Senato della Repubblica, Attività Parlamentare del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

322
Attività Parlamentare del Senatore Oskar Peterlini Legislature XIV e XV 2001-2008 Marzo 2008

description

Scheda riassuntiva dell’attività parlamentare del Sen. Oskar Peterlini dal 2001- al 2006 nella XIVa Legislatura e dal 2006 al 2008 nella XVa Legislatura presso il Senato della Repubblica dell’Italia. La scheda contiene una breve biografia, i disegni di legge presentati, gli interventi in Assemblea e in Commissione, le mozioni, gli atti di sindacato ispettivo (interpellanze, interrogazioni), le relazioni su documenti della Giunta per le elezioni e le autorizzazioni a procedere e interventi vari. Zusammenfassung der Tätigkeit und Dokumente des Senators Oskar Peterlini im Parlament in Rom von 2001 bis 2006 und von 2006 bis 2008. XIVa Legisl.: http://www.senato.it/leg/14/BGT/Schede/Attsen/00017624.htm XVa Legisl.: http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00017624.htm Über die Jahre 2008-13 auf folgenden Links Le attività della XVIa Legisl. (qui non comprese) su: http://issuu.com/peterlinioskar/docs/2012_come_rif_costituzione, e sul Sito del Senato: http://leg16.senato.it/leg/16

Transcript of Senato della Repubblica, Attività Parlamentare del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

Page 1: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

Attività Parlamentare

del Senatore

Oskar Peterlini

Legislature XIV e XV

2001-2008

Marzo 2008

Page 2: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

2

Attività Parlamentare

del Senatore

Oskar Peterlini

Legislature XIV e XV

2001/2008

Marzo 2008

Page 3: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

3

INDICE

- Biografia

- Attività Parlamentare nella XIV Legislatura

Scheda riassuntiva........................................................................................................pag. 6

Disegni di legge............................................................................................................pag. 20

Interventi in Assemblea su disegni di legge.................................................................pag. 31

Presentazione di documenti: mozioni...........................................................................pag. 67

Atti di Sindacato Ispettivo: interpellanze, interrogazioni.............................................pag. 74

Relatore in Assemblea su Documenti...........................................................................pag. 105

Interventi vari in Assemblea.........................................................................................pag. 106

- Attività Parlamentare nella XV Legislatura

Scheda riassuntiva.........................................................................................................pag. 125

Disegni di legge.............................................................................................................pag. 137

Interventi in Assemblea su disegni di legge..................................................................pag. 217

Presentazione di documenti: risoluzioni, mozioni.........................................................pag. 262

Atti di Sindacato Ispettivo: interpellanze, interrogazioni..............................................pag. 267

Interventi vari in Assemblea..........................................................................................pag. 286

Page 4: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

4

Oskar Peterlini

Nato a Bolzano il 19 settembre 1950. Tre figli. Risiede a Bronzolo (Bolzano). Laureato in

economia aziendale. Dirigente commerciale. Consulente finanziario, pubblicista. Autore di

una serie di libri e pubblicazioni sulla previdenza, sull'autonomia e le minoranze

linguistiche. Già Dirigente di un'agenzia pubblicitaria turistica, Direttore radio e periodici

locali, ideatore e promotore di un nuovo sistema pensionistico complementare in Trentino

Alto Adige - Suedtirol (Pensplan), esperto di previdenza e fondi pensione.

Ha fatto parte del movimento giovanile cattolico, della Lega per la protezione

dell'ambiente Alto Adige (Dachverband fuer Natur und Umwelt), della Lega protezione

animali.

Lingue straniere: tedesco, inglese, giapponese.

Tempo libero: lingue, storia, letteratura, fotografia, ski, sauna, nuoto, snorkelling.

Incarichi di partito e attività politica: Iscritto a Suedtiroler Volkspartei. Membro del

direttivo del partito e Presidente del circondario Bassa Atesina. Dal 1972 al 1979 è stato

Segretario e Presidente del Movimento giovanile SVP.

Incarichi ed attività negli Enti locali: dal 1978 al 1998 Consigliere regionale e provinciale

a Bolzano. Dal 1988 al 1998 Presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto

Adige/Sueditorl e della Commissione finanza, bilancio ed economia della Provincia di

Bolzano.

Elezioni politiche 9-10 aprile 2006: eletto al Senato della Repubblica in Trentino Alto

Adige/Suedtirol nel collegio n. 4, con 56.987 voti - 57,89%. Gruppo elettorale: L'Unione

SVP.

Precedenti consultazioni elettorali: Eletto Senatore della Repubblica nel 2001 in Trentino

Alto Adige/Suedtirol nel collegio n. 1 - Bolzano Bassa Atesina, con 53,426 voti - 54,6%.

Gruppo elettorale: Suedtiroler Volkspartei - L'Ulivo.

Page 5: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

5

ATTIVITA' PARLAMENTARE NELLA

XIV LEGISLATURA

Page 6: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

6

SCHEDA RIASSUNTIVA

INCARICHI E UFFICI RICOPERTI

Gruppo Per le Autonomie:

Membro dal 30 maggio 2001 al 27 aprile 2006

Giunta delle elezioni e delle immunita' parlamentari :

Membro dal 12 giugno 2001 al 26 giugno 2001

Segretario dal 27 giugno 2001 al 27 aprile 2006

11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) :

Membro dal 22 giugno 2001 al 27 aprile 2006

Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa :

Segretario dal 13 giugno 2001 al 27 aprile 2006

INIZIATIVA LEGISLATIVA

Ha presentato come primo firmatario i disegni di legge

S. 2156 Modifica dell' articolo 9 della Costituzione, in materia di tutela costituzionale della

flora, della fauna e dell' ambiente nonche' della dignita' degli animali.

S. 2519 Ripristino degli effetti civili per le festività religiose soppresse.

S. 3308 Norme in materia di risparmio e di depositi bancari e finanziari non rivendicati

giacenti presso le banche e le imprese di investimento.

S. 3392 Ratifica ed esecuzione dell' Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d'

Austria per la realizzazione di un tunnel ferroviario di base sull' asse del Brennero, fatto a

Vienna il 30 aprile 2004.

Ha presentato come cofirmatario i disegni di legge

S. 42 (Divieto impiego animali in combattimenti clandestini), S. 77 (Rientro discendenti casa Savoia), S. 133 (Riconoscimento

capacità giuridica), S. 167 (Disciplina voli zone montagna), S. 168 (Parchi e riserve marine), S. 175 (Barriere

architettoniche), S. 344 (Corte d'Appello a Bolzano), S. 363 (Elezione Parlamento europeo), S. 386 (Riliquidazione pensioni o

indennità), S. 396 (Sindrome morte improvvisa del lattante), S. 467 (Parità nelle cariche elettive), S. 636 (Accesso alla

psicoterapia), S. 843 (Ratifica trattato cambiamenti climatici), S. 878 (Trattamento economico giudici onorari), S. 997

(Riconoscimento festa S. Giuseppe), S. 1007 (Tutela beni demaniali), S. 1145 (Assistenza e mantenimento figli), S. 1188

(Pluralismo informatico), S. 1238 (Modifiche statuti regioni speciali), S. 1247 (Naufragio del Natale 1996), S. 1278

(Elezione luogo elettivo di nascita), S. 1345 (Reclutamento insegnanti religione cattolica), S. 1346 (Agevolazioni fiscali

imprenditori), S. 1364 (Divieto pubblicità veicoli veloci), S. 1380 (Trascrizione trasferimenti mortis causa), S. 1412

(Patentino europeo per l'informatica), S. 1441 (Divieto di fumare), S. 1538 (Indennizzo beni perduti all'estero), S. 1558

(Professioni sanitarie), S. 1587 (Soppressione canone abbonamento e detrazione IVA), S. 1630 (Credito d'imposta per opere

bonifica amianto), S. 1638 (Statuto Corte penale internazionale), S. 1647 (Reati di strage e terrorismo), S. 1717 (Esposizione

del Crocifisso nelle scuole), S. 1783 (Norme per la protezione di animali), S. 1788 (Contributi previdenziali extracomunitari e

Page 7: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

7

materia abitativa), S. 1865 (Insegnamento dell'agopuntura), S. 1888 (Giudizi di costituzionalità), S. 1957 (Reinserimento

lavoratori espulsi), S. 1980 (Depenalizzazione reati di opinione), S. 2073 (Accesso ai servizi per i disabili), S. 2171

(Etichettatura prodotti alimentari), S. 2240 (Protezione del Mar Mediterraneo dall'inquinamento), S. 2300 (Promozione musica

popolare), S. 2324 (Agevolazioni contributive per le imprese commerciali), S. 2392 (Commissione inchiesta conflitto in Irak),

S. 2461 (Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza), S. 2464 (Sostegno e tutela di vittime dei reati), S. 2483

(Disciplina acquicoltura biologica), S. 2495 (Reati di abuso sessuale dei minori), S. 2526 (Semplificazione immatricolazione

dei veicoli), S. 2531 (Lavori dei detenuti), S. 2571 (Tutela dei bei culturali e ambientali, strade antiche), S. 2597 (Sicurezza

del trasporto aereo), S. 2607 (Tutela del paesaggio), S. 2630 (Inchiesta parlamentare sull'attacco terroristico a Nassiriya), S.

2645 (Depenalizzazione dei delitti di renitenza alla leva), S. 2652 (Modifica referendum abrogativo), S. 2653 (Modifica

costituzionale in materia di confessioni religiose), S. 2745 (Inchiesta parlamentare guerra in Iraq), S. 2775 (Tutela

sottoscrittori bond argentini), S. 2859 (Tutela vittime del lavoro), S. 2871 (Negazione di autorizzazioni di polizia, servizio

civile), S. 2924 (Tutela maternità delle donne dirigenti), S. 2966 (Denominazione " gelato tradizionale italiano "), S. 2972

(Norme in materia di circolazione degli autoveicoli), S. 2973 (Indennizzo per invalidità conseguente a vaccinazioni), S. 2979

(Ratifiche dei trattati, maltrattamenti e sevizie), S. 3023 (Prevenzione rischi dell'amianto, agevolazioni fiscali), S. 3050 (Reati

contro l'amministrazione pubblica, confisca dei beni), S. 3074 (Autorità europea per la sicurezza alimentare), S. 3124 (Parchi

nazionali e riserve naturali), S. 3131 (Festa nazionale dei nonni), S. 3138 (Assunzioni obbligatorie, ciechi), S. 3151

(Sicurezza stradale), S. 3152 (Mine antiuomo), S. 3159 (Prodotti farmaceutici e prevenzione infortuni stradali), S. 3215

(Interessi passivi, mutui e prestiti), S. 3219 (Tutela degli anziani), S. 3240 (Marchi di identificazione bovini, caprini, ovini), S.

3251 (Corpo nazionale soccorso alpino), S. 3298 (Protezione del diritto d' autore delle opere a fumetti), S. 3300 (Tutela dei

diritti umani), S. 3332 (Risparmi energetici e riduzione delle emissioni di gas serra), S. 3347 (Servizi pubblici, tutela dei

consumatori e degli utenti), S. 3362 (Corte europea dei diritti dell'uomo), S. 3377 (Istituzione Fondo per i viaggi organizzati

dalle scuole), S. 3391 (Riconoscimento della cittadinanza italiana ai nati e già residenti nei territori appartenenti all'Impero

austro - ungarico e ai loro discendenti) S. 3413 (Discriminazioni sui luoghi di lavoro), S. 3417 (Tutela dei minorati auditivi),

S. 3432 (Recupero del credito IVA), S. 3465 (Partecipazione italiana all' Anno polare internazionale), S. 3481 (Pubblicità,

corrispondenza), S. 3496 (Svolgimento dei referendum abrogativi in coincidenza con le elezioni amministrative e politiche), S.

3515 (Commissione parlamentare di inchiesta sulle attivita' finanziarie a carattere speculativo), S. 3544 (Sequestro di minori),

S. 3556 (Ricorsi amministrativi, INAIL), S. 3559 (Navigazione fluviale), S. 3589 (Abbandono di minore, adozione), S.

3590 (Licenziamenti discriminatori), S. 3602 (Affidamento di minori, adozione internazionale), S. 3606 (Sviluppo della

cultura e della pace), S. 3632 (Età pensionabile circensi), S. 3678 (Tutela del patrimonio storico della guerra di Liberazione),

S. 3683 (Protezione degli animali), S. 3700 (Tutela del paesaggio), S. 3701 (Disarmo).

INTERVENTI SU DISEGNI DI LEGGE

In Assemblea

S. 16 "Disposizioni per l' esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all' estero".

in discussione congiunta con: S.217, S.863, in discussione articoli: 20 dicembre 2001 (ant), per

dichiarazione di voto: 20 dicembre 2001 (ant)

S. 112 "Norme in materia di procreazione assistita".

in discussione congiunta con: S.1264, S.1313, S.1514, S.1521, S.197, S.282, S.501, S.58, S.961,

S.1715, S.1837, S.2004, in discussione articoli: 4 dicembre 2003 (ant), per dichiarazione di voto: 11

dicembre 2003 (ant)

S. 252 "Modifica dell' articolo 67 della Costituzione".

in discussione congiunta con: S.338, S.420, S.448, S.617, S.992, S.1238, S.1350, S.1496, S.1653,

S.1662, S.1678, S.1888, S.1889, S.1898, S.1914, S.1919, S.1933, S.1934, S.1998, S.2001, S.2002,

S.2030, S.2117, S.2166, S.2320, S.2404, S.2449, S.2507, S.2523, S.2544, in discussione articoli: 19

febbraio 2004 (ant)

Page 8: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

8

S. 344 "Istituzione delle corti d' appello di Sassari, Taranto e Bolzano".

in discussione congiunta con: S.385, S.456, S.1051, S.1765, S.2172, S.2806, in discussione

generale: 21 settembre 2004 (pom)

S. 351 "Integrazione alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, concernente norme per la protezione

della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio".

in discussione congiunta con: S.525, S.663, S.605, S.628, per dichiarazione di voto: 6 febbraio

2002 (pom)

S. 357 "Norme per la tutela dei lavori atipici" per dichiarazione di voto: 25 settembre 2002

(ant)

S. 373 "Primi interventi per il rilancio dell' economia".

in discussione articoli: 25 luglio 2001 (ant)

S. 421 "Modifiche e integrazioni all' articolo 71 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, in

materia di totalizzazione dei periodi di iscrizione e contribuzione".

in discussione congiunta con: S.1393, S.2058, su questioni procedurali: 9 marzo 2004 (pom), in

discussione generale: 4 maggio 2004 (pom)

S. 472 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 giugno 2001, n. 217,

recante modificazioni al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, nonche' alla legge 23 agosto

1988, n. 400, in materia di organizzazione del Governo".

per dichiarazione di voto: 2 agosto 2001 (pom)

S. 699 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2002 )".

in discussione congiunta con: S.700, in discussione generale: 5 novembre 2001 (pom), in

discussione articoli: 14 novembre 2001 (pom)

S. 848-B "Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro".

per dichiarazione di voto: 5 febbraio 2003 (pom)

S. 1033 "Modifica del comma 7 dell' articolo 80 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285".

in discussione congiunta con: S.2422, S.1376, S.2127, S.2360, per dichiarazione di voto: 31 luglio

2003 (ant)

S. 1148 "Semplificazione del procedimento relativo alla sottoscrizione delle liste e delle

candidature elettorali".

in discussione congiunta con: S.1177, S.1294, S.1475, S.3633, S.1, S.117, S.290, S.337, S.614,

S.1489, S.1693, S.1853, S.3343, S.3378, S.3396, in discussione articoli: 7 dicembre 2005 (ant)

S. 1157 "Ratifica ed esecuzione dei Protocolli alla Convenzione per la protezione delle Alpi,

fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991".

in discussione congiunta con: S.1842, in discussione generale: 3 ottobre 2003 (ant)

S. 1251 "Legge - quadro in materia di riordino dei cicli dell' istruzione".

in discussione congiunta con: S.1306, in discussione articoli: 6 novembre 2002 (pom)

Page 9: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

9

S. 1738-B "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2002, n.

210, recante disposizioni urgenti in materia di emersione del lavoro sommerso e di rapporti di

lavoro a tempo parziale".

in discussione generale: 19 novembre 2002 (pom), per dichiarazione di voto: 19 novembre 2002

(pom)

S. 1753-B "Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l' integrazione della

legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione".

in discussione articoli: 14 ottobre 2004 (ant), per dichiarazione di voto: 14 ottobre 2004 (ant)

S. 1941 "Disposizioni concernenti la forma di governo regionale".

in discussione congiunta con: S.2025, S.2556, S.2651, S.2544-B, in discussione articoli: 22 marzo

2005 (ant)

S. 1986-B "Sospensione condizionata dell' esecuzione della pena detentiva nel limite massimo

di due anni".

per dichiarazione di voto: 31 luglio 2003 (pom)

S. 2512 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2004 )".

in discussione articoli: 11 novembre 2003 (ant), 11 novembre 2003 (pom), 12 novembre 2003 (pom)

S. 2544-D "Modifiche alla Parte II della Costituzione".

in discussione generale: 15 novembre 2005 (pom)

S. 2714 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347,

recante misure urgenti per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di

insolvenza".

in discussione generale: 11 febbraio 2004 (pom)

S. 2759 "Riforma degli strumenti di controllo e vigilanza sulla trasparenza e correttezza dei

mercati finanziari".

in discussione congiunta con: S.3328, S.3308, S.2680, S.2760, S.2765, S.2202, in discussione

generale: 14 settembre 2005 (pom), in discussione articoli: 5 ottobre 2005 (pom)

S. 2978 "Conversione in legge del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136, recante disposizioni

urgenti per garantire la funzionalita' di taluni settori della pubblica amministrazione".

in discussione articoli: 8 luglio 2004 (ant)

S. 3421 "Conversione in legge del decreto-legge 14 maggio 2005, n. 81, recante disposizioni

urgenti in materia di partecipazioni a societa' operanti nel mercato dell' energia elettrica e del

gas".

per dichiarazione di voto: 14 giugno 2005 (pom)

S. 3616 "Conversione in legge del decreto-legge 1° ottobre 2005, n. 202, recante misure

urgenti per la prevenzione dell' influenza aviaria".

in discussione articoli: 19 ottobre 2005 (pom)

Nella 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale)

Page 10: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

10

S. 55 "Norme in difesa della cultura italiana e per la regolamentazione dell' immigrazione".

in discussione congiunta con: S.770, S.795, S.797, in sede consultiva: 6 dicembre 2001 (pom)

S. 231 "Adeguamento delle norme in materia pensionistica dei ferrovieri".

in sede Deliberante: 12 maggio 2004 (pom)

S. 357 "Norme per la tutela dei lavori atipici".

in discussione congiunta con: S.629, S.869, S.848, in sede referente: 29 gennaio 2002 (pom), 2 aprile

2002 (pom), 10 aprile 2002 (pom)

S. 373 "Primi interventi per il rilancio dell' economia".

in sede consultiva: 12 luglio 2001 (ant)

S. 421 "Modifiche e integrazioni all' articolo 71 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, in

materia di totalizzazione dei periodi di iscrizione e contribuzione".

in discussione congiunta con: S.1393, S.2058, in sede referente: 29 ottobre 2003 (pom), in

discussione congiunta con: S.1393, S.2058, Petizione n. 66, Petizione n. 84, Petizione n. 200,

Petizione n. 255, Petizione n. 393, Petizione n. 574, in sede referente: 3 dicembre 2003 (pom), 16

dicembre 2003 (pom), in discussione congiunta con: S.1393, S.2058, Petizione n. 66, Petizione n. 84,

Petizione n. 200, Petizione n. 255, Petizione n. 393, Petizione n. 574, Petizione n. 582, Petizione n.

583, in sede referente: 21 gennaio 2004 (pom), 22 gennaio 2004 (pom), 27 gennaio 2004 (pom), 28

gennaio 2004 (pom), 3 febbraio 2004 (pom), 10 febbraio 2004 (pom), 26 febbraio 2004 (pom), 4

marzo 2004 (pom), 9 marzo 2004 (pom), 16 marzo 2004 (pom), 18 marzo 2004 (pom), 31 marzo 2004

(pom), 6 aprile 2004 (pom), 20 aprile 2004 (pom), 21 aprile 2004 (pom), 21 aprile 2004 (nott), 27

aprile 2004 (pom)

S. 598 "Differimento del termine per il versamento dei tributi dei soggetti colpiti dal sisma del

1990 in Sicilia".

in discussione congiunta con: S.603, S.665, S.801, in sede referente: 14 novembre 2001 (pom), 20

novembre 2001 (pom)

S. 699-B "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2002 )".

in discussione congiunta con: S.700-B, in sede consultiva: 20 dicembre 2001 (pom)

S. 848-B "Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro".

in sede referente: 19 novembre 2002 (pom)

S. 3135 "Conversione in legge del decreto-legge 5 ottobre 2004, n. 249, recante interventi

urgenti in materia di politiche del lavoro e sociali".

in sede referente: 20 ottobre 2004 (pom)

Nelle Commissioni riunite 1ª (Affari Costituzionali) e 11ª (Lavoro, previdenza sociale)

S. 1471 "Apposizione obbligatoria delle impronte digitali sulle carte d' identita'".

in sede referente: 17 settembre 2002 (pom), in discussione congiunta con: S.1477, S.1692, in sede

referente: 18 settembre 2002 (nott)

Page 11: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

11

Nelle Commissioni riunite 6ª (Finanze e tesoro) e 10ª (Industria, commercio, turismo)

S. 2759 "Riforma degli strumenti di controllo e vigilanza sulla trasparenza e correttezza dei

mercati finanziari".

in discussione congiunta con: S.3328, S.3308, S.2680, S.2760, S.2765, S.2202, Petizione n. 808

in sede referente: 14 giugno 2005 (pom), 15 giugno 2005 (ant), 21 giugno 2005 (pom)

PRESENTAZIONE DI DOCUMENTI

Atti di indirizzo e rapporto di fiducia

Ha presentato come primo firmatario

Mozioni:

1. n. 1-00059 (Crisi bancaria giapponese e bancarotta dell’Argentina)

2. n. 1-00085 (Sicurezza nucleare)

3. n. 1-00086 (Violenza diffusa dai mass media)

4. n. 1-00151 (Crollo della new economy negli USA, crac della bolla immobiliare e sostegno all’economia reale)

5. n. 1-00234 (Crack della Parmalat)

Ha presentato come cofirmatario

Mozioni:

1. n. 1-00002 (Ratifica ed entrata in vigore del Protocollo di Kyoto)

2. n. 1-00011 (Vertice di Genova del 2001 dei paesi G8 e adesione degli altri governi alle iniziative intraprese)

3. n. 1-00027 (Guerra in Afganistan)

4. n. 1-00029 (Repressione della libertà religiosa, di opinione e di manifestare nella Repubblica Popolare Cinese)

5. n. 1-00055 (Promozione della cultura, della lingua e del patrimonio scientifico italiano all’estero)

6. n. 1-00061 (Conferenza Mondiale a Monterrey in Messico, organizzata dall’ONU sui Finanziamenti allo Sviluppo)

7. n. 1-00064 ( Palestina: occupazione illegittima dei territori e bombardamenti dei civili)

8. n. 1-00070 (Sfruttamento del lavoro minorile in Giappone e Corea)

9. n. 1-00082 discussa in: Discussione della mozione n. 82 sulle mine antiuomo

10. n. 1-00098 discussa in: Discussione, con procedimento abbreviato, della mozione n. 98 sul commercio equo e

solidale

11. n. 1-00122 (Quinta Conferenza Ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio a Cancun in Messico)

12. n. 1-00125 (Conferimento ruolo costituzionale, con funzioni decisionali, alle Regioni a statuto ordinario,

differenziato nonché alle Province autonome all'interno della futura Europa)

13. n. 1-00127 (Riconoscimento del ruolo delle regioni, delle province autonome e degli altri enti locali nel processo di

costruzione europea)

14. n. 1-00128 (Richiamo ai valori più alti, etici e umani, oltreché politici e sociali nella Convenzione europea)

15. n. 1-00132 (Razzismo e xenofobia)

16. n. 1-00134 discussa in: Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sui recenti sviluppi della crisi

irachena

17. n. 1-00148 (Lavoratori immigrati extracomunitari)

Page 12: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

12

18. n. 1-00168 (Sostegno dell'Italia alle iniziative della quinta Conferenza Ministeriale dell’Organizzazione Mondiale

del Commercio)

19. n. 1-00175 (Sostegno del turismo e costi dell'IVA)

20. n. 1-00177 (Dichiarazioni spiacevoli del Sottosegretario per le attività produttive sui tedeschi e conseguente tensione

fra il Governo tedesco e l' Esecutivo italiano)

21. n. 1-00192 (Sostegno alle zone di montagna)

22. n. 1-00196 (Poste italiane Spa e Centro operativo di Aosta)

23. n. 1-00212 (Patto di pace di Ginevra)

24. n. 1-00216 (Sicurezza ed efficienza del trasporto aereo)

25. n. 1-00217 (Garanzia del pluralismo informatico in ambito europeo)

26. n. 1-00218 (Sfruttamento del lavoro minorile)

27. n. 1-00243 (Sicurezza e qualità nel settore agroalimentare)

28. n. 1-00259 (Mediazione di pace fra Israele e Palestina)

29. n. 1-00263 (Movimento per la pace e Costituzione europea)

30. n. 1-00269 (Monito al Governo vietnamita per il rispetto della libertà religiosa)

31. n. 1-00273 (Crisi irachena e violenze ai civili)

32. n. 1-00276 discussa in: Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sui più recenti sviluppi della

situazione in Iraq

33. n. 1-00280 discussa in: Discussione della mozione 1-00280 (testo 2) sui centri temporanei di accoglienza per

immigrati

34. n. 1-00284 (Direttiva CEE del 1992 e diritto d'autore)

35. n. 1-00287 (Reddito minimo di inserimento e misure di contrasto della povertà)

36. n. 1-00296 (Occupazione dell'Iraq e liberazione degli ostaggi)

37. n. 1-00300 (Guerra in Iraq e invio aiuti umanitari)

38. n. 1-00303 (Produzione e commercializzazione del pane)

39. n. 1-00305 (Programma Erasmus a sostegno della mobilità degli studenti e dei docenti tra le università europee)

40. n. 1-00307 (Aiuti territori montani)

41. n. 1-00308 (Cambiamento regime IVA del gas per uso domestico)

42. n. 1-00309 (Sviluppo settore panificazione e tutela dei consumatori)

43. n. 1-00313 (Assedio di Falluja e violazioni del diritto umanitario)

44. n. 1-00317 (Brevettazione dei software)

45. n. 1-00318 (Partecipazione al processo elettorale di tutte le componenti politiche e religiose irachene)

46. n. 1-00321 (Parlamento europeo e chiarimento del divieto di brevettare i software)

47. n. 1-00325 (Decesso di bambini per aver contratto forme di meningite da meningococco e da pneumococco)

48. n. 1-00330 (Sviluppo e crescita del Mezzogiorno)

49. n. 1-00333 (Posizione italiana nell’UE in materia di negoziati commerciali)

50. n. 1-00338 (Uccisione a Baghdad dall'agente del SISMI, Nicola Calipari)

51. n. 1-00340 (Aggiornamento tariffario del Nomenclatore delle protesi e degli ausili per la riabilitazione)

52. n. 1-00341 (Disarmo nucleare)

53. n. 1-00343 (Iniziative contro l'uccisione delle foche in Canada)

Page 13: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

13

54. n. 1-00345 (Terremoto del 2004 nel Sud-Est Asiatico, tsunami.)

55. n. 1-00347 (Questione dell'occupazione nello stabilimento Fabercarta s.p.a. di Castelraimondo - Macerata)

56. n. 1-00349 (Promulgazione di un Trattato internazionale sul commercio degli armamenti)

57. n. 1-00353 (Costituzione europea)

58. n. 1-00355 (Ratifica del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Madrid sulla cooperazione transfrontaliera degli

enti territoriali)

59. n. 1-00362 (Reintegro dei lavoratori licenziati dall'azienda Atesina di Roma)

60. n. 1-00363 (Soccorso alle popolazioni del Kashmir pachistano e le aree confinanti di India e Afghanistan colpite

dal terremoto)

61. n. 1-00364 (Ponte sullo Stretto di Messina)

62. n. 1-00365 (Arresto di Turi Vaccaro per danneggiamento di due caccia NATO F16)

63. n. 1-00366 (Rispetto dei diritti umani in Tunisia)

64. n. 1-00367 (Virus dell'influenza aviaria)

65. n. 1-00368 (Liberazione del giornalista iraniano, Akbar Ganji, imprigionato nel terribile carcere di Evin)

Atti di Sindacato Ispettivo

Ha presentato come primo firmatario

Interpellanze:

1. 2-00470 pubblicata il 25 novembre 2003 (Tutela delle minoranze linguistiche e parificazione della lingua

italiana a quella tedesca)

Interrogazioni a risposta orale:

2. 3-01043 pubblicata il 15 maggio 2003 (Comunicazione di nuovi rapporti di lavoro)

3. 3-02460 pubblicata il 7 febbraio 2006 (Principio di autodeterminazione)

Interrogazioni a risposta scritta:

4. 4-00535 pubblicata il 28 settembre 2001 (Modifiche legislative per alleggerire l’impatto burocratico per i

cittadini)

5. 4-01083 pubblicata il 12 dicembre 2001 (Richiesta di grazia per la nigeriana Safiya Hosseini Tungar-Tudu,

condannata a morte)

6. 4-01255 pubblicata il 24 gennaio 2002 (Introduzione di un taglio aggiuntivo per le banconote riferite ad uno o

a due euro)

7. 4-01354 pubblicata il 5 febbraio 2002 (Sentenza non definitiva di condanna per reato di peculato nei

confronti del Consigliere Franco Tretter)

8. 4-01621 pubblicata il 27 febbraio 2002 (Programmazione delle ferie scolastiche presso i Bundeslnder)

9. 4-04052 pubblicata il 5 marzo 2003 (Esposizione della "bandiera" della pace)

10. 4-04068 pubblicata il 6 marzo 2003 (Arresto di Tayseer Khaled, membro del comitato esecutivo dell'OLP)

11. 4-04085 pubblicata l'11 marzo 2003 (Aumento della dotazione delle risorse a disposizione dell’Istituto

Nazionale di Statistica necessaria per i rinnovi del personale con contratto a tempo determinato)

12. 4-04113 pubblicata il 13 marzo 2003 (Rilancio dell'Ente nazionale per l'energia e l'ambiente)

13. 4-04114 pubblicata il 13 marzo 2003 (Agenzia parlamentare per l'informazione politica ed economica

AgenParl)

14. 4-04115 pubblicata il 13 marzo 2003 (Limitazione della prescrizione dei farmaci)

15. 4-04192 pubblicata il 25 marzo 2003 (Tutela degli animali)

Page 14: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

14

16. 4-04295 pubblicata il 3 aprile 2003 (Gestione e rilancio dell'Ente nazionale per l'energia e l'ambiente)

17. 4-04943 pubblicata il 10 luglio 2003 (Esternazioni del sottosegretario Stefani sul popolo tedesco)

18. 4-05054 pubblicata il 23 luglio 2003 (Condanna di un poliziotto di Bolzano al pagamento di una cifra

elevatissima quale risarcimento di danni)

19. 4-05273 pubblicata il 24 settembre 2003 (Patrimonio cristiano nella Costituzione europea)

20. 4-05274 pubblicata il 24 settembre 2003 (Armi di distruzione di massa in Iraq)

21. 4-05275 pubblicata il 24 settembre 2003 (Riferimento in Costituzione alla tutela delle minoranze linguistiche

in tema di relazioni tra l’Unione e gli Stati membri)

22. 4-05787 pubblicata l'11 dicembre 2003 (Multe elevate ed ingiuste per automobilisti altoatesini)

23. 4-06817 pubblicata il 19 maggio 2004 (Documentazione riguardante l'attentato dell'11 settembre 2001 contro

le Torri Gemelle di New York)

24. 4-06879 pubblicata il 26 maggio 2004 (Uso obbligatorio del casco per ciclisti di minore età e promozione

campagna nelle scuole)

25. 4-07006 pubblicata il 6 luglio 2004 (Ampliamento dell'autostrada del Brennero e trasferimento dalla gomma

alla rotaia per trasporto merci)

26. 4-07132 pubblicata il 22 luglio 2004 (Furti di cavalli a scopo di macellazione)

27. 4-07191 pubblicata il 3 agosto 2004 (Aiuti umanitari alle vittime della grave guerra civile in Darfur)

28. 4-07326 pubblicata il 28 settembre 2004 (Rapimento di Simona Torretta, Simona Pari e di altri due loro

collaboratori iracheni)

29. 4-07516 pubblicata il 20 ottobre 2004 (Conti e depositi dormienti)

30. 4-07982 pubblicata il 25 gennaio 2005 (Dipendenti in servizio delle Ferrovie dello Stato e titoli di viaggio)

31. 4-08823 pubblicata il 1 giugno 2005 (Richiesta di identificazione di giovani che hanno pacificamente espresso il

loro dissenso durante un comizio elettorale dell'On. Berlusconi)

32. 4-09087 pubblicata il 14 luglio 2005 (Diritto al bilinguismo nella Provincia autonoma di Bolzano)

33. 4-09429 pubblicata il 28 settembre 2005 (Cimici sul treno espresso Lecce-Bolzano)

34. 4-09612 pubblicata il 7 novembre 2005 (Propaganda politica "smisurata" del partito di Forza Italia)

35. 4-09683 pubblicata il 16 novembre 2005 (Difficoltà a procedere alla trasformazione delle IPAB)

36. 4-09684 pubblicata il 16 novembre 2005 (SISMI e dossier sulle attività di Ledeen in Italia)

37. 4-09832 pubblicata il 13 dicembre 2005 (Scuola allievi agenti di Bolzano a rischio chiusura)

38. 4-10008 pubblicata il 18 gennaio 2006 (Disciplina normativa dei depositi giacenti presso banche e imprese di

investimento)

39. 4-10176 pubblicata il 9 febbraio 2006 (Già 3-02460) (Principio di autodeterminazione)

Ha presentato come cofirmatario

Interpellanze:

1. 2-00372 pubblicata il 29 aprile 2003 (Conflitto dell'area mediorientale)

2. 2-00482 pubblicata il 10 dicembre 2003 (Esclusione dalla erogazione dell’assegno di 1000 euro per il secondo

figlio alle madri straniere extracomunitarie residenti in Italia)

3. 2-00539 pubblicata il 23 marzo 2004 (Responsabilità delle imprese transnazionali e delle altre imprese

commerciali in tema di diritti umani)

4. 2-00644 pubblicata il 16 novembre 2004 (Comunità montane)

5. 2-00655 pubblicata il 14 dicembre 2004 (Memorandum d'Intesa tra la Repubblica italiana e lo Stato d’Israele

per la cooperazione militare e nel settore della difesa)

Page 15: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

15

6. 2-00664 pubblicata il 18 gennaio 2005 (Aiuti umanitari promessi dall'Italia per far fronte all'emergenza nella

provincia di Aceh e in altre zone dell'Indonesia)

7. 2-00695 pubblicata il 7 aprile 2005 (Non proliferazione e disarmo nucleare)

8. 2-00761 pubblicata il 21 luglio 2005 (Promozione dei funzionari di polizia Canterini e Perugini)

9. 2-00794 pubblicata il 15 novembre 2005 (Uso delle armi chimiche durante l’attacco delle truppe americane a

Fallujah, in Iraq, nell’autunno 2004)

10. 2-00799 pubblicata il 23 novembre 2005 (Impiego di fosforo bianco da parte dell'esercito americano in pieno

centro di Nassiriya)

Interrogazioni a risposta orale:

11. 3-00161 pubblicata il 25 ottobre 2001 (Garanzie sul regolare svolgimento delle rilevazioni censuarie nei

comuni del Friuli-Venezia Giulia)

12. 3-00393 pubblicata il 3 aprile 2002 (Iniziative nei rapporti con la Repubblica Eritrea)

13. 3-00743 pubblicata il 27 novembre 2002 (Concessione della grazia ad Adriano Sofri)

14. 3-00963 pubblicata il 26 marzo 2003 (Paracadutisti della 173a brigata dell’esercito USA a Vicenza)

15. 3-01357 pubblicata il 17 dicembre 2003 (Strage dei militari italiani a Nassiriya)

16. 3-01786 pubblicata il 26 ottobre 2004 (Munizioni cluster immagazzinate negli arsenali delle forze armate

italiane)

17. 3-01857 pubblicata il 30 novembre 2004 (Rimpatrio di civili dalla Costa d'Avorio)

18. 3-01925 pubblicata il 25 gennaio 2005 (Già 4-07964) (Tsunami)

19. 3-02036 pubblicata il 21 marzo 2005 (Trattato bilaterale di cooperazione culturale tra l’Italia e il Paraguay e

violazioni dei diritti umani)

20. 3-02091 pubblicata il 4 maggio 2005 (Esportazione di armi da guerra)

21. 3-02113 pubblicata il 18 maggio 2005 (Repressione della libertà e dei diritti umani dei cittadini del Togo)

Interrogazioni a risposta scritta:

22. 4-01311 pubblicata il 30 gennaio 2002 (Già 3-00161)

23. 4-03293 pubblicata il 6 novembre 2002 (Giustizia internazionale)

24. 4-05704 pubblicata il 2 dicembre 2003 (Ente per la Tutela del Lupo Italiano (E.T.L.I.)

25. 4-05715 pubblicata il 2 dicembre 2003 (Sospensione cautelare del finanziamento all’ETLI)

26. 4-06014 pubblicata il 28 gennaio 2004 (Sequestri di specie animali appartenenti alla fauna esotica)

27. 4-06401 pubblicata il 17 marzo 2004 (Rilascio del permesso di soggiorno al compimento della maggiore età

per motivi di studio)

28. 4-06498 pubblicata il 31 marzo 2004 (Ratifica della firma del protocollo addizionale della Convenzione ONU

contro la tortura)

29. 4-06672 pubblicata il 28 aprile 2004 (Misure finanziarie per sostenere uno sviluppo equilibrato della

montagna)

30. 4-07670 pubblicata il 16 novembre 2004 (Acquedotti e sostegno per i Comuni, soprattutto quelli di montagna)

31. 4-07709 pubblicata il 17 novembre 2004 (Affidamento di gestioni aeroportuali)

32. 4-07964 pubblicata il 20 gennaio 2005 (Tsunami)

33. 4-08170 pubblicata il 17 febbraio 2005 (Armi atomiche in Europa e violazione del trattato di non

proliferazione)

34. 4-08680 pubblicata il 12 maggio 2005 (Sportass - Cassa di Previdenza per l'assicurazione degli sportivi)

35. 4-08877 pubblicata il 16 giugno 2005 (Concessione dell'asilo politico al terrorista Luis Posada Carriles)

Page 16: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

16

36. 4-09369 pubblicata il 21 settembre 2005 (Popolazione detenuta femminile in Italia)

37. 4-09860 pubblicata il 15 dicembre 2005 (Normativa sulla privacy e direttiva europea)

38. 4-10035 pubblicata il 19 gennaio 2006 (Armi nucleari)

39. 4-10302 pubblicata il 30 maggio 2001 (Testimoni di giustizia)

Prerogative ed immunità

Ha presentato come relatore all'Assemblea

Doc. IV-quater n. 11 "Relazioni della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari a

seguito di richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ex articolo 68 della

Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile pendente presso il Tribunale di Roma nei

confronti del senatore Nando Dalla Chiesa" il 17 gennaio 2003

Doc. IV-ter n. 6-A "Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi

dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, trasmessa dal Tribunale Ordinario di Roma -

I^ Sezione civile, relativa agli atti di un procedimento civile nei confronti del senatore

Lamberto Dini" il 14 dicembre 2004

INTERVENTI IN ASSEMBLEA

Fiducia al Governo

Governo Berlusconi-II il 19 giugno 2001 (seduta pom. n. 5)

Comunicazioni del governo

Comunicazioni del Governo sull'impiego di contingenti militari italiani all'estero in relazione

alla crisi internazionale in atto e conseguente discussione il 7 novembre 2001 (seduta pom. n.

63)

Comunicazioni del Governo sulle linee della politica estera italiana il 29 gennaio 2003 (seduta

pom. n. 319), il 6 febbraio 2003 (seduta pom. n. 327), il 19 febbraio 2003 (seduta ant. n. 336)

(per dichiarazione di voto)

Comunicazioni del Ministro dell'interno sull'immigrazione il 29 giugno 2005 (seduta ant. n.

830)

Interventi vari

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza

pubblica per gli anni 2002-2006 il 31 luglio 2001 (seduta ant. n. 27)

Costituzione in giudizio del Senato della Repubblica per resistere in due conflitti di

attribuzione sollevati dal Tribunale di Roma il 2 agosto 2001 (seduta pom. n. 33)

Elezione contestata nella regione Toscana (Giorgio Malentacchi) il 20 novembre 2002 (seduta

pom. n. 281)

Inserimento nel calendario dei lavori della discussione sulle dimissioni presentate dal senatore

Magri il 5 febbraio 2003 (seduta ant. n. 324)

Page 17: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

17

Elezione contestata nella regione Emilia-Romagna (Gianluigi Magri) il 5 febbraio 2003 (seduta

ant. n. 324)

Inserimento nel calendario dei lavori della discussione sulle dimissioni presentate dal senatore

Magri il 5 febbraio 2003 (seduta pom. n. 325)

Elezione contestata nella regione Emilia-Romagna (Gianluigi Magri) il 5 febbraio 2003 (seduta

pom. n. 325)

Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2002 e progetto di

bilancio interno per l'anno finanziario 2004 il 23 settembre 2004 (seduta ant. n. 657)

Sull'ordine dei lavori il 22 marzo 2005 (seduta ant. n. 770)

Calendario dei lavori dal 24 maggio al 14 giugno 2005 il 24 maggio 2005 (seduta pom. n. 808)

Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2003 e progetto di

bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2005 il 30 giugno 2005 (seduta ant. n. 832)

Organizzaione della discussione sulla questione di fiducia il 2 febbraio 2006 (seduta ant. n.

952)

INTERVENTI IN COMMISSIONE

Interventi nella Giunta delle elezioni e delle immunita' parlamentari

Convalida dei risultati elettorali generali della regione Calabria il 21 novembre 2001 (seduta

pom. n. 9)

Convalida dei risultati elettorali generali della regione Emilia-Romagna il 20 febbraio 2002

(seduta nott. n. 16), il 20 febbraio 2002 (seduta nott. n. 16) (per dichiarazione di voto)

Convalida dei risultati elettorali generali della regione Lombardia il 25 luglio 2002 (seduta ant.

n. 29)

Convalida dei risultati elettorali generali della regione Molise il 24 ottobre 2001 (seduta pom.

n. 7)

Convalida dei risultati elettorali generali della regione Sicilia il 1 agosto 2001 (seduta pom. n.

4), l'8 maggio 2002 (seduta pom. n. 19), il 25 luglio 2002 (seduta ant. n. 29)

Convalida dei risultati elettorali generali della regione Toscana il 20 febbraio 2002 (seduta

nott. n. 16)

Elezione contestata nella regione Toscana (Giorgio Malentacchi) il 25 luglio 2002 (seduta ant.

n. 29) (per dichiarazione di voto)

Elezione contestata nella regione Emilia-Romagna (Gianluigi Magri) il 20 febbraio 2002

(seduta nott. n. 16), il 20 febbraio 2002 (seduta nott. n. 16) (per dichiarazione di voto)

Costituzione in giudizio in un conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, in relazione ad un

ricorso presentato dalla Camera dei deputati davanti alla Corte costituzionale il 4 luglio 2001

(seduta pom. n. 2)

Page 18: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

18

Costituzione in giudizio del Senato della Repubblica per resistere in due conflitti di

attribuzione sollevati dal Tribunale di Roma il 1 agosto 2001 (seduta pom. n. 4)

Costituzione in giudizio del Senato della Repubblica per resistere in due conflitti di

attribuzione sollevati dal Tribunale di Milano il 1 dicembre 2004 (seduta ant. n. 72)

Costituzione in giudizio del Senato per resistere in tre conflitti di attribuzione sollevati dal

Tribunale di Napoli, dalla Corte di appello di Genova e dal Tribunale di Milano il 15 dicembre

2004 (seduta ant. n. 74)

Costituzione in giudizio del Senato per resistere in un conflitto di attribuzione sollevato dal

Tribunale di Treviso. Costituzione in giudizio del Senato per resistere in un conflitto di

attribuzione sollevato dalla Corte d'appello di Milano il 19 gennaio 2005 (seduta ant. n. 75)

Esame della richiesta di deliberazione sull'insindacabilità delle opinioni espresse, avanzata dal

senatore Piergiorgio Stiffoni, in relazione al procedimento penale n. T99/002511 RGNR

pendente nei suoi confronti presso il Tribunale di Padova il 5 dicembre 2001 (seduta pom. n.

10)

Seguito e conclusione della discussione sulle comunicazioni rese dal Presidente il 7 settembre

e il 23 novembre 2005 il 13 dicembre 2005 (seduta pom. n. 91)

Interventi nella 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale)

Comunicazioni del governo

Comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulle linee programmatiche del

suo dicastero il 18 luglio 2001 (seduta pom. n. 7)

Sindacato ispettivo

Svolgimento dell'interrogazione n. 3-01043, sull'intervenuta riduzione, ad opera del decreto

legislativo n. 297 del 2002, del termine di comunicazione dell'assunzione dei lavoratori ai

Centri per l'impiego il 4 febbraio 2004 (seduta pom. n. 220)

Interventi vari

Indagine conoscitiva sulla condizione dei lavoratori anziani il 6 novembre 2002 (seduta pom.

n. 114), il 6 luglio 2005 (seduta pom. n. 326) (per dichiarazione di voto)

Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 329 "Schema di decreto legislativo

recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge 23 luglio 1991, n. 223 in materia di

licenziamenti collettivi"" il 2 marzo 2004 (seduta pom. n. 229)

Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 522 "Schema di decreto legislativo

recante disciplina delle forme pensionistiche complementari" il 19 luglio 2005 (seduta pom. n.

329), il 14 settembre 2005 (seduta pom. n. 335), il 21 settembre 2005 (seduta pom. n. 337)

Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 548 "Schema di decreto legislativo

recante: "Totalizzazione dei periodi assicurativi, in attuazione della delega conferita

dall'articolo 1, commi 1, lettera d) e 2, lettera o), della legge 23 agosto 2004, n. 243"" il 19

ottobre 2005 (seduta ant. n. 346)

Page 19: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

19

Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 550 "Schema di decreto legislativo

recante disciplina delle forme pensionistiche complementari" il 19 ottobre 2005 (seduta pom.

n. 347)

Nomina ex art. 1 legge n. 14 del 1978 n. 107 "Proposta di nomina del dott. Luigi Scimìa a

Presidente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione - COVIP" il 30 giugno 2004

(seduta pom. n. 260)

Sull'attentato terroristico di cui è rimasto vittima il prof. Marco Biagi il 20 marzo 2002 (seduta

pom. n. 61)

Sui lavori della Commissione il 6 novembre 2001 (seduta pom. n. 26)

Page 20: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

20

DISEGNI DI LEGGE

Page 21: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

21

N. 2156 (Concluso l'esame da parte della Commissione)

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, BAIO DOSSI, BASILE, BATTAFARANO,

BATTAGLIA Giovanni, BATTISTI, BOCO, BONGIORNO, CAVALLARO, CHINCARINI,

CORTIANA, COSSIGA, COVIELLO, DALLA CHIESA, DANIELI Paolo, DATO, DE

PAOLI, DE PETRIS, DE ZULUETA, DENTAMARO, DETTORI, DI SIENA, D’IPPOLITO,

DONATI, FILIPPELLI, FLAMMIA, FRAU, GAGLIONE, GARRAFFA, LIGUORI,

MALABARBA, MARITATI, MASSUCCO, MELELEO, MUZIO, PALOMBO,

RIPAMONTI, RUVOLO, SALZANO, SODANO Tommaso, TREU, TUNIS, VALLONE e

ZANCAN

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 2 APRILE 2003

———–

Modifica dell’articolo 9 della Costituzione, in materia di tutela costituzionale della flora, della

fauna e dell’ambiente nonché della dignità degli animali

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge mira ad inserire la tutela della flora, della fauna e

dell’ambiente, nonché la dignità degli animali, nella Costituzione italiana. L’articolo 9, comma 2,

della Costituzione, infatti, prevede già che la Repubblica «tutela il paesaggio e il patrimonio storico

e artistico della nazione». Si tratta di ampliare proprio questa formulazione ben pensata dai padri

costituzionali nel 1947, ma non più adatta ad una visione più ampia di tutela ambientale

comprendente anche gli esseri viventi.

Il primo firmatario del presente disegno di legge ha avuto l’opportunità di approfondire la

materia della tutela degli animali avendo presentato già nel 1986 una legge della Provincia

Autonoma di Bolzano, ispirata all’impostazione dei paesi più progrediti nel settore (legge 8 luglio

1986, n. 16). La citata legge provinciale è stata allora in Italia la prima legge che ha riconosciuto la

tutela degli animali quali interesse pubblico, ha istituito asili per animali, promosso l’attività di

tutela, supportato le associazioni protezionistiche ed infine previsto una serie di norme basilari per

il rispetto degli esseri viventi. La citata legge provinciale n. 86 del 1986 ha trovato grande

riconoscimento ben oltre i livelli nazionali.

Il Protocollo sulla protezione ed il benessere degli animali, allegato al Trattato che istituisce la

Comunità europea, approvato ad Amsterdam nel 1997, ratificato ai sensi della legge 16 giugno

1998, n. 209, già nella parte motiva riconosce gli animali come esseri senzienti ed afferma che la

Comunità e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli

animali.

Vi è poi il recente esempio giunto dal Bundestag tedesco che ha approvato praticamente

all’unanimità una modifica costituzionale inserendo gli animali fra i soggetti ai quali deve essere

rivolta tutela. Le parole «e degli animali» sono state aggiunte, infatti, alla frase della legge

fondamentale tedesca nella quale si parla dell’obbligo dello Stato a rispettare e proteggere la dignità

degli esseri umani.

Anche la Confederazione elvetica, all’articolo 120 della propria Costituzione, nell’ambito del

capitolo sull’ingegneria genetica, afferma fra l’altro che «(...) tiene conto della dignità della

creatura nonché della sicurezza dell’essere umano, degli animali e dell’ambiente e protegge la

varietà genetica delle specie animali e vegetali».

In Italia la legge 14 agosto 1991, n. 281, afferma fin dal primo articolo che «lo Stato promuove e

disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i

maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e

di tutelare la salute pubblica e l’ambiente». Manca però ogni riferimento costituzionale.

Page 22: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

22

La consapevolezza che gli animali sono soggetti verso i quali l’umanità rivolge maggiore

attenzione per un cammino comune sempre più solidale, di rispetto e di tutela della dignità,

coinvolge sempre maggiori porzioni dell’opinione pubblica. Prenderne atto è un dovere che trova

nella modifica costituzionale che proponiamo un punto alto e che accomuna princìpi etici e princìpi

ecologici nella tutela della fauna selvatica e degli animali domestici.

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

Art. 1.

1. Il secondo comma dell’articolo 9 della Costituzione è sostituito dal seguente:

«Tutela la flora, la fauna, il paesaggio, l’ambiente ed il patrimonio storico ed artistico. Promuove

il rispetto degli animali e la tutela della loro dignità».

Page 23: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

23

N. 2519 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, SALZANO, CARRARA, CAVALLARO, PEDRIZZI,

BATTISTI, D’AMBROSIO, FORLANI, GUBERT e BAIO DOSSI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 2 OTTOBRE 2003

———–

Ripristino degli effetti civili per le festività religiose soppresse

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge prevede il ripristino degli effetti civili di alcune

festività molto importanti per la tradizione e la storia stessa del nostro Paese. Si tratta di feste

religiose, espressione della tradizione di fede e di cultura della comunità, tuttora festeggiate in molti

paesi europei. È un omaggio alle persone credenti che possono così celebrare nuovamente le

ricorrenze religiose, e un giusto riconoscimento dei valori cristiani. È però anche un omaggio per i

non credenti che possono dedicare le giornate alle attività di tempo libero. Queste ricorrenze sono

state festeggiate in Italia fino al 1977, anno in cui per legge i giorni della loro celebrazione –

insieme a quelli di altre festività – hanno cessato di essere festivi.

La ratio sottesa alla legge 5 marzo 1977, n. 54, si richiamava ad una volontà di gestire il Paese

con una maggiore «austerità»: gli anni ’70, infatti, sono gli anni in cui si inizia a parlare di crisi

petrolifera (ricordiamo le domeniche senza auto e quelle in cui si poteva circolare solo con i veicoli

con targhe pari o solo con quelli con targhe dispari), la disoccupazione inizia a far sentire i suoi

effetti e l’inflazione corrode gli stipendi.

L’Italia rallenta la sua crescita economica e, improvvisamente, si trova a dover fare i conti con

gli effetti di una gestione del boom degli anni ’60 quantomeno poco accorta. Tra i provvedimenti

che vennero presi per cercare di ripristinare una gestione più rigorosa, possiamo annoverare anche

la citata legge n. 54 del 1977, con la quale si ridusse il numero delle festività ritenendo che esse

incidessero in maniera negativa sulla produttività sia delle aziende che del pubblico impiego.

Negli anni successivi si è assistito ad un’inversione di tendenza, anche perchè si è compreso che

l’austerità non aveva prodotto l’auspicato aumento di produttività nelle aziende e che i problemi

economici andavano risolti in un’altra maniera: certamente non eliminando alcuni giorni di festività

che, in ogni caso, devono poi essere pagati oppure recuperati e, quindi, aggiunti al periodo delle

ferie ordinarie.

Si può inoltre prevedere un aumento delle attività di svago e di turismo se le ricorrenze si

abbinano ai fine settimana, il che può incidere positivamente allo sviluppo economico del Paese.

Nel 1985, dunque, è stata reintrodotta la festività dell’Epifania, mentre nel 2001 una

mobilitazione altrettanto forte da parte dell’opinione pubblica ha condotto al ripristino della festa

nazionale della Repubblica.

La reintroduzione delle festività soppresse è da considerare con favore anche alla luce del fatto

che esse appartengono alla nostra cultura, al patrimonio religioso di tanti cittadini, oltre che alla

nostra storia: tali ricorrenze devono poter essere celebrate anche con effetti civili da tutti gli italiani,

così come avviene in molti Paesi europei, e sul loro significato intrinseco sarebbe auspicabile

un’attenta riflessione.

Alla luce delle considerazioni svolte, il presente disegno di legge prevede all’articolo 1 il

ripristino degli effetti civili delle festività di S. Giuseppe, dell’Ascensione, del Corpus Domini e dei

SS. Apostoli Pietro e Paolo su tutto il territorio nazionale.

Page 24: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

24

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono nuovamente considerati

giorni festivi agli effetti civili, su tutto il territorio nazionale, le seguenti festività religiose: S.

Giuseppe; Ascensione; Corpus Domini, SS. Apostoli Pietro e Paolo.

Page 25: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

25

N. 3308 (Testo assorbito da 3328, approvato e diventato legge n. 262/2005)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, ANDREOTTI,

ROLLANDIN, BETTA, MICHELINI, FRAU, PEDRINI, FRANCO Paolo, MONTI, VANZO,

BEDIN, IERVOLINO, MORO, MODICA, FLAMMIA, LONGHI, CORTIANA,

COVIELLO, VIVIANI, IOVENE, BISCARDINI, FABRIS, DANZI, BRUNALE,

MAFFIOLI, CHINCARINI e VALLONE

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 17 FEBBRAIO 2005

———–

Norme in materia di risparmio e dei depositi bancari e finanziari non rivendicati giacenti presso le

banche e le imprese di investimento

———–

Onorevoli Senatori. – La legislazione italiana presenta una lacuna in quanto è priva di norme che

impongano agli istituti finanziari in generale, ed in particolare alle banche, di registrare le

generalità degli eredi beneficiari degli intestatari di depositi di valore quali per esempio conti

correnti, libretti di risparmio, titoli di credito, fondi d’investimento nonchè oggetti di valore nelle

cassette di sicurezza. Si prenda ad esempio chi, dopo aver aperto un conto corrente bancario, non ne

faccia più uso per un numero imprecisato di anni; in casi come questo le banche non sempre

riescono o si impegnano a scoprire cosa sia accaduto a questo cliente «silenzioso».

Ne consegue che si accumulano ingenti somme presso gli istituti finanziari, i cosiddetti «conti

dormienti», spesso all’insaputa dei legittimi eredi. Il problema va affrontato dando una soluzione

che definisca in modo chiaro come debbano procedere gli istituti finanziari per poter contattare gli

eredi beneficiari dei depositi di valore nel caso in cui il contatto con il cliente si sia interrotto, onde

evitare che gli averi dei depositanti rimangano in possesso degli istituti finanziari per un tempo

indefinito.

Il disegno di legge vuole includere tutte le imprese di investimento e banche presso le quali si

possono depositare contanti, valori, fondi e beni mobili rappresentati da oggetti di valore quali i

gioielli, ma anche opere d’arte ed altri beni, senza esclusione alcuna.

Nel capo I viene definito il campo di applicazione della legge, che introduce l’obbligo per

l’istituto finanziario di registrare pena una sanzione amministrativa il cui ammontare è indicato

all’articolo 10, le generalità degli eredi dell’intestatario del deposito al momento della stipulazione

del contratto.

