SINAPSI N°0 maggio 2015

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A pag. 7 A pag. 6 QUINDICINALE D’INFORMAZIONE, CULTURA, ATTUALITÀ A pag. 11 A pag. 15 LUCIANO CAMPITELLI Luciano Campitelli imprenditore si racconta a “cuore aperto”. Da agente di commercio a Sapori Veri con un fatturato annuo da 26 milioni di euro. Ora con l’azienda Teramo per la prima volta in Serie B dopo 102 anni. E guarda ad un suo futuro da “gigante buono” legato alla tutela degli orfani. CRISI INDUSTRIALE COMPLESSA IL FUTURO DI DUE TERRITORI SATU RNINO Oggi guardate e leggete per la prima volta Sinapsi e speriamo che questo giornale, che abbiamo pensato per l’Abruzzo e per le Marche, possa essere per i lettori utile fonte d’informazione. Sinapsi, dal greco antico vuol dire unione. Ci vuole poco ad ancorarsi ad un famoso adagio che recita: “l’unione fa la forza”. Parliamo dell’unione delle idee, del confronto costruttivo che contribuisce alla crescita delle comunità. Il titolo di questo giornale contiene un Si, un’ affermazione iniziale e un Si affermativo finale: ne abbiamo ricavato un senso di positività, di ottimismo. Sentiment che di questi tempi va alimentato per non produrre ulteriore depressione nella gente. Nelle nostre colonne cercheremo di proporvi tematiche centrali come il lavoro, la sanità, la sicurezza sociale, accanto a news innovative legate alla ricerca scientifica e tecnologica. Questo giornale ambisce ad acquisire l’interesse da parte dei giovani e per questo affronteremo insieme a loro quali potranno essere le prospettive future per le nuove generazioni discutendo di temi come la nascita di nuove start up. Un terreno molto prolifico in diverse zone d’Italia che vede anche in Abruzzo e nelle Marche diverse realtà emergenti. Le metteremo a confronto per far comprendere ai giovani che non è obbligatorio che i cervelli se ne debbano andare per forza all’estero. Questo giornale è un quindicinale che vi verrà a trovare direttamente, gratuitamente in casa e nei locali pubblici che frequentate. Scrivete al nostro indirizzo email per suggerire temi di vostro interesse, per inviarci lettere che segnalino situazioni che vorreste chiarire. Rispetto alla velocità delle informazioni Sinapsi si propone come riflessione, un attimo di pausa per entrare con più consapevolezza all’interno di alcuni argomenti. Editoriale Il riconoscimento di area di crisi industriale complessa fa davvero apparire la famosa luce in fondo al tunnel. Nello stesso tempo rende trasparente le responsabilità per il ritardo nell'ottenimento di questo requisito che favorirà lo sviluppo. C'è un interrogativo ineludibile: perché i parlamentari di Abruzzo e Marche non hanno fatto pressing sul ministero dello Sviluppo Economico fin dalla primavera del 2011, anno nel quale le Regioni Abruzzo e Marche deliberarono la richiesta dell'area di crisi complessa sulla scorta del Protocollo Val Vibrata – Val Tronto? elezioni regionali nelle MARCHE Il destino della Val Vibrata e del Piceno nelle mani del Ministro FEDERICA GUIDI deve firmare il decreto IL PROSSIMO 31 MAGGIO I MARCHIGIANI VENGONO CHIAMATI ALLE URNE Come si fa a passare dalle corde di un basso alle pagine di un libro? Basta essere Saturnino Celani, uno dei “bassi” italiani più illustri nel mondo.

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Quindicinale d'informazione,cultura,attualità FREE PRESS Tiratura versione cartacea 60.000 copie

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Q U I N D I C I N A L E D ’ I N F O R M A Z I O N E , C U LT U R A , A T T U A L I T À

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LUCIANOCAMPITELLILuciano Campitelli imprenditore si racconta a “cuore aperto”. Da agente di commercio a Sapori Veri con un fatturato annuo da 26 milioni di euro. Ora con l’azienda Teramo per la prima volta in Serie B dopo 102 anni. E guarda ad un suo futuro da “gigante buono” legato alla tutela degli orfani.

CRISI INDUSTRIALE COMPLESSAIL FUTURO DI DUE TERRITORI

SATURNINO

Oggi guardate e leggete per la prima volta Sinapsi e speriamo che questo giornale, che abbiamo pensato per l’Abruzzo e per le Marche, possa essere per i lettori utile fonte d’informazione. Sinapsi, dal greco antico vuol dire unione. Ci vuole poco ad ancorarsi ad un famoso adagio che recita: “l’unione fa la forza”. Parliamo dell’unione delle idee, del confronto costruttivo che contribuisce alla crescita delle comunità. Il titolo di questo giornale contiene un Si, un’ affermazione iniziale e un Si affermativo finale: ne abbiamo ricavato un senso di positività, di ottimismo. Sentiment che di questi tempi va alimentato per non produrre ulteriore depressione nella gente. Nelle nostre colonne cercheremo di proporvi tematiche centrali come il lavoro, la sanità, la sicurezza sociale, accanto a news innovative legate alla ricerca scientifica e tecnologica. Questo giornale ambisce ad acquisire l’interesse da parte dei giovani e per questo affronteremo insieme a loro quali potranno essere le prospettive future per le nuove generazioni discutendo di temi come la nascita di nuove start up. Un terreno molto prolifico in diverse zone d’Italia che vede anche in Abruzzo e nelle Marche diverse realtà emergenti. Le metteremo a confronto per far comprendere ai giovani che non è obbligatorio che i cervelli se ne debbano andare per forza all’estero. Questo giornale è un quindicinale che vi verrà a trovare direttamente, gratuitamente in casa e nei locali pubblici che frequentate. Scrivete al nostro indirizzo email per suggerire temi di vostro interesse, per inviarci lettere che segnalino situazioni che vorreste chiarire. Rispetto alla velocità delle informazioni Sinapsi si propone come riflessione, un attimo di pausa per entrare con più consapevolezza all’interno di alcuni argomenti.

Editoriale

Il riconoscimento di area di crisi industriale complessa fa davvero apparire la famosa luce in fondo al tunnel. Nello stesso tempo rende trasparente le responsabilità per il ritardo nell'ottenimento di questo requisito che favorirà lo sviluppo. C'è un interrogativo ineludibile: perché i parlamentari di Abruzzo e Marche non hanno fatto pressing sul ministero dello Sviluppo Economico fin dalla primavera del 2011, anno nel quale le Regioni Abruzzo e Marche deliberarono la richiesta dell'area di crisi complessa sulla scorta del Protocollo Val Vibrata – Val Tronto?

elezioni regionalinelle MARCHE

Il destinodella Val Vibratae del Piceno nelle mani del MinistroFEDERICA GUIDIdeve firmare il decreto

IL PROSSIMO 31 MAGGIO I MARCHIGIANI VENGONO CHIAMATI ALLE URNE

Come si fa a passare dalle corde di un basso alle pagine di un libro?Basta essere Saturnino Celani,uno dei “bassi” italiani più illustri nel mondo.

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POLITICA

Luca Ceriscioli Gianni Maggi Gian Mario Spacca Francesco Acquaroli Edoardo Mentrasti

2 ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected]

ANCONA - IL PROSSIMO 31 MAG-GIO I MARCHIGIANI VENGONO CHIAMATI ALLE URNE PER RINNO-VARE IL CONSIGLIO REGIONALE. PRIMA DI ENTRARE NEL MERITO DELLE LISTE CHE SI AFFRONTE-RANNO, VORREI FARE UNA RI-FLESSIONE ALLA LUCE DELLA VOCE ASTENSIONISMO CHE IN ITALIA SI AVVIA A RIPERCORRERE PERCENTUALI D’OLTRE OCEANO.

Gli uomini sono “animali” originali. Negli Stati Uniti ci fu una solleva-zione delle donne per ottenere il diritto di voto. Finirono anche in carcere per averlo. Nel 1756, Lydia Chapin Taft, nota anche come Lydia Taft, divenne la prima donna votante le-gale in America. Oggi la più grande potenza del mondo viene ammini-strata con un voto davvero esiguo contando tutta la popolazione che ne ha diritto, ma non lo esercita. Nel 1946 in Italia avvenne il primo voto su scala nazionale al quale parteciparono anche le donne: il referendum che decretò la nasci-ta della Repubblica italiana.Cosa accade allora quando si de-cide di non votare perché stanchi, magari delusi ?E’ semplice, forse non ci si pensa:

Ora come sempre si assiste alla guerra dei sondaggi con Gian Mario Spacca che punta sull’ar-

rivo posticipato del presidente del Consiglio Matteo Renzi, segretario na-zionale del PD il 29 maggio ad Ancona per chiudere la campagna elettorale del partito nelle Marche. Secondo Spacca Renzi chiuderebbe ad Ancona la campagna elettorale

perché qui il PD sarebbe testa a testa con Marche 2020- Area Popolare e Forza Italia, anzi rischierebbe di perde-

ELEZIONI REGIONALI MARCHE

succede che gli altri, quelli che in-vece a infilare la scheda nell’urna ci sono andati, decideranno anche per coloro che, come spesso si usa dire, sono andati al mare. Come la mettiamo poi con le critiche? E’ arduo farle quan-do abbiamo deciso che in fon-do non ce ne frega niente, le cose tanto non cambiano.

