ha riportato a te. Diciamo grazie alla vita perche' ho vissuto,per tutte le ore serene e per quelle tristi, per ogni gioia e ogni dolore. Anima mia, il mio viaggio deve proseguire insieme a te. Con te voglio andare ed elevarmi alla mia solitudine".  dal Libro Rosso,Liber Primus di Carl Gustav Jung,pag.232  Cercheremo di riflettere assieme sul fatto che la sincronicita’ si ponga come un ponte fondamentale tra la relazione e il mistero,al cui centro c’e’ Lei, l’anima, meglio, c’e’ Anima, c’e’ quel “fare-anima” sempre implicitamente presente. E’ la presa in cura dell’anima,ma e’ anche quel lasciarci prendere in cura da parte dell’Anima. Carl Alfred Meier noto analista junghiano, in un celebre suo studio "Il sogno come terapia.Antica incubazione e moderna psicoterapia”, assieme a Jean-Yves Leloup,nel suo splendido "Aver cura dell'essere,Filone e i terapeuti di Alessandria", e lo stesso Lorenzo Ostuni ,si sono occupati profondamente del simbolico nel  processo di guarigione,ed hanno individuato quattro  significati etimologici della parola terapia, dal  greco “Theràpeia”.Galeno si definisce "Therapeutes del dio-padre  Asklepios". Per Meier i “therapeutes” venivano  designati come "coloro che si era votati al culto di un Dio",di conseguenza "PSICO-TERAPEUTI"  erano coloro i quali si erano votati al  culto di Psyche, della Psiche, dunque dell'anima. In  questo senso possiamo comprendere come tutta la  Religio antica fosse in pratica un grande culto  della psiche. Chi visse in tale Religione, infatti  fu soprattutto occupato alla "cura  dell'anima", dunque poteva essere definito uno  "psico-terapeuta" nel senso etimologico del termine. Accanto a questa definizione di  “theràpeia”, se ne aggiungevano altre tre. La prima e'  quella di

Page 3: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

“corteggiamento” nella scelta degli schiavi. La seconda  e’ quella di “servizio”; la terza e’ l’unica rimasta sostanzialmente nella nostra visione medica  occidentale,chiama in causa il concetto di “cura reciproca”, ed e’ esattamente il solo significato che ora oggi noi conosciamo.La psicoterapia nell'accezione di "culto dell'anima" diviene dunque qualcosa che ha a che fare con l'esperienza dell'aspetto piu' indefinibile della vita ed anche di cio' che potremmo chiamare "MISTERO". Il principio di sincronicita’ ha attraversato l’intera visione junghiana dell’anima, dalla sua concezione cosmologica, neoplatonica, alchemica, gnostica fino a includere una piu’ anpia visione psico-spirituale della storia, inglobando gradualmente la stessa concezione del sacro, del misterico, del numinoso, fino al c.d. rapporto tra psiche e materia. Non viene esclusa da questa concezione neppure la visione piu’ ampia del significato che Jung da’ all’amore e alla relazione, compresa quella terapeutica, estendendosi ulteriormente alle importanti amplificazioni critiche della “Re-visione” hillmaniana della psiche ( “Mundus imaginalis” di Henry Corbin). Pensiamo ancora alla ampia frequentazione di Jung del pensiero orientale, dal taoismo,al buddhismo, all’induismo. Essenziale sara’ la prefazione a I Ching di Richard Wilhelm nel consegnarci ulteriori informazioni sulla comprensione dei processi sincronistici. Proprio a partire dalla recente pubblicazione del “Libro rosso”, ritroviamo quel vertiginoso lavorio carsico che porto’ Jung a esplorare le profondita’ abissali della dimensione transpersonale dell’esistenza. Quindi il concetto di sincronicita’ si costruisce e si sviluppa fin dall’inizio dei suoi studi e attraversa costantemente e finalisticamente tutta la sua intera esistenza, culminando con il celebre e definitivo saggio del 1952,”La sincronicita’ come principio di nessi acausali”.  Di fronte a questa realta’ empirica e psicologica, le posizioni degli junghiani non sono sempre state lineari. Gli studi sulla sincronicita’ sono stati relativamente scarsi, probabilmente perche’ questo