Con il capo II vengono definite le modalità della procedura di restituzione dei depositi giacenti

presso le imprese di investimento o le banche.

Trascorsi cinque anni durante i quali non ci siano stati contatti tra l’istituto finanziario e il cliente

depositante, l’istituto finanziario è obbligato ad avviare una ricerca del cliente e dei suoi eredi

beneficiari (articoli 2, 3 e 4). Gli articoli 5, 6 e 7 dispongono adeguate forme di pubblicità circa i

depositi giacenti, e l’articolo 8 chiarisce a chi vadano addebitate le spese. Nel caso venga certificato

il decesso dell’intestatario e non risultino eredi dello stesso si procede a devolvere il deposito al

Comune di ultima residenza del de cuius (articolo 9).

Le disposizioni transitorie stabiliscono che siano soggetti alla nuova disciplina che si intende

introdurre anche i beni depositati presso gli istituti finanziari prima dell’entrata in vigore della

legge. Stabilisce altresì che per i depositi in essere gli istituti finanziari hanno a disposizione un

anno per informare i loro clienti depositanti dell’obbligo di registrazione delle generalità dei propri

eredi (articolo 11).

Page 26: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

26

DISEGNO DI LEGGE

Capo I

PRINCIPI GENERALI

Art. 1.

(Finalità ed obblighi)

1. La presente legge ha lo scopo di salvaguardare i beneficiari di depositi presso imprese di

investimento e banche, nel caso di decesso dei titolari dei depositi stessi, introducendo l’obbligo

legale di indicare nel contratto di deposito gli eredi beneficiari.

2. A tale fine tutte le imprese di investimento e le banche, al momento della stipulazione di un

contratto, sono obbligate a registrare le generalità degli eredi beneficiari degli intestatari dei

depositi di ogni natura.

3. Il depositante ha l’obbligo di comunicare le generalità degli eredi beneficiari dei beni

depositati e di informare l’impresa di investimento o la banca su ogni eventuale variazione, anche

riguardante il domicilio o il recapito delle persone interessate.

Capo II

RESTITUZIONE DEI DEPOSITI

GIACENTI

Art. 2.

(Comunicazioni all’intestatario del deposito o agli eredi beneficiari)

1. Nel caso in cui per cinque anni consecutivi decorrenti dalla data di libera disponibilità dei

valori depositati non siano state compiute operazioni ad iniziativa del depositante o di terzi da

questo delegati, la banca o l’impresa di investimento inviano un avviso all’intestatario del deposito

stesso, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento indirizzata all’ultimo domicilio

conosciuto.

Art. 3.

(Certificazione di esistenza in vita)

1. Qualora nei novanta giorni successivi all’invio dell’avviso di cui all’articolo 2 l’impresa di

investimento o la banca non ricevano notizie dell’intestatario del deposito, esse richiedono ai

competenti servizi anagrafici del comune dell’ultima residenza conosciuta una certificazione che ne

attesti l’esistenza in vita e il domicilio.

Art. 4.

(Accertamento della successione e avviso agli aventi diritto)

1. Ove l’intestatario del deposito risulti deceduto, o non siano state ottenute le informazioni

richieste, la banca o l’impresa di investimento provvedono a contattare la persona o le persone

indicate come eredi beneficiari nel contratto di deposito. Qualora, sulla base delle informazioni

ottenute, venga accertata la sussistenza del diritto alla successione, l’impresa di investimento o la

banca provvedono a rendere effettiva la titolarità del deposito in capo agli interessati.

2. In caso di documentazione incompleta l’impresa di investimento o la banca chiedono alla

cancelleria del tribunale e all’ufficio del registro territorialmente competenti di comunicare quanto

risulti circa la successione dell’intestatario del deposito. Possono altresì chiedere agli uffici

anagrafici del comune ove è stata aperta la successione di rilasciare un certificato relativo allo stato

di famiglia del defunto. Qualora, sulla base delle informazioni acquisite, venga accertata l’esistenza

di eredi, la banca o l’impresa di investimento comunicano loro l’esistenza del deposito mediante

lettera raccomandata con avviso di ricevimento.

Art. 5.

(Pubblicazione del deposito)

1. Se dalle ricerche effettuate a norma dell’articolo 4 non risulti l’esistenza di eredi

dell’intestatario del deposito, o qualora essi siano irreperibili, l’impresa di investimento o la banca

provvedono alla pubblicazione di un avviso, recante esclusivamente il nome, la data e il luogo di

Page 27: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

27

nascita dell’intestatario del deposito giacente, da esporre nei locali aperti al pubblico degli istituti

stessi per un periodo di sessanta giorni.

Art. 6.

(Elenco dei depositi)

1. L’elenco dei depositi intestati a defunti, o presunti defunti, relativamente ai quali siano state

inutilmente esperite le ricerche prescritte dagli articoli 2, 3 e 4 è pubblicato entro il 31 marzo di

ciascun anno sulla Gazzetta Ufficiale a cura delle associazioni di categoria degli istituti finanziari,

mediante avviso cumulativo. Tale avviso è altresì pubblicato su due quotidiani a diffusione

nazionale, di cui uno economico, nonchè in forma elettronica secondo le modalità stabilite dalla

Banca d’Italia.

Art. 7.

(Libretti di deposito)

1. Per i libretti di deposito al portatore, da cui non risulta l’identità del depositante, trascorso il

termine indicato all’articolo 2 le banche o le imprese di investimento procedono a norma degli

articoli 5 e 6. In questo caso la pubblicazione e l’avviso cumulativo contengono la sola indicazione

dei dati identificativi del libretto, nonchè la data ed il luogo in cui esso è stato aperto.

Art. 8.

(Spese)

1. Le spese relative alle procedure di ricerca degli intestatari dei depositi e dei loro eredi

beneficiari, opportunamente contabilizzate, vengono addebitate sui depositi medesimi.

Art. 9.

(Devoluzione dei depositi giacenti)

1. Decorso senza esiti un anno dalla pubblicazione degli avvisi previsti dagli articoli 5 e 6, il

deposito giacente presso la banca o l’impresa di investimento e non rivendicato, viene devoluto al

comune di ultima residenza dell’intestatario del deposito stesso.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze stabilisce, con proprio decreto, le modalità per

l’attuazione delle disposizioni di cui al comma 1.

Art. 10.

(Sanzioni)

1. La violazione delle disposizioni di cui ai capi I e II sono punite con la sanzione amministrativa

pecuniaria pari al triplo del valore del deposito risultante all’atto della sua rilevazione.

Capo III

NORME TRANSITORIE

Art. 11.

(Depositi in essere)

1. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge le imprese di investimento e

le banche sono obbligate a richiedere a tutti i clienti intestatari di depositi informazioni circa le

generalità dei propri eredi beneficiari.

2. Le disposizioni di cui al capo II si applicano anche ai depositi già esistenti alla data della

entrata in vigore della presente legge.

Page 28: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

28

N. 3392 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, CHINCARINI,

PEDRAZZINI, VANZO, BRIGNONE, AGONI, PESSINA, MANZELLA, FORLANI,

PEDRINI, BOREA, D’AMBROSIO, GRILLOTTI e GUBERT

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 14 APRILE 2005

———–

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d’Austria per la

realizzazione di un tunnel ferroviario di base sull’asse del Brennero, fatto a Vienna il 30 aprile 2004

———–

Onorevoli Senatori. – La situazione del traffico attraverso le Alpi è risultata, a partire dagli anni

ottanta, sempre più difficile e il corridoio del Brennero costituisce da sempre l’asse di collegamento

nord-sud maggiormente utilizzato per il trasporto di merci a lunga percorrenza. Nel 1999, 1,55

milioni di automezzi pesanti hanno trasportato, attraverso il Brennero, 25,2 milioni di tonnellate di

merce con un aumento del 47 per cento rispetto al 1993. Il traffico merci totale lungo il Brennero è

stato pari, nel 1999, a 33,4 milioni di tonnellate. I dati invece che si riferiscono al trasporto merci

solo su rotaia sono, se paragonati a queste cifre, molto più ridotti, parliamo nel 2001 soltanto di 8,2

milioni di tonnellate circa. Le previsioni per il 2015 riguardanti il traffico merci complessivo

(strada e rotaia) parlano di circa 50 milioni di tonnellate. Abbiamo voluto citare queste cifre in

apertura della presente relazione di accompagnamento del disegno di legge di ratifica dell’Accordo

tra la Repubblica italiana e la Repubblica d’Austria del 2004 per la realizzazione del tunnel

ferroviario di base sull’asse del Brennero, come elemento di profonda riflessione sulle

problematiche inerenti il preoccupante aumento del traffico su gomma nell’arco alpino e le

conseguenze ineluttabili di tale movimento sull’ecosistema delle zone interessate e sulla qualità

della vita delle popolazioni residenti. Per questi motivi nel luglio del 1986 a Roma i governi della

Germania, dell’Austria e dell’Italia firmarono un protocollo di intesa per avviare lo studio di

fattibilità per il nuovo valico ferroviario del Brennero; infatti l’unica soluzione esistente

all’aumento repentino del traffico su gomma nell’asse del Brennero è quello del potenziamento

dell’asse ferroviario comprendente anche la costruzione della galleria di base del Brennero. Lunga

56 chilometri, questa costituisce il cuore dell’asse Monaco di Baviera-Verona, inserito nel

collegamento ferroviario ad alta velocità per il trasporto combinato nord-sud Berlino-Napoli.

Nel corso degli anni novanta sono stati portati avanti gli studi di fattibilità per la galleria ed è

stato costituito un Gruppo europeo di interesse economico denominato «GEIE Galleria di base del

Brennero (BBT)» composto da due soci, la Brenner Eisenbahn GmbH (Beg) e Ferrovie dello Stato

Spa (FS).

In Italia, ai sensi dell’articolo 55, comma 13, della legge n. 449 del 1997 la società Autostrada

del Brennero Spa è stata autorizzata a costituire riserve in base a un proprio programma economico-

finanziario, destinate al rinnovo della infrastruttura ferroviaria sull’asse del Brennero. Questo

innovativo sistema di finanziamento delle opere è contenuto anche nel Libro bianco della

Commissione europea del 12 settembre 2001 riguardante la politica europea dei trasporti fino al

2010, che pone il trasporto ferroviario al centro della futura politica europea dei trasporti.

Completata la prima fase relativa al progetto, i due Governi italiano e austriaco hanno deciso di

procedere con una seconda fase per il completamento e la progettazione della galleria, in un vertice

che si è svolto a Vienna il 1º aprile 2003 e si è concluso con una dichiarazione congiunta del

Ministro delle infrastrutture e dei trasporti italiano ed il Ministro federale dei trasporti,

dell’innovazione e della tecnologia austriaco. Tutto ciò ha portato alla firma il 30 aprile 2004 a

Page 29: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

29

Vienna presso l’ambasciata italiana di un Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica

d’Austria per la realizzazione di un tunnel ferroviario di base sull’asse del Brennero. Il presente

disegno di legge di ratifica dell’Accordo di Vienna intende essere un sollecito al Governo italiano a

porre all’ordine del giorno del Parlamento il proprio disegno di legge di ratifica dell’Accordo in

questione, allo stato non ancora presentato, per giungere in tempi rapidissimi all’approvazione del

testo in questione, anche perché in Austria nel giugno del 2004 il Comitato trasporti del Parlamento

ha già approvato una legge federale che prepara il terreno per la costruzione della galleria di base

del Brennero, decisione confermata in data 22 luglio 2004 dal Bundesrat austriaco. Per quanto

riguarda i contenuti specifici dell’Accordo, l’articolo 1 precisa che le Parti si impegnano a

promuovere la costruzione delle opere necessarie alla realizzazione di un tunnel ferroviario

finalizzato al transito misto merci/viaggiatori, la cui entrata in servizio dovrà avere luogo entro il

2015. Con l’articolo 2 si stabiliscono le definizioni in particolare di «progetto» e di «parte

comune», per la quale si deve intendere l’insieme delle opere, impianti e attrezzature costruiti e da

costruire nel tracciato della galleria con il relativo elenco. L’articolo 3 chiarisce quale è l’ambito di

applicazione dell’Accordo che si riferisce a tutte le fasi del progetto fino alla messa in esercizio.

Nell’articolo 4 vengono definiti quali devono essere, da parte del promotore (la BBT SE), gli studi

e le ricognizioni da effettuare nella seconda fase, iniziata il 1º aprile 2003 e che si dovrà concludere

entro tre anni. L’articolo comprende anche l’elenco delle attività propedeutiche per la realizzazione

della parte comune. L’articolo 5 contiene la trasformazione della Commissione bilaterale (CB) in

Commissione intergovernativa (CIG) con l’entrata in vigore del presente Accordo, che avrà il

compito di formulare ai rispettivi Governi proposte in ordine alle successive fasi. Con l’articolo 6 si

vuole definire la figura del Promotore. Il GEIE BBT è trasformato, con le modalità previste dalla

legislazione europea e nazionale, in Società per azioni europea (SE) che avrà sede durante la fase di

progettazione a Innsbruck con sede secondaria a Bolzano, mentre durante la fase di costruzione e

fino alla messa in esercizio della galleria avrà sede a Bolzano con sede secondaria a Innsbruck.

Dopo la messa in esercizio la Società europea o quella che ne avrà la gestione avrà la sede a

Innsbruck. L’articolo 7 reca alcune disposizioni demaniali e fondiarie relative all’appartenenza

delle opere, delle acque o dei minerali eventualmente ritrovati durante i lavori effettuati. L’articolo

8 dispone che per l’applicazione di leggi e di regolamenti ci si riferisce all’ordinamento giuridico in

vigore nei rispettivi Stati. Nell’articolo 9 sono esposte le norme riguardanti il finanziamento. Gli

studi generali della parte comune del progetto qualora non fossero finanziati dalla sovvenzione

comunitaria, sono finanziati in parti uguali dai due Stati. Per il finanziamento delle fasi successive

le Parti chiederanno la concessione di sovvenzioni comunitarie impegnandosi, in mancanza di

queste, a fare ricorso per il residuo finanziamento a mezzi privati del modello PPP (partenariato

pubblico privato). La Parti si impegnano per un finanziamento incrociato per assicurare la copertura

finanziaria della costruzione della galleria di base del Brennero. Dopo la messa in esercizio della

galleria i costi saranno suddivisi in parti uguali, qualora non sia stato preso altro accordo in merito.

L’articolo 10 disciplina l’eventuale verificarsi di controversie, da risolvere da parte delle

amministrazioni competenti degli Stati contraenti oppure in via diplomatica. L’ultimo articolo del

presente Accordo disciplina l’entrata in vigore dello stesso. Ciascuna delle Parti deve notificare

all’altra il completamento delle procedure costituzionali previste per l’entrata in vigore

dell’Accordo che avrà validità a partire dal primo giorno del secondo mese successivo a quello

della ricezione della seconda delle due notifiche. Vista l’importanza del provvedimento ne

auspichiamo la rapida approvazione.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l’Accordo tra la Repubblica italiana e

la Repubblica d’Austria per la realizzazione di un tunnel ferroviario di base sull’asse del Brennero,

fatto a Vienna il 30 aprile 2004.

Page 30: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

30

Art. 2.

1. Piena ed intera esecuzione è data all’Accordo di cui all’articolo 1 a decorrere dalla data della

sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall’articolo 11 dell’Accordo stesso.

Art. 3.

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 36.000 euro annui a

decorrere dal 2005, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai

fini del bilancio triennale 2005-2007, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente

«Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno

2005, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le

occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 4.

1. Gli eventuali introiti derivanti dal contributo della Comunità europea per i progetti della rete

transeuropea di infrastruttura dei trasporti sono versati allo stato di previsione dell’entrata del

bilancio dello Stato per il tramite del fondo di rotazione di cui alla legge 16 aprile 1987, n. 183, e

successive modificazioni, per essere riassegnati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ai

sensi dell’articolo 13, comma 1, della legge 1º agosto 2002, n. 166

Art. 5.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 31: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

31

INTERVENTI IN ASSEMBLEA

SU DISEGNI DI LEGGE

Page 32: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

32

S 16 Disposizioni per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani all'estero

PETERLINI (Aut). Il Gruppo nella sua interezza condivide il nobile obiettivo del disegno di legge e

apprezza l'impegno del ministro Tremaglia per rendere effettivo il diritto di voto degli italiani nel

mondo. Alcuni componenti del Gruppo esprimono però perplessità su talune modalità attuative,

particolarmente sulla eccessiva ampiezza delle ripartizioni elettorali ritenendo preferibile il voto per

corrispondenza generalizzato, che avrebbe rafforzato il legame fra gli italiani all'estero e la regione

di provenienza. Pertanto alcuni senatori del Gruppo voteranno a favore mentre altri si asterranno,

anche se tutti riconoscono che il disegno di legge rappresenta un passo in avantipositivo.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo per esprimere la nostra posizione sul disegno di

legge per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero.

Desideriamo sottolineare - e su questo punto il Gruppo è unanime - che condividiamo il nobile

obiettivo espresso nel disegno di legge al nostro esame. Vorremmo anche riconoscere al ministro

Tremaglia il suo grande impegno per realizzare quanto già previsto in Costituzione e rispondere

alle grandi aspettative degli italiani nel mondo, a cui in questa occasione esprimiamo la nostra

solidarietà e amicizia.

Nutriamo però alcune perplessità sul modo in cui viene realizzato questo nobile obiettivo.

Un'elezione per così grande aree rischia di perdere il senso vero delle elezioni, cioè quello di farsi

rappresentare, con un contatto diretto, da chi si conosce e da chi condivide le proprie idee politiche.

A chi vive in Africa può capitare di doversi fare rappresentare da un cittadino delle Filippine,

magari, o del Giappone.

Per noi, e questo è un altro punto critico, sarebbe stato preferibile introdurre il voto di

corrispondenza generalizzato, che avrebbe consentito di garantire in ogni caso al cittadino, in Italia

e all'estero, sia la partecipazione attiva, come elettore, sia la partecipazione passiva, come

candidato.

In tal modo, si sarebbe realizzato un altro obiettivo che in tale disegno di legge non si ritrova, cioè

il mantenimento di un legame tra il territorio, la regione di provenienza del cittadino e la sua attuale

nuova residenza all'estero.

Questo legame va perduto; per tale ragione sarebbe stato opportuno che ogni cittadino potesse

scegliere se votare candidati della circoscrizione Estero oppure candidati, ad esempio, del Veneto o

del Trentino-Alto Adige Südtirol, esprimendo così il proprio rapporto con il territorio.

Riconosciamo che l'obiettivo è stato realizzato seppure con alcune difficoltà. Il voto del Gruppo Per

le Autonomie sarà articolato, differenziato: gran parte dei senatori si esprimeranno a favore, altri,

per le perplessità espresse, si asterranno, pur riconoscendo che è stato fatto un passo in avanti.

S. 112 Norme in materia di procreazione assistita

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, quello che si conclude con questa dichiarazione di voto sul

provvedimento in materia di procreazione assistita è stato un dibattito aperto e ha costituito

sicuramente un arricchimento per questo Parlamento.

I senatori delle diverse correnti politiche hanno espresso la loro posizione personale, spesso anche

divergente da quella del loro Gruppo e partito di appartenenza, dando così espressione diretta e

immediata al dibattito che si svolge in tutto il Paese su questo tema assai delicato.

Page 33: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

33

Qualche organo di stampa aveva lamentato le spaccature all'interno della maggioranza e

dell'opposizione. Non ritengo che possano essere definite in questo modo, sono invece espressioni

di voto secondo la propria coscienza e la propria convinzione, indipendentemente dal fatto che

siano state a favore o contrarie al disegno di legge: devo dire che ho rispetto di tutte le posizioni.

Mi permetterei di dire che hanno vinto il Parlamento e la democrazia contro i soliti schieramenti di

maggioranza e di opposizione. Lo sottolineo perché questa posizione libera e al di fuori degli

schieramenti è esattamente la posizione che il Gruppo Per le Autonomie ha seguito fin dall'inizio

della legislatura, decidendo cioè di giudicare i provvedimenti proposti senza pregiudizi,

riservandoci di approvarli o respingerli secondo la loro qualità.

Non vogliamo e ci opponiamo a che questo dibattito sia considerato come uno scontro tra

maggioranza e opposizione; il disegno di legge deve risultare sostenuto non solo dalla maggioranza

ma dal Parlamento secondo scelte culturali trasversali, assunte da ciascuno, all'interno dei vari

Gruppi, secondo la propria coscienza.

Fatte salve diverse posizioni su determinati aspetti, secondo la coscienza dei singoli membri, la

posizione del Gruppo Per le Autonomie, nella sua maggioranza, è favorevole ai princìpi del disegno

di legge nel suo complesso. Voteremo pertanto tutti a favore della legge, come avevamo già

anticipato nel dibattito sui singoli articoli.

Siamo convinti della necessità di legalizzare la procreazione assistita per offrire a tante coppie

l'opportunità di generare figli e costituire una famiglia, siamo però convinti che un intervento così

delicato, che coinvolge aspetti etici, morali, sociali e legali, necessiti di regole chiare, che il disegno

di legge in esame intende istituire. Queste regole devono basarsi sul rispetto dei valori della vita,

della famiglia e del bambino.

Ha ragione naturalmente chi ha detto che il testo potrebbe essere migliorato; anche noi abbiamo

lamentato qualche aspetto all'interno del nostro Gruppo, ma il nodo fondamentale è il seguente:

l'embrione è o non è vita umana? La risposta non può essere politica, ma deve essere medica e

morale.

Se si tratta infatti di un essere umano, e di questo siamo convinti, deve essere protetto e non può

essere sacrificato neanche a favore di altri fini nobili come la ricerca, la medicina o la salvaguardia

di altra vita umana. È pertanto necessario definire i limiti della ricerca scientifica secondo princìpi

etici e valori culturali non solo strettamente cristiani, come qualcuno ha cercato di far intendere.

Il provvedimento, infatti, rappresenta un compromesso, che anche la Chiesa cattolica ha dovuto e

ha voluto accettare. La Chiesa cattolica in linea di principio non gradisce la fecondazione assistita

però ha accettato questo compromesso per porre limiti etici e morali ad una sperimentazione

selvaggia, al fine di salvaguardare la vita del nascituro. Sono questi i valori che devono condurre il

nostro operato; i valori non solo di chi si richiama al cristianesimo e al cattolicesimo ma anche di

chi crede nel rispetto della vita e dell'uomo.

Seppure in presenza di alcuni distinguo e posizioni differenziate sui singoli emendamenti, il

Gruppo per le autonomie voterà a favore del disegno di legge per convinzione cristiana e per

cultura umanistica. Siamo tutti convinti della necessità di offrire alle coppie la possibilità della

fecondazione assistita, ma nei limiti dei valori etici e del rispetto della vita umana. (Applausi dai

Gruppi Aut e FI).

S. 252 Modifica dell' articolo 67 della Costituzione

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, mi appello a lei. E' il collega Kofler, che in Commissione

affari costituzionali ha seguìto il disegno di legge di riforma costituzionale, ma ritengo giunto il

momento che i senatori, indipendentemente dalla propria appartenenza alla maggioranza o

all'opposizione, dicano ciò che pensano del testo.

Page 34: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

34

Non vorrei che il mio intervento fosse interpretato sulla base del rapporto tra opposizione e

maggioranza; intervengo come uomo che ama la cultura, che ha frequentato il liceo classico, come

tanti di noi, che ha studiato la storia, ha studiato il Senato romano, per otto anni ha tradotto i

discorsi di Cicerone contro Catilina dal latino al tedesco ma anche in italiano, ricorda i discorsi di

Catone contro Cartagine e l'episodio di Appio Claudio Cieco, che si fece accompagnare in Senato

per ammonire contro le devastanti condizioni poste da Pirro.

Tutti noi che lavoriamo in queste bellissime aule del Senato ricordiamo il pittore Maccari, che ci ha

regalato preziose raffigurazioni dello storico Senato romano. Ebbene, noi rischiamo di passare alla

storia come coloro che hanno abolito il Senato, come barbari che non riconoscono la dignità della

cultura e la tradizione del Senato.

Mi esprimo con chiarezza, senza eufemismi, e quindi non parlo di eutanasia come ha fatto il

senatore Angius. Rischiamo di comportarci come quei barbari raffigurati da Maccari che,

avvicinandosi a un senatore rimasto immobile nella sua dignità, vogliono toccarlo per vedere se è

un uomo o una statua.

Proporrei a questo punto non solo di tornare a discutere in Commissione, ma anche di invitare i

senatori ad una visita guidata della sala Maccari, per ricordarci le radici storiche del Senato.

Aboliamo questa Camera per un fine apparentemente molto nobile, quello di trasformarla nel

cosiddetto Senato federale, espressione delle Regioni, per dare più federalismo al nostro Paese. Se

fosse così, si potrebbe accettare questo sacrificio storico-culturale, anche se spontaneamente mi

chiedo perché proprio il Senato debba essere trasformato in Camera delle Regioni e non debba

esserlo la Camera, che ha meno storia e tradizione rispetto al Senato.

Il Senato, pur nella parità di funzioni, nella Costituzione italiana riveste un ruolo superiore. Il

Presidente del Senato è la seconda carica dello Stato, il vicario del Presidente della Repubblica e

ogni senatore rappresenta il doppio degli elettori rispetto ai deputati: dico questo senza voler

sminuire l’importanza e il ruolo della Camera.

Ripeto: se potessimo realizzare un vero disegno federalista, si potrebbe accettare questo sacrificio

di autoabolizione, anche se sofferta e spero che i senatori soffrano, perché nessun organo si

autoelimina volentieri. Tuttavia, lo faremmo anche noi, perché siamo autonomisti convinti, con una

grande storia e tradizione di autonomia e conosciamo i pregi delle autonomie funzionanti.

Conosciamo il modello tedesco e quello austriaco e sappiamo che il Governo di un’autonomia è più

vicino alla gente, più sensibile ai problemi concreti, e - se gestito bene - anche più efficiente.

Conosciamo però anche il Bundesrat austriaco e tedesco e sappiamo che in verità esso conta

pochissimo nei modelli ai quali ci stiamo avvicinando. Infatti, in Germania è già in atto una grande

riforma al riguardo: il Bundesrat conta poco o niente ed è un organo che ha praticamente un diritto

di veto, ma non definitivo; quindi, può ritardare la legislazione, ma non bloccarla.

L’espressione di questa valenza del Bundesrat tedesco la avvertiamo quando siamo in diretto

contatto con i deputati o con la popolazione tedesca. Se ognuno di noi - potete provarlo - si presenta

come senatore in Germania, viene considerato dai tedeschi il rappresentante di un Land: si sente

dire, cioè, che non fa parte del Bundestag, quasi a significare che fa parte "solo" del Bundesrat.

Nelle esperienze che abbiamo nei nostri vari contatti, difendiamo con un certo orgoglio il nostro

ruolo di senatori, sottolineando che in Italia il Senato è effettivamente equiparato all’altra Camera e

legifera, non è come il Bundesrat, ma è più simile al Senato americano, è un organo che ha la stessa

dignità del Bundestag, il cui Presidente addirittura - lo ripeto - è la seconda carica dello Stato. Ma

in futuro non potremo più correggere i nostri interlocutori in questo senso, dovremo ammettere che

il Senato l’abbiamo degradato.

Se trasformassimo veramente il Senato in un’espressione vera delle Regioni, potremmo anche

accettare questa riforma. Ma non è così; vi dico che questa è la brutta copia del Bundesrat degli

Stati nordici.

Una bella copia poteva essere una rappresentanza forte delle Regioni, un rafforzamento della già

esistente Conferenza Stato-Regioni con vere rappresentanze regionali, una vera Camera delle

Page 35: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

35

Regioni. Ma il Senato federale, come lo stiamo costruendo, non lo è: è una brutta copia, addirittura

- arrivo adesso alla Lega - il contrario.

Stiamo attenti a quali competenze resteranno al Senato. A parte qualche competenza di carattere

nazionale, che ora il relatore D'Onofrio cerca di salvare, il cuore delle competenze del Senato è

costituito dalle stesse attribuite alle Regioni nelle materie di competenza concorrente. In altre

parole, il Senato della Repubblica è condannato a fare leggi quadro per delimitare queste

competenze delle Regioni, per tagliarle, per fissare i princìpi direttivi e limitare con questo le

autonomie regionali.

Non basta. C'è un ulteriore strumento che dimostra quanto questo Senato non sia federale, ma il

contrario: l'interesse nazionale. Mentre nella vecchia Costituzione leggi regionali e provinciali

potevano essere impugnate (e lo sono anche secondo la nuova) davanti alla Corte costituzionale,

nonostante fosse richiamato nel nostro Statuto di autonomia anche l'interesse nazionale, nessun

Governo è andato davanti alle Camere usando questo strumento. Domani il Governo potrà

impugnare davanti al Senato federale tutte le leggi provinciali e regionali in base all’interesse

nazionale, con un termine che anche i giuristi non sanno classificare, perché non è preciso dal punto

di vista della terminologia giuridica, essendo un termine politico.

Cosa significa interesse nazionale? Noi, il Senato, oltre a dare la competenza di tagliare le

competenze regionali con legge quadro, diamo anche la competenza di rinviare e bocciare le leggi

regionali. Qui è l'equivoco. Che forma di Senato federale è questa? Per tutto questo dovremmo

sacrificare una grande storia e cultura?

Vorrei concludere con una battuta. Forse quando saremo nonni racconteremo ai nipoti di essere

stati senatori della Repubblica; se però realizziamo un tale progetto, sarà meglio non dirglielo.

Dovremmo ammettere che quel Senato che avremo fatto non è né il Senato delle Regioni, perché

limita le loro competenze, né il Senato storico che una volta ci dava tanto onore.

Voglio, infine, ricordare le parole del presidente Andreotti, che ha lanciato un monito in quest'Aula.

Egli ricordava la Costituente, ricordava come i Padri della nostra Costituzione seppero gestire la

costruzione della Costituzione italiana, trovando la mediazione sulle formule, trovando soluzioni

condivise da tutti e coinvolgendo tutti, anche le università. Era una sala di pensiero, di studio.

Noi stiamo procedendo, in quest'Aula, con emendamenti modificati da subemendamenti per

cambiare la Costituzione italiana. Signori, ci rendiamo conto che così non può essere? Spero non

debba essere un sudtirolese a dovervelo dire! (Applausi dai Gruppi Aut, Mar-DL-U e DS-U).

Stiamo facendo la Costituzione di una democrazia avanzata europea, che richiede studio e

approfondimento. Sono d'accordo che si torni in Commissione, ma chiedo con forza di passare ad

una fase costituente, con un organo bicamerale e approfondendo i temi che trattiamo. (Vivi applausi

dai Gruppi Aut, Mar-DL-U, DS-U, Verdi-U, Misto-SDI, Misto-AP-Udeur, Misto-Com e Misto-RC.

Congratulazioni).

S. 344 Istituzione delle corti d' appello di Sassari, Taranto e Bolzano

PETERLINI (Aut). Onorevole Presidente, onorevole sottosegretario Santelli, onorevole relatore

Bobbio, onorevoli colleghi, anch'io sono cofirmatario di uno dei provvedimenti in esame, essendo

convinto della necessità di accrescere l'efficienza e la funzionalità della giustizia. Prendo però la

parola per un particolare motivo.

Il disegno di legge prevede l'istituzione di una corte d'appello a Bolzano, dove al momento è

funzionante una sezione autonoma, ma, come risulta dagli atti della Commissione giustizia, proprio

Bolzano è stata stralciata dalla proposta della Commissione per un evidente malinteso.

Il malinteso è il seguente: da parte della Camera dei deputati è stata approvata la riforma

dell'ordinamento giudiziario in cui si prevede l'istituzione di una corte d'assise d'appello per la

Provincia di Bolzano. Si tratta, però, di cosa distinta; probabilmente vi è stata un po’ di confusione

Page 36: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

36

in Commissione e si è creduto che con ciò il problema di Bolzano fosse risolto, ma la corte d'assise,

naturalmente, non è la corte d'appello, che tratta altri affari.

Ho perciò evidenziato il problema (ho già avuto occasione di farlo, e ringrazio il senatore Bobbio e

il sottosegretario Santelli) e la necessità di eliminare tale malinteso e prevedere nuovamente, con

emendamenti che mi sono permesso di portare all'attenzione dell'Aula, l'istituzione della corte

d'appello di Bolzano.

Ciò soprattutto per il seguente motivo: oltre a tutti gli argomenti che sono stati già esposti con

grande lucidità, occorre tenere presente che Bolzano presenta una situazione molto particolare (che

riguarda non solo la giustizia, ma anche la giustizia). Come si sa, infatti, tale Provincia è trilingue e

i suoi cittadini, in base non solo a convenzioni internazionali, ma anche allo Statuto di autonomia,

hanno il diritto di usare la loro lingua davanti ai tribunali. Al momento, la corte d'appello si trova a

Trento, dove questa garanzia non è data, ragione per cui attualmente esiste una sezione distaccata,

autonoma, a Bolzano; essa però dipende formalmente da Trento, con un appesantimento anche dal

punto di vista burocratico e finanziario.

Pertanto, creare una corte d'appello indipendente a Bolzano alleggerirebbe l'apparato burocratico

senza apportare ulteriori spese, perché sia per quanto riguarda i magistrati, sia per quanto riguarda il

profilo amministrativo dovrebbe bastare il personale che già è a disposizione della sezione

autonoma di Bolzano; non solo, ma si potrebbe addirittura immaginare che ciò dia luogo ad una

diminuzione di spesa, in quanto non sarebbe più necessario il collegamento con Trento che con

l'istituzione di una corte d’appello indipendente verrebbe a cadere.

La situazione particolare della Provincia di Bolzano si esprime nel bilinguismo, ma anche nella

cosiddetta "proporzionale linguistica" che prevede che i posti a disposizione siano giustamente

divisi in misura proporzionale all’entità dei diversi gruppi linguistici presenti nella provincia.

Auspico pertanto - e mi appello in tal senso ai colleghi - che gli emendamenti da me presentati, che

prevedono di reinserire nel testo anche l'istituzione della corte di appello a Bolzano, siano accolti

favorevolmente, e colgo l’occasione per ringraziare per la loro attenzione e disponibilità il senatore

Bobbio e il sottosegretario Santelli.

Spero che la Commissione bilancio dia un segnale di luce verde a questo progetto che per noi ha

una grande importanza, pari a quella rivestita dall’istituzione di altre sezioni di corti di appello

previste al fine di garantire un servizio più vicino ai cittadini.

S. 351 Integrazione alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, concernente norme per la protezione della

fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, non per motivi politici di prevenzione

verso il Governo (perché diamo la nostra valutazione di volta in volta, a seconda dei progetti

presentati), ma per due gravi motivi, che riguardano la difesa dell'autonomia da un lato e il merito

dall'altro, il Gruppo Per le Autonomie non potrà esprimere il proprio consenso su questo disegno di

legge.

Per quanto riguarda l'autonomia, il comma 5 dell'articolo 1 del disegno di legge, introdotto in

Commissione, prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri possa annullare i provvedimenti

di deroga.

Dalla formulazione risulta che l'articolo non riguarda le regioni a statuto speciale e le province

autonome che, diversamente, avrebbero dovuto essere espressamente previste. Ciò nonostante, lo

strumento proposto non può non incontrare l'opposizione da parte di un Gruppo che si è prefissato

la difesa dell'autonomia e la promozione di tutto lo Stato verso un nuovo assetto più federale.

Page 37: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

37

Quanto siamo d'accordo con l'obiettivo di rispettare le norme e le direttive europee, tanto siamo

contrari allo strumento proposto, che prevede l'annullamento dei provvedimenti delle regioni senza

nemmeno differenziare se essi siano di natura amministrativa o legislativa. Ciò si pone in grave

contrasto con il nuovo assetto dello Stato, dopo la riforma della Parte II della Costituzione, ed è

espressione di una mentalità centralistica che mette il Governo in una posizione di superiorità e di

controllo che il nuovo assetto costituzionale non prevede, riservando il controllo agli organi di

giustizia.

L'articolo 114 della Costituzione, infatti, pone sullo stesso piano i comuni, le province, le città

metropolitane, le regioni, lo Stato, nei limiti delle competenze proprie di ciascun ente. E' ben vero

che l'articolo 120 prevede un potere di sostituzione degli organi delle regioni nel caso di mancato

rispetto di norme di trattati internazionali - non di leggi statali -, ma è anche vero che la potestà

legislativa delle regioni non è più sottoposta al controllo preventivo del Governo, tramite il visto

governativo, e può essere impugnata dal Governo mediante ricorso alla Corte costituzionale.

Il ricorso all'atto amministrativo dell'annullamento, invece, è espressione di una mentalità

centralistica che può costituire un pericoloso precedente per uno Stato e per forze politiche che si

sono posti l'obiettivo di devolvere alle regioni maggiori competenze.

Quanto al merito del provvedimento, premetto che le province autonome di Trento e di Bolzano e

la regione Valle D'Aosta si distinguono da molte altre regioni per le loro leggi sulla caccia, ispirate

ad un profondo rispetto della natura, dell'ambiente e dell'equilibrio faunistico.

Premetto che, personalmente, sono protezionista e già negli anni '80 ho proposto una legge

provinciale per la protezione degli animali in provincia di Bolzano, che ha suscitato grande

riconoscimento anche oltre i nostri confini nazionali.

Questa sensibilità protezionistica verso la natura e verso il mondo degli animali non significa però

una contrarietà assoluta alla caccia, se questa si svolge nel rispetto della natura, della vita

dell'animale e dei valori culturali che distinguono la nostra società. Sottolineo anzi che la caccia

rispetta la vita dell'animale molto più di quanto faccia l'allevamento di massa degli animali, tenuti

in condizioni miserabili per l'intera loro esistenza, per la sola produzione di carne. Un animale

selvatico gode di tutte le libertà, mentre un animale di allevamento trascorre tutta la sua vita tra le

sbarre tormentose di una stalla.

Mi sia consentita un'osservazione in questo contesto: gli italiani, nella loro stragrande maggioranza,

sono grandi amatori degli animali; tante persone se ne prendono cura e si impegnano per una loro

migliore protezione. Le norme purtroppo non seguono questo rispetto: mancano leggi di protezione,

strutture e asili per animali, programmi educativi per le scuole e per l'opinione pubblica. E questo

disegno di legge ne è un'ulteriore dimostrazione.

La disciplina comunitaria è stata dettata nel lontano 1979 e mai si è sentito in Europa il bisogno di

intervenire per correggere la direttiva al fine di inserire anche la caccia tra le attività in deroga. Il

disegno di legge in esame fa rientrare invece nell'ambito delle attività consentite dalle deroghe

l'attività venatoria, estendendo il normale esercizio venatorio anche alle specie che ricevono

protezione dall'Unione europea. Nessuna cautela viene adottata ai sensi del comma 2 dell'articolo 9

della direttiva CEE, in particolare in ordine alle circostanze di tempo e di luogo in cui le deroghe

sono possibili.

Nel testo originario, fortunatamente emendato in Commissione, si tentava addirittura di riproporre

un regime normativo che autorizzava in maniera generale e permanente la cattura e la detenzione di

tre specie protette di uccelli: passer Italiae (passero), passer montanus (passera mattugia) e sturnus

volgaris (storno), in violazione degli articoli 5 e 7 della direttiva 79/409/CEE.

Con sentenza del 17 maggio 2001, infatti, la Corte di giustizia ha condannato la Repubblica italiana

per aver consentito la cattura con reti e la detenzione di passeri e storni, in quanto non sono stati

depennati dall'elenco degli uccelli catturabili.

Per concludere, non vorremmo che l'Italia si esponga nuovamente davanti all'opinione pubblica

europea per ulteriori violazioni della protezione della fauna e per il mancato rispetto delle specie

Page 38: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

38

protette. Per questo motivo, e per lo spirito centralista che ispira il presente disegno di legge, non

possiamo appoggiarlo. (Applausi dai Gruppi Aut e Mar-DL-U e del senatore Malabarba).

S. 357 Norme per la tutela dei lavori atipici

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Onorevole signor Presidente, onorevoli colleghi, und besonders ein herzliches

Willkommen dem Bundespräsidenten der Republik Österreich. Wir fühlen uns über Ihren Besuch

sehr geehrt. Il disegno di legge è stato oggetto di un approfondito studio in Commissione lavoro e

di violenti scontri tra le parti sociali. Non è stato - per dirla apertamente - un felice avvio di una

politica sociale e del lavoro. Gli obiettivi che il Governo si pone avrebbero meritato un confronto

sereno tra le parti sociali. Gli obiettivi del disegno di legge si ispirano, infatti, a princìpi sostenibili.

Il Gruppo per le Autonomie condivide - e lo abbiamo già sottolineato in Commissione - l'obiettivo

di modernizzare e razionalizzare il mercato del lavoro con un convincente processo di

liberalizzazione dei servizi per l'impiego con la presenza dei soggetti privati, con la promozione di

nuove forme di lavoro più flessibili, destinate senza dubbio a rendere più efficiente un sistema oggi

assai inefficace e rigido.

Questi obiettivi sono nell’interesse della comunità intera, non solo di una parte, perché creano i

presupposti per la nascita di nuovi posti di lavoro; favoriscono inoltre la partecipazione al processo

produttivo, anche secondo le esigenze dei lavoratori stessi e delle lavoratrici, che, per esigenze

familiari, vedono con gradimento la promozione del lavoro a tempo parziale e altre forme più

elastiche di quelle finora possibili.

Condividiamo inoltre l’obbiettivo di favorire con mezzi logistici ed informatici più appropriati

l’incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro. Le limitazioni geografiche e i mezzi tecnici a

disposizione degli uffici del lavoro sono a tutt’oggi completamente inadeguati per un mercato che,

da una parte, vede un’alta quota di disoccupati e, dall’altra parte, come nelle Regioni del Nord, la

spesso esasperata ricerca di forze di lavoro.

La Regione del Trentino-Alto Adige-Südtirol, per esempio, si distingue per una disoccupazione che

praticamente non esiste e la grande difficoltà di reperire i lavoratori necessari, soprattutto per il

settore del turismo, dell’agricoltura, della sanità e, ultimamente, anche del commercio e delle

attività produttive.

Colgo l’occasione per indirizzare un ulteriore appello al Governo, per agevolare le procedure per

l’impiego dei lavoratori extracomunitari, soprattutto di carattere stagionale. Le procedure sono

lentissime e, nonostante le lunghe code presso le ambasciate della Repubblica Ceca e della Polonia

e di altri Paesi, le autorizzazioni vengono col contagocce, facendoci rischiare di non potere

completare la raccolta delle mele e dell’uva. Si rischia di danneggiare gravemente la nostra

economia.

Nonostante l’apprezzamento dei princìpi generali della legge, il Gruppo per le Autonomie deve

esprimere preoccupazioni e riserve che il Governo potrebbe sciogliere almeno nella fase

dell’attuazione della delega conferita. La Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province

autonome ha infatti espresso la sua perplessità circa la coerenza di questa iniziativa con i limiti per

la legislazione statale previsti dal nuovo assetto costituzionale.

La Conferenza ha ribadito che - cito - "Nel nuovo quadro costituzionale, lo Stato non può emanare

disposizioni legislative in materie al di fuori di quelle di sua legislazione esclusiva di cui al secondo

comma dell’articolo 117" ed inoltre "nelle materie oggetto di legislazione concorrente" - e di questo

si tratta - "deve limitarsi all’emanazione di disposizioni legislative di principio e non può emanare

alcuna disposizione diversa da quella di principio".

Page 39: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

39

Dobbiamo constatare che purtroppo il disegno di legge conferisce delle deleghe che, nella loro

attuazione, potrebbero ledere il principio costituzionale, soprattutto in materia di tutela e sicurezza

del lavoro.

Il Governo non può rimettere in discussione, nella fase attuale e contro gli impegni assunti con

l’Unione europea, i princìpi, le linee guida approvate, né tantomeno può farlo richiamandosi agli

obiettivi europei in materia di occupazione, ai quali tali linee e le riforme avviate sono pienamente

aderenti.

Simili dubbi sorgono sul ruolo delle agenzie, poiché si afferma che le Regioni e gli enti locali se ne

potranno avvalere "per il perseguimento delle finalità proprie delle politiche attive del lavoro". Nei

fatti viene introdotta una missione di "ISFOL" e di "Italia lavoro" di assistenza tecnica anche alle

Regioni sulle politiche del lavoro, non concordata con le Regioni medesime, che pertanto a tal fine

si avvalgono di una propria struttura legittimata dalla volontà di tutte quante le Regioni e le

Province autonome, e cioè "Tecnostruttura delle Regioni".

Ci aspettiamo pertanto, in sede di attuazione della delega, una chiara limitazione della legislazione

statale ai princìpi generali, rispettando le autonomie regionali e quelle delle Province autonome di

Trento e di Bolzano, anche per non incorrere in nuovi conflitti istituzionali presso la Corte

costituzionale.

Quel che appare inoltre problematico, in un disegno di legge condivisibile nei suoi obbiettivi di

fondo, è il tendenziale abbandono del metodo della concertazione, abbandono pericoloso per la

pace sociale e suscettibile di pregiudicare lo sviluppo economico del Paese.

Nella discussione sull’articolo 18, in Commissione, mi sono permesso di citare, non un comunicato,

sicuramente apprezzabile, da parte sindacale, ma un comunicato del Südtiroler Wirtschaftsring e

cioè delle associazioni economiche dell’Alto Adige che esprimono la loro preoccupazione proprio

per il rischio di danneggiare la pace sociale. "Non ci preoccupa" - diceva il comunicato - "di non

poter licenziare lavoratori, ci preoccupa invece la crescente difficoltà di reperire forze di lavoro".

Le associazioni economiche esprimono la loro preoccupazione per gli scontri sociali e per i

conseguenti scioperi.

Devo ricordare a questo Governo che l’ultimo sciopero generale antecedente alle mobilitazioni

attuali si era svolto nel 1992, seguìto poi da un periodo decennale di pace sociale che ha permesso

all’Italia di crescere socialmente ed economicamente ed entrare a testa alta nell’Unione monetaria

europea.

Proprio un Governo che nel suo programma enfatizza lo sviluppo economico -purtroppo finora non

realizzato - dovrebbe riservare la massima attenzione al confronto sereno con tutte le forze sociali,

altrimenti la pace sociale non si troverà. In uno spirito sereno e disteso si potrà sicuramente

discutere anche di certi aspetti della legge n. 300 del 1970, che è maturata in contesti economici e

sociali estremamente diversi da quelli attuali.

La revisione dello Statuto dei lavoratori, però, richiede l'accordo delle parti e tempi necessari per

permettere di trovare le adeguate soluzioni, altrimenti le organizzazioni sindacali percepiscono

giustamente il rischio che il taglio unilaterale di una specifica disposizione di tutela possa preludere

ad un attacco generalizzato a tutto il sistema delle garanzie a favore dei lavoratori.

La flessibilità e le nuove forme organizzative non devono infatti andare a scapito della qualità del

lavoro e dei diritti fondamentali dei lavoratori. Il modello statunitense trova i suoi limiti in una

profonda cultura europea che vuole un mercato libero da inutili interferenze e regolamentazioni, ma

richiede una rete sociale che garantisca i diritti dell'uomo, la cosiddetta soziale Marktwirtschaft. In

Europa, infatti, saremo un po' meno flessibili degli Stati Uniti, ma non troviamo neanche le lunghe

code di poveri davanti ai refettori di carità per chiedere un piatto di minestra, né troviamo gente per

strada che muore senza assistenza sanitaria.

I posti di lavoro, infine, non si creano solo con flessibilità, ma anche con misure che sappiano

promuovere l'economia, soprattutto le piccole e medie aziende nel loro complesso.

Page 40: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

40

Su questo aspetto purtroppo dobbiamo registrare risultati deludenti sia per quanto riguarda il taglio

al deficit pubblico, sia per quanto riguarda l'inflazione e, soprattutto, per quanto concerne la crescita

del prodotto interno lordo.

Concludendo, il Gruppo Per le Autonomie apprezza gli sforzi del Governo e gli obiettivi

fondamentali della legge, non nasconde però le sue perplessità sui punti evidenziati ed annuncia

pertanto un voto di astensione. (Applausi dal Gruppo Aut e dei senatori Dettori e Battafarano).

S. 373 Primi interventi per il rilancio dell' economia

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del Gruppo Per le autonomie alla

proposta di stralcio presentata dal senatore Boco.

Abbiamo già espresso in Commissione lavoro la nostra perplessità circa questo condono

generalizzato, esteso all'ambiente e alla sua protezione.

Ricordo che la regione Trentino-Alto Adige e, in particolare le due province autonome di Trento e

di Bolzano hanno saputo gestire molto saggiamente la protezione dell'ambiente. Pertanto, questa

norma - a nostro avviso - non solo vìola le competenze in materia delle due province autonome, ma

non è opportuna neanche nel merito. Essa, infatti, fa scuola per una violazione e per un'aspettativa

di condono che finora ha male educato il comportamento delle imprese.

Voteremo, dunque, a favore della proposta di stralcio dell'articolo 2.

S. 421 Modifiche e integrazioni all' articolo 71 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, in materia di

totalizzazione dei periodi di iscrizione e contribuzione

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il sistema pensionistico tradizionale si

basa su una semplice formula: i giovani che lavorano sostengono le persone anziane, come

accadeva una volta nei masi dove i figli, tradizionalmente numerosi, sostenevano i loro genitori.

Questo sistema regge a condizione che i giovani che lavorano siano più numerosi delle persone

anziane.

L'Italia, una volta conosciuta oltre confine come il Paese dei bambini, ricopre insieme alla Spagna il

poco entusiasmante primato della più bassa natalità di tutti i Paesi dell'Europa occidentale. Anche

allargando la statistica a tutto il Vecchio continente e addirittura al mondo, non siamo lontani dal

primato mondiale, che spetta ad Hong Kong con una media di un bambino per donna, seguito dalla

Slovenia, dalla Bulgaria e dalla Federazione russa che hanno un tasso di natalità dell'1,1. Un paio di

Paesi si allineano all'Italia attestandosi sull'1,2 bambini per donna, mentre tutti gli altri 165 Paesi

del mondo hanno un tasso di natalità più alto dell'Italia.

Sono proprio le donne dei Paesi più poveri ad avere il maggior numero di figli: in testa è la Nigeria

con 8 figli per donna, seguita dall'Angola con 7,2, dalla Guinea con il 7,1, dal Mali con 7, dal

Burundi con 6,8. Sull'altro versante registriamo fortunatamente un continuo incremento

dell'aspettativa di vita, che purtroppo è limitata ai Paesi industrializzati. In media si può sperare di

vivere oltre gli ottant'anni: la media è di 77 anni per gli uomini e di 83 per le donne.

È un'età finora mai raggiunta dall'umanità e destinata ad innalzarsi ulteriormente grazie a continue

scoperte nel campo della medicina, della chirurgia e della genetica. L'Italia è tra i Paesi con la più

alta aspettativa di vita dopo il Giappone che ci batte di due anni interi per le donne e di un anno per

gli uomini.

Page 41: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

41

Un dato triste in questo contesto che deve scuotere le nostre coscienze è che i Paesi dell'Africa

hanno un'aspettativa di vita tra i 40 e i 50 anni con le punte più basse in Zambia, ove si muore in

media a 33 anni, e in Sierra Leone, ove la vita media è di 34 anni.

Tornando ai Paesi industrializzati, dobbiamo constatare che i giovani diventano sempre meno e gli

anziani sempre più numerosi. E' facile immaginare come la classica piramide, quasi capovolta, non

riesca a reggere l'equilibrio del sistema pensionistico. L'invecchiamento della popolazione non

mette in crisi solamente i sistemi pensionistici, ma invade tutti i campi della politica sociale.

Già oggi le spese per la protezione sociale assorbono un quarto del PIL; oltre la metà delle spese

sociali sono destinate alle pensioni e l'altra metà alla sanità e agli ammortizzatori sociali. Come le

pensioni, anche le spese sanitarie sono destinate ad incrementarsi in base all'invecchiamento della

popolazione. Aumenteranno soprattutto i casi di non autosufficienza e la necessità di misure

preventive per il loro finanziamento.

Lo sviluppo demografico richiede pertanto soluzioni che siano in grado di togliere una parte del

peso sociale dalle spalle delle generazioni attive o almeno di limitare ulteriori aggravi. Le nuove

politiche sociali dovranno pertanto scovare nuove fonti di finanziamento per un sistema che non

potrà più basarsi esclusivamente sul fatto che i giovani sostengono il peso per le persone anziane.

La nuova previdenza dovrà richiedere a chi lavora, oltre al contributo sociale per le persone

anziane, un ulteriore contributo per finanziare e accumulare fondi previdenziali destinati a coprire

le proprie spese nella vecchiaia. Il quotidiano «Il Sole 24 ORE», nel 1997, prevedeva che già nel

2025 il numero dei pensionati sorpassasse quello dei lavoratori attivi. In verità, il sorpasso si sta

rapidamente avvicinando.

L'ISTAT, nel recente studio "I beneficiari delle prestazioni pensionistiche", ha elaborato, provincia

per provincia, il rapporto tra numero di pensionati e quello degli occupati. Da questo rapporto di

dipendenza emerge che in Italia ogni 1.000 occupati ci sono 763 pensionati, ciò corrisponde ad

un'incidenza percentuale del 76,3 per cento su base nazionale. Ma in molte province italiane il

numero dei pensionati ha già superato quello dei lavoratori attivi, ad esempio ad Enna, Alessandria

e Reggio Calabria. L'incidenza più bassa invece la registriamo a Rimini e a Bolzano con meno di

600 pensionati su 1.000 occupati. E la popolazione italiana incomincerà ben presto a diminuire.

Secondo l'ISTAT, scenderemo dagli attuali livelli a 46 milioni nel 2050, con un decremento di

quasi il 20 per cento.

Ma i Governi italiani non sono rimasti inattivi di fronte allo sviluppo demografico. Le riforme più

incisive sono state tre. In primo luogo, la riforma Amato (1992), che ha garantito finora i maggiori

risparmi di spesa, intervenendo sulle pensioni di vecchiaia e sul requisito minimo di età.

Vi è stata poi la riforma Dini (1995), che ha introdotto un nuovo sistema di calcolo delle pensioni,

quello contributivo, che si riferisce non più agli ultimi cinque o dieci anni di retribuzione, bensì

all'effettiva contribuzione durante tutta la vita lavorativa. Il tasso di sostituzione calerà per i giovani

a circa la metà; per essere più chiari, i giovani dovranno vivere con circa la metà della pensione dei

loro padri.

Si è avuta, infine, la riforma Prodi del 1997, che ha equiparato il sistema previdenziale dei

dipendenti pubblici a quello dei privati.

Ulteriori interventi significativi erano: la rivalutazione delle pensioni secondo i prezzi e non più

secondo i salari; la progressiva elevazione dei requisiti di età e di contribuzione; l'inasprimento

delle condizioni per l'accesso al pensionamento di anzianità; criteri meno favorevoli per

determinare la retribuzione pensionabile e l'abbassamento delle aliquote di rendimento.

La stessa riforma Dini, cioè la legge n. 335 del 1995, prevedeva saggiamente una costante verifica

dell'equilibrio finanziario del sistema previdenziale, la prima già nel 2005. È proprio questo il punto

fondamentale della critica che si deve rivolgere a questo Governo: perché anticipare con forza una

riforma in modo frettoloso e poco organico, con emendamenti e subemendamenti che si basano più

sulle tensioni tra i partiti di Governo che sui dati effettivi dello sviluppo demografico e della spesa

previdenziale, senza aspettare i dati della verifica?

Page 42: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

42

L'incongruenza è dimostrata dal fatto che oggi, nel 2004, anticipiamo delle misure incisive senza

aspettare la verifica già prevista l'anno prossimo per misure che entreranno in vigore nel 2008.

Questa fretta conferma il grave sospetto che non si tratti tanto di un intervento per tenere in

equilibrio il sistema previdenziale ma di misure poco approfondite per recuperare finanziamenti per

altri obiettivi.

Ne è dimostrazione il nuovo articolo 6 che prevede che "tutti i maggiori risparmi e tutte le maggior

entrate sono destinati alla riduzione del costo del lavoro nonché a specifici incentivi per

promuovere lo sviluppo delle forme pensionistiche complementari anche per i lavoratori

autonomi".

Per quanto riguarda l'età dobbiamo registrare due dati divergenti. Mentre l'età media dell'effettivo

pensionamento in Italia risulta di 56 anni per le donne e di 58 anni per gli uomini, l'età media del

ritiro dal mercato del lavoro si attesta a 59,2 anni per le donne e a 59,6 anni per gli uomini.

Questa differenza tra età media del pensionamento e quella di effettivo ritiro dal mercato del

lavoro, che arriva quasi a 60 anni, dimostra un fatto che nella riforma non è stato debitamente preso

in considerazione: i lavoratori vanno sì in pensione appena possono, ma non concludono affatto a

quel punto la loro attività lavorativa, anzi proseguono volontariamente - lo sottolineo - il lavoro in

altre attività.

