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Multe alle bici: siamo nei guai! Articolo a pag. 3 L’EDITORIALE di Diego Cordioli SETTEMBRE 2012 Registrazione al Tribunale di Verona n. 1838 NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE DEL COMPRENSORIO VILLAFRANCHESE Auguri! La prima can- delina... Questo mese fe- steggiamo il com- pleanno del no- stro giornale che è cresciuto insieme a voi e compie il suo primo anno di vita. Un avveni- mento così importante non poteva che tradursi in cambiamenti e novità di rilievo: come la nascita di un nuo- vo prodotto editoriale, fraternamen- te legato al Giornale di Villafranca: Il Giornale dei Veronesi. A distanza di un anno, raddoppiamo. Si moltiplica- no le testate: da una che era, ora si è in due. Ormai conclusa l’estate, ritor- niamo con un nuovo arrivato: testa e croce della stessa moneta, fronte e retro della stessa pagina: quella del- la buona informazione locale. Si può davvero dire che cerchiamo di farci in quattro (nel nostro caso, in due) per tenervi sempre aggiornati sui principali fatti del nostro territorio. Come una lente d’ingrandimento, os- serveremo sempre più nel dettaglio la realtà villafranchese per scovare gli avvenimenti di maggiore interesse e metterli sotto il riflettore. Sempre predisposti al dialogo e al confronto con voi lettori, discuteremo con voi delle tematiche più sfiziose e appas- sionanti, focalizzandoci sempre più sulle dinamiche del nostro comune. Daremo voce, come già abbiamo fat- to, agli esponenti della politica locale, dibatteremo delle questioni che toc- cano più da vicino voi villafranchesi, grazie anche alla nuova rubrica, Fatti & Misfatti, nella quale i cittadini sono Bar - Pasticceria - Caffetteria C. so Garibaldi, 79 - Villafranca di Verona (VR) tel. 045 2226007 www.pasticcerialadolcevita.com OGNI SABATO MUSICA LIVE CON BUFFET OFFERTO › segue pag. 2 Perchè tutto al calcio? E gli altri sport? SPORT articolo a pag. 12 Gli anziani. Perchè siamo insensibili ai loro bisogni? articolo a pag. 9 SOCIALE Il nostro appello: Villafranca, svegliati! VIVERE A VILLAFRANCA articolo a pag. 4 La discarica di Cà Balestra, perchè costruirla? articolo a pag. 6 ATTUALITA’ Maggioranza e opposizione sul ring PRIMO PIANO articolo a pag. 2 Ecco la nuova trovata dei vigili impegnati a multare i cittadini in bici per fare cassa Il silenzio sull’ospedale Magalini VIVERE A VILLAFRANCA articolo a pag. 5

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Multe alle bici: siamo nei guai!

Articolo a pag. 3

L’ E D I TO R I A L Edi Diego Cordiol i

SETTEMBRE 2012Reg is t raz ione a l Tr ibuna le d i Verona n . 1838

N OT I Z I A R I O D I I N F O R M A Z I O N E D E L C O M P R E N S O R I O V I L L A F R A N C H E S E

Auguri!La prima can-delina...

Questo mese fe-steggiamo il com-pleanno del no-stro giornale che

è cresciuto insieme a voi e compie il suo primo anno di vita. Un avveni-mento così importante non poteva che tradursi in cambiamenti e novità di rilievo: come la nascita di un nuo-vo prodotto editoriale, fraternamen-te legato al Giornale di Villafranca: Il Giornale dei Veronesi. A distanza di un anno, raddoppiamo. Si moltiplica-no le testate: da una che era, ora si è in due. Ormai conclusa l’estate, ritor-niamo con un nuovo arrivato: testa e croce della stessa moneta, fronte e retro della stessa pagina: quella del-la buona informazione locale. Si può davvero dire che cerchiamo di farci in quattro (nel nostro caso, in due) per tenervi sempre aggiornati sui principali fatti del nostro territorio. Come una lente d’ingrandimento, os-serveremo sempre più nel dettaglio la realtà villafranchese per scovare gli avvenimenti di maggiore interesse e metterli sotto il riflettore. Sempre predisposti al dialogo e al confronto con voi lettori, discuteremo con voi delle tematiche più sfiziose e appas-sionanti, focalizzandoci sempre più sulle dinamiche del nostro comune. Daremo voce, come già abbiamo fat-to, agli esponenti della politica locale, dibatteremo delle questioni che toc-cano più da vicino voi villafranchesi, grazie anche alla nuova rubrica, Fatti & Misfatti, nella quale i cittadini sono

Bar - Pasticceria - Caffetteria

C. so Garibaldi, 79 - Villafranca di Verona (VR)tel. 045 2226007

www.pasticcerialadolcevita.com

OGNI SABATOMUSICA LIVE

CON BUFFET OFFERTO

› segue pag. 2

Perchè tutto al calcio?E gli altri sport?

SPORT

articolo a pag. 12

Gli anziani. Perchè siamo insensibili ai loro bisogni?

articolo a pag. 9

SOCIALE

Il nostro appello:Villafranca, svegliati!

VIVERE A VILLAFRANCA

articolo a pag. 4

La discarica di Cà Balestra, perchè costruirla?

articolo a pag. 6

ATTUALITA’

Maggioranza e opposizione sul ring

PRIMO PIANO

articolo a pag. 2

Ecco la nuova trovata dei vigili impegnati a multare i cittadini in bici per fare cassa

Il silenzio sull’ospedale Magalini

VIVERE A VILLAFRANCA

articolo a pag. 5

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Primo Piano 09 122

A cura di Diego Cordioli

invitati a portare alla luce situazioni che vale la pena de-nunciare e far conoscere. Attraverso la scrittura riflette-remo sugli avvenimenti che accadono intorno a noi, con attenzione minuziosa e precisione. Dirigeremo quest’or-chestra fatta di tanti interventi, questo lavoro corale in cui si alternano molte voci, molteplici punti di vista e prospettive. La nostra è un’operazione insieme di anali-si e di sintesi, per portarvi, sul vassoio dell’informazione, una pietanza cucinata per voi con la cura che solo chi sa essere sempre sul pezzo può garantirvi. Continueremo ad approfondire le intricate vicende del nostro ospeda-le, ci occuperemo della situazione, spesso difficile, degli anziani, delle multe date alle biciclette e di molto altro

ancora… cercheremo di rappresentare gli interessi di ciascun cittadino: perché questo giornale è un servizio offerto a ciascuno di voi. Abbiamo imparato che se un problema del singolo spesso non viene ascoltato da chi detiene il potere, se diventa problematica condivisa da tanti, può acquisire quella forza necessaria a premere sui canali giusti per arrivare alla sua soluzione. Noi speria-mo di essere cassa di risonanza di tutte le questioni più spinose che affliggono Villafranca e insieme i cani da guar-dia di un potere che sorveglieremo con attenzione, onde non sconfini in spiacevoli abusi. Come nostra abitudine, cercheremo di proporre alternative e prospettare solu-zioni, con quello spirito pragmatico che ci caratterizza e

che vede nella partecipazione e nell’agire le sue direttive fondamentali. Siamo accanto a voi per denunciare quello che di Villafranca non va, ma anche per lodare le inizia-tive virtuose e prendere la parola quando è opportuno esprimersi sui fatti che contano. Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno, i nostri sforzi, la nostra energia. Sap-piamo di avere dalla nostra il vostro sostegno, il vostro entusiasmo. Riprendendo le nostre interviste, le nostre inchieste, i nostri servizi, ci avvicineremo sempre di più a quella Villafranca che a volte, proprio per esserci così nota, ci appare, sotto tanti aspetti, sconosciuta.

Diego Cordioli

...continua da pag. 1L’ E D I TO R I A L E

I Consiglieri di Minoranza Mar-tari, Tovo, Dal Maso, Zanolli e Piazzi, non si sono presentati al Consiglio comunale dello scor-so 30 agosto. “Abbiamo preso questa decisione con consapevo-lezza, dopo avere preso atto, per l’ennesima volta, che questa am-ministrazione considera il consi-glio comunale come un impiccio e non come il luogo della demo-crazia. Avevamo ripetutamente denunciato questa impostazione culturale già in passato e ora ri-teniamo doveroso manifestare il nostro dissenso con un segno tangibile e concreto, non parteci-pando ad una seduta dal conte-nuto imbarazzante per pochezza. Oltre alla marginalità dei punti in discussione non si comprende come mai la seduta sia stata con-vocata a fine agosto, dopo ave-re atteso mesi”. Ed aggiungono: “Sull’ultimo argomento in discus-sione, invece, rimaniamo basiti. Abbiamo appreso solamente ieri sera che tutti tre i membri del collegio sindacale si sono dimessi in data 10 agosto, con laconiche motivazioni (ragioni personali,

familiari, ecc.). Non ci sono sta-te offerte spiegazioni ufficiali, ma pare che questa “epidemia di di-missioni” sia legata all’aggiramen-to della legge che imporrebbe il sorteggio dei revisori dei conti sin dal prossimo rinnovo natura-le. Sarebbe una furbata in perfet-to stile all’italiana, da cui ci disso-ciamo. Inoltre, ancora una volta la maggioranza mostra l’arrogan-za di sempre non dando alcuna indicazione di voto, né - men che meno - ravvedendosi sulla scel-ta già fatta ad inizio legislatura, offrendo all’opposizione di no-minare nel collegio un tecnico di sua fiducia. E ciò, si badi, non per applicare il “manuale Cencel-li” né per galanteria istituzionale, ma perché il collegio dei revisori contabili è organismo tecnico e terzo, chiamato ad una funzio-ne a garanzia di tutti. Decisione che l’amministrazione Zanolli aveva fatto propria ma si tratta, evidentemente, di una concezio-ne che questa maggioranza non mostra di conoscere nemmeno a livello rudimentale. Nel ribadire pertanto la nostra contrarietà a

questo tentativo di aggiramento della legge, sottolineiamo anche che non potrebbe (né dovrebbe) essere rinominato l’attuale colle-gio. Per una ragione di coerenza e serietà. Infatti delle due, l’una: o i motivi di dimissione sono veri, nel qual caso i tre attuali membri non potrebbero essere disponi-bili ad un nuovo incarico; oppu-re non lo sono e si sarebbero strumentalmente prestati a un giochino che mal di conciliereb-be con la loro deontologia pro-fessionale ma soprattutto con la terzietà del ruolo e della funzio-ne a cui sarebbero chiamati. In ogni caso una ulteriore brutta pagina di politica locale.” Il Presidente del Consiglio Co-

munale Enrico Ortombina ha espresso il suo dispiacere per la decisione dei cinque Consiglieri di Minoranza: “E’ un fatto che evidenzia insofferenza, stanchez-za e comunque anche carenza di rispetto istituzionale e del ruo-lo ricoperto. Insofferenza verso il decisionismo di un Sindaco e di una Giunta che qualche volta è emersa anche in Maggioranza, ma che finora è rimasta incanala-ta nel dibattito e nelle mediazioni interne alle componenti permet-tendoci di arrivare fino ad oggi. Stanchezza perché dopo quattro anni all’opposizione si può anche perdere la fiducia nel proseguire i propri legittimi obiettivi politici. Spesso interpellanze e mozioni si sono infranti sul muro di una maggioranza troppo ampia o di una precisa risposta documenta-le. Compito dell’Opposizione è anche quello di raccogliere con pazienza documenti e delibere che possano essere condivise da altri consiglieri. Portate delle vo-stre proposte concrete e trovate una Maggioranza che le condivi-

da e Sindaco e Giunta dovranno piegarsi alla suprema volontà del Consiglio. Mi è obbligo ricordare la recente scelta politica dei Con-siglieri di Maggioranza di esenta-re i cittadini di Villafranca dal pa-gare l’IMU sulla prima casa, una svolta recepita immediatamente da Sindaco e Giunta. Se il moti-vo della vostra assenza è quello di dare un segnale lo accetto, se sta a significare un arrendevole “Aventino” voglio inviare ai cin-que Consiglieri firmatari un for-te richiamo a fare il loro dovere davanti ai cittadini che si aspet-tano di essere rappresentati fino all’ultimo giorno di questa legi-slatura. Solo le prossime elezio-ni potranno esimervi dal Vostro compito, altrimenti non vi resta che cedere il posto a forze più fresche e meno rinunciatarie di-mettendovi da questo Consesso. Resto in attesa di Vostre comu-nicazioni in merito e mi metto a disposizione per un eventuale prossimo incontro.” A questa lettera i Consiglieri di Minoranza hanno replicato spiegando che “l’unico motivo della nostra as-senza dal consiglio è stato quello di dare un segnale politico forte. In questo modo abbiamo voluto esprimere la distanza che a no-stro parere esiste tra la funzio-ne che dovrebbe avere il consi-glio comunale e l’attività che in concreto svolge. In particolare, riteniamo che i principali temi che interessano Villafranca ed i villafranchesi siano stati lasciati da parte per troppo tempo. In consiglio dovremmo avere già affrontato materie fondamentali come PAT, Grezzanella, strategie condivise per tutelare meglio un territorio sempre più martoria-to da cave e discariche, solo per citare alcuni argomenti. Dalle