Page 4: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

argomento ha da sempre suscitato un certo sospetto fino alla estrema prudenza in certi casi ,per l’antica e semplicistica accusa di misticismo e di scarsa scientificita’ rispetto agli ambienti accademici, trovando solamente negli ultimi anni delle risposte piu’ adeguate. Viceversa molti fisici si sono interrogati molto seriamente sul principio di sincronicita’,lo stesso Wolfang Pauli ha collaborato in modo decisivo con Jung nell’esplorazione e nell’elaborazione di questo complesso plesso teorico ed esperienziale (Rocci) . Gli studi successivi hanno coinvolto fisici del calibro di David Bohm , Victor Mansfield, recentemente scomparso, David Peat,per citarne solo alcuni,etc. In un capitoletto dello splendido lavoro su Pan,James Hillman dice :  “L’ora di Pan era sempre il meriggio.In quel momento egli appariva nell’impeto del mezzogiorno,facendo sussultare uomo e animale di un cieco terrore. […] Questo e’ il momento in cui il momento stesso conta,dove il momento e’ separato da prima e dopo,senza legge, diventa una qualita’, una costellazione delle forze nell’aria, senza continuita’ e percio’ senza relazione con lo “squallido tempo/che prima e dopo si stende”. Tale e’ l’ irrivelatezza di Pan,e dell’aspetto spontaneo della natura. E’ semplicemente cosi’ com’e’,la’ dove si trova. […] Questo e’ il significato della spontaneita’ dell’istinto”. Hillman poco dopo aggiunge : “La spontaneita’ rimane un’esperienza e un’idea che,per definizione,non e’ possibile inserire in ordinati sistemi di spiegazione. Per definizione non puo’ essere spiegata. Spontaneita’ significa qualcosa di autogenerantesi, non prevedibile,non ripetibile. […] Trovare leggi dello spontaneo sarebbe una contraddizione in termini; questi eventi ,infatti, sono infidi, irregolari, senza legge. […] Casuale e’ un concetto quantitativo; spontaneo e’ qualitativo e significativo,e allude a quella che Whitehead chiamava “importanza”. C’e’ emozione con la spontaneita’. Essa significa una liberta’ radicale”.(James Hillman,Saggio su Pan,Adelphi,1977). 

Page 5: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

Con queste parole riferite alla dimensione “panica” dell’esistenza, ci troviamo in piena sincronicita’. Per rimanere ancora sul filone mitico, sempre Hillman, nel “Codice dell’anima”, citando Platone dice :  “[…] quando tutte le anime si erano scelte la vita,secondo che era loro toccato,si presentavano a Lachesi. A ciascuno ella dava come compagno il genio (daimon) che quella si era assunto, perché le facesse da guardiano durante la vita e adempisse il destino da lei scelto. E il daimon guidava l'anima anzitutto da Cloto: sotto la sua mano e il volgere del suo fuso, il destino prescelto è ratificato. Dopo il contatto con Cloto, il daimon conduceva l'anima alla filatura di Atropo per rendere irreversibile la trama del suo destino. Di li', senza voltarsi, l'anima passava ai piedi del trono di Necessità”. Ecco che secondo Hillman, sincronicita’ sembra avere a che fare con “necessitas”, con l’archetipo della Necessita’, con cio’ che e’ necessario. Sempre Jung nel suo saggio del 1952 dira' : "Ho scelto il termine "sincronicità", perché la simultaneità di due accadimenti legati da un significato , ma non da causalità, mi è sembrato un criterio essenziale. Uso dunque il concetto generale di sincronicità nel senso specifico di una coincidenza di due o più accadimenti che non stanno tra loro in relazione causale e hanno un significato uguale o simile. Questo in opposizione a sincronismo, che rappresenta la semplice simultaneità di due accadimenti." ( vol. 8 delle "Opere di C. G. Jung", Torino 1976, pp. 447-538) L'impressione dunque è che con questo  principio Jung si sia esposto profondamente arrivando davvero ai confini della sua immagine scientifica del  mondo,  forse per certi versi anche dell’immaginazione scientifica attuale del mondo.Dice Maria Louise von Franz che “c’e’ secondo Jung,una realta’ ultima, oltre la materia e la psiche, che chiama “Unus mundus”, il mondo unificato, termine che Jung ricupero’ da un allievo di Paracelso, Gerhard Dorn (Dorneus). Il principio energetico che

