SeTTeMBr e 20 18 DI BANC A DeLL A MArCA€¦ · Conegliano, il primo del dopoguerra, ed anche in...

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ANNO XXVI SeTTeMBRe 2018 QUADRIMeSTRALe DI BANCA DeLLA MARCA Poste Italiane spa · Spedizione in abbonamento postale, 70% · DCB TV 76 ECONOMIA DALLE NOSTRE FILIALI TERRITORIO periodico di Marca Solidale Attuale il pensiero di Giuseppe Toniolo La sfida della sostenibilità ci coinvolge Siamo a San Marco Collalto vive Una fucina di campioni Agricoltura nel nostro DNA

Transcript of SeTTeMBr e 20 18 DI BANC A DeLL A MArCA€¦ · Conegliano, il primo del dopoguerra, ed anche in...

ANNO XXVISeTTeMBre 2018

qUADrIMeSTrALeDI BANCA DeLLA MArCA

Poste Italiane spa · Spedizione in abbonamento postale, 70% · DCB TV76ECONOMIA

DALLE NOSTRE FILIALI

TERRITORIO

periodico di Marca Solidale

Attuale il pensierodi Giuseppe Toniolo

La sfida della sostenibilitàci coinvolge

Siamo a San Marco

Collalto viveUna fucina di campioniAgricoltura nel nostro DNA

inquestonumero

IN COPERTINA

3EDITORIALE

ANNO XXVIN. 76 · SETTEMBRE 2018

Lettera ai Soci

9ECONOMIA

Venezia. Bacino Orseolo,sestiere di San Marco.In primo pianola nuova sede della filiale.

FOTOVittorio Janna

Quadrimestraledi informazione bancaria e di cultura locale

della Banca della MarcaCredito Cooperativo. Società Cooperativa

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Segretaria di redazioneMariapia Biscaro

RedazioneFrancesco Beninato,

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Hanno collaboratoNicola Bernardi, Alessandra Bignù

Mariapia Biscaro, Lara Linda Celant,Francesca Perissinotto, Loris rui,

Massimo Spada, Claudio Tocchet

FotografieArchivio Banca della Marca, foto Jefwa,

Vittorio Janna, Francesca Nicastro

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Stampa Tipografia Carlet_Orsago (Tv)

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dagli interessati inoltrando richiesta al responsabile, nominato per la carica,

all’indirizzo della redazione. [email protected]

La rivistain versione digitaleè disponibile subancadellamarca.it

23DALLE NOSTRE FILIALI

33TERRITORIO

27NEWS DALLA BANCA

5DAY BY DAY

Notizie in breve

Perché la parolaEuropa generascontro?

12Lo svilupposostenibile

15Il valoredelle sostenibilità

18Le casse ruralinel pensieroe nell’azionedi Giuseppe Toniolo

20Giuseppe Toniolo,cento annidopo, segnala nostra storia

San Giacomodi Veglia,Santa Lucia di Piavee Favaro Veneto

41SOCIALITÀ

Collalto vive

36Una fucinadi giovani campioni

39L’agricoltura è nel nostro DNA

Abbiamoun patrimonioimmateriale:le relazioni

Siamo a San Marco!Adottiamo il globoCoronelliDa Coneglianoa Bahia,la solidarietà nascein piscinaI palù, i benedettinie Santa Bonadi VidorOrganodi San Giorgio aMarcon

Sono state diffuse 14.410 copiedel numero precedente

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diCLAUDIO SerNAGIOTTO

Presidente

L’eco della Assemblea dei Soci di Bancadella Marca del maggio scorso è ancoravivo nel nostro ambiente di vita e di lavo-ro. Le analisi di scenario – dal contestomacro economico alla vivace realtà delCredito Cooperativo – si sono intrecciatecon i positivi risultati dell’esercizio 2017della nostra Banca, segno che le sceltestrategiche poste in essere si sono rivelate,ad oggi, sagge e di ampio respiro.Lo dicono i dati sul continuo aumento deiSoci, lo confermano i numeri sulla cliente-la, sulla raccolta, gli impieghi, gli indici dicopertura e il patrimonio.Le nostre risorse umane e professionali,ogni giorno, si spendono nel costruire retifiduciarie tra la Banca e la comunità ter -ritoriale, le famiglie e lo straordinario mon-do delle piccole imprese agricole, arti giane,industriali e commerciali in cui viviamo.Banca della Marca è nella condizione dioperare da protagonista nei nuovi scenaridi sviluppo delle comunità di riferimento.Siamo una realtà dell’economia del «noi».Grandi cambiamenti stanno avvenendosul fronte economico e socio-relazionale.Essi influenzano il lavoro umano, l’eticapubblica e la stessa democrazia.Ad oltre un secolo dalla prima rivoluzioneindustriale che ha dato una inedita acce-

lerazione ai cambiamenti, oggi si è difron-te all’avanzamento tecnico-scientifico, avolte carente di una riflessione etica sul la-voro, sulla società che esso alimenta. Il la-voro è un bisogno umano fondamentale:essere occupati significa avere ruoli socia-li, avere dignità, essere autorealizzati. Es-sere liberi. L’economia del «noi» è parte diquesta riflessione.

E la nostra libertà è interpellata an-che dalla sostenibilità dello sviluppo.Le Nazioni Unite hanno dato agli statimembri 17 obiettivi da centrare entro il2030 per salvare il pianeta dalla mannaiadell’insostenibilità.La sostenibilità economica, sociale ed am-bientale ci interpella perché abbiamo tuttila consapevolezza che viviamo egoistica-mente pur avendo consapevolezze nuove:nessuno di noi è un’isola, la geopolitica cidice che apparteniamo al villaggio globa-le dove miliardi di uomini agiscono.Ne approfondiamo il tema in queste pa-gine per aprire un dibattito, alimentareuna cultura, essere tutti più responsabili.Ma la sostenibilità passa attraverso la so-cietà e l’economia del «noi», nel farci cari-co reciproco degli obiettivi e nel condivi-dere problemi e soluzioni.

LETTERA AI SOCI

L’ECONOMIADEL «NOI»,

UN OBIETTIVOAVVINCENTE

EDITORIALE76INSIEMECON FIDUCIA

LE ORIGINI E LA STORIADELLE BCC SONO MOTIVO DI ORGOGLIOCHE PERÒ NON PUÒ SOTTRARSIALLE RESPONSABILITÀ DEL TEMPOPRESENTE.

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Il 7 ottobre 2018 è il centenario dellamorte di Giuseppe Toniolo. Le Banchedi Credito Cooperativo riconoscono in luiuno degli ispiratori del movimento. Un pa-dre dell’idea di cooperazione, dell’econo-mia del «noi» oggi quanto mai vivace. Neparliamo all’interno.Affiancò don Luigi Cerruti nella creazionedelle Casse rurali ed Artigiane sulla sciadell’esperienza tedesca «Raiffeisen» e diquella dei cattolici belgi. Con la sua azio-

hanno proprietà comuni. Nel tempo i ca-pitali sociali saranno ingenti e la loro de-stinazione sarà così molteplice, duraturae diffusiva quanto la elevazione ed espan-sione della classe stessa nel progresso ci-

ne il movimento cooperativo si espansein tutta Europa. Solo in Italia, nel 1897, leCasse Rurali nate dalle idee di Tonioloerano 779.Nella relazione di chiusura al congresso diParigi del 1900, Giuseppe Toniolo afferma-va che «la cooperazione era lo strumentoper sollevare le classi meno fa vorite dallafortuna» e – nel caso della coope razionedel credito per «alleggerire le condizionionerose del prestito d’innanzi all’usuraio oalla grande banca».«La mutualità solidale, la territorialità edil localismo, l’assenza di finalità di lucro ela creazione di un capitale sociale – dicevaGiuseppe Toniolo a Parigi – costituisconole basi per la ricomposizione delle univer-sitates personarum, le comunità che

vile». E aggiungerà «Il proposito concordedi tutti gli iniziatori è di elevare il valoremorale ed economico dell’uomo mercé lamutua solidarietà».Le origini e la storia delle BCC sono motivodi orgoglio che però non può sottrarsi alleresponsabilità del tempo presente: occor-re rivivere e reinterpretare – in contesti sto-rici e culturali diversi, in situazioni socio-economiche e politiche nuove – il fareBanca di Credito Cooperativo e con essa ifondamenti perenni della mutualità, dellafedeltà territoriale e della solidarietà.Per tutti noi di Banca della Marca l’econo-mia del «noi» in questo scenario diventaavvincente.

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DAYBYDAY

a c u r a d i

M a r i o M e n e g h e t t i

NOTIZIE IN BREVE76INSIEMECON FIDUCIA

AGrICOLTUrA

È passato quasi in silenzio il 50°anniversario della morte dell’agronomoprofessore Luigi Manzoni che hadedicato la sua vita all’insegnamentoed alla ricerca nella Scuola Enologica«Cerletti» di Conegliano, la più anticad’Italia di questo settore.Manzoni nasce nel 1888 nell’Agordino,si laurea in agraria a Pisa e nel 1912 entraa far parte del collegio insegnantidel «Cerletti». Partecipa alla GrandeGuerra come capitano d’artiglieria,al termine della quale riprendel’insegnamento a Conegliano e continuaa sperimentare incroci sulle viti per poterindividuare nuove varietà e per renderele piante più resistenti alle malattie.In collaborazione con il collega professoreDalmasso effettua ricerche, adottandometodi allora pionieristici ed ottenendo,tra il 1925 ed il 1935, il risultato speratooggi conosciuto come «IncrocioManzoni», un vitigno di uva bianca chelo ha reso famoso a livello internazionale.Durante la seconda guerra mondialeil prof. Manzoni viene incarcerato ecostretto a lasciare la scuola per essersirifiutato di aderire al partito fascista.Rientra al «Cerletti» a fine guerra ed asettant’anni, nel 1958, concludel’insegnamento dopo essere stato anche

L’«incrocio Manzoni»

preside per ben 25 anni, rinunciando adinsegnare all’università.Dal 1946 al 1949 fu Sindaco diConegliano, il primo del dopoguerra, edanche in questo ruolo non hadimenticato la «sua» scuola; ne hafavorito il rilancio con un ampliamento econ l’assegnazione di diversi ettari diterreno. Ha concluso gli impegni terreni il31 marzo 1968.Sicuramente i suoi studi ed i risultatihanno creato i presupposti per quelloche oggi, con il Prosecco, è divenuto unmiracolo economico per il nostroterritorio.

eCONOMIA

Dalla C.G.I.A. di Mestre è stato fattodi recente uno studio sul transito

in autostrada dei mezzi pesanti,comparando poi i risultati tra il NordEst ed il Nord Ovest Italiano.Nel triangolo industriale Milano-Bologna-Padova viaggiano in

autostrada giornalmente, di media,circa 240.000 Tir, oltre il 60% in più di

quelli «contati» sul triangolo leader di untempo Torino-Milano-Genova. In questa analisi è emerso ancheil rovescio della medaglia.Gli autotrasportatori stranieri hannoacquisito in modo preponderanteil mercato italiano del movimento mercisu gomma generando ovvie difficoltàagli imprenditori nazionali. Un altro documento da cui emergonoaspetti positivi per il Nord Est èil rapporto di Banca d’Italia sulle areeproduttive: il Nord Est registrauna crescita di fatturato e di redditivitàsuperiore al resto del Paese. Infatti trai distretti migliori per performance, alprimo posto c’è quello dell’occhialeriabellunese che registra una crescita

Aspetti positividella ripresa

Scuola enologica«Cerletti» di Conegliano.

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NOTIZIE IN BREVE76INSIEMECON FIDUCIA

ALPINI – TreVISO

Conclusasi brillantemente, comeda sempre nello stile alpino, l’adunatadi Trento ed a metà giugno quellaTriveneta di Vittorio Veneto, riuscitissima,gli Alpini si preparano ora all’adunatanazionale del prossimo anno a Milano.A margine di questi eventi,che coinvolgono sempre migliaiadi partecipanti, c’è da segnalarecon simpatia la decisione del ConsiglioComunale di Treviso di conferirela cittadinanza onoraria all’A.N.A., perricordare l’Adunata 2017 che harallegrato la città dal 12 al 14 maggio,creando un rapporto unico con tuttii Trevigiani.Questa fu chiamata «l’Adunata del Piave»perché organizzata – come adunata«diffusa» – in sinergia con le sezionidi Treviso, Conegliano, Vittorio Venetoe Valdobbiadene e fu l’adunata deirecord per il numero delle «Penne Nere»partecipanti: 650.000 presenze nei tregiorni dell’evento e più di 80.000gli Alpini che hanno sfilato nella giornataconclusiva. Il 21 aprile è stata consegnata ai verticidell’A.N.A. la pergamena con unacerimonia pubblica che ha ufficializzatola perenne riconoscenza di tutta Treviso.

L’A.N.A. protagonista

dell’82,2% ed al terzo quello delprosecco Conegliano-Valdobbiadene conun incremento dell’80,3%. Queste sono ulteriori conferme cheil Nordest è ritornato ad essere il motoreeconomico del Paese.

