SEZIONE I: STUDI 10 - Aracne editrice - · 2017-09-20 · Psicanalisi e medicina 1.1. ... tempo e...

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INCONSCIO E SOCIETÀ SEZIONE I: STUDI

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INCONSCIO E SOCIETÀSEZIONE I: STUDI

Direttore

Luciana L SPsicoanalista, psicologa, economista e filosofaPresidente OPIFeR (Organizzazione di Psicoanalisti Italiani, Federazione e Registro)Membro OPL (Ordine degli Psicologi della Lombardia)Milano

INCONSCIO E SOCIETÀSEZIONE I: STUDI

Questa collana intende raccogliere i frutti dell’applicazione della psi-coanalisi alla vita contemporanea. Le parole chiave dei lavori chefanno parte della collana sono formazione e ricerca clinica: l’impo-stazione iniziale si proponeva di applicare la psicoanalisi freudiana,nell’orientamento datole da Jacques Lacan, al discorso universitario.Tuttavia l’esigenza di scientificità, di cui l’Università non può non te-ner conto, non ha altro strumento che la formazione dell’analista. Lopsicoanalista ha il compito di curare, ma allo stesso tempo è portatoredella causa di promuovere il reale della soggettività, come avveniva inun’altra epoca attraverso quelle pratiche dette “arti liberali”. Il lavoroche l’analista fa su di sé diventa quindi il nocciolo di una soggettivitàdella scienza, possibile e non preclusa, il prototipo di un “saperci fare”per tutte quelle professioni che Freud definì Mestieri Impossibili perchéhanno come loro oggetto il soggetto stesso.

Ettore Perrella

La ragione freudiana

Volume I

Il tempo etico

Prefazione diAdone Brandalise

Presentazone diLuciana La Stella

Copyright © MMXVAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

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I edizione: maggio

Ogni visione sarà [...] per voi come le parole d’un libro sigillato, che si dà aduno che sappia leggere, cui si dica: «Leggi qua». Questi risponderà: «Nonposso, perché è sigillato». Se poi si darà il libro a chi non sa leggere, dicendo:«Leggi qua», questi risponderà: «Non so leggere».

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Quando lo vidi, crollai come morto ai suoi piedi, ma egli pose la suadestra su di me e disse: «Non temere. Io sono il primo, e l’ultimo, e ilvivente; fui morto, ma ecco: io sono vivo per i Tempi dei Tempi, e possiedole chiavi della morte e degl’inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, cioèquello che ora è e quello che deve avvenire in seguito [...]».

E il messaggero che avevo scorto in piedi sul mare e sulla terra levò lamano destra al cielo e giurò per colui che vive nei Tempi dei Tempi, che hacreato il cielo e ciò che in esso esiste, la terra e ciò che in essa esiste, il maree ciò che in esso esiste: «Non ci sarà più tempo. Anzi nei giorni del suonodel settimo messaggero, quando questi inizierà a squillare, sarà consumatoil mistero di Dio, com’egli ha annunciato ai propri servi, i profeti [...]».

E io vidi la città santa, la Gerusalemme nuova, mentre discendeva dalcielo, da presso Dio, preparata come una sposa che s’è abbellita per il suosposo. E udii una voce potente che parlava dal trono: «Ecco la tenda di Diotra gli uomini. Egli porrà le sue tende con loro. Essi saranno il suo popolo eDio stesso sarà con loro, e asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la mortenon esisterà più; né lutto, né grida, né sofferenza esisteranno più, perché lecose di prima sono scomparse». Poi colui che sedeva sul trono disse: «Ecco,io faccio nuova ogni cosa». E disse ancora: «Scrivi, perché queste parolesono fedeli, e dicono il vero». E mi disse ancora: «È fatto. Io sono l’alfa el’omega, il principio e la fine. A chi ha sete darò, senza chiedere nulla incambio, dalla fonte dell’acqua della vita. Il vincitore avrà questo in eredità:io sarò Dio per lui, ed egli sarà figlio per me. Però quanto ai pavidi, ai nonfedeli, ai depravati, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agl’idolatri e atutti i falsi, la loro sorte sta nello stagno che arde di fuoco e di zolfo, ch’è laseconda morte».

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Indice

Prefazione

Premessa

Introduzione

Parte IL’inconscio come ipotesi

Capitolo ISoggetto trascendentale e soggetto diviso

.. Psicanalisi, scienza, filosofia, – .. Limiti, – .. Il presuppostokantiano della psicanalisi, – .. «Concetto inconscio», – .. Ilreale del tempo, – .. Concetto e temporalità, – .. Da doveviene l’uno, – .. Dalla rappresentazione al concetto, – .. Loschematismo trascendentale, – .. Dallo schematismo trascendentalealla significazione, .

Capitolo IISignificante e rappresentazione

.. Da Freud a Lacan, – .. Wortvorstellung, – .. Segno e signifi-cante, – .. Il significante e la sua economia, – .. L’inconscio èun movimento non effettuato, – .. Il linguaggio in quanto tale è ilnon senso, .

Capitolo IIILinguaggio e psicosi

.. Perché la significazione non è il senso, – .. «La trappola dell’asso-nanza», – .. La grammatica, – .. La destrutturazione psicotica, – .. Retroazione e significazione, – .. La pace della sera, .

