Sidamo News 45 - febbraio 2016

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    SidamoNews Febbraio 2016 n.45 Pag. 1

    SIDAMONEWSFebbraio 2016 - Ed.N45 - XXXIII anno dalla fondazione del gruppo

    Ti accorgi che talmente tanto quello che ricevi che ti viene spontaneo ricambiare, mettendoti a disposizione.(Abba Sandro)

    Il ritorno in famiglia

    Sono le 4 del mattino quando usciamo dal cancello di BoscoChildren in direzione Soddo Walayta (sud Etiopia). Biniam,Tegabu, Abdulfeta e Tiba stanno per tornare a casa. laprima volta che tornano a casa dopo essere scappati dalleloro famiglie per svariati motivi. Abdulfeta da 3 anni chenon vede la madre. Tegabu ha solo la madre che vive in unapiccola lamiera nella citt di Soddo. Tiba il figlio tornato acasa dopo 4 anni vissuti per le strade di Addis. Sembra diessere nella parabola del figlio al prodigo. Il padre appena lo

    vede gli corre incontro, ammazzano un bue e invitano tutti ifamigliari a festeggiare. Tiba tornato. Biniam uscito dalcarcere di Addis, entrato a Bosco Children e da quasi 3 annifrequenta la 6a a Makanissa, uno studente esemplare. Ciracconta che a casa non c nessuno che lo aspetta, nonvuole assolutamente tornare l dove, per qualche motivo, dovuto o a voluto scappare. Il ragazzo ci indica la strada e lacasa ma per timore decide di rimanere in macchina. A casanon cnessuno. Lunico nome che abbiamo si riferisce a unazia di secondo grado, a quanto ci dice il ragazzo. Per fortuna

    alcuni vicini ci indicano la strada dove poter incontrare ladonna. Finalmente la troviamo fuori da una chiesaprotestante e la invitiamo a fermarsi e a chiacchierare. Ladonna ci dice che non vede Biniam da molto tempo e congrande nostro stupore ci riferisce di essere la madre.Labbraccio che segue tra Biniam e la madre impossibile dadescrivere, solo a scriverlo a voi oggi mi viene la pelle doca...sono quasi 5 anni che Biniam non vede la sua famiglia. Inquel pianto e in quel abbraccio ci sono tante cose che noinon possiamo comprendere. Riconsegnare i nostri ragazzialle loro famiglie sicuramente una delle cose pi incredibiliche mi sia mai capitato di vivere nella mia esperienza qui in

    Etiopia. Dalle strade, al progetto fino alla loro casa, unpercorso fatto di tante cadute, di tanti figli che non ce la

    fanno, ma anche di tanti piccoli passi. Tre giorni inavvicinamento delle loro case, girando parte dellEtiopia.Don Bosco davvero grande non c gioia pi grande nel

    riconsegnare un figlio alla propria famiglia. Ho provato ascrivere le sensazioni che si provano ogni giorno che siintraprende una nuovo viaggio, ma credetemi: viverlo,toccarlo con gli occhi, sentirlo nel cuore davvero tuttaunaltra questione. Sono tornato da 2 giorni e porto nelcuore questa grande gioia. Sono questi i momenti che cispingono ad andare avanti a non mollare, a vedere chedietro le tante fatiche si nasconde qualcosa di grande. Esserein Etiopia in questi 8 anni ci ha permesso di vivere tuttoquesto. Di riscaldarci il cuore con tante storie, di vivereinfinite emozioni [] Ormai noi siamo al temine di questopercorso, come ben sapete presto rientreremo in Italia.

    Certo siamo dispiaciuti di lasciare questa vita, maconsapevoli che il passo giusto in questo momento per lanostra famiglia. Alcuni amici, saputo del nostro imminenterientro, ci hanno chiesto siete adesso pentiti della scelta che

    avete fatto, mollato tutto per qualcosa che ora finito e chevi rivede ricominciare da capo con tante incertezze?Sicuramente il rientro in Italia ci spaventa per tanti motivi,ma non possiamo che essere consapevoli che la scelta fatta 8anni fa fu la migliore per la nostra famiglia. Amici, la vita inEtiopia vale la pena di viverla, certi treni non tornano pi,sicuramente non far curriculum, non ci far fare strada nelmondo del lavoro, ma vi far sentire Vivi, lunica vita che

