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BANCAFORTE D O S S I E R D O S S I E R a cura di FLAVIO PADOVAN Rapine, segnali positivi I dati della ricerca OSSIF 07 Le differenze tra Italia e paesi Ue Sicurezza informatica in crescita

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BAncAforte

dossier

dossier

a cura di Flavio padovan

Rapine,segnali

positiviI dati della

ricerca OssIf 07

Le differenze tra Italia

e paesi Ue

sicurezza informatica

in crescita

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R apine in sensibile riduzione nel 2008. Nel primo trimestre gli attacchi alle

banche sono stati 606, in calo del 23,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno pre-cedente, con una rilevante inversione di tendenza in atto sia in termini assoluti sia in proporzione al numero di sportelli. Con questa nota positiva si sono aperti i lavori di “Banche e Sicurezza 2008”, il più importante momento d’incontro e discussione sui temi della sicurezza in banca, che riunisce ogni anno i rappre-sentanti di istituzioni, forze dell’ordine, banche e operatori privati, per fare il pun-to sulle minacce criminali e sulle possibili misure di prevenzione e difesa.

RecoRd di RapineNonostante un buon inizio d’anno, il fe-nomeno rapine è tutt’altro che risolto. Dai dati forniti da OSSIF, il Centro di Ri-cerca dell’ABI sulla sicurezza anticrimi-ne, emerge che l’Italia non solo è ancora saldamente al primo posto in Europa per numero di attacchi alle filiali, ma registra oltre la metà delle rapine consumate in ambito Ue. Nel 2007 sono state 2.972, in crescita del 7,1% rispetto al 2006. «Nel 1998 ne erano state compiute 2.958», ha fatto notare Zadra, riflettendo sulla per-sistenza e la sostanziale stabilità nume-rica – in valore assoluto - del fenomeno, ma anche sugli importanti passi avanti compiuti in questi anni nella lotta alla criminalità e sugli straordinari risulta-ti raggiunti in tema di incolumità delle persone.

Un bilancio positivo Rispetto a 10 anni fa molto è cambiato. L’indice di rischio (rapine ogni 100 spor-telli) è sceso del 19,6% rispetto al 1998 e

il bottino medio, che nel 2007 è stato di 19.238 euro, è diminuito del 22%. Inoltre, la quota di rapine ai danni delle dipen-denze bancarie sul totale di quelle com-messe è passata dal 7,8% del 1998 al 5,9% del 2007. Ma è soprattutto il dato sulle vittime che fa capire la qualità del lavo-ro di prevenzione e formazione portato avanti dall’ABI e da OSSIF e l’importan-za del coordinamento con le forze del-l’ordine. «In Italia non vi sono stati morti in filiali bancarie da oltre 10 anni», di-chiara con orgoglio Zadra, sottolineando come questo risultato sia la conseguen-za di una precisa strategia adottata dalle banche, che ha posto come prioritaria «la massima salvaguardia della vita umana, la prevenzione di ripercussioni fisiche e psicologiche sulle persone coinvolte, la riduzione dei tempi di rapina». In Europa lo scenario è molto diverso: gli attacchi sono molto più cruenti, nel 64% dei casi vengono usate armi da fuoco (in Italia solo nel 16%) e sono frequenti i casi di sequestro dei dipendenti o dei familia-ri, rari nel nostro paese.

sicURezza paRtecipata Determinante per il buon esito delle ini-ziative anticrimine è la collaborazione in-staurata con le forze dell’ordine, come ha dimostrato l’analisi di Savona. Proprio in occasione del convegno è stato rinnovato l’accordo con il quale l’ABI e il Diparti-mento di Pubblica Sicurezza si impegna-no a rafforzare il dialogo, lo scambio di informazioni e il lavoro congiunto. Enzo Calabria, Direttore del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale, ha sottolineato che, il Protocollo «è un efficace strumento di sicurezza partecipata e sta dando risultati

Nel 2008 rapine in calo, ma il

fenomeno resta preoccupante.