Presentazione

Indice

Capitolo IVLinguaggio e psicosi

.. I linguisti e la poesia, – .. Metafora e similitudine, – .. Com’èfatta una metafora, – .. Il senso della metafora, – .. Senso, signi-ficazione, verità, – .. Dalla poesia all’azione, – .. Mímesis, .

Capitolo VIl sì e il no

.. Che cosa ignora l’inconscio, – .. Das Ding, – .. Il mitofreudiano della genesi del soggetto dal reale, – .. Mappa del sì e delno, – .. Verwerfung, – .. Verdrängung, – .. Verleugnung, – .. Verneinung, .

Capitolo VIInconscio e coscienza

.. L’ipotesi dell’inconscio, – .. «Lo psichico propriamente rea-le», – .. Che cosa sa la coscienza, – .. L’inconscio e il tem-po, – .. Un desiderio indistruttibile, – .. Non c’è memo-ria inconscia, – .. Perceptum e perceptio, – .. Che significaricordare, .

Capitolo VIIInconscio e linguaggio

.. Dalla rappresentazione di parola alla rappresentazione di cosa, – .. L’inconscio non è una memoria, – .. Non c’è memoria chedi movimento, – .. Due modi di considerare l’inconscio, –.. «La memoria è senza garanzia», – .. De iure, de facto, –.. L’inconscio e il transfert, .

Parte IILa psicanalisi come scienza

Capitolo IPsicanalisi e medicina

.. Perché la psicanalisi non è né mai sarà una pratica sanitaria, – .. Iprogressi della Geistlichkeit, – .. L’ambiguità della medicina, –.. L’efficacia come problema, .

Indice

Capitolo IIL’efficacia della psicanalisi

.. L’epistemologia del Novecento e la psicanalisi, – .. Il soggettoè un significante che manca, – .. «Wo es war, soll Ich werden», – .. La regola dell’enunciazione, – .. Principum rationis, –.. Introduzione alla regola, – .. «Testa vinco io, croce perditu», – .. Il tempo dell’interpretazione, – .. L’inconscio non èdi qualcuno, – .. La freccia del tempo, – .. Tempo e durata,tempo e retroazione, .

Capitolo IIIL’interpretazione

.. «Je n’en veux rien savoir», – .. Il grado zero dell’interpretazionee l’amore da transfert, – .. «Tu lo dici!», – .. L’enunciatoe l’enunciazione, – .. Effetti dell’interpretazione, – .. Dalsignificante all’atto, – .. «Tu dici il vero», .

Capitolo IVIl problema della verifica

.. L’interpretazione e il tempo, – .. Verità oggettiva e verità sog-gettiva, – .. Un oggetto introvabile, – .. Quando la psicanalisidiviene ideologia, – .. Dalla ragione pura alla ragione pratica, .

Capitolo VIl principio di ragione insufficiente

.. Perché la psicanalisi non fu inventata in Grecia, – .. Freude il principio di causalità, – .. «Tutto si chiarirà nel corso deglieventi», – .. Il ritmo, – .. Cronogenesi, – .. La logicadell’azione, .

Parte IIIIl soggetto e l’oggetto della psicanalisi

Capitolo IIl mito freudiano della genesi del soggetto

.. Sils-Maria, – .. La scienza e la morale, – .. La caducitàed il ritorno, – .. Il soggetto e la Cosa, – .. Presentazione delmito, – .. Primo tempo del mito, – .. Secondo tempo del mi-to, – .. Il desiderio e la colpa, – .. Il costituirsi dell’oggetto,

Indice

– .. L’involucro e il niente, – .. L’oggetto come equivalente delsoggetto, – .. Lo spazio del movimento, – .. Terzo tempodel mito, – .. Davanti allo specchio, – .. Quarto tempo delmito, .

Capitolo IIOggetto, rappresentazione, pulsione

.. Il desiderio e l’individuazione, – .. Una contraddizione appa-rente dello schema, – .. L’antinomia dell’avere e dell’essere, –.. Dall’oggetto al fallo, – .. L’oggetto è il più piacere, – .. Ilgodimento e il fallo, – .. Duplicità dell’oggetto, – .. Il mitofreudiano della pulsione, – .. Lo psichico è il somatico, .

Capitolo IIIL’antinomia della ragione pratica

.. La funzione dell’immagine, – .. Vox clamantis, – .. L’ékstasisdel fantasma, – .. «Etico» e «patologico», – .. «Eritis sicutdii», – .. La lotta con l’angelo, .

Capitolo IVVerso una clinica

.. Che cos’è una psicopatologia?, – .. Psicanalisi, educazione epolitica, – .. Lutto e pulsione, – .. Lutto e desiderio, – .. La clinica come fenomenologia dell’illusione, – .. Freud el’eterno ritorno, – .. I quattro modi del dire di no e le forme clinichefondamentali, .

Parte IVLa ragione etica

Capitolo II maestri e gli allievi

.. Dalle botteghe alla scienza, – .. Freud e la trasmissione dellapsicanalisi, – .. Un caso come esempio, – .. L’emblema, –.. Quando l’interpretazione diventa disonesta, .