CULTUrA

Anche nel nostro territorio autoripreparati spesso presentano volumidi particolare interesse per i temi trattatie per la cura sotto l’aspetto grafico.È impossibile dare spazio, sia pur minimo,a tutti per il rischio di dimenticarne

«I luoghi degli scrittoriveneti»

qualcuno. Uno però, per il tema trattato,merita più di altri d’essere pubblicizzato.Lo scorso aprile è stato pubblicato il librodel giornalista Sergio Frigo dal titolo«I luoghi degli scrittori Veneti» (MazzantiEditore), una guida che accompagnail lettore attraverso le sette provincievenete per conoscere gli ambiti egli scrittori che, in tempi più o menorecenti, hanno reso famoso il territoriodella nostra Regione.La terra dove sono vissuti ha incisosicuramente sullo stile che li hacontraddistinti, ha creato loro l’animaprofonda che li ha fatti divenire dei veriprotagonisti della cultura regionale enazionale.È un libro che prende il lettore per manoe lo accompagna a conoscere luoghispeciali e tanti personaggi di ieri e dioggi che hanno davvero fatto grandeil Veneto, proprio anche sotto l’aspettoculturale.Questo volume, oltre a valorizzaree far conoscere gli uomini e le donnedi cultura che qui sono nati o hannovissuto, suggerisce anche a quanti sonochiamati a governare il territorio,un’ulteriore opportunità: far conoscerela nostra realtà culturale che, abbinataall’enogastronomia d’eccellenza,sa offrire spazi ricchi di poesia.

ArTe

Per gli amanti dell’arte la mostra diIllegio, il paesino della Carnia in Comunedi Tolmezzo, è divenuta unappuntamento importante, da nonperdere perché permette di ammirareopere che molto difficilmente vengonoesposte in Italia.Il tema di quest’anno è «Padri e Figli» epropone spunti di riflessione sulla figuradel padre reale, su quella di Dio Padre, sulrapporto tra padri e figli attraverso operetratte dalla mitologia, dalla Bibbia e dallaletteratura. La mostra è stata inauguratail 13 maggio scorso e terminerà il 7ottobre prossimo, rimarrà aperta dalmartedì al sabato dalle 10 alle 19

A Illegio la 15a edizionedella mostra

Matthias Stomer,Tobia cura suo padre. Uno dei dipinti espostialla mostra: «Padri e Figli»di Illegio.

SOCI

Come ogni anno all’Assemblea dei Socidel 20 maggio scorso è statoampiamente illustrato il bilancioeconomico della nostra Cooperativadi Credito riguardante l’esercizio 2017.Un bilancio oltremodo positivo cherafforza e consolida gli aspettipatrimoniali della Banca, elementoindispensabile per una garanziadi continuità al servizio dei Soci, delterritorio e di quanti, famiglie e imprese,si avvalgono dei servizi offertida Banca della Marca.Durante l’Assemblea è stato presentatoanche il bilancio sociale dell’anno 2017del nostro Istituto. Il Presidente delConsiglio di Amministrazionel’ha definito giustamente «la nostra cartadi identità» perché permette a tutti,nella massima trasparenza, di conoscereil nostro profondo legame conla comunità di riferimento e l’aiutoofferto a quanti operano per farlacostantemente crescere. Per entrambii bilanci sono stati predisposti dei

Bilancio d’Esercizio 2017e Bilancio Sociale

enogastronomico e le strutture ricettivenon mancano.Unire l’ufficio turistico e creareun coordinamento delle attivitàdi valorizzazione del territorio sono statescelte vincenti che potrebbero essered’esempio per altri paesi contermini conanaloghe potenzialità turistiche.

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TUrISMO

I Comuni della Vallata, che collega Vidora Cison di Valmarino passando per Pievedi Soligo, Farra di Soligo, Valdobbiadene,Follina e Miane, si sono aggregatiper ottimizzare la promozione turisticaed i risultati sono stati davvero eccellenti.In due anni dal 2015 al 2017 l’incrementodelle presenze, secondo i dati fornitidall’ufficio di statistica delle RegioneVeneto, è stato del 22,67%, passandoda 88.217 notti dormite nelle strutturericettive nel 2015, a 108.213 del 2017. Certamente è un territorio che bensi presta ad una vocazione turistica siasotto l’aspetto paesaggistico che quello

Sinergiatra i Comuni

e la domenica dalle 9 alle 20. L’aperturail lunedì può essere richiesta per gruppi,su prenotazione effettuabile sul sitowww.illegio.it oppure via [email protected] sono le opere presenti, la piùantica è un cratere che arriva dalla Pugliae risale al 400 a.C. Molte di questevengono esposte per la prima voltain Italia e, come ha riferito il curatore, benquattro sono sconosciute anche aglistudiosi. Gli artisti presentano l’eccellenzadell’arte: Tintoretto, Guercino, PaulRubens, Caracci, Carpaccio e moltissimialtri di altissimo livello. La mostra è organizzata dal Comitatodi San Floriano e curatore è don AlessioGeretti.

PrIVACy

Il 25 maggio scorso è entrato in vigoreil nuovo Regolamento UE sulla privacy,detto Gdpr – General Data ProtectionRegulation, regole che impongonomaggiore tutela e sicurezza per i datipersonali degli utenti presenti in rete.È un provvedimento che è apparsooltremodo opportuno dopo le recentinotizie sulle violazioni messe in atto daFacebook. Le novità introdotte sono molteplici, trale nuove norme è previsto che èindispensabile il consenso esplicitodell’utente per il trattamento dei datipersonali «riservati» e che le aziendedevono spiegare in una forma ben chiaral’uso che intendono fare dei dati raccolti.L’età minima per l’accesso ai social è stataelevata a 16 anni e solo con il consensodei genitori. C’è la possibilità di cancellare i datipersonali dalla rete se l’interessatorevoca l’autorizzazione, se c’èl’opposizione al trattamento oppurese un tribunale ne ordina la rimozione.Nel caso di violazione dei serverle aziende coinvolte hanno l’obbligodi darne comunicazione all’Autoritàdi controllo entro 72 ore. Sono stateinasprite le sanzioni che possono arrivareanche al 4% del fatturato.

Le regole cambiano

fascicoli a stampa. Durante l’Assembleanon tutti hanno provveduto a prendernecopia e pertanto quanti sono interessatia conoscere gli aspetti contenuti nei duedocumenti possono farne richiesta nellapropria filiale.

Cison di Valmarino.

NOTIzIe POSITIVe

Nello scorso numero di «Insieme confiducia» si è accennato al ritrovamentodi una scultura del Canova. Ritorniamosull’argomento per segnalare cheun nuovo mistero sull’immane lavoro

Importanti ritrovamentid’opere d’arte

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NOTIZIE IN BREVE76INSIEMECON FIDUCIA

FAUNA SeLVATICA

Sulle Prealpi Veneto-Friulane nei secolipassati è sempre stato presente il lupo,decimato a lungo e fino al secolo scorso,ritenendolo un predatore pericolosoanche per l’uomo.In due recenti convegni, uno a VittorioVeneto, con la presenza dei carabinieridel Corpo Forestale, ed un secondoa Sacile, è stata valutata la situazione

Il ritorno del lupoin Cansiglio

slava. Quell’anno dalla coppia sono natidue cuccioli e nel corso degli annisuccessivi il numero è aumentato finoad arrivare attualmente alla cinquantinadi esemplari diffusi in Lessinia,nell’altipiano di Asiago, sul Col Visentin enel Bellunese.Gli esperti hanno assicurato che il luponon è pericoloso per l’uomo ed èdimostrato dal fatto che in Europa negliultimi duecento anni non sono stateregistrate aggressioni alle persone.Diverso è il problema per i numerosiallevatori che si sono visti predarevari capi di bestiame.Per limitare o eliminare i danni è statapredisposta, in un accordo traRegione ed allevatori, la realizzazionedi idonei recinti alimentati da correnteelettrica che pare abbia dato risultatipositivi.

dell’artista di Possagno è stato risolto.In una piccola cappella del cimiteromonumentale di Milano è stata ritrovata,grazie all’impegno di un espertostudioso dello scultore, la «Steletraversa» che si riteneva smarritada tempo e che si conosceva solonegli esemplari preparatori in gesso. Un’altra piacevole notizia riguardala scoperta di uno spartito ineditodi Vivaldi, una sonata per due violinie basso. Il manoscritto, eseguitoda un copista, è stato individuato a Pisae pare si tratti di un’opera scritta nellapiena maturità del musicista.Un’altra opera sconosciuta di questocompositore era stata ritrovata lo scorsoanno nella biblioteca di Dresdaed era un salmo per coro e orchestra,il Laetatus sum. L’ultima sorpresa riguarda AndreaMantegna.Nei depositi dell’Accademia di Bergamoera presente da lungo tempo una tela,intitolata Resurrezione di Cristo, che eraritenuta una copia di un’opera di AndreaMantegna, ora grazie ad approfonditistudi è stata correttamente attribuitaal grande maestro, al pittore padovanoiniziatore del Rinascimento nel Veneto,conosciutissimo per il «Cristo Morto»di Brera.Le curiosità di cui sopra sono riportateper rendere felici gli amanti dell’arte eper stimolare gli indifferenti a conoscereun mondo che dona gioia a piene mani.

Stele Traversa di Antonio Canova.

SUSeGANA

Antonio Menegon, giornalista e scrittoredi Susegana, ha raccolto nel libro«è un fatto di sangue» tre episodi dellaResistenza avvenuti tra la Pedemontanatrevigiana e il Piave. Tre fatti di sangueche Menegon ha scelto per mantenereviva la memoria di una paginafondamentale della storia locale,qual è stata la Resistenza nella MarcaTrevigiana.Con i racconti «Guido Boscaratoe il castello delle urla strazianti»,«L’ultima battaglia del Barba Morandin»e «Il patto tradito e l’eccidio di Pontedella Priula» l’autore tende a superarela cronaca per portare il lettoresui luoghi dove si sono svolti i fattie di coinvolgerlo nel dramma vissutoin prima persona dai protagonisti.Edito da De Bastiani a maggio 2018.

I raccontidi Antonio Menegon

sulla realtà odierna in riferimento alritorno di quest’animale in Cansiglio.In entrambe le serate gli esperti hannoconfermato che in Cansiglio c’è concertezza almeno un singolo esemplaredi lupo e che sono in corso accertamentiper verificare se in realtà sono più di uno.Le prove del suo ritorno si sono avute siacon il rilevamento delle tracce sul terrenoe sia dalle fotocamere che ne hannoregistrato la presenza certa.Quest’inverno due persone in camminosulla neve sopra la località «Lama diSom», il margine del Cansiglio chesovrasta l’area tra Sarone e Polcenigo, acirca 1000 m s.l.m., hanno visto fuggireda una carcassa di cervo due animaliche hanno asserito essere con certezzadue lupi.Il ritorno di questo predatore nelle Alpidel Nord Italia ha preso avvio nel 2012in Lessinia con una lupa provenientedall’Abruzzo ed un maschio di origine

che si voglia o meno il tema europeo è sempre al centrodell’attenzione mediatica giornaliera. questo perché lastruttura organizzativa che si è consolidata con il Trattatodi Lisbona del 2009 e con il Patto di bilancio del 2012 haprovocato l’intervento diretto delle istituzioni europee nel-la gestione politico-finanziaria italiana e di tutti i Paesi ade-renti all’Unione europea. Contestualmente alla modificadell’art. 81 della nostra Costituzione (2012) promessa dal-l’Italia all’Unione europea per evitare il commissariamentodella «troika», non è più concesso al nostro legislatore ap-provare e dare esecuzione ad una legge senza coperturafinanziaria nel rispetto del limite del 3% del rapporto defi-cit/PIL. Le «spese pazze» fondate sul disavanzo di bilancioa discapito delle future generazioni sono un’anomalia darelegare al passato.È un principio di per sé giusto, anzi è grave che sia frutto diun’imposizione di Bruxelles e non di un’iniziativa sponta-nea dei nostri rappresentanti. Sarebbe inutile elencare

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PERCHÉ LA PAROLAEUROPA GENERASCONTRO?

ECONOMIA76INSIEMECON FIDUCIA

di

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I PaESI MEMbRI(IL REGNo uNITo ÈIN FaSE DI uScITa)

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GLI STaTI cHE aDoTTaNoLa MoNETa uNIca

19€

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ECONOMIA76INSIEMECON FIDUCIA

quella serie di leggi approvate dal nostro Parlamento nelcorso della Prima e della Seconda repubblica per garantireai partiti un immediato successo elettorale ignorando le ri-percussioni economiche e sociali nel lungo periodo.eppure da qualche anno la parola «europa», con tutte lesue declinazioni, da orgoglioso senso di appartenenza efratellanza è diventato un termine antagonista, costrittivo,

austero, sinonimo di repressione ideale. Anch’io daconvinto europeista ho serie difficoltà a pronun-

ciare pubblicamente questa parola per non su-scitare un senso di odio e di avversione inte-riore. Mi sono chiesto dunque: «Perché?».Sono da ravvisare come segnali di rallenta-mento e di debolezza della strada europeistala mancata ratifica del trattato sulla Comuni-

tà europea di Difesa (potenziale esercito piùgrande al mondo), l’istituzione di un’unione

monetaria senza federazione politica degli statimembri (anni ’90), la totale accondiscendenza della

Commissione europea ai dettami economici neoliberisti(caso emblematico del CeTA e del TTIP), assenza di diffe-

Cos’èla troikaIl termine troika dal russo тройка,trojka, «terzina», nell’ambitodella politica dell’Unione Europea,rappresenta «l’insieme dei creditoriufficiali durante le negoziazionicon i paesi», ed è costituito darappresentanti della Commissioneeuropea, della Banca Centrale Europeae del Fondo monetario internazionale.A seguito della grande recessione,la troika si è occupata dei pianidi salvataggio dei paesi all’internodella zona euro.

[da Wikipedia_enciclopedia online]

Bruxelles. Una delle sedi dell’Ue.

Gli abitanti dei Paesi dell’Unione europeahanno ormai superato il mezzo miliardo.

