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Fascicolo 11.17.2/52/2012 – P.G. n° 136411 del 01/10/2013 SETTORE AMBIENTE–SERVIZIO TUTELA AMBIENTALE–U.O. AIA-IPPC E INDUSTRIE A RISCHIO Via San Felice, 25- 40122 Bologna - Tel. 051 659.8898/659.9288 - Fax 051/659.8134 Posta certificata: [email protected] - www.provincia.bologna.it 1 Oggetto: D.Lgs. 152/06 1 – L.R. n° 21/04 – Azienda Alfarec S.p.A. avente sede legale e impianto in Comune di Pianoro (BO), Località Pian di Macina, Via Pietro Nenni, 4 – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale 2 per l’impianto IPPC di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, di cui al punto 5.1 all’Allegato VIII alla parte II, del D. Lgs. 152/2006. IL RESPONSABILE DELL’UNITÀ OPERATIVA PROCEDIMENTI AUTORIZZATIVI Richiamato il decreto legislativo del 29 giugno 2010 n° 128 “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n° 152 e recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69”, che ha abrogato il decreto legislativo 18 Febbraio 2005, n° 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento” e che ha integrato il D.Lgs. 152/2006; richiamati, in particolare, la Parte Seconda, Titoli I del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., contenente i Principi generali per le procedure di Via, di Vas e per la valutazione d'incidenza e l'autorizzazione integrata ambientale (Aia)” gli artt. 29-bis “Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili” e 29-octies Rinnovo e riesame”. vista la Legge Regionale del 05 ottobre 2004, n° 21 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio di AIA; richiamate altresì: - la delibera della Giunta regionale n° 1198 del 30/07/2007, con la quale sono stati emanati indirizzi per le Autorità Competenti e per ARPA, in merito allo svolgimento del procedimento di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi della normativa IPPC; - il Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 e le deliberazioni della Giunta Regionale n° 1913/2008 del 17/11/2008 e n° 155/2009 del 16/02/2009, relative all’individuazione delle spese istruttorie per il rilascio dell’AIA; - la Delibera della Giunta regionale n° 1113 del 27/07/2011, con la quale sono stati emanati indirizzi per l'attuazione della normativa IPPC, per i gestori degli impianti e per le Amministrazioni Provinciali, relativi ai rinnovi delle Autorizzazioni Integrate Ambientali. Richiamate le procedure di invio telematico stabilite dalla Determinazione del Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna n° 5249 del 20/04/2012; 1 come modificato e integrato dal D.Lgs. n° 128/2010 che ha abrogato il D.Lgs. n° 59/2005 2 Rif. Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con P.G. n° 31290 del 11/02/2008 e successivamente modificata e integrata con atti al P.G. n°419210 del 09/12/2009 e al P.G. n° P.G. n° 182098 del 11/11/2010;

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Oggetto: D.Lgs. 152/061 – L.R. n° 21/04 – Azienda Alfarec S.p.A. avente sede legale e impianto in Comune di Pianoro (BO), Località Pian di Macina, Via Pietro Nenni, 4 – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale2 per l’impianto IPPC di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, di cui al punto 5.1 all’Allegato VIII alla parte II, del D. Lgs. 152/2006.

IL RESPONSABILE DELL’UNITÀ OPERATIVA PROCEDIMENTI AUTORIZZATIVI

Richiamato il decreto legislativo del 29 giugno 2010 n° 128 “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n° 152 e recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69”, che ha abrogato il decreto legislativo 18 Febbraio 2005, n° 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento” e che ha integrato il D.Lgs. 152/2006;

richiamati, in particolare, la Parte Seconda, Titoli I del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., contenente i “Principi generali per le procedure di Via, di Vas e per la valutazione d'incidenza e l'autorizzazione integrata ambientale (Aia)” gli artt. 29-bis “Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili” e 29-octies “Rinnovo e riesame”.

vista la Legge Regionale del 05 ottobre 2004, n° 21 che attribuisce alle Province le funzioni amministrative relative al rilascio di AIA;

richiamate altresì:

- la delibera della Giunta regionale n° 1198 del 30/07/2007, con la quale sono stati emanati indirizzi per le Autorità Competenti e per ARPA, in merito allo svolgimento del procedimento di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi della normativa IPPC;

- il Decreto Ministeriale 24 aprile 2008 e le deliberazioni della Giunta Regionale n° 1913/2008 del 17/11/2008 e n° 155/2009 del 16/02/2009, relative all’individuazione delle spese istruttorie per il rilascio dell’AIA;

- la Delibera della Giunta regionale n° 1113 del 27/07/2011, con la quale sono stati emanati indirizzi per l'attuazione della normativa IPPC, per i gestori degli impianti e per le Amministrazioni Provinciali, relativi ai rinnovi delle Autorizzazioni Integrate Ambientali.

Richiamate le procedure di invio telematico stabilite dalla Determinazione del Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna n° 5249 del 20/04/2012;

1 come modificato e integrato dal D.Lgs. n° 128/2010 che ha abrogato il D.Lgs. n° 59/2005 2 Rif. Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con P.G. n° 31290 del 11/02/2008 e successivamente modificata e integrata con atti al P.G. n°419210 del 09/12/2009 e al P.G. n° P.G. n° 182098 del 11/11/2010;

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Vista la richiesta presentata sul portale web IPPC-AIA (http://ippc-aia.arpa.emr.it), mediante le procedure di invio telematico stabilite dalla Regione Emilia-Romagna3, relativa alla domanda di rinnovo4 dall'azienda Alfarec S.p.A. intesa ad ottenere il rilascio del rinnovo dell'AIA5, per l'impianto stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, di cui al punto 5.1 dell’Allegato VIII alla parte II del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i., situato in Comune di Pianoro (BO), Località Pian di Macina, Via Pietro Nenni, 4; assunto che per il settore inerente all’attività svolta nell’impianto esistono, alla data di rilascio della presente autorizzazione, i seguenti riferimenti relativi all’individuazione delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD) e/o BAT:

- BREF Comunitario “Waste Treatments Industries (edizione di agosto 2006)”,

- al BREF Comunitario “Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficiency (edizione di febbraio 2009)”,

- Linee guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nella categoria IPPC: 5 - Gestione dei rifiuti (Trattamento dei PCB, degli apparati e dei rifiuti contenenti PCB e per gli impianti di stoccaggio), emanate con D.M. 29 Gennaio 2007”.

e che per gli aspetti riguardanti i criteri generali essenziali che esplicitano e concretizzano i principi informatori della Direttiva 96/61/CE per uno svolgimento omogeneo della procedura di autorizzazione e per la determinazione del “Piano di Monitoraggio e Controllo”, i riferimento sono costituiti da:

- Il BRef “General principles of monitoring” adottato dalla Commissione Europea nel Luglio 2003;

- Linee Guida Nazionali in materia di sistemi di monitoraggio (Reference Document on General Principles of Monitoring – edizione di Luglio 2003 e D.M. 31 Gennaio 2005, supplemento ordinario n° 107 alla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n° 135 del 13 giugno 2005 – Allegato II).

dato atto che:

- in data 16/10/2012 la ditta ha presentato sul portale web IPPC-AIA (http://ippc-aia.arpa.emr.it), ai sensi dell’art. 29-octies del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i., la domanda di rinnovo6 dell’Autorizzazione Integrata Ambientale;

- ai sensi dell'art. 29-quater, comma 3 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., la Provincia di Bologna, in data 17/10/20127 ha comunicato al gestore l'avvio del procedimento di rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, con il contestuale avvio dell'endoprocedimento previsto dalla Convenzione Provincia – ARPA (PG n° 401923 del 23/11/20098) per l'elaborazione dell'istruttoria tecnico-ambientale;

3 Procedure stabilite da Determinazione del Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna n° 5249 del 20/04/2012 4 assunta agli atti con P.G. n° 154285 del 16/10/2012 (P.E.C.) 5ai sensi degli art. 29-octies, comma 1, del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e dell'art. 11, comma 1, della L.R. n° 21/04 6 agli atti con P.G. n° 154285 del 16/10/2012 - P.E.C. 7 agli atti con P.G. n° 154678 del 17/10/2012 - P.E.C. 8 come prorogata e modificata dalla Determinazione della Dirigente del servizio Tutela Ambientale e sanzioni al P.G. n° 174555 del 23/11/2012;

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- in data 29/01/20139 l’azienda ha trasmesso richiesta di modifiche non sostanziali relative al Piano di Monitoraggio e Controllo e ad un nuovo punto di emissione da inserire nel laboratorio di analisi;

- ai sensi dell’art. 8 della L.R. n° 21/04, a cura della Provincia di Bologna, sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 31 del 13/02/2013, è stata fatta la pubblicazione della comunicazione di avvio di procedimento di rinnovo dell’autorizzazione Integrata Ambientale;

- ai sensi dell’art. 10 comma 2 della L.R. 21/2004 e dell’art. 29-quater del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i., la Provincia di Bologna ha trasmesso al gestore richiesta di integrazioni10, in conformità alla nota11 del Servizio Territoriale di ARPA, con la sospensione del procedimento amministrativo;

- in data 19/03/2013, l’azienda ha trasmesso la documentazione integrativa12 richiesta con il riavvio dei termini del procedimento amministrativo;

- ai sensi dell'art. 29-quater comma 5 D.Lgs. 152/06 e s.m.i., la Provincia di Bologna, ha convocato la Conferenza dei Servizi che si è svolta nel giorno 20/06/201313;

Dato atto che, in data 20/06/2013, in sede di Conferenza dei Servizi conclusiva e ai sensi dell’art. 10, comma 5 della L.R. n° 21/04 è stato presentato e discusso lo Schema di Autorizzazione Integrata Ambientale e che l'azienda non ha presentato osservazioni o controdeduzioni in merito;

Visto il parere favorevole con prescrizioni di Hera S.p.A. – Direzione Acque14, che per completezza si allega al presente atto di rinnovo;

Visto il Rapporto Istruttorio15 trasmesso dalla Sezione Provinciale di ARPA, comprensivo del parere istituzionale espresso dal Distretto Territoriale Urbano16, come da convenzione Provincia – ARPA (PG n° 401923 del 23/11/2009 e s.m.i.);

Preso atto dell’esame e delle valutazioni effettuate dalla Conferenza dei Servizi17 e ritenuto di poter rilasciare il rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale al gestore dell’azienda Alfarec S.p.A. per l’esercizio dell’impianto di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, situato in Comune di Pianoro (BO) in Località Pian di Macina, Via Pietro Nenni, 4;

visto l’art. 107, comma 3, lettera f) del Decreto Legislativo n° 267 del 18 agosto 2000; visti gli articoli 47 e 48 dello Statuto della Provincia di Bologna;

9 assunta agli atti con P.G. n° 12708 del 29/01/2013 (P.E.C.) 10 agli atti con P.G. n° 28601 del 27/02/2013 - P.E.C. 11 Protocollo ARPA PGBO/2013/2214 del 19/02/2013, assunto agli atti con P.G. n°27844 del 26/02/2013 12 assunta agli atti con P.G. n° 40714 del 19/03/2013 - P.E.C. 13 Convocata con nota agli atti con P.G. n°73629 del 17/05/2013 (P.E.C.) 14 assunto agli atti con P.G. n° 102281 del 04/07/2013 15 Protocollo ARPA PGBO/2013/10205 del 25/07/2013, assunto agli atti con P.G. n°113106 del 29/07/2013 16 Protocollo ARPA PGBO/2013/8717 del 25/06/2013 17 come da verbale conclusivo, condiviso e sottoscritto, al P.G. n° 93293 del 20/06/2013

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Determina

di rilasciare l'Autorizzazione Integrata Ambientale, a seguito di rinnovo18, a MARCO VARSALLONA, in qualità di gestore dell’ impianto sito in Località Pian di macina, Via Pietro Nenni, 4, in Comune di Pianoro (BO), per l’esercizio dell’attività di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, di cui al punto 5.1 dell’Allegato VIII alla Parte II del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.; La validità della presente autorizzazione è subordinata al rispetto delle seguenti condizioni e prescrizioni:

1. l’impianto dovrà essere condotto con le modalità tecniche, prescrizioni e condizioni previste nel presente atto e nell’Allegato I (“Condizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale”) che costituisce parte integrante e sostanziale del presente rinnovo di AIA;

2. il presente provvedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale a seguito di rinnovo revoca e sostituisce le seguenti autorizzazioni già di titolarità della ditta:

AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE NOTE

Autorizzazione Integrata Ambientale

P.G. n° 31290 del 11.02.2008

Autorizzazione Integrata Ambientale che revocava e sostituiva le precedenti autorizzazioni settoriali in possesso dell’impianto

Prima modifica non sostanziale dell’Autorizzazione Integrata

Ambientale

P.G. n° 419210 del 09.12.2009

Autorizzazione all’inserimento di nuove tipologie di rifiuti nell’elenco dei codici CER, all’inserimento di nuovi raggruppamenti di rifiuti e alla modifica di alcuni già autorizzati. Modifiche all’assetto impiantistico relativamente a: dismissione dell’impianto elettrolitico e del relativo sistema di captazione dei vapori (punto di emissione E3) presenti nel settore II; installazione, nel settore II, di un torrino di aspirazione con funzione di ricambio d’aria (nuovo punto di emissione E3); sostituzione dell’impianto di ricambio d’aria (punto di emissione E2), presente nel settore III, con l’inserimento di due nuovi torrini di aspirazione; inserimento di un nuovo impianto di disoleazione per il trattamento delle acque di dilavamento piazzale. È stata anche prescritta la tenuta di un registro su cui annotare i consumi delle sostanze cancerogene, mutagene e teratogene per le emissioni E4 ed E5.

Seconda modifica non sostanziale dell’Autorizzazione

Integrata Ambientale

P.G. n° 182098 del 11.11.2010

Autorizzazione ad alcune modifiche allo stoccaggio dei rifiuti con una nuova riorganizzazione e disposizione dei settori: spostamento dei rifiuti contenenti amianto nel settore I, realizzazione dello stoccaggio esterno dei rifiuti liquidi (settore V) che ha comportato l’attivazione di due nuovi punti di emissione E8 ed E9 e realizzazione del nuovo settore IX; modifiche strutturali consistenti nella realizzazione di tettoie per la copertura di alcune zone esterne (Settori I, VI, VII e VIII); variazioni relative ad alcuni presidi ambientali (installazioni di nuove vasche di raccolta per le acque piovane e per gli sversamenti accidentali); sostituzione dell’impianto di triturazione; nuova palazzina servizi.

18 ai sensi dell’art.29 octies comma 1 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e dell’art.11 comma 1 della L.R. 21/04

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Terza modifica non sostanziale dell’Autorizzazione Integrata

Ambientale

P.G. n° 87734 del 31.05.2012

Autorizzazione all’inserimento di nuovi codici CER nei raggruppamenti già autorizzati; modifica di alcune prescrizioni autorizzative.

3. il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame nei casi di seguito indicati:

- qualora si verifichi una delle condizioni previste dall’articolo 29-octies comma 4 del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.;

- qualora si verifichino modifiche sull’assetto dell’impianto rispetto alle condizioni indicate nella domanda per l’impianto esistente;

- sulla base del quadro informativo ottenuto a seguito della valutazione dei dati del piano di monitoraggio e controllo;

4. nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione dell’impianto, il vecchio gestore e il nuovo gestore ne danno comunicazione entro 30 giorni alla Provincia di Bologna anche nelle forme dell’autocertificazione;

5. il gestore deve presentare preventivamente le eventuali modifiche di impianto, rispetto all’assetto impiantistico autorizzato, come definite dall’articolo 4, comma 1, lettera l) e l-bis) del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i. e secondo le indicazioni riportate nella Circolare Esplicativa della Regione Emilia Romagna prot. PG/2008/187404 del 1/8/2008, sul portale web IPPC-AIA (http://ippc-aia.arpa.emr.it), mediante le procedure di invio telematico stabilite dalla Regione Emilia-Romagna19. Tali modifiche saranno valutate ai sensi dell’art. 29-nonies del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.;

6. le attività di controllo programmato relative alla presente autorizzazione sono svolte da ARPA, ai sensi di quanto previsto dall’art. 29-decies comma 3 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. e dell'art. 14, comma 2 della L.R. n° 21/04; ARPA può effettuare il controllo programmato in contemporanea agli autocontrolli del Gestore e, a tal fine, solo quando appositamente richiesto, il gestore deve comunicare mezzo fax ad ARPA (sezione territorialmente competente), con sufficiente anticipo, le date previste per gli autocontrolli;

7. tutti i risultati dei controlli e delle verifiche effettuate da ARPA, saranno inviate, a cura di ARPA stessa, all’Autorità Competente – Provincia di Bologna, per lo svolgimento dei successivi adempimenti amministrativi e alla competente Autorità Giudiziaria, nel caso si rilevassero violazioni penalmente rilevanti;

8. le spese occorrenti per le attività di controllo programmato sostenute da ARPA esclusivamente nell’adempimento delle attività obbligatorie e previste dal piano di monitoraggio e controllo, sono a poste a carico del gestore dell’impianto e sono determinate dal DM 24 aprile 2008 e dalle deliberazioni della Giunta Regionale n° 1913/2008 del 17/11/2008 e n° 155/2009 del 16/02/2009;

9. il Gestore ha provveduto al pagamento delle tariffe istruttorie per il rinnovo dell’AIA per un importo pari a 6.125 €, calcolato sulla base dei criteri previsti dal D.M. 24 aprile 2008 e dalle Delibere Regionali n° 1913 del 17/11/2008 e n° 155 del 16.02.2009. Da una verifica del calcolo della tariffa prevista per il

19 Procedure stabilite da Determinazione del Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna n° 5249 del 20/04/2012

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rinnovo dell’AIA, risulta che l’importo corretto è pari a 6.010 €. Pertanto, la Provincia di Bologna provvederà al rimborso della quota eccedente;

10. ai sensi di quanto previsto dall'art. 11, comma 1 della legge regionale n° 21/2004 e dell’art. 29-octies, comma 1 del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i., il presente rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale ha validità di sei anni, ossia fino al 17/04/2019;

11. il Gestore dovrà prestare nuova garanzia finanziaria, fino al 17/04/2021, entro la data di scadenza della garanzia finanziaria in essere;

12. per il rinnovo della presente autorizzazione, almeno 6 mesi prima della scadenza il gestore deve presentare sul portale web IPPC-AIA, una domanda di rinnovo, corredata da una relazione contenente l’aggiornamento delle informazioni di cui all’articolo 29-ter, comma 1 del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i. Fino alla pronuncia dell’Autorità Competente in merito al rinnovo, il gestore continua l’attività sulla base della presente autorizzazione integrata ambientale;

13. la presente autorizzazione deve essere rinnovata e mantenuta valida fino al completamento delle procedure previste al punto “Gestione del fine vita dell’impianto” dell’Allegato I alla presente autorizzazione;

14. il presente atto sarà pubblicato per estratto sul Bollettino Ufficiale Regionale a cura della Provincia di Bologna con le modalità stabilite dalla Regione Emilia Romagna;

15. il gestore deve rispettare le vigenti normative in materia di tutela ambientale per tutti gli aspetti e per tutte le prescrizioni e disposizioni non altrimenti regolamentate dal presente atto e dalla normativa che riguarda l’Autorizzazione Integrata Ambientale;

16. sono fatte salve le norme, i regolamenti, le autorizzazioni in materia di urbanistica, prevenzione incendi, sicurezza e tutte le altre disposizioni di pertinenza, previste dalle normative vigenti anche se non espressamente indicate nel presente atto;

17. il Servizio Tutela Ambientale e Sanzioni della Provincia di Bologna esercita i controlli di cui all’art. 29-decies del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i., avvalendosi del supporto tecnico, scientifico e analitico di ARPA, al fine di verificare la conformità dell’impianto rispetto a quanto indicato nel provvedimento di autorizzazione;

18. la Provincia, ove rilevi situazioni di non conformità rispetto a quanto indicato nel provvedimento di autorizzazione, procederà secondo quanto stabilito nell’atto stesso o nelle disposizioni previste dalla vigente normativa nazionale e regionale;

19. contro il presente provvedimento può essere presentato ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni dall’avvenuta pubblicazione sul BUR.

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Fascicolo 11.17.2/52/2012 – P.G. n° 136411 del 01/10/2013

SETTORE AMBIENTE–SERVIZIO TUTELA AMBIENTALE–U.O. AIA-IPPC E INDUSTRIE A RISCHIO

Via San Felice, 25- 40122 Bologna - Tel. 051 659.8898/659.9288 - Fax 051/659.8134

Posta certificata: [email protected] - www.provincia.bologna.it

7

La presente autorizzazione è costituita complessivamente da n° 7 pagine e da n° 1 allegato.

ALLEGATO I : “Condizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) – Ditta Alfarec S.p.A. – Comune di Pianoro (BO)”

Documento firmato digitalmente ai sensi dell'art. 20 del Codice

di Amministrazione Digitale dal responsabile dell’Unità Operativa Procedimenti Autorizzativi

Stefano Stagni

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Fascicolo 11.17.2/52/2012 – P.G. n° 138802 del 07/10/2012

SETTORE AMBIENTE–SERVIZIO TUTELA AMBIENTALE–U.O. AIA-IPPC E INDUSTRIE A RISCHIO

Via San Felice, 25- 40122 Bologna - Tel. 051 659.8898/659.9288 - Fax 051/659.8134

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1

Oggetto: D.Lgs. 152/061 – L.R. n° 21/04 – Azienda Alfarec S.p.A. avente sede legale e impianto in Comune di Pianoro (BO), Località Pian di Macina, Via Pietro Nenni, 4 – RETTIFICA rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale2 per l’impianto IPPC di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, di cui al punto 5.1 all’Allegato VIII alla parte II, del D. Lgs. 152/2006.

IL RESPONSABILE DELL’UNITÀ OPERATIVA PROCEDIMENTI AUTORIZZATIVI

Premesso che, con atto dirigenziale al P.G. n° 136411 del 01/10/2013, l'azienda Alfarec S.p.A.

avente sede legale e impianto in Comune di Pianoro (BO), Località Pian di Macina, Via Pietro Nenni, 4, è

stato rilasciato il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, per l’esercizio dell’attività di stoccaggio di

rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi;

Vista la comunicazione3 della ditta contenente la dichiarazione dell’assunzione della carica di legale

rappresentante e gestore dell’impianto, già presentata all’atto della domanda di rinnovo;

Rilevato che il presente atto è di esclusiva discrezionalità tecnica;

Ai sensi dell'art. 47 dello Statuto della Provincia di Bologna, Determina

1. la rettifica per mero errore materiale del rinnovo dell’AIA rilasciato con atto al P.G. n° 136411 del 01/10/2013 stabilendo che:

- l'Autorizzazione Integrata Ambientale, a seguito di rinnovo, sia intestata a FABIO COLLA, in qualità di gestore dell’ impianto sito in Località Pian di macina, Via Pietro Nenni, 4, in Comune di Pianoro (BO), per l’esercizio dell’attività di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, di cui al punto 5.1 dell’Allegato VIII alla Parte II del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.;

2. che resti invariata ogni altra prescrizione portata a carico della ditta con il citato rinnovo dell’Autorizzazione integrata Ambientale e rispettivo Allegato I – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale - Ditta Alfarec s.p.a. – Pianoro (BO).

Documento firmato digitalmente ai sensi dell'art. 20 del Codice di Amministrazione Digitale

dal responsabile dell’Unità Operativa Procedimenti Autorizzativi

Stefano Stagni

1 come modificato e integrato dal D.Lgs. n° 128/2010 che ha abrogato il D.Lgs. n° 59/2005 2 Rif.Rinnovo dell’ Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con P.G. n° 136411 del 01/10/2013; 3 assunta agli atti con P.G. n° 137202 del 02/10/2013 (P:E.C.)

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Allegato I – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale - Ditta Alfarec s.p.a. – Pianoro (BO)

1

ALLEGATO I - CONDIZIONI DELL’AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (A.I.A.)

DITTA ALFAREC s.p.a. – COMUNE DI PIANORO (BO)

INDICE

A - SEZIONE INFORMATIVA ........................................................................................... 3

A.1 DEFINIZIONI ...........................................................................................................................3

A.2 INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO ............................................................................................4

A.3 ITER ISTRUTTORIO .................................................................................................................4

A.4 AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE ...............................................................................................5

B - SEZIONE FINANZIARIA............................................................................................. 7

B.1 GARANZIE FINANZIARIE .........................................................................................................7

B.2 CALCOLO TARIFFE ISTRUTTORIE ............................................................................................8

C. SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE............................................... 8

C.1 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO E AMBIENTALE............................................................8

C.2 DESCRIZIONE DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO E DELLE OPERAZIONI EFFETTUATE............10 C.2.1 DESCRIZIONE DELLE AREE DI STOCCAGGIO .........................................................................................11 C.2.2 ATTIVITÁ DI GESTIONE DEI RIFIUTI .....................................................................................................15

C.3 DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI E DEI CONSUMI ASSOCIATI ALL’ATTIVITÁ DI GESTIONE DEI RIFIUTI ........................................................................................................................................16 C.3.1 CONSUMI DI MATERIE PRIME ................................................................................................................16 C.3.2 BILANCIO ENERGETICO ..........................................................................................................................16 C.3.3 BILANCIO IDRICO (PRELIEVI E SCARICHI) ............................................................................................17 C.3.4 EMISSIONI IN ATMOSFERA.....................................................................................................................19 C.3.5 RIFIUTI IN USCITA..................................................................................................................................20 C.3.6 EMISSIONI SONORE................................................................................................................................21 C.3.7 SICUREZZA E RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI .................................................................................21

C.4 CONFRONTO CON LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI ....................................................21

C.5 MODIFICHE E PROPOSTE DEL GESTORE ...............................................................................49

C.6 CONCLUSIONI........................................................................................................................49

SEZIONE D - PRESCRIZIONI, LIMITI E CONDIZIONI DI ESERCIZIO DELL'IMPIANTO 50

D.1 PIANO DI MIGLIORAMENTO .................................................................................................50

D.2 CONDIZIONI PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO..................................................................50 D.2.1 FINALITÁ E CONDIZIONI DI ESERCIZIO ................................................................................................50 D.2.2 RACCOLTA E COMUNICAZIONE DEI DATI E REQUISITI DI NOTIFICA GENERALI.................................50 D.2.3 CONDIZIONI RELATIVE ALLA GESTIONE DELL’IMPIANTO E GESTIONE DEI RIFIUTI...........................51 D.2.4 ENERGIA..................................................................................................................................................92 D.2.5 SCARICHI E CONSUMI IDRICI ................................................................................................................92 D.2.6 EMISSIONI IN ATMOSFERA ....................................................................................................................93 D.2.7 EMISSIONI SONORE ...............................................................................................................................95 D.2.8 GESTIONE DEL FINE VITA DELL’IMPIANTO ...........................................................................................95

D.3 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL’IMPIANTO ................................................96 D.3.1 PRINCIPI E CRITERI DEL MONITORAGGIO ............................................................................................96 D.3.2 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI SCARICHI IDRICI ....................................................................97 D.3.3 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEL SUOLO E SOTTOSUOLO ..............................................................99 D.3.4 MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA .................................................. 100 D.3.5 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI RIFIUTI ...................................................................................... 102 D.3.6 MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE EMISSIONI SONORE ............................................................ 103 D.3.7 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CONSUMI - MATERIE PRIME ..................................................... 104 D.3.8 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CONSUMI IDRICI ....................................................................... 104

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Allegato I – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale - Ditta Alfarec s.p.a. – Pianoro (BO)

2

D.3.9 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CONSUMI DI COMBUSTIBILE .................................................... 104 D.3.10 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CONSUMI ENERGETICI............................................................ 104 D.3.11 INDICATORI DI PRESTAZIONE ........................................................................................................... 104 D.3.12 CONTROLLO DELL’IMPIANTO DA PARTE DI ARPA ............................................................................ 105

D.4 ALLEGATO TECNICO: CRITERI PER IL CAMPIONAMENTO DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA CONVOGLIATE............................................................................................................................106

D.5 METODI MANUALI DI CAMPIONAMENTO ED ANALISI PER EMISSIONI CONVOGLIATE ....107

E – SEZIONE DI INDICAZIONI GESTIONALI..................................................................... 108

E.1 COMUNICAZIONI .................................................................................................................108

E.2 GESTIONE DEI DATI DI MONITORAGGIO, REPORT ANNUALI E REGISTRI.........................108

E.3 GESTIONE DELL’IMPIANTO..................................................................................................108

E.4 CONSUMI E SCARICHI IDRICI.............................................................................................109

E.5 EMISSIONI IN ATMOSFERA .................................................................................................109

E.6 RIFIUTI ................................................................................................................................109

E.7 RUMORE ...............................................................................................................................109

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3

A - SEZIONE INFORMATIVA Premessa

La ditta ALFAREC s.p.a. è autorizzata alla gestione dell’impianto di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, sito in Comune di Pianoro, in Via P. Nenni n° 4 in Località Pian di Macina, con Autorizzazione Integrata Ambientale P.G. n° 31290 del 11.02.2008 e s.m.i.

In data 16.10.2012, la ditta ha presentato, ai sensi dell’art. 29-octies del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i., la domanda di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale in suo possesso.

Il presente allegato determina le condizioni per l’esercizio dell’impianto e sostituisce l’atto P.G. n° 31290 del 11.02.2008 e s.m.i. A.1 DEFINIZIONI

Autorità competente al rilascio dell’AIA

per tutti gli impianti esistenti e nuovi di competenza statale, individuati all’All. XII alla parte seconda del D.Lgs. n° 152/06, così come modificato dal D.Lgs. n° 128/10, è il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Negli altri casi, l’Autorità Competente è l’autorità individuata dalla Regione (Provincia di Bologna)

Autorità di controllo

agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente incaricate dall'autorità competente di partecipare, ove previsto, e/o accertare la corretta esecuzione del piano di controllo e la conformità dell'impianto alle prescrizioni contenute nell'AIA (ARPA)

Gestore qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l'impianto oppure che dispone di un potere economico determinante sull’esercizio tecnico dell’impianto stesso

Best Available Techiniques (BAT)/ Migliori tecniche disponibili (MTD)

per Best Available Techniques/Migliori Tecniche Disponibili si intende:

1. tecniche, sia le tecniche impiegate sia le modalità di progettazione, costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura dell'impianto;

2. disponibili, le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta l'applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente idonee nell'ambito del relativo comparto industriale, prendendo in considerazione i costi e i vantaggi, indipendentemente dal fatto che siano o meno applicate o prodotte in ambito nazionale, purché il Gestore possa avervi accesso a condizioni ragionevoli;

3. migliori, le tecniche più efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dell'ambiente nel suo complesso.

Più in generale per BAT/MTD si intende la più efficiente e avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l'idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l'impatto sull'ambiente nel suo complesso.

Piano di Controllo

è l’insieme di azioni svolte dal Gestore e dall’Autorità di controllo che consentono di effettuare, nelle diverse fasi della vita di un impianto o di uno stabilimento, un efficace monitoraggio degli aspetti ambientali dell’attività costituiti dalle emissioni nell’ambiente e dagli impatti sui corpi recettori, assicurando la base conoscitiva che consente in primo luogo la verifica della sua conformità ai requisiti previsti nella/e autorizzazione/i.

Per tutti gli altri termini utilizzati nell’ambito del presente Allegato si rimanda, in particolare: • alle definizioni di cui all’art. 5 del D.Lgs. n° 152/06, così come modificato dal D.Lgs. n° 128/10, • al glossario di cui alla D.G.R. n° 2411/2004, • al BREF Comunitario e alle Linee Guida Nazionali in materia di sistemi di monitoraggio (Reference

Document on General Principles of Monitoring – edizione di Luglio 2003 e D.M. 31 Gennaio 2005, supplemento ordinario n° 107 alla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n° 135 del 13 giugno 2005 – Allegato II),

• al BREF Comunitario “Waste Treatments Industries (edizione di agosto 2006)”, • al BREF Comunitario “Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficiency (edizione

di febbraio 2009)”,

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Allegato I – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale - Ditta Alfarec s.p.a. – Pianoro (BO)

4

• alle “Linee guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nella categoria IPPC: 5 - Gestione dei rifiuti (Trattamento dei PCB, degli apparati e dei rifiuti contenenti PCB e per gli impianti di stoccaggio), emanate con D.M. 29 Gennaio 2007”.

A.2 INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO

Il centro di stoccaggio di rifiuti gestito da Alfarec s.p.a. è ubicato in Comune di Pianoro, in località Pian di Macina in un’area ad uso produttivo, in via P. Nenni n° 4. L’impianto è costituito da un piazzale asfaltato, dedicato allo stoccaggio di rifiuti in cassoni, alla movimentazione dei mezzi, alla pesa e al parcheggio degli autoveicoli, da un capannone industriale e da un’adiacente tettoia in cui è presente un trituratore per la riduzione volumetrica dei rifiuti. La superficie complessiva è di circa 18.895 m2, così ripartita:

Superficie Area (m2)

Capannone per stoccaggio rifiuti e tettoia del settore IV 4.051

Uffici 508

Piazzale impermeabilizzato 7.492

Zona parcheggio 1.490

Area verde 5.354

Totale 18.895

L’attività dell’impianto consiste nello stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi ed in alcune attività di raggruppamento e ricondizionamento dei rifiuti ed è autorizzato a svolgere le operazioni di smaltimento e di recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, D13, D14, D15, R12 e R13, di cui agli Allegati B e C, alla parte quarta del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i. Oltre alle operazioni suddette, la presente AIA comprende anche l’attività di recupero metalli, mediante deargentazione (R4), di cui all’Allegato C alla parte quarta, del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i.

Le attività svolte sono ricomprese nella categoria di cui al punto 5.1 dell’Allegato VIII alla parte seconda del D.Lgs. n° 152/06, come modificato dal D.Lgs. n° 128/10: 5.1 – Impianti per l'eliminazione o il recupero di rifiuti pericolosi, della lista di cui all'art. 1,

paragrafo 4, della direttiva 91/689/CEE quali definiti negli allegati II A e II B (operazioni R1, R5, R6, R8 e R9) della direttiva 75/442/CEE e nella direttiva 75/439/CEE del Consiglio, del 16 giugno 1975, concernente l'eliminazione degli oli usati, con capacità di oltre 10 tonnellate al giorno.

L’attività si svolge per 5 giorni a settimana e, con atto P.G. n° 31290 del 11.02.2008 e s.m.i., l’impianto è stato autorizzato allo stoccaggio di rifiuti per 1.514 t, equivalenti a 1.908 m3, di cui un massimo di 728 t di rifiuti pericolosi. A.3 ITER ISTRUTTORIO

16/10/2012: Presentazione, ai sensi dell'art. 29-octies del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i, della domanda di rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale1, sul portale web IPPC-AIA (http://ippc-aia.arpa.emr.it), mediante le procedure di invio telematico stabilite dalla Regione Emilia-Romagna2;

17/10/2013: ai sensi dell'art. 29-quater, comma 3 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., la Provincia di Bologna, ha comunicato al gestore, l'avvio3 del procedimento di rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale con il contestuale avvio dell'endoprocedimento previsto dalla Convenzione Provincia – ARPA4 per l'elaborazione dell'istruttoria tecnico-ambientale;

1 assunta agli atti con P.G. n°154285 del 16/10/2012 – P.E.C. 2 Determinazione del Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia Romagna n° 5249 del 20/04/2012 3 con nota con P.G. n° 154678 del 17/10/2012 - P.E.C. 4 al PG n° 401923 del 23/11/2009, come prorogata e modificata dalla Determinazione della Dirigente del Servizio Tutela Ambientalecon atto al P.G. n° 174555 del 23/11/2012;

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Allegato I – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale - Ditta Alfarec s.p.a. – Pianoro (BO)

5

29/01/2013: trasmissione di richiesta di modifiche non sostanziali5 relative al Piano di Monitoraggio e Controllo e ad un nuovo punto di emissione da inserire nel laboratorio di analisi;

13/02/2013: ai sensi dell’art. 8 della L.R. n° 21/04, a cura della Provincia di Bologna, sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 31 del 13/02/2013, è stata fatta la pubblicazione della comunicazione di avvio di procedimento di rinnovo dell’autorizzazione Integrata Ambientale;

27/02/2013: ai sensi dell’art. 10 comma 2 della L.R. 21/2004 e dell’art. 29-quater del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i., la Provincia di Bologna ha trasmesso al gestore richiesta di integrazioni6 in conformità alla nota7 del Servizio Territoriale di ARPA, con la sospensione del procedimento amministrativo;

19/03/2013: l’azienda ha trasmesso la documentazione integrativa richiesta8 con il riavvio dei termini del procedimento amministrativo;

20/06/2013: svolgimento della Conferenza dei Servizi9;

04/07/2013: acquisizione del parere favorevole con prescrizioni di Hera S.p.A. – Direzione Acque10;

26/04/2013: ricezione del Rapporto Istruttorio11 di ARPA, comprensivo del parere obbligatorio sul monitoraggio e controllo dell’impianto rilasciato dal Distretto Territoriale Urbano12 di Arpa, come previsto dall’art. 10 della L.R. n° 21/04;

A.4 AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE

Per l’impianto in esame, il presente documento costituisce atto di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con P.G n° 31290 del 11.02.2008 e s.m.i. e, pertanto, abroga e sostituisce le seguenti autorizzazioni già di titolarità della Ditta:

AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE NOTE

Autorizzazione Integrata Ambientale

P.G. n° 31290 del 11.02.2008

Autorizzazione Integrata Ambientale che revocava e sostituiva le precedenti autorizzazioni settoriali in possesso dell’impianto

Prima modifica non sostanziale dell’Autorizzazione Integrata

Ambientale

P.G. n° 419210 del 09.12.2009

Autorizzazione all’inserimento di nuove tipologie di rifiuti nell’elenco dei codici CER, all’inserimento di nuovi raggruppamenti di rifiuti e alla modifica di alcuni già autorizzati. Modifiche all’assetto impiantistico relativamente a: dismissione dell’impianto elettrolitico e del relativo sistema di captazione dei vapori (punto di emissione E3) presenti nel settore II; installazione, nel settore II, di un torrino di aspirazione con funzione di ricambio d’aria (nuovo punto di emissione E3); sostituzione dell’impianto di ricambio d’aria (punto di emissione E2), presente nel settore III, con l’inserimento di due nuovi torrini di aspirazione; inserimento di un nuovo impianto di disoleazione per il trattamento delle acque di dilavamento piazzale. È stata anche prescritta la tenuta di un registro su cui annotare i consumi delle sostanze cancerogene, mutagene e teratogene per le emissioni E4 ed E5.