Un esempio che magari ossevere-te calzare poco ed è chiaramente una provocazione, è quello di quel signore, si chiamava Mario, che andò dal medico. La visita rilevò che Mario aveva la pressione alta. Il medico gli prescrisse una terapia che lo avrebbe messo al riparo dai rischi dovuti all’ipertensione, ma il nostro Mario decise che quelle pastiche non gli sarebbero servite a nulla. Si sentiva bene, un leone. Dopo circa un mese fu colpito da ictus. Restò paralizzato per metà del corpo, aveva difficoltà nel par-lare. Così trattava male l’infermiere che lo assisteva, i familiari che cerca-vano di aiutarlo. Un bel giorno la moglie, all’ennesima lamentela sbottò: “Ora basta col lagnarsi sempre per ogni minimo problema, se avessi dato ascolto al medico e avessi preso quelle pasticche oggi

re.Non si fa attendere la replica del se-gretario regionale del PD Francesco Comi: “Lampante ed inequivocabile segnale di debolezza quello mostrato dal governatore uscente nella sua rin-corsa alle iniziative del Pd e del Premier Renzi. È chiaro - dice Comi - che il suo tentativo, nello spostare la propria con-vention politica al 29 maggio, è quello di stare nel cono di luce di Renzi, per paura di rimanere nell’ombra. Un gesto disperato, per vivere di luce riflessa e tentare di autoproclamarsi primo competitor del Pd. Ma il presi-dente dimentica che i marchigiani non sono degli sprovveduti. Altro che refe-rendum, come va ovunque e ogni ora sbandierando. Queste elezioni scopriranno gli altarini della falsità e della menzogna, dietro i quali il presidente, con il suo proget-to politico, si va trincerando in questa campagna elettorale”.Di fatto in tanti stigmatizzano la de-cisione del governatore uscente delle Marche di guidare una lista di cen-trodestra dopo aver governato con il centrosinistra per dieci anni. Il ministro Poletti arivato nelle Marche in appog-gio a Luca Ceriscioli ha detto: “Noi ab-biamo una grandissima responsabilità – ha detto Poletti – che è quella, per-sino banale ed elementare, di essere noi stessi, di essere persone perbene, che fanno con passione il loro mestie-re, pronte a rispondere di quello che fanno, pronte a spiegare e a motivare in maniera trasparente le ragioni delle proprie scelte. Io sono convinto – ha concluso il Ministro – che il vostro candidato è fatto così, merita di esse-re sostenuto. Per quello che possiamo fare, per il futuro, proveremo a farlo in-sieme”.

non ti troveresti in queste condi-zioni”. Beh se non voterete la morale da trarre è abbastanza semplice: sta nel fatto che non vi potrete lamentare se meno risorse dalla Regione arriveranno poi nel vo-stro territorio. Quelli che sono an-dati a votare decideranno anche per il vostro destino.

LE SQUADRE IN COMPETIZIONE

Luca Ceriscioli del Pd, ex sindaco di Pesaro, sostenuto da Pd, Uniti per le Marche e Popolari Marche-Udc.

Gian Mario Spacca, presidete uscente in lizza per la terza volta, dopo avere rotto con il centrosi-nistra (con cui ha governato per anni), sostenuto da Marche 2020 (la sua lista in cui sono confluiti anche candidati di Area Popola-re), Forza Italia; Gianni Maggi di M5S;

Edoardo Mentrasti (Altre Marche-Sinistra Unita).

Francesco Acquaroli con la coa-lizione Centrodestra Marche (Fdi-An e Lega).

la Redazione

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MARCHE

Monica Acciarri, candidata del PD alle elezioni regionali delle Marche

ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected] 3

Monica Acciarri, cominciamo quest’in-tervista parlando della sua campagna elettorale. Lei ha pubblicato, sulla sua pagina facebook, una video-lettera trat-

ta dal discorso di Pericle agli ateniesi. Il video è bel-lissimo ma si scosta molto dai messaggi politici cui siamo abituati. Perché nell’era della comunicazione tecnologica e dei testimoni globali ha scelto di recu-perare un classico come, appunto, il discorso di Pe-ricle? Non teme di sembrare “fuori tempo”?

Se l’unità di misura è ciò che accaduto negli ultimi vent’anni, sicuramente sono fuori tempo. Ma allora lo è anche Papa Francesco, che ci invita continuamente a mettere da parte gli egoismi e a lavorare per una società giusta. Sono convin-ta che la crisi che stiamo vivendo non è solo economica ma anche dei valori posti a fondamento del nostro stare insie-me. Questa crisi ha il suo effetto più evidente nel degrado dell’etica pubblica e non deriva dalla politica, semmai, dalla sua assenza. In questi anni si è creduto che i valori fosse-ro soltanto un residuo del passato, roba da nostalgici. Ed è stato un tragico errore, perché senza valori si agisce solo per convenienza. Se la politica non ha più un perimetro in cui agire, smarrisce la sua essenza che è quella di disporsi verso il fine generale e orientare verso esso anche i cittadi-ni. Nel discorso di Pericle c’è la “buona politica”, che agisce per il bene comune. Questo è ciò che io intendo per “fare politica”.

Converrà che la politica non è così intrisa di buoni esempi?

Penso che gran parte di chi fa politica interpreti ancora lo spirito di Pericle. Certo, fanno notizia i corrotti (ed è giusto che sia così) ma non chi, tutti i giorni, si oppone al degrado politico e civile. Negli incontri che faccio con le famiglie del Piceno, però, il desiderio di recuperare una dimensione etica della politica emerge sempre e con forza.

Quindi cosa deve fare, secondo lei, chi fa politica?

Glielo dico subito e lo faccio approfittando della sua doman-da per chiedere scusa ai cittadini su due cose che riguarda-no il mio partito, anche se non sono direttamente responsa-bile. La prima è la legge Fornero. Il Parlamento ha sbagliato a votarla a suo tempo, perché in quella riforma c’erano non solo degli errori “tecnici” ma la rottura di un patto con i citta-dini. E bene ha fatto Renzi ad annunciare che cambierà il si-stema voluto dal Governo Monti. La seconda cosa, rispetto alla quale voglio chiedere scusa pur non avendo responsa-bilità, riguarda come i Parlamentari eletti in questo territorio interpretano il loro mandato.Le faccio un esempio concreto. Il Piceno ha vissuto in questi anni una crisi drammatica e molti lavoratori hanno perso il posto. Dichiarare il Piceno “area di crisi complessa” avreb-be salvato molte aziende e molti posti di lavoro. La Regione, anche grazie all’impegno dell’Assessore Canzian, ha predi-sposto, da tempo, tutta la documentazione necessaria, ma la “pratica”, diciamo così, è ferma a Roma. Se qualche Par-lamentare del territorio si fosse attivato per tempo, molte fabbriche nel Piceno non sarebbero state chiuse e si sa-rebbero salvati i destini di centinaia di famiglie. Per essere chiari: non è che una volta andati a Roma ci si dimentica delle esigenze di questa terra e ci si occupa del Piceno solo quando c’è da gestire qualche situazione di potere. Questo è il contrario della “buona politica” e ciò che un politico non dovrebbe fare. Approfitto di questo spazio anche per lanciare un appello al Ministro Guidi. La questione del Piceno è sul suo tavolo: fir-mi il decreto che istituisce l’area di crisi complessa. Questo territorio ha bisogno di ripartire, e abbiamo bisogno di farlo adesso.

Lei ha accennato a ciò che ha fatto la regione. Qual è il giudizio su questi ultimi cinque anni e sulla vicenda Spacca?

Gian Mario Spacca, non è stato solo il Presidente di una giunta di centrosinistra ma anche un autorevole membro del PD nazionale e regionale. Sui motivi che l’hanno portato

a candidarsi con il centrodestra sono convinta che i cittadini si siano fatti un’idea molto chiara. Aggiungo soltanto che ha dimostrato di avere un’idea un po’ monarchica della Re-pubblica. Non si è Presidenti a “tempo indeterminato”,. Per quanto riguarda il governo della regione il mio giudizio su questi cinque anni è sicuramente positivo e lo è soprattut-to grazie all’azione costante del PD che ha spinto per al-cune soluzioni anziché altre. Le faccio anche qui un esem-pio: la sanità è il principale capitolo della regione. In questi anni abbiamo riportato la spesa in equilibrio, migliorato il sistema e messo le condizioni per fare nuovi investimenti che saranno un volano stra-ordinario per tutto il sistema economico marchigiano. Tutti gli organismi di va-lutazione indicano il modello sanitario delle Marche come il migliore in Ita-lia e un esempio di buona pratica. Se mi chiede se potevamo fare di più, le dico assolutamente si. Ma le dico anche che le condizioni in cui ci siamo trovati ad operare sono sta-te difficilissime, visti i continui tagli ai trasferimenti. Ma è proprio grazie al lavoro di questi anni che ades-so possiamo riprendere a investire e alzare ancora il livello dell’offerta sociosanitaria, abbattendo radical-mente le liste d’attesa e creare nuova occupazione. A proposito di sanità, a che punto è il progetto dell’o-spedale unico del Piceno?

L’ospedale unico si farà e do-vrà essere baricentrico tra mare e montagna. Quando si parla di ospedale unico alcuni pensano a una sottrazione di servizi dal territorio per concen-trarli in un unico posto. In realtà è l’opposto: è un arricchimento per tutti che ha l’architrave in un ospedale super specializzato e in servizi diffusi e rafforzati sul territorio. E il disegno è ancora più ampio: ci sarà l’infermiere di famiglia (ci sono speri-mentazioni molto interessanti in Friuli, Emilia Romagna, Toscana) e poi un maggiore coinvolgimento del Terzo Settore. Un nuovo welfare, insom-ma, con servizi di eccellenza per una regione tra le più longeve in Italia.

Torniamo a parlare di crisi e, quindi, di lavoro. La provincia di Ascoli è una delle aree che hanno più sofferto in questi anni.

Dobbiamo dare risposte concrete e darle subito, perché ogni giorno che passa non è soltanto un numero sul calen-dario ma una ferita aperta che continua a far soffrire miglia-ia di persone. Le possibilità ci sono e le faccio anche qui un esempio concreto per essere più chiara: c’è un grande pro-getto, sul quale da tempo mi sto impegnando, che riguarda la riqualificazione dell’ex area Sgl Carbon. E’ un progetto a carico d’imprese private in grado di creare nuova occupa-zione, non solo per Ascoli, ma per tutto il Piceno e sarà uno stimolo per nuove e innovative start up con il Polo scienti-

fico e tecnologico. E’ un progetto che porto avanti con de-terminazione e mi piacerebbe avere compagni di viaggio un po’ meno attenti alla gestione del potere e più concentrati su quello che serve ai cittadini. E poi non dimentichiamoci ciò che questo territorio è in gra-do di offrire, sia come qualità dell’ambiente, che come livello di capitale umano. Non renderlo fruibile, non farlo diventare una leva dello sviluppo, costringendo i giovani ad emigrare, è un delitto. Il mio impegno è per far diventare il Piceno un ter-ritorio che importa talenti, non che li esporta. Nei prossimi due anni ci sono le condizioni per creare 10mila nuovi posti di lavoro. Questa è la sfida che abbiamo davanti.

Parliamo di Europa: le istituzioni europee non godono di una buona reputazione. Che ne

pensa?

Le nuove generazioni sono cresciute senza doversi preoccupare del passaporto per gi-rare in Europa. Oggi si prende un aereo e con pochi euro e poche ore di volo si sta a Barcellona o a Berlino. Sono convinta che nessuno voglia tornare alle vecchie frontiere. E se l’Europa è vista più come una minaccia che come un’opportunità è

colpa di un certo tipo di politica che ha ab-dicato a favore della tecnocrazia e dei

poteri forti che curano esclusiva-mente alcuni interessi. Ma l’Eu-ropa è soprattutto uno spazio economico straordinario, con i suoi 500milioni di consu-matori, e un luogo di oppor-tunità per tutti, anche per i

meno giovani. Dipende da come l’Italia vuole starci.