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che abbia mai citato le parole Stati Uniti d’europa, federa-zione europea, europa dei popoli e delle regioni. È tantose si parla ancora delle risibili figure del Ministro degli esterio delle finanze europeo.Sono i governi degli stati membri che hanno congelatoogni forza ideale e propulsiva di un’integrazione federali-sta, servendo su un piatto d’argento alle formazioni sovra-niste il pretesto di scagliarsi contro tale europa, identificatacome unico responsabile di ogni male economico e socia-le. Peraltro non a torto, viste solo: l’enorme complessità nel leggere e decifrare i parametri diun qualunque bando europeo di finanziamento (sistemamacchinoso e retrogrado);la non-gestione dell’epocale fenomeno immigratorio;la promessa da marinaio di un piano di investimenti pub-blici europei (piano Juncker) in grado di aprire la strada adun indirizzo keynesiano dell’economia nel Vecchio Conti-nente;l’unire al rigore nei bilanci pubblici (3%) la messa in comu-ne dei debiti pubblici europei (eurobond) per rilanciare gliinvestimenti strategici e la ricerca scientifica;la creazione di un continente europeo autonomo econo-micamente e svincolato politicamente dalle tenaglie delPatto Atlantico (il Muro è caduto nel 1989!) e dall’Americanway of life (siamo europei non americani!).Uscire da questo vicolo cieco sembra impossibile, un rom-picapo vizioso e circolare destinato a dissolversi nel modopiù istintivo con lo scioglimento totale del disegno euro-peista, e con il ritorno dei confini nazionali. In più il climapolitico mondiale sostiene questo percorso di chiusura ver-so l’esterno («trumpismo» in USA, guerra commerciale deidazi, tensioni nazionaliste in Medio Oriente). eppure l’europa integrata ha garantito un settantenniodi pace, un periodo storico conquistato con la vita dai no-stri nonni che appare scontato perché ci siamo nati datre generazioni. Siamo sempre noi che abbiamo il doveredi raccogliere senza tradimenti il testimone che ci è statotramandato dai principi e dai precetti della nostra Costitu-zione. Costruiamo e, più ancora, crediamo in un’europa fe-derale dei popoli e delle regioni, in cui la pace, la salute, illavoro, lo stato sociale e il dialogo vengono prima degli in-dicatori economici e finanziari.Consideriamo questo buio incidente di percorso come unteatrino da rivoluzionare con una sana democrazia.

@ [email protected]

renziazione fra economie na-zionali strutturalmente di-verse fra loro (Italia e Germa-nia per fare un esempio; casodelle quote latte), e per ulti-ma, ma non per importanza,la mancata ratifica del Tratta-to sulla Costituzione euro-pea (2004).

In ciascuna di queste fasi per egoismo nazionale (in primisFrancia, Gran Bretagna e Paesi Bassi, quindi Paesi del grup-po di Visegràd) e per mancanza di visione politica, gli in-tenti dei padri fondatori di un’integrazione federalista «apiccoli passi» sono stati completamente disattesi. Per que-sto l’Unione europea è diventata sinonimo di rigore neiconti pubblici, di rimproveri e bacchettate fondate su gelidie inespressivi dati analitico-finanziari completamente sciol-ti dall’economia reale e dalla vita quotidiana delle persone.Si osservi come coloro che a parole rilanciano il progettoeuropeo non ne declinino mai le modalità concrete ed ipassi da compiere: nessuno dei vari Merkel, Macron, renzi

70 ANNI DI PACEIN EUROPA.

MA LE SCELTENAZIONALI

SONO SEMPRE PIÙORIENTATE DALLA UE.

1957

1992

TRaTTaTo DI RoMaFOrMAzIONe DeLLA COMUNITàeCONOMICA eUrOPeA (ODIerNA Ue)

TRaTTaTo DI MaaSTRIcHTPreNDe VITALA COMUNITà eUrOPeA

INTrODUzIONe DeLL’EuRoCOMe VALUTA COMUNe2002

2007TRaTTaTo DI LISboNaNASCe UFFICIALMeNTeL’UNIONe eUrOPeA

PREMIo NobELPER La PacEALL’UNIONe eUrOPeA

2012

Il concetto di «svi-luppo sostenibile» èstato proposto allariflessione politicaed economica ora-mai 30 anni fa da unimportante docu-mento delle Nazioni

Unite, noto come rapporto Bruntland(WCeD 1987. Our Common Future,United Nations General Assembly, re-port of the World Commission on en-vironment and Development). Difronte alla crescente evidenza che lerisorse planetarie necessarie al sup-

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ECONOMIA76INSIEMECON FIDUCIA

LO SVILUPPOSOSTENIBILE

d i c a r l o F r a n c e s c u t t i

porto della vita erano state messe adura prova il rapporto definisce «svi-luppo sostenibile» quello che soddisfai bisogni del presente senza compro-mettere la capacità delle generazionifuture di soddisfare i propri bisogni.Contiene due concetti chiave: il con-cetto di «bisogni», con uno sguardoparticolare ai bisogni essenziali deipoveri del mondo, a cui dovrebbe es-sere data priorità assoluta; e l’idea del-le limitazioni imposte dallo stato dellatecnologia e dell’organizzazione so-ciale sulla capacità dell’ambiente disoddisfare i bisogni presenti e futuri.

TRA RESPONSABILITÀGLOBALI E SOVRANISMINAZIONALI

La sostenibilitàè nelle nostre mani.

La responsabilitàè individuale

prima di essere collettiva.

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Foreste, fiumi, oceani e altri ecosiste-mi, comprese le specie naturali che vi-vono in essi, sono una riserva di «capi-tale ecologico» da cui fluiscono tutti itipi di beni e servizi. questa può essereutilizzata solo a condizione che il flus-so di tali beni e servizi non riduca la ca-pacità del capitale stesso di mantene-re la sua produttività.Ma già 20 anni prima una delle mentipiù straordinarie del ’900, Gregory Ba-teson, riflettendo tra l’altro sul primogrande allarme ecologico su scala pla-netaria dovuto al riconoscimento deidanni giganteschi all’ambiente e al-

l’uomo prodotti dall’uso del DDT, ave-va lucidamente denunciato la «nostraarroganza, o «hybris» nei confrontidell’ambiente naturale che, alimenta-ta da quella che lui definiva una sortadi «ansia» che attanaglia l’umanità, fi-nisce per opporci al nostro ambientecome un nemico. La cosa più stupefa-cente è che Bateson nel riflettere sulle«radici della crisi ecologica» aveva giàprecorso i principali punti di discussio-ne attuale in tema di sostenibilità. Scri-veva Bateson (Bateson G, Verso un’eco-logia della mente, Milano Adelphi,1984 (pp. 512-514) infatti che le idee

che dominano oggi la nostra civiltà«risalgono nella loro forma più viru-lenta alla rivoluzione industriale». essesi possono così riassumere:a) noi contro l’ambiente;b) noi contro altri uomini;c) è il singolo (o la singola compagnia,o la singola nazione) che conta;d) possiamo avere un controllo unila-terale sull’ambiente e dobbiamo sfor-zarci di raggiungerlo;e) viviamo all’interno di una ‘frontiera’che si espande all’infinito;f) il determinismo economico è cosaovvia e sensata;g) la tecnica ci permetterà di attuarlo.La conclusione è concisa e terribile:«...La creatura che la spunta contro ilsuo ambiente distrugge sé stessa».Colpisce anche il fatto che la crisi eco-logica, la lotta per l’accesso semprepiù drammatico alle risorse scarse,non può che finire nella lotta tra po-poli. La natura nemica trasforma an-che l’uomo in nemico e se l’afferma-zione di un «primato» nazionale nonha ancora il coraggio di esprimersiapertamente nella retorica della «raz-za» superiore è solo per la relativa vi-cinanza storica alla devastante espe-rienza della Shoà.Le ragioni per contrastare l’ottuso an-tropocentrismo che è stato il trattodominante della cultura globalizzata,sono numerose. Le più intriganti e percerti versi «corrosive» ce le offre, piùche la climatologia del riscaldamentoglobale del pianeta, la biologia. La sto-ria dell’evoluzione della vita sulla Terratestimonia che la vita umana deve tut-to agli umili organismi unicellulari cheper 3,5 miliardi di anni hanno svilup-pato le condizioni per l’evoluzione

SODDISFAREI BISOGNIDEL PRESENTESENZACOMPROMETTERELA CAPACITÀDELLE GENERAZIONIFUTUREDI SODDISFAREI PROPRI BISOGNI.

SOSTENIBILITà ECONOMICA

intesa come capacità di generarereddito e lavoro

per il sostentamentodella popolazione.

SOSTENIBILITà SOCIALE

intesa come capacità di garantirecondizioni di benessere umanoequamente distribuite per classi

e genere.

SOSTENIBILITà AMBIENTALE

intesa come capacità di mantenerequalità e riproducibilità

delle risorse naturali.

delle persone e le unisce in questo allagran parte delle élite economiche e fi-nanziarie mondiali. Siamo intimamen-te convinti che vada percorso un itine-rario di riduzione del consumo, dellosfruttamento delle risorse ambientalie di eguaglianza tra i popoli ma prefe-riamo dare ascolto a chi promette,probabilmente sapendo di mentire,che forse niente di tutto questo è ne-cessario: che i sacrifici si possono ri-mandare, che possiamo tranquilla-mente respingere chi bussa alle nostreporte, che il clima non presenta alcunproblema e che i nostri consumi nonstanno distruggendo il pianeta. Più che tecnico ed economico lo svi-luppo sostenibile potrebbe essere untema di psicopatologia. Abbiamo ne-cessità assoluta di una «illuminazio-ne» e di una «conversione» ovvero diun modo diverso di pensare e sentire.«Se distruggiamo il creato, il creato cidistruggerà». Lo ha detto Papa Fran-cesco in una recente udienza generalein piazza San Pietro: «C’è il rischio diconsiderarci padroni del creato, ma ilcreato non è una proprietà di cui pos-siamo spadroneggiare a nostro piaci-mento, né tanto meno è proprietà dialcuni, solo di pochi, il creato è un do-no meraviglioso datoci per tutti, per-ché lo usiamo per tutti sempre congrande rispetto e gratitudine». Per chinon ama troppo i richiami religiosi unaltro grande pensatore della nostraeuropa, zygmunt Bauman, avevascritto, poco tempo prima della suamorte: «Abbiamo bisogno di impararea cercare fonti di felicità e di dignità al-tre rispetto a quelle che richiedonoun’ulteriore saccheggio delle risorsedel pianeta. Una prosperità durevolenecessita di essere cercata nelle rela-zioni, nel vicinato, nella comunità».

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@ [email protected]

successiva degli esseri viventi; che nelnostro organismo vivono più batteriche cellule e che la nostra esistenza invita è dovuta all’equilibrio simbioticocon un universo, ancora in gran partesconosciuto, di microrganismi chel’uso indiscriminato di antibiotici, so-prattutto nell’allevamento intensivo dianimali, continuamente minaccia. Lanostra illusione di dominatori dellaTerra e della vita è ridicola prima chetragica.In questo momento storico e politicosembra tuttavia di essere di fronte auna gigantesca «rimozione» collettivaall’insegna della drammatica pauradel cambiamento necessario. Lungidall’essere solo deriva populista que-sta paura attanaglia la maggioranza

«SE DISTRUGGIAMOIL CREATO, IL CREATO

CI DISTRUGGERÀ».

PAPA FrANCeSCO

All’uscitadal tunnel

della crisieconomica,le imprese

sono quelleche si sono

trasformatedi più.

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È noto ai più che siamo passati da un periodostorico nel quale le aspettative sociali edei singoli individui erano ben rappresentateda soggetti accreditati a svolgere quel ruoloe a dare determinate risposte (lo Stato ela Pubblica Amministrazione, la Chiesa, i partitipolitici, i sindacati, le associazioni,le imprese,…) ad un altro periodo della storiarecente, che arriva fino ai giorni nostri,nel corso del quale abbiamo assistito allaprogressiva perdita di credibilità di diversidi questi attori incapaci, in molte occasioni, diriuscire ad adeguarsi alle trasformazioni dellasocietà, scollegandosi così completamentedai reali bisogni di chi si rivolgeva loro.In questo quadro desolante una delle pocheistituzioni, forse addirittura l’unica, che ha

IL VALOREDELLESOSTENIBILITÀ

d i M a r i o P a r o n e t t o

ECONOMIA76INSIEMECON FIDUCIA

16

saputo cambiar pelle per rimanere adeguataal proprio ruolo è stata l’Impresa e questo suoagire, unito alla minor credibilità da partedegli altri riferimenti sociali, ha determinato,in pratica, che sull’impresa siano state riversatespesso anche aspettative ulteriori, a voltesuperiori, rispetto a quello che è stato il suoruolo per lungo tempo.Oggi all’impresa si chiedono anchecomportamenti e risposte che primasi attendevano da altri.questo dato oggettivo ha aperto un accesodibattito su quale sia oggi il reale profilodell’impresa e su come debba interpretarlo.Molti imprenditori hanno vissuto questenuove aspettative come un fastidio,un problema in più, altri le stannosemplicemente ignorando.Una minoranza, via via crescente,si è interrogata se dietro a queste domandenon ci fossero delle opportunità, se non fosseil caso di dare voce ed ascoltare questerichieste e vedere in che modo potervi darerisposta.È un po’ come la storia del bicchiere d’acqua,non si sa se è mezzo pieno o mezzo vuoto,ma certamente è mezzo. In questo caso, forse,non è ancora chiaro se queste nuoveaspettative siano legittime o meno, ma il datooggettivo è che ci sono, esistono e le aziendenon possono certo evitare che venganomanifestate.ecco quindi che gli imprenditori che si sonodimostrati attenti a questo nuovo scenarioche si è venuto a creare hanno cominciato adomandarsi chi fossero i loro portatoridi interesse, cosa chiedessero all’azienda ein che maniera si potesse relazionarsi con loro,consapevoli del fatto che se fossero stati in

ECONOMIA76INSIEMECON FIDUCIA

grado di rispondere alle diverse aspettativequesto avrebbe generato soddisfazioneda parte dei singoli stakeholder, con la naturaleconseguenza di accrescere la credibilitàdell’azienda in un momento storico doveil valore reputazionale e la fiducia espressadal mercato fa la differenza tra la vita ola morte dell’azienda stessa.questo ha portato alla nascita di tante attivitànei diversi ambiti (clienti, fornitori,collaboratori, ambiente, territorio,...), quelliche avevano una maggiore rilevanza perla specifica strategia aziendale, che in alcunicasi però si sono scontrate con due importantiaspetti: dare un quadro d’insieme a questeattività e saperle comunicare in manieraoggettiva e comprensibile ai diversi pubblici.queste difficoltà sono dovute al fatto cheil legislatore non ha inteso normare e regolarela responsabilità sociale delle imprese,lasciandole libere da vincoli e percorsiobbligati. La cosa è senz’altro positiva,in quanto non si può certo obbligare aduna specifica sensibilità i comportamenti degliimprenditori, fatto salvi gli obblighi di legge,ma contemporaneamente la eterogeneitàdelle iniziative rischia di generare confusione.In questo contesto variegato UnindustriaTreviso, da alcuni anni, ha costituito il Gruppo

LA RESPONSABILITÀ SOCIALEDI IMPRESA E LE SCELTE

DELLA SOSTENIBILITÀ SI REALIZZANODENTRO UNA NUOVA CULTURA

DEL LAVORO.