Questa volontà di lavorare oltre una certa età è stata recentemente confermata da uno studio

coordinato da Antonio Carbolini (condotto da un gruppo di ricerca presso il Dipartimento di

scienze demografiche dell'università «La Sapienza» di Roma, con la collaborazione di ISFOL e

Experience Research, che ha dato il seguente risultato. Non è vero che la gente vuole andare in

pensione presto come pensano sia sindacati che aziende; più cresce l'età, meno tale esigenza viene

avvertita. La volontà di un lavoratore di andare in pensione il più presto possibile diminuisce con il

progredire dell'età, mentre cresce la volontà di andare in pensione più tardi.

La prospettiva di lavorare più a lungo, anche in rapporto alla maggiore longevità e al

miglioramento delle condizioni di salute, non spaventa più gli italiani. È questo un dato che,

soprattutto, avrebbe dovuto essere valorizzato dalla riforma pensionistica. Invece di presentarsi con

un brusco innalzamento dei requisiti anagrafici, il Governo potrebbe valorizzare questa volontà di

lavorare con incentivi e la promozione di forme di lavoro più flessibili, con i contratti a tempo

parziale, con i lavori socialmente utili e adatti alle persone più anziane.

Questo principio ispirava la riforma nella sua versione iniziale. Era proprio il ministro Maroni che

sosteneva ancora un anno fa che non servivano forme coattive, ma erano più opportune forme di

incentivi per il posticipo del pensionamento. La delega prevede degli spunti, togliendo l'obbligo alla

contribuzione previdenziale per chi liberamente continua a lavorare; grazie ad un nostro

emendamento si agevolano i contratti a tempo parziale per i lavoratori che hanno maturato i

requisiti.

Queste misure avrebbero richiesto, in primo luogo di collaudare gli incentivi per verificare se

effettivamente bastassero o non bastassero, prima di prevedere misure coattive sull'età

pensionabile; in secondo luogo, trovare soluzioni di lavoro per gli anziani. L'Italia si annovera fra i

Paesi con il più basso tasso di partecipazione al lavoro delle persone tra i 55 e i 60 anni. Infatti,

risulta veramente difficile trovare lavoro dopo i 55 anni di età. Le ragioni sono variegate e fra esse

spesso vi è la preferenza delle aziende per i giovani, la mancata valorizzazione dell'esperienza

maturate dalle persone più anziane, l'innovazione tecnologica, con la quale spesso i più anziani non

possono tenere il passo.

Non si risolve perciò il problema alzando l'età pensionabile, ma intervenendo sul mercato del

lavoro per migliorare le opportunità per le persone più anziane. La disperata situazione di chi cerca

lavoro dai 55 ai 60 anni non può essere risolta con una norma che prevede di lavorare di più, fino a

65 anni. Il Governo, pertanto, dovrà trovare una risposta per le persone ritenute troppo vecchie per

inserirsi nel mercato del lavoro e troppo giovani per andare in pensione.

Page 43: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

43

Un palese incongruenza si presenta anche con la disparità di pensionamento tra gli uomini e le

donne. Mentre la riforma Dini prevedeva per il sistema contributivo un'età minima di 57 anni per

entrambi i sessi, la presente riforma eleva l'età a 60 anni per le donne e a 65 per gli uomini. Sono

perfettamente d'accordo a riconoscere alle donne un'effettiva riduzione dell'età pensionabile per

l'importante contributo che danno alla società con la nascita dei figli, con la loro educazione, con

l'impegno per la famiglia, il lavoro casalingo, per la cura delle persone anziane in famiglia: un

valore aggiunto alla nostra società che non può essere apprezzato abbastanza.

È però questo lavoro familiare che deve essere apprezzato e valorizzato, e non la pura differenza di

sesso. Mi sono permesso, pertanto, con colleghi dell'UDC, Ciccanti ed altri, e con colleghi del

Gruppo per le Autonomie, di presentare un emendamento che tenga conto di questo contributo,

collegando la riduzione anagrafica per il pensionamento al numero dei figli.

Chiedo l'attenzione del Governo e dei colleghi senatori su quest'emendamento, che può

naturalmente essere recepito anche in forme tecniche diverse. L'obiettivo è duplice: riconoscere alla

donna il suo prezioso contributo per la famiglia e contribuire nello stesso modo a valorizzare ed

aumentare le nascite, campo che vede l'Italia Cenerentola nel mondo. Incentivando le nascite si può

anche risolvere gran parte dei problemi sociali derivanti dall'invecchiamento della popolazione.

Nel mio più recente libro «Le Nuove pensioni» (edito da Franco Angeli) ho posto sul frontespizio

un'immagine del grande eroe di Troia, Enea, che fugge dalle fiamme della città: porta sulle spalle il

vecchio padre Anchise e trascina il giovane figlio Ascanio. Questa drammatica situazione della

mitologia illustra drasticamente la difficoltà nella quale si trova la generazione d'oggi: sostenere il

peso della crescente popolazione anziana e dover costruire nello stesso tempo un nuovo sistema

pensionistico per i giovani.

Per mantenere il livello di vita, i giovani dovranno costruirsi una seconda pensione, una pensione

complementare. Su questo versante l'Italia è in drammatico ritardo. Nonostante una serie di

incentivi fiscali e contributivi, il sistema non decolla. Gli iscritti sono pochi, ammontano a circa l'11

per cento dei lavoratori, e tra questi mancano soprattutto le categorie più bisognose. I motivi

spaziano dalla complicatezza della materia alla mancata conoscenza, dalle restrizioni e difficoltà

organizzative alle limitazioni imposte ai fondi, dai rischi dei mercati alla mancanza di garanzie.

Tra le varie ragioni spiccano quelle di carattere finanziario: si deve infatti ricordare che il peso

contributivo che grava sulle aziende e sui lavoratori per la previdenza di base ammonta al 33 per

cento. Risulta obiettivamente difficile - soprattutto per le fasce più deboli - decurtare ulteriormente

il reddito disponibile per alimentare una pensione complementare. Sarà pertanto necessario ridurre

gradualmente il peso previdenziale per la previdenza pubblica per rafforzare quella complementare

(ripresenterò un emendamento in tal senso).

Il ricorso al TFR potrà sicuramente contribuire al finanziamento e a un più deciso decollo del

sistema. Il legislatore in questo contesto non deve però dimenticare che il TFR assolve una

funzione di ammortizzatore sociale, che andrà a mancare.

Quale Presidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol, ho avuto modo di

contribuire alla creazione di un innovativo modello di previdenza complementare. Il progetto si

basa su esperienze concrete di politica sociale che abbiamo sviluppato in una Regione caratterizzata

dalla presenza di più gruppi linguistici, dalla funzione di cerniera tra l'Europa del Nord e quella del

Sud, da una speciale autonomia, che ha permesso di sviluppare e realizzare un modello di

previdenza complementare apprezzato anche oltre i confini nazionali.

La nostra esperienza ci insegna che l'ente pubblico non potrà limitarsi ai tagli della spesa e a

qualche sparso incentivo per promuovere la previdenza complementare. Se è vero - e purtroppo lo è

- che in futuro la pensione di base non potrà più garantire una vecchiaia sicura ai giovani, l'ente

pubblico deve svolgere un ruolo attivo in questa situazione di travaglio da un sistema a ripartizione

a quello a due, o meglio, a tre pilastri. Il nostro modello non vuole proporsi quale esclusivo, offre

però diversi spunti che possono essere ripresi anche da altre Regioni.

Page 44: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

44

La nuova Costituzione prevede una competenza concorrente per le Regioni in materia di previdenza

complementare. Le Regioni potranno promuovere modelli più vicini alla gente, prevedere strutture

di supporto e di consulenza, reti sociali e garanzie, che finora mancano completamente.

Sono fiero di aver potuto apportare diversi emendamenti migliorativi alla proposta all'esame del

Senato. Abbiamo aperto le porte alle Regioni, ai fondi aziendali e quelli delle cooperative di lavoro.

Abbiamo migliorato la trasparenza e la comparabilità dei costi, la trasportabilità del contributo del

datore di lavoro e del TFR da un fondo all'altro. Abbiamo inserito la possibilità di proseguire con la

contribuzione oltre l'età pensionabile. Abbiamo attribuito ai fondi la contitolarità per riscuotere i

contributi omessi da parte delle aziende. Abbiamo inserito linee di investimento comparabili al

tasso di rivalutazione del TFR, protetto le prestazioni complementari da eventuali sequestri e

pignoramenti e migliorato infine gli incentivi per la previdenza complementare.

Ringrazio il Governo, soprattutto nella persona del sottosegretario Brambilla, il relatore Morra e il

presidente Zanoletti per l'attenzione che hanno dedicato ai nostri emendamenti, che contribuiranno

a migliorare la previdenza. Chiedo ulteriore attenzione per gli altri emendamenti che abbiamo

sottoposto all'Aula per stabilire ulteriori garanzie per gli investimenti, superare i limiti di

deducibilità fiscale correlati al TFR, evitare il riscatto del capitale per cambio di lavoro che

distoglie i mezzi dal vero fine previdenziale, prevedere che il TFR affluisca alle linee più prudenti

all'interno dei fondi e una graduale riduzione degli oneri contributivi per la pensione pubblica.

Mi auguro che con queste proposte possiamo ulteriormente migliorare la previdenza

complementare, che finora, purtroppo, ci vede agli ultimi posti dei Paesi industrializzati. Una vera

partenza potrà anche dare uno slancio all'economia, se il Governo saprà proporre modelli adeguati a

far partecipare anche le piccole e medie imprese al risparmio gestito. (Applausi dai Gruppi Aut,

UDC e FI).

S. 472 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 giugno 2001, n. 217, recante

modificazioni al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, nonche' alla legge 23 agosto 1988, n.

400, in materia di organizzazione del Governo

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo per ribadire quanto già espresso in sede di Giunta

delle elezioni da parte del Gruppo per le Autonomie che ho l'onore di rappresentare.

Una prima considerazione in senso generale. In conseguenza dei fatti deplorevoli di Tangentopoli,

l'istituto dell'articolo 68 della Costituzione è stato purtroppo ridotto all'osso. In base a fatti che noi

deploriamo è stato leso un principio fondamentale della democrazia, che ha ridotto al minimo la

separazione tra i poteri dello Stato: "I membri del Parlamento" - recita il primo comma dell'articolo

68 della Costituzione - "non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti

dati nell'esercizio delle loro funzioni".

Auspichiamo che il periodo di Tangentopoli sia concluso e si possa tornare con serenità a valutare

seriamente e forse anche a rafforzare un istituto che era ed è alla base della separazione dei poteri e,

con ciò, anche alla base della stessa democrazia.

Una seconda osservazione sul merito. Si tratta, in questo caso, esattamente di quanto recita il primo

comma dell'articolo 68 della Costituzione a proposito di opinioni espresse, in particolare su articoli

di stampa, da parte del senatore Pera. Pertanto, mi sembra inaccettabile che un tribunale o anche la

Corte costituzionale si permetta di distinguere tra le opinioni espresse da un parlamentare in questa

sede stessa tramite interrogazioni, valutazioni politiche o comunque tramite sue azioni

parlamentari, e quanto lui dica al pubblico in assemblee, sui giornali, in articoli di opinione, perché

questa seconda attività è connessa alla funzione parlamentare. Naturalmente ognuno di noi di

Page 45: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

45

quanto dirà qui in Senato avrà la libertà o anche il dovere di informare la propria popolazione, i

propri elettori e chi ne abbia interesse. Pertanto, mi sembra una distinzione molto discutibile, quella

che la Corte costituzionale ha fatto.

La terza osservazione riguarda anch'essa il merito. Il senatore Pera, le opinioni che ha scritto e detto

sul giornale, per le quali è stato avviato un procedimento penale, le ha sostenute sia come

presidente del gruppo giustizia del suo partito, sia in una serie di azioni della sua attività

parlamentare.

Pertanto, mi sembra doveroso, per rispettare la separazione dei poteri, nonché l'onore di questa

Assemblea, costituirsi in giudizio e con ciò, praticamente, difendere la nostra causa. (Applausi del

senatore Salzano).

S. 699 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge

finanziaria 2002)

PETERLINI (Aut). Signor Vice Presidente del Consiglio, anche il Gruppo per le Autonomie che ho

l'onore di rappresentare conferma l'impegno assunto dal ministro Maroni sia in Commissione

lavoro che in Commissione bilancio - come mi conferma la senatrice Thaler Ausserhofer - a

definire e a presentare i criteri relativi al godimento dell'integrazione della pensione fino ad un

milione di lire in Senato.

Mi associo, inoltre, alle critiche espresse e all'opportunità di chiarire, nell'interesse di quest'Aula e

in quello dello stesso Governo, agli interessati e all'opinione pubblica chi effettivamente potrà

godere dell'innalzamento della pensione.

C'è molta gente che aspetta, che spera, che telefona e che viene a chiederci chiarimenti al riguardo e

che fino al momento in cui la questione non sarà effettivamente definita, non avrà nessuna

sicurezza. Sulla stampa, giustamente, si è fatto riferimento ad alcuni criteri relativi all'età e alla

condizione economica, ma non c'è certezza che, invece, servirebbe.

Colgo, con la stessa severità con cui ho espresso questo giudizio, l'occasione per esprimere il mio

apprezzamento al ministro Maroni che in Commissione ha sempre mostrato grande trasparenza,

senso di collaborazione e disponibilità, venendo anche incontro alle singole richieste dei senatori. E'

un Ministro che ha realmente collaborato con le Commissioni e che non merita questo trattamento.

Perciò chiedo che il Governo metta il ministro Maroni nelle condizioni di poter onorare le promesse

e gli impegni che in buona fede ha assunto e che adesso vediamo sconfessati non da lui, ma dal

Governo.

Un'ultima considerazione riguarda le parti sociali. Con tutto il rispetto per queste ultime, ritengo

che un impegno assunto verso il Parlamento sia più importante di un impegno preso con i sindacati.

(Applausi dai Gruppi Aut e Mar-DL-U e dei senatori Marino e Monti).

S. 848-B Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo alla seconda lettura di un disegno

di legge che, nella sua prima versione, è stato oggetto di violenti scontri tra le parti sociali per le

deroghe programmate all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, poi ritirate dal Governo. Essendo

ora venuta a mancare questa causa del contendere, almeno in questo momento, possiamo

concentrarci sugli obiettivi fondamentali del disegno di legge.

Page 46: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

46

Per quanto riguarda il Gruppo Per le Autonomie, condividiamo gli obiettivi di modernizzare e

razionalizzare il mercato del lavoro con un convincente processo di liberalizzazione dei servizi per

l'impiego, coinvolgendo anche la presenza degli operatori privati. Ci pare inoltre condivisibile

l'obiettivo di promuovere nuove forme più flessibili di lavoro, destinate senza dubbio a rendere più

efficiente un sistema oggi assai inefficace e rigido. Se si riesce veramente a modernizzare il sistema

e renderlo più efficace e competitivo, si potranno sicuramente creare nuovi posti di lavoro anche

per le fasce più disagiate o svantaggiate, come ad esempio le lavoratrici madri, i giovani e gli

anziani.

Condividiamo l'obiettivo di promuovere nuove forme di lavoro a tempo parziale, cosiddetto part

time, ad ore, occasionale, accessorio e a prestazioni ripartite che possono offrire utili opportunità

alle donne, in special modo lavoratrici madri e casalinghe, per poter conciliare meglio il lavoro con

gli impegni familiari.

Non c'è dubbio, inoltre, che il sistema di collocamento attuale, con le sue limitazioni geografiche e

le sue deficienze tecniche, si renda al momento completamente inadeguato ad un mercato che da

una parte vede un'alta quota di disoccupati, soprattutto al Sud, mentre dall'altra, nelle Regioni del

Nord, registra la spesso esasperata ricerca di forze di lavoro.

Per quanto nobili ed apprezzabili siano questi obiettivi, tanto critica rimane la nostra posizione sul

dettaglio del disegno di legge. Già la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province

autonome ha infatti espresso la sua perplessità per i termini nei quali lo Stato interviene su materie

oggetto di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, con princìpi e criteri direttivi estremamente

analitici ed invasivi delle competenze regionali.

Nelle materie oggetto di legislazione concorrente lo Stato dovrebbe limitarsi all'emanazione dei

princìpi fondamentali, riservando alle Regioni e alle Province autonome lo spazio

costituzionalmente garantito per una regolamentazione autonoma.

La nostra seconda obiezione riguarda il metodo con il quale si è affrontata tutta la materia del

lavoro. I princìpi elencati avrebbero meritato un confronto sereno con le forze sociali, non solo per

rispetto delle parti sindacali, ma soprattutto per garantire al Paese e all'economia di progredire

insieme, senza scontri e spaccature del tessuto sociale.

Devo ricordare a questo Governo che l'ultimo sciopero generale, antecedente le mobilitazioni

attorno all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, si era svolto nel 1992, seguìto da un periodo

decennale di pace sociale che ha permesso all'Italia di crescere socialmente ed economicamente ed

entrare a testa alta nell'Unione monetaria europea.

Il clima che si è creato ora, invece, ha diviso il Paese, offuscando anche gli obiettivi che sono

nell'interesse di tutti. Non c'è dubbio che, dopo oltre trent'anni, si debba anche discutere di certi

aspetti della legge n. 300 del 1970, nata in un contesto sociale completamente diverso da quello di

oggi. Riforme di questa gravità non si fanno, però, né con i soli voti della maggioranza, né con lo

scontro con i sindacati, ma in uno spirito sereno e disteso, confrontandosi con pazienza con tutte le

parti sociali ed investendo sulla concertazione e sulla Sozialpartnerschaft, cioè la partnership tra le

forze sociali, che ha permesso il progresso economico e sociale ai Paesi dell'Europa centrale e del

Nord.

La terza e ultima riflessione riguarda la qualità del lavoro e i diritti fondamentali dei lavoratori. La

flessibilità e le nuove forme organizzative devono essere accompagnate da strumenti di tutela e di

controllo che garantiscano la persona, la lavoratrice e il lavoratore, nonché il rispetto della

sicurezza sociale.

Servono, in questo contesto, anche regole chiare e più eque per la previdenza sociale che, al

momento, si presenta completamente inadeguata per la forma, già esistente, della collaborazione

coordinata e continuativa. Con una quota del 14 per cento di contribuzione sociale prevista per i

cosiddetti Co.Co.Co. (verso un 32,7 per cento per i dipendenti) si rischia di creare una situazione

drammatica per queste categorie durante la vecchiaia: creeremo un esercito di nuovi poveri,

sprovvisti di un'adeguata copertura previdenziale.

Page 47: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

47

Per quanto riguarda il nuovo testo di legge - sottolineiamo questo aspetto per non limitarci ai soli

punti negativi - constatiamo con favore la riserva espressamente prevista per le competenze

riconosciute alle Regioni a Statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.

Vediamo, inoltre, con favore il sostegno all'attività lavorativa femminile e giovanile, nonché il

reinserimento dei lavoratori anziani. Sottolineiamo anche l'importanza della norma che vuole

valorizzare l'inserimento e il reinserimento al lavoro delle donne, in modo particolare di quelle

uscite dal mercato del lavoro per l'adempimento dei compiti familiari. Ciò che manca in questo

contesto è la norma di copertura finanziaria di questi nobili princìpi, in mancanza della quale gli

obiettivi rischiano di rimanere vuote enunciazioni politiche.

In conclusione, apprezziamo gli sforzi del Governo e gli obiettivi fondamentali della legge; non

nascondiamo, però, le nostre perplessità per l'invasione delle competenze regionali, la mancata

concertazione con tutte le forze sociali e l'omissione di garanzie per le nuove forme di lavoro.

Confermiamo pertanto il nostro voto di astensione.

S. 1033 Modifica del comma 7 dell' articolo 80 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, il Gruppo per le Autonomie esprimerà un’astensione su

questo disegno di legge di conversione.

Condividiamo l’obiettivo di rendere più sicura la strada e la circolazione sulla stessa educando

meglio gli automobilisti ad un comportamento più rigoroso, anche con pene più severe e

l’introduzione della cosiddetta patente a punti. Esprimiamo, però, le nostre perplessità sulla

procedura scelta, in special modo su tre punti.

In primo luogo, la scelta del decreto-legge. Come sappiamo tutti, la competenza legislativa è

riservata, come in ogni democrazia, al Parlamento e il Governo può, come dispone l’articolo 77

della Costituzione, emanare decreti esclusivamente in casi straordinari di necessità e di urgenza,

che poi devono essere sottoposti al Parlamento per la conversione in legge.

Ci sembra che un disegno di legge, che ormai da molti anni giaceva nei cassetti dei Ministeri, non

aveva questa urgenza e si poteva scegliere la via del disegno di legge ordinario. Questo non si è

fatto e pertanto - e così arrivo al secondo punto di critica - si è messo il Senato della Repubblica

nell’impossibilità di migliorare il testo a noi sottoposto.

Per l’urgenza prevista praticamente il Senato non ha potuto apportare i dovuti miglioramenti, che

però sono emersi nel dibattito e con una serie di emendamenti qui presentati. Lo dimostra - come ha

già rilevato prima di me il senatore Moro - il fatto che il Governo ha accettato in forma di ordini del

giorno e di raccomandazioni il contenuto di questi emendamenti perché impossibilitato ad

accogliere modifiche al testo. Con ciò, però, si è soffocata la possibilità di apportare miglioramenti

al testo, e questo dato deve essere messo agli atti.

Ci auguriamo che il Governo mantenga il suo impegno ad introdurre le sollecitazioni contenute

nelle raccomandazioni e negli ordini del giorno presentati in un altro disegno di legge, meglio

organizzato e pensato, che sarà proposto in seguito.

Il terzo punto riguarda la responsabilità che, sempre frutto di questo anomalo procedere, è stata

scaricata sugli stessi cittadini. Il decreto-legge è entrato in vigore all’improvviso ed i cittadini, male

informati, o meglio, non informati dal Governo su quanto li avrebbe aspettati, non sapevano che da

quel momento in poi avrebbero dovuto accendere i fari sulle strade extraurbane; non sapevano che

avrebbero dovuto trasportare in automobile con un seggiolino apposito i bambini fino a dodici anni,

sotto un certo peso; non conoscevano, inoltre, le nuove norme relative alla velocità. In questo modo

sono stati penalizzati da una severissima applicazione della normativa che nessuno conosceva.

Questo è lo scandalo che molti cittadini ci hanno invitato a far presente in Parlamento. Non è

possibile, infatti, penalizzare la cittadinanza con delle sanzioni contenute in un decreto-legge

Page 48: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

48

ulteriormente modificato dalla Camera e, quindi, sottoposto ad un nuovo esame da parte del Senato,

che ora entrerà finalmente in vigore in forma puramente provvisoria, perché sarà superato se è vero

che ad esso seguirà un nuovo disegno di legge.

Concludo esprimendo un appello al Governo affinché, tramite i mass media, rilasci urgentemente

spiegazioni ai cittadini al fine di renderli capaci di attenersi alle nuove regole. (Applausi dai Gruppi

Aut, Mar-DL-U e LP).

S. 1148 Semplificazione del procedimento relativo alla sottoscrizione delle liste e delle candidature

elettorali

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo per una breve dichiarazione di voto sull'articolo 5,

che prevede norme speciali per la Regione Trentino-Alto Adige e per la Valle d'Aosta. Dopo tante

difficoltà, che si sono presentate con riferimento alla prima stesura del disegno di legge, siamo

riusciti a raggiungere un compromesso accettabile, che si rispecchia proprio nelle norme che stiamo

esaminando.

Questa legge elettorale era partita - lo devo ricordare - prevedendo una clausola di sbarramento al 4

per cento, in forza della quale, per poter avere un seggio al Parlamento, sia alla Camera che al

Senato, ogni gruppo politico, ogni partito, doveva raggiungere tale soglia. Abbiamo subito avvertito

quest'Assemblea, quando è stato presentato il disegno di legge alla Camera, che ciò avrebbe

significato cancellare dalla carta geografica dell'Italia le minoranze linguistiche. Non so se per

intento o per dimenticanza, ma questo era il disegno di legge.

Sono poi intervenuti i massimi costituzionalisti italiani; è stato chiaro anche l'avvertimento del

Capo dello Stato che una norma che non prevede eccezioni per le minoranze linguistiche andrebbe

a violare gravemente l'articolo 6 della Costituzione, che stabilisce esplicitamente che la Repubblica

tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Dopo difficili trattative, siamo riusciti a raggiungere per la Camera dei deputati un'eccezione che

trasferisce lo sbarramento dalla base nazionale a quella regionale. Cosa avrebbe significato lo

sbarramento su base nazionale del 4 per cento? Avrebbe significato che un piccolo partito,

rappresentante di minoranze linguistiche, non l'avrebbe mai raggiunto. Alcune cifre: la Südtiroler

Volkspartei, che ho l'onore di rappresentare, raccoglieva nelle ultime elezioni politiche circa

200.000 voti (il massimo che si poteva raggiungere nella Regione), il che corrisponde, su base

nazionale, allo 0,5 per cento, al di fuori, quindi, di ogni possibilità di raggiungere la soglia del 4 per

cento.

Abbiamo raggiunto poi per la Camera uno sbarramento trasferito su base regionale del 20 per cento

(una soglia piuttosto consistente, ma raggiungibile), mentre per il Senato si è tornati per tutto

l'assetto nazionale - e questa è una stranezza - ai collegi del maggioritario previsti fin ad oggi dalla

legislazione.

Ciò significa che noi, su base regionale, possiamo concorrere; ne prendiamo atto, con

soddisfazione, e diamo atto al Governo di aver previsto queste norme speciali. Lo stesso vale per la

Valle d'Aosta, che ha un solo deputato e un solo senatore, per cui non si poteva fare altro che

prevedere un'elezione su base maggioritaria.

Tuttavia, giacché ho la parola, vorrei ricordare anche che la differenza che c'è tra i sistemi che

stiamo analizzando. La differenza sta nel fatto che con il maggioritario e con i collegi siamo giunti

ad avere un sistema vicino alla gente. Ogni candidato, praticamente, rappresentava un collegio, con

certi limiti territoriali, che poteva curare personalmente, in cui poteva occuparsi sia dei piccoli

Page 49: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

49

bisogni, delle necessità della gente, che dei progetti di più alto rilievo, concentrato in un contatto

diretto con il proprio elettorato.

Ora si sta trasformando tutto (per noi solo alla Camera, non al Senato, dove sono rimasti i collegi)

in una circoscrizione a base regionale, il che significa che tutta la Regione è il campo di battaglia -

se posso permettermi questo termine - e che il contatto diretto tra il parlamentare eletto e la sua

cittadinanza diventa molto più lontano. Il candidato, infatti, non ha più la possibilità di muoversi

facilmente da un posto all'altro perché le distanze sono molto più grandi e si torna ad un anonimato

della politica che non gradiamo molto.

Per questo motivo abbiamo proposto almeno un alleggerimento, una scelta da restituire all'elettore,

cioè le preferenze, e, dopo che alla Camera non abbiamo avuto successo, perché era contro i piani

presentare le preferenze per tutto il territorio nazionale, ci siamo limitati qui, nelle nostre proposte

al Senato, a prevedere le preferenze almeno per le minoranze linguistiche.

Questo sarebbe stato un punto molto importante, perché la clausola di eccezione che è stata

concessa per la Camera dei deputati prevede - come dicevo - una soglia, non più a base nazionale,

ma trasferita a base regionale del 20 per cento, il che significa che pochissimi partiti (probabilmente

solo il nostro) potranno raggiungere tale 20 per cento e che tutti gli altri piccoli partiti che possono

esistere (nostri oppositori, ma comunque, dal punto di vista democratico, ammissibili) non potranno

concorrere per i seggi alla Camera dei deputati.

La nostra logica era allora la seguente: ammettiamo almeno nelle Regioni a Statuto speciale, che

prevedono questa norma di eccezione, questo sbarramento regionale, le preferenze, che potrebbero

rappresentare l'unica possibilità di esprimere la propria linea all'interno di un grande partito di

raccolta o un proprio accento, che altrimenti il cittadino non può esprimere se non aderendo ad un

unico partito che ha la chance di raggiungere il 20 per cento su base regionale.

Questo non si è potuto fare perchè il Governo e la maggioranza hanno deciso di non accettare

emendamenti di alcun tipo. Stiamo, infatti, lavorando in modo praticamente blindato, il che è poco

democratico, perché toglie al parlamentare ogni possibilità d'intervenire su un progetto così

importante, così stravolgente della carta geografica politica dell'Italia.

Ne prendiamo atto, però prendiamo, al tempo stesso, atto della circostanza che l'articolo 5, per la

Valle d'Aosta e per il Trentino-Alto Adige, salva, per così dire, la possibilità della nostra

rappresentanza e pertanto voteremo a favore.

S. 1157 Ratifica ed esecuzione dei Protocolli alla Convenzione per la protezione delle Alpi, fatta a

Salisburgo il 7 novembre 1991

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, la ringrazio per la straordinaria possibilità di intervenire; non

eravamo preparati al trattamento perché ieri sembrava che l'esame del provvedimento fosse

rinviato.

La Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi ha una grande importanza e noi siamo

favorevoli ad una rapida approvazione del relativo disegno di legge di ratifica, già approvato dalla

Camera dei deputati. Vorrei esprimere però preoccupazione per il fatto che è stato sottratto

all'esame della Commissione esteri il Protocollo relativo ai trasporti. Ciò è motivo di

preoccupazione per la Regione autonoma Trentino-Alto Adige, coinvolta nel trasporto alpino, e in

particolare per la Provincia autonoma di Bolzano, che ospita una delle Segreterie per l'attuazione di

questa Convenzione. Infatti, quello dei trasporti è uno dei nodi centrali di questi Protocolli,

prevedendosi, tra l'altro, il divieto di costruzione di ulteriori autostrade e collegamenti su strada.

Questo era un punto di vista da tutti condiviso, importante anche sotto il profilo della

programmazione. Ciò preoccupa anche perché è stato concordato il trasferimento del traffico dalla

gomma alla rotaia. Sappiamo tutti che esiste il grande progetto del traforo del Brennero. Si tratterà

della galleria più lunga del mondo, ancora più lunga del tunnel che, passando sotto la Manica,

collega la Gran Bretagna e la Francia. Una tratta sarà di 53-54 chilometri; poi, vi saranno ulteriori

Page 50: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

50

tratte di accesso al traforo che porteranno a gallerie di oltre 100 chilometri, con tutti i connessi

problemi ambientali.

Pertanto, chiediamo subito - e poniamo la questione già adesso - il massimo rispetto del nostro

ambiente alpino, che vive anche di turismo: parliamo infatti di bellissime zone visitate da cittadini

di tutto il mondo ed anche da molti ospiti italiani.

Nonostante tutto, condividiamo il progetto perché vogliamo il trasferimento del traffico dalla

gomma alla rotaia. Siamo, però, fortemente contrari alla costruzione di ulteriori autostrade, come ad

esempio quella conosciuta con il nome di "Alemania".

Ci preoccupa che questa possa essere la ragione per cui la Commissione ha eliminato dal disegno di

legge di ratifica il Protocollo nell’ambito dei trasporti, di cui alla lettera i), comma 1, dell’articolo

1. Vorremmo dunque capire, anche dallo stesso Governo, se è effettivamente così o se altre

motivazioni ne hanno determinato l’eliminazione.

Aggiungiamo quindi la nostra firma all’emendamento 1.100 (testo 2), presentato dalla senatrice

Donati e da altri senatori: così facendo il Gruppo Per le Autonomie si associa alla richiesta di

reinserire tale Protocollo nel testo, ratificandoli praticamente tutti e non soltanto quelli fino alla

lettera h) del comma 1 dell’articolo 1.

S. 1251 Legge - quadro in materia di riordino dei cicli dell' istruzione

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, lei sa benissimo che il nostro Gruppo cerca di seguire i lavori

con attenzione e con distanza, anche politica, senza schierarsi sempre dall'una o dall'altra parte, ma

vedendo oggettivamente le situazioni di volta in volta. Di fatto, abbiamo anche espresso la nostra

presenza in questa votazione; vorrei sottolineare ciò anche per dare più oggettività a questa

discussione.

Però, non ho trovato giusto l'assalto della maggioranza all'opposizione per un paio di luci che

anch'io ho visto da questa parte, mentre ho visto purtroppo anche almeno quattro luci da quell'altra

parte. Questo lo dico affinché resti agli atti, perché non è giusto che si assaltino in questo modo i

colleghi!

Colgo l'occasione per fare una precisazione ulteriore: chiedo che questo dibattito non sfoci adesso

in uno Stato di polizia con il perseguire i senatori che si recano alla toilette, perché questo non è

possibile. Una cosa è votare per altri e questo non è giusto - è capitato anche alla Camera ai nostri -

e deve essere perseguito perché sarebbe una falsificazione di votazioni. Tuttavia, non è altrettanto

giusto che un senatore che si muove in Aula e lascia un attimo il tesserino inserito o anche vada al

bagno sia trattato allo stesso modo.

Io credo in una certa tolleranza; non si arrivi ad uno Stato di polizia contro i senatori. (Applausi dai

Gruppi Aut, DS-U e Mar-DL-U).

S. 1738-B Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2002, n. 210,

recante disposizioni urgenti in materia di emersione del lavoro sommerso e di rapporti di lavoro a

tempo parziale

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Gruppo per le autonomie condivide

l’obiettivo del disegno di legge che intende promuovere l’emersione dei lavoro sommerso,

finalizzato ad innalzare il tasso di occupazione regolare e a recuperare alla legalità le aree di

comportamento illecito, nonché a garantire le migliori condizioni per una corretta tutela del lavoro

e per un corretto svolgimento della concorrenza tra le imprese. Ci auguriamo che il Governo riesca

in questo nobile intento e che le misure sottoposte ad approvazione rafforzino gli strumenti in

questa direzione.

Non possiamo nascondere, però, seri dubbi sui risultati finora raggiunti e sull’efficacia delle misure

proposte. Con disciplina d’urgenza si vuole, infatti, sostituire l’organo finora proposto per

Page 51: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

51

l’approvazione dei piani individuali di emersione, cioè il sindaco, con un nuovo soggetto

denominato "Comitato per il lavoro e l’emersione del sommerso" (CLES), composto da sedici

membri nominati dal prefetto, otto dei quali designati dalle amministrazioni statali territoriali e

dagli enti pubblici interessati e otto designati, in maniera paritetica, dalle organizzazioni sindacali

comparativamente più rappresentative dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro. I CLES sono

inoltre integrati dai comitati provinciali per l’emersione, istituiti ai sensi della legge n. 448 del

1998.

Per quanto riguarda il ricorso al provvedimento d’urgenza e all’emanazione di un decreto-legge,

dobbiamo esprimere la nostra perplessità, visto che la misura praticamente si limita a sostituire un

organo con un altro. Per quanto riguarda, invece, la nomina del comitato stesso tramite il prefetto,

ci sembra una vera invasione del campo amministrativo riservato agli enti locali da parte degli

organi dello Stato.

Questo non corrisponde né alla lettera, né allo spirito del nuovo assetto costituzionale previsto

dall’articolo 117 della Costituzione e confermato dal referendum popolare. Il ruolo del prefetto in

tale contesto è stato fortemente ridimensionato, al punto di eliminare il visto governativo sulle leggi

regionali e delle province autonome, fino ad allora demandato ai prefetti e ai commissari di

Governo. Si riconosce in questo provvedimento il chiaro intento di rafforzare le strutture dello Stato

invece di promuovere il principio della sussidiarietà e della rivalutazione degli enti locali.

Per quanto riguarda le autonomie speciali del Trentino-Alto Adige-Südtirol e della Valle d’Aosta, il

Gruppo per le autonomie ha presentato un ordine del giorno e si appella all’Aula e al Governo per

la sua approvazione. Infatti, le norme di attuazione dello Statuto speciale per la regione Trentino-

Alto Adige-Südtirol e, più precisamente, l’articolo 9-bis del decreto del Presidente della Repubblica

22 marzo 1974, n. 280, delegano, a decorrere dal primo gennaio 1996, alle province autonome di

Trento e di Bolzano l’esercizio delle funzioni amministrative attribuite all’ufficio regionale e agli

uffici provinciali del lavoro e della massima occupazione di Trento e di Bolzano, nonché alle

sezioni circoscrizionali per l’impiego ricadenti nei rispettivi territori, trasferendo conseguentemente

gli uffici stessi alle due province e riconoscendo alle stesse la competenza di disciplinare

l’organizzazione delle funzioni

delegate. Analoga norma è prevista per la Valle d’Aosta.

L’istituzione dei Comitati per il lavoro e l’emersione del sommerso, nonché la relativa disciplina

delle procedure per l’approvazione dei piani individuali di emersione vengono ad incidere sulla

competenza riconosciuta alle province di Trento e di Bolzano e alla Valle d’Aosta dalle norme di

attuazione sopra indicate.

Con l'ordine del giorno invitiamo pertanto il Governo a considerare che le funzioni dei comitati per

il lavoro e l'emersione del sommerso (CLES) siano svolte nel rispetto dei poteri delle province

autonome di Trento e Bolzano e della regione Valle d'Aosta, poteri ad esse spettanti ai sensi dei

rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione.

Ringrazio il sottosegretario Sacconi, il presidente della Commissione Zanoletti e il relatore Morra

per la disponibilità già dimostrata in sede di Commissione che spero sia confermata anche in sede

di Assemblea. Chiedo a tutti i senatori di sostenere la nostra proposta anche per evitare ulteriori

contenziosi presso la Corte costituzionale. (Applausi dal Gruppo Aut).

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ho avuto già occasione di

sottolineare in sede di discussione generale, il Gruppo Per le Autonomie condivide l'obiettivo di

fondo del disegno di legge, che intende promuovere l'emersione del lavoro sommerso, innalzare il

tasso d'occupazione regolare, recuperare alla legalità aree di comportamento illecito, anche

garantendo una migliore tutela del lavoro e un più corretto svolgimento della concorrenza tra le

imprese.

Page 52: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

52

Ci auguriamo che il Governo riesca in questo nobile intento e che le misure sottoposte

all'approvazione rafforzino gli strumenti in questa direzione. Non abbiamo però nascosto i nostri

dubbi sui risultati sinora raggiunti e sull'efficacia delle misure proposte.

Non crediamo che si possa risolvere il problema del sommerso sostituendo l’organo finora preposto

all’approvazione dei piani individuali di emersione, e cioè il sindaco, con un nuovo soggetto

denominato "Comitato per il lavoro e l'emersione del sommerso". Ci sembra inoltre eccessivo il

ricorso al provvedimento d’urgenza, con l’emanazione di un decreto-legge, visto che la misura si

limita praticamente a sostituire un organo con un altro.

Per quanto riguarda la nomina del Comitato stesso tramite il prefetto, ci sembra che essa si ponga in

controtendenza con la volontà di decentramento e di federalizzazione dello Stato spesso dichiarata

anche dal Governo. L’insediamento di una Commissione in materia di lavoro non corrisponde né

alla lettera, né allo spirito del nuovo assetto costituzionale.

Il ruolo del prefetto in tale contesto è stato infatti ridimensionato, mentre con questo disegno di

legge si riconosce chiaramente l’intento di rafforzare le strutture dello Stato invece di promuovere

il principio della sussidiarietà e della rivalutazione degli enti locali.

Per quanto riguarda le autonomie speciali del Trentino-Alto Adige-Südtirol e della Valle d’Aosta,

avevamo presentato un ordine del giorno appellandoci all’Aula e al Governo perché fosse

approvato. Le norme di attuazione dello Statuto speciale per la regione Trentino-Alto Adige-

Südtirol (analogo provvedimento è previsto per la Valle d’Aosta) prevedono infatti che le

competenze amministrative degli uffici regionali e degli uffici provinciali del lavoro e della

massima occupazione, nonché delle sezioni circoscrizionali per l’impiego, siano trasferiti alle due

Province autonome e alla regione Valle d’Aosta riconoscendo loro la competenza di disciplinare

l’organizzazione delle funzioni alle stesse delegate.

Ringraziamo pertanto il sottosegretario Sacconi e il relatore, onorevole Morra, per l’impegno

assunto di voler rispettare le competenze regionali e provinciali e per aver accolto in Aula l’ordine

del giorno presentato dal Gruppo Per le Autonomie inteso a salvaguardare i poteri delle province

autonome di Trento e Bolzano e della regione Valle d’Aosta, ad esse spettanti ai sensi dello Statuto

e delle relative norme di attuazione.

Per questi motivi, sottolineando che condividiamo l’obiettivo fondamentale, esprimendo i dubbi già

sollevati in discussione generale, il Gruppo Per le Autonomie dichiara di astenersi dal voto.

S. 1753-B Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l' integrazione della legislazione in

materia ambientale e misure di diretta applicazione

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ambiente e il paesaggio naturale

costituiscono per il mondo intero, e per l'Italia in special modo, un patrimonio di altissimo valore

sia per la sua bellezza sia per l'eredità naturale e culturale, ma anche un valore di altissimo pregio

economico, soprattutto per l'Italia, che si annovera tra i Paesi più frequentati da turisti di tutto il

mondo, per la sua ricchezza naturale e per il proprio patrimonio artistico.

Avremmo pertanto accolto con favore l'obiettivo del Governo di riordinare e migliorare gli

strumenti legislativi per meglio proteggere l'ambiente e la natura, come elencati all'articolo 1 del

disegno di legge e dall'emendamento del Governo qui presentato.

Purtroppo, infatti, già troppe delicatissime parti d’Italia, delle sue coste, delle sue montagne, dei

suoi paesaggi, sono state irrecuperabilmente distrutte. Sarebbe ingiusto incolpare di questo fatto

solo questo Governo: devono assumersene la responsabilità tutti i Governi, locali, regionali e

centrali, degli ultimi decenni. Il Paese pertanto si aspettava una legge ambientale che finalmente

facesse sul serio e mettesse fine una volta per tutte alle lacune legislative, alle irregolarità ed ai

condoni che inducono continuamente a nuovi abusi.

Page 53: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

53

Purtroppo con grande delusione dobbiamo constatare che dopo l’apprezzabile elencazione dei

princìpi e l’altrettanto apprezzabile inasprimento delle pene, anche in questo disegno di legge si

torna a ricorrere all’ennesimo condono edilizio, allargando nuovamente le maglie di un condono

appena approvato dal Parlamento con grande sofferenza ed aspra critica da parte dell’opinione

pubblica.

Il comma 1-ter dell’articolo 36 introduce infatti una sanatoria e una depenalizzazione per talune

tipologie di abuso finora escluse perché riguardanti zone sottoposte a particolare tutela. Questo

ulteriore condono, che va a vantaggio di pochi personaggi probabilmente molto influenti, reca

danno a tutta la comunità, alla natura e all’ambiente, ed educa ed incita nuovamente i cittadini a

violare le regole ambientalistiche e le leggi urbanistiche, potendo sperare sempre in nuovi strumenti

di condono. Ma va a danno anche di tutti i cittadini che con grande pazienza e senso del diritto,

nonostante una burocrazia difficile, hanno finora sempre seguito le regole, limitandosi a costruire

quanto e come previsto dalle norme urbanistiche; costoro si vedono ora beffati da chi invece

prepotentemente ha violato le leggi e le regole.

Possiamo immaginare cosa ne pensano i giovani, che noi cerchiamo di avvicinare con grande fatica

e pazienza alle istituzioni (lo fa in prima linea anche il Presidente del Senato, invitandoli in

Parlamento perché partecipino alla vita democratica), e che poi vedono premiate proprio quelle

categorie che vìolano la legge.

Sono inoltre costretto a denunciare un’ulteriore grave preoccupazione che riguarda la vita

democratica del nostro Paese. Senza una evidente necessità ed urgenza il Governo ha posto la

fiducia stravolgendo il testo esaminato dalle Commissioni su un provvedimento così delicato e così

importante per il nostro Paese com’è la protezione dell’ambiente e la tutela del territorio.

Il disegno di legge poteva essere approvato dal Senato in pochissime ore, visto che era già

approdato in Aula ed i tempi sono contingentati. Dopo un iter tormentato, iniziato già nel 2001,

eravamo praticamente al traguardo. Il Governo invece ha preferito svuotare nuovamente il

Parlamento delle sue più importanti prerogative, della sua centrale funzione di discutere, emendare,

migliorare e varare le leggi a nome di chi lo ha eletto.

Questo continuo ricorso alla fiducia è deludente per i cittadini e per chi li rappresenta in Parlamento

ed è devastante per il sistema democratico. Già recentemente il Governo aveva fatto ricorso alla

fiducia per varare la riforma delle pensioni, di altrettanta importanza per migliaia di cittadini, che

dopo un dibattito proficuo e per niente ostruzionistico svolto in Commissione lavoro è stata votata

appunto con la fiducia dall’Aula del Senato.

Pertanto, pur condividendo gli obiettivi del disegno di legge elencati nell’articolo 1, pur

condividendo l’inasprimento delle pene, rimaniamo delusi dal rinnovato ricorso al condono

edilizio, soprattutto in zone protette e delicate, e dal ricorso allo strumento della fiducia. Devo

quindi preannunciare il voto contrario del Gruppo Per le Autonomie. (Applausi dai Gruppi Mar-

DL-U, DS-U, Verdi-U e Misto-Pop-Udeur).

S. 1941 Disposizioni concernenti la forma di governo regionale

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Intervengo per porre una questione delicata sulla quale spero che ogni senatore

rifletta un attimo. Abbiamo avuto dal ministro Calderoli l'appoggio promesso per questo ordine del

giorno in cui non si fa altro che confermare le competenze delle Regioni e delle Province autonome

a statuto speciale. È una cosa che ogni Parlamento ed ogni Governo hanno sempre fatto.

Noi per l'interpretazione non abbiamo presentato alcun emendamento, ma chiediamo solo la

conferma chiarificatrice dell'articolo 54 del disegno di legge in votazione, il quale stabilisce che, in

Page 54: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

54

via transitoria, anche alle Regioni a statuto speciale si applica questa riforma, in attesa della riforma

dello statuto speciale attraverso la procedura prevista. L'articolo però precisa che sino

all'adeguamento dei rispettivi statuti le disposizioni della presente legge si applicano anche a quelle

a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano, per le parti in cui prevedono forme

di autonomia più ampie di quelle già attribuite.

In altre parole, anche questo disegno di legge stabilisce che non bisogna toccare gli statuti speciali e

se ne comprende il motivo, dal momento che ci sono tradizioni culturali e anche complicazioni

internazionali su questo punto. Infatti, il Trentino-Alto Adige è protetto da un accordo

internazionale del 1946 tra De Gasperi e Gruber.

La nuova procedura che si introduce con l'articolo 45 del disegno di legge e che va a modificare

l'articolo 127 della Costituzione introduce un ricorso alle Camere per l'annullamento delle leggi

regionali e provinciali che per noi costituisce un peggioramento rispetto all'attuale statuto.

Pertanto, chiediamo al Governo questo chiarimento, che doveva già essere palese. Non è possibile

che si preveda che le disposizioni si applicano solo per le parti che prevedono forme di autonomia

più ampia e poi si introduca un meccanismo per noi peggiorativo. Questo ci porrebbe, come

minoranza linguistica, in una posizione svantaggiata all'interno del Parlamento, dal momento che

siamo solo tre o quattro parlamentari e quindi saremmo disarmati.

Rimane comunque, per il Trentino-Alto Adige e per le altre Regioni, la possibilità di ricorrere alla

Corte costituzionale, questo nessuno lo mette in dubbio. Del resto, è l'unico strumento che ha

sempre funzionato bene e noi ci siamo rimessi alle sentenze della Corte. Non c'è mai stato questo

pericolo di doversi esporre al Parlamento nazionale, che a maggioranza - essendo noi soltanto tre o

quattro parlamentari - potrebbe anche annullare ogni legge regionale o provinciale. Questo non è

accettabile.

Pertanto, ci appelliamo nuovamente al Ministro, anche perché questa è la sua opinione e lo ha

confermato anche il senatore Pastore e ciò è stato molto di aiuto in questa interpretazione.

Ringrazio anche i colleghi che hanno lavorato insieme a me per trovare un testo di compromesso,

che vorrei sottoporre all'Aula.

So che poi non ci sono stati i necessari accordi nella maggioranza, però questo non è stato un mio

errore, ma ho sentito i senatori Schifani e Malan, il senatore Tofani, i colleghi della Lega, il

Ministro e il senatore Pastore ed erano d'accordo su questo testo di compromesso che vorrei

consegnarle, signor Presidente, chiedendo che sia sottoposto all'Aula.

S. 1986-B Sospensione condizionata dell' esecuzione della pena detentiva nel limite massimo di due

anni

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo Per le Autonomie.

Il Santo Padre quando è venuto in visita in Parlamento - e noi tutti abbiamo seguìto con grande

attenzione il suo discorso - in verità aveva chiesto di più: un atto di clemenza più forte. Tuttavia, il

provvedimento oggi al nostro esame va comunque in quella direzione.

Vorremmo porre all'attenzione anche la necessità di garantire l'efficienza della giustizia per snellire

i processi in corso. Con questa motivazione - lo ripeto - esprimo il convinto voto favorevole del

Gruppo Per le Autonomie sul provvedimento in esame. (Applausi dai Gruppi Aut, Mar-DL-U e DS-

U).

S. 2512 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2004 )

Page 55: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

55

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, l’emendamento 3.600 tratta il blocco delle assunzioni del

2002, che viene reiterato. Ciò significa che, salvo piccolissime eccezioni, tutti coloro che hanno

vinto un concorso pubblico attendono dal 2001 di essere assunti perché bloccati dalle finanziarie,

nonostante abbiano affrontato prove difficili, siano stati selezionati tra migliaia di candidati ed

esistano tutti i presupposti di legge per il loro accesso ai ruoli della pubblica amministrazione. Mi

chiedo che senso abbia indire concorsi pubblici se poi li si blocca.

Non abbiamo voluto essere massimalisti chiedendo lo sblocco di questa norma per fare accedere ai

ruoli tutti coloro che hanno vinto i concorsi. Ci siamo limitati ai vincitori di concorso del 2002, che

sono un terzo, e abbiamo cercato di ottenere la copertura finanziaria proponendo di aumentare

l’imposta di consumo sulle sigarette, di cui all’articolo 28 del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 231.

Sottolineo che è una norma richiesta da ampie fasce di famiglie, e il Governo punta sulla

promozione della famiglia. Questi giovani, nonostante abbiano portato a termine i propri studi e

siano qualificati, non potendo accedere al mondo del lavoro bloccano gli sforzi che il Governo sta

intraprendendo per promuovere la famiglia. Infatti, se non lavorano non possono contrarre

matrimonio, né fare figli.

Si chiede pertanto un ripensamento su questa norma per porre fine almeno al blocco delle

assunzioni per i vincitori dei concorsi del 2002.

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, sottoscrivo l’emendamento 18.0.19 e lo ritiro con una

specifica motivazione, sottintesa dal relatore. L'emendamento ripete, infatti, puntualmente le

competenze già sancite dallo Statuto speciale, cioè da una normativa di rango costituzionale non

modificabile con legge ordinaria.

S. 2544-D Modifiche alla Parte II della Costituzione

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevole signor Ministro, onorevoli colleghi, siamo arrivati

alla fase finale di un disegno che intende cambiare il quadro costituzionale del nostro Paese. La

domanda d'obbligo che si deve porre in questo momento è sull'opportunità di uno stravolgimento

costituzionale e dell'assetto organizzativo della Repubblica.

Il progetto è partito con la spinta propulsiva della Lega Nord per un grande obiettivo che il Gruppo

per le Autonomie, che può vantare un'esperienza storica sul tema dell'autogoverno, condivide nei

suoi princìpi.

In base alla sua storia, alla sua cultura, e soprattutto in base agli accordi internazionali, l'Alto

Adige/Südtirol ed il Trentino godono di un'autonomia speciale e di una tutela delle minoranze

linguistiche delle quali i rappresentanti del Governo italiano a livello internazionale giustamente

esaltano la qualità ed il carattere, oltre alla capacità di risolvere i problemi di territori di confine e di

minoranze etnico-linguistiche.

Spesso siamo invidiati per questa nostra autonomia, che ci ha offerto l'opportunità di gestire il bene

pubblico con maggiore efficienza e con un impegno mirato delle risorse a favore dei cittadini della

nostra terra. Ne è palese dimostrazione il fatto che recentemente un Comune del Veneto ha

addirittura chiesto l'annessione alla Regione Trentino-Alto Adige. La chiave di questo successo

però non sta solamente nell'autonomia, ma anche nella capacità di valorizzarla ed attuarla.

Vorrei ricordare in questo contesto che le Regioni a Statuto speciale in Italia sono cinque, le due

grandi Isole e le tre Regioni ai confini del Nord. La più ampia autonomia costituzionalmente

garantita è quella della Sicilia, perché quest'ultima è diventata Regione a Statuto speciale prima

dell'entrata in vigore della Costituzione italiana e pertanto ha potuto usufruire di una specialità assai

maggiore di quella del Trentino-Alto Adige/Südtirol e della Valle d'Aosta.

Page 56: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

56

A dispetto del fatto che non in tutte le Regioni speciali sia riuscita la valorizzazione di questa

autonomia allo stesso modo, rimane il fatto comune che la gestione autonomistica ha dato al

proprio territorio frutti visibili sotto gli occhi di tutti: ospedali che funzionano, scuole a livello

europeo, case popolari, lavoro, promozione dell'industria e del turismo.

Ho avuto l'onore per dieci anni di presiedere il consiglio regionale del Trentino- Alto Adige e come

tale di partecipare alle riunioni dei Presidenti delle assemblee e dei consigli regionali del nostro

Paese. In questo ambito è stato spesso posto il problema della disparità tra le varie Regioni con

l'intento di portarle tutte allo stesso livello. Le strade per raggiungere questo obiettivo sono due;

una è quella di togliere la specialità alle Regioni autonome riducendo il loro potere, impoverendo le

loro competenze e portandole a livello delle Regioni ordinarie.

Non è il momento di soffermarci sulle implicazioni internazionali di questa strada, visto che ciò

violerebbe accordi internazionali ai quali l'Italia ha solennemente aderito, ma vorrei evidenziare che

questa soluzione darebbe luogo ad un livellamento verso il basso.

L'altra via è quella di valorizzarle tutte e di portarle, passo dopo passo, al livello delle autonomie

speciali. Ed è questa la via che suggeriamo a tutti coloro che ci invidiano per il livello raggiunto

dalla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol.

Ed è questo il motivo per il quale - e lo ripeto - condividiamo la volontà e i nobili princìpi di

trasformare l'Italia in uno Stato federale, in cui tutte le Regioni possono godere di una propria

autonomia e gestire il bene pubblico in modo efficiente e vicino alla gente.

La Lega Nord di questi nobili princìpi ha fatto il proprio cavallo di battaglia ed in questo intento la

sosteniamo e la ringraziamo. Tuttavia, l'impegno di trasformare l'Italia in un moderno Stato

federale è stato contrastato all'interno del Governo da forze politiche che perseguono obiettivi

completamente opposti.

Il disegno che nel gergo popolare si chiama "devolution" prevede quattro competenze che

dovrebbero passare dallo Stato alla competenza esclusiva delle Regioni: l'assistenza e

l'organizzazione sanitaria, l'organizzazione scolastica e la gestione degli istituti, i programmi

scolastici e formativi di interesse regionale e, infine, la polizia amministrativa regionale e locale.

Sono competenze importanti, che daranno sicuramente alle Regioni la possibilità di migliorare e

ampliare il proprio raggio d'azione in questi settori. Tuttavia, non comportano alcuna rivoluzione e

destabilizzazione dello Stato, come qualcuno in quest'Aula ha voluto far credere. Anzi, si tratta di

competenze di cui le Regioni a Statuto speciale in gran parte già godono e che sono ben delimitate

e circoscritte. Sono però, soprattutto, contrappesate da una serie di misure e competenze che

ampliano, in completo contrasto con l'obiettivo federalista, il potere dello Stato.

A dimostrazione di ciò, basta guardare le nuove competenze, sempre all'articolo 117, che con

questa riforma vengono tolte alle Regioni e riportate nella competenza degli organi centrali dello

Stato, come ad esempio la tutela della salute, che viene direttamente ad incidere e limitare la

competenza sull'assistenza ed organizzazione sanitaria, la sicurezza del lavoro, le grandi reti

strategiche di trasporto e navigazione, l'ordinamento delle comunicazioni, delle professioni e dello

sport, la produzione strategica e tante altre. C'è da pensare che la lista delle competenze ricondotte

alla sfera dello Stato sia più lunga di quella delle nuove competenze regionali.

Ciò che maggiormente ci preoccupa è il nuovo centralismo, richiesto dalle altre forze di Governo

per controbilanciare la devolution, richiesta e ottenuta dalla Lega Nord. Ne sono palese

dimostrazione, oltre alle competenze ricondotte alla sfera dello Stato, la figura centrale del

cosiddetto Primo Ministro, nonché il potere del Governo di impugnare tutte le leggi regionali

davanti al Parlamento in seduta comune, che può annullare le relative leggi o disposizioni.

Per quanto riguarda il primo aspetto, ci preoccupa che lo strapotere affidato al Primo Ministro vada

a scapito del Parlamento e della funzione di garanzia del Capo dello Stato. Nel caso di

approvazione di una mozione di sfiducia del Parlamento verso il Primo Ministro (cito l'articolo 94),

il Presidente della Repubblica decreta lo scioglimento della Camera dei deputati ed indìce le

Page 57: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

57

elezioni. Lo stesso si verifica nel caso in cui la mozione di sfiducia sia stata respinta, ma con il voto

determinante di deputati non appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni.

