Sentimenti e relazioni: Emozioni e sentimenti · Lezione 2•Emozioni e sentimenti 1 Percorso 1...

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1 Lezione 2 Emozioni e sentimenti Percorso 1 Sentimenti e relazioni: la vita affettiva AREA DI COMPETENZA 1 Lezione 2 Emozioni e sentimenti Le emozioni sono il termometro della nostra salute Quando si parla di emozioni, un atteggiamento diffuso è quello di considerarle come incidenti di percorso, ostacoli da eliminare. Tanto che quando proviamo emozioni sgradevoli si fa fatica anche solo ad ammettere di provarle per non sentirsi troppo diversi. Si sente dire: «ma tu sei un emotivo?» Dove emotivo sta per negativo, sbagliato, a dir poco inade- guato. In opposizione a controllato, razionale, giusto. È come chiedere: «ma tu sei uno che respira?». Siamo tutti ‘emotivi’; non solo, l’emozione, anche sotto forma di sintomo, è un segnale importante, una spia del nostro equilibrio, un po’ come la spia della riserva della macchina. Se un’emozione si accende e non ce lo aspettavamo, significa che sta accadendo qualcosa di im- portante, non necessariamente di negativo. Questa, l’emozione, interrompe il corso dei nostri pensieri, interferisce con le nostre azioni e ri-orienta la nostra attenzione. Anche quella più sgradevole non è fine a se stessa ma porta un significato che dobbiamo arrivare a capire. Per capire dobbiamo però accettare e attraversare quell’emozione e magari provare a collegarla al particolare momento di vita che stiamo vivendo. Chi ha paura dell’ascensore, tende a evitarlo, per evitare di provare paura. Comincerà a fare le scale a piedi anche se abita all’ottavo piano. Fin qui nessun problema, al più si tiene in forma. Ma se il problema non sta nell’ascensore, ma nel significato che l’ascensore assume, in quanto luogo piccolo e stretto in cui non c’è possibilità di fuga per alcuni interminabili secondi, allora la paura si potrebbe dirigere verso altri luoghi che hanno le stesse caratteristiche in quanto situazioni che offrono scarse possibilità di fuga, per esempio la macchina. Continuando ad evitare luoghi e situazioni si arriverebbe a restringere talmente tanto il proprio campo di azione da non potersi più muovere, paralizzati dalla paura. Allora va bene evitare l’ascensore e i luoghi stretti ma solo per il tempo necessario a capire che cosa veramente si sta evitando, che cosa sta accadendo dentro. Intendiamoci, chi non affronta le proprie paure non è sciocco o incapace, la fuga è pur sempre un comportamento di adattamento, semplicemente non ha imparato a farlo, magari anche i suoi genitori tendono a fuggire di fronte alle stesse cose. Evitare un’emozione significa allontanarsi da se stessi e impedirsi di conoscersi o riconoscersi. (dal blog della Psicologa Patrizia Mattioli, su Il Fatto Quotidiano)

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1Lezione 2 • Emozioni e sentimenti

Percorso 1Sentimenti e relazioni: la vita affettiva

A r e A d ic o m p e t e n z A 1

Lezione 2Emozioni esentimenti

•LeemozionisonoiltermometrodellanostrasaluteQuando si parla di emozioni, un atteggiamento diffuso è quello di considerarle come incidenti di percorso, ostacoli da eliminare. Tanto che quando proviamo emozioni sgradevoli si fa fatica anche solo ad ammettere di provarle per non sentirsi troppo diversi.Si sente dire: «ma tu sei un emotivo?» Dove emotivo sta per negativo, sbagliato, a dir poco inade-guato. In opposizione a controllato, razionale, giusto.È come chiedere: «ma tu sei uno che respira?».Siamo tutti ‘emotivi’; non solo, l’emozione, anche sotto forma di sintomo, è un segnale importante, una spia del nostro equilibrio, un po’ come la spia della riserva della macchina.Se un’emozione si accende e non ce lo aspettavamo, significa che sta accadendo qualcosa di im-portante, non necessariamente di negativo.Questa, l’emozione, interrompe il corso dei nostri pensieri, interferisce con le nostre azioni e ri-orienta la nostra attenzione. Anche quella più sgradevole non è fine a se stessa ma porta un significato che dobbiamo arrivare a capire. Per capire dobbiamo però accettare e attraversare quell’emozione e magari provare a collegarla al particolare momento di vita che stiamo vivendo.Chi ha paura dell’ascensore, tende a evitarlo, per evitare di provare paura.Comincerà a fare le scale a piedi anche se abita all’ottavo piano. Fin qui nessun problema, al più si tiene in forma.Ma se il problema non sta nell’ascensore, ma nel significato che l’ascensore assume, in quanto luogo piccolo e stretto in cui non c’è possibilità di fuga per alcuni interminabili secondi, allora la paura si potrebbe dirigere verso altri luoghi che hanno le stesse caratteristiche in quanto situazioni che offrono scarse possibilità di fuga, per esempio la macchina.Continuando ad evitare luoghi e situazioni si arriverebbe a restringere talmente tanto il proprio campo di azione da non potersi più muovere, paralizzati dalla paura.Allora va bene evitare l’ascensore e i luoghi stretti ma solo per il tempo necessario a capire che cosa veramente si sta evitando, che cosa sta accadendo dentro.Intendiamoci, chi non affronta le proprie paure non è sciocco o incapace, la fuga è pur sempre un comportamento di adattamento, semplicemente non ha imparato a farlo, magari anche i suoi genitori tendono a fuggire di fronte alle stesse cose.Evitare un’emozione significa allontanarsi da se stessi e impedirsi di conoscersi o riconoscersi.

(dal blog della Psicologa Patrizia Mattioli, su Il Fatto Quotidiano)