+ 1,7%IL PIL VENETO

PREVISTOPER IL 2018

L’EXPORT VENETONEL PRIMO

TRIMESTRE 2018

+ 4,1%

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@ [email protected]

Il volumeIl valore della sostenibilitàpuò essererichiesto gratuitamente a

unindustria Trevisotel. 0422 294253mail: [email protected]

Sostenibilità d’Impresa con l’intento di darela possibilità agli associati, che ne avesseroil piacere, di aderire ad un progettodi scambio e di confronto, accompagnatida un facilitatore, all’interno del quale ognunopotesse mettere a disposizione la propriastoria, il proprio percorso ed impararedall’esperienza degli altri compagni di viaggio.Da questa esperienza positiva ha preso vita«Il Valore della Sostenibilità» un volume cheracconta come 21 aziende della provinciadi Treviso stanno interpretando il modellodello Sviluppo Sostenibile affinchè possaessere d’ispirazione anche per altre imprese. qualcuno potrebbe obiettare che è difficilesapere quanto un imprenditore scelgala strategia dell’agire sostenibile per una chiaravisione del mercato o piuttosto per un bisognoprimario di sopravvivenza ai mutamenti inatto, si può provocatoriamente dire cheal mercato non interessa neppurela motivazione di questa scelta purchè la sifaccia, in quanto è l’unica realmente finalizzataa fare gli interessi di tutte le parti in gioco,in un’ottica win-win.

Momenti di confronto nel percorso«Sostenibilità d’Impresa».

8,4%Nel 2017 sono 434.373le imprese nel Veneto.Costituiscono l’8,4%delle imprese in Italia(5.150.149).

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ECONOMIA76INSIEMECON FIDUCIA

Due sono le idee forza del pensiero diGiuseppe Toniolo, l’economista catto-lico nato a Treviso e sepolto nel duo-mo di Pieve di Soligo: la cooperazionee la funzione del denaro. Nella coope-rativa egli vedeva il modo più efficaceper superare la contrapposizione traimprenditore e lavoratore, che costi-tuiva il dramma del suo tempo e cherimane ancora un nodo non risolto. Illavoratore, infatti, nella cooperativadiventa imprenditore di se stesso.riguardo il denaro, egli riteneva chedovesse restare un puro mezzo a ser-vizio dell’attività produttiva. Lo consi-derava una grande forza che aveva

però la tendenza di svincolarsi dallasua funzione, creando crisi economi-che che colpivano i più deboli. Dichia-rava con coraggio nella relazione te-nuta al 14° Congresso cattolico diFiesole, del 1896: «Il sistema di econo-mia sociale incardinato pressochéesclusivamente sul credito è teorica-mente e praticamente vizioso». qual-cuno può ritenere retrograda questaposizione. egli era convinto della ne-cessità del credito per fare funzionarel’economia, ma nello stesso tempodenunciava la tendenza di diventareun sistema a parte. Il denaro deve ri-mane a servizio dell’economia pro-

d i G i a n p i e t r o M o r e t

LE CASSE RURALINEL PENSIERO ENELL’AZIONE DIGIUSEPPE TONIOLO

DUE SONO LE IDEE FORZADEL PENSIERO

DI GIUSEPPE TONIOLO:LA COOPERAZIONE

E LA FUNZIONE DEL DENARO.

*SI IMPEGNÒ PER LO SVILUPPODEL CREDITO COOPERATIVONELL’ATTIVITÀ AGRICOLA

CON LA CREAZIONEDELLE «CASSE RURALI».

duttiva, il che vuol dire, in fondo, uni-to al lavoro, sia dell’imprenditore siadel lavoratore dipendente, perché ilvero imprenditore, secondo il Toniolo,deve essere anche egli un lavoratoreper risultare utile alla società. Invecevedeva crescere una categoria di im-prenditori che lui bollava come «pro-cacciatori» (di denaro) e che conside-rava pericolosa e da tenere sottocontrollo in modo che non dominassel’economia. Se guardiamo a quelloche è successo e continua a succederenel mondo selvaggio della finanzaqueste sue idee non sono poi tantoreazionarie.

IL CREDITOCOOPERATIVO

Considerando queste sue idee, si ca-pisce perché il professore trevigiano sisia tanto impegnato per lo sviluppodel credito cooperativo, questo supe-ra, infatti, la contrapposizione capita-le-lavoro e mantiene unita la finanzaall’attività produttiva. In particolareegli si impegnò per lo sviluppo delcredito cooperativo nell’attività agri-cola con la creazione delle «casse ru-rali». queste sorgevano dall’unionedei piccoli possidenti, dei mezzadri efittavoli che mettevano insieme le lo-ro scarse risorse finanziarie per creareun capitale comune da cui attingereattraverso il prestito per migliorare erendere più produttivo il loro lavoro.Giudicava importanti anche le cassemutue operaie e il credito cooperati-vo popolare che si rivolgeva soprat-tutto alle classi povere cittadine, maper lui erano le casse agricole quelleche meritavano al momento più at-tenzione. egli si impegnò personal-mente a farle sorgere in tutto il Paese,soprattutto nel suo Veneto.

1882Giuseppe Toniolo

a 37 anni è docente diEconomia Politica a Pisa.

annO

Giuseppe Toniolo,giovane

Professoreall’Università

di Pisa.

1893fonda

la «Rivista internazionaledi scienze sociali

e discipline ausiliarie».

annO

19

20

ECONOMIA76INSIEMECON FIDUCIA

direttore scientifico e vice presidenteIstituto Diocesano «Beato Toniolo. Le vie dei Santi».

d i M a r c o Z a b o t t i

Le cooperative di credito non sonouna invenzione cattolica, il Toniolo ri-conosce che molte sono nate nell’am-

CENTO ANNI DOPO,SEGNALA NOSTRA STORIA

bito liberale. egli guarda soprattutto aquelle tedesche del raiffeisen chehanno una ispirazione religiosa, ma luiscommette che soltanto quelle catto-liche avranno un futuro perché ani-mate dallo spirito cristiano che ne as-sicura la vitalità. Sta di fatto che molte

Giuseppe Toniolo (Treviso, 7 marzo 1845 - Pisa, 7 ottobre 1918) èstato un economista e sociologo tra i protagonistidel movimento cattolico italiano. Propulsore del movimento cooperativo, collaboratore dell’Operadi Congressi e poi nel 1904 Presidente dell’Unione Popolare,fondatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani,la cui prima edizione si svolse a Pistoia nel 1907, tra gli arteficidella Fuci, è da sempre maestro e punto di riferimentodell’Azione Cattolica Italiana, a più riprese indicato a modelloanche da Papa Francesco. Docente di Economia politica a Pisa dal 1882 fino alla morte.Nel 1918, prima di morire, convinse padre Agostino Gemellia fondare un Istituto cattolico di studi superiori, progetto chelo stesso Gemelli realizzò a Milano nel 1920.Da qui, appena un anno dopo, prese vita l’Università Cattolicadel Sacro Cuore nel capoluogo lombardo. È stato uno dei protagonisti del movimento cattolico e delle originidella dottrina sociale della chiesa. È stato beatificatoil 29 aprile 2012 a Roma nella Basilica di San Paolo fuori le mura.La sua tomba è nel Duomo di Pieve di Soligo, parrocchia dellamoglie Maria Schiratti, dalla quale ebbe sette figli.

LE CASSE RURALICATTOLICHE

29 aprile 2012.Nella Basilica

di San Paolo fuori le Mura(roma) si è celebrata

la Beatificazionedi Giuseppe Toniolo.

GIUSEPPE T

ONIOLO

21

Le diocesi di Vittorio Veneto, Treviso e Pisa, Roma e Milanosono i centri più coinvolti nelle varie manifestazioni che stannocaratterizzando questo Centenario della morte.Già nel 2017 l’Istituto Diocesano vittoriese «Beato Toniolo.Le vie dei Santi» aveva promosso la nascita di un appositoComitato diocesano «Toniolo 100», in piena sintoniacon il Vescovo Pizziolo e il Comitato nazionale di Romapresieduto dall’arcivescovo Domenico Sorrentino. Il 3 settembre 2017 il cardinale pievigino Beniamino Stellaha presieduto in Duomo a Pieve di Soligo la solenneconcelebrazione per l’avvio del Centenario nella diocesivittoriese, mentre il successivo 7 ottobre è stato il vescovoveronese Giuseppe Zenti a presiedere la messa.Sabato 7 ottobre il Premio Giuseppe Toniolo 2017, secondaedizione, è stato assegnato ad uno dei protagonistidell’economia civile di oggi, il professore Stefano Zamagni,presente anche il vescovo Corrado Pizziolo.Il 7 febbraio 2018 a Pieve di Soligo, nell’ambito della SettimanaSociale della diocesi, l’economista Leonardo Becchettiha tenuto una riflessione etica su economia e bene comune,seguito il 6 aprile dal docente alla Cattolica, Johnny Dotti,sull’attualità del Toniolo. Il 14 e 15 aprile lo spettacolo teatrale«Giuseppe Toniolo. La storia è futuro» si è svolto con grandesuccesso di critica e di pubblico al Careni.

Sabato 9 giugno suor Annarosa Ines Bassani, Consultore Storicoper le cause dei Santi, autrice del libro «L’Altra Caporetto»,ha sostato davanti alla tomba sulla scia di un ininterrottopellegrinaggio di questi mesi da parte di fedeli, gruppi, visitatorida varie parti d’Italia. Il 7 luglio Pieve di Soligo ha ospitato seminario, celebrazionie festa su «La sfida della libertà e l’amore al bene comune»,quale Giornata DSC di preparazione al Festival della DottrinaSociale in programma a Verona a fine novembre. Il 4 settembre la memoria del Toniolo viene onorata con lamessa in Duomo a Pieve di Soligo presieduta dal Vescovoemerito di Concordia – Pordenone, Ovidio Poletto. Nella diocesi di Treviso, al Toniolo saranno dedicate le quattrogiornate della Settimane Sociale dei cattolici trevigiani alla finedel mese di settembre, precedute il 7 dello stesso mesedalla rappresentazione dello spettacolo teatrale«Giuseppe Toniolo. La storia è futuro» al Teatro San Pio X,per gli insegnanti di religione. Nei giorni 6 e 7 ottobre 2018 a Pieve di Soligo per il Centenario,l’intitolazione a Giuseppe Toniolo dell’Istituto Comprensivopievigino, la solenne concelebrazione, presieduta in Duomodal cardinale Gualtiero Bassetti, presidentedella CEI, e la serata finale della terza edizione del PremioGiuseppe Toniolo. Infine il Comitato nazionale per il Centenario sta lavorandoa Roma a un grande convegno di esperti, studiosie mondo cattolico sull’attualità del Toniolo nella giornatadi sabato 24 novembre 2018 che si terrà nella sededell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano,sede dell’Istituto Toniolo. L’evento verrebbe precedutoil 23 sera dalla rappresentazione dello spettacolo teatrale«Giuseppe Toniolo. La storia è futuro». Anche Pisa ed altre realtà significative per la vita del Tonioloo per la storia del movimento cattolico stanno preparandoeventi per settembre-ottobre 2018.

nascono attorno alle parrocchie. eglisi entusiasma e quasi si commuovevedendo che «fra noi […] se ne faquasi sempre propugnatore, modestoe imperito, il parroco delle nostre col-line e pianure, chiuso fino a ieri nellasua sacrestia», che ha il coraggio di er-

@ [email protected]

Un anno di eventi

gersi «a petto di quegli illuminati e ar-diti iniziatori e di espertissimi propa-gatori» del movimento liberale.1

Le casse rurali furono per l’economistatrevigiano il suo primo amore. Infattinel 1871, a 26 anni, mentre era ancorastudente a Padova, tenne una relazio-

ne all’Accademia padovana di scienze«Sull’importanza delle banche agrico-le», dove insistette soprattutto sullanecessità di preservare la loro autono-mia e il loro radicamento territoriale.Ma fu soprattutto negli anni a cavallo

Le ali e la musica nel segno del Toniolo.

