Servizi-Sociali-Oggi 06.2008.pdf

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SERVIZI SOCIALI OGGI 6/2008

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9 LUCCIOLE&LANTERNE - ETICA, INTEGRAZIONE E VALUTAZIONE - LIDIA GOLDONI

LE INTERVISTE DI SSO INTERVISTA AD ANTONIO GUAITA. SVAGO, ATTIVITÀ FISICA E MENTALE: 10 LA MIGLIORE PREVENZIONE E CURA DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER

FOCUS: ALZHEIMER SERVIZI E RICERCA LA RETE DEI SERVIZI DEDICATI ALLA DEMENZA15 NICOLA VANACORE

LA GESTIONE DELL’ANZIANO CON DEMENZA A DOMICILIO UNA RISPOSTA AL PAZIENTE E ALLA FAMIGLIA18 LUC P. DE VREESE LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI SOCIOSANITARI EDUCATIVI: IDEE PER COSTRUIRE IL “POSSIBILE”21 LETIZIA ESPANOLI

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA NEL RAPPORTO CON IL MALATO E CON I SERVIZI25 GIOVANNI RINOLDI

EMILIA-ROMAGNA. BENESSERE DELLA PERSONA E INTERVENTI SUGLI AMBIENTI UMANI E FISICI 29 ANTONELLA CARAFELLI

O.P. CERINO ZEGNA. UNA STRATEGIA AZIENDALE: SCEGLIERE DI OCCUPARSI DI ALZHEIMER31 PAOLA GARBELLA

O.P. CERINO ZEGNA. PROGETTI DI RICERCA-AZIONE E CONSOLIDAMENTO GRUPPO DI LAVORO33 TIZIANA GIACOLETTI

O.P. CERINO ZEGNA. PERCEZIONE DELLA QUALITÀ DELLA VITA DEGLI OSPITI TRA SOGGETTIVITÀ E OGGETTIVITÀ35 SONIA MESSINA

RUBRICHE SVILUPPO SOCIALE - A CURA DI ESORDIO DEL PREMIO “COMUNICAZIONE SOCIALE”38 SETTIMA EDIZIONE DEL PREMIO INNOVAZIONE NEI SERVIZI SOCIALI CITTÀ DI RIMINI

INGRANDIMENTI 39 SI FA PRESTO A DIRE KEYNES - DOMENICO ROSATI

BUONE PRATICHE SESTO FIORENTINO: LA VITA AL CENTRO DIURNO ALZHEIMER “LUIGI AMADUCCI”41 FRANCESCA SCHENETTI TREVISO. UNA RETE ARTICOLATA PER RISPONDERE ALL’EMERGENZA DEMENZE44 GIORGIO PAVAN

DIRITTO E DIRITTI GLI OPERATORI SCOLASTICI E L’OBBLIGO DI DENUNCIA47 MASSIMILIANO GIONCADA, ELISA SERENA SCOTTI

ANZIANI O.R.T.O.S. OSSERVATORIO IN RETE SULL’ORTO-TERAPIA NEL SOCIALE51 MARIENA SCASSELLATI SFORZOLINI GALETTI, DARIO MILANO, PIERO BERTERO

PROFESSIONI LAVORO DI CURA. DAGLI ARCHIVI SOCIALI ALLA TESSITURA DI UN LIBRO54 CRISTINA CAPPELLI

COMUNICAZIONE E MARKETING SOCIALE LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI DELLA COMUNICAZIONE NELLE DIVERSE FASI DEL CICLO DI PROGETTO57 RITA RAMBELLI

EUROPA AGENDA SOCIALE RINNOVATA: I SERVIZI SOCIALI DI INTERESSE GENERALE NEL MODELLO COMUNITARIO 61 CHIARA BORTOLAZZI IL SOCIALE SUL WEB • IL SITO DELLA FEDERAZIONE ALZHEIMER ITALIA: UN SUPPORTO ALLE ASSOCIAZIONI WWW.ALZHEIMER.IT64 • ALZHEIMER UNITI ROMA ONLUS: SERVIZI EFFICACI PER LE FAMIGLIE WWW.ALZHEIMERUNITI.IT FABRIZIO DE GENNARO

ISFOL L’INVECCHIAMENTO DEMOGRAFICO: UN’OPPORTUNITÀ DA SAPER COGLIERE 65 GIOVANNA GIULIANO

S O M M A R I O 6/2008 Rivista bimestrale

Nel prossimo numeroFederalismo,

solidarietà

e sviluppo sociale

H. v. R. Rembrandt (Olanda 1606-1669).Vecchio uomo in costume militare (particolare).Per gentile concessione del Museo J.P. Getty, Los Angeles, California, USA