    abbiamo a disposizione non potremmo spenderla meglio. Diquesto, cari amici, ne siamo straconvinti... Il pi buttarsi efidarsi di quel Dio che ogni giornoci ricorda come il fidarcidi lui ci rende felici. La nostra partenza lascer al Nigat e aBosco dei buchi, tocca a voi riempirli, non tanto perch cbisogno, ma perch ne vale la pena. Affidate amici e parentiagli amici in Italia e affidatevi agli amici in Etiopia. La nostrarealizzazione personale non passa dal nostro curriculumlavorativo, o dagli studi che abbiamo fatto, ma dalleesperienze di vita che vogliamo affrontare. LEtiopia unagrazia perch ci d l'opportunit di vivere pienamente ciche siamo, ovvero la nostra vocazione. Carissimi Amici, tuttivoi dovete sentirvi interpellati da questa vita, buttatevi e fatefare il resto al nostro grande Capo.

    (Giacomo e Ale con Ema, Fede e Diletta da Addis Abeba)

    Quando si parte per lEtiopia

    Quando si parte non si parte perch c unurgenza

    (non solo) ma perch lo si sente dentro, perchqualcosa ci freme dentro, che si vuole qualcosa didiverso nella nostra vita. Essere in Etiopia non perquello che si fa ma per come si accanto alla gente,

    condividendo le vite nel bene e nel male.

    (Ale e Giacomo da Addis Abeba)

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    Scoprire Asco con occhi giovanissimiQuestanno le mie vacanze natalizie sono state diverse;

    niente a che vedere con quelle degli altri anni: sono andatain Etiopia! Inizialmente, la mia famiglia ed io siamo statiospitati nella missione salesiana di Mekanissa, un sobborgodi Addis Abeba, la capitale. Il 23 di dicembre, con i mieigenitori e Silvia, una volontaria, abbiamo trascorso lintera

    giornata ad

    Asco, una casadi accoglienzadelle suoredella Carit diMadre Teresadi Calcutta. Lasera primaavevo sentito imiei genitoriconfrontarsicon Silvia seera adattaanche per meunesperienza

    che definivanoemotivamenteforte.Quando erastato chiesto il

    mio parere personale, io li avevo rassicurati dicendo loro cheero disponibile. Certo non sapevo cosa mi aspettasse, anchese gli adulti mi avevano spiegato che il Centro ospitavabambini disabili, orfani e abbandonati. Arrivati ad Asco,Silvia ci ha accompagnati nel luogo di accoglienza di questibambini. Giunti davanti alla porta a vetri, mi sono subito

    resa conto di essere in un luogo di sofferenza: mi sonobloccata, ero come di pietra, impaurita e spaventata. Maiavrei pensato ad una situazione cos. Davanti a me, una salabuia e fredda e una ventina di bambini, alcuni su sedie arotelle, altri per seduti terra, vestiti di pochi indumenti escalzi. Cera chi cercava di richiamare lattenzione di qualche

    inserviente, chi piangeva. Sono avanzata di qualche passo,guardandomi, rabbrividita, intorno. Anche lodore di

    quellambiente non era invitante. Non ho avuto neppure il

    tempo di pensare a cosa fare, che un ragazzino si precipitato verso di me spingendo le ruote della suacigolante sedia a rotelle con tutta la sua forza. Mi ha quasitravolta, ha buttato le sue mani sulle mie braccia perchiamarmi, poi ha afferrato le mie mani con una forzaincredibile e me le ha appoggiate sulle manopole della sua

    carrozzina, incitandomi a spingerlo. Io ho capito che avevauna gran voglia di giocare e ho iniziato a spingerlo correndoper la sala, talvolta mi fermavo di colpo perch sispaventasse, in prossimit degli altri bambini: lui siemozionava, poi rideva applaudendo e mi incitava acontinuare. Ci siamo divertiti tantissimo! Ad un certo puntoSilvia mi ha chiesto se era pronta ad imboccare qualchebimbo. Ho iniziato con un piccolino che, con mia grandesorpresa, ha divorato quello strano cibo (pane raffermo inammollo in una strana brodaglia) con gusto e velocemente.Dopo ho imboccato un bambino affetto da tetraparesi che,ad ogni boccone dato e ingoiato a fatica, sorrideva e

