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Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi – via S. Lucia, 81 – 80132 Napoli e-mail: [email protected] tel. 0817962343 - fax 0817962058 Servizio idrico integrato L’obiettivi di servizio è tutelare e migliorare la qualità dell'ambiente, in relazione al servizio idrico integrato attraverso il perseguimento dei seguenti target: Aumentando la quota di acqua erogata nelle reti di distribuzione comunale dal 59,8% al 75% Mantenendo il numero di utenti serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, che in Campania è dell’85,5%, con un valore target per Il Mezzogiorno fissato al 70% Indicatore S.10 – Efficienza nella distribuzione dell'acqua per il consumo umano Percentuale di acqua erogata sul totale dell'acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale Note * A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al 2005. I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. I valori al 2005 riportati nella delibera Cipe 82/2007 per le regioni del Mezzogiorno, prima della revisione, erano pari a: 59,1 per Abruzzo; 61,4 per Molise; 63,2 per Campania; 53,7 per Puglia; per 66,1 Basilicata; 70,7 per Calabria; 68,7 per Sicilia; 56,8 per Sardegna. ** l'indicatore si avvicina al target quando il suo valore aumenta nel tempo *** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013

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e-mail: [email protected] tel. 0817962343 - fax 0817962058

Servizio idrico integrato

L’obiettivi di servizio è tutelare e migliorare la qualità dell'ambiente, in relazione al servizio idrico integrato attraverso il perseguimento dei seguenti target:

□ Aumentando la quota di acqua erogata nelle reti di distribuzione comunale dal 59,8% al 75%

□ Mantenendo il numero di utenti serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, che in Campania è dell’85,5%, con un valore target per Il Mezzogiorno fissato al 70%

Indicatore S.10 – Efficienza nella distribuzione dell'acqua per il consumo umano

Percentuale di acqua erogata sul totale dell'acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale

Note * A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al 2005. I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. I valori al 2005 riportati nella delibera Cipe 82/2007 per le regioni del Mezzogiorno, prima della revisione, erano pari a: 59,1 per Abruzzo; 61,4 per Molise; 63,2 per Campania; 53,7 per Puglia; per 66,1 Basilicata; 70,7 per Calabria; 68,7 per Sicilia; 56,8 per Sardegna. ** l'indicatore si avvicina al target quando il suo valore aumenta nel tempo *** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013

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CAMPANIA – Evoluzione indicatore S10

Base line Valore attuale

Target 2013

2005* 2006 2007 2008 S10 - Efficienza nella distribuzione dell'acqua per il consumo umano (%) 59,8 - - 61,2 75% 9%Fonte: Istat, Sistema di indagine sulle acque (SIA)

% distanza colmata

rispetto al target *

Indicatore Anni

* Per S10, a seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al 2005. I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. Il valore al 2005 riportato nella delibera Cipe 82/2007, prima della revisione, era per la Campania pari a 63,2.

*La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013.

Trend indicatore S10

59,8

61,2

59,0

59,5

60,0

60,5

61,0

61,5

2005 2008

Fonte: nostra elaborazione

Indicatore S.11 - Quota di popolazione equivalente servita da depurazione

Abitanti equivalenti serviti effettivi da impianti di depurazione delle acque reflue urbane con trattamento secondario e terziario sugli abitanti equivalenti totali urbani

della regione (valore percentuale)

Note * L'indicatore di riferimento per il meccanismo degli Obiettivi di servizio, come riportato nella Delibera Cipe n.82/2007, considera anche i depuratori misti (per reflui civili e organici industriali autorizzati). Al momento della definizione del meccanismo, non

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erano disponibili adeguati dettagli per consentire lo scorporo della quota di reflui organici di provenienza industriale. La Rilevazione effettuata nel 2008 consente di disporre, per il 2005 e il 2008, dell’informazione relativa alla depurazione delle sole acque reflue urbane e di scorporare, nei casi di impianti misti, la componente concessa per la depurazione di scarichi organici provenienti da imprese industriali (cfr. Tavole dettaglio Indicatore S.11). ** A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al 2005. I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. I valori al 2005 riportati nella delibera Cipe 82/2007 per le regioni del Mezzogiorno, prima della revisione, erano pari a: 44,3 per Abruzzo; 88,4 per Molise; 75,8 per Campania; 61,2 per Puglia; 66,7 per Basilicata; 37,4 per Calabria; 33,1 per Sicilia; 80,5 per Sardegna. *** l'indicatore si avvicina al target quando il suo valore aumenta nel tempo **** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013.

CAMPANIA – Evoluzione indicatore S11

Base line Valore attuale

Target 2013

2005 2006 2007 2008 Indicatore S11 - Quota di popolazione equivalente servita da depurazione (%) 85,0 - - 88,6 70% 100%Fonte: Istat, Sistema di indagine sulle acque (SIA)

% distanza colmata

rispetto al target *

Indicatore Anni

*La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013.

Trend indicatore S11

85,0

88,6

82,0

84,0

86,0

88,0

90,0

2005 2008

Fonte: nostra elaborazione

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Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi – via S. Lucia, 81 – 80132 Napoli

e-mail: [email protected] tel. 0817962343 - fax 0817962058

Dettaglio Indicatore S.11 – Quota di popolazione equivalente urbana servita da depurazione

Abitanti equivalenti effettivi civili serviti da impianti di depurazione che effettuano trattamento secondario e terziario sugli abitanti equivalenti totali urbani della regione (valore percentuale)

Note * l'indicatore si avvicina al target quando il suo valore aumenta nel tempo ** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013

CAMPANIA – Evoluzione indicatore dettaglio S11

Base line Valore attuale

Target 2013

2005 2006 2007 2008 Dettaglio S11 - Quota di popolazione equivalente urbana servita da depurazione (%) 57,8 - - 61,3 70% 29%Fonte: Istat, Sistema di indagine sulle acque (SIA)

% distanza colmata

rispetto al target *

Indicatore Anni

*La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013.

Trend dettaglio indicatore S11

57,8

61,3

56,0

57,0

58,0

59,0

60,0

61,0

62,0

2005 2008

Fonte: nostra elaborazione

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Revisione 30 novembre 2011

Primo rapporto Obiettivo di Servizio:Servizio idrico integrato

Giugno 2011

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Indice1. GLI INDICATORI DELL’OBIETTIVO DI SERVIZIO “CICLO INTEGRATO DELLE ACQUE” .................... 3 1.1 EVOLUZIONE TEMPORALE DEI DATI: INDICATORI S10-S11-S11DETTAGLIO ............................................ 3 2. CONFRONTI ........................................................................................................................................... 12 2.1. CONFRONTO TRA LA CAMPANIA E LE ALTRE REGIONI DEL MEZZOGIORNO E TRA LA CAMPANIA E LE

AREE DEL NORD E DEL CENTRO ..................................................................................................... 12 3. APPROFONDIMENTO SUL CICLO INTEGTATO DELLE ACQUE NEI VARI ATO ................................................ 16 4. APPROFONDIMENTO SULLA DEPURAZIONE SECONDARIA E TERZIARIA .............................................. 18 5. APPROFONDIMENTO SUL TIPO DI RILEVAZIONI EFFETTUATE .............................................................. 20 6. ALCUNE CRITICITÀ DI RILEVAZIONE ......................................................................................................... 23 7. LA DISTRIBUZIONE DEGLI ENTI GESTORI IN CAMPANIA ........................................................... 26 6.1 DETTAGLIO SULL’ANALISI DEI QUESTIONARI ISTAT 2010 PER L’IDENTIFICAZIONE DEGLI ENTI GESTORI32

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1. GLI INDICATORI DELL’OBIETTIVO DI SERVIZIO “CICLO INTEGRATO DELLE ACQUE”

1.1 EVOLUZIONE TEMPORALE DEI DATI: INDICATORI S10-S11-S11DETTAGLIO

In questo documento si rappresenta ed analizza l’evoluzione temporale degli indicatori che

descrivono il ciclo integrato delle acque in Campania approfondendo alcuni aspetti che incidono sul

perseguimento dei valori target nel 2013.

La tabella che segue sintetizza l’andamento degli indicatori S10, S11 ed S11-dettaglio in Campania

tra il 2005 ed il 2008. I dati sono quelli pubblicati sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la

coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio.

Tabella 1: Andamento degli indicatori relativi al ciclo integrato delle acque dal 2005 al 2009

Indicatore e relativa descrizione Baseline

(2005)

Verifica

intermedia

(2008)

Target finale

(2013)

S.10 – Percentuale di acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di

distribuzione comunale (%) 59,8%1 61,2% 75%

S.11 – Abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle

acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto agli abitanti

equivalenti totali urbani per regione (%)

85,5% 88,6% 85,5%2

S.11-dettaglio3 – Abitanti equivalenti effettivi civili serviti da impianti di

depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in

rapporto agli abitanti equivalenti totali urbani (%)

57,8% 61,3% Dato non

disponibile4

Fonte: dati DPS

1 A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al 2005. I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. Il valore al 2005 riportato nella delibera Cipe 82/2007 per Campania era pari a 63,2% 2 La delibera CIPE 82/2007 stabilisce che il valore target per le regioni del Mezzogiorno per l’anno 2013 è pari ad almeno il 70%. Il target corrisponde al valore medio che si osservava, al momento della stesura della delibera, nelle regioni del Centro-Nord ad eccezione della Liguria. Tuttavia Molise, Campania e Sardegna risultavano aver già superato il target nel 2005 e quindi per queste regioni l’obiettivo è stato tradotto nel mantenimento al 2013 del valore osservato nel 2005. 3 In occasione del rilevamento censuario del 2008 l'ISTAT ha utilizzato una metodologia che ha consentito, a differenza di quanto avvenuto nel rilevamento campionario del 2005, di scorporare dal computo degli abitanti equivalenti effettivi totali serviti da impianti di depurazione con trattamento almeno secondario, nei casi di impianti misti, la componente concessa per la depurazione di scarichi organici provenienti da imprese industriali. Ciò ha comportato l'elaborazione da parte dell'Istat di una nuova definizione dell'indicatore S.11 chiamato S.11-dettaglio

4 Come riportato all’ultimo comma dell’art. 7 delle “Linee guida per l’attivazione di sistemi di premialità regionale previsti dalla delibera CIPE 82/2007”, nella versione approvata il 22 luglio 2010 e pubblicata sul sito DPS “Per l’indicatore S11 Quota di popolazione servita da impianti di depurazione è tuttora in corso l’istruttoria tecnica DPS-ISTAT-Regioni per l’eventuale sostituzione con l’indicatore S11 dettaglio – Quota di popolazione equivalente urbana servita da depurazione. Gli esiti dell’istruttoria sulla scelta dell’indicatore da utilizzare saranno comunicati in tempi compatibili con l’aggiornamento delle proposte regionali che si dovesse rendere necessario in seguito alle attività di verifica del Gruppo Tecnico”

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La tabella mostra che in Campania, alla verifica intermedia del 2008, gli indicatori rappresentano

una situazione migliorata rispetto al 2005. Tuttavia, il miglioramento di S10 (dispersione dell’acqua

potabile negli acquedotti urbani) è piuttosto modesto e resta molta distanza da colmare per il

raggiungiento del valore target nel 2013, il miglioramento di S11 (abitanti equivalenti serviti da

avanzati sistemi di depurazione dei reflui) è sicuramente un fattore importante per la tutela degli

ecosistemi regionali, anche in considerazione della procedura di infrazione aperta dalla

Commissione Europea nei confronti dell’Italia, ma risulta ininfluente ai fini del raggiungimento del

valore target poichè alla Campania era sufficiente non peggiorare rispetto ai valori misurati nel

2005. Infine, anche S11-dettaglio (abitanti equivalenti civili serviti da avanzati sistemi di

depurazione dei reflui) fa registrare un miglioramento dei valori misurati tra il 2005 ed il 2008, ma

non è possibile confrontare questi valori con il target al 2013 che resta ancora da definire.

Dettaglio evoluzione indicatore S10: l’indicatore considera i flussi di acqua potabile che

attraversano le reti di distribuzione comunali e sono distribuiti ai singoli punti di utilizzazione e

misura la percentuale di acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione

comunale.