22

ECONOMIA76INSIEMECON FIDUCIA

dei due secoli, nella piena maturità delsuo pensiero sociale, quando affrontail problema della finanza in importanticonvegni e in numerosi scritti dellasua Rivista Internazionale, che egli de-dicò una attenzione particolare al cre-

punto su cui il professore insiste è chegli interessi dei capitali dei soci affidatialla cassa siano «ridotti alla più tenuemisura e talora destituiti di ogni inte-resse (gratuiti)». questo per poter gra-dualmente accumulare un capitalesociale indivisibile e inalienabile conlo scopo di rendere economicamenteforti gli istituti ed «emancipare la clas-se intera dei meno favoriti economi-camente dalla pressione dei capitali-sti. […]. La piccola sottrazione ai lucriprivati del singolo trovando così il suocompenso nell’aumento del capitalecomune, cioè dei fondi riservati co-stantemente a sussidio e progressodella classe stessa». Il Toniolo fa moltoconto su questa capacità da parte deiceti sociali più poveri di organizzarsi edi autopromuoversi socialmente eculturalmente uscendo dal loro statodi inferiorità e di vessazione da partedei grandi, senza attendere di riceveretutto dallo stato che, peraltro alloraera del tutto assente. Anche questa èun’idea che anticipa ciò che oggi sicerca di attivare con l’implementazio-ne del «Terzo Settore». È il settore co-stituito in gran parte da cooperazionee volontariato che nasce dallo spiritosolidaristico presente nella società eche integra ciò che il welfare statenonriesce a realizzare.

@ [email protected]

NOTE

1.G. Toniolo, Per la storia del movimentocooperativo, in Rivista Internazionaledi Scienze Sociali, 1895, vol. IX, pp. 3-27.

2.Cfr ad esempio G. Toniolo, Criteri scientificietico-economici intorno al credito dal puntodi vista cristiano, in Atti del II Congressocattolico italiano degli studiosi di scienzesociali, Padova, 1898, tipografia del Seminario.

1918Giuseppe Toniolo

convincepadre Agostino Gemelli

a fondare un Istitutodi studi superiori

poi divenuto, nel 1921,l’Università Cattolica.

annO dito agricolo. egli si impegnò a redige-re dettagliati regolamenti che ne assi-curassero il retto funzionamento.2

ATTUALITÀDEL TONIOLO

Non entro in questi dettagli, ma sot-tolineo alcuni aspetti del suo pensieroche ritengo attuali anche al giornod’oggi. In primo luogo egli insiste chei dirigenti siano persone di provatamoralità, oltre che di competenza,perché la cooperazione nasce dallasolidarietà e la solidarietà è incompa-tibile con gli imbrogli e i raggiri. I rife-rimenti a quanto è successo recente-mente anche nel nostro Veneto sonosuperflui. Inoltre è convinto che loscopo ultimo non è solo quello di aiu-tare economicamente le persone, madi farle crescere civilmente, pertantoquesti istituti «si fondino massima-mente sulle garanzie etico-giuridichepiù che economico-sociali». Un altro

I volumi dell’Opera Omnia di Giuseppe Toniolo.

campo sanitario che sociale e ricreativo, ricorrendo al pa-trimonio finanziario costituito nel tempo.La gestione dell’Associazione definita come ricorrente e cioè caratteristica, dovrà essere sostanzialmente in pa-reggio di bilancio, mentre per le iniziative aggiuntive e mirate si farà ricorso appunto al patrimonio, del resto costituito a questo scopo. Le iniziative attivate, saranno principalmente a tempo determinato; alcune comunque in relazione all’apprezzamento dei Soci ed alla sostenibi-lità possono essere riconfermate ed anche ulteriormente ampliate.Si continua inoltre ad operare in attività che sono in si-nergia con la funzione di Marketing di Banca della Mar-ca, i risultati che ne derivano sono sempre importanti e si traducono in reciproci vantaggi. Su questo argomento a livello nazionale e locale stanno sempre di più afferman-dosi nuovi processi di Welfare aziendale che oltre ad inte-ressare ovviamente la Banca, incidono anche sulle attività di Marca Solidale. Sarà compito degli Organi di Governo di Marca Solidale seguire attentamente l’evolversi di que-sto processo innovativo allo scopo di coglierne tutti i det-tagli ed analizzare i possibili sviluppi ed opportunità per allargare le attività dell’Associazione, sempre nel proprio perimetro del campo di applicazione.

“ Sfide quindi continue anche per Marca Solidale che sono comunque linfa vitale per lo sviluppo e l’ampliamento delle prestazioni per

i propri Soci e prospettive di opportunità per tutta la collettività di pertinenza. „

Sotto l’aspetto organizzativo la Mutua è in continua evoluzione con lo scopo di snellire l’operatività e quindi migliorarne la gestione e facilitare la fruizione con varie possibilità di accesso, finalizzate alle specifiche esigenze e preferenze dei Soci.

anno 7 . numero 20 . settembre 2018 . supplemento al periodico Insieme con Fiducia n. 76

supplemento di informazione sulle iniziativee sulla gestione di Marca Solidale seguici su facebook e su marcasolidale.it

sociosostenitore

Editoriale di Adriano Ceolin, Presidente

Uno dei più importanti obiettivi che Marca Soli-dale si era posta, a suo tempo, è stato raggiunto. La Compagine Sociale ha superato recentemente

quota ottomila Soci. Tassello dopo tassello è stato costru-ito un corpo sociale rappresentativo di varie appartenen-ze e di genere e di fasce generazionali di cui è costituita la collettività nella quale operiamo.

“ Questa avventura è stata vissuta da parte dei gestori di Marca Solidale con passione, pazienza, dedizione e continua attenzione

nell’individuare i bisogni espliciti ed impliciti della gente del nostro territorio. „

Il Personale di Banca della Marca, Socio Sostenitore di Marca Solidale, ha contribuito con impegno in modo de-cisivo al raggiungimento di questo obiettivo. È evidente che il numero di Soci è un indicatore di misura di gestio-ne, fondamentale per una Associazione, è un indice che sintetizza, al di fuori di qualsiasi retorica, il successo o meno delle iniziative intraprese.La consistenza attuale di Marca Solidale, sia in termini di compagine che di situazione economico-finanziaria è tale da permettere agli attuali e futuri amministratori di poter operare contando su basi solide e sostenibili.Le sfide che si profilano all’orizzonte sono senz’altro im-portanti ed impegnative; innanzitutto la riforma organica del Terzo Settore che obbliga ad adeguamenti organizza-tivi e di riassetto giuridico, nonché il continuo proliferare di normative e di conseguenti adempimenti che finisco-no, nella maggior parte dei casi, nell’appesantire l’opera-tività e, conseguentemente, i costi di gestione.Sul versante dell’impegno di Marca Solidale c’è l’esigen-za di attuare sempre di più iniziative aggiuntive che sod-disfino reali necessità delle varie categorie di Soci; come è stato dichiarato nella recente Assemblea Ordinaria, si provvederà a sviluppare progetti di assistenza sia nel

e Raggiunta l’agognatacima Ottomila

A fine giugno si è svolta la consueta gita estiva per i soci di Marca Solidale.

La meta di quest’anno era Assisi e i suoi dintorni, città ric-ca di storia, bellezze architettoniche e spiritualità famosa in tutto il mondo.

Le visite a chiese e monumenti più famosi di Assisihanno permesso al nostro gruppo di trascorrere una gita ricca di spunti, di informazioni e circondati da incante-voli paesaggi.

“ La gita è andata benissimo,tutti gli ingredienti al loro posto.„

“ Due giornate splendide.Ottima guida, persona di alta cultura.Siamo riusciti a vedere tantissimo.„

Le nostreGite!

Marca Solidale

Sostegnoalla Maternità

Sostegno alla Persona

Un anno fa, a luglio 2017, abbiamo attivato l’ini-ziativa di Sostegno Maternità, un aiuto concreto nell’affrontare le spese connesse alla gravidanza

di neo e future mamme socie di Marca Solidale.

L’iniziativa comprende sia un rimborso sulle visite spe-cialistiche sia sui ticket previsti con un plafond di €150.

Nel corso di quest’anno abbiamo erogato ben 15 mila euro di rimborsi all’interno di questo progetto a ben 99 mamme. I numeri che vediamo oggi sono ancor più significativi in quanto si riferiscono a nuove nascite e al benessere di bambini e delle loro famiglie.

Questa iniziativa, da subito molto apprezzata e richiesta, si inserisce perfettamente nella missione di Marca Soli-dale che si prefigge di offrire un servizio Utile e Concreto ai suoi associati, in modo maggiore per quel che riguarda prevenzione e benessere!

Novità:Per Me Domani

Sostegno alla Persona

Banca della Marca presenta Per Me Domani, un nuovo prodotto assicurativo che risponde ai bisogni economici che purtroppo nascono

dalla perdita dell’autosufficienza. Il sostegno ideale per chi vuole garantirsi in anticipo le risorse finan-ziarie utili a coprire eventuali spese assistenziali senza dover gravare su figli o parenti.

Perché è nata Per Me Domani?Qualche dato sul panorama italiano (dati Istat 2015)

• Aspettativa di vita: 80 anni per gli uomini e 85 per le donne.

• Over 65: 13,2 milioni di persone (oltre il 21% della popolazione).

• Anziani non autosufficienti: 2,5 milioni di an-ziani parzialmente o totalmente non autosuffi-cienti.

• Nuclei famigliari monoparentali o costituiti da una persona sola: 9% genitore solo con figli a carico, 30% di persone sole.

p

p

Le visitemedico-sportive

Salute e Benessere

L’attività sportiva è importante per il benessere fisico e mentale di tutti e Marca Solidale vuole sostenere tutti coloro che ritengono fondamentale dedicare anche solo

qualche ora alla settimana allo sport.Per questo Marca Solidale propone la visita di sana costitu-zione per i ragazzi e la visita medico sportiva per gli adulti.La prima è per i minorenni, giovani ragazzi e ragazze, che avranno modo fino a novembre 2018 di usufruire delle agevo-lazioni di Marca Solidale.La seconda invece è dedicata agli adulti per visite medico spor-tive agonistiche che potranno essere sostenute con Marca Soli-dale fino a dicembre 2018. L’attività sportiva diventa più soste-nibile e, grazie alle agevolazioni disponibili, si presenta come una vera e propria occasione per dare libero sfogo alle proprie energie e per dedicarsi a qualche ora di svago. Dai più piccoli agli adulti, Marca Solidale supporta tutte le iniziative volte a dedicarsi al proprio benessere fisico: lo sport è per tutti!Dove trovare ulteriori informazioni?

Andate sul sito di Marca Solidale e cliccate su Salute e Benessere: www.marcasolidale.it

b

SOSTEGNO ALLA PERSONA

Per Me DomanipBonus € 30

Rimborso dell’assistenza domiciliare(per NON autosufficienza) 30%

Crescita delle disabilità e riduzione del welfare.

Con l’allungamento della vita media aumentano anche una serie di difficoltà connesse alla salute e alla non au-tosufficienza. Il problema della disabilità non riguarda solo gli anziani, ma persone di tutte le età che a seguito di un incidente o di una malattia si ritrovano ad aver bisogno di assistenza continua da parte di badanti e infermieri. All’aumentare di queste disabilità non se-gue però una risposta in termini di politiche di welfare, anzi, i servizi dedicati a queste persone e le prestazioni degli enti pubblici italiani diminuiscono.

Di cosa si tratta?Per Me Domani è la polizza che ti sostiene economica-mente in caso di non autosufficienza. Si attiva quando e se, a seguito di un incidente, malattia o vecchiaia, la persona non è più in grado di svolgere autonomamente le più semplici azioni quotidiane, come lavarsi, nutrirsi, muoversi o vestirsi. A fronte del pagamento di un pre-mio annuo la polizza garantisce al beneficiario il paga-

mento di una rendita mensile vitalizia in caso di perdita dell'autosufficienza.

Il sostegno di Marca SolidaleA tutela del benessere economico dei propri soci, Marca Solidale propone un contributo di €30 accreditati sul conto corrente alla sottoscrizione della polizza “Per Me Domani” e anche un rimborso del 30% delle spese relative all’assi-stenza domiciliare, nel caso in cui si manifestasse la non autosufficienza.

Accanto al raggiungimento di quota 8000 soci, di cui vi abbiamo parlato in edito-riale, consideriamo anche questi numeri come una grande vittoria associativa.

Un reale aiuto economico per tutte le nuove famiglie.

Visita € 6.467,26

Esami € 4.777,18

Ticket € 3.488,97

Fisioterapia € 30,10

Degenza € 400,26

TOTALE € 15.163,51

supplemento a Insieme con Fiduciaquadrimestrale di Banca della Marca

questo numero è stato curato daRational Feelings PR & Marketing

Marca Solidale quest’anno rimborsale tue spese estive.

Facciamo alcuni esempi:se sei andato a visitare qualche capitale, richiedi il rimborso dei biglietti dei musei che hai visto o dei libri che hai letto quest’estate.Non dimenticarti i biglietti dei concerti, potrai ri-cevere e5 per ogni concerto (massimo 5 l’anno). Per i giovani soci di Marca Solidale (18-30 anni), abbiamo una novità all’interno del Bonus Cultura: il Pacchetto Viaggi.

I ragazzi potranno organizzare le loro vacanze e richiedere il rimborso per l’acquisto di biglietti aerei, del treno, sulla prenotazione degli alloggi, visite ai musei e tanto altro ancora.