Indice

Capitolo IIIl desiderio al di là del fantasma

.. Un’etica a priori, – .. Regola dell’eticità e regola del fondamen-to, – .. Il paradosso tragico, – .. L’ascolto fluttuante, –.. Che cosa desidera un analista, – .. L’arte dell’analista, –.. Chi sono gli analisti?, – .. Professionisti e farabutti, – .. Unaltro esempio, .

Capitolo IIIL’ascesi analitica. Prima parte

.. Essere e «disessere» dello psicanalista, – .. Che cosa doman-da chi domanda un’analisi, – .. Duplicità della domanda d’anali-si, – .. Il senso dell’analisi, – .. «O la borsa o la vita», –.. Bändigung, .

Capitolo IVIntermezzo: Abramo e il doppio movimento

.. Sacrificio d’Isacco, – .. In cammino verso il monte, –.. L’odio d’Abramo, .

Capitolo VL’ascesi analitica. Seconda parte

.. Il doppio movimento e l’antinomia della ragione pratica, –.. Verso la fine dell’analisi, – .. La nevrosi è sempre attuale, .

Capitolo VILa riconciliazione e la parola

.. Die Versöhnung, – .. Kátharis, – .. Il desiderio e la morte, – .. Il primo sogno di Freud, – .. Saggezza e décadence dellapsicanalisi, – .. I professionisti dell’anima, – .. Cavalieridell’infinito e cavalieri della fede, .

Parte VAlcune considerazioni sul cogito e la scienza

Capitolo I«Scienza congetturale» e «scienza nuova»

.. «Io penso», «io dubito», – .. Freud era cartesiano?, – .. Quis

Indice

cogitat?, – .. Il cogito come fondazione, – .. L’inconscio e ladifferenza ontologica, – .. Lacan e il cogito, – .. Il soggetto allimite e l’atto, – .. La struttura e il tempo, – .. Che significacogitare, .

Capitolo IIL’istante e la durata

.. Ritorno allo schema, – .. La velocità della luce sul pianocartesiano, – .. Lo spazio interrotto, – .. Il limite dello spazio-tempo, – .. Dalla fisica alla «scienza nuova», – .. Tempo enon tempo, .

Bibliografia

Indice analitico

Presentazione

di Luciana La Stella

Sapere / sapere nulla. Così il sapere si presenta come indicazio–ne d’una perfetta consapevolezza che si tralascia nel campod’un’estetica non–data. Nella zona d’un vibrar della mente

che dolcemente, tragicamente manca al nostro antico richiamo.

n. da Homo–Abstractus

La Collana Inconscio e Società accoglie con grande interesse laricerca permanente e aggiornata del Prof. Perrella nei tre volumi diquest’opera, i cui temi stessa sono ben delineati e radicati, a partireda una rinnovata ragione freudiana, in una riflessione composita dallafilosofia alla psicoanalisi, dal fondamento epistemologico all’etica, inun percorso che ci conduce alla ricerca della verità.

La riproposizione è necessaria nell’ambito di un sapere, che al di làdi una stratificazione progressiva, perde o tralascia qualcosa di troppo,per modellare o per visualizzare con una maggior cognitio causae quelqualcosa che ha bucato il tempo e l’esperienza.

Ringrazio qui l’Autore per l’analisi che ci propone, quale fonda-mento non solo agli studenti che intraprendono, a latere di un sapereuniversitario, una specializzazione nella professione, ma come una fu-cina per chiunque svolga o intraprenda una formazione permanenteal fine di illuminare le nuove generazioni dall’eclissi del futuro e ripor-tare una speranza, senza pretesa di essere un testamento, ma piuttostouna fenditura alla dialettica in una visione aperta e multidisciplinare.

Colgo l’occasione per ringraziare l’artista–scienziato Paolo Ferrari,autore delle tre copertine che mostrano un percorso figurativo diquesta scansione: una scelta mirata tra le tante opere che caratterizzano

. Paolo Ferrari, Homo–Abstractus, aforismi/strofepensiero saggio poema per un nuovouomo e felice, ObarraO Edizioni , p..

Presentazione

la performance di Un nuovo percorso nutre il viandante: l’immaginesingolare di ogni volume ci ospita e sembra invitarci a scorrere lepagine nella ricerca di una nostra collocazione.

La ragione freudiana, nell’esperienza e nella competenza dell’Autore,non ambisce all’elaborazione di un’epistemologia delle scienze psico-patologiche, — pur richiamandone i princìpi —, bensì a partire da uninteresse filosofico che discerne quei mali dell’anima, come segni diuna condizione ontologica fondamentale, nel loro disvelamento.

L’opacità creativa della psicoanalisi sembra porre in effetti un’o-rigine nell’ispirazione filosofica, che attraverso elementi fondatividell’episteme procede, pur se a volte nella competizione e nella di-versificazione metodologica, ad una scansione sulla formazione esull’esperienza.

È in tal caso proprio la cura, intesa come il pratico operare e averea che fare con l’ente nella sua mente emotiva, in grado di significarequel fondamento trascendentale dell’esperienza dell’essere, ancorchél’inconscio possa essere una presenza inquietante e perturbante.

Nella sequenza dei temi e delle questioni rappresentate potremo di-schiudere quegli orizzonti che la dialettica e il confronto ci permettonodi affrontare.