Ai fini della definizione di S10 per “acqua erogata dalla rete di distribuzione dell’acqua potabile” si

intende la quantità di acqua ad uso potabile effettivamente consumata dai diversi utenti. Tale valore

è costituito dall’acqua consumata, misurata ai contatori dei singoli utenti, più la stima dell’acqua

non misurata ma consumata per diversi usi, come per esempio: luoghi pubblici (scuole, ospedali,

caserme, mercati, ….), fontane pubbliche, acque di lavaggio strade, innaffiamento di verde

pubblico, idranti antincendio, ..ecc. e per “acqua immessa nella rete di distribuzione dell’acqua

potabile” si intende la quantità di acqua ad uso potabile addotta da acquedotti e/o proveniente da

apporti diretti da opere di captazione e/o derivazione, navi cisterna o autobotti, in uscita dalle

vasche di alimentazione (serbatoi, impianti di pompaggio, ecc….) della rete di distribuzione.

Le perdite fisiche che influenzano questo indicatore sono dovute a:

• rotture sulle tubazioni;

• trafilamenti nell’adduzione/distribuzione e negli allacci fino al contatore;

• perdite nei serbatoi e negli impianti di trattamento.

A queste si aggiungono perdite dovute all’inefficienza del sistema di contabilizzazione quali:

• consumi autorizzati ma non fatturati (ad esempio per usi pubblici);

• consumi non autorizzati e non fatturati (ad esempio allacci abusivi);

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• consumi tecnici e gestionali (ad esempio per la pulizia dei serbatoi etc.).

Il target al 2013 è definito dalla condizione che ciascuna regione deve erogare almeno il 75%

dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione comunali. Secondo quanto riportato nella delibera

CIPE 82/2007, studi di settore ed il DPCM 04.03.1996 “Disposizioni in materia di risorse idriche”

indicano che ad oggi il valore di tali perdite dovrebbe attestarsi non oltre il 20% quindi il target è, in

linea teorica, raggiungibile.

Contestualmente alla diffusione del valore assunto dall'indicatore S.10 alla verifica intermedia,

l'ISTAT ha proceduto ad una revisione del valore dello stesso per l'anno 2005 per assicurare

maggiore confrontabilità tra i dati dei due rilevamenti poichè quello del 2005 era stato effettuato su

base campionaria e quello del 2008 effettuato su base censuaria. Conseguentemente il valore

dell'indicatore S.10 al 2005 è stato rideterminato da 63,2% a 59,8%. Tale rideterminazione appare

coerente con quanto già evidenziato nel piano d'azione per il perseguimento degli obiettivi di

servizio della Regione Campania poichè il dato ISTAT relativo all'efficienza della distribuzione

dell'acqua potabile a livello comunale risultava più alto di quello derivante da altre fonti (Piani

d'Ambito, soggetti gestori del servizio, ecc.).

Segue un grafico che mette a confronto l’evoluzione di questo indicatore tra il 2005 ed il 2008 in

relazione al target da raggiungere al 2013 e pone in evidenza come l’avanzamento dell’indicatore

verso il target sia molto lento. Il grafico è stato ottenuto elaborando i dati riportati in tabella 1 e

pubblicati sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS), nella sezione

obiettivi di servizio.

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Grafico 1: Analisi del trend per S10 dalla baseline 2005 alla verifica intermedia 2008

% di acqua efficientemente distribuita dagli acquedotti comunali in Campania

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

55

60

65

70

75

80

2005 2008

anno di rilevazione

% d

i acq

ua e

roga

ta e

non

dis

pers

a

S10 (%)

target 2013

Fonte: elaborazione su dati DPS

Dettaglio evoluzione indicatore S.11: L’indicatore misura gli “abitanti equivalenti effettivi serviti

da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto

agli abitanti equivalenti totali urbani per regione” e consente di misurare direttamente sia il

miglioramento della qualità della depurazione dei reflui che del numero di utenti serviti ed

indirettamente anche la capacità di servizio della rete fognaria.

Gli abitanti equivalenti serviti rappresentano l’unità di misura con cui viene convenzionalmente

espresso il carico inquinante organico biodegradabile in arrivo all’impianto di depurazione, secondo

l’equivalenza: 1 abitante equivalente = 60 grammi/giorno di BOD (domanda biochimica di

ossigeno).

Gli abitanti equivalenti totali urbani per regione sono invece determinati dalla somma algebrica

delle seguenti componenti, calcolate su base comunale al fine di cogliere meglio le specifiche

esigenze territoriali, con riferimento all’ultimo anno disponibile per ogni fonte di base:

• popolazione residente ovvero la popolazione residente media nell’anno (Fonte: Istat,

statistiche demografiche, peso = 1);

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• popolazione presente e non residente in abitazioni private ovvero la popolazione

domiciliata in un comune diverso da quello di residenza (Fonte: Istat, censimento della

popolazione e delle abitazioni, peso = 1);

• abitanti in case sparse (da sottrarre alla popolazione residente e presente) ovvero la

popolazione residente o domiciliata in località classificate come case sparse i cui carichi

inquinanti, di norma, non sono convogliati nelle fognature urbane (Fonte: Istat, censimento

della popolazione e delle abitazioni, peso = -1);

• popolazione pendolare (per motivi di lavoro o per motivi di studio) ovvero la

popolazione che dichiara di spostarsi quotidianamente dal comune di residenza o domicilio

in altro comune per motivi di lavoro o di studio. La stima del relativo carico inquinate è

ridotta nel comune di partenza ed è aumentata nel comune di arrivo (Fonte: Istat, censimento

della popolazione e delle abitazioni, peso = +/-8/24 per i lavoratori, peso = +/-6/24 per gli

studenti);

• popolazione potenziale presente in strutture alberghiere (disponibilità complessiva di

posti letto). Nella stima della disponibilità dei posti letto nelle strutture alberghiere sono

inclusi gli alberghi, le pensioni, i campeggi, i villaggi vacanze e le case private utilizzate, in

forma imprenditoriale o meno, per affitti stagionali; al contrario sono esclusi i posti letto

negli agriturismo e nei rifugi di montagna (Fonte: Istat, statistiche sul turismo, peso = 1);

• popolazione potenziale presente, per turismo o vacanza, in abitazioni private

(abitazioni vuote/seconde case per capienza media comunale). Per la stima sono

considerate le abitazioni private vuote - seconde case - moltiplicate per il numero medio di

persone presenti in quelle occupate nello stesso comune; da questo calcolo sono escluse le

abitazioni vuote in località classificate come case sparse e le abitazioni private vuote

utilizzate per affitti stagionali (queste ultime incluse nel punto precedente). Fonte: Istat,

censimento della popolazione e delle abitazioni, peso = 1;

• abitanti equivalenti relativi alle attività di servizio di ristorazione e bar. La stima del

carico inquinate delle attività di ristorazione e bar è effettuata moltiplicando il totale degli

addetti per il coefficiente IRSA-CNR relativo alle attività di produzione di beni alimentari

vari. (Fonte: Istat, archivio asia delle unità locali, peso = IRSA-CNR);

• abitanti equivalenti relativi all’industria con meno di 6 addetti. La stima del carico

inquinante delle attività industriali è effettuata moltiplicando il totale degli addetti nelle

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unità locali industriali con meno di 6 addetti, distinti per attività economica, per il relativo

coefficiente5 IRSA-CNR (il calcolo è effettuato per tipologia di codice di attività economica,

classi, gruppi o divisioni, in funzione della corrispondente tipologia utilizzata dall’IRSA-

CNR. (Fonte: Istat, archivio asia delle unità locali, peso = IRSA-CNR);

• abitanti equivalenti relativi all’industria con 6 addetti e oltre. La stima del carico

inquinate delle attività industriali è effettuata moltiplicando il totale degli addetti nelle unità

locali industriali con almeno 10 addetti, distinti per attività economica, per il relativo

coefficiente IRSA-CNR, il calcolo è effettuato per tipologia di codice di attività economica,

classi, gruppi o divisioni, in funzione della corrispondente tipologia utilizzata dall’IRSA-

CNR. (Fonte: Istat, archivio asia delle unità locali, peso = IRSA-CNR);

Segue un grafico che mette a confronto l’andamento di questo indicatore tra il 2005 ed il 2008 con

il target da raggiungere nel 2013. Il trend positivo che si evidenzia è da ritenersi ancor più

significativo in considerazione del fatto che la Campania presentava una valore di riferimento

iniziale superiore alla media nazionale e che, pertanto, l'attribuzione delle risorse premiali appostate

su tale indicatore avrebbe richiesto alla Regione il solo mantenimento del valore iniziale. Il grafico

è stato ottenuto elaborando i dati riportati in tabella 1 e pubblicati sul sito del dipartimento per lo

sviluppo e la coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio.

5 I coefficienti IRSA fanno riferimento al contenuto di sostanza organica presente negli scarichi industriali posta a confronto con quella presente negli scarichi domestici, in termini di fabbisogno di ossigeno necessario alla depurazione, quindi non tengono conto dell’apporto inquinante dei composti tossici delle acque reflue industriali

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Grafico 2: Analisi del trend per S11 dalla baseline 2005 alla verifica intermedia 2008

% di abitanti equivalenti serviti da depurazione secondaria o terziaria

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

55

60

65

70

75

80

85

90

2005 2008

anno di rilevazione

% d

i abi

tant

i ser

viti

S11 (%)

target 2013

Fonte: elaborazione su dati DPS

Dettaglio evoluzione indicatore S.11-dettaglio. In occasione del rilevamento censuario del 2008

l'ISTAT ha utilizzato una metodologia6 che ha consentito, a differenza di quanto avvenuto nel

rilevamento campionario del 2005, di scorporare, nei casi di impianti misti, dal computo degli

abitanti equivalenti effettivi totali serviti la componente concessa per la depurazione di scarichi

organici provenienti da imprese industriali. Ciò ha comportato l'elaborazione da parte dell'Istat di

una nuova definizione dell'indicatore S.11 denominata S.11-dettaglio “Abitanti equivalenti effettivi

civili serviti da impianti di depurazione delle acque reflue, con trattamento secondario o terziario, in

rapporto agli abitanti equivalenti totali urbani” e la determinazione dei valori di tale nuovo

indicatore sia al 2005 (valore iniziale di riferimento) che al 2008 (verifica intermedia),

corrispondenti rispettivamente a 57,8 e 61,3.

Ai fini della verifica intermedia il Gruppo Tecnico Centrale ha stabilito di dover fare riferimento ai

valori relativi all'indicatore S.11 nella sua formulazione originaria e, allo stato, il valore target al

2013 per questo indicatore non è stato definito in nessun documento ufficiale.

6 nell’incontro del 31.05.2011 il competente settore regionale ha richiesto un incontro con l’ISTAT per approfondire la metodologia utilizzata per calcolare S11 dettaglio

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Segue un grafico che mette a confronto l’andamento di questo indicatore tra il 2005 ed il 2008, ma

non riporta il valore target al 2013 per quanto prima detto. Il grafico è stato ottenuto elaborando i

dati riportati in tabella 1 e pubblicati sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione

economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio.

Grafico 3: Analisi del trend per S11-dettaglio dalla baseline 2005 alla verifica intermedia 2008

% di abitanti civili equivalenti serviti da depurazione secondaria o terziaria

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

55

60

65

70

2005 2008

anno di rilevazione

% d

i abi

tant

i civ

ili s

ervi

ti

S11dettaglio(%)

Fonte: elaborazione su dati DPS

Il confronto tra S11 ed S11-dettaglio, mostrato nel seguente grafico 4, aiuta a comprendere come

l’ottima performance campana rispetto alla media nazionale in termini di depurazione sia

sostanzialmente dovuta ad un efficiente sistema di depurazione delle acque industriali mentre

ancora molto resta da fare nell’ambito della depurazione dei reflui non industriali.

Il grafico mostra anche che la depurazione industriale assume pesi diversi in ciascuno dei quattro

ATO campani e che solo l’ATO 2 risulterebbe aver già raggiunto il target del 70% al 2008 portando

in conto la sola depurazione civile. Si noti come il contributo della depurazione industriale è più

marcato negli ATO 1 e 2 mentre è meno influente negli ATO 3 e 4.

Nel leggere il grafico si tenga presente che valori superiori al 100% per S11 sono dovuti al forte

peso della presenza di attività di ristorazione, bar ed industriale in taluni contesti territoriali.

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Infatti, tali valori sono possibili quando gli abitanti equivalenti serviti sono in numero maggiore di

quelli civili residenti nel contesto territoriale e questo accade quando un grande numero di abitanti

equivalenti è costituito dagli avventori dei bar e dei ristoranti o gli addetti dell’industria.