Page 6: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

informa l’Unus mundus nella filosofia mediovale era l’Anima Mundi, realta’ psicologica e parte integrante dell’intera filosofia di Marsilio Ficino, ripresa piu’ volte dallo stesso James Hillman.  La manifestazione empirica dell’Unus mundus si basa proprio sul principio di sincronicita’, poiche’ negli eventi sincronistici il mondo interiore si comporta come se fosse posto all’esterno e il mondo esteriore come se fosse posto all’interno.Jung definisce la sincronicita’ come la connessione di un evento acausale con l’irruzione dell’ordine del Significato. Il Significato nella sincronicita’ e’ a sua volta espressione e spinta propulsiva dell’intero processo individuativo,il cuore pulsante di tutta la psicologia junghiana. Sincronicita’, dira’ brillantemente il fisico Victor Mansfield e’ : “fare-anima in azione”. Oltre al suo immenso significato nel processo terapeutico, la sincronicita’ acquista una grande importanza teoretica per Jung. L’esperienza clinica direttamente collegata a fenomeni di sincronicita’, conduce Jung a comprendere quali sono gli archetipi e le immagini archetipiche sottostanti al processo sincronistico. Definisce questa realta’ “psicoide”, per esprimere la profonda aderenza e simultaneita’ di psiche e materia,come patterns strutturanti sia della realta’ della psiche che della materia.In base a questo principio lo stesso Heisenberg dira’ che le forze organizzanti che hanno dato forma alla natura sono anche responsabili della struttura delle nostre menti. Poiche’ gli eventi sincronistici suggeriscono una profonda unione tra psiche e materia,tra mente e corpo, essi ci invitano a rimuovere una delle piu’ potenti proiezioni che abbiamo fatto su noi stessi e sul mondo, ovvero il credere nella loro fondamentale assoluta separatezza e schematica indipedenza.Sebbene la modernita’, nelle sue diverse ramificazioni, abbia contribuito ad aumentare il nostro credo che il mondo interiore del sentimento, dell’immaginazione, dell’estasi sia profondamente lontano e differente dal materiale impersonale del mondo guidato da leggi meccanicistiche, la sincronicita’ contraddice

Page 7: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

profondamente questa visione, suggerendo invece connessioni significative tra il mondo soggettivo e quello oggettivo, tra il soggetto e l’oggetto del processo conoscitivo e interattivo. Questa visione dell’uomo e della natura e’ a sua volta radicato nella concezione dell’ Unus Mundus, e ribadisce la profonda unita’ del mondo e dell’esistenza.Ma il punto fondamentale e’ fare esperienza  della sincronicita’ e inquadrarne l’importannza in una nostra piu’ ampia visione del mondo. Tutto questo in realta’ significa “fare esperienza” di una profonda unita’ tra anima e corpo,tra psiche e materia,tra soggetto e oggetto,tra me e l’altro da me. La comprensione di questa visione del mondo ha profondissime implicazioni psicologiche, spirituali, etiche, sociali  ed anche politiche.Quindi entrare nell’ordine di comprensione dei processi di sincronicita’ vuol dire potersi confrontare con quattro temi fondamentali che riguardano l’esistenza di ognuno di noi : la natura del Significato, il ruolo dello Spazio e del Tempo,il ruolo della A-causalita e dell’Unita’ implicita del mondo interno ed esterno.Credo fermamente che la comprensione di questa realta’ e soprattutto la sua interiorizzazione, possa condurre nel senso junghiano del termine, alla valorizzazione e dilatazione di quello che e’ il compito fondamentale dell’uomo,il processo individuativo,il diventare cioe’ un in-dividuo,non piu’ separato. Nello stesso tempo questa visione e’ in grado di sollecitare tutti i piani delle dimensioni relazionali in cui l’uomo stesso si viene a trovare,da quella personale e affettiva, fino alla relazionale piu’ ampia del genere umano,ad un ordine di significato che esprima fino in fondo il senso radicale del valore dell’alterita’ e della relazionalita’ tout court.Individuazione personale,ma anche relazionale, sistemica, macrosistemica. E’ possibile ipotizzare una individuazione dell’intera umanita’? In questo senso sembra acquistare pieno significato un’esperienza spirituale continuativa dove la via della compassione puo’ diventare esperienza centrale ed empirica del senso di una profonda unita’ tra i diversi piani dell’esistenza. Una sorta di nuova psicogenesi,ma anche di una cosmogenesi e di una antropogenesi che implica un cambiamento radicale della stessa coscienza planetaria. 

