Sicilia in cenere

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degli altri, solo degli altri. [Domenica ventisei agosto duemila- sette, sono le tredici e quaranta, sull’aereo che ha appena staccato dal Falcone Borsellino. Una settima- na dalla mamma -nel Palermitano- e un po’ di mare. Ecco perché mi permetto di scrive- re riguardo a questa regione incenerita, per- ché -in fondo- sicilia- no lo sono anch’io: Palermitano di nasci- ta, genitori siculi, un’infanzia trascorsa vicino a Via Pitrè (un quar- tiere nè troppo malfamato né troppo signorile). Una nonna Trentina -pur- troppo mai conosciuta- è l’unico accenno di nord nel mio dna. Il nonno paterno ci ha lasciato una casetta di “villeggiatura” nel Monrealese, vicino al capoluogo, in quella che un tempo era conosciuta -in 4 VFV Luglio/Agosto 2008 A nche quest’anno la Sicilia è ridotta in cenere ed io mi ritrovo a ricopiare -con la carta carbone sarebbe l’ideale- le parole di fuoco di Piero Cascio dal Giornale di Sicilia del 26 agosto: “Occorre sul serio dedicarsi alla prevenzione? Intanto si sappia subito se c’è un problema di risor- se. Riteniamo di no, se si possono impiegare 35 milioni di euro da destinare alla stabilizzazione o all’aumento delle giornate lavorative degli operai forestali stagionali. La superficie distrutta dai roghi è già doppia rispet- to all’anno prima; più del dop- pio, in meno di un anno, il nume- ro di ettari in fumo” (28.435 ettari di bosco già bruciati alla data di venerdì 24 agosto; in tutto il 2006 gli ettari distrutti furono 13.470 ndr). La Sicilia è in cenere ma ai Siciliani importa qualcosa? Se le fiamme non sono allʼuscio, la disgrazia è Sicilia in cenere ...ma ai Siciliani importa qualcosa? di Antonio Ascanio Mangano Lo scorso anno, in questo stesso periodo, la Sicilia veniva devastata dalle fiamme; quelli che seguono sono i miei appunti buttati giù durante il volo di ritorno a Milano. Quest’estate auguro a tutti una stagione più “fresca” ma, si sa, nel nostro campo non ci si può affidare alla sorte. 04/05 sicilia.qxd:Layout 1 21-07-2008 13:47 Pagina 4

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..ma ai siciliani importa qualcosa? Si tratta d'un problema di risorse, di prevenzione o di cultura?

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degli altri, solo degli altri.

[Domenica ventisei agosto duemila-sette, sono le tredici e quaranta,

sull’aereo che ha appenastaccato dal Falcone

Borsellino. Una settima-na dalla mamma -nelPalermitano- e un po’di mare. Ecco perchémi permetto di scrive-re riguardo a questa

regione incenerita, per-ché -in fondo- sicilia-no lo sono anch’io:

Palermitano di nasci-ta, genitori siculi,

un’infanzia trascorsavicino a Via Pitrè (un quar-

tiere nè troppo malfamato né tropposignorile). Una nonna Trentina -pur-

troppo mai conosciuta- è l’unicoaccenno di nord nel mio dna.

Il nonno paterno ci ha lasciatouna casetta di “villeggiatura” nelMonrealese, vicino al capoluogo, inquella che un tempo era conosciuta -in

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Anche quest’anno la Sicilia èridotta in cenere ed io miritrovo a ricopiare -con la

carta carbone sarebbe l’ideale- leparole di fuoco di Piero Cascio dalGiornale di Sicilia del 26 agosto:“Occorre sul serio dedicarsi allaprevenzione? Intanto si sappiasubito se c’è un problema di risor-se. Riteniamo di no, se si possonoimpiegare 35 milioni di euro dadestinare alla stabilizzazioneo all’aumento delle giornatelavorative degli operaiforestali stagionali.La superficie distruttadai roghi è già doppia rispet-to all’anno prima; più del dop-pio, in meno di un anno, il nume-ro di ettari in fumo” (28.435ettari di bosco già bruciatialla data di venerdì 24agosto;in tutto il

2006 gli ettari distrutti furono 13.470ndr).La Sicilia è in cenere ma aiSiciliani importa qualcosa?Se le fiamme non sono allʼuscio,

la disgrazia è

Sicilia in cenere...ma ai Siciliani importa qualcosa?

di Antonio Ascanio Mangano

Lo scorso anno, in questostesso periodo, la Siciliaveniva devastata dalle

fiamme; quelli che seguonosono i miei appunti buttati

giù durante il volo di ritornoa Milano. Quest’estate auguro

a tutti una stagione più “fresca”ma, si sa, nel nostro campo

non ci si può affidare alla sorte.