Seconda modifica non sostanziale dell’Autorizzazione

Integrata Ambientale

Autorizzazione ad alcune modifiche allo stoccaggio dei rifiuti con una nuova riorganizzazione e disposizione dei settori: spostamento dei rifiuti contenenti amianto nel settore I, realizzazione dello stoccaggio esterno dei rifiuti liquidi (settore V) che ha comportato l’attivazione di due nuovi punti di emissione E8 ed E9 e realizzazione del nuovo settore IX; modifiche strutturali consistenti

5 assunta agli atti con P.G. n° 12708 del 29/01/2013 – P.E.C. 6 con nota agli atti con P.G. n° 28601 del 27/02/2013 - P.E.C. 7 Protocollo ARPA PGBO/2013/2214 del 19/02/2013, assunto agli atti con P.G. n°27844 del 26/02/2013 8 assunta agli atti con P.G. n° 40714 del 19/03/2013 - P.E.C. 9 convocazione da parte della Provincia di Bologna con nota al agli atti con P.G. n°73629 del 17/05/2013 (P.E.C.) 10 assunto agli atti con P.G. n° 102281 del 04/07/2013 11 Protocollo ARPA PGBO/2013/10205 del 25/07/2013, assunto agli atti con P.G. n°113106 del 29/07/2013 12 Protocollo ARPA PGBO/2013/8717 del 25/06/2013

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Allegato I – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale - Ditta Alfarec s.p.a. – Pianoro (BO)

6

P.G. n° 182098 del 11.11.2010

nella realizzazione di tettoie per la copertura di alcune zone esterne (Settori I, VI, VII e VIII); variazioni relative ad alcuni presidi ambientali (installazioni di nuove vasche di raccolta per le acque piovane e per gli sversamenti accidentali); sostituzione dell’impianto di triturazione; nuova palazzina servizi.

Terza modifica non sostanziale dell’Autorizzazione Integrata

Ambientale

P.G. n° 87734 del 31.05.2012

Autorizzazione all’inserimento di nuovi codici CER nei raggruppamenti già autorizzati; modifica di alcune prescrizioni autorizzative.

L’impianto è in possesso delle seguenti certificazioni/autorizzazioni non ricompresi dall’Autorizzazione Integrata Ambientale:

Numero Autorizzazione Settore Interessato

Autorità che ha rilasciato l’autorizzazione Data di emissione

NOTE

IT-81997 ISO 14001:2004 IQNet

31.05.2012 La data di scadenza è il 31.05.2015.

24105/00/S

ISO 9001:2008 IQNet 14.05.2012

Il primo certificato di qualità è stato rilasciato in data 10.05.2000. La prossima scadenza è prevista per il 10.05.2015.

La ditta è iscritta all’albo gestori ambientali in diverse categorie: raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi e non pericolosi ed intermediazione. In seguito all’entrata in vigore del D.P.R. n° 151/2011, l’attività non rientra tra quelle per cui è previsto il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi. È soggetta al rinnovo periodico di conformità antincendio. Il prossimo rinnovo dovrà essere richiesto entro il 27.03.2017.

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Allegato I – Rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale - Ditta Alfarec s.p.a. – Pianoro (BO)

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B - SEZIONE FINANZIARIA B.1 GARANZIE FINANZIARIE

L’attività oggetto della presente autorizzazione è subordinata alla prestazione da parte della ditta Alfarec s.p.a. della garanzia finanziaria in materia di rifiuti, ai sensi dell’art. 210 D.L.gs. 3 aprile 2006, n° 152 e s.m.i., secondo le seguenti modalità di cui alla D.G.R. dell’Emilia-Romagna n° 1991 del 13 ottobre 2003, e di seguito riportate:

a) la garanzia finanziaria deve essere costituita in uno dei seguenti modi previsti dalla Legge 10 giugno 1982 n° 348, art. 1: - da reale e valida cauzione in numerario od in titoli di Stato, ai sensi dell’art. 54 del Regolamento per

l’amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato, approvato con R.D. 23/5/1924, n° 827 e successive modificazioni;

- da fidejussione bancaria rilasciata da Aziende di credito di cui all’art. 5 del R.D.L. 12/3/1936, n° 375 e successive modifiche ed integrazioni, in conformità allo schema di cui all’Allegato B alla D.G.R. n° 1991 del 13/10/2003;

- da polizza assicurativa rilasciata da Società di assicurazione, in possesso dei requisiti previsti dalla Legge 10 giugno 1982, n° 348, debitamente autorizzata all’esercizio del ramo cauzioni ed operante nel territorio della Repubblica in regime di libertà di stabilimento o di libertà di prestazione di servizi, in conformità allo schema di cui all’Allegato C alla D.G.R. n° 1991 del 13/10/2003;

b) in caso di utilizzo totale o parziale della garanzia finanziaria da parte della Provincia di Bologna la stessa dovrà essere ricostituita, in caso di continuazione dell’attività, nella stessa entità di quella originariamente determinata nel presente atto autorizzativo;

c) L’ammontare della garanzia finanziaria è fissato in € 238.512 (duecentotrentottomilacinquecentododicieuro/00). In base alla suddetta deliberazione regionale e con riferimento specifico all’attività in oggetto, ai sensi dell’art. 5 pgf 5.1.1, 5.1.4, 5.2.1 e 5.2.4 dell’Allegato A, l’ammontare della garanzia è calcolata nel seguente modo:

� D15/R13: quantità massima di rifiuti, stoccabili nell’impianto, pari a 1.514 t di rifiuti pericolosi e non pericolosi, di cui un quantitativo massimo di rifiuti pericolosi pari a 786 t; pertanto l’ammontare della garanzia è dato da:

250 € * 786 t + 140 € * 728 t = 297.520 €

� D13/R12: trattasi di attività funzionali alle operazioni di stoccaggio D15 e R13;

� D14: quantità massima annua di rifiuti da sottoporre a triturazione pari a 6.500 t ; pertanto l’ammontare della garanzia è dato da:

15 € * 6.500 t = 97.500 € < 100.000 € (importo minimo)

L’importo complessivo è di 297.520 € + 100.000 € = 397.520,00 €. Tale importo deve essere ridotto del 40% in quanto l’impianto è registrato ISO 14001:2004.

Pertanto, l’ammontare della garanzia finanziaria è pari a € 238.512 (duecentotrentottomilacinquecentododicieuro/00).

d) la garanzia finanziaria dovrà avere validità per tutta la durata dell’autorizzazione fino ai successivi due anni dalla data di scadenza dell’autorizzazione, cioè fino al 17.04.2021;

e) l’Amministrazione Provinciale di Bologna si riserva la facoltà di chiedere almeno 180 giorni prima della scadenza dei termini di cui al punto e), con provvedimento motivato, il prolungamento della validità della garanzia finanziaria qualora emergano, a seguito delle verifiche che devono essere fatte dalle autorità di controllo, effetti ambientali direttamente connessi alle suddette attività di gestione dei rifiuti.

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B.2 CALCOLO TARIFFE ISTRUTTORIE

Secondo i criteri di cui alla Delibera di Giunta Regionale 11 aprile 2005, n° 667, l’impianto risulta di BASSA complessità. Il Gestore ha provveduto al pagamento delle tariffe istruttorie per il rinnovo dell’AIA per un importo pari a 6.125 €, calcolato sulla base dei criteri previsti dal D.M. 24 aprile 2008 e dalle Delibere di Giunta Regionali n° 1913 del 17.11.2008 e n° 155 del 16.02.2009. Da una verifica del calcolo della tariffa prevista per il rinnovo dell’AIA, risulta che l’importo corretto è pari a 6.010 €. Si provvederà alla restituzione alla ditta della quota pari a 115 €. C. SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE

C.1 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO E AMBIENTALE UBICAZIONE DELLA DITTA E INQUADRAMENTO DELLA ZONA CONSIDERATA

La Ditta ALFAREC S.p.A. si inserisce in un contesto industriale/artigianale tra le località di Pianoro Nuova e Pianoro Vecchia, nel Comune di Pianoro in Località Pian di Macina. Lo stabilimento è ubicato su di un terrazzo fluviale di terzo ordine in sinistra idraulica del Torrente Savena. Esso si trova ad un’altimetria di circa 140 metri s.l.m. Il Comune di Pianoro fa parte della “Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi”. Secondo il PSC (Piano Strutturale Comunale) vigente l’area in cui ricade la Ditta è classificata come “Ambiti a prevalente destinazione produttiva ad assetto urbanistico consolidato” (Art. 23 NTA PSC). Tali Ambiti comprendono le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate caratterizzate dalla concentrazione di attività completamente produttive. In base al RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio) comunale, la zona dove ha sede l’impianto ALFAREC è individuata dall’art. Art. 41 delle NTA come “Aree di interesse ambientale in ambiti produttivi ad assetto urbanistico consolidato (AP_0)”. PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP)

Dall’esame del PTCP della Provincia di Bologna, emergono le seguenti considerazioni:

� per quanto riguarda l’aspetto dei “Sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali” (Tavola 1) e dal confronto con la Tavola 2 (Tutela idrogeologica), emerge che la Ditta oggetto d’esame si trova all’interno della zona di pertinenza fluviale del Torrente Savena e lambisce la zona di tutela fluviale (Art 4.3 e 4.4). Ricade in un’area sottoposta a tutela poiché viene a trovarsi in un’area di terrazzi (di cui all’art. 5.3 punto 6) e depositi alluvionali di forma tabulare a spessore variabile. La Ditta ricade altresì in un’Unità Idromorfologica Elementare (U.I.E.) a rischio medio R2 per quanto riguarda il rischio frane (Art. 6.8) e da sottoporre a verifica, per quanto riguarda le attitudini ad usi urbanistici (Art. 6.9).

� In relazione all’Assetto evolutivo degli insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la mobilità” (Tavola 3) e all’Assetto strategico delle infrastrutture e dei profili della mobilità” (Tavola 4), si osserva che l’impianto è al limite dell’ambito di tipo A2 denominato “Rastignano - Pianoro” che è definito come “Ambito produttivo consolidato per funzioni miste manifatturiere e terziarie o la cui evoluzione è indirizzabile verso funzioni miste o terziarie” (Art. 9.1- Art. 9.3). Nelle vicinanze vi è il tracciato della ex Strada Statale “della Futa” ora di competenza provinciale, identificato come tratto di “Viabilità storica” (Art. 8.5). La Tavola 4 segnala la presenza, nell’area del centro abitato di Pianoro, di linee, stazioni e fermate del SFM nell’assetto strategico funzionale della rete ferroviaria; vi sono, altresì, stazioni e fermate SFM costituenti i nodi principali d’interscambio merci con i servizi di trasporto collettivo su gomma (Art. 12.5). Il PTCP individua altresì, nelle vicinanze dell’Azienda oggetto di studio, numerose piste ciclabili esistenti o di progetto (Art. 12.6 e 12.8).

� Relativamente alle “Reti ecologiche” (Tavola 5), si evidenzia che l’alveo del Torrente Savena è classificato come “Corridoio Ecologico” (Art. 3.5). Esso, dunque, rappresenta una struttura lineare con caratteristiche di naturalità o semi-naturalità non completamente compromesse, in grado di conservare la funzione di collegamento tra nodi, garantendo la continuità della rete ecologica d’area vasta mediante ecosistemi lineari terrestri ed acquatici. La Ditta oggetto di studio viene a trovarsi all’interno di un Polo Funzionale in via di espansione (Art. 9.1) e la Tavola 5 segnala delle interferenze tra la rete ecologica segnalata e l’assetto insediativo, ed ancora tra la prima ed i principali ambiti produttivi o insediamenti dismessi/in via di dismissione.

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Ad una distanza di circa 1,9 km in direzione Sud-Ovest, si trova l’Area SIC-ZPS IT 4050029 “Boschi di San Luca e Destra Reno”.

� Da un punto di vista naturalistico, secondo le Norme di Attuazione del PTCP della Provincia di Bologna, la Ditta Alfarec S.p.A.. ricade nell’Unità di Paesaggio 7 (UdP) - “Collina Bolognese”. Questa specifica Udp è caratterizzata da una bassa intensità del rilievo ma da un elevato valore paesaggistico. La pressione insediativa è proporzionale alla vicinanza all’area metropolitana.

PIANO STRALCIO ASSETTO IDROGEOLOGICO (PSAI)

L’area di proprietà della Alfarec S.p.A., rientra nelle zone territoriali oggetto del Titolo I del PSAI, inerente a “Rischio da Frana ed Assetto dei Versanti” (Tavola 1.2 – 1.4). La Ditta si trova all’interno della zona descritta come terrazzo alluvionale. Con riferimento al Titolo II del PSAI, “Rischio Idraulico e Assetto della Rete Idrografica”, il territorio del Comune di Pianoro risulta inserito all’interno del Bacino del Torrente Idice e l’area della Ditta in esame ricade in un’area di Pertinenza Fluviale (Art. 18 Norme di Piano) del PSAI. STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE

Qualità delle acque superficiali: il corpo idrico più significativo che scorre nei pressi dell’Azienda è il Torrente Savena. Il Torrente viene monitorato da Arpa all’interno della Rete Regionale di Qualità delle Acque. La qualità delle acque sia per i parametri chimico-fisico e microbiologici che macrobentonici ha mantenuto nel corso degli anni, dal 1998 al 2009, una qualità buona dalla sorgente fino a Pianoro. Recentemente è stato aggiornato l’indice LIMeco con i dati del triennio 2012-2012. I parametri considerati per la definizione del LIMeco sono: Ossigeno in % di saturazione (scostamento rispetto al 100%), Azoto ammoniacale, Azoto nitrico e Fosforo totale. L’indice LIMeco concorre insieme ad altri indici ambientali, alla definizione dello Stato Ecologico del Corpo Idrico Superficiale. I dati analizzati descrivono una qualità sufficiente nelle Stazioni di Monitoraggio del Torrente Savena prese in considerazione dopo il centro abitato comunale.

Qualità delle acque sotterranee: l’area della ditta è ubicata su di un terrazzo fluviale di terzo ordine in destra idraulica del Torrente Savena e viene a trovarsi all’interno della Conoide del Torrente Savena individuata come “intermedia” rispetto a quella del Fiume Reno. PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA)

L’impianto in esame non ricade né in un’area di ricarica delle falde sotterranee né nelle zone di protezione di punti di prelievo di acque da destinare ad uso idropotabile; inoltre, non si hanno alcune interferenze nei deflussi minimi vitali dei corsi d’acqua superficiali presenti nella zona. Sulla base di queste condizioni, non vi sono norme da rispettare così come descritto dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna.

La zona non risente degli effetti di Subsidenza che caratterizzano la pianura padana bolognese. PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DELLA QUALITA’ DELL’ARIA

Rispetto al Piano di Gestione della Qualità dell’Aria della Provincia di Bologna, approvato con Delibera n° 69 del 10 ottobre 2007, si evidenzia che, sulla base della zonizzazione del territorio provinciale (cap. 2.1 della Relazione di Piano), l’impianto ricade all’interno dell’area definita “agglomerato urbano”. Recentemente nel 2012, si è aggiunto un nuovo Report sulla Qualità dell’Aria in Emilia-Romagna nel quale la Regione, avvalendosi di Arpa, ha effettuato una valutazione dei trend degli inquinanti, delle pressioni e delle fonti emissive, predisponendo una proposta di nuova zonizzazione. L’area in esame ricade, anche in questa seconda proposta di zonizzazione, all’interno della zona descritta come “agglomerato”.

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C.2 DESCRIZIONE DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO E DELLE OPERAZIONI EFFETTUATE

La ditta Alfarec s.p.a. è autorizzata a svolgere attività di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi per un quantitativo massimo, in termini di stoccaggio istantaneo, pari a 1.514 t di cui un massimo di rifiuti pericolosi pari a 786 t. Nell’ambito delle attività di stoccaggio, vengono effettuate operazioni di sconfezionamento e riconfezionamento, selezione e cernita manuale, riduzione volumetrica, raggruppamento e ricondizionamento dei rifiuti. Inoltre, nel centro viene svolta l’attività di recupero di metalli mediante deargentazione (R4), la cui potenzialità massima è di 500 t/anno.

Si riporta, di seguito, il quadro dei quantitativi di rifiuti in ingresso all’impianto negli anni 2008-2011:

Anno Provenienza Rifiuti pericolosi

(t/anno)

Rifiuti non pericolosi

(t/anno)

Totale rifiuti in ingresso

(t/anno)

Provincia di Bologna 4.310 4.236

Fuori Provincia 8.400 4.519 2008

Totale 12.711 8.755

21.466

Provincia di Bologna 3.770 3.175

Fuori Provincia 7.356 4.652 2009

Totale 11.126 7.827

18.953

Provincia di Bologna 3.794 3.640

Fuori Provincia 6.180 4.139 2010

Totale 9.974 7.779

17.753

Provincia di Bologna 3.834 2.893

Fuori Provincia 5.761 7.375 2011

Totale 9.595 10.268

19.863

Provincia di Bologna 3.167 1.909

Fuori Provincia 6.226 2.316 2012

Totale 9.393 4.225

13.618

Dalla tabella, si evince come il quantitativo totale di rifiuti gestiti sia calato nell’anno 2012 e questo calo ha interessato i rifiuti non pericolosi in ingresso all’impianto; il quantitativo dei rifiuti pericolosi, invece, si è mantenuto pressoché costante negli anni con un lieve aumento nell’anno 2009. Di fatto, in termini di quantitativi annui, i rifiuti pericolosi costituiscono circa il 50% dei rifiuti gestiti presso l’impianto con un aumento percentuale fino a circa il 68%, registrato nell’anno 2012 in seguito al calo dei quantitativi di rifiuti non pericolosi. La maggior parte dei rifiuti, con percentuali variabili tra il 58 e il 66% circa, è stata ritirata al di fuori della Provincia di Bologna.

Nei cinque anni di vigenza dell’AIA, la ditta ha apportato delle modifiche di natura gestionale, relative ai raggruppamenti/miscelazioni di rifiuti, e modifiche alla distribuzione dello stoccaggio di alcune tipologie di rifiuti: spostamento nel settore I dei rifiuti contenenti amianto, precedentemente stoccati nel settore IV, realizzazione dello stoccaggio dei rifiuti liquidi in area esterna (settore V), nuova organizzazione del settore III, realizzazione del settore IX. Altre modifiche apportate sono relative alla sostituzione del trituratore, con l’attivazione di un nuovo punto di emissione E7, alla dismissione dell’impianto elettrolitico e del relativo sistema di captazione dei vapori (emissione E3) presenti nel settore II, ecc.

Inoltre, sono stati approvati con modifica dell’AIA P.G. n° 182098 del 11.11.2010 degli interventi consistenti nella realizzazione di una nuova palazzina servizi, nella realizzazione della copertura del piazzale di alcuni settori (Settori I, VI, VII e VIII) e nell’installazione di vasche interrate per la raccolta degli sversamenti provenienti dal settore I e per la raccolta delle acque piovane provenienti dalle coperture dei settori sopra indicati. Tali interventi non sono ancora stati realizzati. Per quanto riguarda il permesso di costruire, il Comune di Pianoro ha concesso una proroga fino al 07.01.2017.

La ditta ha presentato la domanda di rinnovo dell’AIA senza alcuna richiesta di modifica.

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C.2.1 DESCRIZIONE DELLE AREE DI STOCCAGGIO

Presso l’impianto, sono stati individuati specifici settori per lo stoccaggio delle diverse tipologie di rifiuti, sia all’interno del capannone che in area esterna. I settori di stoccaggio sono di seguito descritti e riportati nella tavola n° 3 della domanda di modifica non sostanziale dell’AIA, assunta agli atti con P.G. n° 105066 del 10.06.2010. Ciascun settore è adibito allo stoccaggio di diverse tipologie di rifiuti, a seconda delle caratteristiche chimico-fisiche degli stessi ed in relazione ai diversi presidi gestionali presenti. Inoltre, come di seguito descritto e specificato nella sezione D, all’interno di ciascun settore sono autorizzate specifiche operazioni che rientrano nell’attività di gestione dei rifiuti. La capacità di stoccaggio è ripartita nei diversi settori, come riportato nella seguente tabella:

Settore Capacità

di stoccaggio (t)

Capacità di stoccaggio

(m3)

I – piazzale

rifiuti pericolosi 170 170

rifiuti non pericolosi 180 190

totale settore 350 360

II - Capannone

rifiuti pericolosi 8 8

rifiuti non pericolosi 32 32

totale settore 40 40

III - Capannone

rifiuti pericolosi 40 40

rifiuti non pericolosi 47 47

totale settore 87 87

V – Cisterne esterne

rifiuti pericolosi 315 315

rifiuti non pericolosi 180 180

totale settore 495 495

VII - Piazzale

rifiuti pericolosi 0 0

rifiuti non pericolosi 16 360

totale settore 16 360

VIII - Piazzale

rifiuti pericolosi 85 85

rifiuti non pericolosi 111 151

totale settore 196 236

IX - Capannone

rifiuti pericolosi 168 168

rifiuti non pericolosi 162 162

totale settore 330 330

Totale Impianto 1.514 1.908 Settore I

Il Settore I è adibito allo stoccaggio di rifiuti, pericolosi e non, e occupa un’area del piazzale, in soletta di cemento armato con finiture al quarzo, di circa 1.225 m2. In progetto, vi è la copertura del settore con una tettoia in struttura metallica e la captazione e raccolta delle acque meteoriche, ricadenti sulla tettoia, che saranno inviate ad una vasca interrata da 15 m3, da installare nell’area verde del lato sud-est dell’impianto. Gli eventuali sversamenti accidentali saranno raccolti tramite una griglia e convogliati in due apposite

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cisterne stagne, dotate di sensore acustico di troppo pieno ed isolate dalla fognatura, aventi capacità di 10 m3; al momento della stesura della presente istruttoria, tali cisterne non sono presenti in quanto i lavori di installazione delle tettoie e della griglia per la raccolta di eventuali sversamenti non sono ancora stati avviati. Trattasi, tuttavia, di interventi già autorizzati con modifica dell’AIA P.G. n° 182098 del 11.11.2010.

Nel settore I, si individuano tre aree funzionali: I-A, I-B e I-C.

L’area I-A è destinata allo stoccaggio in containers di rifiuti speciali solidi, pericolosi e non pericolosi, oltre ai rifiuti potenzialmente recuperabili (ad es.: imballaggi in ferro, legno, ecc.). Detti containers sono organizzati sul piazzale per partite omogenee, individuando sullo stesso due aree, una destinata a stoccaggio di rifiuti pericolosi (circa n° 12 containers, per un totale di circa 114 t) e l'altra a stoccaggio di rifiuti non pericolosi (circa n° 18 containers, per un totale di circa 180 t). In tale zona, è presente anche una pressa mobile destinata alla riduzione volumetrica di alcune tipologie di rifiuti solidi quali imballaggi, contenitori e rottami per lo più metallici. Tale pressa viene attivata saltuariamente.

L’area I-B, dopo la realizzazione del sistema di copertura, sarà adibita allo stoccaggio dei rifiuti contenenti amianto. Lo stoccaggio avverrà su bancali confezionati o in big-bags per un quantitativo di circa 30 t.

Nell’area I-C sono presenti n° 2 boxes antincendio, per una capacità di stoccaggio pari a 26 t, destinati allo stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi quali solventi organici alogenati e non, soluzioni con inquinanti organici, vernici, inchiostri e resine contenenti solventi. Detti rifiuti, conferiti generalmente in piccole partite, vengono raggruppati mediante miscelazione, mantenendo tuttavia separati i solventi alogenati da quelli non alogenati.

Settore II

Il Settore II è situato all’interno di un capannone industriale, pavimentato con soletta in cemento armato, ed è adibito allo stoccaggio di rifiuti, pericolosi e non, e alle operazioni di confezionamento e sconfezionamento e al deposito di rottami metallici ed imballaggi.

Nel settore II, si individuano tre aree funzionali: II-A, II-B e II-C

L’area II-A è adibita allo stoccaggio di rottami metallici in containers ed in fusti, per un quantitativo massimo di 27 t di rifiuti non pericolosi e 3 t di rifiuti pericolosi.

Nell’area II-B sono effettuate le operazioni di sconfezionamento e riconfezionamento dei rifiuti in arrivo all'impianto, qualora i contenitori vengano ritenuti non idonei. In questa area sono effettuate, all'occorrenza, operazioni di selezione e cernita di rifiuti da destinare a recupero (es. carta e cartone, imballaggi in plastica e ferro, rottame ferroso, ecc.). Nella stessa area, è previsto uno spazio destinato al prestoccaggio dei rifiuti solidi e fangoso-palabili pari a circa 5 t per i non pericolosi e 5 t per i pericolosi.

Inoltre, come autorizzato con modifica dell’AIA P.G. n° 87734 del 31.05.2012, in tale area sono state predisposte delle scaffalature per lo stoccaggio dei rifiuti costituiti da reagenti o prodotti chimici da laboratorio, in attesa di essere sottoposti ad operazioni di suddivisione e/o accorpamento dei recipienti, al fine di razionalizzare gli imballi e produrre partite di rifiuti idonee ad essere conferite direttamente agli impianti finali.

L’area II-C è occupata da imballaggi per il riutilizzo. Settore III

Il Settore III è situato all’interno di un capannone industriale, pavimentato con soletta in cemento armato, avente una superficie di circa 1.000 m2.

Nel settore III, si individuano sei aree funzionali: III-A, III-B, III-C, III-D, III-E e III-F.

L’area III-A è adibita al prestoccaggio per 5 t di rifiuti non pericolosi e 5 t di rifiuti pericolosi in cisternette, fusti e fustini su bacini di contenimento.

All’interno dell’area III-B, viene esercitata l’attività di recupero di rifiuti, identificata con operazione di recupero R4, sulle acque grafiche: tali acque sono trattate nel deargentatore, mediante separazione, elettrodeposizione e recupero dell'argento presente. Il deargentatore è dotato di cisterna di capacità pari a 1.440 litri ed è posto in un bacino di contenimento.

L’area III-C è l’area di svuotamento, sconfezionamento e riconfezionemanto liquidi e di pompaggio degli stessi alle cisterne esterne del settore V o ai fusti e alle cisternette mobili presenti in questo settore. È

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presente un sistema di captazione e convogliamento di eventuali emissioni che si sviluppano durante le operazioni di travaso (punto di emissione E9).

Nella stessa area, quando necessario, viene fatto il lavaggio dei contenitori con acqua a pressione. Il refluo generato viene gestito come rifiuto.

L’area III-D e l’area III-E hanno, rispettivamente, una capacità di stoccaggio pari a 42 t di rifiuti liquidi non pericolosi e 35 t di rifiuti liquidi pericolosi. Lo stoccaggio avviene in fusti e cisternette.

L’area III-F è adibita allo stoccaggio di contenitori puliti destinati al riutilizzo.

Settore IV

Il settore IV è collocato al di sotto di una tettoia in struttura prefabbricata. Detto fabbricato insiste sopra una piattaforma, di cemento armato, per una superficie coperta di circa 555 m2 con muretto perimetrale di contenimento. Le eventuali acque di dilavamento e di percolato sono raccolte in una vasca interrata in cemento armato, vetrificato ed a tenuta stagna, della capacità di 7 m3.

In questo settore vengono svolte le operazioni di ricondizionamento dei rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, di consistenza solida o fangoso palabile, mediante raggruppamento, possibile triturazione e compattazione degli stessi con eventuale aggiunta di materiali stabilizzanti (operazione D14). Gli unici rifiuti stoccati in quest’area sono i rifiuti solidi o fangosi, in prestoccaggio alla lavorazione, in attesa quindi di trattamento, e/o trattati, situati all’interno della vasca di semirimorchio o container, in attesa di essere trasferiti. L’intero sistema di ricondizionamento dei rifiuti prevede lo sconfezionamento dei rifiuti, l’eventuale verifica analitica presso il laboratorio chimico presente nell’impianto, l’assoggettamento alla riduzione volumetrica e la separazione, dopo la triturazione, dei materiali recuperabili.

Per quanto riguarda il trituratore, è dotato di un sistema di raffreddamento, deodorizzazione e captazione ed abbattimento di polveri ed emissioni (punto di emissione E7). Il raffreddamento delle lame del trituratore avviene mediante quattro ugelli posti entro la tramoggia di entrata, attraverso i quali viene nebulizzata acqua in quantità molto ridotte. L’impianto di deodorizzazione è costituito da un sistema di nebulizzazione che utilizza una soluzione acquosa e prodotti chimici a base di enzimi.

Inoltre, è presente un sistema di deferrizzazione con relativo container di accumulo.

Eventuali rilasci di fase liquida, sia all’interno delle vasche del trituratore, che sul pavimento, vengono convogliate alla vasca interrata da 7 m3, di cui sopra.

L’operazione di raggruppamento e triturazione può avvenire con o senza aggiunta di materiale inertizzante. Si ricorre alla miscelazione dei rifiuti con materiali inerti (ricondizionamento) nel caso sia necessario per il conseguimento dell’idoneità chimico-fisica dei rifiuti allo smaltimento finale previsto.

Tale attività viene effettuata o meno sulla base della tipologia e delle concentrazioni delle sostanze “inquinanti” presenti e dei criteri di ammissibilità dei rifiuti, previsti nella specifica discarica di destino o nello specifico impianto di incenerimento. In particolare:

• rifiuti contenenti inquinanti inorganici, con presenza di metalli in concentrazioni tali da non renderne possibile lo smaltimento in discarica, vengono miscelati con materiale o con altri rifiuti dotati di capacità di immobilizzo nei confronti degli ioni metallici. Tali materiali sono composti da calce, allumina, perlite, sepiolite e simili, nonché da inerte di tipo litoide, quale argilla o zeolite, o da materiale resinoso dotato di capacità di intrappolamento verso gli ioni metallici, al fine di ridurne il rilascio anche in presenza di valori di pH sensibilmente acidi.

• rifiuti contenenti inquinanti organici, in concentrazioni tali da non renderne possibile lo smaltimento in discarica, vengono miscelati con gli stessi materiali sopra descritti (calce, allumina, ecc. ed eccezionalmente segatura, quest'ultima utilizzata per assorbire l'eventuale fase umida presente) e/o con altri rifiuti dotati di capacità adsorbente nei confronti dei solventi organici, al fine di diminuirne, sia la volatilità, che il rilascio degli stessi a valori estremamente bassi.

Settore V

Il settore V è posto all’esterno, sul lato longitudinale del capannone che ospita il settore III e a sud dell’impianto ed è adibito allo stoccaggio di rifiuti liquidi pericolosi e non.

Sono presenti n° 11 cisterne fisse (n° 4 in acciaio e n° 7 in vetroresina) della capacità di 50 m3/cad., riempite sino al 90% del proprio volume e, pertanto, fino ad un quantitativo massimo di 45 m3/cad. Sono

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collocate all’interno di bacini di contenimento in cemento armato, trattati superficialmente con materiali impermeabilizzanti e resistenti alle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti ivi stoccati.

Le cisterne A1 e A2, destinate allo stoccaggio di oli ed emulsioni oleose, sono anche dotate di paratie di contenimento ai sensi del D.M. 392/96.

Le cisterne sono dotate di sistema di troppo pieno e sistema di abbattimento a carboni attivi sulla linea di convogliamento degli sfiati (punto di emissione E8). La linea di sfiato della sola cisterna dei reflui a matrice acida viene collegata ad una vasca di gorgogliamento, con soluzione di idrossido di sodio, prima di essere convogliata alla linea degli sfiati.

Le cisterne sono così individuate:

A1: cisterna in acciaio contenente soluzioni con olii, grassi e idrocarburi;

A2: cisterna in acciaio contenente emulsioni oleose;

A3: cisterna in acciaio contenente acque con vernici, inchiostri e coloranti;

A4: cisterna in acciaio contenente acque di lavaggio con tracce di solventi;

A5: cisterna in vetroresina contenente acque reflue dell’industria grafica;

A6: cisterna in vetroresina contenente soluzioni alcaline di sgrassaggio;

A7: cisterna in vetroresina contenente acque con pitture o vernici;

A8: cisterna in vetroresina contenente acque con inchiostri;

A9: cisterna in vetroresina contenente acque con resine ed adesivi;

A10: cisterna in vetroresina contenente acque ad alto carico organico, non putrescibili;

A11: cisterna in vetroresina contenente acidi vari.

In questo settore viene effettuata l’attività di miscelazione di rifiuti speciali liquidi, pericolosi e non pericolosi, mediante operazione di raggruppamento degli stessi, considerando sia la compatibilità chimico-fisica dei rifiuti che l’idoneità dell’impianto di smaltimento finale ed interessa solo rifiuti appartenenti alla stessa classe (speciali pericolosi o non pericolosi). La miscela così ottenuta verrà poi classificata con il codice prevalente per il successivo conferimento presso impianti di smaltimento finale autorizzati. Tale operazione sarà sempre accompagnata da preventiva analisi ovvero da controllo e verifica di conformità. I rifiuti assoggettati a tale operazione sono costituiti da gruppi di base, di rifiuti compatibili, suddivisi in speciali pericolosi e non pericolosi. Tali gruppi, ammessi alla miscelazione nelle varie cisterne, sono riportati nella sezione D. Settore VI Il Settore è adibito al carico e scarico di rifiuti pericolosi e non pericolosi.

L’area, che sarà coperta con tettoia in struttura metallica, ospita le sole operazioni di carico e scarico, distintamente per i rifiuti solidi (area VI A) e per i rifiuti liquidi (area VI B).

Settore VII Il Settore VII è posto nelle immediate vicinanze del settore I. L’area è destinata allo stoccaggio di contenitori vuoti, quali fusti in metallo, bancali in legno e cisternette in plastica e P.E.. Sui rifiuti stoccati su tale area viene effettuata una selezione e cernita che consente di recuperare gli stessi e riutilizzarli come tali.

La potenzialità di questo settore risulta essere di 16 t, equivalente a 360 m3 di contenitori vuoti.

Per tale settore, è prevista al realizzazione di un sistema di copertura.

Settore VIII

Il Settore è in area esterna, su piazzale.

Nel settore VIII, si individuano due aree funzionali: VIII-A e VIII-B.

L’area VIII-A è destinata al deposito di cassoni vuoti e di n° 2 cassoni, per un totale di 20 t, adibiti allo stoccaggio dei rifiuti lignei.

L’area VIII-B, verrà posta sotto copertura (tettoia) ed è destinata al deposito di un totale di n° 12 containers e semirimorchi per lo stoccaggio di rifiuti solidi da trattare o già trattati, ripartiti in 85 t di rifiuti pericolosi e 91 t di non pericolosi.

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Settore IX

Il settore IX è all’interno di un fabbricato industriale realizzato e pavimentato in cemento armato, con superficie di 525 m2, ubicato nel lato nord dell’impianto, di fronte al Settore IV;

Nel settore IX avviene lo stoccaggio dei rifiuti solidi e fangoso-palabili in vasche, fusti e sacchi palettizzati, disposti su scaffalatura metallica, e RAEE. Si individuano le seguenti aree funzionali:

� IX-A e IX-D: rifiuti confezionati e pronti per lo smaltimento finale;

� IX-B e IX-C: rifiuti da trattare nel trituratore.

Nella zona centrale dell’impianto è presente un box per il lavaggio delle attrezzature e dei mezzi di movimentazione interna. In adiacenza, verrà realizzata la nuova palazzina servizi, in cui saranno poste tutte le attività di servizi e logistica.

L’impianto è, inoltre, dotato di proprio laboratorio interno. C.2.2 ATTIVITÁ DI GESTIONE DEI RIFIUTI

Si riporta, di seguito, una breve descrizione delle principali fasi di attività di gestione dei rifiuti. Arrivo dei rifiuti all’impianto

I rifiuti giungono in ditta trasportati con mezzi propri della ditta Alfarec s.p.a. o mediante trasportatori terzi. I mezzi, in ingresso ed in uscita dall’impianto, non entrano nel magazzino di stoccaggio rifiuti, si muovono solo all’esterno, sul piazzale pavimentato. Non risulta necessario, quindi, effettuare il lavaggio delle ruote dei mezzi in uscita dall’impianto poiché le stesse non vengono mai in contatto diretto con i rifiuti. Le uniche operazioni di pulizia effettuate sono quelle sui mezzi di movimentazione interna, presso il box di lavaggio accessori, posizionato in zona centrale dell’impianto. Prima del carico dei rifiuti nelle diverse zone di stoccaggio, vengono effettuati i controlli per l’accettazione del carico. Il peso viene verificato tramite la pesa interna. Presso l’impianto, è anche presente un laboratorio in cui vengono fatte le analisi sui rifiuti, anche ai fini dell’accettazione dei carichi. Scarico dei rifiuti, stoccaggio e lavorazioni

Una volta accertata la conformità dei rifiuti, si procede alla movimentazione degli stessi e quindi allo stoccaggio nelle zone all’interno del capannone o all’esterno, negli appositi cassoni e nelle cisterne, a seconda delle caratteristiche chimico-fisiche degli stessi. La movimentazione dei rifiuti avviene con carrelli elevatori, transpallet, ecc. Al fine di ottimizzare lo stoccaggio provvisorio e il successivo smaltimento e/o recupero, vengono effettuate all’occasione operazioni di cernita, selezione dei rifiuti, svuotamento e riconfezionamento. La cernita è effettuata sui materiali metallici misti (rottami) e sui rifiuti costituiti da componenti valorizzabili e separabili o contenuti all’interno di imballaggi recuperabili. Le operazioni di svuotamento e riconfezionamento sono eseguite nella zona II-B e III-C, sui rifiuti non bene confezionati, o nel caso di contenitori ammalorati, o per diverse necessità degli impianti di destinazione finale. L’impianto è anche autorizzato a svolgere attività di raggruppamento e/o miscelazione su alcune tipologie di rifiuto e attività di ricondizionamento. In tali attività rientrano anche le operazioni riduzione volumetrica, eseguite con apposito trituratore. Carico, trasporto e scarico dei rifiuti presso gli impianti di destinazione

La fase di conferimento dei rifiuti agli impianti finali di smaltimento e/o recupero avviene con autotrasportatori autorizzati, propri o di proprietà di terzi.

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C.3 DESCRIZIONE DEGLI IMPATTI E DEI CONSUMI ASSOCIATI ALL’ATTIVITÁ DI GESTIONE DEI RIFIUTI C.3.1 CONSUMI DI MATERIE PRIME

Le uniche materie prime, adoperate nell’ambito delle operazioni di gestione dei rifiuti, oltre agli imballaggi quali fusti, cisternette e big-bags, sono i materiali utilizzati per l’operazione di ricondizionamento quali la segatura. Tra le materie prime, rientrano anche quelle impiegate per gli impianti di abbattimento delle emissioni in atmosfera (carboni attivi) e per l’impianto di depurazione (materiali filtranti a sabbia e granulari quali antracite, sabbia silicea, ecc.). Di seguito, si riportano i consumi delle principali materie prime impiegate per l’attività di ricondizionamento dei rifiuti e per gli impianti di depurazione acque ed abbattimento emissioni.