Questo cosa significa? Significa, in parole povere, che il Parlamento ogni qualvolta non condivida

le impostazioni date dal Primo ministro debba accettare la drammatica conseguenza dello

scioglimento e di nuove elezioni. Questo significa, inoltre, diminuire la libertà d'azione del

Parlamento, espressione democratica del popolo e del corpo elettorale, sottoponendola alle direttive

del Primo ministro.

Apprezziamo, in questo disegno, lo sforzo di trasformare una delle due Camere in una Camera delle

Regioni, che dia espressione al nuovo contesto federale costituito dalle Regioni. Ho però già

lamentato in quest'Aula che ritengo storicamente sbagliato usare per questo obiettivo il Senato, che

trova le sue radici nell'antichità classica romana. Nel rispetto della grande storia del nostro Paese,

sarebbe stato molto più opportuno trasformare la Camera dei deputati nella Camera delle Regioni.

Il Senato cosiddetto federale, infatti, non sarà l'espressione delle varie assemblee regionali, come

succede in Germania, in Austria e in altri Stati effettivamente federali. Esso verrà eletto a suffragio

universale diretto e pertanto verrà eletto in modo analogo alla Camera dei deputati.

L'unica connessione con le Regioni rimane il fatto che le elezioni del Senato avverranno

contestualmente con l'elezione dei Consigli regionali. Non è pertanto un Bundesrat, secondo i

modelli degli Stati nordici. Una bella copia poteva essere una rappresentanza diretta delle Regioni,

un rafforzamento della già esistente Conferenza Stato-Regioni, con vere rappresentanze regionali e

una vera camera delle Regioni; ma il Senato federale, come lo stiamo costruendo, sarà una brutta

copia di questo modello e ne sono dimostrazione soprattutto le sue competenze, il cui nucleo

centrale è costituito dalle stesse competenze attribuite alle Regioni nelle materie di competenza

concorrente. In altre parole, il Senato federale è condannato a fare leggi quadro per delimitare tali

competenze delle Regioni, per fissare i principi direttivi e limitare così le autonomie regionali.

Ci preoccupa, inoltre, uno strumento lasciato alla discrezionalità del Governo e del Parlamento,

quello di impugnare e annullare le leggi delle Regioni per il cosiddetto interesse nazionale. Mentre

nella Costituzione vigente le leggi regionali e provinciali possono essere impugnate giustamente

davanti alla Corte costituzionale, ora si vorrebbe introdurre uno strumento politico, che offre alla

maggioranza la possibilità di rinviare ogni legge e disposizione varata dalle assemblee regionali.

Queste sono le nostre principali obiezioni ad una riforma costituzionale che condividiamo nei suoi

obiettivi, che tuttavia non si concretizzano in questa riforma. Prendiamo però atto con

soddisfazione che il Governo abbia voluto rispettare gli accordi internazionali e l'assetto speciale

delle Regioni autonome.

Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare soprattutto il Ministro per le riforme istituzionali e la

devoluzione, l'onorevole Roberto Calderoli, che qui ci sta seguendo, per la sua sensibilità verso le

rivendicazioni delle Regioni a statuto speciale e verso le nostre preoccupazioni. Prendiamo atto con

soddisfazione soprattutto dell'articolo 54 del disegno di legge, che prevede che «Le disposizioni di

cui al Capo V della presente legge costituzionale si applicano anche alle Regioni a statuto speciale

e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, per le parti in cui prevedono forme di autonomia

più ampie rispetto a quelle già attribuite».

Per togliere ogni dubbio interpretativo sull'ampiezza di questa clausola di salvaguardia prevista

dalla Costituzione, abbiamo posto sia in quest'Aula, sia per iscritto al Governo la questione di

applicabilità del nuovo articolo 45 del disegno di legge, che va a modificare l'articolo 127 della

Costituzione e che introduce il ricorso alle Camere per l'annullamento delle leggi regionali. Il

Ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione ci ha risposto con lettera datata 20 gennaio

2005 fornendo una chiarificazione importante, che cito testualmente.

Chiedo, signor Presidente, se possibile, di poter allegare agli atti lo scambio di lettere con il

ministro Calderoli, affinché diventi parte integrativa degli atti parlamentari.

Page 58: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

58

PETERLINI (Aut). Il Ministro, in risposta ad una mia nota del 15 dicembre 2004, precisa che «in

base all'articolo 54 del disegno di legge costituzionale n. 2544, le modificazioni concernenti il

Titolo V della Parte II della Costituzione si applicano in via transitoria, ovvero fino

all'adeguamento dei rispettivi Statuti, anche alle Regioni speciali per le parti in cui prevedono

forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già attribuite». Il Ministro analizza poi la questione

«se possa applicarsi alle Regioni speciali la modificazione dell'articolo 127 della Costituzione,

introdotta dall'articolo 45 del disegno di legge costituzionale, concernente il procedimento di

verifica circa il rispetto dell'interesse nazionale da parte delle leggi regionali».

Conclude, pertanto, il Ministro per le riforme istituzionali: «Ritengo di dover sottolineare come una

disposizione del genere - ove riferita alle Regioni speciali in modo incondizionato e senza

distinzione di materia - determinerebbe una compressione dell'autonomia già attribuita, in quanto in

nessuno degli Statuti di autonomia è previsto un procedimento analogo. È dunque mia opinione che

la disposizione recata dell'articolo 54 del disegno di legge costituzionale porti ad escludere

l'applicabilità del procedimento relativo all'interesse nazionale alle leggi delle Regioni speciali e

delle Province autonome».

Ringrazio il ministro Calderoli per la chiara interpretazione in fase preliminare della prima lettura

al Senato, che ci ha portato - lo sottolineo - come rappresentanti delle minoranze linguistiche alla

decisione di non presentare emendamenti al riguardo al disegno di legge, non ritenuti opportune e

necessari alla luce di questa chiara interpretazione.

Ci è, inoltre, di conforto che, durante la trattazione del relativo articolo nel dibattito nell'Aula del

Senato, nonostante la difficoltà di poter accettare per motivi tecnici un nostro ordine del giorno, il

presidente della Commissione affari costituzionali del Senato, senatore Andrea Pastore, abbia

confermato la chiara interpretazione del Ministro che abbiamo sottoposto in forma di ordine del

giorno.

Cito le parole del presidente Pastore dal verbale della seduta n. 770 del 22 marzo 2005: «Credo che

nessuno possa dubitare della correttezza dell'interpretazione contenuta nell'ordine del giorno. E'

evidente che nessuno può sognarsi di ritenere che norme che si considerano restrittive delle

autonomie regionali possano essere applicate anche al campo delle autonomie previste dagli statuti

approvati con leggi costituzionali speciali e protetti da accordi internazionali, dove ci sono regimi,

procedure, sistemi di controllo, di verifica e di collaborazione assolutamente diversi e fino ad oggi

utilmente sperimentati.

Quindi, ritengo di poter confermare che l'interpretazione data dall'ordine del giorno è corretta, ma è

corretta proprio sulla base del testo della riforma costituzionale. Laddove si dice che alle Regioni a

statuto speciale si riconoscono le maggiori autonomie attribuite dalla riforma costituzionale, è

ovvio e lapalissiano che si voglia dire, a contrario, che le norme restrittive non si applicano alle

Regioni a Statuto speciale. Quindi, interpretazione letterale, interpretazione logica e buon senso ci

portano a questa soluzione».

Ringrazio il presidente Pastore per questa chiara interpretazione, che sarà di ulteriore lume qualora

qualcuno - nonostante la chiarezza - dovesse ricorrere ad una limitazione delle competenze delle

Regioni e delle Province autonome, annullando le loro rispettive leggi.

Voglio, in conclusione, ricordare le parole del presidente Giulio Andreotti, che ha lanciato un

monito in quest'Aula. Egli ricordava la Costituente, ricordava come i Padri della nostra

Costituzione formulavano la Costituzione italiana, trovando la mediazione sulle formule, cercando

soluzioni condivise da tutti e coinvolgendo tutte le istituzioni e le università. Era una sala di

pensiero e di studio.

Riteniamo che una riflessione più approfondita sarebbe utile ed opportuna. Prendiamo atto con

favore che sono state rispettate le nostre istanze, ma al tempo stesso ci dispiace che sia stata persa

l'occasione di trasformare il nostro Paese in una vera democrazia federale secondo i modelli più

avanzati a livello europeo. (Applausi dai Gruppi Aut, DS-U e delle senatrici De Petris e Soliani).

Page 59: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

59

S. 2714 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2003, n. 347,

recante misure urgenti per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di insolvenza

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, signor sottosegretario Valducci, vi chiedo attenzione perché

stiamo parlando di un problema che ha afflitto la nostra economia, affligge gli imprenditori e i

lavoratori, ma anche i risparmiatori.

Vorrei ricordare a questo punto una mozione che abbiamo presentato in sessanta parlamentari; ciò

accadeva il 27 febbraio 2002. Tra le firme, oltre al sottoscritto e al Gruppo per le autonomie che era

il promotore di quella iniziativa, vi erano altri nomi, come quelli di Andreotti, Castagnetti e

Consolo ed anche nomi della maggioranza; mi riferisco a Forlani, a Gubert e al senatore Magri,

oggi sottosegretario. C’erano anche i nomi dei senatori Salvi, Tofani, Treu, Zanoletti e di tanti altri.

Erano circa sessanta i firmatari di quella mozione che, preoccupati a partire dalla crisi

dell’Argentina, avevano constatato - cito testualmente - nelle premesse: "Il crescendo delle crisi

finanziarie e bancarie a partire da quelle del 1997 in Asia, Russia, America Latina, fino all’allora

più recente crollo della new economy negli Stati Uniti, alla gigantesca crisi bancaria giapponese in

corso e alla bancarotta dell’Argentina, non è una serie di casi isolati…" - questo è il punto - "…ma

la manifestazione di una crisi dell’intero sistema finanziario caratterizzato dalla speculazione

sfuggita ad ogni controllo".

Quella mozione è ancora ferma e giace non so in quale cassetto del Parlamento, nonostante le

sessanta firme di autorevoli esponenti di questo Senato sia della maggioranza che dell’opposizione

che dettero allora il loro consenso e il loro appoggio con convinzione. In quella mozione si

prevedeva quello che sta succedendo e che succede in questo momento. L’abbiamo ripresentata

dopo il verificarsi delle altre crisi, un anno dopo, nel 2003, e si sono aggiunti nuovi nomi

autorevoli.

Oggi arriviamo alla previsione di una misura che naturalmente è necessaria ed urgente e che sarà

naturalmente votata dal Senato che però è di puro salvataggio e va a ricucire o meglio cerca di

ricucire un buco che è talmente grande da non poter essere ricucito. Tale misura è soprattutto

tardiva in una società come quella italiana; forse non lo sanno i nostri colleghi, ma insieme al

Giappone siamo il Paese con il più alto risparmio del mondo.

Gli italiani risparmiano in media il 10 per cento del loro reddito familiare ed il nostro risparmio,

insieme a quello accumulato in Giappone, risulta essere il più alto del mondo. Lo ripeto perché gli

italiani con il risparmio hanno anche fatto fermentare la nostra economia e quindi dovranno anche

investire questi mezzi.

Ebbene, dove li hanno investiti? Nei tempi passati, quando l’inflazione correva e i BOT rendevano

tanto, almeno nominalmente - realmente valevano poco - investivano in questi; dopo l’entrata

nell’euro e il freno all’inflazione, i tempi sono cambiati e la gente è passata ad investire anche nei

mercati finanziari e nelle borse.

Nello stesso periodo, non solo il piccolo risparmiatore, ma anche quello da noi tutti politicamente

invitato ad entrare nei fondi pensione, ha dovuto entrare in fondi che investono in borsa o in titoli

obbligazionari. Questo è il popolo italiano.

Che cosa succede oggi? Dopo tutti gli avvertimenti che sono stati fatti e dopo tutte le lezioni che

abbiamo avuto dagli Stati Uniti, dopo il crollo mondiale della LTCM (Long-Term Capital

Management), dopo il caso Enron, dopo la WorldCom, dopo l’Argentina, è arrivata, come

prevedibile, anche l’Italia con la Cirio, la Parmalat e possibilmente con la Finmatica senza che ci

fosse qualche misura di prevenzione e con due organi paralleli, la CONSOB e la Banca d’Italia, che

controllano sì i piccoli imprenditori, ma sembra che abbiano gli occhi chiusi su quelle grandissime

imprese.

La situazione ci preoccupa perché i piccoli risparmiatori italiani sia con i fondi pensione che con il

risparmio del 10 per cento del loro reddito familiare in tre anni hanno perso soldi nei mercati

Page 60: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

60

mondiali. Ha perso tra il 30 e il 50 per cento chi non ha investito nella new economy, dove si è

perso anche il 70 per cento; i più prudenti hanno investito in obbligazioni. Ora però partono anche

le obbligazioni; sono partite quelle dell'Argentina, quelle della Cirio ed ora quelle della Parmalat.

È una situazione insostenibile, cosa direte domani agli italiani, di non risparmiare più perché

altrimenti buttano i soldi dalla finestra o di comprare il mattone dove tutti dicono stia crescendo

un'altra forma di speculazione? Anche questo è un mercato sopravvalutato e sappiamo che è già

crollato a Tokyo, a New York e, se c'è speculazione, crollerà anche in Europa.

Dico questo per evidenziare che pur essendoci la necessità di una misura di salvataggio essa rimane

quello che è. Noi esprimeremo un voto di astensione, nel senso di appoggiare la misura ma con le

perplessità che restano perché mancano le misure vere di riassetto finanziario. Queste ultime

saranno poi proposte con un altro provvedimento in base ai risultati dell’indagine conoscitiva sul

caso Parmalat, che senz'altro porterà frutti e nuove idee.

Il ministro Tremonti ha già annunciato che vi saranno misure più restrittive sulle aziende, che ci

saranno più controlli, che si procederà ad un riassetto della CONSOB, che si taglieranno alcune

competenze alla Banca d'Italia per spostarle su un altro organo. Vedremo quali frutti porteranno tali

misure, ma sappiamo che ormai i soldi non sono più gestiti solo in Italia, esistono paradisi fiscali,

vengono fatti trasferimenti immensi non solo di mezzi finanziari ma anche dei cosiddetti mezzi

derivati.

Cito in questo contesto la Banca dei regolamenti internazionali di Basilea che è preoccupata del

divario tra l'economia reale e quella puramente finanziaria, che rivela una esplosione della bolla

degli strumenti derivati. Cito i seguenti dati: il 12 novembre 2003 quella Banca ha reso pubblico

che i valori nazionali dei derivati in miliardi di dollari sono i seguenti: giugno 2002, 127.500

miliardi di dollari; dicembre 2002, 141.700 miliardi di dollari; giugno 2003, 169.700 miliardi di

dollari. C'è un aumento di 42.000 miliardi di dollari in 12 mesi. Si tratta di soldi che non esistono,

che sono sulla carta perché sono derivati e non investimenti diretti.

Con quella mozione firmata da quasi tutte le parti politiche, con una terza versione che ho

ripresentato adesso dopo i fatti dell'Argentina ed il crollo dei mercati finanziari e di queste due

ultime aziende, chiediamo che il Governo italiano non si limiti a fare dichiarazioni in quest'Aula

adottando solo misure di salvataggio, ma si attivi su base internazionale - perché il mondo

finanziario è internazionale - per ristabilire finalmente con i Paesi industrializzati in primo luogo

ma anche con gli altri Paesi del mondo un nuovo riassetto finanziario.

L'ultimo è stato fatto nel 1944 con gli Accordi di Bretton Woods dai Paesi che dopo la crisi

mondiale del 1929 finalmente avevano deciso di ritrovarsi per avviare un riassetto finanziario, che

si basava su due pilastri: il primo era la convertibilità del dollaro con l'oro, il secondo era la

convertibilità del dollaro con altre monete.

Quei pilastri sono entrambi crollati e rivolgo questo appello conoscendo un po’ il settore e tutte le

preoccupazioni che ci sono tra i piccoli risparmiatori e i lavoratori ma anche nel mondo economico,

che richiedono uno sforzo del nostro Governo per una nuova Bretton Woods o comunque per un

incontro mondiale per un riassetto dei mercati finanziari. (Applausi dal Gruppo Aut e della

senatrice Soliani).

S. 2759 Riforma degli strumenti di controllo e vigilanza sulla trasparenza e correttezza dei mercati

finanziari

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo,

parlerò di un problema specifico di questa legge, quello dei cosiddetti conti dormienti, rifacendomi

anche all'intervento del collega Renzo Michelini del Gruppo per le Autonomie che seguirà e che

illuminerà altri aspetti delle legge stessa.

Page 61: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

61

Mi permettano però, signor Presidente e onorevoli colleghi, prima di passare all'argomento in

discussione di rappresentare all'Aula un fatto grave, e cioè la palese incostituzionalità che emerge

dalla proposta di legge elettorale presentata in Commissione alla Camera dei deputati. Tale

proposta porterebbe infatti, se non vi fossero il ripensamento che auspichiamo e le trattative che

invitiamo a iniziare (il termine per la presentazione degli emendamenti scade domani nelle prime

ore del pomeriggio), alla totale eliminazione dalla rappresentanza parlamentare sia alla Camera che

al Senato della minoranza linguistica sudtirolese da noi rappresentata.

Ricordo che l'articolo 6 della Costituzione prevede che la Repubblica tuteli con apposite norme le

minoranze linguistiche. La Südtiroler Volkspartei presente in Parlamento, e penso anche

degnamente rappresentata, dal 1948 ha dato il suo contributo, non solo a propria tutela ma anche

per la ricchezza della legiferazione dello Stato. Non credo possa essere nelle intenzioni di uno Stato

democratico eliminare una rappresentanza parlamentare, di cui tanti si vantano, anche nel mondo;

lo stesso Ministro degli esteri e giustamente l'intero Governo si fanno vanto della grande tutela

operata attraverso lo Statuto dell'autonomia.

Porto alla vostra attenzione questo problema perché, come abbiamo detto, i tempi sono molto stretti

e se un tale fatto si verificasse dovremo portarlo all'attenzione della Corte costituzionale:

quest'ultima si è già occupata della legge elettorale esistente che ci esclude, già da adesso, dalla

ripartizione proporzionale del 25 per cento riservato alle liste proporzionali, con la clausola del 4

per cento previsto.

A tale proposito, la Corte costituzionale già ci ha dato ragione, invitando il Parlamento a legiferare

al riguardo per eliminare questa palese ingiustizia. Il problema, però, era almeno alleviato dal fatto

che siamo rappresentati - nel territorio della Provincia di Bolzano rappresentiamo il 60 ed oltre per

cento dell'elettorato - tramite i collegi. Se domani i collegi dovessero sparire e si partisse da un

sistema proporzionale puro con la clausola del 4 per cento, si eliminerebbe tutto questo. Anche la

Germania ha uno sbarramento simile, ma la minoranza linguistica danese presente nello Schleswig-

Holstein gode di una esenzione.

Colgo l'occasione per invitare i colleghi a ripensare questa proposta. Siamo alla scadenza della

legislatura, tutti naturalmente si sono politicamente impegnati nell'ambito del proprio collegio,

come richiede la legge attuale, con il massimo della presenza, di lavoro, rispondendo praticamente

alle esigenze di tutto il territorio nazionale, ma riservando particolare attenzione, come è giusto che

sia, al proprio collegio che, tuttavia, all'ultimo momento, non sarebbe più quello di riferimento.

Saremmo infatti eletti su una base circoscrizionale che nel nostro caso è la Regione o una parte di

essa, stravolgendo all'ultimo momento la partita in gioco e azzerando il lavoro politico che tutti noi

abbiamo svolto sul territorio. Dico ciò indipendentemente dalla parte politica di appartenenza: tutti

noi abbiamo - penso - curato il nostro territorio.

Vorrei, inoltre, ricordare che è previsto il premio di maggioranza, ma non ho capito con quale

presupposto politico. Se l'attuale maggioranza di Governo introduce un premio di maggioranza che

scatta per chi vince le elezioni anche con il solo 40 per cento, è chiaro che parte dal presupposto

che la maggioranza esistente di centro-destra vinca. Altrimenti, a differenza di quanto il senatore

Angius ha oggi lamentato, questo premio di maggioranza passerebbe alla sinistra. Vorrei solo

evidenziare il rischio che si corre con questi giochetti elettorali all'ultimo momento.

Si parla poi di preferenze reintrodotte, però, a metà. Questo significa lasciar decidere chi sarà in

Parlamento a pochi personaggi che dirigono i partiti, che si blinderanno in liste bloccate, mentre gli

altri parlamentari dovranno combattere con tanto di investimento finanziario per la loro preferenza,

vedendosi poi sopravanzati da chi è nella lista bloccata. Dico ciò senza alcun pregiudizio verso

maggioranza o opposizione perché la questione riguarderebbe tutti quanti.

Penso che questo provvedimento, prima di approdare in quest'Aula, debba essere considerato con

attenzione. Pertanto, invito i colleghi della maggioranza - e questo non lo dico soltanto

nell'interesse della nostra parte politica - ad un'attenta riflessione. Ritengo infatti che almeno la

parte riguardante il Senato poteva essere lasciata all'elaborazione di pensiero di quest'Aula.

Page 62: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

62

Con riferimento al tema in argomento, ricordo che già nel 2001 l'inserto economico del quotidiano

«Corriere della Sera», in un articolo di fondo, aveva evidenziato una questione molto delicata che,

da un lato, ha spaventato il mondo bancario e, dall'altro, ha mobilitato tutte le associazioni dei

consumatori. Mi riferisco ai cosiddetti conti dormienti.

Cito un passaggio interessante di un articolo del «Corriere della Sera» del 2 aprile 2001 che così

riportava: «Informandosi tra i bancari emerge l'inquietante zona d'ombra. Alcuni sostengono che

potrebbe esserci un ingente tesoro non reclamato nelle sedi centrali di molte banche italiane

incrementatosi soprattutto a causa dei frequenti incidenti stradali mortali. Qualcuno aggiunge che se

scompare un'intera famiglia e non esiste un testamento i responsabili della filiale dove sono

depositati i risparmi potrebbero perfino appropriarsene illecitamente dopo essersi accertati che gli

eredi non sono in grado di sapere di quel denaro. Ma proprio questo sospetto potrebbe ora

convincere ad un intervento la procura della Repubblica per fare chiarezza su questa zona d'ombra e

magari imporre di rendere pubbliche le somme abbandonate nelle banche e i nomi dei rispettivi

intestatari, cosa che non solo negli Stati più progrediti d'Europa ma addirittura nelle Filippine è

legge dello Stato».

Quest'articolo risale al 2001. Io ho seguito il tema insieme ad altri colleghi; abbiamo anche

presentato un disegno di legge che è entrato a far parte del testo coordinato adottato dalla

Commissione. Ho avuto anche l'onore di poter partecipare, per quanto riguarda questa parte del

dibattito, ai lavori delle Commissioni riunite finanze e tesoro e industria, presiedute, con grande

interessamento e sensibilità, dai senatori Pedrizzi e Pontone, che voglio ringraziare in questa sede.

Una grande sensibilità è stata manifestata anche dai relatori Eufemi e Semeraro e in Commissione

si è cercato di trovare una soluzione. Il tema non è in discussione solo a livello nazionale, ma

interessa anche il Regno Unito. Il «Financial Times», che in proposito ha scritto vari articoli, stima

addirittura che nel proprio Paese siano 15 miliardi di sterline, corrispondenti a 22 miliardi di euro

circa, i depositi giacenti nelle banche che appartengono a sconosciuti e legittimi eredi che però non

sanno niente della loro fortuna e di cui le banche non sempre si sforzano di determinare l'eredità.

Questo problema ha e potrebbe avere una semplice soluzione, come del resto abbiamo suggerito nel

testo del nostro disegno di legge, vale a dire di prevedere che ogni cittadino che apre un conto

corrente, effettui un deposito bancario di valori o effettui altre forme d'investimento, magari

depositando quei valori in una cassetta di sicurezza della banca in questione, sia invitato con una

procedura molto semplice a dichiarare in quella circostanza, oltre ovviamente alle generalità

personali, anche quelle degli eventuali aventi diritto nel caso del suo decesso.

Questa semplice formula (rilevata dal «Corriere della Sera» e anche da altri giornali, quale il

«Financial Time», come dicevo, ma fatta propria nel frattempo da tutte le associazioni di tutela dei

consumatori) è però rimasta finora, dal 2001, una pura teoria. Neanche nelle Commissioni riunite

siamo riusciti a definire il testo, nonostante lo sforzo dei relatori Eufemi e Semeraro, che ringrazio,

i quali hanno mostrato la massima disponibilità. Non vorrei che sotto sotto vi fosse la lobby delle

banche che lo impedisce.

Spero venga trovata in questa sede la soluzione e invito a far ciò anche la rappresentante del

Governo, l'onorevole Armosino, che ha seguito con grande attenzione ed impegno i lavori delle

Commissioni riunite. La soluzione è semplice: la banca dev'essere obbligata non solo a richiedere i

nomi, ma anche ad avvertire, nel caso di una non attività, come si diceva, di cinque anni, i possibili

eredi, i quali possono poi accedere alla loro proprietà.

Rimane la domanda: cosa succede con l'accumulato? Infatti, se in un Paese simile al nostro per

numero di abitanti si trovano 15 miliardi di euro depositati nelle banche illegittimamente, di cui i

proprietari non sanno niente, si può desumere che una cifra simile possa anche giacere nelle banche

italiane. Ho presentato un'interrogazione al Governo, che finora non è stata onorata di risposta;

spero che venga, ma forse il Governo non lo sa neanche, perché sono le singole banche ad avere

questi mezzi.

Page 63: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

63

Ma immaginiamo il dramma familiare in cui si trovano gli eredi, perché qui si tratta normalmente

non di persone anziane che provvedono con il testamento e le quali magari, una volta raggiunti i 65

o 70 anni, oltre al testamento redigono anche una lista dei loro depositi, dei conti correnti che

hanno; qui normalmente succede che in un grave incidente stradale muoia l'intestatario o

addirittura, in casi drammatici, tutti e due i genitori ed effettivamente poi, in casi di genitori

giovani, i figli in tenera età non trovino neanche quel sostentamento che i genitori con grande

sacrificio hanno cercato di accumulare.

Dunque, la formula c'è. È stato presentato un emendamento da parte dei relatori, che è simile a

quanto avevamo già proposto noi, come Gruppo per le Autonomie, come disegno di legge, e ci va

in linea di massima bene. Rimane, come dicevo, la questione dell'accumulato: noi proponiamo una

procedura sulla quale nelle Commissioni riunite non si è ancora trovato - neanche in proposito - un

consenso; spero che con l'apporto del Governo e dei relatori si trovi la soluzione e si compia

un'attenta valutazione di quanto noi abbiamo proposto.

Noi abbiamo proposto che le banche, entro un anno, debbano attivarsi per avviare le ricerche,

queste ultime rivolte, naturalmente, innanzi tutto all'intestatario stesso che non ha dato segni di vita;

quindi, una volta trascorso un certo termine, che ci si rivolga ai Comuni di ultima residenza degli

intestatari dei beni accumulati; tale ricerca potrebbe dare come risultato o l'attestazione di morte o

una nuova residenza; proponiamo altresì che la banca vada avanti nella sua ricerca e sia obbligata,

in caso ulteriore di non ritrovamento delle persone, a pubblicarne i nomi in modo molto palese nei

locali della banca; e, se anche questa procedura non portasse a buon fine, ad avvertire la Banca

d'Italia affinché da parte sua provveda a una pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e su quotidiani

nazionali, sperando che si ritrovino i legittimi eredi.

Questa è una proposta, possono esservi mille altri modi per promuovere questa ricerca. Il punto

importante è che ci si sforzi e che questa legge dia una risposta, come su tante altre questioni, anche

all'esigenza di ritrovare gli eredi di questi conti dormienti.

Ringrazio per l'attenzione prestatami, però mi auguro che, oltre all'attenzione, effettivamente si

trovi una risposta a questo problema. (Applausi dal Gruppo Aut).

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, ho compreso la proposta del Governo, ora illustrata dal

Sottosegretario e condivisa dai relatori, di espungere tale delicato tema dalla discussione per

riportarlo nell'ambito della discussione sulla finanziaria. Esprimo solo una preoccupazione per

farmi poi tranquillizzare da chi ha le carte in mano. Il problema della regolamentazione dei

cosiddetti conti dormienti, cioè dei conti che appartengono ai legittimi eredi e che però, poiché

questi ultimi purtroppo non sono a conoscenza della loro esistenza, rimangono di fatto nel

patrimonio delle banche, è un problema che da molto tempo si cerca di risolvere.

Vi è stato un primo tentativo alla Camera dei deputati, con un disegno di legge che è stato

esaminato in prima lettura. C'è poi stato un tentativo forte, condiviso da tutta la maggioranza, dai

relatori e anche dalla signora Sottosegretario (anche in quel caso molto attenta al problema), i quali

hanno condiviso una proposta da me presentata, la cui discussione in Commissione è stata poi

rimandata.

Adesso siamo arrivati finalmente in Aula e anche qui si rinvia. C'è il sospetto che una forte lobby

bancaria cerchi in qualche modo di procrastinare questa regolamentazione, che è invece

nell'interesse di tutti ed è al di sopra di ogni parte politica.

Signor Presidente, se una persona muore e i parenti (che spesso sono bambini, quindi, in tenera età,

in una delicata situazione) non sono a conoscenza delle disponibilità finanziarie della persona

Page 64: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

64

defunta, tali patrimoni, che si stimano in circa 20 miliardi di euro - non si tratta di piccole cifre -

restano tranquillamente nelle banche.

Ora il ministro Tremonti, che ha un'eccellente capacità nell'individuare risorse, ha proposto di

utilizzare tali fondi per risanare i conti dello Stato. Finché non si scoprono i veri eredi si può

discutere sulla regolamentazione da adottare, ad esempio quella condivisa dalla Lega, che

proponeva di dare questi fondi al Comune che ha dovuto sostenere eventuali spese per le persone in

questione, o quella che prevede che tali fondi debbano andare allo Stato.

Almeno un aspetto deve però essere fatto salvo: si deve introdurre una regolamentazione che da ora

in poi imponga a chi apre un conto corrente o deposita denaro o valori nelle cassette di sicurezza o

che apre un fondo di investimento, nonché alle stesse banche, di indicare i nomi delle persone a cui

inviare eventuali comunicazioni, in modo che non si verifichino più fatti di questo tipo.

Occorrerebbe inoltre prevedere per il passato una regolamentazione che faccia almeno lo sforzo di

individuare i legittimi eredi.

Questo è l'intento dell'emendamento da me presentato e da tutti condiviso. Ringrazio i relatori della

grande attenzione che mi hanno prestato e per essere stati veramente sensibili a questo tema.

Ringrazio anche il Sottosegretario e tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione. Il mio auspicio

è che questo rinvio alla finanziaria effettivamente un giorno o l'altro sia attuato. (Applausi dai

Gruppi Aut e LP).

S. 2978 Conversione in legge del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136, recante disposizioni

urgenti per garantire la funzionalita' di taluni settori della pubblica amministrazione

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo per constatare che stiamo procedendo in modo

non solo logorante, ma anche poco onorevole per una istituzione della Repubblica.

Ritengo pertanto opportuno proporre l'adozione di qualche provvedimento, senza voler esprimere

alcuna critica su chi chiede la verifica del numero legale, perché è un diritto dell'opposizione

evidenziare l'obbligo della maggioranza di garantire la presenza in Aula per assicurare il numero

legale.

Mi rendo conto che i parlamentari qui presenti sono sempre gli stessi e il primo provvedimento che

proporrei al Consiglio di Presidenza e alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi è la pubblicazione

delle statistiche dei senatori presenti e di quelli assenti.

MALAN (FI). Bravo Peterlini!

PETERLINI (Aut). Sarebbe opportuno che la Presidenza provvedesse a comunicare dati ufficiali,

anche per smentire le statistiche pubblicate dai giornali, che non corrispondono al vero. Questo per

due motivi: in primo luogo, l'accesso ai dati della Presidenza è molto difficile; in secondo luogo, in

base ad una norma del Regolamento, che non mi sembra giusta, certe categorie di senatori risultano

comunque presenti. Non le elenco tutte, ma so che in esse rientrano i componenti del Consiglio di

Presidenza, i membri del Governo e i Capigruppo, che risultano presenti anche se non lo sono.

Propongo, infine, di avviare un procedimento che snellisca il lavoro con riferimento alle missioni

che impegnano molti senatori. Certo, non è possibile sopprimere le missioni, che richiederebbero al

contrario maggiore spazio, perché l'Italia deve essere presente agli incontri internazionali. Ai fini di

un'organizzazione efficiente, si potrebbero però concentrare questi impegni extra-assembleari in

un'unica settimana del mese, concentrando i lavori parlamentari nelle restanti tre settimane.

S. 3421 Conversione in legge del decreto-legge 14 maggio 2005, n. 81, recante disposizioni urgenti

in materia di partecipazioni a societa' operanti nel mercato dell' energia elettrica e del gas

Page 65: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

65

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, il disegno di legge di conversione si presenta modesto e si

basa sull'articolo della Costituzione che indica l'urgenza in caso di misure eccezionali. In verità,

esso contiene un passaggio decisivo non solo per la politica energetica, ma anche per l'economia

oltre a richiedere, una complicazione dal punto di vista costituzionale, una discussione in altra sede

e con altro approfondimento del Parlamento rispetto quanto non si possa fare mediante un decreto-

legge.

L'obiettivo dichiarato nella relazione di accompagnamento è molto semplice: rimuovere gli ostacoli

nei confronti delle prospettive di collaborazione con Governi degli Stati membri dell'Unione

Europea e delle iniziative di imprese italiane con imprese europee nel settore dell'energia elettrica e

del gas, finalizzate a partecipazioni con società come Electricité de France e Gaz de France.

Fin qui il disegno di legge; si devono purtroppo leggere i giornali economici per capire che cosa

nasconde il provvedimento. Ciò che è nascosto dietro il provvedimento non ce lo dice il disegno di

legge, non è stato apertamente discusso e proposto da parte del Governo.

Un organo di stampa autorevole come «Il Sole-24Ore» riporta le parole del Ministro delle attività

produttive: il provvedimento serve a rilanciare anzitutto la spinosissima questione del futuro ritorno

al nucleare, anche tra le mura di casa nostra, cioè in Italia, perché - è scritto nel patto con i cugini

d'oltralpe siglato ieri pomeriggio a Genova - l'opzione nucleare nel quadro del mercato unico

europeo è una delle soluzioni aperte per far fronte alle sfide del cambiamento climatico e della

sicurezza dell'approvvigionamento energetico.

Chiedo al Governo e, trattandosi di una questione costituzionale, chiedo anche al Presidente se il

referendum celebrato nel 1987, attraverso il quale il popolo italiano si è espresso a stragrande

maggioranza contro l'uso del nucleare per la produzione di energia e contro le convenzioni con Stati

esteri per l'importazione di energia nucleare, può essere aggirato di nascosto con un provvedimento

d'urgenza. Non mi sembra degno del Parlamento ignorare l'esito molto chiaro di un referendum e

passare ad una società nucleare senza informare il popolo, senza discuterne nelle sedi appropriate,

nei partiti e in Parlamento.

In provincia di Bolzano, una piccola provincia del Nord Italia, abbiamo concluso in questi giorni

una fiera internazionale sui motori ad energia alternativa che funzionano con metano o addirittura

con lo sfruttamento dell'idrogeno. È stato un grande successo; erano presenti ditte americane e di

tutto il mondo che hanno dimostrato la possibilità di sfruttare meglio il metano, utilizzandolo anche

per le nostre automobili, e di produrre motori ad idrogeno che non inquinano e sono capaci di

generare lo stesso effetto dei motori a combustibile.

Qui non vi è stato neanche un accenno a tale questione. Si affronta una discussione sull'energia e

non si parla di fonti energetiche alternative. Tra l'altro le macchine a idrogeno esistono già, non

sono fantascienza. All'aeroporto di Monaco per il trasporto shuttle sono impiegati mezzi alimentati

ad idrogeno. La provincia di Bolzano promuove l'uso di energia alternativa, incentivando per

esempio un modello di casa che sfrutta l'energia solare, l'energia del suolo, l'isolamento e quanto la

tecnica offre per poter risparmiare energia. Nella discussione di questo disegno di legge che

interessa il livello nazionale non ho sentito una parola sull'argomento. Signor Sottosegretario, lei

potrebbe acquisire grande fama se promuovesse un'iniziativa in questo senso.

Sempre a Bolzano si è tenuto recentemente un convegno, cui ha partecipato anche l'ENEL. Dopo il

mio intervento, il responsabile dell'ENEL si è complimentato, obiettandomi però che le fonti di

energia alternativa e rinnovabile non rendono più del 6 per cento.

In quella circostanza non io ma l'assessore provinciale all'urbanistica, ambiente ed energia, Michl

Laimer ha risposto che la Provincia di Bolzano ha portato la quota di energia rinnovabile al 43 per

cento non solo con l'energia idroelettrica che produciamo, ma incentivando per esempio i privati ad

Page 66: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

66

usare i pannelli solari per produrre acqua calda e riscaldamento, sfruttando tutte le possibilità di

energia disponibili, anche del suolo e del vento.

Poiché sono qui da quattro anni, vorrei finalmente sentire un progetto del Governo in questo settore

in cui si proponga quanto si sta facendo e quale quota di mercato si vuole raggiungere in questo

settore. Pertanto, prima di passare al nucleare, una energia dai grandissimi rischi, in merito alla

quale il popolo italiano ha detto no, mi pare sia veramente fuori posto farlo in questa sede con un

decreto-legge nascosto, senza fare alcun cenno nella relazione. Ci sarà pertanto un convinto voto

contrario a questo decreto-legge. (Applausi dal Gruppo DS-U e del senatore Michelini).

Page 67: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

67

PRESENTAZIONE DI DOCUMENTI

Page 68: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

68

MOZIONI

Atto n. 1-00059

Pubblicato il 27 febbraio 2002

Seduta n. 131

PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, ANDREOTTI, KOFLER, BETTA, MICHELINI,

ROLLANDIN, SALZANO, RUVOLO.

Il Senato,

premesso:

che il crescendo delle crisi finanziarie e bancarie – a partire da quelle del 1997 in Asia,

Russia, America Latina, fino al più recente crollo della new economy in USA, alla gigantesca crisi

bancaria giapponese in corso e alla bancarotta dell’Argentina – non può che impensierire le

popolazioni, le classi dirigenti, le imprese, gli investitori e i risparmiatori in quanto non è una serie

di casi isolati ma la manifestazione di una crisi dell’intero sistema finanziario caratterizzato dalla

speculazione sfuggita a ogni controllo;

che l’intera bolla finanziaria mondiale ha raggiunto la vetta dei 400.000 miliardi di dollari

(di cui 140.000 solamente negli USA) in rapporto ad un prodotto interno lordo mondiale di circa

40.000 miliardi di dollari e che questo divario è andato accentuandosi soprattutto negli ultimi anni;

che la crisi finanziaria rischia di provocare una grandissima crisi per il risparmio e in special

modo per i fondi pensione;

che la politica monetaristica del FMI nei confronti dei cosiddetti paesi in via di sviluppo

quali l’Argentina è stata negli anni passati direttamente responsabile dell’aggravamento della loro

situazione fino alla bancarotta, imponendo il pagamento di alti tassi di interesse e tagli del bilancio

e degli investimenti produttivi che hanno gravemente intaccato il prodotto interno reale delle

nazioni;

che la politica di privatizzazioni richieste dal FMI è risultata non adatta per tutte le

situazioni, come dimostrano anche i ripensamenti in corso sulle privatizzazioni (per esempio quelli

delle ferrovie) persino in Inghilterra, la nazione che per prima ha esaltato questo orientamento;

che il continuo pagamento degli interessi sul debito imposto dal FMI ha strangolato

l’economia argentina (nel 1998 il pagamento degli interessi era l’11% del bilancio nazionale, nel

2000 il 15% e nel 2001 il 18%. Questo salasso di ricchezza e di investimenti è andato sempre più

ad incidere negativamente sulle entrate fiscali: nel 2001 le entrate fiscali sono crollate del 33%

rispetto all’anno precedente);

che l’intera America Latina negli anni passati ha già pagato più volte l’intero ammontare del

suo debito estero: nel 1980 era di 259 miliardi di dollari, nel 1999 dopo aver pagato

cumulativamente 628 miliardi di dollari in interesse «rimanevano» 793 miliardi di debito da pagare

(dati della Banca Mondiale);

che quindi la crisi argentina non è specifica a questa nazione bensì riguarda l’intero

continente latino – americano, dove il Messico e il Brasile (in cui la svalutazione della moneta non

ha risolto il problema del debito, al contrario, e ha creato momenti di tensione con gli altri paesi del

continente), per esempio, sono stati condotti dal FMI sull’orlo di un crac come quello

dell’Argentina e di altre nazioni quali la Turchia e la Polonia, in quella che è una manifestazione

molto forte della crisi dell’intero sistema che si evidenzia in maniera sempre più quantificabile e

tangibile anche negli USA, in Giappone e in Europa, per cui una duratura soluzione per l’Argentina

può avere luogo solo nel contesto di un totale riorientamento produttivo e di una riorganizzazione

del sistema economico e finanziario internazionale;

Page 69: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

69

che il crac in Argentina non può essere imputato semplicemente alla corruzione nazionale

ma al sistema «politico» del FMI che, invece di sostenere una partecipazione vera nello sviluppo

della nazione, ha introdotto meccanismi monetaristici che hanno favorito varie forme di corruzione.

Ad esempio, parlamentari del partito argentino ARI il 31 dicembre 2001 hanno presentato una

dettagliata documentazione sulla «struttura bancaria parallela» che ha organizzato illegalmente tra

ottobre e dicembre 2001 una fuga di capitali e operazioni di riciclaggio per parecchi miliardi di

dollari, che non sarebbero potuti avvenire senza che il FMI ne fosse a conoscenza. Il giudice di

Bueno Aires Maria Servini de Cubria ha aperto un’indagine sul caso;

che la Chiesa Cattolica argentina ha preso una posizione molto chiara sulla crisi.

L’arcivescovo di Rosario Mons. Eduardo Miràsha ha detto il 17 novembre 2001: «Un popolo non

può morire per pagare il debito». Mons. Hector Aguer di La Plata il 20 dicembre 2001 ha diffuso

una lettera aperta sul debito estero dove denuncia tra l’altro la politica (imposta dal FMI) di «deficit

zero» che ha drasticamente ridotto il benessere generale allo scopo di pagare gli interessi sul debito

agli «usurai»; infatti il popolo muore per debiti contratti da altri e per fini chiaramente non di

interesse nazionale;

che varie forze politiche, economiche, sociali e religiose dell’Argentina hanno posto al

centro della discussione la proposta per un programma di ricostruzione e di sovranità nazionale che

prevede i seguenti punti:

1) lo sganciamento del peso dal dollaro senza svalutazione o altre forme di

dollarizzazione, di fatto una nuova moneta senza obblighi con l’attuale sistema;

2) misure di controllo sui movimenti di cambi e di capitale come quelle che negli anni

Cinquanta si rivelarono capaci di proteggere le monete;

3) la creazione di una «banca nazionale» per emettere nuovi crediti a basso tasso di

interesse e a lungo termine per espandere gli investimenti produttivi nell’industria e

nell’agricoltura, in particolare nella media industria;

4) il congelamento di tutti i debiti con l’estero e l’apertura di un’indagine sulla legittimità

del debito ancora dovuto;

5) la creazione di un coordinamento di difesa con altri paesi del continente mirante anche

a creare un mercato comune latino americano;

6) la reintroduzione del principio inviolabile della sovranità nazionale contro ogni forma

di interferenza da parte di strutture sovranazionali della globalizzazione,

impegna il Governo:

1) per quanto riguarda direttamente l’Argentina:

a sostenere in ogni modo questo processo di riacquisizione della sovranità nazionale nella

formulazione di una politica economica, come sopra riportata, nell’interesse del popolo argentino;

a sostenere in particolar modo la richiesta di moratoria sul debito estero;

a sostenere, anche con la partecipazione diretta, i progetti di rilancio degli investimenti

nell’economia produttiva;

a portare questa mobilitazione anche nelle istituzioni dell’Europa così da trasformare

questo sostegno italiano in sostegno europeo e rilanciare in modo concreto l’impegno già assunto

dall’Europa per l’America latina con l’appoggio al progetto del Mercosur;

2) per quanto riguarda la crisi dell’intero sistema finanziario e monetario internazionale:

a portare avanti in tutte le istanze la richiesta di una totale revisione del ruolo e delle

politiche del FMI;

a prendere in particolare l’iniziativa di proporre la convocazione di una nuova conferenza

internazionale a livello di Capi di Stato e di Governo, come quella che si tenne a Bretton Woods nel

1944, allo scopo di fondare un nuovo sistema monetario internazionale e prendere quelle misure

necessarie per eliminare i meccanismi che hanno condotto alla creazione della bolla speculativa e al

Page 70: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

70

crac finanziario sistemico e per mettere in moto programmi di ricostruzione dell’economia

mondiale.

Atto n. 1-00085

Pubblicato il 16 luglio 2002

Seduta n. 212

PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, SALZANO, RUVOLO, MALABARBA,

MONTICONE, MALENTACCHI, TURRONI.

Il Senato, premesso:

che, vista la risoluzione del 5 settembre 2001 sulla domanda di adesione della Repubblica

ceca all’Unione europea e sullo stato di avanzamento dei negoziati, il Parlamento europeo ha

invitato la Commissione europea a convocare una conferenza internazionale per dibattere sulle

possibilità e i costi dell’abbandono dell’energia nucleare, nonché sulla possibilità di sottoporre alla

Repubblica ceca una proposta di abbandono elaborata a livello internazionale, e che la

Commissione europea non ha ottemperato a questo invito del Parlamento europeo che è l’unica

istituzione democraticamente legittimata nell’Unione europea;

che nella sua relazione annuale sull’esercizio finanziario 2000 la Corte dei conti europea ha

per l’ennesima volta esortato la Commissione europea a definire standard unificati per la sicurezza

nucleare;

ricordando:

che nell’ambito del processo di allargamento dell’Unione europea sono stati concordati dei

termini vincolanti per la disattivazione delle centrali nucleari di Bohunice in Slovacchia, Ignalina in

Lituania e Kosloduj in Bulgaria;

che ogni centrale nucleare in meno è una speranza di sicurezza, di collaborazione in Europa

e di fiducia reciproca in più; per questo motivo due terzi dei Paesi dell’Unione europea hanno

rinunciato all’energia nucleare o la stanno abbandonando;

considerando:

che l’energia nucleare a prezzo pieno non sarebbe competitiva in una economia di mercato;

che attualmente praticando il dumping ecologico e la scarsa considerazione di possibili

risvolti nell’energia atomica si ostacolano soluzioni sostenibili in campo energetico, si blocca lo

sviluppo tecnologico e – così come succede per tutte le grandi tecnologie – si finisce più per

sopprimere posti di lavoro che per crearne (prof. Hermann Knoflacher, Technische Universität di

Vienna);

premesso inoltre:

che le persone si aspettano che vengano al più presto adottate decisioni e misure chiare che

permettano di scongiurare definitivamente il pericolo dell’energia nucleare;

che il dibattito sorto attorno alla centrale nucleare di Temelin, in cui dall’inizio della sua

messa in funzione in via sperimentale si sono già verificati non meno di 27 incidenti, dovrebbe

portare tutti i Paesi europei ad adottare una politica comune in materia di energia nucleare;

che esercitare il diritto di veto, previsto dall’Unione europea, è giudicato legittimo nelle

questioni di politica agraria, finanziaria e di convergenza; si ritiene legittimo anche poter sollevare

obiezioni quando ne va della sicurezza e della vita delle persone (sempre secondo il prof.

Knoflacher porre il veto a Temelin non significa porlo alla Repubblica ceca, ma costituisce

piuttosto un banco di prova per l’Unione europea che dovrà decidere se stare dalla parte del

cittadino o delle lobby. Si tratta di un minimo ritardo per avere poi una soluzione migliore);

ritenendo che dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 il potenziale di pericolo delle centrali

nucleari vada rivalutato;

Page 71: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

71

riconoscendo che l’energia nucleare non può essere considerata un modo sostenibile e

sicuro di produrre energia;

considerando altresì che dal sondaggio condotto da Quadra per il «Sole 24 Ore» (pubblicato

sul Rapporto Energia Ambiente del «Sole 24 Ore» del 5 giugno 2002) emerge che quattro italiani

su cinque bocciano la riapertura di centrali nucleari;

constatato che in Austria nell’ambito di una consultazione popolare 915.220 persone hanno

firmato per condizionare l’adesione della Repubblica all’Unione europea alla chiusura della

centrale nucleare di Temelin;

constatato inoltre che, come Cernobyl ci ha mostrato in modo assai eloquente, gli effetti

degli incidenti ai reattori non conoscono frontiere e finiscono per ripercuotersi anche su territori

molto distanti,

impegna il Governo:

ad adottare tutte le iniziative possibili per un’Europa senza energia nucleare;

a sostenere che l’Italia si dichiari favorevole ad un’Europa senza energia nucleare;

ad adoperarsi presso la Commissione europea affinché non promuova più l’energia

nucleare;

a sostenere che il programma Euratom venga mantenuto solo limitatamente per la sicurezza

nucleare e per la sicurezza del deposito finale;

a far sì che in Europa si definiscano al più presto standard minimi vincolanti per le centrali

nucleari;

a portare a conoscenza dei contenuti della presente mozione il Presidente del Parlamento

europeo, il Presidente della Commissione europea, il Presidente del Consiglio dei ministri.

Atto n. 1-00086

Pubblicato il 16 luglio 2002

Seduta n. 212

PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, SALZANO, RUVOLO, ROLLANDIN,

MALABARBA, ANDREOTTI, MONTICONE, LIGUORI, IZZO, MALENTACCHI, TURRONI,

ZANOLETTI.

Il Senato,

preso atto delle innumerevoli inchieste e ricerche che mettono in evidenza il rapporto

causale tra televisione e violenza;

visto il rapporto dell’Unesco del 1998 che sostiene che la cultura internazionale della

violenza è alimentata dalla violenza diffusa dai mass media;

visto in particolare lo studio compiuto alla Columbia University di New York, coordinato

da Jeffrey Johnson, pubblicato sulla rivista «Science», dal quale risulta che il 60 per cento dei

programmi contiene scene di violenza, e nel corso di un’ora di programmazione a caso si assiste da

tre a cinque atti di violenza, e dal quale inoltre risulta che più di un’ora di televisione al giorno

aumenta il tasso dei comportamenti aggressivi;

considerando che la televisione produce il suo effetto sia diffondendo un modello generale

di rapporti interpersonali basato sulla violenza, sia suggerendo specifici comportamenti violenti, sia

determinando con la continua rappresentazione della violenza una desensibilizzazione alla violenza

stessa con il pericolo di far credere che la violenza sia un fatto normale da imitare;

ricordando inoltre il pericolo a cui sono sottoposti i bambini che potrebbero restare

traumatizzati da scene di violenza o potrebbero assumere i loro protagonisti come modelli da

imitare e l’effetto drammatico sulla loro educazione, quando è noto dalle statistiche che i giovani

spettatori passano diverse ore ogni giorno davanti alla televisione,

Page 72: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

72

impegna il Governo:

a studiare tutte le misure necessarie e possibili per controllare e diminuire la diffusione di

scene di violenza in televisione e predisporre una normativa adeguata;

ad intensificare una campagna di sensibilizzazione ed educazione per proteggere in

particolare modo i bambini dalla visione di violenza in televisione, in modo che aumenti la

consapevolezza degli effetti nocivi della visione di scene violente;

a valutare se non sia opportuno elaborare un programma per combattere una televisione che

diffonde la violenza con film, servizi giornalistici e cartoni animati, anche attraverso la creazione di

corsi di formazione per i lavoratori della televisione per sensibilizzarli al pericolo che la televisione

fa correre ai bambini, agli adulti e all’insieme della nostra civiltà e promuovendo un codice che

stabilisca regole precise per gli operatori.

Atto n. 1-00151

Pubblicato il 13 maggio 2003

Seduta n. 393

PETERLINI, ANDREOTTI, BAIO DOSSI, BEDIN, BETTA, BOREA, CAMBURSANO,

CARRARA, CAVALLARO, DALLA CHIESA, DATO, DE PAOLI, DENTAMARO, DETTORI,

GAGLIONE, GUBERT, LIGUORI, LONGHI, AZZOLLINI, MALABARBA, MARINO,

MICHELINI, RUVOLO, SALERNO, SALVI, SALZANO, SCALERA, TOGNI, TOIA, ZANCAN.

Il Senato,

premesso che:

il crescendo delle crisi finanziarie e bancarie – a partire da quelle del 1997 in Asia, Russia, America

Latina, fino al più recente crollo della new economy negli USA, alla gigantesca crisi bancaria

giapponese in corso, alla bancarotta dell’Argentina e all’imminente crac della bolla immobiliare

internazionale – non può che impensierire le popolazioni, le classi dirigenti, le imprese, gli

investitori e i risparmiatori, in quanto non si tratta di una serie di casi isolati, ma costituisce

piuttosto la manifestazione di una crisi dell’intero sistema finanziario caratterizzato da una bolla

speculativa fuori di ogni controllo;

questa bolla finanziaria (che comprende la finanza derivata, tutte le forme di debito e di titoli

finanziari) ha raggiunto la vetta dei 400.000 miliardi di dollari (di cui 140.000 solamente negli

USA), in rapporto ad un prodotto interno lordo mondiale di circa 40.000 miliardi di dollari, e

questo divario è andato accentuandosi soprattutto negli ultimi anni;

l’effetto di questa crisi per i cosiddetti paesi in via di sviluppo è già stato devastante e le prospettive

sono ancora peggiori come dimostra il collasso socio-produttivo dell’Argentina che rischia di

essere seguita da parecchi altri paesi del continente latino - americano, mentre l’Africa è già stata

abbandonata a se stessa ed è vittima di nuove forme di colonialismo. Il Fondo Monetario

Internazionale (FMI) ha pesantemente contribuito all’aggravamento della crisi in questi paesi

attraverso la politica degli alti tassi di interesse e di tagli del bilancio e degli investimenti produttivi

che hanno gravemente minato il prodotto interno reale di queste nazioni;

nei settori industrialmente avanzati la bolla speculativa e le crisi finanziarie sono andate ad

intaccare le strutture delle economie reali con gravi ripercussioni per la maggioranza della

popolazione e delle famiglie. Tante famiglie hanno perso i loro risparmi mentre i fondi pensione

sono esposti al rischio senza alcuna garanzia. La società si è polarizzata a forbice dove la ricchezza

tende a concentrarsi sempre più in poche mani lasciando il resto in maggiore povertà. Questa

tendenza è chiaramente manifesta negli USA (l’Europa sta seguendo la stessa tendenza), dove il

20% della popolazione detiene oltre il 50% del reddito a discapito del rimanente 80%. Questo

processo è in fase di accelerazione con conseguenze economiche e sociali nefaste facilmente

immaginabili;

Page 73: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

73

l’intervento di semplice politica monetaria delle banche centrali, in primo luogo della Federal

Reserve americana, che nei passati mesi ha ridotto di ben 13 volte il tasso di interesse, non ha

sortito alcun effetto positivo sulla politica degli investimenti ma ha semplicemente rifinanziato la

bolla finanziaria creando così anche le premesse per una possibile esplosione inflazionistica dei

valori finanziari e immobiliari che potrebbe ora riversarsi sull’intero sistema;

le conseguenze della crisi finanziaria sulle economie reali delle nazioni cosiddette avanzate sono

evidenti e misurabili in termini di riduzione dell’occupazione, caduta della produzione reale,

rallentamenti dei settori trainanti come quelli delle macchine utensili, nell’esaurimento fisico delle

infrastrutture, nella drammatica riduzione delle entrate fiscali (la Germania per esempio ha perso 20

miliardi di Euro in entrate fiscali nel 2002), che poi genera tagli di bilancio che mettono in moto

una evidente spirale negativa;

le conseguenze del crac, non solo economiche ma anche politiche ed eventualmente militari, sono

di una tale gravità da sollecitare le forze politiche democratiche a porre la crisi economica globale e

le sue soluzioni al centro del tavolo delle discussioni strategiche anche per proporre nuove politiche

di sviluppo e di cooperazione come alternativa a scontri di civiltà, guerre e tensioni internazionali,

impegna il Governo:

a prendere l’iniziativa di proseguire, nelle sedi internazionali competenti, l’attività di studio e di

proposta per una nuova architettura finanziaria regolata, in grado di evitare le bolle speculative e di

sostenere l’economia reale;

a prendere, in particolare, l’iniziativa di proporre la convocazione di una nuova conferenza

internazionale a livello di Capi di Stato e di Governo e di Parlamenti, simile a quella che si tenne a

Bretton Woods nel 1944, allo scopo di fondare un nuovo sistema monetario internazionale e

prendere quelle misure necessarie per eliminare i meccanismi che hanno condotto alla creazione

della bolla speculativa e al crac finanziario sistemico e per mettere in moto programmi di

ricostruzione dell’economia mondiale basati su grandi progetti infrastrutturali di portata

continentale e su investimenti nell’economia reale che sappiano aumentare la produttività effettiva

del sistema economico.