Pensi soltanto ai fondi stanziati per la longe-

vità attiva, per l’inno-vazione, per la lot-ta alle povertà. La

regione Marche è tra le migliori in Italia anche

in questo cam-po, ma abbiamo

molto spazio da-vanti, migliorando

ad esempio le relazioni con le istituzioni finanziarie

per raccogliere investimenti da destinare al territorio.

Il suo è un programma molto attento al territorio e molto ricco di proposte. Se le dicessi che è ec-cessivo?

E se io le rispondessi che in questi anni c’è stato un eccesso di timidezza e che bisogna osare di più? La regione Marche è un esempio di buon gover-no ma è venuto il momento di spingere sull’accele-ratore per recuperare il terreno perduto con la crisi. Mi viene in mente una famosa frase di Eleanor Roosevelt:

“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bel-lezza dei propri sogni”.

E’ venuto il momento di riprenderci il futuro, credendo non solo ai nostri sogni ma anche alle nostre capacità.

PERICLEI VALORI diintervista a Monica Acciarri

di Gaetano Amici

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Prodotto e distribuito da: Società Agricola F.lli Biagi C.da Civita 93 - Colonnella (TE) - Tel. / Fax +39 0861 714066 [email protected] - www.aziendaagricolabiagi.com

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Buon vino da oltre mezzo secolo.L’interesse di fare il buon vino è nato da nonno Giovanni Biagi che, circa negli anni 40, amava farlo con tecniche tradizionali cercando di creare a suo modo un prodotto di elevata qualità. Suo figlio Mariano, con la stessa passione del padre, ha saputo continuare il lavoro in maniera semplice e genuina.Negli anni 70 la famiglia Biagi acquistò altri terreni estendendosi anche con la coltivazione della frutta e delle olive producendo così un ottimo olio extravergine. Finalmente nel 2006 gli eredi Fabrizio e Luca Biagi, uno specializzato in frutticoltura e l’altro in enologia, hanno realizzato una nuova struttura con l’ambizione di crescere insieme facendo tesoro di quanto appreso, cosi da creare una realtà aziendale che in poco tempo li ha portati ad essere apprezzati in tutto il mondo.

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MARCHE 5ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected]

E’ Ubaldo Falciani segretario provincia-le dei Chimici della Cgil a raccontarci quanto è accaduto al Ministero dello Sviluppo Economico per la Prysmian: “Siamo andati dal Ministro con i com-piti già fatti a casa: il piano sociale era pronto, l’assemblea dei lavoratori l’avevano accettato a maggioranza. A questo punto poiché c’è di mezzo la reindustrializzazione volevamo capire cosa fosse disposto a fare il governo. La Guidi ci ha detto che era disponibi-le a fare di tutto e di più sia in termini di aiuto per la reindustrializzazione sia per la dichiarazione di crisi industriale complessa e ha dato appuntamento alle istituzioni locali (Comune, Provin-cia e Regione) per cominciare a stilare l’accordo di programma (prima fissa-to al 15 giugno poi anticipato al 3 o 4 giugno se ci fosse qualcosa di pron-to) . Dentro all’accordo di programma abbiamo recuperato il protocollo Val Vibrata -Val Tronto. La commissione delle attività produttive del Mise si era riunita e aveva dato parere favorevole alla richiesta della Regione Marche del 2011. Mancava solo il decreto e l’ac-cordo di programma. Dal 2011 a oggi c’è stata l’assenza della politica e delle istituzioni che avrebbero dovuto pigiare sull’acceleratore. Ora ci vuole coesione da parte del territorio, anche le impre-se debbono fare la loro parte. I fondi previsti per le aree a crisi complessa sono gestiti da Invitalia. Probabilmente si faranno dei bandi ai quali partecipe-ranno le imprese con i propri progetti e ci sarà una valutazione, quindi una gra-duatoria. Ci sono diversi esempi come a Frosinone, il Cratere di L’Aquila, ma anche il Molise, Rieti. Ci sono stati inve-stimenti per decine di milioni di euro. Ci sono risorse per la riqualificazione dei lavoratori usciti dal ciclo produttivo e potrebbero esserci risorse per le start up quindi anche per il Polo scientifico e tecnologico nell’ex area Sgl Carbon.

CHI HA RESPONSABILITÀ CONTINUA A DISSIMULAREQuello che è accaduto nel Piceno dalla primavera del 2011 ad oggi èinqualificabile. La Regione Marche aveva deliberato il 4 aprile del 2011la richiesta di riconoscimento di situazione di crisi industriale com-plessa al Ministero dello Sviluppo Economico. Cosa accade da quel momento in poi? Che la “pratica” resta al palo. Nessuna azione di pressing viene svolta da parla-mentari del territorio.

C’è una zona grigia, uno scarico di responsa-bilità con rimbalzo di accuse verso la Regione Marche, che in realtà, fatto ormai assodato, aveva compiuto l’unico atto giuridicamente in-dispensabile perché il Ministero decidesse se riconoscere o meno lo stato di crisi richiesto, viene accusata di inerzia dal parlamentare del territorio e da una candidata al Consiglio regio-nale appoggiata dallo stesso.Perché questo atteggiamento? Ci si sarebbe atteso che i rappresentanti a Roma del terri-torio, una volta che la Regione Marche aveva deliberato la richiesta, avessero fatto un pre-sidio davanti alla porta del ministro dello Svilup-po Economico, giorno e notte. Un dovere insito nella delega elettorale ricevuta dagli abitanti del Piceno per garantire al territorio uno scenario economico diverso. Invece dal 2011 ad oggi ab-biamo visto aziende chiudere, lavoratori sosta-re per oltre un anno in presidio davanti alla fab-brica in ogni condizioni meteorologica. I numeri parlano chiaro: sono circa 29 mila i disoccupati nel Piceno, poi ci sono i cassintegrati.Una situazione funebre. Eppure l’unica chance a portata di mano veniva lasciata inutilizzata nei cassetti del ministero.Perché arrivare a momenti immortalati nell’im-magine a fianco dove i lavoratori della Prysmian esultano dopo aver ottenuto la fissazione del tavolo della propria vertenza a Roma presso il Ministero? Una vittoria di Pirro perché in realtà solo un mese dopo l’azienda chiude e i dipen-denti sono costretti a scegliere se mantenere il posto di lavoro in altri stabilimenti a sud della stessa Prysmian, accettare una liquidazione ed uscire dall’azienda, oppure entrare in mobilità. Tuttavia è dal tavolo del 29 aprile che si scopro-no gli altarini. Il ministro Federica Guidi dichiara in quell’occasione che firmerà a breve il decreto per il riconoscimento dello stato di crisi indu-striale complessa per il Piceno.Perché il Ministro può decidere così su due piedi di mettere in campo questo provvedimento che sta “dormendo” dal 2011?Semplice. L’unico atto amministrativo del quale il Ministero aveva bisogno era la richiesta della Regione Marche. Perché chi dovrebbe essere catena di trasmissione tra territorio e governo non ha girato a regime come ruolo vorrebbe avesse fatto? E’ la domanda delle cento pistole che ancora resta senza risposta, malgrado i posti di lavoro polverizzati.

V.C.

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SANITÀ ABRUZZO6 ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected]

SANT’OMERO.

Le nuove sale parto dell’ospedale di Sant’Omero, a tre mesi dall’inaugura-zione, restano chiuse e inattive. Dopo

il taglio del nastro, lo scorso 28 febbraio, le strutture sono ancora con i battenti chiusi. Una cerimonia, tenutasi al Val Vibrata, in cui sono intervenuti numerosi sindaci, rappre-sentanti della Regione (l’assessore alla Sa-nità Paolucci), dirigenti Asl (tra cui il diret-tore generale della Asl di Teramo Roberto Fagnano), il vescovo Michele Seccia: tutti entusiasti per un reparto, quello di Oste-tricia e Ginecologia, fiore all’occhiello della sanità teramana e regionale. Del resto, la realizzazione di nuove sale, tra cui una per il parto in acqua, e di una nuova sala ope-ratoria dedicata, la possibilità per le donne di scegliere l’epidurale e vivere in maniera più consapevole un momento fondamen-tale della propria vita, non può che essere considerato un’eccellenza sul territorio. E l’apertura avrebbe dovuto rappresentare

il modo migliore per festeggiare i trent’anni dell’ospedale, inaugurato il 5 maggio 1985. Ma l’orgoglio si è ben presto trasformato in vergogna, poichè le nuove strutture sono da tre mesi non operative. A lanciare l’allarme è stato Alberto Pompizi, ex sindaco di Sant’Omero e storico promo-tore di tante battaglie in favore dell’ospe-dale di Sant’Omero e per la buona sanità in Val Vibrata.«Per quale motivo – si domanda Pompizi - le nuove sale parto, pronte da otto mesi e inaugurate da tre restano ancora chiuse?». Una domanda a cui finora non è stata data risposta. L’ex sindaco di Sant’Omero pone anche l’accento su un’altra opera incom-piuta al Val Vibrata: la realizzazione di un parcheggio con 100 posti auto ancora non terminato: «In virtù di un aumento dell’af-fluenza di utenti e visitatori all’ospedale di Sant’Omero – spiega – si è resa neces-saria la realizzazione di nuovi parcheggi. Ebbene, dopo due anni dall’inizio dei lavori

l’opera non è ancora terminata». In molti hanno chiesto pubblicamente a po-litici e dirigenti Asl spiegazioni di quanto sta accadendo all’ospedale di Sant’Omero: tra questi la dottoressa Desiree Del Giovine, medico di base a Colonnella e presidente uscente della Cpo provinciale di Teramo. Del Giovine ha lanciato un appello affinchè i dirigenti Asl (il direttore generale Rober-to Fagnano in primis) forniscano risposte pronte e soluzioni immediate. Da indiscrezioni pare che siano due gli ostacoli che impediscono l’apertura delle nuove sale parto: uno di natura essenzial-mente burocratica (mancherebbero alcuni certificati di competenza di uffici regionali), e l’altro relativo ai tagli del personale. Più facile dunque superare il primo intoppo, meno il secondo. Per far funzionare le nuo-ve sale parto servirebbero infatti almeno 4 ostetriche e una equipe medica dedicata all’assistenza delle donne nel parto indolo-re. Ma con i tagli previsti nella riforma della Sanità e il blocco delle assunzioni risulta problematico fornire a stretto giro di tempo il personale necessario. Perché allora inau-gurare una struttura nonostante i problemi irrisolti che ne impediscono l’apertura al pubblico? Resta inoltre una valutazione da fare, ed è quella dei numeri. Con i suoi 850 parti all’anno il Val Vibrata è secondo al Mazzini di Teramo, dove se ne contano 950. L’a-pertura delle nuove sale parto e i servizi offerti richiameranno anche donne dalle vi-cine Marche, contribuendo ad abbattere la mobilità passiva. L’attenzione al momento resta dunque molto alta e le sollecitazioni delle ultime settimane presuppongono ri-sposte della politica da fornire in tempi bre-vi. Qualcosa intanto pare muoversi: lunedì 18 maggio una commissione della Asl ha effettuato un sopralluogo presso le nuove sale parto, assicurando che l’iter per l’aper-tura sarà rapido. E se l’aspetto burocratico sembra in via di risoluzione, resta da dirime-re la questione legata all’impiego del perso-nale non solo nelle sale parto, ma nell’intero nosocomio.«Chiediamo, stante l’avvicinarsi della sta-gione estiva, – ha affermato il sindaco di Sant’Omero Andrea Luzii - una maggiore attenzione verso il nostro ospedale che troppo spesso negli anni passati è stato oggetto di ridimensionamenti organizzati-vi. Riteniamo invece che proprio in questo periodo sia necessario garantire una suf-ficiente copertura di personale e di risorse visto l’aumento degli utenti provenienti dal-la costa vibratiana».