Sue parole si evince invece che la tensione che esiste tra la Mag-gioranza, il sindaco e la giunta, sta sostanzialmente paralizzando l’attività consiliare, come ha mo-strato l’ultimo ordine del gior-no. Accogliendo il Suo richiamo abbiamo riflettuto sul ruolo del consigliere comunale. Ogni mo-nito in tal senso è certamente utile, ma vorremmo aggiungere che è obbligo del Consigliere di Minoranza mettere in luce le in-congruenze della Maggioranza e le sue contraddizioni. Non solo mediante il dibattito in aula, ma anche in altre forme: ad esempio evitando di presenziare, se ciò serve. Inoltre, ci consenta di ma-nifestare ancora una volta il no-stro dissenso rispetto al “giochi-no” con cui proprio nel consiglio scorso la Maggioranza ha voluto aggirare una norma che a breve entrerà in vigore, ricorrendo a pretestuose dimissioni del colle-gio dei revisori, rinominato pochi giorni dopo nella stessa compo-sizione. In un momento di forte critica e di distacco della gen-te verso la politica, ci pare che questo fatto non contribuisca ad alimentare un clima migliore ed un’idea diversa del sistema po-litico generale. Anzi. Non esiste quindi alcuna resa o affaticamen-to di sorta. Né si tratta di un ar-roccamento sull’Aventino (peral-tro gesto di ben più importante portata storica). Dalla prossima riunione torneremo ad occupare i banchi consiliari per svolgere, con ancora maggiore determina-zione, il mandato affidatoci dagli elettori. Infine, ci faremo porta-tori di proposte concrete per incrementare – nel giusto rispet-to dei ruoli – il contenuto delle prossime sedute consiliari.”

Maggioranza e opposizione sul ringBotta e risposta tra i Consiglieri di Minoranza che hanno deciso di non partecipare al

Consiglio comunale del 30 agosto e il Presidente del Consiglio comunale Enrico Ortombina

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Primo Piano 3

A cura di Giorgio Negrini

Le multe alle biciclette: siamo in un bel guaio!La vita di per sé è già difficile, ma quello che sta succedendo a Villafranca in questi giorni ha del paradossale. Ci riferiamo

alla nuova “crociata” che i vigili urbani stanno facendo contro le biciclette che transitano per le vie di Villafranca.

Siamo convinti che i vigili, al-meno, la maggioranza di loro, stiano facendo multe alle bici-clette contro la loro volontà. E vi spieghiamo il perché: un vigile, nell’esercizio delle sue funzioni, è un cittadino come noi. Se vie-ne “pescato” fuori dal servizio, nel commettere un’infrazione, sicuramente si piega all’autori-tà competente, ma nello stesso tempo i soldi della multa gli pe-sano; come a tutti noi cittadini. Ora, fare una multa a un bambino o a un anziano non è sicuramen-te il massimo della goduria; i vigili sono costretti a seguire alla let-tera le indicazioni che sono state date a loro. Chi sia stato a dare queste direttive è facile da capi-re: il Comandante dei Vigili Urba-ni. Noi conosciamo abbastanza bene il Comandante; l’abbiamo sempre ritenuto e continueremo a farlo, una persona equilibrata e con molto buon senso. Dare una direttiva del genere, non credia-mo sia stata una decisione facile, anzi, conoscendo le conseguenze della messa in pratica, sarà stata molto difficile. Come mai allora è stata messa in atto? Buttiamo lì un’ipotesi: che gli sia stata im-posta? Da chi o perché era una domanda che ci lasciava perples-si.. Resta il fatto che le multe, per quanto siano odiose, continuano a fioccare. Allora come mai si è giunti a questo? Per il semplice fatto che in un consiglio comuna-le si è votato per questo! Quan-do mesi fa i vigili, trovando i cicli-sti sulle strade facevano opera di persuasione, era perché in poco tempo sarebbero state applicate le norme della circolazione stra-dale che impediscono di transita-

re, alle biciclette, sui marciapiedi; non li abbiamo ascoltati, ma era già stata approvata la delibera.Il vero problema è stato che

l’amministrazione si è dimenti-cata di farcelo sapere: tutto qui. Avete mai visto voi un avviso, un comunicato, una notizia su que-sta decisione che sarebbe stata applicata? Noi no e voi?Queste norme farebbero par-

te di un nuovo modo di cercare di capire, e quindi di intervenire, sulle problematiche del traffico a Villafranca; certo questa è una bella cosa, ma vietare la circo-lazione delle biciclette sui mar-ciapiedi, per noi avrebbe dovuto essere l’ultima problematica da affrontare, dopo aver sistemato auto, camion, e quant’altro.Non vogliamo analizzare se

questa decisione di non far sa-pere sia stata voluta o no o se sia stata una “dimenticanza” do-vuta a vari fattori, perché quello che ora ci interessa è analizzare la situazione che si è venuta a creare: andare per le strade di Villafranca con la bicicletta non è nient’altro che sfidare la fortu-na nel portare a casa la pelle. Su questo dato di fatto non ci pio-ve, perché i numerosi morti in bicicletta che abbiamo avuto lo stanno a testimoniare. Sono’ già diverse volte che pubblichiamo articoli sulla situazione delle pi-ste ciclabili, ma per qualche mo-tivo che a noi sfugge, il problema non viene mai affrontato. Altro dato di fatto: se non si può circo-lare sulle strade, si deve circola-re sui marciapiedi. Non c’è altra soluzione; se qualcuno ha un al-tro modo per andare in centro a fare la spesa, per passeggiare, per

portare i figli a scuola o quant’al-tro vi viene in mente, venga a riferircelo, perché così lo sugge-riremo a tutti. Noi non abbiamo trovato altro modo, lasciando a casa l’auto, se non quello di an-dare a piedi o di inforcare la bici. Nel nostro modo consueto di scrivere gli articoli, non abbiamo mai puntato il dito contro nessu-no, anzi ci siamo sempre imposti di analizzare le situazioni e dove era possibile dare le nostre indi-cazioni; così nei nostri articoli, ad esempio, per quanto riguarda i

personaggi politici, abbiamo sem-pre riportato le loro esatte paro-le senza mai né interpretarle né piegarle ad altri scopi. E fino ad ora non abbiamo avuto lamente-le a riguardo e se mai le abbiamo avute, e ce ne sono state, sono solo quelle relative al fatto che diamo troppo spazio ad un espo-nente politico invece che all’altro. Ma sono lamentele che vengono fatte da tutte quante le posizioni politiche e questo, scusate se è poco, è il nostro orgoglio. Trop-pi cittadini, soprattutto anziani, ci vengono a riferire le frasi che pronuncerebbero se toccasse a loro prendere una multa, ma è meglio non riportarle. Quel-lo che più ci preoccupa, sono i genitori che portano a spasso i loro figli. La fotografia che é ri-portata all’inizio del nostro ar-ticolo, dovrebbe per prima cosa farci riflettere e poi, con calma, permetterci di affrontare il pro-blema che si è venuto a creare. C’è un solo modo per risolver-lo seppure momentaneamente. Fra circa 7 o 8 mesi ci saranno le elezioni amministrative; si deve cercare una soluzione provviso-ria che possa far sì che si giunga a questo appuntamento con sere-nità, sapendo già che la prossima amministrazione dovrà affronta-re tra le prime emergenze quel-la delle piste ciclabili. Il nostro suggerimento, e qui ci ricondu-ciamo alla seconda fotografia, è

il metodo che è stato applicato a Valeggio nella via principale che è via Murari. Adoperando i marcia-piedi di Villafranca, e sono tanti, si può creare una zona franca, dove le biciclette potrebbero sicura-mente transitare. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di mettere i segnalini di plastica, tanto le mac-chine sarebbero distanti e baste-rebbe spendere poche centinaia di euro nell’acquistare solo del colore bianco e del colore giallo. Tutto qui, anche perché transita-re con le bici sui marciapiedi ha una grossa problematica: l’usci-ta dei passi carrai. Fare la zona di transito delle bici a circa 2-3 metri dall’uscita dei portoni sa-rebbe già una grande conquista; e per quanto riguarda Corso Vittorio Emanuele, per quei 4 plateatici dei bar che occupano tutto il marciapiede, vorrà dire che i ciclisti dovranno smontare e transitare con la bici per mano. Valeggio ha adoperato la sede stradale: anche questa potrebbe essere una soluzione. Abbiamo la fortuna di avere una città con dei marciapiedi larghissimi; sfrut-tiamoli una buona volta, prima che la situazione diventi troppo esplosiva e che magari porti a qualche episodio che ci costrin-gerà tutti a domandarci perché mai, per una cosa così facile da ri-solvere , si possa giungere anche a incavolarsi e quindi a situazioni molto spiacevoli.

Salve, sono un cittadino villafranchese che vorrebbe portarVi alla luce un fatto da pubblicare: ovvero le multe dei vigili alle persone in bici. Nel giro di due giorni due multe da 154,00 euro con la bici trasportando nostro figlio sul seggiolino con casco. Più precisamente per contro-mano sul marciapiede una in via Broli Antichi e una in via D’Assisi-Zago.Le persone che abitano in via Tione che per arrivare in centro la percorrono, cosa dovrebbero fare in quanto in alternativa bisognebbe fare chilometri?Penso sia una cosa a dir poco ridicola... soprattutto perchè in un comune di così prestigio non vi sono nemmeno piste ciclabili per raggiungere il centro in completa sicurezza.Questa mattina ha preso la multa anche un bimbo in biciclettina con la sua mamma a piedi... Secondo lei per fare usare la bici con le rotelle a mio figlio posso mandarlo per la strada con le macchine o addirittura dover prendere l’auto aumentando l’inquinamento per arrivare in centro a mangiare un gelato? A mio avviso è davvero ridicolo... Capisco la voglia di far soldi, ma allora non era più facile lasciare l’IMU al posto di aumentare le aliquote IRPEF così ogni cittadino lavoratore paga e non colpire i poveri ciclisti che portano a spasso loro figlio...?Sarebbe opportuno indicare a tutti i cittadini che hanno preso la multa di non pagare e andare dal sindaco a fare una petizione!Vi sarei grato se pubblicaste quanto sopra anonimamente per fare sapere a tutti chi sono quelli che ci rappresentano... e proporre di fare una raccolta di firme per avere piste ciclabili in una città di prestigio come Villafranca... Grazie mille e buona giornata

Lettera Firmata

Lettera di un cittadino arrabbiato...