PARTI, LEGGI, VISITA

BONUSCULTURA

MARCA SOLIDALE RIMBORSA LA TUA ESTATE

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DALLE NOSTRE FILIALI76INSIEMECON FIDUCIA

alle porte di Vittorio,tra comunità ed imprese

era marzo del 2000 quando Banca della Marcaapriva i battenti in piazza Fiume a San Giacomodi Veglia.In questo ventennio ha saputo maturare unospazio importante nel panorama bancario delvittoriese cercando di sviluppare l’essenza delCredito Cooperativo: svolgere la funzione di in-termediario creditizio ma contemporaneamen-te quella più importante, di impresa a responsa-bilità sociale facendo propri gli obiettivi primiche vengono individuati nel perseguimento delbenessere dei Soci e nello sviluppo dei territoriin cui opera.Tre sono i Direttori che hanno fatto la storia dellafiliale, inizialmente Luciano Uliana, in un mo-mento successivo Dario Da ros e infine, anchese per un breve periodo, Michela Pasini. recen-temente la filiale ha vissuto un importante rin-novamento nell’organico, nella consapevolezzache bisogna sempre far tesoro del passato ma è

220SOCI

SAN G

IACOMO DI VEGLIA

2.500CLIENTI

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DALLE NOSTRE FILIALI76INSIEMECON FIDUCIA

nel cambiamento che persone e organizzazioniriescono a esprimere i risultati migliori.Attualmente la filiale conta 5 risorse: Marika, Sil-via, Francesco, Lara e il Direttore Mauro Buriolaarrivato a San Giacomo nel 2010 ma dipendente

ultraventennale che esprime quotidianamentenelle relazioni con Soci e clienti i valori del Cre-dito Cooperativo che lui incarna con particolarepassione.«Senza la squadra non si fa nulla. remare tuttiverso la stessa direzione» – questo è quanto misento di dire sempre ai miei colleghi – esordisceil Direttore Buriola quando gli si chiede qual è ilpunto di forza della realtà che sta gestendo. econtinua «e sono fortunato perché in filiale si ècreata da subito una forte collaborazione perchécondividiamo la stessa visione su quello che è ilnostro obiettivo primo del lavoro: vedere i Socie i nostri clienti uscire dalla filiale col sorriso».Appare banale, ma non è una sfida facile. Forseil segreto è essere tutti protagonisti mettendo adisposizione capacità, competenze, professio-nalità, motivazione e ambizione.

L.L.C.

era l’11 dicembre 1995 quando il travolgente di-rettore Costantino Gava, oggi responsabileaziende «area est», affiancato dal collega erman-no Pizzinato, oggi responsabile area Marcon,diedero il via alla sesta filale dell’allora CreditoCooperativo di Orsago. Santa Lucia di Piave è oggi un comune di circa 9mila abitanti che diede i natali nel 1900 al BeatoFra Claudio. Santa Lucia di Piave vanta una tra lepiù belle chiese neo-gotiche della Provincia. Ar-ricchita da pregiate opere d’arte di vari artisti lo-cali cresciuti alla scuola di mons. Morando e

383SOCI

all’incrocio tra economiacontadina e industriale,un riferimentoper la comunità

santalucia

DI PIAVE

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sull’esempio del Beato Clau-dio, al secolo prof. riccardoGranzotto (1900-1947). Molto conosciuta anche lastorica fiera di Santa Lucia diPiave, che nei secoli conqui-stò fama in diversi paesi eu-ropei soprattutto come mer-cato di cavalli, asini, buoi,ovini, suini oltre che di cana-pa e lana. È una fiera locale,ma in grado di attirare dasempre migliaia di persone.La filiale nata in via Mazzini,si è poi trasferita nel 1998 nell’attuale più ampiasede di proprietà in via Marconi diventando og-gi istituto di riferimento per il paese. La filiale è cresciuta sempre più negli anni, grazieall’impegno ed al personale che si è avvicendatonel tempo. Citiamo i direttori che sono seguiti aCostantino Gava, emma Mellano, Michela Pasini,roberto De Carlo, Gianluca Bottecchia fino adarrivare all’attuale preposto Luca Netto, che pro-prio nella filiale di Santa Lucia ha mosso i primipassi professionali fino ad arrivare a dirigerla.Da sempre vicina alla comunità, Banca della Mar-ca offre annualmente sostegno alle tre parroc-chie, a proloco, sponsorizzando manifestazioni,religiose e sportive organizzate nel territorio di

appartenenza ed iniziative culturali organizzatein collaborazione con il Comune di Santa Lucia.Oltre i consueti orari di apertura, la filiale, con lanuova Area Self, è a disposizione dalle 6.00 alle24.00, sabato, domenica e festivi inclusi con cas-sa automatica per versamento contanti, assegni,prelievo da conto corrente, bonifici, ricariche te-lefoniche. Attualmente la filiale conta 383 Soci, 2278 conticorrenti ed impiega 7 addetti: emanuele Amica-relli, Alessandra Bignù, Julie Bortolotto, Lara Cet-tolin, Barbara Milani, Luca Netto, Amilcare Perin.

A.B.

2.278CONTI CORRENTI

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DALLE NOSTRE FILIALI76INSIEMECON FIDUCIA

una filiale tra«terra e laguna»

favaro veneto

La Banca di Credito Cooperativo di Marcon-Ve-nezia è sorta nel 1974 ad opera del GeometraCeolin e di un gruppo di Soci che con lui condi-videvano il progetto di una nuova Banca chefosse al fianco delle famiglie e di tutte le iniziati-ve imprenditoriali favorite dallo sviluppo econo-mico degli anni ’70.Dopo Marcon, nel 1983 fu aperta la filiale di Fa-varo che, benché distante solo 8 km dalla sede,era «lo sbarco» nel Comune di Venezia e quindiil confronto con una nuova piazza e nuove esi-genze e con la concorrenza di banche storiche,come Cassa di risparmio di Venezia, radicate neltessuto economico del territorio. La prima sede di Via Altinia fu aperta da 3 colle-ghi e, novità per quei tempi, si dotò anche di unmoderno bancomat, primo apparecchio ad es-sere installato a Favaro!Furono anni importanti per la locale economiae per la Banca che ebbe il sostegno di molti Socie clienti con i quali ha avviato rapporti di lavoroma soprattutto legami che si sono mantenutinel tempo.Dal 2010 la filiale ha sedein via San Donà 380, ed èstato il primo sportello diproprietà della Banca.Nel corso del tempo il ter-ritorio ha conosciuto unnotevole sviluppo anchedal punto di vista residen-ziale e la Banca ha accom-pagnato le nuove esigen-ze della clientela. È statapresente al suo fianco an-che nell’ultimo decenniodurante il quale la crisi

210SOCI

35ANNI DI ATTIVITà

economica ha investito particolarmente il territo-rio veneziano.La filiale conta oggi 210 Soci, e conferma ancorala sua vocazione di sportello rivolto prevalente-mente alle famiglie e alle piccole realtà impren-ditoriali seguite dai colleghi Sandra Pellizzon,Cristina Moretto, Simone Santin, Luca Morrao,Andrea Silvestri e Francesca Perissinotto.

F.P.

L’11 giugno Banca della Marca hainaugurato la nuova filiale delcentro storico di Venezia in baci-no Orseolo, civico 4403 a due

passi da piazza San Marco.«questa città vede chiudere le filiali di moltebanche, noi invece investiamo. Sentiamo la do-manda di banca con radici locali che ci arrivadalla gente, vediamo la crescita della fiducia at-torno a noi nell’operatività quotidiana» così ildirettore Francesco Beninato mostrando orgo-glioso la location della nuova sede (foto di co-pertina) le cui dimensioni ed organizzazionesono funzionali ad uno stretto e costruttivorapporto con le attività commerciali e produt-tive e con la popolazione residente.Il presidente Claudio Sernagiotto ha evidenziatola specificità di una Banca Cooperativa, dallaproprietà diffusa (8.882 Soci) perché «l’obiettivonon è finalizzato al solo profitto in quanto inquesta Banca gli utili devono essere utili. La mis-

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NEWS DALLA

BANCA

SIAMO A SAN MARCO!ADOTTIAMOIL GLOBO CORONELLI

siondella Banca é infatti quella dellosviluppo sostenibile dell’economia,

della cultura e della coesione territoriale. È quin-di una alleanza possibile tra la città e questaBanca quella che si conferma oggi per generareeffetti virtuosi per tutti».Per l’occasione Banca della Marca ha vo luto soste-nere interamente il costo del restauro del globodi Coronelli espo sto alla Biblioteca Marciana e nelcir cuito dei restauri «art bonus Venezia».Fra’ Vincenzo Coronelli, nel convento dei Frari –dove mori 300 anni fa – aveva dato vita ad un la-boratorio di produzione che lo vide il più famo-so costruttore di mappamondi del suo tempotra il 1600 ed il 1700. Mani sapienti di artigianiarricchivano quella bottega come del resto tan-te altre attività veneziane. Il presidente Sernagiotto si é richiamato proprioa quella attività di allora che é ancora oggi, conun artigianato diffuso e spesso nelle prime lineedell’innovazione produttiva, un mondo vivo digrande riferimento per la Banca della Marca.Il 22 giugno – nel vestibolo della Libreria San-sovinana in San Marco – la Biblioteca NazionaleMarciana, Claudio Sernagiotto presidente dellaBanca e l’Ordine del Commercialisti di Veneziahanno presentato alla città l’intervento che saràeseguito con la modalità «cantiere aperto» sen-za spostare l’opera dalle sale monumentali incui si trova.

N.B.

DA CONEGLIANO A BAHIA,LA SOLIDARIETÀNASCE IN PISCINA

Banca della Marca dal primo no-vembre 2016 aveva stretto unpatto con l’Associazione ranaz-

zurra gestore delle piscine comunali di Cone-gliano: implementare l’accesso alle attività na-tatorie delle piscine di ragazzi e famiglie e –insieme con ranazzura – sostenere la missionedi padre Vincenzo Lumeta per la costruzione diuna scuola e la realizzazione di pozzi d’acqua aJanio quadro, Bahia (Brasile).La solidarietà è nata così dentro le corsie dellepiscine di Conegliano ed ha generato – tra tuffie allenamenti – il coinvolgimento di famiglie edi persone in una gara di vicinanza con la par-rocchia di padre Vincenzo che si trova nella pro-vincia di Sao Lucas in Brasile.Janio quadros aveva appena realizzato un pri-mo pozzo per contrastare la siccità ma occorre-vano altri poz zi e soprattutto una scuola per da-re formazione a bambini e giovani.L’ultimo progetto in ordine di tempo, ma pen-

NEWSDALLA BANCA

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Il toponimo Palù richiama l’anticapresenza di una zona paludosaed indica oggi un’area di circa

1000 ettari compresa tra i comuni di Sernaglia,Moriago, Vidor e Farra di Soligo. L’area è struttu-rata naturalmente in modo da creare una ten-denza al ristagno di acque che vanno poi ad ali-mentare le falde freatiche e le risorgive dellefontane bianche. Il paesaggio è unico nel suogenere in Italia e in europa. La zona nota fin dall’antichità, è uno dei tantiesempi di bonifica – presenti anche in altre re-altà del Veneto – legati alla attività ed alla regoladell’Ora et labora dei monaci Benedettini. Al confine dell’area, ai margini dell’abitato di Vi-dor, esiste ancora – oggi di proprietà della fami-glia del conte Da Sacco – ciò che resta dell’anticaAbbazia di Santa Bona. Le sue radici risalgonoagli anni 1107-1110 quando un tal GiovanniGravone da Vidor la fondò e l’ affidò ai Benedet-

sato due anni fa, è stato un pozzo realizzato amaggio in un punto di trivellazione roccioso macon sottostanti due vene d’acqua che si incro-ciavano. Il 23 maggio scorso, l’acqua è stata tro-vata a 60 metri di profondità, e con una potenzadi 14.400 litri all’ora.Per padre Vincenzo e la sua opera significa for-nire l’acqua per la scuola e dare ali ad una atti-vità agricola per l’autogestione della scuolastessa. Nel frattempo è iniziata la costruzione del cen-tro di promozione umana Sant’Annibale diFrancia che si pensa di ultimare per Natale.Gabriele Salvadori anima di ranazzura ricordail deserto di due anni fa e gli canta il cuore apensare come, nuotando in piscina a Coneglia-no, ragazzi e famiglie hanno contribuito a cam-biare la vita alla gente povera di una parrocchiadi Bahia.

C.T.

Alcune fasidi realizzazionedi uno dei pozzi d’acquaa Janio quadro,Bahia (Brasile).