Grafico 4: Raffronto tra gli indicatori S11 ed S11-dettaglio nei quattro ATO campani

Raffronto tra gli indicatori S11 ed S11-dettaglio nei quattro ATO campani

0,00%

10,00%

20,00%

30,00%

40,00%

50,00%

60,00%

70,00%

80,00%

90,00%

100,00%

110,00%

ATO 1 ATO 2 ATO 3 ATO 4

ambito territoriale di riferimento

% d

i pop

olaz

ione

urb

ana

equi

vale

nte

serv

ita

S11

S11-dettaglio

Fonte: elaborazione su dati DPS

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2. CONFRONTI

2.1. CONFRONTO TRA LA CAMPANIA E LE ALTRE REGIONI DEL MEZZOGIORNO E TRA LA CAMPANIA E LE AREE DEL NORD E DEL CENTRO

Dettaglio confronto S10. L’indicatore che misura la percentuale di acqua efficientemente distribuita

degli acquedotti comunali ha un target al 2013 pari al 75% dell’acqua immessa nelle reti.

La dinamica registrata dalle regioni del Mezzogiorno tra il 1999 ed il 2008 è riassunta nella tabella

2 la quale evidenzia che, secondo gli ultimi dati pubblicati dal dipartimento per lo sviluppo e la

coesione economica (DPS) nella sezione obiettivi di servizio, tutte le regioni hanno fatto registrare

dei miglioramenti tra il 2005 ed il 2008, ma sempre contenuti entro il limite dei due punti

percentuali. Un’analisi di approfondimento circa i possibili motivi di questi miglioramenti modesti

è svolta in appendice al presente lavoro.

Al 2008 la Campania si colloca al di sopra della media delle regioni del Mezzogiorno e solo

Basilicata, Calabria e Sicilia presentano valori più alti dell’indicatore.

Con la tabella 3 si passa a mettere a confronto l’andamento dell’indicatore in Campania e nelle altre

realtà nazionali ed emerge che la nostra regione si colloca sia al di sotto della media nazionale che

al di sotto della media fatta registrare in ciascuna delle altre ripartizioni nazionali.

Dal confronto emerge però anche che al 2008 solo le regioni del Nord-ovest sarebbero state in

grado di raggiungere l’obiettivo target imposto alle regioni del Mezzogiorno e che, sempre al 2008,

la media nazionale e di circa 8 punti al di sotto di tale valore target.

Le considerazioni su esposte, insieme a quelle che emergono dall’approfondimento sui costi degli

interventi necessari per intervenire in maniera significativa sull’andamento di S10 potrebbero

formare l’oggetto di un approfondimento con le altre regioni che concorrono al medesimo obiettivo

per chiedere al gruppo tecnico centrale un ridimensionamento del valore target al 2013. Un valore

realistico di riferimento potrebbe agganciarsi al valore medio nazionale nel 2005, ossia intorno al

67%, come già fatto per S11 e non al valore teorico raggiungibile visto che anche le regioni più

evolute dimostrano di fare fatica ad attestarsi ad di sopra dell’obiettivo teorico.

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Tabella 2: andamento dell’indicatore S10 nelle regioni del Mezzogiorno. 1999 20057 2008

Abruzzo 61,1 55,4 56,4

Molise 63,2 54,9 56,1

Campania 66,9 59,8 61,2

Puglia 50,5 52,7 53,4

Basilicata 66,2 65,2 67,1

Calabria 75,0 65,5 66,9

Sicilia 66,4 64,4 64,9

Sardegna 59,8 53,6 54,1

Mezzogiorno 63,5 59,4 60,3 Fonte: dati DPS.

Tabella 3: andamento dell’indicatore S10 in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali.

1999 2005 2008

Campania 66,9 59,8 61,2

Nord-ovest 78,7 74,8 75,3

Nord-est 73,6 70,8 71,4

Centro 72,6 67,5 67,8

Centro-Nord 75,5 71,5 71,9

Italia 71,5 67,4 67,9 Fonte: dati DPS

Dettaglio confronto S11. L’indicatore che misura la presenza dei sistemi avanzati di depurazione

sul territorio regionale ha un target al 2013 pari al 70% della popolazione urbana equivalente.

La dinamica registrata dalle regioni del Mezzogiorno tra il 2005 ed il 2008 è riassunta nella tabella

4 la quale riporta gli ultimi dati pubblicati dal dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica

(DPS) nella sezione obiettivi di servizio ed evidenzia che, anche in questo caso, tutte le regioni

hanno fatto registrare dei miglioramenti tra il 2005 ed il 2008. Tuttavia a parte Molise, Campania e

Sardegna che già partivano da valori molto alti dell’indicatore e, dunque, avevano come obiettivo il

mantenimento del valore registrato al 2005, nessun’altra regione ha ancora raggiunto il target del

70% e la media delle regioni del Mezzogiorno si colloca molto al di sotto del valore target 2013.

Con la tabella 5 si passa a mettere a confronto l’andamento dell’indicatore in Campania con le altre

realtà nazionali ed emerge che la nostra regione si colloca molto al di sopra della media nazionale e

della media fatta registrare in ciascuna delle altre ripartizioni nazionali.

7 A seguito dei risultati della rilevazione del 2008 sono stati aggiornati anche i valori al 2005. I dati aggiornati, a carattere censuario, sostituiscono le precedenti stime effettuate su base campionaria. I valori al 2005 riportati nella delibera Cipe 82/2007 per le regioni del Mezzogiorno, prima della revisione, erano pari a: 59,1 per Abruzzo; 61,4 per Molise; 63,2 per Campania; 53,7 per Puglia; 66,1 per Basilicata; 70,7 per Calabria; 68,7 per Sicilia; 56,8 per Sardegna.

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Tuttavia, a corredo delle note positive su esposte, è doveroso segnalare anche che nel dicembre

2010 la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro il nostro paese per

l’inefficienza dei sistemi depurativi di alcuni agglomerati urbani. Alcuni di questi agglomerati

ricadono in Campania per cui è improponibile ridurre gli investimenti in questo settore.

Tabella 4: andamento dell’indicatore S11 nelle regioni del Mezzogiorno. 2005 2008

Abruzzo 54,5 56,8

Molise 71,2 77,1

Campania 85,5 88,6

Puglia 58,5 60,9

Basilicata 61,1 64,1

Calabria 43,5 49,9

Sicilia 43,4 47,3

Sardegna 87,4 94,5

Mezzogiorno 62,5 66,4 Fonte: dati DPS.

Tabella 5: andamento dell’indicatore S11 in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali.

2005 2008

Campania 85,5 88,6

Nord-ovest 76,2 80,4

Nord-est 80,5 83,7

Centro 76,5 78,9

Centro-Nord 77,6 81,0

Italia 72,3 75,9 Fonte: dati DPS

Dettaglio confronto S11-dettaglio. L’indicatore misura la presenza dei sistemi avanzati di

depurazione a servizio della popolazione civile sul territorio regionale e non è stato ufficialmente

definito alcun valore target.

La dinamica registrata dalle regioni del Mezzogiorno tra il 2005 ed il 2008 è riassunta nella tabella

6 la quale riporta gli ultimi dati pubblicati dal dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica

(DPS) nella sezione obiettivi di servizio. Ancora una volta tutte le regioni hanno fatto registrare dei

miglioramenti tra il 2005 ed il 2008. Con riferimento ad S11-dettaglio solo Molise e Sardegna, al

2008, presentano valori migliori della Campania.

Con la tabella 7 si passa a mettere a confronto l’andamento dell’indicatore S11-dettaglio in

Campania con le altre realtà nazionali e, come già osservato per S11, emerge che la nostra regione

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si colloca ben al di sopra sia della media nazionale che della media fatta registrare in ciascuna delle

altre ripartizioni. Questo fatto lascia ben sperare che, qualora il gruppo tecnico centrale decidesse

di usare S11-dettaglio anzicchè S11 come indicatore per la verifica del 2013, la Campania non

dovrebbe avere difficoltà a raggiungere l’obiettivo.

Infatti, siccome il valore target per S11 era stato definito con riferimento alla media nazionale

registrata nel 2005, è lecito immaginare che anche l’eventuale valore target per S11-dettaglio

sarebbe definito con riferimento alla media nazionale che questo nuovo indicatore faceva registrare

al 2005. Se così non fosse e si pensasse di traslare pedissequamente il valore target del 70% da S11

ad S11-dettaglio si assisterebbe al paradosso che alle regioni del Mezzogiorno vengono proposti

limiti molto più stringenti di quelli che le altre ripartizioni nazionali sono riuscite a raggiungere nel

2008 e che sono tutti inferiori al 60% come mostrato in dettaglio nella tabella 7.

Tabella 6: andamento dell’indicatore S11-dettaglio nelle regioni del Mezzogiorno. 2005 2008

Abruzzo 44,9 47,5

Molise 61,4 64,9

Campania 57,8 61,3

Puglia 56,2 58,6

Basilicata 58,2 61,2

Calabria 41,8 48,2

Sicilia 35,3 38,9

Sardegna 59,0 62,7

Mezzogiorno 49,5 53,1 Fonte: dati DPS.

Tabella 7: andamento dell’indicatore S11-dettaglio in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali.

2005 2008

Campania 57,8 61,3

Nord-ovest 54,5 57,9

Nord-est 56,3 59,4

Centro 56,4 58,0

Centro-Nord 55,6 58,4

Italia 53,5 56,5 Fonte: dati DPS

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3. APPROFONDIMENTO SUL CICLO INTEGTATO DELLE ACQUE NEI VARI ATO

Rispetto alla Campania infra-regionale il dato a disposizione è quello disaggregato per ATO,

proveniente dall’indagine SIA 2008 e riportato sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la

coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio.

Il valore di S10, S11 ed S11-dettaglio negli ambiti territoriali omogenei campani nel 2008 è

riportata nelle tabelle da 8 a 10 che seguono.

In particolare, dalla tabella 8 si evince come l’ATO 2 faccia registrare il miglior valore regionale di

S10 al 2008 e disti meno di 7 punti percentuali da raggiungimento del target al 2013. Inoltre le

tabelle 9 e 10 mostrano come l’ATO 2 presenti anche il migliore dato regionale al 2008 per quanto

riguarda S11 ed S11 dettaglio. Da questo confronto sembra emergere che tra le quattro aggregazioni

territoriali della nostra regione l’ATO 2 abbia la gestione più efficiente e virtuosa. Inoltre l’ATO 1 e

l’ATO 3 emergono come i contesti territoriali con le maggiori difficoltà rispetto all’indicatore S10 –

contenimento delle perdite negli acquedotti.

Tabella 8: Valori assunti dall’indicatore S10 nel 2008 nei quattro ATO campani

Aggregazione

territoriale

Volume di acqua erogata

(migliaia di metri cubi)

Volume di acqua immessa

(migliaia di metri cubi)

Valore indicatore S10

(2008)

ATO 1 – “Calore Irpino” 48.606 89.832 54,1%

ATO 2 – “Napoli –

Volturno” 237.091 345.573 68.6%

ATO 3 – “Sarnese –

Vesuviano” 104.948 89.832 53,2%

ATO 4 – “Sele” 76.036 130.028 58,5%

REGIONE 466.682 762.847 61,2%

Fonte: dati DPS

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Tabella 9: Valori assunti dall’indicatore S11 nel 2008 nei quattro ATO campani

Aggregazione

territoriale

Abitanti equivalenti serviti effettivi da impianti di

depurazione delle acque reflue urbane con trattamento

secondario e terziario

Abitanti

equivalenti totali

urbani

Valore

indicatore S11

(2008)

ATO 1 – “Calore Irpino” 810.057 1.068.874 75,8%

ATO 2 – “Napoli –

Volturno” 4.468.385 4.054.026 110,2%

ATO 3 – “Sarnese –

Vesuviano” 1.570.838 2.203.399 71,3%

ATO 4 – “Sele” 952.914 1.478.281 64,5%

REGIONE 7.802.195 8.804.580 88,6%

Fonte: dati DPS

Tabella 10: Valori assunti dall’indicatore S11-dettaglio nel 2008 nei quattro ATO campani

Aggregazione

territoriale

Abitanti equivalenti serviti effettivi da impianti di

depurazione delle acque reflue urbane con trattamento

secondario e terziario

Abitanti

equivalenti totali

urbani

Valore indicatore

S11 (2008)

ATO 1 – “Calore

Irpino” 379.363 1.068.874 35,58%

ATO 2 – “Napoli –

Volturno” 2.899.885 4.054.026 71,5%

ATO 3 – “Sarnese –

Vesuviano” 1.315.368 2.203.399 59,7%

ATO 4 – “Sele” 804.442 1.478.281 54,4%

REGIONE 5.399.058 8.804.580 61,3%

Fonte: dati DPS

8 Durante il confronto col settore del 30.05.2011 è emerso che questo dato sembra un pò troppo basso dato il contesto territoriale a cui si riferisce e sarebbe pertanto opportuno un approfondimento con l’ISTAT per assicurarsi che esso sia attendibile

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4. APPROFONDIMENTO SULLA DEPURAZIONE SECONDARIA E TERZIARIA

Per capire appieno il funzionamento di S11 ed S11-dettaglio è utile schematizzare i principali stadi

della depurazione ossia del trattamento delle acque reflue durante il processo di rimozione dei

contaminanti organici e/o inorganici condotto con l’obiettivo di produrre un effluente chiarificato

che possa essere reimmesso nell'ambiente.