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tutto il mondo- come la “Concad’Oro”. Si, sui libri di scuola e nelleguide turistiche si chiama ancoracosì: Conca perché è una valle ed’oro perché coltivata ad agrumi; diqueste parti quei grossi cedri chequi si mangiano a fette passate nelsale. Oggi il colore del preziosometallo tinge ben poco: l’abusivismoedilizio degli scorsi decenni ha tem-pestato questa valle di “villini”, comesi dice da queste parti, le case divacanza dei Palermitani. Nel belmezzo della conca troneggiano gliscivoli azzurri di un parco acquatico.Dicevo del nonno, maresciallo diPubblica Sicurezza (poi Polizia diStato ndr), faticò non poco perpotersi permettere questa casetta. Ilnonno faceva il poliziotto con filoso-fia; a volte mi facevo raccontaredelle sue operazioni ma v’era benpoco di esaltante: “Nonno, racconta-mi di un arresto!” Lui mi diceva dirivolgersi al delinquente così: ”Io tidevo arrestare, se vuoi ci prendiamoun caffè insieme e poi andiamo inquestura, niente manette. Se invecepreferisci scappare devo farti pren-dere dai miei uomini.” Pare che,quasi sempre, gli individui da assi-curare alla giustizia optassero per ilcaffè.Finirò in fretta con la storia delnonno, prometto, in effetti avevoscritto che avrei parlato d’incendi;però, in qualche modo, il discorsoc’entra. Il maresciallo Mangano sioccupò del brigantaggio e –si dice-fu anche guardia particolare delduce. Se per un motivo o per l’altronon saprei, fattostà che si vide reca-pitare dei simpatici omaggi, qualiteste di animali mozzate di fresco.Per il bene dei figli accettò una “pro-mozione” e venne messo a capo delReparto Mobile (da non confonderecon la Squadra Mobile; finì all’ufficioautomezzi per intenderci)].

Veniamo a noi: gli incendi arrivanoogni anno puntuali, nonostanteun esercito di operai forestali si“affanni” tutto lʼinverno per la

bonifica del sottobosco, per larealizzazione di corridoi taglia-fuoco e quantʼaltro. Basti pensareche quest’anno sono stati destinatiben trentacinque milioni di euro peril solo adeguamento degli stipendidegli operai! Insomma, il fuoco arri-va e ce ne accorgiamo vedendosfrecciare, sotto casa, i mezzi del“servizio antincendi boschiviregionale”. Quando poi la situazio-ne si fa brutta ecco arrivare i vigilidel fuoco e, quando la montagna èavvolta dalle fiamme, arrivanoanche gli elicotteri e i Canadair.Poi, quando il fuoco è al tuo uscio-e solo allora- ecco che il problemadiventa anche tuo. E poi, e poi èemergenza: carabinieri intossica-ti, cittadini col fazzoletto sullabocca tentano di spegnere le fiam-me con alcuni rami. E poi i feriti, e-ahimè-anche i morti.Il funzionario di turno al ComandoProvinciale dei vigili del fuoco diPalermo dichiara ai giornalisti:”abbiamo richiamato il personaleche si trovava in vacanza; lavo-riamo su turni di ventiquattroreanziché dodici. I sedici automezziche abbiamo a disposizione nonbastano, ce ne vorrebbero alme-no trenta!”. A questo punto -aparer mio, che non sono un tecnicoma ho maturato un’esperienza diqualche anno come vigile del fuocovolontario- quando lʼemergenza ègeneralizzata non basterebbero60 autopompe. Certo, quando l’in-cendio avanza -e il maggior nume-

ro di roghi “sʼinnescano” nellegiornate di scirocco- la “colpa”dei ritardi viene affibbiata alla pro-tezione civile e ai Canadair chetardano ad arrivare (ieri, sulla peni-sola, erano in volo 36 aeromobiliantincendio ndr).Quest’anno c’è già un nuovo col-pevole -o meglio un nuovo caproespiatorio- il proprietario terrieroche non ripulisce la sua proprietàdalle sterpi: una nuova legge preve-de che, dal prossimo anno, le regio-ni potranno intimare ai privati dibonificare da sterpi e ramaglie iterreni. Se i padroni non dovesserofarlo, i governi regionali potrebberooccuparsene direttamente rivalen-dosi poi su di questi. Alla luce diquestʼultimo provvedimento, michiedo: basteranno sessantamilioni di euro per adeguare gli sti-pendi degli operai forestali in Sicilia?Ma…in Trentino Alto Adige e inValle dʼAosta -regioni a statuto spe-ciale, autonome perciò- hanno vistotanto male nel prevedere una caser-ma di vigili del fuoco volontari inogni Comune? La federazione deiCorpi dei Vigili del FuocoVolontari Trentini, oltre a presi-diare il proprio territorio, può per-mettersi lʼavvicendamento inSicilia di squadre di pompierivolontari per i mesi di luglio eagosto.Il progetto dell’OnorevoleZamberletti, per l’intera penisola,era quello di seguire il modellotrentino; la base per una culturadella protezione e difesa civile.Sapete cosa ha risposto GuidoBertolaso alla domanda sullʼeven-tuale necessità di potenziare ilCorpo Forestale dello Stato?“loro di incendi ne spengono benpochi, si sentono forze di polizia,potenziamo i vigili del fuoco chesanno spegnere gli incendi e pos-sono insegnare ai volontari.”. Nonmi capita spesso ma, questa volta,mi trovo dʼaccordo con il CapoDipartimento della ProtezioneCivile.

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