Page 8: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

Aggiungiamo che uno dei punti fondamentali su cui occorrebbe riflettere ulteriormente e’ proprio’ cio’ che appartiene alla natura del “Significato”. A volte Jung mescola questa realta’ individuale  sincronistica con eventi di natura parapsicologica che ne rendono l’esperienza un po’ misteriosa e volutamente ambigua. Certo Jung parla del Se’ come archetipo del significato nella nostra vita e il significato e’ costitutivo dell’esperienza sincronistica stessa. Non  ci sorprende allora che il Se’ e il processo individuativo  ne siano i pilastri fondamentali. Dunque sincronicita’ ancora una volta come realta’ simbolica integrante e strutturante di quel “fare-anima” in azione e in rel-azione.Uno dei punti che finalisticamente ci responsabilizza di fronte a questa visione del mondo,junghiana in particolare, e che pone al centro  il paradigma sincronistico e’ che esso puo’ favorire l’emersione di una consapevolezza di comune unione con il processo creativo e co-creativo fondamentale,la co-creazione psicologica e ontologica della relazione tra soggetto e mondo. Ecco perche’ Jung parla esplicitamente di una “creatio continua”. Nel 1959 quando scrisse la sua autobiografia ricordando il suo viaggio in Kenia e Uganda alla fine del 1925  dice : “Da una bassa collina, che si ergeva in quest'ampia savana, ci attendeva una vista incomparabile. Fino all'estremo confine dell'orizzonte vedevamo immense mandrie di animali: gazzelle, antilopi, gru, zebre, facoceri, e così via. Pascolando, volgendo qua e là la testa, le mandrie avanzavano lentamente. Non si udiva suono alcuno, tranne il malinconico grido di un uccello da preda. Era la quiete dell' eterno principio, il mondo come era stato da sempre, nello stato del non-essere: perché fino allora nessuno era stato lì per riconoscere che era "quel mondo". Mi allontanai dai miei amici, fino a non vederli più, e assaporai la sensazione di essere completamente solo. Eccomi quindi, primo essere umano a riconoscere che quello era il mondo, e questo, grazie a quel riconoscimento, allora soltanto era veramente creato. Fu li che mi divenne straordinariamente chiaro il signíficato cosmico della coscienza. Quod natura relinquit imperfectum, ars perficit. Ciò che la natura ha lasciato imperfetto, lo compie l'arte, dicono gli

Page 9: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

alchimisti. Soltanto io, l'uomo, con un invisibile atto di creazione, ho dato al mondo il compimento, l'esistenza obiettiva”. Per Jung il ruolo della psiche come co-creatore del mondo attraerso l’oggettivazione, attraverso l’unita’ originaria di soggetto e oggetto, rappresenta a mio parere la piu’ alta definizione del concetto di “significato”. Ma qual’e’ il significato della sincronicita’? Se noi siamo in-formati da questo principio sincronistico,ogni ordine della nostra realta’ interiore ed esteriore avverra’ simultaneamente, dunque e’ il Significato che si manifesta e ce ne rende direttamente testimonianza. Se tutto e’ impregnato , per dirla con Bohm ,di questo ordine implicato e unificato, che si esprimerebbe secondo determinati  modelli,noi ci riconnettiamo con tutti quei paradigmi culturali che non si sono arenati in una visione riduttivamente deterministica e riduzionista. Tra queste visioni l’alchimia e’ diventata per Jung un punto di riferimento costante e fondamentale,nel tentativo di cogliere gli antecedenti storici della psicologia analitica.Nelle vertiginosita’ dell’inconscio collettivo dunque spirito e materia e dimensione spazio temporale non sono affatto separati. Quindi chi sperimenta un fenomeno sincronistico in realta’ entra in un contatto esperienziale con la dimensione dell’Unus Mundus. In questa dimensione tutto sembra essere contemporaneo a tutto. Tutto e’ uno.Jean Vezina sostiene che la sincronicita’ potrebbe aprire una sorta di breccia nel nostro continuum esperienziale, mettendo in contatto l’individuo con le radici del tutto,trasformando il soggetto in una sorta di “paradosso vivente” cioe’ di sentirsi e percepirsi “tutto” e “uno” nello stesso istante.Quindi riassumendo : “la sincronicita’ e’ una coincidenza tra una realta’ interna (soggettiva) ed una esterna (oggettiva) i cui avvenimenti sono collegati dal senso,vale a dire in modo a-causale. Questa coincidenza puo’ indurre nella persona che la sperimenta,