Un turismo di qualità è

POSSIBILEdi Cinzia Rosati

Sant’Omero, nuove sale parto chiuse.Terminate a giugno 2014 e inaugurate a febbraio 2015, le nuove strutture dell’ospedale restano ferme

NELLA PROMOZIONE TURISTICA NO A CAMPANILISMI E INIZIATIVE ESTEMPORANEE, SÌ A PROGRAM-MAZIONI E SINERGIE TRA PUB-BLICO E PRIVATO

Una nuova stagione turistica è ormai ai nastri di partenza e, come ogni anno, tra aspettative da coltivare e critici-

tà da risolvere l’industria delle vacanze si prepara ad affrontare i prossimi mesi estivi. Le variabili, come sempre, sono molte: da quelle imprevedibili come il fattore meteo,

ai problemi cronici che in molti Comuni si ri-propongono irrisolti da anni. Perché tra una spiaggia erosa in inverno e una Bandiera Blu persa a primavera, tra mancati interven-ti di manutenzione sul territorio e tardive programmazioni di eventi, la stagione par-te sempre con qualche apprensione per gli operatori turistici. Quest’anno però tira aria di ottimismo, in termini di presenze. «I pre-supposti per una stagione soddisfacente ci sono» afferma Gianmarco Giovannelli, presi-dente di Federalberghi Abruzzo. «Il calo delle presenze registrato in occasione di festività e ponti durante l’anno è dovuto al fatto che, in tempi di crisi, si preferisce concentrare le vacanze nel periodo estivo. Sono infatti mol-te le prenotazioni che stanno già arrivando». E se lo scorso anno le continue piogge estive avevano messo in ginocchio l’economia tu-ristica, per i prossimi mesi si confida in una maggiore benevolenza del clima. Certo è che, se l’Abruzzo è una meta molto gettonata per l’ottimo rapporto qualità prez-zo dell’offerta turistica, molto c’è ancora da fare per restare competitivi sul mercato. Il drastico calo delle Bandiere Blu negli ultimi anni (14 nel 2013, 10 nel 2014, 8 nel 2015) porta inevitabilmente ad una serie di consi-derazioni sul declassamento di alcuni Comu-ni: «L’economia turistica – aggiunge Giovan-nelli - si costruisce non solo con acque pulite e salvaguardia dell’ambiente, ma anche con un’attenzione costante al territorio. Politi-che ecosostenibili, infrastrutture adeguate, trasporti efficienti, professionalità degli ope-ratori turistici, promozione del brand sono elementi imprescindibili e determinanti nella

programmazione di una vacanza». La promo-zione insomma, non si fa solo con la parteci-pazione alle fiere, poiché il migliore biglietto da visita è la vivibilità del territorio stesso. Intervenire quindi in maniera tempestiva sul-le criticità (in primis la questione dell’inquina-mento delle acque, il malfunzionamento dei depuratori e gli scarsi controlli lungo le aste fluviali, su cui la politica si è arenata negli anni con continui rimpalli di responsabilità), e promuovere le eccellenze ambientali, cul-turali, enogastronomiche, è di fondamentale importanza. Ma per questo serve una pro-grammazione a lungo termine che finora è stata carente o del tutto assente. In questo ambito si inseriscono le Dmc (De-stination Management Company), agenzie di recente costituzione, che si occupano dell’organizzazione di servizi per il turismo in un territorio ben definito. In Abruzzo ce ne sono 13: tra queste il consorzio Costa dei Parchi, operativo nel Teramano. Una realtà che aggrega associazioni, imprenditori, ope-ratori turistici e Comuni e che offre prodotti turistici mirati. «Le Dmc rappresentano una grande oppor-tunità – prosegue Giovannelli - in un certo qual modo costituiscono una sorta di rivolu-zione culturale, poiché superano le politiche campanilistiche e promuovono l’economia turistica di un intero territorio attraverso si-nergie tra pubblico e privato».Giovannelli ribadisce inoltre l’importanza del-la diversificazione turistica che può essere attuata attraverso progetti strutturati a lungo termine e la cooperazione di moltepli-ci realtà locali». Stop insomma alle iniziative estemporanee, e per certi versi approssima-tive, che si dimostrano poco efficaci per l’ap-peal turistico e via libera alle progettazioni che coinvolgono soggetti pubblici e privati. «In un territorio pieno di risorse come quello abruzzese – conclude - le Dmc propongo-no un’offerta turistica ad ampio raggio che esalta, nello spazio di una vacanza, le varie peculiarità del territorio, tra mare, montagna, cultura, ed enogastronomia».

C.R.

Gianmarco Giovannelli

Page 7: SINAPSI N°0 maggio 2015

LAVOROANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected] 7

Il Segretario generale Cgil per la provin-cia di Teramo Alberto Di Dario: “La Regio-ne aveva promesso di intervenire sulle aree di crisi evidenziate e riconosciute dal Ministero, ma non ha fatto nulla se non dichiarare in buona sostanza che la zona della Val Vibrata non ha un valore industriale tale da essere sostenuto. A quanto pare mancherebbe anche le pro-poste degli stessi imprenditori. Stiamo riportando la discussione all’attenzione della Regione supportati dalla Provincia perché vogliamo capire come mai gran parte del Teramano e la Val Vibrata tutta, siano stati esclusi da ogni tipo di aiuto. O comunque quelle poche risorse messe a disposizione dell’Europa e distribuite a serpentone su alcuni comuni, non sono state sufficienti a sostenere la crisi in atto. Speriamo di concludere e avere il risultato nel giro di pochi mesi per evita-re di dover aspettare ancora visto che il quadro disegnato dai dati in nostro pos-sesso è preoccupante.”

Intervista aALBERTO DI DARIO

Sottosegretatiogenerale Cgil

Il protocollo d’intesa per il rilancio produttivo ed occupazionale della Val Vibrata – Val Tronto, promosso dal Ministero dello Sviluppo Econo-mico sin dal 2011, ha disatteso le aspettative di aiuti economici al tessuto industriale della Val Vibrata con il blocco delle risorse per venti milioni di euro da parte degli organi competenti della Regione Abruzzo. Dopo la definizione della Val Vibrata-Val Tronto come macro-area di crisi industriale complessa da parte della Regione Abruzzo, non sono stati fatti interventi de-cisivi abbandonando quasi del tutto i comuni del Vibrata: non si è arrivati mai al decreto di riconoscimento di questa situazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Le mo-tivazioni per un tale atteggiamento e blocco da parte delle istituzioni sono sostanzialmente due: indecisioni sullo sblocco delle risorse euro-pee e statali in mancanza di progetti effettivi di sviluppo sulla realtà manifatturiera; la mancan-za dell’appetibilità del territorio ad uno sviluppo maggiore del settore produttivo.Eppure nella delibera regionale del 7 marzo 2011, con la quale viene riconosciuta la situa-zione di crisi complessa, viene sottoscritto che : “- L’area della Val Vibrata- Val del Tronto Pice-no debba essere qualificata come una grande

area di crisi industriale complessa, in quanto ricadente nella fattispecie di crisi che “coinvol-gono una o più imprese di grande o media di-mensione con effetti sull’indotto”.Riconosciuto il problema non si è provato a trovare una soluzione evidenziando una chiara

mancanza di una strategia di sviluppo econo-mico da parte degli organi competenti della Re-gione che al tempo era guidata dall’amministra-zione Chiodi. Le imprese della Vibrata vengono dunque considerate troppo piccole per poter

competere ed espandersi e vengono escluse totalmente, non solo dagli aiuti promessi dal protocollo che per ora rimane sospeso nel vuo-to, ma perfino dalle sovvenzioni statali del 2012 e del 2014 alle regioni per le aree di crisi. (vedi dati in scheda aiuti di stato). A questo punto, con un mucchio di carte tra le mani, a febbraio di quest’anno le associazioni di categoria come Confindustria, Confartigianato, le coop, ed i sindacati Cgil-Cisl-Uil, hanno allestito un altro tavolo di discussione promosso dalla Provin-cia e supportato dalle università. Lo scopo è creare uno studio sulla crisi del territorio della provincia, ed in particolare della Vibrata, e dise-gnare un progetto di sviluppo di quest’area per convincere la Regione ad attuare quei provve-dimenti che mancano da ben più di cinque anni e che aggravano giorno per giorno la situazione occupazionale del territorio. Basta andare in-fatti a guardare i dati relativi al 2014 ed al 2015 per vedere una discreta crescita dei cassa in-tegrati e di coloro che attivano gli strumenti di sostegno al lavoro in tutta la regione.Le piccole industrie della Val Vibrata, tanto sottovalutate ma spesso premiate per la loro qualità, rischiano di essere divorate da una crisi che sembra non finire mai e da un mercato che non perdona di dimostrarsi deboli e, sopratutto, di non essere protetti e valorizzati dal proprio Stato.

troppo debole per essere aiutatoVAL VIBRATA, TESSUTO INDUSTRIALE

di Marvin Angeloni

La ricchezza prodotta per attività economica evidenzia una maggiore incidenza delle attività industriali, sia manifatturiero che costruzioni, di quasi 4 punti rispetto alla media regionale e di quasi 7 punti in rapporto alla media nazionale

LA SITUAZIONE SOCIO ECONOMICA

Page 8: SINAPSI N°0 maggio 2015

ABRUZZO

MARCHE - ascoli

8 ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected]

A RISCHIO LA "PICCOLA OPERA" CHARITAS

Le organizzazioni della società civile che svolgono attività solidali di utilità sociale rientrano nel cosiddetto Terzo settore.