Per la strutturadel FOCUS ha collaborato Antonella Carefulliprogetto regionale "Demenze"Regione Emilia-Romagna

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COMITATO EDITORIALE

Tindara AddabboDocente Facoltà di Economia Modena

Giuliano BarigazziAssessore Politiche Sociali Provincia di Bologna

Emilio BertoliniPresidente FENASAP

Paolo BosiDocente Facoltà di Economia Modena

Marco CammelliDocente Facoltà di Giurisprudenza Bologna

Grazia ColomboDirettrice Centro Nascita Montessori Roma

Flavia Franzoni Docente Facoltà di Scienze Politiche Bologna

Renato FrisancoResponsabile Settore Studi e Ricerche FEO-FIVOL Roma

Antonio GuaitaGeriatra Direttore Fondazione Golgi Cenci Abbiategrasso (MI)

Luigi GuiDocente Dipartimento dell’Educazione e della Formazione Università di Trieste Liliana LeoneStudio Cevas Roma

Valerio LuterottiDirezione Federsolidarietà

Raffaello MaggianDirigente ATER Provincia di Trieste, direttore del sito www.tredueotto.it

Giuseppe MagistraliDocente Dipartimento Scienze Umane Università Ferrara

Isabella MastropasquaDirigente Centro Studi Giustizia Minorile Ministero di Giustizia Roma

Barbara MilitelloVice presidente ANSDIPP

Amalia NeirottiSindaco Comune di Rivalta (TO)

Salvatore NoceraVicepresidente Fish Roma

Monica RuffaFONDACA Fondazione per la cittadinanza attiva Roma

Barbara PaolinelliSegretaria ANOSS

Graziella PoveroPresidente AssNAS

Domenico RosatiSaggista e studioso di Welfare

Mariena Scassellati Sforzolini GalettiPresidente La Bottega del PossibileTorre Pellice (TO)

Antonello ScialdoneDirigente Area Politiche Sociali e Pari Opportunità ISFOL

CONDIZIONI DI ABBONAMENTO 2008

• Il prezzo di abbonamento alla rivista Servizi Sociali Oggi + la Newsletter on line quindicinale “328” (www.tredueotto.it) è di euro 163,00• Il prezzo promozionale per privati e liberi professionisti comprensivo della Newsletter on line quindicinale “328” è di euro 104,00• Il prezzo di abbonamento della rivista Servizi Sociali Oggi è di euro 125,00• Il prezzo promozionale per privati e liberi professionisti è di euro 76,00• Il prezzo di una copia della rivista è di euro 23,00; il prezzo di una copia arretrata è di euro 25,00I prezzi sopra indicati si intendono IVA inclusa.Il pagamento dell’abbonamento deve essere effettuato con bollettino di c.c.p. n. 31666589 intestato a Maggioli - Periodici - Via del Carpino, 8 - 47822 Santarcangelo di Romagna (RN).I direttori e i responsabili di enti e strutture del settore sociale possono sottoscrivere abbonamenti per l’anno corrente alla rivista bimestrale “Servizi Sociali Oggi” al prezzo di euro 60,00 (rivista + newsletter) oppure euro 44,00 (solo rivista) purché l’ente abbia attivato per lo meno un abbonamento a prezzo intero euro 163,00 (rivista + newsletter) oppure euro 125,00 (solo rivista).La rivista è disponibile anche nelle migliori librerie.L’abbonamento decorre dal 1° gennaio con diritto al ricevimento dei fascicoli arretrati ed avrà validità per il primo anno. La Casa Editrice comunque, al fine di garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo. La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in regola coni pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della rivista non costituiscono disdetta dell’abbonamento a nessun effetto.I fascicoli non pervenuti possono essere richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.