In alcuni tratti della nostra contemporaneità la verità appare sfuma-ta nelle pieghe di un mondo materiale che sembra dissolversi assiemealle certezze nella scienza e nella morale, lasciando forse uno spiraglioall’ironia, cara a Solger e allo stesso Benjamin, per fugare l’angosciadel sapere e dell’essere–nel–mondo.

In modo chiaro e con un linguaggio duttile Ettore Perrella ci ac-compagna nella sua proposta di fondamento veritativo, partendo da unsuo forte interesse che transita proprio dalla filosofia ricercando unfondamento analitico al di là della metafisica e della scienza che purricomprende: la sua riflessione e il suo indice analitico ci permettonodi giungere a quell’altrove che stimola il nostro desiderio di saperenella ricerca e nello studio.

In questo primo volume, denominato Il tempo etico, al di là di unnuovo concetto di etica, distinta dalla morale, che si interroga sull’atto,si avvia alla predisposizione di una base sulla psicoanalisi e sull’espe-

. Natura / Narrazione–Astrazione / Trasfigurazione (Asystemic Composition n. —, di Paolo Ferrari).

Presentazione

rienza psicoanalitica quali elementi fondanti per la costruzione, dopouna decostruzione necessaria, di una “scienza nuova” che veda inclusaanche l’etica tra le sue prospettive.

Centrale è il tempo, che per Freud era ignorato nell’inconscio,quale strumento essenziale anche della “tecnica” della psicanalisi. Apartire dalla constatazione di questa apparente contraddizione, la me-tapsicologia freudiana qui viene messa a confronto con il primatolacaniano del significante, all’interno di una concezione fenomenolo-gica — sia del soggetto, sia della scienza —, che sola potrebbe aiutarea formulare, proprio a partire dalla psicanalisi (ma non solo), un nuo-vo e più aperto concetto di scientificità, che appunto sia in grado diaccogliere anche l’etica fra le sue determinazioni fondamentali.

È proprio nel secondo volume, La formazione degli analisti e il com-pito della psicanalisi, che riusciamo ad entrare nel vivo di come lapsicopatologia da un punto di vista psicoanalitico sembri interrogarsisugli effetti sintomatici o inibitori generati dal disagio che il sogget-to incontra nel suo percorso di formazione (a partire dall’infanziabasilare nell’analisi).

La psicanalisi — a differenza dalle mille forme di psicoterapia, concui la prima non può né deve confondersi — si occupa, dall’inizio allafine, proprio della formazione: non solo per i suoi limiti sintomatici,ma anche perché produce sempre, nel suo stesso iter, dei concreti effettidi formazione. E questo non vale solo nelle analisi cosiddette didattiche,al termine delle quali lo psicanalizzato passa nella posizione dellopsicanalista, ma anche quando le finalità che il soggetto si propone diraggiungere sono solo terapeutiche.

Il concetto di formazione viene qui assunto nella prospettiva di unprivilegio dell’eticità, perché la formazione, nelle sue diverse modalità,ad altro non mira che a mettere un soggetto in condizione di agiregiustamente.

Proprio per questo, in un mondo come quello contemporaneo,che è sempre più determinato dall’informazione, la psicanalisi haun compito assolutamente cruciale, non solo dal punto di vista delbenessere individuale, ma anche da quello sociopolitico.

Il terzo volume, Il mito di crono, — a differenza del mito di Edipoche offre a Freud uno spunto essenziale per interrogarsi sul modoin cui ciascun individuo si confronta con la legge e con il linguaggio—, permette di impostare chiaramente l’interrogazione etica che sta

Presentazione

sempre alla base di qualunque patologia. L’immagine orrenda delpadre che divora i propri figli esprime senza dubbio come la psicanalisidebba confrontarsi nelle varie situazioni patologiche, che richiedono avolte da parte dell’analista modalità d’intervento tra loro differenti.

Ettore Perrella, al di là delle tre forme classiche fondamentali dellapsicopatologia — nevrosi, psicosi e perversione — aggiunge la di-pendenza, matrice a sua volta delle patologie maniaco–depressive, idisturbi alimentari (come contro–dipendenze) e le dipendenze vere eproprie.

Alla base di questa vasta esplorazione delle forme fondamentalidella clinica psicanalitica sta anche l’esigenza di chiarire come le si-tuazioni cliniche non siano degli enti “naturali”, che si conservanonel tempo identici a se stessi, ma si trasformino continuamente, pereffetto del lento mutare delle situazioni sociali, simboliche e culturalidi partenza. In effetti, i problemi con cui un analista è chiamato oggi aconfrontarsi nella propria esperienza somigliano spesso assai poco allepatologie descritte da Freud alla fine del XIX Secolo. Ciò nonostantei princìpi della clinica psicanalitica sono ancora oggi esattamente glistessi — etici, prima che terapeutici — che egli aveva individuato piùd’un secolo fa.

Questa presentazione vuole solo richiamare la sequenza magi-strale dell’opera in tre volumi di Perrella, al fine di consentire quelpercorso individuale che, attraversando propriamente la “ragione freu-diana” con la lente epistemologica della metodologia psicoanalitica,ci spinga, anche attraverso il significante lacaniano, a coniugare ilnostro desiderio di sapere in un percorso etico tra filosofia e metodopsicoanalitico.