Atto n. 1-00234

Pubblicato il 12 febbraio 2004

Seduta n. 537

PETERLINI, BETTA, BOCO, CAMBURSANO, CAVALLARO, CORTIANA, COVIELLO, DE

PAOLI, DI SIENA, D'IPPOLITO, FALOMI, FORCIERI, LIGUORI, MICHELINI, MODICA,

PEDRINI, SALZANO, VALLONE.

Premesso che:

il recente crack della Parmalat, con un buco di 14,3 miliardi di euro ancora tutto da definire, rivela

certamente una mancanza di strumenti efficaci e di controlli su operazioni finanziarie e sui

comportamenti dei vari attori della vita economica, come possono essere le agenzie di certificazioni

di bilancio, di rating, di consulenza, di collocamento di azioni e obbligazioni, etc. ;

dopo il crollo del fondo LTCM, della Enron e poi dei bond argentini, della Cirio, della Parmalat e

di Finmatica - solo per menzionare i casi più eclatanti - dovrebbe essere chiaro a tutti che siamo di

fronte ad una vera e propria crisi sistemica;

la Commissione di indagine conoscitiva sul caso Parmalat potrà senz’altro dare molti importanti

frutti e idee per approntare tutta una serie di interventi atti a garantire un miglior funzionamento dei

meccanismi economici, con maggiori controlli e maggiori garanzie di correttezza e di salvaguardia

degli interessi di tutti coloro che partecipano nei processi economici in modo produttivo e onesto, e

al contempo con una loro maggiore responsabilità;

Page 74: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

74

data l’internazionalizzazione dei mercati finanziari una nazione da sola, o anche l’Europa da sola,

non può garantire un controllo e l’applicazione di regole più forti in modo risolutivo;

le crisi finanziarie e bancarie suscitano diffuse preoccupazioni non solo tra i risparmiatori e le

imprese serie, ma anche tra le classi dirigenti dei vari Paesi interessati. C’è una crisi dell’intero

sistema finanziario sempre più finalizzato alla pura speculazione;

nel frattempo i dati più recenti riportati ufficialmente dalla Banca per i Regolamenti Internazionali

di Basilea indicano non solo un aggravarsi del divario tra l’economia reale e quella puramente

finanziaria, ma rivelano una vera e propria esplosione della bolla degli strumenti derivati. Infatti nel

rapporto della BRI “Il mercato dei derivati OTC (Over The Counter) nella prima metà del 2003”,

pubblicato il 12 novembre 2003, si ammettono i seguenti valori nozionali dei derivati OTC in

miliardi di dollari: giugno 2002: 127.500; dicembre 2002: 141.700; giugno 2003: 169.700. Ne

deriva un aumento di 42.000 miliardi di dollari in 12 mesi;

oltre alle principali banche italiane coinvolte nel caso Cirio e Parmalat, le tre banche americane

interessate nella vicenda Parmalat ("JP Morgan Chase", "Bank of America" e "Citygroup") sono da

sole i massimi responsabili di questa crescita vertiginosa, come si evince anche dai report

dell’istituto governativo americano "Comptroller of the Currency": sempre a giugno 2003 la "Jp

Morgan" ha raggiunto il livello di 33.300 miliardi di dollari in derivati, con un aumento di 4.500

miliardi in soli 6 mesi; la "Bank of America" ha raggiunto i 14.300 miliardi di dollari e la

"Citygroup" i 13.000 miliardi. Ciò costituisce una vera distorsione se si considera che il PIL degli

USA si aggira intorno agli 11.000 miliardi di dollari,

impegna il Governo ad attivarsi nelle competenti sedi internazionali per costruire una nuova

architettura finanziaria finalizzata ad evitare futuri crack finanziari ed il ripetersi di bolle

speculative, e quindi orientata al precipuo obiettivo di sostenere l’economia reale.

INTERPELLANZE

Atto n. 2-00470

Pubblicato il 25 novembre 2003

Seduta n. 494

PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, CAVALLARO, TONINI, CORTIANA,

DONATI, VITALI, RIPAMONTI, COSSIGA, FABRIS, BOCO, DI SIENA, LABELLARTE,

LIGUORI, ZANCAN, BETTONI BRANDANI, DE ZULUETA, MANZELLA, TURRONI,

MALABARBA, MODICA, SCALERA, IOVENE, TOIA, BATTISTI. - Al Presidente del

Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

l’articolo 49 della Costituzione prevede che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente

in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”;

l’articolo 6 della Costituzione prevede che “la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze

linguistiche”;

l’articolo 99 dello Statuto di autonomia del Trentino Alto Adige/Südtirol, approvato con legge

costituzionale, prevede che “nella Regione la lingua tedesca è parificata a quella italiana che è la

lingua ufficiale dello Stato”;

ricordato che:

nei giorni scorsi tre Ministri del Governo in carica, Franco Frattini, Enrico La Loggia e Pietro

Lunardi, si sono recati in Alto Adige/Südtirol e hanno rilasciato dichiarazioni preoccupanti;

in particolare in questa sede il ministro Enrico La Loggia si è pubblicamente espresso contro il

nome tedesco dei partiti sudtirolesi, come ampiamente riportato dalla stampa locale;

Page 75: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

75

il Ministro avrebbe testualmente dichiarato: “Non ho mai accettato che sul territorio italiano ci sia

un partito con un nome tedesco” (“Alto Adige” del 6.10.2003);

la Südtiroler Volkspartei è stata fondata nel 1945 e dal 1948 si è presentata, sotto il predetto nome,

alle elezioni comunali, regionali, politiche ed europee senza che vi fossero contestazioni in merito;

il testo della nostra Costituzione, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge costituzionale 18

ottobre 2001, n. 3, all’art. 116 contiene ben due nomi non italiani: Trentino-Alto Adige/Südtirol e

Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga opportuno dissociarsi dalle dichiarazioni espresse e chiarire la propria

posizione riguardo alle dichiarazioni espresse da uno dei suoi Ministri;

se non ritenga che i partiti devono essere liberi di scegliere il proprio nome in piena libertà,

indipendentemente dalla lingua, nell’ambito dei principi costituzionali.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA ORALE

Atto n. 3-01043

Pubblicato il 15 maggio 2003

Seduta n. 396

PETERLINI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

le associazioni economiche lamentano che la nuova legislazione in tema di collocamento

(decreto legislativo n. 297/2002 del 19.12.2002) abbia radicalmente ristretto i termini per la

comunicazione di nuovi rapporti di lavoro. Mentre da un lato si è fortunatamente semplificata la

procedura prevedendo un'unica comunicazione rivolta all'ufficio del lavoro territorialmente

competente (e non più diverse comunicazioni ai vari Enti), la legge prevede una «comunicazione

contestuale» a tale ufficio;

la circolare nº 12 del 7 aprile 2003 interpreta la norma in modo molto restrittivo richiedendo

praticamente la comunicazione entro la giornata. D'altro canto si prevedono termini molto più

evasivi per le imprese fornitrici di lavoro temporaneo che possono fare la comunicazione entro il 20

del mese seguente;

ad avviso delle categorie economiche e degli ordini dei professionisti, che svolgono le

pratiche per le aziende, questo nuovo termine è impossibile da rispettare per operatori che devono

svolgere migliaia di pratiche. Inoltre costituisce un appesantimento burocratico eccessivo e inutile a

carico dei liberi professionisti abilitati, dei datori di lavoro e delle associazioni di categoria, senza

portare alcun vantaggio alla pubblica amministrazione. Significa inoltre un maggiore carico di

lavoro nei confronti dei collaboratori di studio, che già adesso devono rincorrere scadenze sempre

più ravvicinate nel settore fiscale e del lavoro;

nella realtà quotidiana, e in particolare nei settori toccati da una forte stagionalità (quali il

turismo e l'agricoltura), accade che debbano essere effettuate anche migliaia di comunicazioni nello

stesso giorno. Ciò significa che i datori di lavoro o, per loro, le categorie economiche o i consulenti

del lavoro, i ragionieri o i commercialisti, devono raccogliere la documentazione necessaria dai

lavoratori interessati e trasmetterli ai professionisti oppure alle associazioni incaricate. Questi, a

loro volta, devono inserire tutti i dati nei vari programmi di elaborazione e poi effettuare le dovute

comunicazioni. Anche l'introduzione della possibilità di comunicazione elettronica di tutti questi

dati non è di grande ausilio;

l'esperienza avuta negli ultimi anni ha insegnato che per poter effettuare con la dovuta cura

le comunicazioni occorrono dieci giorni,

Page 76: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

76

si chiede al Ministro in indirizzo se non intenda estendere il termine almeno a dieci giorni e

interpretare la norma legislativa citata in questo senso.

Atto n. 3-02460

Pubblicato il 7 febbraio 2006

Seduta n. 953

PETERLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri. -

Premesso che:

nella seduta antimeridiana n. 952 del 2 febbraio 2006 il sottoscritto ha esposto la posizione della

Südtiroler Volkspartei (SVP) sulla petizione firmata da 114 sindaci e vice sindaci e dagli Schützen

sudtirolesi che chiedevano un ancoraggio nella nuova carta costituzionale austriaca della funzione

di tutela svolta da Vienna nei confronti dei sudtirolesi e un richiamo al diritto

all'autodeterminazione;

il principio di autodeterminazione non è niente di nuovo. È un diritto sancito nella Carta delle

Nazioni Unite, negli Atti di Helsinki e riconosciuto da tutti gli Stati, tra cui anche l'Italia, e come

tale resta un principio irrinunciabile;

la posizione ufficiale della Südtiroler Volkspartei, confermata di recente anche dal direttivo del

partito all'unanimità, è e rimane quella a favore dell'autonomia di tutti i gruppi linguistici dell'Alto

Adige/Südtirol, della convivenza, del dialogo e del reciproco rispetto;

la richiesta di autodeterminazione non è presente nella agenda politica della SVP e fin dai tempi di

Ammon, Ebner e Magnano si basa sull'Accordo di Parigi, stipulato tra l'Italia e l'Austria, e i suoi

princìpi si ritrovano nello Statuto di autonomia e nella Costituzione italiana;

si respingono con fermezza le strumentalizzazioni politiche e mediatiche e le polemiche

sviluppatesi in questi giorni sull'iniziativa degli amministratori locali sudtirolesi,

si chiede di sapere:

se il Governo non sia dell'avviso che i fatti accaduti siano stati riportati e presentati in modo poco

corretto e in parte strumentalizzati in riferimento alla reale politica adottata dalla SVP in Provincia

di Bolzano, sempre coerente ai principi dello Statuto di autonomia e della Costituzione italiana;

quale posizione si intenda assumere riguardo alla strumentalizzazione politica in riferimento

all'iniziativa in questione;

quali provvedimenti si intendano assumere per contribuire all'affermazione dei principi di

autonomia, confermare la collaborazione europea e le buone relazioni tra Italia ed Austria, nonché

contribuire alla distensione del dibattito a favore della buona convivenza tra i gruppi linguistici in

Alto Adige/Südtirol senza farsi influenzare da richieste repressive.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA

Atto n. 4-00535

Pubblicato il 28 settembre 2001

Seduta n. 46

PETERLINI, KOFLER, BETTA, MICHELINI, ROLLANDIN, RUVOLO, SALZANO, THALER

AUSSERHOFER. - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

gli scriventi si permettono di sottoporre all’attenzione del Ministro in indirizzo proposte di

semplificazioni nell’ambito dell’amministrazione giudiziaria per alleggerire l’impatto burocratico

Page 77: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

77

anche da punto di vista economico e migliorare il rapporto dei cittadini con la pubblica

amministrazione, rendendo così un servizio all’intera collettività. Si allude in particolare

all’autorizzazione del giudice tutelare al rilascio del passaporto, ai sensi dell’art. 3, lett. b), della

legge 21 novembre 1967, n. 1185, ed alle modalità di autentica della firma degli eredi in calce al

ricorso per il rilascio del certificato di eredità ai sensi del regio decreto 28 marzo 1929, n. 499,

come modificato dalle leggi 4 dicembre 1956, n. 1376, 29 ottobre 1974, n. 594, e 8 agosto 1977, n.

574;

gli scriventi precisano inoltre che queste proposte di modifiche sono state discusse anche

con il Presidente del Tribunale di Bolzano, dott. Carlo Bruccoleri, ed hanno ricevuto il suo avallo,

nonché con il Canceliere competente dott. Andrea Caser;

per quanto concerne la prima normativa si premette che attualmente l’intero procedimento

costa al cittadino in marche per atti giudiziari e diritti di cancelleria dalle 122.000 alle 142.000 Lire,

a seconda del carattere d’urgenza, onere che potrebbe aumentare di molto con l’entrata in vigore

della riforma in materia di contributo unificato per l’iscrizione a ruolo degli atti giudiziari, ai sensi

dell’art. 9, 6º comma, della legge 23/12/1999, n. 488, e del decreto del Presidente della Repubblica

1º marzo 2001, n. 126;

l’autorizzazione del giudice tutelare è necessaria per genitori separati e divorziati, famiglie

di fatto se non conviventi nonché per famiglie monoparentali (es. vedovi, ragazze madri, ecc.) che

abbiano figli minorenni, mentre ne sono esclusi i genitori legittimamente sposati e i genitori

naturali che prestino l’assenso con dichiarazione scritta dinanzi ad un pubblico ufficiale. Si deve

tener conto che la normativa è stata varata nel 1967, quando l’espatrio era un fatto eccezionale per

la maggioranza degli italiani e – forse – poteva veramente costituire per il genitore l’occasione per

venir meno ai suoi obblighi di mantenimento nei confronti dei figli; ma perpetuare questa

discriminazione di trattamento tra genitori sposati e non, alla luce della sensibilità attuale per

famiglie allargate o di fatto, sembra agli scriventi che cozzi contro il principio di ragionevolezza e

contro il costume dei tempi attuali, nei quali un viaggio all’estero è ormai prassi abitudinaria. Si

propone pertanto l’abrogazione dell’obbligo di richiedere l’autorizzazione per genitori vedovi e

ragazze madri e la sostituzione di tale onere con una semplice dichiarazione del genitore

controinteressato dinanzi ad un impiegato della pubblica amministrazione se entrambi i genitori

esercitano la potestà genitoriale, pur non essendo più conviventi, o con la produzione della sentenza

di separazione o divorzio che contenga la clausola del reciproco assenso al rilascio di documenti

validi per l’espatrio, nel caso di genitori separati o divorziati, lasciando una competenza residuale

del giudice tutelare solamente laddove non è possibile seguire le strade sopraindicate e si ravvisa

pertanto un dissidio da comporre tra i genitori;

l’altra vexata quaestio è quella relativa all’autentica di firma dei ricorrenti che richiedono il

certificato di eredità. A questo proposito l’art. 13 del regio decreto 28/03/1929, n. 499, e successive

modifiche, recita testualmente che «chiunque vanti diritti ereditari può, mediante ricorso con

sottoscrizione autenticata, chiedere al Pretore del luogo in cui si è aperta la successione un

certificato dal quale risultino la sua qualità di erede e la quota ereditaria, ovvero i beni che la

compongono, in caso di assegnazione concreta fatta dal testatore». In passato almeno in Alto

Adige/Südtirol (ma non, per esempio, in Trentino, dove pure vige il sistema tavolare) si ammetteva

che tale autentica potesse essere fatta dai segretari comunali o dai cancellieri, ai sensi dell’art. 20

della legge 4 gennaio 1968, n. 15, ritenendo la natura anche amministrativa del procedimento di

rilascio del certificato di eredità. Con l’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica

28 dicembre 2000, n. 445, testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di

documentazione amministrativa, i giudici di Bolzano hanno colto l’occasione per riesaminare la

questione e concludere per la natura giurisdizionale di detto ricorso. Ne consegue quindi che

l’autentica di firma deve essere apposta dal notaio o da un avvocato (quest’ultimo sulla base della

delega processuale), con inevitabile aggravio di costi per il cittadino. Dal momento che si tratta di

un ricorso che può essere presentato personalmente dal privato, anche senza un’assistenza

qualificata, e che occorre solamente accertare l’identità dei ricorrenti (compito che qualunque

Page 78: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

78

pubblico ufficiale può svolgere sulla base di un idoneo documento), non pare opportuno costringere

il cittadino a rivolgersi ad un libero professionista solo ai fini dell’accertamento della propria

identità! L’obiettivo potrebbe essere raggiunto integrando l’art. 13 sopraindicato e specificando che

tra i soggetti autorizzati all’autentica vi sono anche i segretari comunali ed i cancellieri, oltre

naturalmente a notai ed avvocati. Considerate le conseguenze legate all’intavolazione del certificato

di eredità potrebbe essere poi opportuno, almeno in questo campo, escludere l’autocertificazione

della firma autentica con le modalità di cui all’art. 38, 3º comma, del decreto del Presidente della

Repubblica n. 445/00 (invio dell’istanza sottoscritta con copia non autenticata di un documento di

identità),

si chiede di sapere se il Ministro della giustizia condivida i problemi esposti e se intenda

proporre le modifiche legislative suggerite per alleggerire l’impatto burocratico per i cittadini.

Atto n. 4-01083

Pubblicato il 12 dicembre 2001

Seduta n. 90

PETERLINI. - Al Ministro degli affari esteri. -

Premesso che:

da notizie stampa confermate da Amnesty International in Nigeria una donna di 35 anni

dovrebbe subire la pena di morte per il solo fatto di aver concepito un bambino dopo il divorzio;

secondo la legge fondamentalista islamica, che in Nigeria ha valore di legge penale, a fine

dicembre dovrebbe essere eseguita la sentenza di morte in modo particolarmente crudele;

la condanna a morte di Safiya Hosseini Tungar-Tudu prevede che la donna sia posta in una

buca, seppellita sino al seno e poi lapidata a morte dalla gente del suo stesso villaggio;

questa ennesima condanna disumana manifesta il peggioramento dei diritti umani e civili in

Nigeria;

è a questo punto evidente che la comunità internazionale non è capace di far rispettare i

diritti umani, che sono alla base del convivere civile dei popoli e delle nazioni,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di questa grave violazione dei diritti umani;

se non ritenga opportuno che la comunità internazionale mantenga, non solo una pressione

sulle autorità nigeriane, ma che anche essa incoraggi gli sviluppi verso un ripristino della

democrazia e di uno stato di diritto;

se non intenda intervenire direttamente presso il Governo della Nigeria, affinché sia

concessa la grazia alla Signora Safiya Hosseini Tungar-Tudu e protestare per questa ennesima

violazione dei più elementari diritti umani e civili.

Atto n. 4-01255

Pubblicato il 24 gennaio 2002

Seduta n. 105

PETERLINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

l’introduzione dell’euro – nonostante piccole difficoltà organizzative all’inizio, però già

superate – è stata generalmente accettata con grande favore dalla popolazione;

gli italiani sono abituati all’uso di banconote piuttosto che a monete;

Page 79: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

79

visto anche che anche in Germania il taglio minimo di banconote si riferiva a 5 marchi, e cioè

a circa 2,5 euro;

considerato che:

anche negli Stati Uniti D’America una delle banconote più utilizzate è sicuramente quella

da 1 dollaro (valore circa di 1 euro), mentre è molto più rara la moneta da 1 dollaro;

anche sulla stampa è stato esposto da cittadini il problema di dover circolare «con le tasche

piene di ingombrante ferraglia» per la mancanza delle comodissime banconote da 1 o da 2 euro,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire presso la Banca

centrale europea, e comunque a livello europeo, per chiedere l’introduzione di un taglio aggiuntivo

per le banconote riferite possibilmente ad uno o almeno a due euro.

Atto n. 4-01354

Pubblicato il 5 febbraio 2002

Seduta n. 113

PETERLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

con proprio decreto in data 6 dicembre 2001, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

ha sospeso dalla carica di consigliere regionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol il consigliere

Franco Tretter nei cui confronti è stata pronunciata dal Tribunale di Trento una sentenza non

definitiva di condanna per il reato di peculato,

il provvedimento è stato adottato in ottemperanza di quanto disposto dall’articolo 15,

commi 4-bis e 4-ter, della legge 19 marzo 1990, n.55, e successive modificazioni;

a questo proposito appaiono più che legittimi i dubbi di costituzionalità della legge citata, in

quanto essa viola sia il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, sia

quello di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge;

appare evidente come la norma da cui consegue la sospensione di un pubblico

amministratore, titolare di carica elettiva, possa risultare anche lesiva dello stesso mandato popolare

in quanto impedisce all’interessato l’espletamento dell’incarico cui è stato chiamato dal volere

degli elettori;

la legge in questione, prevedendo la sospensione di una carica elettiva, conferisce, di fatto,

alla Magistratura il potere di delegittimare con propria sentenza, ancorché non definitiva, un

organismo istituzionale mettendone pericolosamente in discussione l’operatività tramite la

sospensione di un membro eletto;

deve essere ricordato al riguardo che la condanna è stata comminata al consigliere regionale

del Trentino-Alto Adige/Südtirol Franco Tretter nella sua funzione di Capogruppo per avere

utilizzato i finanziamenti erogati al Gruppo Consiliare per fini «non strettamente istituzionali» e che

pertanto, essendo stati fatti oggetto nel frattempo di indagine giudiziaria tutti i gruppi consiliari

provinciali eletti nella passata legislatura in Trentino, non è fuori luogo ipotizzare ulteriori

provvedimenti che finirebbero per compromettere definitivamente la possibilità di operare

dell’intera Assemblea Legislativa che sarebbe così sottoposta, in contrasto con il principio della

separazione dei poteri, al potere della Magistratura cui verrebbe;

in questo modo demandato il compito di stabilire, di caso in caso e di sentenza in sentenza,

quale tipo di attività possa essere definita «istituzionale» e quale no,

si chiede di sapere se non si ritenga opportuna la modifica urgente di una legge che deroga in

maniera così evidente al principio costituzionale il quale prevede (all’articolo 27 della

Costituzione), che «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva» e che

viola il divieto di un trattamento differenziato per particolari persone o categorie di cittadini e

soprattutto prevede il doppio grado di giurisdizione con la duplicità di cognizione della causa

Page 80: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

80

(civile o penale) da parte di due giudici diversi (di primo grado e d’appello), rimarcando al riguardo

che la sospensione cautelativa della carica a seguito di una condanna non definitiva è prevista dalla

legge per i consiglieri regionali, ma non per i componenti delle assemblee parlamentari.

Atto n. 4-01621

Pubblicato il 27 febbraio 2002

Seduta n. 132

PETERLINI. - Ai Ministri delle attività produttive e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -

Premesso che:

in Germania la programmazione delle ferie scolastiche varia da regione in regione,

scaglionando l’inizio e la fine delle ferie estive, suddividendo in questo modo il flusso turistico;

questa suddivisione differenziata delle ferie scolastiche in Germania previene l’affollamento

di turisti e la concentrazione dei flussi turistici in un limitato periodo;

in Italia l’inizio e la fine delle ferie scolastiche coincide in tutte le regioni provocando un

sovraffollamento di turisti nelle località turistiche specialmente nel mese di luglio e agosto;

purtroppo in Germania ora è in atto una controtendenza: si discute del progetto di voler far

coincidere le ferie scolastiche estive in alcune regioni (Baden-Württemberg, Bayern, Hessen,

Nordrhein-Westfalen) per concentrarle nel mese di agosto;

in Austria il settore del turismo ha già espresso un forte disaccordo su questa concentrazione

delle ferie scolastiche estive in agosto di alcune regioni tedesche esprimendo forti preoccupazioni al

riguardo;

il flusso turistico tedesco rappresenta per l’Italia un importante risorsa;

la concentrazione delle ferie scolastiche di alcune grandi regioni della Germania nel mese di

agosto provocherebbe gravissime conseguenze per il turismo in Italia, con la previsione di un

sovraffollamento nel mese di agosto a scapito dei mesi di giugno, luglio e settembre,

si chiede di sapere:

se non si intenda intervenire presso i Bundeslnder (le regioni tedesche) in questione per un

coordinamento delle ferie in modo da mantenere uno scaglionamento dell’inizio e della fine delle

ferie scolastiche tedesche sia a favore dei viaggiatori e dei vacanzieri che del settore del turismo del

nostro Paese e dell’Europa;

se non si intenda introdurre anche in Italia una programmazione delle ferie scolastiche «a

scaglioni», ovvero con uno spostamento dell’inizio e della fine delle ferie in modo da creare una

differenza tra le regioni.

Atto n. 4-04052

Pubblicato il 5 marzo 2003

Seduta n. 349

PETERLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

con l'avvicinarsi del conflitto bellico di un attacco contro l'iraq crescono le grandi preoccupazioni e

paure dei cittadini, delle famiglie, di donne e uomini e soprattutto dei giovani per le disastrose

conseguenze che tale guerra può avere sulla pace del mondo e sulla convivenza pacifica sul nostro

pianeta. Secondo le stime della televisione americana cnn oltre 110 milioni di persone in tutto il

mondo hanno partecipato a molteplici manifestazioni per la pace per esprimere il loro dissenso a un

attacco all'iraq. Anche l'ampia maggioranza degli italiani è contraria alla guerra e ad un

coinvolgimento del nostro paese in tale conflitto;

Page 81: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

81

deve pertanto essere non solo legittimo ma anche garantito il diritto di esprimere la propria

contrarietà e la propria preoccupazione in modo pubblico senza dover temere di essere perseguitati

dagli organi di polizia solamente per aver dato espressione visiva al proprio pensiero;

l'articolo 21 della Costituzione italiana garantisce che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente

il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione";

la Costituzione italiana inoltre precisa l'articolo 11: "l'italia ripudia la guerra come strumento di

offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali";

milioni di cittadini italiani hanno dato espressione delle loro preoccupazioni per la pace nel mondo

esponendo sui propri balconi i drappi arcobaleno. Ne hanno fatto seguito anche autorità a livello

comunale e regionale, che hanno esposto questo "appello" alla pace anche su uffici pubblici, quali il

municipio di taranto, quello di venezia, quello di mestre e sul palazzo che ospita il consiglio

regionale della puglia;

anche i bambini nelle scuole, che sicuramente non possono essere incolpati di intenti politici di

parte, hanno voluto dare espressione alle loro paure ed alle loro preoccupazioni esponendo cartelli

contro la guerra e i drappi arcobaleno per segnalare la loro volontà e il loro auspicio di pace;

il Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, invece di farsi interprete delle grandi

preoccupazioni dei cittadini, delle famiglie, dirama una circolare ai prefetti, che da parte di questi

ultimi viene inviata – in varie province - alle forze dell'ordine, invitandole ad intervenire contro

l'esposizione della "bandiera" della pace, che in verità bandiera non è;

è successo a Bolzano il grave fatto che le forze dell'ordine siano intervenute in una scuola per

allontanare i vessilli della pace, mentre sono state segnalate dai carabinieri esponenti pubblici che

hanno esposto il vessillo sugli edifici pubblici,

si chiede di sapere se il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'interno non ritengano:

di fornire copia della circolare diramata ai prefetti contro l'esposizione dei vessilli della pace;

di chiarire gli intenti che la circolare intendesse raggiungere;

su quali norme giuridiche si basa tale circolare, tenendo conto della differenza tra le bandiere

ufficiali dei paesi e i drappi arcobaleno che nient'altro sono che la libera manifestazione della

volontà di pace;

come si intenda rispondere al sospetto che il presidente del consiglio avesse voluto con questa

misura limitare la libera espressione di pensiero ed oscurare la palese contrarietà dell'opinione

pubblica alla guerra;

come il Presidente del Consiglio intenda rispondere al sospetto di voler impedire l'espressione del

libero pensiero, soffocare iniziative pacifiste e vietare ai ragazzi, agli studenti, alle famiglie di

esprimere la loro contrarietà alla guerra in modo pacifico;

se non ritenga di informare su quanti siano stati gli interventi delle forze dell'ordine contro

l'esposizione dei drappi arcobaleno e se questi siano stati segnalati all'autorità giudiziaria;

il Presidente del Consiglio non ritenga che con questi atti oppressivi si raggiunga l'esatto contrario

di quanto si auspicava e cioè la ribellione dei giovani e dei cittadini, che si sentono limitati nella

loro libera espressione del pensiero.

Atto n. 4-04058

Pubblicato il 6 marzo 2003

Seduta n. 350

PETERLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

con l’avvicinarsi del conflitto bellico di un attacco contro l’Iraq crescono le grandi

preoccupazioni e paure dei cittadini, delle famiglie, di donne e uomini e soprattutto dei giovani per

Page 82: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

82

le disastrose conseguenze che tale guerra può avere sulla pace del mondo e sulla convivenza

pacifica sul nostro pianeta. Secondo le stime della televisione americana CNN oltre 110 milioni di

persone in tutto il mondo hanno partecipato a molteplici manifestazioni per la pace per esprimere il

loro dissenso a un attacco all’Iraq. Anche l’ampia maggioranza degli italiani è contraria alla guerra

e ad un coinvolgimento del nostro paese in tale conflitto;

deve pertanto essere non solo legittimo ma anche garantito il diritto di esprimere la propria

contrarietà e la propria preoccupazione in modo pubblico senza dover temere di essere perseguitati

dagli organi di polizia solamente per aver dato espressione visiva al proprio pensiero;

l’articolo 21 della Costituzione italiana garantisce che «tutti hanno diritto di manifestare

liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione»;

la Costituzione italiana inoltre precisa l’articolo 11: «l’Italia ripudia la guerra come

strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie

internazionali»;

milioni di cittadini italiani hanno dato espressione delle loro preoccupazioni per la pace nel

mondo esponendo sui propri balconi i drappi arcobaleno. Ne hanno fatto seguito anche autorità a

livello comunale e regionale, che hanno esposto questo «appello» alla pace anche su uffici pubblici,

quali il municipio di Taranto, quello di Venezia, quello di Mestre e sul palazzo che ospita il

consiglio regionale della Puglia;

anche i bambini nelle scuole, che sicuramente non possono essere incolpati di intenti politici

di parte, hanno voluto dare espressione alle loro paure ed alle loro preoccupazioni esponendo

cartelli contro la guerra e i drappi arcobaleno per segnalare la loro volontà e il loro auspicio di pace;

il Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, invece di farsi interprete delle

grandi preoccupazioni dei cittadini, delle famiglie, dirama una circolare ai prefetti, che da parte di

questi ultimi viene inviata – in varie province – alle forze dell’ordine, invitandole ad intervenire

contro l’esposizione della «bandiera» della pace, che in verità bandiera non è;

è successo a Bolzano il grave fatto che le forze dell’ordine siano intervenute in scuole e asili

per allontanare i vessilli della pace, mentre sono state segnalate dai carabinieri esponenti pubblici

che hanno esposto il vessillo sugli edifici pubblici,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’interno non ritengano:

di fornire copia della circolare diramata ai prefetti contro l’esposizione dei vessilli della

pace;

di chiarire gli intenti che la circolare intendesse raggiungere;

su quali norme giuridiche si basa tale circolare, tenendo conto della differenza tra le bandiere

ufficiali dei paesi e i drappi arcobaleno che nient’altro sono che la libera manifestazione della

volontà di pace; il procuratore capo della provincia di Bolzano ha infatti pubblicamente dichiarato

di non intravedere nessun reato per l’esposizione del vessillo, annunciandone l’archiviazione;

come si intenda rispondere al sospetto che il Presidente del Consiglio avesse voluto con

questa misura limitare la libera espressione di pensiero ed oscurare la palese contrarietà

dell’opinione pubblica alla guerra;

come il Presidente del Consiglio intenda rispondere al sospetto di voler impedire

l’espressione del libero pensiero, soffocare iniziative pacifiste e vietare ai ragazzi, agli studenti, alle

famiglie di esprimere la loro contrarietà alla guerra in modo pacifico;

se non ritenga di informare su quanti siano stati gli interventi delle forze dell’ordine contro

l’esposizione dei drappi arcobaleno e se questi siano stati segnalati all’autorità giudiziaria;

se il Presidente del Consiglio non ritenga che con questi atti oppressivi si raggiunga l’esatto

contrario di quanto si auspicava e cioè la ribellione dei giovani e dei cittadini, che si sentono

limitati nella loro libera espressione

Page 83: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

83

Atto n. 4-04068

Pubblicato il 6 marzo 2003

Seduta n. 351

PETERLINI. - Al Ministro degli affari esteri. -

Premesso che:

Tayseer Khaled, membro del comitato esecutivo dell'OLP e dirigente di primo piano del Fronte

Democratico per la Liberazione della Palestina (FDLP), in data 16-2-03 è stato arrestato da una

unità speciale israeliana ed è ora detenuto nel carcere Bethehtekva vicino a Tel Aviv;

la violenta irruzione all'interno dell'edificio in cui si trovava Tayseer Khaled è avvenuta durante

l'ennesima invasione israeliana della città di Nablus, città autonoma palestinese, e ha comportato,

oltre all'arresto di due suoi collaboratori, l'uccisione di tre civili;

secondo testimoni, l'arresto è avvenuto con i soliti modi umilianti dell'esercito israeliano:

denudando, ammanettando e bendando i suoi collaboratori;

l'atto è da considerarsi una estrema violazione degli accordi di Oslo siglati tra il Governo israeliano

e l'autorità nazionale palestinese;

la ex-consorte Premier Raffaella e i suoi figli, Nadia, Murad e Fabian Odeh, tutti cittadini italiani e

residenti in Italia (a Bolzano), si trovano in una situazione di estrema angoscia e confusione data

l'impossibilità di reperire notizie, ignorando inoltre quali siano le motivazioni che abbiano portato

all'arresto del padre;

la famiglia esprime – essendo a conoscenza delle gravi condizioni di detenzione e di violazione dei

diritti umani all'interno delle carceri israeliane - la sua paura e preoccupazione puntualizzando il

bisogno di assumere quotidianamente dei farmaci che non risultano in possesso del detenuto.

la ex-consorte insieme ai suoi figli e a tutta la sua famiglia si è rivolta al Presidente della

Repubblica, al Presidente del Governo Italiano e ai Presidenti di Camera e Senato per chiedere di

intervenire per la liberazione di Tayseer Khaled (Odeh),

si chiede di conoscere se il Ministro in indirizzo non intenda intervenire presso le autorità

competenti, chiedendo anche urgenti informazioni sullo stato dell'arrestato.

Atto n. 4-04085

Pubblicato il 11 marzo 2003

Seduta n. 353

PETERLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per la funzione pubblica e

dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

il recente dibattito sull’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha evidenziato la scarsità di

risorse con cui l’Istituto deve far fronte alla domanda crescente di statistiche pubbliche;

l’Italia è l’ultimo paese dell’Unione Europea sia come quota percentuale della spesa in

statistica ufficiale rispetto al PNL (0,013%, meno della metà della media UE) che come numerosità

del personale addetto alla produzione statistica rispetto alla popolazione (0,05 per mille, meno della

metà della media UE) (documento Eurostat presentato al Comitato di Programmazione Statistica

del 21/3/02, dati 2000);

l’Italia risulta essere uno dei Paesi UE il cui Istituto Nazionale di Statistica ricorre in

maniera sempre più massiccia all’uso di personale a tempo determinato, oramai indispensabile per

la produzione statistica corrente, che in larga parte vi lavora da diversi anni (oltre il 20% del

personale complessivo Istat risulta assunto con contratti a tempo determinato o con collaborazioni

coordinate e continuative);

Page 84: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

84

l’articolo 34 della legge finanziaria per il 2003 stabilisce che l’Istituto Nazionale di

Statistica per l’anno in corso possa destinare al personale con contratto a tempo determinato o di

collaborazione coordinata e continuativa entro il limite del 90% della spesa media annua sostenuta

per la stessa finalità nel triennio 1999-2001 pregiudicando così la possibilità di mantenere

all’interno dell’Istituto le professionalità finora acquisite;

il Consiglio dell’Istituto Nazionale di Statistica il 24 febbraio scorso ha formalmente

sottolineato come gli attuali lavoratori a tempo determinato possiedano una elevata professionalità

maturata nell’ambito dell’Istituto e siano indispensabili per la produzione di molte informazioni

statistiche cui l’Istituto è tenuto per legge e/o convenzioni a livello nazionale e internazionale,

si chiede di sapere:

se il Governo intenda accrescere, con la dovuta urgenza, la dotazione delle risorse a

disposizione dell’Istituto Nazionale di Statistica necessaria per i rinnovi del personale con contratto

a tempo determinato;

come il Governo preveda di riassorbire e consolidare il rapporto di lavoro delle circa 500

unità di personale a tempo determinato indispensabili per le attività correnti dell’Istituto Nazionale

di Statistica.

Atto n. 4-04113

Pubblicato il 13 marzo 2003

Seduta n. 356

PETERLINI, FRAU, BETTA, MICHELINI, DE PAOLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri

e ai Ministri delle attività produttive e dell'ambiente e della tutela del territorio. -

Premesso che:

l'Ente nazionale per l'energia e l'ambiente si trova già da lungo tempo in una situazione di

gravissima crisi;

l'ente si trova sottoposto a gestione commissariale da quasi due anni;

questa situazione non può perdurare ulteriormente;

l'attività dell'Ente è praticamente ferma e le organizzazioni dei ricercatori e dei lavoratori sono in

agitazione,

si chiede di sapere se il Governo non ritenga opportuno porre sollecito rimedio nominando gli

organi istituzionali cui spetta la gestione e il rilancio dell'Ente.

Atto n. 4-04114

Pubblicato il 13 marzo 2003

Seduta n. 356

PETERLINI, FRAU, DE PAOLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

le piccole e medie imprese, secondo notizie pubblicate dall'Agenzia parlamentare per

l'informazione politica ed economica AgenParl, hanno rallentato nel 2002 gli investimenti, anche a

causa delle difficoltà che incontrano nell'ottenimento del credito;

la predetta Agenzia ha sottolineato, in particolare, che c'è il sospetto che la selezione del credito sia

ispirata anche da criteri che, nella sostanza, limitano la libera concorrenza, in quanto le banche

deciderebbero l'erogazione del credito in base a criteri non sempre corrispondenti alle regole del

mercato e, soprattutto, diretti a tutelare gli interessi di alcuni loro clienti, a danno di altre aziende

concorrenti;

si chiede di sapere:

Page 85: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

85

cosa il Governo intenda fare per porre rimedio a questa situazione, soprattutto al fine di tutelare

questo comparto così vitale per l'economia del nostro Paese.

Atto n. 4-04115

Pubblicato il 13 marzo 2003

Seduta n. 356

PETERLINI, FRAU, DE PAOLI. - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

secondo quanto riportato dall'Agenzia parlamentare per l'informazione politica ed economica

AgenParl, i professori Carlo Casciani, preside della facoltà di Medicina della II Università di Roma,

e Joseph Gonnella, direttore dell'Health Care della Jefferson University di Philadelphia, hanno

sostenuto l'adozione, anche in Italia, del regime di prescrizione dei farmaci in base all'effettiva

necessità di ciascun paziente e non in confezioni che spesso eccedono il reale fabbisogno;

i due luminari della medicina hanno, inoltre, chiesto una maggiore responsabilizzazione dei medici,

che cedono alle insistenze del paziente, per cui molti farmaci vengono presi a volte in maniera non

necessaria per la salute del paziente stesso;

in Italia vengono gettati via annualmente farmaci per un importo di oltre 650 milioni di euro,

si chiede di sapere:

cosa il Governo intenda fare per adottare anche nel nostro Paese il regime di prescrizione dei

farmaci vigente in America e in alcuni paesi dell'Unione Europea, che si basa sull'effettiva

necessità di pillole di ciascun paziente;

se il Governo intenda adottare un sistema di monitoraggio dei medici, che devono essere

maggiormente responsabilizzati allorché prescrivono medicinali ai loro pazienti.

Atto n. 4-04192

Pubblicato il 25 marzo 2003

Seduta n. 364

PETERLINI. - Ai Ministri della salute e delle politiche agricole e forestali. -

Premesso che:

il disegno di legge n. 1930, "Disposizioni a tutela degli animali", è stato approvato dalla Camera

con una larghissima maggioranza;

il disegno di legge è un atto di civiltà che allinea l'Italia alla legislazione di altri paesi europei e

traduce in un atto politico quello che è ormai il comune sentire della stragrande maggioranza degli

italiani;

il testo punisce chi per crudeltà uccide, maltratta, abbandona gli animali;

la quanto risulta all'interrogante, l'eurodeputato Berlato ha inviato una lettera in cui invita a

bloccare la legge a Palazzo Madama e ad emendare il provvedimento per evitarne un uso distorto

che secondo lui potrebbe penalizzare "categorie economiche e sociali";

l'Onorevole Berlato, con decreto n. 2240 del 27 dicembre 2002 del Ministro delle politiche agricole

e forestali, è stato nominato commissario dell'ENCI, Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, che ha

nella sua stessa ragione sociale l'affetto per gli animali;

l'Onorevole Berlato come assessore della regione Veneto si è fatto promotore di una legislazione

sulla caccia molto permissiva, contestata perfino da larghi strati di cacciatori appartenenti ad altre

organizzazioni venatorie (ad esempio delibere n. 397 e n. 409 del 1995 per la caccia ai piccoli

uccelli, delibera n. 3402 dell'ottobre 1997),

Page 86: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

86

si chiede di sapere:

se si ritenga la nomina legittima, compatibile con le normative e l’opportunità etico-amministrativa,

rispondente ai canoni costituzionali di buon andamento, imparzialità ed efficienza della Pubblica

Amministrazione, nonché alla funzione di un deputato al Parlamento Europeo come Commissario

Straordinario di un Ente controllato dal Ministero delle politiche agricole e forestali;

se non si intenda proporre al Senato l'approvazione del disegno di legge per la tutela degli animali

nel testo già approvato dalla Camera dei deputati.

Atto n. 4-04295

Pubblicato il 3 aprile 2003

Seduta n. 374

PETERLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle attività produttive,

dell'ambiente e della tutela del territorio e per la funzione pubblica. -

Premesso che:

l'Ente nazionale per l'energia e l'ambiente si trova già da lungo tempo in una situazione di

gravissima crisi;

l'Ente si trova sottoposto a gestione commissariale da quasi due anni;

questa situazione non può perdurare ulteriormente;

l'attività dell'Ente è praticamente ferma e le organizzazioni dei ricercatori e dei lavoratori sono in

agitazione,

si chiede di sapere se il Governo non ritenga opportuno di nominare una commissione di indagine

per accertare le cause di questa grave situazione dell'Ente e se non intenda porre sollecito rimedio

nominando gli organi istituzionali cui spetta la gestione e il rilancio dell'Ente.

Atto n. 4-04943

Pubblicato il 10 luglio 2003

Seduta n. 437

PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

dopo tanti conflitti bellici che sono culminati in due devastanti guerre mondiali, l’Europa ha

finalmente trovato e costruito con grandissima fatica, grazie alla saggezza degli statisti del

dopoguerra, le basi per una proficua collaborazione tra i popoli e per la costituzione di una Europa

unita;

l’Italia, dove sono state gettate le basi per l’istituzione dell’unità europea, può sicuramente essere

definita una delle forze promotrici di questa Europa che ha dato un forte impulso al fine di portare

finalmente l’Unione europea a divenire un’importante istituzione politica, destinata ad assicurare

pace e progresso alle popolazioni ed ai giovani;

in special modo sono state anche le relazioni politiche tra l’Italia e la Germania che hanno fatto

crescere l’Europa e promosso gli obiettivi finora raggiunti;

l’Italia è un paese molto ospitale, che ha accolto sempre con grande amicizia e ospitalità i turisti

tedeschi. I tedeschi d’altro canto amano l’Italia, la sua cultura, le sue belle arti, la sua pregiata

cucina, la moda, le sue spiagge ma anche il modo di vivere. Sono questi fattori anche molto

importanti per l’economia italiana e soprattutto per il turismo, per i quali il turista tedesco riveste

un’importanza notevole;

il Sudtirolo, la provincia di Bolzano, che gli scriventi si onorano di rappresentare, costituisce un

ponte naturale tra il mondo latino e quello germanico ed è diventato sede di molte ditte del Nord-

Page 87: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

87

Europa che cercano contatti commerciali in Italia e di ditte italiane che vogliono approdare verso il

Nord-Europa;

il Sudtirolo è però anche terra turistica e vanta il pregio che un quarto dei turisti che visitano l’Italia

soggiorna in tale area;

la provincia di Bolzano ha già preso ufficialmente le distanze dalle esternazioni del sottosegretario

Stefani, che gli interroganti reputano offensive e inqualificabili. Nel riconfermare la grande

amicizia che ci collega con il popolo tedesco, “L’Alto Adige Marketing”, cioè l’ente provinciale di

promozione turistica, ha anche espresso un invito personale al cancelliere Gerhard Schroeder a

trascorrere le sue ferie in Alto Adige/Südtirol;

gli interroganti hanno pertanto seguito con preoccupazione le tensioni che sono sorte in Europa per

il conflitto sull’Iraq e i poco felici avvenimenti all’apertura delle sessione di presidenza italiana al

Parlamento Europeo; gli interroganti sono stati però soprattutto scossi dalle affermazioni del

Sottosegretario per le attività produttive Stefani sui turisti tedeschi, che hanno purtroppo trovato

larghissimo spazio sui giornali della Germania, fra cui la “Bildzeitung”, con una tiratura di oltre 10

milioni di copie giornaliere, che ha riportato la notizia in prima pagina, la “Frankfurter

Allgemeine”, “Der Tagesspiegel”, “Die Welt”, “Die Süddeutsche Zeitung” e molti altri;

tali affermazioni (che non meritano di essere ripetute in questa interrogazione) hanno offeso

gravemente non solo il popolo tedesco e i turisti, che portano benessere a tantissime regioni italiane

ed all’economia intera, ma hanno anche offeso i valori di collaborazione europea e di reciproco

rispetto tra i popoli;

i recenti avvenimenti culminati in queste parole gravemente offensive rappresentano un brusco e

pericoloso peggioramento politico dei rapporti intereuropei fra i due paesi. Le espressioni del

sottosegretario Stefani pesano soprattutto per il fatto che il suo autore non è un qualsiasi cittadino o

anche parlamentare italiano, ma proprio il Sottosegretario per le attività produttive, che collabora

con il Ministro per l’elaborazione degli indirizzi politici in materia di turismo e che dovrebbe

dunque occuparsi di migliorare l’accoglienza in Italia e di curare le relazioni con i nostri più

importanti ospiti;

gli interroganti hanno appreso con piacere le precisazioni del Ministro degli affari esteri Frattini,

che ha espresso l’amicizia nei confronti del popolo tedesco ed ha sottolineato che i tedeschi

continueranno ad essere ospiti benvenuti in Italia come lo saranno gli italiani che visitano la

Germania, ma il danno apportato all’immagine dell’Italia al turismo rimane,

si chiede di sapere:

quali misure siano state intraprese per esprimere il rammarico e le scuse del Governo italiano verso

la Germania;

quali misure si intenda prendere per limitare i danni all’immagine e al turismo e per migliorare le

relazioni con la Germania;

se il Presidente del Consiglio non ritenga opportuno invitare il sottosegretario Stefani a dare le

proprie dimissioni e a ritirarsi comunque dall’incarico nel settore del turismo.

Atto n. 4-05054

Pubblicato il 23 luglio 2003

Seduta n. 448

PETERLINI. - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

come risulta dalla stampa e dal sindacato autonomo di polizia, la corte dei Conti di Bolzano ha

aperto l’udienza per la condanna di un poliziotto di Bolzano al pagamento di una somma di 500.000

euro circa a seguito di un incidente verificatosi nell’espletamento del suo dovere;

Page 88: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

88

il poliziotto è responsabile di aver ferito accidentalmente in servizio un proprio collega, che a causa

dell’incidente è stato lontano dal lavoro per oltre un anno. I fatti risalgono al novembre del 1997,

quando nel corso di un’operazione del personale della Questura di Bolzano venne sequestrata una

pistola di piccolo calibro. Nell’esaminare l’arma – destinata alla rottamazione – uno dei poliziotti

esplose accidentalmente un colpo che ferì un collega. L’incidente, che inizialmente non destò

troppe preoccupazioni, si rivelò in realtà grave, e costrinse il secondo agente a ricorrere a

complesse cure mediche e a stare lontano dal servizio per oltre un anno. Lo Stato, nel corso del

tempo, lo indennizzò di quanto gli era dovuto; l’agente venne poi reintegrato in servizio, sempre a

Bolzano, dove lavora tutt’oggi. Anche il poliziotto che ha fatto partire il colpo resta in servizio a

Bolzano. Per accertare le sue responsabilità si aprì anche un’indagine penale, che si concluse nel

1999 con l’archiviazione del procedimento per la totale mancanza di colpa grave. La Corte dei

Conti ha aperto l’udienza nella quale lo Stato ha chiesto al poliziotto di risarcire oltre 500 mila

euro, restituendo ciò che lo Stato ha calcolato aver speso per indennizzare l’agente ferito;

in Italia il risarcimento di un danno occorso in servizio è una realtà cui ogni poliziotto può andare

incontro svolgendo il suo lavoro quando rischia la vita per assolvere il proprio dovere e servire lo

Stato;

le operazioni della polizia di Stato sono esposte a rischi e incidenti con conseguenze avvolte

drammatiche e dolorose,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno promuovere una riforma della normativa in vigore

in materia di organi di polizia nell’esercizio delle loro funzioni, in special modo con riferimento

alle richieste di risarcimento di danni non giustificabili;

se e come il Ministro intenda intervenire nei casi specifici segnalati.

Atto n. 4-05273

Pubblicato il 24 settembre 2003

Seduta n. 462

PETERLINI, RUVOLO, SALZANO, ROLLANDIN, FABRIS, BAIO DOSSI, BETTA, FORLANI.

- Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

i cittadini europei seguono con grande interesse i lavori preparativi per una nuova Costituzione

europea, che dovrebbe dare un ulteriore impulso alla creazione di un’Europa sempre più unita e

basata sui valori sviluppati nella lunga storia europea;

il Consiglio europeo, riunito a Laeken in Belgio il 14 e 15 dicembre 2001, constatando che

l’Unione europea era giunta a una svolta decisiva della sua esistenza, ha convocato la Convenzione

sul futuro dell’Europa;

la Convenzione, sotto la Presidenza di Valéry Giscard d’Estaing quale Presidente, e di Giuliano

Amato e Jean-Luc Dehaene quali Vicepresidenti, ha proposto al Consiglio europeo riunito a

Salonicco il 20 giugno 2003 un progetto di trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa;

nonostante le richieste del Santo Padre e della Chiesa cattolica, la Convenzione non è riuscita a

proporre un testo che faccia riferimento alla grande eredità cristiana, limitandosi invece a rievocare

eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa;

prendendo atto che il Presidente del Consiglio e il Ministro degli affari esteri hanno più volte

dichiarato pubblicamente di volersi impegnare per un inserimento del Cristianesimo nella

Costituzione europea;

sottolineando la necessità di un esplicito riferimento al Cristianesimo, oltre a quello giustamente

previsto all’eredità umanistica;

Page 89: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

89

ricordando le parole di Giovanni Paolo II che l’Europa è stata «ampiamente e profondamente»

penetrata dal Cristianesimo, tanto che esso costituisce «nella complessa storia del continente, un

elemento centrale e qualificante, che è andato consolidandosi sul fondamento dell’eredità classica e

dei diversi contributi offerti dai flussi etnico-culturali succedutesi lungo i secoli»,

si chiede di sapere quali iniziative il Presidente del Consiglio, anche nella sua qualità di Presidente

di turno del Consiglio europeo, intenda intraprendere per reinserire un riferimento al patrimonio

cristiano nella Costituzione europea.

Atto n. 4-05274

Pubblicato il 24 settembre 2003

Seduta n. 462

PETERLINI, CORTIANA, FABRIS, DI SIENA, GUBERT, MALABARBA, BAIO DOSSI,

BETTA, BOCO, FORLANI. - Ai Ministri degli affari esteri e della difesa. -

Premesso che:

recentemente si è sviluppato un intenso dibattito internazionale sulla veridicità di informazioni

riguardanti il possesso e il possibile utilizzo imminente, da parte dell’Iraq, di armi di distruzione di

massa e di materiale nucleare, che nelle settimane prima della guerra in Iraq sono stati di

importanza decisiva per gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e altre nazioni nel rifiutare l’azione

mediatrice dell’Onu e per giustificare l’atto di guerra contro l’Iraq;

la stampa americana soprattutto, ma anche rappresentanti di istituzioni americane e di altri Paesi,

stanno interrogandosi sul ruolo primario svolto dal vicepresidente americano Dick Cheney

nell’utilizzo di informazioni dubbiose che hanno portato a giustificare l’entrata in guerra contro

l’Iraq;

Joseph C. Wilson IV, alto funzionario del Dipartimento di Stato, già ambasciatore in Niger e

consulente del National Security Council, ha reso noto di essere stato inviato in Africa per

verificare la cosiddetta storia «yellow cake», cioè l’acquisto di uranio dal Niger da parte dell’Iraq, e

di aver riferito compiutamente come quella storia fosse infondata e di essere certo che il suo

rapporto sia stato inoltrato al vicepresidente Dick Cheney;

nonostante le conclusioni della «missione Wilson», nel settembre del 2002 la storia è rispuntata nel

famoso dossier di Tony Blair e poi nel discorso del 28 gennaio 2003 di George Bush sullo stato

dell’Unione;

il dibattito politico negli Stati Uniti è diventato da settimane molto forte: così il senatore

democratico Robert Byrd, intervenendo al Senato il 24 giugno 2003 sulla questione delle

informazioni false, ha chiesto «un’analisi parlamentare completa» sulla guerra in Iraq; il deputato

della California Henry Waxman, membro della Commissione sulla Riforma del Governo, ha

mandato il 10 giugno 2003 la terza di una serie di lettere ai membri del Governo e del Congresso

per sapere se Cheney avesse fatto richiesta alla CIA per poter indagare sul presunto traffico di

uranio tra il Niger e l’Iraq, se un ex ambasciatore americano fosse stato inviato a condurre sul posto

un’indagine e se Cheney fosse stato informato dei risultati della missione;

anche in Gran Bretagna settori politici, anche vicini al partito di Tony Blair, e settori istituzionali

stanno sollevando non solo dubbi, ma addirittura richieste di indagini per appurare se vi sia stata

una volontà di Blair di falsificare le informazioni per giustificare l’intervento militare contro l’Iraq;

Robin Cook, già Ministro degli affari esteri nel governo di Blair, ha detto in un’intervista sul

«Guardian»: «Nel settembre 2002 non vi erano armi di distruzione di massa pronte all’uso in 45

minuti, non vi era uranio dal Niger, non vi erano fabbriche ricostruite per la produzione di materiale

chimico, non c’era in Iraq un programma di armi nucleari»;

considerato che:

richieste di indagine sono state avanzate da più parti, e la situazione indicata è estremamente grave;

Page 90: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

90

una guerra è stata combattuta a seguito di queste informazioni che molti dicono essere dubbie se

non false;

intorno a questi fatti si è iniziata la nuova strategia di guerre preventive e che rappresentanti del

gruppo dei cosiddetti neo-conservatori legati a Cheney nell’attuale amministrazione USA, già

sostenitori dell’attacco all’Iraq, hanno presentato piani per continuare altre guerre contro altri

cosiddetti Stati canaglia;

queste informazioni dubbiose sono state utilizzate per neutralizzare e esautorare l’ONU e il suo

ruolo di mediatore internazionale in situazioni di gravi crisi,

si chiede di sapere:

se il Governo italiano sia informato di questi sviluppi;

se abbia iniziato un’analisi di questi fatti;

se intenda prendere le distanze da un simile fatto;

se intenda riflettere sulle conseguenze strategiche e militari dei fatti sopra menzionati;

se abbia già tratto conclusioni che possono anche portare a una riconsiderazione delle decisioni di

carattere strategico-militare per l’Italia, come la partecipazione in operazioni militari o di altro tipo;

se intenda proporre nelle appropriate sedi internazionali, quali l’Unione europea, la NATO e

l’ONU, delle iniziative atte a portare un’urgente chiarezza sul caso;

se intenda soprattutto impegnarsi per ridare il ruolo storico di mediazione e di prevenzione alle

guerre proprio dell’ONU, la cui autorità è stata malamente intaccata.

Atto n. 4-05275

Pubblicato il 24 settembre 2003

Seduta n. 462

PETERLINI, ANDREOTTI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, DE PAOLI, SALZANO. - Al

Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

il tema delle minoranze è una problematica che necessita di una attenta riflessione, soprattutto alla

luce dell’imminente firma della Costituzione dell’Unione europea;

l’articolo 151 dei trattati stabilisce: «L’Unione contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli

Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il

retaggio culturale comune»;

la «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», documento approvato a Nizza nel dicembre

2000, contiene due richiami al riguardo: l’articolo 21 stabilisce che «è vietata qualsiasi forma di

discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o

sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni

politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la

nascita, gli handicap, l’età, o le tendenze sessuali.» L’articolo 22 invece stabilisce che «l’Unione

rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica», e quindi riconosce al concetto di diversità il

rango di diritto fondamentale;

l’Italia tutela le minoranze linguistiche nell’ambito dell’articolo 6 della Costituzione;

nel 1993 a Copenaghen l’Unione europea, fissando i criteri per l’adesione di nuovi Stati membri,

stabilì il «rispetto per e la protezione delle minoranze» come criterio e condizione necessaria per

l’adesione;

il Consiglio d’Europa ha prodotto strumenti di pregevole fattura come la Convenzione quadro per

la protezione delle minoranze nazionali oppure la Carta europea per le lingue regionali e/o

minoritarie;

Page 91: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

91

il Parlamento europeo ha prodotto varie mozioni e rapporti concernenti la tutela e la promozione

delle minoranze linguistiche;

considerato che:

il Consiglio di Laeken nel dicembre del 2001 ha conferito il mandato di predisporre una bozza di

Costituzione, dando enfasi al rispetto delle libertà, solidarietà, diversità e quindi alla tutela delle

minoranze;

tra i principi fondamentali della bozza di Costituzione non è inclusa la tutela delle minoranze;

pur comprendendo la difficoltà di modificare il testo redatto dalla Convenzione europea, si chiede

di sapere:

se il Presidente del Consiglio, anche nella sua qualità di Presidente di turno del Consiglio europeo,

ritenga auspicabile, per quanto riguarda l’art. 5 della parte I della Costituzione in tema di relazioni

tra l’Unione e gli Stati membri, l’inserimento di un esplicito riferimento alla tutela delle minoranze

linguistiche;

se si intenda proporre alla Conferenza intergovernativa una integrazione al trattato che istituisce

una Costituzione per l’Europa, inserendo la tutela delle minoranze linguistiche tra gli obiettivi

dell’Unione, come testo formulato, aggiungendo al primo periodo del comma 1 (dopo le parole

regionali e locali) le parole: «e della tutela delle minoranze linguistiche.».

