SERGEJ M. EJZENS ˇTEJN Aleksandr Nevskijusers.mat.unimi.it/users/lucchini/l-gl147.pdfgrafia di...

4
tempo non è solo un dovere ma un obbli- go morale per tutti noi.” Sul ricordare e sull’invitare a ricordare sono pienamente d’accordo (ovviamente, per chi ne ha la possibilità): mi pare, però, opportuno tenere presente la fruibilità di Internet e di dvd accanto a quella di riviste e di storie del cinema, oltre che di Cinecir- coli. Quando, alla fine degli anni 50 e an- che con Stefano Sguinzi, cominciai a “in- namorarmi” di cinema, il sogno era riu- scire a vedere i film che gli storici del cine- ma e i critici (dei quali si era arrivati a fidar- Ricordare film, e non soltanto film Nel n. 94 de Il Ragazzo Selvaggio Stefa- no Sguinzi, a proposito di Ivan il Terribile, ha scritto: “Non è possibile che gente che dichiara di essere innamorata del cinema dimentichi opere di questo valore. Che le lasci colpevolmente morire e non le ripro- ponga periodicamente all’attenzione del pubblico. Opere di questa potenza espres- siva hanno sempre qualcosa da insegnare a chi vuol fare del cinema ma anche a chi intende far parte dell’autentica cultura del nostro tempo. Salvarle dalla corrosione del PORTFOLIO Titolo originale: Aleksandr Nevskij Regia: Sergej Michajlovic ˇ Ejzens ˇ tejn Soggetto e sceneggiatura: Sergej Michajlovic ˇ Ejzens ˇ tejn, Pëtr Pavlenko Fotografia: Eduard Tissé Musiche: Sergej Prokof’ev, testi delle canzoni di V. Lugoskij Montaggio: E. Tobak Interpreti: Nikolaj C ˇ erkasov (A. Nevskij), N. Okhlopkov (V. Buslai), A.L. Abrikosov (G. Oleksich), D. Orlov (il fabbro Ignat), V. Massalitinova (madre di Buslaj), V. Ivashova (O. Danilovna), A. Dalinova (Vasilisa), V. Novikov (governatore di Pskov)… Produzione: Mosfilm Origine: URSS 1938 Distribuzione dvd: Medusa Dai 14 anni SCHEDE numero 95/96 · settembre-dicembre 2012 58 Sergej Michajlovic ˇ Ejzens ˇ tejn nacque a Riga il 23 gennaio 1898 e morì a Mosca l’11 febbraio 1948; oltre che regista, soggettista e sceneggiatore, fu studioso e docente di cinema, autore di libri e di articoli. Ebbe pure una non felicissima esperienza americana, oltre a difficoltà in URSS (anche se per Aleksandr Nevskij ricevette l’Ordine di Lenin). Sulla sua vita e su altre attività rimando a biografie e bibliografie, disponibili anche in Internet. Qui mi pare sufficiente richiamare la grande importanza delle sue riflessioni teoriche sul cinema e il rilevante interesse dei suoi “ricordi”. Sulle prime segnalo i contributi sulla struttura, sulla scenografia, sulla figurazione, sui movimenti di macchina, sul montaggio, sulla recitazione, sul sonoro e sul colore (quando questi furono disponibili), che stanno alla base delle sue realizzazioni - e che (escluso il colore) nell’Aleksandr Nevskij sono mirabilmente utilizzate -, oltre che delle sue lezioni come docente. In lingua italiana come riferimento propongo Forma e tecnica del film e lezioni di regia (Torino, Einaudi, 1964, pp. XXVI + 562). Sui ricordi segnalo gli Appunti di un regista, che richiamerò in seguito. E mi pare che meriti di essere riportato l’inizio della citazione (del 1935) con la quale Paolo Gobetti (1925-1995) comincia la sua “nota introduttiva” a Forma e tecnica del film e lezioni di regia: “Mi rendo conto di quanto sia importante realizzare film: e ne realizzerò. Ma sento anche che il lavoro creativo deve procedere parallelamente a un intenso lavoro teorico e di ricerca. […]”. Ma mi sembra importante ricordare che le vere opere d’arte non sono soltanto questione di tecnica e di studio, come ben mostrano le diversità di risultati dello stesso Ejzens ˇ tejn. Alcuni dati di riferimento su S. M. Ejzens ˇ tejn SERGEJ M. EJZENS ˇ TEJN Aleksandr Nevskij di GABRIELE LUCCHINI