La collana Inconscio e Società ospita infatti l’intera opera nellasezione Studi con la finalità dell’adozione del testo sia nelle Scuoledi specializzazione sia nelle Università, oltreché nella formazionepermanente individuale degli stessi psicoanalisti e degli studiosi deltema.

Prefazione

di Adone Brandalise

L’operazione con cui Ettore Perrella, sotto il titolo La ragione freudia-na, raccoglie, ma di fatto riplasma, tre tra le più significative tappedella sua ricerca, originariamente disposte a discreta distanza l’unad’altra, nel corso dell’ultimo trentennio, potrebbe apparire ispirata,come contribuirebbe a far pensare quello che potrebbe sembrare unpuntiglioso labor limae, ma che in realtà s’accanisce non sulle superfici,ma sulle strutture portanti dei testi, dall’intenzione di proporre unarappresentazione compiuta e definitiva del proprio pensiero. Qualcosache si potrebbe definire un’«opera».

A ben vedere, la spinta che porta i tre blocchi originari a comporsiin una configurazione unitaria, tende, piuttosto che a comporre unafinale conciliazione tra le diverse linee forza dell’elaborazione pregres-sa, suggellandone un bilancio teoricamente in pareggio, a muovereverso quello che deve mostrarsi come il centro presente da cui quellariflessione si è mossa in tempi diversi, dandosi differenti assetti, mamantenendo una tensione inequivocabile con un luogo nel linguaggioche è quello in cui la psicoanalisi è chiamata ad accadere e che proprioper questo chiede che la sua evidenza non sia occultata o distorta e cheproprio il rigore provveda a non far quadrare fittiziamente i conti. Inaltri termini, questa risistemazione non punta a celebrare ciò che si ègià pensato, ma a mettere in luce come il movimento dominante emotivante, di tutte le fasi di questo percorso, punti verso una condi-zione nella quale il pensiero è in atto, tanto più coerente quanto piùnon sedato in una compostezza dottrinale.

Il lettore già scorrendo il cospicuo indice avrà la sensazione cheil discorso che si svolge in questi tre volumi, pur onorando quantodiscende dall’aggettivo «freudiano», tracimi ripetutamente e — avràragione di sospettare — anche sistematicamente, in direzione delleagende problematiche e dei lessici della filosofia e della teologia. Di

Prefazione

fatto, ciò che qui avviene è sostanzialmente non diverso da quanto siverifica nei luoghi in cui la psicoanalisi è più propriamente sé stessa,quelli in cui la sua ragione intesa come organizzazione logica e comeassetto concettuale non è separata dall’evidenza che la lega alla sua ra-gione intesa come causa, come rapporto in qualche modo necessariocon il tessuto della vicenda umana e con le forme del suo mostrarsistorico.

Si tratta di quei momenti che possiamo censire nel registro dellastoria culturale del nostro secolo e di quello precedente, ma, credia-mo, anche nell’emergere del rapporto analitico all’interno di qualsiasiepisodio della pratica clinica in cui esso si accenda effettivamente.Insomma, la psicoanalisi c’è soltanto quando il moto che le è proprioaccade realmente, né, dove ciò latiti, vale a supplirne l’assenza l’e-vocazione idolatrica del lessico analitico e del massimario dei suoiteorici.

Se la psicoanalisi incrocia la filosofia, l’arte, o il pensiero religioso,qualora non la perverta una sua riduzione a strumento interpretativo,manovrato da logiche e finalità che non possono essere le sue, lo faperché il posto, che queste manifestazioni spirituali disegnano nellinguaggio, è quello che essa non può non attraversare, se vuole esserefedele al desiderio che lo sospinge. In tal senso si potrebbe dire ancheper l’autore di questo riapprofondimento della ragione freudiana, co-me per Lacan, mutatis i numerosi mutandis, che Perrella evidenzia inpiù luoghi, la psicoanalisi si mostra come anti-filosofia, là dove, perrealizzare l’istanza che le è propria, deve identificare la filosofia conil suo statuto disciplinare accademico, alla quale addebitare il limitecostituito dall’abdicazione al proprio desiderio in omaggio alla soddi-sfazione per l’opera filosofica compiuta (in cui Perrella vede riflettersi«l’incapacità tutta moderna di considerare il pensiero come atto dipensiero»), complementare a quel complesso di saperi della psiche,rispetto ai quali la psicoanalisi è chiamata per un verso a rivendicarela propria radicale diversità, per un altro a richiedere una parità diriconoscimento sul terreno della clinica.

Il discorso della psicoanalisi (nei due sensi, soggettivo e oggettivo,del complimento di specificazione) diviene pertanto rivendicazionedell’atto che essa rivela come propria peculiarità e che, nel contempo,rinvia ai modi in cui la centralità dell’atto si è manifestata in forme allequali la ragione moderna ha costantemente potuto accordare un rico-

Prefazione

noscimento solo parziale, quando non riservare ad esse l’applicazionedi una decisiva censura.