DIRETTORE RESPONSABILEMANLIO MAGGIOLI

DIRETTRICELIDIA GOLDONI

REDAZIONE

Giovanni AmodioComune di Bologna

Anna Maria BertazzoniDirettore Istituto Innocenti Firenze

Cinzia BertoniDirettrice dell'Azienda di Servizi alla Persona della Bassa Reggiana

Tommaso Calia Direttore generale Bologna per gli Anziani Presidente regionale ANSDIPP E-R

Paola GarbellaDirettore generale O.P. Cerino Zegna Occhieppo Inferiore (BI)

Roberto ManservisiAvvocato Amministrativista

Franco PesaresiDirigente Servizi Sociosanitari ed educativiComune di Ancona Rita RambelliSociologa, esperta di comunicazionee marketing sociale Ravenna

Dino TerenzianiEsperto di cooperazione socialeReggio Emilia

RESPONSABILE RELAZIONI ESTERNEE PUBBLICITÀDino MediciTel 0522/[email protected]

RESPONSABILE EDITORIALEFrancesco Sinibaldi

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Tel. 059/234455 Fax 059/234455Servizi Sociali Oggi - MaggioliCasella Postale n. 566Modena Centro - Via Emilia, 8641100 ModenaE-mail: [email protected] Internet: www.periodicimaggioli.it/enti/periodici/ssocoggi.htm

Progetto Grafico Giuseppe Mazzotti

Norme per la stesura dei testi Il testo deve essere presentato su supporto informatico, preferibilmente in formato r tf e non superare i 15.000 caratteri circa, spa-zi inclusi. Devono essere indicati eventuali paragrafi ; corsivi, neretti e sottolineature devono essere ridotti all’essenziale. Tabelle fi gure ed immagini devono essere nel for-mato originale (excel, powerpoint, jpg o pdf ad alta risoluzione), numerate e corrispon-denti alle indicazioni nel testo. Sono accet-tati solo ar ticoli originali che non siano stati inviati per la pubblicazione o già pubblicati in altre sedi.Tutte le altre norme per la presentazione degli ar ticoli sono reperibili su:www.maggioli.it/editore/periodici/servizisocialioggi/

Si ringraziano per il materiale fornito:- Opera Pia Cerino Zegna Occhieppo Inferiore (Biella)- Cooperativa Elleuno Casale Monferrato (Alessandria)- La Bottega del Possibile Torre Pellice (Torino)

Tutti i diritti riservatiÈ vietata la riproduzione anche parziale del materiale pubblicato senza autorizzazione dell’Editore. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai sin-goli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio. l singoli autori si rendono responsabili di tutto quanto riportato, di ogni riferimento, delle autorizzazioni alla pubblicazione di grafi ci, fi gure, ecc. L’autore garantisce la paternità dei contenuti inviati all’Editore, manlevando quest’ultimo da ogni eventuale richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi che dovessero rivendicare diritti su tali contenuti.

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“C’era una volta…” e “… vis-sero tutti felici e contenti” sono incipit e finale con cui

iniziano e si concludono i racconti, narrazioni dal lieto fine, che hanno accompagnato la nostra infanzia. Una storia dell’oggi, raccontata a del-le “persone grandi”, potrebbe iniziare con un divertente ossimoro: C’era una volta oggi… e se il tema da rac-contare fosse il lavoro di cura, il suo inizio suonerebbe così: “C’era una volta oggi il lavoro di cura”. La cura, intesa come espressione af-fettiva e materiale, in questo modo, si compone fin dal suo esordio, come trama della nostra esperienza, nello svolgersi della vita quotidiana e il passato si mescola al presente senza soluzione di continuità. Ritroviamo, infatti, un sapere antico e prezioso nel lavoro di cura, nato nel lavoro domestico e casalingo delle donne ma presente anche nel lavoro professionale di chi sta a fianco di chi non ha forze proprie per occu-parsi di sé. Un sapere nato e sedimentato nei ge-sti, nelle idee, nelle invenzioni ed or-ganizzazioni del fare di ogni giorno: il lavoro di cura come una miscella-nea tra la memoria di noi e lo svilup-po di nuove capacità e competenze. Una competenza simbolica, spesso invisibile, che si può spendere nello spazio pubblico, se la si fa emergere, uscire dalle stanze domestiche ed en-trare nella comunità: òikos e pòlis.

“Il mondo di significati della cura si può, senza troppo sforzo, farlo coinci-dere con il mondo in tutto e per tutto: la cura riguarda il pensiero come la passione, il lavoro, come le relazioni, la scienza, il diritto, la religione, in pra-tica la cura dice quasi tutto il reale”1.