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09 12Vivere a Villafranca4villafranca®

vivere a

Ogni volta che esco di casa, la prima cosa che mi si presenta è il degrado di una città che è la mia. Guardo i villafranchesi che mi passano davanti: mamme, anzia-ni, bambini, ragazzi e ragazze che sfilano nel contesto giornaliero delle nostre strade e mi doman-do: ci meritiamo questo degrado a tutti i livelli: strade, servizi, sani-tà, lavoro? Per capire il problema, proviamo a dare un’occhiata un po’ più approfondita. Per quan-to riguarda l’argomento strade:

nel nostro centro storico stanno circolando tutti i veicoli possibili e immaginabili. Se cerchiamo una città in tutta Italia in cui transi-tano ancora i mezzi pesanti nel centro storico faremmo fatica a trovarla e se la trovassimo non la troveremmo sicuramente nel nord Italia.A Villafranca circolano trattori

e mezzi agricoli specialmente nel periodo estivo perché portano i prodotti al mercato e certe vol-te trainano carri e mezzi per la lavorazione di prodotti agroali-mentari in tutte le vie, anche in via Garibaldi, cuore della nostra

città. I mezzi pesanti transita-no in tutte le direzioni sia in via Messedaglia che in via Bixio e qualche volta anche per Corso Vittorio Emanuele.Certo, ci sarebbero i cartelli

che li condurrebbero per altre strade, ma chissà perché spesso vengono ignorati. È facile capire perchè: manca la volontà di man-darli fuori da Villafranca. Se fossi-mo così esasperati da non curar-ci degli altri, sicuramente risol-veremmo il problema dei mezzi pesanti e quant’altro, ma noi ci crediamo capaci di poterlo fare senza alcuna drastica decisione e soprattutto senza la pretesa di dire che non si possa fare nulla fino a quando non sarà finita la Grezzanella. Già, proprio di que-sto vogliamo parlare. Nel nume-ro di Settembre 2011 del nostro giornale, il sindaco Mario Faccio-li, intervistato, così si espresse: “Non sono quantificabili i tem-pi tecnici ma indicativamente il primo tratto (della Grezzanella) ci sarà consegnato tra dicembre

2011 e gennaio 2012 , tempo at-mosferico permettendo. Preciso che il secondo tratto lo paga la Tibre, da S. Eurosia fino a Noga-role o dove terminerà.” Oggi, a settembre 2012, i fatti

sono questi: il primo tratto del-la Grezzanella, dopo 12 mesi, è nelle stesse condizioni di allora. E’ trascorso un anno e non ri-mane altro da fare che sperare che il completamento avvenga nel 2013. Non parliamo poi del secondo tratto, perché la Tibre è scomparsa da qualsiasi piano nazionale o internazionale delle opere di completamento. Per-

ché siamo a questo punto? Per una semplice ragione: ci siamo giocati tutte le persone che con-tano sia a livello provinciale che regionale. Sissignori, fino a qual-che anno fa, seppur con enormi difficoltà, avevamo ancora credi-to in questi ambienti di potere; oggi non ne abbiamo nessuno. Questa è la realtà nuda e cruda e quindi oggi ci dobbiamo adat-tare al fatto che una piccolissima pagliuzza, messa da chi comanda, probabilmente pure a ragione, per gli interessi dei propri con-cittadini, ferma qualsiasi treno che noi possiamo mettere in corsa. Queste considerazioni molto pesanti, purtroppo sono confermate dai fatti . Quali? Ve li spiego: dal 2006 al 2010 avevamo nel consiglio di amministrazione di Veneto Strade, che è l’ente re-gionale che costruisce le strade, un consigliere: Riccardo Maraia. Ma alla scadenza del suo man-dato la nostra amministrazione ha ritenuto opportuno non ri-confermargli il mandato. La coa-

lizione che comanda in Regione, noncurante del fatto che la no-stra opera avrebbe potuto finire alle calende greche, ha ritenuto che tanto nessuno dei nostri, che avrebbero dovuto pestare i piedi, avesse la possibilità di fare niente. Ecco quanto contiamo dove si prendono le decisioni! E il risultato è che quello che oggi abbiamo è … niente. Dobbiamo per forza cambiare questo stato di cose! Come?Per prima cosa la colpa è so-

lamente nostra: noi villafranchesi non abbiamo prestato abba-stanza attenzione a chi abbiamo

messo a comandare a Villafranca. Perché? Facile dare una rispo-sta; stavamo talmente bene che pensavamo che le cose sareb-bero andate avanti più o meno nello stesso modo, indipenden-temente da qualsiasi persona avessimo eletto. Questo è stato anche il “leit motiv” di tutta la popolazione d’Italia. Purtroppo i fatti hanno dato torto a tutti. In questo ultimo anno, nel quale ci siamo impegnati per cercare di affrontare e risolvere le proble-matiche quotidiane di ognuno di noi villafranchesi, abbiamo sco-perto cose che ci hanno lasciato di stucco. Vedete, amministrare un comune pare la cosa più fa-cile di questo mondo. Perché, ad esempio, fare le righe sulle strade, sistemare i marciapiedi, mettere una segnaletica nuova, si chiama manutenzione ordi-naria. Sapete da quanto si fanno queste cose? Da più di 60 anni e sono sempre le stesse. Dire che la cosa primaria da fare è quel-la di sostenere le attività sociali,

come i contributi alle materne e alle scuole, sono faccende che sono state la priorità di tutte le amministrazioni precedenti da 30 anni e più. Ogni amministra-zione precedente ha fatto qual-cosa di “buono”. Difficile trovare oggi negli ultimi 4 anni qualcosa di altrettanto positivo. Il Patto di Stabilità Europeo è stata la prima scusa per non fare niente di vir-tuoso, perché non si poteva ope-rare per qualcosa di nuovo. Bene, lo suggeriamo noi qualcosa di nuovo: le banche (e sono davve-ro molte) che si sono insediate a Villafranca hanno incamerato i

soldi dei villafranchesi. Cosa han-no portato di concreto nella no-stra Villafranca, visto che si sono arricchite con i nostri soldi? Un bel niente. Ora, se l’amministra-zione comunale avesse usato il proprio potere economico, an-che in termini di milioni di euro che maneggia, optando per una decisione di coinvolgerle nel nostro territorio, credete che sarebbero state insensibili a una proposta del genere? Le banche portano i soldi dove trovano la possibilità di sviluppo, cosa che noi a Villafranca come comune non diamo! Altro esempio: come amministrazione, in questi ulti-mi anni, abbiamo risparmiato milioni di euro. Ma perché non li abbiamo messi a disposizione di famiglie, di industrie , di com-mercianti, di tutti in difficoltà an-che solo per accendere modesti mutui per cercare di venire fuori da situazioni drammatiche o ti-rare avanti in questi tempi così difficili? Questo non è venuto in mente a nessuno. L’amministra-

zione comunale dovrebbe esse-re la prima a farsi carico dei pro-blemi della comunità ma sembra che l’unico ritornello sia: siamo un comune virtuoso, come se altri comuni che ci circondano non lo fossero. E’ nostro dovere battere su questo tasto, come è nostro dovere battere su tanti altri tasti, in primis, l’ospedale. Vi siete già accorti che non siamo un giornale schierato né da una parte né dall’altra; abbiamo però necessità di avervi con noi, per-ché il nostro futuro si combatte oggi , in questi giorni, in queste ore. Pensateci!

Il degrado urbano che si manifesta su più livelli, come quello che riguarda le strade e l’urbanistica, e che si riflette anche sul piano politico....

Il nostro appello: Villafranca, svegliati!

di Giorgio Negrini

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Vivere a Villafranca 5villafranca®

vivere a

Facciamo un piccolissimo salto indietro nel tempo: siamo alla sera del 24 luglio del 2008 alle ore 20.00 nella sala delle udienze del Consiglio Comunale in ses-sione ordinaria e in seduta pubblica. Il Presidente Maurizio Facincani introduce l’argomento che sta a cuore a tutti e che riguarda un punto sul quale tutti i consi-glieri, sia di maggioranza che di opposi-zione, si trovano d’accordo. Si tratta della mozione che riguarda l’Ospedale Magali-ni di Villafranca. Con la delibera 3223 del 2002 la Giunta Regionale del Veneto ha stabilito che nell’area dell’Ovest Verone-se dovevano essere potenziate le struttu-re ospedaliere di Bussolengo e Villafran-ca, ciascuna delle quali, dovendo costitu-ire una struttura di eccellenza per acuti, avrebbe avuto una disponibilità di almeno 200 posti letto. L’ospedale Magalini il 23 marzo 2003 fu incendiato; l’architetto Canini fu nominato dal Consiglio dei Mi-nistri Commissario per la ricostruzione e nell’ottobre del 2007 fu consegnato a Villafranca l’attuale avancorpo che noi chiamiamo ospedale. Torniamo alla mo-

zione del 24 luglio 2008 dove era richie-sto all’USSL 22 l’avviamento delle attività afferenti l’area medica per una dotazione di 80 posti letto con le specializzazioni di: medicina generale, gastroenterologia, cardiologia, pneumologia, riabilitazione. Si proponeva inoltre l’attivazione imme-diata 24 ore su 24 di Pronto Soccorso, del servizio continuativo di radiologia diagnostica per immagini e T.A.C. e del servizio d’analisi e centro trasfusionale. Si prevedeva poi una dichiarazione di vo-lontà che stabilisse definitivamente, senza alcun dubbio, l’identificazione nell’Ospe-dale Magalini di Villafranca del Presidio che completava i servizi sanitari di Busso-lengo, denominandolo Polo Ospedaliero Sanitario dell’Ovest Veronese. Il sindaco di Villafranca Mario Faccioli doveva farsi garante presso tutte le istituzioni prepo-ste del rispetto delle istanze presentate dal Consiglio Comunale a mezzo della mozione urgente; rendicontare gli avve-nimenti futuri e affiancare il commissario Canini per le attività di coordinamento e realizzazione dell’opera. Nella seduta tutti i consiglieri presenti espressero la loro soddisfazione condivisa ma l’inter-

vento del consigliere Cerioni Giorgio è da sottolineare: “Volevo avvisare questo consiglio e il pubblico presente, che oggi su mandato del Sindaco, mi sono recato dall’Assessore Regionale alla Sanità, ing. Sandro Sandri, il quale mi ha detto di po-ter tranquillamente confermare questa sera a questo consiglio, che entro il 1° ottobre 2008, apriranno i servizi di medi-cina e i servizi che sono necessari per gli 80 posti letto. L’Assessore sta valutando la possibilità che entro ottobre si potrà riavere il finanziamento, per far partire il nuovo cantiere con i 40 milioni di euro che servono per portare il polo ospeda-liero dell’ovest di Villafranca ai 216 posti letto. Mi ha dato comunicazione di po-terlo citare tranquillamente questa sera ai presenti del consiglio comunale. Rin-grazio il Sindaco della fiducia che mi ha accordato e spero che questo sia il primo passo per portare avanti quello che tut-ti noi ci aspettiamo, cioè la rinascita del Magalini.” Se questa non fu una delibera che avrebbe dovuto mettere fine a tutti i discorsi, provate voi, che state leggendo, a formularne una più definitiva. Ad oggi, settembre 2012, questa è la situazione: la riabilitazione ha 13 posti letto e per la medicina sono solo 22 i posti letto. A questi si sommano in regime di Day Sur-gery, che forse noi potremmo definire, anche se non proprio con un termine specialistico, day hospital o ricovero gior-naliero. (si fa prima a dire : posto letto a ore), 12 posti letto in emodialisi chiusi la notte e le domeniche. Ci sono poi 4/6/8 posti letto in gastroenterologia secondo le esigenze. Forse ce ne siamo dimenti-cati qualcuno e in questo caso saremmo felici di essere corretti da chi di dovere.