Transcript of SERGEJ M. EJZENS ˇTEJN Aleksandr Nevskijusers.mat.unimi.it/users/lucchini/l-gl147.pdfgrafia di...

  • tempo non è solo un dovere ma un obbli-go morale per tutti noi.”

    Sul ricordare e sull’invitare a ricordaresono pienamente d’accordo (ovviamente,per chi ne ha la possibilità): mi pare, però,opportuno tenere presente la fruibilità diInternet e di dvd accanto a quella di rivistee di storie del cinema, oltre che di Cinecir-coli. Quando, alla fine degli anni 50 e an-che con Stefano Sguinzi, cominciai a “in-namorarmi” di cinema, il sogno era riu-scire a vedere i film che gli storici del cine-ma e i critici (dei quali si era arrivati a fidar-

    Ricordare film, e non soltanto film

    Nel n. 94 de Il Ragazzo Selvaggio Stefa-no Sguinzi, a proposito di Ivan il Terribile,ha scritto: “Non è possibile che gente chedichiara di essere innamorata del cinemadimentichi opere di questo valore. Che lelasci colpevolmente morire e non le ripro-ponga periodicamente all’attenzione delpubblico. Opere di questa potenza espres-siva hanno sempre qualcosa da insegnarea chi vuol fare del cinema ma anche a chiintende far parte dell’autentica cultura delnostro tempo. Salvarle dalla corrosione del

    P O R T F O L I O

    Titolo originale: Aleksandr NevskijRegia: Sergej Michajlovič EjzenštejnSoggetto e sceneggiatura: SergejMichajlovič Ejzenštejn, Pëtr PavlenkoFotografia: Eduard TisséMusiche: Sergej Prokof’ev, testi dellecanzoni di V. LugoskijMontaggio: E. TobakInterpreti: Nikolaj Čerkasov (A. Nevskij),N. Okhlopkov (V. Buslai), A.L. Abrikosov(G. Oleksich), D. Orlov (il fabbro Ignat), V.Massalitinova (madre di Buslaj), V.Ivashova (O. Danilovna), A. Dalinova(Vasilisa), V. Novikov (governatore diPskov)…Produzione: MosfilmOrigine: URSS 1938Distribuzione dvd: MedusaDai 14 anni

    S C H E D E

    numero 95/96 · settembre-dicembre 201258

    Sergej Michajlovič Ejzenštejn nacque aRiga il 23 gennaio 1898 e morì a Moscal’11 febbraio 1948; oltre che regista,soggettista e sceneggiatore, fu studiosoe docente di cinema, autore di libri e diarticoli. Ebbe pure una non felicissimaesperienza americana, oltre a difficoltàin URSS (anche se per Aleksandr Nevskijricevette l’Ordine di Lenin).Sulla sua vita e su altre attività rimando a biografie e bibliografie, disponibilianche in Internet. Qui mi pare sufficiente richiamare la grande importanza dellesue riflessioni teoriche sul cinema e il rilevante interesse dei suoi “ricordi”. Sulleprime segnalo i contributi sulla struttura, sulla scenografia, sulla figurazione, suimovimenti di macchina, sul montaggio, sulla recitazione, sul sonoro e sul colore(quando questi furono disponibili), che stanno alla base delle sue realizzazioni - eche (escluso il colore) nell’Aleksandr Nevskij sono mirabilmente utilizzate -, oltreche delle sue lezioni come docente. In lingua italiana come riferimento propongoForma e tecnica del film e lezioni di regia (Torino, Einaudi, 1964, pp. XXVI +562). Sui ricordi segnalo gli Appunti di un regista, che richiamerò in seguito. E mi pare che meriti di essere riportato l’inizio della citazione (del 1935) con laquale Paolo Gobetti (1925-1995) comincia la sua “nota introduttiva” a Forma etecnica del film e lezioni di regia: “Mi rendo conto di quanto sia importanterealizzare film: e ne realizzerò. Ma sento anche che il lavoro creativo deveprocedere parallelamente a un intenso lavoro teorico e di ricerca. […]”.Ma mi sembra importante ricordare che le vere opere d’arte non sono soltantoquestione di tecnica e di studio, come ben mostrano le diversità di risultati dellostesso Ejzenštejn.