Consumi (t/anno) Materia prima Funzione di utilizzo

2008 2009 2010 2011 2012

Segatura ricondizionamento 27 38 46,2 37 56

Sabbia silicea 0,300 0,15 0,6 0,4 0,175

idrafloc 0,300 0,55 0,32 0,25 0,4 Garnet

(materiale filtrante) 0,400 0,2 0,8 0,2 0,2

Antracite 0,325 0,15 0,65 0,35 0,175

Baritina 0,275 0,12 0,55 0,15 -

Sodio bisolfito (al 20%) - - - 0,25 -

Granino (mm 4-6)

impianto di depurazione

0,250 - - 0,375 0,125

Carboni attivi 0,300 0,7 1,9 0,51 2,15

Antischiuma - 0,25 0,25 0,1 0,2

Soda caustica (al 30%)

impianto di depurazione, abbattimento emissioni e

cisterne dei liquidi - - - - 1

C.3.2 BILANCIO ENERGETICO

Il consumo energetico, oltre che per gli usi civili, quali l’impianto di illuminazione, è associato al funzionamento degli impianti di trasferimento/trattamento dei rifiuti (trituratore, pompe, ecc.) e altri impianti/attrezzature che intervengono nella gestione del centro di stoccaggio (impianti di aspirazione, depuratore, strumentazione di laboratorio, ecc.). Si riportano, di seguito, i consumi registrati negli anni 2008-2012:

2008 2009 2010 2011 2012 Consumi di energia elettrica

(KWh/anno) 32.001 30.586 32.380 37.807 27.532

Come visibile dalla tabella, si è registrato un aumento dei consumi energetici nel 2011 dovuto, sostanzialmente, all’aumentato fabbisogno che la riorganizzazione operativa e strutturale del centro ha comportato: maggiore potenza del trituratore installato con annesso impianto di aspirazione, sistema di aspirazione asservito alle operazioni di travaso dei liquidi e ai torrini di estrazione dell’aria. Inoltre, sono stati installati dei sistemi di sicurezza a tutela dei presidi ambientali dell’impianto, quali cavi e lampade scaldanti per impedire il congelamento delle tubature e delle valvole del depuratore, dell’impianto antincendio sul trituratore e del sistema di pompaggio dei liquidi. Tuttavia, nel 2012, il consumo energetico è calato in quanto, a partire dal mese di febbraio 2012, è stato messo in funzione un impianto fotovoltaico di potenza pari a 84,41 kW. Il dato di consumo riferito all’anno 2012, è il risultato della differenza tra il fabbisogno energetico pari a 79.740 KWh ed il quantitativo immesso in rete di 52.208 KWh.

Per quanto riguarda i combustibili, vengono utilizzati metano e gasolio: il primo unicamente a scopo di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria; il secondo è invece impiegato per alimentare i mezzi

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aziendali per l’attività di trasporto rifiuti e i mezzi operativi interni quali, muletti, scarrabili, pressa e caricatori. Si riportano, di seguito, i consumi negli anni 2008-2011:

Consumi di combustibile (m3/anno) 2008 2009 2010 2011 2012

Gas metano 8.486 7.997 6.411 7.126 8.288

Gasolio 176 152 304 18 17

La differenza di consumo di gasolio, tra gli anni 2001 e 2011, è motivata dal fatto che si fa riferimento al consumo di gasolio dai soli mezzi operativi di proprietà di Alfarec s.p.a.

Il consumo specifico di energia elettrica, rapportato al quantitativo di rifiuti gestiti, negli anni di monitoraggio ha assunto valori pari a circa 0,002 MWh/kg. C.3.3 BILANCIO IDRICO (PRELIEVI E SCARICHI) Prelievi idrici

L’unica fonte di approvvigionamento idrico è l’acquedotto. Per l’attività di gestione dei rifiuti, la risorsa idrica è impiegata nel lavaggio dei mezzi interni di movimentazione dei rifiuti o degli accessori e per l’eventuale bonifica di serbatoi, contenitori, e cisterne. Un modesto quantitativo di acqua, in forma nebulizzata, è adoperato per il raffreddamento delle lame del trituratore.

I consumi idrici vengono registrati dalla ditta, separatamente, per usi civili e ai fini antincendio. Nei consumi ad uso civile, rientrano i consumi derivanti dalle attività di gestione rifiuti e i consumi di acqua di raffreddamento nebulizzata sulle lame del trituratore.

Di seguito, si riportano i consumi riferiti agli anni 2008-2012:

Consumi di acqua(m3/anno) 2008 2009 2010 2011 2012

Uso civile e gestione rifiuti 2.944 2.902 3.139 2.318 6.827

Uso antincendio 3.056 275 304 595 308 Dalla tabella, emerge un considerevole aumento dei consumi nell’anno 2012; la ditta, nel report annuale, ha specificato che tale aumento è stato causato da due rotture accidentali delle condutture verificatesi nel corso dell’anno: la prima ha interessato le tubazioni asservite all’impianto di depurazione e la seconda, invece, è avvenuta in corrispondenza di una tubazione interrata di adduzione dell’acqua al centro di stoccaggio. Scarichi idrici

In uscita dall’impianto, si individuano tre punti di scarico finali: S1 e S2 recapitanti in pubblica fognatura e S3 recapitante nel Canale Savena.

Nello scarico S1 recapitano le acque reflue domestiche e le acque di seconda pioggia che sfiorano dalla cisterna interrata, da 50 m3, di accumulo delle acque meteoriche di dilavamento dei piazzali.

Lo scarico S2 è lo scarico in uscita dall’impianto di depurazione chimico-fisico in cui viene trattata la porzione di acque meteoriche di dilavamento dei piazzali che costituisce la prima pioggia e che viene raccolta nella cisterna interrata prima citata e le acque di lavaggio degli automezzi interni.

Lo scarico S3 raccoglie le acque meteoriche di dilavamento dei coperti, non contaminate, e le acque meteoriche di dilavamento del piazzale adibito a parcheggio autoveicoli dei dipendenti; queste ultime vengono preventivamente trattate in vasca di sedimentazione e si innestano direttamente sulla rete delle acque meteoriche dei coperti. In sede di rilascio della prima AIA, poiché la rete di raccolta delle acque meteoriche da coperti recapitanti in S3 si innestava su di una rete di raccolta di acque reflue provenienti da altri insediamenti industriali, era stato prescritto alla ditta l’installazione di pozzetti di campionamento, oltre che sullo scarico finale S3, anche sui due punti di innesto alla rete proveniente da altri insediamenti industriali; la ditta non ha eseguito tale intervento, come già precedentemente comunicato, in quanto ha accertato che le aziende confinanti hanno provveduto a scollegare i propri scarichi da tale rete fognaria.

Le modalità di gestione delle acque meteoriche dei piazzali prevedono, come già sopra accennato, che le acque meteoriche che dilavano tutti i piazzali, eccezion fatta per il piazzale adibito al parcheggio degli

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autoveicoli dei dipendenti che hanno una gestione separata, vengano recapitate nella cisterna di accumulo in acciaio, da 50 m3, a doppia camera con intercapedine ispezionabile, in cui recapitano anche eventuali acque reflue di lavaggio degli automezzi interni ed attrezzature.

La vasca è dotata di un sistema di rimozione degli oli in superficie (skimmer) e il suo principio di funzionamento prevede che le acque di prima pioggia vengano inviate a trattamento nel depuratore chimico-fisico, prima dello scarico in fognatura (S2), mentre le acque di seconda pioggia vengono direttamente inviate allo scarico finale (S1), con innesto sulla rete delle acque reflue domestiche.

Su entrambi i punti di scarico (S1 e S2) sono presenti dei pozzetti di ispezione e prelievo denominati, rispettivamente, PPI1 e PPI2, presso i quali vengono eseguiti i campionamenti per il controllo della qualità degli scarichi, previsti dal piano di monitoraggio. Sullo scarico S2 è, poi, stata installata una valvola di sicurezza per l’eventuale chiusura dello scarico a tutela del ricettore finale.

Per il settore IV, ove avvengono le operazioni di triturazione sotto tettoia, la griglia di raccolta dei reflui provenienti dall’attività di triturazione è stata posizionata in modo da escludere la captazione delle acque meteoriche di dilavamento del piazzale antistante. Tale griglia recapita all’interno di una cisterna interrata avente capacità di 7 m3. La cisterna e la griglia sono isolate dalla rete fognaria.

Le acque di raffreddamento delle lame del trituratore, che comunque sono in forma nebulizzata, vengono raccolte nella vasca posta sotto il trituratore, adoperata per raccogliere gli sgocciolamenti dei materiali triturati, gestiti poi come rifiuto.

Per quanto riguarda eventuali acque reflue generate dalle attività di laboratorio, queste ultime non generano uno scarico ma vengono gestite come rifiuto. Infatti, è presente una rete di raccolta acque a circuito chiuso che raccoglie le acque reflue di laboratorio e le recapita in una cisterna interrata, da circa 10 m3, per poi essere smaltite come rifiuto.

I risultati delle analisi eseguite in autocontrollo, negli anni di vigenza dell’AIA, sullo scarico S2 hanno sempre evidenziato il rispetto dei limiti in pubblica fognatura. Anche dagli autocontrolli eseguiti sullo scarico S3 e sullo sfioro di seconda pioggia, sono emerse condizioni di buona qualità. In seguito alla realizzazione delle tettoie nei settori I, VI, VII e VIII, le acque meteoriche ricadenti su tali sistemi di copertura, in quanto non contaminate, verranno raccolte ed accumulate in una vasca interrata da 15 m3 per poi essere riutilizzate, fatta eccezione per le acque meteoriche ricadenti sulla tettoia del settore VIII che verranno convogliate, per stillicidio, sull’area verde adiacente. Analogamente, anche parte delle acque meteoriche di dilavamento dei coperti della nuova palazzina servizi, verranno raccolte e accumulate nella stessa vasca interrata. Sempre in seguito alla realizzazione delle tettoie, le canalette grigliate a servizio dei settori I e VII, oggi adibite alla raccolta e convogliamento nella vasca interrata delle acque meteoriche di dilavamento dei piazzali, serviranno alla raccolta di eventuali sversamenti accidentali e convogliamento degli stessi in due vasche interrate da 10 m3, dotate di sensore acustico di troppo pieno. Inoltre, dalla nuova palazzina servizi verrà generato un ulteriore scarico di acque reflue domestiche che confluirà nell’esistente rete di raccolta di tale tipologia di acque reflue, recapitante in S1. Sistema di trattamento

L’impianto di depurazione chimico-fisico è dimensionato per una portata di 3 – 3.5 m3/h ed è costituito dalle seguenti fasi:

� coagulazione a pH controllato: avviene in un reattore chiuso a pressione, sotto intensa agitazione, e viene addizionato un reattivo chimico, il cui “principio attivo” è uno ione metallico trivalente;

� filtrazione meccanica e flocculazione: sono presenti due filtri automatici in serie. Su di un primo filtro, avviene l’eliminazione dei coaguli, formatisi nella fase precedente; il secondo filtro ha il fine di eliminare la torbidità. Tra i due stadi filtranti viene dosato un flocculante;

� adsorbimento: avviene su filtri a carboni attivi automatici per trattenere le sostanze organiche in soluzione;

� controlavaggio filtri: periodicamente,si ricorre al lavaggio dei letti filtranti, con acqua di rete in controcorrente. L’acqua di controlavaggio, contaminata dalla presenza di solidi sospesi, è inviata ad un serbatoio di stoccaggio, dal quale viene scaricato il surnatante e raccolto il fango in big-bag;

� accumulo ed ispessimento fanghi: avviene in sacchi drenanti.

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Il sistema è dotato di un sistema di allarme e controllo, impostato sulla misura della torbidità e pH, per le acque reflue in uscita, e sulla misura della conduttività e pH, sulle acque reflue in entrata. Acque sotterranee

Presso l’impianto, è presente una rete di sei piezometri per il controllo della qualità delle acque di falda. Il monitoraggio, negli anni di vigenza dell’AIA, ha evidenziato il rispetto di valori soglia di contaminazione della Tabella 2, Allegato 5 alla parte quarta del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.

Inoltre, secondo quanto dichiarato dalla ditta, sono stati eseguiti dei controlli di videoispezione sulla rete fognaria interna da cui è emerso un buono stato di tenuta di condutture e serbatoi. C.3.4 EMISSIONI IN ATMOSFERA Emissioni convogliate

Negli anni di vigenza dell’AIA, l’aspetto delle emissioni in atmosfera ha subito diverse modifiche: è stato sostituito l’esistente trituratore con uno nuovo dotato di sistema di captazione ed abbattimento delle emissioni (punto di emissione E7); è stato realizzato lo stoccaggio dei rifiuti liquidi in cisterne poste all’esterno con l’attivazione di un sistema di captazione degli sfiati (punto di emissione E8); è stata realizzata un’area di svuotamento, sconfezionamento, riconfezionamento e pompaggio dei rifiuti liquidi con attivazione di un nuovo punto di emissione E9, per il convogliamento dei vapori che si sviluppano durante le operazioni di travaso. Inoltre, è stato dimesso l’impianto elettrolitico, presente nel settore II, e il relativo sistema di captazione dei vapori (punto di emissione E3) e sono stati inseriti nel settore III due torrini di aspirazione (punti di emissione E10 ed E11) al posto dell’esistente punto di ricambio d’aria (punto di emissione E2) ed è stato inserito un ricambio d’aria nel Settore II (punto di emissione E12).

Per l’individuazione e localizzazione di tutti i punti di emissione in atmosfera, si rimanda alla planimetria in allegato alla richiesta di modifica non sostanziale presentata dalla ditta in data 10.06.2010, assunta agli atti della Provincia con P.G. n° 105421.

Gli altri punti di emissione convogliate sono:

� E1 - aspirazione dei box-containers dei solventi presente nel Settore I

� E4 – aspirazione spettrofotometri

� E5 - aspirazione preparazione campioni

� E6 - caldaia riscaldamento uffici Sistemi di abbattimento

Sui punti di emissione E7, E8 ed E9 sono presenti dei filtri a carboni attivi per l’abbattimento dei composti organici volatili. Il punto di emissione E7 è anche dotato di filtri a tessuto per l’abbattimento delle polveri.

Come già sopra riportato, gli sfiati delle cisterne sono captati ed inviati al punto di emissione in atmosfera E8 con sistema di abbattimento a carboni attivi; inoltre, la linea di sfiato della sola cisterna dei reflui a matrice acida, viene collegata ad una vasca di gorgogliamento, con soluzione di idrossido di sodio, prima di arrivare alla linea degli sfiati. Emissioni diffuse e fuggitive

In fase di rilascio della prima AIA, erano stati individuati due possibili punti di generazione delle emissioni diffuse coincidenti con le operazioni di carico e scarico dei rifiuti liquidi, nelle e dalle cisterne, e con le operazioni di triturazione. In seguito alla seconda modifica dell’AIA, rilasciata con P.G. n° 182098 del 11.11.2010, come già sopra riportato, è stato realizzato uno stoccaggio di rifiuti liquidi in cisterne all’esterno, i cui sfiati vengono captati e convogliati nel punto di emissione E8 dotato di filtri a carboni attivi ed, inoltre, l’area di svuotamento, sconfezionamento, riconfezionamento e pompaggio dei rifiuti liquidi è dotata di un impianto di aspirazione (punto di emissione E9). Per quanto riguarda le operazioni di triturazione, si è provveduto a sostituire il vecchio trituratore con uno nuovo dotato di apposito sistema di captazione ed abbattimento delle emissioni (punto di emissione E7).

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C.3.5 RIFIUTI IN USCITA

Oltre alla gestione di rifiuti prodotti da terzi, la ditta gestisce i rifiuti prodotti da alcune proprie quotidiane attività associate alla gestione dei rifiuti. Tali rifiuti derivano dalle attività di laboratorio, dai sistemi di abbattimento delle emissioni, dall’impianto di depurazione, dalle attività di selezione e cernita, dalle attività di manutenzione, ecc. Nella tabella sottostante vengono riportati i principali rifiuti prodotti negli anni 2008-2011:

Quantità (kg/anno) Codce CER Descrizione rifiuto

2008 2009 2010 2011 06 01 02* acido cloridrico - - - 5.000 06 13 02* carbone attivo esaurito - - - 120

07 01 04* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

67 117 - 2.000

07 07 08* altri fondi e residui di reazione - - 1.230 - 08 03 08 rifiuti liquidi acquosi contenenti inchiostro 38 21.200 6.800 - 08 03 12* scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose - - - 10.000 09 01 04* soluzioni fissative - - - 2.835 11 01 06* acidi non specificati altrimenti - - 700 - 11 01 07* basi di decappaggio - - 285 - 11 01 16 resine a scambio ionico saturate o esaurite - - - 19 11 01 98* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose - - - 1.000

12 01 09* emulsioni e soluzioni per macchinari, non contenenti alogeni

- 460 6.000 -

12 03 01* soluzioni acquose di lavaggio - - - 11.554 13 01 05* emulsioni non clorurate - - - 350 13 05 06* oli prodotti dalla separazione olio/acqua - - 1050 - 13 05 07* acque oleose prodotte dalla separazione olio/acqua 12,112 - 102 700 13 08 02* altre emulsioni - - 9332 1.150 13 08 99* rifiuti non specificati altrimenti - - - 10 14 06 03* altri solventi e miscele di solventi 50 25 0,025 - 15 01 04 imballaggi metallici - - 3.200 -

15 01 10* Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

20 5 74 324

15 02 02* Assorbenti, materiali filtranti, ecc. contaminati da sostanze pericolose

1.400 13 1.205 56

15 02 03 Assorbenti, materiali filtranti, ecc. diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02

- 600 580 -

16 01 04 veicoli fuori uso - - 1.500 -

16 01 21* Componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci da 160107 a 160111,160113 160114

360 - - 140

16 02 14 Apparecchiature fuori uso,diverse da quelle di cui alle voci 160209 e 160213 220 - 1.628 560

16 03 03* rifiuti inorganici contenenti sostanze pericolose - 2.000 -

16 03 06 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 16 03 05 - - 678 -

16 05 06* sostanze chimiche di laboratorio costituite o contenenti sostanze pericolose

8 488 13.799 3.780

16 07 08* rifiuti contenenti olio 3.720 - 400 1.500 16 07 09* rifiuti contenenti altre sostanze pericolose 20.338 - 25.180 37.231 16 10 01* soluzioni di scarto contenenti sostanze pericolose - - -

16 10 02 soluzioni acquose di scarto diverse da quelle di cui alla voce 16 10 01

18.000 27.120 9.000 22.000

17 01 01 cemento - - 49.640 - 17 04 05 ferro e acciaio - - 63.050 - 17 05 04 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03 - - 325.172 -

17 09 04 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17

- - 4060 -

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09 03

19 08 10* miscele di oli e grassi prodotte dalla separazione olio/acqua, diverse da quelle di cui alla voce 19 08 09

- - 3964 -

19 08 13* fanghi contenenti sostanze pericolose prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali

480 - 10720 523

19 08 14 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali diversi da quelli di cui alla voce 19 08 13

- 660 740 500

19 12 12 altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11

- - 68 -

20 01 21* tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio - 2 - - 20 02 01 Rifiuti biodegradabili - - 2020 9.710

C.3.6 EMISSIONI SONORE

Le fonti di emissione sonora sono costituite dalle attività di carico e scarico, movimentazione dei rifiuti che viene fatta impiegando carrelli elevatori elettrici, dalle aspirazioni delle emissioni in atmosfera e dal trituratore posto sotto tettoia. Le attività e, di conseguenza, il rumore emesso interessano esclusivamente il periodo diurno. All’area sulla quale è ubicata la ditta risultano assegnate, dalla classificazione acustica del Comune di Pianoro, le classi III, IV e V. Dalla valutazione previsionale di impatto acustico presentata in occasione della modifica dell’AIA del 2010, assunta agli atti della Provincia con P.G. n° 137267 del 06.08.2010, si osserva il rispetto dei limiti di immissione assoluti e differenziali previsti dal D.P.C.M. 14.11.1997 presso il confine aziendale e il ricettore abitativo individuato. C.3.7 SICUREZZA E RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI

Secondo quanto affermato dal gestore, l’impianto non è soggetto agli adempimenti previsti dal D.Lgs. n° 334/99, come modificato dal D.Lgs. n° 238/2005 “Attuazione della Direttiva 96/61/CE – come modificata dalla Direttiva 2003/105/CE – relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. C.4 CONFRONTO CON LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI

Alla data di rilascio della presente autorizzazione, i riferimenti ufficiali relativi all’individuazione delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD) e/o BAT per il settore delle attività di gestione dei rifiuti, sono costituiti da:

- BRef “for the Waste Treatments Industries” (agosto 2006);

- “Linee guida per l'individuazione e l'utilizzazione delle migliori tecniche disponibili in materia di gestione dei rifiuti, per le attivita' elencate nell'allegato I del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59”, emanate con DM 29 Gennaio 2007 (pubblicato sul supplemento ordinario n° 133 alla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n° 130 del 7 giugno 2007).

Trattandosi di un centro di stoccaggio, in particolare, si è fatto riferimento alla sezione D1 della Linea Guida Nazionale “Linee guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nelle categorie IPPC, 5. Gestione dei rifiuti - Trattamento dei PCB, degli apparati e dei rifiuti contenenti PCB e per gli impianti di stoccaggio - DM 29 Gennaio 2007”, in cui vengono individuate le migliori tecniche disponibili, di valenza generale, applicabili a tutti gli impianti di stoccaggio rifiuti. Inoltre, viene considerato anche il BREF trasversale sull’efficienza energetica “Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficiency (edizione di febbraio 2009)”.

Nelle tabelle seguenti, si riporta il confronto fra le Migliori Tecniche Disponibili (MTD), estratte dai documenti di cui sopra, e l’impianto in oggetto, da cui emerge una sostanziale conformità dell’impianto ai principi della normativa IPPC, confermando quanto già riscontato in sede di rilascio della precedente AIA.

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SITUAZIONE DITTA n. TIPOLOGIA

BAT LG Trattamento dei PCB, degli apparati e dei rifiuti contenenti PCB e per gli impianti di stoccaggio – sez. D1, DM 29.01.2007 APPLICATA

NON APPLICATA

NON APPLICABILE

MODALITA’ DI APPLICAZIONE BAT/MTD e/o NOTE

TECNICHE GENERALI PER LO STOCCAGGIO E LA MOVIMENTAZIONE DEI RIFIUTI

1

Controllo dei materiali, degli apparecchi e rifiuti in ingresso

Messa a punto di procedure di preaccettazione consistenti nella verifica della presenza e corretta compilazione dei documenti e verifica visiva della corrispondenza tra documentazione di accompagnamento e rifiuti; messa a punto di procedure per l’ammissione allo stoccaggio per accertare le caratteristiche degli stoccaggi, ecc.

X

I rifiuti vengono accettati solamente previo accordo tra ALFAREC S.p.A. ed il produttore. L'omologa preventiva consente di definire, oltre al codice del rifiuto, le caratteristiche chimiche e fisiche dei rifiuti accettabili all'impianto nonché il tipo di trattamenti ai quali deve essere sottoposto il rifiuto nell'impianto ed il tipo di destinazione finale. La procedura di accettazione prevede la verifica della documentazione di accompagnamento, nonché la conformità della partita all'omologa mediante il controllo visivo delle confezioni e dei rifiuti contenuti; è, inoltre, prevista una verifica analitica dei parametri fondamentali ed un controllo analitico approfondito sui carichi in ingresso e test di compatibilità con altri rifiuti a cui miscelare la partita in oggetto. Esiste specifica istruzione operativa I.O. 07.3.1 DI “Omologa dei rifiuti”.

2

Le aree di localizzazione degli impianti siano scelte secondo criteri che privilegiano zone per insediamenti industriali e artigianali, ecc., in accordo ai requisiti di compatibilità ambientale e in base alla disponibilità di raccordi e/o scali ferroviari

X

L’impianto ALFAREC è localizzato in una piccola zona industriale, classificata come “Area di interesse ambientale in ambiti produttivi ad assetto urbanistico consolidato (AP_0)” e dispone di un facile accesso agli automezzi pesanti.

3 Il centro sia delimitato con idonea recinzione lungo tutto il perimetro

X L'impianto di stoccaggio è delimitato da recinzione lungo

tutto il suo perimetro. E’ inoltre dotato di impianto di videosorveglianza.

4 L’impianto deve garantire la presenza di personale qualificato ed adeguatamente addestrato nel gestire gli specifici rifiuti

X

Il personale operante nell'impianto è qualificato ed opportunamente addestrato a svolgere le attività di gestione dei rifiuti. Viene regolarmente formato e istruito inoltre sulle procedure di emergenza da attuare in caso di incidente.

5

Localizzazione dell’attività di gestione rifiuti

A chiusura dell’impianto sia previsto un piano di ripristino

X Il piano di ripristino è già stato dettagliato in sede di

documentazione presentata con la domanda di rilascio dell’A.I.A. ed è regolamentato dall’AIA.

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6 L’autorizzazione concessa all’impianto indichi la

capacità di stoccaggio X

Tale dato è espresso nell’A.I.A., ripartito tra rifiuti non pericolosi e pericolosi.

TECNICHE DI VALENZA GENERALE PER LO STOCCAGGIO DEI RIFIUTI

7

Devono essere definite adeguate procedure di stoccaggio nel caso in cui i mezzi di trasporto dei rifiuti debbano essere parcheggiati nel sito di notte o nei giorni festivi, qualora il sito non sia presidiato in tali periodi

X

Non è previsto lo stazionamento di mezzi contenenti rifiuti di conferimento al di fuori dell'orario di accettazione indicato ed in particolare nella notte o nei giorni festivi.

8 Le aree di stoccaggio devono essere ubicate lontano da corsi d’acqua e da altre aree sensibili

X Trattasi di un impianto esistente. Non vi sono cori idrici

significativi nelle immediate vicinanze. Il corso d’acqua più vicino è il Canale Savena.

9 Tutte le aree di stoccaggio devono essere dotate di un opportuno sistema di copertura

X (parzialmente)

Tale BAT è applicata parzialmente, in quanto, nonostante risulti autorizzata da tempo (II modifica AIA) la costruzione di adeguate tettoie sui piazzali di stoccaggio dei cassoni, per motivi economici, non è ancora stato possibile realizzarle. Si precisa, però, che i cassoni sono dotati di idonee coperture (portelloni o teli impermeabili) e l’area di stoccaggio è impermeabilizzata ed è presente adeguato sistema di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento.

10

Deve essere previsto un adeguato sistema di canalizzazione delle acque meteoriche esterne; il sistema di raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche deve essere dotato di pozzetti muniti di separatori per oli e vasca di raccolta acque di prima pioggia

X

Le acque meteoriche di dilavamento dei piazzali contaminate (prima pioggia) vengono raccolte nel serbatoio di accumulo da 50 mc e da qui pompate nell'impianto di depurazione. Tale serbatoio è collegato a idoneo disoleatore. La quantità eccedente di acque meteoriche non contaminate (seconda pioggia) recapita in pubblica fognatura.

11

Modalità di stoccaggio dei rifiuti preso l’impianto

Le aree di stoccaggio devono essere chiaramente identificate e munite dell’Elenco Europeo dei rifiuti, di cartellonistica, di indicazioni circa le norme di comportamento per la manipolazione dei rifiuti, ecc.

X

Ogni zona del deposito è identificata da una sigla, e riporta apposita segnaletica di sicurezza, attualmente già aggiornata al regolamento CLP, indicante i relativi pittogrammi di rischio per la salute dell'uomo e per l'ambiente. Sono, inoltre, affissi cartelli riportanti le principali norme di comportamento da rispettare e i dispositivi di protezione presenti o da indossare nell’area specifica. I codici CER sono presenti su ciascun contenitore contenenti i rifiuti; non è stato affisso nessun Elenco Europeo dei rifiuti ammissibili in un determinato settore, in quanto il C.E.R. spesso non è univoco, né per stato fisico né per individuazione di pericolo.

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12

Deve essere definita in modo chiaro e non ambiguo la massima capacità di stoccaggio e devono essere specificati i metodi utilizzati per calcolare il volume di stoccaggio raggiunto, rispetto al volume massimo ammissibile

X

La capacità dello stoccaggio dell’impianto è ripartita tra pericolosi e non pericolosi. La massima capacità di stoccaggio di ogni singola area è stata determinata sulla base del limite fisico di ogni area. Il sistema informatico di gestione registra il quantitativo di rifiuto in ingresso, ed è dotato di allarme in caso in cui il quantitativo sia vicino al limite massimo ammesso.

13

Deve essere assicurato che le infrastrutture di drenaggio delle aree di stoccaggio siano dimensionate in modo tale da poter contenere ogni possibile spandimento di materiale contaminato e che i rifiuti con caratteristiche tra loro incompatibili non possano venire in contatto gli uni con gli altri, anche in caso di sversamenti accidentali

X

La movimentazione e il deposito di rifiuti liquidi avviene sempre su vasche di raccolta di adeguata capacità. Sopra ogni vasca vengono depositati rifiuti compatibili. Analogamente, le cisterne di stoccaggio del settore V sono dotate di adeguato bacino di contenimento, suddiviso, mediante setti separatori, in 4 bacini per l’alloggiamento delle cisterne, più uno centrale su cui è posizionato il sistema di pompaggio da e per le autobotti. Tutti questi bacini sono stati adeguatamente dimensionati a seconda delle capacità delle cisterne ivi alloggiate.

14

Deve essere prevista la presenza di sostanze adsorbenti, appositamente stoccate nella zona adibita ai servizi dell’impianto, da utilizzare in caso di perdite accidentali di liquidi dalle aree di conferimento e stoccaggio; deve essere inoltre garantita la presenza di detersivi-sgrassanti

X

Nella zona adibita ai servizi dell'impianto sono depositate sostanze adsorbenti, segatura e polvere neutralizzante per acido, ed è presente detergente industriale per pavimenti.

15 Gli accessi a tutte le aree di stoccaggio (p.es. accessi pedonali e per i carrelli elevatori) devono sempre essere mantenuti sgomberi

X I percorsi dei pedoni e dei carrelli seguono percorsi già

definiti e le aree di deposito dei rifiuti non ingombrano gli accessi a tali zone.

16

Deve essere predisposto un piano di emergenza che contempli l’eventuale necessità di evacuazione del sito

X

Esiste un Piano di emergenza, identificato dall’istruzione operativa I.O. 04.4.7.1-A del Sistema di Gestione Integrato, che prevede procedure di intervento a seconda dei seguenti scenari di incidente: incendio, sversamento accidentale, infortunio grave, terremoto ed errata miscelazione. Vengono svolte, inoltre, periodiche simulazioni di incidenti in cui si effettuano prove di evacuazione del personale.

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17 Le aree di immagazzinamento devono avere un sistema di allarme antincendio

X

Tutto l’impianto è dotato di allarme antincendio All’esterno ed all’interno del capannone - settore III, nonché all’interno del capannone - settore II e sotto alla tettoia, sono posti n. 6 coppie di pulsanti di segnalazione di pericolo, con cartello - legenda, per l’attivazione di n. 3 sirene e n. 3 campanelle atte alla segnalazione delle emergenze e della richiesta di evacuazione. E’ presente, nei settori II e IX, un impianto di rilevazione fumi con sistema di segnalazione tramite sirena ed invio di chiamata/SMS.

18

Deve essere identificato attentamente il lay-out ottimale di serbatoi. I serbatoi di stoccaggio devono essere periodicamente ripuliti da sedimenti

X

Le undici cisterne del settore V (stoccaggio liquidi esterno) sono adeguatamente numerate da A1 ad A11, e per ciascuna è previsto uno specifico raggruppamento di rifiuti, che vengono miscelati solo dopo accurate prove e test di compatibilità, indipendentemente dal C.E.R. autorizzato. Tali serbatoi di stoccaggio vengono periodicamente puliti dai sedimenti.

19 I serbatoi devono essere dotati di idonei sistemi di abbattimento, misuratori di livello ed allarmi acustico-visivi

X

Sono presenti sia misuratori di livello esterni, a galleggiante, sia indicatori luminosi di tipo “semaforico” sul quadro di comando del sistema di pompaggio, con allarme visivo, collegato alle cisterne. Tali cisterne sono dotate di sistema di troppo pieno, tramite sensori dei galleggianti, e sistema di abbattimento a carboni attivi sulla linea di convogliamento degli sfiati (punto di emissione E8). La linea di sfiato della sola cisterna dei reflui a matrice acida è collegata ad una vasca di gorgogliamento, con soluzione di idrossido di sodio, prima di essere convogliata alla linea degli sfiati.

20 Le cisterne contenenti rifiuti infiammabili o altamente infiammabili devono rispettare specifici requisiti

X

I rifiuti infiammabili non vengono stoccati in cisterne, ma solo in fusti e cisternette da 1 mc. in appositi box REI 120.

21

Le tubazioni dovranno essere realizzate preferibilmente al di sopra del terreno; qualora dovessero essere interrate, esse dovranno essere contenute all’interno di idonee condotte ispezionabili

X

Le tubazioni relative al sistema di pompaggio e travaso liquidi sono tutte fuori terra. Le uniche interrate sono le condotte di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento piazzali.

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22

I serbatoi interrati o parzialmente interrati, sprovvisti di un sistema di contenimento secondario (p.es. doppia camicia con sistema di rilevazione delle perdite) dovranno essere sostituiti da serbatoi fuori terra

X

Tutte le cisterne interrate sono in acciaio doppia camera, tranne quella di raccolta dei reflui di lavaggio derivanti dal laboratorio, che è in cemento vetrificato. Tale serbatoio, provvisto di appropriato segnalatore di livello, è comunque stato sottoposto nel novembre 2011 a prova di tenuta mediante tecnica ad ultrasuoni ed è risultato idoneo.

23 I serbatoi dovranno essere equipaggiati con sistemi di controllo, quali spie e sistemi di allarme

X

Si veda BAT n° 19.

24

I serbatoi di stoccaggio dovranno essere collocati su di una superficie impermeabile, resistente al materiale da stoccare; i serbatoi dovranno essere dotati di giunzioni a tenuta ed essere contenuti in bacini di contenimento di capacità sufficiente

X

I serbatoi di stoccaggio del settore V sono dotati di adeguato bacino di contenimento, suddiviso, mediante setti separatori, in 4 bacini per l’alloggiamento delle cisterne, più uno centrale su cui è posizionato il sistema di pompaggio da e per le autobotti. Tutti questi bacini sono stati adeguatamente dimensionati a seconda delle capacità delle cisterne ivi alloggiate. Sono in cemento armato, trattato superficialmente con materiale impermeabilizzante e resistente alle caratteristiche chimico fisiche dei reflui stoccati. Tutte le giunzioni sono a tenuta e vengono tenute sotto controllo.

25

Dovrà essere assicurato che le strutture di supporto dei serbatoi, le tubazioni, le manichette flessibili e le guarnizioni siano resistenti alle sostanze (e alle miscele di sostanze) che devono essere stoccate

X

I materiali relativi alle linee idrauliche sono in parte in acciaio inox, in parte in PVC, e comunque sempre tali da non essere sensibili al liquido presente.

25

Non devono essere utilizzati serbatoi che abbiano superato il tempo massimo di utilizzo previsto in progetto, a meno che gli stessi non siano ispezionati ad intervalli regolari e che sia mantenuta traccia scritta di tali ispezioni e che venga dimostrato che gli stessi continuano ad essere idonei all’utilizzo

X

I serbatoi presenti in impianto sono totalmente di nuova costruzione. (sono stati montati nel 2011 a seguito della II modifica dell’AIA).

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26

Dovrà essere prestata particolare cura allo scopo di evitare perdite e spandimenti sul terreno, che potrebbero contaminare il suolo e le acque sotterranee o permettere che i rifiuti defluiscano in corsi d’acqua

X

Tutta la superficie dell'impianto, coperta e scoperta, è impermeabile e le acque di dilavamento delle superfici interne ed esterne vengono opportunamente gestite e trattate. Le acque meteoriche di dilavamento vengono raccolte in una vasca di accumulo per essere successivamente trattate nell'impianto di depurazione. I reflui derivanti dall’operazione di triturazione sono invece raccolti in apposita cisterna interrata, in cui non convogliano le acque meteoriche.

27 Tecniche per la riduzione degli odori

Alcune tecniche di valenza generale da tenere presente per la riduzione degli odori connessi con le attività di stoccaggio sono: - ottimizzare il controllo del periodo di

stoccaggio; - movimentare i composti odorigeni in

contenitori completamente chiusi e muniti di idonei sistemi di abbattimento;

- immagazzinare fusti ed altri contenitori di materiali odorigeni in edifici chiusi.

X

Qualora vengano accettati nell'impianto rifiuti maleodoranti, debbono sempre essere confezionati in contenitori completamente chiusi e raramente sono oggetto di attività di trattamento neppure di ricondizionamento. Per il settore IV, è presente un impianto di deodorizzazione che indirizza, sulla superficie del trituratore, in forma nebulizzata, una miscela di acqua e soluzione enzimatica “Micropan Univixche” che premette la scomposizione delle molecole odorigene.

TECNICHE PER LO STOCCAGGIO DEI RIFIUTI CONTENUTI IN FUSTI E ALTRE TIPOLOGIE DI CONTENITORI

28 I rifiuti contenuti in contenitori siano immagazzinati al coperto. Gli ambienti chiusi devono essere ventilati

X I rifiuti in contenitori si trovano all'interno dei capannoni,

in cui l'aerazione è garantita dai torrini di aspirazione per il ricambio d’aria.

29

Le aree di immagazzinamento dedicate ed i container (in generale quelli usati per le spedizioni) sono ubicati all’interno di recinti lucchettabili

X

Si opera sempre ed unicamente all'interno dell'impianto che è completamente recintato. (si veda BAT n° 3).

30

Gli edifici adibiti a magazzino e i container siano in buone condizioni e costruiti con idonei materiali (quale plastica dura o metallo e con muri a secco e in gesso; sia utilizzato legno o laminato plastico)

X

I container sono in metallo, l'edificio ha una struttura in cemento; i box dedicati al deposito dei rifiuti infiammabili sono realizzati con pannelli sandwich di metallo e materiali isolanti in metallo (acciaio zincato e intercapedine pressurizzata con poliuretano espanso autoestinguente) che rendono tale struttura classificata REI 120. Le cisternette da 1 m3 sono in polietilene o metallo.

31

Stoccaggio dei rifiuti in fusti e altri contenitori

Il tetto degli edifici adibiti a magazzino o dei container e il terreno circostante abbia una pendenza tale da permettere sempre un drenaggio

X

Le pendenze delle coperture e dei piazzali sono tali da consentire il drenaggio dei reflui ed evitarne il ristagno.

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28

32

Il pavimento delle aree di immagazzinamento all’interno degli edifici sia in cemento o in foglio di plastica di adeguato spessore e robustezza. La superficie di cemento deve essere verniciata con vernice epossidica resistente

X

I pavimenti, sia dei capannoni sia dei piazzali, sono realizzati con soletta in cemento armato e resina resistente impermeabilizzante.

33 Le aree dedicate allo stoccaggio di sostanze sensibili al calore e alla luce siano coperte e protette dal calore e dalla luce diretta del sole

X

L’attività di triturazione avviene sotto apposita tettoia e il deposito dei rifiuti infiammabili, come detto nella BAT n° 30, avviene in box che presentano coibentazione isotermica per la stabilizzazione della temperatura interna contro le escursioni termiche. Le altre aree di deposito dei rifiuti in colli si trovano all'interno dei capannoni, sono quindi sempre protetti dal calore e dalla luce diretta del sole.

34 I rifiuti infiammabili siano stoccati in conformità con quanto previsto dalla normativa vigente in materia

X Si vedano le BAT n° 20, 30 e 33.

L'impianto di stoccaggio è inoltre provvisto di conformità autorizzativa da parte dei Vigili del Fuoco.

35 I contenitori con coperchi e tappi siano immagazzinati ben chiusi e/o siano dotati di valvole a tenuta

X La BAT è sempre applicata , procedendo ad eventuale

riconfezionamento in caso di contenitori che non garantiscano la tenuta.

