Si può fare! n.6

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aprile 2012 - pubblicazione mensile a cura del presidio di ‘’libera cassano - gaetano marchitelli’’ numero Vi - direttori responsabili: angelo luiso & marialuisa caricato - email: [email protected] «c’è chi dice no»: ercolano e la sua rivoluzione “Pizzo” è un termine che può avere parecchi significati: è dell’Antiracket, e simbolo di un sud che non si piega. un tessuto finemente lavorato, è un modo di tagliare la Tutti, insieme, hanno mandato dietro le sbarre 41 barba, è un comune italiano, è una somma di denaro persone affiliate ai due clan del racket e 250 estorta dalla malavita a commercianti e imprenditori in camorristi, finiti in manette nel giro di quattro anni dal cambio di "protezione". 2005 al 2009. Quest’ultimo però è l’aspetto che più intimorisce, capace Non hanno aperto quando il pizzo bussava, alla visita di rendere gli uomini schiavi, o spettatori inermi della loro della malavita, in una cittadina di sessantamila abitanti vita. che conta in dieci anni sessanta morti in scontri Ma c'è, invece, chi dice no! Ci sono paesi che hanno camorristici. Una mafia radicata da generazioni, ma in supermercato. Come se la libertà avesse un prezzo. dovrebbe, ma in fin dei conti non si fa. Poi la rivolta. Prima i 42 commercianti. Poi il sindaco È una grande tela da tessere, quella della legalità, in un sud Nino Daniele, dalle “passeggiate anti-mafia” alla abituato, suo malgrado, a lenzuola “merlettate” di pizzo. concessione di una dispensa dal pagamento di Ici e Tarsu Bisogna avere il coraggio di dire «no!» quando la mafia per tutti coloro che rifiutavano di cedere ai pagamenti. La viene a bussare, perché solo noi, insieme, possiamo passione del siciliano Tano Grasso, presidente sradicare questa pianta marcia. . deciso di denunciare e di ricominciare. È il caso di Ercolano. Ercolano non paga più. Nessuno. Tutti insieme hanno deciso di non cedere più alle minacce della Camorra. Hanno capito che infondo la mafia ti protegge da se stessa, ti convince che hai bisogno di essere al sicuro, e in questo modo ti rende schiavo delle sue scadenze, delle sue "comode rate mensili". Ti convince che non puoi essere libero, che non ne hai il diritto, che se vuoi dormire tranquillo ti devi affidare a loro. Ma Ercolano, questo paese in provincia di Napoli, ha dimostrato che battere la Camorra si può. Una buona notizia, in un Sud dove l’estorsione si tramanda di padre in figlio, come fossero cimeli di famiglia. Da 150 a 1500 euro ogni trenta giorni, dalla bottega al grande pochi anni si è riusciti a rimandare i topi nelle loro fogne, assicurandosi che non ritornino a infestare i vicoli della città. Strade, quelle di Ercolano, che non terranno più la testa bassa, che non manterranno più pericolosi segreti. E a dimostrazione che "insieme si può fare" c'è un cartello che spunta all'ingresso della cittadina “Ercolano, territorio derackettizzato”, oltre che una mappa che viene consegnata ai turisti con i negozi che non pagano più. Pensare che fino a pochi anni fa, c’era qualcuno che aveva scritto “Viva la camorra” e probabilmente, quel qualcuno adesso è in galera. La speranza è che il caso Ercolano non rimanga un'utopica possibilità , che non resti un caso isolato di come si potrebbe, o meglio si lilla

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Sesto numero del mensile "Si può fare!" dell'associazione Libera - Gaetano Marchitelli di Cassano delle Murge (Ba)

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aprile 2012 - pubblicazione mensile a cura del presidio di ‘’libera cassano - gaetano marchitelli’’

numero Vi - direttori responsabili: angelo luiso & marialuisa caricato - email: [email protected]