    Alcuni dati di riferimento su S. M. Ejzenštejn

    SERGEJ M. EJZENŠTEJN

    Aleksandr Nevskijdi GABRIELE LUCCHINI

  • si) proponevano come memorabili, ancheper riconsiderarli alla luce degli studi sul-la “lettura strutturale del film”, che porta-vano a distinguere tra una semplice visio-ne e un’analisi critica degli aspetti cine-matografici attraverso dibattiti o studi ap-profonditi del tipo di quelli documentatinel libro Sguardi critici, che il Centro Stu-di Cinematografici ha pubblicato nel 2009a cura di Mariolina Gamba.

    Come mi pare che Stefano Sguinzi ab-bia implicitamente indicato e dimostrato,il vero problema è andare oltre le informa-zioni e mostrare le ragioni (in particolarecinematografiche) del proprio apprezza-mento, eventualmente anche soggettivo:Ivan il terribile è da ricordare non tantoperché è importante la vicenda storica,quanto per come Ejzenštejn l’ha ricostrui-ta in immagini, dandole un senso storicoe politico anche al di là delle intenzioni edegli interessi dei committenti.

    Invito al film Aleksandr Nevskij

    Nell’ordine di idee suggerito da StefanoSguinzi mi pare ragionevole invitare i let-tori a prendere in considerazione ancheAleksandr Nevskij, che Ejzenštejn avevarealizzato prima di Ivan il terribile (fu pre-

    sentato a Mosca il 23 novembre 1938), av-vertendoli che sono “innamorato” più diAleksandr Nevskij che di Ivan il terribile (edegli altri film di questo grande autore estudioso di cinema).

    Ritengo che Aleksandr Nevskij vada con-siderato non come un film tra i tanti dellastoria del cinema, ma come un film parti-colare. In relazione alle sue caratteristicheinvito i lettori interessati a conoscere que-sta opera non soltanto a vedere il film, maanche a cercare di leggerlo e di analizzar-lo, eventualmente documentandosi, siadal punto di vista della struttura e dei per-sonaggi, sia dal punto di vista della realiz-zazione cinematografica in immagini au-diovisive, con particolare attenzione al ruo-lo della musica di Sergej Sergeevič Proko-f’ev (della quale dirò), oltre che della foto-grafia di Eduard Kazimirovič Tissé. Ovvia-mente, sarebbe utile poterne fare oggettodi dibattito guidato, dopo un’adeguata pre-sentazione.

    E mi pare ragionevole, anche, segnala-re che il film è disponibile in dvd (acquista-bile anche in Internet); che informazionistoriche su Aleksandr Nevskij e dati e com-menti sul film, oltre che su Prokof’ev e Tis-sé (e altri collaboratori) sono reperibili, an-che, in Internet; che nelle traslitterazioni dalrusso si trovano differenze; che anche sul-la durata del film si trovano indicazionidifferenti.