Atto n. 4-05787

Pubblicato il 11 dicembre 2003

Seduta n. 506

PETERLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri per la funzione pubblica, per

gli affari regionali e dell'interno. -

Premesso che:

da diversi anni automobilisti altoatesini si vedono recapitare multe elevate ed ingiuste, per

infrazioni mai commesse, dalle Polizie municipali di altre città, prime fra tutte Roma, Napoli e

Milano;

una gran parte degli stessi, ingiustamente sanzionati, dichiarano di non essersi mai recati in

macchina nelle città nelle quali siano state elevate le contravvenzioni;

alcune sanzioni economiche vengono inoltre accompagnate da decurtazione di punti sulla patente

degli automobilisti ingiustamente multati oppure dalla sospensione della patente, come previsto

dalle nuove norme recanti modifiche del codice della strada;

si precisa che le associazioni dei consumatori hanno già lamentato in varie circostanze questa grave

e annosa disfunzione amministrativa,

si chiede di conoscere quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere affinché venga

attivata presso gli organi preposti la tutela degli automobilisti e in che modo intendano porre fine a

questa annosa disfunzione amministrativa.

Atto n. 4-06817

Pubblicato il 19 maggio 2004

Seduta n. 609

PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, MICHELINI, BETTA, CORTIANA,

BEDIN, RIPAMONTI, VIVIANI, LIGUORI, DE ZULUETA, DETTORI, FORLANI, GUBERT,

ZANOLETTI, MALABARBA, VITALI, PAGLIARULO. - Al Presidente del Consiglio dei

ministri. -

Premesso che:

Page 92: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

92

l’orribile attentato dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle di New York e il quartier

generale del Pentagono a Washington ha significato un fondamentale cambiamento politico e

strategico nella vita di tutte le nazioni. Alcuni gruppi americani, ma anche europei e internazionali,

che oramai sono noti come i “neoconservatori”, con Dick Cheney, Paul Wolfowitz, Richard Perle e

altri alla guida, hanno subito dopo chiamato alla mobilitazione in un contesto di “scontro di civiltà”.

L’Amministrazione Bush-Cheney ha contemporaneamente dichiarato una “guerra globale al

terrorismo” che avrebbe dovuto essere condotta con guerre preventive contro l’Iraq e altri “Stati

canaglia”, fiancheggiatori del terrorismo. Per chiamare gli alleati a raccolta, Washington aveva

inviato a tutti i governi una documentazione sui fatti dell’11 settembre, prove subito secretate da

tutti i governi informati. Sulla base di questi elementi anche il Governo italiano ha aderito alla

guerra globale contro il terrorismo e ha sostenuto l'invasione americana dell’Iraq. Un anno dopo

l’intervento militare, la mancata pacificazione dell’Iraq e l’espansione del terrorismo internazionale

hanno creato un drammatico aggravamento della sicurezza internazionale;

è comprovato come la storia dell’uranio del Niger con cui Saddam Hussein avrebbe potuto

costruire armi nucleari è falsa; basta, per tutte, riportare le testimonianze dell’ambasciatore

americano, Joe Wilson, mandato dall’Amministrazione USA in Niger nel febbraio 2002 a verificare

la cosa, in cui dichiara pubblicamente di non aver riscontrato nessun indizio a suffragio del

presunto trasferimento di uranio e di aver informato le autorità di Washington, Dick Cheney in

primis, che avrebbe completamente ignorato il rapporto;

i dossier sulle armi di distruzione di massa non hanno trovato riscontro in quanto dopo l’intervento

militare, l’eliminazione di Saddam e l’occupazione dell’Iraq non se ne è trovata traccia alcuna.

Bush, Cheney e Blair avevano sostenuto questo argomento per vincere le resistenze dei governi

europei e arabi alla necessità della guerra preventiva;

anche il Segretario di Stato americano Colin Powell ha dichiarato il 5 maggio scorso alla rivista

americana “Gentleman’s Quarterly” che, se avesse saputo che questi fatti erano infondati, non

avrebbe tenuto il famoso discorso all’ONU del 5 febbraio 2003 (lo ha qualificato come “una

macchia sulla sua carriera”) che ha dato il via libera finale per la mobilitazione di guerra;

come risulta in questi giorni, per quasi un anno il governo americano ha taciuto sulla vastità delle

torture perpetrate nelle carceri irachene contro detenuti, uomini, donne, religiosi, molti dei quali

sono deceduti a seguito delle le brutali sevizie;

dall’inizio di aprile 2004 ha cominciato ad operare anche una Commissione del Congresso

Americano sull’11 settembre, presieduta dal repubblicano Tom Kean e dal democratico Lee

Hamilton, per cercare di stabilire la verità e le responsabilità dietro l’efferrato atto terroristico e

criminale, in quanto le famiglie delle vittime, gruppi di difesa dei diritti umani e civili e anche

settori politici e militari non sono soddisfatti delle spiegazioni ufficialmente date. Sono già emersi

gravi elementi di inattività e di negligenza, per il momento, dal comportamento di Cheney e di John

Ashcroft, Ministro di giustizia americano. L’ex consigliere per l’antiterrorismo della Casa Bianca

Richard Clarke nel 2001, allontanato in seguito dal suo incarico per aver più volte detto che l’Iraq

non c’entrava niente con l’11 settembre, ha testimoniato come Cheney, prima dell’attentato, non

abbia tenuto un singolo incontro della sua task-force dal maggio 2001 quando ricevette l’incarico di

occuparsi di terrorismo e della sicurezza del territorio. Thomas Pickard, direttore ad interim

dell’FBI, che nel periodo giugno-luglio 2001 aveva dato personalmente 7-8 rapporti di intelligence

a Ashcroft, ha inoltre testimoniato che il Ministro di giustizia, dopo i primi due incontri, gli aveva

detto di non voler più sentire rapporti concentrati sul pericolo terroristico,

si chiede di sapere se non si ritenga che sia arrivato il momento di informare il Parlamento e la

nazione sulla documentazione riguardante l’11 settembre fornita dall’Amministrazione americana e

quindi di togliere il segreto sulle informazioni ricevute.

Atto n. 4-06879

Pubblicato il 26 maggio 2004

Page 93: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

93

Seduta n. 613

PETERLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle infrastrutture e dei

trasporti e della salute. -

Premesso che:

molteplici studi e statistiche in materia di sicurezza stradale hanno rilevato che esiste una

connessione fra l'uso del casco di protezione per ciclisti e la riduzione degli infortuni più gravi;

i bambini che usano la bicicletta nel tempo libero, nonché come mezzo di trasporto dei percorsi

casa-scuola, rappresentano una fascia di utenti della strada più vulnerabile, che necessita di essere

maggiormente protetta;

la prima e vera operazione di sicurezza rimane comunque quella della creazione di percorsi protetti

per le biciclette,

si chiede di sapere se e quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere per introdurre

l'uso obbligatorio del casco per ciclisti di minore età e per promuovere nelle scuole una forte

campagna a favore dell'utilizzo del casco protettivo per ciclisti in età adolescenziale superiore ai

sedici anni.

Atto n. 4-07006

Pubblicato il 6 luglio 2004

Seduta n. 627

PETERLINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

la realizzazione della galleria di base del Brennero rientra negli obbiettivi delle grandi opere sia a

livello nazionale che a livello europeo;

oltre al tunnel di base è prevista una nuova linea di accesso Sud per rafforzare il trasporto

ferroviario da Verona fino all'entrata nel tunnel a Fortezza;

la costruzione del progetto principale della galleria di base dovrebbe concludersi entro il 2015

mentre rimarrebbero escluse varie parti della tratta di accesso Sud che - secondo informazioni della

RFI (Rete Ferroviaria Italiana) - potrebbero protrarsi fino al 2030;

questa realizzazione graduale avrebbe come conseguenza che la potenzialità della tratta principale

aumenterebbe ad oltre 320 treni giornalieri, che poi dovrebbero percorrere la linea ferroviaria

tradizionale, che non solo rappresenterebbe un collo di bottiglia, ma porterebbe a grandi disagi per

la popolazione lungo la vecchia tratta;

la Provincia autonoma di Bolzano, con deliberazione della Giunta provinciale n. 4786 del 22

dicembre 2003, ha dato il suo assenso al quadruplicamento della linea ferroviaria del Brennero

Monaco-Verona apportando le necessarie modifiche ai piani urbanistici dei comuni interessati;

la delibera della Giunta provinciale di Bolzano pone una serie di condizioni, basandosi in

particolare sulle delibere della Commissione urbanistica provinciale del procedimento coordinato

concernente la valutazione di impatto ambientale (VIA);

in relazione al tracciato in Bassa Atesina a Sud di Bronzolo tutti i Comuni si oppongono a qualsiasi

tracciato che attraversi la valle all'aperto, in quanto già l'inquinamento acustico delle infrastrutture

esistenti supera la soglia di tollerabilità. I Comuni invece appoggiano il tracciato in sotterraneo fino

a Sud di Salorno e si esprimono favorevolmente alla relativa variante documentata nello studio di

impatto ambientale (SIA);

il parere VIA prescrive che contemporaneamente alla presentazione del progetto definitivo per la

circonvallazione di Bolzano deve essere presentato un progetto preliminare per il tracciato nella

Bassa Atesina. Anche la Commissione urbanistica provinciale si è espressa a favore del tracciato in

sotterraneo;

Page 94: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

94

il progetto per il tracciato della linea di accesso nella Bassa Atesina e lo studio di impatto

ambientale devono essere presentati contemporaneamente con il progetto definitivo della

circonvallazione di Bolzano e devono prevedere un tracciato in sotterraneo (si veda il punto 2) della

delibera della Giunta);

la Giunta provinciale di Bolzano con deliberazione n. 3224 del 29 maggio 1989 aveva già espresso

un parere relativo allo studio di fattibilità della galleria di base, esprimendosi favorevolmente a

condizione che venga realizzata il più presto possibile tutta la nuova costruzione, poiché si potrà

raggiungere la funzionalità e la capacità di progetto solamente quando sarà ultimata a 4 binari tutta

la linea ferroviaria Monaco-Verona;

la Giunta provinciale nel rilascio dell'autorizzazione VIA ha richiesto, tra le altre condizioni, la

modifica del programma di esercizio in modo che la capacità di trasporto sulla ferrovia venga

utilizzata per assorbire il trasporto merci, mentre tutti i treni passeggeri, anche quelli internazionali,

devono fare fermata a Bolzano;

dai risultati della VIA e dai pareri della Commissione urbanistica risultano una serie di modifiche

alle strutture inserite nei piani urbanistici lungo tutto l'asse del Brennero;

il punto 9) di queste condizioni prevede che il tracciato tra Ponte Gardena e Cardano venga inserito

nella prossima fase di progetto, affinché venga raggiunta la piena capacità dell'infrastruttura

ferroviaria sin dall'inizio, ed inoltre che per Prato Isarco il progetto definitivo presenti uno studio

complessivo relativo all'inserimento architettonico-paesaggistico delle progettate infrastrutture e del

richiesto incapsulamento nell'assetto del paese. In particolare i Comuni chiedono che il bypass di

Bolzano venga allungato fino ad Est di Prato Isarco e lì connesso alla galleria Sciliar allo scopo di

evitare ogni maggiore aggravio per l'abitato di Prato Isarco. Risulta inoltre dalle condizioni che "a

Prato Isarco bisogna realizzare come intervento immediato una efficiente protezione acustica lungo

la linea esistente";

il punto 10) delle condizioni della Commissione urbanistica provinciale prevede che la finestra di

Cardano venga spostata di 1.000 metri verso Est e che vengano evitate interferenze di utilizzo

relative all'area antistante il portale ed impatti negativi sull'abitato di Cardano e che si crei un

accesso laterale unico per il bypass di Bolzano (lotto 2) e per il lotto di completamento tra Ponte

Gardena e Cardano;

la finestra di Laives Sud è da stralciare, come risulta dal parere VIA e dallo stesso studio di impatto

ambientale;

il collegamento tra il portale Bronzolo ed il parco ferroviario è da realizzare completamente in

sotterraneo,

si chiede di sapere:

per quanto riguarda la ferrovia del Brennero:

se il Governo non ritenga opportuna una realizzazione contemporanea di tutta la tratta da Verona ad

Innsbruck o almeno da Trento verso Nord per evitare i colli di bottiglia e gli impatti per la

popolazione lungo la vecchia tratta e corrispondere alla condizione della Provincia autonoma di

Bolzano, posta dalla delibera di assenso al progetto (deliberazione della Giunta provinciale n. 4786

del 22 dicembre 2003), che richiede una realizzazione contemporanea per la tratta da Salorno a

Fortezza;

quali siano le fasi e le date di realizzazione della galleria di base del Brennero tra Fortezza ed

Innsbruck e delle tratte di accesso Sud tra Verona e Fortezza;

se si sia maturato il progetto per il tracciato nella Bassa Atesina fra Bronzolo/Ora e Salorno

seguendo la condizione posta dalla Giunta provinciale e dal parere VIA di un tracciato in

sotterraneo;

se si provvederà in tempo alla richiesta della Provincia di Bolzano (di cui al punto 2) della su citata

delibera) di presentare il progetto preliminare per la linea di accesso nella Bassa Atesina e lo studio

di impatto ambientale contemporaneamente con il progetto definitivo della circonvallazione di

Bolzano;

Page 95: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

95

se a Bronzolo sia previsto uno scalo ferroviario, quali siano le sue dimensioni, e quali funzioni

dovrebbe adempiere tale scalo, ed in particolare se non si ritenga che per il carico/scarico merci non

potrebbe bastare lo scalo già realizzato a Gardolo di Trento;

se sarà stralciata la finestra di Laives e sarà garantito il collegamento tra il portale Bronzolo ed il

parco ferroviario completamente in sotterraneo;

quale sia la potenzialità attuale della ferrovia del Brennero, in quale percentuale questa potenzialità

al momento sia sfruttata e quanti siano i treni giornalieri che transitano su questa linea;

quale sarà la potenzialità della linea del Brennero dopo la realizzazione del tunnel di base,

eventualmente scaglionata dalle varie fasi di realizzazione delle tratte di accesso a Sud;

quali saranno gli sviluppi del traffico ferroviario partendo dalle date attuali fino alla data di

realizzazione del tunnel di base e per i decenni seguenti, distintamente tra trasporto persone e

trasporto merci;

quale sia la relazione del trasporto attuale tra gomma (strada e autostrada del Brennero) e rotaia;

in quale misura si ritenga di poter migliorare questa relazione a favore del trasporto su rotaia;

come il Governo intenda modificare il programma di esercizio, secondo la richiesta della Provincia

di Bolzano, in modo da utilizzare la capacità di trasporto sulla ferrovia per assorbire il trasporto

merci, e per garantire che tutti i treni passeggeri, anche quelli internazionali, facciano fermata a

Bolzano;

a quale punto sia la progettazione per il tracciato tra Ponte Gardena e Cardano ed il progetto

definitivo per Prato Isarco, che "deve presentare nello studio complessivo relativo all'inserimento

architettonico-paesaggistico delle progettate infrastrutture e del richiesto incapsulamento

nell'assetto del paese" (punto 9 della delibera della Giunta). Il bypass di Bolzano sarà allungato fino

ad Est di Prato Isarco, e lì connesso alla galleria Sciliar allo scopo di evitare ogni maggiore

aggravio per l'abitato di Prato Isarco;

se siano già in atto misure di intervento per un'efficiente protezione acustica lungo la linea già

esistente a Prato Isarco;

a quale punto sia lo spostamento richiesto della finestra di Cardano per evitare interferenze ed

impatti sull'abitato di Cardano e la creazione di un accesso laterale unico per il bypass di Bolzano;

per quanto riguarda l'autostrada del Brennero:

in quale fase di attuazione si trovi l'auspicato rinnovo della concessione alla Società Autostrada del

Brennero;

se il Governo non ritenga di dover promuovere il trasferimento dalla gomma alla rotaia, prevedendo

anche misure restrittive di trasporto merci su strada e autostrada e aumentando le tariffe

autostradali;

se non si ritenga in contrasto con gli obbiettivi di un trasferimento del trasporto merci e persone

dalla gomma alla rotaia l'ampliamento dell'autostrada del Brennero prevista dalla società

autostradale di un’ulteriore corsia o comunque per corsia cosiddetta dinamica;

se questo ampliamento a tre corsie dell'autostrada del Brennero, o comunque una corsia dinamica

fino al casello di uscita di Egna, corrisponda ad una libera decisione dell'autostrada stessa o risulti

quale condizione dalla concessione o della Convenzione tra Società Autostrada del Brennero e

ANAS;

se la sopra citata Convenzione tra la società Autostrada del Brennero e l'ANAS sia completamente

perfezionata e fino a quale termine;

se non si ritenga di fornire all’interrogante copia della Convenzione ANAS e altri documenti utili

connessi con le sopra citate domande.

Atto n. 4-07132

Pubblicato il 22 luglio 2004

Page 96: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

96

Seduta n. 643

PETERLINI, COSSIGA, CREMA, PEDRINI, DE PAOLI, CHINCARINI, FORMISANO, BOCO,

ZANCAN, DE PETRIS, VALLONE, SALZANO, DONATI, BETTA, D'IPPOLITO, THALER

AUSSERHOFER, CORTIANA, CARELLA, RIPAMONTI, FALOMI, LIGUORI. - Ai Ministri

dell'interno e della salute. -

Premesso che:

dall’anno 2000, dopo la crisi della “mucca pazza”, si è registrato in tutto il Paese un tragico e

consistente incremento del fenomeno dei furti di cavalli a scopo di macellazione;

i dati forniti dall’Osservatorio zoomafia della LAV (Lega Anti Vivisezione) indicano una cifra di

circa 5.000 animali rubati ogni anno sia in maneggi e centri ippici, dove ricevono trattamenti

farmacologici di vario genere, che a privati cittadini, i quali subiscono una “perdita affettiva” di

inestimabile valore;

è facile supporre l’esistenza di un circuito di macellazione e vendita clandestina di carne di cavallo,

con tutti i rischi sanitari legati all’immissione sul mercato di carne proveniente da animali non

controllati, come dimostrano anche alcune importanti operazioni condotte dalle forze dell’ordine,

che hanno messo in luce il legame tra furti e criminalità organizzata;

da più parti sono stati chiesti efficaci piani di intervento per prevenire detto inquietante fenomeno,

quali sistemi di identificazione dei cavalli mediante microchip, istituzione di una banca dati degli

animali rubati, creazione di un coordinamento tra le forze dell’ordine, sistematici controlli da

effettuare in mercati del bestiame, mattatoi e macellerie atti ad individuare eventuali soggetti rubati

o carne di provenienza illegale,

si chiede di sapere se non si ritenga opportuno intervenire per mettere in atto immediate misure di

sicurezza, anche come sopra indicate, per garantire il diritto dei proprietari di cavalli di non venire

privati dei propri affetti, oltre che quello dei cittadini di consumare carne sicura dal punto di vista

sanitario.

Atto n. 4-07191

Pubblicato il 3 agosto 2004

Seduta n. 652

PETERLINI. - Al Ministro degli affari esteri. -

Premesso che:

nella provincia sudanese del Darfur è in corso una guerra civile tra la popolazione africana della

regione e quella araba legata al governo di Khartum;

si tratta della più disperata e grave crisi umanitaria in corso sul nostro pianeta con atrocità

commesse contro la popolazione locale come bombardamenti, devastazioni, saccheggi, massacri

anche contro bambini e sistematici stupri di massa da parte delle milizie arabe (conosciute con il

nome di Janjaweed) che sono appoggiate dal governo di Khartum;

le agenzie umanitarie internazionali calcolano che questo conflitto abbia causato la morte di 50.000

persone e un milione di profughi interni e rifugiati nel vicino Ciad;

nonostante le pressioni internazionali il regime di Karthum ostacola con ogni mezzo il transito di

aiuti umanitari peggiorando le condizioni dei profughi e dei rifugiati,

si chiede di sapere:

se non si ritenga opportuno esercitare urgenti pressioni sul governo di Khartum al fine di fermare le

milizie Janjaweed e di garantire pieno accesso degli aiuti umanitari alle vittime di questa grave

guerra civile;

se non si ritenga opportuno promuovere un intervento di pace e sicurezza tramite l'ONU e la

Comunità Europea per fermare questo terribile bagno di sangue e di tragedie per la popolazione.

Page 97: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

97

Atto n. 4-07326

Pubblicato il 28 settembre 2004

Seduta n. 659

PETERLINI. - Al Ministro degli affari esteri. -

Premesso che:

la libertà di Simona Torretta, di Simona Pari e delle altre persone rapite, così come un futuro di

pace in Iraq, possono essere conquistati solamente arrivando alla verità sia intorno al rapimento che

alle ragioni della guerra;

il 16 settembre 2004 il quotidiano di Londra “The Guardian”, legato a settori dell’establishment

britannico contrari alla guerra preventiva di Bush-Cheney-Blair in Iraq, ha pubblicato un

importante articolo sul rapimento di Simona Torretta, Simona Pari e di altri due loro collaboratori

iracheni, dove si chiama in causa il ruolo di servizi segreti stranieri. Sotto il titolo “ Chi ha rapito

Simona Torretta?”, il giornale britannico ha iniziato presentando il coraggioso lavoro umanitario di

Simona Torretta dal 1996 tra la popolazione irachena, per poi formulare pesanti dubbi sulle ragioni

del rapimento: “ …I fautori della guerra stanno usando il rapimento per dipingere i sostenitori della

pace come degli ingenui che stupidamente appoggiano una resistenza che risponde alla solidarietà

internazionale con rapimenti e decapitazioni. Nel frattempo, un numero crescente di leader islamici

indicano che l’assalto al centro dell’associazione “Un ponte per...” non è stato il lavoro di mujaedin

bensì di servizi segreti stranieri che stanno cercando di screditare la resistenza. Non c’è niente in

questo rapimento che segua il modus operandi delle altre operazioni. … Mentre i mujaedin cercano

sempre di non farsi riconoscere coprendosi il viso, questi rapitori erano a volto scoperto e ben

rasato e alcuni in giacca e cravatta. Uno è stato chiamato dagli altri “sir” (signore). Le vittime di

rapimenti erano quasi sempre state uomini, mentre adesso tre sono donne… Manhouz Bassam, una

donna irachena, è stata trascinata per il suo foulard, una trasgressione religiosa scioccante per un

attacco che dovrebbe essere fatto nel nome dell’Islam… Invece dei soliti tre o quattro individui, 20

uomini hanno assaltato l’edificio alla luce del sole non preoccupati di essere presi… Gli assalitori

erano armati con mitragliatori AK-47 (di fabbricazione americana), fucili a pallettoni, pistole con

silenziatore, mentre i mujaedin usano solitamente mitragliatori Kalashnikov…. Testimoni hanno

detto che alcuni indossavano la divisa della Guardia nazionale irachena e si sono qualificati come

uomini di Ayad Allawi, il primo ministro ad interim. Un portavoce del governo ha negato ogni

coinvolgimento, ma Sabah Kadhim, un portavoce del Ministero degli affari interni, ha ammesso

che ‘gli assalitori indossavano divise militari e corsetti antiproiettile’.”;

il “The Guardian” continuava: ”Allora, è un rapimento fatto dalla resistenza oppure un’azione

coperta della polizia? O qualcosa di peggio: una copia delle sparizioni operate dal Mukhabarat (il

servizio segreto) di Saddam Hussein, quando agenti arrestavano oppositori del regime che poi

scomparivano per sempre? Chi avrebbe potuto condurre una simile operazione coordinata? Chi può

beneficiare da un attacco contro questa organizzazione non governativa che è contro la guerra ?”,

si chiede di sapere:

se non si ritenga che queste domande poste a Londra debbano esserlo anche a Roma;

se il Governo italiano abbia già intrapreso delle indagini in questa direzione, per provare chi abbia

veramente condotto un rapimento così anomalo e per investigare l’ipotesi di un coinvolgimento

anche di reti legate a servizi segreti stranieri;

se si intenda chiedere ufficialmente al governo iracheno di rispondere alle dichiarazioni di chi,

come il quotidiano “The Guardian” di Londra, ha sollevato dei profondi dubbi sulla condotta del

rapimento e su un eventuale ruolo di interessi e di reti che sembrano convergere intorno a certe

responsabilità del governo o di altre istituzioni dello Stato iracheno.

Page 98: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

98

Atto n. 4-07516

Pubblicato il 20 ottobre 2004

Seduta n. 679

PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, KOFLER, ROLLANDIN, PEDRINI, STIFFONI,

SALZANO, VALLONE, CORTIANA, BASSO, D'IPPOLITO, RIPAMONTI, MODICA, DE

PETRIS, CASTAGNETTI, FALOMI, BRUNALE, LONGHI, FLAMMIA. - Al Ministro

dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

organizzazioni di tutela dei consumatori e notizie di stampa sollevano il problema dell'esistenza

presso alcune banche italiane ed estere di somme di denaro, e valori in genere in cassette di

sicurezza, conti, libretti di risparmio, depositi in genere e patrimoni bancari appartenuti a persone

decedute o scomparse e mai reclamati dai legittimi eredi;

al momento dell'apertura di un conto corrente gli istituti di credito italiani non richiedono

automaticamente il nome di un beneficiario in caso di scomparsa o incapacità ad operare;

è in corso un’indagine avviata dalla Procura della Repubblica dell’Aquila per un monitoraggio a

livello nazionale di questo fenomeno dei cosiddetti “conti e depositi dormienti”;

si può valutare in 15 miliardi di euro il controvalore di conti correnti "dimenticati" non movimentati

da oltre due anni in tutta Italia;

non vi è alcuna normativa che obblighi gli istituti di credito ad avvertire gli eredi delle somme

depositate appartenute al defunto, come non vi è alcuna norma di legge che obblighi ad indicare,

all’atto dell’apertura di un rapporto bancario, un beneficiario dell’eventuale somma in caso di

decesso del titolare o dei titolari del rapporto stesso e di restituirla rapidamente;

in caso di assenza di eredi reclamanti nessun obbligo specifico è attualmente previsto invece in

capo agli istituti di credito;

l’articolo 586 del codice civile stabilisce che “in mancanza di persone aventi diritto alla

successione, l’eredità di persone defunte sia devoluta allo Stato. L’acquisto si opera di diritto senza

bisogno di accettazione e non può farsi luogo a rinuncia”,

si chiede di sapere:

se non si ritenga opportuno, entro un'ottica di maggiore trasparenza nei rapporti tra cittadini e

sistema bancario, avviare una ricognizione volta a quantificare esattamente il fenomeno e far sì che

gli istituti di credito rendano pubblici tutti i depositi abbandonati;

se non si ritenga opportuno quantificare gli importi che vengono trattenuti dagli istituti stessi senza

essere trasferiti allo Stato;

se non si ritenga indispensabile:

una normativa nazionale più specifica sull’argomento che apra la strada al recupero automatico per

chi ne ha diritto ed estenda tale disciplina anche ai depositi già in essere;

quali siano i suoi orientamenti in ordine alla possibilità di prevedere che le eventuali eredità

giacenti e non reclamate presso conti e depositi bancari delle banche, prendendo in considerazione

quelli che non hanno avuto movimentazione negli ultimi 5 anni, possano essere destinate alle casse

del Comune di ultima residenza del titolare deceduto.

Atto n. 4-07982

Pubblicato il 25 gennaio 2005

Seduta n. 725

PETERLINI. - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

Page 99: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

99

nell'ultimo rinnovo del contratto per i dipendenti in servizio delle Ferrovie dello Stato siglato a

luglio 2003 tra azienda e sindacati, all'articolo 23, riguardante i titoli di viaggio (già concessioni di

viaggio), si è voluto includere anche il personale già in quiescenza a quella data;

il personale che alla data di valenza del contratto era già stato posto in quiescenza non è

giuridicamente soggetto di contrattazione tra le parti indicate ma esclusivamente in base alla norma

legislativa generale;

lo stesso, che non rientra tra i soggetti interessati al contratto, oltre che a pagare 15 euro annuali, è

costretto a lunghe ed estenuanti file per mettersi in regola con le nuove norme, con grave disagio

anche perché trattasi di persone anziane,

si chiede di sapere quali siano gli intendimenti dei Ministri in indirizzo in ordine ad un intervento

nei confronti delle Ferrovie dello Stato finalizzato a ristabilire il principio che tali norme debbano

valere solo per il personale in servizio e non per quello posto in quiescenza prima della data

dell'accordo contrattuale.

Atto n. 4-08823

Pubblicato il 1 giugno 2005

Seduta n. 815

PETERLINI , BETTA , MICHELINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro

dell'interno. -

Premesso che:

durante il comizio tenuto dall'on. Silvio Berlusconi in data 29 maggio 2005 a Bolzano un nutrito

gruppo di giovani ha espresso il proprio dissenso verso le tesi esposte dal Presidente del Consiglio;

il gruppo è rimasto sempre fermo in fondo alla piazza, al di fuori dell’area transennata, senza

ostacolare in alcun modo lo svolgimento della manifestazione. La protesta si è mantenuta sul piano

della dialettica democratica prevedibile per manifestazioni di piazza di questo genere. Al dissenso

del gruppo dei giovani hanno risposto – con analoghi toni – i numerosi sostenitori di Berlusconi, il

tutto senza il minimo incidente e anzi, a tratti, con la reciproca ironia calcistica dell’opposto

sventolio di bandiere della Juventus, dell’Inter e del Liverpool da un lato e quelle del Milan

dall’altro;

a manifestazione conclusa, però, alcuni funzionari delle forze dell’ordine hanno proceduto

all’identificazione di molti tra i giovani dissenzienti, un gesto che ha il sapore della intimidazione

verso la possibilità di esprimere liberamente e civilmente le proprie opinioni,

si chiede di sapere:

come si giustifichi la richiesta di identificazione di giovani che hanno pacificamente espresso il loro

dissenso;

se l'identificazione dei giovani sia avvenuta su specifico incarico e, se così fosse, di chi;

se non si ritenga che simili atti possano essere interpretati come intimidazione verso l'espressione di

una protesta democratica ;

se non si ritenga che una democrazia si qualifichi proprio nel diritto di ogni individuo alla libertà di

espressione e di opinione, principio fondamentale garantito dalla Costituzione italiana.

Atto n. 4-09087

Pubblicato il 14 luglio 2005

Seduta n. 843

PETERLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

Page 100: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

100

nella Provincia Autonoma di Bolzano l'equiparazione costituzionale della lingua italiana e tedesca è

sancita dagli artt. 99 e 100 dello Statuto di Autonomia;

le norme di attuazione dei suddetti articoli dello statuto di autonomia garantiscono il bilinguismo;

i cittadini di lingua tedesca della Provincia di Bolzano hanno facoltà di usare la loro lingua nei

rapporti con gli ufficiali giudiziari e con gli organi e uffici della pubblica amministrazione situati

nella provincia o aventi competenza regionale, nonché con i concessionari di servizi di pubblico

interesse svolti nella provincia stessa;

la facoltà di usare la lingua tedesca vale anche per atti che riguardano l'attività di polizia in genere,

ovvero quando sono destinati ad avviare un'azione penale o che comunque provochino una

sanzione;

la parificazione delle lingue italiana e tedesca vale anche per i controlli stradali e dei documenti,

nelle rilevazioni, negli interrogatori, per gli atti pubblici e notarili, nei formulari e gli atti relativi

all'assicurazione obbligatoria, le confezioni medicinali e per i concessionari del servizio telefonico

affinché gli elenchi telefonici degli utenti siano redatti distintamente in lingua tedesca e italiana;

la carta d'identità dei comuni della Provincia di Bolzano viene redatta nelle due lingue italiana e

tedesca nonché nelle tre lingue italiana, tedesca e ladina per i comuni di lingua ladina;

i passaporti dei residenti della Provincia di Bolzano sono redatti in lingua italiana, inglese e

francese ma non in quella tedesca, omettendo in questo modo la toponomastica storicamente

autentica in lingua tedesca dei comuni,

si chiede di sapere se il Governo non ritenga opportuno garantire ai residenti della Provincia

autonoma di Bolzano il diritto del bilinguismo nei documenti di viaggio e di riconoscimento

internazionale quale il passaporto, attivandosi affinché questi siano redatti anche nella lingua

tedesca.

Atto n. 4-09429

Pubblicato il 28 settembre 2005

Seduta n. 872

PETERLINI , KOFLER , THALER AUSSERHOFER - Ai Ministri delle infrastrutture e dei

trasporti e della salute. -

Premesso che:

per la terza volta in meno di una settimana sul treno espresso Lecce-Bolzano si è scoperta la

presenza di cinici che infestavano alcune vetture;

il giorno 24 settembre 2005 il convoglio Lecce-Bolzano era stato bloccato a Bolzano dopo che

alcuni passeggeri avevano lamentato prurito sul collo e sulle braccia e ispezionando le poltrone

sono stati trovati insetti morti e vivi, e dopo che a Verona due passeggeri si sono recati al pronto

soccorso, e a Trento un altro passeggero ha consegnato un sacchetto pieno di insetti morti agli uffici

del Commissariato compartimentale di pubblica sicurezza presso le Ferrovia dello Stato. Dopo la

segnalazione al Servizio igiene e sanità pubblica dell'ASL il primario dott. Simeoni ha inviato un

durissimo rapporto nel quale si legge che è stata riportata la presenza di cimici dei letti e nel quale

si rileva inoltre un forte degrado delle condizioni igieniche che riguardava gli scompartimenti del

treno, sporchi, con resti di cibo oramai secchi, polvere e sedili imbrattati tanto da far pensare che le

carrozze non vengano pulite da giorni;

nonostante le rassicurazioni di Trenitalia che si era appena concluso il piano straordinario di

disinfestazione il giorno 25 settembre 2005, nuovamente sul convoglio Lecce-Bolzano, alcuni

passeggeri sono scesi a Roma Termini per segnalare la presenza di insetti in una delle vetture;

la scandalosa nonché vergognosa vicenda delle cimici riscontrate in alcuni scompartimenti del

treno Lecce-Bolzano non è un caso isolato ma si aggiunge ad altri casi analoghi come quello del

convoglio Reggio Calabria-Torino infestato da zecche lo scorso 31 agosto e 1° settembre, e quello

Page 101: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

101

del treno notturno Ventimiglia-Parigi sul quale la notte tra il 4 e il 5 settembre una carrozza

infestata da pulci, cimici ed altri insetti ha costretto parecchi passeggeri a ricorrere alle cure

mediche,

si chiede di sapere quali immediate iniziative intendano attuare i Ministri interrogati, ciascuno per

gli ambiti di propria competenza, presso Trenitalia al fine di garantire che episodi di questo genere

in futuro non mettano mai più in pericolo la salute e l'incolumità degli utenti e di assicurare il diritto

alla mobilità con un servizio ferroviario efficiente e di qualità.

Atto n. 4-09612

Pubblicato il 7 novembre 2005

Seduta n. 889

PETERLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

giovedì 3 novembre 2005 sulla Piazza del Tribunale a Bolzano è stato eretto un manifesto gigante

di dimensioni 39 metri per 13, allestito come elemento portante della scenografia per un comizio di

Forza Italia, coprendo l'intera facciata di Palazzo di giustizia;

trattasi di un manifesto di propaganda politica del partito di Forza Italia che oscura la facciata di un

edificio pubblico quale la sede del Tribunale;

in una nota indirizzata al Presidente del Tribunale Heinrich Zanon le forze sindacali del Tribunale

hanno denunciato l'accaduto come inaccettabile oltraggio ad un edificio pubblico;

il Presidente del Tribunale Zanon ha dichiarato alla stampa di essere stato all'oscuro di queste

azioni e, conseguentemente, non ci sarebbero nemmeno stati i tempi tecnici per intervenire contro

la decisione di erigere il manifesto;

considerato che:

hanno espresso pubblicamente le loro critiche anche i rappresentanti politici della città, nonché si

sono verificate proteste spontanee davanti al Tribunale da parte di cittadini;

oltre alle proteste contro il manifesto gigante propagandistico sono state sollevate forti critiche sulla

scelta di svolgere il comizio in una piazza dominata da un bassorilievo che rappresenta il duce a

cavallo riportante scritte fasciste, monumento offensivo per tutte le vittime delle dittature fasciste,

si chiede di sapere:

con quale diritto, e in base a quale autorizzazione, sia stato affisso questo manifesto politico su un

palazzo pubblico che, nel suo interno, deve garantire imparzialità e giustizia a tutti i cittadini;

se non si ritenga che siano maturati i tempi per eliminare finalmente le scritte e il bassorilievo del

duce dalla facciata del Palazzo delle finanze, o quantomeno storicizzare queste rappresentazioni

con tavole di informazione storica.

Atto n. 4-09683

Pubblicato il 16 novembre 2005

Seduta n. 899

PETERLINI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che durante la discussione al Senato del disegno di legge Atto Senato 3276 (Conversione

in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, recante disposizioni urgenti

per l' università e la ricerca, per i beni e le attività culturali, per il completamento di grandi opere

strategiche, per la mobilità dei pubblici dipendenti, nonché per semplificare gli adempimenti

relativi a imposte di bollo e tasse di concessione), poi legge 43/05 del 31 marzo 2005, è stato

accolto dal Governo un ordine del giorno che "impegna il Governo a tener conto delle difficoltà di

Page 102: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

102

alcune Regioni a procedere alla trasformazione delle IPAB secondo quanto disposto dalla legge 8

novembre 2000, n. 328, entro i termini previsti dall'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo 4

maggio 2001, n. 207, e successive modificazioni; lo impegna pertanto a valutare l'opportunità di

prorogare tali termini per poter godere delle agevolazioni fiscali previste per tale trasformazione,

almeno fino al 31/12/2008" (ordine del Giorno G7.100 al disegno di legge 3276), si chiede di

sapere quando il Governo intenda dare attuazione all'ordine del giorno succitato.

Atto n. 4-09684

Pubblicato il 16 novembre 2005

Seduta n. 899

PETERLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della difesa. -

Premesso che:

il Nigergate è stato uno dei pilastri fondamentali usati dai neoconservatori di Cheney e Bush per

giustificare una guerra che tutt’ora è in corso. Ormai è evidente dalle inchieste emerse che il dossier

uranio è stato una frode ben orchestrata dai fautori delle guerre preventive;

a seguito di questa storia, denunciata già nel 2002 dall’ambasciatore americano Joe Wilson come

un falso, l’ufficio di Dick Cheney ha fatto partire una serie di calunnie e disinformazioni,

conosciute oggi come Ciagate, che, a seguito delle indagini del procuratore speciale Patrick

Fitzgerald, hanno portato all’incriminazione e alle dimissioni di Lewis Scooter Libby, braccio

destro di Cheney e che, secondo la stampa americana e fonti ben informate, potrebbero portare

all’impeachment dello stesso Cheney;

il COPACO ha svolto delle audizioni con il capo del SISMI, generale Pollari, e con il

sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Letta, sul Nigergate e sul ruolo svolto dai servizi

italiani in questa operazione;

dalle ricostruzioni della stampa è emerso che Michael Ledeen, responsabile dell’American

Enterprise Institute e uomo di punta dell’apparato neo-cons, ha svolto un ruolo importante

nell’organizzazione e nella strumentalizzazione del dossier Niger;

nell’articolo de “La Repubblica” del 28 novembre 2004 il generale Pollari avrebbe ammesso anche

l’esistenza di un dossier sulle attività di Leeden a Roma, dove egli stesso lo ha incontrato nel

dicembre 2001, occasione nella quale Ledeen avrebbe visto anche il Ministro della difesa Antonio

Martino. In quello stesso periodo il SISMI organizzò degli incontri di tre giorni tra Ledeen e un

gruppo di iraniani, sempre nella capitale, insieme anche ad altre persone dell’Office for Special

Plans del Pentagono, Larry Franklin, Harold Rhode e a Manucher Ghorbanifar, una delle figure

centrali nello scandalo Iran-Contra,

si chiede di sapere se non si intenda chiedere al generale Pollari di rendere disponibile al

Parlamento, nelle sedi competenti e nelle forme proprie, il dossier sulle attività di Ledeen in Italia.

Atto n. 4-09832

Pubblicato il 13 dicembre 2005

Seduta n. 920

PETERLINI - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

da tempo e con maggiore insistenza il dipartimento di pubblica sicurezza avanza misure e proposte

di contenimento riguardanti gli istituti di istruzione per allievi agenti;

Page 103: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

103

a causa di questa evidente razionalizzazione, dovuta ad una crescente crisi economica e gestionale,

sono già state chiuse le scuole di specializzazione di Bologna, di Genova e di Duino e si parla di

una prossima chiusura della scuola di allievi agenti di Vicenza;

la scuola allievi agenti di Bolzano è da sempre impegnata in una evoluzione didattico-professionale

indispensabile per creare un moderno ed adeguato operatore di Polizia in tempi di così grave

difficoltà sociale nonché minacciati da criminalità e terrorismo;

la scuola allievi agenti di Bolzano avanza da tempo interessanti proposte ed iniziative, tra le quali

quella di utilizzare la scuola allievi medesima come polo di riferimento alla formazione per tutto il

personale in forza nelle Province di Trento e Bolzano, quella di seminari corsi specialistici e di

aggiornamento e molte altre;

la scuola stessa sta mostrando una seria volontà di affrontare un clima di incertezza lavorativa

elaborando strategie come collaborazioni e finanziamenti su livello europeo;

la scuola allievi agenti di Bolzano ha un ruolo fondamentale perché organizza, monitora, gestisce e

cura in forma di tutoraggio ogni anno quattro corsi di lingua tedesca riservati al personale della

Polizia di Stato in servizio presso uffici e reparti siti in Provincia di Bolzano;

è importante che le iniziative di contenimento e razionalizzazione non abbiano l'obiettivo di

ricercare un immediato risanamento a breve termine, come un’eventuale chiusura della scuola

allievi agenti di Bolzano, ma che si mettano in atto strategie a lungo termine,

si chiede di sapere se, in ambito di contenimento e razionalizzazione, la scuola allievi agenti di

Bolzano sia a rischio chiusura.

Atto n. 4-10008

Pubblicato il 18 gennaio 2006

Seduta n. 939

PETERLINI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

l’interrogante è primo firmatario del disegno di legge Atto Senato 3308, comunicato alla Presidenza

del Senato in data 17 febbraio 2005, recante norme in materia di risparmio e dei depositi bancari e

finanziari non rivendicati giacenti presso le banche e le imprese di investimento;

il citato disegno di legge Atto Senato 3308 è stato esaminato congiuntamente al disegno di legge

Atto Senato 3328, recante “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati

finanziari” e, a seguito dell’approvazione dello stesso, dichiarato assorbito. L’originario articolo 14

del disegno di legge Atto Senato 3328, infatti, verteva in tema di disciplina dei depositi giacenti

presso le banche;

nel corso dell’esame del disegno di legge di riforma del risparmio si era svolto un approfondito

dibattito, cui aveva preso parte anche il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze

Armosino, sulle problematiche afferenti la disciplina dei cosiddetti “depositi dormienti” sotto i

profili della possibilità di prevedere o meno l’imprescrittibilità dei diritti dei depositanti e della

devoluzione finale delle somme non rivendicate. I relatori sul provvedimento, senatori Eufemi e

Semeraro, avevano presentato un emendamento che in parte teneva conto anche dei contenuti del

disegno di legge a firma dell’interrogante;

tuttavia, il testo approvato dal Parlamento con la legge n. 262 del 2005, recante disposizioni per la

tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari, non contiene più le disposizioni di cui

all’originario articolo 14 del disegno di legge Atto Senato 3328 a causa dell’approvazione, nel

corso dell’esame da parte dell’Assemblea del Senato, di un emendamento dei relatori interamente

soppressivo, presentato alla luce del dichiarato intento del Governo di affrontare tale problematica

nel disegno di legge finanziaria per il 2006. In tale occasione il sottosegretario Armosino aveva

sottolineato l’intenzione del Governo di utilizzare risorse dei depositi giacenti a ristoro dei danni

Page 104: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

104

subiti dai risparmiatori vittime di frodi finanziarie e la disponibilità del Governo a valutare nella

legge finanziaria le modifiche compatibili con detta finalità. Nella medesima occasione

l’interrogante aveva commentato negativamente il procrastinarsi della individuazione di una

soluzione normativa e sottolineato l’esigenza di introdurre quanto meno una regolamentazione che

imponga a chi apre un conto corrente o deposita denaro, nonché alle stesse banche, di indicare i

nomi delle persone a cui inviare eventuali comunicazioni;

l’articolo 46 del disegno di legge finanziaria, nella sua formulazione originaria, prevedeva

indennizzi per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie: in particolare, era costituito a tal fine un

apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, alimentato

dall’importo dei conti correnti e dei rapporti bancari definiti come dormienti all’interno del sistema

bancario e finanziario, definiti con regolamento governativo, che disciplinava altresì le modalità di

rilevazione dei predetti conti e rapporti. L’interrogante aveva presentato in sede di esame di tale

disegno di legge una proposta emendativa di portata limitata volta a prevedere che la

regolamentazione attuativa della disciplina dei depositi bancari giacenti stabilisse altresì

l’introduzione dell’obbligo legale di indicare gli eredi beneficiari nel contratto di deposito di ogni

tipo presso imprese di investimento e banche, secondo le intenzioni preannunciate nel corso di

esame del disegno di legge di riforma del risparmio. Tuttavia, tale proposta emendativa è stata

respinta nel corso dell’esame in Commissione del disegno di legge finanziaria, previo parere

contrario del rappresentante del Governo;

il testo definitivo della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per il 2006) ha conservato le

medesime previsioni normative dell’originario articolo 46 all’articolo 1, commi 343, 344 e 345,

salva l’estensione della disciplina anche ai conti e ai rapporti dormienti nel comparto assicurativo;

al fine di salvaguardare le prerogative dei beneficiari di depositi presso imprese di investimento e

banche, nel caso di decesso o irreperibilità dei titolari dei depositi medesimi, colmando una lacuna

della legislazione italiana in tale materia;

alla luce della disponibilità manifestata dal Governo in sede di esame del disegno di legge di

riforma del risparmio a valutare le proposte di modifica normativa in tema di disciplina dei depositi

bancari giacenti, ove compatibili con la finalità di utilizzo delle risorse a ristoro dei danni ingiusti

subiti dai risparmiatori vittime di frodi finanziarie;

visto tuttavia il tenore della regolamentazione attualmente prevista per la legge finanziaria per il

2006, che affida alla normativa secondaria di matrice governativa la disciplina dei depositi bancari

giacenti senza l’esplicita indicazione con norma di rango legislativo dei criteri cui detta disciplina

deve ispirarsi,

si chiede di conoscere:

quali siano gli orientamenti del Governo in materia di disciplina normativa dei depositi giacenti

presso banche e imprese di investimento;

quale sia lo stato di elaborazione del regolamento governativo da emanarsi ai sensi dell’articolo 1,

comma 345, della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria per il 2006);

se il Governo non ritenga opportuno prevedere l’introduzione dell’obbligo di indicazione nel

contratto di deposito degli eredi del depositante e il correlativo obbligo della banca di ricerca circa

la successione dell’intestatario del deposito in caso di inerzia prolungata nel compiere operazioni

ovvero in caso di decesso.

Atto n. 4-10176

Pubblicato il 9 febbraio 2006

Seduta n. 957

PETERLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri. -

(Già 3-02460)

Page 105: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

105

RELATORE IN ASSEMBLEA DI DOCUMENTI

Ha presentato come relatore all'Assemblea

1. Doc. IV-quater n. 11 "Relazioni della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari a

seguito di richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ex articolo 68 della Costituzione,

nell'ambito di un procedimento civile pendente presso il Tribunale di Roma nei confronti del

senatore Nando Dalla Chiesa" il 17 gennaio 2003

2. Doc. IV-ter n. 6-A "Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi

dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, trasmessa dal Tribunale Ordinario di Roma - I^

Sezione civile, relativa agli atti di un procedimento civile nei confronti del senatore Lamberto

Dini" il 14 dicembre 2004

Page 106: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

106

INTERVENTI VARI IN ASSEMBLEA

Page 107: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

107

Fiducia al Governo Berlusconi-II

PETERLINI (Aut). Onorevole signor Presidente, mi permetta, prima di rivolgermi al Presidente del

Consiglio, di cogliere l'occasione per complimentarmi con il Presidente del Senato per la sua

elezione alla massima carica del Senato della Repubblica. Mi complimento soprattutto per il suo

autorevole discorso di insediamento, di alta espressione democratica ed istituzionale, nel quale ha

saputo dimostrare di voler essere interprete di tutto questo ramo del Parlamento, della maggioranza

e dell'opposizione che egli, come alto garante, saprà degnamente gestire sopra ogni parte e sopra

ogni sospetto.

Onorevole Presidente del Consiglio, onorevole cavalier Silvio Berlusconi, ho l'onore di porgerle il

saluto e l'augurio della Südtiroler Volkspartei ma anche delle popolazioni di tutti i gruppi linguistici

della provincia di Bolzano. E' un saluto ed un augurio sincero da parte di una forza politica che a

base nazionale esprime un limitato numero di parlamentari e che nello stesso tempo però è da oltre

cinquant'anni una forte e compatta espressione democratica di tutto un territorio segnato da vicende

travagliate nella sua storia.

La sua maggioranza, signor Presidente, ha vinto le elezioni a base nazionale. Il popolo italiano ha

voluto affidare a lei il timone del Paese ed è giusto che lei ed il suo Governo se ne assumano la

responsabilità per onorare le promesse e le speranze dei suoi elettori.

Questo nostro augurio è fondato sul riconoscimento democratico dell'espressione popolare e della

maggioranza che ne risulta, anche se la nostra parte politica, per i motivi che andrò ad esporre, non

potrà esprimerle la fiducia. Questa sua maggioranza, questo suo Governo ed il suo programma che

ieri ha saputo esporre con tanta enfasi e convinzione personale al Senato della Repubblica meritano

il rispetto e il riconoscimento democratico che si deve al mandato conferitole dal popolo italiano.

Questo stesso rispetto del voto popolare che qualifica il vero uomo di Stato e lo distingue dal

politico di basso livello culturale lo rivendichiamo per noi e per il travolgente successo elettorale

che ci ha conferito un mandato forte e compatto da parte delle popolazioni del Trentino-Alto Adige

Südtirol.

La Südtiroler Volkspartei ha vinto in provincia di Bolzano ed ha conquistato, in alleanza con le

forze autonomistiche del gruppo linguistico italiano, tutti i collegi, sia della Camera che del Senato,

di Bolzano e nel Trentino, insieme all'Ulivo, sei dei sette collegi uninominali; ma anche tenendo

conto del correttivo proporzionale la rappresentanza di questo patto elettorale regionale ha saputo

conquistare 14 su 17 parlamentari della regione, equivalenti ad una percentuale dell'82,4 per cento.

È uno straordinario risultato che ci ha conferito il mandato di parlare a nome e per conto di tutto il

territorio del Trentino-Alto Adige Südtirol e per nome e per conto di tutti i gruppi linguistici.

In queste bellissime montagne che lei e la sua squadra non ha saputo conquistare hanno vinto la

volontà di autonomia, la volontà di pace, di collaborazione fra i gruppi linguistici, i profondi valori

culturali e sociali radicati nella storia e nella società.

La nostra formula era molto semplice e convincente: con un patto che ha saputo superare le barriere

linguistiche ed etniche abbiamo sviluppato una visione e un modello di convivenza di reciproco

rispetto e di sviluppo. Invece di cavalcare e di esasperare i problemi che possono nascere nella

presenza di vari gruppi linguistici abbiamo saputo valorizzare la ricchezza e il patrimonio che ne

risultano, l'orgoglio di vivere in una terra plurilingue, in un grande laboratorio di dialogo

interculturale, in una terra che ha saputo, nonostante i difficili passaggi storici, confermarsi, salvare

la propria identità, non fermarsi nelle differenze ma guardare al futuro.

È esattamente questo il motivo per il quale noi non possiamo esprimere la fiducia al vostro

Governo ed è anche questo un motivo per il quale la Südtiroler Volkspartei non ha voluto e non

avrebbe potuto scegliere le forze politiche da lei rappresentate per un'alleanza elettorale. Non c'era

solo il pesante bagaglio storico di cui Alleanza Nazionale nel nostro territorio deve ancora liberarsi,

ma il tutto è stato appesantito da due determinanti fattori. In primo luogo, nel suo primo Governo

nel 1994 i suoi Ministri non hanno saputo esprimere la saggezza e la delicatezza necessarie in un

Page 108: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

108

territorio così sensibile; lo sviluppo dell'autonomia si è sostanzialmente fermato, le commissioni

paritetiche per le nuove norme di attuazione dello statuto di autonomia si sono praticamente

bloccate e il risultato è stato deludente su questo versante.

Il secondo motivo era ancora più grave. Gli uomini della sua maggioranza sono arrivati a Bolzano

impreparati, senza rendersi conto che la gente, nella sua stragrande maggioranza, declina l'odio

etnico e la contrapposizione. Ed è esattamente questo quanto hanno fatto i rappresentanti della Casa

delle libertà: in Alto Adige Südtirol hanno cercato di alimentare i nazionalismi, esasperare i disagi

della popolazione, gettare benzina sul fuoco, propagare la contrapposizione ed attaccare il difficile

equilibrio raggiunto nelle fondamenta dell'autonomia. In trent'anni di politica, tra i quali dieci come

Presidente del Consiglio regionale, non ho mai vissuto una campagna elettorale così violenta e

spregiudicata negli attacchi contro l'autonomia.

La partita in gioco è troppo grossa per poter rischiare. Purtroppo anche lei, signor Presidente del

Consiglio, non ha fatto nessun cenno alle autonomie speciali e alle minoranze linguistiche. Ci

appelliamo pertanto al suo senso e alla sua capacità quale uomo di Stato, ma anche alla sua

esperienza nel mondo imprenditoriale.

Dopo cinquant'anni di riparazioni di quanto le due dittature - sottolineo con convinzione «le due

dittature» - hanno inflitto alla gente di questa terra, a tedeschi, italiani e ladini, dopo un difficile

cammino caratterizzato da tensioni diplomatiche, ma anche da scontri violenti, dopo tanti

contraccolpi si è riusciti a tessere con grande pazienza un assetto istituzionale autonomistico che dà

speranza e futuro ai nostri giovani e a tutti i gruppi linguistici; esattamente la stessa speranza e

volontà di pace che hanno vinto e caratterizzato il nostro grande risultato elettorale.

Gli attentati verbali, come preannunciati da onorevoli esponenti del suo Governo, in questo

territorio sono pericolosi, sulla nostra autonomia sarebbero catastrofici, non solo per la pace del

nostro territorio, ma anche per la credibilità internazionale del Governo che lei si accinge a

presiedere.

Saremo pertanto vigili ed attenti a come lei, signor Presidente del Consiglio, saprà muoversi, anche

se non possiamo esprimerle la fiducia. Auspichiamo che lei e i rappresentanti autorevoli del suo

Governo, dei quali parecchi sono amici dell'Alto Adige Südtirol, che lo hanno visitato a livello

turistico, come l'onorevole ministro Enrico La Loggia, che lei saggiamente ha scelto come ministro

per gli affari regionali, sappiate rispettare gli equilibri raggiunti e l'autonomia della Regione e delle

Province autonome.

La nostra non sarà pertanto un'opposizione intransigente, ma sarà un'opposizione critica, di

osservazione, pronta anche a condividere e votare progetti di legge che riteniamo opportuni, e che

giudicherà il Governo secondo i fatti e gli atteggiamenti che assumerà nei confronti della nostra

popolazione.

Io personalmente sono stato eletto per la prima volta quale rappresentante della Volkspartei non

solo dal gruppo linguistico tedesco e ladino, ma anche dalla popolazione di lingua italiana, della

città di Bolzano e della Bassa atesina, in un collegio con stragrande maggioranza italiana. Mi dà

questo il diritto di parlare a nome di tutti i gruppi linguistici, di aiutarli a sviluppare il nostro

modello autonomistico per un Alto Adige Südtirol ancora più aperto, più moderno, che dia ai nostri

giovani una visione duratura di pace, di sicurezza e di progresso a vantaggio di tutte le popolazioni

dei vari gruppi.