Tutto qui. Dove sono finiti i 216 posti let-to, il Pronto Soccorso, la Tac e quant’altro promessi il 24 luglio 2008? Nel nostro attuale ospedale ci sono stanze chiuse, non utilizzate per le potenzialità che po-trebbero avere, sale operatorie attrezza-te per fare anche operazioni complesse, ma tutto questo non viene preso in con-siderazione da chi ha in mano il potere di utilizzarle! Perché? Questa è una del-le tante domande che avremmo voluto presentare al Direttore dell’USL22, avv. Alessandro Dall’Ora.Vogliamo arrivare proprio a questo pun-

to: la sensibilità, se così si potrebbe chia-mare, di chi detiene il potere.Il 28 luglio appena trascorso, abbiamo

telefonato a Venezia in Regione per poter avere un appuntamento con il commissa-rio Arch. Canini, per avere informazio-ni sulla vicenda della Bido Costruzioni, vincitrice dell’appalto per la costruzione del corpo strutturale del nuovo pezzo di ospedale, la quale aveva messo operai e impiegati in cassa integrazione. Voleva-mo sapere il perché di quelle piccole gru impiantate nel buco vicino all’ospedale e che cosa si stava facendo: una domanda semplice sulla vicenda molto arzigogola-ta del nostro ospedale. Il 3 agosto non ricevendo alcuna convocazione o notizia dalla segreteria del commissario Canini, abbiamo telefonato; la risposta è stata che dovevamo rivolgerci al Direttore dell’USL22, avv. Dall’Ora. Altra telefonata alla segreteria della Direzione dell’USL22 e la segretaria ci ha risposto che avrebbe parlato con il Direttore avv. Alessandro Dall’Ora per poi riferirci qualcosa. Ad oggi non abbiamo avuto ancora nessuna notizia dalla direzione dell’ USL22.

Dalle promesse sul Magalini durante il Consiglio Comunale del 24 luglio 2008, alle non risposte del Commissario, arch. Canini e dell’avv. Dall’Ora Direttore dell’USL22

Il silenzio sull’ospedale Magalini

di Giorgio Negrini

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09 12Attualità6

A cura di Diego Cordioli

La società Adige Ambiente srl ha presentato alla Regione Vene-to la richiesta di autorizzazione per un “impianto integrato per operazioni di recupero e smalti-mento di rifiuti speciali non pe-ricolosi costituito da impianto di smaltimento D1 di sottocatego-ria C ed impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile”.Che in parole povere significa

una nuova discarica: 1.000.000 di metri cubi di rifiuti speciali con la richiesta di deroga ai limiti di ammissibilità di alcune sostanze pericolose tipo: arsenico, bario, cromo, mercurio, piombo e mol-te altre. Luogo di costruzione: Cava Balestra, adiacente alla già presente discarica Cà Baldas-sarre (nel comune di Valeggio, a poche centinaia di metri dai centri abitati di Quaderni e Ro-segaferro). Noi tutti, chi più chi meno, siamo venuti a conoscenza di questo progetto. E’ sorto un Comitato spontaneo, formato da persone attente alle problema-tiche dell’inquinamento, perché già scottate in passato, che da Quaderni, paese che si può dire viva sopra la nuova discarica, ha con pazienza, piano piano, coin-volto i paesi limitrofi. Valeggio, Roverbella, Marmirolo, Villafran-ca hanno dato piena adesione a questa campagna di salvaguardia della nostra salute e di quella dei nostri figli; stranamente l’ammini-strazione di Mozzecane è rimasta assente su questo problema, non avendo individuato argomenti di contrarietà alla discarica. E si che in questi ultimi tempi siamo tutti interessati alle problemati-che dell’inquinamento: gas serra, sostanze inquinanti tipo PM10, PM2.5, Benzene, Biossido di zol-fo, di azoto ecc... ecc... sono en-trati nel gergo comune di tutti i giorni. Forse non sappiamo qual-cosa però: prendiamo il mercu-rio, che sarebbe una sostanza smaltibile a Cà Balestra tanto per dirne una. Un grammo e mezzo

di mercurio può causare la morte di un uomo e un grammo, conte-nuto in una pila, può contaminare 1.000.000 di litri d’acqua. Altra sostanza: il cadmio che si annida in modo particolare nel fegato e nei reni, che danneggia la milza, il cuore e il sistema nervoso. L’AR-PAV che è l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto si è già espressa: non servono altre di-scariche nella nostra Provincia! Mettiamo a fuoco il perché non servono nuove discariche:La zona dove si trovano la disca-

rica Cà Baldassarre e Cà Balestra è estremamente delicata dal pun-to di vista idrogeologico in quan-to zona di ricarica degli acquiferi; in quest’area si trova infatti una falda che disseta i territori e le popolazioni di molti comuni po-sti anche in provincia di Manto-va, Villafranca, Mozzecane, Ro-verbella, Marmirolo e tanti paesi limitrofi. La Regione Veneto ha chiesto al Ministero dell’ambien-te il riconoscimento di area ad “ elevato rischio di crisi ambien-tale”. Il sottosuolo composto soprattutto da terreno ghiaioso, molto permeabile, non é adatto per la localizzazione di discariche. L’eventuale inquinamento in que-sta zona metterebbe a rischio e soprattutto a secco , migliaia di persone per centinaia di anni. A oggi non esistono materiali di impermeabilizzazione in grado di garantire una tenuta per sempre.Nella moderna concezione del

recupero dei rifiuti solidi urbani la tendenza europea è quella di non costruire nuove discariche ma di privilegiare il recupero ri-spetto allo smaltimento attraver-so la raccolta differenziata. Ecco qual è il problema: vogliamo pun-tare sulla raccolta differenziata o sulla creazione di nuove discari-che? Guadagni per pochi o rispar-mi per tutti ? La discarica porta soldi solo

all’impresa che raccoglie rifiuti e

poi li getta nella discarica. Impor-to stimato di raccolta: 1.000.000 di metri cubi di rifiuti speciali; un affare, si mormora, di 30.000.000 di euro. La discarica avrebbe poi, a carico di noi che leggiamo, tanti di quei soldi per il mantenimento che non ce li potremmo nemme-no sognare; perché? Semplice: le sostanze che si producono dalla compressione di tutti i materiali stoccati nella buca sono talmente tante ma soprattutto inquinanti che per poter almeno metterci una pezza ,occorrono soldi, sol-di e soldi sempre pagati da noi, e qualche volta nemmeno questi bastano per contenere la peri-colosità. La raccolta differenziata invece produce risparmi e rispar-mi, sia come minor consumo di materie prime sia come riutilizzo dei rifiuti raccolti. Vi sono poi tante altre ragioni

che sconsigliano l’utilizzo di una nuova discarica ma per me, che abito in centro a Villafranca, ce n’è una che mi preme farvi sotto-lineare: l’incremento giornaliero di mezzi pesanti che partono da S. Martino Buon albergo e che per andare a Quaderni devono passare per forza in centro a Vil-lafranca. Centinaia e centinaia di camion che passando o da Via Nino Bixio e da via A. Messeda-glia, verrebbero a intasare il flus-so che già oggi è insostenibile! Ab-biamo già dimostrato nei numeri precedenti che l’inquinamento della nostra città è alle stelle. Un aggravio di mezzi pesanti non fa-rebbe altro che incrementarlo! Il Consiglio Provinciale di Verona ha già approvato una mozione contraria all’apertura della di-scarica di Cà Balestra e poi ha approvato una delibera che re-cepisce in toto il parere negativo dell’ARPAV; l’ultima parola spetta ora alla Regione. Ci sono volan-tini ben dettagliati che in questi giorni vengono distribuiti sia da noi, che in tutti i nostri paesi li-mitrofi; il Comitato Antidiscarica

Chi ci guadagna da un operazione che apparentemente non serve a nessuno?

La discarica di Cà Balestra. Perché costruirla?

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sta facendo un ottimo lavoro di informazione e sensibilizzazione su questo grande problema. Se qualcuno di noi passa per Qua-derni, ha modo di vedere tanti lenzuoli bianchi attaccati o sui muri delle case o sopra ogni al-tro sostegno che possa garantire con grande visibilità questo sfor-zo comunitario di tante persone che hanno a cuore la propria salute ma soprattutto quella dei propri cari; ce n’è perfino uno

vicino alla chiesa della Madonna del Popolo di Villafranca. Un ul-timo pensiero di cui vorrei farvi partecipi: è di questi giorni l’an-nuncio che a Dossobuono non si farà più il casello autostradale; sapete il perché? Per il semplice fatto che i dossobuonesi, tutti in-sieme, hanno rotto talmente le scatole a tutti gli enti, che questi si sono visti costretti a spostarlo a Isolalta!

Se qualcuno di noi si sentisse vicino alla battaglia del comitato o volesse anche un lenzuolo da appendere già scritto oppure con

una scritta che gli piace, si può rivolgere a: http://comitato antidicaricacabalestra.wordpress.com

e-mail: [email protected] Gruppo facebook: Comitato ANTI-CA’ BALESTRA

Pagina facebook: Comitato anti-Discarica Cà Balestra

Page 7: Settembre

Attualità 7

L’associazione Ticonzero nasce nel 2009 organizzando corsi culturali, mostre, uscite e viaggi. In quell’ anno di inizio, con 19 iscritti, fu portato a termine un bel-lissimo corso di opera lirica; nel secondo anno, il 2010, furono 9 i corsi organizzati. Nella scorsa annata 2011-2012 sono stati completati 17 corsi, uno più interessan-te dell’altro, ai quali hanno aderito 223 iscritti, comprendendo anche le iscrizioni per le gite. Un particolare, degno di nota, riguarda la scelta di dare vita ad un corso che favorisca i giovani lavoratori; trattasi di un corso d’insegnamento della lingua inglese, che verrà tenuto il martedì sera, destinato ai giovani che lavorano, ai quali risulterebbe particolarmente attraente il prezzo quasi simbolico, essendo un’ini-ziativa molto utile per la loro vita personale e professionale, soprattutto in tempi come quelli che stiamo vivendo. Il nostro obiettivo è di portare molti giovani a frequentare corsi di 30 ore di lingua con 1,00 euro all’ora (normalmente scuole specializzate nell’insegnamento delle lingue straniere chiedono dai 24 euro in su).Attraverso le nostre attività, ci poniamo inoltre l’obiettivo di favorire la socializ-

zazione anche tra persone di una certa età, in modo particolare quelle che sono rimaste sole. I corsi, come le gite, danno loro l’opportunità di stare assieme, condi-videre esperienze interessanti e imparare sempre qualcosa di nuovo, mantenendo così attiva l’attenzione, con conseguenti e rilevanti benefici psicofisici.Cerchiamo una sede a titolo gratuito e delle donazioni per far sì che per i nostri

iscritti la quota di partecipazione ai corsi e alle uscite sia ulteriormente ridotta, in modo da stimolare la partecipazione e la socializzazione di più persone possi-bili nei vari ambiti. A tal proposito rilasceremo ricevuta in bollo per le eventuali donazioni oltre i 74 euro che, come da normativa vigente, possa essere detratta al 100% dalla normale tassazione per i versamenti ad una associazione no profit come la nostra; naturalmente tutti gli iscritti saranno regolarmente informati di chi permette loro di poter godere di prezzi agevolati.Molta gente sul territorio ci stimola ad andare avanti e a non farci abbattere dalla

burocrazia o dalle obbiettive difficoltà che si trovano nell’organizzare qualcosa.Come associazione cerchiamo di rendere fruibile per il più grande numero di

persone, la cultura nei suoi vari aspetti, la manualità, la creatività, la socializzazione e il piacere di stare insieme imparando qualcosa.

La presentazione delle attività si terrà il giorno 11 Settembre alle ore 17.00 in Sala Mons. Aldegheri alla Madonna del Popolo con la presenza dei docenti. Quest’anno ci sono delle novità interessanti sia per i corsi che per la quota di partecipazione agli stessi. Cerchiamo di essere sempre più attenti alle aspettative di chi frequenta con interesse le lezioni sulle varie discipline.Stiamo programmando delle serate molto interessanti che offriremo ai cittadini,

con libero ingresso, il venerdì sera nell’atrio di BinarioZero, presso la stazione ferroviaria di Villafranca. Il 26 ottobre ci sarà la presentazione dell’ultimo libro del Prof. Leopardi dal titolo “Plagi”, la dietista Luisa Beltrame parlerà di diete e salute il 23 Novembre. Il 19 Ottobre il geologo e vulcanologo Dott. Enrico Serpelloni tratterà di terremoti in Pianura Padana. Lamberto Cimaretti, funzionario bancario affronterà il tema del risparmio di questi tempi, il giorno 9 Novembre.Riguardo le gite a novembre andremo in Nepal, a Dicembre nel Principato di

Monaco e in Costa Azzurra e per Capodanno 3 giorni da favola in Istria per co-minciare il 2013 alla grande.