(1) Marinelli A., Etica della cura e progetto, Liguori

Quel che segue è la storia di un libro. Narrazioni di ieri e di oggi. Pratiche di un lavoro, declinate da parole de-stinate ai Vocabolari del sociale e a inedite professionalità. Storie d’im-prese d’amore e di denaro2. C’era una volta oggi il lavoro di cura. Tutto iniziò dalla passione e dalla cura (!) dedicate ad un archivio di documenti. “L’archivio è una breccia nel tessuto dei giorni… Nasce così la sensazione ingenua, ma profonda di squarciare un velo, di attraversare l’oscurità del-la conoscenza, di raggiungere, come dopo e un lungo e incerto viaggio, l’es-senzialità delle persone e delle cose… …l’archivio è una manna regalata che giustifica appieno il suo nome: fonte… Sembra compiere un miracolo, ricolle-gare il passato con il presente. È una sensazione davvero rara, pro-vocata da questo improvviso incontro con delle esistenze sconosciute, movi-mentate e piene che mescolano, come per meglio ingarbugliare le cose, il vi-cino (tanto vicino) ed il lontano”3.La cooperativa sociale Progetto Muret4, motivata dal desiderio di non disperdere la memoria degli accadi-menti, fin dal 1980 avvia un lavoro certosino di raccolta e conservazione di documenti, appunti, relazioni, atti di convegni, foto, video, cataloghi, manifesti, volantini, libri, dispense, atti istituzionali e leggi importanti. Nel 2002, spinta dall’idea e dal pro-getto di dare vita all’ apertura di un Centro studi e documentazione del lavoro sociale, pensa che se l’archi-vio cartaceo diventa informatizzato, consultabile anche in via digitale,

Editore, Napoli, 2002. (2) De Vita A., Imprese d’amore e di denaro, Guerini e Associati, Milano, 2004. (3) Farge A., Il piacere dell’Archivio, Essedue Edizioni, Verona, 1991.(4) La cooperativa sociale Progetto Muret di Torino opera nell’ambito sociale della prevenzione e riabilita-zione della disabilità psichica.

può diventare un bene pubblico, con-diviso con altri. Raccogliere la memoria, infatti, con-sente l’accesso e l’utilizzo dei mate-riali ma aiuta, anche, a sedimentare la “nuova conoscenza” acquisita dalla pratica quotidiana del lavoro sociale. La memoria, attraverso la scrittura, traduce, ciò che si pensa e si fa, in linguaggio e può assumere la forma di nuovi saperi, conoscenze da poter confrontare e condividere con altri.I soci della cooperativa hanno uno scopo: comunicare, rendere visibile e pubblica la loro storia, ma soprat-tutto l’identità che si è formata dal-l’esperienza del lavoro sociale. Ma non da soli. Lasciare tracce e scambiare, contaminarsi con altri, attraverso la forza delle idee e delle esperienze. Dare, concretamente, un significato e un valore alla reciproci-tà. In un tempo in cui sembra pre-valere l’individualismo, il consumo, la bulimia del presente, l’assenza di legami, la memoria diventa un bene prezioso da accudire, tutelare e tra-smettere. La memoria è anche sen-timenti ed emozioni… patria invisi-bile a cui ognuno di noi appartiene, come ci dice P. Pasini5.Così ha inizio la storia degli Archivi Sociali, un piccolo patrimonio carta-ceo e informatizzato, consultabile in via digitale, costituito da quattromila documenti, millecinquecento tra li-bri e riviste, centocinquanta video.Tre fili si sono intrecciati per diven-tare trama e ordito negli Archivi Sociali: memoria, identità e cam-biamento.Memoria: i materiali archiviati sono tra loro differenti, accomunati dall’essere parole dette e praticate. Costruiti dentro l’azione quotidiana,

(5) Pasini P., Custodire memorie, ordinare vite, tessere identità, in "Animazione Sociale", 1, Gruppo Abele, Torino, 2004.

* Responsabile Centro studi e documentazione SpazziDoc, Torino

Lavoro di cura. Dagli Archivi Sociali alla tessitura di un libroCRISTINA CAPPELLI *

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per governare in modo partecipato e condiviso le pratiche di lavoro socia-le, i punti critici e i disagi, gli accadi-menti, le innovazioni organizzative e i cambiamenti. In Archivi Sociali hanno scritto utenti, operatori, dirigenti, consulen-ti, formatori. Alcuni di questi documenti sono delle registrazioni trascritte di riu-nioni e/o condivisione di momenti formativi. Altri sono stati scritti per diventare momento di confronto pubblico con interlocutori diversi: dal mondo scientifico ed universi-tario, dalla cultura, da persone in-curiosite dal capire e interessate del fare quotidiano dell’operatore socia-le. A questi si aggiungono libri, una raccolta cronologica di atti istituzionali e amministrativi, ri-viste, pubblicazioni, che riguardano altri soggetti che in que-sti ultimi vent’an-ni hanno pensato, operato e scritto nell’ambito allarga-to del sociale e non solo.