I PALÙ,I BENEDETTINIE SANTA BONADI VIDOR

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tini per custodirvi le reliquie di santaBona da lui traslate dalla Terra Santa

durante la prima crociata. Giovanni da Vidorportò anche le reliquie dei Santi Vittore e Coro-na, custodite nell'omonimo santuario a Feltre. L’Abbazia rappresentò per molto tempo unapresenza significativa, ma finì per decadere ra-pidamente e nel 1773 la Serenissima ne decre-tava la soppressione. Bombardata durante la pri-ma guerra mondiale, negli anni venti furestaurata, visibili infatti tanti segni di rifacimen-to. La chiesa ha mantenuto l'impianto semplice,tipico del romanico locale. Nell'oratorio è con-servato un affresco duecentesco di San Cristo-foro. Nel chiostro si trova invece un altro affrescopiù tardo (seconda metà del XV secolo) attribui-to a Dario da Treviso e raffigurante una Madon-na con Bambino e Santi. È aperta al pubblico inoccasione della festa di Santa Bona e per alcunemanifestazioni locali.La bonifica dei Palù iniziò intorno al 1200 ed ifrati benedettini di Santa Bona vi lavorarono peranni impegnando esperienze già realizzate al-trove ed introducendo soluzioni tuttora valide,avvalendosi anche dei monaci Cistercensi dellavicina abbazia di Follina. Gli acquitrini furonotrasformati in appezzamenti a prato, delimitatida fossi e da siepi perimetrali frangivento. I Palù rappresentano una delle zone a campichiusi meglio conservate in Veneto e nel nordItalia: nei prati umidi si osservano stupende fio-riture primaverili di orchidee e di iris sibirica; nel-le siepi e nelle macchie boscose si ammirano nu-merosi esemplari di farnia, la quercia autoctonatipica dell’antica foresta planiziale. L’avifauna èpresente con specie rare, quali il tarabuso e il fal-co pellegrino. Ora si preferisce trasformare moltidi questi prati in arboreti o tentare di immetterci

coltivazioni come mais, soia, vigneti. Perderel’essenza di un paesaggio come quello del Palùrenderebbe i Veneti e gli Italiani più poveri, al-meno spiritualmente.Per questo, movimenti locali o nazionali (FAI, Le-gambiente, ed altri) sono mobilitati a far cono-scere la preziosità di questo patrimonio unicoed a svolgere azioni per la sua tutela nel tempoorganizzando anche percorsi guidati per accom-pagnare i visitatori a gustare ciò che la natura edun lavoro secolare di bonifica ha fatto arrivare fi-no a noi.Uno degli elementi di riferimento di questo la-voro è il percorso ecologico «fontane bianche»:è un vero e proprio itinerario che si snoda all’in-terno dell’area omonima e che si colloca nelpunto in cui il fiume Piave incontra i torrenti ra-bòs e rospér, nel comune di Sernaglia della Bat-taglia. In quest’area sono presenti numeroseconche e risorgive, alimentate dalle acque di fal-da, indipendente dallo scorrere del Piave. Il territorio dei Palù è definito dalla Unione euro-pea: Ambiente umido protetto, in quanto zonaSIC (Sito di Importanza Comunitaria), codiceIT3240015, nell'ambito della «rete Natura 2000».Oggi, in un contesto in cui il tema della sosteni-bilità dello sviluppo rappresenta un linguaggiocomune, preservare questi luoghi ci sembra unobiettivo comune.

M.S.

Sentiero all'internodei Palù nei pressidi Moriago(Foto: ArchivioFotografico Centro Civiltàdell’Acqua).

NEWSDALLA BANCA

Il calendario per l’anno 2006 cura-to, tra gli altri, dal Festival Organi-stico internazionale Città di Treviso

e della Marca Trevigiana, nel mese di novembresegnalava l’organo dei Fratelli Pugina della chiesaarcipretale di San Giorgio di Marcon inserendolonel patrimonio organistico della Marca.riconoscimento del tutto giustificato per il suovalore sia storico che musicale. Venne acquistatonell’imminenza delle feste di Natale del 1889dalla Fabbriceria, essendo parroco don GiacomoCeolin. era costituito per gran parte da materialipreesistenti come confermano gli esperti, ap-partenuti ad un antico organo risalente al sec.XVIII e attribuibile al Callido uno dei più impor-tanti organari di sempre. Venne ricostruito dallaAntica Fabbrica d’organi dei Fratelli Pugina diStanghella-Padova, come testimonia ancor oggiuna targa posta sopra la tastiera dove la data purincompleta richiama il secolo XIX.«La Difesa», quotidiano cattolico di Venezia, il 4ottobre 1890 in occasione della solenne inaugu-razione ne esaltava le qualità tanto che: «Gli in-telligenti ne dicono assai bene, è un strumentoassai piccolo ma contiene delle voci tanto pasto-se e così distinte e un ripieno così robusto e gra-ve da soddisfare il gusto e le esigenze dell’arte...».Il collaudo era stato effettuato qualche giornoprima dal maestro di musica Ugo Fontebasso diTreviso che nella relazione affermava di averlotrovato «tanto nella parte meccanica come inquella acustica di una perfezione che la migliorenon si può desiderare… L’organo nel suo assie-me è di una forza assai rimarchevole che nonsembrerebbe all’apparenza soddisfa così benel’esigenza della musica liturgica come quella del-la musica profana».Da tanto tempo, però, quest’importante stru-

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L’ORGANO PUGINA,UN PATRIMONIO DELLA COMUNITÀ

mento si trova in condizioniprecarie e necessarie di restau-ro venendo utilizzato raramen-te nonostante la presenza attivadi una consolidata Schola Canto-rum. L’ultimo intervento importanterisale al 1971. Troppo onerose le spesedi ripristino per una parrocchia, cresciuta infretta, impegnata a portare a termine alcunestrutture necessarie alla vita comunitaria e nonsempre sensibile nella conservazione dei suoibeni storici, che a volte neppure conosce. Oraperò, grazie anche al contributo della Banca del-la Marca, dopo un accurato restauro da partedella ditta Girotto di Paese, l’organo ritornerà alsuo antico prestigio. questo gesto della Banca, da sempre attenta al-le richieste culturali del territorio, sembra ideal-mente collegarsi all’iniziativa del parroco donGiacomo Ceolin, che nel 1894 diede vita alla pri-ma Cassa rurale di Prestiti di Marcon di cui Ban-ca della Marca, nella sua ultracentenaria attività,ne perpetua gli ideali.

d i L u i g i n o S c r o c c a r o

@ [email protected]

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collalto vive. Davvero. La sua anima poteva essersispenta già da un pezzo, sgretolata assieme alle vecchiemura, dimenticata come l’antico castello, dispersa insie-me ai nativi che, gioco forza, trovano lavoro e mettonosu famiglia altrove.eppure non è andata così. Collalto vive, mantiene la suagrazia e la sua placida bellezza, segno che il corso dellastoria non lo decide mai un destino cieco e baro, ma loindirizza, sempre, la volontà degli uomini e, più ancora,il loro amore. Se questa comunità trevigiana di poco più di 500 abitanti,affondata nel verde di colline lussureggianti, sa oggi diavere, oltre che un passato glorioso, un presente e un fu-turo, lo deve a un gruppo di amici, ispirati dai due pionieriemilio Soldera e Paolo Chiesurin, che 43 anni fa, nel 1975,costituì il Gruppo Festeggiamenti Collalto con l’intento di

Un piccolopaese con unavivacità socialee di proposte

culturaliche segnano

una comunitàsolida e aperta

al territorio.Con amore

per la propriaterra.

d i F r a n c e s c a N i c a s t r o

TERRITORIO76INSIEMECON FIDUCIA

Sopra. Il centro storicodi Collalto.

La facciatadella parrocchialedi San Giorgio.

COLLALTO VIVE

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TERRITORIO76INSIEMECON FIDUCIA

far rivivere il borgo natio e le sue tradizioni, rinsaldare i le-gami tra le famiglie, accrescere la socialità. Così, arrivare a Collalto in una sera estiva di brezza e luc-ciole, librare lo sguardo sulla piana del quartier del Piavefino ai Berici disegnati sull’orizzonte; e poi salire la rampaverso la rocca, attraversare la porta del castello, ammirarnele torri, accogliere il rintocco della campana, rimanere in-cantati dalle simmetrie della parrocchiale di San Giorgio, èuna visita che riporta il cuore in contatto con sé stesso, aquell’intimità che si prova vicino a cose autentiche, soprav-vissute alle vicissitudini dei secoli.È perché potessimo fare un’esperienza di tale natura che ilGruppo Festeggiamenti Collalto, presieduto oggi da Lucia-no zaccaron e diventato Associazione nei primi anni Due-mila, assieme ad altre associazioni locali e al sostegno delComune di Susegana, si adopera per mantenere bello e vi-vo il borgo, attraverso un calendario di iniziative culturaliche nulla ha da invidiare a paesi e città ben più grandi. eattraverso anche costanti interventi di cura dei luoghi, co-me la sistemazione del campo sportivo, del vecchio lava-toio (in corso d’opera) e naturalmente dell’area del castello. Tra le attività culturali, fiore all’occhiello è senz’altro il Fe-stival organistico internazionale, che si tiene nella chiesadi San Giorgio ogni autunno dal 2003 (con una pausa dal2008 al 2010 per i lavori di restauro dell’edificio di culto), ilcui prestigioso organo meccanico è stato fatto costruire eacquistato grazie anche ai finanziamenti messi a disposi-zione dall’Associazione Festeggiamenti. La parrocchialestessa è stata restaurata in parte grazie ai fondi raccolti dalgruppo. Molto partecipata è pure la stagione teatrale, or-ganizzata dal Comune di Susegana, con il suo calendariodi spettacoli di fine estate. All’Associazione Festeggiamenti si deve la riedizione di duetradizionali feste paesane, la sagra di Sant’Anna e la festa

Biancadi CollaltoLa leggenda di Bianca di Collaltoè una leggenda che riguardala famiglia comitale dei Collalto.Essa narra di una giovane e bellaancella che sarebbe stata murata vivaa causa della gelosia della sua padrona.Il suo fantasma si manifesterebbeai componenti della famiglia Collaltovestito di bianco per annunciare gioieoppure di nero per annunciaresciagure.

LA ROCCA E IL BORGO,LE FAMIGLIE RESIDENTI CAPACIDI ACCOGLIENZA E DI SOCIALITÀ

ALTROVE SOPITE.

Passeggiata con Bianca di Collalto con lo scrittoreAntonio Menegon (vedi pagina 8).

del patrono San Giorgio, che si tengono rispettivamente aluglio, la prima, e tra aprile e maggio, la seconda. Animano infine il borgo la mostra mercato dell’antiquaria-to, che si tiene ogni seconda domenica del mese, e il riccocalendario di eventi natalizi, tra concerti, mercatino, pre-sepe vivente, panevin.La vitalità di questo piccolo incantevole borgo si deve dun-que al lavoro di chi gli vuole bene. A chi qui è nato, è an-dato a scuola, ha giocato nei boschi e nei campi, poi è cre-sciuto, se ne è andato, per amore o per lavoro, ma qui hadeciso di tornare a dedicare il suo tempo libero. e sono intanti, sotto diverse sigle: non solo l’Associazione Festeg-giamenti, ma anche gli Alpini, la Collalto Corse, il GruppoSportivo e il circolo Acli, e pure, per citarli proprio tutti, l’In-ter Club. e se Collalto vive e vivrà è anche grazie al suo principalecantore, il giornalista Antonio Menegon, anch’egli socio divecchia data dell’Associazione Festeggiamenti Collalto,che, con la scrupolosità dello storico e la passione delloscrittore, di questo borgo ha narrato storie e leggende,quelle medievali dei potenti conti longobardi e quelle no-vecentesche di guerra e resistenza. È lui che, assieme a Ser-gio Soldan, una domenica al mese, accompagna in visitaguidata visitatori e turisti alla scoperta dei luoghi e dei per-sonaggi storici o leggendari come il fantasma di Bianca, iltraditore innamorato Furio Camillo, la Beata Giuliana tau-maturga delle emicranie, e tanti altri nomi e aneddoti. Sempre a lui si deve l’aggiornamento del sito internetwww.collalto.info, consultando il quale si ha una panora-mica degli eventi e si completa la conoscenza di questofazzoletto di Marca Trevigiana che «se lo vedi ti innamori».Davvero.

35

@ [email protected]

500GLI ABITANTIDI COLLALTO

1975NASCE IL GRUPPO

FESTEGGIAMENTI COLLALTO

Antica cartolina della rocca di Collalto e del borgo.

anno

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TERRITORIO76INSIEMECON FIDUCIA

Gli scacchi sono nati in In-dia intorno al VI secolo everso l’anno 1000 giunseroin europa impiegando però

altri cinque secoli per raggiunge la forma mo-derna mentre le regole del gioco sono state de-finite, così come le conosciamo oggi, solo nel1800. Un gioco complesso ma anche appassio-nante che vanta milioni di estimatori in tutto ilmondo e che in Italia vede nel Circolo Scacchi«Beniamino Vergani» di Montebelluna una dellerealtà di maggior rilievo nazionale. La fortuna di questa realtà è data dalla impor-tante attività giovanile, avviata negli ultimi de-cenni, che ha consentito nel tempo di far cono-scere a una vasta platea questo nobile sport enel contempo di coltivare dei grandi talenti. Po-chi sanno che in quello che per taluni è il circoloscacchistico più importante d’Italia, vi sono mol-ti giocatori professionisti, anche giovanissimi,d’altronde tra i maestri di scacchi ufficiali a Mon-tebelluna si contano pure dei teenager. Le vitto-

CIRCOLO «BENIAMINO VERGANI» DI MONTEBELLUNA DOVE SI APPRENDONO LE REGOLE DEGLI SCACCHI.

UNA FUCINADIGIOVANICAMPIONI

d i I n g r i d F e l t r i n

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rie e i titoli collezionati dai campioni montebel-lunesi negli ultimi decenni sono davvero tantibasti pensare che solo lo scorso novembre, alCampionato italiano tenutosi a Scalea (Cosenza),

i ragazzi del «Vergani» sono salitisul gradino più alto del

podio per gli under 16e sul secondo per gli

under 12. I cam-pioni d’Italia un-der 16 sono: Jo-shua Cappelletto,Antonio e Leonar-

do Loiacono, Gio-vanni Sartor mentre

i vice-campioni d’Italia under12 sono Silvia Bor-din, Anna Gomirato, Gioele e Gianluca Ballon,Matteo Bernardi capitananti da Diego Gomirato.Ma come è nata questa fucina di talenti dellascacchiera? Il Circolo Scacchi «Beniamino Verga-ni» di Montebelluna nasce nel 1891 e porta il no-me del suo fondatore, «un giovane poco più cheventenne che mette a frutto quanto appresopartecipando a tornei locali e provinciali riu-scendone spesso vittorioso. S’impegna nel gio-co per corrispondenza a livello nazionale, in pro-blemistica nelle più diffuse riviste nazionali einfine in memorabili simultanee alla cieca che sitengono sia al Circolo Montebellunese sia al Cir-colo Trevigiano». La narrazione prosegue poi con gli anni che va-no dal 1872 al 1903 caratterizzati dal «Caffè degliArtisti», notissimo locale ove si ritrovano spessoil pittore Luigi Serena, lo scrittore Augusto Sere-na, l’ingegner G.B. Dall’Armi e i nobili conti rinal-

I ragazzidel «Vergani»

al campionatoitaliano.