Occupano un ruolo molto importante nel nostro Paese, ponendosi a metà strada tra lo Stato e il mercato e determinando il welfare civile. Purtroppo, molte di loro stanno attraversando un difficile periodo. Una situazione che sta vivendo Domenico Guglielmi, educatore della Fon-dazione “Piccola Opera Charitas” di Giulianova.

Quali sono le attività della Fondazione?

“Si svolgono attività assistenziali di primo livello ai diversamente abili. La riabilitazione psicofisica, con fisioterapisti e logopedisti, è sia ambulatoriale che per gli interni. L’ergoterapia (uso terapeutico e riabilitativo del lavoro in malattie mentali o in stati di invalidità, ndr) si svolge nel laboratorio dove i ragazzi creano ma-nufatti utilizzando il legno, la ceramica, la pittura, il mosaico e la cartapesta. La struttura è anche un luogo di diffusione della cultura, poiché accoglie il Centro culturale San Francesco e la biblioteca. La “Piccola Opera Charitas” è socio fondatore del Museo d’Arte dello Splendore”.

di Valentina Fiorà

I numeri del Terzo Settore in Abruzzo Stando ai dati del dicembre 2011, raccolti nel 9° censimento delle istituzioni non profit dell’Istat, l’Abruzzo si colloca al 16° posto nella graduatoria italiana, registrando 7.261 organizza-zioni del terzo settore, corrispondenti al 2,4% del totale nazio-nale tra queste 5.058 sono associazioni non riconosciute, 1.610 quelle riconosciute, 261 cooperative sociali e 101 fondazioni. Le organizzazioni di altra forma giuridica sono 231; racchiudo-no comitati, onlus, organizzazioni di volontariato e non gover-native, istituti di assistenza e beneficienza ed enti religiosi che svolgono attività di carattere sociale. 5.090 organizzazioni si occupano di cultura e sport, 468 di assistenza sociale e prote-zione civile, 216 di sanità, 211 di istruzione e ricerca. I 47 comuni della provincia di teramo racchiudono 1.694 orga-nizzazioni del terzo settore, nelle quali operano 2.255 addetti, 751 lavoratori esterni e 21.809 volontari.Tutti dovremmo tenere in mente che il terzo settore si occupa di ciò che dovrebbe stare al primo posto: l’umanità e la solidarietà.

Qual è il suo ruolo all’interno della struttura?

“Lavoro qui da 28 anni. Sono un educatore dell’istituto riabilitativo. Mi occupo dei bisogni primari dei ragazzi del reparto gravi, dalla cura dell’igiene personale al nutrimento e li coinvolgo in attività di svago e mu-sicoterapia”.

Quando e da chi è stata fondata la “Piccola Opera Charitas”?

“Nel 1962 nacque come scuola speciale per i diversamente abili, grazie alla volontà di Padre Serafi-no Colangeli e della signorina Anto-nietta Gilardi, Presidente del CdA e Rappresentante Legale dell’Ente”.

Quaranta dipendenti rischiano il licenziamento a causa dei ta-gli operati dalla Regione Abruz-zo. Come state reagendo?

“Partecipo alle riunioni sindacali e alle manifestazioni. Il clima è abbastanza teso: non sap-piamo chi sarà licenziato, né quali reparti saranno colpiti. Inoltre non possiamo offrire tutti i servizi ne-cessari a causa della riduzione del budget”.

La figura dell’infermiere collegata al Terzo Settore deve ave-re un maggiore impatto nel mondo sociosanitario. Un settore che diventa motore trainante in un’economia basata sui tagli

dovuti ad una crisi strutturale che si fa sentire in maniera impor-tante proprio nella sanità. E’ l’infermiere che può dare una risposta a questo tipo di crisi strut-turale.Il punto della situazione è stato fatto al convegno “Gli infermieri al fianco dei cittadini”, promosso dal collegio Ipasvi di Ascoli Piceno, l’Asur Area Vasta 5, le istituzioni, le associazioni di volontariato e di familiari, che si è tenuto in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere (12 maggio). Per la prima volta si pone la lente d’ingrandimento sulle strutture residenziali e semiresidenziali pubbliche, private e accreditate, sulla qualità, sulla percezione di quello che vogliono gli utenti familiari, grazie a due questionari distribuiti dall’Ipasvi. A snocciolare i dati anonimi, sulla base di 260 questionari restituiti, è stata Roberta Corradetti, presidente regionale dell’Ipasvi delle Marche. Ecco i risultati: il 46% di chi è nella professione socio sanitaria è donna; il 43% sostiene che la retta pagata dall’utente non sia con-grua con l’assistenza; tra i dipendenti non c’è definizione dei ruoli di professionisti sanitari. Un aspetto tragico è dato dalla legge di stabilità del 2013 che ha portato a tagli di circa 2,6 miliardi euro e le ultime normative hanno ridefinito gli standard assistenziali, abolendo la figura del coordina-tore. È poi intervenuto il Direttore Area Vasta 5, Massimo Del Moro, a

Infermiere di famigliafigura indispensabile

puntualizzare che la Regione Marche è una delle regioni più avanzate nella delega che le istituzioni fanno di cessioni di gestione del paziente rispetto ad altre regioni. “Creare un’or-ganizzazione efficace - dice Del Moro - che vada incontro alla definizione terminologica dell’a-zienda nella gestione dei servizi. Le commissioni hanno lavorato per scegliere le posizioni orga-nizzative per lo sviluppo di una gestione orizzontale della sanità, abbandonando il vecchio mo-dello verticale”.L’assessore alle Politiche sociali Donatella Ferretti, ha puntato il dito sulla sanitarizzazione del

sociale. “Il dato più preoccupan-te – puntualizza l’assessore– è l’abolizione dei coordinatori che priva le strutture sociali di quel-la connotazione che è stata una conquista negli ultimi decenni”.“La Regione - continua Ferretti- ha prodotto una delibera con la quale rivede i livelli di assistenza costituendo un fondo di solida-rietà, non ancora quantificato, che sarà erogato agli ambiti ter-ritoriali sociali”.Il concetto dei fondi è stato poi ripreso da Monica Acciarri, can-didata PD alle prossime elezioni regionali, la quale ha precisato che la delibera non è stata fatta prima che si chiudesse la legi-

slatura perché la Regione Mar-che ha avuto una premialità dal governo (circa 12 milioni di euro che non sono ancora stati ero-gati ) per essere in pareggio con i conti. “In attesa dello stanziamento dei fondi- conclude Acciarri- non si poteva mettere la delibera nero su bianco, ma questo avverrà tra breve”.La stessa Acciarri ha posto sul tavolo la proposta di legge per avviare l’istituzione della figura dell’infermiere di famiglia, che garantisce la riduzione della spesa pubblica, dei tempi di at-tesa negli ambulatori e dei codi-ci bianchi nei pronto soccorso.

di Virginia Ciminà

Page 9: SINAPSI N°0 maggio 2015

EUROPA

Totally eXtreme Teenager

9ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected]

FOB!“Voglio chiedere di dare anche ad altri studenti della scuola l’opportunità di partecipare a queste iniziati-ve”. Queste parole sono simili ad altre espresse dai ragazzi che hanno preso parte ad una delle pacifiche ‘missioni Comenius’ di questi ultimi anni.Capita quasi sempre così. Superato l’iniziale scetticismo e qualche timore per la difficoltà nella comunicazione, ci si lascia andare e, finalmente, si riesce a dare il meglio di sé. Il gioco funziona, produce e diverte allo stesso tempo, e quando arriva a con-clusione, quasi non si distinguono il rimpianto per essere arrivati alla fine e l’orgoglio per esserne stati partecipi.Nel corso dell’ultimo decennio, il programma europeo Comenius ha visto la nostra scuola protagonista di ben cinque partenariati internazionali, un patri-monio inestimabile di esperienze che possiamo ritrovare negli studenti e nelle loro famiglie. Già, proprio le famiglie, coinvolte in prima persona in accoglienze, preparazioni, momenti conviviali e momenti d’ansia, viaggi e spostamenti. Gli ultimi meeting svolti in Val Vibrata, hanno visto dispiegarsi tutta la famosa ‘Accoglienza Abruzzese’: decine e decine di studenti stranieri ospitati in fami-glie accoglienti e disponibili come se si trattasse del ritorno di un figlio. Qual-che genitore è arrivato a proporre addirittura lo scambio:”Prof, ma non posso rispedire mio figlio e tenermi l’altro?”Ma torniamo a FOB!, di che si tratta? Dicevamo del filo conduttore “lotta all’o-besità”. Al “Peano-Rosa” abbiamo affrontato diverse tematiche, una parti-colarmente innovativa: “Cibo e Nanotecnologie”. Qualcuno potrebbe pensare che siano temi troppo lontani, ma si sbaglierebbe di grosso. I nanomateriali sono già da tempo nei nostri piatti. Ad esempio, la produzione di formaggi porta ad ottenere anche particelle di dimensioni nanometriche, e molti con-sumatori sono oggi bene informati sull’uso di possibili additivi nelle industrie

alimentari.Anche nel settore packaging c’è grande interesse per i nanoma-teriali. Speciali pellicole protettive sono oggi in grado di informarci sullo stato di conservazione degli alimenti che avvolgono e molte al-tre applicazioni saranno disponibili in futuro, come i filtri nanostuttu-rati che sono in grado di sterilizzare le bevande ed altro.

Volete saperne qualcosa di più? Consultate le nostre risorse di-sponibili on-line (già, c’è anche l’In-

formatica, siamo autodidatti quasi all’80%), si tratta di documenti semplici,

accessibili con un semplice click del mouse, ma di grandi contenuti e ricchi di informazioni.