Identità: Archivi Sociali è un’atten-zione ed un ri-conoscimento al pensiero e al lavoro delle donne e degli uomini soci della cooperativa: darsi radici, far fruttare la memoria, dare continuità alla propria esperienza, costruendo e ricostruendo una pro-pria identità di soggetto sociale at-traverso la narrazione e la scrittura.Sono identità molteplici, caleidosco-pio di personalità e di eventi che si raccontano. La raccolta, infatti, con-sente di condividere, attraverso la rete, una rappresentazione del lavo-ro sociale e al contempo valorizza le identità personali che si sono narrate nel mentre operavano e costruivano. Il progetto degli Archivi Sociali ha permesso di non disperdere e con-

servare il materiale prodotto e al contempo ha reso fattibile la pro-spettiva di trasmettere e comunicare il senso culturale di un’esperienza di lavoro. Sono le parole delle persone che si sono avvicendate, siano essi utenti o operatori: persone in cam-mino, attori di un processo. Sono le parole di chi ha accompa-gnato e seguito con interesse il lavo-ro della cooperativa in questi anni. Infatti, i materiali raccolti sono con-taminati dagli accadimenti esterni, dal confronto con una pluralità di altri attori sociali. Si trovano scritti e contributi d’esper-ti, formatori, studiosi d’analisi e ricerca sociale, altre cooperative e associazioni che hanno realizzato

un dibattito sociale che, non solo a Torino, si è prodotto intorno ad al-cuni temi.

Cambiamento: raccontarsi per cam-biare, accettare di modificarsi, ricer-care per affrontare nuove richieste, nuove sollecitazioni, nuovi vincoli. Contaminarsi con altri, scambiare, spesso ricostruire senza disperdere nulla di quel che si è stato.Archivi Sociali traduce e consente di dare valore ad una storia colletti-va attraverso un’identità culturale e politica, di soggetti attivi attraverso la propria creatività fuori e dentro le

istituzioni, in un rapporto di ricerca, di lavoro, di verifica continua.La schedatura e catalogazione dei documenti, passi necessari per la costruzione degli Archivi Sociali, fa emergere in modo ricorrente un tema che attraversa gran parte dei materiali raccolti negli anni: il lavoro di cura.La parola cura, da subito, mi richia-ma e mi rimanda alla minuziosa e at-tenta condizione in cui si è svolto un mestiere e si è esercitata la richiesta di un diritto. Emergono dai documenti una varie-tà infinita di declinazioni del lavoro sociale di cura.Cura: lavoro degli operatori sociali con le persone in difficoltà, richie-

sta di cura, cura dei gesti, cura prestata all’organizzazione, cura dei processi, cura dei luoghi e degli ambienti dove si svolge il lavoro, cura delle relazioni, cura degli affetti, cura dedicata alla città, diritto alla cura. Cura, quindi come antidoto all’appros-simazione, alla ve-locità, alla sempli-ficazione. Un tema importante nella vita delle persone.

La rivisitazione dei materiali, il loro riordino e catalogazione, attraverso un preciso sistema di archiviazione, fa nascere l’idea di una pubblicazio-ne di un libro sul lavoro di cura. Da subito sono attraversata da molte do-mande: - un racconto della storia della co-operativa? …no, sembra, immedia-tamente, inutile e dispendioso, per quanto ci si trovi in prossimità del trentennale della legge 180, detta legge Basaglia, celebrare quanto si è bravi a svolgere lavoro sociale con i matti;– un manuale delle buone pratiche?