Il Protocollo d’intesa tra AbI e Dipartimento di P.S. rafforza lo scambio di informazioni

e l’attività anticrimine

in una logica di sicurezza partecipata

dossier sicurezza30

sicurezza, priorità per le banche italiane

Giuseppe Zadra, direttore generale dell’ABI e Ernesto Savona,

professore di Criminologia

luglio / agosto 2008

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concreti, a livello sia centrale sia locale, per la prevenzione e la repressione dei crimini predatori» (vedi box). Importante è anche il contributo fornito da OSSIF con le sue molteplici attività, che vanno dalla gestione del data-base allo scambio di da-ti con il ministero dell’Interno, al Forum Anticrimine. Quest’ultimo, attraverso la costituzione di Osservatori permanenti, promuove iniziative «nell’ottica di una sicurezza integrata e partecipata», stimo-lando il confronto tra domanda e offerta.

il costo della sicURezzaPer prevenire e contrastare le azioni dei rapinatori, le banche hanno investito nel 2006 oltre 700 milioni di euro, pari a circa 20 euro per conto corrente. «Il 48% del-la spesa», specifica Marco Iaconis, vice presidente di OSSIF, «è stato destinato a

soluzioni antirapina, il 29% per la prote-zione del trasporto valori, il 23% per le di-fese antifurto». Analizzando ancora più in dettaglio i sistemi di difesa delle ban-che, scopriamo che l’86% delle agenzie dispone di ingressi regolati da bussole, l’85% ha predisposto sistemi di allarme, il 79% ha optato per soluzioni di ripresa e casseforti, il 72% ha installato sistemi per cassieri, il 49% ha scelto i metal detector, ecc. Ancora poco diffusi gli erogatori au-tomatici di banconote (9%) e i dispositivi biometrici (5%).

il pRoblema “cash” Tra le cause dell’alto numero di rapine che ancora affliggono l’Italia, la più importan-te rimane l’abnorme utilizzo del contante. «Il cash è la madre di tutti i problemi», ha sintetizzato Zadra ricordando alcuni dati dell’anomalia tutta italiana. Nel nostro paese, infatti, circola il 19% delle banco-note dell’eurosistema (2.255 milioni di pezzi pari a circa 128 miliardi di euro), e il 18% delle monete (per complessivi 3,4 miliardi di euro). L’attaccamento al con-tante è confermato dai dati relativi all’uso della moneta elettronica: per i pagamenti cashless, ad esempio, l’Italia è al 19° posto nella Ue, con un numero di pagamenti pro-capite quasi 5 volte inferiore a quel-lo di Finlandia, Olanda, Francia, Regno Unito e Germania, che guidano compatti la classifica. Quali sono le ragioni di questa passione per le banconote? Innanzitutto gli atteg-giamenti culturali, ma anche problemi specifici quali la scarsa diffusione dei Pos presso i piccoli dettaglianti. E le stime fino al 2010 non delineano cambiamenti di trend, anzi: tra tutti i paesi monitorati siamo i più lenti nella crescita percentuale delle transazioni non in contanti. «Limita-re la circolazione delle banconote sarebbe un passo importante per ridurre il peso della criminalità», ha sottolineato Zadra, ma la “war on cash” può avere successo solo con l’adesione convinta e fattiva di tutti i soggetti del sistema Italia, ammi-nistrazioni pubbliche in testa. A questo proposito, ha aggiunto Zadra, «il neo Mi-nistro dell’Innovazione e della funzione pubblica, Renato Brunetta, ha mostrato una comprensione del problema che fa sperare in una rapida evoluzione dei si-stemi di pagamento nella P.A.».