Al di là di quanto rinvia alla storia della presenza di Lacan in Italiae alle relazioni tra quanti furono e sono gli attori di questa vicenda,l’esigenza manifestata sin dal principio e ora pienamente rivendicatada Perrella di interrogare Lacan a partire da un orizzonte linguisticoe concettuale, non interno al gergo derivato dalle sue differenti epur a volte nobili osservanze, crediamo rifletta la necessità di nonoccultare, nella presentazione del sapere analitico, la relazione cheesso ha con i siti e i tempi del suo effettivo accadere, e quindi del suoradicarsi in tutti quei luoghi nei quali il soggetto è messo in questione.Non a caso, nella sua configurazione attuale il discorso sviluppatonella Ragione freudiana va a saldarsi quasi a incastro con quello chesi è condensato nel Dialogo sui tre principi della scienza. Perché unafondazione etica è necessaria all’epistemologia, comparso l’anno scorso,che si potrebbe dire assume in primo piano il tessuto linguisticoconcettuale in cui la psicoanalisi fa sorgere il proprio movimento,a un tempo totalmente proprio e altrettanto radicalmente ulteriorea quanto lo recingerebbe nella cornice neutralizzante di una storiaseparata da un sapere normalizzato, disciplina tra le altre nel contestodelle scienze psicologiche. L’etica così evocata è quella che costituisceil cuore, potremmo dire, usando il termine spinoziano, «attuoso»,della psicoanalisi, che a sua volta si presenta come via indispensabilenell’orizzonte della cultura moderna alla possibilità di un’etica nonridotta a recitazione moralistica o a correttezza deontologica.

Gregorio Palamas, oggetto alcuni anni orsono di un meritoriamen-te temerario recupero da parte di Perrella, traduttore ed esegeta, offrea ben vedere anche qui le connessioni essenziali della proposta teoricae della pratica che ne costituisce non tanto l’applicazione, quanto ladinamica interna più essenziale. Alla luce di questo esito psicoanalitico,la ragione freudiana si presenta nelle sue scansioni decisive. L’atto ana-litico come rifugio e rilancio dell’atto di pensiero è ciò che istituiscequello scarto tra la psicoanalisi come sapere neutralizzato e quellariemergenza della ragione essenziale e decisiva dell’analisi, che rendeimpossibile la confusione di quello che Lacan chiama il reale con lerappresentazioni immaginarie della realtà, e che alimenta gli equivocisul significato dell’interpretazione in psicoanalisi e non soltanto. È ciòche rende l’itinerario documentato in questi tre volumi inconcepibile

Prefazione

senza Lacan, ma proprio per questo ostinatamente non lacaniano:ostinazione di una sostanza che si vorrebbe non diversa da quella concui Lacan insiste a non celare i problemi sorti dalle stesse soluzionida lui proposte, ovvero a ribadire la relazione che nella vicenda delconoscere lega ogni progresso al prodursi di nuove perdite, e chedelude l’aspettativa di una qualche quadratura finale del cerchio dellequestioni aperte della condizione dell’uomo nel linguaggio. È perquesto che la ragione di cui qui si parla si aggettiva come «freudiana»,perché, con un movimento che a suo modo è molto simile a quellodel riemergere di Freud come «cosa freudiana» in Lacan, essa si confi-gura come un ritorno come questione aperta dei gesti essenziali dellapratica freudiana, nel tempo concreto in cui essa si mette a rischio,decidendo le forme del proprio fare.

Nel contempo, così come il recupero lacaniano di Freud si con-figura come una sua reinvenzione non solo nella lingua, ma anchenella fisionomia essenziale della cultura francese, il proporsi di Lacanin lingua italiana impone che ci si interroghi sui significati del suoincontro con la complessiva circostanza italiana. Anche la meditazionesui misteri non gloriosi della via legislativa italiana al depotenziamen-to della pratica analitica, cui Perrella dedica tanto spazio, travalicaradicalmente i limiti della doléance professionale. Essa muove da uninterrogativo sul compito della psicanalisi, che non può chiarirsi senon divenendo domanda circa il suo posto in altro, dove si definisconole pratiche cui rinvia, nella complessa articolazione dei suoi significati,il termine lógos. La stessa formazione degli analisti è tema che final-mente rinvia all’istanza che connette la centralità della soggettivazionenella pratica e nella teoria analitica con ciò che porta il nostro auto-re a indicare nell‘atto l’«unica modalità di fondazione di qualunquescienza» e quindi nella formazione tout court il luogo da cui ripensarequella dimensione dell’interagire umano che, con un nome antico,il cui significato la modernità ha costretto nei limiti di una propriagabbia concettuale, si indica come politica.

Premessa

Una breve premessa storica

Sotto il titolo complessivo La ragione freudiana viene presentata unaseconda edizione, ampiamente rivista, di tre miei libri, usciti parecchianni fa e che già allora si ricollegavano: Il tempo etico (uscito prima nel e poi, in una seconda edizione aumentata, nel ), La formazionedegli analisti e il compito della psicanalisi (pubblicato nel ) e Il mito diCrono. Principi di clinica psicanalitica (del ). Quest’ultimo volumefu poi integrato da altri due, sulle dipendenze e le perversioni (uscitinel e nel ).