36

I contenitori siano movimentati seguendo istruzioni scritte. Tali istruzioni devono indicare quale lotto deve essere utilizzato nelle successive fasi di trattamento e quale tipo di contenitore deve essere utilizzato per i residui

X

ll foglio di lavoro per gli addetti dell'impianto definisce i lotti da sottoporre a trattamento, identificati da apposita etichettatura, e stabilisce dove posizionare il materiale in attesa di trattamento o di risulta da tali operazioni.

37 Siano adottati sistemi di ventilazione di tipo positivo o l’area di stoccaggio sia mantenuta in leggera depressione

X Le aperture dei portoni e i torrini di aspirazione a soffitto garantiscono un adeguato ricambio d'aria.

38

Sia utilizzato un sistema di illuminazione antideflagrante (laddove necessario)

X

Non risulta necessario in quanto nei box di stoccaggio dei rifiuti infiammabili, come pure nel settore di triturazione, non è presente alcun impianto di illuminazione.

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29

39

I fusti non siano immagazzinati su più di 2 livelli e sia assicurato sempre uno spazio di accesso sufficiente per effettuare ispezioni su tutti i lati

X

I rifiuti confezionati in fusti, se solidi, sono depositati su bancali nelle apposite scaffalature di acciaio zincato del settore IX, mentre su vasche di contenimento mobili qualora siano liquidi, nello specifico settore III. Per quanto riguarda le scaffalature del settore solidi, si precisa che con la III modifica dell’AIA è possibile utilizzare anche il terzo ripiano, fermo restando che lo spazio tra un ripiano e quello sovrastante è tale da non consentire la sovrapposizione di più di due fusti per ogni ripiano.

40

I contenitori siano immagazzinati in modo tale che perdite e sversamenti non possano fuoriuscire dai bacini di contenimento e dalle apposite aree di drenaggio impermeabilizzate: i cordoli di contenimento devono essere sufficientemente alti per evitare che le eventuali perdite dai fusti/contenitori causino la tracimazione dal cordolo stesso

X

I soli rifiuti liquidi, confezionati in contenitori mobili, vengono depositati nel settore III, su vasche di contenimento dimensionate rispetto ai contenitori depositati, su pavimento impermeabilizzato, all’interno del capannone dedicato.

41

I materiali solidi contaminati siano immagazzinati all’interno di fusti, secchi metallici, vassoi o altri contenitori metallici appositamente costruiti.

X

Oltre a fusti e casse, in metallo e plastica, vengono utilizzati anche big bags dotati di doppio telo interno per materiale pulverulento Solo in caso di grandi quantità i rifiuti vengono depositati in container.

TECNICHE PER MIGLIORARE LA MANUTENZIONE DEI DEPOSITI DI RIFIUTI

42 Stato degli stoccaggi

Attivare procedure per una regolare ispezione e manutenzione delle aree di stoccaggio – inclusi fusti, serbatoi, pavimentazioni e bacini di contenimento. Le ispezioni devono essere effettuate prestando attenzione ad ogni segno di danneggiamento e nelle registrazioni devono essere annotate le azioni correttive attuate.

X

Tali procedure sono previste nel piano di monitoraggio e controllo e la ditta provvede a registrate gli avvenuti controlli su un proprio registro di gestione interno.

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43

Devono essere effettuate ispezioni periodiche delle condizioni dei contenitori e dei bancali. Se un contenitore risulta danneggiato, presenta perdite o si trova in uno stato deteriorato, devono essere presi provvedimenti quali l’infustamento del contenitore in un contenitore di maggiori dimensioni. Regge in materiale plastico devono essere utilizzate solo per assicurare una stabilità di tipo secondario in aggiunta all’utilizzo di bancali

X

Come previsto nel piano di monitoraggio e controllo, sono effettuate verifiche sui contenitori e la ditta provvede a registrate gli avvenuti controlli su un proprio registro di gestione interno. Al bisogno, in caso di deterioramento, si provvede al riconfezionamento.

44

Deve essere programmata ed osservata un’ispezione di routine dei serbatoi, incluse periodiche verifiche dello spessore delle membrature. Sia mantenuta traccia scritta di tali ispezioni. In caso di danni o deterioramento, il contenuto dei serbatoi deve essere trasferito in uno stoccaggio alternativo

X parzialmente

La BAT è parzialmente applicata in quanto è prevista un’ispezione periodica, come prescritta dal Piano di monitoraggio e controllo, ma non verifiche dello spessore delle membrature

TECNICHE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI RIFIUTI

45 Mettere in atto sistemi e procedure tali da assicurare che i rifiuti siano trasferiti alle appropriate aree di stoccaggio in modo sicuro

X

Esistono specifiche procedure di conferimento e scarico.

46

Movimentazione rifiuti

Mantenere attivo il sistema di rintracciabilità dei rifiuti, che ha avuto inizio nella fase di preaccettazione per tutto il tempo nel quale i rifiuti sono detenuti nel sito.

X

La rintracciabilità dei rifiuti è garantita attraverso l'etichettatura dei rifiuti in deposito ed il sistema informatico di gestione. I rifiuti in entrata sono già etichettati con l’indicazione del produttore, CER, stato fisico e caratteristiche di pericolo. Una volta accettati, vengono indirizzati al settore specifico di stoccaggio e, qualora debbano subire operazioni di trattamento, miscelazione o triturazione, ricevono un’ulteriore etichetta con il tipo di processo di trattamento e CER di uscita.

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47

Mantenere attivo un sistema di gestione per le attività di presa in carico dei rifiuti nel sito e di successivo conferimento ad altri soggetti, considerando anche ogni rischio che tale attività può comportare. Ciò può rendere necessario: mettere in atto sistemi per prevenire la fuoriuscita di liquidi dalle auto-fero-cisterne, predisposizione di sistemi per assicurare che i collegamenti siano realizzati correttamente (utilizzare adeguate tubazioni flessibili, utilizzare materiali che siano in grado di reggere alla massima pressione della valvola di chiusura della pompa di trasferimento, ecc.)

X

Esistono procedure per il carico e scarico liquidi (I.O. 07.5.1.1.2 e relativo All.1)

48

Prevedere una manutenzione programmata in modo che un’eventuale grave situazione incidentale non si verifichi a causa di guasti dell’impianto o delle apparecchiature

X

Le procedure di carico scarico liquidi (I.O. 07.5.1.1.2 e relativo All.1) prevedono controlli periodici, giornalieri, mensili e settimanali, al fine di verificare l’integrità e l’efficienza delle attrezzature.

49

Disporre di uno stoccaggio di emergenza per automezzi che presentano perdite , in modo da minimizzare gli effetti di gravi incidenti dovuti al guasto delle tenute delle autocisterne

X

In una specifica area (settore VII), sono sempre disponibili contenitori vuoti (fusti, cisternette da 1 m3, vasche di contenimento)

50 Compensare gli sfiati durante le operazioni di carico delle autocisterne

X È presente un impianto di aspirazione e abbattimento a

carboni attivi per lo sfiato delle cisterne, anche durante le operazioni di riempimento.

51

Mettere in atto misure tali da garantire che i rifiuti siano stoccati nei corretti punti di stoccaggio. Pertanto, lungo le tubazioni di carico deve essere inserita una valvola di intercettazione, da mantener bloccata nei periodi in cui non vi è un controllo diretto dei punti di carico/scarico

X

Esistono procedure per il carico e scarico liquidi (I.O. 07.5.1.1.2 e relativo All.1)

52 Nel registro dell’impianto deve essere annotato ogni sversamento verificatosi

X Gli sversamenti accidentali vengono gestiti come rifiuti

autoprodotti e quindi registrati nel registro di carico e scarico dei rifiuti.

53

Mettere in atto misure tali da garantire che venga sempre usato il corretto punto di scarico o la corretta area di stoccaggio (ad es.: utilizzo di cartellino, controlli da parte del personale dell’impianto, ecc.)

X

Esiste uno specifico foglio di lavoro (Mod. 07.5.1.1-6)

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54 Utilizzare superfici impermeabili con idonee pendenze per il drenaggio

X

Si rimanda alla BAT n° 26

55 Garantire che i bacini di contenimento e le tubazioni danneggiate non vengano utilizzati

X Si procede, come da piano di monitoraggio e specifiche

procedure interne, alla verifica del buono stato di tenuta di tubazioni, contenitori, ecc.

56 Utilizzare pompe volumetriche dotate di un sistema di controllo della pressione e valvole di sicurezza.

X

Tale BAT è parzialmente applicata, in quanto la maggior parte delle pompe utilizzate è di tipo centrifugo. Solo alcune, portatili, utilizzate per le operazioni di travaso, sono ad effetto misto volumetrico-centrifugo e dispongono di un sistema di controllo della pressione: le valvole di sicurezza sono intrinseche nel sistema di spinta, avendo giranti in gomma flessibile, che in caso di sovrapressione ne consente la cavitazione.

57 Collettare le emissioni gassose provenienti dai serbatoi quando si movimentano rifiuti liquidi.

X Tutte gli sfiati delle cisterne e le emissioni gassose in

fase di carico/scarico sono collettate.

58

Assicurare che lo svuotamento di grandi equipaggiamenti (trasformatori e grandi condensatori) o fusti sia effettuato solo da personale esperto

X

Non applicabile in caso di trasformatori o condensatori contenenti PCB, in quanto ALFAREC non effettua tali operazioni. Diversamente, lo svuotamento di fusti o cisternette da 1 mc. avviene tramite apposita stazione di pompaggio ed è effettuato da personale adeguatamente istruito ed esperto.

59

Assicurare che tutti i rifiuti creati trasferendo i PCB o i rifiuti generati dalla pulizia di sversamenti di PCB diventino rifiuti che vengono immagazzinati come rifiuti contaminati PCB

X

Non applicabile in quanto non si effettuano operazioni di svuotamento o travaso di oli contenenti PCB da trasformatori o condensatori

TECNICHE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI RIFIUTI CONNESSA CON IL TRAVASO

60 Effettuare l’accumulo di materiali odorigeni in modo controllato

X

I materiali odorigeni, se solidi, sono confezionati in contenitori ermetici; se liquidi, sono confezionati in contenitori chiusi e a tenuta o scaricati direttamente nei serbatoi i cui sfiati sono collegati al sistema di abbattimento a carboni attivi dell'aria in uscita.

61

Travaso dei rifiuti

Mantenere i contenitori con il coperchio chiuso e/o sigillati, per quanto possibile

X

I contenitori, come su menzionato, hanno coperchi o chiusure che garantiscono la tenuta ed evitano emissioni

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62 Trasferire i rifiuti dai loro contenitori ai serbatoi di stoccaggio utilizzando tubature sotto battente

X

Le pompe sono auto-adescanti e debbono essere preventivamente innescate, cioè riempite di liquido, così come le tubazione di aspirazione. Se le tubature fossero sotto battente, il rischio di fuoriuscita di liquido in caso di rottura di liquido sarebbe molto più alto.

63

Nelle operazioni di riempimento delle cisterne, utilizzare una linea di compensazione degli sfiati collegata ad un idoneo sistema di abbattimento

X

Si rimanda alla BAT n° 50.

64

Garantire che le operazioni di trasferimento dei rifiuti da fusti ad autocisterne (e viceversa) siano effettuate da almeno 2 persone, in modo che nel corso dell’operazione sia sempre possibile controllare tubazioni e valvole

X

Il trasferimento dei rifiuti avviene con l’assistenza dell’autista del mezzo e di un operatore dell’impianto ALFAREC.

65 Movimentare i fusti usando mezzi meccanici quali carrelli elevatori muniti di un dispositivo per il ribaltamento dei fusti.

X

L’Azienda è provvista di muletti con sistema di ribaltamento dei fusti.

66 Fissare tra loro i fusti con regge. X

La prassi è regolarmente applicata ma utilizzando film termoretraibile che garantisce una maggiore stabilità, avvolgendo nel contempo anche il bancale e fissando i fusti per tutto il loro corpo.

67

Addestrare il personale che impiega i carrelli elevatori nella movimentazione delle merci pallettizzate, in modo da evitare quanto più possibile di danneggiare i fusti con le forche dei carrelli

X

Il personale operativo è stato opportunamente addestrato in sede e formato presso organismi di formazione accreditati.

68

Usare i bancali in buone condizioni e non danneggiati e sostituire tutti i bancali che, all’arrivo, dovessero risultare danneggiati e non utilizzarli nelle aree di stoccaggio

X

I bancali danneggiati vengono avviati ad operazioni di recupero/smaltimento.

69

Garantire che, nelle aree di stoccaggio dei fusti, gli spazi disponibili siano adeguati alle necessità di stoccaggio e movimentazione

X

Lo stoccaggio dei fusti è organizzato lasciando adeguati spazi per consentirne la movimentazione. In particolare, per quanto riguarda i rifiuti solidi, esso viene effettuato per file sulle scaffalature opportunamente dimensionate e posizionate per consentire un’agevole movimentazione con i carrelli elevatori.

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70

Spostare i fusti e gli altri contenitori mobili da un’ubicazione all’altra (o per il carico finalizzato al loro conferimento all’esterno del sito) solamente dietro disposizione di un Responsabile e che il sistema di rintracciabilità sia aggiornato e registri il cambiamento

X

Gli spostamenti dei materiali avvengono solo dietro indicazione della Direzione che registra giornalmente la situazione.

TECNICHE PER OTTIMIZZARE IL CONTROLLO DELLE GIACENZE DEI DEPOSITI DI RIFIUTI

71

Per i rifiuti liquidi sfusi, il controllo delle giacenze comporta che si mantenga traccia dei flussi di materiale in tutto il processo. Per i rifiuti contenuti in fusti, il controllo necessita che ogni fusto sia etichettato singolarmente, in modo da poter registrare la sua ubicazione fisica e la durata dello stoccaggio

X

I rifiuti liquidi in ingresso destinati al deposito o miscelazione nei serbatoi del settore V vengono pompati direttamente in tali cisterne. Ogni serbatoio è etichettato in modo da individuarne il C.E.R. prevalente del raggruppamento ivi contenuto, e il sistema informatico di registrazione è in grado di restituire in ogni momento le informazioni sulle partite di rifiuti che compongono la miscela. Il sistema di registrazione ed i fogli di lavoro consentono di mantenere traccia dei flussi di reflui durante tutta la permanenza in impianto. Per i rifiuti contenuti in fusti non sempre viene etichettato singolarmente ogni contenitore, ma è comunque sempre identificato il bancale, confezionato con termoretraibile che riporta sempre etichettatura identificativa.

72

Controllo delle giacenze

E’ necessario disporre di un’idonea capacità di stoccaggio di emergenza

X

ll sistema informatico di gestione avvisa il responsabile dell'impianto al raggiungimento del 70% della capacità di stoccaggio consentita, in modo da consentire con ampio margine di tempo la programmazione degli ingressi e delle uscite. È, comunque, garantita la capacità di emergenza dai sistemi di troppo pieno dei serbatoi, e da cassoni, o altri contenitori di volume inferiore, vuoti e disponibili.

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73

Tutti i contenitori devono essere chiaramente etichettati con data di arrivo, i codici dell’Elenco Europeo dei Rifiuti e i codici di pericolo significativi ed un numero di riferimento od un codice identificativo univoco, ecc.

X

Le etichette da apporre sulle confezioni dei rifiuti in deposito (bancali, fusti, big bags ma anche casse e container) oltre al CER, data di arrivo, caratteristiche di pericolo, definiscono anche l'esatta posizione del collo nelle aree di stoccaggio, come pure la destinazione prevista successivamente al periodo di permanenza in impianto. Oltre a tale etichetta, ne è prevista una ulteriore da apporre solo a quei rifiuti che saranno: a) oggetto di successiva miscelazione in cisterna, con

l’indicazione del relativo serbatoio di raggruppamento,

b) oggetto di triturazione e condizionamento solidi, per i quali è prevista apposita zona di allocazione temporanea nel settore IX

74 Fare ricorso all’infustamento dei fusti in maxi-fusti solo come misura di emergenza

X Nel caso in cui sia necessario il ricorso di emergenza al

reinfustamento dei fusti in maxi fusti un'etichetta analoga a quella dei fusti reinfustati sarà apposta sul maxifusto

75 Prevedere un monitoraggio automatico del livello dei serbatoi di stoccaggio per mezzo di apposti indicatori di livello

X

Appositi indicatori di livello sono posti sulle cisterne dei liquidi, collegati con il quadro di comando, e segnalano attraverso indicatori luminosi quando viene raggiunto il livello di troppo pieno, interrompendo il flusso di adduzione mediante arresto delle pompe.

76

Deve essere effettuato il controllo delle emissioni provenienti dai serbatoi in fase di miscelazione o di carico/scarico (con sistemi di compensazione degli sfiati o con filtri a carbone attivo)

X

Si veda BAT n° 50.

77

Limitare la permanenza dei rifiuti nelle aree di stoccaggio destinate al ricevimento dei materiali ad un massimo di una settimana

Tutti i rifiuti in ingresso, che vengano riconosciuti accettabili, nell'arco di 24 ore dall'accettazione, vengono conferiti all'area di deposito o trattamento cui sono destinati. Esistono comunque zone dedicate di prestoccaggio, coperte, una per i liquidi (settore III) ed una per i solidi (settore IIB), in cui stazionano i rifiuti in attesa di sconfezionamento/riconfezionamento, accertamenti analitici ed operazioni di selezione e cernita.

TECNICHE PER LA SEPARAZIONE DEGLI STOCCAGGI

78 Attuare una separazione dello stoccaggio di rifiuti non compatibili X La dislocazione degli stoccaggi tiene in considerazione le

specifiche norme di compatibilità dei rifiuti: i rifiuti liquidi

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in colli sono mantenuti su vasche di contenimento separate, gli infiammabili sono stoccati in appositi box separati, i reagenti vengono separati in base alle classi di sostanze e relative caratteristiche di pericolo.

79

I rifiuti devono essere suddivisi in gruppi differenti sulla base della classe chimica e dimensioni dei contenitori, in particolare: - valutare ogni incompatibilità per definire i criteri di separazione (ad esempio, non miscelare PCB con altri rifiuti) - differenziare le aree di stoccaggio a seconda della pericolosità del rifiuto, ecc

X

Sono applicate specifiche procedure di identificazione della pericolosità di un rifiuto, ed il processo di valutazione della compatibilità chimico-fisica tra differenti rifiuti. Vengono sempre svolte prove di compatibilità e miscibilità prima di procedere ad ogni raggruppamento o trattamento di diversi rifiuti tra loro. L’impianto è strutturato ed organizzato in settori, e sotto settori, in base allo stato fisico, al quantitativo e relativa modalità di confezionamento, alla pericolosità o meno dei rifiuti, a specifiche caratteristiche di pericolo. Ad esempio, gli infiammabili sono stoccati in appositi box separati, liquidi a matrice acida sono stoccati e/o raggruppati in specifico serbatoio, ben contraddistinto e separato da quello destinato a liquidi di natura alcalina, rifiuti contenenti amianto sono stoccati a parte e ben identificati.

TECNICHE PER LA GESTIONE DEI CONTENITORI E MEZZI DI TRASPORTO DEI RIFIUTI

80 Mezzi di trasporto

Dopo la consegna e il loro svuotamento, i mezzi di trasporto ed i contenitori devono essere bonificati, tranne nel caso in cui i contenitori vengano a loro volta smaltiti o vengano utilizzati nuovamente per il trasporto della stessa tipologia di rifiuto

X

Si provvede alla pulizia e lavaggio dei mezzi di trasporto aziendali, al lavaggio delle linee dell’impianto di pompaggio dei rifiuti liquidi nei serbatoi, tra un’operazione e l’altra, e alla periodica pulizia e bonifica degli stessi. Dopo la consegna ed il loro svuotamento, i contenitori vengono sciacquati ed il risultante unito al refluo di partenza. L’etichettatura viene conservata al fine di identificarne il codice di rifiuto per un possibile riutilizzo.

81 Riciclaggio dei contenitori dei rifiuti

I contenitori vengono frantumati o schiacciati prima di essere avviati al recupero o smaltimento. Alcuno fusti e cisternette vengono destinati al riutilizzo per successive operazioni di trasferimento del materiale e altri vengono lavati/bonificati prima di essere riutilizzati o venduti

X

Per tutti i contenitori non più utilizzabili e quindi destinati ad operazioni di smaltimento o recupero è prevista l'operazione di riduzione volumetrica mediante pressa o triturazione

TECNICHE PER LE MODALITÁ DI STOCCAGGIO

82 Modalità di I punti, a cui gli operatori di un impianto di X Tutti gli operatori della piattaforma sono

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stoccaggio stoccaggio rifiuti devono prestare particolare attenzione, sono i seguenti:

- ubicazione delle aree di stoccaggio

- stato di conservazione delle infrastrutture delle aree di stoccaggio

- condizioni in cui si trovano fusti, serbatoi, ecc.

- controllo delle giacenze

-separazione degli stoccaggi per tipologie omogenee di rifiuti

- dispositivi di contenimento ed altre misure di prevenzione e protezione per l’ambiente e la salute dei lavoratori

opportunamente addestrati in riferimento ai citati punti di attenzione. L’Azienda è dotata di sistema di gestione ambientale certificato ISO 14001: 2004 N° EMS-3807/S DEL 31/05/2012. che prevede specifiche procedure ed istruzioni operative.

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n° MTD/BAT

Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficiency (february 2009)

APPLICATA NON

APPLICATA NON

APPLICABILE MODALITA’ DI APPLICAZIONE

BAT/MTD e/o NOTE

BAT per il miglioramento dell’efficienza energetica a livello di impianto

1

Gestione dell'efficienza energetica mettere in atto e aderire ad un sistema di gestione dell'efficienza energetica (ENEMS) avente le caratteristiche sottoelencate, in funzione della situazione locale: a. impegno della dirigenza; b. definizione, da parte dalla dirigenza, di una politica in materia di

efficienza energetica per l'impianto; c. pianificazione e definizioni di obiettivi e traguardi intermedi; d. implementazione ed applicazione delle procedure, con particolare

riferimento a: e. struttura e responsabilità del personale; formazione, sensibilizzazione e

competenza; comunicazione; coinvolgimento del personale; documentazione; controllo efficiente dei processi; programmi di manutenzione; preparazione alle emergenze e risposte; garanzia di conformità alla legislazione e agli accordi in materia di efficienza energetica (ove esistano);

f. valutazioni comparative (benchmarking); g. controllo delle prestazioni e adozione di azioni correttive con particolare

riferimento a: h. monitoraggio e misure; azioni preventive e correttive; mantenimento

archivi; audit interno indipendente (se possibile) per determinare se il sistema ENEMS corrisponde alle disposizioni previste e se è stato messo in atto e soggetto a manutenzione correttamente;

i. riesame dell'ENEMS da parte della dirigenza e verifica della sua costante idoneità, adeguatezza ed efficacia;

j. nella progettazione di una nuova unità, considerazione dell'impatto ambientale derivante dalla dismissione;

k. sviluppo di tecnologie per l'efficienza energetica e aggiornamento sugli sviluppi delle tecniche nel settore

X

(parzialmente)

L’azienda al momento non intende aderire ad un sistema di gestione dell’efficienza energetica (ENEMS) tenendo presente che la realtà Aziendale di modesto impatto ambientale dal punto di vista del consumo energetico. È comunque presente un sistema di Gestione Ambientale che tiene in conto anche l’aspetto energetico. Dal febbraio 2012 è in funzione impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica da 85 kw che ha permesso di ridurre significativamente i consumi di risorse non rinnovabili. Sono inoltre attivi piani di aggiornamento della politica aziendale, della formazione, preparazione alle emergenze e manutenzione degli impianti produttivi e tecnologici.

2 Miglioramento ambientale costante (ridurre costantemente al minimo l'impatto ambientale)

X

Sono attivi piani di aggiornamento della politica aziendale, della formazione, preparazione alle emergenze e manutenzione degli impianti produttivi e tecnologici;

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E’ attiva l’attività di monitoraggio e valutazione dei consumi.

3

Individuazione degli aspetti connessi all'efficienza energetica di un impianto e possibilità di risparmio energetico (individuare attraverso un audit gli aspetti di un impianto che incidono sull'efficienza energetica).

X (parzialmente)

Tale BAT è applicata parzialmente: non è stato necessario effettuare un vero e proprio audit, ma sono stati analizzati comunque tutti i seguenti aspetti con le modalità riportate;

4

Nello svolgimento dell'audit siano individuati i seguenti elementi: a. consumo e tipo di energia utilizzata nell'impianto, nei sistemi che lo

costituiscono e nei processi, b. apparecchiature che consumano energia, tipo e quantità di energia

utilizzata nell'impianto, c. possibilità di ridurre al minimo il consumo di energia, ad esempio

provvedendo a: d. contenere/ridurre i tempi di esercizio dell'impianto, ad esempio

spegnendolo se non viene utilizzato, e. garantire il massimo isolamento possibile, f. ottimizzare i servizi, i sistemi e i processi associati (di cui alle BAT dalla

17 alla 29), g. possibilità di utilizzare fonti alternative o di garantire un uso più

efficiente dell'energia, in particolare utilizzare l'energia in eccesso proveniente da altri processi e/o sistemi,

h. possibilità di utilizzare in altri processi e/o sistemi l'energia prodotta in eccesso,

i. possibilità di migliorare la qualità del calore (pompe di calore, ricompressione meccanica del vapore).

X

a. Valutato e monitorato nel PMC dell’A.I.A.

b. limitate ad un trituratore che ha due-tre ore di utilizzo al giorno, e al sistema di pompaggio Solo per gli uffici c’è un reale consumo ed il resto è trascurabile; è comunque fuinzionante l’impianto fotovoltaico da 85 kw, per il quale viene svolta regolare manutenzione per mantenerlo sempre alla massima efficienza di produzione, monitorata attraverso il telecontrollo dall’azienda costruttrice

c. Ricorso a termostati per l’attivazione del riscaldamento in ufficio in base alla programmazione dell’orario di lavoro, e interruttori crepuscolari per l’accensione dei lampioni dei piazzali in rapporto al livello di luminosità ambientale

d. impianti funzionanti solo durante specifiche operazioni

e. non esistono apparecchiature tecnologiche che consentano risparmi energetici attraverso l’isolamento termico delle stesse.

f. Es. programmazione attività di triturazione, ottimizzazione logistica dei trasporti

g. Ricorso a fotovoltaico h. Non possibile, eccesso di energia

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40

prodotta immessa in rete i. Presenti climatizzatori a pompa di

calore con INVERTER

5

Utilizzare gli strumenti o le metodologie più adatte per individuare e quantificare l'ottimizzazione dell'energia, ad esempio: ◦ modelli e bilanci energetici, database, ◦ tecniche quali la metodologia della pinch analysis, l'analisi exergetica o

dell'entalpia o le analisi termoeconomiche, ◦ stime e calcoli.

X Non necessaria per la realtà Aziendale di modesto impatto ambientale dal punto di vista del consumo energetico

6 Individuare le opportunità per ottimizzare il recupero dell'energia nell'impianto, tra i vari sistemi dell'impianto e/o con terzi (sistemi a vapore, cogenerazione, ecc.).

X Non sono presenti sistemi di tale tipo nell’impianto

7

Approccio sistemico alla gestione dell'energia Tra i sistemi che è possibile prendere in considerazione ai fini dell'ottimizzazione in generale figurano i seguenti:

◦ unità di processo (si vedano i BREF settoriali), ◦ sistemi di riscaldamento quali:

▪ vapore, ▪ acqua calda,

◦ sistemi di raffreddamento e vuoto (si veda il BREF sui sistemi di raffreddamento industriali),

◦ sistemi a motore quali: ▪ aria compressa, ▪ pompe,

◦ sistemi di illuminazione, ◦ sistemi di essiccazione, separazione e concentrazione.

X

Applicabile solo per quanto riguarda aria compressa (che viene prodotta solo nella quantità strettamente necessaria), pompe (per le quali è previsto un uso discontinuo e solo nelle fasi di lavorazione in cui sono strettamente necessarie e non ne è previsto il comando attraverso circuiti di by-pass, ma solo con accensione e spegnimento), sistemi di illuminazione (per i quali sono previste diverse aree di attivazione con interruttori crepuscolari e timerizzati, onde regolarne le accensioni in maniera differenziata).

8

Istituzione e riesame degli obiettivi e degli indicatori di efficienza energetica: a. individuare indicatori adeguati di efficienza energetica per un dato

impianto e, se necessario, per i singoli processi, sistemi e/o unità, e misurarne le variazioni nel tempo o dopo l'applicazione di misure a favore dell'efficienza energetica;

b. individuare e registrare i limiti opportuni associati agli indicatori; c. individuare e registrare i fattori che possono far variare l'efficienza

energetica dei corrispondenti processi, sistemi e/o unità.

X

Nel corso dei cinque anni di vigenza dell’aia è stato monitorato l’indicatore relativo a consumo specifico di energia: consumo energia elettrica/totale rifiuti movimentati.

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9

Valutazione comparativa (benchmarking) Effettuare sistematicamente delle comparazioni periodiche con i parametri di riferimento (o benchmarks) settoriali, nazionali o regionali, ove esistano dati convalidati.

X Non risultano benchmarks di riferimento per il tipo di attività dell’azienda.

10

Progettazione ai fini dell'efficienza energetica (EED) Ottimizzare l'efficienza energetica al momento della progettazione di un nuovo impianto, sistema o unità o prima di procedere ad un ammodernamento importante; a tal fine: a. è necessario avviare la progettazione ai fini dell'efficienza energetica fin

dalle prime fasi della progettazione concettuale/di base, anche se non sono stati completamente definiti gli investimenti previsti; inoltre, tale progettazione deve essere integrata anche nelle procedure di appalto;

b. occorre sviluppare e/o scegliere le tecnologie per l'efficienza energetica; c. può essere necessario raccogliere altri dati nell'ambito del lavoro di

progettazione, oppure separatamente per integrare i dati esistenti o colmare le lacune in termini di conoscenze;

d. l'attività di progettazione ai fini dell'efficienza energetica deve essere svolta da un esperto in campo energetico;

e. la mappatura iniziale del consumo energetico dovrebbe tener conto anche delle parti all'interno delle organizzazioni che partecipano al progetto che incideranno sul futuro consumo energetico e si dovrà ottimizzare l'attività EED con loro (le parti in questione possono essere, ad esempio, il personale dell'impianto esistente incaricato di specificare i parametri operativi).

X

Nelle scelte impiantistiche o delle attrezzature si è sempre cercato di prediligere sistemi che richiedessero i minori consumi energetici, compatibilmente con la disponibilità degli investimenti e l’ottimizzazione processuale prevista finalizzata al minore impatto ambientale, es. scelta dei sistemi di aspirazione e abbattimento emissioni

11 Maggiore integrazione dei processi Cercare di ottimizzare l'impiego di energia tra vari processi o sistemi all'interno di un impianto o con terzi.

X Non sono presenti processi integrati

12

Mantenere iniziative finalizzate all'efficienza energetica a. la messa in atto di un sistema specifico di gestione dell'energia; b. una contabilità dell'energia basata su valori reali (cioè misurati), che

imponga l'onore e l'onere dell'efficienza energetica sull'utente/chi paga la bolletta;

c. una contabilità dell'energia basata su valori reali (cioè misurati), che imponga l'onore e l'onere dell'efficienza energetica sull'utente/chi paga la bolletta;

d. la creazione di centri di profitto nell'ambito dell'efficienza energetica e. la valutazione comparativa (benchmarking); f. Un ammodernamento dei sistemi di gestione esistenti; g. l'utilizzo di tecniche per la gestione dei cambiamenti organizzativi.

X

Non vi sono consumi energetici tali da giustificare iniziative che vadano oltre alle normali pratiche di utilizzo delle attrezzature, che ne impongono un’accensione al momento ed uno spegnimento al termine dell’utilizzo.

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13

Mantenimento delle competenze mantenere le competenze in materia di efficienza energetica e di sistemi che utilizzano l'energia con tecniche quali: a. personale qualificato e/o formazione del personale b. esercizi periodici in cui il personale viene messo a disposizione per

svolgere controlli programmati o specifici (negli impianti in cui abitualmente opera o in altri);

c. messa a disposizione delle risorse interne disponibili tra vari siti; d. ricorso a consulenti competenti per controlli mirati; e. esternalizzazione di sistemi e/o funzioni specializzati.

X

Verrà presa in considerazione la possibilità di effettuare programmi di formazione specifica del personale

14

Controllo efficace dei processi garantire la realizzazione di controlli efficaci dei processi provvedendo a: a. mettere in atto sistemi che garantiscono che le procedure siano

conosciute, capite e rispettate; b. garantire che vengano individuati i principali parametri di prestazione,

che vengano ottimizzati ai fini dell'efficienza energetica e che vengano monitorati;

c. documentare o registrare tali parametri.

X

Sono presenti idonee procedure di controllo delle attrezzature e delle apparecchiature utilizzate, che impongono il rispetto di checklist con periodica verifica (anche giornaliera) così da garantirne il funzionamento sempre nelle condizioni di migliore efficienza. Non si individuano comunque parametri di prestazione nell’attività svolta da monitorare ai fini dell’efficienza energetica

15

Manutenzione effettuare la manutenzione degli impianti al fine di ottimizzarne l'efficienza energetica applicando le tecniche descritte di seguito: a. conferire chiaramente i compiti di pianificazione ed esecuzione della

manutenzione; b. definire un programma strutturato di manutenzione basato sulle

descrizioni tecniche delle apparecchiature, norme ecc. e sugli eventuali guasti delle apparecchiature e le relative conseguenze. Può essere opportuno programmare alcune operazioni di manutenzione nei periodi di chiusura dell'impianto;

c. integrare il programma di manutenzione con opportuni sistemi di registrazione e prove diagnostiche;

d. individuare, nel corso della manutenzione ordinaria o in occasione di guasti e/o anomalie, eventuali perdite di efficienza energetica o punti in cui sia possibile ottenere dei miglioramenti;

e. individuare perdite, guasti, usure e altro che possano avere ripercussioni o limitare l'uso dell'energia e provvedere a porvi rimedio al più presto.

X

Esistono procedure di controllo e manutenzione periodica delle apparecchiature, che viene svolta sia da personale aziendale sia da ditte esterne specializzate per la specifica attrezzatura/impianto. L’unico impianto che ha un ingente consumo energetico (elettricità) è il trituratore a coltelli; in questo caso è la conformazione stessa della macchina e della sua dotazione elettronica che attraverso il controllo di gestione rileva gli eccessi di consumo imputabili all’usura.

16 Monitoraggio e misura X Viene effettuato il telecontrollo

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Istituire e mantenere procedure documentate volte a monitorare e misurare periodicamente i principali elementi che caratterizzano le operazioni e le attività che possono presentare notevoli ripercussioni sull'efficienza energetica.

dell’impianto fotovoltaico da parte dell’azienda installatrice. Vengono effettuate letture mensili dei prelievi e produzioni di energia elettrica, e dei consumi di gasolio e metano

BAT per realizzare l'efficienza energetica in sistemi, processi, attività o attrezzature che consumano energia 17.Combustione mediante combustibili gassosi

Tali BAT non sono applicabili in quanto non esistono sistemi di questo tipo

18 . Sistemi a vapore

Tali BAT non sono applicabili in quanto non esistono sistemi di questo tipo

Recupero di calore

19 Mantenere l'efficienza degli scambiatori di calore tramite: a. monitoraggio periodico dell'efficienza b. prevenzione o eliminazione delle incrostazioni

X Non sono presenti impianti di tale tipo

Cogenerazione

20 Cercare soluzioni per la cogenerazione(richiesta di calore e potenza elettrica), all'interno dell'impianto e/o all'esterno (con terzi).

X Non sono richiesti impianti di tale tipo per l’attività svolta

Alimentazione elettrica 21 Aumentare il fattore di potenza, utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili:

21.I Installazione di condensatori nei circuiti a corrente alternata al fine di diminuire la potenza reattiva.

X

Verrà controllata l’efficienza del rifasatore esistente, apportando gli eventuali interventi atti a ridurre la potenza reattiva

21.II Minimizzazione delle condizioni di minimo carico dei motori elettrici. X Non applicabile in quanto non sono presenti motori con variatore

21.III Evitare il funzionamento dell’apparecchiatura oltre la sua tensione nominale.

X

Tutte le apparecchiature mobili sono già cablate per essere alimentate alla tensione nominale prevista, e comunque, non sono presenti apparecchiature che possano andare in sovraccarico nominale

2I.IV Quando si sostituiscono motori elettrici, utilizzare motori ad efficienza energetica.

X Tutti i motori sono di recente

installazione e quindi già ad efficienza energetica

22 Applicazione di filtri per l’eliminazione delle armoniche prodotte da alcuni carichi non lineari.

X Le apparecchiature che possono

generare armoniche sono già dotate di filtro

23 Ottimizzare l’efficienza della fornitura di potenza elettrica, utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili:

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23.I Assicurarsi che i cavi siano dimensionati per la potenza elettrica richiesta. X Secondo quanto dichiarato dalla ditta, i cavi sono correttamente dimensionati

23.II

Mantenere i trasformatori di linea ad un carico operativo oltre il 40-50%. Per gli impianti esistenti applicarlo se il fattore di carico è inferiore al 40%. In caso di sostituzione prevedere trasformatori a basse perdite e predisporre un carico del 40-75%.

X Non sono presenti trasformatori interni (la cabina di trasformazione è subito fuori dal perimetro aziendale)

23.III Installare trasformatori ad alta efficienza e basse perdite. X Non sono presenti trasformatori interni (la cabina di trasformazione è subito fuori dal perimetro aziendale)

23.IV Collocare i dispositivi con richieste di corrente elevata vicino alle sorgenti di potenza (per es. trasformatori).

X

Non sono presenti utilizzatori con potenza elevata, e comunque non ci sono trasformatori interni (la cabina di trasformazione è subito fuori dal perimetro aziendale)

Motori elettrici 24 Ottimizzare i motori elettrici nel seguente ordine:

24.1. Ottimizzare tutto il sistema di cui il motore o i motori fanno parte (ad esempio, il sistema di raffreddamento).

X

Applicato dove i consumi sono rilevanti.

24.2.

Ottimizzare il o i motori del sistema secondo i nuovi requisiti di carico a utilizzando una o più delle seguenti tecniche, se e dove applicabili: c. Utilizzo di motori ad efficienza energetica (EEM) d. Dimensionamento adeguato dei motori e. Installazione di inverter (variable speed drivers VSD). f. Installare trasmissioni e riduttori ad alta efficienza. g. Prediligere la connessione diretta senza trasmissioni. h. Prediligere cinghie sincrone al posto di cinghie a V. i. Prediligere ingranaggi elicoidali al posto di ingranaggi a vite senza fine. j. Riparare i motori secondo procedure che ne garantiscano la medesima

efficienza energetica oppure prevedere la sostituzione con motori ad efficienza energetica.

k. Evitare le sostituzioni degli avvolgimenti o utilizzare aziende di manutenzione certificate.

l. Verificare il mantenimento dei parametri di potenza dell’impianto. m. Prevedere manutenzione periodica, ingrassaggio e calibrazione dei

dispositivi.

X

Sono adottati i criteri:

d, e, f, g, j.