dossier sicurezza32 luglio / agosto 2008

Parla Calabria. Rinnovato il protocollo ABI – Forze dell’Ordine

UnA BUOnA nOtIzIA: IndIvIdUAtI metà deI RAPInAtORI In BAnCA Si fa sempre più difficile la vita per i rapinatori di banca. Oltre a doversi accontentare di un “bottino” ogni anno più esiguo e a doversi misurare con sistemi di difesa in continuo progresso, ora si sono ridotte anche le possibilità di farla franca. Ad annunciarlo, con legittima soddisfazione, è Enzo Calabria, Direttore del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. «Nel 2007 siamo riusciti ad individuare oltre il 45% degli autori di rapina, ma contiamo di migliorare ancora e in poco tempo», afferma Calabria. Come? Gra-zie a indagini intelligenti, supportate dalle informazioni ricavabili dai moderni sistemi di videosorveglianza e dall’analisi integrata dei dati effettuata in collaborazione con gli altri soggetti coinvolti, primi tra tutti le banche. Il rinnovo del Protocollo d’intesa rientra in questa strategia di intensa cooperazione contro la criminalità. «Il protocollo è uno strumento utile, che ci permette di migliorare la prevenzione e la repressione attraverso il dialogo e l’interscambio di informazioni a livello centrale e locale» conferma Calabria, ri-cordando gli analoghi accordi siglati tra Prefetture e ABI in 81 pro-vince. L’integrazione delle banche dati, ad esempio, ha permesso alle questure di ottimizzare le attività sul territorio grazie all’elabo-razione di precise mappe di rischio che consentono di rendere più efficace l’azione di protezione delle zone più colpite dai rapinatori e di programmare gli interventi in maniera mirata, così da ottenere un migliore utilizzo delle forze di polizia. Secondo Calabria è estre-mamente importante per le autorità di pubblica sicurezza confron-tarsi con un interlocutore tecnico come OSSIF, al fine di contrastare con efficacia la criminalità che è sempre in continua evoluzione. Ma resta fondamentale anche «diffondere a tutti i livelli la cultura della sicurezza». A questo scopo il Protocollo prevede l’utilizzo di Bancaforte quale strumento mirato per dare il massimo risalto alle iniziative intraprese, riconoscendo l’importante ruolo che la rivista dell’ABI svolge in questo campo da molti anni.

Enzo Calabria, Dipartimento di Pubblica Sicurezza

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Rapine: anomalia tutta italiana

Una nuova ricerca analizza gli eventi criminosi in Italia, mostrando le forti differenze rispetto gli altri paesi Ue.

E smentendo luoghi comuni

radicati

P erché in Italia avvengono più rapi-ne in banca rispetto agli altri paesi

Ue? Al problema finora non era mai stata data una risposta basata su una ricerca scientifica. Ci ha pensato OSSIF, in colla-borazione con Themis, il Centro ricerche socio-psicologiche e criminologico-fo-rensi. «Abbiamo messo a confronto l’Italia con Francia, Germania e Spagna su numerosi

aspetti, perché un fenomeno complesso come la rapina non può essere indagato analizzando solo un fattore» spiegano Isabella Corradini di Themis e Marco Ia-conis. Per questo motivo sono stati rac-colti dati su più aree tematiche, alcune strettamente correlate al sistema banca-rio (diffusione e tipologia delle misure di sicurezza adottate nelle filiali, livello di automatizzazione nella gestione del

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Gestione del contanteIl settore che ruota intorno al cash è a un punto di svolta. La sentenza della Suprema Corte europea del 13 dicem-bre 2007 ha infatti sconvolto l’impianto regolamentare della sicurezza privata e del trattamento e trasporto valori, colpendo due pilastri del vecchio Testo unico quali le tariffe dei servizi stabi-lite dai Prefetti e le licenze provinciali per gli outsourcer. Mentre il Ministero dell’Interno è al lavoro per modernizza-re la normativa e renderla compatibile anche con il nuovo quadro comunita-rio delineato da SEPA e SECA, un’altra emergenza è alle porte. La significativa riduzione delle filiali della Banca d’Italia crea la necessità di ridisegnare in fretta

la logistica del contante da parte di ban-che e società di servizi. Alla luce dei cambiamenti in atto, spie-ga Domenico Santececca, «è apparso opportuno avviare un’iniziativa di si-stema per rilevare lo stato dell’arte nel-la gestione del cash in Italia e definire azioni di miglioramento del contesto». È stato così costituito un Comitato di coordinamento - composto da Banca d’Italia, ABI, Ministeri dell’Interno e dell’Economia, Associazioni di opera-tori della vigilanza e trasporto valori, Poste Italiane – che ha l’obiettivo di coordinare i progetti e collaborare con tutti gli stakeholder per favorire l’av-vio di un processo di razionalizzazio-ne delle attività collegate al cash. BF