La revisione che ha avuto questo materiale, attraverso dei tagli, del-le integrazioni e delle riscritture, a volte di interi capitoli, corrispondea esigenze diverse, che mi pare opportuno chiarire subito. La prima èche questi volumi furono pubblicati separatamente, anche presso dueeditori diversi, e non furono mai presentati come parti distinte d’unsolo percorso di riflessione. Questo dipese soprattutto dal fatto che,quando iniziai a scrivere la prima edizione del Tempo etico, non avevoancora idea di quanto lontano m’avrebbe portato il percorso che lìavevo intrapreso. In seguito mi si chiarì tuttavia che i presupposti cheavevo stabilito all’inizio di quel primo lavoro mi stavano guidando aduna riformulazione — certo, fedele alla tradizione della psicanalisi,ma anche innovativa almeno per alcuni aspetti — dell’intera teoriapsicanalitica all’interno d’una prospettiva trascendentale che solo mol-to più tardi avrei chiarito in un recente Dialogo dedicato al tema dellafondazione delle scienze.

. I primi tre uscirono nella collana “Il Soggetto & la Scienza”, che dirigevo io stessopresso l’Editore Biblioteca dell’immagine di Pordenone; gli ultimi due uscirono invece aMilano, presso FrancoAngeli.

. E. Perrella, Dialogo sui tre principi della scienza. Perché una fondazione etica è necessariaall’epistemologia, Ipoc, Milano .

Premessa

Quest’ultimo volume, per scrivere il quale ho impiegato quasi quin-dici anni, costituiva per me un’estensione al campo dell’epistemologiadelle stesse tesi che erano state implicite nei miei tre volumi preceden-ti, che ora sono confluiti in questa Ragione freudiana. Una volta chiarito,in termini generali, in che modo una riflessione epistemologica com-plessiva fosse urgente, non solo dal punto di vista del sapere, maanche da quello della pratica — di qualunque pratica, e non certo solodi quella psicanalitica —, mi è subito parso necessario ritornare, «conil senno di poi», come si dice — sulla prima parte del mio percorso,rivedendolo ed aggiornandolo ai risultati raggiunti successivamente.

Del resto sono passati quasi trent’anni dalla prima edizione delTempo etico e quattordici dall’uscita del mio libro sulle perversioni.Questa distanza — temporale, e non solo temporale — dà a ciò che stodicendo una prospettiva inevitabilmente storica. Nel era ancorain piedi il muro di Berlino ed io avevo trentaquattro anni. Ero quindiquello che si sarebbe potuto chiamare un giovane psicanalista. Nel, purtroppo, mi è divenuto del tutto impossibile indossare questoaggettivo, ma nello stesso tempo il mondo intero è radicalmentecambiato, dal punto di vista economico, politico e sociale. E nonsempre è cambiato in meglio. Quello che allora appariva ancora sicuro,nel senso del progresso, magari lento ma graduale e continuo, chesarebbe stato assicurato da chissà quale benevolo Babbo Natale, ogginon lo è più, anzi l’idea che tutti ci facciamo del futuro è sempre piùcupa ed indeterminata. E questo non manca di riflettersi anche sullapratica della psicanalisi. Proprio questo mi spinge a ritornare sul miolavoro d’allora e ad aggiornarlo alla situazione del mondo in cui, cipiaccia o no, oggi siamo costretti a vivere, per il semplice motivo chenon ne conosciamo nessun altro.

Una breve premessa editoriale

Fra il ed oggi molte cose sono gradualmente cambiate anche nellapsicanalisi italiana. E, ancora una volta, non sempre sono cambiate

. Ho eliminato dalla seconda parte del Tempo etico alcuni capitoli di argomentofilosofico, perché essi si allontanavano molto dal filo conduttore del volume, insistendo sutemi che sono stati affrontati da me in modo più articolato nel Dialogo.

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in meglio. In effetti, nel , non cadde solo il muro di Berlino, mafu approvata in Italia una malaugurata legge che istituiva la figuraprofessionale degli psicoterapeuti. La confusione fra psicoterapiacome pratica sanitaria e psicanalisi come pratica formativa, che questalegge introduceva, dava un maggiore rilievo al tentativo, che alloraavevo già cominciato con la prima edizione del Tempo etico, di farparlare in italiano i «padri» della psicanalisi, Freud e Lacan. Proprioquesto mi aveva guidato nei seminari che tenevo annualmente, equindi anche nei libri che ne traevo in seguito (gli stessi che quivengono riproposti).

Fu proprio scrivendo La formazione degli analisti che m’accorsi conuna qualche sorpresa che, si magna licet componere parvis, questo librostava al Tempo etico come la seconda Critica di Kant sta alla prima. Netrassi allora due conseguenze: . che dovevo scrivere anche la miaterza critica (e non c’era per me nessun dubbio sul fatto che il giudizio,in psicanalisi, riguarda essenzialmente la diagnosi, quindi la clinica); .che il Tempo etico andava riscritto ed ampliato.

Inoltre la mia «terza critica», Il mito di Crono, che uscì nel , sisoffermava soprattutto sulle nevrosi e sulle psicosi, mentre alle altreforme cliniche (le perversioni e le dipendenze) erano dedicate solopoche pagine finali, in forma d’appendice. Negli anni successivi, attra-verso due gruppi di studio, mi occupai di queste situazioni cliniche, epubblicai a parte, presso un altro editore, le mie riflessioni su questeproblematiche, che ora sono state incluse nel mito di Crono.

Naturalmente ero perfettamente consapevole del fatto che questaarchitettonica kantiana non era poi così evidente nel complesso deimiei scritti di allora. Mi ripromisi perciò di curarne prima o poiun’altra edizione complessiva, in cui il disegno generale dell’impresapotesse apparire più chiaramente. Dopo la pubblicazione del mioDialogo, il tempo per occuparmene mi pare finalmente arrivato.