Abbiamo saputo gestire questa autonomia con saggezza, a vantaggio di tutti, con risultati visibili

nell'economia, nella sicurezza sociale e nella politica del lavoro, con un tasso di disoccupazione che

sfiora il 2 per cento.

Vorremmo portare le nostre esperienze anche nelle sedi parlamentari per contribuire allo sviluppo

di tutto il Paese, sia per una migliore decentralizzazione dello Stato che per una migliore

previdenza, settore nel quale personalmente ho potuto sviluppare ed attuare un modello di pensione

complementare riconosciuto anche a livello internazionale. Sarò lieto di poter collaborare in

Page 109: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

109

Commissione lavoro con il ministro Roberto Maroni, che già in passato ha saputo rispettare le

particolarità, anche con i suoi Sottosegretari e i Ministri.

Il nostro tema principale sarà la difesa dell'autonomia, ma non solo: le politiche previdenziali e

sociali, già sottolineate, la politica economica e quella del traffico che richiede un forte

trasferimento dalla gomma alla rotaia, quindi coraggiosi investimenti ma soprattutto soluzioni nel

rispetto dell'uomo e dell'ambiente. Anche in questo settore abbiamo dato esempio con un modello

innovativo: l'autostrada del Brennero investe i suoi profitti per finanziare il trasferimento dalla

gomma alla rotaia. Rimane però ancora la spada di Damocle per il rinnovo della concessione, per la

quale ci appelliamo subito a lei e al Ministro dei trasporti.

Ci auguriamo anche che il Governo italiano con la sua politica internazionale contribuisca alla

nascita di un'Europa più federale e più partecipativa, alla pace nel mondo, al disarmo e non alla

corsa agli armamenti, allo sviluppo e al benessere di tutti gli uomini, alla protezione dell'ambiente e

della vita, il tutto a vantaggio dei nostri figli e delle generazioni che seguiranno.

Onorevole Presidente del Consiglio, auguriamo a lei e a tutto il Governo che possa onorare il suo

programma facendo chiarezza sui dubbi e sulle riserve espresse in questo dibattito, già discusse e

condivise da larga parte della popolazione.

Comunicazioni del Governo

Comunicazioni del Governo sull'impiego di contingenti militari italiani all'estero in relazione alla crisi

internazionale in atto e conseguente discussione

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, siamo tutti solidali, e nessuno fa eccezione, con il popolo

americano, con le vittime e le loro così gravemente colpite da un vile attentato terroristico contro

l'umanità, contro la democrazia e la libertà, che mette in discussione gli ultimi cinquant'anni di

pace.

Ma la risposta dell'Europa deve essere superiore, sia a livello intellettuale che culturale, nella scelta

dei mezzi per poter sradicare veramente e a lungo termine i fenomeni che danno adito al terrorismo,

ispirandosi a valori cristiani, umanistici e alle esperienze storiche che ci insegnano come le guerre

non sanno risolvere i problemi del mondo. Al contrario, anche nei Paesi i cui Governi cercano con

difficoltà di appoggiare l'Occidente, la solidarietà islamica si allarga con ogni vittima civile, con

ogni fotografia di bambini sterminati dalla guerra.

È esattamente quanto Bin Laden voleva: una guerra tra culture che dobbiamo evitare.

Ma in quale modo bisogna reagire a questa enorme sfida della violenza? Si devono capire le ragioni

che stanno nella contrapposizione tra il mondo ricco e sviluppato e i paesi poveri destinati o

all'emigrazione e alla rassegnazione, oppure al fanatismo e all'odio. Rispondere a quest'odio non mi

sembra opportuno.

Una comunità di Stati di diritto possiede ben altri strumenti di risposta (la creazione di una polizia

internazionale sotto la guida delle Nazioni Unite; i servizi segreti; interventi più mirati; la politica e

la diplomazia) per cercare di eliminare soprattutto le disuguaglianze, per rispondere con

intelligenza, con la superiorità dello Stato di diritto e con la forza degli strumenti che questo offre,

non con le bombe.

Inoltre, all'Italia non è stato chiesto di intervenire; siamo addirittura stati dimenticati.

Il presidente Berlusconi nel suo orgoglio ha voluto offrire, oltre alla indiscussa solidarietà politica e

diplomatica, anche i nostri giovani per una guerra poco mirata, crudele e senza orizzonte che

aumenterà l'odio e i conflitti nel mondo.

Voterò pertanto, con profonda convinzione cristiana e cultura umanistica, contro la partecipazione

dell'Italia a questa forma bellica poco convincente e poco mirata. (Applausi dal Gruppo Verdi-U e

del senatore De Paoli).

Page 110: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

110

Comunicazioni del Governo sulle linee della politica estera italiana

PETERLINI (Aut). Onorevole Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, colgo l'occasione

a nome, del Gruppo per le Autonomie, per rafforzare l'appello alla pace già espresso nella sua

preziosa valutazione storico-politica dal presidente Giulio Andreotti. Ringrazio il ministro Frattini

per l'equilibrio politico sul quadro generale espresso in quest'Aula.

Mi devo però discostare sulla questione dell'Iraq, soprattutto di fronte alla pressione degli Stati

Uniti sul nostro Paese, dopo che i Paesi centrali dell'Europa continentale, la Francia e la Germania,

hanno espresso la loro chiara contrarietà ad una guerra di attacco all'Iraq. L'Italia non deve prestarsi

a fare da stampella ad un mancato consenso europeo in una questione internazionale che mette a

grande rischio la pace nel mondo. Un autorevole commentatore, Noél Falconér, recentemente ha

scritto, sulla rivista economica "Times", un drammatico avvertimento che suona così: un attacco

all'Iraq ha una potenzialità maggiore di sfociare in un conflitto globale di ogni altro evento

verificatosi dal 1914 ad oggi.

Ed è un altro giornale di stampo economico-politico, il "Wall Street's Journal", ad aver pubblicato il

13 gennaio una lettera aperta di 500 imprenditori e dirigenti che, precisando di non essere pacifisti

di principio, avendo sostenuto la guerra del Golfo e l'intervento in Afghanistan (e che accettano

quindi la logica della cosiddetta "guerra giusta"), affermano: "Ma, signor Presidente, la sua guerra

in Iraq non è una guerra giusta. Lei non ha esplorato ogni altra possibilità. Quanti giovani americani

perderanno la vita in questa discutibile guerra? Quanti iracheni innocenti saranno uccisi, mutilati,

resteranno senza tetto?".

Proseguo la citazione: "Da un miliardo di musulmani in tutto il mondo si è formato un rivolo di

nuovi aderenti ad Al Qaeda e lei trasformerà il rivolo in un torrente, da questa guerra emergerà un

miliardo di nemici irriducibili, e dalla guerra emergerà un regime iracheno forse altrettanto brutale

di quello attuale". Ancora: "Il mondo vuole" (sottolineo "vuole", e lo condividiamo anche noi) "che

Saddam Hussein sia disarmato, ma Lei deve trovare un modo migliore per farlo".

Ed è esattamente questo il più grande rischio di un attacco unilaterale all'Iraq: provocare

un'ulteriore solidarietà islamica contro un mondo occidentale sempre più violento e sempre più

arrogante che, invece di risolvere i problemi della fame e della disuguaglianza sociale, getta bombe

in guerre falsamente chiamate di prevenzione, che in verità hanno l'odore di guerre di attacco, per la

questione petrolifera (anche se mascherata), considerata da molti commentatori, tra i quali lo stesso

Kissinger, una delle vere ragioni che spingono verso il conflitto.

L'Europa, dopo due catastrofiche guerre mondiali e dopo la sua unificazione, ha saputo gestire

mezzo secolo di pace, che ha dato ai nostri cittadini e ai nostri giovani una grande speranza di

sicurezza e di tranquillità. Stiamo ora rischiando di minare queste basi ed esporre il nostro Paese a

rappresaglie terroristiche di rivendicazione e di scivolare in un conflitto del quale oggi nessuno può

dire quando troverà la sua fine.

L'Europa e, quale culla culturale, in special modo l'Italia di ispirazione umanistica hanno il dovere

di rivolgere al mondo intero, e in particolare agli Stati Uniti, un appello alla moderazione e alla

saggezza. L'uso della forza non può scaturire dall'unilaterale giudizio del più forte.

Lei, signor ministro Frattini, nella sua - mi permetta il termine - giovane carriera, per la quale le

esprimo la mia ammirazione e i miei complimenti, anche da parte sudtirolese, ha due possibilità di

scelta: diventare il Ministro degli affari esteri che, per falsa interpretazione della lealtà e

dell'amicizia verso l'America, trascina l'Italia e i suoi giovani, passo dopo passo, in una guerra tra le

civiltà; oppure, usare il suo alto incarico per la mediazione, per spingere verso soluzioni pacifiche,

per percorrere fino in fondo le possibilità politiche e diplomatiche volte a rafforzare gli sforzi

dell'ONU per mantenere la pace e diventare, con questo, il Ministro che ha saputo salvare un futuro

Page 111: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

111

più sicuro e sereno per i nostri giovani. Auspico che lei sappia scegliere con intelligenza e abilità -

che finora ha sempre dimostrato - questa seconda via della pace.

L'Italia (e di questo il Governo dovrebbe essere conscio) non vuole essere trascinata in questa

guerra, che minaccia il futuro della convivenza civile sul nostro pianeta, fondata sul diritto

internazionale.

Mi permetto anche di rimettere in discussione quanto il ministro della difesa, Antonio Martino, ha

definito una presa d'atto, cioè il sorvolo degli aerei USA per le operazioni in Iraq, perché si tratta di

operazioni di guerra; e cito: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli

altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", come recita l'articolo 11

della nostra Costituzione. "E la guerra" - lo ha detto recentemente il Santo Padre - "non è una

fatalità ma una sconfitta dell'umanità". (Applausi dai Gruppi Aut e DS-U. Congratulazioni).

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, la ringrazio, anche per la sua disponibilità.

Signor Presidente, onorevole ministro Frattini, onorevoli colleghi, devo ammettere che è stato

molto abile e anche assai diplomatico il presidente Berlusconi. Però, la sua posizione non è

rassicurante, di pace, non è la posizione della Germania e della Francia: è, nel nocciolo, un chiaro

appoggio alla posizione americana, saggiamente condito e offuscato da condizioni per

tranquillizzare gli animi. Su tali condizioni la prenderemo in parola, signor Presidente del

Consiglio, sia per quanto riguarda l’ONU che la solidarietà europea.

Sotto la pressione dell’opinione pubblica e della Comunità internazionale il Presidente degli Stati

Uniti e il segretario di Stato Colin Powell hanno cercato di convincere il mondo dell’esistenza di

prove sugli armamenti di Saddam Hussein e sulla minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti.

In verità l’America sta preparando questa guerra senza accordarsi con le Nazioni Unite ormai da

mesi e ha inviato le sue truppe ben prima che gli ispettori delle Nazioni Unite avessero terminato il

loro lavoro.

Per quanto riguarda le prove pubblicate, con tanto di propaganda, in questi giorni, vorrei citare il

commento di Charles Peña, direttore del Centro studi di difesa del Cato Institute di Washington, già

consulente del Pentagono durante l’Amministrazione Reagan per la difesa antimissile. Cito, di

seguito: "Il Segretario di Stato non ha detto nulla che non sia già stato detto in precedenza. Non ha

fornito nuove prove, informazioni, immagini, nastri o intercettazioni. Ha solo continuato ad

affermare che l’Iraq ha armi chimiche e batteriologiche, e che vuole ottenerne di tipo nucleare".

Prosegue Charles Peña: "Ma la domanda a cui Powell doveva rispondere era un'altra: perché l’Iraq

costituisce una diretta minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati uniti? Solo rispondendo

positivamente a questo interrogativo una guerra preventiva può essere giustificata, ma il Segretario

di Stato non è stato in grado di farlo"; così conclude il direttore del Centro studi di difesa del Cato

Institute di Washington.

Un attacco unilaterale all’Iraq rischia di essere interpretato (e questo è quanto preoccupa il mondo)

negli animi della gente araba ed islamica come un attacco alla loro comunità e alla loro cultura, e ha

le potenzialità di divenire un conflitto globale tra la cultura islamica e il mondo occidentale. La

minaccia di una guerra preventiva contro l’Iraq è una minaccia al futuro della convivenza civile sul

nostro pianeta, fondata sul diritto internazionale.

Come hanno più volte affermato il Consiglio di sicurezza e la Corte internazionale di giustizia, la

cosiddetta guerra preventiva, e perfino singole azioni militari intraprese contro l’astratto pericolo di

un’aggressione, sono radicalmente contrari all’ordinamento delle Nazioni Unite.

Oltre al pericolo di un crollo del diritto internazionale, ne deriva automaticamente (ha risposto bene

il senatore Angius) una delegittimazione dell’importante ruolo delle Nazioni Unite, fino ad ora

l’unica autorità mondiale che - nonostante tutte le sue debolezze - persegue l’obiettivo del

mantenimento della pace, attraverso un complesso sistema di misure e di equilibri internazionali.

Page 112: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

112

Chiediamo pertanto a questo Governo, onorevole ministro Frattini, di impegnarsi fino in fondo, di

sfruttare - prima di ogni avallo bellico che coinvolga il nostro Paese - tutti i mezzi democratici per

una soluzione pacifica.

Mi permetto di ricordarle la lettera aperta di 500 imprenditori e dirigenti americani pubblicata sul

"Wall Street Journal", rivolta direttamente al presidente Bush. I firmatari precisano di accettare la

logica della cosiddetta guerra giusta, se non si offrissero altre opportunità. Cito dal documento, di

seguito: "Ma, signor Presidente, la sua guerra in Iraq non è tale, non è una guerra giusta, lei non ha

esplorato ogni altra possibilità". E si prosegue: "Il mondo vuole che Saddam Hussein sia disarmato,

ma lei deve trovare un modo migliore per farlo"; così, si chiude questo appello non di inconvertibili

pacifisti europei, ma di imprenditori e dirigenti americani, preoccupati anche per l’andamento

dell’economia mondiale, che vede crollare le Borse ormai da tre anni. Borse che non possono

riprendersi per la paura di un conflitto mondiale. Anche gli italiani hanno perso i loro risparmi

impegnati in fondi azionari e simili forme di investimento: si è dissolto il valore di quanto avevano

risparmiato nella loro vita. Finché c'è questo incubo di guerra davanti a noi, non vedremo mai

riprendere queste Borse e per questo motivo anche l'economia è preoccupata.

Signor Presidente, l'Europa - concordo con quanto è stato detto - non ha nessuna ragione di mettersi

in conflitto con un alleato quale gli Stati Uniti d'America. L'Europa però ha anche il dovere morale

e politico di ammonire il suo alleato sulle conseguenze di quanto sta intraprendendo, di rivolgere al

mondo intero e in special modo agli Stati Uniti un appello alla moderazione e alla saggezza.

L'uso della forza non può scaturire dall'unilaterale giudizio del più forte e la vera amicizia - lo dico

al presidente Berlusconi - non si basa sulla sottomissione dell'uno all'altro, ma sulla parità delle

argomentazioni e anche sul coraggio di mantenere e insistere sulla propria posizione.

La posizione dell'Europa ed anche dell'Italia, signor Ministro, è di parere diverso rispetto a quanto

l'Amministrazione Bush sta proclamando. L'Europa ha vissuto due guerre mondiali - le bombe sono

cadute qui, in Europa, non in America - di dimensioni catastrofiche con più di 50 milioni di morti e

ha saputo finalmente gestire con la forza della diplomazia e della volontà di tutti i popoli mezzo

secolo di pace, che ha dato ai nostri cittadini e ai nostri giovani una grande speranza di sicurezza e

di tranquillità.

Stiamo ora rischiando di minare queste basi e di esporre il nostro Paese a rappresaglie terroristiche

di rivendicazione e di scivolare passo dopo passo - questo è il pericolo - in un conflitto del quale

oggi nessuno può prevedere la fine.

Stiamo inoltre minando la solidarietà stessa che con grande difficoltà si è sviluppata in Europa. La

Francia, la Germania e anche la Russia, con posizioni differenziate, stanno frenando su questo

conflitto mondiale, mentre la posizione italiana e quella dell'Inghilterra rischiano di affogare fin

dall'inizio ogni sforzo di trovare una posizione comune nella politica estera europea.

Mi appello - e apprezzo le parole del senatore Gubert, appartenente alla maggioranza - anche alla

coscienza cristiana e personale di ognuno dei parlamentari presenti in quest'Aula e fuori,

indipendentemente dalla loro posizione politica. Il Santo Padre si è rivolto con parole drammatiche

all'opinione pubblica chiedendo di intraprendere ogni sforzo per mantenere la pace in questo

mondo. I cristiani in quest'Aula non potranno mai permettere con il loro voto che siano gettate

bombe su una popolazione civile, su famiglie e bambini, che non hanno nessuna colpa per il

comportamento del loro dittatore Saddam Hussein. Non è alzando il livello dello scontro armato

che si potranno trovare le soluzioni ai problemi del pianeta. Il nostro compito dovrebbe consistere

nel ricucire e rafforzare la solidarietà internazionale, attorno all'ONU e le sue istituzioni, isolando

con la massima solidarietà tutti gli Stati terroristi e i Paesi che li proteggono.

L'America - nella prima fase dopo l'attacco alle Torri gemelle - aveva veramente svolto un

capolavoro diplomatico, trovando solidarietà in tutto il mondo. Ma invece di rafforzare questa

solidarietà, l'Amministrazione Bush ora sta rischiando non solo di perdere e di spaccare la

solidarietà mondiale, ma addirittura di esporsi ad un conflitto che divide il mondo.

Page 113: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

113

L'Italia non vuole essere trascinata in questa guerra e non lo vogliono i giovani, le famiglie, le

madri, i padri preoccupati per l'avvenire dei loro figli. Il Governo stia attento a questo ghiaccio sul

quale si sta muovendo, perché rischia molto di più di quanto sembri al momento.

Non possiamo neanche accettare un avallo indiretto di questa operazione bellica mettendo a

disposizione le nostre basi e il nostro spazio aereo, perché oltre agli accordi che sono stati citati

esiste anche la Costituzione italiana.

Anche sulla questione afghana il Governo aveva dichiarato a questo Parlamento che si trattava solo

di una missione di pace. Constatiamo ora che gli alpini, sotto il comando americano, devono

svolgere azioni tipicamente belliche: siamo in guerra senza che il Parlamento in seduta comune,

come vorrebbe la Costituzione, lo abbia autorizzato.

Tutti ricordiamo con emozione la visita storica del Santo Padre al Parlamento; ci hanno coinvolti le

dichiarazioni di un'autorità ancora credibile in un mondo spesso infangato da tante menzogne e da

affermazioni meno credibili. Ricordo ancora una volta il disperato appello che il Santo Padre ha

rivolto all'Italia e al mondo intero con le seguenti parole: "La guerra non è una fatalità ma una

sconfitta dell'umanità". Vorrei contrapporre queste parole del Santo Padre a quanto è stato detto in

latino a proposito di una nazione che ha avuto grande successo, ma è stata anche molto bellicosa.

(Applausi dal Gruppo DS-U).

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, ho difficoltà ad intervenire in dissenso, ma mi vedo costretto

a farlo dalla mia coscienza: comunico, inoltre, di farlo anche a nome dei senatori Betta e Michelini,

che appartengono al mio stesso Gruppo.

Esprimo apprezzamento per lo sforzo fatto dal presidente Andreotti nella sua dichiarazione di voto,

che ha suggerito (e il presidente Contestabile ha poi raccolto) l’invito ad inserire nella proposta di

risoluzione della maggioranza la preventiva autorizzazione del Parlamento per poter assumere

ulteriori determinazioni.

Si tratta sicuramente di un passo di notevole avanzamento rispetto al testo originale, però la

questione di fondo che si determina nel caso di documenti oggetto di compromesso è sempre la

stessa: vogliamo appoggiare gli Stati Uniti nella loro azione bellica o siamo contrari a farlo? Mentre

è stato inserito questo passo, rimane però invariata la prima parte della proposta di risoluzione della

maggioranza che approva le comunicazioni del Presidente del Consiglio e "impegna il Governo a

proseguire nell’attività sin qui svolta".

Proprio questa attività sin qui svolta, signor Presidente, dal Governo, dal presidente Berlusconi, dal

ministro degli affari esteri Frattini e dal ministro della difesa Martino in cosa consiste? Si è

dichiarato di mettere a disposizione le basi italiane e lo spazio aereo per le necessarie operazioni

americane. Si è firmato un atto con altri otto Stati, senza alcuna interlocuzione del Parlamento e

infine si è incoraggiato Bush, avallando la sua politica, senza autorizzazione di intervento da parte

delle Nazioni Unite, indebolendo (almeno fino a quando si è ritrovata una posizione comune

europea) la NATO e anche l’Unione europea stessa.

Ho già avuto occasione di dirlo in quest’Aula, perciò non ripeto quanto avevo detto sulla

pericolosità di questo conflitto che rischia di trascinare l’Europa, l’America e l’Occidente intero in

un conflitto tra le culture, perché negli animi della gente islamica (non tanto nei Governi, che

magari adesso sono su una diversa posizione) questa guerra viene interpretata come un attacco alla

propria comunità e alla propria cultura.

La popolazione in Europa e anche in Italia è di parere diverso da quello espresso in quest'Aula dalla

maggioranza. Vorrei a tale proposito ammonire i senatori della maggioranza stessa: chi ha ascoltato

con orecchio attento - e sottolineo quanto ha detto il presidente Andreotti - le piazze, ha compreso

che non si trattava delle dichiarazioni dei soliti pacifisti o di qualche girotondino. C'era la gente

Page 114: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

114

comune, con i bambini, con le carrozzine. Anche a Merano vi è stata una manifestazione pacifica

per chiedere il nostro intervento. Siamo molto preoccupati.

Vorrei anche esprimere una preoccupazione a livello internazionale, nei confronti dell'America, che

era stata molto abile dopo l'attacco alle Torri gemelle nel raccogliere una grande solidarietà in tutto

il mondo: anche Paesi che erano avversari si erano trovati sullo stesso fronte. Con il

comportamento recente, tuttavia, si è giocata questa grande solidarietà.

I fronti sono ampi, adesso stiamo parlando di Saddam Hussein, che al momento non mi sembra

neanche pericoloso: l'Iraq è un Paese povero, ridotto all'osso, sappiamo tutti che ci sono addirittura

mitra arrugginiti, ci sarà qualche altra riserva di armi che gli ispettori possono trovare per

disarmarlo. (Commenti dai banchi della maggioranza).

C'è tuttavia la questione israeliana-palestinese aperta, sulla quale stiamo chiudendo gli occhi e la

Corea del Nord, che sta aspettando il momento dell'attacco all'Iraq per aprire un fronte molto più

pericoloso.

Vorrei precisare che, nonostante l'apprezzamento dello sforzo compiuto dal presidente Andreotti

per integrare la risoluzione della maggioranza e apprezzando anche lo sforzo del presidente

Contestabile, a nome mio e dei colleghi Michelini e Betta dichiaro di non essere soddisfatto dal

documento di maggioranza.

Vorremmo che il presidente Berlusconi, come ha già fatto in quest'ultima fase si muovesse

ulteriormente verso l'Europa, rivolgesse un ammonimento agli Stati Uniti d'America. Il presidente

Berlusconi è un uomo intelligente e abbastanza attento da sapere che l'Italia e il popolo italiano non

starà con lui se egli appoggerà troppo Bush in questa guerra. (Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-

U, Verdi-U, Misto-Udeur-PE, Misto-Com, Misto-SDI e Misto-RC e dei senatori Betta e Michelini).

Comunicazioni del Ministro dell'interno sull'immigrazione

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevole signor Ministro, intervengo, a dir la verità,

spontaneamente, a nome del Gruppo per le Autonomie, perché ci è piaciuta l'analisi profonda,

libera di emozioni e, direi, socialmente condivisibile del ministro Pisanu su una questione molto

delicata; ed è - mi permetto di aggiungere - pure espressione di una cultura umanistica e cristiana

sulla quale dovremo basare anche la nostra politica.

Mi riferisco in particolare alla differenziazione operata tra i clandestini criminali, da una parte, e gli

stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale che prestano il loro lavoro e che meritano -

come lei ha sottolineato, signor Ministro - accoglienza senza pregiudizi. Non abbiamo e non

attraiamo forze di lavoro come macchine; con le forze di lavoro vengono poi persone con le loro

famiglie e dobbiamo trattare come tali.

Però, vedendo il quadro globale del problema, dobbiamo anche renderci conto di una situazione che

non possiamo negare. Viviamo nel mondo sviluppato e siamo parte di quel 20 per cento della

popolazione mondiale che consuma circa l'80 per cento delle risorse, mentre il restante 80 per cento

della popolazione mondiale deve praticamente vivere con il 20 per cento delle risorse. È naturale

che una tavola apparecchiata sia vista con invidia da tutto il mondo (la televisione si vede da tutte le

parti) e che ci sia una pressione per venire a far parte di questa tavola apparecchiata.

Di questo dobbiamo rendercene conto: possiamo barricare le frontiere, possiamo mettere le navi -

come qualcuno chiede - con i cannoni sul mare, ma non potremo bloccare uno sviluppo che nella

storia si è sempre registrato, cioè la migrazione verso i Paesi dove si trova lavoro, dove si sta

meglio; era questo lo sviluppo degli antichi romani, che hanno cercato nuovi territori per potersi

sviluppare; dei popoli tedeschi e del Nord Europa venuti verso il Sud per potervi soggiornare;

dell'emigrazione italiana verso la Germania e, più tardi, verso l'America. Queste migrazioni ci sono

sempre state e non le potremo bloccare, se non aiutando realmente (questo non la riguarda

Page 115: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

115

personalmente, signor Ministro, ma la riguarda come membro del Governo) lo sviluppo del Terzo

mondo, dando veramente ad esso la possibilità di crescere meglio di quanto finora cresciuto.

Lei giustamente ha sottolineato che quanto meglio si regola il flusso legale tanto meno si avranno

problemi derivanti dal flusso clandestino. Si potrebbe paragonare questa situazione ad una pentola a

pressione. Più aumenta la pressione sul coperchio - e dunque si cerca di limitare o vietare

l'immigrazione regolare - più si avrà il rischio di un'esplosione del fenomeno dell'immigrazione

clandestina.

Con riferimento alle ambasciate, sono veramente deluso che, nonostante l'aiuto forte datomi dal

sottosegretario Antonione rispetto ad alcune situazioni che mi erano state presentate, neanche il

Ministero degli esteri sia in grado di snellire le procedure presso le ambasciate. È uno scandalo.

Ricordo il caso di una donna, la cui figlia avrà un bambino da un italiano, che ha chiesto tre mesi

prima dell'evento di poter venire per tre mesi in Italia per offrire un aiuto alla figlia.

Le è stato risposto dall'ambasciata che dovrà presentare nuovamente la richiesta sei mesi dopo. Ora,

il sottosegretario Antonione riesce ad ottenere un appuntamento presso l'ambasciata, che però mi

viene poi negato. Chiedo una spiegazione e mi viene risposto che la legge non prevede motivazioni.

Questo è uno dei tanti scandali, ma potrei citare molti altri esempi.

Chiedo dunque di prestare particolare attenzione alla situazione esistente presso le ambasciate. Pur

non volendo generalizzare, immaginando che siano tante le ambasciate che lavorano bene, si

evidenzia in generale una situazione pessima e una forte pressione contro l'immigrazione regolare

che rischia di generarne una irregolare.

Anche nella Regione di mia provenienza esistono polemiche, non lo nego. Ogni giorno qualcuno

mi chiede di far sparire gli stranieri perché rubano e agiscono contro la nostra sicurezza. Rispondo

loro che hanno ragione, anche se non bisogna dimenticare che il sottoscritto, parlamentare a Roma

in rappresentanza di una piccola provincia dell'Alto Adige, è esposto quotidianamente a pressioni

incredibili da parte dell'industria, dell'agricoltura e delle associazioni degli albergatori con

riferimento ai permessi stagionali, ma non solo.

Il ministro Maroni, dopo una serie di tagli, alla fine ha ammesso circa 40.000 permessi stagionali.

La mia Regione ne ha usufruito - è incredibile - per circa 20.000 ed è una cifra comunque

insufficiente. Mi telefonano varie associazioni per chiedermi di snellire le procedure, altrimenti

viene meno la possibilità di aprire gli alberghi con l'inizio della stagione turistica. Mancano persone

che lavino i piatti, che facciano i camerieri o puliscano i servizi igienici e lo stesso discorso vale per

coloro che raccolgono mele. Questa è la situazione reale. Di fronte a questi bisogni non bisogna

nascondersi dietro le polemiche. È necessaria un'apertura sul fronte dell'immigrazione regolare,

intervenendo invece sui clandestini.

Ministro Pisanu, mi sono stati sottoposti tanti permessi di soggiorno che recano in calce la nota

"senza autorizzazione al lavoro". Questo è avvenuto per anni. Se viene concesso ad una persona un

permesso di soggiorno - comprendo che le leggi possano essere complicate, ma il senso mi sfugge

davvero - questo non può contestualmente recare una dicitura che nega il diritto al lavoro perché

ciò significa obbligare questi individui, nella situazione migliore, al lavoro nero e, in quella

peggiore, al lavoro illegale.

Sarebbe opportuno quanto meno prevedere la possibilità di indicare sul permesso di soggiorno,

anche se provvisorio, che viene consentito di svolgere un lavoro provvisorio, se non stabile.

Certamente le famiglie chiedono sicurezza, anche perché sia garantita la possibilità di dormire

tranquillamente. L'illegalità che si manifesta in proposito, che non riguarda soltanto gli stranieri, va

combattuta con molta severità anche adottando procedure di allontanamento molto dure contro i

criminali. Non è accettabile che gli anziani, soprattutto in considerazione della stagione calda ormai

iniziata, non possano dormire con le finestre aperte per paura di essere aggrediti durante la notte. È

fondamentale un intervento forte delle forze dell'ordine, magari anche a scapito di qualche altra

attività istituzionale importante in corso, ma credo che la sicurezza delle famiglie sia un obiettivo

importante da perseguire.

Page 116: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

116

Chiediamo, tra l'altro, che ci sia più tolleranza e un maggiore flusso regolare, per evitare il flusso

irregolare. (Applausi dai Gruppi AUT, DS-U e dei senatori Marino, De Zulueta, De Paoli e

Zancan).

Interventi vari

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica

per gli anni 2002-2006

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevole sottosegretario Tanzi, ho avuto l'onore nella

discussione sulla fiducia di sottolineare che il Gruppo per le Autonomie valuterà i progetti, i disegni

di legge e l'operato del Governo con obiettività e senza preconcetti, riconoscendo allo stesso non

solo la responsabilità ma anche l'impegno e la buona volontà di portare a buon fine le promesse e il

programma elettorale.

In questo spirito valuteremo, di volta in volta, se dare o non dare il nostro consenso ai progetti

dell'Esecutivo, evidenziandone gli aspetti negativi e critici come quelli positivi.

La valutazione economica: l'obiettivo del Governo consiste nel ridurre la pressione fiscale e

contributiva, l'impatto burocratico e regolatorio, per dare nuovo spazio, nuovo ossigeno,

all'iniziativa imprenditoriale e con ciò far crescere nuovi investimenti, l'attività economica e infine

il prodotto interno lordo. Ebbene, questo obiettivo ci trova pienamente consenzienti. In effetti,

l'imprenditoria soffre spesso il peso di impostazioni regolatorie e finanziarie che soffocano la

volontà di nuove iniziative, lo spirito di intrapresa di nuove attività e l'assunzione di nuovi rischi.

Però, anche in questa deregulation si deve attentamente saper distinguere tra un neoliberalismo

spietato e un'apertura che dia spazio, ma sappia anche difendere le piccole e medie imprese che in

Italia, ma anche in tutta l'Europa, rappresentano la spina dorsale dello sviluppo economico. Voglio

essere più esplicito: la nostra economia, per esempio in Alto Adige, con un tasso di disoccupazione

del 2 per cento, non è caratterizzata da grandi imprese multinazionali, ma dalla piccola e media

azienda, spesso familiare, in cui collaborano e si rimboccano le maniche il padre, la madre e i figli.

Una intelligente politica economica deve creare spazio (e fin qui condividiamo pienamente gli

obiettivi), ma deve crearlo anche per far crescere le piccole e nuove iniziative. Mi permetto di

ricorrere ad un esempio tratto dalla natura: in un fitto bosco, le piccole e nuove piante possono

svilupparsi solo se si lasciano spazi soleggiati, non soffocati dai grandi alberi. Non chiediamo una

politica economica di protezionismo, cura completamente sbagliata per far crescere l'imprenditoria;

chiediamo invece scelte economiche intelligenti che sappiano far crescere e sviluppare la fantasia,

la creatività, la voglia di intraprendere, la giusta propensione al rischio e l'impegno lavorativo delle

nostre famiglie e dei nostri giovani, che hanno già dato un forte contributo allo sviluppo

dell'economia nelle varie regioni e, con ciò, anche all'economia nazionale.

Le garanzie sociali: per quanto condividiamo questo nuovo spirito di volontà di crescita economica,

tanto richiediamo che il liberalismo non abbatta le conquiste sociali che differenziano l'Europa, con

la sua stabile struttura sociale, dagli Stati Uniti.

Sì ad un maggiore liberalismo, ma con una rete sociale che garantisca i diritti umani ed eviti che i

soggetti più deboli non sappiano resistere nella dura competitività e debbano fare - come succede

negli Stati Uniti -una lunga coda davanti ai centri di carità per ricevere un piatto di minestra.

I dubbi sulle cifre sono già stati espressi in questa sede. Mi limito a citare un breve estratto della

rivista "The Economist" del 21 luglio, che a pagina 24 titola «Italy's finances - rocky road ahead »

cioè «le finanze italiane - una strada rocciosa davanti» ed esprime il seguente giudizio : «In any

event, Mr Tremonti's own plan assumes that Italy's economy will grow by more than 3% for each of

the next five years and that unemployment will fall from 10% today to less than 7% by 2006. Given

that Italy has not grown that in any year during the past decade and that a world slowdown is

Page 117: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

117

under way, his projections look worryingly optimistic». Alla luce delle esperienze, e soprattutto in

vista di un rallentamento economico mondiale le proiezioni, secondo "The Economist", appaiono

preoccupantemente ottimistiche.

Noi vorremmo augurare al Governo e al Paese di riuscire nei suoi intenti e che l'ottimismo,

preoccupante secondo la rivista inglese, trovi riscontro nella realtà.

Quanto alla previdenza, apprezziamo quanto esposto nel Documento programmatico, ampiamente

illustrato dal ministro Maroni in sede di Commissione, circa gli obiettivi di politica del lavoro e di

previdenza. Si tratta infatti di una scelta fondata non su artificiosi strumenti di protezionismo, ma

improntata ad una maggiore apertura e al riconoscimento di spazi all'economia, allo scopo di

portare avanti l'obiettivo dell'occupazione.

Condividiamo anche le scelte proposte per lo sviluppo della previdenza, che puntano soprattutto sul

secondo pilastro, quello dei fondi pensione previdenziali. Cito nuovamente una fonte anglosassone,

l'agenzia americana di rating finanziaria Moody's che recita in sintesi: «DPEF okay, but attention to

the pensions», cioè attenzione alle pensioni.

Lo sviluppo demografico non ci concede più alcuno spazio.

L'Italia, insieme alla Spagna, ha il tasso di natalità più basso del mondo; 1,19 bambini per donna; a

lungo termine, ciò significa dimezzamento della popolazione.

Sull'altro versante - peraltro fortunatamente - abbiamo una crescita dell'aspettativa di vita. Nel 2025

saranno erogate tante pensioni quanti saranno i lavoratori. Giustamente si critica il carico

contributivo del 32,7 per cento sui dipendenti. Tale carico, già forte, se aumenta in proporzione

all'aumento del numero dei pensionati arriverà al 50 per cento ed oltre. Nessuna generazione sarà

disposta a pagare più di quanto già si paga o addirittura più della metà del proprio reddito per

garantire, secondo il sistema a ripartizione, il pagamento delle pensioni per le persone anziane.

In considerazione di ciò, diventa fondamentale il ruolo della previdenza complementare, vale a dire

la sfida che consiste nel farla decollare o meno. Nella regione Trentino-Alto Adige abbiamo

sviluppato un progetto innovativo. Tale progetto si basa su una legge regionale, su stanziamenti

finanziari e sulla costituzione di un Centro pensioni regionali che ci ha permesso di dar vita ad un

insieme di strumenti volti a favorire la previdenza complementare.

Cosa manca, secondo la nostra esperienza, nel sistema di previdenza complementare italiano? Deve

essere richiesta una più alta professionalità degli organi preposti. Manca una giusta competitività,

che però può essere raggiunta dando anche ai lavoratori dipendenti accesso ai fondi aperti, e

mancano gli incentivi all'adesione. Infatti coloro che vi aderiscono o sono più propensi ad aderirvi,

secondo un'indagine della MEFOP, sono le persone di media età, con alto livello di reddito ed una

posizione sociale elevata. Mancano proprio coloro che dovrebbero aderirvi maggiormente: gli

operai, gli esercenti semplici, le categorie con basso reddito, le persone giovani, quelle meno

educate.

Quindi, il primo obiettivo del Governo dovrebbe essere quello di realizzare un programma di

incentivazione, come abbiamo fatto in regione, finalizzato a promuovere la previdenza

complementare. A livello regionale abbiamo attuato un piano marketing ed informativo, fornendo

inoltre un supporto rilevante per l'organizzazione e l'efficienza dei fondi.

Infatti, il Centro pensioni regionali (Pens Plan) gestisce l'amministrazione e fornisce anche una

qualificata consulenza finanziaria. Il "Financial Time" riferendosi al nostro modello - e sono fiero

di poterlo citare - ha scritto in riguardo: «A model not just for Italy but for whole Europe», un

modello non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa.

Onorevole Sottosegretario, concludo chiedendole la massima attenzione allo sviluppo demografico

della nostra popolazione, rafforzando un nuovo sistema di politica sociale in cui il singolo ma

anche l'ente pubblico siano invitati a dare il loro contributo durante la vita lavorativa ed investirlo

in fondi speciali quali fondi pensione ma anche fondi per la cura in caso di non autosufficienza, che

garantiscano la finanziabilità del sistema anche in futuro. Dobbiamo passare dal sistema di

Page 118: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

118

ripartizione, in cui i giovani pagano per gli anziani, ad un sistema finanziato tramite fondi, un

founded system, come lo chiamano gli americani.

Nel 1990 solo il 20 per cento della popolazione aveva un'età sopra i sessant'anni: sarà il 30 per

cento nel 2020, cioè trent'anni dopo. Gran parte della popolazione avrà un'età avanzata e vivrà

sempre più a lungo, mentre decrescono le nascite e, di conseguenza, il numero dei lavoratori.

Una politica responsabile non potrà caricare su queste spalle tutto il peso previdenziale e sociale

che deriva dall'invecchiamento della popolazione. Una politica lungimirante mirerà pertanto ad una

svolta a favore di una nuova previdenza, che rimarrà l'unica via per garantire anche ai nostri giovani

e alle generazioni future la sicurezza sociale. (Applausi dal Gruppo Aut. Congratulazioni).

Costituzione in giudizio del Senato della Repubblica per resistere in due conflitti di attribuzione

sollevati dal Tribunale di Roma

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo per ribadire quanto già espresso in sede di Giunta

delle elezioni da parte del Gruppo per le Autonomie che ho l'onore di rappresentare.

Una prima considerazione in senso generale. In conseguenza dei fatti deplorevoli di Tangentopoli,

l'istituto dell'articolo 68 della Costituzione è stato purtroppo ridotto all'osso. In base a fatti che noi

deploriamo è stato leso un principio fondamentale della democrazia, che ha ridotto al minimo la

separazione tra i poteri dello Stato: "I membri del Parlamento" - recita il primo comma dell'articolo

68 della Costituzione - "non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti

dati nell'esercizio delle loro funzioni".

Auspichiamo che il periodo di Tangentopoli sia concluso e si possa tornare con serenità a valutare

seriamente e forse anche a rafforzare un istituto che era ed è alla base della separazione dei poteri e,

con ciò, anche alla base della stessa democrazia.

Una seconda osservazione sul merito. Si tratta, in questo caso, esattamente di quanto recita il primo

comma dell'articolo 68 della Costituzione a proposito di opinioni espresse, in particolare su articoli

di stampa, da parte del senatore Pera. Pertanto, mi sembra inaccettabile che un tribunale o anche la

Corte costituzionale si permetta di distinguere tra le opinioni espresse da un parlamentare in questa

sede stessa tramite interrogazioni, valutazioni politiche o comunque tramite sue azioni

parlamentari, e quanto lui dica al pubblico in assemblee, sui giornali, in articoli di opinione, perché

questa seconda attività è connessa alla funzione parlamentare. Naturalmente ognuno di noi di

quanto dirà qui in Senato avrà la libertà o anche il dovere di informare la propria popolazione, i

propri elettori e chi ne abbia interesse. Pertanto, mi sembra una distinzione molto discutibile, quella

che la Corte costituzionale ha fatto.

La terza osservazione riguarda anch'essa il merito. Il senatore Pera, le opinioni che ha scritto e detto

sul giornale, per le quali è stato avviato un procedimento penale, le ha sostenute sia come

presidente del gruppo giustizia del suo partito, sia in una serie di azioni della sua attività

parlamentare.

Pertanto, mi sembra doveroso, per rispettare la separazione dei poteri, nonché l'onore di questa

Assemblea, costituirsi in giudizio e con ciò, praticamente, difendere la nostra causa. (Applausi del

senatore Salzano).

Elezione contestata nella regione Toscana (Giorgio Malentacchi)

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, vorrei chiedere ai colleghi di esaminare il caso un po’ fuori

dai normali atteggiamenti di partito, perché quanto la Giunta ha esaminato non riguarda una

decisione maggioranza contro opposizione (diciamo così); la Giunta ha cercato di trovare una

soluzione dal punto di vista giuridico e in questo caso fa praticamente da tribunale per il Senato.

Page 119: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

119

Però vorrei evidenziare quanto sia difficile la situazione perché è stato dichiarato eletto, come

quinto nella lista proporzionale, il senatore Malentacchi e, su ricorso della controparte, si sono

andati ad esaminare collegi dallo stesso ricorrente indicati. Da ciò è risultato un piccolo scarto, mi

pare di una trentina di voti, a favore del ricorrente.

Però, si devono fare due notazioni. Prima di tutto, si sono esaminate naturalmente le sezioni

indicate dal ricorrente, che hanno confermato la sua tesi, ma ci si è limitati a questo e non vi è la

certezza che esaminandone altre non si sarebbe verificato il contrario. La Giunta delle elezioni

aveva praticamente due alternative: esaminare tutte le sezioni oppure un campione. Lo scarto è

stato praticamente di una manciata di voti e la Giunta ha stabilito di non controllare tutte le sezioni,

perché - come è spiegato nella relazione - nel caso della Toscana si ciò avrebbe dovuto riguardare

l’intera Regione; ci si è limitati quindi ad un campione del dieci per cento.

Questa discussione mi ha provocato un certo malessere, perché far andare a casa un collega di

questo Senato sulla base di un campione del dieci per cento, per quanto corretta (devo darne atto sia

al relatore Antonio Battaglia che al presidente Crema) sia stata la verifica di questa percentuale, mi

sembra ingiusto. Rimane il fatto che un senatore viene praticamente dichiarato decaduto o non

eletto in base alla verifica di un campione e non del totale dei voti, che forse (non sono in grado di

dirlo) avrebbe portato allo stesso risultato ma che avrebbe anche potuto portare ad un risultato

diverso.

Sia l’avvocato del collega Malentacchi che il senatore Malentacchi stesso hanno accettato con

grande nobiltà la situazione, senza protestare più di tanto. Proprio per questo chiederei al collega

Nania ed ai colleghi della maggioranza di tener conto almeno di questo rispetto, per così dire, delle

prerogative personali del senatore Malentacchi, il quale comunque non insiste (cosa che, come ho

ricordato poc’anzi, si potrebbe fare) nel richiedere la verifica di tutti i voti e non solo del dieci per

cento di essi. Egli non fa questo, praticamente rinuncia, chiedendo però di salvare almeno quanto è

possibile salvare, accogliendo le dimissioni e dichiarandolo dimissionario e non ineleggibile, con le

conseguenze che sappiamo.

Il senatore Nania rileva che questo comporterebbe il fatto che il successore del senatore

Malentacchi sarebbe un altro candidato della lista di Rifondazione comunista. Proporrei quindi di

fare lo sforzo di attendere una settimana, come ha chiesto il senatore Fassone, soprassedendo alla

decisione, sfruttando il tempo per studiare una modalità (forse i tecnici e i giuristi del Senato la

potranno trovare) per combinare un’esigenza con l’altra.

Praticamente, si tratterebbe di accettare le dimissioni e al contempo - per venire incontro alla

richiesta della maggioranza - nonostante tutti i dubbi che ho espresso sulla procedura del riesame

delle schede, di salvare il risultato della Giunta delle elezioni, in modo da non far scattare il

subentro del primo non eletto di Rifondazione comunista.

Chiederei su questo un voto collegiale. Se in una settimana riusciremo a trovare una soluzione

accettabile sul piano giuridico ben venga, diversamente si dovrà votare, rimettendosi alla decisione

del Senato.

Inserimento nel calendario dei lavori della discussione sulle dimissioni presentate dal

Senatore Magri

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, innanzi tutto mi complimento con il senatore Magri per l'alto

incarico ricevuto e, a titolo personale e a nome del Gruppo, gli rivolgo i migliori auguri. Il collega

Magri sarà sicuramente un ottimo Sottosegretario per le finanze. Sono contento che ciò risolva il

problema, sempre drammatico, della decadenza di un collega, che fa andare perduto il lavoro

parlamentare.

Devo però evidenziare chiaramente l'ingiustizia che si sta perpetrando in questo momento. Al

collega Malentacchi, che era nella stessa situazione, avendo presentato le dimissioni quando era già

all'ordine del giorno la relazione della Giunta delle elezioni, è stata negata l'inversione dell'ordine

Page 120: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

120

del giorno per discutere delle dimissioni in luogo della decadenza. Ricordo quella drammatica

votazione in quest’Aula, addirittura con lo scarto di una manciata di voti: praticamente, si confermò

l’ordine del giorno.

Nel caso del collega Magri, ci troviamo di fronte alla stessa, identica fattispecie. Anche in questo

caso è stata predisposta la relazione, addirittura antecedente a quella del senatore Malentacchi; la

relazione della Giunta delle elezioni è all’ordine del giorno e attende di essere trattata da mesi;

adesso sono state presentate le dimissioni da parte del senatore Magri.

Anch'io ero a favore dell’anticipazione della discussione delle dimissioni del senatore Malentacchi

e sarei a favore di anticipare anche questa discussione, ma rimane il fatto che sarebbe una pura

ingiustizia se si adottassero misure diverse di fronte alla stessa situazione. Questo mi sembra troppo

evidente.

Chiedo pertanto al vice presidente Salvi, che ora presiede, di investire la Presidenza

dell’argomento, perché il Senato non può permettersi, a colpi di maggioranza, di decidere in modo

diverso su situazioni uguali. Altrimenti, si sconfessa il minimo senso di giustizia, che deve regnare

a prescindere dalle maggioranze e dalle opposizioni.

Diversamente, il popolo italiano, che forse ci sta ascoltando, trarrebbe la conclusione che se uno

appartiene alla maggioranza, viene salvato e promosso a Sottosegretario di Stato (glielo auguriamo

e ci sta bene), e con lui viene salvato anche il periodo di attività finora svolto, mentre se appartiene

all’opposizione (non faccio parte di Rifondazione comunista, con cui non ho neanche niente in

comune), gli viene negato il diritto di vedere riconosciuti i due anni di lavoro svolto, con tutte le

conseguenze previdenziali, nonostante sia nella stessa situazione.

Chiedo formalmente che, prima di decidere, la Presidenza e i Capigruppo esaminino la questione,

perché in Senato potrebbe verificarsi un’ingiustizia palese.

Secondo punto. Mi sono permesso di scrivere una lettera al Presidente del Senato per esaminare la

situazione previdenziale del senatore Malentacchi. Quanto è successo ha portato alla strana

situazione per cui praticamente si disconoscono due anni di lavoro sul versante previdenziale. In

subordine, chiedo che quella situazione venga regolamentata. (Applausi dai Gruppi DS-U, Verdi-U,

Mar-DL-U, Misto-RC, Misto-Udeur-PE e dei senatori Vanzo e De Paoli).

Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2002 e progetto di bilancio

interno per l'anno finanziario 2004

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli signori questori, onorevoli colleghi, l'ordine del

giorno G1, di cui sono primo firmatario, è stato sottoscritto da numerosissimi colleghi della

maggioranza e dell'opposizione. Esprime quindi una volontà comune a tutti i settori derivante da

una reale necessità.

La Presidenza e i Questori del Senato hanno avvertito questa nostra esigenza. Per affrontarla hanno

realizzato una serie di iniziative lodevoli, che hanno contribuito notevolmente a diffondere l'attività

che si svolge nella nostra Assemblea. Ringraziamo anche per le nuove iniziative annunciate oggi

dai senatori Questori.

Queste iniziative hanno ottenuto un grande successo, poiché soddisfano le esigenze conoscitive di

ampi settori del mondo produttivo, direttamente interessato a sapere quali provvedimenti vengono

approntati e quali sono gli orientamenti di ciascun Gruppo parlamentare riguardo ad essi.

Il sito del Senato, che riporta gli atti delle Commissioni e dell'Assemblea, è visitato da un pubblico

particolarmente specializzato e questo fatto consente di stimolare l'attenzione nei confronti del

nostro lavoro.

A questo tipo di attenzione, indubbiamente importante, purtroppo non fa seguito quello dei media a

diffusione nazionale. Essi, infatti, dedicano i loro spazi ad altri tipi di cronache e di commenti,

contrariamente a quanto avveniva nel passato. La grande stampa segue poco l'attività delle

Page 121: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

121

Commissioni, che sono le fucine di tutti i provvedimenti legislativi, e gli interventi e le attività dei

singoli parlamentari.

L'assenza di questa attenzione per il lavoro delle Commissioni e per il lavoro parlamentare di fatto

oscura gli aspetti più impegnativi della nostra attività nel Parlamento. Conseguentemente, alla

stragrande maggioranza dei cittadini viene a mancare la nozione del vero lavoro del Parlamento e

degli apporti di proposte provenienti dai loro rappresentanti.

Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2003 e progetto di bilancio

interno del Senato per l'anno finanziario 2005

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intendo, innanzitutto, esprimere apprezzamento per i servizi

forniti dal Senato e dalla Presidenza, che non sono solo soddisfacenti, ma ottimali. Porto l'esempio

di un nostro assistente parlamentare che, con tanta malinconia è da poco andato in pensione, il

signor Natalucci, che tutti conosciamo, il quale era veramente di esempio e di scuola per gli

assistenti parlamentari e penso meriti il riconoscimento che esprimo qui, anche a nome degli altri

colleghi.

Il mio giudizio positivo non si limita, però, agli assistenti parlamentari, ma si estende ai servizi

forniti a tutti i livelli, che sono veramente ottimali. In particolare, il supporto dell'Ufficio studi è

puntuale e preciso; gli uffici funzionano e le strutture sono adeguate.

Ho sentito dai colleghi lamentele sulla ristrutturazione di uno dei palazzi: anch'io avrei il desiderio,

per esempio, che Palazzo Cenci fosse ristrutturato o almeno tinteggiato, un po' adeguato ai tempi,

ma in generale il giudizio è molto positivo.

Esprimo, pertanto, il mio ringraziamento al Presidente, alla Presidenza tutta, ai signori Questori, ai

collaboratori e assistenti dei vari uffici e di tutti i livelli.

Per quanto soddisfacente sia il servizio amministrativo, tanto rimane nell'ombra l'attività

parlamentare dei singoli membri del Senato. Questa non è una colpa della Presidenza, ma uno

sviluppo del parlamentarismo e della democrazia intera. Abbiamo vissuto negli ultimi cinquant'anni

uno spostamento dell'interesse dal Parlamento verso il Governo, dai singoli parlamentari ai pochi -

cinque o sei - Presidenti di Gruppi e i mass media si limitano sempre più a riferire quanto dice il

Governo, quanto dicono uno, due o tre speakers della maggioranza e uno, due o tre speakers

dell'opposizione.

Non si tratta di un problema di visibilità - lo sottolineo - perché tutti noi abbiamo il nostro collegio

dove è possibile attivarsi e avere la necessaria attenzione, bensì della valorizzazione di uno dei tre

poteri della democrazia, quello legislativo in rapporto al potere giudiziario e al potere esecutivo.

Ebbene, ho l'impressione che il valore del Parlamento stesso vada sempre più a degradarsi. La

Presidenza ha avvertito questa esigenza e ha realizzato una serie di iniziative lodevoli, che hanno

contribuito notevolmente a diffondere l'attività che si svolge nella nostra Assemblea. Tali iniziative

hanno ottenuto un grande successo, poiché soddisfano le esigenze conoscitive di altri settori del

mondo produttivo direttamente interessato a sapere quali provvedimenti vengono approntati e quali

sono gli orientamenti di ciascun Gruppo parlamentare riguardo ad essi.

Cito, per esempio, il sito Internet del Senato, che riporta gli atti delle Commissioni e

dell'Assemblea: è visitato da un pubblico particolarmente specializzato e ciò consente di stimolare

l'attenzione nei confronti del nostro lavoro. A questo tipo di attenzione, indubbiamente importante,

purtroppo non fa seguito quella dei media a diffusione nazionale: essi, infatti, dedicano i loro spazi

ad altri tipi di cronache e commenti, contrariamente a quanto avveniva in passato.

La grande stampa segue poco l'attività delle Commissioni, che invece dovrebbe essere la fucina di

tutti i provvedimenti legislativi, così come segue poco gli interventi e le attività dei singoli

parlamentari. L'assenza di attenzione al lavoro delle Commissioni e, di fatto, parlamentare oscura

gli aspetti più impegnativi dell'attività nostra e del Parlamento. Conseguentemente, alla stragrande

Page 122: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

122

maggioranza dei cittadini viene a mancare la nozione del vero lavoro del Parlamento e degli apporti

delle proposte provenienti dai loro rappresentanti.

Questo fatto è stato rimarcato dalla maggior parte dei nostri colleghi, i quali non ne fanno, come

abbiamo sottolineato, una questione tanto di carenza di visibilità, quanto piuttosto di

sottovalutazione del loro personale impegno. Ed è stato per questo motivo, signor Presidente,

signori senatori Questori, che un anno fa, nella stessa sede di discussione del bilancio interno del

Senato, avevo presentato un ordine del giorno firmato trasversalmente da oltre un centinaio di

colleghi (appartenenti a tutti i Gruppi), in cui si faceva presente questo deficit non tanto e solo di

informazione, quanto piuttosto di democrazia, chiedendo che la Presidenza e i senatori Questori si

attivassero per realizzare o supportare un servizio che mettesse maggiormente in luce l'attività delle

Commissioni, l'attività ispettiva e le proposte dei singoli parlamentari.

L'ordine del giorno fu approvato con qualche ritocco, riferito al non indicare una specifica agenzia

che svolga questo lavoro (senza supporto e naturalmente con mezzi finanziari molto ristretti, come

l'Agenparl). Questa modifica è stata ampliata con l'invito ad individuare le modalità e a supportare

agenzie che svolgano questo lavoro e l'ordine del giorno è stato approvato, con il consenso dei

senatori Questori, dall'Assemblea praticamente all'unanimità. Ecco il motivo per cui intervengo sul

tema.

Vorrei ora chiedere cosa è successo su questo versante, quanto si è potuto fare o, almeno, quanto si

intende fare nei prossimi mesi per supportare il lavoro che già viene svolto dalla Agenparl, ma che

potrebbe essere supportato e migliorato con l'obiettivo di dare più democrazia a questo Paese e di

valorizzare maggiormente il Senato medesimo.

Organizzazione della discussione sulla questione di fiducia

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi permetta in questa sede di chiarire la

posizione della Südtiroler Volkspartei sulla petizione firmata da 114 sindaci e vice sindaci e dagli

Schützen sudtirolesi che chiedevano un ancoraggio nella Costituzione austriaca della funzione di

tutela svolta da Vienna nei confronti dei sudtirolesi e un richiamo al diritto all'autodeterminazione.

La petizione ha suscitato un grosso clamore nei media. Mi sembra pertanto opportuno chiarire la

posizione ufficiale della Südtiroler Volkspartei per dissipare ogni malinteso sulle recenti polemiche

e sul principio di autodeterminazione.

II principio di autodeterminazione non è niente di nuovo. È un diritto sancito nella Carta delle

Nazioni Unite, negli Atti di Helsinki e riconosciuto da tutti gli Stati, tra cui anche l'Italia, e come

tale resta un principio irrinunciabile. La nostra scelta è e rimane, tuttavia, quella dell'autonomia che

vorremmo sviluppare ed ampliare a favore di tutti i gruppi linguistici dell'Alto Adige-Südtirol.