La depurazione produce anche dei rifiuti solidi, detti fanghi di risulta, che derivano dai fanghi attivi

esausti. I fanghi di depurazione sono spesso contaminati con sostanze tossiche e pertanto devono

essere smaltiti in discariche speciali o possono subire un processo di compostaggio.

Solitamente un impianto di trattamento delle acque reflue comprende tre stadi, chiamati trattamento

primario, secondario e terziario. L'effluente finale può essere scaricato in acque superficiali, sul

terreno o può essere usato per l'irrigazione.

Il trattamento primario è un insieme di procedimenti per lo più di natura fisica e consiste nelle

operazioni di:

• grigliatura (durante questa fase le acque reflue provenienti dalla rete fognaria subiscono una

filtrazione mediante apposite griglie automatiche, poste perpendicolarmente al flusso, che

scaricano lateralmente i materiali intercettati come ad esempio ghiaia, sassi, pezzi di legno o

piccoli oggetti, in modo da smaltirli successivamente in discarica;

• dissabbiatura (per l'allontanamento di terricci e limi);

• disoleatura (effettuata mediante insufflazione d’aria che favorisce l’allontanamento degli oli,

ma anche di eventuali gas presenti in superficie e la loro eliminazione o con setti a filo

d’acqua o mediante schiume).

Successivamente si passa al trattamento secondario (o ossidativo o biologico), che prevede:

• aerazione: rimozione delle sostanze organiche tramite ossidazione batterica aerobica

(trattamento a fanghi attivi)

• sedimentazione secondaria.

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Mediante l'aerazione (o ossidazione biologica), i solidi sospesi non sedimentabili e quelli

disciolti biodegradabili vengono convertiti in fanghi sedimentabili. Per l'ossidazione biologica si

utilizzano più tecniche:

• gli impianti a letti percolatori (o a filtri percolatori)

• gli impianti a fanghi attivati (o biologici): attualmente è il sistema più utilizzato in virtù

della sua alta efficienza (>90% di abbattimento del BOD, domanda biochimica di ossigeno).

Il trattamento terziario (o avanzato) consiste nell'eliminazione di azoto (denitrificazione) e fosforo

(defosfatazione), che sono eutrofizzanti, nonché la riduzione dei solidi disciolti per adsorbimento su

carbone attivo. Anche i trattamenti terziari possono essere di tipo biologico.

Fanno parte di questa fase:

• trattamenti chimico-fisici (coagulazione)

• trattamenti meccanici (filtrazione su carboni attivi o su filtri a sabbia)

• trattamenti biologico-naturali (fitodepurazione)

• trattamenti biologici (nitrificazione, denitrificazione e defosfatazione)

• trattamenti di disinfezione.

Figura 1: Schema di un tipico impianto per il trattamento delle acque reflue

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5. APPROFONDIMENTO SUL TIPO DI RILEVAZIONI EFFETTUATE

Sin dal 1951 l’Istituto Nazionale di Statistica effettua rilevazioni a carattere censuario sulle acque

urbane che riguardano diversi aspetti quali approvvigionamento idrico, acquedotti, reti di

distribuzione dell’acqua potabile, reti fognarie e impianti di depurazione. La continuità delle

indagini nel tempo ha permesso di disporre della base informativa utilizzata per elaborare gli

indicatori S10 ed S11.

Nel mese di novembre dell'anno 2009 l'Istituto Nazionale di Statistica ha diffuso i primi risultati

della rilevazione censuaria sui servizi idrici avente quale periodo di riferimento l'anno 2008. I dati

di tale rilevamento costituiscono:

1. il riferimento per la determinazione del valore assunto dagli indicatori S.10 ed S.11, correlati

all'obiettivo di servizio “Tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente in relazione al servizio

idrico integrato”, alla verifica intermedia;

2. la baseline a livello sub-territoriale per l’istituzione del meccanismo premiale regionale.

Il sistema delle indagini sulle acque (SIA) ha l’obiettivo di rilevare alcune informazioni sui servizi

idrici, sulle risorse idriche idropotabili e sulle acque reflue urbane. Le unità di rilevazione finali

sono gli enti gestori dei servizi idrici, ma nel processo di rilevazione sono coinvolti anche i

Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, le Regioni, le ARPA, il coviri (commissioni

nazionale di vigilanza sulle risorse idriche), il cisis (centro interregionale per i sistemi informatici) e

gli ATO qualora presenti. Alla rilevazione del 2008 è risultato che, a livello nazionale, gli enti

gestori erano circa 4.000 di cui il 65% erano comuni. Il SIA si articola in due fasi:

1. rilevazione degli enti gestori presso le Autorità di Ambito Territoriale Ottimale

2. rilevazione dei servizi idrici presso gli enti gestori

Le prime tre edizioni della rilevazione sono relative agli anni 1999 (rilevazione censuaria), 2005

(rilevazione campionaria) e quella del 2008 (rilevazione censuaria) che va utilizzata per le verifiche

di avanzamento degli obiettivi di servizio. Infine è prevista un’ulteriore rilevazione censuaria nel

2012 ed anche questa sarà utilizzata per le verifiche di avanzamento degli obiettivi di servizio.

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La raccolta dei dati è stata svolta attraverso la compilazione di questionari elettronici personalizzati

per ogni ente gestore. I questionari sono stati acquisiti tramite procedure elettroniche sicure.

L’accordo DPS-ISTAT garantisce, per gli anni 2008 e 2012 la disponibilità delle seguenti variabili9

che consentono il calcolo di diversi indicatori, anche in aggiunta ad S10 ed S11:

1. quantità di acqua captata dalle infrastrutture a uso pubblico per regione e ATO (migliaia di

metri cubi l’anno);

2. quantità di acqua potabilizzata per regione e ATO (migliaia di metri cubi l’anno);

3. quantità di acqua immessa nelle reti di distribuzione comunali per regione e ATO;

4. quantità di acqua erogata all’utente dalle reti di distribuzione comunali per regione e ATO

(migliaia di metri cubi l’anno);

5. comuni e popolazione residente secondo la presenza del servizio di fognatura e il grado di

depurazione delle acque reflue convogliate nella rete fognaria per regione;

6. numero di impianti di depurazione delle acque reflue urbane in esercizio a trattamento

primario per regione;

7. numero di impianti di depurazione delle acque reflue urbane in esercizio per regione;

8. abitanti equivalenti serviti (AES) effettivi per tipologia di trattamento primario, secondario o

terziario per regione e ATO;

9. abitanti Equivalenti Totali Urbani (AETU) effettivamente serviti dagli impianti di tipo

secondario o terziario per regione, ATO e comune;

10. abitanti Equivalenti Totali (AET) effettivamente serviti dagli impianti di tipo secondario o

terziario per regione e ATO.

Con riferimento alla Campania, i dati disaggregati sono stati diffusi dall'ISTAT per i quattro Ambiti

Territoriali Ottimali istituiti con la Legge Regionale n.14/1997 e non tengono conto della successiva

istituzione dell'ATO 5 avvenuta con Legge Regionale n.1/2007 e mai divenuto operativo.

9 Sarebbe opportuno richiedere all’ISTAT il dettaglio di questi dati preliminarmente all’incontro di approfondimento richiesto dal competente settore regionale nella riunione del 30.05.2011

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6. ALCUNE CRITICITÀ DI RILEVAZIONE

Con riferimento ad S10, S11 e S11-dettaglio, la prima criticità rilevata riguarda il grado di

attendibilità dei dati di partenza utilizzati per l’elaborazione dei valori degli indicatori. Questo in

considerazione sia dell’elevato numero di rispondenti sia del fatto che i questionari utilizzati per

formare la banca dati non erano univocamente interpretabili. Infatti l’ISTAT dichiara che ha dovuto

ricostruire, a livello comunale, i dati mancanti o facendo riferimento ad informazioni in archivio

oppure utilizzando informazioni riportate in altre sezioni dei questionari.

La scarsa conoscenza sullo stato degli impianti e il livello dei servizi è riconosciuta in quasi tutte le

regioni, che prevedono nei propri piani d’azione “progetti conoscenza” come interventi propedeutici

per la realizzazione di nuovi investimenti.

In particolare, per quanto riguarda la questione delle perdite di rete, emerge un problema di

difficoltà di misurazione del fenomeno dovuta alla scarsa diffusione degli appositi strumenti di

contabilizzazione. Anche l’indagine ISTAT, pur garantendo la rappresentatività e la significatività

statistica dei dati pubblicati, deve scontare i limiti di conoscenza del settore, considerato che, anche

nell’ultima rilevazione, i soggetti gestori intervistati hanno fornito molto spesso dati stimati e non

misurati sulle perdite.

Per quanto attiene alla transizione verso una gestione del servizio unitaria, integrata e fondata su

criteri industriali, nonostante gli adempimenti previsti dalla normativa di riferimento (legge

36/1994, cd legge Galli e successiva riforma introdotta con il D.lgs. 152/2006) siano stati rispettati

anche nelle regioni del Mezzogiorno, in parte grazie all’impulso derivante dal sistema di vincoli e

premi del periodo di programmazione 2000-2006, la gestione è in diversi casi ancora frammentata e

comunque in pochi casi di tipo industriale. Tale ritardo, imputabile almeno in parte al deficit di

conoscenza che non consente di aggiudicare il servizio sulla base di una solida e aggiornata analisi

del fabbisogno di investimenti a livello di ATO, è più in generale collegato alle difficoltà di

pervenire a una compiuta regolazione del settore, che porti a una netta separazione di ruoli tra

controllo e gestione a livello di ATO. Infine la difficile situazione gestionale è stata ulteriormente

complicata dall’abolizione degli ATO intervenuta con la legge 42/2010 che integra la legge

191/2009 e che ne prevedeva lo scioglimento entro il primo gennaio 2011, termine poi prorogato al

31 dicembre 2011.

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A proposito dell’indicatore S11 è necessaria una precisazione metodologica. Infatti l’ISTAT, con la

rilevazione 2008, ha raccolto dati precedentemente non disponibili che consentono di avere una

misura più precisa del fenomeno monitorato. La questione è legata ai depuratori misti, ovvero quelli

per reflui civili e organici industriali autorizzati che, come specificato nella delibera CIPE 82/2007,

erano già considerati nel calcolo dell’indicatore. Le informazioni disponibili al momento della

definizione del sistema degli obiettivi di servizio, derivanti dalla indagine ISTAT del 2005, non

consentivano lo scorporo per i depuratori misti della quota di reflui organici di provenienza

industriale. La rilevazione effettuata da ISTAT nel 2008 consente invece di disporre, per il 2005 e il

2008, dell’informazione relativa alla depurazione delle sole acque reflue civili e di scorporare, nei

casi di impianti misti, la componente concessa per la depurazione di scarichi organici provenienti da

imprese industriali10.

Disponendo oggi di tale dettaglio, l’ISTAT ha ritenuto opportuno monitorare la situazione

utilizzando anche i dati dell’indicatore rivisto, S.11-dettaglio. Si ritiene infatti che il dato relativo

alla componente urbana solo civile fornisca indicazioni più precise rispetto a quello complessivo

considerato nella delibera CIPE, in quanto il primo è definito in modo omogeneo rispetto al

numero, a cui si rapporta, di abitanti equivalenti totali urbani e quindi senza includere gli scarichi

delle imprese industriali superiori ai 5 addetti.

Per la rilevazione del dato che concorre a formare gli indicatori S11 ed S11-dettaglio l’ISTAT

chiede a ciscun ente gestore della rete fognaria di:

• confermare o modificare la composizione dell’agglomerato di riferimento dove per

agglomerato si intende un’area in cui la popolazione e/o le attività economiche sono

sufficientemente concentrate così da rendere possibile la raccolta e il convogliamento delle

acque reflue urbane verso un impianto di trattamento di acque reflue urbane e verso un

punto di scarico finale;

• dichiarare la tipologia della rete fognaria;

• dichiarare il volume di acque reflue confluite nella rete fognaria;

• dichiarare la destinazione dello scarico.

10 Il competente settore regionale ha chiesto all’AGC03 di mediare per ottenere un incontro con l’ISTAT per conoscere nei dettagli la metodologia secondo la quale avviene lo scomputo della quota indistriale in quanto alcuni dati campani sembrano poco convincenti.