    allungava le braccia verso di me, tentando di battere uncinque, che aveva la forma di un pugno, per

    complimentarsi. La giornata prevedeva poi dei momentoallaperto perch i bambini prendessero aria e luce nel

    piccolo cortile. In attesa che i miei genitori tagliassero loro icapelli e disinfettassero quelle testoline piagate e piene diparassiti e funghi, toccava a me intrattenere i pi piccoli. Ioaiutavo anche a condurre i bambini con la sedia a rotelle ingiardino e, nellattesa, li accarezzavo e sorridevo a ciascuno

    di loro. Dopo il taglio, ero incaricata di profumarli con un podi borotalco: mi veniva da ridere vedendoli diventarebianchi! Era bello scherzare con loro e veder aprire sui loro

    volti grandi sorrisi bastava cos poco La giornata volata Sono tornata nel compound salesiano commossa epiena di tanti pensieri; uno tra tutti, quello di essere davverouna ragazza fortunata. Porto ancora nel cuore quei visi, queisorrisi che non potr pi dimenticare!

    (Giulia di Varese)

    Lo sapete cheIn Etiopia il judo era stato bandito dalla dittatura comunista perchsconsideratamente ritenuto pericoloso per la sicurezza del regime. Il risultato stato un vuoto che oggi ha portato una serie di arti marziali improvvisate chedominano la scena sportiva del paese. Ma questo non ci ha fermati! La ricerca

    continua e finalmente approdiamo a una palestra in lamiera piena di bambini chesaltano su una trentina di tatami che scopriamo essere stati donati dallIJF(International Judo Federation) tramite un maestro Tedesco. Accolti con lasorpresa e la gioia a cui solo i bambini africani sanno dare espressione (iniziano asaltare e ad accarezzarci gli avambracci che sembra solo noi bianchi abbiamopelosi) restiamo a guardare lallenamento.Di judo manco lombra. Osserviamo il

    ragazzo con la cintura nera che ci mostra salti, grida, calci e pugni, un paio di capriole e infine un mezzo saluto di Kung-fu. Se vero che il guercio re nel mondo dei ciechi allora sar pur vero che una sgarrupata cintura marrone poteva fare qualcosa perquestunico dojo dellEtiopia. Inizia cos lavventura; con Armen ci rimbocchiamo le maniche e iniziamo a mettere su un Dojo(ben inteso bandendo le grida e i saluti di Kung-fu). Iniziamo a formare i ragazzi pi volenterosi. Negli anni che sono passatiabbiamo lavorato duro. Nei primi tempi abbiamo avuto pochi ragazzi nel dojo, poi piano piano sempre pi allievi. Abbiamoorganizzato stage con maestri Italiani, Tedeschi ed Etio-tedeschi. I ragazzi etiopi ci hanno dato tante soddisfazioni, abbiamopartecipato alla coppa dellAfrica orientale a Nairobi nonch al Grand Prix di Dussendorf. Ttutto quello che abbiamo fatto stato possibile grazie allaiuto dellIJF che, lavorando tramite il comitato olimpico tedesco continua a sostenere il judo nelpaese. Roberto Orlando suwww.judopuglia.it -Federazione Judo e JuJitzuin Etiopia:www.ejja.info)

    http://www.judopuglia.it/http://www.judopuglia.it/http://www.judopuglia.it/http://www.ejja.info/http://www.ejja.info/http://www.ejja.info/http://www.ejja.info/http://www.judopuglia.it/
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    Come ogni cosa assume significatoParlare di Bosco Children non mai semplice Questo

    perch quando varchi quel cancello la tua vita in un qualchemodo cambia. Addirittura andare a fare una bancarellaincomincia ad essere unesperienza percepita diversamente

    dal solito. Guardi quei portachiavi a forma di scarpa che perte non sono pi solo portachiavi ma storie, volti, amici,abbracci. Bosco Children d senso!D senso ad un sacco dicose: ad un portachiavi a forma di scarpa, alla bancarellache fai la domenica mattina dopo messa, alla fatica che ditanto in tanto facciamo nellesserci sempre, d senso a tutti