    Aleksandr Nevskij nella storia

    Il film non è una biografia di AleksandrJaroslavič Nevskij (1220-1263), principedi Novgorod e di Vladimir dal 1252, e chiè interessato a conoscerne la figura e l’im-portanza storica deve ricorrere a fontiesterne, anche per la collocazione geo-grafica delle vicende. Mi limito a segnala-re che è considerato (con Ivan Susanin,morto nel 1613) l’eroe nazionale russo;

    che l’appellativo Nevskij è dovuto alla vit-toria sugli Svedesi presso il fiume Neva(1240); che la battaglia sul ghiaccio delfilm ebbe luogo sul lago dei Ciudi (o lagoPeipus) il 5 aprile 1242; che è stato procla-mato santo dalla Chiesa ortodossa.

    Aleksandr Nevskij nel filmSinossi

    Aleksandr, che dopo la vittoria sugli sve-desi del 1240 era stato costretto a ritirarsi,l’anno dopo, contro il parere dei notabilidella città (che vorrebbero venire a patti),viene chiamato dal popolo di Novgorod aorganizzare la difesa dall’avanzata dei Ca-valieri Teutonici, che portano devastazio-ne e terrore.

    Attraverso il contatto con il popolo nel-la preparazione dell’esercito (la “miliziacontadina”), nella ricerca della strategia,nella conduzione delle azioni militari e po-litiche, nella memorabile battaglia sulghiaccio del lago dei Ciudi, Aleksandr mo-stra le sue doti di uomo saggio e coraggio-so, oltre che di condottiero, che sa dialoga-re con i “suoi” uomini e meritare il suotrionfo.

    Aleksandr Nevskijnegli Appunti di un registadi S. M. Ejzenštejn

    Tra i predetti “ricordi” che Ejzenštejnha lasciato o ispirato in questo contestohanno particolare interesse due capitolidella traduzione italiana (dal russo) deisuoi Appunti di un regista (Milano, SchwarzEditore, 1960, pp. 152): “Aleksandr Nevskij”(datato 1939, pp. 25-37) e “Modi autenticidi invenzione” (datato 1946, pp. 39-47), neiquali scrive del protagonista, di altri perso-naggi, di idee e soluzioni, fornendo signi-ficative indicazioni anche sui suoi rappor-ti con i collaboratori e mostrando il suomodo di pensare allo spettatore.

    SERGEJ M. EJZENŠTEJN · ALEKSANDR NEVSKIJ

    59numero 95/96 · settembre-dicembre 2012

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio,

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

    giulianoFont monospazio

  • PORTFOLIO SCHEDE

    60

    Il tema politico e patriottico

    La presentazione negativa dei CavalieriTeutonici, in particolare nella conquista e nelsaccheggio della città di Pskov, coinvolge lachiesa di certi uomini, che non sono i “co-struttori di cattedrali” considerati (non conquesta denominazione) negli Appunti perla “inimitabile perfezione della Chiesa diSpas-Neredits” (p. 32), costruita in pochimesi alla fine del XII secolo, e dei quali si leg-ge: “[…] si percepiva il ritmo del lavoro uma-no; non era un’azione che si osservava daldi fuori, si sentivano gli atti, gli sforzi crea-tivi dal di dentro. Erano vicini a noi, tangi-bili al di là della serie dei secoli, collegati anoi da una lingua, la sacra lingua dello sfor-zo creativo di un grande popolo. […] Il loroamore per la patria e l’odio per il nemico liavvicinano al popolo russo di oggi. Arcaismidi tutti i generi, stilizzazioni, cose da museo- tutto ciò scompare davanti agli elementi at-traverso i quali il principale, l’unico, l’immu-tabile tema patriottico del nostro film puòtrovare la sua più completa espressione.”

    La ricerca del rapporto con lo spettatore

    Gli esempi descritti da Ejzenštejn di ri-cerca del rapporto con lo spettatore nelle“invenzioni” sui personaggi, sugli episodi,sulla battaglia sul ghiaccio, sui rapporticon i collaboratori sono, a mio parere, im-portanti per capire perché ci si può “inna-morare” di questo film, anche se per que-sto “amore” può essere sufficiente guar-dare il film, gustare il fascino della vicen-da, delle immagini, del montaggio, del tra-scinante commento musicale.