Ticonzero, la cultura non ha età di Antonia Tommasi

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8 Salute & Sanità 09 12

A cura di Diego Cordioli

MEDICINA GERIATRICA a cura del Dott. Garzotti Dirigente Medico I° livello presso 1^ Geriatria O.C.M. Borgo Trento

Responsabile di Struttura Semplice di Malattie Reumatiche dell’Anziano Specialista in Medicina Interna

Cari lettori, dopo la pausa estiva riprendiamo la nostra rubrica pren-dendo spunto da una email pervenu-tami recentemente.

La signora L.P. mi riferiva la sua preoc-cupazione circa una diarrea liquida con dolori addominali e flatulenza, in assen-za di febbre, che da circa venti giorni affliggeva sua madre. La visita al Pronto soccorso, dieci gior-ni prima, non aveva evidenziato nulla di particolare, nè dalla radiografia diretta dell’addome, nè dagli esami ematochi-mici. Per tale motivo era stato consi-gliato di assumere fermenti lattici e antidiarroici al bisogno. Il medico di famiglia aveva inoltre consigliato l’as-sunzione di antibiotici ad azione locale nell’intestino. Nonostante ciò la signora lamentava il peggioramento della diar-rea e dei dolori addominali. La signora mi segnalava che la paziente era in tera-pia medica per ipertensione arteriosa e sindrome depressiva. Questo caso clinico mi permette di trattare una evenienza non rara in am-bito geriatrico, una condizione che è importante conoscere e valutare e che talvolta porta a scelte terapeutiche sba-gliate.Per quanto vi possa sembrare strano, per spiegare questo caso di diarrea partiremo con il parlare della stitichez-za! Occorre premettere che la stipsi non è una malattia, bensì un sintomo e che l’American College of Gastroen-terology definisce la stipsi come “una defecazione non soddisfacente, caratte-rizzata da evacuazioni non frequenti e/o

dal passaggio difficoltoso delle feci per almeno tre mesi”. Quali sono i criteri diagnostici che definiscono la stipsi (c.d. “criteri Roma III”)? 1) sforzo evacuativo; 2) feci dure; 3) sensazione di evacuazione incompleta; 4) sensazione di ostruzione e blocco ano-rettale; 5) necessita di lassativi o manovre manuali per aiutate l’evacua-zione; 6) meno di tre evacuazioni la settimana.In conclusione si può definire un pa-ziente stiptico quando sono presenti almeno due di questi criteri, per un tempo minimo almeno di tre mesi.

In quanto consiste il peso epidemio-logico del problema stipsi?I dati in nostro possesso evidenziano una prevalenza del 5% in occidente(se si utilizzano in senso stretto i criteri Roma III), che sale considerevolmente (20%) se si applica una valutazione sog-gettiva del significato di stipsi. E’ noto a tutti che ogni individuo ha un’idea asso-lutamente personale di stitichezza. C’è chi si definisce stiptico perché non sca-rica quotidianamente, mentre persone trovano normale scaricarsi una, due volte la settimana. Una grande parte della popolazione sfugge poi all’analisi perché in questo campo, purtroppo, è molto frequente l’autosomministra-zione di farmaci. Altro aspetto da sot-tolineare è che il problema interessa soprattutto le femmine in un rapporto con i maschi di 3/1 e che si assiste ad un considerevole aumento della per-centuale di persone affette da stipsi in

età geriatrica, con circa il 40-50% di individui anziani che utilizzano lassativi. Tali percentuali aumentano ancora di più in paziente istituzionalizzati(case di riposo, RSA, ospedali).

Quali sono le cause più frequenti di stitichezza nell’anziano?1) Uno stile di vita sedentario e scar-so introito di liquidi e fibre nella die-ta favoriscono la stipsi. 2)Patologie localizzate a livello dell’ultimo tratto intestinale quali: ragadi, emorroidi, prolasso rettale, rettocele anteriore, fistole ano-rettali, restringimenti del colon. 3)Malattie quali il diabete melli-to, ipotiroidismo, iperparatiroidismo e ipocalcemia. 4)Patologie neurologiche e psichiatriche quali: cerebropatia va-scolare, Morbo di Parkinson, demenza senile, sclerosi multipla, danni a carico del midollo spinale, ansia, depressio-ne, psicosi. 5) Malattie più rare quali la sclerodermia e l’amiloidosi. 6) farmaci antiacidi, antispastici, antidepressivi, antistaminici, calcio antagonisti, diure-tici, clonidina, antiparkinson, antipsi-cotici, oppioidi, antinfiammatori, ioni metallici(alluminio, calcio, ferro).

Come diagnosticare la causa di stipsi?Tutto deve partire da una accurata anamnesi e da un attento esame clinico del paziente. Come già detto le cause di stipsi sono molte, alcune facilmen-te identificabili, altre più complesse e multifattoriali tali da necessitare un ap-proccio multidisciplinare con il coinvol-gimento del medico internista, del chi-rurgo ma a volte anche del dietista, del

fisiatra o dello psicologo. Solo dopo una attenta valutazione del medico si potrà considerare l’indicazione di approfondi-re le indagini con esami ematochimici e strumentali radiologici(radiografia con-venzionale, clisma opaco), endoscopici (colonscopia) o esami funzionali quali la manometria ano-rettale, defecogra-fia, tempo di espulsione del palloncino, valutazione del transito intestinale con marcatori radio opachi.

Ma ora torniamo al caso clinico che ha richiesto questa introduzione e che po-trà essere sviluppata anche nei prossimi articoli con pratici consigli di preven-zione ed indicazioni terapeutiche. Chi era il colpevole della diarrea? Ora è facile, la stitichezza! Ci troviamo infatti di fronte ad un caso di “diarrea paradossa” (overflow in-continence). Ecco il perché del titolo dell’articolo. La paziente presentava una diarrea causata dal materiale fecale liquido, non ancora concentrato dal co-lon, che passava attorno alle feci dure e compatte(fecaloma) e che mimava una diarrea. Il trattamento sintomatico con antidiarroici aveva acuito il problema della signora peggiorandone l’inconti-nenza e aumentando i dolori addomi-nali.Dopo la visita non è stato facile far ac-cettare alla paziente la necessità di sot-toporsi a clisteri evacuativi e lassativi in corso di diarrea. Il trattamento consi-gliato ha avuto un esito positivo. Nel prossimo articolo cercherò di dare alcuni consigli utili e pratici su come af-frontare il problema stipsi.

Quella strana diarrea!

Per porre i vostri quesiti, potete scrivete direttamente al Dott. Garzotti alla mail [email protected] o alla redazione del giornale a [email protected]

UROLOGIA a cura del Dott. Pecoraro Primario di Urologia presso l’Ospedale di Isola della Scala Specialista in Urologia

L’infezione urinaria in portatori di ca-tetere a dimora, specialmente se è da lungo tempo, è una evenienza mol-to ma molto frequente. In tali casi si cerca di prevenire dette infezioni o sostituendo più spesso il catetere, op-pure assumendo antibiotici anche per lunghi periodi o aumentando l’introito liquido o eseguendo lavaggi vescicali. Ma nonostante tutto ciò l’infezione può lo stesso recidivare. Si è cercato

di capire come si propaga l’infezione in questi pazienti e si è scoperto che ciò non avviene, al contrario di come si supponeva, attraverso il lume ossia l’interno del catetere, ma tra l’ester-no del catetere e la parete dell’uretra dove si forma una specie di patina che intrappola e fa sviluppare i germi. E lì purtroppo l’antibiotico difficilmente può arrivare. Quindi ciò spiega perché, con i mezzi che abbiamo a disposizione

e di cui sopra ho fatto una sintesi, riu-sciamo a fare poco. Ma c’è da dire una cosa. Dette infezioni, etichettate oggi come batteri uria, non hanno rilevanza clinica nel senso che non comportano un danno per la salute del paziente. Ergo non è necessario trattare con an-tibiotici a meno di sintomi tipo cistite o febbre o urine particolarmente tor-bide, perché la presenza di microbi è un fatto possibile e frequente ma non

dannoso. Rimane utile introitare più liquidi perché così i germi verranno veicolati all’esterno attraverso l’urina, rimane utile tenere pulito il catetere e tutta l’area compresa attorno al meato uretrale. Quindi suo padre che non ha sintomi non ha necessità di assumere antibiotici. Da adottare invece gli altri accorgimenti su menzionati.

Per porre i vostri quesiti, potete scrivere direttamente al Dott. Pecoraro alla mail [email protected] o alla redazione del giornale a [email protected]

Ho mio padre molto anziano che ha il catetere vescicale da ormai 3 anni. Da alcuni mesi ha sempre infezione nell’urina e sebbene abbia assunto diversi antibiotici l’infezione ritorna in breve tempo. Però non ha disturbi. Che consigli mi può dare?

Grazie, A.M.C., Castel D’azzano

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9Sociale

Gli anziani. Perché siamo insensibili ai loro bisogni? La terza età, tra problematiche, richieste e necessità davanti alle quali spesso l’amministrazione villafranchese sembra essere sorda

Alcuni giorni fa sono stato con-tattato da alcuni nostri anziani che frequentano anche il CIRI-CUPE perché avevano delle cose da dirmi. Sono andato da loro con curiosità, per sentire di cosa vole-vano parlarmi e quando mi hanno accolto, ho trovato persone che come i miei genitori che mi hanno ritenuto al pari di un figlio. Non vedevano l’ora di manifestarmi le loro richieste perché non hanno trovato nell’amministrazione del-le risposte. Ve ne riporto alcune. I nostri vecchi, ora che c’è caldo,, escono di casa o nelle prime ore della mattinata o nelle ore pome-ridiane meno calde; lo facciamo anche noi dato che la calura in questi mesi è notevole, anche se la situazione non è troppo diversa nelle altre stagioni, giacché gli an-ziani e i bambini sono i più esposti agli sbalzi termici. La prima cosa che mi hanno detto è questa: nella nostra piazza, che per noi villa-franchesi è Corso Vittorio Ema-nuele, non esiste nessun posto dove fermarsi a riposare dopo aver fatto una passeggiata. Le uni-che panchine dove sedersi sono

quelle della gelateria TOPuno, che erano state messe dal proprieta-rio precedente e che servivano a tutti o per sostare o per mangiare un gelato. A noi risulta che il co-mune impose di toglierle, ma l’al-lora proprietario decise di tener-le di propria iniziativa. Ora, se le uniche panchine di tutto il Corso Vittorio Emanuele sono queste e sono a rischio di estinzione, dob-biamo porci una domanda: è pos-sibile che non riusciamo a capire che i nostri vecchi hanno bisogno di avere una panchina per riposa-re durante la loro magari unica passeggiata giornaliera? Possibile che pur avendo un assessorato che si occupa di cultura e delle problematiche sociali non si pos-sa avere un occhio di riguardo a queste necessità? Non sono po-che le persone anziane del nostro paese! I loro bisogni sono davanti agli occhi di tutti, ma nell’ammini-strazione sembra che nessuno se ne renda conto. Vi portiamo un al-tro esempio: non tanto tempo fa c’erano, nel comune buon senso, i gabinetti pubblici. Ora si trovano, tanto per fare un esempio, nelle stazioni di servizio delle auto-strade. I nostri anziani, se hanno un bisogno fisico, sono costretti