24.3. Una volta ottimizzati i sistemi che consumano energia, ottimizzare i motori (non ancora ottimizzati) secondo i criteri seguenti:

24.3.I dare priorità alla sostituzione dei motori non ottimizzati che sono in esercizio per oltre 2000 ore l'anno con motori a efficienza energetica (EEMs)

X

L’utilizzo dei motori presenti è molto inferiore alle 2000 ore l’anno, e comunque tutti i motori sono ottimizzati, essendo di recente concezione.

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24.3.II

dotare di variatori di velocità (VSDs) i motori elettrici che funzionano con un carico variabile e che per oltre il 20% del tempo di esercizio operano a meno del 50% della loro capacità e sono in esercizio per più di 2000 ore l'anno.

X Non sono presenti motori con variatore

25

Sistemi ad aria compressa Ottimizzare i sistemi ad aria compressa (CAS) utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili: a. Progettazione del sistema a pressioni multiple (es. due reti a valori

diversi di pressione) qualora i dispositivi di utilizzo richiedano aria compressa a pressione diversa, volume di stoccaggio dell’aria compressa, dimensionamento delle tubazioni di distribuzione dell’aria compressa e il posizionamento del compressore.

b. Ammodernamento dei compressori per aumentare il risparmio energetico.

c. Migliorare il raffreddamento, la deumidificazione e il filtraggio. d. Ridurre le perdite di pressione per attrito (per esempio aumentando il

diametro dei condotti). e. Miglioramento dei sistemi (motori ad elevata efficienza, controlli di

velocità sui motori). f. Utilizzare sistemi di controllo, in particolare nelle installazioni con multi-

compressori per aria compressa. g. Recuperare il calore sviluppato dai compressori, per altre funzioni ad

esempio per riscaldamento di aria o acqua tramite scambiatori di calore. h. Utilizzare aria fredda esterna come presa d’aria in aspirazione anziché

l’aria a temperatura maggiore di un ambiente chiuso in cui è installato il compressore.

i. Il serbatoio di stoccaggio dell’aria compressa deve essere installato vicino agli utilizzi di aria compressa altamente fluttuanti.

j. Riduzione delle perdite di aria compressa attraverso una buona manutenzione dei sistemi e effettuazione di test che stimino le quantità di perdite di aria compressa.

k. Sostituzione e manutenzione dei filtri con maggiore frequenza al fine di limitare le perdite di carico.

l. Ottimizzazione della pressione di lavoro e del range di pressione.

X

Sono adottati i criteri:

b, c, e, h, i, j, k, l.

gli altri punti non ricorrono o sono irrilevanti in funzione del basso utilizzo e consumo.

Sistemi di pompaggio

26

Ottimizzare i sistemi di pompaggio utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili:

a. Nella progettazione evitare la scelta di pompe sovradimensionate. Per quelle esistenti valutare i costi/benefici di una eventuale sostituzione.

X

Le pompe di trasferimento sono state dimensionate stimando le perdite di carico del circuito di trasferimento, considerando le seguenti resistenze:

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b. Nella progettazione selezionare correttamente l’accoppiamento della pompa con il motore necessario al suo funzionamento.

c. Nella progettazione tener conto delle perdite di carico del circuito al fine della scelta della pompa.

d. Prevedere adeguati sistemi di controllo e regolazione di portata e prevalenza dei sistemi di pompaggio:

� Disconnettere eventuali pompe inutilizzate.

� Valutare l’utilizzo di inverter (non applicabile per flussi costanti).

� Utilizzo di pompe multiple controllate in alternativa da inverter, by-pass, o valvole.

e. Effettuare una regolare manutenzione. Qualora una manutenzione non programmata diventi eccessiva, valutare i seguenti aspetti: cavitazione, guarnizioni, pompa non adatta a quell’utilizzo.

f. Nel sistema di distribuzione minimizzare il numero di valvole e discontinuità nelle tubazioni, compatibilmente con le esigenze di operatività e manutenzione.

g. Nel sistema di distribuzione evitare il più possibile l’utilizzo di curve (specialmente se strette) e assicurarsi che il diametro delle tubazioni non sia troppo piccolo

- perdite di carico della tubazione di adduzione del liquido al serbatoio

- perdita di carico concentrata nel filtro a cestello

- battente del serbatoio di stoccaggio - perdite di carico della filtrazione lato

gas nella fase di riempimento del serbatoio

È stato limitato a due il numero delle pompe di travaso, utilizzando le stesse pompe per tutte le sostanze, previo lavaggio preliminare delle tubazioni di trasferimento.

Viene effettuata regolare manutenzione.

Sistemi HVAC (Heating Ventilation and Air conditioning - ventilazione, riscaldamento e aria condizionata) (1) 27 Ottimizzare i sistemi HVAC ricorrendo alle tecniche descritte di seguito:.

27.I Progettazione integrata dei sistemi di ventilazione con identificazione delle aree da assoggettare a ventilazione generale, specifica o di processo.

X

27.II Nella progettazione ottimizzare numero, forma e dimensione delle bocchette d’aerazione.

X

27.III Utilizzare ventilatori ad alta efficienza e progettati per lavorare nelle condizioni operative ottimali.

X

27.IV Buona gestione del flusso d’aria, prevedendo un doppio flusso di ventilazione in base alle esigenze.

X

27.V Progettare i sistemi di aerazione con condotti circolari di dimensioni sufficienti, evitando lunghe tratte ed ostacoli quali curve e restringimenti di sezione.

27.VI Nella progettazione considerare l’installazione di inverter per i motori elettrici.

X

27.VII Utilizzare sistemi di controllo automatici. Integrazione con un sistema centralizzato di gestione.

X

L’attività operativa dell’impianto avviene senza nessun tipo di riscaldamento o condizionamento d’aria, a parte alcune lampade ad infrarossi in funzione nel periodo invernale su alcune tubazioni, in particolare presidi ambientali quali depuratore, impianto antincendio su trituratore, sistema di pompaggio liquidi, per evitarne il congelamento e conseguente rottura o malfunzionamento. Non sono presenti sistemi di ventilazione. Solo nella zona uffici è presente un tradizionale impianto di riscaldamento con caldaia a metano e sistema di

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27.VIII Nella progettazione valutare l’integrazione del filtraggio dell’aria all’interno dei condotti e del recupero di calore dall’aria esausta.

X

27.IX

Nella progettazione ridurre il fabbisogno di riscaldamento/raffreddamento attraverso: l’isolamento degli edifici e delle vetrature, la riduzione delle infiltrazioni d’aria, l’installazione di porte automatizzate e impianti di regolazione della temperatura, ridurre il set-point della temperatura nel riscaldamento e alzare il set-point nel raffreddamento.

X

27.X

Migliorare l’efficienza dei sistemi di riscaldamento attraverso: il recupero del calore smaltito, l’utilizzo di pompe di calore, installazione di impianti di riscaldamento specifici per alcune aree e abbassando contestualmente la temperatura di esercizio dell’impianto generale in modo da evitare il riscaldamento di aree non occupate.

X

27.XI Migliorare l’efficienza dei sistemi di raffreddamento implementando il “free cooling” (aria di raffreddamento esterna).

X

27.XII Interrompere il funzionamento della ventilazione, quando possibile. X

27.XIII Garantire l’ermeticità del sistema e controllare gli accoppiamenti e le giunture.

X

27.XIV Verificare i flussi d’aria e il bilanciamento del sistema, l’efficienza di riciclo aria, le perdite di pressione, la pulizia e sostituzione dei filtri.

X

condizionamento per il raffreddamento d’aria in estate. Quest’ultimo avviene però con condizionatori a pompa di calore e dotati di inverter. L’impianto di riscaldamento è dotato di termostato. Non sono presenti impianti di ventilazione.

Illuminazione

28

Ottimizzare i sistemi di illuminazione artificiali utilizzando le seguenti tecniche, se e dove applicabili:

a. Identificare i requisiti di illuminazione in termini di intensità e contenuto spettrale richiesti.

b. Pianificare spazi e attività in modo da ottimizzare l’utilizzo della luce naturale.

c. Selezionare apparecchi di illuminazione specifici per gli usi prefissati.

d. Utilizzare sistemi di controllo dell’illuminazione quali sensori, timer, ecc.;

b. Addestrare il personale ad un uso efficiente degli apparecchi di illuminazione.

X

A parte gli uffici, l’orario di lavoro è dalle 8 alle 17, e pertanto l’attività operativa viene svolta alla luce naturale: sono comunque presenti interruttori crepuscolari regolati in rapporto al livello di luminosità ambientale per l’accensione dei lampioni dei piazzali o all’esterno dei capannoni

Processi di essiccazione, separazione e concentrazione

Tali BAT non sono applicabili in quanto non sono presenti processi di essiccazione, separazione e concentrazione (1) HVAC sono sistemi composti da differenti componenti, per alcuni dei quali le BAT sono state indicate nei punti precedenti:

per il riscaldamento: BAT 18 e 19; per il pompaggio fluidi: BAT 26; per scambiatori e pompe di calore: BAT 19; per ventilazione e riscaldamento/raffreddamento degli ambienti: BAT 27 di cui ai punti seguenti (Tab. 4.8 Tecniche per i sistemi HVAC per incrementare l’efficienza energetica)

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C.5 MODIFICHE E PROPOSTE DEL GESTORE

Il Gestore non ha presentato alcuna richiesta di modifica all’interno della domanda di rinnovo. Si riportano, invece, di seguito le richieste di modifica che la ditta ha trasmesso alla Provincia, via PEC, in data 29.01.2013.

Il Gestore richiede di modificare il criterio di sostituzione dei filtri a carboni attivi posti a servizio dell’emissione E7, adottando le stesse modalità previste per i punti di emissione E8 ed E9: si richiede di poter procedere alla sostituzione soltanto nel momento in cui dovesse risultare un aumento in peso superiore al 10% rispetto al peso iniziale. Attualmente, invece, è prevista una frequenza di sostituzione semestrale dei filtri posti a servizio dell’emissione E7, senza una verifica dell’effettiva efficienza degli stessi. Per lo stesso punto di emissione E7, il Gestore richiede di poter effettuare le analisi in autocontrollo con frequenza annuale.

Nella stessa comunicazione, il Gestore ha comunicato l’attivazione di un nuovo punto di emissione associato ai fumi di laboratorio che si originano durante le prove di essiccazione per le quali, secondo quanto dichiarato dalla ditta, non è previsto l’utilizzo di sostanze teratogene e mutagene. C.6 CONCLUSIONI

L’analisi dell’impianto, per quanto attiene alle caratteristiche tecnico-costruttive e gestionali, ha evidenziato che l’impianto è conforme ai principi generali delle Migliori Tecniche Disponibili e alle specifiche Migliori Tecniche Disponibili individuate per tale tipologia di impianto. Si segnala, inoltre, che nel 2012 la ditta ha conseguito la certificazione UNI ENE ISO 14001:2004 per il proprio Sistema di Gestione Ambientale.

Dalla valutazione dei consumi e degli impatti generati dall’impianto, negli anni di vigenza dell’AIA, secondo quanto emerge dagli autocontrolli effettuati dal Gestore nell’ambito del Piano di Monitoraggio e Controllo non sono emersi aspetti di significativa rilevanza ambientale.

Relativamente alle richieste del Gestore sul Piano di Monitoraggio e Controllo, e riguardanti il punto di emissione in atmosfera E7, si concorda con quanto richiesto. Inoltre, si prende atto dell’attivazione del nuovo punto di emissione (che verrà denominato E13) derivante dalle prove di essiccazione effettuate nel laboratorio.

Per quanto riguarda il monitoraggio degli scarichi idrici, in sede di Conferenza dei Servizi del 20.06.2013, è stato concordato con la ditta ed HERA di mantenere il monitoraggio previsto ai fini conoscitivi dello scarico S3 e dello sfioro delle acque di seconda pioggia, vista la tipologia di attività svolta e le modalità di gestione delle acque meteoriche di dilavamento dei piazzali che prevedono la raccolta delle stesse nella cisterna di accumulo in cui viene fatto un primo trattamento di disoleazione su tutte le acque (di prima e seconda pioggia), unitamente ad eventuali acque di lavaggio accessori ad automezzi interni. Tuttavia, si è proceduto a rivedere i parametri da ricercare negli scarichi: per lo scarico S2 sono stati eliminati Cianuri, Mercurio, Cadmio, Rame e PCB, in quanto ritenuti non pertinenti con la natura dello scarico e la tipologia di attività svolta e tenuto anche conto degli esiti degli autocontrolli eseguiti negli anni di vigenza dell’AIA. Sempre in relazione agli scarichi idrici, sono stati ridotti i parametri da monitorare a monte e a valle del sistema di depurazione. Altre modifiche al Piano di Monitoraggio sono relative all’eliminazione di alcuni parametri da ricercare nelle acque sotterranee e all’introduzione del monitoraggio delle fibre di amianto aerodisperse in due punti al perimetro aziendale. Si rimanda alla sezione D.3.

Come piano di miglioramento, viene prescritto alla ditta di ripristinare il buono stato di manutenzione del piazzale di stoccaggio delle zone esterne. Relativamente al piano di miglioramento prescritto nella precedente AIA, il Gestore ha presentato quanto richiesto e, nello specifico, per gli aspetti riguardanti il sistema di gestione delle acque, si rimanda alla sezione C.3.3.

In sede di Conferenza dei Servizi del 20.06.2013, è stato inoltre concordato con la ditta di inserire un limite al quantitativo annuo di rifiuti in ingresso al centro di stoccaggio. La ditta ha proposto un quantitativo massimo di 35.000 t, di cui 20.000 t di rifiuti pericolosi. La proposta è stata accettata in quanto la ditta ha specificato che la differenza esistente tra il quantitativo proposto (35.000 t/anno) e i valori di picco registrati negli ultimi anni (circa 18.000 t/anno) deriva dallo sviluppo delle attività di verifica preliminare di rifiuti da operazioni di bonifica per i quali viene spesso richiesto uno stoccaggio preliminare (di qualche ora) prima dell’invio alla destinazione finale.

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SEZIONE D - PRESCRIZIONI, LIMITI E CONDIZIONI DI ESERCIZIO DELL'IMPIANTO

D.1 PIANO DI MIGLIORAMENTO

1 Il Gestore deve procedere alla realizzazione della palazzina servizi, alla copertura (con tettoia) di alcuni settori (Settori I, VI, VII e VIII) e all’installazione delle vasche interrate per la raccolta degli sversamenti provenienti dal settore I e per la raccolta delle acque piovane provenienti dalle coperture dei settori I, VI, VII e VIII, interventi già autorizzati con modifica dell’AIA P.G. n° 182098 del 11.11.2010, entro il 07.01.2017;

2 Il Gestore deve provvedere al ripristino del buono stato di manutenzione delle pavimentazioni dei piazzali esterni di stoccaggio dei rifiuti, contestualmente alla realizzazione degli interventi di cui al punto 1 e, comunque, entro il 31.12.2013.

D.2 CONDIZIONI PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO

D.2.1 FINALITÁ E CONDIZIONI DI ESERCIZIO

1. La Ditta Alfarec s.p.a. è tenuta a rispettare i limiti, le condizioni, le prescrizioni e gli obblighi della presente sezione D. E’ fatto divieto contravvenire a quanto disposto dal presente atto e modificare l’impianto senza preventivo assenso dell’Autorità Competente (fatti salvi i casi previsti dall’art.29-nonies, comma 1, D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.).

2. La presente Autorizzazione Integrata Ambientale ha validità fino al 17.04.2019, qualora il gestore mantenga la certificazione ambientale ISO 14001:2004 attualmente in suo possesso; diversamente, avrà validità fino al 17.04.2018;

3. Il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame, qualora si verifichi una delle condizioni previste dall’art. 29-octies, comma 1, D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i. o sulla base del quadro informativo ottenuto a seguito della valutazione dei dati del piano di monitoraggio e controllo.

D.2.2 RACCOLTA E COMUNICAZIONE DEI DATI E REQUISITI DI NOTIFICA GENERALI

1. Nel caso si verifichino situazioni anomale, determinate sia da condizioni prevedibili che da condizioni imprevedibili che possono intervenire durante l’esercizio dell’impianto e che portano ad una variazione significativa dei normali impatti, il Gestore deve darne tempestiva comunicazione (comunque entro le 24 h successive all’evento) alla Provincia di Bologna e ad Arpa – Distretto Urbano, anche a mezzo fax. Il Gestore, nella medesima comunicazione, deve stimare gli impatti dovuti ai rilasci di inquinanti, indicare le azioni di cautela attuate e/o necessarie, individuare eventuali monitoraggi sostitutivi e successivamente, nel più breve tempo tecnicamente possibile, ripristinare la situazione autorizzata.

2. In caso di emergenza ambientale quali incidenti o eventi imprevedibili, scarichi o emissioni accidentali in aria, il Gestore deve immediatamente provvedere agli interventi di primo contenimento del danno, informando, quanto prima e comunque non oltre le 6 ore dall’accaduto, telefonicamente e/o a mezzo fax, la Provincia di Bologna, Arpa e il Comune di Pianoro, in orario diurno. In considerazione del fatto che non è previsto una guardiania o un presidio in orario notturno e festivo, la comunicazione dovrà essere resa agli Enti sopra richiamati non appena si venga a conoscenza dell’evento. In orario notturno o festivo, la comunicazione deve essere data al servizio di pronta reperibilità di Arpa. Successivamente, il Gestore deve effettuare gli opportuni interventi di bonifica conformandosi alle decisioni della Provincia di Bologna sulla natura delle misure correttive e sui termini di attuazione delle medesime.

3. Qualora in fase di autocontrollo, si verifichi un superamento di un limite stabilito dall’autorizzazione per le diverse matrici ambientali o il superamento del valore di portata per le emissioni in atmosfera riportato nelle tabelle del prgf D.2.6, deve essere data comunicazione entro e non oltre 7 giorni dall’evidenza del valore anomalo, alla Provincia e all’Arpa - Distretto Urbano. A seguire, nel minimo tempo tecnico, devono essere documentate con breve relazione scritta, da inviare alla Provincia e all’Arpa, le cause di tale superamento e le azioni poste in essere per rientrare nei limiti.

4. Il Gestore, ai fini degli eventuali adempimenti amministrativi di competenza, deve comunicare preventivamente alla Provincia di Bologna, ad Arpa - Distretto Urbano e al Comune di Pianoro, ogni eventuale modifica strutturale e gestionale che intenda realizzare presso l’impianto, così come definito dall'articolo 5, comma 1, lettera l) del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i. e secondo le indicazioni riportate nella Circolare Esplicativa della Regione Emilia Romagna prot. PG/2008/187404 del 1.8.2008.

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Tali modifiche saranno valutate dall’autorità competente, Provincia di Bologna, ai sensi dell’art. 29-nonies del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.

5. In caso di fermata impianti o arresto dell’attività, per oltre 30 giorni, il Gestore deve dare comunicazione alla Provincia di Bologna e ad Arpa - Distretto Urbano, a mezzo fax. Se tale fermata supera il periodo di frequenza previsto per gli autocontrolli, il Gestore è esonerato dalla loro esecuzione riportando tale informazione nel report annuale.

6. Il Gestore, qualora decida di cessare l’attività, è tenuto a comunicare preventivamente tale decisione, e successivamente, confermare con raccomandata a/r alla Provincia di Bologna, al Distretto Urbano di Arpa e al Comune di Pianoro, la data prevista di termine dell’attività.

D.2.3 CONDIZIONI RELATIVE ALLA GESTIONE DELL’IMPIANTO E GESTIONE DEI RIFIUTI

Tipologie di rifiuti

1. L’impianto è autorizzato a ritirare e gestire le seguenti tipologie di rifiuti in relazione alle operazioni D13, D14 e D15, di cui all’Allegato B alla parte quarta del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i. ed R12 ed R13, di cui all’Allegato C alla parte quarta del D.Lgs. n° 152/06 e s.m.i.:

Rifiuti speciali non pericolosi

010101 rifiuti di estrazione di minerali metalliferi

010102 rifiuti di estrazione di minerali non metalliferi

010306 sterili diversi da quelli di cui alle voci 010304 e 010305

010308 polveri e residui affini diversi da quelli di cui alla voce 030107

010309 fanghi rossi derivanti dalla produzione di allumina, diversi da quelli di cui alla voce 030107

010408 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce 010407

010409 scarti di sabbia e argilla

010410 polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce 010407

010412 sterili ed altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle voci 010407 e 010411

010413 rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 010407

010504 fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci

010507 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti barite, diversi da quelli di cui alle voci 010505 e 010506

010508 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti cloruri, diversi da quelli di cui alle voci 010505 e 010506

010599 rifiuti non specificati altrimenti

020104 rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi)

020107 rifiuti della silvicoltura

020109 rifiuti agrochimici diversi da quelli della voce 020108

020110 rifiuti metallici

020304 Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione

020704 Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione

030101 scarti di corteccia e sughero

030105 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 030104

030199 rifiuti non specificati altrimenti

030301 scarti di corteccia e legno

030302 fanghi di recupero dei bagni di macerazione (green liquor)

030305 fanghi derivanti da processi di deinchiostrazione nel riciclaggio della carta

030307 scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone

030308 scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati

030309 fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio

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030310 scarti di fibre e fanghi contenenti fibre, riempitivi e prodotti di rivestimento generati dai processi di separazione meccanica

030311 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 030310

040101 carniccio e frammenti di calce

040102 rifiuti di calcinazione

040104 liquido di concia contenente cromo

040105 liquido di concia non contenente cromo

040106 fanghi, prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti cromo

040107 fanghi, prodotti in particolare da trattamento in loco degli effluenti, non contenenti cromo

040108 cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo

040109 cascami e ritagli da operazioni di confezionamento e finitura

040209 rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri)

040210 materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera)

040215 rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce 040214

040217 tinture e pigmenti, diversi da quelli di cui alla voce 040216

040220 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 040219

040221 rifiuti da fibre tessili grezze

040222 rifiuti da fibre tessili lavorate

040299 rifiuti non specificati altrimenti

050110 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 050109

050113 fanghi residui dell'acqua di alimentazione delle caldaie

050114 rifiuti prodotti dalle torri di raffreddamento

050116 rifiuti contenenti zolfo prodotti dalla desolforizzazione del petrolio

050117 bitumi

050604 rifiuti prodotti dalle torri di raffreddamento

050699 rifiuti non specificati altrimenti

050702 rifiuti contenenti zolfo

050799 rifiuti non specificati altrimenti

060199 rifiuti non specificati altrimenti

060299 rifiuti non specificati altrimenti

060314 sali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci 060311 e 060313

060316 ossidi metallici, diversi da quelli di cui alla voce 060315

060399 rifiuti non specificati altrimenti

060499 rifiuti non specificati altrimenti

060503 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 060502

060603 rifiuti contenenti solfuri, diversi da quelli di cui alla voce 060602

060699 rifiuti non specificati altrimenti

060899 rifiuti non specificati altrimenti

061099 rifiuti non specificati altrimenti

061101 rifiuti prodotti da reazione a base di calcio nella produzione di diossido di titanio

061199 rifiuti non specificati altrimenti

061303 nerofumo

061399 rifiuti non specificati altrimenti

070112 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070111

070199 rifiuti non specificati altrimenti

070212 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070211

070213 rifiuti plastici

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070215 rifiuti prodotti da additivi, diversi da quelli di cui alla voce 070214

070217 rifiuti contenenti silicone diversi da quelli menzionati alla voce 070216

070299 rifiuti non specificati altrimenti

070312 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070311

070399 rifiuti non specificati altrimenti

070412 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070411

070499 rifiuti non specificati altrimenti

070512 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070511

070514 rifiuti solidi, diversi da quelli di cui alla voce 070513

070599 rifiuti non specificati altrimenti

070612 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070611

070699 rifiuti non specificati altrimenti

070712 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070711

070799 rifiuti non specificati altrimenti

080112 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 080111

080114 fanghi prodotti da pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 13

080116 fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 080115

080118 fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 080117

080120 sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, diverse da quelle di cui alla voce 080119

080199 Rifiuti non specificati altrimenti

080201 polveri di scarto di rivestimenti

080202 fanghi acquosi contenenti materiali ceramici

080203 sospensioni acquose contenenti materiali ceramici

080307 fanghi acquosi contenenti inchiostro

080308 rifiuti liquidi acquosi contenenti inchiostro

080313 scarti di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 080312

080315 fanghi di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 080314

080318 toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 080317

080399 Rifiuti non specificati altrimenti

080410 adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 080409

080412 fanghi di adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 080411

080414 fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 080413

080416 rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 080415

090107 carta e pellicole per fotografia contenenti argento o composti dell'argento

090108 carta e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell'argento

090110 macchine fotografiche monouso senza batterie

090112 macchine fotografiche monouso diverse da quelle di cui alla voce 090111

090199 rifiuti non specificati altrimenti

100101 ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce 100104)

100102 ceneri leggere di carbone

100103 ceneri leggere di torba e di legno non trattato

100105 rifiuti solidi derivanti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei fumi

100107 rifiuti fangosi prodotti da reazioni a base di calcio nei processi di desolforazione dei fumi

100115 ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce 100114

100117 ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce 100116

100119 rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi, diversi da quelli di cui alle voci 100105, 100107 e 100118

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100121 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 100120

100123 fanghi acquosi da operazioni di pulizia caldaie, diversi da quelli di cui alla voce 100122

100124 sabbie di reattori a letto fluidizzato

100125 rifiuti dell'immagazzinamento e della preparazione del combustibile delle centrali termoelettriche a carbone

100126 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento

100201 rifiuti del trattamento delle scorie

100202 scorie non trattate

100208 rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 100207

100210 scaglie di laminazione

100212 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 100211

100214 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 100213

100215 altri fanghi e residui di filtrazione

100302 frammenti di anodi

100305 rifiuti di allumina

100316 schiumature diverse da quelle di cui alla voce 100315

100318 rifiuti contenenti carbone della produzione degli anodi, diversi da quelli di cui alla voce 100317

100320 polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce 100319

100322 altre polveri e particolati (comprese quelle prodotte da mulini a palle), diverse da quelle di cui alla voce 100321

100324 rifiuti solidi prodotti dal trattamento di fumi, diversi da quelli di cui alla voce 100323

100326 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento di fumi, diversi da quelli di cui alla voce 100325

100328 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 100327

100330 rifiuti prodotti dal trattamento di scorie saline e scorie nere, diversi da quelli di cui alla voce 100329

100410 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 100409

100499 rifiuti non specificati altrimenti

100501 scorie della produzione primaria e secondaria

100504 altre polveri e particolato

100509 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 100508

100511 scorie e schiumature diverse da quelle di cui alla voce 100510

100601 scorie della produzione primaria e secondaria

100602 impurità e schiumature della produzione primaria e secondaria

100604 altre polveri e particolato

100610 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 100609

100701 scorie della produzione primaria e secondaria

100702 impurità e schiumature della produzione primaria e secondaria

100703 rifiuti solidi prodotti dal trattamento di fumi

100704 altre polveri e particolato

100705 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi

100708 rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 100707

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100804 polveri e particolato

100809 altre scorie

100811 impurità e schiumature diverse da quelle di cui alla voce 100810

100813 rifiuti contenenti carbone della produzione degli anodi, diversi da quelli di cui alla voce 100812

100816 polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce 100815

100818 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 100817

100820 rifiuti prodotti dalle acque di raffreddamento, diversi da quelli di cui alla voce 100819

100903 scorie di fusione

100906 forme ed anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 100905

100908 forme ed anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 100907

100910 polveri dei gas di combustione diverse da quelle di cui alla voce 100909

100912 altri particolati diversi da quelli di cui alla voce 100911

100914 scarti di leganti diversi da quelli di cui alla voce 100913

100916 scarti di prodotti rilevatori di crepe,diversi da quelli di cui alla voce 100915

101003 scorie di fusione

101006 forme ed anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 101005

101008 forme ed anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 101007

101010 polveri dei gas di combustione, diverse da quelle di cui alla voce 101009

101012 altri particolati diversi da quelli di cui alla voce 101011

101014 rifiuti di leganti diversi da quelli di cui alla voce 101013

101016 scarti di prodotti rilevatori di crepe, diversi da quelli di cui alla voce 101015

101103 scarti di materiali in fibra a base di vetro

101105 polveri e particolato

101110 scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico, diverse da quelle di cui alla voce 101109

101112 rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce 101111

101114 lucidature di vetro e fanghi di macinazione, diversi da quelli di cui alla voce 101113

101116 rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 101115

101118 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 101117

101120 rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 101119

101201 scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico

101203 polveri e particolato

101205 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi

101206 stampi di scarto

101208 scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico)

101210 rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 101209

101212 rifiuti delle operazioni di smaltatura diversi da quelli di cui alla voce 101211

101213 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti

101299 Rifiuti non specificati altrimenti

101301 scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico

101304 rifiuti di calcinazione e di idratazione della calce

101306 polveri e particolato (eccetto quelli delle voci 101312 e 101313)

101307 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi

101310 rifiuti della fabbricazione di amianto cemento, diversi da quelli di cui alla voce 101309

101311 rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 101309 e 101310

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101313 rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 101312

101314 rifiuti e fanghi di cemento

110110 fanghi e residui di filtrazione, diversi da quelli di cui alla voce 110109

110112 soluzioni acquose di lavaggio, diverse da quelle di cui alla voce 110111

110114 rifiuti di sgrassaggio diversi da quelle di cui alla voce 110113

110203 rifiuti della produzione di anodi per processi elettrolitici acquosi

110206 rifiuti della lavorazione idrometallurgica del rame, diversi da quelli di cui alla voce 110205

110299 rifiuti non specificati altrimenti

110501 zinco solido

110502 ceneri di zinco

110599 rifiuti non specificati altrimenti

120101 limatura, e trucioli di materiali ferrosi

120102 altre particelle di metalli ferrosi

120103 limatura e trucioli di materiali non ferrosi

120104 polveri e particolato di materiali non ferrosi

120105 limatura e trucioli di materiali plastici

120113 rifiuti di saldatura

120115 fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce 120114

120117 materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce 120116

120121 corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 120120

150101 imballaggi in carta e cartone

150102 imballaggi in plastica

150103 imballaggi in legno

150104 imballaggi in metallo

150105 imballaggi in materiali compositi

150106 imballaggi in materiali misti

150107 imballaggi in vetro

150109 imballaggi in materia tessile

150203 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 150202

160103 pneumatici fuori uso

160112 pastiglie per freni, diverse da quelle di cui alla voce 160111

160115 liquidi antigelo diversi da quelli di cui alla voce 160114

160116 serbatoi per gas liquido

160117 metalli ferrosi

160118 metalli non ferrosi

160119 plastica

160120 vetro

160122 componenti non specificati altrimenti

160214 apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 160209 a 160213

160216 componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 160215

160304 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303

160306 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 160305

160505 gas in contenitori a pressione, diversi da quelli di cui alla voce 160504

160509 sostanze chimiche di scarto diverse da quelle di cui alle voci 160506, 160507 e 160508

160604 batterie alcaline (tranne 160603)

160605 altre batterie ed accumulatori

160799 rifiuti non specificati altrimenti

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57

160801 catalizzatori esauriti contenenti oro, argento, renio, palladio, iridio o platino (tranne 160807)

160803 catalizzatori esauriti contenenti metalli di transizione o composti di metalli di transizione, non specificati altrimenti

160804 catalizzatori esauriti da cracking catalitico fluido (tranne 160807)

161002 soluzioni acquose di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 161001

161004 concentrati acquosi, diversi da quelli di cui alla voce 161003

161102 rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161101

161104 altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161103

161106 rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161105

170101 cemento

170102 mattoni

170103 mattonelle e ceramica

170107 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106

170201 legno

170202 vetro

170203 plastica

170302 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 170301

170401 rame, bronzo, ottone

170402 alluminio

170403 piombo

170404 zinco

170405 ferro e acciaio

170406 stagno

170407 metalli misti

170411 cavi, diversi da quelli di cui alla voce 170410

170504 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503

170506 fanghi di dragaggio, diversi da quelli di cui alla voce 170505

170508 pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 170507

170604 altri materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 170601 e 170603

170802 materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 170801

170904 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e 170903

180104 rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni (es. bende, ingessature, lenzuola, indumenti monouso, assorbenti igienici)

180107 sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce 180106

180109 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 180108

180203 rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni

180206 sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce 180205

180208 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 180207

190102 materiali ferrosi estratti da ceneri pesanti

190112 ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 190111

190114 ceneri leggere, diverse da quelle di cui alla voce 190113

190116 polveri di caldaia, diverse da quelle di cui alla voce 190115

190118 rifiuti della pirolisi, diversi da quelli di cui alla voce 190117

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190203 miscugli di rifiuti composti esclusivamente da rifiuti non pericolosi

190206 fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce 190205

190210 rifiuti combustibili, diversi da quelli di cui alle voci 190208 e 190209

190305 rifiuti stabilizzati diversi da quelli di cui alla voce 190304

190307 rifiuti solidificati diversi da quelli di cui alla voce 190306

190401 rifiuti vetrificati

190404 rifiuti liquidi acquosi prodotti dalla tempra di rifiuti vetrificati

190501 parte di rifiuti urbani e simili non compostata

190503 compost fuori specifica

190603 liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani

190802 rifiuti dell'eliminazione della sabbia

190809 miscele di oli e grassi prodotte dalla separazione olio/acqua, contenenti esclusivamente oli e grassi commestibili

190812 fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190811

190814 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190813

190899 Rifiuti non specificati altrimenti

190901 rifiuti solidi prodotti dai processi di filtrazione e vaglio primari

190902 fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua

190903 fanghi prodotti dai processi di decarbonatazione

190904 carbone attivo esaurito

190905 resine a scambio ionico saturate o esaurite

190906 soluzioni e fanghi di rigenerazione delle resine a scambio ionico

191001 rifiuti di ferro e acciaio

191002 rifiuti di metalli non ferrosi

191004 fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 191003

191006 altre frazioni, diverse da quelle di cui alla voce 191005

191106 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 191105

191199 rifiuti non specificati altrimenti

191201 carta e cartone

191202 metalli ferrosi

191203 metalli non ferrosi

191204 plastica e gomma

191205 vetro

191207 legno diverso da quello di cui alla voce 191206

191208 prodotti tessili

191209 minerali (ad esempio sabbia, rocce)

191210 rifiuti combustibili (CDR: combustibile derivato da rifiuti )

191212 altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211

191302 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 191301

191304 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 191303

191306 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 191305

191308 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 191307

200101 carta e cartone

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200102 vetro

200110 abbigliamento

200111 prodotti tessili

200125 oli e grassi commestibili

200128 vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 200127

200130 detergenti diversi da quelli di cui alla voce 200129

200132 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 200131

200134 batterie e accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 200133

200136 apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci 200121, 200123 e 200135

200138 legno, diverso da quello di cui alla voce 200137

200139 plastica

200140 metallo

200141 rifiuti prodotti dalla pulizia di camini e ciminiere

200201 rifiuti biodegradabili

200202 terra e roccia

200203 altri rifiuti non biodegradabili

200307 rifiuti ingombranti

Rifiuti speciali pericolosi

010304* sterili che possono generare acido prodotti dalla lavorazione di minerale solforoso

010305* altri sterili contenenti sostanze pericolose

010307* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali metalliferi

010407* rifiuti contenenti sostanze pericolose, prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi

010505* fanghi e rifiuti di perforazione contenenti oli

010506* fanghi di perforazione e altri rifiuti di perforazione contenenti sostanze pericolose

020108* rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose

030104* segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci contenenti sostanze pericolose

030201* prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti organici non alogenati

030203* prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti organo-metallici

030204* prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti inorganici

040103* bagni di sgrassatura esauriti contenenti solventi senza fase liquida

040214* rifiuti provenienti da operazioni di finitura, contenenti solventi organici

040216* tinture e pigmenti, contenenti sostanze pericolose

040219* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

050102* fanghi da processi di dissalazione

050103* morchie depositate sul fondo dei serbatoi

050104* fanghi acidi prodotti da processi di alchilazione

050105* perdite di olio

050106* fanghi oleosi prodotti dalla manutenzione di impianti e apparecchiature

050107* catrami acidi

050108* altri catrami

050109* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

050111* rifiuti prodotti dalla purificazione di carburanti tramite basi

050112* acidi contenenti oli

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050115* filtri di argilla esauriti

050601* catrami acidi

050603* altri catrami

050701* rifiuti contenenti mercurio

060101* acido solforoso e solforico

060102* acido cloridrico

060103* acido fluoridrico

060104* acido fosforico e fosforoso

060105* acido nitroso e nitrico

060106* altri acidi

060201* idrossido di calcio

060203* idrossido di ammonio

060204* idrossido di sodio e di potassio

060205* altre basi

060311* sali e loro soluzioni, contenenti cianuri

060313* sali e loro soluzioni, contenenti metalli pesanti

060315* ossidi metallici contenenti metalli pesanti

060403* rifiuti contenenti arsenico

060404* rifiuti contenenti mercurio

060405* rifiuti contenenti altri metalli pesanti

060502* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

060602* rifiuti contenenti solfuri pericolosi

060701* rifiuti dei processi elettrolitici, contenenti amianto

060703* fanghi di solfato di bario, contenenti mercurio

060704* soluzioni ed acidi, ad es. acido di contatto

060802* rifiuti contenenti clorosilano pericoloso

061002* rifiuti contenenti sostanze pericolose

061301* Prodotti fotosanitari, agenti conservanti del legno ed altri biocidi inorganici

061302* carbone attivato esaurito (tranne 060702)

061304* rifiuti della lavorazione dell'amianto

061305* fuliggine

070101* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri

070103* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio di acque madri

070104* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070107* fondi e residui di reazione, alogenati

070108* altri fondi e residui di reazione

070109* residui di filtrazione, assorbenti esauriti contaminati da composti organici alogenati

070110* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070111* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070201* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri

070203* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio di acque madri

070204* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070207* fondi di distillazione e residui di reazione alogenati

070208* altri fondi e residui di reazione

070209* residui di filtrazione, e assorbenti esauriti , alogenati

070210* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070211* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

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070214* rifiuti prodotti da additivi, contenenti sostanze pericolose

070216* rifiuti contenenti silicone pericoloso

070301* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri

070303* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070304* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070307* fondi e residui di reazione alogenati

070308* altri fondi e residui di reazione

070309* residui di filtrazione, assorbenti esauriti alogenati

070310* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070311* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070401* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri

070403* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070404* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070407* fondi e residui di reazione alogenati

070408* altri fondi e residui di reazione

070409* residui di filtrazione e assorbenti esauriti alogenati

070410* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

070411* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070413* rifiuti solidi contenenti sostanze pericolose

070501* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri

070503* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070504* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070507* fondi di distillazione e residui di reazione alogenati

070508* altri fondi e residui di reazione

070509* residui di filtrazione, assorbenti esauriti contaminati da composti organici alogenati

070510* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070511* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070513* rifiuti solidi contenenti sostanze pericolose

070601* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri

070603* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070604* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070607* fondi e residui di reazione alogenati

070608* altri fondi e residui di reazione

070609* residui di filtrazione e assorbenti esauriti, alogenati

070610* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070611* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070701* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri

070703* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070704* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070707* fondi e residui di reazione alogenati