    Cercare di leggerlo e analizzarlo, di va-lutare la propria reazione emotiva è nonsoltanto un riconoscimento al film (se lo sivuol tributare), ma anche un modo di riflet-tere sul proprio modo di porsi nei confron-

    ti del cinema in generale, dei singoli film,delle vicende, del linguaggio cinematogra-fico, della comunicazione, al di là degliaspetti puramente spettacolari e delle sim-patie o antipatie. E si tenga presente chenon pochi hanno squalificato il film conl’etichetta della “propaganda politica”.

    Come ho già accennato, il film non èuna biografia di Aleksandr Nevskij ed è ri-volto a esprimere “il principale,l’unico,l’im-mutabile tema patriottico”. E questo avvie-ne con la scelta e la strutturazione degli epi-sodi della narrazione, con la costruzione diquesti per le riprese cinematografiche, conla realizzazione delle immagini, con il mon-taggio, con il commento sonoro, in una co-municazione che punta al coinvolgimentoemotivo dello spettatore e non a un discor-so concettuale, su un substrato di fatti sto-rici, che interessano non tanto in sé, quan-to per il loro significato e l’adattabilità auna situazione di politica internazionale,che per Ejzenštejn (e non soltanto per lui)richiedeva un nuovo “risveglio” del patriot-tismo russo, che può essere considerato in-dipendente da chi era allora al potere e dachi veniva considerato la minaccia.

    E mi pare anche importante invitare ariflettere sull’uso di episodi “inventati” inracconti rivolti non alla documentazionestorica, ma alla proposizione suggestiva dipersone: da una parte c’è la ricerca delcoinvolgimento dello spettatore, dall’altrala difficoltà di questo di riconoscere i fatti“veri”, con implicazioni nella consapevo-lezza sulla distinzione tra funzione infor-mativa (o anche certificativa) e funzioneemotiva della comunicazione.

    La traduzionecinematografica

    Quello che più mi interessa in questoinvito è raccomandare l’attenzione allatraduzione cinematografica, alla quale

    ho già accennato più volte, a comincia-re dalla indicazione sull’importanza diIvan il terribile (ovviamente, dal mio pun-to di vista).

    Il primo aspetto da considerare è, an-che secondo la tradizione della lettura delfilm, quello che spesso è stato e viene in-dicato come “è la storia di …” e su questonon mi pare ci sia, qui, bisogno di ritorna-re, se non per ribadire che la scelta è sta-ta anche di elementi narrativi rivolti alcoinvolgimento dello spettatore nel qua-dro delle vicende storiche dell’invasioneda parte dei Cavalieri Teutonici e dellavittoria dell’esercito guidato da AleksandrNevskij nella battaglia sul lago ghiacciato.E, poiché la vicenda è stata ricostruita infunzione delle riprese cinematografiche,è opportuno segnalare, in particolare, cheEjzenštejn (negli Appunti predetti) ha de-scritto l’utilizzazione di un “inverno arti-ficiale” per lo svolgimento della battaglia,oltre che l’invenzione e la costruzione dialcuni personaggi.

    Accanto agli elementi narrativi vannoconsiderati quelli figurativi e ritmici: il filmè in bianco e nero e con rapporto tra lar-ghezza e altezza del fotogramma sostan-zialmente di 4/3; l’uso di campi e piani,come dei movimenti di macchina, è colle-gato sia alle situazioni proposte e sia a scel-te di evidenziazione e di coinvolgimentodello spettatore; la figurazione è particolar-mente curata nella collaborazione con Tis-sé , anche nel contrasto tra il “bianco” deiCavalieri Teutonici (che sono i “cattivi”) elo scuro dei Russi (che sono i “buoni”); sce-nografia, recitazione e dialogo sono ade-guatamente curati in relazione alla fun-zionalità; soprattutto per i campi lunghila dimensione dello schermo ha una suaimportanza, da tenere presente se si vedeil film in dvd (ovviamente, confidando nelrispetto del predetto rapporto), in parti-colare se si predilige sentirsi immersi nel-

    numero 95/96 · settembre-dicembre 2012

  • lo schermo; il montaggio è particolarmen-te studiato, non soltanto in relazione allacostruzione e alla evidenziazione di ele-menti del racconto e al coinvolgimentodello spettatore, ma anche al magistralecommento musicale di Prokof’ev, che ca-denza il ritmo.