Ecco alcuni link utili:

1. https://goo.gl/g0LIjt se vi interessa scorrere informazioni molto particolari;

2. http://paper.li/f-1366184176 per essere sempre aggiornati.Ne abbiamo molti altri, venite pure a trovarci, sarà nostra premura poterli mo-strare tutti.Ma torniamo a noi, tra poco si riparte, il Comenius è ormai terminato, comin-ciamo con le nuove iniziative dell’ErasmusPlus.Di certo, costa impegno e fatica, ma la soddisfazione che si legge sui volti ripaga abbondantemente, il gruppo è pronto a nuove sfide!A prestoContatti

e-mail istituzionale: [email protected] di riferimento: [email protected]

Tante le iniziative internazionali all’IISS

“G. Peano – C. Rosa” di Nereto che per-

mettono di coinvolgere gli studenti in at-

tività di ampio respiro: stage linguistici e

culturali, progetti Comenius ed Erasmus

Plus, conferenze, webinar ed altro.

Diamo qui un’occhiata al Progetto Come-

nius “Let’s Foght Obesity, It’s Not Our

Destiny!”, che indicheremo semplice-

mente con il suo acronimo “FOB!”, scelto

tra quelli proposti dai gruppi dei Paesi

europei aderenti all’iniziatiiva.

Sviluppato nel corso degli anni scolastici

2013-2014 e 2014-2015, FOB! ha visto

la partecipazione di studenti e docen-

ti di ben dieci scuole partner. Alla scu-

ola coordinatrice di Istanbul (Turchia), si

sono affiancate Istituzioni Scolastiche

di Polonia, Repubblica Ceca, Germania,

Grecia, Romania, Portogallo, Slovacchia,

Bulgaria e, naturalmente, Italia.

La lotta all’obesità è stata la ‘colla’ che

ha tenuto insieme una serie di iniziative

culturali, scientifiche, sportive, ludiche,

etc., offrendo la possibilità di collaborare

in ambienti di apprendimento magari a

volte ‘insoliti’, ma sempre stimolanti e di

forte impatto. Scopriamo insieme alcuni

dei risultati ottenuti.

VOGLIA DEL MONDO

di Ennio Cantoresi

Page 10: SINAPSI N°0 maggio 2015

SANITÀ PICENO

Lucia

no- Massimo Del Moro, direttore Area Vasta 5

Dott. Alfonso Berbellini accanto alla nuova PET

10 ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected]

La sanità del Piceno vedrà entro il prossimo anno un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro. Investimenti in alta tecnologia già fatti come la Pet e le nuove macchine per risonanza magnetica di ultima generazione. A giugno sarà inaugurato il nuovo blocco ope-ratorio dell’ospedale Mazzoni. Il reparto di Ematologia vede un’acquisizione del 30% di pazienti dal vicino Abruzzo con il quale l’Area Vasta 5 ha fatto un ac-cordo di collaborazione per non sovrapporre attività sanitarie e scambiarsi invece servizi. Dopo la recente nomina dei Direttori delle unità operative di Medicina Riabilitativa e Oculistica e la prossima conclusione

delle procedure concorsuali per le quella di Otorinolaringoiatria e Urologia (il 27 maggio si riunirà la commissione d’esame), la Direzione di Area Vasta ha avviato le procedure di sele-zione per la nomina dei Direttori delle Unità Operative di Anestesia e Rianimazione, Cardio-logia ad indirizzo riabilitativo, Geriatria, Laboratorio analisi; si prevede il completamento della procedura di selezione entro il prossimo autunno.

La rilevanza delle discipline interessante dai bandi appena pubblicati è chiara poiché inve-stono strutture rilevanti per l’offerta sanitaria nell’ambito dei settori dell’emergenza urgen-za, per la risposta alle problematiche della cronicità per i soggetti fragili e per il completa-mento della procedura di unificazione del Laboratorio Analisi di Area vasta.

Con l’emissione di questi bandi si sta dando attuazione a quanto programmato per l’anno corrente: ovvero la copertura di 8 direzioni di unità operativa complessa e questo rappre-senta una azione concreta per dare la massima operatività a tutte le strutture dell’Area

Vasta.

La riorganizzazione da tempo avviata in Area Vasta con la no-mina dei nuovi Direttori di Unita Operative, la imminente conclu-sione delle procedure di selezione delle posizioni organizzative sanitarie ed amministrative, che sono la decisiva dirigenza inter-media, costituiscono un importante segnale nei confronti della qualità ed efficienza dei servizi resi alla comunità del Piceno, che se collegati alla nuova tecnologia in fase di acquisizione (due ri-sonanze magnetiche, un acceleratore, etc.) per oltre 4 milioni di euro, danno la dimensione della crescita complessiva della sanità di questo territorio.

Sanità Virtuosainvestimenti per 10 milioni di Euro nel Piceno

Page 11: SINAPSI N°0 maggio 2015

Campitelli

Lucia

noInter

vista

aPERSONAGGIANNO I° - N.0 - Maggio 2015

Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected] 11 Poi arriva il tempo della Sapori Veri, la sua azienda attuale?

Si, dopo qualche anno che facevo il grossista, ho creato la Sapori Veri, un’azienda che oggi fattura circa 26 milioni di euro di fatturato, parten-

do da zero. Abbiamo clienti in Italia e anche all’estero quindi abbiamo realizzato davvero un sogno importante io e mio cugino Ercole Ci-mini che oggi è anche vice presidente del Teramo Calcio. Abbiamo

138 dipendenti, non ho mai licenziato nessuno, tranne qual-che contratto a temine. Per me licenziare, a prescindere il

guadagno mio che non ci ho mai pensato troppo, è una sconfitta di vita perché il dipendente, in tutta questa

crisi che oggi ha creato lo stato italiano, non centra proprio niente. Forse bisognerebbe ripartire da li

e insegnare a questi signori che è ora che la smettano, che se ne vadano tutti a casa. Oggi ci dicono che c’è un buco per le pensioni di 18 miliardi di euro (sentenza della Corte Costitu-zionale sulla Legge Fornero, ndr). Mi dice se su quei 18 miliardi di euro un

dipendente che prende 700 euro se ce ne sta neppure uno, io pen-so di no. L’Italia l’hanno distrutta la politica e i sindacati, perché i sindacati per difendere il pote-

re, che non serve proprio, per-ché poi si difendono i lavativi, non

le persone serie. Mi piacerebbe che un sindacato venisse qui a dirmi “Campitelli

a questa persona che lavora 12 ore al giorno perché anziché dargli 2 mila

euro non gliene dai 3 mila?”. Io gli risponderei 4 mila gliene do, invece magari c’è gente che manco li vedi quando vengono a lavorare.

Cosa pensa delle donne nel mondo del lavoro?

Ci sono donne che per 5 o 6 anni fanno tre figli poi se ne vanno a casa, ma questo non vuol dire che io sia contro le donne. Non si può concepire

questo. Io farei dei contratti di sei ore per una donna, di quattro ore con sgravi fiscali, perché per me la donna è mamma. Il Padre eterno ha fatto la donna che è una cosa meravigliosa, bellissima, da tenere protetta. Questi valori li stanno ab-brutendo perché oggi il valore della donna è finito, l’hanno distrutto loro stesse per avere questa parità. Io sono un uomo di valori, perché credo che nella vita i valori siano troppo importanti. Non hanno prezzo. La stima non ha prezzo. Il bene di un figlio non vale la stima di un figlio per me. Se un figlio stima il proprio padre lo fa conoscere a tutti, se non stimasse il padre o la madre, li terrebbe nascosti perché si vergogna di loro. Questa è la verità. Io sono uno che nella vita vive di verità: a vol-te mi reputano scomodo tanti altri mi apprezzano per questo. Se non insegniamo ai nostri figli che devono dire la verità, che si debbono comportare con onestà e correttezza, non impareranno niente: questa è la vita. La famiglia è al primo posto, purtroppo oggi l’hanno distrutta.

Come vede l’attuale situazione economica?

Per quale motivo oggi non si cresce più? Significa che il mondo è fermo, è blocca-to perché hanno tolto la libertà: se io volessi versare in banca 5 mila euro non lo posso più fare. E’ dittatura pura. Prima è lo stato che deve fare chiarezza. Io pago volentieri i servizi se questi mi vengono dati, ma se non ci danno niente perché debbo pagare? Si deve fare una tassazione corretta e vedrete che le tasse le pa-gano tutti. Le aziende ogni anno si indebitano per centinaia di migliaia di euro e pri-ma si giocano la casa e poi chiudono. Oggi l’imprenditore non viene spronato a fare ma a dire alt, non voglio fare più niente. E’ tutto contro, per prima la burocrazia. Se venissero utilizzate le leggi del 1960 noi torneremmo ad essere la prima nazione al mondo. Ma secondo voi si può pagare un apprendista 1.100 euro e un dipendente che lavora con me da 10 anni prende 1.200 euro? Una volta fare l’apprendista come era? Il papà per fargli fare il sarto al figlio o un altro mestiere pagava addi-rittura, ma quello diventava un bravo sarto. Io dico che se dobbiamo dare valore a tutto quello che dovrà essere il futuro dei giovani occorre cambiare radicalmente tutto dalla A alla Z. Renzi strilla, Berlusconi è ora che vada a casa, Grillo non si capisce. Io dico bravo a Renzi, ma dovrebbe essere un attimino … Oggi ci vuole un dittatore per qualche anno e rifare le leggi corrette. Renzi non riuscirà a fare niente con questa gente che non ha voglia di far crescere la loro storia, la propria nazione.

Per lei dunque è il merito al centro di ogni attività?

Io sono il primo di sinistra ma occorre dare a chi merita. La persona seria va amata e va pagata, strapagata. I mie dipendenti prendono tutti un 20 per cento in più del-la busta sindacale. Tutti. Mi si può dire: “ma tu sei fesso”? No, io riconosco il valore delle persone. Perché io mi vergogno di dare 900 o 1.000 euro ad una persona che a fine mese ci deve arrivare. Oggi essere datore di lavoro significa essere martire. Io faccio l’imprenditore perché mi sono innamorato dell’imprenditorialità dei miei zii. Oggi i nostri figli, i nostri nipoti di cosa dovrebbero innamorarsi quando vedono che non c’è più quella voglia di fare? Debbono fuggire. Vedono la sofferenza: leggi nelle quali non si capisce nulla, le banche, la burocrazia con firme a non finire per avere qualche soldo per far lavorare. Siamo alla frutta. Io avrei preferito che le mie figlie che ora lavorano in azienda, facessero le maestre. Perché un peso di que-sto genere non posso darglielo. Oggi lavoriamo con margini bassissimi, altrimenti chiudi. Oggi è come se tu avessi un figlio e il tuo primo nemico è tuo figlio: questo è oggi diventato lo stato italiano. Questa è un po’ la storia della nostra azienda. L’abbiamo costruita mano a mano e da 60 quadrati metri oggi ne abbiamo oltre 20 mila metri quadrati coperti. Siamo stati bravi, bravi, bravi ma oggi le difficoltà oggi ci sono molto più di ieri.