«c’è chi dice no»: ercolano e la sua rivoluzione“Pizzo” è un termine che può avere parecchi significati: è dell’Antiracket, e simbolo di un sud che non si piega. un tessuto finemente lavorato, è un modo di tagliare la Tutti, insieme, hanno mandato dietro le sbarre 41 barba, è un comune italiano, è una somma di denaro persone affiliate ai due clan del racket e 250 estorta dalla malavita a commercianti e imprenditori in camorristi, finiti in manette nel giro di quattro anni dal cambio di "protezione". 2005 al 2009. Quest’ultimo però è l’aspetto che più intimorisce, capace Non hanno aperto quando il pizzo bussava, alla visita di rendere gli uomini schiavi, o spettatori inermi della loro della malavita, in una cittadina di sessantamila abitanti vita. che conta in dieci anni sessanta morti in scontri Ma c'è, invece, chi dice no! Ci sono paesi che hanno camorristici. Una mafia radicata da generazioni, ma in

supermercato. Come se la libertà avesse un prezzo. dovrebbe, ma in f in dei cont i non s i fa .Poi la rivolta. Prima i 42 commercianti. Poi il sindaco È una grande tela da tessere, quella della legalità, in un sud Nino Daniele, dalle “passeggiate anti-mafia” alla abituato, suo malgrado, a lenzuola “merlettate” di pizzo. concessione di una dispensa dal pagamento di Ici e Tarsu Bisogna avere il coraggio di dire «no!» quando la mafia per tutti coloro che rifiutavano di cedere ai pagamenti. La viene a bussare, perché solo noi, insieme, possiamo passione del siciliano Tano Grasso, presidente sradicare questa pianta marcia.

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deciso di denunciare e di ricominciare. È il caso di Ercolano. Ercolano non paga più. Nessuno. Tutti insieme hanno deciso di non cedere p iù a l le minacce de l la Camorra. Hanno capito che infondo la mafia ti protegge da se stessa, ti convince che hai bisogno di essere al sicuro, e in questo modo ti rende schiavo delle sue scadenze, delle sue "comode rate mensili". Ti convince che non puoi essere libero, che non ne hai il diritto, che se vuoi dormire tranquillo ti devi affidare a loro. Ma Ercolano, questo paese in provincia di Napoli, ha dimostrato che battere la Camorra si può.Una buona notizia, in un Sud dove l’estorsione si tramanda di padre in figlio, come fossero cimeli di famiglia. Da 150 a 1500 euro ogni trenta giorni, dalla bottega al grande

pochi anni si è riusciti a rimandare i topi nelle loro fogne, assicurandosi che non ritornino a infestare i vicoli della città. Strade, quelle di Ercolano, che non terranno più la testa bassa, che non manterranno più pericolosi segreti. E a dimostrazione che "insieme si può fare" c'è un cartello che spunta all'ingresso della cittadina “Ercolano, territorio derackettizzato”, oltre che una mappa che viene consegnata ai turisti con i negozi che non pagano più. Pensare che fino a pochi anni fa, c’era qualcuno che aveva scri t to “Viva la camorra” e probabilmente, quel qualcuno adesso è in galera. La speranza è che il caso Ercolano non r i m a n g a u n ' u t o p i c a possibilità, che non resti un caso isolato di come si potrebbe, o meglio si

lilla

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Questo mese abbiamo deciso di raccontare due storie molto simili tra loro, ma con due significati totalmente diversi. Abbiamo preso ispirazione da due storie realmente accadute che speriamo spingano i più piccoli ad una riflessione e, perché no, siano motivo di dibattito all’interno delle loro classi. Un ennesimo tentativo che ci auspichiamo non sia vano. Le storie in questione mettono a confronto le vite di due ragazzini, le loro scelte di vita e le conseguenze delle stesse. Nella prima storia vedremo Totò, un ragazzino reclutato dalla

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perché scegliere l’illegalità

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mafia che si trova davanti una vita in discesa, piena di “successi” e che nel suo epilogo sarà sceso troppo in basso per potersi rialzare; dall’altro lato, invece, avremo Paolino, un ragazzino che si trova a giocare nel campo dell’oratorio del suo paese con i suoi amici, che coltiva le sue passioni senza tralasciare i suoi impegni e i suoi “ideali puliti”. Le due storie, uguali inizialmente, si ricongiungeranno nel finale, dove i due protagonisti saranno ripagati per le loro scelte. Buona lettura!