    Mi pare significativo proporre ai letto-ri (anche per il mio dissenso sull’afferma-zione finale) alcune righe scritte dal ce-lebre storico francese del cinema Geor-ges Sadoul (1904-1967), riprendendoledalla Storia del Cinema (Torino, Einaudi,1955, p. 414; traduzione di Histoire d’unart: le cinéma, Flammarion, s.d.; Sadoulha scritto anche altre storie del cinema):“Alexandr Nevskij (1938) rappresentò per

    Eisenstein un culmine in cui sfociaronole tendenze contrappuntistiche che loavevano caratterizzato fin dai suoi esor-di cinematografici. Eisenstein si sforzò dicreare un genere nuovo, comparabile aquello che è rappresentato nel teatro del-l’opera lirica, combinando il racconto,la musica, il canto, le masse, gli attori, lascenografia, i movimenti di macchina,in breve tutti i mezzi scenici portati alparossismo, in uno spettacolo sfarzoso,nobile e solenne. Immensi mezzi ed ec-cellenti attori erano stati messi a dispo-sizione di Eisenstein. Un montaggio me-ticoloso e inquadrature ricercate si com-binarono in contrappunto audio-visivocon l’eccellente partitura di Sergeij Pro-

    kofiev. La splendida opera fu una speciedi sinfonia in bianco maggiore. Il suopunto culminante, la rotta dei cavalieriteutoni sul lago Peipus, rappresenta unadelle più perfette sequenze della storiadel cinema. Ma il film mancò di caloreumano e di sensibilità: l’estremo affina-mento della ricerca tecnica e una troppotesa volontà di potenza avevano fattopassare in seconda linea gli uomini el’azione.”.

    I lettori interessati potranno trovare al-tre valutazioni del film anche in Internet, ol-tre che in storie del cinema, biografie esaggi critici, usabili anche come occasionedi confronto.

    La colonna sonora del film e la Cantata AleksandrNevskij di Prokof’ev

    Sulla collaborazione tra Ejzenštejn e Pro-kof’ev mi pare significativo il seguente bra-no del predetto Forma e tecnica del film elezioni di regia (p. 322): “Nel Nevskij […] visono tante sequenze in cui le inquadratu-re furono montate sulla colonna sonora giàprecedentemente incisa, quanto sequenzeper le quali l’intero pezzo musicale fu scrit-to dopo che il montaggio delle immaginiera stato effettuato. E vi sono sequenze checomprendono entrambi i metodi.”.

    Per concludere, voglio segnalare cheProkof’ev ha tratto dalle musiche compo-ste per la colonna sonora del film l’omoni-ma Cantata, opera 78, in sette quadri(1938-1939), ampiamente considerata an-che in Internet. E anche per l’ascolto diquesta rivolgo il mio invito.�

    Nota

    Gabriele Lucchini ha file sulla comunica-zione in http://users.mat.unimi.it/users/lucchini/gabl00.htm.

    SERGEJ M. EJZENŠTEJN · ALEKSANDR NEVSKIJ

    61numero 95/96 · settembre-dicembre 2012

    Inizio del diagramma audio-visivo di una sequenza dell’Aleksandr Nevskij dal citato Forma etecnica del film (dove è ripreso e tradotto da The Film Sense, con indicazione di “Copyright1942 by Harcourt, Brace and. Co., New York”): “Il diagramma […] presenta quattro sezioni.Le prime due descrivono la successione delle inquadrature e delle battute musicali cheinsieme esprimono la situazione: 12 inquadrature, 17 sezioni.” (p. 333).