070708* altri fondi e residui di reazione

070709* residui di filtrazione, assorbenti esauriti alogenati

070710* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070711* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

080111* pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080113* fanghi prodotti da pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080115* fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

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080117* fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080119* sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080121* residui di vernici o di sverniciatori

080312* scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose

080314* fanghi di inchiostro, contenenti sostanze pericolose

080316* residui di soluzioni chimiche per incisione

080317* toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose

080319* oli dispersi

080409* adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080411* fanghi di adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080413* fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080415* rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080501* isocianati di scarto

090101* soluzioni di sviluppo e attivanti a base acquosa

090102* soluzioni di sviluppo per lastre offset a base acquosa

090103* soluzioni di sviluppo a base solvente

090104* soluzioni fissative

090105* soluzioni di lavaggio e soluzioni di arresto fissaggio

090106* rifiuti contenenti argento prodotti dal trattamento in loco di rifiuti fotografici

090111* macchine fotografiche monouso contenenti batterie incluse nelle voci 160601, 160602 o 160603

090113* rifiuti liquidi acquosi prodotti dal recupero in loco dell'argento, diversi da quelli di cui alla voce 090106

100104* ceneri leggere di olio combustibile e polveri di caldaia

100109* acido solforico

100113* ceneri leggere prodotte da idrocarburi emulsionati usati come carburante

100114* ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento, contenenti sostanze pericolose

100116* ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, contenenti sostanze pericolose

100118* rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi, contenenti sostanze pericolose

100120* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

100122* fanghi acquosi da operazioni di pulizia caldaie, contenenti sostanze pericolose

100207* rifiuti solidi prodotti dal trattamento di fumi, contenenti sostanze pericolose

100211* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli

100213* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento di fumi, contenenti sostanze pericolose

100304* scorie della produzione primaria

100308* scorie saline della produzione secondaria

100309* scorie nere della produzione secondaria

100315* schiumature infiammabili o che rilasciano, al contatto con l'acqua, gas infiammabili in quantità pericolose

100317* rifiuti contenenti catrame della produzione degli anodi

100319* polveri dei gas di combustione, contenenti sostanze pericolose

100321* altre polveri e particolati (comprese quelle prodotte da mulini a palle), contenenti sostanze pericolose

100323* rifiuti solidi prodotti dal trattamento di fumi, contenenti sostanze pericolose

100325* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento di fumi, contenenti sostanze pericolose

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100327* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli

100329* rifiuti prodotti dal trattamento di scorie saline e scorie nere, contenenti sostanze pericolose

100401* scorie della produzione primaria e secondaria

100402* impurità e schiumature della produzione primaria e secondaria

100404* polveri dei gas di combustione

100405* altre polveri e particolato

100406* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi

100407* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento di fumi

100409* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli

100503* polveri dei gas di combustione

100505* rifiuti solidi prodotti dal trattamento di fumi

100506* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi

100508* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli

100510* scorie e schiumature infiammabili o che rilasciano, al contatto con l'acqua, gas infiammabili in quantità pericolose

100603* polveri dei gas di combustione

100606* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi

100607* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi

100609* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli

100707* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento contenenti oli

100808* scorie salate della produzione primaria e secondaria

100810* impurità e schiumature infiammabili o che rilasciano, al contatto con l'acqua, gas infiammabili in quantità pericolose

100812* rifiuti contenenti catrame dalla produzione degli anodi

100815* polveri dei gas di combustione, contenenti sostanze pericolose

100817* fanghi residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose

100819* rifiuti prodotti dal trattamento delle acque di raffreddamento, contenenti oli

100905* forme e anime da fonderia non utilizzate, contenenti sostanze pericolose

100907* forme e anime da fonderia utilizzate, contenenti sostanze pericolose

100909* polveri dei gas di combustione contenenti sostanze pericolose

100911* altri particolati contenenti sostanze pericolose

100913* scarti di leganti contenenti sostanze pericolose

100915* scarti di prodotti rilevatori di crepe, contenenti sostanze pericolose

101005* forme e anime da fonderia non utilizzate, contenenti sostanze pericolose

101007* forme e anime da fonderia utilizzate, contenenti sostanze pericolose

101009* polveri dei gas di combustione, contenenti sostanze pericolose

101011* altri particolati contenenti sostanze pericolose

101013* scarti di leganti contenenti sostanze pericolose

101015* scarti di prodotti rilevatori di crepe, contenenti sostanze pericolose

101109* scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico, contenenti sostanze pericolose

101111* rifiuti di vetro in forma di particolato e polveri di vetro contenenti metalli pesanti (provenienti ad es. da tubi a raggi catodici)

101113* lucidature di vetro e fanghi di macinazione, contenenti sostanze pericolose

101115* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose

101117* fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose

101119* rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

101209* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose

101211* rifiuti delle operazioni di smaltatura contenenti metalli pesanti

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101309* rifiuti della fabbricazione di amianto cemento, contenenti amianto

101312* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose

101401* rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi, contenenti mercurio

110105* acidi di decappaggio

110106* acidi non specificati altrimenti

110107* basi di decappaggio

110108* fanghi di fosfatazione

110109* fanghi e residui di filtrazione, contenenti sostanze pericolose

110111* soluzioni acquose di lavaggio, contenenti sostanze pericolose

110113* rifiuti di sgrassaggio contenenti sostanze pericolose

110115* eluati e fanghi di sistemi a membrana e sistemi a scambio ionico, contenenti sostanze pericolose

110116* resine a scambio ionico saturate o esaurite

110198* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose

110202* rifiuti della lavorazione idrometallurgica dello zinco (compresi jarosite, goethite)

110205* rifiuti della lavorazione idrometallurgica del rame, contenenti sostanze pericolose

110207* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose

110301* rifiuti contenenti cianuri

110302* altri rifiuti

110503* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi

110504* fondente esaurito

120106* oli minerali per macchinari, contenenti alogeni (eccetto emulsioni e soluzioni)

120107* oli minerali per macchinari, non contenenti alogeni (eccetto emulsioni e soluzioni)

120108* emulsioni esauste per macchinari contenenti alogeni

120109* emulsioni e soluzioni per macchinari, non contenenti alogeni

120110* oli sintetici per macchinari

120112* cere e grassi esauriti

120114* fanghi di lavorazione, contenenti sostanze pericolose

120116* materiale abrasivo di scarto, contenente sostanze pericolose

120118* fanghi metallici (fanghi di rettifica, affilatura e lappatura) contenenti olio

120119* oli per macchinari, facilmente biodegradabili

120120* corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, contenenti sostanze pericolose

120301* soluzioni acquose di lavaggio

120302* rifiuti prodotti da processi di sgrassatura a vapore

130101* oli per circuiti idraulici contenenti PCB

130104* emulsioni clorurate

130105* emulsioni non clorurate

130109* oli minerali per circuiti idraulici, clorurati

130110* oli minerali per circuiti idraulici, non clorurati

130111* oli sintetici per circuiti idraulici

130112* oli per circuiti idraulici facilmente biodegradabili

130113* altri oli per circuiti idraulici

130204* scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, clorurati

130205* scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati

130206* scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrificazione

130207* olio per motori, ingranaggi e lubrificazione, facilmente biodegradabile

130208* altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione

130301* oli isolanti e termoconduttori, contenenti PCB

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130306* oli minerali isolanti e termoconduttori clorurati, diversi da quelli di cui alla voce 130301

130307* oli minerali isolanti e termoconduttori non clorurati

130308* oli sintetici isolanti e termoconduttori

130309* oli isolanti e termoconduttori, facilmente biodegradabili

130310* altri oli isolanti e termoconduttori

130401* oli di sentina della navigazione interna

130402* oli di sentina delle fognature dei moli

130403* altri oli di sentina della navigazione

130501* rifiuti solidi delle camere a sabbia e di prodotti di separazione olio/acqua

130502* fanghi di prodotti di separazione olio/acqua

130503* fanghi da collettori

130506* oli prodotti dalla separazione olio/acqua

130507* acque oleose prodotte dalla separazione olio/acqua

130508* miscugli di rifiuti delle camere a sabbia e dei prodotti di separazione olio/acqua

130701* olio combustibile e carburante diesel

130702* petrolio

130703* altri carburanti (comprese le miscele)

130801* fanghi ed emulsioni prodotti dai processi di dissalazione

130802* altre emulsioni

130899* rifiuti non specificati altrimenti

140601* clorofluorocarburi, HCFC, HFC

140602* altri solventi e miscele di solventi, alogenati

140603* altri solventi e miscele di solventi

140604* fanghi o rifiuti solidi, contenenti solventi alogenati

140605* fanghi o rifiuti solidi, contenenti altri solventi

150110* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

150111* imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose (ad esempio amianto), compresi i contenitori a pressione vuoti

150202* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci, indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose

160107* filtri dell'olio

160108* componenti contenenti mercurio

160109* componenti contenenti PCB

160110* componenti esplosivi (ad esempio "air bag")

160111* pastiglie per freni, contenenti amianto

160113* liquidi per freni

160114* liquidi antigelo contenenti sostanze pericolose

160121* componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci da 160107 a 160111, 160113 e 160114

160209* trasformatori e condensatori contenenti PCB

160210* apparecchiature fuori uso contenenti PCB o da essi contaminate, diverse da quelle di cui alla voce 160209

160211* apparecchiature fuori uso, contenenti clorofluorocarburi, HCFC, HFC

160212* apparecchiature fuori uso, contenenti amianto in fibre libere

160213* apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci 160209 e 160212

160215* componenti pericolosi rimossi da apparecchiature fuori uso

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

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160504* gas in contenitori a pressione (compresi gli halon), contenenti sostanze pericolose

160506* sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da sostanze pericolose, comprese le miscele di sostanze chimiche di laboratorio

160507* sostanze chimiche inorganiche di scarto contenenti o costituite da sostanze pericolose

160508* sostanze chimiche organiche di scarto contenenti o costituite da sostanze pericolose

160601* batterie al piombo

160602* batterie al nichel-cadmio

160603* batterie contenenti mercurio

160606* elettroliti di batterie ed accumulatori, oggetto di raccolta differenziata

160708* rifiuti contenenti oli

160709* rifiuti contenenti altre sostanze pericolose

160802* catalizzatori esauriti contenenti metalli di transizione pericolosi o composti di metalli di transizione pericolosi

160805* catalizzatori esauriti contenenti acido fosforico

160806* liquidi esauriti usati come catalizzatori

160807* catalizzatori esauriti contaminati da sostanze pericolose

160901* permanganati, ad esempio permanganato di potassio

160902* cromati, ad esempio cromato di potassio, dicromato di potassio o di sodio

160903* perossidi, ad esempio perossido di idrogeno

160904* sostanze ossidanti non specificate altrimenti

161001* soluzioni acquose di scarto, contenenti sostanze pericolose

161003* concentrati acquosi, contenenti sostanze pericolose

161101* rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, contenenti sostanze pericolose

161103* altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, contenenti sostanze pericolose

161105* rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, contenenti sostanze pericolose

170106* miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, contenenti sostanze pericolose

170204* vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminati

170301* miscele bituminose contenenti catrame di carbone

170303* catrame di carbone e prodotti contenenti catrame

170409* rifiuti metallici contaminati da sostanze pericolose

170410* cavi, impregnati di olio, di catrame di carbone o di altre sostanze pericolose

170503* terra e rocce, contenenti sostanze pericolose

170505* fanghi di dragaggio, contenenti sostanze pericolose

170507* pietrisco per massicciate ferroviarie, contenente sostanze pericolose

170601* materiali isolanti contenenti amianto

170603* altri materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose

170605* materiali da costruzione contenenti amianto

170801* materiali da costruzione a base di gesso contaminati da sostanze pericolose

170901* rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione contenenti mercurio

170902* rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione contenenti PCB (ad esempio sigillanti contenenti PCB, pavimentazioni a base di resina contenenti PCB, elementi stagni in vetro contenenti PCB, condensatori contenenti PCB)

170903* altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (comprese i rifiuti misti) contenenti sostanze pericolose

180106* sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose

180110* rifiuti di amalgama prodotti da interventi odontoiatrici

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180205* sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose

190105* residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi

190106* rifiuti liquidi acquosi prodotti dal trattamento dei fumi ed altri rifiuti liquidi acquosi

190107* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi

190110* carbone attivo esaurito, impiegato per il trattamento dei fumi

190111* ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose

190113* ceneri leggere, contenenti sostanze pericolose

190115* ceneri di caldaia, contenenti sostanze pericolose

190117* rifiuti della pirolisi, contenenti sostanze pericolose

190204* miscugli di rifiuti contenenti almeno un rifiuto pericoloso

190205* fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose

190207* oli e concentrati prodotti da processi di separazione

190208* rifiuti combustibili liquidi contenenti sostanze pericolose

190209* rifiuti combustibili solidi contenenti sostanze pericolose

190211* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose

190304* rifiuti contrassegnati come pericolosi, parzialmente stabilizzati

190306* rifiuti contrassegnati come pericolosi, solidificati

190402* ceneri leggere ed altri rifiuti di trattamento dei fumi

190403* fase solida non vetrificata

190806* resine di scambio ionico saturate o esaurite

190807* soluzioni e fanghi di rigenerazione delle resine a scambio ionico

190808* rifiuti prodotti da sistemi a membrana contenenti sostanze pericolose

190810* miscele di oli e grassi prodotte dalla separazione olio/acqua diverse da quelle di cui alla voce 190809

190811* fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, contenenti sostanze pericolose

190813* fanghi contenenti sostanze pericolose prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali

191003* fluff - frazione leggera e polveri, contenenti sostanze pericolose

191005* altre frazioni, contenenti sostanze pericolose

191101* filtri di argilla esauriti

191102* catrami acidi

191103* rifiuti liquidi acquosi

191104* rifiuti prodotti dalla purificazione di carburanti tramite basi

191105* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

191107* rifiuti prodotti dalla purificazione dei fumi

191206* legno contenente sostanze pericolose

191211* altri rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose

191301* rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose

191303* fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose

191305* fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, contenenti sostanze pericolose

191307* rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, contenenti sostanze pericolose

200113* solventi

200114* acidi

200115* sostanze alcaline

200117* prodotti fotochimici

200119* pesticidi

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200121* tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio

200123* apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi

200126* oli e grassi diversi da quelli di cui alla voce 200125

200127* vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose

200129* detergenti contenenti sostanze pericolose

200133* batterie e accumulatori di cui alle voci 160601, 160602 e 160603 nonché batterie e accumulatori non suddivisi contenenti tali batterie

200135* apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce 200121 e 200123, contenenti componenti pericolosi

200137* legno, contenente sostanze pericolose Specifiche su alcune tipologie di rifiuti

2. i codici CER generici …99 siano adoperati solo a seguito di un’accurata ed approfondita caratterizzazione di base del rifiuto da parte del produttore ai fini della sua corretta identificazione sulla base del ciclo produttivo di provenienza e delle analisi chimico-fisiche che si rendessero necessarie. Fatto salvo quanto previsto dal SISTRI, sui formulari di trasporto, dovrà essere indicata, nello spazio annotazioni, la specifica denominazione dei rifiuti con CER …99, ai fini di un loro più preciso riconoscimento;

3. le tipologie di rifiuti identificate dai CER 020304 e CER 020704 - Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione - potranno essere conferite solo qualora trattasi di prodotti confezionati e deteriorati, in quanto raccolti in situazione di emergenza (incidenti stradali, ecc.);

4. le tipologie di rifiuto identificate dai CER 19 12 11* - altri rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose e CER 191212 - altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211 non siano accettate dall’impianto qualora trattasi della frazione prevalentemente secca derivante dalla selezione meccanica dei rifiuti urbani non differenziati, per le quali non si ritiene opportuno ed utile, alla corretta gestione di detta “filiera”, il conferimento a centri di stoccaggio provvisorio;

5. le tipologie di rifiuti identificate dai CER 19 05 01 – parte di rifiuti urbani e simili non compostata e 19 05 03 – compost fuori specifica, non siano accettate dall’impianto qualora trattasi della frazione organica stabilizzata della frazione umida derivante dalla selezione meccanica dei rifiuti urbani non differenziati, per la quale non si ritiene opportuno ed utile, per la corretta gestione di detta “filiera”, il conferimento a centri di stoccaggio provvisorio;

6. le tipologie di rifiuti contenenti amianto siano stoccate in modo tale da evitare dispersioni nell’aria delle fibre libere. In specifico, il rifiuto identificato dal CER 170605* - materiali da costruzione contenenti amianto venga accettato solo se preventivamente trattato con apposita soluzione fissativa, qualora necessiti, e impacchettato in teli di polietilene a grammatura pesante a chiusura totale del singolo pallet, in modo tale da evitare dispersioni nell’aria delle fibre libere, e sia accompagnato da copia del nulla osta dell’ARPA/AUSL allegato al formulario per il trasporto dei rifiuti o documentazione attestante l’avvenuto deposito della richiesta di autorizzazione da parte dell’Autorità sanitaria competente. La gestione dei rifiuti contenenti amianto dovrà avvenire nel rispetto del decreto del Ministero dell’Ambiente 29 luglio 2004, n. 248, con particolare riferimento a pgrf. 3 e del D.Lgs. 25 luglio 2006, n. 257.

7. Per quanto concerne la gestione delle seguenti tipologie di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche:

160214 apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13

160216 componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 16 02 15

200136 apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci 20 01 21, 20 01 23 e 20 01 35

160121* componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci da 16 01 07 a 16 01 11, 16 01 13 e 16 01 14

160210* apparecchiature fuori uso contenenti PCB o da essi contaminate, diverse da quelle di cui alla voce 16 02 09

160211* apparecchiature fuori uso, contenenti clorofluorocarburi, HCFC, HFC

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160212* apparecchiature fuori uso, contenenti amianto in fibre libere

160213* apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci 16 02 09 e 16 02 12

160215* componenti pericolosi rimossi da apparecchiature fuori uso

200115* sostanze alcaline

200121* tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio

200123* apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi

200135* apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce 20 01 21 e 20 01 23, contenenti componenti pericolosi

siano gestiti in conformità al D.Lgs. 25 luglio 2005, n. 151.

Le operazioni di raggruppamento siano effettuate secondo le modalità stabilite nel decreto ministeriale 25 settembre 2007, n. 185 con riferimento particolare all'allegato 1.

Gestione degli stoccaggi e dei rifiuti

8. tutte le zone di stoccaggio e i serbatoi/contenitori devono essere opportunamente individuati con appositi cartelli/targhe identificative del rifiuto ivi contenuto; detti contrassegni siano ben visibili, per dimensione e collocazione, ed indichino le norme per il comportamento per la manipolazione dei rifiuti e per il contenimento dei rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente e riportino i codici CER, lo stato fisico e la pericolosità dei rifiuti stoccati;

9. relativamente ai rifiuti stoccati nel settore IX, in attesa di essere destinati alle operazioni di trattamento da cui deriva un rifiuto a cui è attribuito un codice CER diverso da quello in ingresso, sia prevista un’unica etichetta che stia ad identificare, oltre al codice CER del rifiuto ivi presente, anche il codice CER che verrà attribuito al rifiuto a seguito della lavorazione e, qualora possibile, l’impianto di destinazione finale;

10. per lo stoccaggio delle diverse tipologie di rifiuti identificate con i codici europei dei rifiuti, che dovrà avvenire all'interno delle zone individuate nella sezione descrittiva, dovranno essere usati esclusivamente contenitori in buone condizioni di conservazione, tali da garantire una perfetta tenuta;

I contenitori o serbatoi fissi o mobili, i bacini e le vasche di contenimento, dovranno possedere adeguati requisiti di resistenza, in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti contenuti;

11. i contenitori e i serbatoi siano provvisti di sistemi di chiusura, accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento, travaso e svuotamento. Le manichette e i raccordi dei tubi utilizzati per il carico e lo scarico dei rifiuti liquidi contenuti nei contenitori/serbatoi siano mantenuti in perfetta efficienza al fine di evitare dispersioni nell’ambiente;

12. i contenitori o serbatoi di rifiuti liquidi siano dotati di sistemi di contenimento di capacità pari al serbatoio stesso oppure, nel caso che nello stesso bacino di contenimento vi siano più serbatoi, di capacità pari ad almeno la terza parte della capacità complessiva effettiva dei contenitori stessi. In ogni caso, il bacino di contenimento abbia capacità pari almeno a quella del più grande dei contenitori o serbatoi, aumentato del 10%;

13. ogni contenitore o serbatoio fisso o mobile di rifiuti liquidi riservi un volume residuo di sicurezza pari al 10% e sia dotato di apposito dispositivo antitrabbocamento o di tubazioni di troppo pieno e di indicatori o allarmi di livello; In particolare, su ciascuna cisterna del Settore V, dovrà essere installato un indicatore di livello, che permetta la rilevazione istantanea del livello di liquido presente all’interno, ed un sistema di allarme di troppo pieno che segnali il raggiungimento della soglia di 45 m3 prevista;

14. i rifiuti che possono dare luogo fuoriuscita di liquidi siano collocati in contenitori a terra, corredati da idonei sistemi di raccolta peri liquidi;

15. i contenitori mobili siano dotati di mezzi di presa per rendere sicure e agevoli le operazioni di movimentazione;

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16. i recipienti, fissi e mobili, che hanno contenuto i rifiuti, e non destinati ad essere reimpiegati per gli stessi tipi di rifiuti identificati dal medesimo CER e con caratteristiche chimico-fisiche analoghe ai rifiuti precedentemente stoccati, siano preventivamente sottoposti a trattamenti di pulizia appropriati;

17. nelle zone di stoccaggio dei rifiuti deve essere presa ogni precauzione al fine di garantire un ordinato stoccaggio, prevedendo un'organizzazione, dei contenitori contenenti i rifiuti, idonea a consentire, nelle zone destinate allo stoccaggio dei rifiuti, una sufficiente movimentazione degli stessi, nonché un facile accesso nelle stesse zone di stoccaggio da parte degli organi di controllo;

18. i fusti, le cisterne e cisternette, non siano immagazzinati su più di 2 livelli; relativamente allo stoccaggio sulla scaffalatura del settore IX, resta inteso che non debbano essere superati i due livelli per ciascun piano della scaffalatura, nel rispetto dei limiti massimi di carico di ogni ripiano. Su ciascuna scaffalatura dovranno essere indicati i limiti massimi di carico;

19. il sistema di allarme acustico di troppo pieno delle due vasche interrate da 10 m3, previste per il settore I, dovrà attivarsi in tempi adeguatamente anticipati, rispetto al completo riempimento delle stesse, così da permettere un efficace intervento di svuotamento, anche in caso di incidenti che comportino sversamenti di considerevoli quantità di liquidi;

20. qualora i rifiuti allo stato fangoso rilasciassero verso l’esterno una fase liquida (colaticcio o percolato), siano immediatamente travasati in idonei contenitori atti ad evitare dispersioni sulla pavimentazione;

21. i reflui derivanti dal lavaggio pavimenti dei settori II e III devono essere smaltiti come rifiuti;

22. i rifiuti a base di amianto siano stoccati in area coperta;

23. nell’area di parcheggio, pavimentata in stabilizzato, per le autovetture clienti e dipendenti azienda, è fatto divieto assoluto di fermata o sosta di qualsiasi mezzo contenente rifiuti.

Capacità di stoccaggio (operazioni di recupero: R12 e R13 e di smaltimento: D13 e D15 , Allegati B e C alla Parte Quarta del D.Lgs 152/2006 e s.m.i.).

24. La capacità massima di stoccaggio dell’impianto è pari a 1.514 t, corrispondenti a 1.908 m3, dei quali 786 t, equivalenti a 786 m3, di rifiuti pericolosi e 728 t, corrispondenti a 1122 m3, di rifiuti non pericolosi.

25. Il quantitativo massimo annuo di rifiuti in ingresso, destinati all’attività di stoccaggio è pari a 35.000 t, di cui un quantitativo massimo di rifiuti pericolosi pari a 20.000 t.

Capacità di trattamento (operazione di ricondizionamento preliminare D14 e operazione di scambio di rifiuti R12, Allegati B e C alla Parte Quarta del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i.)

26. Il quantitativo massimo annuo di rifiuti da sottoporre a trattamento mediante ricondizionamento preliminare (operazione D14 o R12) è pari a 6.500 t.

Capacità di trattamento (operazione di recupero R4, Allegato C alla Parte Quarta del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i.)

27. Si autorizzano al trattamento, tramite processo di deargentazione, nel Settore III, le seguenti tipologie di rifiuti, per un quantitativo massimo annuo di 500 t/anno:

090104* soluzioni fissative

090105* soluzioni di lavaggio e soluzioni di arresto fissaggio

28. Le caratteristiche dei rifiuti in ingresso all'impianto e delle materie prime/prodotti ottenuti dalla lavorazione dovranno rispettare i requisiti stabiliti ai punti 2.1.2 e 2.1.4 dell'Allegato I, sub-allegato I al D.M. 161/2002;

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Operazioni di raggruppamento preliminare (operazione D13 di cui all’Allegato B alla Parte Quarta del D.Lgs. n° 152/2006) e operazioni di scambio di rifiuti (operazione R12 di cui all’Allegato C alla Parte Quarta del D.Lgs. n° 152/2006)

Per ciascun settore, sono ammessi i seguenti raggruppamenti preliminari/miscelazioni tra le diverse tipologie di rifiuti:

29. Settore I – rifiuti infiammabili in due boxes antincendio

Gruppo n° 1

070103* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070203* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070303* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070403* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070503* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070603* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070703* solventi organici alogenati, soluzioni di lavaggio ed acque madri

130204* scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, clorurati

130306* oli minerali isolanti e termoconduttori clorurati, diversi da quelli di cui alla voce 130301

140601* clorofluorocarburi, HCFC, HFC

140602* altri solventi e miscele di solventi, alogenati

140604* fanghi o rifiuti solidi contenenti solventi

200113* solventi

200127* vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose

I codici CER 130204*, 130306* e 140601* identificano rifiuti contenenti solventi alogenati in concentrazioni di circa il 5-10%”.

Gruppo n° 2

070104* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070204* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070304* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070404* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070504* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070604* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070704* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

080111* pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080119* sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080121* residui di vernici o di sverniciatori

080312* scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose

080409* adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080415* rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

090103* soluzioni di sviluppo a base di solventi

110113* rifiuti di sgrassaggio contenenti sostanze pericolose

130703* altri carburanti (comprese le miscele)

140603* altri solventi e miscele di solventi

140605* fanghi o rifiuti solidi contenenti altri solventi

161001* soluzioni acquose di scarto, contenenti sostanze pericolose

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200113* solventi

200127* vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose 30. Settore II-B – rifiuti pericolosi da attività di cernita/selezione

Gruppo n° 1

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

160506* sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da sostanze pericolose, comprese le miscele di sostanze chimiche di laboratorio

160507* sostanze chimiche inorganiche di scarto contenenti o costituite da sostanze pericolose

160508* sostanze chimiche organiche di scarto contenenti o costituite da sostanze pericolose

I rifiuti di tale raggruppamento identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo. I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica.

31. Settore III – Rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi

Gruppo n° 1 - cisternette in P.E. (Zona: III-E) – Acidi vari

060101* acido solforico ed acido solforoso

060102* acido cloridrico

060104* acido fosforico e fosforoso

060105* acido nitrico e acido nitroso

060106* altri acidi 060405* rifiuti contenenti altri metalli pesanti

060704* soluzioni ed acidi, ad es. acido di contatto

080316* residui di soluzioni chimiche per incisione

110105* acidi di decappaggio

110106* acidi non specificati altrimenti

110109* fanghi e residui di filtrazione, contenenti sostanze pericolose

110111* soluzioni acquose di lavaggio, contenenti sostanze pericolose

110115* eluati e fanghi di sistemi a membrana e sistemi a scambio ionico, contenenti sostanze pericolose

110198* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose

160606* elettroliti di batterie ed accumulatori, oggetto di raccolta differenziata

160902* cromati, ad esempio cromato di potassio, dicromato di potassio o di sodio

Questa miscela viene effettuata per lo smaltimento in impianti di neutralizzazione e depurazione.

Il CER 160606* è costituito da elettroliti acidi da batterie al Pb.

32. Settore IV – Rifiuti solidi e fangosi pericolosi e non pericolosi Rifiuti speciali non pericolosi: Gruppo n° 1 - Materiali solidi contaminati da prodotti chimici e chimico-farmaceutici

020109 rifiuti agrochimici diversi da quelli della voce 020108

070217 rifiuti contenenti silicone diversi da quelli menzionati alla voce 070216

180206 sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce 180205

180208 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 180207

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Questo raggruppamento è destinato all’incenerimento. Gruppo n° 2 - Fanghi a matrice prevalentemente inorganica, provenienti da depurazione delle acque reflue

040220 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 040219

060503 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 060502

070112 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070111

070212 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070211

070312 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070311

070612 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070611

070712 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070711

100121 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 100120

101120 rifiuti solidi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 101119

101213 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti

110110 fanghi e residui di filtrazione, diversi da quelli di cui alla voce 110109

190812 fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190811

190814 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190813

191106 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 191105

Questo raggruppamento è destinato allo smaltimento in discarica. Gruppo n° 3 - Materiali solidi costituiti o contaminati da vernici, inchiostri, adesivi e resine

070213 rifiuti plastici

070215 rifiuti prodotti da additivi, diversi da quelli di cui alla voce 070214

070299 rifiuti non specificati altrimenti

070399 rifiuti non specificati altrimenti

070699 rifiuti non specificati altrimenti

080112 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 080111

080114 Fanghi prodotti da pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 13

080116 fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 080115

080118 fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 080117

080120 sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, diverse da quelle di cui alla voce 080119

080199 rifiuti non specificati altrimenti

080201 polveri di scarto di rivestimenti

080202 fanghi acquosi contenenti materiali ceramici

080307 fanghi acquosi contenenti inchiostro

080313 scarti di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 080312

080315 fanghi di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 080314

080318 toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 080317

080399 rifiuti non specificati altrimenti

080410 adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 080409

080412 fanghi di adesivi e sigillanti , diversi da quelli di cui alla voce 080411

080414 fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 080413

150203 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 150202

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190802 Rifiuti dell'eliminazione della sabbia

191302 rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 191301

200128 vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 200127

Questo raggruppamento è finalizzato all’incenerimento o allo smaltimento in discarica.

Il CER 070215 identifica scarti di plastificanti per resine.

Il CER 070299 identifica scarti di resine polimerizzate.

Il CER 070399 identifica scarti di tinture e coloranti.

Il CER 070699 identifica scarti di cosmetici con coloranti e saponi.

Il CER 080120 identifica un rifiuto avente stato fisico solido o fangoso.

I CER 080199 e 080399 identificano residui solidi da pulizia attrezzature. Gruppo n° 4 - Materie plastiche in genere

020104 Rifiuti plastici ad esclusione degli imballaggi

070212 Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070211*

070213 rifiuti plastici

090108 carta e pellicole per fotografia, non contenenti argento o composti dell'argento

120105 Limatura e trucioli di materiali plastici

150102 imballaggi in plastica

150106 imballaggi in materiali misti

160119 plastica

170203 plastica

191204 plastica e gomma

200102 vetro

200139 plastica

200307 rifiuti ingombranti

Questo raggruppamento è destinato al recupero o allo smaltimento in discarica.

Il CER 070212 è raggruppabile solo qualora trattasi di materiale plastico allo stato solido.

Il CER 090108 identifica i supporti plastici privi di strato fotosensibile a base di sali d’argento, costituiti quindi interamente da materiale plastico.

Il CER 200307 identifica polistirolo ed altri riempitivi.

Gruppo n° 5 - Materiali solidi costituiti o contaminati da detergenti e disinfettanti

020109 rifiuti agrochimici diversi da quelli della voce 020108

040210 materiale organico proveniente da prodotti naturali (ad es. grasso, cera)

070612 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070611

070699 rifiuti non specificati altrimenti

180206 sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce 180205

180208 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 180207

200130 detergenti diversi da quelli di cui alla voce 200129

Questo raggruppamento è destinato all’incenerimento.

Il CER 070699 identifica scarti non pericolosi di cosmetici.

Gruppo n° 6 - Ceneri e residui di processi termici

100101 ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia (tranne le polveri di caldaia di cui alla voce 100104)

100102 ceneri leggere di carbone

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100103 ceneri leggere di torba e di legno non trattato

100115 ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce 100114

100117 ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce 100116

100202 scorie non trattate

100208 rifiuti prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 100207

100305 rifiuti di allumina 100501 scorie della produzione primaria e secondaria

161102 rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161101

161104 altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161103

161106 rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161105

190112 ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 190111

Questo raggruppamento è destinato al conferimento in discarica o ad impianti di inertizzazione.

Gruppo n° 7 - Residui da processi termici

100903 scorie di fusione

101201 scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico

101203 polveri e particolato

101299 rifiuti non specificati altrimenti

Questo raggruppamento è destinato al conferimento in discarica o ad impianti di inertizzazione.

Il CER 101299 identifica residui di pulizia degli impianti. Gruppo n° 8 - Materiali a matrice metallica, privi di olio o grasso residuo della lavorazione

120101 limatura e trucioli di materiali ferrosi

120102 polveri e particolato di materiali ferrosi

120103 limatura e trucioli di materiali non ferrosi

120104 polveri e particolato di materiali non ferrosi

120113 Rifiuti da saldatura

120115 fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce 120114

120117 materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce 120116

120121 corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 120120

Questo raggruppamento è destinato al conferimento in discarica o ad impianti di inertizzazione. Gruppo n° 9 - Scarti di attività di costruzione e demolizione, a base di legno

030105 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 030104

150103 imballaggi in legno

170201 legno

170604 altri materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 170601 e 170603

191207 legno diverso da quello di cui alla voce 191206

200138 legno, diverso da quello di cui alla voce 200137

200307 rifiuti ingombranti

Questo raggruppamento è destinato al conferimento in centri di selezione meccanica o manuale o, qualora non cernibili, in discarica.

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Il CER 170604 identifica residui di isolanti in pasta di legno.

Il CER 200307 identifica residui con prevalenza di legno. Gruppo n° 10 - Materiali assorbenti e filtranti.

150203 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 150202

160799 rifiuti non specificati altrimenti

170302 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 170301

170604 altri materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 170601 e 170603

180104 rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni (es. bende, ingessature, lenzuola, indumenti monouso, assorbenti igienici)

180203 rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni

190904 carbone attivo esaurito

191208 prodotti tessili

200110 abbigliamento

200111 prodotti tessili

Questo raggruppamento è destinato a impianti di rigenerazione o di smaltimento.

Il CER 160799 identifica componenti di serbatoi quali rivestimenti esterni.

Il CER 170302 rappresenta esclusivamente guaina bituminosa avente potere calorifico e caratteristiche chimico-fisiche compatibili con il processo di termodistruzione a cui vengono conferiti i rifiuti del raggruppamento.

Gruppo n° 11 - Materiali metallici

020110 rifiuti metallici

160112 pastiglie per freni, diverse da quelle di cui alla voce 16 01 11

160117 metalli ferrosi

160118 metalli non ferrosi

160122 Componenti non specificati altrimenti

160214 apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 16 02 09 a 16 02 13

160216 componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 16 02 15

170401 rame, bronzo, ottone

170402 alluminio

170403 piombo

170405 ferro e acciaio

170404 zinco

170406 stagno

170407 metalli misti

170411 cavi, diversi da quelli di cui alla voce 17 04 10

191001 rifiuti di ferro e acciaio

191002 rifiuti di metalli non ferrosi

191202 metalli ferrosi

191203 metalli non ferrosi

200136 apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci 20 01 21, 20 01 23 e 20 01 35

200140 metallo

200307 rifiuti ingombranti

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Questo raggruppamento è finalizzato al recupero.

I CER 160214, 160216 e 200136 identificano parti di apparecchiature che non contengono componenti elettrici o elettronici (carcasse, involucri, serbatoi, organi di trasmissione, parti meccaniche, ecc.).

Il CER 160112 identifica rifiuti prevalentemente costituiti da parti metalliche.

Il CER 170411 identifica rifiuti già privati della parte plastica.

Gruppo n° 12 - Prodotti chimico-farmaceutici da destinarsi all’incenerimento

020109 rifiuti agrochimici diversi da quelli della voce 020108

070512 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070511

070514 rifiuti solidi, diversi da quelli di cui alla voce 070513

070599 rifiuti non specificati altrimenti

160801 catalizzatori esauriti contenenti oro, argento, renio, palladio, iridio o platino (tranne 160807)

160803 catalizzatori esauriti contenenti metalli di transizione o composti di metalli di transizione, non specificati altrimenti

160804 catalizzatori esauriti da cracking catalitico fluido (tranne 160807)

180107 sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce 180106

180109 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 180108

180206 sostanze chimiche diverse da quelle di cui alla voce 180205

180208 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 180207

200132 medicinali diversi da quelli di cui alla voce 200131

Questo raggruppamento è destinato all’incenerimento.

Gruppo n° 13 - Fanghi ed altri prodotti residui della depurazione delle acque reflue o dalla preparazione delle acque ad uso industriale

060503 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 060502

070112 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070111

070212 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070211

070312 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070311

070412 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070411

070512 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070511

070612 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070611

070712 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 070711

190206 fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce 190205

190812 fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190811

190814 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 190813

190899 rifiuti non specificati altrimenti

190905 resine a scambio ionico saturate o esaurite

190906 soluzioni e fanghi di rigenerazione delle resine a scambio ionico

191106 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 191105

Questo raggruppamento è destinato allo smaltimento in discarica.

Il CER 190899 identifica scarti da filtrazione contaminati da fanghi.

Il CER 190905 identifica scarti di resine e zeoliti contaminati da fanghi.

Gruppo n° 13bis – Vetro

101112 rifiuti di vetro diversi da quelli di cui alla voce 101111

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150106 imballaggi in materiali misti

150107 Imballaggi in vetro

160120 Vetro

170202 vetro

191205 Vetro

200102 vetro

Rifiuti speciali pericolosi: Gruppo n° 1 Fondami ed assorbanti impregnati di oli

050103* morchie depositate sul fondo dei serbatoi

050106* fanghi oleosi prodotti dalla manutenzione di impianti e apparecchiature

130501* rifiuti solidi delle camere a sabbia e di prodotti di separazione olio/acqua

130502* fanghi di prodotti di separazione olio/acqua

130701* olio combustibile e carburante diesel

130702* petrolio

130703* altri carburanti (comprese le miscele)

130899* Rifiuti non specificati altrimenti

160107* filtri dell'olio

160121* componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci da 160107 a 160111, 160113 e 160114

160708* rifiuti contenenti oli

170410* cavi, impregnati di olio, di catrame di carbone o di altre sostanze pericolose

Questo raggruppamento è destinato alla termodistruzione o a centri di recupero degli oli.

Il CER 160121* identifica componenti e/o parti (ad esempio: manicotti, guarnizioni, tubi, ecc.) derivanti dalla manutenzione o smantellamento di veicoli, contaminati da sostanze oleose.