a entrare in un bar e chiedere, tanto per non essere scortesi, un caffè per poter andare in bagno. Il caffè, che è il minimo tra le consu-mazioni previste, resta tante vol-te imbevuto proprio perché non è che lo si voglia davvero bere, però è necessario per soddisfa-re altre esigenze. Altro esempio. Sembra finalmente, che, dopo le tante nostre segnalazioni attra-verso i nostri articoli precedenti sul degrado dei giardini pubblici, si sia deciso di risistemarli. In que-sto caso si potrebbe ipotizzare, visto che le elezioni amministra-tive sono alle porte, che il rinno-vamento dei giardini sarà celere. Voi ci credete? Come abbiamo ben visto, tutti i lavori che si ini-ziano non sono mai portati a ter-mine nei tempi previsti, sempre che siano portati a compimento. Altro esempio: avete mai provato a guardare sulle strisce pedonali come attraversano i nostri anzia-ni e come attraversiamo la stra-da tutti noi? Loro aspettano che non passi più nessuna macchina o camion e poi cercano di attra-versare velocemente, per quello che possono, per arrivare fino a metà strada. E poi si fermano per aspettare che dall’altra parte ci sia

un “buco” per passare. Non è che ci sia per terra magari una scritta “rallentare”; nossignore e anzi se c’è un cartello al lato della strada è quasi sempre ben nascosto. Al-tri esempi ce ne sarebbero a iosa, ma a noi preme mettere in risalto un pensiero: noi, che stiamo leg-gendo, abbiamo avuto dei genitori. Loro due assieme, hanno dato vita a qualcosa che nel corso del tem-po è diventata importante tanto quanto lo sono stati loro. Se noi leggiamo e facciamo leggere que-sto ai i nostri figli, dobbiamo solo pensare che se non ci fossero sta-

ti loro, noi non avremmo potuto fare niente perché non ci sarem-mo mai stati. Noi, che vogliamo che i nostri figli siano migliori di quello che siamo noi, dobbiamo solo dire grazie ai nostri genitori anziani e appunto per questa ra-gione, prima di pensare che molte volte siano solo un peso, pensia-mo che, ringraziando Dio, loro ci sono stati. E ci auguriamo che chi ha la pos-

sibilità di impegnarsi con le risor-se economiche e la pianificazione urbanistica, come l’amministrazio-ne, dia il proprio contributo.

di Giorgio Negrini

Numerose persone nelle nostre case hanno ricevuto del sangue da donatori anonimi che è servito loro per vivere. Nei nostri ospedali c’è un’emergenza che non finisce mai di essere tale: è l’emergenza del sangue. C’è n’è bisogno nel pronto soccorso, nelle sale operatorie, in corsia. Serve a salvare la vita delle persone o semplicemente a curarle come si deve. L’emergenza è continua ma noi ce ne dimentichiamo spesso anche grazie alla presenza dei numerosi donatori che periodicamente e gra-tuitamente donano una parte del loro sangue per salvare la vita di numerose persone. Oggi, da una donazione di sangue si ottengono globuli rossi concentrati, piastrine, plasma e altri emoderivati che possono essere di aiuto a più ammalati, affetti da differenti patologie; una sola ora del nostro tempo, dedicata a una sola donazione, può migliorare la vita a più persone. Questo atto d’amore viene spesso dimenticato per un’infondata paura dell’ago e per la non consuetudine agli esami preventivi per la propria salute; la donazione è utile per il ricevente ma anche per il donatore, perché con le analisi di legge effettuate ad ogni donazione (gruppo sanguigno, emocromo, test per epatite b e c, hiv, ecc...), il donatore viene sottoposto ad un check-up gratu-ito, come se fosse stato ordinato dal proprio medico curante. Anche vincere la paura del medico, dell’ospedale non è un bene-ficio da poco: i donatori, con i loro incontri periodici, prendono confidenza con tutti quei camici bianchi che, di solito, incutono un certo timore e, in caso di necessità, sanno muoversi con meno difficoltà nei meandri ospedalieri. Per poter superare lo scoglio dell’indecisione occorre creare una “rete di simpatie”. Questa “rete” deve combattere per prima cosa il concetto che ci siano delle persone “preposte” a donare il sangue pagate o non pagate; FIDAS procura il sangue gratuitamente. Le scuole sono il mezzo ideale per iniziare questo percorso di condivisione culturale; l’incontro con singole classi facilita il dialogo e permette di affrontare e discutere il problema in modo meno formale dando, di sicuro, risultati migliori. Non sempre ciò è possibile perché ci sono tante altre esigenze nelle scuole, e allora ci si trova nell’aula magna. Si può sempre migliorare, ma va bene anche così e i risultati si vedono. A Villafranca il collegamento con gli Istituti superiori e con le scuole è ottimo; abbiamo dirigenti e docenti molto sensibili al problema, spesso perché sono anche donatori e donatrici di sangue. I bambini delle classi elementari, di solito tornano a casa e ne parlano con i loro genitori ed è a questo punto che la “rete” inizia il proprio cammino. Dovremmo noi genitori, noi nonni, impegnarci di più per ampliare questa “rete di simpatie” a gruppi di amici, ad altre associazioni e naturalmente ai più giovani. C’è uno slogan “ donare il sangue… ti fa sentire un eroe!”. E’ un bellissimo pensiero questo, soprattutto per i giovani, perché fa sentire loro di essere parte di qualcosa di importante, che proprio per la loro giovane età, potrebbe diventare il viatico per una buona vita futura.

Per informazioni è possibile chiamare il Servizio Trasfusionale di Bussolengo tel 045 -6712256O il presidente della sezione Fidas di Villafranca, Silvano Troiani tel. 3469652836

ASSOCIAZIONI

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A cura di Diego CordioliA cura di Diego Cordioli

Benessere & Relax 09 1210

A cura del Centro Olistico IL SOFFIO

CENTRO OLISTICO IL SOFFIO

Il Centro offre percorsi di meditazione, yoga, biodanza, metodo Rio Abierto, trattamenti e seminari Reiki, seminari e workshop per la ricerca interiore e le relazioni, consulenza individuale e di coppia, elaborazione del lutto, visite omeopatiche, cene, creatività, serate esperienziali. Ospita le attività dell’Associazione OLOS - LA SCIENZA DELLA MEDITAZIONE e da ottobre la Scuola di Counseling Tran-spersonale EST – Essential Teaching School (serata di pre-sentazione della scuola martedì 11 settembre p.v. ore 20:30).

C E N T R O O L I S T I C O

C E N T R O O L I S T I C O

Il Centro Olistico Il Soffio si trova in Corso Garibaldi, 91 a Villafranca, vicino alla stazione FS.Tutte le informazioni sul sito: www.centroilsoffio.it Infoline: 349 [email protected]

COACHING & COUNSELING

Le competenze da affinare per ridare forma ad un’epoca che sembra smarrita sono legate alla creatività, alla fantasia, alla lungimiranza, all’osservazione, all’intuizione, all’auto-imprenditorialità. Dobbiamo SVEGLIARCI dal torpore di questa attesa frustrante e debilitante e DANZARE con l’incertezza! Servono coraggio e fiducia, energia e determinazione, allenamento e azione.Vieni ad allenarti con il “PROGETTO ACQUERELLO” per dipingere il tuo futuro!

Laboratori di Coaching e Orientamento al Lavoro per giovani e adulti con la tecnica del coaching.Verona, Via Magellano 8 ogni Lunedì dalle 17:00 alle 18:30 Villafranca presso il “Centro IL SOFFIO: ” in programmazione in Ottobre/Dicembre 2012

Dott.ssa Rosella Egione - Professional CoachTecniche Integrate per la Crescita e lo Sviluppo Personale e ProfessionaleInformazioni al 349 2866139A Verona in Via Magellano 8 e a Villafranca presso il Centro Olistico IL SOFFIO

BIODANZA

Creata da Rolando Toro, di origine Cileno, psicologo, antro-pologo e poeta, la Biodanza è un sistema di esercizi studiati per favorire l’integrazione personale e l’incontro umano, basato su esperienze indotte dalla musica, dall’emozione e dal movimento/danza. Si fa in gruppo e non è necessario saper danzare, ma solo avere tanta voglia di divertirsi e di riscoprire la “Gioia di Vivere”.

Serate esperienziali gratuite: giovedì 13 e 20 settembre ore 20:30Inizio corso: giovedì 27 settembre ore 20:30 - 22:30

INFOLINE: Cecilia Francisconi 333 1715424

FESTIVAL

30.09.12COLONIE DI BORGHETTO,VALEGGIO SUL MINCIO (VR)

9:30-10:00 Benvenuto e presentazione

10:15-11:15 Meditazione del Chakra del Cuore

11:30-12:30 Presentazione del corso Learning Love

12:45-14:00 Pausa pranzo

14:15-15:15 SALA 1: Giochiamo con la musica e il colore SALA 2: Meditazione Nadabrahma

15:30- 16:30 SALA 1: Meditazione Nataraj SALA 2: Meditazione Chakra Sounds

16:45-17:45 Meditazione Kundalini

18:00-19:00 Meditazione Vipassana

19:15-20:15 Aperitivo OlosGiovani + pausa cena

20:30-23:30 Trance Dance

INFOLINE: Laura 349 4567903 - Oriana 333 5640070

SCOPRIRE LA MEDITAZIONE

METODO RIO ABIERTO

Serate esperienziali gratuite presso il Centro IL SOFFIO: mercoledì 12 e 19 settembre ore 20:30

Conduce: Chiara Scalfo 349 6493710

Rio Abierto significa “fiume aperto”. È un sistema di lavoro che si struttura attraverso il movimento con la musica e mira ad inte-grare Corpo-Mente-Emozioni-Spirito Rio Abierto si fa scalzi e in cerchio, per migliorare la sensazione di connessione con Madre Terra e facilitare lo scarico di tensioni fisiche e stress mentale. Lo scopo è di portare il partecipante a sperimentare nuove posture e con esse una nuova percezione di sé.

MITICI PERCORSI

La Danza delle Dee. Un viaggio nel femminile per Uomini e DonneVenerdì 21/09 ore 18:00 -22:30 La Danza dell’Olimpo. Un viaggio nelle relazioni attraverso il mitoDomenica 21/10 2012 ore 9:00 -18:00 Mitiche relazioni – Serata esperienzialeVenerdì 12 ottobre 2012 ore 20:30 - 22:30

LE CONDUTTRICI: Renata D’Amico, scrittrice e counselor relazionale, Reiki Master.Laura Belligoli, pedagogista, mediatrice familiare, Reiki Master.

INFOLINE 349 4567903 – [email protected]

MITICI PERCORSI si sviluppa attraverso 3 proposte: La Danza delle Dee, La Danza dell’Olimpo e Mitiche relazioni, in cui gli archetipi vengono esplorati attraverso tecniche introspettive e dinamiche, quali la visualizzazione, la danza, la meditazione, i giochi di ruolo e l’espressione creativa.

YOGA

Serate esperienziali gratuite presso il Centro IL SOFFIO: martedì 18 e 25 settembre ore 20:00Inizio corso: martedì 9 ottobre ore 20:00 - 21:30

Conduce: Tosho Maurizio Padovani 348 2608250 - [email protected]

Il corso prevede l’insegnamento di esercizi e semplici po-sture (asana) per stendere la muscolatura e liberare la re-spirazione (pranayama). Verranno proposte varie tecniche di rilassamento, dando importanza all’ascolto e alla con-sapevolezza, per trovare un equilibrio interiore e andare verso la realizzazione della nostra vera natura.