Page 10: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

un’intensa carica emotiva, attestando spesso il verificarsi di trasformazioni profonde”  (J.Vezina). E’ possibile fare ripetutamente esperienze sincronistiche? Nel senso dell’esperienza junghiana la sincronicita’ sembrerebbe presentarsi con ordini di probabilita’ assolutamente improbabili,in quanto fenomeno di per se’ raro e apparentemente saltuario, correlato alla contemporaneita’ di senso e di significato,ad uno stato di coscienza particolare ("abaissement du niveau mental") e in ogni caso assolutamente irripetibile fenomenologicamente e slegato da ogni ordine di predittivita’ e di causalita’.Nella formazione in Biodramma che pratichiamo nella Caverna di Platone a Roma,guidata dal dr.Lorenzo Ostuni,filosofo e simbologo di fama mondiale, proviamo a dare una risposta piu’ articolata a questa domanda.La Caverna di Platone e’ un centro studi simbologici a cui e’ associato il Museo del Simbolo,che contiene oltre 4000 reperti archeologici e manufatti provenienti dalle culture di tutto il mondo,con riferimento particolare ai simboli di guarigione. E’ presente una collezione di circa 200 specchi di grandi dimensioni incisi al diamante dallo stesso Lorenzo Ostuni. Questi specchi riportano immagini archetipiche e simboliche in parte recuperate da opere originali e in parte nate dalla capacita visionaria e mitopoietica del suo incisore. Lorenzo ha condotto per circa 10 anni gruppi di formazione in uno dei piu’ prestigiosi laboratori creativo-culturali al mondo,l’Istituto Esalen in California,dove ha formato centinaia di biodrammatisti. In Italia e’ piu’ conosciuto per i suoi meravigliosi “specchi alchemici”.Tutta la visione cosmologica,psicologica e ontologica a cui Ostuni si richiama , pone al suo centro l’Amore, evocando continuamente la realizzazione di un essere umano totale,pieno di anima in grado di onorare nell’amore il suo principio e la sua fine. In questo senso tutte le sue opere sono ispirate ad una sorta di amore cosmogonico mai banale e riduttivo, semmai aperto a una visione transegoica, eco-logica, una visione quindi religiosa nel senso piu’ profondo e sacrale del termine (“Res-ligio”). Questo processo puo' essere sintetizzato e rinchiuso in una parola : "religere", o piu'

Page 11: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

esattamente,"relegere". Che significa innanzitutto fare spazio a quel tipo di esperienza che si rivela all'accadimento e all'esperienza,cosi come si fanno presenti. E poi considerarla e riconsiderarla (re-legere) con un atteggiamento aperto e interrogante,con un'attenzione scrupolosa ed esplorativa,cioe' a dire con metodo.Infine,confrontarci con essa,saperla trattare,per affrontarla ed elaborarla nel modo migliore. Lo stesso Jung ha insistito espressamente affinche' tale "religere", o "relegere", intorno a cui si e' strutturata la sua concezione del rapporto con l'inconscio fosse tenuto ben distinto dal significato di  "religare" che ne hanno dato i Padri della Chiesa, che significava "riunire", "legare di nuovo", "legare", "ricollegare", e che per loro e' concetto cardine del cristianesimo. Per i rapporti tra psicologia analitica e religione,questa distinzione tra il "relegere" di Jung e il "religare" del Cristianesimo,e' fondamentale". Per Lorenzo , cosi’ come per James Hillman (tra i due esistono profonde similitudini e convergenze), l’eros conduce sempre verso la psiche. Esattamente come Hillman, Lorenzo Ostuni si propone di scandagliare le grandi dominanti dell’anima umana,calandosi in esse imaginalmente, disvelandone i segreti ed i segni del ruolo iniziatico e fondativo dell’amore stesso. La comune adesione a quel “vedere in trasparenza”, sia  nel senso hillmaniano che riferita a William Blake del “vedere attraverso gli occhi” e che ricorda anche la “brillantanza” di Elemire Zolla,fa della “visione” una via d’accesso conoscitiva fondamentale alla trasparenza e all’esser-ci dell’anima, che tramite le vie del  “conosci te stesso”, ”libera te stesso” e “realizza te stesso” lo portano nella direzione dei grandi pensatori e cultori di antiche visioni sapienziali del passato. Analogamente a Hillman questa trasparenza diventa l’occasione per un “coinvolgimento” totale alla vita ed ha trovato nell’espressione ed elaborazione creativa,artistica e teoretica, il punto di convergenza e sintesi.  Per James  Hillman ,come per Ostuni ,l'Anima : "non e' un concetto,ma un simbolo che resiste [come tutti i simboli vivi] a tutte le definizioni che forniscono le metafore basilari dei  sistemi del pensiero umano" .