. A questo tema ho dedicato, nel tempo, più volumi: Psicanalisi e diritto. La formazio-ne degli analisti e la regolamentazione giuridica delle psicoterapie, Biblioteca dell’immagine,Pordenone ; Il disagio dell’inciviltà. Psicanalisi, politica, economia, Screenpress Edizio-ni, Trapani ; Dietro il divano. Lettera manuale per giovani analisti (se ce ne sono ancora),Ipoc, Milano ; ed ho curato infine il volume di Autori Vari, Professione psicanalisi. Lapsicanalisi in Italia ed il pasticcio giuridico sulle psicoterapie, Aracne, Roma, .

Premessa

Criteri di revisione

Come ho già detto, questa seconda edizione di quei libri non è unasemplice ristampa, ma una totale revisione — qualche volta una riscrit-tura —, con alcune differenze non trascurabili, che a volte riguardanoanche i contenuti. In effetti, non mi sono limitato a togliere dal testo,qua e là, alcune divagazioni che lo appesantivano, ma ho aggiuntodei chiarimenti e delle semplificazioni che credo ne faciliteranno permolti la lettura. Ma soprattutto ho anche riscritto degli interi paragrafiche mi sembravano, nella stesura precedente, risentire della scarsachiarezza concettuale che avevo raggiunto al tempo in cui li scrive-vo. Questa operazione è stata molto netta, come ho già accennato,soprattutto nella seconda parte del Tempo etico (adesso è la sua ultimasezione, Dal cogito alla logica triadica), che ho molto abbreviato e spes-so interamente riscritto, e nella parte del mito di Crono dedicata alleperversioni.

L’orientamento didattico, che trent’anni fa poteva apparirmi secon-dario, in un momento come quello odierno, in cui la consapevolezzadell’importanza della psicanalisi sembra tramontata, anche nei mezzidi comunicazione e nelle università, soprattutto, credo, a causa dellaconfusione di cui parlavo prima tra psicanalisi e psicoterapie sanitarie,diventava invece sempre più decisivo.

Non bisogna trascurare, in effetti, che, nel corso del quarto di seco-lo che mi è stato necessario per giungere alla pubblicazione di questaRagione, sono cambiate molte cose anche nell’editoria e nell’informa-tica. Basti pensare che La formazione degli analisti fu scritta ancora concarta e penna, riproducendo in seguito il testo con la macchina da scri-vere. Tuttavia i volumi successivi furono scritti da me direttamente alcomputer. Oggi, la diffusione capillare della rete web ha consentito unriorientamento estremamente produttivo dell’intera editoria, perché ilibri pubblicati in versione web non si esauriscono mai, possono esse-re sempre facilmente ristampati, sono facili da diffondere sull’interopianeta, e non comportano esosi costi di carta, di stampa e di gestionedei depositi.

In fondo, se ci facciamo caso, questo enorme progresso dell’edito-ria, paragonabile solo all’introduzione della stampa, ci consente anchedi fare un utilissimo passo indietro, facendo riemergere quella logi-ca per cui, nel Medioevo o nell’antichità, i libri vivevano d’una vita

Premessa

propria, diffondendosi quando erano richiesti ed uscendo di scenaquando ciò non avveniva. Questo evitava quell’inutile accumulo dicopie che, soprattutto dall’Ottocento in poi, ha ingolfato le librerie ele biblioteche.

Di questo fattore didattico ho tenuto conto, nella mia revisione, divi-dendo i tre grossi volumi in sezioni, più maneggevoli e più scorrevolialla lettura.

Che significa «ragione»

Per concludere questa premessa, mi pare utile una breve considera-zione sul termine «ragione» che, nel titolo complessivo delle mie tre«critiche», viene, naturalmente e direttamente, da Kant. Ciò nonostan-te, non avrei usato questa parola, se essa non fosse anche una delletraduzioni possibili della parola greca lógos. Certo, non è una tradu-zione complessiva del significato della parola greca, che può veniretradotta in italiano (o in latino) anche con molte altre parole. In latinoratio — da reor — significa in primo luogo calcolo, e non c’è dubbioche la ragione — come capacità di calcolare — è uno dei prodotti dellastessa parola (ed è per questo che ratio è una delle possibili traduzionidi lógos). I numeri — come ho mostrato nel mio Dialogo –, in fondo,altro non sono che concetti, vale a dire i significati di alcuni significanti.La ragione freudiana, se ve n’è una, altro non è che la parola stessa.Da questo punto di vista — e solo da questo — la psicanalisi è unapratica che implica un riferimento molto preciso alla ragione, anchese questo riferimento in essa non si svolge mai attraverso i numeri.

Dire che c’è una ragione anche dell’incalcolabile, o addirittura diquello che può sembrare irragionevole, non significa di certo fareun’affermazione nuova e mai sentita. In fondo, proprio questa è lascommessa di Freud: mostrare come anche in quello che sembra piùassurdo o casuale, come i sogni e i lapsus, è sempre ed innegabilmenteall’opera una ragione segreta, ma non meno effettiva di quella chedetta le operazioni della matematica.

. Ringrazio Ernesto de Landerset, che ha curato i riferimenti bibliografici delle notedi questa edizione.