Page 11: Settembre

Non avviene molto spesso che associazioni che operano in ambiti diversi nella nostra co-munità villafranchese riescano a collaborare anche per piccoli e semplici progetti.Da tre anni il Grest estivo della

parrocchia Madonna del Popolo e l’associazione WWF SudOvest Veronese hanno iniziato una proficua collaborazione.Lo scopo di tale attività è quel-

lo di unire ai vari aspetti ludici ed educativi che caratterizzano il ben organizzato Grest par-rocchiale anche l’educazione ambientale dei ragazzi che lo frequentano.Attraverso un confronto tra

le attivissime animatrici della Madonna del Popolo e alcuni volontari del WWF si è stabilito che un gruppo di ragazzi avreb-be svolto due diverse attività.La prima ha previsto una sor-

ta di laboratorio di falegnameria durante il quale i ragazzi hanno costruito oggetti utili a favorire la presenza di alcuni animali tipi-ci del territorio nei nostri giardi-ni pubblici e privati. Nel primo anno sono stati co-

struiti numerosi nidi artificiali in legno per gli uccelli, che sono stati poi posizionati dai ragazzi stessi nei giardini intorno alla chiesa e in parte sono stati do-nati al WWF che ha provveduto a sistemarli nella vicina oasi della Bora o dove veniva richiesto.Nel secondo anno i ragazzi si

sono cimentati nella costruzio-ne di nidi per pipistrelli, animali molto utili in natura anche per-ché grandi divoratori di insetti e quindi anche di zanzare. Anche in questo caso i nidi costruiti sono stati in parte posizionati dai ragazzi in alcuni luoghi vicini alle loro case ed una parte sono stati donati per favorire la pre-senza di questi utilissimi animali in alcuni ambienti naturali del nostro territorio.Questo lavoro ha permesso ai

partecipanti al Grest di mettersi alla prova come piccoli falegna-mi ma soprattutto li ha aiutati a conoscere e riflettere riguardo alla complessità e alla ricchezza del nostro ambiente naturale.La seconda attività, di grande

utilità per la comunità di Villa-franca e che prosegue con co-stanza da tre anni (quest’anno per motivi organizzativi non si è riusciti a fare un altro labora-torio di falegnameria legato alla natura), consiste nella pulizia e nell’irrigazione della piccola ma

Educazione ambientale al Grest Madonna del PopoloI ragazzi del Grest Madonna del Popolo contribuiscono a valorizzare la biodiversità nel loro ambiente

A cura di Luigi Facincani

di Matteo Melotti

11Ambiente

diversificata siepe che il WWF ha messo a dimora alcuni anni fa, in prossimità delle piscine comunali. Tale siepe caratteriz-zata da esemplari di specie au-toctone (Bagolaro, Biancospino, Sanguinella, Olmo campestre...) ha due grossi nemici che ne ral-lentano e ne mettono a repen-taglio la crescita: la mancanza d’acqua e la maleducazione di alcune persone che transitano da quelle parti.Il luogo dove sono state posi-

zionate le piante non è raggiun-to dall’irrigazione e nelle vici-nanze non vi è una fontanella e quindi la siepe è mantenuta in vita solo grazie all’opera di volontari che, prelevando qual-che secchio di acqua dal Tione, riescono ad irrigarla a sufficien-za. E grazie anche all’aiuto dei ragazzi del Grest Madonna del Popolo.Purtroppo alcuni cittadini non

manifestano rispetto per la cosa pubblica e per l’ambiente e quando camminano nei parchi e nei giardini gettano per terra carte, lattine, bottiglie di vetro e tante altre cose. Il gruppo di ragazzi del Grest, con le anima-trici, hanno dato un contributo importantissimo per la crescita e l’abbellimento del nostro pae-saggio ripulendo costantemente questo piccolo ma importante spazio. Due volte alla settimana partiva dal piazzale antistante la chiesa della Madonna del Popo-lo un gruppo di volenterosi ar-

mati di guanti, secchi e sacchetti e dopo avere fatto una breve, ma calda passeggiata fino alle pi-scine, hanno innaffiato le piante e pulito quello che altri maledu-cati avevano lasciato per terra.Adesso il Grest è finito e la

siepe è ancora lì, anche grazie ai ragazzi ed alle animatrici, e confidiamo che questa collabo-razione possa continuare anche il prossimo anno. L’educazione delle nuove e fu-

ture generazioni potrà permet-tere il mantenimento di questa piccola siepe e contribuire al miglioramento del nostro am-biente che non è altro che la nostra grande casa comune.

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Page 12: Settembre

Sport Villafranchese 09 1212

A cura di Elisa Zanola

Lovers PQ Quaderni: passione e abnegazioneAnche quest’anno la squadra di calcio a 7 della Polisportiva Qua-

derni “LoversPQ” si conferma al vertice della categoria “Eccellenza” UISP, l’associazione sportiva che ha l’obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini (Unione Italiana Sport Per tutti, www.ui-spverona.it). Dopo i successi della scorsa stagione i LoversPQ hanno chiuso l’annata calcistica con una strepitosa TRIPLETTA conquistata a suon di titoli: campionato, supercoppa e campionato provinciale. In pratica la squadra di Mister Turrina Gino ha sbaragliato la coriacea concorrenza vincendo tutti i titoli in palio. A completare la trionfale stagione anche il titolo di miglior realizzatore conquistato dalla Mi-chele Tesini e un ottimo piazzamento nella classifica disciplina. Abnegazione calcistica coniugata a qualità tecniche sono state le

armi vincenti messe in campo dalla compagine neroverde. Appunta-mento alla prossima stagione dove i LOVERSPQ dovranno difendere lo scudetto di campioni provinciali 2011/12 cucito sulla maglia.

Perchè tutto al calcio? E gli altri sport?Gli sport ”minori” hanno un indotto di ragazzi 10 volte superiore al calcio; ma perché l’amministrazione di Villafranca non è attenta a questo aspetto?

E’ inconcepibile che una socie-tà sportiva come il Centro Spor-tivo di Villafranca, che raggruppa molte altre società, ponga il veto di svolgere la propria attività a un’altra società .Motivo? Riportiamo testual-

mente il fax inviato alla West Ve-rona Rugby, società di Villafranca, nata 8 anni fa: “…tale decisione è stata intrapresa per salvaguar-dare il manto erboso e la relativa manutenzione”. Cerchiamo di

analizzare questa frase: chi gioca a calcio gioca sull’erba; si sa che il campo di gioco meglio è te-nuto, meglio corre la palla. Ora, e questo è l’assurdo, chi gioca a rugby sa benissimo che se il manto è buono, la propria e l’al-trui incolumità viene salvaguar-data. Chi gioca a calcio fa “ en-trate e scivolate” con i tacchetti delle scarpe da calcio che rovi-nano l’erba; chi gioca a rugby sa benissimo che queste “entrate” sono vietatissime dal regolamen-to, pena l’espulsione. Il calcio e il rugby hanno ambedue “il contat-to”; cadere e anzi tirarsi giù è la

normalità, e quindi chi non tiene il campo in perfette condizioni è ben consapevole che la propria integrità è in pericolo. Questa giustificazione inviata pochi gior-ni fa, è talmente inconcepibile che se la vogliamo paragonare ad altri sport, sarebbe come dire che chi gioca a basket non può giocare, perché quando si trova nella palestra, vede le linee del gioco del volley e quindi farebbe confusione.Ci sarebbero tante altre moti-

vazioni per far capire l’assurdità di questa decisione, ma quello che ci preme far notare è come

si è giunti a questo dato di fatto.Riepiloghiamo: la prima squadra

di rugby, nel campionato scor-so, si allenava sul campo di cal-cio dato in uso alla Polisportiva San Giorgio; fino a circa quattro mesi fa, gli accordi con il Cen-tro Sportivo di Villafranca, erano che si sarebbe continuato con-giuntamente anche quest’anno. Addirittura era stato organizza-to dalla West Verona Rugby, un torneo estivo a più squadre con società limitrofe e anche da fuori provincia, nel mese di giugno, da svolgersi a Villafranca. A fronte di questo voltafaccia, la società è stata costretta, in fretta e furia, a ricorrere ai campi di Somma-campagna e di Sona. E inoltre è stata costretta a domandare, per l’attività dell’anno prossimo, il campo sportivo della Glaxo, che si trova alla “spianà” di Verona. L’unico rugby che rimane a Villa-franca è il Minirugby con la Po-lisportiva San Giorgio, under10 e under12. Questo, secondo il nostro parere, è inconcepibile! La domanda di riconferma, come prassi ormai da 8 anni, era stata inoltrata all’Assessore allo Sport e al Centro Sportivo di Villafran-ca nel mese di Aprile 2012; ad-dirittura il mese di Maggio 2012 all’Amministrazione Comunale era stata inoltrata la domanda di utilizzo di gazebo per il torneo di Giugno. Andava tutto a mera-viglia, tanto che per la stagione sportiva 2012-2013 era stato addirittura richiesto il preven-tivo di spesa alla West Verona

Rugby. Il 30 Giugno 2012 arriva il fax che dice: “A causa dell’erba non si fa più niente, anzi i campi di gioco sono utilizzati esclusiva-mente dalle squadre di calcio.” La vicenda ci obbliga a fare al-

cune riflessioni:Lo sport del rugby è lo sport

dove in assoluto, la correttez-za verso l’avversario e verso se stessi, raggiunge livelli talmente alti, che non c’è paragone in nes-sun altro sport.Il rugby unisce e non divide;

provate a vedere se ricordate “risse” riportate dalla tv , che su questi episodi, le emittenti si di-vertono a cercare.Alla fine di ogni partita i gioca-

tori si abbracciano, qualsiasi sia stato il risultato del gioco.Non c’è sicuramente bisogno

di aggiungere altro e anzi se vo-lete veramente capire “l’anima” di questo gioco, vi invitiamo a vedere il film “Invictus” su Nel-son Mandela e sulla rinascita di una nazione come il Sud Africa.Ora: chiediamo con forza

all’Amministrazione di Villa-franca, di rivedere al più presto questa decisione, perché al-trimenti i paesi limitrofi come Sommacampagna e Sona sono lì ad aspettare che per l’annata sportiva 2012-2013, centinaia di nostri ragazzi, vadano da loro ad allenarsi e a giocare sui loro campi e inoltre che per il futuro, prima di prendere decisioni così importanti, si interpellino tutti i soggetti.

di Giorgio Negrini

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Aziende

PUBLIREDAZIONALE

DAL 27 AGOSTO 2012 IN ITALIA IL FOTOVOLTAICO HA SUBITO UNA SVOLTA RADICALE: 5° CONTO ENERGIAIN SOSTANZA, LA MAGGIOR PARTE DEGLI OPERATORI DEL SETTORE HA ETICHETTATO

IL NUOVO SISTEMA INCENTIVANTE COME DIMEZZAMENTO DEGLI INCENTIVI PERCEPITI.

Questa interpretazione è vera se viene valutato il solo ritorno economico e speculativo dell’incentivazione. Andando ad analizzare più in dettaglio quanto dice il nuovo decreto, riusciamo invece a recepire un fondo di spirito ecologico. In poche parole viene incentivato mag-giormente l’autoconsumo dell’energia prodotta, tendendo invece a ridurre drasticamente i soldi percepiti in virtù della sola produzione e

successiva vendita in rete, anche sotto forma di scambio sul posto. I contributi si dividono così in tariffa omnicomprensiva e premio sull’au-toconsumo. In pratica, consumando in tempo reale l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, si ottiene contemporaneamente un contri-buto in denaro, al quale va sommato il risparmio ottenuto dal mancato consumo di energia dalla rete elettrica. La rimanente energia viene ripagata a poco più del reale prezzo di mercato, se riversata in rete. A questo punto diventa obbligatorio valutare accuratamente la potenza dell’impianto fotovoltaico in relazione ai consumi elettrici, non solo sotto l’aspetto quantitativo ma anche in base alla distribuzione tempora-

le dei consumi e della produzione di energia.

