Senso della vita salerno antonella 3a

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ALUNNA: SALERNO ANTONELLA CLASSE: III^ A ANNO SCOLASTICO: 2013-2014

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ALUNNA: SALERNO ANTONELLACLASSE: III^ AANNO SCOLASTICO: 2013-2014

Il più antico e più diffuso tentativo di trovare un significato alla vita è la religiosità: il rapporto con il sacro. Fin dai tempi più remoti l’uomo si è interrogato sul significato della vita. Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo sono le questioni fondamentali dell’indagine religiosa, filosofica e scientifica, attorno alle quali si sono strutturate le differenti visioni del mondo e dell’esistenza. Rispondere a queste domande, infatti, significa definire i contenuti della vita umana, costruire un sistema di pensiero e di valori che ispira e regola l’agire umano.

Ci sono due tipi di risposte possibili a tale questione:Le risposte religiose riconoscono che l’esistenza sia collegata ad una qualche potenza superiore: la vita è sacra nel senso che deriva il suo valore dall’essere un dono di Dio. Come tale non appartiene all’uomo, che non può dunque disporne a suo piacimento. Queste risposte sono prevalse nella storia dell’umanità, in quasi tutte le sue culture e in tutte le sue epoche.Le risposte della scienza, che invece ritiene che la spiegazione di quanto accade nel mondo vada cercata nel mondo stesso: la vita non è creata ma nasce casualmente e casualmente evolve di specie in specie attraverso meccanismi di adattamento. La casualità esclude la presenza di un fine, di uno scopo, e fa sì che il valore della vita non sia assoluto, ma determinato dalla qualità del vivere.

Secondo la filosofia greca, la risposta è nella filosofia stessa come discorso e modo del vivere; emblematica, a questo proposito, è la figura di Socrate, a cui Platone attribuisce questo apoftegma: «una vita senza ricerche non è degna per l'uomo di essere vissuta». La filosofia ellenistica indica altresì la strada degli esercizi spirituali, dell'«imparare a vivere». Per Zenone di Cizio, fondatore dello stoicismo, «lo scopo della vita è di vivere in accordo con la natura».Nel Medioevo viene meno la domanda sul senso della vita inteso come piacere del vivere, dato che il Cristianesimo indirizza la riflessione sul peccato.In epoca moderna, l’esistenzialismo indaga la problematicità del senso della vita, soprattutto in relazione al nichilismo. Kierkegaard, nella sua critica alla vita estetica, afferma: «Chi scorge nel godimento il senso e lo scopo della vita, sottopone sempre la sua vita a una condizione che, o sta al di fuori dell’individuo, o è nell'individuo, ma in modo da non essere posta per opera dell'individuo stesso». Tuttavia, la realizzazione dell'individuo è rivendicata anche da Oscar Wilde, massimo esponente dell’estetismo, che scrive: «Lo scopo della vita è l'autosviluppo. Sviluppare pienamente la nostra individualità, ecco la missione che ciascuno di noi deve compiere». In polemica col razionalismo, Fedor Dostoevskij esorta: «Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso».La psicologia individuale di Alfred Adler vede nella domanda sul senso della vita un'aspirazione dell'uomo alla perfezione.

La religione propone le risposte più forti, più antiche e più credute alla questione del senso della vita. È nella religione che si è articolata, e in maniera infinitamente diversificata, un’esperienza della vita che in essa riconosce un percorso che ha un senso in quanto questa vita si inscrive in un insieme che comporta una direzione, uno scopo e un’origine. Questa direzione e questa origine possono essere determinate da potenze naturali o soprannaturali, da una storia che oggi può essere qualificata come mitica, ma in ogni caso la vita si riconosce come portata da qualcosa di superiore, che è del tutto naturalmente oggetto di un qualsiasi tipo di venerazione, di culto e di riconoscenza.

INDUISMO

Nell’induismo lo scopo della vita è la liberazionedal ciclo delle nascite e rinascite. Da secoliquesto principio ha guidato un profondo rispettoverso ogni forma di vita animale (per cui siorganizza anche una dieta vegetariana) eumana.

BUDDHISMONel buddhismo tutta la vita, dalla nascita alla morte, è pensatacome illusione e dolore, quindi sofferenza. Poiché il dolore nascedal desiderio, dall’attaccamento alla vita, occorre liberarsi daidesideri, conducendo una vita che permetta di interrompere ilciclo delle rinascite e raggiungere il nirvana. Per fare questo ilBuddha ha insegnato le Quattro Nobili Verità che permettono disuperare il dolore e di rendere la vita equilibrata rispetto ai propridesideri e al proprio corpo.