Il CER 170410* esclusivamente cavi costituti da involucri le cui caratteristiche non consentono il recupero delle parti metalliche e/o cavi in fibra ottica. Gruppo n° 2 - Resine, adesivi e sigillanti contaminati

070108* altri fondi e residui di reazione

070109* residui di filtrazione, assorbenti esauriti contaminati da composti organici alogenati

070110* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070208* altri fondi e residui di reazione

070210* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

070216* rifiuti contenenti silicone pericoloso

070708* altri fondi e residui di reazione

080409* adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080411* fanghi di adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

Questo raggruppamento è destinato alla termodistruzione o a centri di recupero mediante strippaggio dei solventi.

Il CER 160305* identifica sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

Gruppo n° 3 - Residui bituminosi contaminati

170301* miscele bituminose contenenti catrame di carbone

170303* catrame di carbone e prodotti contenenti catrame

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Questo raggruppamento è destinato alla termodistruzione o a centri di recupero mediante strippaggio dei solventi.

Gruppo n° 4 - Residui di filtrazione, scarti contenenti cere e grassi

070608* altri fondi di distillazione e residui di reazione

070610* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

110113* rifiuti di sgrassaggio contenenti sostanze pericolose

120112* cere e grassi esauriti

Questo raggruppamento è destinato alla termodistruzione o a centri di recupero degli olii. Gruppo n° 5 - Residui contaminati da vernici, inchiostri ed adesivi

040216* tinture e pigmenti, contenenti sostanze pericolose

061302* carbone attivato esaurito (tranne 060702)

070308* altri fondi e residui di reazione

080111* pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080113* fanghi prodotti da pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080115* fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080117* fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080121* residui di vernici o di sverniciatori

080312* scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose

080314* fanghi di inchiostro, contenenti sostanze pericolose

080317* toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose

080409* adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080411* fanghi di adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

140605* fanghi o rifiuti solidi, contenenti altri solventi

150110* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

150202* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti), stracci, indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

190806* resine di scambio ionico saturate o esaurite

200127* vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose

Questo raggruppamento è destinato alla termodistruzione o a centri di recupero mediante strippaggio dei solventi.

Il CER 061302* identifica carbone attivo da decolorazione.

Il CER 070308* identifica coloranti e pigmenti di scarto.

Il CER 160305* identifica sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

Il CER 190806* è costituito principalmente da resina, come le vernici, gli inchiostri e gli adesivi facenti parte dello stesso gruppo. Gruppo n° 6 - Materiali solidi in cui l’inquinante principale è il principio attivo di origine farmaceutica

030104* segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci contenenti sostanze pericolose

070408* altri fondi e residui di reazione

070409* residui di filtrazione e assorbenti esauriti alogenati

070410* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

070411* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

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070413* rifiuti solidi contenenti sostanze pericolose

070513* rifiuti solidi contenenti sostanze pericolose

070507* fondi di distillazione e residui di reazione alogenati

070508* altri fondi di distillazione e residui di reazione

070509* residui di filtrazione, assorbenti esauriti contaminati da composti organici alogenati

070510* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

070511* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

150110* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

150202* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

180106* sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose

180205* sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose

200129* detergenti contenenti sostanze pericolose

Questo raggruppamento è destinato alla termodistruzione.

I rifiuti identificati con CER 0704..* di questo Gruppo sono costituiti da morchie di filtrazione contenenti residui di prodotti fitosanitari ed altri biocidi organici.

Il CER 160305* identifica sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo. Gruppo n° 7 - Fanghi, pitture, adesivi e sigillanti in cui l’inquinante principale è rappresentato dai solventi alogenati

070207* fondi di distillazione e residui di reazione alogenati

070208* altri fondi e residui di reazione

070209* residui di filtrazione, e assorbenti esauriti , alogenati

070214* rifiuti prodotti da additivi, contenenti sostanze pericolose

070607* fondi e residui di reazione alogenati

070608* altri fondi e residui di reazione

070609* residui di filtrazione, assorbenti esauriti contaminati da composti organici alogenati

080111* pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080113* fanghi prodotti da pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080117* fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080121* residui di vernici o di sverniciatori

080312* scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose

080314* fanghi di inchiostro, contenenti sostanze pericolose

080409* adesivi e sigillanti di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080411* fanghi di adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080413* fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080501* isocianati di scarto

101211* rifiuti delle operazioni di smaltatura contenenti metalli pesanti

140604* fanghi o rifiuti solidi, contenenti solventi alogenati

150110* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

150202* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

190813* fanghi contenenti sostanze pericolose prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali

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Questo raggruppamento è finalizzato al conferimento di un prodotto idoneo al trattamento finale.

Con il CER 070214* (come specificato dal Gestore) si intendono i rifiuti solidi costituiti da stearati con funzione plastificante o altri additivi stabilizzanti.

il CER 160305* identifica sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo. Gruppo n° 8 - materiale in cui l’inquinante principale è il residuo organico derivante da processi chimici, contaminato da metalli pesanti

020108* rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose

030104* segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci contenenti sostanze pericolose

070210* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

070310* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

070410* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

070510* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

070610* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070710* altri residui di filtrazione, assorbenti esauriti

150110* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

150202* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose

191301* rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, contenenti sostanze pericolose

200119* pesticidi

Questo raggruppamento è destinato al conferimento ad inceneritori.

Il CER 020108* identifica filtri ed assorbenti contaminati da sostanze organiche.

Il CER 191301* identifica rifiuti costituiti da materiali assorbenti (carboni attivi, panni assorbenti e granuli in polipropilene ecc) contaminati da idrocarburi, utilizzati nei processi di bonifica del suolo.

Il CER 200119* identifica rifiuti costituiti esclusivamente da materiali solidi quali mascherine, indumenti, filtri cappa ed eventuali altri supporti solidi contaminati da prodotti agrochimici. Gruppo n° 9 - materiale in cui l’inquinante principale è il residuo inorganico derivante da processi chimici, contaminato da metalli pesanti

030104* segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci contenenti sostanze pericolose

060313* sali e loro soluzioni, contenenti metalli pesanti

060315* ossidi metallici contenenti metalli pesanti

060405* rifiuti contenenti altri metalli pesanti

060502* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

100406* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi

101115* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose

110108* fanghi di fosfatazione

110109* fanghi e residui di filtrazione, contenenti sostanze pericolose

110198* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose

110202* rifiuti della lavorazione idrometallurgica dello zinco (compresi jarosite, goethite)

120114* fanghi di lavorazione, contenenti sostanze pericolose

120116* materiale abrasivo di scarto, contenente sostanze pericolose

120118* fanghi metallici (fanghi di rettifica, affilatura e lappatura) contenenti olio

120120* corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, contenenti sostanze pericolose

120302* rifiuti prodotti da processi di sgrossatura e vapore

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150110* imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze

150202* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

Questo raggruppamento è finalizzato alla formazione di un fango solido idoneo all’inertizzazione o allo smaltimento in discarica.

I CER 060502*, 110109*, 110198* identificano fanghi di processo galvanico.

I CER 120114*, 120116*, 120118* identificano fanghi con metalli della lavorazione meccanica.

Il CER 120120* identifica scarti con metalli della lavorazione meccanica.

Il CER 120302* identifica residui fangosi e solidi provenienti da operazioni di pulizia e manutenzione impianti e vasche di lavorazione. Gruppo n° 10 - Materiale in cui l’inquinante principale è il residuo organico derivante da processi chimici

040219* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070111* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070211* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070311* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070611* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

070711* fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, contenenti sostanze pericolose

190811* fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, contenenti sostanze pericolose

190813* fanghi contenenti sostanze pericolose prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali

Questo raggruppamento è finalizzato al conferimento di un materiale solido idoneo all’incenerimento. Gruppo n° 11 - Rifiuti da demolizioni in genere

170106* miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, contenenti sostanze pericolose

170204* vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminati

170409* rifiuti metallici contaminati da sostanze pericolose

170503* terra e rocce, contenenti sostanze pericolose

170505* fanghi di dragaggio, contenenti sostanze pericolose

170507* pietrisco per massicciate ferroviarie, contenente sostanze pericolose

170603* altri materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose

170801* materiali da costruzione a base di gesso contaminati da sostanze pericolose

170903* altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (comprese i rifiuti misti) contenenti sostanze pericolose

200137* legno, contenente sostanze pericolose

La destinazione finale del raggruppamento dipende dalla sostanza inquinante rinvenibile nelle diverse frazioni di rifiuto.

33. SETTORE IV- Rifiuti polverulenti pericolosi e non pericolosi Rifiuti speciali non pericolosi:

Gruppo n° 1 - Polveri con resine e/o pigmenti

040108 cuoio conciato, scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura contenenti cromo

070213 rifiuti plastici

070299 Rifiuti non specificati altrimenti

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080112 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 080111

080118 fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 080117

080199 rifiuti non specificati altrimenti

080201 polveri di scarto di rivestimenti

080318 toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 080317

Il CER 040108 identifica polveri di pulizia da lavorazione pelli (abbattimento).

Il CER 070213 identifica polveri di materiale plastico polimerizzato.

Il CER 070299 identifica residui di pulizia da lavorazione resine (abbattimento).

I CER 080112, 080118, 080199 identificano vernici in polvere da verniciatura e levigatura.

Il CER 080318 identifica toner in polvere.

Gruppo n° 2 - Polveri da trattamenti termici

100101 ceneri pesanti

100102 ceneri leggere di carbone

100103 ceneri leggere di torba e di legno non trattato

100115 ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce 100114

100117 ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, diverse da quelle di cui alla voce 100116

100305 rifiuti di allumina

100903 scorie di fusione

100906 forme ed anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 100905

100908 forme ed anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 100907

101006 forme ed anime da fonderia non utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 101005

101008 forme ed anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 101007

101103 scarti di materiali in fibra a base di vetro

101105 polveri e particolato

101201 scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico

101203 polveri e particolato

101299 rifiuti non specificati altrimenti

101301 scarti di mescole non sottoposte a trattamento termico

101306 polveri e particolato (eccetto quelli delle voci 101312 e 101313)

101307 fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi

101311 rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 101309, 101310

101313 rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, diversi da quelli di cui alla voce 101312

190112 ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 190111

190114 ceneri leggere, diverse da quelle di cui alla voce 190113

190116 polveri di caldaia, diverse da quelle di cui alla voce 190115

I CER 100906, 100908, 101006, 101008 identificano crogiuoli rotti e scarti di stampi.

Il CER 101299 identifica residui di pulizia degli impianti.

Gruppo n° 3 - Polveri con metalli

120101 limatura e trucioli di materiali ferrosi

120102 polveri e particolato di materiali ferrosi

120103 limatura, e trucioli di metalli non ferrosi

120104 polveri e particolato di materiali non ferrosi

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120105 limatura e trucioli di materiali plastici

120117 materiale abrasivo di scarto, diverso da quello di cui alla voce 120116

161102 rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161101

161104 altri rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 161103

Rifiuti speciali pericolosi

Gruppo n° 1 - Polveri con resine e/o pigmenti

070208* altri fondi e residui di reazione

070210* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070214* rifiuti prodotti da additivi, contenenti sostanze pericolose

080111* pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080117* fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080121* residui di vernici o di sverniciatori

080317* toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose

I CER 070208*, 070210*, 070214* identificano polveri di materiale plastico polimerizzato.

I CER 080111*, 080117*, 080121* identificano vernici in polvere da verniciatura e levigatura.

Il CER 080317* identifica toner in polvere.

Gruppo n° 2 - Polveri da processi termici

100104* ceneri leggere di olio

100113* ceneri leggere prodotte da idrocarburi emulsionati usati come carburante

100114* ceneri pesanti, scorie e polveri di caldaia prodotte dal coincenerimento, contenenti sostanze pericolose

100116* ceneri leggere prodotte dal coincenerimento, contenenti sostanze pericolose

100118* rifiuti prodotti dalla depurazione dei fumi, contenenti sostanze pericolose

100207* rifiuti solidi prodotti dal trattamento di fumi, contenenti sostanze pericolose

101312* rifiuti solidi prodotti dal trattamento dei fumi, contenenti sostanze pericolose

110109* fanghi e residui di filtrazione, contenenti sostanze pericolose

110198* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose

110113* rifiuti di sgrassaggio contenenti sostanze pericolose

190111* ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose

190113* ceneri leggere, contenenti sostanze pericolose

190115* ceneri di caldaia, contenenti sostanze pericolose

I CER 100118*, 100207*, 101312* identificano polveri di abbattimento

Il CER 110109* identifica polveri da filtrazione di apparecchiature galvaniche

Il CER 110113* identifica polveri da lavorazioni di superfici metalliche per asportazione residui e scorie steariche

Il CER 110198* identifica residui di pulizia da galvanica (spezzamento locali) Gruppo n° 3 - Polveri con metalli

120116* materiale abrasivo di scarto, contenente sostanze pericolose

120120* corpi d'utensile e materiali di rettifica esauriti, contenenti sostanze pericolose

160902* cromati, ad esempio cromato di potassio, dicromato di potassio o di sodio

161101* rivestimenti e materiali refrattari a base di carbone provenienti dalle lavorazioni metallurgiche,

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contenenti sostanze pericolose

161103* altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, contenenti sostanze pericolose

34. Settore V – Rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi Rifiuti liquidi speciali non pericolosi:

Gruppo n° 1 (cisterna A7) – Acque contenenti pitture o vernici e provenienti da attività di verniciatura e sverniciatura

080112 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 080111

080114 fanghi prodotti da pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 08 01 13

080116 fanghi acquosi contenenti pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 080115

080118 fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, diversi da quelli di cui alla voce 080117

080120 sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, diverse da quelle di cui alla voce 080119

080203 sospensioni acquose contenenti materiali ceramici

110110 fanghi e residui di filtrazione, diversi da quelli di cui alla voce 110109

110112 soluzioni acquose di lavaggio, diverse da quelle di cui alla voce 110111

110299 rifiuti non specificati altrimenti

120115 fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce 120114

160304 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303

160306 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 160305

160509 sostanze chimiche di scarto diverse da quelle di cui alle voci 160506, 160507 e 160508

161002 soluzioni acquose d scarto, diverse da quelle di cui alla voce 161001*

161004 concentrati acquosi, diversi da quelli di cui alla voce 161003

191308 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 191307

200128 vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 200127

Trattasi di miscele di acque contaminate da medesimi inquinanti e destinate ad uguale trattamento di depurazione chimico-fisica.

Per i CER 110110 ed 110112 si intendono acque di coloritura dei metalli.

Per il CER 120115 si intendono acque di burattatura ed altri lavaggi.

Per il CER 161002 si intendono acque rinvenute nella bonifica di stabilimenti o acque di lavaggio, raffreddamento e di dilavamento nei casi in cui non sia possibile l’attribuzione di CER più specifici.

Il codice CER 110299 identifica i rifiuti costituiti da liquidi a pH neutro derivanti dal lavaggio delle attrezzature per lavorazioni galvaniche.

I codici CER 160304, 160306, 160509 identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica Gruppo n° 2 (cisterna A8) – Acque contenenti inchiostri e provenienti dall’industria grafica e di tintura

040217 tinture e pigmenti, diversi da quelli di cui alla voce 040216

080307 fanghi acquosi contenenti inchiostro

080308 rifiuti liquidi acquosi contenenti inchiostro

080313 scarti di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 080312

080315 fanghi di inchiostro, diversi da quelli di cui alla voce 080314

080318 toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce 080317*

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090199 rifiuti non specificati altrimenti

160304 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303

160306 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 160305

160509 sostanze chimiche di scarto diverse da quelle di cui alle voci 160506, 160507 e 160508

161002 soluzioni acquose d scarto, diverse da quelle di cui alla voce 161001*

200128 vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 200127

Trattasi di miscele di acque contaminate da medesimi inquinanti e destinate ad uguale trattamento di depurazione chimico-fisica.

Per il CER 080315 si intendono acque di lavaggio da processi di cartotecnica.

Per il CER 080318 si intendono i residui di toner liquido a matrice acquosa.

Per il CER 090199 si intendono acque di lavaggio da processi fotografici su matrici corruttibili (timbri).

I codici CER 160304, 160306, identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

Per il CER 161002 si intendono acque rinvenute nella bonifica di stabilimenti o acque di lavaggio, raffreddamento e di dilavamento nei casi in cui non sia possibile l’attribuzione di CER più specifici.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica.

Gruppo n° 3 (cisterna A9) – Acque contenenti resine, adesivi ed altre sostanze organiche, reflue da produzione ed utilizzo delle medesime

070299 rifiuti non specificati altrimenti

080410 adesivi e sigillanti di scarto, diversi da quelli di cui alla voce 080409

080414 fanghi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 080413

080416 rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 080415

160304 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303

160306 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 160305

160509 sostanze chimiche di scarto diverse da quelle di cui alle voci 160506, 160507 e 160508

161002 soluzioni acquose di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 161001

161004 concentrati acquosi, diversi da quelli di cui alla voce 161003

Trattasi di miscele di acque contaminate da medesimi inquinanti e destinate ad uguale trattamento di depurazione chimico-fisica.

Per il CER 070299 si intendono acque di lavaggio da utilizzo di resine e plastiche.

I codici CER 160304, 160306, identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

Per i CER 160509 si intendono acque di lavaggio da utilizzo di sostanze chimiche di laboratorio.

Per il CER 161002 si intendono acque rinvenute nella bonifica di stabilimenti o acque di lavaggio, raffreddamento e di dilavamento nei casi in cui non sia possibile l’attribuzione di CER più specifici.

Gruppo n° 4 (cisterna A10) – Acque non putrescibili ma ad alto tenore organico e/o contenenti tensioattivi, originate da industria grafica ed estrattiva

010507 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti barite, diversi da quelli di cui alle voci 010505 e 010506

010508 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti cloruri, diversi da quelli di cui alle voci 010505 e 010506

010599 rifiuti non specificati altrimenti

050113 fanghi residui dell'acqua di alimentazione delle caldaie

050799 rifiuti non specificati altrimenti

060299 rifiuti non specificati altrimenti

060314 sali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci 060311 e 060313

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080308 rifiuti liquidi acquosi contenenti inchiostro

120115 fanghi di lavorazione, diversi da quelli di cui alla voce 120114

160304 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303

160306 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 160305

160509 sostanze chimiche di scarto diverse da quelle di cui alle voci 160506, 160507 e 160508

161002 soluzioni acquose di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 161001

190809 miscele di oli e grassi prodotte dalla separazione olio/acqua, contenenti esclusivamente oli e grassi commestibili

Trattasi di miscele di acque contaminate da medesimi inquinanti e destinate ad uguale trattamento di depurazione chimico-fisica.

Per il CER 010599 si intendono acque di lavaggio da perforazione.

Per il CER 050799 si intendono acque di lavaggio da centrali.

Per il CER 060299 si intendono acque di lavaggio debolmente alcaline.

Per il CER 060314 si intendono acque di lavaggio saline.

Per il CER 120115 si intendono acque di burattatura ed altri lavaggi.

I codici CER 160304, 160306, identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

Per il CER 161002 si intendono acque rinvenute nella bonifica di stabilimenti o acque di lavaggio, raffreddamento e di dilavamento nei casi in cui non sia possibile l’attribuzione di CER più specifici.

Rifiuti liquidi speciali pericolosi: Gruppo n° 1 (cisterna A1) – Soluzioni ed emulsioni acquose contenenti oli

010505* Fanghi e rifiuti di perforazione contenenti olio

010506* Fanghi di perforazione e altri rifiuti di perforazione contenenti sostanze pericolose

120108* emulsioni esauste per macchinari contenenti alogeni

120109* emulsioni e soluzioni per macchinari, non contenenti alogeni

130105* emulsioni non clorurate

130507* acque oleose prodotte dalla separazione olio/acqua

130802* altre emulsioni

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

161003* concentrati acquosi, contenenti sostanze pericolose

191307* rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, contenenti sostanze pericolose

191103* rifiuti liquidi acquosi

Questa miscela è finalizzata al recupero di olio nel trattamento in impianti chimico-fisici.

Nel rifiuto identificato dal codice CER 120108* la concentrazione degli alogeni non sarà superiore all’1%.

I codici CER 160303* e 160305* identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica.

Il CER 161003* indica concentrati con elevato tenore di oli.

Il CER 191307* identifica acque contaminate e/o contenenti oli provenienti da operazioni di bonifica di terreni contaminati da oli/idrocarburi.

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Gruppo n° 2 (cisterna A2) – Oli, grassi ed altri idrocarburi contaminati da acque di lavorazione

050103* morchie depositate sul fondo dei serbatoi

050105* perdite di olio

070214* rifiuti prodotti da additivi, contenenti sostanze pericolose

080319* oli dispersi

120107* oli minerali per macchinari, non contenenti alogeni (eccetto emulsioni e soluzioni)

120110* oli sintetici per macchinari

120119* oli per macchinari, facilmente biodegradabili

130110* oli minerali per circuiti idraulici, non clorurati

130111* oli sintetici per circuiti idraulici

130112* oli per circuiti idraulici facilmente biodegradabili

130113* altri oli per circuiti idraulici

130205* scarti di olio minerale per motori, ingranaggi e lubrificazione, non clorurati

130206* scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrificazione

130207* olio per motori, ingranaggi e lubrificazione, facilmente biodegradabile

130208* altri oli per motori, ingranaggi e lubrificazione

130307* oli minerali isolanti e termoconduttori non clorurati

130308* oli sintetici isolanti e termoconduttori

130309* oli isolanti e termoconduttori, facilmente biodegradabili

130310* altri oli isolanti e termoconduttori

130701* olio combustibile e carburante diesel

130702* petrolio

130703* altri carburanti (comprese le miscele)

130899* rifiuti non specificati altrimenti

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

160708* rifiuti contenenti olio

190810* miscele di oli e grassi prodotte dalla separazione olio/acqua diverse da quelle di cui alla voce 190809

Questa miscela è destinata al recupero dell’olio sia come prodotto che come combustibile per cementifici.

Il CER 070214* corrisponde ad un rifiuto liquido oleoso.

I codici CER 160303* e 160305* identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica.

Gruppo n° 3 (cisterna A5) – Acque fotografiche reflue, neutre o alcaline

060203* idrossido di ammonio

090101* soluzioni di sviluppo e attivanti a base acquosa

090102* soluzioni di sviluppo per lastre offset a base acquosa

090104* soluzioni fissative

090105* soluzioni di lavaggio e soluzioni di arresto fissaggio

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

200117*

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Questa miscela è effettuata tra materiali ad alto tenore di ammoniaca destinati a specifico trattamento di innocuizzazione.

I codici CER 160303* e 160305* identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica. Gruppo n° 4 (cisterna A3) – Acque contenenti vernici, inchiostri e coloranti provenienti dalla produzione ed uso di pigmenti e vernici

070104* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070301* soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri

070304* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070308* altri fondi e residui di reazione

080111* pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080119* sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080312* scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

200127* vernici, inchiostri, adesivi e resine contenenti sostanze pericolose

Questa miscela determina un unico refluo idoneo alla depurazione chimico-fisica o al recupero energetico o di solvente, a seconda del tenore di sostanze organiche/solventi.

I codici CER 160303* e 160305* identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica.

Gruppo n° 5 (cisterna A6) – Soluzioni alcaline provenienti da operazioni di grassaggio e pulizia nell’industria meccanica, metalmeccanica e di carpenteria

110107* basi di decapaggio

110111* soluzioni acquose di lavaggio contenenti sostanze pericolose

110113* rifiuti di sgrassaggio contenenti sostanze pericolose

110198* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose

120301* soluzioni acquose di lavaggio

120302* rifiuti prodotti da processi di sgrassatura a vapore

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

Questa miscela determina un unico refluo idoneo alla depurazione chimico-fisica.

I codici CER 160303* e 160305* identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica.

Gruppo n° 6 (cisterna A4) – Acque di lavaggio contenenti tracce di solventi ed altri reflui contenenti alcoli provenienti da industrie chimiche, laboratori di analisi ed officine meccaniche

050103* morchie depositate sul fondo dei serbatoi

070104* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070204* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

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070210* altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti

070304* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070404* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070504* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070604* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

070608* altri fondi e residui di reazione

070704* altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri

080117* fanghi prodotti dalla rimozione di pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080119* sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

080317* toner per stampa esauriti, contenenti sostanze pericolose

080415* rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

110113* rifiuti di sgrassaggio contenenti sostanze pericolose

110202* rifiuti della lavorazione idrometallurgica dello zinco (compresi jarosite, goethite)

140603* altri solventi e miscele di solventi

160113* liquidi per freni

160114* liquidi antigelo contenenti sostanze pericolose

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

160709* rifiuti contenenti altre sostanze pericolose

161001* soluzioni acquose di scarto, contenenti sostanze pericolose

180106* sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose

180205* sostanze chimiche pericolose o contenenti sostanze pericolose

190106* rifiuti liquidi acquosi prodotti dal trattamento dei fumi ed altri rifiuti liquidi acquosi

191307* rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, contenenti sostanze pericolose

200113* solventi

200129* detergenti contenenti sostanze pericolose

Questa miscela viene effettuata per produrre una soluzione acquosa idonea all’incenerimento o ad altro trattamento

Il CER 140603* è una miscela acquosa contenente solventi organici non alogenati.

Il CER160113* è un rifiuto estratto con l’ausilio di solvente, per la bonifica delle tubazioni.

Il CER 160114* è conferito in miscela con benzina a causa della rottura dei motori o con solventi di pulizia.

I codici CER 160303* e 160305* identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

IL CER 161001* è acqua contenente solventi non depurabili presso gli impianti di produzione.

Il CER 190106* è una soluzione acquosa contenente sostanze organiche, quali glicoli.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica. Gruppo n° 7 (cisterna A11) – Acidi vari

060101* acido solforico ed acido solforoso

060102* acido cloridrico

060104* acido fosforico e fosforoso

060105* acido nitrico e acido nitroso

060106* altri acidi

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060405* rifiuti contenenti altri metalli pesanti

060704* soluzioni ed acidi, ad es. acido di contatto

080316* residui di soluzioni chimiche per incisione

110105* acidi di decapaggio

110106* acidi non specificati altrimenti

110109* fanghi e residui di filtrazione, contenenti sostanze pericolose

110111* soluzioni acquose di lavaggio, contenenti sostanze pericolose

110115* eluati e fanghi di sistemi a membrana e sistemi a scambio ionico, contenenti sostanze pericolose

110198* altri rifiuti contenenti sostanze pericolose

160303* rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose

160305* rifiuti organici, contenenti sostanze pericolose

160606* elettroliti di batterie ed accumulatori, oggetto di raccolta differenziata

160902* cromati, ad esempio cromato di potassio, dicromato di potassio o di sodio

Questa miscela è destinata allo smaltimento in impianti di neutralizzazione e depurazione.

I codici CER 160303* e 160305* identificano sostanze che anche a seguito di operazioni di cernita/selezione dei rifiuti presentano caratteristiche merceologiche e chimiche/fisiche compatibili tra loro e con quelle degli altri rifiuti del Gruppo.

Il CER 160606* è costituito da elettroliti acidi da batterie al Pb.

I rifiuti a matrice organica dovranno essere tenuti separati da quelli a matrice inorganica.

35. in seguito alle operazioni di cernita e selezione dei rifiuti, gli eventuali contenitori di risulta (fusti vuoti, imballaggi vari, pedane in legno, film plastici, ecc.) possono essere conferiti al recupero, come rifiuti prodotti in proprio dall’attività di stoccaggio stessa;

Operazione di ricondizionamento preliminare D14 (Allegato B alla Parte Quarta del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i.) e operazione di scambio di rifiuti R12 (Allegato C alla Parte Quarta del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i.)

36. Settore IV - attività di raggruppamento e ricondizionamento rifiuti

Sui raggruppamenti dei rifiuti, previsti per il settore IV, elencati ai punti 32. (rifiuti solidi e fangosi pericolosi e non pericolosi) e 33. (rifiuti polverulenti pericolosi e non pericolosi) si può operare un ricondizionamento degli stessi, mediante aggiunta di prodotti stabilizzanti come calce, allumina, perlite, sepiolite e simili, nonché di inerte di tipo litoide, quale argilla o zeolite, ecc., oppure di rifiuti con medesime caratteristiche, elencati di seguito:

030104* segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci contenenti sostanze pericolose

060201* idrossido di calcio

060204* idrossido di sodio e di potassio

030105 segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 030104

080201 polveri di scarto di rivestimenti

100305 rifiuti di allumina

160304 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla voce 160303

160306 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce 160305

160509 sostanze chimiche di scarto diverse da quelle di cui alle voci 160506, 160507 e 160508

170101 cemento

170107 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106

170504 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 170503

170904 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e 170903

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191209 minerali (ad esempio sabbia, rocce)

200202 terra e roccia Procedure da rispettare nelle operazioni di raggruppamento preliminare e ricondizionamento preliminare

37. I raggruppamenti dei rifiuti indicati nei precedenti punti avvengano solo dopo aver accertato la loro compatibilità. Sia, inoltre, acquisita l'accettazione dall'impianto di destinazione finale del rifiuto, indicante la compatibilità del raggruppamento effettuato con lo stesso impianto. Detta accettazione verrà richiesta una sola volta per ogni raggruppamento effettuato ed utilizzata per i successivi conferimenti presso lo stesso impianto, se il raggruppamento non è variato;

38. i codici dei rifiuti facenti parte dello stesso raggruppamento e/o miscelazione effettuato dovranno essere definiti dagli stessi CER e dalle stesse quantità corrispondenti identificative delle tipologie di rifiuto di origine, ovvero, in alternativa, potrà essere utilizzato un unico CER che dovrà esprimere con la maggiore accuratezza possibile il rifiuto (es. criterio del CER prevalente presente nel raggruppamento, dal punto di vista quantitativo e/o qualitativo per la rilevanza del prodotto che maggiormente condiziona lo smaltimento).

39. Fatto salvo quanto previsto dal SISTRI e fermo restando la tenuta dei registri di carico/scarico ai sensi della normativa vigente, le operazioni di raggruppamento dei rifiuti dovranno essere annotate su un apposito registro interno della ditta, da tenere aggiornato entro le 48 ore successive alle operazioni effettuate, in cui siano indicati i singoli carichi di rifiuti in ingresso all’impianto con il relativo CER, la quantità espressa in tonnellate, la sigla identificativa del serbatoio in cui sono stoccati; inoltre, dovranno essere annotate le indicazioni sul raggruppamento finale delle diverse tipologie di rifiuti identificate dai singoli CER, le relative quantità complessive per CER e l’impianto di destinazione.

40. Il codice del rifiuto da attribuire al raggruppamento di rifiuti solidi sottoposto ad operazione di smaltimento D14 (Allegato B alla Parte Quarta del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i.) e di recupero R12 (Allegato C alla Parte Quarta del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i.) dovrà essere definito dai CER 1903 e specificato a seconda che si sia raggiunta una parziale stabilizzazione (un rifiuto è considerato parzialmente stabile se le sue componenti pericolose, che non sono state completamente trasformate in sostanze non pericolose grazie al processo di stabilizzazione, possono essere disperse nell’ambiente nel breve, medio o lungo periodo) o una totale stabilizzazione ed a seconda delle caratteristiche del rifiuto (pericoloso o non pericoloso);

41. le attrezzature utilizzate per le operazioni di ricondizionamento siano sottoposte a periodiche operazioni di pulizia e bonifica e, comunque, ogni volta che vengono utilizzate per rifiuti non compatibili con quelli precedentemente lavorati;

Garanzie finanziarie

42. Il gestore è tenuto a prestare la garanzia finanziaria, secondo le modalità stabilite nella precedente Sezione B.1.

D.2.4 ENERGIA

1. Il Gestore, attraverso gli strumenti gestionali in suo possesso, deve utilizzare in modo ottimale l’energia. D.2.5 SCARICHI E CONSUMI IDRICI

1. Si individuano i seguenti punti, di immissione e scarico, con origine dallo stabilimento: � S1 avente come ricettore finale la pubblica fognatura, raccoglie:

− le acque reflue domestiche; − le acque meteoriche di seconda pioggia da dilavamento dei piazzali, sfiorate dalla cisterna di

accumulo; � S2, trattasi di scarico industriale in uscita dal sistema di trattamento chimico-fisico avente come

ricettore finale la pubblica fognatura, raccoglie: − le acque di prima pioggia, originate dal dilavamento dei piazzali; − le acque reflue industriali provenienti dall’impianto di lavaggio degli automezzi interni e

accessori;

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� S3 avente come ricettore finale il torrente Savena, raccoglie: − le acque meteoriche di dilavamento piazzale, provenienti dalla zona destinata al parcheggio,

previo trattamento in una vasca di sedimentazione; − le acque meteoriche di dilavamento dei coperti, non contaminate;

2. Il Gestore dell’impianto è tenuto al rispetto delle norme regolamentari stabilite dal soggetto Gestore del Servizio Idrico Integrato, per gli scarichi S1 e S2, e al rispetto di quanto stabilito dal soggetto gestore del corpo idrico ricettore per lo scarico S3.

3. Per lo scarico industriale S2, in uscita dal sistema di depurazione e recapitante in pubblica fognatura, in corrispondenza del punto di campionamento PPI2, devono essere rispettati i limiti di accettabilità previsti all’Allegato 3, Tabella 3, del Regolamento del Servizio Idrico Integrato;

4. i pozzetti di ispezione e prelievo dovranno essere conformi allo schema tipo di cui all’Allegato 2, Annesso 1, Foglio 14 al Regolamento del Servizio Idrico Integrato, tali cioè da consentire il prelievo delle acque per caduta, opportunamente indicati con segnaletica visibile e garantire, in qualsiasi momento, le condizioni di accesso ed apertura da parte del personale addetto al controllo.

5. La griglia che convoglia, all’interno della cisterna interrata, le acque di dilavamento e gli eventuali percolati provenienti dall’area dedicata al settore IV, non può essere collegata in alcun modo al sistema di raccolta delle acque reflue meteoriche inviate al sistema di separazione delle acque di prima pioggia.

6. La cisterna interrata da 15 m3, che verrà installata per la raccolta delle acque meteoriche dalle tettoie, dovrà essere dotata di un presidio gestionale da utilizzare in caso di riempimento della stessa dovuto ad eventi piovosi abbondanti e prolungati, al fine di evitare il blocco del sistema di captazione e raccolta delle acque di dilavamento dei tetti, e con recapito del troppo pieno in corpo idrico superficiale.

D.2.6 EMISSIONI IN ATMOSFERA

1. Il quadro complessivo delle caratteristiche delle emissioni e i relativi valori limite delle sostanze inquinanti in emissione sono riportati nella tabella sottostante:

Punto di

emissione

Fase di

provenienza

Altezza minima (m)

Durata massima (h/giorno)

Parametri Unità di misura

Limiti autorizzativi

Impianto di abbattimento

Portata Nm3/h 2.000

E1

Settore I - Aspirazione

box containers solventi

4.5 6

Composti Organici Volatili (espressi come

Carbonio Organico Totale)

mg/Nm3 50

nessuno

Portata Nm3/h 9.000 Composti Organici Volatili (espressi come

Carbonio Organico Totale)

mg/Nm3 15 E7

Settore IV - Trituratore

4.5 8

Polveri Totali mg/Nm3 20

Filtro a carboni attivi e filtro a

maniche

E8 Settore V -Linea sfiati cisterne Nessun limite Filtro a carboni

attivi

E9 Settore III – operazioni di travaso Nessun limite Filtro a carboni

attivi

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2. I limiti di emissione autorizzati al precedente punto 1. si intendono rispettati qualora, per ogni sostanza inquinante, sia rispettato il valore di flusso di massa, determinato dal prodotto della portata per la concentrazione, fermo restando l’obbligo del rispetto dei valori massimi per il solo parametro di concentrazione;

3. i valori limite di emissione espressi in concentrazione sono stabiliti con riferimento al funzionamento dell’impianto nelle condizioni di esercizio più gravose e si intendono stabiliti come media oraria;

4. i valori di durata massima si intendono riferiti alle condizioni di regime degli impianti, escluso il tempo relativo alle fasi di avvio e di arresto.

5. Si riporta il seguente punto di emissione, comunque presente in stabilimento, non soggetto ad autorizzazione in quanto rientrante nell’art. 272, comma 1, parte V del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i., non superando il valore di potenzialità termica nominale previsto per gli impianti termici ad uso tecnologico e/o civile e pari a 3 MW.

Emissione Macchina

E6 Caldaia riscaldamento uffici

6. Si riportano i seguenti punti di emissione, comunque presenti in stabilimento, per i quali non si fissano limiti di sostanze inquinanti in emissione:

Emissione Macchina

E4 Laboratorio - aspirazione spettrofotometri

E5 Laboratorio - aspirazione preparazione campioni

E10 Ricambio aria – Settore III

E11 Ricambio aria – Settore III

E12 Ricambio aria – Settore II

E13 Laboratorio – aspirazione prove di essicazione

7. Relativamente alle emissioni in atmosfera E4 (Aspirazione spettrofotometri), E5 (Aspirazione preparazione campioni), il gestore dovrà dotarsi di registro su cui annotare i consumi di sostanze cancerogene, teratogene e mutagene.

8. L’altezza delle bocche dei camini dovrà risultare superiore di almeno un metro rispetto al colmo dei tetti, ai parapetti e a qualunque altro ostacolo o struttura distante meno di 10 metri e inoltre a quota non inferiore a quella del filo superiore dell’apertura più alta dei locali abitati, situati a distanza compresa tra 10 e 50 metri o comunque attenersi al vigente Regolamento Edilizio Comunale. I camini dovranno possedere una sezione diretta di sbocco in atmosfera priva di ogni ostacolo che possa impedire l’innalzamento del pennacchio e la sua diffusione in ogni direzione.

9. I punti di emissione E1 ed E6 dovranno avere l’identificazione, con scritta a vernice indelebile, del numero dell’emissione e del diametro del camino, sul relativo manufatto; per i restanti punti di emissione, dovrà essere indicato solo il numero dell’emissione.

10. In caso d’interruzione temporanea, parziale o totale dell'attività con conseguente disattivazione delle emissioni sopraccitate, la Ditta é tenuta a darne preventiva comunicazione alla Provincia e all'ARPA - Distretto Urbano; dalla data della comunicazione si interrompe l'obbligo per la stessa Ditta di rispettare i limiti e le prescrizioni sopra richiamate, relativamente alle emissioni disattivate;

11. Nel caso in cui la disattivazione dell’emissione perduri per un periodo continuativo superiore a 2 (due) anni dalla data della comunicazione, l’autorizzazione decade. Qualora intervenga la necessità di riattivarla:

- il Gestore dovrà dare preventiva comunicazione della data di messa in esercizio dell'impianto e delle relative emissioni alla Provincia e all'ARPA - Distretto Urbano;

- dalla stessa data di messa in esercizio, riprende l'obbligo per il Gestore del rispetto dei limiti e delle prescrizioni sopra riportate, relativamente alle emissioni riattivate;

- la stessa Ditta é tenuta ad effettuarne il primo autocontrollo entro 30 (trenta) giorni dalla relativa riattivazione.