Simulazioni antirapina nelle aule di ABIFormazione

tUttO è AndAtO PeR IL meGLIO: neSSUnO SI è FAttO mALe

«Durante la rapina ho ricordato quello che avevo vis-suto nel corso delle simulazioni in aula e sono riuscito a mantenere la calma e a trasmetterla anche ai miei colleghi. Ho focalizzato l’attenzione sul rapinatore co-me mi era stato insegnato e ho cercato di favorire la conclusione rapida dell’evento. Tutto è andato per il meglio: nessuno si è fatto male». Così descrive l’espe-rienza-rapina un dipendente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata che l’ha vissuta poco tempo dopo avere seguito il corso di formazione specifico realiz-zato da ABIFormazione. La testimonianza, riportata al convegno da Renato Maino, Responsabile del Servizio Tecnico della stessa banca, ha reso immediatamente concreta la centralità della formazione del personale di filiale in ogni strategia di sicurezza. «Occorre puntare

soprattutto sul potenziamento delle capacità di “ge-stione” dell’evento da parte degli operatori bancari, non solo sulla definizione di procedure e mezzi tesi a evitare gli attacchi alla filiale», ha spiegato Barbara Filippella, Responsabile Settore Sviluppo Competenze di ABIFormazione. I corsi preparati dalla struttura spe-cializzata dell’ABI attraverso lezioni e simulazioni mul-timediali mirano proprio all’empowerment dell’opera-tore bancario, al fine di renderlo un protagonista attivo dell’evento rapina. Non “l’eroe” di stampo cinemato-grafico – precisa Filippella - ma, al contrario, un sogget-to consapevole del suo ruolo di vittima che, sempre nel rispetto delle norme bancarie, facilita lo svolgimento non cruento dell’attacco, perseguendo obiettivi di in-columità e riduzione dei tempi e dei rischi.

Domenico Santececca, responsabile Area Corporate dell’ABI

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dossier sicurezza luglio / agosto 2008

contante, uso di strumenti di pagamento alternativi alle banconote, ecc.), altre eso-gene (statistiche sulla criminalità, disci-plina del delitto di rapina, applicazione della pena, politiche della sicurezza, ecc.). Ebbene, dall’indagine sono emerse mol-te differenze significative che possono aiutare a capire le ragioni dell’anoma-lia italiana. In attesa della pubblicazione della ricerca, a Banche e Sicurezza 2008 sono stati anticipati alcuni dei risultati più significativi. «Da un punto di vista oggettivo», rivela Carlo Guazzoni, «i dati confermano che la diffusione del cash è centrale per il fenomeno rapina. L’Italia si caratterizza infatti per un utilizzo del contante estremamente superiore rispet-to agli altri paesi, basso numero di transa-zioni non cash (59 per abitante, contro le 226 della Francia e le 142 della media Ue 25), scarsa diffusione di sistemi automa-tizzati per la gestione delle banconote». Ma sono molto significativi anche altri fattori: «L’Italia prevede la sanzione più

alta per la rapina e nonostante ciò avven-gono nel nostro paese oltre la metà degli attacchi alle banche consumati nella Ue» fa notare Corradini, indicando nella rea-le applicazione della sanzione, e quindi nella insufficiente certezza della pena, un’altra chiave di spiegazione della mag-giore entità del fenomeno. Alcuni dati della ricerca aiutano anche a fare luce su aspetti poco conosciuti, smentendo a vol-te convinzioni radicate. Non è vero, per esempio, che l’Italia sia il paese più colpito dalla criminali-tà, né che abbia un numero di carcerati maggiore di altre nazioni. Ugualmen-te falsa la sensazione di uno scarso controllo del territorio: l’Italia ha un numero di agenti sensibilmente più alto rispetto agli Stati oggetto di con-fronto, sia in assoluto (329mila contro i 248mila della Germania) sia in propor-zione alla popolazione (563 agenti per 100mila abitanti, rispetto ai 473 della Spagna). BF