CONFUCIANESIMO

Nel confucianesimo il senso della vita è legato alla pratica della virtù per la realizzazione di una convivenza sociale armonica. L’intera vita morale dell’uomo e dello stato deve essere dominata da principi rigorosi, presenti nel codice del retto comportamento l’ordine e l’ armonia della persona e dell’universo si realizzano attraverso l’osservanza di questi principi.

ISLAMISMO

Poiché nell’islam ogni realtà proviene da Dio, il concetto di vita fa parte degli attributi di Dio Nella surah 3 del Corano è scritto Allah è Allah Non c’è alcun Dio fuori di Lui. Egli è il Vivente, che di sé vive... “. Secondo il Corano la vita umana dipende totalmente da Dio, a cui l’uomo deve rimettersi completamente.

EBRAISMO

Nel libro sacro ebraico la Bibbia il racconto delle origini dellavita e narrato nei primi tre capitoli del Genesi. Gli interventi diDio sono tre:•nel primo intervento la materia è tratta dal nulla all’esistenzaattraverso l’iniziativa di Dio (Gn 1,1);•nel secondo intervento vengono poste in essere la vitavegetativa e quella animale cui Dio aggiunge il principio vitale;•nel terzo intervento Dio usa la materia preesistente per crearel’uomo, essere privilegiato sul creato. In quanto dotato diintelligenza e libertà l’uomo è immagine di Dio (Gn 1,27) edomina le altre specie animali (Gn 2,19-20).Ogni forma di vita deriva da un atto creativo di Dio, per questomotivo ogni cosa che esiste deve essere ritenuta sacra eappartiene al creatore. È Dio a dare o togliere l’esistenza, non èun atto concesso all’uomo, se non nel caso degli animali e soloper la propria sussistenza.

CRISTIANESIMO

Non diversamente dall’ebraismo, con il quale condivide l’Antico Testamento, il cristianesimo considera la vita derivata da un atto creativo e volontario di Dio; l’uomo la riceve da Dio e come tale la ritiene inviolabile.”La vita umana è sacra perché fin dal suo inizio comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine.”L’uomo riceve la vita in usufrutto, non gli appartiene e non può farne ciò che vuole. Nel Vangelo si trova l’invito a vivere la propria vita seguendo il progetto divino, ovvero dando alla propria esistenza un significato e una direzione che deriva direttamente da questo principio di fondo: se la vita che si ha è data da Dio, allora essa deve essere rispettata e vissuta secondo quanto Egli ha insegnato. Per questo l’etica cristiana relativa alla vita si riferisce ai discorsi,alle parabole, alle similitudini e alle metafore contenute nel Vangelo, usate dal Cristo per illustrare il senso del messaggio evangelico.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma:

"Mediante la creazione Dio chiama ogni essere dal nulla all’esistenza. …

Anche dopo aver perduto la somiglianza con Dio a causa del peccato, l’uomo rimane ad immagine del suo

Creatore.

Egli conserva il desiderio di colui che lo chiama all’esistenza. Tutte le religioni testimoniano questa

essenziale ricerca da parte degli uomini".

Potremmo dire che non c’è stata alcuna grande civiltà, dai tempi più lontani fino ai nostri giorni, che non sia stata religiosa.

"Questo passo d’amore del Dio fedele viene sempre per primo nella

preghiera; il passo dell’uomo è sempre una risposta.

A mano a mano che Dio si rivela e rivela l’uomo a se stesso, la preghiera

appare come un appello reciproco, un evento di alleanza.

Attraverso parole e atti, questo evento impegna il cuore. Si svela lungo tutta

la storia della salvezza" .

Il Concilio Vaticano II, nella Dichiarazione Nostra aetate, ha sottolineato sinteticamente:"Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell'uomo: la natura dell'uomo (chi sono io?),il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l'origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera felicità, la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l'ultimo e ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, donde noi traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo". E anche se l’uomo dimentica il suo Creatore, il Dio vivo e vero non cessa di chiamare per primo l’uomo al misterioso incontro della preghiera.

L’uomo è per sua natura religioso, è homo religiosus come è homo sapiens e homo faber: "il desiderio di Dio – afferma ancora il Catechismo – è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio".

L’immagine del Creatore è impressa nel suo essere ed egli sente il bisogno di trovare una luce per dare risposta alle domande che riguardano il senso profondo della realtà; risposta che egli non può trovare in se stesso, nel progresso, nella scienza empirica.

L’homo religiosus non emerge solo dai mondi antichi, egli attraversa tutta la storia dell’umanità.