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Una prima verifica effettuata in seno all’AGC03 ha mostrato delle incongruenze rispetto alla

formazione degli agglomerati così come l’ISTAT11 l’ha dedotta dai dati in suo possesso per cui si

raccomanda cautela nell’uso di queste informazioni. Infatti, se per semplicità si comincia con

l’esaminare gli agglomerati della maggiore isola partenopea si nota che dei sei comuni ischitani tre,

ovvero Ischia, Casamicciola e Lacco Ameno, vengono iscritti nell’agglomerato denominato

“Ischia”, altri due, ovvero Barano e Serrara Fonatana, non sono censiti affatto e l’utimo, ovvero

Forio, è inserito in un agglomerato chiamato appunto “Forio” che però ricomprende oltre al comune

isolano i seguenti comuni, tutti sulla terraferma e nel salernitano: Baronissi, Castiglione del

Genovesi, Giffoni sei Casali, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella,

Pellezzano, Pontecagnano Faiano, Salerno, San Cipriano Picentino, san Mango Piemonte, Vietri sul

mare e Bellizzi. Esaminando poi il caso di Procida si nota come l’isola partenopea sia censita nello

stesso agglomerato di Mirabella Eclano, comune irpino dell’entroterra e l’isola di Capri sia

associata all’agglomerato di un altro paese dell’emtroterra irpino, ovvero S. Angelo dei Lombardi 2,

mentre Anacapri risulta assente dall’elenco.

11 La composizione degli agglomerati qui esaminata fa riferimento ai dati ISTAT sugli agglomerati trasmessi alla Regione Campania con una missiva del 06/10/2009 prot. 110 avente ad oggetto “richiesta composizione agglomerati” nella quale si richiedeva alle regioni di individuare la composizione degli agglomerati con riferimento alla rete fognaria

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7. LA DISTRIBUZIONE DEGLI ENTI GESTORI IN CAMPANIA I grafici che seguono sono stati ottenuti utilizando i dati della rilevazione ISTAT raccolti a cura

della Regione finalizzati alla necessaria rilevazione Istat dagli enti gestori dei servizi idrici al 2010 e

mostrano la distribuzione per singolo ATO degli enti gestori che si occupano dell’erogazione

dell’acqua potabile e del servizio di depurazione. I dati sono definiti provvisori in quanto sono

quelli trasmessi dall’AGC03 Settore 01 all’ISTAT ma non ancora validati dall’istituto di statistica.

I grafici sono stati prodotti sia con riferimento al numero di comuni serviti che al numero di

abitanti12 serviti dal singolo gestore e possono fornire delle indicazioni circa:

• lo stato di attuazione della legge Galli che prevedeva il passaggio al servizio idrico

integrato;

• il numero di operatori presenti in ciascun ATO;

• il peso, sia in termini di comuni gestiti che di popolazione servita, di ciascun operatore;

• indicazioni, anche se parziali ed indirette circa la composizione degli agglomerati.

Grafico 5. ATO 1: quantità di comuni gestiti dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione

Gestori del servizio di distribuzione idrica nell'ATO 1 - N. comuni serviti Gestione comunale

GESESA S.P.A.

AQUEDOTTOPUGLIESE S.P.A.

ALTO CALORESERVIZI S.P.A.

IRNO SERVICES.P.A.

CABIB

CONSORZIOFRAGNETO L ABATE- FRAGNETOMONFORTE

Gestori del servizio di depurazione nell'ATO 1 - N. comuni serviti

Gestione comunale

GES ES A S .P.A.

AQUEDOTTO PUGLIES ES .P .A.

ALTO CALORE  S ERVIZI S .P .A.

CABIB

CONSORZIO GES TIONES ERVIZI AVELLINO

Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori

12 Le elaborazioni qui riportate sono riferite agli abitatti residenti nei comuni servit e non agli abitanti equivalenti così come definiti dall’ISTAT per il calcolo degli indicatori. Inoltre, in mancanza di dati attendibili sugli agglomerati si fatta la grossolana assunzione di ripartire gli abitanti residenti in ciascun comune in maniera proporzionale al numero di abitanti residenti nel comune. Pertanto le informazioni che si presentano sono da ritenersi più di tipo qualitativo che quantitativo.

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Il grafico 5 mostra come nell’ATO 1 il servizio di distribuzione dell’acqua potabile sia per lo più

affidato ad un grosso gestore che in parte si occupa anche della depurazione sebbene quest’ultimo

servizio appaia ancora largamente in mano ai comuni.

Volendo portare in conto anche la popolazione servita i grafici di cui sopra si modificano come

mostrato nel seguito, ovvero la maggior parte della popolazione residente nell’ATO 1 è ancora

servita dal principale gestore presente per il servizio di distribuzione dell’acqua potabile mentre la

depurazione appare ancora per lo più in mano ai comuni.

Grafico 6. ATO 1: popolazione servita dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione Gestori del servizio di distribuzione idrica nell'ATO 1 -

Popolazione sertvitaGestione comunale

GES ESA S .P .A.

AQUEDOTTOPUGLIES E  S .P.A.

ALTO CALORES ERVIZI  S .P.A.

IRNO S ERVICE  S .P.A.

CABIB

CONSORZIOFRAGNETO L  ABATE  ‐FRAGNETOMONFORTE

Gestori del servizio di depurazione nell'ATO 1. Popolazione servita

Gestione comunale

GESESA S.P.A.

AQUEDOTTOPUGLIESE S.P.A.

ALTO CALORESERVIZI S.P.A.

CABIB

CONSORZIOGESTIONESERVIZI AVELLINO

Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori

Passando ad esaminare la situazione che si presenta nell’ATO 2 osserviamo che, in termini di

numero di comuni serviti esiste una situazione inversa a quella rilevata per l’ATO 1, ovvero il

servizio di distribuzione dell’acqua potabile risulta per lo più affidato ai comuni mentre la

depurazione è affidata ad un grosso gestore industriale per circa la metà dei comuni.

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Grafico 7. ATO 2: quantità di comuni gestiti dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione

Gestori del servizio di distribuzione idrica nell'ATO 2 - N. comuni serviti Gestione comunale

CITL

NAPOLETANAGS.P.AFIORE

Seriana Servizi s.r.l.

MULTIUTILITY S.p.A.

ACQUEDOTTIS.C.P.A.MALINCONICOS.p.A.GAIA s.n.c.

ATO 5 FROSINONE

ECOSERVICE s.r.l.

ARIN

COSTRAME

ARTIANUM s.r.l.

#RIF!

IDROTEC

SAP

Regione Campania

Gestori del servizio di depurazione nell'ATO 2 - N comuni serviti

gestione comunale

FIORE

ACQUEDOTTI S.C.P.A.

ATO 5 FROSINONE

CISI

Baia: Società SIT s.r.l.

ECOGREEN s.r.l.

ECOL SUD

EURO ECO s.r.l.

HIDROGEST S.p.A.

IBI IDROIMPIANTI S.p.A.

IDROECO s.r.l.

IMPEC s.r.l.

SOTECO s.r.l.

PUBLIALIFANA S.p.A.

SAP

SIGE s.r.l.

Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori

Volendo portare in conto anche la popolazione servita, come già fatto nel caso precedente, il grafico

7 si modifica come mostrato nel seguito, ovvero diminuisce un poco la quota di popolazione servita

tramite gestione comunale per la distribuzione di acqua potabile ed aumentano di importanza i

gestori che distribuiscono l’acqua a Napoli, mentre per quanto attiene alla depurazione aumenta

l’importanza percentuale del gestore industriale Hidrogest, già emerso in precedenza anche perché è

l’unico operatore attivo nella città di Napoli.

Grafico 8. ATO 2: popolazione servita dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione Gestori del servizio di dis tribuzione idrica nell'ATO  2 _ 

Popolazione servitaGestione comunale

C ITL

NAPOLETANAGS .P.AFIORE

S eriana  S ervizi s.r.l.

MULTIUTILITYS .p.A.ACQUEDOTTIS .C .P .A.MALINCONICOS .p.A.GAIA s.n.c.

ATO 5 FROS INONE

ECOS ERVICE  s.r.l.

ARIN

COSTRAME

ARTIANUM s.r.l.

#RIF!

IDROTEC

SAP

Regione Campania

Gestori del servizio di depurazione nell'ATO 2 _ Popolazione servitagestione comunale

FIORE

ACQUEDOTTI S .C .P.A.

ATO 5 FROS INONE

C IS I 

Baia: S ocietà S IT s.r.l.

ECOGREEN s.r.l.

ECOL  SUD

EURO ECO s.r.l.

HIDROGES T S .p.A.

IBI IDROIMPIANTI S .p.A.

IDROECO s.r.l.

IMPEC  s.r.l.

S OTECO s.r.l.

PUBLIALIFANA S .p.A.

S AP

S IGE   s.r.l.

Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori

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L’ATO 3 è l’unico ambito territoriale omogeneo campano che ha affidato il servizio di distribuzione

dell’acqua potabile ad un unico gestore industriale come mostrato dai grafici 9 e 10 che seguono. I

grafici mostrano anche il deficit di dati disponibili per questo ATO in termini di conoscenza dei

gestori per la depurazione.

Grafico 9. ATO 3: quantità di comuni gestiti dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione

Gestori del servizio distribuzione idrica nell'ATO 3 - N comuni serviti

Gori spa

Gestori del servizio di depurazione nell'ATO 3 - N. comuni serviti

Gori spa

nessuna informazione

Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori

Grafico 10. ATO 3: popolazione servita dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione

Gestori del servizio di distribuzione idrica nell'ATO 3 _ Popolazione servita

Gori spa

Gestori del servizio di depurazione nell'ATO 3 - Popolazione servita

Gori spa

nessuna informazione

Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori

Infine, i grafici 11 e 12 che seguono rappresentano la situazione nell’ATO 4 dove si verifica ancora

una situazione diversa da quelle osservate in prcedenza, ovvero la maggior parte dei comuni

gestisce in proprio sia il sevizio di distribuzione dell’acqua potabile, che la depurazione.

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Grafico 11. ATO 4: quantità di comuni gestiti dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione

Gestori del servizio di distribuzione idrica nell'ATO 4 - N. comuni serviti

Gestione comunale

SIIS SPA

ASIS SPA

CONSAC SPA

AUSINO SPA

SALERNO SISTEMI SPA

Bonifica ex Sele

Pellezzano service

Gestori del servizio depurazione nell'ATO 4 - N. di comuni serviti Gestione comunale

SIIS SPA

ASIS SPA

CONSAC SPA

AUSINO SPA

IBI spa

ecosarno

GECO SRL ATELLA PZ

ECOCHIMICA STINGO SRL

SIGE SRL

LABORATORIO PASTEUR

ASI

tecno system tito

Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori

Grafico 12. ATO 5: popolazione servita dallo stesso ente o in proprio per il servizio di distribuzione idrica e per la depurazione

Gestori del servizio di distribuzione idrica nell'ATO 4 _ Popolazione servita

Gestione comunale

S IIS  S PA

AS IS  S PA

CONSAC  S PA

AUS INO S PA

SALERNO S IS TEMI S PA

Bonifica ex S ele

Pellezzano service

Ges tori del servizio di depurazione nell'ATO  4 ‐ Popolazione servita

Gestione comunale

S IIS  S PA

AS IS  S PA

CONSAC  S PA

AUS INO S PA

IBI spa

ecosarno

GECO S RL  ATELLA PZ

ECOCHIMICA S TINGO S RL

S IGE  S RL

LABORATORIO PAS TEUR

AS I

tecno system tito

Fonte: elaborazione su dati provvisori rilevazione ISTAT 2010 enti gestori

Portando in conto anche la quantità di popolazione servita aumenta l’importanza dei gestori

industriali, in particolare di quello che serve la città capoluogo Salerno, sia per la distribuzione

dell’acqua potabile che della depurazione.

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N. B. In mancanza di informazioni più precise, i contenuti di cui al presente paragrafo sono

scaturiti dalle seguenti ipotesi:

o tutta la popolazione residente in un comune è servita sia dalla rete di distribuzione

dell’acqua potabile che dal servizio di depurazione avanzata dei reflui;

o nei casi in cui qualche comune è servito da più di un gestore, la quota di popolazione

servita da ciascuno è stata ritenuta proporzionale al numero di enti presenti;

o si è fatto riferimento alla popolazione residente nel comune nel 2010 e non alla

popolazione equivalente definita dall’ISTAT per il calcolo di S11 ed S11-dettaglio.