Page 12: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

(James Hillman,Il suicidio e l'anima,p.35). E ancora, la condivisione procede : "L'anima e' quella componente che rende possibile il Significato e che trasforma gli eventi in ESPERIENZE". (James Hillman,Revisione della psicologia,p.37). Qual è il luogo dove nascono e fioriscono i Simboli,si chiede Lorenzo Ostuni? Parlare di simboli e vivere i simboli è, sempre per Ostuni,vivere e parlare d’amore, vivere e parlare di anima. La visione della tecnica Biodrammatica porta a  riconoscere che la via dei simboli è l’itinerario dell’anima. Amore e Psyche,dice Ostuni, sono attuabili ‘solo’ nella “realizzante via dei simboli”. “Quel luogo è la Totalità del Reale: l’Universo, dall’infinito all’infinitesimo. A monte dell’Universo c’è l’Uno; a valle dell’Universo c’è l’Uomo, la mente umana” . Che cos’e’ il simbolo per Ostuni ?E’ … “La massima energia nella minima forma.La massima luce nella minima ombra.La massima pace nel minimo conflitto.La massima unita’ nella minima dispersione.Il massimo amore nel massimo stupore”. E ama sottolineare che : “l’uomo ragiona per segni. Dio pensa per Simboli. L’uomo sorge e si consuma nei segni,nelle transizioni e transitorietà. Dio contemplandosi assoluto, genera infinitamente Simboli e nei Simboli crea l’Universo, rendendolo Pura Metamorfosi nell’Eternità d’Infiniti Presenti”. A partire da questi presupposti Lorenzo Ostuni ha creato diciotto sistemi simbolici estremamente complessi e molto articolati la cui

Page 13: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

strutturazione prevede l’interrelazione tra immagini e codici simbolici ed emozionali e testi scritti analogicamente corrispondenti,il cui scopo e’ rendere manifestabile ed esprimibile non solo le idee e i singoli desideri ma anche gli strati piu’ profondi della nostra anima. Scopo di questi sistemi, ciascuno con le proprie rispettive differenzazioni e finalita’,e’ di proporsi nell’osservazione della psiche come un codice criptico/cifrato  assolutamente oscuro ma finalizzato,al fine di realizzare un mezzo (medium) affidabile per compiere una adeguata “decriptazione/decifrazione”. Una sorta di interattivita’ tra livelli logici apparentemente diversi in grado di ricomporsi in un continuum coerente di significato esperienziale.Se la psiche e’ un grande criptosistema,i sistemi simbolici di Ostuni si propongno sostanzialmente come suo laboratorio di lettura,di traduzione e di attivazione di Significato,nella finalita’ generale di una adeguata ecologia della mente. Questi psicosistemi ,nati da una straordinaria intuizione, sono il frutto di oltre trent’anni di lavoro intensissimo per l’ideazione,la costruzione e l’applicabilita’ e sono stati  formalizzati come psicotest per indagare la complessita’ dell’intera personalita’. Non sono nati da un processo aprioristico di elaborazione teorica ma si sono strutturati gradualmente e sperimentalmente sulla base di un sistema aperto e di un’ipotesi da dimostrare. Ognuno di essi risponde ad una profonda logica unitaria a cui e’ seguito una particolare e coerente modalita’ di impiego il cui uso presenta differenze significative tra un codice simbolico e l’altro. La logica informativa di ogni codice ha sempre alla base un’attivita’ immaginativa. I sistemi simbolici comprendono sostanzialmente tre diversi livelli di rappresentazione : un “IMAGINARIUM”,che corrisponde al deposito sedimentario eredo-culturale delle immagini realizzate attraverso l’evoluzione filo e ontogenetica della specie e i processi di memorizzazione nello spazio/tempo psicostorico; il secondo livello e’ rappresentato dal“SIMBOLARIUM”, ovvero dalla scoperta del percezione del “limite” nello spazio/tempo e della esistenza della “morte” come processo psico-esistenziale fondamentale. Da questo impianto cognitivo nasce il“simbolo” come sistema auto-organizzantesi di stabilizzazione tra il “massimo e il minimo immaginativo,tra la sua non espressione e il suo eccesso parossistico”; il terzo livello