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di, Bertolini e Loredan e dove trovano ristoro alloro passaggio per Montebelluna la divina eleo-nora Duse e Gabriele D’Annunzio. In quel perio-do Vergani parteciperà al Torneo Internazionaledi Hastings (Inghilterra) con i più forti giocatoridel momento in campo mondiale: non approdaa risultati degni di nota ma ne esce con onorenonché guadagnandosi la considerazione una-nime del mondo scacchistico.Il fondatore del circolo montebellunese conti-nua ad animare l’attività fino al giorno della suamorte il 15 luglio 1927. Si chiude così un epocamolto proficua per questo sport, di cui in cittànon si avranno più notizie degne di nota finoagli anni Cinquanta. Nel 1965, per iniziativa delsignor Secco di Treviso, si forma in Montebellunaun nuovo Circolo: i giovani che ne fanno parteorganizzano tornei in città e nei centri vicini, ini-zia così un’intensa attività che li vede impegnatiin manifestazioni regionali e nazionali con risul-tati positivi, fino al conseguimento delle catego-rie nazionali. Singolarmente negli anni seguentiin città si formano due circoli il «Caffè Teatro» e«La Taverna» che nel 1970 si fonderanno inun’unica organizzazione. @ [email protected]

L’attività prosegue e i luoghi d’incontro cambia-no fino a quando un’intesa con il Comune per-mette al Circolo di avere una sede pubblica nellaBarchessa Manin dove a partire dal 2000 iniziauna intensa attività giovanile che consente di re-clutare decine di ragazzi anche grazie ad un’im-portante campagna di promozione dell’attivitàscacchistica nelle scuole. «Siamo consapevoliche ci sono sport più seguiti degli scacchi – spie-ga la presidente del circolo, Annamaria Cornuda– ma crediamo fortemente in quest’attività,tant’è che negli anni abbiamo attivato corsi peri bambini in tutte le scuole primarie di Monte-belluna ed in tempi recenti anche a Trevignano,Altivole e Vedelago. Importante si è rivelato –spiega la presidente – anche il laboratorio alleScuole Medie, che prevede dieci ore di attività,classe per classe». Ma la presidente ci tiene a sot-tolineare che gli scacchi non sono un’attività da«secchioni» poiché: «Gli scacchi possono esserepraticati da chiunque e in tanti anni di attivitànon ci è mai capitato di trovare qualcuno pocoincline a questo gioco. Certo non tutti diventanocampioni, ma tutti possono imparare e divertirsi.Talvolta abbiamo avuto anche dei ragazzi condisabilità e nemmeno per loro è stato un proble-ma imparare». e allora buon gioco a tutti e ai no-stri lettori la prima mossa.

1891NASCE IL CIRCOLO SCACCHI

«BENIAMINO VERGANI»

anno

GLI SCACCHI POSSONO ESSEREPRATICATI DA CHIUNQUE.NON TUTTI DIVENTANO CAMPIONI,MA TUTTI POSSONO IMPARAREE DIVERTIRSI.

L’AGRICOLTURAÈ NELNOSTRODNA

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Il settore primario, la terra ed i lavori chela riguardano, sono da sempre nel Dna delcredito cooperativo, nato come cassa ruraleed artigiana oltre un secolo fa. Oggi la terraè attrattiva per molti giovani, non solo peril trend «prosecco» nel nostro territorio maanche per scelte di attività innovative e conmaggior sensibilità verso la green economy.Banca della Marca nel 2017, a seguitodell’assorbimento della BCC di Marcon, hafatto un ulteriore salto, ampliando il territoriodi competenza ed andando pertantoa coinvolgere molte nuove realtà agricoledel Veneziano.Altro passaggio importante da parte dellaBanca è stato quello di potenziare l’ufficioagricoltura, affiancando ad Alberto De Nardiun nuovo collega, Marco Golfetto. Golfettoproviene da una ultradecennale esperienzanel settore agricolo, è stato responsabiletecnico in una importante associazionedi categoria a livello provinciale e regionaleed è iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomie Forestali di Treviso.

d i M a r c o G o l f e t t o

TERRITORIO76INSIEMECON FIDUCIA

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@ [email protected]

La Banca adesso spazia nel pieno delladiversificazione del comparto agricolo,coinvolgendo sia le zone più prettamenteorientate al vitivinicolo sia le zone condestinazioni diverse: zootecnico, orticolo,cerealicolo, dell’acquacoltura e miticoltura,ecc., con molte altre attività connesse.Il comparto agricolo è sempre in fermento,con settori che primeggiano non solo a livellonazionale, come il prosecco DOC e DOCG(ma anche altri vini che comincianoa farsi spazio soprattutto a seguito dell’avviodella nuova DOC Venezia). Dove non c’èla «fortuna» vino però le aziende ugualmentericercano spazi e si specializzano in altricomparti agricoli, trovando, per esempionella realtà veneziana, aziende orticole cheprimeggiano a livello mondiale.Il ruolo dell’ufficio agricoltura è di aiutaresia le aziende consolidate, dando loro tuttoil supporto finanziario per rimanere ai tempicon la tecnologia e il mercato, sia le aziende

che si stanno sviluppando, per trovareassieme un percorso ottimale che gli consenta di crescere e rafforzarsi.e questo lo facciamo cercando e mettendoa conoscenza delle aziende tuttele opportunità che l’europa, lo Stato ela regione mettono a disposizione(aiuti in conto capitale e in conto interessi,garanzie statali, ecc.) e valutando assiemela sostenibilità finanziaria degli investimenti.Favoriamo inoltre la creazione di eventidi confronto e di interscambio di ideee conoscenze al fine di offrire ai nostri clientiagricoltori tutto il supporto e gli spuntinecessari nelle scelte imprenditoriali,per crescere ulteriormente e renderepiù redditizia la loro attività. e questo incollaborazione con le principali associazionidi categoria che li rappresentano,partecipando direttamente amanifestazioni/fiere/convegni o essendo noistessi promotori. Ad esempio, proprio a iniziodel nuovo anno, nel Veneziano abbiamoorganizzato una giornata dedicata alle nuovecolture in fase di espansione nel mercato(il noce, il nocciolo, la canapa, il melogranoe i grani antichi) cercando di capirele nuove tendenze del mercato nazionalee internazionale nei consumi alimentari.Il nostro obiettivo è quindi di continuareil nostro cammino di prossimità a fiancodi chi lavora, trasforma e valorizza i prodottiagricoli e che su questa terra ha costruitola sua famiglia e la sua impresa.Altro obiettivo che si pone la Banca è quellodi dare un segnale forte su comela concezione produttiva e imprenditorialestia ulteriormente progredendo, orientandosiverso una sostenibilità economica,ambientale e sociale che abbraccia le trecomponenti principali della nostra comunità:il benessere, lo sviluppo e la salute delcittadino.

L’agricolturasta cambiando

graziea nuove colture

come il noce,il nocciolo,la canapa,

il melogranoe i grani antichi.

In aumentole superfici coltivate

con il metododi produzione

biologica.

IL NOSTRO TERRITORIORAPPRESENTAUNA RETEDI IMPRESE AGRICOLEIMPEGNATECON SUCCESSOIN UNA DIVERSITÀDI PRODUZIONI.

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L’uomo è, per sua natura, un essere re-lazionale. La sua vita è caratterizzatada un «io» che si connette con il mon-do piccolo o grande che frequenta.Un sistema di meccanismi virtuosi discambio reciproco. Le persone fisichesi incontrano, si raccontano e si fida-no. La fiducia è infatti il primo fattoreche realizza un patrimonio relazionalesano e di successo.Nel realizzare connessioni che poi du-rano nel tempo c’entra l’empatia, mal’affidabilità è il volano di ogni incon-tro. ricerca di lavoro, visita specialisti-ca per un problema, ricerca di un av-vocato per un caso, conflitto sul postodi lavoro, cosa fare nel tempo libero,sono alcuni elementi che dicono co-me ci muoviamo basandoci sul patri-monio relazionale.

d i S e r g i o D u g o n e

LE RELAZIONI

SOCIALITÀ76INSIEMECON FIDUCIA

Abbiamoun patrimonioimmateriale

DAL BORGOPARENTALEALL’ASSOCIAZIONISMO

Così nel nostro territorio, da anni or-mai, quando si parla di famiglia – cheresta, con le sue ferite, un elementoessenziale della costruzione sociale, –

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SOCIALITÀ76INSIEMECON FIDUCIA

si parla sempre più di borgo parenta-le allargato nei paesi o frazioni, men-tre nelle realtà più grandi vi è un «iosociale» diffuso rappresentato dall’as-sociazionismo, dalla voglia di stare edi fare insieme, che ha le sue straor-dinarie radici nel ruolo sociale svoltodalle parrocchie per tanti anni.Negli ultimi anni, nel nostro territo-rio, le associazioni – riconosciute enon riconosciute – sono aumentatedell’11,3% e costituiscono l’86,4%del tessuto sociale organizzato, se-guite dalle cooperative sociali (5,2%)e da altre realtà minori come le Fon-dazioni.La riforma del Terzo settore (tuttal’area non profit in Italia) in atto sem-bra strutturare in modo articolato illavoro del mondo associativo, co-stringendo però così le realtà più pic-cole ad aggregarsi o a soccombere. È una realtà attraversata da valoristraordinari che generano coesionesociale, beni fiduciari, impegno civile,gratuità. Ma vive anche problemi dinon poco conto: ricambio generazio-nale difficile, aumento esponenzialedella burocrazia (le cronache diconoquotidianamente di iniziative chevengono cancellate per impraticabi-lità degli oneri e degli adempimentida sostenere), attrazione o meno del-le attività in coerenza con i nuovi in-teressi sociali.eppure è importante per tutti investi-

Il terzosettoreL'espressione terzo settore identificaquegli enti che operano e si collocanoin determinati settori, manon riconducibili né al mercatoné allo Stato. Enti di natura privatache, senza scopo di lucro, perseguonofinalità civiche, solidaristiche edi utilità sociale promuovendo erealizzando attività di interessegenerale mediante forme di azionevolontaria e gratuita o di mutualitào di produzione e scambio di benie servizi.

LA FAMIGLIA, LE RETI ASSOCIATIVE,LE PARROCCHIE: UN TESSUTO DI RELAZIONICHE COSTRUISCONO SOLIDITÀ SOCIALE.

42% I ragazzi tra i 14 e i 19 anniimpegnati in attività di varia natura(sport, musica, ambiente...)

Gli anziani oltre i 65 anniattivi nel volontariato26%

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re in questo ambito perché le Istitu-zioni (primo settore) hanno nel nonprofit (terzo settore) un motore stra-ordinario di vita comunitaria e nellereti primarie (quarto settore) come lafamiglia, la base vivibile della comu-nità locale.

@ [email protected]

I beni relazionali sono forti quandogenerati da presenza fisiche reali. Manell’era del digitale è diventato sem-pre più facile costruire relazioni menoforti grazie ai social media ed a inter-net. roberto è un ragazzo di 15 anni di Co-negliano abilissimo nei giochi di pre-stigio con le carte. Frequenta una retedi coetanei con comuni interessi epubblica – con il suo nome «d’arte» –video su youtube che in poco temporaggiungono migliaia di visitatori (fol-lowers).Luigi, lavora in una cooperativa per di-sabili a Vittorio Veneto e, appassiona-to di ciclismo, ha fatto amicizia su fa-cebook con un corridore finlandeseche corre con una squadra inglese. Idue si sono casualmente incontrati aParenzo il 2 marzo scorso, solo perchéi furgoni con la scritta della squadra ci-clistica hanno incuriosito Luigi che eralì in vacanza.Però i networking in rete richiedonopartecipazione assidua, contenuti daproporre ed ascoltare, costruzionesuccessiva di relazioni concrete altri-menti restano – nel migliore dei casi –virtuali. e poi occorre non sottovalu-tare – soprattutto quando i fruitoridella rete sono minori o adolescenti –la necessità di una formazione ade-guata alle trappole della rete, alle re-lazioni effimere o a quelle truffaldineo seduttive.Anche questo è un segno di come stacambiando il modo di vivere dellagente, dei giovani in particolare.

IL LAVORO,DA PRODUZIONEA LUOGO DI VITA

IL NETWORKINGREALE SI AMPLIAAL VIRTUALE

Passiamo parte della nostra vita attivaal lavoro. Ma lo stare in ufficio, in fab-brica, nell’attività commerciale ottoore al giorno non è solo parteciparealla costruzione della ricchezza di unterritorio, ma vivere le relazioni chesempre più spesso sono anche il frut-to di riunioni di team, di corsi di for-mazione, di attività sociali o categoria-li del proprio ambiente di lavoro. Nel nostro territorio se le aziende so-no oggi coinvolte sul fronte del welfa-re aziendale, ci sono realtà dove si so-no sviluppati i Gas, gruppi di acquistosolidale; dove i lavoratori associati so-stengono progetti sociali; dove l’asso-ciazionismo aziendale ha visto con-nettere i pensionati con i giovani...Se l’ambiente di lavoro è relazional-mente positivo, anche il clima produt-tivo, la partecipazione agli obiettivi edalle performances aziendali sarannoconseguenti.