6.1 DETTAGLIO SULL’ANALISI DEI QUESTIONARI ISTAT 2010 PER L’IDENTIFICAZIONE DEGLI ENTI GESTORI

Seguono i dati, elaborati a cura dell’AGC03 Settore 01 partendo dalla rilevazione ISTAT 2010 sugli

enti gestori, da cui sono state estratte anche le informazioni riportate nei grafici da 5 a 12.

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A cura del Gruppo di Coordinamento per l’attuazione del Piano d’Azione Obiettivi di Servizio: Settore 01 - AGC 03

Tabella 11. ATO 1: gestori della rete idrica e quota di poplazione servita da ciascuno13 secondo i questionari ISTAT 2010 ATO 1: gestori rete idrica e popolazione servita

Popolazione residente al 2010 Comune Ente gestore Ente gestore Ente gestore Ente gestore Ente gestore Ente gestore Ente gestore

Gestione comunale GESESA S.P.A.

AQUEDOTTO PUGLIESE S.P.A.

ALTO CALORE SERVIZI S.P.A.

IRNO SERVICE S.P.A. CABIB

CONSORZIO FRAGNETO L ABATE - FRAGNETO MONFORTE

Fonte informazione questionario questionario questionario questionario questionario questionario questionario

3913 AIELLO DEL SABATO 0 0 0 3792 0 0 0

4198 ALTAVILLA IRPINA 0 0 0 4205 0 0 0

2103 ANDRETTA 0 0 2146 0 0 0 0

1879 AQUILONIA 0 0 1947 0 0 0 0

23152 ARIANO IRPINO 0 0 0 23184 0 0 0

11149 ATRIPALDA 0 0 0 11190 0 0 0

7836 AVELLA 7800 0 0 0 0 0 0

56512 AVELLINO 0 0 0 57071 0 0 0

3299 BAGNOLI IRPINO 3314 0 0 0

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Primo dossier Obiettivo di Servizio

Servizio idrico integrato

Luglio 2011

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2

Indice 1.  DESCRIZIONE DEGLI INDICATORI ............................................................................ 3 2.  NORMATIVA DI RIFERIMENTO .................................................................................. 4 3.  INDIVIDUAZIONE DEL SISTEMA DI GOVERNANACE .......................................... 9 4.  PROGRAMMAZIONE REGIONALE ........................................................................... 14 5.  ATTUAZIONE DELLE INIZIATIVE ............................................................................ 17 

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3

1. DESCRIZIONE DEGLI INDICATORI

Indicatore S.10 Percentuale di acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di

distribuzione comunale

L’indicatore considera i flussi di acqua potabile che, attraversando le reti di distribuzione

comunali, sono distribuiti ai singoli punti di utilizzazione (abitazioni, stabilimenti, negozi,

uffici, ecc.). E’ una misura dell’efficienza nella distribuzione dell’acqua, anche se comprende

una componente di “perdite” fisiologiche legate ad esempio all’acqua destinata agli usi

pubblici.

Target per l'indicatore S.10 alla verifica del 2013. Il target al 2013 è definito dalla condizione

che ciascuna regione abbia almeno il 75% di acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle

reti di distribuzione comunali.

Con riferimento alla Campania, dato il valore iniziale dell’indicatore (63%), il conseguimento

del target DPS richiede che le perdite siano ridotte di 12 punti percentuali entro il 2012.

Indicatore S.11 Abitanti equivalenti effettivi serviti da impianti di depurazione delle acque

reflue, con trattamento secondario o terziario, in rapporto agli abitanti equivalenti totali

urbani per regione.

Questo indicatore consente di misurare direttamente i miglioramenti, in termini di servizio e di

utenti serviti, del segmento di depurazione, che presenta ad oggi ancora forti criticità in molte

regioni del Mezzogiorno e in alcune del Centro-Nord. I trattamenti secondari e terziari, a fronte

di consistenti impegni di investimento, garantiscono un’elevata qualità dei reflui depurati e

pertanto nell’indicatore si considerano solo queste due tipologie di trattamento. L’indicatore,

inoltre, coglie indirettamente anche la capacità di servizio della rete fognaria, informazione che

ad oggi manca delle caratteristiche necessarie di disponibilità e omogeneità per essere utilizzata

ai fini degli obiettivi di servizio.

Target per l'indicatore S.11 alla verifica del 2013. Il valore target per l’anno 2013 è pari ad

almeno il 70%. Stando alla rilevazione al 2005, il target effettivo per la regione Campania

sarebbe pari al 75,8%. Dunque, si tratterebbe di mantenere i valori di partenza.

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4

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Legge 36/1994 (c.d. “legge Galli”)

La legge Galli ha stabilito l’integrazione nella gestione del servizio idrico, costituito

dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili,

di fognatura e di depurazione delle acque reflue.

Oltre all’integrazione industriale, la legge Galli introduce anche il principio dell’integrazione

territoriale nella gestione del servizio idrico, separando le funzioni di programmazione,

regolamentazione, organizzazione e controllo del servizio idrico, che devono essere svolte

dalle autorità locali, e di gestione del servizio, affidata ad un operatore unico indipendente.

In attuazione della legge Galli, i servizi idrici sono stati riorganizzati sulla base di 92 ambiti

territoriali ottimali (ATO), delimitati dalle Regioni secondo i seguenti criteri: a) rispetto

dell’unità del bacino idrografico o di sub-bacino; b) superamento della frammentazione delle

gestioni; c) conseguimento di adeguate dimensioni gestionali.

Ai sensi della legge Galli, i Comuni e le Province di ciascun ambito territoriale ottimale

organizzano il servizio idrico integrato al fine di garantirne la gestione secondo criteri di

efficienza, di efficacia e di economicità e provvedono alla sua gestione mediante le forme,

anche obbligatorie, previste dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, come integrata dall'articolo 12,

L. 23 dicembre 1992, n. 498.

Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano le forme ed i modi

della cooperazione tra gli enti locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale.

I Comuni e le Province possono provvedere alla gestione integrata del servizio idrico anche

con una pluralità di soggetti e di forme. In tal caso, i Comuni e le Province individuano il

soggetto che svolge il compito di coordinamento del servizio e adottano ogni altra misura di

organizzazione e di integrazione delle funzioni fra la pluralità di soggetti gestori.

Legge regionale 14/1997

In attuazione della legge Galli, la Regione Campania ha approvato la legge regionale 14/1997,

che ha suddiviso il territorio in 5 Ambiti Territoriali Ottimali, includenti insiemi di Comuni

raggruppati in base a criteri di efficienza delle reti: ATO 1 Calore-Irpino, ATO 2 Napoli-

Volturno, ATO 3 Sarnese-Vesuviano, ATO 4 Sele, ATO 5 Terra di Lavoro. L’ATO 5 è stato

istituito con legge finanziaria regionale del 2007 (art. 3) scorporandolo dall’ATO 2, ma non è

ancora stato attivato.

In attuazione della l.r. 14/1997, i Comuni e le Province ricadenti nel medesimo ATO

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costituiscono un consorzio obbligatorio di funzioni ai sensi dell'articolo 25, comma 7, della

legge 8 giugno 1990, n. 142, denominato Ente di Ambito, dotato di personalità giuridica

pubblica ed autonomia organizzativa.

In base all’art. 12 della LR 14/97, dal momento della sua costituzione l’Ente d’Ambito esercita

tutte le funzioni in materia di servizi idrici dei Comuni e delle Province consorziate; con la

sottoscrizione della convenzione con il gestore del Servizio idrico integrato, cessano le gestioni

esistenti.

Fermo restando che, a norma dell’art. 143 del d.lgs. 152/2006 gli acquedotti, le fognature, gli

impianti di depurazione e le altre infrastrutture idriche di proprietà pubblica fanno parte del

demanio ai sensi dell’art. 822. e ss. del Codice Civile (pertanto restano inalienabili se non nei

modi consentiti dalla legge), essi vengono affidati in concessione d’uso gratuita al gestore del

S.I.I. per tutta la durata della gestione, nei limiti necessari alla conduzione dei servizi idrici (art.

153 D.lgs. 152/2006).

Spetta all’Autorità d’ambito la tutela di detti beni ai sensi di legge.

Decreto-legge 135/2009 (c.d. “decreto Ronchi”)

La materia dei servizi pubblici locali è stata per anni disciplinata dall'articolo 113 del D.Lgs.

267/2000 (TUEL).

Tale disposizione è stata superata in seguito all'approvazione dell'art. 23 bis del D.L. 112/2008,

che ha inteso delineare una nuova disciplina organica del settore dei servizi pubblici locali di

rilevanza economica.

L'art. 23-bis del D.L. 112/2008 è stato successivamente modificato in più parti dall'art. 15 del

D.L. 135/2009 convertito, con modificazioni, in L. 166/2009.

Il decreto-legge 135/2009, convertito con legge 166/2009 (c.d. “decreto Ronchi”) stabilisce che

il metodo ordinario di conferimento dei servizi pubblici locali è la gara e il ricorso alla società

mista dove il privato, individuato mediante procedura ad evidenza pubblica, dovrà essere socio

operativo con una quota di partecipazione non inferiore al 40%.

Ai sensi del decreto Ronchi, infatti, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali

avviene, in via ordinaria:

a) a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante

procedure competitive ad evidenza pubblica;

b) a società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del socio

avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di cui

alla lettera a), le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l'attribuzione

dei compiti operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio sia attribuita una

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partecipazione non inferiore al 40 per cento.

Gli affidamenti diretti alle società a totale capitale pubblico (c.d. in house) potranno realizzarsi

soltanto in via eccezionale e dietro parere preventivo dell'Autorità garante della concorrenza e

del mercato.

Legge 42/2010

Con legge 42/2010, che integra la legge 191/2009, sono soppresse le Autorità d’Ambito a

partire dal 1° gennaio 2011. Decorso tale termine, ogni atto compiuto dalle Autorità d'ambito

territoriale è da considerarsi nullo e le Regioni attribuiscono con legge le funzioni già esercitate

dalle Autorità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Il

decreto-legge 225/2010 (c.d. decreto milleproroghe) sposta questa data al 31 marzo 2011, con

la possibilità di ulteriori proroghe fino al 31 dicembre 2011 con apposito Decreto del

Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministero dell’Economia.

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 marzo 2011

Proroga ulteriormente al 31 dicembre 2011 il termine per la soppressione delle Autorità

d’Ambito.

DECRETO-LEGGE n. 70 del 13 maggio 2011 “Semestre Europeo - Prime disposizioni

urgenti per l'economia”

Al fine di garantire l'osservanza dei principi contenuti nel decreto legislativo 3 aprile 2006

n.152 in tema di gestione delle risorse idriche e di organizzazione del servizio idrico, con

particolare riferimento alla tutela dell’interesse degli utenti, alla regolare determinazione e

adeguamento delle tariffe, nonchè alla promozione dell'efficienza, dell'economicitià e della

trasparenza nella gestione dei servizi idrici, è istituita l'Agenzia nazionale di vigilanza sulle

risorse idriche.

L’Agenzia svolge le seguenti funzioni:

a) definisce i livelli minimi di qualità del servizio, sentite le Regioni, i gestori e le associazioni

dei consumatori, e vigila sulle modalità dell’erogazione;

b) predispone una o più convenzioni tipo di cui all'articolo 151 del decreto legislativo 3 aprile

2006, n. 152;

c) definisce, tenuto conto della necessità di recuperare i costi ambientali anche secondo il

principio "chi inquina paga", le componenti di costo per la determinazione della tariffa relativa

ai servizi idrici per i vari settori di impiego dell'acqua;

d) predispone il metodo tariffario per la determinazione della tariffa del servizio idrico

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integrato; fissa, altresì, le relative modalità di revisione periodica, vigilando sull'applicazione

delle tariffe, e provvede nell'esercizio del potere sostitutivo, su istanza delle amministrazioni o

delle parti interessate;

e) approva le tariffe predisposte dalle autorità competenti;

f) verifica la corretta redazione del piano d'ambito, esprimendo osservazioni, rilievi e

impartendo, a pena d’inefficacia, prescrizioni sugli elementi tecnici ed economici e sulla

necessità di modificare le clausole contrattuali e gli atti che regolano il rapporto tra le Autorità

d’ambito territoriale ottimale e i gestori del servizio idrico integrato;

g) emana direttive per la trasparenza della contabilità delle gestioni e valuta i costi delle singole

prestazioni, definendo indici di valutazione anche su base comparativa della efficienza e della

economicità delle gestioni a fronte dei servizi resi;

h) esprime pareri in materia di servizio idrico integrato su richiesta del Governo, delle regioni,

degli enti locali, delle Autorita d'ambito, dei gestori e delle associazioni dei consumatori, e

tutela i diritti degli utenti anche valutando reclami, istanze e segnalazioni;

i) può formulare proposte di revisione della disciplina vigente, segnalandone altresì i casi di

grave inosservanza e di non corretta applicazione;

l) predispone annualmente una relazione sull'attività svolta, con particolare riferilmento allo

stato e alle condizioni di erogazione dei servizi idrici e all'andamento delle entrate in

applicazione dei meccanismi di autofinanziamento.