nuova edizione della Guida Antirapina

AGGIORnAmentO deL PeRSOnALe, PRIORItà PeR Le BAnCHe

Per fronteggiare una criminalità che evolve a velocità sorprenden-te, le banche devono aggiornare di conti-nuo le loro strategie di prevenzione e con-trasto, mantenendo alta l’attenzione sulla

formazione dei dipendenti. Sono questi i motivi che han-no portato a una nuova edizione del volume Antirapina. Guida alla sicurezza per gli operatori di sportello (Ban-caria Editrice). «Abbiamo svolto un lavoro di aggiorna-mento e arricchimento mirato, per fornire informazioni importanti ma senza snaturare l’approccio originale dato alla Guida» spiega Iaconis. L’edizione 2008 ha in-fatti mantenuto inalterata l’impostazione di base che ha contraddistinto il testo fin dalla prima edizione. L’analisi parte da un quadro completo di informazioni tecniche, evidenzia i profili psicologici dei soggetti coinvolti e fornisce suggerimenti sia per prevenire i più ricorrenti reati predatori sia per ridurre il danno quando si verificano, aumentando il livello di sicurezza complessiva per il personale addetto agli sportelli e per i cittadini clienti. Tra le novità del nuovo testo, un’Appendice con l’elen-co dei referenti delle Forze dell’ordine, completo di

nominativi e numeri telefonici, di tutte le province che hanno sottoscritto il Protocollo per la prevenzione del-la criminalità in banca. Inoltre, è stata rivista la parte relativa ai sistemi biometrici, e sono stati aggiornati tutti i dati statistici. In una seconda Appendice gli autori hanno raccolto le più significative informazioni sulle rapine in banca del 2007 e dato ampia rilevanza alle iniziative OSSIF che consentono alle banche di mo-nitorare il rischio, scegliere i sistemi di difesa più ap-propriati, migliorare la protezione delle persone e dei beni. Centrale è la descrizione delle best practice di prevenzione e gestione degli eventi criminosi perché, continua Iaconis, «per contribuire efficacemente alla sicurezza antirapina è necessario integrare le misure di difesa con comportamenti adeguati. È il personale l’elemento determinante nelle strategie di prevenzio-ne affinché la sicurezza progettata dai vertici diventi effettiva». Sotto l’aspetto dell’approccio psicologico, da sempre punto di forza della Guida antirapina, è stato fatto un ulteriore passo avanti nell’analisi post-evento, approfondendo il tema delle reazioni iperemo-tive brevi e differen-ziando la reazione da stress dallo stress post traumatico, un disturbo codificato e grave.

Marco Iaconis e Isabella Corradini, autori della Guida Antirapina

ABIOSSERVATORIOSICUREZZAFISICA

Carlo Guazzoni, consigliere OSSIF

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dossier sicurezza38 luglio / agosto 2008

sicurezza informatica: più attacchi,meno vittime

Ladri di bit in crescita nel 2007, ma gli utenti dei servizi di home banking sanno

come difendersi

T anto rumore per… poco. An-zi, pochissimo. Il 2007 ha fatto

registrare una vera e propria esca-lation dei tentativi di attacchi infor-matici, aumentati di quasi due or-dini di grandezza rispetto all’anno precedente. Ma, nonostante questo

boom, il numero delle vittime con-tinua a diminuire: solo lo 0,03% dei clienti attivi è caduto nelle trappole dei criminali cedendo le proprie cre-denziali, contro lo 0,05% dell’anno precedente. «Siamo riusciti a rendere le frodi sempre meno efficaci agendo su due linee d’azione: sensibilizza-zione della clientela e rafforzamento delle difese tecnologiche ed operati-ve delle banche. Non bisogna però abbassare la guardia: come dimostra-no i dati del 2007, il fenomeno è in