Page 14: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

corrisponde  al “SIGNIFICARIUM”,ovvero fa riferimento al codice dei significati stabiliti dal superamento dello stesso limite.Questi sistemi hanno anche permesso di definire la rappresentazione di un nuovo modello di psiche che si strutturerebbe secondo 11 livelli di “realta’ psichica”. Il modello nel suo evolversi ha assorbito anche l’elaborazione simbologica di Gilbert Durand dell’inizio degli anni ’60 relativa alla suddivisione tra simboli diurni e notturni nella strutturazione del sedimentarium delle immagini, integrando a sua volta  la “logica/logiche” del pensiero schizofrenico attraverso l’inserimento di elementi di abnormita’ e di contraddittorieta’ tra pensiero ed azione.E’ proprio a partire dalla contradittorieta’ di un simile pensiero e di logica/logiche  che si e’ consolidato e strutturato il sistema simbolico diventando psico-sistema (Psicotest). Questa integrazione ha offerto la possibilita’ di  creare quei collegamenti tra un “diritto” e un “rovescio” che la mente schizofrenica spesso presenta,percependoli e rappresentandoli come separati e scissi. Alle immagini sono associati dei testi correlativi, legati da un ordine di a-causalita’. Tra le immagini e i testi non esiste quindi un processo associativo e un rapporto di causa ed effetto,ma si realizzano  punti di convergenza tra sistema-immagine e il sistema dei testi riportati, creando piani di simultaneita’ e di totale autonomia.Questo impianto correlativo tra immagine,testo e osservatore (interrogante) crea e favorisce eventi sincronistici in una misura straordinariamente significativa. Potremmo dire che ad ogni interrogazione del sistema simbolico si generano campi psichici di natura sincronistica e sincronotopica,termine con cui Lorenzo Ostuni intende ampliare ulteriormente il concetto stesso di sincronicita’. Ma solo la diretta esperienza e partecipazione consente di comprendere pienamente l’efficacia del rapporto tra sistema e soggetto interrogante (sia esso singolo o gruppale) a cui segue il piano elaborativo ed interpretativo nell’ emersione e rinforzo della piu’ ampia significativita’ tra immagine e testo con cui il soggetto interagisce nella percezione,valutazione ed elaborazione dei piani di significato emersi. Il risultato finale coinvolgera’ dialogicamente il consultante o il gruppo attraverso l’ulteriore comprensione e integrazione dell’esperienza realizzata simbolico-percettiva-immaginale e testuale.

Page 15: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

A questo riguardo trovo estremamente suggestiva la visione che Elemire Zolla ha colto nel concetto di “metodo” , richiamandone le profonde implicazioni etimologiche : “ Il significato etimologico di "metodo",dal greco "hodos" é quello di "sentire". E’ mia opinione che i sistemi simbolici di Ostuni siano in grado di “sentire” attraverso il metodo che li rappresenta. “Secondo una comune metafora sanscrita,parlare significa percorrere una via. E anche l'italiano discorrere e il latino "percurrere" fanno riferimento alla circostanza del cammino. Vi è tuttavia una radice indoeuropea il cui significato implica ad un tempo "sentiero" e "ventre" : la radice "yeu" da cui "yoni","ventre" in sanscrito. Il ventre è lo spazio della vita,il sentiero sul quale procede il seme o la parola della vita. Esso è anche il misuratore,la matrice che forma i corpi viventi secondo le rispettive giuste proporzioni,nutrendoli e portandoli alla luce. Il metodo è come una matrice o ventre. Esso è la femmina,il principio passivo dei manufatti e degli atti... Il loro principio maschile o seme o sprazzo o parola di vita è invece ciò che le porta ad operare ed a fruttificare". (Elemire Zolla,La linguistica e il sacro,in Grazia Marchianò, L'armonia estetica,Dedalo,1974,p.99) Ritengo infine che il principio della sincronicita’ non possa escludere il significato di una fondamentale e imprescindibile realta’,l’Amore, che e’ anche il tema centrale del nostro convegno e che ne incarna il mistero. Un grande cabalista Yehuda' Abravanel, uno dei principali pensatori del rinascimento, nei suoi Dialoghi d'amore (1539),ripropone in termini filosofici l'intuizione di Maria l'Ebrea (riferendosi alla sorella di Mose',da non confondere con la Maria dei Vangeli) sulla natura onnicomprensiva dell'Amore e dice : “L'amore e' uno spirito vivificante che penetra tutto il mondo ed e' un legame che unisce tutto l'universo".