    i soldi che diamo a Trenitalia, ad avere lagenda piena e alnon faccio una vacanza seria da 4 anni, d senso al con

    quella persona proprio non ce la faccio ma continui a

    provarci lo stesso senza mettere dei muri, al lavoro/studiotutta la settimana e al sabato sera dormo su un materassoalto un dito e pieno di polvere e la domenica mattina mifaccio svegliare da un prete che urla Buongiovnoooo e

    apre tutte le finestre, d senso al ritornello di giullare deicampi siete tutti ladri ragazzi miei non ho pi il mio cuore

    ce lavete voi, alle lodi che fai al mattino, al il 15

    febbraio ma ho gi organizzato la mia estate, d senso al

    sentirsi irrequieti, alla tensione che abbiamo dentro che ci

    dice devo fare un passo in pi, alla fame di Etiopia che civiene e alle lacrime che versiamo per essa Bosco Children

    d senso a questo e a molto altro anche al tempo che staiperdendo a leggere questo articolo. E forse ti staichiedendo: Perch Fra ha fatto tutto questo elenco dicose? la risposta semplice: dopo Bosco Children la mia

    vita ha acquisito un senso nuovo, pi ricco, pi pieno, pitutto! partendo da questo elenco di piccole cose, fino adarrivare a quelle pi grandi. E se hai una piccola scintilla cheti fa pensare: Ho voglia di partire, incomincia a buttarci su

    della benzina anche se hai un sacco di paure, anche se trovidelle giustificazioni per non farlo, anche se ho delle cose

    che non posso lasciare qui, perch dire Voglio partire a

    volte ci costa tanta fatica ma se il coraggio viene fuoriallora la tua vita assume un nuovo senso pi ricco, pipieno, pi tutto!

    ( Francesco di Jolanda di Savoia )

    Ethiopia: Im comingCi siamo, mancano pochi giorni e si parteeee! LEtiopia, ildesiderio di conoscere e donare tempo ad altre persone,culture, tradizioni sempre stato in me ma si fatto piinsistente nel conoscere gli Amici del Sidamo. Il tutto iniziato 5 o 6 anni fa quando ho conosciuto la realt deicatering, uno spazio in cui ho incontrato personeinnamorate dellEtiopia che mi hanno fatto comprendere

    lanima di questa associazione. Ho poi conosciuto la realtdei campi, corti e lunghi, dove largomento che univa tuttiera ed la fantastica esperienza vissuta nei vari progetti! Aspingermi a partire sono stati i racconti delle persone, gliocchi che brillavano, le foto dei posti, tanto da non riuscirepi a rinnegare la mia voglia di conoscere il mondo, viverci,

    imparare nuove lingue, mettermi in gioco. Ovviamente lepaure sono tante, alcune banali e legate a cose pratiche,altre molto pi irrazionali! Ho imparato a non tenermeleper me, a non soffocarle ma a condividerle con il mio

    Gruppo e con le persone a me vicine in modo che nondiventino mostri che mi paralizzano. La paura pi grande sicuramente quella di deludere le aspettativedellassociazione e di me stessa, di non riuscire a portare a

    termine i 4 mesi; infatti alcune mattine mi sveglio e pensose davvero sono convinta di questa partenza poi ci riflettoun attimo e mi dico che proprio il momento giusto, che

    ho voglia di impiegare il mio tempo in attivit alternative ecostruttive. Qualche tempo fa leggevo un librettocontenente i requisiti per partire e uno di questi laverportato a termine i propri impegni da l ho capito che la

    partenza qui ed ora giusta per me. Ho concluso i miei

    studi, ho portato a termine i progetti in cantiere e ora sonopronta per dedicare tempo ed energie ad altre persone,cosa che probabilmente prima avrei fatto con menoconvinzione e passione. Oltre alle paure c la voglia

    incalzante di vivere questa esperienza anche se Il bello di

    partire fatico ad esprimerlo! Quando penso alla partenza

    ho mille emozioni contrastanti; sicuramente questo tipo di

    esperienza ti fa riconoscere le persone vicine, ti faapprezzare ogni singola parola o consiglio e ti permette diaprire la mente. Credo che 4 mesi in Etiopia non mi farannocurriculm ma mi arricchiranno come persona, parto perfare del bene ma probabilmente sar maggiore ci che mi

    La Paola (la prima a sinistra con la maglietta rossa del trentesimo)

    mentre va al lavoro al campo di Jolanda 2015

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    verr donato! Non sto nemmeno scappando dallItalia, non

    fuggo, sto partendo per scelta, per essere migliore perchsono convinta che ogni singolo giorno a Zway mi insegnerqualcosa anche nei momenti di difficolt.