Una persona che è stata importante per la costruzione di questa azienda?

Mio cugino, Ercole Cimini, è il mio braccio destro. Questa è la nostra forza: io ho delle qualità Ercole ha le sue qualità e non ci siamo mai ostacolati. Io ho quelle dell’imprenditore, vedo le cose prima degli altri, mi so programmare molto bene, quando scelgo le cose poi ci credo fino alla fine. Ercole è più un operatore quindi cura tutte le vendite dell’azienda è bravo, costante è un esecutore molto bravo. Non c’è mai stata una discussione tra di noi. Oggi ho 59 anni di attività mio cigino ne ha 4 in meno. Oggi le mie figlie si sono introdotte molto bene in azienda e anco-ra posso dare loro una mano importante.

La passione del calcio?

Fin da bambino nel campetto della chie-sa. Mio cugino ha giocato nel Canzano. E del Canzano sono stato presidente e ho vinto 5 campionato e con il Tera-mo lo stesso 5 campionati vinti. Sono un vincente nel calcio. Ora dopo 102 anni con il Teramo in serie B. Mi di-spiace che lo abbiamo fatto a di-scapito dell’Ascoli. L’Ascoli forse era una squadra più forte del Teramo però noi abbiamo gestito questa il Teramo in modo più familiare, con il cuore, l’Ascoli l’avrà gestita più a livello di imprenditorialità alla fine ha vinto di nuovo l’amore che è una cosa molto importante. Credo che la parola di un presidente nei momenti meno belli, la vicinanza della so-cietà in certi momenti è indispensabile. Io che vivo realmente la squadra, do tanto di me stesso in certi periodi. E quest’anno credo che mi dovrò dedicare di più al Teramo che all’azienda, perché è diventata una cosa molto importante. Una sbavatura vuol dire a volte buttare via due o trecento mila euro e noi non ce lo possiamo permet-tere. I soldi non si possono buttare via dalla finestra. Preferisco darle per le ado-zioni o da altro. Mi piace fare beneficenza con tutto il cuore per bambini e poveri. In particolare per gli orfani. Penso che la mia vecchiaia sarà dedicata a questo, perché ho proprio questa indole, più passano gli anni e più ce l’ho e quando sarà passata la voglia del calcio questa sarà la mia strada.

Il calcio secondo Campitelli è educativo?

Molto. Nel calcio la violenza viene combattuta con la violenza, io invece inizierei dai bambini con l’educazione per evitare la violenza. I violenti debbono essere allonta-nati dagli stessi tifosi, che se ne stiano a casa propria. Da quando sono presidente c’è stata un’evoluzione importante. Noi abbiamo tante mamme tanti bambini, tante famiglie tanti ultrà corretti, poi abbiamo 4 o 5 ultrà non corretti e io spero si devono allineare ma per loro stessi perché se non sono venuti i tifosi dell’Ascoli a vedere la loro squadra a Teramo, questa è una sconfitta della vita. Farò il terzo tempo al ter-mine di ogni partita perché voglio che con tutte le squadre che incontriamo, finita l’adrenalina della gara, anche nel caso di sconfitta poi ci si fermi insieme all’avver-sario a bere un caffè o mangiare un panino. Dobbiamo avere uno stadio pieno di affetto perché non si possono insegnare ai bambini le cattiverie. Al termine della gara Teramo-Ascoli io sono entrato nello spogliatoio dell’Ascoli e ho detto di non mollare perché se anche l’Ascoli andrà in serie B e potremo fare un bel derby in quella categoria io sono la persona più felice perché stimo Ascoli come città e come squadra di Ascoli.

Luciano Campitelli imprenditore come na-sce?

Credo che nella vita ognuno di noi abbia un destino. Io vengo da una famiglia normalissima: mio padre operaio, mia madre casalinga. I miei zii avevano un’impresa edile diciamo che forse io mentalmente ho ripreso molto dalla parte dei miei zii, mi hanno inculcato l’attività in proprio, ho vissuto molto con loro, con i miei nonni, perché una volta i nonni si amavano spudoratamente. Andavo a scuola e di pomeriggio a Canzano davo sempre una mano in casa. Ho fatto due anni di università a Tera-mo. Fatto il militare mi sono messo a fare l’agente di commercio perché è un’attività in proprio, perché la-voravo a provvigioni, avevo già una mentalità mia. Era quello il destino: esprimere tutto quello che ognuno di noi ha di nascosto. Ho fatto l’agente di commer-cio dall’1984 al 1986 con la ditta Pozzolini nel settore alimentare. Era importatore di stoccafisso e baccalà e io avevo la zona di Ascoli Piceno- San Benedetto del Tronto. Era una zona molto importante perché li di questi prodotti se ne consumavano molti. Io ad Asco-li sono stato sempre molto affezionato, soprattutto all’Ascoli perché sono sempre stato appassionato di calcio. I miei zii abitavano a Villa Lempa e quindi sta-vo dai miei nonni e quando l’Ascoli giocava in casa perché allora c’era la Serie A ero allo stadio. E’ stato per me un bellissimo periodo. Poi nel 1986 mi sono messo in proprio vendendo però prodotti per forni e pasticcerie. Iniziavo a fare quella parte che conosce-vo dell’Ascolano e poi la provincia di Teramo, Pescara e L’Aquila.

AMARA SCONFITTA – Il ko è arriva-to al termine di un match a dir poco rocambolesco e non adatto ai de-boli di cuore. Sotto di un gol e di un uomo per l’ingiusta espulsione rifilata ad Avogadri, il Picchio era riuscito a ristabilire la parità con Pelagatti e a trovare la rete del sorpasso nel finale con Mustacchio. Proprio sul più bel-

lo però – quando già al Del Duca si iniziava a festeggiare – è arrivata la doccia gelata con il gol di Siega al 92’. I supplementari hanno fatto il resto: 2-3 Reggiana con Ruopolo, rete del pareggio annullata a Mustacchio e definitivo poker di Giannone. Picchio eliminato, granata in semifinale.

UN SISTEMA CHE TRABALLA – Al termine del match il patron France-sco Bellini non le ha mandate a dire: “Sono amareggiato, mi rompe essere eliminato per errori arbitrali. La col-pa è dei designatori, non si possono mandare arbitri e guardalinee incom-petenti a dirigere partite così impor-tanti. Non so che fine farà questa Lega Pro”. Il presidente bianconero è stato un fiume in piena: “Noi abbiamo votato contro Macalli, la Reggiana invece a suo favore. Non posso ag-giungere altro, altrimenti mi prendo una lunga squalifica. Ho promesso che sarò qui per tre anni, ma se que-sta è la situazione non so chi me lo faccia fare”.

QUALE FUTURO? – Parole dette a caldo e che sicuramente vanno pre-se con le pinze. La sfuriata dell’italo canadese è stata soprattutto detta-ta da una gara condizionata da “orro-ri” arbitrali. Ma ora le parole servono a poco. Bisogna ingerire e buttare giù questo boccone amaro. Si deve guardare al futuro. L’Ascoli – esclusi i giocatori in prestito che faranno ri-torno nei rispettivi club - confermerà in blocco lo zoccolo duro della rosa attuale. Un gruppo di ragazzi che do-vrà far tesoro degli errori commessi, evitare di ripeterli e riportare i bian-coneri nel calcio che conta. Con o senza Petrone, l’Ascoli deve rimboc-carsi le maniche e ripartire. Verso un sogno chiamato serie B.

Game over. Fine dei giochiThe end. Comunque la si metta, il risultato non cambia: la stagione 2014/15 dell’Ascoli è giunta al termine. Dove arrivino i meriti della Reggiana, dove i demeriti del Picchio e dove gli errori della terna arbitrale è difficile definire. Fatto sta che i bianconeri sono fuori dai playoff, già al primo turno. E il prossimo anno sarà ancora Lega Pro.

di Matteo De Angelis

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i salumi con il sorriso

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MONUMENTI12 ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected]

Pagliaccetti accompagnò il trasferimento della statua in Abruzzo e rimase a lungo nella sua città natale per seguire da vicino le varie fasi che precedettero l’erezione del basamento in marmo su cui ancora oggi poggia l’imponente bronzo dedicato a Vittorio Emanuele II. Pagliaccetti si rivelò anche “artista operaio” e collaborò anche manualmente al fine di riparare di persona alle irrimediabili modifiche apportate al basamento dall’Amministrazione comunale dell’epoca per motivi di carattere economico. Pagliaccetti, dei rapporti incrinatisi con l’allora sindaco cav. Francesco Ciafardoni e la sua Giunta, parlerà in un manoscritto dello stesso anno raccontando, dal suo punto di vista, l’ingra-to comportamento subito da parte dei politici locali del tempo. La ruggine creatasi portò lo scultore a disertare la cerimonia di inaugurazione nonostante la presenza del rappresentante del Re, del Ministro dell’Interno e della Pub-blica Istruzione. L’evento entrò nelle cronache della città di Giulianova il 26 agosto 1894 e la manifestazione, come

dimostra un’immagine dell’epoca, richiamò in piazza Belvedere (oggi piazza della Libertà) migliaia di persone. Sei anni dopo, dopo essere tornato da Firenze nella sua Giulianova, Raffaello Pagliaccetti morì, alle ore 3 dell’8 maggio 1900. Giusto in tempo per affacciarsi alla finestra del XX secolo. Il grandioso bronzo dedicato a Vittorio Ema-nuele II (morto a Roma 16 anni prima dell’inaugurazione pubblica il 9 gennaio 1878) fu momento di vanto e di orgoglio per Casa Savoia che vedeva sempre più consolidare l’appellativo di “Re galantuomo” per il figlio ed erede di Carlo Alberto. Naturalmente, la realizzazione del complesso monumentale dedicato al primo Re d’Italia ha una motivazione storica. Infatti, l’Amministrazione comunale giuliese, con a capo il sindaco Francesco Ciafardoni, volle ricordare con tale opera la sosta del monarca a Giulianova (15 ottpbre 1860) diretto a Teano per lo storico incontro con Garibaldi cui seguì l’incoronazione del Padre della Patria. Oggi la statua, che dall’alto vigila sulla Città, appare più che mai segnata dall’inesorabile trascorrere del tempo. Come tutti gli oggetti in bronzo esposti all’aria ed agli agenti esogeni, anche la gigantesca rappresentazione di Vittorio Emanuele II mostra vaste zone di ossidazione che possono trasformarsi in corrosione. L’ossidazione può anche essere di carattere protettivo (cosiddetta

patina), molto diversa dalla ossidazione corrosiva comunemente individuata come cancro del bronzo. Uno studio sulle condizioni della statua non è stato mai portato avanti e nemmeno interventi sul basamento in marmo sono stati effettuati giacchè anche questo presenta delle criticità visibili ad occhio nudo. Indubbiamente, consultare un esperto del settore “bronzo” sarebbe la prima cosa da fare. Del resto, i problemi che affiorano visivamente non possono essere sottaciuti e non si può rischiare per incuria di rottamare il Padre della Patria e l’opera scultorea di Raffaello Pagliaccetti.