Page 16: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

( Abravanel,Yehuda' (Leone l'Ebreo),Dialoghi d'Amore,Roma 1535, Dialogo 2 ed.a cura di S.Caramella,Laterza,Bari 1919,p.165). Lorenzo Ostuni collegando Amore e  Sincronicità,dice : “La sincronicita’ e’ Amore Innamorante che genera perennemente Amore Innamorato. Essa è la forza cosmologica che, sola, porta la vita umana a evolvere nella Vita Universale. In sintesi, evolve solo "chi" sa trasformare dentro di sè l'esistenza diacronica microcosmica in essere sincronico macrocosmico”. Carl Gustav Jung nei suoi Ricordi sogni riflessioni,ci ricorda che : “È decisivo che l’uomo sia orientato verso l’infinito. È il problema essenziale della sua vita. Quanto più un uomo corre dietro ai falsi beni e quanto meno è sensibile a ciò che è essenziale, tanto meno soddisfacente è la sua vita. Si sentirà limitato, perché limitati sono i suoi scopi. Se riusciamo a capire e a sentire che già in questa vita abbiamo un legame con l’infinito, i nostri desideri e i nostri atteggiamenti mutano.»«Sia nella mia esperienza di medico che nella mia vita, mi sono ripetutamente trovato di fronte al mistero dell’amore, e non sono mai stato capace di spiegare che cosa esso sia. [...] Qui si trovano il massimo e il minimo, il più remoto e il più vicino, il più alto e il più basso, e non si può parlare di uno senza considerare anche l’altro. Qualunque cosa si possa dire, nessuna parola potrà mai esprimere tutto. Parlare di aspetti parziali è sempre troppo o troppo poco, perché soltanto il tutto ha significato. L’amore “soffre ogni cosa” e “sopporta ogni cosa” (I Cor., XIII, 7). Queste parole dicono tutto ciò che c’è da dire; non c’è nulla da aggiungere. Perché noi siamo, nel senso più profondo, le vittime e i mezzi e gli strumenti dell’“amore” cosmogonico. [...] L’amore non viene mai meno, sia che parli con la “lingua degli angeli” o che, con esattezza scientifica, tracci la vita della cellula risalendo fino al suo più ultimo fondamento. L’uomo può cercare di dare un nome all’amore, attribuendogli tutti quelli che ha a disposizione, ma sarà sempre vittima di infinite illusioni. Se possiede un granello di saggezza, deporrà le armi e chiamerà

Page 17: Sincronicita’,tra relazione e mistero. Dalla sincronicita’ junghiana a quella dei sistemi simbolici sincronotopici di Lorenzo Ostuni . di Eldo Stellucci articolo pubblicato su

l’ignoto con il più ignoto, ignotum per ignotius, cioè con il nome di Dio.» (C.G. Jung, Ricordi sogni riflessioni, pp. 413-414.) Relazione presentata al Convegno “Potere, Possesso e Amore”, XI Convegno di Psicosomatica , Livorno  22-23 ottobre 2011 

Bibliografia :

C.G.Jung, Liber Primus, in Libro Rosso, Bollati Boringhieri, Torino 2010,p.232J.Hillman, Saggio sul Puer, Adelphi, Milano 1977C.G.Jung, Opere, vol.VIII, Bollati Boringhieri, Torino 1976,pp.447-538J. Vezina, La necessita’ del caso. La sincronicita’ negli incontri che ci trasformano, Magi, Roma 2007J.Hillman, Il suicidio e l’anima, Adelphi,Milano 2010,p.35J.Hillman, Revisione della psicologia,Adelphi, Milano 1983,p.37E.Zolla, La linguistica e il sacro, (in Grazia Marchiano’) L’armonia estetica, Dedalo, Bari, 1974,p.99J. Abravanel, (soprannominato Leone l’Ebreo), (a cura di S.Caramella), Dialogo II, in Dialoghi d’Amore,Laterza, Bari 1919,p.165C.G.Jung,, Ricordi sogni riflessioni, Rizzoli, Milano 1981,pp.413-414