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12. Ogni eventuale modifica del ciclo produttivo o dell’assetto impiantistico, dovrà tenere conto di quanto riportato dall’articolo 7.2, comma 2 delle Norme del Piano di Gestione della Qualità dell’Aria della Provincia di Bologna, qualora tali modifiche comportino flussi emissivi delle sostanze inquinanti critiche per l’Agglomerato;

13. I sistemi di accesso degli operatori ai punti di prelievo e misura devono garantire il rispetto delle norme previste in materia di sicurezza ed igiene del lavoro; per maggiori dettagli si rimanda alle indicazioni riportate all’allegato D.4.

D.2.7 EMISSIONI SONORE

1. Il Gestore è tenuto a rispettare i seguenti limiti:

Limiti di immissione diurno (dBA) Limite differenziale diurno (dBA)

70 (classe V) 65 (classe IV) 60 (classe III)

5 (per il ricettore R posto in classe III)

2. Il Gestore deve provvedere ad effettuare una nuova valutazione di impatto acustico qualora le

modifiche dell’impianto lo richiedano. D.2.8 GESTIONE DEL FINE VITA DELL’IMPIANTO

1. Qualora il Gestore decida di cessare l’attività, deve preventivamente effettuare le comunicazioni previste dalla presente AIA al punto 5. del Paragrafo D.1.2, fornendo altresì un crono-programma di dismissione approfondito e relazionando sugli interventi previsti.

2. All’atto della cessazione dell’attività, il sito su cui insiste l’impianto deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale. A tal fine, al momento della dismissione degli impianti, dovrà essere presentato alle autorità competenti un piano d’indagine preliminare finalizzato ad accertare l’eventuale situazione di inquinamento delle matrici ambientali (suolo, sottosuolo ed acque sotterranee) causata dalla attività produttiva ivi esercitata.

3. In ogni caso il Gestore dovrà provvedere alle seguenti operazioni:

- rimozione ed eliminazione di tutti i rifiuti in stoccaggio;

- rimozione ed eliminazione dei residui di prodotti ausiliari da macchine e impianti, quali oli, grassi, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche, materiali filtranti e isolanti, prediligendo l’invio alle operazioni di riciclaggio, riutilizzo e recupero rispetto a smaltimento;

- demolizione e rimozione delle macchine e degli impianti con invio all’esterno, prediligendo l’invio alle operazioni di riciclaggio, riutilizzo e recupero rispetto allo smaltimento;

- presentazione alla Provincia di Bologna, ad Arpa ed al Comune territorialmente competenti di una relazione tecnica che illustri e documenti lo stato di conservazione dell'impianto nel suo complesso e delle relative dotazioni fisse non rimosse, e la presenza o assenza di potenziali fonti di inquinamento del suolo/sottosuolo e delle acque sotterranee (tubazioni interrate, serbatoi interrate, vasche di processo, ecc...); sulla base di dette verifiche, il gestore valuterà se presentare o meno alla Provincia di Bologna, all'Arpa ed al Comune territorialmente competenti un piano di indagine ambientale preliminare finalizzato a verificare la presenza o meno di inquinamento del suolo/sottosuolo e delle acque sotterranee.

- al termine delle indagini e/o campionamenti, il Gestore è tenuto ad inviare alla Provincia di Bologna, ad Arpa ed al Comune territorialmente competenti, una relazione conclusiva delle operazioni effettuate corredata dagli esiti, che dovrà essere oggetto di valutazione di Arpa al fine di attestare l'effettivo stato del sito;

- qualora la caratterizzazione rilevasse fenomeni di contaminazione a carico delle matrici ambientali, dovrà essere avviata la procedura prevista dalla normativa vigente per i siti contaminati e il sito dovrà essere ripristinato ai sensi della medesima normativa.

Sino ad allora, la presente Autorizzazione Integrata Ambientale deve essere rinnovata e mantenuta valida.

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D.3 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL’IMPIANTO D.3.1 PRINCIPI E CRITERI DEL MONITORAGGIO

1. Il Gestore deve attuare il Piano di Monitoraggio e Controllo quale parte fondamentale della presente autorizzazione, rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare.

2. La frequenza degli autocontrolli, i campionamenti e le analisi, così come prescritti nel Piano, potranno essere emendati solo con autorizzazione espressa dalla Provincia di Bologna, su motivata richiesta della ditta o su proposta di Arpa. In caso di modifiche al piano di monitoraggio, il Gestore è tenuto ad attenersi ad esse a far data dalla comunicazione o presa d’atto da parte della Provincia di Bologna.

3. I metodi ritenuti idonei alla determinazione delle portate degli effluenti e delle concentrazioni degli inquinanti per i quali sono stabiliti limiti di emissione in atmosfera, sono riportati nell’elenco dell’allegato D.4.

4. La valutazione di conformità andrà applicata nei seguenti casi:

• Scarico S2: i parametri da monitorare sono riportati in Tabella 1 del paragrafo D.3.2; i limiti di riferimento sono quelli riportati nella tabella 3 dell’Allegato 3 del Regolamento del Servizio Idrico Integrato.

• Emissioni convogliate E1 ed E7: i parametri e i limiti da considerare per la valutazione di conformità sono quelli riportati al paragrafo D.2.6.

5. Per la verifica di conformità ai limiti di emissione in atmosfera si dovrà far riferimento a misurazioni o campionamenti della durata pari ad un periodo temporale di un’ora di funzionamento dell’impianto produttivo nelle condizioni di esercizio più gravose. Nel caso di misurazioni discontinue, eseguite con metodi automatici che utilizzano strumentazioni a lettura diretta, la concentrazione dovrà essere calcolata come media di almeno tre letture consecutive e riferita, anche in questo caso, ad un’ora di funzionamento dell’impianto produttivo nelle condizioni di esercizio più gravose.

6. Ai fini del rispetto dei valori limite autorizzati, i risultati analitici dei controlli/autocontrolli eseguiti devono riportare indicazione del metodo utilizzato e dell’incertezza della misurazione al 95% di probabilità, così come descritta e documentata nel metodo stesso. Qualora nel metodo utilizzato non sia esplicitamente documentata l’entità dell’incertezza di misura, essa può essere valutata sperimentalmente in prossimità del valore limite di emissione e non deve essere generalmente superiore al valore indicato nelle norme tecniche (Manuale Unichim n.158/1988 "Strategie di campionamento e criteri di valutazione delle emissioni” e Rapporto ISTISAN 91/41 “Criteri generali per il controllo delle emissioni”) che indicano, per metodi di campionamento e analisi di tipo manuale, un’incertezza pari al 30% del risultato e per metodi automatici un’incertezza pari al 10% del risultato. Sono fatte salve valutazioni su metodi di campionamento ed analisi caratterizzati da incertezze di entità maggiore preventivamente esposte/discusse con l’autorità di controllo. Qualora l’incertezza non venisse indicata, si prenderà in considerazione il valore assoluto della misura.

7. Il risultato di un controllo è da considerare superiore al valore limite autorizzato quando l’estremo inferiore dell’intervallo di confidenza della misura (cioè l’intervallo corrispondente a “Risultato della Misurazione ± Incertezza di Misura”) risulta superiore al valore limite autorizzato.

8. Si verifica un superamento dei valori limite di emissione, ai fini del reato di cui all'articolo 29-quattuordecies, comma 2 del D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i., soltanto se i controlli effettuati dall'autorità competente o dagli organi di controllo delegati accertano una difformità tra i valori misurati e i valori limite prescritti. Le difformità accertate nei controlli di competenza del Gestore devono essere da costui specificamente comunicate all'autorità competente Provincia di Bologna e all’Arpa - Distretto Urbano per l’eventuale controllo secondo le indicazioni fornite per la specifica matrice ambientale, come riportato al paragrafo D.1.2.

9. ARPA è incaricata: - di effettuare le verifiche e i controlli previsti nel Piano di Controllo e ad essa assegnati; - di verificare il rispetto di quanto ulteriormente indicato nella presente AIA, con particolare riguardo

alle prescrizioni;

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- di verificare il rispetto di quanto stabilito dalle altre norme di tutela ambientale per quanto non già regolato dal D.Lgs. n° 152/2006 e s.m.i., dalla L.R. n° 21/04 e dal presente atto.

10. ARPA effettuerà i controlli programmati dell’impianto rispettando la periodicità stabilita dal presente Piano di Controllo.

ARPA può effettuare il controllo programmato in contemporanea agli autocontrolli del Gestore. A tal fine, solo quando appositamente richiesto, il Gestore deve comunicare a mezzo fax al Distretto Urbano di ARPA con sufficiente anticipo, le date previste per gli autocontrolli (campionamenti). D.3.2 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI SCARICHI IDRICI

Scarichi idrici

I parametri analitici da ricercare negli scarichi sono indicati in tabella 1. Tabella 1 – Scarichi idrici

Punto di campionamento

Parametri Unità di misura

Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

pH Unità di pH

Solidi Sospesi Totali mg/L

COD (come O2) mg/L

Cromo totale mg/L

CrVI mg/L

Nichel mg/L

Piombo mg/L

Zinco mg/l

Alluminio mg/L

Solfati (come SO4) mg/L

Fosforo totale mg/L

Cloruri mg/L

Idrocarburi totali mg/L

Tensioattivi totali mg/L

Fenoli mg/L Solventi organici

clorurati mg/L

Solventi organici aromatici

mg/L

Pesticidi fosforati mg/L

S2 - Scarico

industriale (Pozzetto di

campionamento P.P.I.2)

Pesticidi totali (esclusi i fosforati)

mg/L

Semestrale

Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale

Conservazione dei certificati di analisi

Idrocarburi totali (parametro conoscitivo)

mg/L

Cromo totale (parametro conoscitivo)

mg/L

CrVI (parametro conoscitivo)

mg/L

Nichel (parametro conoscitivo)

mg/L

Piombo (parametro conoscitivo)

mg/L

Zinco (parametro conoscitivo)

mg/L

S3 – scarico di acque

meteoriche (Pozzetto di

campionamento P.P.I.3)

Alluminio (parametro conoscitivo)

mg/L

Semestrale Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale

Conservazione dei certificati di analisi

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Solventi organici clorurati

(parametro conoscitivo) mg/L

Idrocarburi totali (parametro conoscitivo)

mg/L

Cromo totale (parametro conoscitivo)

mg/L

CrVI (parametro conoscitivo)

mg/L

Nichel (parametro conoscitivo)

mg/L

Piombo (parametro conoscitivo)

mg/L

Zinco (parametro conoscitivo)

mg/L

Alluminio (parametro conoscitivo)

mg/L

Sfioro seconda pioggia

(solo durante eventi meteorici) (Pozzetto di

campionamento P.P.I.4)

Solventi organici clorurati

(parametro conoscitivo) mg/L

Semestrale

Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale

Conservazione dei certificati di analisi

Tabella 2 - Rilevazione portata

Tipologia Flusso (m3)

Frequenza di misura

Metodo di misura

Modalità di registrazione

Scarico S2 annuale Lettura diretta del

contatore

Registrazione bimestrale su supporto informatico da

trasmettere nel report annuale Sistemi di trattamento Tabella 3 – Sistemi di trattamento

Impianto Tipo di intervento Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

Impianto di depurazione

• Controlli e verifiche di carattere idraulico

• Controllo della funzionalità delle apparecchiature meccaniche (controllo pHmetri, elettrodi e pompe dosatrici)

• Controllo funzionalità delle apparecchiature elettriche ed elettroniche

• Controlli visivi

semestrale

Registrazione semestrale su

registro di gestione interno o

documentazione comprovante

l’avvenuto controllo

Impianto di gestione acque meteoriche (vasca di accumulo, disoleatore, vasca di sedimentazione, ecc.)

• Pulizia semestrale

Registrazione semestrale su

registro di gestione interno o

documentazione comprovante

l’avvenuto controllo

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Il Gestore deve dimostrare l’efficiente funzionamento del sistema di depurazione, tramite analisi annuali a monte (nella cisterna di accumulo prima dell’ingresso al depuratore) e a valle del trattamento.

Tabella 4 – Parametri depurazione

Parametro Unità di misura

Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

COD mg/L Solidi Sospesi Totali mg/L Tensioattivi Totali mg/L Idrocarburi Totali mg/L Fosforo Totale mg/L

Cromo esavalente mg/L Cromo totale mg/L

Nichel mg/L Zinco mg/L

annuale

Su supporto informatico da

trasmettere nel report annuale

D.3.3 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEL SUOLO E SOTTOSUOLO

Il controllo delle acque di falda sarà realizzato sui quattro piezometri denominati P1, P2, P3 e P4. Tabella 5 – Acque sotterranee

Piezometro Parametri Unità

di misura Frequenza Controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

pH Unità di pH

Conducibilità elettrica

S/m

Idrocarburi totali µg/L

Organoalogenati µg/L

Arsenico µg/L

Cromo totale µg/L

Cromo esavalente µg/L

P1, P2, P3 e P4

Piombo µg/L

annuale Su supporto informatico da

trasmettere nel report annuale

Tabella 6 – controllo suolo e sottosuolo

Parametro Modalità di intervento Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

Verifica di integrità di tutte le vasche ed i serbatoi

interrati(1)

Prove di tenuta o Verifica integrità

Vedi tabella 7 Registrazione su registro di

gestione interno

Verifica di tenuta delle tubazioni interrate della rete

fognaria Controllo di videoispezione

prima della domanda di rinnovo

Relazione tecnica a firma della ditta specializzata che ha eseguito la

videoispezione in cui sia specificato quali sono i tratti fognari indagati

Aree di stoccaggio materie prime allo stato liquido

Controllo visivo area di stoccaggio e della tenuta dei contenitori e del bacino di contenimento, se presenti

Trimestrale

Registro di gestione interno

Aree di stoccaggio rifiuti allo stato liquido in contenitori stagni ed in cisterne con bacino di contenimento

Controllo visivo della tenuta dei contenitori dei rifiuti e del

bacino di contenimento Mensile

Registrazione su registro di gestione interno

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Aree di stoccaggio esterne (per rifiuti allo stato solido)

Controllo visivo Mensile Registrazione su registro di

gestione interno

Cisterne di stoccaggio dei rifiuti liquidi

Verifica del funzionamento dei sensori di livello dei serbatoi

Mensile Registrazione su registro di

gestione interno

(1) al momento di rilascio del rinnovo di AIA, risultano essere presenti i seguenti manufatti interrati: � vasca da 50 m3 – accumulo acque di dilavamento piazzale (data di installazione: 27.09.2000; ultima verifica di

tenuta: 21.11.2011) � vasca da 10 m3 – raccolta reflui lavaggio laboratorio (data di installazione: 21.02.1992; ultima verifica di tenuta:

18.11.2011) � vasca da 9 m3 – accumulo dilavamento e percolato da area di triturazione (data di installazione: 25.03.2010;

ultima verifica di tenuta: 08.11.2011) � vasca da 10 m3 – accumulo acque depuratore (data di installazione: 29.09.2000; ultima verifica di tenuta con

prova manuale: gennaio 2012)

Tabella 7 - frequenza di controllo integrità vasche e serbatoi interrati

Età vasca (anni) Operazioni

<25 Prove di tenuta o Verifica di integrità ogni 5 anni

25 ÷ 30 Prove di tenuta o Verifica di integrità ogni 2 anni

30 ÷ 40 Risanamento al 30° anno

con la prima prova dopo 5 anni e la successiva dopo 3

>40 Eventuale dismissione

D.3.4 MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA

Emissioni Convogliate Il monitoraggio delle emissioni convogliate dovrà riguardare i parametri elencati nella tabella seguente. Tabella 8 – Emissioni in atmosfera

Punto di Emissione

Fase di provenienza

Parametro Unità di misura

Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

Portata Nm3/h

E1

Settore I - Aspirazione

box containers solventi

Composti Organici Volatili (espressi come Carbonio

Organico Totale) mg/Nm3

annuale

Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale.

conservazione dei certificati di

analisi

Portata Nm3/h

Composti Organici Volatili (espressi come Carbonio

Organico Totale) mg/Nm3

E7 Settore IV – Trituratore

Polveri Totali mg/Nm3

annuale

Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale.

conservazione dei certificati di

analisi

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Sistema di trattamento delle emissioni

Il Gestore è chiamato a garantire l’efficiente funzionamento degli impianti di trattamento delle emissioni. Tabella 9 – Sistemi di trattamento delle emissioni convogliate

Punto di emissione

Sistema di abbattimento

Parametri di controllo del processo di abbattimento

Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione dei controlli effettuati

Verifica del peso del carbone attivo

Semestrale registro di gestione interno

E7, E8, E9 Filtri a carboni attivi Sostituzione dei filtri a

carboni attivi

Ogni qual volta l’aumento in peso risulterà superiore al 10% rispetto al peso

iniziale

Nel report annuale riportare le avvenute

sostituzioni

E7 Filtri a tessuto Pressione differenziale

(da lettura del pressostato)

Ad ogni utilizzo Registrazione mensile su registro di gestione interno

Monitoraggio delle fibre di amianto aerodisperse Tabella 10 – Fibre di amianto

Punto di misura

Localizzazione Parametro Metodo di misura

Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

1

2

Perimetro aziendale

Fibre di amianto disperse

Tecnologia SEM

(Allegato2, 1B), DM 6.9.94)

annuale

Su supporto informatico da trasmettere nel report

annuale.

conservazione dei certificati di analisi

I punti di misura 1 e 2 saranno stabiliti dalla ditta e dovranno corrispondere a punti significativi ai fini del monitoraggio delle fibre di amianto. Emissioni eccezionali

In caso di emissioni eccezionali (non prevedibili), il Gestore dovrà effettuare il reporting immediato secondo le modalità indicate al paragrafo D.2.2 e darne indicazione nel report annuale, utilizzando eventualmente la tabella sotto riportata. Tabella 11– Emissioni eccezionali

Descrizione Fase di lavorazione Azione di contenimento

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D.3.5 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI RIFIUTI

Rifiuti in entrata

Il gestore è chiamato a distinguere i quantitativi di rifiuti in entrata, tra pericolosi e non pericolosi, fornendo indicazioni anche sulla provenienza di tali rifiuti, secondo quanto indicato nella sottostante tabella.

Tabella 12 – Rifiuti in entrata

Attività Tipologia Produttore Quantità (kg/anno)

Modalità di registrazione

Provincia di Bologna

ExtraProvincia, ma in Emilia Romagna Pericolosi

Fuori territorio regionale

Provincia di Bologna

ExtraProvincia, ma in Emilia Romagna

Stoccaggio e

(operazioni D13, D15, R12 e R13) ricondizionamento (operazione D14) Non pericolosi

Fuori territorio regionale

Provincia di Bologna

ExtraProvincia, ma in Emilia Romagna Deargentazione

(operazione R4) Pericolosi

Fuori territorio regionale

Su supporto informatico da trasmettere nel report

annuale

Rifiuti in uscita Tabella 13 – Rifiuti in uscita autoprodotti

Codice CER

Descrizione del rifiuto

Stato fisico

Quantità (t/anno) o (m3/anno)

Operazione di smaltimento finale

(D)/recupero finale (R) Modalità di registrazione

Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale. Conservazione di eventuali

referti di analisi di classificazione del rifiuto

Tabella 14 – Rifiuti in uscita in carico da terzi

Attività di provenienza

Tipologia Destinazione Quantità (kg/anno)

Modalità di registrazione

Provincia di Bologna

ExtraProvincia, ma in Emilia Romagna Pericolosi

Fuori territorio regionale

Provincia di Bologna

ExtraProvincia, ma in Emilia Romagna

Stoccaggio

(operazioni D13, D15, R12 e R13) e ricondizionamento (operazione D14) Non pericolosi

Fuori territorio regionale

Provincia di Bologna

ExtraProvincia, ma in Emilia Romagna Deargentazione

(operazione R4) Pericolosi

Fuori territorio regionale

Su supporto informatico da trasmettere nel report

annuale

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Inoltre, specificare per tutti i rifiuti oleosi in uscita (oli chiari, scuri, con PCB, emulsioni oleose ed oli vegetali) i quantitativi inviati a recupero e quelli inviati a smaltimento e motivare i casi in cui sono stati destinati a smaltimento.

Tabella 15 – Destinazione finale rifiuti oleosi

Tipologia Quantità

(t/anno o m3/anno) Destinazione

Modalità di registrazione

smaltimento Oli chiari

recupero

smaltimento Oli scuri

recupero smaltimento

PCB

recupero smaltimento

Emulsioni oleose

recupero smaltimento

Oli vegetali

recupero

Su supporto informatico da

trasmettere nel report annuale

D.3.6 MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLE EMISSIONI SONORE

Il gestore dell’impianto provvederà ad effettuare delle campagne di rilievi acustici, in occasione della presentazione della domanda di rinnovo dell’autorizzazione, fatte salve eventuali modifiche che necessitino di una nuova valutazione.

Al fine di garantire la corretta e completa caratterizzazione delle immissioni sonore, i rilevi dovranno essere eseguiti in corrispondenza dei seguenti punti di misura: Tabella 16 - Rumore

Punto di Misura/ricettore

Localizzazione Parametro Frequenza controllo

del Gestore Modalità

di registrazione Punto A lato EST

Punto D lato NORD

Punto E lato OVEST

Punto G lato SUD

R – ricettore abitativo Via del Sasso n°

11

LAeq

In occasione della nuova domanda di

rinnovo

Foglio delle misure e relazione di

impatto acustico

E’ opportuno che il rispetto dei limiti previsti dalla classificazione acustica del territorio comunale venga verificato tramite misure acustiche di lunga durata. A tal fine, si richiede di effettuare monitoraggi acustici di 16 ore (6:00 – 22:00), volti a verificare il rispetto dei limiti assoluti di immissione in corrispondenza della postazione di misura. La determinazione del valore limite assoluto di immissione potrà essere effettuata anche con l’ausilio di misure puntuali purchè se ne dimostri la significatività, in relazione al tempo di riferimento diurno. Presso il ricettore abitativo R, oltre al valore limite assoluto di immissione, dovrà essere verificato anche il rispetto del valore limite di immissione differenziale. Le misure dovranno essere eseguite nel corso di una giornata tipo, con tutte le sorgenti sonore normalmente in funzione. I risultati delle misure dovranno essere riportati in una relazione redatta da tecnico competente in acustica e comprensiva della descrizione delle modalità di esercizio della ditta durante la campagna di misura.

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D.3.7 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CONSUMI - MATERIE PRIME

Il monitoraggio delle materie prime dovrà fornire le informazioni riportate nella tabella sottostante. Tabella 17 – Materie prime

Denominazione materia prima

Stato fisico

Quantità (t/anno)

Fase/Funzione di utilizzo

Frequenza della registrazione dati

Modalità di registrazione

annuale

Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale

D.3.8 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CONSUMI IDRICI

Il monitoraggio dei consumi idrici dovrà fornire le informazioni riportate nella tabella sottostante. Tabella 18 – Prelievi idrici

Tipologia Utilizzo Flusso

(m3) Metodo di misura

Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

Uso civile e gestione rifiuti Lettura contatore

Uso antincendio Lettura contatore Prelievo da Acquedotto

Totale Calcolo

annuale

Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale

D.3.9 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CONSUMI DI COMBUSTIBILE

Tabella 19 – Combustibili

Nome Quantità (m3/anno)

Funzione di utilizzo Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

Metano Riscaldamento domestico, ecc.

annuale

Gasolio Autotrasporto e

movimentazione interna dei rifiuti

annuale

Su foglio elettronico, come da format per report annuale;

D.3.10 MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI CONSUMI ENERGETICI

Il monitoraggio dei consumi energetici dovrà fornire le informazioni riportate nella tabella sottostante.

Tabella 20 – Energia

Tipologia Consumo Unità di misura

Metodo di misura

Frequenza controllo e registrazione dati

Modalità di registrazione

Elettrica kwh/anno Lettura contatore

annuale

Su supporto informatico da trasmettere nel report annuale

D.3.11 INDICATORI DI PRESTAZIONE

Nel report annuale dovrà essere riportato il valore dell’indicatore, per l’arco temporale di un anno. Tabella 21 – Indicatori di prestazione

Indicatore Descrizione e modalità di calcolo Unità di misura

Consumo specifico di energia elettrica

Consumo energia elettrica/totale di rifiuti gestiti kWh/kg

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D.3.12 CONTROLLO DELL’IMPIANTO DA PARTE DI ARPA

Si riporta una tabella sintetica delle attività di Arpa nell’ambito del Piano di Monitoraggio. La realizzazione del Piano di controllo da parte di Arpa potrà subire variazioni in relazione alla valutazione dei dati di autocontrollo; il numero complessivo, quindi, dei controlli di Arpa nel periodo di validità dell’autorizzazione potrà risultare minore o maggiore a quanto espresso nella tabella sottostante, sulla base delle criticità emergenti.

Tabella 22 - Attività di Arpa

Componente o aspetto ambientale interessato

Frequenza Tipo di intervento

Visita di controllo in esercizio Biennale Generale

Biennale Campionamento dello scarico S2 Scarichi idrici

Biennale Verifica degli autocontrolli

Suolo e sottosuolo Biennale Verifica degli autocontrolli

Biennale Verifica degli autocontrolli Emissioni in atmosfera

Quadriennale Eventuale campionamento dei punti di emissione ritenuti più significativi

Rifiuti Biennale Verifica degli autocontrolli e verifica gestione aree di

stoccaggio

Emissioni sonore in occasione della nuova domanda di

rinnovo Valutazione della relazione di impatto acustico

Prelievi idrici Biennale Verifica degli autocontrolli

Materie prime Biennale Verifica degli autocontrolli e verifica gestione aree di

stoccaggio Combustibile Biennale Verifica degli autocontrolli Energia Biennale Verifica degli autocontrolli Indicatori di performance ambientale

Biennale Verifica dei dati prodotti

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D.4 ALLEGATO TECNICO: CRITERI PER IL CAMPIONAMENTO DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA CONVOGLIATE

Il Gestore dell’impianto è tenuto a rendere accessibili e campionabili le emissioni oggetto della presente autorizzazione, per le quali sono fissati limiti di inquinanti ed autocontrolli periodici, sulla base delle normative tecniche e delle normative vigenti sulla sicurezza ed igiene del lavoro.

In particolare devono essere soddisfatti i requisiti di seguito riportati.

Punto di prelievo: attrezzatura e collocazione (riferimento metodi UNI 10169 – UNI EN 13284-1) Ogni emissione deve essere numerata ed identificata univocamente con scritta indelebile in prossimità del punto di prelievo. I punti di prelievo devono essere collocati in tratti rettilinei di condotto a sezione regolare (circolare o rettangolare), preferibilmente verticali, lontano da ostacoli, curve o qualsiasi discontinuità che possa influenzare il moto dell’effluente. Per garantire la condizione di stazionarietà e uniformità necessaria all’esecuzione delle misure e campionamenti, la collocazione del punto di prelievo deve rispettare le condizioni imposte dalle norme tecniche di riferimento UNI 10169 e UNI EN 13284-1; le citate norme tecniche prevedono che le condizioni di stazionarietà siano comunque garantite quando il punto di prelievo è collocato ad almeno 5 diametri idraulici a valle ed almeno 2 diametri idraulici a monte di qualsiasi discontinuità.

Il rispetto dei requisiti di stazionarietà e uniformità, necessari all’esecuzione delle misure e campionamenti, può essere ottenuto anche ricorrendo alle soluzioni previste dalla norma UNI 10169 (ad esempio: piastre forate, deflettori, correttori di flusso, ecc.).

In funzione delle dimensioni del condotto devono essere previsti uno o più punti di prelievo come stabilito nella tabella seguente:

Condotti circolari Condotti rettangolari

Diametro (metri) N° punti prelievo Lato minore (metri) N° punti prelievo

fino a 1m 1 fino a 0,5m 1 al centro del lato

da 1m a 2m 2 (posizionati a 90°) da 0,5m a 1m 2

superiore a 2m 3 (posizionati a 120°) superiore a 1m 3

al centro dei segmenti uguali in cui è suddiviso il lato

Ogni punto di prelievo deve essere attrezzato con bocchettone di diametro interno da 3 pollici filettato internamente passo gas e deve sporgere per circa 50 mm dalla parete. I punti di prelievo devono essere collocati ad almeno 1 metro di altezza rispetto al piano di calpestio della postazione di lavoro.

Le prescrizioni tecniche in oggetto possono essere verificate da ARPA che ne può fissare i termini temporali per la loro realizzazione. Accessibilità dei punti di prelievo

I sistemi di accesso degli operatori ai punti di prelievo e misura devono garantire il rispetto delle norme previste in materia di sicurezza ed igiene del lavoro (D.Lgs. n° 81/08 e s.m.i.).

La ditta dovrà fornire tutte le informazioni sui pericoli e rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui opererà il personale incaricato di eseguire prelievi e misure alle emissioni.

La ditta deve garantire l’adeguatezza di coperture, postazioni e piattaforme di lavoro e altri piani di transito sopraelevati, in relazione al carico massimo sopportabile.

Le scale di accesso e la relativa postazione di lavoro devono consentire il trasporto e la manovra della strumentazione di prelievo e misura.

Il percorso di accesso alle postazioni di lavoro deve essere ben definito ed identificato nonché privo di buche, sporgenze pericolose o di materiali che ostacolino la circolazione. I lati aperti di piani di transito sopraelevati (tetti, terrazzi, passerelle, ecc.) devono essere dotati di parapetti normali secondo definizioni di legge. Le zone non calpestabili devono essere interdette al transito o rese sicure mediante coperture o passerelle adeguate. I punti di prelievo collocati in quota devono essere accessibili mediante scale fisse a gradini oppure scale fisse a pioli: non sono considerate idonee scale portatili. Le scale fisse verticali a pioli devono essere dotate

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di gabbia di protezione con maglie di dimensioni adeguate ad impedire la caduta verso l’esterno. Nel caso di scale molto alte, il percorso deve essere suddiviso, mediante ripiani intermedi, in varie tratte di altezza non superiore a 8-9 metri. Qualora si renda necessario il sollevamento di attrezzature al punto di prelievo, per i punti collocati in quota e raggiungibili mediante scale fisse verticali a pioli, la ditta deve mettere a disposizione degli operatori le seguenti strutture:

La postazione di lavoro deve avere dimensioni, caratteristiche di resistenza e protezione verso il vuoto tali da garantire il normale movimento delle persone in condizioni di sicurezza. In particolare le piattaforme di lavoro devono essere dotate di: parapetto normale su tutti i lati, piano di calpestio orizzontale ed antisdrucciolo nonché di botola incernierata non asportabile (in caso di accesso dal basso) o cancelletto con sistema di chiusura (in caso di accesso laterale) per evitare cadute, presa elettrica per il funzionamento degli strumenti di campionamento nelle immediate vicinanze del punto di campionamento (nel caso di piattaforme aeree poste ad altezza inferiore a 10 m la presa di campionamento potrà essere posta alla base) e possibilmente dotate di protezione contro gli agenti atmosferici.

Per altezze non superiori a 5 m possono essere utilizzati ponti a torre su ruote costruiti secondo i requisiti previsti dalle normative vigenti e dotati di parapetto normale su tutti i lati o altri idonei dispositivi di sollevamento rispondenti ai requisiti previsti dalle normative in materia di prevenzione dagli infortuni e igiene del lavoro. I punti di prelievo devono comunque essere raggiungibili mediante sistemi e/o attrezzature che garantiscano equivalenti condizioni di sicurezza.

Ulteriori informazioni in merito alle caratteristiche del punto di campionamento sono disponibili nel documento “Campionamento delle emissioni convogliate in atmosfera: aspetti operativi” al sito: http://www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=2820&idlivello=26. D.5 METODI MANUALI DI CAMPIONAMENTO ED ANALISI PER EMISSIONI CONVOGLIATE

I metodi di riferimento per la determinazione delle portate degli effluenti e delle concentrazioni degli inquinanti per i quali sono stabiliti limiti di emissione, sono riportati nell’elenco allegato.

Parametro/Inquinante Unità di misura Metodi indicati

Strategia di campionamento - Unichim 158:1988

ISTISAN 91/41

Criteri generali per la scelta dei punti di misura e campionamento

- UNI 10169:2001;

UNI EN 13284-1:2003

Portata Nm3/h UNI 10169:2001

Composti Organici Volatili

(espressi come Carbonio Organico Totale)

mg/Nm3 UNI EN 12619:2002;

UNI EN 13526:2002

Polveri totali o materiale particellare mg/Nm3 UNI EN 13284-1:2003 Per gli inquinanti sopra riportati, potranno inoltre essere utilizzati: � metodi indicati dall’ente di normazione come espressamente sostituenti i metodi riportati in tabella, � metodi aggiuntivi emessi da UNI specificatamente per la misura in emissione da sorgente fissa

dell’inquinante stesso.

Quota superiore a 5m sistema manuale di sollevamento delle apparecchiature utilizzate per i controlli (es: carrucola con fune idonea) provvista di idoneo sistema di blocco

Quota superiore a 15m sistema di sollevamento elettrico (argano o verricello) provvisto di sistema frenante

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E – SEZIONE DI INDICAZIONI GESTIONALI

Si riportano di seguito raccomandazioni di gestione; qualora se ne ravvisi la necessità, a seguito dell’esame del quadro informativo ottenuto dai dati del piano di monitoraggio e controllo o di segnalazione da parte delle Autorità competenti in materia ambientale ovvero di atto motivato dell’Autorità Competente, le stesse potranno essere riesaminate e divenire oggetto di prescrizioni, di cui alla sezione D. E.1 COMUNICAZIONI

1. Si raccomanda al Gestore di fornire e, se del caso, aggiornare il nome del referente tecnico dell’impianto nonché un recapito telefonico sempre operativo in caso di necessità da parte degli organi di controllo.

2. Fatto salvo quanto verrà eventualmente prescritto dal SISTRI, si raccomanda al Gestore di comunicare tempestivamente all'Autorità Competente del Territorio (Provincia) in cui è stato prodotto il rifiuto, l'eventuale mancata ammissione dei rifiuti, con l'indicazione della tipologia e del quantitativo dei rifiuti, del soggetto a cui viene restituito il carico nonchè dei motivi specifici di non accettazione del carico.

E.2 GESTIONE DEI DATI DI MONITORAGGIO, REPORT ANNUALI E REGISTRI

1. Il Gestore è tenuto a trasmettere annualmente (entro il 30 aprile dell’anno successivo) al portale AIA-IPPC istituito dalla Regione Emilia Romagna, come stabilito con Determina Regionale n° 1063 del 02.02.2011, un report annuale; il suddetto report dovrà essere compilato secondo le istruzioni del Portale o, in assenza di specifiche indicazioni, dovrà contenente le seguenti informazioni: � i risultati dei controlli previsti dal Piano di Monitoraggio e Controllo; � le metodiche e le modalità di campionamento adoperate; � un’analisi della situazione annuale e confronto con le situazioni pregresse; � un riassunto delle variazioni impiantistiche eventualmente effettuate rispetto alla situazione dell’anno

precedente; � un commento ai dati presentati in modo da evidenziare le prestazioni ambientali dell’impianto nel

tempo, valutando tra l’altro il posizionamento rispetto alle Migliori Tecniche Disponibili, ed eventuali proposte di miglioramento del controllo e dell’attività nel tempo;

� la documentazione attestante le certificazioni ambientali possedute o ottenute; � in caso, nel corso dell’anno, si siano verificate emissioni eccezionali, di cui è stata comunque fatta

comunicazione alla Provincia di Bologna, ad ARPA – Distretto Urbano, secondo quanto previsto alla sezione D.2.2, dovrà esserne riportata indicazione nel report, indicando anche le condizioni operative a cui fa riferimento l’emissione e le cause dell’irregolarità;

Dovrà essere allegata, se necessario, apposita cartografia che consenta di visualizzare tutti i punti monitorati ed eventuali cambiamenti intervenuti al lay-out dell’impianto.

La relazione annuale dovrà essere strutturata in modo tale da consentire una lettura sinottica dei dati ambientali che permetta di effettuare i necessari confronti e le opportune correlazioni del medesimo parametro e della medesima matrice ambientale nel tempo, così come le opportune correlazioni tra parametri di matrici ambientali diverse (es. scarichi idrici, emissioni in atmosfera).

2. E’ necessario che nel report annuale venga riportato l’elenco delle metodiche analitiche utilizzate per gli autocontrolli relativi alle acque di scarico.

3. Si raccomanda al Gestore di fornire i dati all’interno del report annuale utilizzando le unità di misura indicate nel Piano di Monitoraggio e Controllo riportato nella sezione D.3.

4. I dati del monitoraggio e i relativi certificati analitici dovranno essere conservati presso l’impianto, a disposizione degli Enti di Controllo, per un periodo minimo pari alla durata dell’autorizzazione e comunque fino al rinnovo della stessa.

5. Il registro di gestione interno deve essere conservato presso lo stabilimento, a disposizione degli Enti di controllo, o comunque reso disponibile in sede di visita ispettiva.

E.3 GESTIONE DELL’IMPIANTO

1. L’impianto dovrà condotto e gestito nel rispetto dei principi delle Migliori Tecniche Disponibili (MTD).

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2. Si raccomanda al Gestore di mantenere in efficienza i sistemi di misura e campionamento relativi al Piano di Monitoraggio e Controllo, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo tecnico possibile.

3. L’impianto sia sottoposto a periodiche manutenzioni delle opere che risultano soggette a deterioramento, con particolare riferimento alle pavimentazioni delle aree di stoccaggio, ai pozzetti di raccolta degli sversamenti accidentali, in modo tale da evitare qualsiasi pericolo di contaminazione dell’ambiente.

E.4 CONSUMI E SCARICHI IDRICI

1. Il Gestore dell’impianto è tenuto a mantenere in perfetta efficienza la vasca di raccolta delle acque meteoriche e il sistema di trattamento chimico fisico. Dovrà procedere alla pulizia periodica dei presidi presenti per la gestione delle acque meteoriche.

2. Si raccomanda di manutenzionare con regolarità le caditoie cortilive provvedendo, qualora vi sia la necessità, a ripristinare il buon funzionamento.

3. Le acque di prima pioggia devono essere scaricate in pubblica fognatura nelle 48-72 ore successive all’ultimo evento meteorico.

4. E’ necessario che siano mantenuti sempre in funzione ed in perfetta efficienza i dispositivi di sicurezza, atti a bloccare lo scarico in caso di anomalia.

E.5 EMISSIONI IN ATMOSFERA

1. Il Gestore è tenuto a mantenere in funzione gli impianti di trattamento delle emissioni, fatte salve le interruzioni per manutenzione.

2. Il gestore dell’impianto deve adottare ogni accorgimento impiantistico e gestionale, in particolare nelle fasi di stoccaggio e movimentazione delle materie prime e dei rifiuti, che permetta di minimizzare e mantenere contenute le emissioni diffuse.

E.6 RIFIUTI

1. La ditta deve riportare l’indicazione di modifiche di classificazione dei rifiuti prodotti nel report annuale riferito all’anno solare in cui è avvenuta la modifica.

2. I mezzi conferenti i rifiuti all’impianto effettuino nelle zone di accettazione all’uopo preposte, per quanto tecnicamente possibile, le operazioni di carico e scarico dei rifiuti a motore spento.

E.7 RUMORE

1. Il Gestore deve verificare periodicamente lo stato di usura degli impianti, intervenendo prontamente qualora il deterioramento o la rottura di impianti o parti di essi provochino un evidente inquinamento acustico e provvedendo alla loro sostituzione quando ritenuto necessario.