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Difficile, e forse anche presuntuoso, trasformare in “manualistica” e “mo-dello” tutto il materiale rintracciato in Archivi Sociali. Infatti, l’esperienza del lavoro e la sua organizzazione comportano ri-tuali spesso ripetitivi ma al contem-po richiedono continue invenzioni, “architetture sociali in movimento”, difficili da trasformare in un libro di istruzioni all’uso.Lentamente prende forma l’immagi-ne di un tessuto… ma come si fa a scrivere per raccontare un tessuto? Un nuovo intreccio si affaccia: cura, memoria e tessitura. Gli Archivi Sociali svelano fili diver-si, composti e intrecciati in trama e ordito, fino a comporre un tessuto multiforme. “L’elaborazione di un testo è sempre stata pensata come lavoro di tessitura di segni. Il testo condivide con il tessu-to la proprietà di essere un intreccio (traccia, trama, tessuto) e di costituire perciò una tessitura, cioè un arrangia-mento reciproco di elementi, una rete elazionale, una struttura”6. Si compone, lentamente, l’immagi-ne di come potrebbe essere il libro e prende forma un’idea.Scritto a più mani, per consentire più ingressi, porte diverse per acce-dere al variegato e sfaccettato tema del lavoro di cura, senza pensare di esaurirne tutti gli aspetti. Lieve, accompagnato da immagi-ni, foto che possano anche evoca-re emozioni diverse da quelle della scrittura. Le parole rintracciate e ritrovate in Archivi Sociali devono poter “ac-compagnare”, come per le immagini, il lavoro di scrittura dei diversi auto-ri… A questo punto il formato: orizzon-tale, perché ricordi un album da sfo-gliare… non un amarcord del pas-sato ma la possibilità, per il lettore, di prendere e cogliere ciò che piace e serve.

(6) Rigotti F., Il fi lo del pensiero. Tessere, scrivere, pensa-re, il Mulino, Bologna, 2002.

Se le scritture sono tante e diverse allora ci va una voce narrante: un Filo della Scrittura, che introduca ai diversi capitoli e, diventando navet-ta del telaio in mano alle curatrici (!), possa intrecciare i fili trasversali (trama) ai lunghi fili dell’ordito.E poi… conversazioni sulla cura, scritte anche da chi non lavora, mani in pasta, nel sociale…Ci vuole un titolo… e bisogna anche trovare a Torino un editore interes-sato e curioso, perché bisogna pur spargerlo nel mondo…Il progetto del libro resta nell’orizzon-te dei desideri per qualche anno… Alterne vicende che attraversano la vita delle persone e delle imprese so-ciali, non consentono di varare im-mediatamente la sua realizzazione. Al contempo si completa il progetto e la realizzazione degli Archivi Sociali. Nel 2005 sembrano maturati i tempi per intraprendere questa nuova av-ventura e prende forma, passo dopo passo il libro. “a cura di. Narrazioni e pratiche di un lavoro sociale” diventa alla fine, il ti-tolo scelto per il libro che ricompren-de sia il tema, il lavoro di cura, sia chi sul tema ha narrato nelle sue pagine, sia il lavoro delle curatrici nel tessere insieme contributi diversi. A cura di è un libro corale e gli Archivi Sociali, i cui documenti, alcuni stralci, accompagnano nar-rativamente la scrittura dei capitoli, sono le fonti principali a cui le cura-trici hanno attinto. La metafora del tessere ha aiutato a svelare la magia della composizione di un tessuto che prende forma e si-gnificato man mano che si procede. Le curatrici hanno impostato i fili della trama (il fili della scrittura e il filo della memoria) e scelto i fili del-l’ordito. Diversi tra loro, accomunati per aver intrecciato il lavoro della cura con persone e luoghi che hanno raccon-tato storie diverse, individuali e col-lettive. Narrare attraverso le parole e il lavoro di cura negli Archivi Sociali, Tessuti

di cura e Tessere con altri sono i ca-pitoli del libro, i fili dell’ordito. Insieme al lavoro delle curatrici del libro hanno dato un contributo un’architetta, alcune formatrici, una docente universitaria, un direttore di rivista, imprenditrici e imprenditori sociali. Alcuni operatori della cooperativa hanno narrato storie di vita e di la-voro. Le loro narrazioni, intitolate Contrappunti, hanno introdotto al-cuni capitoli, come a disegnare un ponte tra passato e futuro, segno del lavoro sociale declinato al presente. Prologo ed epilogo del libro, intro-ducono e concludono un “discorso” (lògos), una conversazione pubblica. La storia che vi ho raccontato inizia con “C’era una volta oggi il lavoro di cura, ma non può finire, ahimé, nep-pure con un ironico e, visti i tempi, irriverente “… e vissero felici e con-tenti”. Questa storia un po’ disordinata, talvolta aggrovigliata, sfida le leggi delle certezze ma soprattutto guarda con speranza a nuovi orizzonti. “Una carta geografica del mondo che non comprenda Utopia non merita nemmeno uno sguardo giacché lascia fuori l’unico paese al quale l’Uma-nità approda di continuo. E quando l’Umanità vi arriva guarda altrove, fuori e, scorgendo un paese migliore, alza le vele e riparte. Il Progresso è la realizzazione delle Utopie”.

(Oscar Wilde)

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