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pompe di calore, fornelli ad induzione, impianti ad irraggiamento ad infrarossi, e quanto di meglio proposto dalle più moderne tecnologie. Il tutto mantenendo sempre il timone puntato sull’obiettivo del risparmio energetico ed economico, al fine di ottenere degli utili oltre che un

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Fatti & Misfatti 09 1214

Mi chiamo Lido e da 80 anni faccio l’agricoltore alle Volpare. Mi piacerebbe che veniste a cono-scenza di un fatto che mi è successo. Nel 2001 all’asta di Verona ho acquistato un pezzo di terra in località Morando, che si trova tra via Luigi Fantoni, che va a Quaderni, e via Mantova, quella che entra dal distributore di metano e che arriva alle Volpare. Dopo 7 anni dall’acquisto sono riuscito a dividere la mia proprietà da quella degli eredi del precedente proprietario. Ho potuto fare que-sta divisione perché consultando l’Ufficio Tecnico di Villafranca, ho saputo che esisteva una strada comunale detta “per Pizzoletta”, che mi consentiva di accedere alla parte del mio fondo. L’iter bu-rocratico è iniziato il 16 gennaio 2008 quando il funzionario Dott.ssa Leoni dell’ufficio tecnico mi chiedeva copia di: atto di acquisizione della proprietà, rogito, atto notarile e planimetria catastale al fine di valutare l’assetto giuridico dell’area, per il ripristino della strada. Nei verbali della Polizia municipale redatti in data 25 settembre e 20 ottobre 2008 sono registrate tutte le informazioni relative a questa strada che dopo i primi 100 metri dall’imbocco della strada Fantoni si ferma all’improvviso perché sono stati piantati degli alberi di Kiwi negli anni 1997/1998. Il 21 agosto 2008 l’Istruttore Tecnico Voltolini certificava l’esistenza della strada. Con una raccomandata del 23 dicembre 2008 venivo invitato ad un incontro con il Sindaco perché “era stata segnalata all’Ammi-nistrazione Comunale la scomparsa del tracciato della strada denominata per Pizzoletta, mediante l’occupazione da parte dei terreni confinanti e la necessità del suo ripristino.” Durante questo incontro ricevetti ampie garanzie sul ripristino di detta strada, tanto che il 5 marzo 2009 mi si comunicava che la strada era individuata correttamente sulle mappe catastali e che sarebbero stati stabiliti gli esatti confini della strada mediante l’incarico all’Agenzia del Territorio Ufficio Provinciale di Verona Servizio Catasto. Sembrava fatta, anche perché la raccomandata proveniva dall’Ufficio Tecnico di Villafranca. In data 3 giugno 2009, inoltravo al Dirigente dell’Area Tecnica e al Comune di Villafranca una nota in cui comunicavo la mia disponibilità ad effettuare a mia cura le spese di riconfinazione. E qui incomincia la storia infinita che mi ha portato a scrivere questa lettera. Ricevo in data 10 giugno 2009 dal Dirigente dell’Area Tecnica di Villafranca una lettera che dice: “in merito alla sua proposta del 3/06/2009 è possibile dare parere favorevole con le seguenti precisazioni: preliminarmente è necessario verificare la storia catastale della strada: infatti, pur essendo inserita nell’elenco strade comunali del 1865, a seguito dell’osservazione presentata, sussistono dubbi sull’origine catastale della stessa; presentato l’eventuale riscontro positivo all’esistenza catastale della strada, l’ufficio provvederà ad ordinare ai proprietari confinanti il ripri-stino nonché, contestualmente, a comunicare data e ora del sopralluogo al fine di verificare l’ottemperanza, ovvero, in caso contrario, ad individuare i confini, che saranno collaudati dall’Agenzia del Territorio Servizio Catasto”. A dicembre 2008 il Sindaco mi aveva detto che era tutto a posto e che la cosa si sarebbe sistemata nell’arco di 15 giorni; a marzo 2009 mi ero reso disponibile a mie spese al ripristino della strada e dopo sei mesi si ricomincia tutto da capo? Cosa è successo in questi mesi? Come mai la strada viene ancora messa in discussione dopo che un anno fa mi era stato comunicato che esisteva nel catasto del 1865 e in quello del 1967? Così il 26 giugno 2009, presento al Comune di Villafranca una perizia di un mio tecnico di fiducia, con le verifiche catastali dell’esistenza dal 1865 della “strada Comunale che conduce a Pizzoletta”, con relative mappe catastali. Il 10 dicembre 2009 il Comune di Villafranca chiama tutti e sette i proprietari per una “proposta di componimento per il ripristino della strada, previa declassazione a patrimonio disponibile e pagamento del giusto prezzo desunto da altrettale peri-zia giurata di stima”. Che in parole povere significa giusto prezzo di stima. La faccenda si chiarisce perché la stima fatta dal CTU è, sentite sentite, 400.000 euro da dividersi in sette per il ripristino della strada. Ora uno si domanda: per prima cosa, una strada comunale non è di proprietà del Comune? Tutte quelle strade sterrate che corrono attraverso i campi di chi sono? Quanti soldi spende il comune per mantenerle efficienti? Ma queste e altre considerazioni me le tengo per dopo perché in data 30 maggio 2011 ricevo una raccomandata dal Segretario Generale F.F. in cui sintetizzando le conclusioni si dice che “da decine e decine di anni la strada comunale esiste solo sulla carta ma di fatto ha perso la sua connotazione di strada comunale per la mancanza di uno dei presupposti fondamentali e indispensabili per il mantenimento di tale connotazione, che è l’idoneità a soddisfare l’interesse della collettività all’uso pubblico. Venendo meno tale requisito, la strada comunale perde la sua connotazione ancorché permanga la sua indicazione “sulla carta”. Distinti saluti.” Macché distinti saluti! I saluti li dovresti fare a tutti i villafranchesi; già, perché quella strada te la sei fatta “fregare” tu, Comune di Villafranca. Quella strada non è mia ma di tutti i cittadini di Pradelle, di Pizzo-letta, di Quaderni, di Rosegaferro, di Villafranca che avrebbero il diritto di passarci sopra. Dovevi essere tu, Comune, che imponevi di toglierle, quando erano state piantate, le 83 piante di kiwi che sono le testate dei filari, che invadono la strada. Lo sapete quante piante ci sono nella piantagione? La bellezza di 2535 piante: le ho contate. Cosa costa a te, Comune, farne rimuovere 83? Ora quella strada è di tutti i villafranchesi; ci potrebbero passare papà e mamme con i propri figli, magari in bicicletta senza dover fare il giro dell’oca per una passeggiata; potrebbe essere una strada per i ciclisti della domenica o addirittura, domani, un percorso per una pista ciclabile; potrebbe essere una strada che potrebbe servire per i mezzi agricoli e per tutti quelli che lavorano i campi. Capisco perché sia diventato così difficile comporre questa vertenza e pare che il sindaco faccia le riunioni con tutti i proprietari senza invitarmi; 60.000 euro a testa fanno sì che una strada diventi improvvisamente, come ha scritto? Ah sì, “ poco interessante per la comunità” , perché si fa pagare ad altri quello che dovrebbe essere un compito suo: l’interesse per ogni cittadino del suo paese. Mi viene da chiedermi, anche se non so ancora come andrà a finire questa vicenda: se chi ha il potere può decidere il da farsi, cosa potrà succedere domani a voi che state leggendo?

Abbiamo tutti perso una strada! di Lido Cordioli PUBBLIREDAZIONALE

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“El Cavalin, la tersa squadra de fubal”Cari amici, care amiche, ben ritrovati, dopo la pausa estiva rieccoci qui e questa volta non sarà un personaggio a riportarci nella “Villafranca de na’ ‘olta” ma un intero gruppo, una squadra di “fubal”, quella del Cavallino. La sua storia ve la lascio raccontare dall’amico Antonio Modena del casato dei “Ciocolo”, soprannominato “Vento”, che dopo aver trascorso alcuni anni della sua giovinezza a Villafranca si è tanto innamorato del nostro paese da non poter fare a meno di seguirne le vicende, anche a distanza di più di mezzo secolo, grazie agli amici di allora con cui tiene regolari contatti e, perchè no, grazie anche al nostro giornale di cui è un affezionato lettore. Antonio Modena, classe 1931, nasce a Sona dove vive sino al 14 maggio 1945 quando, perduta la mamma in un tragico incidente, viene ospitato dai parenti di Villafranca. Rimane con loro qualche anno, poi segue il padre, trasferito per lavoro, a Perugia (dove anche lui trova impiego e dove vive tuttora) ma si porta dietro la nostalgia per il nostro paese e l’amore per il calcio, passione di tutta la sua vita, prima come giocatore e poi come dirigente. Ecco quello che ci ha scritto di quando viveva a Villafranca: “Anni 45-47, a guerra appena finita, la nostra generazione (41-46) si trovava a sbrindolar, specie nel periodo di chiusura delle scuole. Ci radunavamo nella Fossa del Castel, lato Mulin de Pissighela, per giocare al fubal. I pali delle porte erano due sassi o alcune magliette. Eravamo tutti giocatori e tutti arbitri nel senso che le decisioni venivano prese collegialmente salvo quella del proprietario del pallone che era legge, altrimenti smetteva di giocare e si portava via l’unico pallone. In lunghezza il campetto era accettabile ma era talmente stretto da non poter tirare i calci d’angolo per cui si suppliva con la regola, ogni tre corner un rigore. L’altezza della porta poi veniva giudicata ad occhio, in base all’altezza del portiere, normalmente el più strasso o el pì grosso. Nacque una squadra formata da: Cesare Franchini (el pì bon de tuti), Mirko Beghini, Domenico ed Enzo Tumicioli ( Paniga), il sottoscritto, Giulio Porta, Emilio Fasoli, Marcello Zago, Benvenuto Bellesini (Galineta), Nerino de Santi, Fumagalli (Bardella) e Begalli (Tano di Corte Custoza), Sganzerla (el Mantoan dei Singali), Luigi Martinelli Junior ( el Cischia) e altri. Si andava a giocare nei paesi vicini: Sommacampagna, Valeggio, Pizzoletta. La squadra prese il nome di Il Cavallino in quanto Luigi Riccadonna, titolare dell’omonima locanda, ci comperò al mercato 15 magliette uguali a righe trasversali. Per i calzolcini e le scarpe si usava quello che c’era: braghe curte, scarponi invernali, sgalmare, scarpe de la festa. Gli allenamenti: tutti i giorni al castel, da le do fin che no vegnea scuro. Eravamo la terza suadra di Villafranca. I nostri idoli di allora erano: Prima squadra, Giuseppe Martari (Tepesto, portiere dalle plastiche parate, alto 1,65 aveva l’agilità di un gatto e se il tiro era troppo centrale si spostava di lato per poi volare a prendere la palla), Angelo Negrini (el maestro Fumo), Franco Martinelli, i fratelli Franco e Rico Tosoni, i fratelli Livio e Cecè Massagrande e i fratelli Ana, Valerio, Mileno e Roberto Bellesini. Seconda squadra, categoria ragazzi: Carlesso (Manaca), Albertini (Ciccio Bello), Nando Dalfini (el Ciareto), Romano Avanzi, Rico Tosoni, altri e Cecè (de staforo parchè l’era fora età ma talmente brao da no poderlo lasar a casa). Questa squadra si classificò al secondo posto nel Campionato italiano, battuta in finale dal Venezia di Renosto (detto Toceto che a 17 anni aveva già debuttato in serie A). Nella partita decisiva si partì dal Caffè Fantoni: giocatori , dirigenti e tifosi tutti sul camion, e sul rimorchio, di Piero Mocolo, seduti sul pianale. Soldi? Quasi si doveva pagare Sandro Polato (Polpete) per entrare in squadra, ammesso di essere bravi e di essere in possesso delle regolari scarpette da calcio fabbricate dai Fratelli Corsini ( i Pissigòti).” Non mi rimane altro che ringraziare Antonio Modena, “Vento”, per averci fatto rivivere i tempi di quando era ragazzo e, che dire di più, “sarà stà l’ombra del Castel, l’acqua del Tion o le scarpe dei Pissigòti o tute e tre le robe ensieme” certo che tanti di quei ragazzi sono diventati ottimi giocatori e non posso esimermi di fare una citazione particolare per Orfeo Bellesini (Venezia), Cesare Franchini (Napoli) e Sandro Bazzoni (Vicenza) che con la loro splendida carriera nella serie A hanno tenuto alto l’onore del nostro paese a livello nazionale. Avranno senz’altro uno spazio tutto loro, solo un poco di pazienza però perchè, “per par condicio” sono in arrivo, per riportarci nella Villafranca de ‘na ‘wolta, le storie di alcune donne. Alla prossima. Rico Bresaola.

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