perché scegliere la legalità

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Libera Cassano - Gaetano Marchitelli

quando tutto ebbe inizio... storia del cancro italiano

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Il coraggio di angela

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Non è facile ribellarsi ad un sistema di tangenti e di pizzo, soprattutto quando la camorra incendia la tua attività. Silvana Fucito è una commerciante e, con il marito, è titolare di un negozio di vernici. Il suo negozio a venne dato alle fiamme il

del , ma lei, unica nel suo quartiere trova il coraggio di ribellarsi.“Il coraggio di Angela” è una miniserie basata sulla storia vera di Silvana (Angela), che decide di ribellarsi al racket camorrista, ed è per questo che di fronte ai suoi occhi vede il proprio negozio, il lavoro di tutta una vita, ridotto in cenere. Il titolo di questa miniserie è dato proprio dal coraggio di riemergere dalle ceneri, dal coraggio di vivere come antimafia in un ambiente strettamente malavitoso, dal coraggio di essere soli, forse per sempre, nella lotta contro il pizzo. Ma nonostante questo durante il film, Angela denuncerà il torto subito, rimetterà in piedi la sua attività, e salverà suo nipote Salvatore dal controllo camorristico, proteggendolo e offrendogli un lavoro nel suo negozio di vernici. Silvana è diventata il simbolo, in tutta Italia, non soltanto a Napoli, della lotta contro un pizzo, che può essere sconfitto, e contro una camorra che può essere estirpata. Dal 2002 è sotto scorta, presidente dell’Associazione “San Giovanni a Teduccio per la legalità”, e dal 2005 è nella lista dei 37 eroi europei.Il silenzioso sforzo di Silvana, ha dato il coraggio, non solo alla sua famiglia di rimanere unita, ma a tanti altri commercianti che dopo di lei si sono fatti forza e hanno finalmente alzato la testa.

San Giovanni a Teduccio 19 settembre 2002

Era il lontano 1837. Un procuratore segnalava la presenza di picciotti non si fanno alcuno scrupolo a sciogliere nell’acido.strane organizzazioni, di cosche, sul territorio della Sicilia. Sono proprio i picciotti a sporcarsi le mani, assecondando ogni Dalla nascita della mafia, riconducibile a quel periodo, sono richiesta della propria famiglia. Quella famiglia che non è di passati quasi due secoli che l’hanno vista prosperare, crescere sangue, ma lo sembra, perché il legame, certamente malsano, e diffondersi in tutti i continenti, affondare le sue radici nella che lega ogni membro all’altro, è ben più forte di quello che la nostra terra, cambiare la vita della gente, alle volte troncarla. discendenza può creare. È curioso notare come la principale Mettere un fermo alla speranza, spazzare via la legalità e la causa della nascita della mafia e di cosa nostra sia stata la forza di lottare per averla. La mafia ha diversi nomi, cosa scarsa presenza dello Stato sul territorio, quello Stato che nostra, ‘ndrangheta, camorra, sacra corona unita, ma rimane essa fin dalle sue origini e ancora tutt’oggi cerca di sostituire. sempre un frutto marcio di quell’albero malato che, nel 1837, Un rapporto confuso quello che li lega e che spesso li rende crebbe in uno scenario devastato dalla disparità sociale, in cui simili e li confonde, nonostante lo Stato tenti in ogni modo di le masse di miserabili contadini dovettero sottostare alla smentire. violenza di massari e gabellotti, progenitori dei futuri mafiosi. Ma al di là di tutto, è la forza dei grandi uomini a compiere i In particolare cosa nostra, la mafia di più antica origine, è la più grandi passi verso una possibile sconfitta della diretta discendente di questi ultimi, e può essere considerata criminalità organizzata, attraverso maxi processi come quello la più pericolosa al mondo per diffusione e per attività nelle del ’86 e arresti di importanti nomi della mafia, come quello quali è impegnata. Alcune di esse sono il traffico di droga, di del boss Riina nel ’93 e di Provenzano nel 2006. E questo ci fa armi, il riciclaggio del denaro sporco, la raccolta del pizzo, la sperare che forse, un giorno, ciò in cui Giovanni Falcone gestione di attività edilizie e lo smaltimento di rifiuti. È la credeva sarà qualcosa di più di una semplice speranza. Egli violenza che la mafia provoca a produrre tra la gente la più diceva che «la mafia è un fenomeno umano e come tutti i vasta eco, specialmente quando si tratta di omicidi di grandi fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà personaggi come Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa. Spesso non quindi anche una fine». Noi siamo certi che sia così.si ha traccia, invece, della moltitudine di vittime di mafia che i

«Ci sono stati uomini che hanno continuato

nonostante intorno fosse tutto bruciato

perché in fondo questa vita non ha significato

se hai paura di una bomba o di un fucile puntato

gli uomini passano e passa una canzone

ma nessuno potrà fermare mai la convinzioneche la giustizia no...

non è solo un'illusione»Fabrizio Moro - Pensa