forte espansione e occorre continuare a prestare la massima attenzione per evitare danni ai clienti e all’intero si-stema Italia» dichiara Romano Stasi, Responsabile della Segreteria Tecnica di ABI Lab.La consapevolezza dimostrata da-gli utenti riguardo la protezione dei propri dati personali e le modalità di diffusione delle frodi informatiche sono il risultato di un’intensa attivi-tà di comunicazione portata avan-ti a livello sia di singola banca sia di associazione. In particolare, ABI Lab ha predisposto e coordinato un vero e proprio percorso formativo rivolto ai cittadini per un utilizzo sicuro dell’home banking che com-prende: corso on line fruibile da tutti gratuitamente, decaloghi comporta-mentali per difendersi dal phishing e dal crimeware, approfondimenti e suggerimenti sul tema del furto di identità elettronica e della protezione dalle frodi telematiche. Inoltre, per raggiungere tutte le fasce di clienti, sono stati distribuiti presso le filiali bancarie circa 200mila copie dell’opu-scolo “Home banking”, che spiega in modo semplice come fronteggiare le minacce su internet. Particolare cu-ra è stata prestata all’attività di for-mazione rivolta agli operatori di call center, primo contatto dei clienti og-getto di attacchi, e quindi particolar-mente importanti per un’immediata azione di contrasto ai criminali e per diffondere prassi di comportamento >>

sicurezza centralizzatasupervisioneinteroperabilità

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40 luglio / agosto 2008

the security company

sicure. Rilevanti investimenti sono stati effettuati dalle banche anche per migliorare le soluzioni tecnologiche e le risposte operative alle frodi infor-matiche. Innanzitutto, è stata raffor-zata la modalità d’accesso ai servizi on line con sistemi basati sull’auten-ticazione forte. Nel 2007 quasi la metà delle banche aveva adottato il “doppio fattore”, che innalza la sicurezza tramite di-versi metodi, ad esempio associando al consueto Pin l’utilizzo di one-time-password generate al momento da un dispositivo token personale. Grandi risultati sono arrivati dall’utilizzo di strumenti avanzati di monitoraggio interno per il furto di credenziali e le transazioni anomale. «Lo scorso anno, nel 60% dei casi è stata la banca stessa la fonte di prima rilevazione della frode in corso», spiega Stasi, sot-tolineando l’efficacia e le potenzialità di crescita di questi sistemi automa-tici che rendono proattiva l’azione di protezione.Analizzando le statistiche 2007, risul-ta in controtendenza il dato sui clienti danneggiati dalle frodi: sono passati dallo 0,01% del 2006 allo 0,018% del 2007. Un incremento spiegato dal-l’enorme crescita degli attacchi tenta-ti e dalla capillarità con cui sono stati condotti contro una varietà sempre più ampia di banche. Inoltre, si mol-

tiplicano gli schemi di frode innova-tivi, basati non più solo sul bonifico tra banche – che resta la principale modalità utilizzata – ma anche su strumenti di pagamento istantaneo quali ricariche telefoniche e carte pre-pagate più difficilmente controllabili per l’importo medio molto basso di ogni singola operazione. Il fenomeno resta circoscritto: su quasi 5milioni di conti censiti, 835 hanno subito un danno economico. L’azione di mo-nitoraggio delle banche ha permes-so comunque di bloccare numerose movimentazioni fraudolente prima che i soldi uscissero dal conto, per un ammontare complessivo almeno pari a quello frodato. BF

Le iniziative della Polizia Postale

AL vIA UnA StRUttURA dedICAtA ALLe BAnCHe

Sarà presto attivata una struttura operativa 24 ore su 24 per migliorare la collabora-zione tra banche e forze dell’ordine contro le frodi informatiche. Lo ha annunciato Maurizio Masciopinto, direttore Divisione Investigativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni. «Stiamo lavorando a un progetto per mettere a disposizioni delle banche un canale privilegiato on line in grado di migliorare ulteriormente la co-municazione con le aziende e, di conseguenza, la tempestività e l’efficacia della

risposta al fenomeno frodi», ha spiegato Masciopinto, richiamando come modello l’esperienza positiva ottenuta con il Commissariato di P.S. on line nei rapporti con i cittadini. La creazione di un presidio web della Polizia Postale dedicato alle banche risponde appieno all’esigenza, più volte manifestata dai vertici dell’ABI, di poten-ziare la condivisione delle informazioni con una struttura specializzata in grado di attivare le contromisure necessarie a prevenire o bloccare gli effetti delle frodi.

dossier sicurezza

Maurizio Masciopinto, dirigente dellaPolizia Postale