    ( Paola di Brescia )

    LAmico del Sidamo e la legna una domenica mattina di febbraio, non fa molto freddoma piove per la prima volta dopo mesi, e insomma di acqua

    ne viene gi parecchia. Lamico del Sidamo non esita, volenteroso, si presenta al campo legna di Varese. Accadepoi che si trova immerso fino alle caviglie nel fango, a tirare

    una funeinsieme ad altricinque o seimessi nonmeglio di lui, alsupposto fine ditrascinaretronchi su per ilfianco di una

    collina. Delfuoco laggi infondo alladiscesa serbaun vagoricordo. Ecco,credo siaandata pi omeno cos.Chiaramente ilnostro si

    interroga sui motivi della sventurata decisione di

    partecipare a quel campo. Ci aspetteremmo che lo facesse,

    quantomeno, poich insomma, i poveri hanno bisogno, eio dovr pur fare qualcosa, ma perch proprio la legna?!Che poi non nemmeno cos redditizia. Davvero tuttaquesta fatica e questo fango che ho addosso non sipotevano evitare? Il nostro amico del Sidamo ragiona cos,e non ci crede a chi gli dice che si sta divertendo un mondoa trascinare tronchi nel fango. Lui non si diverte per nulla.Per poi torna a casa, si lava, e toltosi di dosso il fango,almeno il pi visibile, le cose assumono un altro aspetto.

    No, il nostro non arriva a credere di essersi in veritdivertito, questo no. Ma una cosa gli viene in mente, unacosa che sa bene ma che troppo spesso dimentica: chestare nel fango avvicina ai poveri,e che se questi poveri livogliamo aiutare dobbiamo pur star loro vicini. Non perchla fatica sia di per s un valore, o essere sporchi di fango siadi per s un attestato di merito. Semplicemente perch ilnostro amico del Sidamo, come tutti gli altri Amici delSidamo, spera che laver guardato le cose dal punto di vista

    di chi sta nel fango far la differenzaalmeno una volta, unadifferenza concreta. Almeno una volta, nei prossimi mesi,prender una buona decisione che non avrebbe preso, o

    eviter un brutto gesto che avrebbe compiuto, se non fossestato in quel fango, perch l che sa di poter trovare lagiusta prospettiva. Il campo legna di Varese stato anchetanto altro: la fatica di chi lha preparato, la serata che

    abbiamo condiviso, la gioia di rivedere tanti amici, diascoltare chi dallEtiopia appena tornato Massimo eCristina e chi sta per andarci Marco, Monica e Cate. Ilgruppo di Varese ringrazia di cuore tutti quelli che sonopassati, e vi d appuntamento alla prossima puntata, con osenza fango.

    (Riki di Varese)

    rossimamente

    28 febbraio: forum MGS

    29 febbraio: partenza Paola di Brescia (Zway)

    4 marzo: incontro disponibili a tempo lungo (ZTL)

    5-6 marzo: campo Oggiono (LC)

    9 marzo: adorazione eucaristica a Milano S.A.

    12-13 marzo: campo a Suzzara (MN)

    12-13 marzo: campo a Sesto S.G. (MI) 17 marzo: coordinamento

    19 marzo: partenza di Cate, Marco & Monica per

    ritiro volontari in Etiopia

    19-20 marzo: ritiro giovani

    25-28 marzo: campo disponibili a Varese

    29 marzo: ritorno Cate, Marco & Monica

    1 aprile: incontro preparazione campi estivi (Parma)

    e-mail a cui inviare articoli, lettere o fotografie per il SidamoNews: [email protected] e/[email protected]

    LEtiopia ci ha insegnato a sentirci vivi ogni giorno(Giacomo & Ale)

    L'ultima parola a

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]