All'Agenzia sono trasferite le funzioni gia attribuite alla Commissione nazionale per la

vigilanza sulle risorse idriche dall'articolo 161 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e

dalle altre disposizioni vigenti.

Referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011

La pronuncia referendaria del 12 e 13 giugno 2011 ha sancito l’abrogazione dell’art. 23 bis del

dl 112/2008 – convertito in legge 133/2008, come modificato dal dl 135/2009 cd decreto

Ronchi, convertito in legge 166/2009 smi - in materia di affidamento dei servizi pubblici locali

di rilevanza economica e l’abrogazione dell’articolo 154 del d.lgs. 152/2006, cd “codice

ambientale”, nella parte in cui riconosceva, nella tariffa del sistema idrico integrato, la

remunerazione del capitale investito secondo un tasso di rendimento prestabilito.

La Corte Costituzionale, nell'ammettere il quesito referendario, aveva già scandagliato alcune

conseguenze giuridiche di un suo eventuale accoglimento: "Nel caso in esame, all'abrogazione

dell'art. 23-bis, da un lato, non conseguirebbe alcuna reviviscenza delle norme abrogate da tale

articolo (reviviscenza, del resto, costantemente esclusa in simili ipotesi sia dalla giurisprudenza

di questa Corte − sentenze n. 31 del 2000 e n. 40 del 1997 –, sia da quella della Corte di

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cassazione e del Consiglio di Stato); dall'altro, conseguirebbe l'applicazione immediata

nell'ordinamento italiano della normativa comunitaria (come si è visto, meno restrittiva rispetto

a quella oggetto di referendum) relativa alle regole concorrenziali minime in tema di gara ad

evidenza pubblica per l'affidamento della gestione di servizi pubblici di rilevanza economica.

Ne deriva l'ammissibilità del quesito per l'insussistenza di impedimenti di natura comunitaria".

In merito alle gestioni esistenti, dal referendum, pertanto, non consegue l’automatica scadenza

o l’illegittimità degli affidamenti in essere.

Resteranno innanzitutto attivi, fino alla scadenza naturale, gli affidamenti dei servizi effettuati

a società pubbliche in house providing che soddisfano i requisiti fissati dalla giurisprudenza

comunitaria (controllo sul gestore analogo a quello svolto sui propri organi, svolgimento

dell’attività in via prevalente per l’amministrazione o le amministrazioni socie, capitale

societario totalmente pubblico).

Più complesso è stabilire se l’abrogazione referendaria restituisca ai Comuni la possibilità di

una gestione, oltre che mediante società a totale partecipazione pubblica, anche in economia o

mediante azienda speciale.

Le amministrazioni si trovano comunque a dover compiere un’analisi dei propri affidamenti ed

a verificarne esclusivamente la conformità rispetto ai dettami comunitari.

Ad esempio erano e restano illegittime le società non in house providing e potrebbero esserlo le

società miste il cui socio sia stato selezionato senza gara o in base a requisiti non specifici (cd

socio generalista).

Il referendum sostanzialmente ha posto le modalità di gestione in house e le altre sullo stesso

piano, purchè entro specifici parametri comunitari.

In sostanza, adesso i Comuni possono affidare la gestione dei servizi pubblici locali, incluso il

servizio idrico integrato, mediante:

- gara ad evidenza pubblica, in questo caso in base alle normative inerenti gli appalti o le

concessioni di servizi;

- società mista mediante selezione con gara a doppio oggetto del socio privato non generalista

(quindi operativo) che collabora con il soggetto pubblico, in applicazione delle disposizioni

inerenti il Partenariato Pubblico Privato, senza dunque vincoli relativi alla percentuale di

capitale detenuta dal privato stesso;

- gestione in house providing purchè in possesso dei requisiti previsti dall’ordinamento

comunitario.

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3. INDIVIDUAZIONE DEL SISTEMA DI GOVERNANACE

Regione Campania

Ai sensi della legge regionale 14/1997, la Regione esercita funzioni di programmazione e

controllo sull'attività delle Autorità di ambito.

Le funzioni di programmazione vengono esercitate, sulla base degli indirizzi stabiliti dal piano

regionale di sviluppo, in sede di adozione ed aggiornamento del Piano regionale di risanamento

delle Acque, di aggiornamento del Piano regolatore generale degli acquedotti e, sul Piano

finanziario, in sede di determinazione, da parte della Giunta regionale, delle priorità di

interventi in relazione alle disponibilità di contributi o investimenti regionali, statali e

comunitari.

Le funzioni di controllo attengono:

a) alla verifica della compatibilità dei programmi di intervento predisposti dalle autorità di

ambito con gli obiettivi e le priorità stabilite dalla Regione;

b) alla verifica dello stato di attuazione degli strumenti programmatori sopra indicati;

c) al controllo delle prestazioni dei gestori nei vari ATO per quanto concerne i livelli qualitativi

e quantitativi dei servizi, il costo dei servizi e la spesa per investimenti.

Per mantenere lo svolgimento di tali attività di programmazione e controllo, le autorità di

ambito forniscono alla Regione tutti i dati necessari, o comunque da quest'ultima richiesti, in

accordo con il sistema informativo regionale.

Nell'ambito dell'espletamento delle predette funzioni la Regione provvede:

a) a fissare gli standard comuni a tutte le autorità di ambito per l' esercizio del controllo

istituzionale sull'attività del gestore dei servizi idrici integrati;

b) a concorrere all'attività di controllo sui soggetti gestori sulla scorta dei dati trasmessi

dall'Autorità di ambito e dai gestori e dai soggetti gestori medesimi;

c) a svolgere le attività ispettive e di verifica eventualmente richieste dal comitato per la

vigilanza sull' uso delle risorse idriche di cui all' articolo 21 della legge 5 gennaio 1994, n. 36.

Autorità d’Ambito

Ai sensi della vigente normativa regionale e nazionale, le funzioni delle Autorità d’ambito sono

principalmente le seguenti:

a) provvedere alla predisposizione e/o all’aggiornamento del Piano d’ambito contenente i

seguenti documenti necessari alla definizione degli interventi utili al conseguimento degli

obiettivi del Servizio Idrico Integrato: ricognizione delle infrastrutture, programma degli

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interventi, modello gestionale ed organizzativo, piano economico finanziario;

b) scegliere la forma di gestione del servizio.

La gestione del SII è affidata di norma ad un unico soggetto responsabile per ciascun ATO, nel

rispetto del principio di unitarietà della gestione, fatto salvo quanto previsto dall’art. 148, c. 5

del D.lgsl. 152/2006, che dà facoltà ai Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti di

non aderire alla gestione unica del SII, qualora siano verificate determinate condizioni di

efficienza del servizio, ferma restando la loro partecipazione obbligatoria all’ATO di

pertinenza;

c) procedere alla stipula della convenzione con il gestore del SII per tutto il territorio degli

enti locali ricadenti nell’ATO e del relativo disciplinare, sulla base della convenzione-tipo e del

disciplinare-tipo allegati alla legge regionale 14/1997;

d) determinare la tariffa del servizio idrico integrato, che deve essere applicata dai soggetti

gestori nel rispetto della convenzione, contemplando agevolazioni per i consumi domestici

essenziali e per le categorie a reddito più basso;

e) vigilare nella gestione del servizio idrico integrato affinché sia assicurato il rispetto della

convenzione e del disciplinare nonché la effettiva applicazione delle tariffe approvate;

f) approvare i regolamenti del gestore per i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione e

della relativa carta dei servizi.

Soggetti gestori

Il gestore è il soggetto imprenditoriale che assicura la gestione del servizio idrico integrato.

Ai sensi della legge regionale 14/1997 i rapporti fra soggetti gestori e autorità d’ambito sono

regolati in base a una convenzione redatta in base alla convenzione-tipo allegata alla medesima

legge regionale 14/1997.

I termini di esercizio del servizio da parte del gestore sono dettagliati in un disciplinare, anche

questo da redigere secondo un disciplinare-tipo allegato alla l.r. 14/1997.

Con la convenzione l'Autorità/Ente d'ambito affida al soggetto gestore il diritto esclusivo di

esercitare la gestione del servizio idrico integrato, costituito dall'insieme di captazione,

adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, fognatura e depurazione delle acque reflue,

nell'ambito territoriale ottimale.

Dalla data di attivazione dell'affidamento il Gestore è responsabile del buon funzionamento dei

servizi.

È anche prevista che l'Autorità d'ambito provveda alla gestione del servizio utilizzando una

pluralità di soggetti, nel qual caso il Gestore svolge il compito di coordinamento del servizio ed

ha facoltà di adottare ogni misura per l'organizzazione e l'integrazione delle proprie funzioni

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con quelle degli altri gestori salvaguardati o preesistenti.

Il Gestore fornisce, secondo la periodicità specificata nel disciplinare, tutti i dati richiesti

dall'Autorità e dall'Osservatorio dei servizi idrici, compilando a tal fine le risposte al

questionario predisposto dall'Autorità medesima, anche in relazione alla costituzione di una

banca dati presso l'Osservatorio dei servizi idrici.

Il Gestore provvede alla manutenzione ordinaria degli impianti e delle opere oggetto del

servizio, affinché gli stessi permangano sempre in piena efficienza.

Entro il mese di febbraio di ciascun anno, il Gestore trasmette al Ministero dei lavori pubblici i

risultati delle rilevazioni, portanti la valutazione delle perdite degli acquedotti e delle

fognature, eseguite con la metodologia stabilita con il regolamento dello stesso Ministero.

Per tutta la durata della concessione, il gestore è autorizzato dall’Autorità d’Ambito ad

utilizzare gratuitamente il suolo ed il sottosuolo delle strade e dei terreni pubblici per la

installazione di opere, impianti e attrezzature necessarie per effettuare il servizio oggetto della

concessione medesima o per realizzare le opere previste nel programma di interventi.

Sono affidate in concessione al Gestore anche le aree necessarie, nonché le installazioni, opere

ed attrezzature da utilizzare per lo svolgimento del servizio.

Il Gestore si obbliga ad eseguire le opere e gli interventi contemplati nel programma degli

interventi, che si allega al "disciplinare" insieme con il piano finanziario indicante le risorse

disponibili e quelle da recepire a cura del Gestore - direttamente e/o a mezzo di imprese in esse

eventualmente consorziate o da esso controllate, nel rispetto dei requisiti di qualificazione

imposti dalle norme vigenti.

Qualora il Gestore appalti a terzi l'esecuzione delle suddette opere, esso è tenuto al rispetto

delle norme vigenti in materia di appalti.

Il programma d'interventi verrà aggiornato ed integrato secondo cadenze prestabilire e

comunque ogni qual volta si renda necessario per il raggiungimento dei livelli di servizio

prestabili, previa redazione del corrispondente piano finanziario e connesso eventuale

adeguamento della tariffa d'utenza.

Le tariffe iniziali del servizio idrico integrato sono determinate dall'Autorità d’ambito tenendo

conto della qualità della risorsa idrica e del servizio forniti, delle opere e degli adeguamenti

necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere e di quelli dell'Autorità d'ambito,

dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di

salvaguardia, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di

servizio.

La tariffa è aggiornata dall’Autorità d’Ambito al 1° gennaio di ogni anno, tenendo conto della

qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari,

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dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale

investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia in modo che sia assicurata la

copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio. Ai fini dell'aggiornamento annuale

si tiene conto altresì degli obiettivi di miglioramento della produttività e della qualità del

servizio fornito.

Quadro esistente

La possibilità di attuare programmi di investimento nel settore idrico e fognario-depurativo in

Campania risente indubbiamente delle carenze nella pianificazione di ATO (mancato

aggiornamento della pianificazione degli ATO rispetto all’evoluzione normativa degli ultimi

anni e all’adozione del Piano Regionale di Tutela delle Acque), nonché del mancato

completamento delle procedure di affidamento del Sistema idrico integrato (SII) cui è

condizionata l’attuazione dei Piani di Ambito. Prima dell’istituzione del nuovo ATO 5, in

Campania tutti gli Enti d’Ambito avevano adottato il Piano di Ambito, mentre il SII risultava

affidato soltanto nell’ATO 3 e nell’ATO 4, a causa delle difficoltà operative e strategiche

riscontrate nella scelta del gestore unico.