Alfonso Aloisi

GIULIANOVA- Non gode buona salute l’imponente statua dedi-cata a Vittorio Emanuele II Re d’Italia realizzata prima in gesso (1886) e poi in bronzo (1889). L’autore, il giuliese Raffaello Pa-gliaccetti (nome di battesimo Raffaele cambiato probabilmente in onore del Sanzio), eseguì l’opera originaria a Firenze e la espo-se nel suo studio toscano in via Leonardo da Vinci, 9, il giorno 19 giugno 1886. Qualche anno dopo (1889) venne approntata la versione in lega la cui lavorazione fu affidata alle Fonderie Arti-stiche Conversini di Pistoia. La stessa curò l’esposizione dell’ope-ra a Firenze prima di prendere la strada per Giulianova. Raffaello

Vittorio Emanuele si lamenta

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MODA14 ANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected]

Le MARCHE,

manifatturiera e delCULLA DELL’SETTORE CALZATURIERO

Arte chic ed eleganti, per girare il mondo o per occasioni importanti. Qualità del prodotto e capacità di interpretare gusti e tendenze della moda del momento sono le caratteristiche di Meg Srl. Circondata dalla natura, in un piccolo paesino del piceno, l’azienda leader nel settore dell’alta moda

sposa e abiti da cerimonia, propone due linee per il giorno più importante della vita di una donna e per chi la circonda. Tessuti di alta qualità, rigorosamente Made in Italy, e accessori come bottoni ed etichette realizzate da ditte locali: questo, invece, il mot-to di La Maga Circe a Pagliare del Tronto; una fabbrica di confezioni che propone un vasto assortimento di camice esclusive e dalla trama particolare per uomo o donna, ragazzi e ragazze, per appuntamenti speciali e non. A due passi dal centro storico, invece, racchiusa tra le antiche mura di torri medievali, come una perla pregiata da custodire, nasce la Casetta di Marzapane Bijoux, un marchio italiano di gioielli fashion.

Un’attività che prende spunto da un sogno condiviso e dal-la passione di tre sorelle. Accessori fatti a mano e perso-nalizzati che catapultano in un viaggio all’insegna di mondi fantastici in miniatura, da indossare e sfoggiare, con una costante ricerca del design e della scelta dei materiali. A poca distanza dal mare, lungo la costa di San Benedetto del Tronto si trova, poi, Dienpi; una realtà che propone, idea e realizza disegni in strass e minuterie metalliche da applica-re su capi d’abbigliamento e calzature, progettando disegni unici, completamente personalizzati.E ancora salendo verso il litorale nord di questa regione, i

papillon in vetro di Poculum, da quelli basic a quelli più audaci con applicazioni di Swa-rovski, pois o disegni originali, vedi l’elettrocardiogramma; totalmente lavorati a mano in ogni dettaglio, i clienti indossano un pezzo di storia di questa impresa: quel tocco che fa la differenza, il vero Made in Italy.E infine Marche è sinonimo anche di culla del settore calzaturiero. Famosi brand dell’alta moda qui hanno messo le loro radici, sono cresciute, conquistando con le loro creazioni gli occhi di ogni donna. Basti pensare a Le Silla e Loriblu per le pump con tacco a stiletto, alla Tod’s per quelle sporty-chic e alla Fornarina, che ogni stagione esibisce moda giovanile e dall’animo eccentrico.Insomma un posto nel quale, nonostante la crisi degli ultimi sette anni, si continua a credere e investire energie in questo panorama perché l’eccellenza creativa del bello e ben fatto ha bisogno di contemporaneità ma anche di tradizione; consci del talento

che questa zona sprigiona, ogni giorno ci sono imprenditrici e imprenditori impegnati a co-struire una rinascita economica del territorio, cercando di garantire un futuro per i giovani, pensando anche al bene del Paese.

tradizioni, dell’arte culinaria e della sapiente lavorazione artigiana. Potrebbe in un certo senso essere definita anche come la valle verde della moda. Qui nascono e si sviluppano le aziende di numerosi ed eccellenti marchi presenti nel panorama del fashion. Qui si generano le idee e qui prendono forma. E circondata tra due fiumi, il Castellano e il Tronto, immersa in una conca naturale tra il mare e le montagne, sorge uno dei borghi gioiello che questa zona racchiude: Ascoli Piceno. La città delle 100 torri e del travertino, custode di preziose attività manifattu-riere ma anche di laboratori di artigiani e non, che continuano a creare, seguendo e utilizzando saperi dell’antico passato. Proprio in questo remoto angolo di paradiso, così lontano, apparentemente, dal quadrilatero della moda, sono sorte realtà che dell’estro e del glam hanno fatto la loro vita. Eccentrici come il dandy di d’Annunzio, originali grazie alla sapiente interpretazione delle mani e alla fantasia della mente, unici nella loro semplicità, ecco nascere i papillon in legno di Bowooden Piceni. Accessorio must have dell’estate 2015, forme particolari, dal baffo alla chiave inglese, vengono plasmati con nodi in stoffa ricercata e cuciti a mano. Un amore incondizionato per la matita, una grande idea, tanta voglia di far conoscere le proprie creazioni: tutto questo è invece l’atelier Le Piume del Colibrì. Immerso tra man-nequin e bauli pieni di ricordi, nel piccolo showroom ascolano prendono vita capi nuovi, pezzi unici e su misura, casual e ricercati,

La moda e il ben fatto: stimolo alla rinascita economica del territorio piceno e sprono per una prospettiva futura giovanile.La regione ove è possibile “mirare interminati spazi di là di un ermo colle”, che ha dato i natali a Gioacchino Rossini e a Maria Montessori; il luogo divenuto set di una delle serie tv più amate dall’intera penisola, “Che Dio ci aiuti”.È vero, le Marche sono tutto questo, ma molto altro ancora. Luogo di antiche

di Monica Casola

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MUSICAANNO I° - N.0 - Maggio 2015Distribuzione gratuita - e-mail: [email protected] 15

Come si fa a passare dalle corde di un basso alle pagine di un libro? Basta essere Satur-nino Celani, uno dei “bassi” italiani più illustri

nel mondo. Così Testa di Basso da album musicale diventa libro autobiografico e Saturnino Celani non poteva mancare con il pubblico di casa propria. Ri-

nascita è diventata l’arena nella quale Saturnino è sceso tra familiari, amici e ascolani d’ogni genere, al ritmo del basso e delle sue gag. “ Ad Ascoli solo ad Ascoli, giuro – racconta Saturnino – mi chiedono: che dice Jovanotti? Ma che ca... volete che dica Jo-vanotti? Rispondo”. E’ evidente che la consolidata collaborazione con Lorenzo abbia ormai un’etichetta indelebile. Li considera-no una sorta di fratelli siamesi vi-sta la proficua collaborazione nel tempo con brani famosi come “L’ombelico del mondo, Io No, Penso Positivo, Salvami”.

Ma nel libro c’è una un passaggio da brivido che vede Saturnino Celani e Giovanni Allevi, entram-bi ascolani, entrambi famo-si, prima amici ora molto meno. E pensare che Sa-turnino aveva prodotto i primi album di Allevi. Chi conosce Saturni-no Celani sa che dice pane al pane, vino al vino. E’ una persona autentica. Gioisce quando incontra Romano Fenati, l’a-scolano volante sulla sua moto che sfreccia a 160 orari per-fino dentro i box tanto da prendersi una

penalizzazione. E’ la personificazione dell’au-tenticità, la dote che Saturnino apprezza di più. “Fenati ama la sua moto, lo sport che pratica. - dice - Sono contento che sia un ascolano di successo”.Di contro sbatte dinanzi al pubblico l’immagine

di Giovanni Allevi e il momento nel quale dice di aver “partorito” Joy: durante una crisi di panico. “Ma vi rendete conto? – chiede al pubblico Saturni-no Celani – come è possibile credere che si possa fare una cosa del genere mentre si ha un attacco di panico? Su facebook una ragazza ha scritto “hai

ragione io soffro di crisi di panico, mi sembra assurdo”.

Poi i ricordi di un incontro con “Luciano Pavarotti, una vera rock star” nella sua casa di New York. E la passione per il buon cibo e l’hobby smoda-to per la cucina che caratterizzava indimenticabile tenore. Tanto che

durante una serata di beneficen-za, tra tutti i premi ricevuti

Pavarotti spasmodica-mente cercava

invece un ce-sto con tipi-

cità locali s a l u m i

c o m -presi.

SATURNINO

Sberleffi ai corsi di musica moderna, a quelli d im-provvisazione. Tagli d’ascia senza ripensamenti.Testa di Basso è così, una sfida al conformismo. Non risparmia suo padre in sala. Racconta dei suoi viaggi da bambino in auto con lui, dei suoi tentativi di difesa col braccio ad ogni frenata brusca, visto che le cinghie non esistevamo ancora “comode le cinghie però”. E i relativi insulti a chi lo costringeva a frenare spiegati eufemisticamente. Saturnino Ce-lani è così, se non ci fosse occorrerebbe inventarlo. Chissà cosa dirà per questa chiosa scontata? Co-munque che dice Jovanotti lo potrete chiedere an-cora a Saturnino e allo stesso Jovanotti ad Ancona dove il prossimo concerto con “Lorenzo 2015 CC.”.

DIRETTORE RESPONSABILEGaetano Amici

[email protected]

HANNO COLLABORATOAlfonso Aloisi

Marvin AngeloniEnnio CantoresiMonica CasolaVirginia Ciminà

Matteo De AngelisValentina Fiorà

Cinzia Rosatiimmagini: agenzia Fotospot

EDITOREDiamond Media Group s.r.l.

Via Metella Nuova 84/aSant’Omero (TE)Tel. 0861 887405

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SINAPSIIn attesa di registrazione pres-

so il Tribunale di TeramoDocumentazione presentata il

26/05/2015

GRAFICADiamond Media Group s.r.l.

STAMPARotative Romane s.r.l.

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Gaetano Amici

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Testa di Basso

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