Va rilevato comunque che l’obiettivo di superamento delle gestioni non deve intendersi limitato

all’affidamento al gestore unico, ma si riferisce altresì al processo di aggregazione territoriale

delle precedenti gestioni dei servizi di distribuzione idrica e fognario-depurativi.

A dispetto di quanto previsto dalla Legge Galli, quindi, in Campania le infrastrutture pubbliche

per l’erogazione e distribuzione dell’acqua che dovrebbero formare un importante segmento

del Servizio Idrico Integrato (SII) sono in realtà ancora in larga parte gestite dalle società

municipalizzate costituite negli anni precedenti alla Riforma.

Il quadro esistente è, inoltre, destinato a subire profonde modificazioni dovute all’entrata in

vigore della legge 42/2010, che abolisce le Autorità d’Ambito.

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4. PROGRAMMAZIONE REGIONALE

Nel Piano di Azione per il perseguimento degli Obiettivi di Servizio sono proposte le seguenti

azioni di sistema, che tuttavia vanno riconsiderate alla luce delle recenti modifiche normative:

1) intervenire sulla regolazione dei rapporti tra ATO, gestori e utenti, predisponendo

Linee guida o atti vincolanti che - ai fini dell’adeguamento della Convenzione–tipo regionale

(art. 13 LR 14/97) ai più recenti interventi normativi - introducano una rimodulazione degli

obblighi del gestore, per favorire il raggiungimento dei target (per es: riduzione dei tempi

previsti per l’installazione dei contatori e l’allacciamento alle reti fognarie di nuovi utenti nelle

Carte dei servizi, standard di qualità obbligatori per i servizi fognario-depurativi, sulla base

della Delibera COVIRI del 2006);

2) adottare uno schema di carta della qualità del SII obbligatoria in tutti gli ATO.

Sono, inoltre, previste le azioni di seguito riportate.

Azione 1 – Ammodernamento degli impianti di distribuzione idrica per la realizzazione di

sistemi di telecontrollo e telecomando

Nel Piano di Azione si rileva la necessità di un ammodernamento delle reti e di una loro messa

in sicurezza soprattutto attraverso l’installazione di un sistema di telecontrollo e di

telecomando che possa permettere l’individuazione delle perdite e anche la possibilità di

prevenirle attraverso una regolazione attiva delle pressioni. L’azione riguarda anche

l’attivazione di finanziamenti per lo sviluppo di Sistemi Informativi Territoriali in grado di

gestire e capitalizzare il patrimonio conoscitivo esistente, integrandolo con nuove informazioni

provenienti da indagini di campo e da specifiche attività operative, al fine di razionalizzare la

gestione del S.I.I. in un’ottica di risparmio delle risorse idriche e di efficienza gestionale.

L’azione è rivolta ai gestori del S.I.I. e alla Regione Campania per la parte riguardante le opere

in gestione diretta. L’obiettivo è di acquisire, elaborare, gestire e restituire la conoscenza delle

opere gestite, a fini operativi e di programmazione.

Questa Azione riguarda anche l’indicatore S11 in quanto il SIIT, opportunamente, dovrà

comprendere anche le opere e gli impianti fognari e depurativi.

Azione 2 – Completamento degli schemi fognario-depurativi tramite collegamento delle utenze

ai collettori afferenti agli impianti di depurazione ed adeguamento degli impianti

L’azione prevede il finanziamento, a favore dei gestori di servizi fognario-depurativi, di

interventi per il collettamento e il recapito degli scarichi ai depuratori e per l’adeguamento di

questi ultimi agli standard imposti dalla normativa di settore. In particolare, saranno da

privilegiare i seguenti obiettivi specifici:

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• aumento della copertura del servizio fognario a servizio dei nuclei urbanizzati, favorendo la

realizzazione di sistemi separati per le acque bianche e nere e l’immissione controllata delle

acque di prima pioggia nella fognatura nera;

• aumento della copertura del servizio depurativo in modo da massimizzare la frazione dei

liquami raccolti in fognatura che trovano recapito all’impianto di depurazione. Il risultato può

essere conseguito tramite il collettamento delle fognature che attualmente scaricano

direttamente nei corpi idrici ricettori, in aree dove sia tecnicamente ed economicamente

possibile l’adduzione ad impianti di trattamento esistenti;

• adeguamento del livello di trattamento depurativo ai limiti normativi, in funzione del corpo

idrico ricettore o adeguandolo ai limiti previsti per il riutilizzo delle acque reflue depurate in

agricoltura, anche tramite impianti di trattamento terziario e di fitodepurazione;

• integrazione dei depuratori e degli impianti di sollevamento dei reflui nell’ambito di sistemi

di telecontrollo e automazione.

Il POR FESR 2007-2013 contribuisce al perseguimento del target per l’Obiettivo “Tutelare la

qualità dell’ambiente in relazione al servizio idrico integrato”, con risorse degli obiettivi

operativi 1.3 “Migliorare lo stato dei corpi idrici superficiali” e 1.4 “Migliorare la gestione

integrata delle risorse idriche”.

La programmazione regionale prevede, alla luce delle proposte di aggiornamento avanzate dal

Settore Ciclo Integrato delle Acque al Gruppo Regionale di Coordinamento del Piano d'azione,

che l'Obiettivo Operativo 1.4 del POR Campania FESR 2007-2013 contribuisca con 40 Meuro

al miglioramento dell’efficienza distributiva delle reti idriche comunali (indicatore S.10).

Per quanto attiene all’indicatore S.11 (quota di popolazione equivalente servita da impianti di

depurazione), si prevede, alla luce del suddetto aggiornamento, il contributo dell’Obiettivo

Operativo 1.4 con 140 Meuro e dell'Obiettivo Operativo 1.3 con 35 Meuro (cui affiancare

ulteriori 35 Meuro dell'Obiettivo Operativo 1.3 per attività di supporto al processo

autodepurativo dei litorali marini, anche con il posizionamento di condotte sottomarine

integrate con impianti di depurazione, i cui interventi sono considerati “correlati” al Piano

d'azione, pur non determinando impatti diretti sul valore dell'indicatore).

Si prevede, inoltre, che alla realizzazione di tale tipologia di interventi contribuiscano anche gli

investimenti sostenuti, nei comuni del territorio regionale con meno di 10.000 abitanti,

mediante il ricorso alle risorse ordinarie di cui alla Legge Regionale 3/2007, la cui

quantificazione è stata stimata in circa 75 milioni di euro.

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Infine, la programmazione regionale prevede il concorso delle risorse del Fondo per le Aree

Sottoutilizzate (FAS) che saranno attribuite alla Regione Campania per il ciclo 2007-2013.

Tabella 1 – Quadro complessivo delle risorse programmate

AZIONI RISORSE COMPLESSIVE

POR FESR 2007-2013

FAS 2007-2013 L.R. 3/2007

A) S.10 145.000.000,00 40.000.000,00 30.000.000,00 75.000.000,00

B) S.11 215.000.000,00 175.000.000,00 40.000.000,00 Totale 360.000.000,00 215.000.000,00 70.000.000,00 75.000.000,00

Fonte: elaborazione Gruppo di Coordinamento OdS Settore 01 dell’AGC 03 su dati RAOS 2010.

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5. ATTUAZIONE DELLE INIZIATIVE

Alla data di chiusura del RAOS 2010, risultavano ammessi a finanziamento con risorse a

valere sul POR FESR 2007-2013 n. 62 interventi, per un importo complessivo di circa 126

milioni di euro. Tali interventi incidono in gran parte sull’indicatore S.11, prevedendo il

completamento e/o l’ammodernamento di reti fognarie, la realizzazione di collettori, la

realizzazione o l'adeguamento di impianti di depurazione. Alcuni prevedono anche lavori di

efficientamento delle reti idriche comunali.

Si evidenzia che le risorse FESR 2007-2013 concorrono al finanziamento di interventi

inizialmente programmati su risorse del POR 2000-2006, la cui conclusione non era in linea

con i tempi previsti per la chiusura del Programma, e che allo stato attuale risultano pressoché

ultimati.

Con riferimento agli interventi che risultano avviati, la tabella seguente illustra

dettagliatamente lo stato di avanzamento e le risorse FESR 2007-2013 impegnate.

Tabella 2 – Stato di attuazione interventi finanziati a valere sul POR FESR 2007-2013

Fase procedurale in corso Risorse POR FESR 2007-2013 Numero interventi S.10 S.11

Progettazione esecutiva € 42.084.904,00 16 2 14 Aggiudicazione lavori € 14.509.897,00 6 1 5 Consegna lavori € 40.556.432,00 14 14 Chiusura interventi € 26.173.643,00 26 1 25 Totale € 123.324.876,00 62 4 58

Fonte: Elaborazione Gruppo di Coordinamento OdS Settore 01 dell’AGC 03 su dati di monitoraggio forniti dal Settore Ciclo Integrato della Acque.

Per quanto attiene alle risorse FAS 2007-2013, a tutt’oggi non si è concluso l’iter

procedimentale di presa d’atto del Programma Attuativo Regionale FAS Campania 2007-2013

da parte del CIPE, propedeutico all’assegnazione delle relative risorse aggiuntive nazionali

all’Amministrazione regionale. Inoltre, i mutamenti nel contesto giuridico ed economico

avvenuti in seguito all’approvazione del decreto-legge n. 78 del 31 maggio 2010, recante

misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, alle

determinazioni assunte dal CIPE con delibere 1/2009 e 1/2011, che hanno ridotto le

assegnazioni finanziarie a valere sul FAS, all’approvazione del Piano per il Sud approvato dal

Consiglio dei Ministri in data 26 novembre 2010 e al decreto legislativo 88/2011 avente ad

oggetto “Disposizioni in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione di

squilibri economici e sociali, a norma dell'articolo 16 della legge 5 maggio 2009, n, 42”,

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comportano la necessità di adottare una sostanziale modifica delle strategie da attuare e delle

relative modalità.

Il perseguimento dei target collegati all’obiettivo di servizio relativo al Sistema Idrico Integrato

prevede anche il concorso degli interventi inseriti nell’Accordo di Programma Quadro “Ciclo

integrato delle acque” e nei successivi atti integrativi, finanziati con risorse del Fondo per le

Aree Sottoutilizzate afferenti al ciclo 2000-2006 e altre tipologie di fonti finanziarie.

La tabella 3 mostra lo stato di avanzamento degli interventi inseriti nell’APQ “Ciclo integrato

delle acque” e nei successivi atti integrativi, suddivisi, a seconda dell’indicatore su cui

impattano, per livello di attuazione raggiunto.

La tabella include anche interventi già conclusi, in considerazione del loro impatto sugli

indicatori S.10 e S.11.

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Tabella 3 – Stato di attuazione degli interventi inseriti nell’APQ “Ciclo integrato delle

acque” e successivi Atti integrativi

S.10 Perdite di rete S.11 Depurazione S.10 + S.11 Totale Acque

Studio di fattibilità

Numero interventi 0 6 0 6

Importo finanziato 0,00 24.031.000,00 0,00 24.031.000,00

Progettazione preliminare

Numero interventi 0 5 0 5

Importo finanziato 0,00 35.985.931,05 0,00 35.985.931,05

Progettazione esecutiva

Numero interventi 0 3 0 3

Importo finanziato 0,00 21.649.012,38 0,00 21.649.012,38

Aggiudicazione lavori

Numero interventi 1 6 0 7

Importo finanziato 400.000,00 9.201.966,75 0,00 9.601.966,75

Inizio lavori

Numero interventi 6 67 1 74

Importo finanziato 5.065.299,73 544.789.087,50 413.170,00 550.267.557,23

Esecuzione lavori

Numero interventi 5 12 0 17

Importo finanziato 2.458.101,77 33.910.930,21 0,00 36.369.031,98

Collaudo

Numero interventi 5 21 0 26

Importo finanziato 4.346.539,52 15.807.887,52 0,00 20.154.427,04

Funzionalità

Numero interventi 54 131 12 197

Importo finanziato 32.888.669,15 120.190.509,41 6.482.921,53 159.562.100,09

Chiusura intervento

Numero interventi 1 0 0 1

Importo finanziato 5.385.961,67 0,00 0,00 5.385.961,67 TOTALE INTERVENTI 72 251 13 336 TOTALE IMPORTO 50.544.571,84 805.566.324,82 6.896.091,53 863.006.988,19

Fonte: Elaborazione Gruppo di Coordinamento OdS Settore 01 dell’AGC 03 su dati di monitoraggio forniti dal Settore Ciclo Integrato della Acque.