La richiesta di autodeterminazione non è presente nella nostra agenda politica. La politica seguita

dalla SVP fin dai tempi di Ammon, Ebner e Magnago si basa sull'Accordo di Parigi, stipulato tra

l'Italia e l'Austria, e i suoi princìpi i quali si ritrovano nello Statuto di autonomia e nella

Costituzione italiana. Questa posizione, che rispecchia la politica dell'SVP dal 1946 fino ad oggi, è

stata con chiarezza riconfermata dal direttivo del partito all'unanimità durante la sua ultima riunione

lo scorso lunedì. Tutto il resto sono strumentalizzazioni politiche e mediatiche normali in periodi

preelettorali che tuttavia non devono e non possono mettere in dubbio una chiara linea politica e la

volontà di convivenza e rispetto che ci ha sempre contraddistinto.

Ci appelliamo al Governo affinché contribuisca a questo obbiettivo riconfermando la

collaborazione europea e le buone relazioni tra l'Italia e l'Austria, affinché contribuisca alla

distensione del dibattito a favore della buona convivenza tra i gruppi linguistici in Alto Adige-

Südtirol e non si faccia influenzare da richieste di repressione.

La SVP, insieme alle forze autonomistiche del gruppo linguistico italiano, ha sempre scelto la

strada dell'autonomia e della convivenza per garantire a tutti, indistintamente dal gruppo di

appartenenza, migliori possibilità di sviluppo economico, sociale e culturale. La nostra politica

Page 123: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

123

vuole continuare a promuovere l'incontro, il dialogo ed il reciproco rispetto soprattutto tra i giovani

per creare una vera e propria cultura europea e un modello esemplare di convivenza in Alto Adige-

Südtirol. La ringrazio, Signor Presidente, per l'opportunità concessami.

Page 124: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

124

ATTIVITA' PARLAMENTARE NELLA

XV LEGISLATURA

Page 125: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

125

SCHEDA RIASSUNTIVA

INCARICHI E UFFICI RICOPERTI

Gruppo Misto:

Membro dal 28 aprile 2006 al 2 maggio 2006 (Aut)

Vicepresidente dal 3 maggio 2006 al 17 maggio 2006 (Aut)

Gruppo Per le Autonomie:

Membro dal 18 maggio 2006 al 18 maggio 2006

Presidente dal 19 maggio 2006

1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali) :

Membro dal 7 giugno 2006

11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) :

Membro dal 6 giugno 2006

Comitato per le questioni degli italiani all'estero :

Membro dal 15 giugno 2007 al 25 luglio 2007

INIZIATIVA LEGISLATIVA

Ha presentato come primo firmatario i disegni di legge

S. 136 Modifica dell' articolo 9 della Costituzione, in materia di tutela costituzionale della

flora, della fauna e dell' ambiente, nonche' della dignita' degli animali.

S. 137 Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d'Austria

per la realizzazione di un tunnel ferroviario di base sull'asse del Brennero, fatto a Vienna il 30

aprile 2004.

S. 138 Norme in materia di risparmio e di depositi bancari e finanziari non rivendicati giacenti

presso le banche e le imprese di investimento.

S. 648 Disposizioni concernenti la procedura per la modifica degli Statuti delle Regioni a

statuto speciale.

S. 650 Ratifica ed esecuzione del Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione

delle Alpi del 1991 nell' ambito dei trasporti, fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000.

S. 651 Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione

delle Alpi, con annessi, fatta a Salisburgo, il 7 novembre 1991.

S. 940 Riconoscimento agli effetti civili di festività religiose.

S. 1029 Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a

Strasburgo il 5 novembre 1992.

S. 1030 Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l' elezione dei membri del

Parlamento europeo spettanti all' Italia.

S. 1031 Disciplina del lavoro occasionale in agricoltura.

Page 126: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

126

S. 1032 Modifica all'articolo 13 dello Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia, di

cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, in materia di elezione del Consiglio

regionale.

S. 1033 Modifica dell'articolo 52 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, in materia di

composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

S. 1034 Ratifica ed esecuzione della Convenzione n. 169 su popoli indigeni e tribali, adottata a

Ginevra il 27 giugno 1989 dalla Conferenza generale dell' Organizzazione internazionale del

lavoro ( OIL ).

S. 1035 Modifiche al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18

giugno 1931, n. 773, in materia di riunioni pubbliche.

S. 1036 Riduzione dell' aliquota IVA sui prodotti di prima necessita' per l' infanzia.

S. 1040 Disposizioni concernenti l' erogazione anticipata dell'assegno di mantenimento a tutela

del minore.

S. 1409 Ripristino della festivita' di San Giuseppe il 19 marzo.

S. 1571 Modifiche al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, in materia di disciplina delle

forme pensionistiche complementari.

S. 1572 Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo

1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto

legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, per l'

introduzione del voto di preferenza e l' abolizione delle candidature plurime.

S. 1573 Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo

1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati per la regione Trentino - Alto

Adige.

S. 1591 Riconoscimento della lingua italiana dei segni.

S. 1592 Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica, per trasferimento di residenza, dei

soggiornanti in istituti di ricovero o di cura nelle province autonome di Trento e Bolzano.

S. 1593 Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica, per trasferimento di residenza, dei

soggiornanti in istituti di ricovero o di cura.

S. 1604 Nuove norme per l' elezione della Camera dei deputati.

S. 1653 Disposizioni in materia di contributi alle imprese editrici di giornali e di

radiodiffusione sonora e televisiva. (Approvato come emendamento alla legge Finanziaria

2008)

S. 1767 Modifiche alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, in materia di esercizio del diritto di

voto da parte dei cittadini italiani residenti all' estero.

S. 1882 Regolamentazione del trattamento di fine servizio e del trattamento di fine rapporto

nella regione Trentino Alto - Adige / Sudtirol e nella regione Valle d' Aosta / Vallèe d' Aoste in

relazione al personale operante nel settore pubblico.

S. 1904 Disposizioni per la tutela ed il sostegno delle madri lavoratrici.

Page 127: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

127

S. 1905 Modifiche agli articoli 55 e 57 della Costituzione e abrogazione dell' articolo 58 della

Costituzione in materia di composizione del Senato della Repubblica e di elettorato attivo e

passivo.

S. 1959 Disposizioni in materia di residenza anagrafica dei figli affidati ad entrambi i genitori

separati o divorziati.

Ha presentato come cofirmatario i disegni di legge

S. 124 (Norme contro interventi estetici su animali d'affezione), S. 166 (Riconoscimento festa S. Giuseppe), S. 174

(Riconoscimento valori cristiani in Costituzione), S. 244 (Mine antipersona), S. 246 (Accesso ai documenti di Stato),

S. 247 (Promozione e tutela dei diritti umani), S. 248 (Confisca dei beni per delitti contro la pubblica

amministrazione), S. 463 (Agevolazione IVA sui combustibili biogeni), S. 465 (Riabilitazione attraverso l' utilizzo

del cavallo), S. 478 (Medicine e terapie non convenzionali), S. 519 (Inchiesta sullo sport del calcio in Italia), S.

546 (Inchiesta sulla condizione degli anziani in Italia), S. 600 (Rappresentanza femminile in Parlamento), S. 627

(Donazione del cordone ombelicale), S. 668 (Ratifica cooperazione transfrontaliera), S. 672 (Divieto di

maltrattamento degli animali), S. 673 (Divieto di propaganda elettorale per persone sottoposte a misure di

prevenzione), S. 702 (Redazione del " Codice di procedura per i giudizi innanzi alla Corte dei conti "), S. 775

(Successione dei comuni), S. 799 (Tutela degli animali), S. 849 (Promozione della cultura e dei valori costituzionali

nella scuola italiana), S. 879 (Valorizzazione e recupero dell'Appia antica), S. 954 (Reato di tortura), S. 1077

(Inquinamento elettromagnetico), S. 1079 (Persone scomparse), S. 1135 (Costruzione di processi di Pace), S.

1154 (Congedo parentale), S. 1155 (Abolizione della pena di morte), S. 1167 (Ratifica dei trattati, minoranze

etniche), S. 1210 (Promozione del software), S. 1212 (Ratifica dei trattati, divieto armi), S. 1248 (Lavoratori

dipendenti), S. 1300 (Parco Nazionale dello Stelvio), S. 1333 (Quoziente familiare), S. 1344 (Affidamento

condiviso), S. 1370 (Divieto sequestro opere d'arte), S. 1402 (Ratifiche dei trattati, corruzione e concussione), S.

1424 (Trasporto dei minori sui motoveicoli), S. 1461 (Reati informatici e diritto d'autore), S. 1536 (Delitti contro l'

ambiente), S. 1545 (Risarcimento danni, incidenti stradali), S. 1563 (Tutela dei diritti umani), S. 1577

(Semplificazione dell'attività dell' INPS), S. 1599 (Cooperazione e solidarietà internazionale), S. 1607 (Legislazione

sulla montagna), S. 1614 (Collaboratori parlamentari), S. 1667 (Commercio equo e solidale), S. 1701

(Prevenzione degli incidenti stradali), S. 1702 (Pensione ai superstiti), S. 1703 (Lotta al traffico internazionale

illecito di armi), S. 1704 (Servizi di sicurezza), S. 1706 (Sicurezza per il segreto di Stato), S. 1733 (Pubblicita'

ingannevole), S. 1743 (Indennita' di genitore), S. 1758 (Lavori socialmente utili), S. 1775 (Consorzi agrari), S.

1879 (Tutela delle scelte alimentari), S. 1881 (Onorari e tariffe professionali), S. 1887 (Valorizzazione della

qualità architettonica), S. 1888 (Abrogazione norme rientro Casa Savoia).

INTERVENTI SU DISEGNI DI LEGGE

In Assemblea

S. 20 "Disposizioni in materia di pari opportunita' tra donne e uomini nell' accesso alle cariche

elettive, in attuazione dell' articolo 51 della Costituzione".

durante l'esame preliminare: 7 giugno 2007 (ant)

S. 29 "Norme in materia di sicurezza stradale per impedire la manomissione delle centraline

elettriche degli autoveicoli".

in discussione congiunta con: S.1677, S.378, S.530, S.671, S.706, S.708, S.914, S.1138, S.1290,

S.1388, S.1424, S.1425, S.1462, S.1611, S.1603, S.1664, in discussione generale: 18 settembre 2007

(pom), in discussione articoli: 19 settembre 2007 (ant), 19 settembre 2007 (pom), per dichiarazione di

voto: 19 settembre 2007 (pom)

S. 635 "Sospensione dell' efficacia di disposizioni in tema di ordinamento giudiziario".

Page 128: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

128

per dichiarazione di voto: 4 ottobre 2006 (pom)

S. 741 "Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni

urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della

spesa pubblica, nonche' interventi in materia di entrate e di contrasto all' evasione fiscale".

in discussione articoli: 25 luglio 2006 (ant), per dichiarazione di voto: 25 luglio 2006 (ant)

S. 762 "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della

criminalita' organizzata mafiosa o similare".

in discussione congiunta con: S.30, S.309, per dichiarazione di voto: 19 luglio 2006 (ant)

S. 845 "Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali".

per dichiarazione di voto: 28 luglio 2006 (ant)

S. 881 "Concessione di indulto".

per dichiarazione di voto: 29 luglio 2006 (ant)

S. 923 "Disposizioni per la modifica degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di

istruzione secondaria superiore".

in discussione congiunta con: S.938, S.960, per dichiarazione di voto: 15 novembre 2006 (pom)

S. 1048 "Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2006, n. 261, recante interventi

urgenti per la riduzione del disagio abitativo in favore di particolari categorie sociali".

su questioni procedurali: 25 ottobre 2006 (ant)

S.1059 "Rendiconto generale dell' Amministrazione dello Stato per l' esercizio finanziario

2005".

per dichiarazione di voto: 24 ottobre 2006 (pom)

S. 1060 "Disposizioni per l' assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle

Amministrazioni autonome per l' anno finanziario 2006".

per dichiarazione di voto: 24 ottobre 2006 (pom)

S. 1084-B "Modifica all' articolo 27 della Costituzione, concernente l' abolizione della pena di

morte".

per dichiarazione di voto: 25 settembre 2007 (pom)

S. 1132 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262,

recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria".

per dichiarazione di voto: 23 novembre 2006 (ant)

S. 1183 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2007 )".

in discussione articoli: 15 dicembre 2006 (pom), per dichiarazione di voto: 15 dicembre 2006

(pom)

S. 1184 "Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale

per il triennio 2007 - 2009".

in discussione articoli: 13 dicembre 2006 (ant)

Page 129: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

129

S. 1293 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300,

recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative".

in discussione articoli: 14 febbraio 2007 (pom)

S. 1314 "Conversione in legge del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, recante misure urgenti

per la prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni

calcistiche".

per dichiarazione di voto: 7 marzo 2007 (ant)

S. 1381 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4,

recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali".

per dichiarazione di voto: 27 marzo 2007 (pom)

S. 1427 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7,

recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo

sviluppo di attivita' economiche e la nascita di nuove imprese".

in discussione articoli: 30 marzo 2007 (ant), per dichiarazione di voto: 30 marzo 2007 (ant)

S. 1447 "Riforma dell' ordinamento giudiziario".

per dichiarazione di voto: 13 luglio 2007 (pom)

S. 1486 "Testo Unico in materia di salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro".

in discussione articoli: 27 giugno 2007 (ant), per dichiarazione di voto: 27 giugno 2007 (pom)

S. 1739 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81,

recante disposizioni urgenti in materia finanziaria".

in discussione articoli: 2 agosto 2007 (ant)

S. 1817 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2008) ".

in discussione articoli: 9 novembre 2007 (ant), 9 novembre 2007 (pom), 12 novembre 2007 (pom), 13

novembre 2007 (pom), per dichiarazione di voto: 15 novembre 2007 (pom)

S. 1817-B "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (

legge finanziaria 2008 )".

in discussione articoli: 20 dicembre 2007 (pom), per dichiarazione di voto: 21 dicembre 2007 (ant)

S. 1819 "Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi

urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale".

in discussione articoli: 24 ottobre 2007 (pom), 25 ottobre 2007 (ant)

S. 1819-B "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159,

recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita'

sociale".

per dichiarazione di voto: 28 novembre 2007 (pom)

S. 1903 "Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e

competitivita' per favorire l' equita' e la crescita sostenibili, nonche' ulteriori norme in materia

di lavoro e previdenza sociale".

in discussione articoli: 21 dicembre 2007 (ant), per dichiarazione di voto: 21 dicembre 2007 (ant)

Page 130: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

130

Nella 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali)

S. 20 "Disposizioni in materia di pari opportunita' tra donne e uomini nell' accesso alle cariche

elettive, in attuazione dell' articolo 51 della Costituzione".

in discussione congiunta con: S.129, S.600, S.904, S.1118, S.1391, S.1392, S.1442, S.1450, S.1474,

S.1455, S.1572, S.1573, S.1583, S.1553, S.1604, S.1643, S.1673, S.1675, S.1699, S.1712, S.1710,

S.1722, S.1746, Petizione n. 69, Petizione n. 189, Petizione n. 385, Petizione n. 387, Petizione n.

439, in sede referente: 25 ottobre 2007 (pom), 13 dicembre 2007 (pom), in discussione congiunta

con: S.129, S.600, S.904, S.1118, S.1391, S.1392, S.1442, S.1450, S.1474, S.1455, S.1572, S.1573,

S.1583, Petizione n. 69, Petizione n. 189, Petizione n. 385, Petizione n. 387, Petizione n. 439, sui

lavori della Commissione: 19 giugno 2007 (pom)

S. 226 "Eleggibilita' al terzo mandato per i sindaci e i presidenti di provincia. Modifiche al

testo unico delle leggi sull' ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto

2000, n. 267, in materia di competenze dei consigli comunali e provinciali e di ampliamento".

in discussione congiunta con: S.1022, S.1053, S.1100, in sede referente: 31 gennaio 2007 (pom)

S. 1293 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300,

recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative".

in sede referente: 7 febbraio 2007 (pom), 14 febbraio 2007 (ant)

in discussione articoli: 14 febbraio 2007 (pom)

S. 1335-B "Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del

segreto".

in sede Deliberante: 1 agosto 2007 (ant)(per dichiarazione di voto)

Nelle Commissioni riunite 1ª (Affari Costituzionali) e 4ª (Difesa)

S. 142 "Disposizioni particolari relative al personale delle Forze di polizia e delle Forze armate

e delega al Governo per il riordino dei ruoli del medesimo personale".

in discussione congiunta con: S.430, Petizione n. 100, in sede referente: 16 novembre 2006 (ant)

S. 379 "Conversione in legge del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, recante disposizioni

urgenti in materia di riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei

Ministeri".

S. 226 "Eleggibilita' al terzo mandato per i sindaci e i presidenti di provincia. Modifiche al

testo unico delle leggi sull' ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto

2000, n. 267, in materia di competenze dei consigli comunali e provinciali e di ampliamento".

Nella 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni)

S. 29 "Norme in materia di sicurezza stradale per impedire la manomissione delle centraline

elettriche degli autoveicoli".

in discussione congiunta con: S.1677, S.378, S.530, S.671, S.706, S.708, S.914, S.1138, S.1290,

S.1388, S.1424, S.1425, S.1462, S.1611, S.1603, S.1664, Petizione n. 117, Petizione n. 143,

Page 131: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

131

Petizione n. 261, Petizione n. 482, Petizione n. 510, Petizione n. 515, Petizione n. 544, in sede

referente: 11 settembre 2007 (pom)In Assemblea in discussione congiunta con: S.1677, S.378,

S.530, S.671, S.706, S.708, S.914, S.1138, S.1290, S.1388, S.1424, S.1425, S.1462, S.1611,

S.1603, S.1664, in discussione generale: 18 settembre 2007 (pom), in discussione articoli: 19

settembre 2007 (ant), 19 settembre 2007 (pom), per dichiarazione di voto: 19 settembre 2007 (pom)

Nella 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale)

S. 29 "Norme in materia di sicurezza stradale per impedire la manomissione delle centraline

elettriche degli autoveicoli".

in discussione congiunta con: S.1677, S.378, S.530, S.671, S.706, S.708, S.914, S.1138, S.1290,

S.1388, S.1424, S.1425, S.1462, S.1611, S.1603, S.1664, in discussione generale: 18 settembre 2007

(pom), in discussione articoli: 19 settembre 2007 (ant), 19 settembre 2007 (pom), per dichiarazione di

voto: 19 settembre 2007 (pom), in sede consultiva: 14 giugno 2006 (pom)

S. 1248 "Disposizioni in materia di modalita' per la risoluzione del contratto di lavoro per

dimissioni volontarie del prestatore d' opera".

in discussione congiunta con: S.1695, in sede referente: 1 agosto 2007 (pom)

S. 1486 "Testo Unico in materia di salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro".

in discussione congiunta con: S.1507, in sede referente: 29 maggio 2007 (ant), 31 maggio 2007

(ant)

S. 1614 "Regolamentazione del rapporto di lavoro dei collaboratori parlamentari".

in discussione congiunta con: S.1626, in sede Deliberante: 17 luglio 2007 (pom)

Nella 5ª Commissione permanente (Bilancio)

S. 1183 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2007 )".

in discussione congiunta con: S.1184, in sede referente: 29 novembre 2006 (pom), 5 dicembre 2006

(pom), 6 dicembre 2006 (pom), 9 dicembre 2006 (nott), 10 dicembre 2006 (ant)

PRESENTAZIONE DI DOCUMENTI

Atti di indirizzo e rapporto di fiducia

Ha presentato come primo firmatario

Risoluzioni:

1. n. 6-00023 discussa in: Governo Prodi-II il 27 febbraio 2007 (seduta pom. n. 115)

Mozioni:

2. n. 1-00098 (Politiche per la famiglia e per le fasce sociali deboli)

3. n. 1-00106 (Destinazione del maggior gettito all'abbattimento del carico fiscale)

Ha presentato come cofirmatario

Page 132: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

132

Mozioni:

1. n. 1-00004 (Fiducia al Governo Prodi)

2. n. 1-00007 (Difesa del percorso qualitativo e del lavoro dei produttori vinicoli)

3. n. 1-00020 (Istituzione di una Commissione speciale per la tutela e la promozione dei diritti umani)

4. n. 1-00021 (Divieto armamenti atomici e controllo radioattività)

5. n. 1-00034 (Sicurezza della persona del Pontefice e dei luoghi di culto su tutto il territorio nazionale)

6. n. 1-00042 (Immigrazione)

7. n. 1-00046 (Protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici)

8. n. 1-00051 (Tutela dei consumatori in campo agroalimentare)

9. n. 1-00057 (Rapporti Italia-Libia)

10. n. 1-00078 (Riconoscimento in ambito europeo del diritto alla mobilità dei disabili)

11. n. 1-00079 (Massacro in Canada delle foche e dei loro cuccioli)

12. n. 1-00085 (Violazioni dei diritti fondamentali delle popolazioni indigene colombiane)

13. n. 1-00095 (Condizione dei detenuti tibetani nelle carceri cinesi)

14. n. 1-00109 (Programmi di cooperazione internazionale in materia di salute)

15. n. 1-00113 (Persecuzione dei cristiani nel mondo e restrizioni dell’esercizio della libertà religiosa)

16. n. 1-00114 (Lotta all’evasione e alla frode fiscale)

17. n. 1-00155 (Esclusione di Taiwan dall’ONU e dalle sue agenzie specializzate)

18. n. 1-00156 (Ricerca sulle cellule staminali)

19. n. 1-00160 (Eutanasia e testamento biologico)

Atti di Sindacato Ispettivo

Ha presentato come primo firmatario

Interpellanze:

1. 2-00110 pubblicata il 23 gennaio 2007 (Reclutamento nella Polizia di Stato di nuove unità bilingui o

appartenenti al gruppo etnico tedesco)

Interrogazioni a risposta orale:

1. 3-00505 pubblicata il 21 marzo 2007 (Obbligo del casco per gli sciatori, eliminazione incroci di piste e pene

severe per uso di alcol e droghe)

2. 3-00560 pubblicata il 4 aprile 2007 (Carenza di personale negli uffici pubblici della Provincia di Bolzano)

Interrogazioni a risposta scritta:

1. 4-00283 pubblicata l'11 luglio 2006 (Scuola Allievi agenti di Bolzano)

2. 4-00523 pubblicata il 19 settembre 2006 (Uso obbligatorio del casco per ciclisti di minore età)

3. 4-01477 pubblicata il 7 marzo 2007 (Inquinamento acustico dell'aeroporto di San Giacomo)

4. 4-01568 pubblicata il 20 marzo 2007 (Autostrada del Brennero: migliorare lo split modale, vietare il transito

notturno, limitare la velocità)

5. 4-01592 pubblicata il 21 marzo 2007 (Effetti del trasporto aereo sul clima)

6. 4-01673 pubblicata il 30 marzo 2007 (Accesso da Bolzano al vagone letto sul treno internazionale)

7. 4-01732 pubblicata l'11 aprile 2007 (Estradizione in Italia di Michael Seifert)

8. 4-01887 pubblicata l'8 maggio 2007 (Deducibilità dei costi per l’acquisto e l’impiego delle autovetture aziendali)

Page 133: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

133

9. 4-01979 pubblicata il 16 maggio 2007 (Tutela della maternità)

10. 4-02378 pubblicata il 13 luglio 2007 (Ferrovia del Brennero: realizzazione del tratto a sud di Bolzano ed

oltre Salorno in galleria)

11. 4-02653 pubblicata il 18 settembre 2007 (Alterazioni ambientali e all'inquinamento acustico della Bassa

Atesina: realizzazione della tratta d'accesso sud alla galleria di base del Brennero)

Ha presentato come cofirmatario

Interpellanze:

1.2-00049 pubblicata il 2 agosto 2006 (Procreazione medicalmente assistita)

Interrogazioni a risposta scritta:

1. 4-00895 pubblicata il 21 novembre 2006 (Maltrattamento degli animali)

2.4-00897 pubblicata il 21 novembre 2006 (Emanazione decreto per prevenire e contrastare i reati contro

gli animali)

3.4-01025 pubblicata il 13 dicembre 2006 (Uccisione di animali nelle scuole italiane)

4.4-02421 pubblicata il 18 luglio 2007 (Riconoscimento della cefalea primaria come malattia sociale e

come fattore invalidante)

5.4-02558 pubblicata il 2 agosto 2007 (Processo sul crollo della scuola "Jovine" di San Giuliano in seguito

all'evento sismico)

6.4-03013 pubblicata il 9 novembre 2007 (Base militare statunitense presso l’aeroporto Dal Molin a

Vicenza)

7.4-03247 pubblicata il 20 dicembre 2007 (Manifestazione violenta a Verona indetta dalla Fiamma

Tricolore)

Documenti attinenti il funzionamento del Senato

Ha presentato come cofirmatario

Doc. II n. 10 "Modifica all'articolo 22, comma 1, del Regolamento del Senato" il 21 febbraio

2007

Doc. II n. 12 "Modifiche agli articoli 107 e 108 del Regolamento del Senato concernenti il

computo del voto di astensione" il 5 aprile 2007

Doc. II n. 19 "Introduzione dell'articolo 23-bis, che istituisce la Giunta per gli affari delle

comunità italiane residenti all'estero, e modificazioni agli articoli 34, 40 e 125-bis del

Regolamento del Senato" il 26 novembre 2007

INTERVENTI IN ASSEMBLEA

Fiducia al Governo

Governo Prodi-II il 19 maggio 2006 (seduta ant. n. 6) (per dichiarazione di voto), il 28 febbraio

2007 (seduta pom. n. 117) (per dichiarazione di voto), il 24 gennaio 2008 (seduta pom. n. 280)

(per dichiarazione di voto)

Page 134: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

134

Comunicazioni del governo

Comunicazioni del Governo in relazione all'esame da parte del Consiglio dell'Unione Europea

del 7° Programma quadro di attività comunitarie di ricerca e sviluppo tecnologico il 19 luglio

2006 (seduta pom. n. 21) (per dichiarazione di voto)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla vicenda Telecom il 5 ottobre

2006 (seduta ant. n. 47)

Relazione del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia il 24 gennaio 2007

(seduta pom. n. 94)

Comunicazioni del Ministro degli affari esteri sulle linee di politica estera il 21 febbraio 2007

(seduta ant. n. 112) (per dichiarazione di voto)

Informativa del Governo sulla situazione in Myanmar il 27 settembre 2007 (seduta ant. n. 223)

Interventi vari

Discussione e approvazione delle dimissioni presentate dal senatore Luigi Malabarba l'11

ottobre 2006 (seduta ant. n. 50)

Mozioni nn. 23, 25, 26, 28 e 34 sulle vicende connesse al discorso tenuto da Papa Benedetto

XVI a Ratisbona il 12 ottobre 2006 (seduta ant. n. 52) (per dichiarazione di voto)

Sulle questioni politiche connesse all'approvazione della questione pregiudiziale sul disegno di

legge n. 1048 il 25 ottobre 2006 (seduta ant. n. 61)

Sulle modalità di svolgimento delle votazioni il 26 ottobre 2006 (seduta ant. n. 63)

Modificazioni all'articolo 5 del Regolamento del Senato (Doc. II, n. 5 e Doc. II, n. 6) il 30

gennaio 2007 (seduta pom. n. 96)

Votazione delle dimissioni presentate dal senatore a vita Francesco Cossiga il 31 gennaio 2007

(seduta pom. n. 98)

Discussione di mozioni e svolgimento di interpellanze e interrogazioni sull'ampliamento della

base militare di Vicenza il 1 febbraio 2007 (seduta ant. n. 99) (per dichiarazione di voto)

Mozione 1-00020 per l'istituzione di una Commissione speciale sui diritti umani il 7 febbraio

2007 (seduta pom. n. 104) (per dichiarazione di voto)

Sull'ordine dei lavori il 21 febbraio 2007 (seduta pom. n. 113)

Per fatto personale il 22 febbraio 2007 (seduta ant. n. 114)

Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per gli anni finanziari 2005 e 2006, e progetto

di bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2007 il 4 aprile 2007 (seduta ant. n. 137)

Discussione di mozioni e svolgimento di interpellanze e di interrogazioni sulla vicenda vice

ministro Visco - Guardia di Finanza il 6 giugno 2007 (seduta pom. n. 162) (per dichiarazione

di voto)

Deliberazione sulla richiesta di dichiarazione d'urgenza, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del

Regolamento, in ordine all'affare inerente la revisione delle leggi elettorali il 7 giugno 2007

(seduta ant. n. 163)

Page 135: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

135

Mozioni nn. 110 (testo 2), 114 e 117 sugli studi di settore il 26 giugno 2007 (seduta pom. n.

177) (per dichiarazione di voto)

Sui lavori del Senato il 27 giugno 2007 (seduta pom. n. 179)

Convalida del senatore Luigi Bobba in sostituzione del senatore Gianni Vernetti

(dimissionario) - Regione Piemonte il 4 luglio 2007 (seduta pom. n. 184)

Per lo svolgimento di un'interpellanza e di interrogazioni e per la risposta scritta ad

interrogazioni il 10 luglio 2007 (seduta pom. n. 187)

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza

pubblica per gli anni 2008-2011 il 26 luglio 2007 (seduta ant. n. 204) (per dichiarazione di

voto)

Sul processo verbale della seduta n. 217 del 20 settembre 2007 il 25 settembre 2007 (seduta

ant. n. 219)

Mozioni nn. 124 (testo 2), 141 e 143 sul vice ministro dell'economia e delle finanze Visco il 3

ottobre 2007 (seduta pom. n. 228) (per dichiarazione di voto)

Sulla discussione dell'emendamento 10.0.700 del disegno di legge n. 1819 il 25 ottobre 2007

(seduta ant. n. 238)

Sulla rinuncia del Sommo Pontefice ad intervenire all'inaugurazione dell'Anno accademico

dell'Università «La Sapienza» di Roma il 15 gennaio 2008 (seduta pom. n. 274)

Sull'ordine dei lavori il 16 gennaio 2008 (seduta pom. n. 276)

INTERVENTI IN COMMISSIONE

Interventi nella 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali)

Comunicazioni del governo

Comunicazioni del Ministro per i diritti e le pari opportunità sui relativi indirizzi

programmatici il 5 luglio 2006 (seduta pom. n. 12)

Comunicazioni del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Ricardo

Franco Levi in materia di editoria il 24 ottobre 2006 (seduta pom. n. 44)

Interventi vari

Audizione del Presidente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP)

nell'ambito dell'indagine conoscitiva in tema di autorità amministrative indipendenti il 21

giugno 2007 (seduta pom. n. 130)

Sulla competenza della Commissione per l'esame del disegno di legge di iniziativa del governo

sui diritti delle persone conviventi il 14 febbraio 2007 (seduta ant. n. 80)

Sull'esame dei disegni di legge in materia elettorale il 19 giugno 2007 (seduta pom. n. 128)

Page 136: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

136

Interventi nella 6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro)

Audizione della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione nell'ambito dell'indagine

conoscitiva sulle questioni attinenti all'attuazione della legge 28 dicembre 2005, n. 262, recante

"Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari" il 26 luglio 2006

(seduta pom. n. 10)

Nomina ex art. 1 legge n. 14 del 1978 n. 33 "Proposta di nomina del dottor Andrea Cardinaletti

a Presidente dell'Istituto per il credito sportivo" il 19 aprile 2007 (seduta ant. n. 72) (per

dichiarazione di voto)

Interventi nella 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale)

Doc. LVII n. 2 "Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra

di finanza pubblica per gli anni 2008-2011" l'11 luglio 2007 (seduta pom. n. 79)

Doc. XXII n. 10 "Proposta di inchiesta parlamentare sull'impiego di manodopera straniera in

agricoltura nel Mezzogiorno" l'11 ottobre 2006 (seduta pom. n. 23)

Page 137: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

137

DISEGNI DI LEGGE

Page 138: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

138

N. 136 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 3 MAGGIO 2006

———–

Modifica dell’articolo 9 della Costituzione, in materia di tutela costituzionale della flora, della

fauna e dell’ambiente, nonché della dignità degli animali

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge mira ad inserire la tutela della flora, della fauna e

dell’ambiente, nonché la dignità degli animali, nella Costituzione italiana. L’articolo 9, secondo

comma, della Costituzione, infatti, prevede già che la Repubblica «tutela il paesaggio e il

patrimonio storico e artistico della Nazione». Si tratta di ampliare proprio questa formulazione ben

pensata dai padri costituzionali nel 1947, ma non più adatta ad una visione più ampia di tutela

ambientale comprendente anche gli esseri viventi.

Il primo firmatario del presente disegno di legge ha avuto l’opportunità di approfondire la

materia della tutela degli animali avendo presentato già nel 1986 una legge della provincia

autonoma di Bolzano, ispirata all’impostazione dei paesi più progrediti nel settore (legge 8 luglio

1986, n. 16). La citata legge provinciale è stata allora in Italia la prima legge che ha riconosciuto la

tutela degli animali quali interesse pubblico, ha istituito asili per animali, promosso l’attività di

tutela, supportato le associazioni protezionistiche ed infine previsto una serie di norme basilari per

il rispetto degli esseri viventi. La citata legge provinciale n. 86 del 1986 ha trovato grande

riconoscimento ben oltre i livelli nazionali. Il Protocollo sulla protezione ed il benessere degli

animali, allegato al Trattato che istituisce la Comunità europea, approvato ad Amsterdam nel 1997,

ratificato ai sensi della legge 16 giugno 1998, n. 209, già nella parte motiva riconosce gli animali

come esseri senzienti ed afferma che la Comunità e gli Stati membri tengono pienamente conto

delle esigenze in materia di benessere degli animali.

Vi è poi il recente esempio giunto dal Bundestag tedesco che ha approvato praticamente

all’unanimità una modifica costituzionale inserendo gli animali fra i soggetti ai quali deve essere

rivolta tutela. Le parole «e degli animali» sono state aggiunte, infatti, alla frase della legge

fondamentale tedesca nella quale si parla dell’obbligo dello Stato a rispettare e proteggere la dignità

degli esseri umani.

Anche la Confederazione elvetica, all’articolo 120 della propria Costituzione, nell’ambito del

capitolo sull’ingegneria genetica, afferma fra l’altro che «(...) tiene conto della dignità della

creatura nonché della sicurezza dell’essere umano, degli animali e dell’ambiente e protegge la

varietà genetica delle specie animali e vegetali». In Italia la legge 14 agosto 1991, n. 281, afferma

fin dal primo articolo che «lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione,

condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire

la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente». Manca però

ogni riferimento costituzionale. La consapevolezza che gli animali sono soggetti verso i quali

l’umanità rivolge maggiore attenzione per un cammino comune sempre più solidale, di rispetto e di

tutela della dignità, coinvolge sempre maggiori porzioni dell’opinione pubblica. Prenderne atto è un

dovere che trova nella modifica costituzionale che proponiamo un punto alto e che accomuna

princìpi etici e princìpi ecologici nella tutela della fauna selvatica e degli animali domestici.

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

Art. 1.

Page 139: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

139

1. Il secondo comma dell’articolo 9 della Costituzione è sostituito dal seguente:

«Tutela la flora, la fauna, il paesaggio, l’ambiente ed il patrimonio storico ed artistico della

Nazione. Promuove il rispetto degli animali e la tutela della loro dignità».

Page 140: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

140

N. 137 (Testo ritirato dal presentatore)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 3 MAGGIO 2006

———–

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d’Austria per

la realizzazione di un tunnel ferroviario di base sull’asse del Brennero, fatto a Vienna il 30

aprile 2004

———–

Onorevoli Senatori. – La situazione del traffico attraverso le Alpi è risultata, a partire dagli anni

ottanta, sempre più difficile e il corridoio del Brennero costituisce da sempre l’asse di

collegamento nord-sud maggiormente utilizzato per il trasporto di merci a lunga percorrenza. Nel

1999, 1,55 milioni di automezzi pesanti hanno trasportato, attraverso il Brennero, 25,2 milioni di

tonnellate di merce con un aumento del 47 per cento rispetto al 1993. Il traffico merci totale lungo

il Brennero è stato pari, nel 1999, a 33,4 milioni di tonnellate. I dati invece che si riferiscono al

trasporto merci solo su rotaia sono, se paragonati a queste cifre, molto più ridotti, parliamo nel

2001 soltanto di 8,2 milioni di tonnellate circa. Le previsioni per il 2015 riguardanti il traffico

merci complessivo (strada e rotaia) parlano di circa 50 milioni di tonnellate. Abbiamo voluto

citare queste cifre in apertura della presente relazione di accompagnamento del disegno di legge di

ratifica dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d’Austria del 2004 per la

realizzazione del tunnel ferroviario di base sull’asse del Brennero, come elemento di profonda

riflessione sulle problematiche inerenti il preoccupante aumento del traffico su gomma nell’arco

alpino e le conseguenze ineluttabili di tale movimento sull’ecosistema delle zone interessate e sulla

qualità della vita delle popolazioni residenti. Per questi motivi nel luglio del 1986 a Roma i governi

della Germania, dell’Austria e dell’Italia firmarono un protocollo di intesa per avviare lo studio di

fattibilità per il nuovo valico ferroviario del Brennero; infatti l’unica soluzione esistente

all’aumento repentino del traffico su gomma nell’asse del Brennero è quella del potenziamento

dell’asse ferroviario comprendente anche la costruzione della galleria di base del Brennero. Lunga

56 chilometri, questa costituisce il cuore dell’asse Monaco di Baviera-Verona, inserito nel

collegamento ferroviario ad alta velocità per il trasporto combinato nord-sud Berlino-Napoli.

Nel corso degli anni novanta sono stati portati avanti gli studi di fattibilità per la galleria ed è

stato costituito un Gruppo europeo di interesse economico denominato «GEIE Galleria di base del

Brennero (BBT)» composto da due soci, la Brenner Eisenbahn GmbH (BEG) e Ferrovie dello Stato

Spa (FS).

In Italia, ai sensi dell’articolo 55, comma 13, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, la società

Autostrada del Brennero Spa è stata autorizzata a costituire riserve in base a un proprio

programma economico-finanziario, destinate al rinnovo della infrastruttura ferroviaria sull’asse

del Brennero. Questo innovativo sistema di finanziamento delle opere è contenuto anche nel Libro

bianco della Commissione europea del 12 settembre 2001 riguardante la politica europea dei

trasporti fino al 2010, che pone il trasporto ferroviario al centro della futura politica europea dei

trasporti. Completata la prima fase relativa al progetto, i due Governi italiano e austriaco hanno

deciso di procedere con una seconda fase per il completamento e la progettazione della galleria, in

un vertice che si è svolto a Vienna il 1º aprile 2003 e si è concluso con una dichiarazione congiunta

del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti italiano ed il Ministro federale dei trasporti,

dell’innovazione e della tecnologia austriaco. Tutto ciò ha portato alla firma il 30 aprile 2004 a

Page 141: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

141

Vienna presso l’ambasciata italiana di un Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica

d’Austria per la realizzazione di un tunnel ferroviario di base sull’asse del Brennero. Il presente

disegno di legge di ratifica dell’Accordo di Vienna intende essere un sollecito al Governo italiano

a porre all’ordine del giorno del Parlamento il proprio disegno di legge di ratifica dell’Accordo in

questione, allo stato non ancora presentato, per giungere in tempi rapidissimi all’approvazione del

testo in questione, anche perché in Austria nel giugno del 2004 il Comitato trasporti del

Parlamento ha già approvato una legge federale che prepara il terreno per la costruzione della

galleria di base del Brennero, decisione confermata in data 22 luglio 2004 dal Bundesrat

austriaco. Per quanto riguarda i contenuti specifici dell’Accordo, l’articolo 1 precisa che le Parti

si impegnano a promuovere la costruzione delle opere necessarie alla realizzazione di un tunnel

ferroviario finalizzato al transito misto merci/viaggiatori, la cui entrata in servizio dovrà avere

luogo entro il 2015. Con l’articolo 2 si stabiliscono le definizioni in particolare di «progetto» e di

«parte comune», per la quale si deve intendere l’insieme delle opere, impianti e attrezzature

costruiti e da costruire nel tracciato della galleria con il relativo elenco. L’articolo 3 chiarisce

quale è l’ambito di applicazione dell’Accordo che si riferisce a tutte le fasi del progetto fino alla

messa in esercizio. Nell’articolo 4 si definisce quali devono essere, da parte del promotore (la BBT

SE), gli studi e le ricognizioni da effettuare nella seconda fase, iniziata il 1º aprile 2003 e che si

dovrà concludere entro tre anni. L’articolo comprende anche l’elenco delle attività propedeutiche

per la realizzazione della parte comune. L’articolo 5 contiene la trasformazione della Commissione

bilaterale (CB) in Commissione intergovernativa (CIG) con l’entrata in vigore del presente

Accordo, che avrà il compito di formulare ai rispettivi Governi proposte in ordine alle successive

fasi. Con l’articolo 6 si vuole definire la figura del Promotore. Il GEIE BBT è trasformato, con le

modalità previste dalla legislazione europea e nazionale, in Società per azioni europea (SE) che

avrà sede, durante la fase di progettazione, a Innsbruck con sede secondaria a Bolzano, mentre,

durante la fase di costruzione e fino alla messa in esercizio della galleria, avrà sede a Bolzano con

sede secondaria a Innsbruck. Dopo la messa in esercizio la Società europea o quella che ne avrà la

gestione avrà la sede a Innsbruck. L’articolo 7 reca alcune disposizioni demaniali e fondiarie

relative all’appartenenza delle opere, delle acque o dei minerali eventualmente ritrovati durante i

lavori effettuati. L’articolo 8 dispone che per l’applicazione di leggi e di regolamenti ci si riferisce

all’ordinamento giuridico in vigore nei rispettivi Stati. Nell’articolo 9 sono esposte le norme

riguardanti il finanziamento. Gli studi generali della parte comune del progetto, qualora non

fossero finanziati dalla sovvenzione comunitaria, sono finanziati in parti uguali dai due Stati. Per il

finanziamento delle fasi successive le Parti chiederanno la concessione di sovvenzioni comunitarie

impegnandosi, in mancanza di queste, a fare ricorso per il residuo finanziamento a mezzi privati

del modello partenariato pubblico privato (PPP). La Parti si impegnano per un finanziamento

incrociato per assicurare la copertura finanziaria della costruzione della galleria di base del

Brennero. Dopo la messa in esercizio della galleria i costi saranno suddivisi in parti uguali,

qualora non sia stato preso altro accordo in merito. L’articolo 10 disciplina l’eventuale verificarsi

di controversie, da risolvere da parte delle amministrazioni competenti degli Stati contraenti

oppure in via diplomatica. L’ultimo articolo del presente Accordo disciplina l’entrata in vigore

dello stesso. Ciascuna delle Parti deve notificare all’altra il completamento delle procedure

costituzionali previste per l’entrata in vigore dell’Accordo che avrà validità a partire dal primo

giorno del secondo mese successivo a quello della ricezione della seconda delle due notifiche. Vista

l’importanza del provvedimento ne auspichiamo la rapida approvazione.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l’Accordo tra la Repubblica italiana e

la Repubblica d’Austria per la realizzazione di un tunnel ferroviario di base sull’asse del Brennero,

fatto a Vienna il 30 aprile 2004.

Page 142: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

142

Art. 2.

1. Piena ed intera esecuzione è data all’Accordo di cui all’articolo 1 a decorrere dalla data

della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall’articolo 11 dell’Accordo stesso.

Art. 3.

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 36.000 euro annui a

decorrere dal 2006, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai

fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente

«Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno

2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero degli affari

esteri.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le

occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 4.

1. Gli eventuali introiti derivanti dal contributo della Comunità europea per i progetti della rete

transeuropea di infrastruttura dei trasporti sono versati allo stato di previsione dell’entrata del

bilancio dello Stato per il tramite del fondo di rotazione di cui alla legge 16 aprile 1987, n. 183,

per essere riassegnati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ai sensi dell’articolo 13,

comma 1, della legge 1º agosto 2002, n. 166.

Art. 5.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 143: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

143

N. 138 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 3 MAGGIO 2006

———–

Norme in materia di risparmi e di depositi bancari e finanziari non rivendicati giacenti presso le

banche e le imprese di investimento

———–

Onorevoli Senatori. – La legislazione italiana presenta una lacuna in quanto è priva di norme che

impongano agli istituti finanziari in generale, ed in particolare alle banche, di registrare le

generalità degli eredi beneficiari degli intestatari di depositi di valore quali per esempio conti

correnti, libretti di risparmio, titoli di credito, fondi d’investimento nonché oggetti di valore nelle

cassette di sicurezza. Si prenda ad esempio chi, dopo aver aperto un conto corrente bancario, non ne

faccia più uso per un numero imprecisato di anni; in casi come questo le banche non sempre

riescono o si impegnano a scoprire cosa sia accaduto a questo cliente «silenzioso».

Ne consegue che si accumulano ingenti somme presso gli istituti finanziari, i cosiddetti «conti

dormienti», spesso all’insaputa dei legittimi eredi. Il problema va affrontato dando una soluzione

che definisca in modo chiaro come debbano procedere gli istituti finanziari per poter contattare gli

eredi beneficiari dei depositi di valore nel caso in cui il contatto con il cliente si sia interrotto, onde

evitare che gli averi dei depositanti rimangano in possesso degli istituti finanziari per un tempo

indefinito.

Il disegno di legge vuole includere tutte le imprese di investimento e banche presso le quali si

possono depositare contanti, valori, fondi e beni mobili rappresentati da oggetti di valore quali i

gioielli, ma anche opere d’arte ed altri beni, senza esclusione alcuna.

Nel capo I viene definito il campo di applicazione della legge, che introduce l’obbligo per

l’istituto finanziario di registrare pena una sanzione amministrativa il cui ammontare è indicato

all’articolo 10, le generalità degli eredi dell’intestatario del deposito al momento della stipulazione

del contratto.

Con il capo II vengono definite le modalità della procedura di restituzione dei depositi giacenti

presso le imprese di investimento o le banche.

Trascorsi cinque anni durante i quali non ci siano stati contatti tra l’istituto finanziario e il cliente

depositante, l’istituto finanziario è obbligato ad avviare una ricerca del cliente e dei suoi eredi

beneficiari (articoli 2, 3 e 4). Gli articoli 5, 6 e 7 dispongono adeguate forme di pubblicità circa i

depositi giacenti, e l’articolo 8 chiarisce a chi vadano addebitate le spese. Nel caso venga certificato

il decesso dell’intestatario e non risultino eredi dello stesso si procede a devolvere il deposito al

Comune di ultima residenza del de cuius (articolo 9).

Le disposizioni transitorie stabiliscono che siano soggetti alla nuova disciplina che si intende

introdurre anche i beni depositati presso gli istituti finanziari prima dell’entrata in vigore della

legge. Stabilisce altresì che per i depositi in essere gli istituti finanziari hanno a disposizione un

anno per informare i loro clienti depositanti dell’obbligo di registrazione delle generalità dei propri

eredi (articolo 11).

DISEGNO DI LEGGE

Capo I

PRINCÌPI GENERALI

Page 144: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

144

Art. 1.

(Finalità ed obblighi)

1. La presente legge ha lo scopo di salvaguardare i beneficiari di depositi presso imprese di

investimento e banche, nel caso di decesso dei titolari dei depositi stessi, introducendo l’obbligo

legale di indicare nel contratto di deposito gli eredi beneficiari.

2. A tale fine tutte le imprese di investimento e le banche, al momento della stipulazione di un

contratto, sono obbligate a registrare le generalità degli eredi beneficiari degli intestatari dei

depositi di ogni natura.

3. Il depositante ha l’obbligo di comunicare le generalità degli eredi beneficiari dei beni

depositati e di informare l’impresa di investimento o la banca su ogni eventuale variazione, anche

riguardante il domicilio o il recapito delle persone interessate.

Capo II

RESTITUZIONE

DEI DEPOSITI GIACENTI

Art. 2.

(Comunicazioni all’intestatario del deposito

o agli eredi beneficiari)

1. Nel caso in cui per cinque anni consecutivi decorrenti dalla data di libera disponibilità dei

valori depositati non siano state compiute operazioni ad iniziativa del depositante o di terzi da

questo delegati, la banca o l’impresa di investimento inviano un avviso all’intestatario del deposito

stesso, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento indirizzata all’ultimo domicilio

conosciuto.

Art. 3.

(Certificazione di esistenza in vita)

1. Qualora nei novanta giorni successivi all’invio dell’avviso di cui all’articolo 2 l’impresa di

investimento o la banca non ricevano notizie dell’intestatario del deposito, esse richiedono ai

competenti servizi anagrafici del comune dell’ultima residenza conosciuta una certificazione che ne

attesti l’esistenza in vita e il domicilio.

Art. 4.

(Accertamento della successione

e avviso agli aventi diritto)

1. Ove l’intestatario del deposito risulti deceduto, o non siano state ottenute le informazioni

richieste, la banca o l’impresa di investimento provvedono a contattare la persona o le persone

indicate come eredi beneficiari nel contratto di deposito. Qualora, sulla base delle informazioni

ottenute, venga accertata la sussistenza del diritto alla successione, l’impresa di investimento o la

banca provvedono a rendere effettiva la titolarità del deposito in capo agli interessati.

2. In caso di documentazione incompleta l’impresa di investimento o la banca chiedono alla

cancelleria del tribunale e all’ufficio del registro territorialmente competenti di comunicare quanto

risulti circa la successione dell’intestatario del deposito. Possono altresì chiedere agli uffici

anagrafici del comune ove è stata aperta la successione di rilasciare un certificato relativo allo stato

di famiglia del defunto. Qualora, sulla base delle informazioni acquisite, venga accertata l’esistenza

di eredi, la banca o l’impresa di investimento comunicano loro l’esistenza del deposito mediante

lettera raccomandata con avviso di ricevimento.

Art. 5.

(Pubblicazione del deposito)

1. Se dalle ricerche effettuate a norma dell’articolo 4 non risulti l’esistenza di eredi

dell’intestatario del deposito, o qualora essi siano irreperibili, l’impresa di investimento o la banca

provvedono alla pubblicazione di un avviso, recante esclusivamente il nome, la data e il luogo di

Page 145: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

145

nascita dell’intestatario del deposito giacente, da esporre nei locali aperti al pubblico degli istituti

stessi per un periodo di sessanta giorni.

Art. 6.

(Elenco dei depositi)

1. L’elenco dei depositi intestati a defunti, o presunti defunti, relativamente ai quali siano state

inutilmente esperite le ricerche prescritte dagli articoli 2, 3 e 4 è pubblicato entro il 31 marzo di

ciascun anno sulla Gazzetta Ufficiale a cura delle associazioni di categoria degli istituti finanziari,

mediante avviso cumulativo. Tale avviso è altresì pubblicato su due quotidiani a diffusione

nazionale, di cui uno economico, nonché in forma elettronica secondo le modalità stabilite dalla

Banca d’Italia.

Art. 7.

(Libretti di deposito)

1. Per i libretti di deposito al portatore, da cui non risulta l’identità del depositante, trascorso il

termine indicato all’articolo 2 le banche o le imprese di investimento procedono a norma degli

articoli 5 e 6. In questo caso la pubblicazione e l’avviso cumulativo contengono la sola indicazione

dei dati identificativi del libretto, nonché la data ed il luogo in cui esso è stato aperto.

Art. 8.

(Spese)

1. Le spese relative alle procedure di ricerca degli intestatari dei depositi e dei loro eredi

beneficiari, opportunamente contabilizzate, vengono addebitate sui depositi medesimi.

Art. 9.

(Devoluzione dei depositi giacenti)

1. Decorso senza esiti un anno dalla pubblicazione degli avvisi previsti dagli articoli 5 e 6, il

deposito giacente presso la banca o l’impresa di investimento e non rivendicato, viene devoluto al

comune di ultima residenza dell’intestatario del deposito stesso.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze stabilisce, con proprio decreto, le modalità per

l’attuazione delle disposizioni di cui al comma 1.

Art. 10.

(Sanzioni)

1. La violazione delle disposizioni di cui ai capi I e II sono punite con la sanzione amministrativa

pecuniaria pari al triplo del valore del deposito risultante all’atto della sua rilevazione.

Capo III

NORME TRANSITORIE

Art. 11.

(Depositi in essere)

1. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge le imprese di investimento e

le banche sono obbligate a richiedere a tutti i clienti intestatari di depositi informazioni circa le

generalità dei propri eredi beneficiari.

2. Le disposizioni di cui al capo II si applicano anche ai depositi già esistenti alla data della

entrata in vigore della presente legge.

Page 146: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

146

N. 648 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, FINOCCHIARO, FORMISANO, CUSUMANO,

RUSSO SPENA, PALERMI, RIPAMONTI, THALER AUSSERHOFER, PINZGER,

PERRIN, BOSONE, MOLINARI, MONTALBANO, NEGRI, TONINI e PEGORER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 14 GIUGNO 2006

——–—

Disposizioni concernenti la procedura per la modifica

degli Statuti delle Regioni a statuto speciale

———–

Onorevoli Senatori. – La legge costituzionale 31 gennaio 2001, n. 2, recante «Disposizioni

concernenti l’elezione diretta dei presidenti delle regioni a statuto speciale e delle province

autonome di Trento e di Bolzano», non ha purtroppo recepito una fondamentale richiesta delle

regioni ad autonomia differenziata.

Ci riferiamo alla previsione, in caso di modifica degli statuti, del meccanismo dell’intesa tra

Governo e consiglio regionale, o provinciale per le province autonome di Trento e di Bolzano.

Il carattere pattizio che sta alla base dei rapporti tra Stato e regioni a statuto speciale si deve

infatti manifestare nel principio della previa intesa per le modifiche delle carte fondamentali, quali

sono gli statuti speciali. L’introduzione dell’intesa, disposta dal presente disegno di legge

costituzionale, riguarda all’articolo 1 la Sicilia, all’articolo 2 la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste,

all’articolo 3 la Sardegna, all’articolo 4 il Trentino Alto Adige/Su¨dtirol e infine, all’articolo 5 il

Friuli-Venezia Giulia.

Per la provincia autonoma di Bolzano esiste un’ulteriore ragione a sostegno della tesi: ci

riferiamo all’accordo internazionale De Gasperi-Gruber che esclude modifiche unilaterali, essendo

necessario sia il consenso della Repubblica d’Austria che dei rappresentanti delle minoranze

linguistiche tedesca e latina, come solennemente assicurato il 30 gennaio 1992 dall’allora

Presidente del Consiglio dei ministri Andreotti nella dichiarazione depositata presso le Nazioni

Unite e consegnata alla Repubblica d’Austria, presupposto fondamentale per porre fine alla

vertenza internazionale.

L’approvazione delle disposizioni del presente disegno di legge consentirebbe di rafforzare il

potere di autogoverno locale, condizionando l’approvazione di ogni modifica statutaria alla volontà

del consiglio regionale e dei consigli provinciali di Trento e di Bolzano che, entro tre mesi dalla

trasmissione del testo della modifica approvata dal Parlamento in prima deliberazione, possono

esprimere il loro dissenso. Il diniego alla proposta di intesa deve essere deliberato da una

maggioranza qualificata di componenti dell’assemblea legislativa della regione o della provincia

autonoma interessata.

Con questo disegno di legge si intende sostituire lo strumento del parere, attualmente previsto

dagli Statuti per effetto della riforma introdotta dalla citata legge costituzionale n. 3 del 2001, con

lo strumento rafforzato dell’intesa, consentendo altresì alle regioni e alle province autonome di

intraprendere iniziative di modifica degli statuti attualmente inibite dal rischio dello stravolgimento

del testo in sede di esame parlamentare.

Un analogo meccanismo era stato previsto dall’articolo 38 della legge di riforma della

Costituzione approvata nel novembre 2005 (atto Senato n. 2544-D), abrogata tuttavia per effetto del

referendum svoltosi il 25 e 26 giugno del 2006.

La maggioranza dei due terzi dei componenti dell’Assemblea regionale o provinciale richiesta

per esprimere il veto contro l’intesa (disposizione identica a quella dell’articolo 38 del disegno di

legge di riforma della parte seconda della Costituzione, rigettato con il referendum) è

Page 147: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

147

probabilmente da ritenersi molto onerosa. In effetti anche un diniego espresso a maggioranza

assoluta può essere preso in considerazione, al fine di tutelare adeguatamente l’integrità

dell’autonomia speciale e il diritto di condividere le scelte che riguardano la sfera di interesse delle

regioni o province autonome.

Per quanto riguarda la tecnica legislativa di novellazione, il presente disegno di legge

costituzionale prevede interventi precisi sugli articoli di ciascuno dei cinque statuti speciali che

riguardano il procedimento di revisione dello Statuto stesso, e non un intervento sull’articolo 116

della Costituzione. Questo perchè dal punto di vista legislativo si ritiene più corretto intervenire

sulle disposizioni che specificamente regolano le singole autonomie.

Per i motivi esposti si auspica una tempestiva approvazione della presente proposta di legge

costituzionale.

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

Art. 1.

(Modifica allo Statuto speciale

della Regione siciliana)

1. Il terzo comma dell’articolo 41-ter dello Statuto della Regione siciliana, approvato con regio

decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, e successive modificazioni, è sostituito con il seguente:

«I progetti di modificazione del presente Statuto approvati dalle due Camere in prima

deliberazione sono trasmessi all’Assemblea regionale per l’espressione dell’intesa. Il diniego alla

proposta d’intesa può essere manifestato entro tre mesi dalla trasmissione del testo, con la

deliberazione a maggioranza dei due terzi dei componenti dell’Assemblea regionale. Decorso tale

termine senza che sia stato deliberato il diniego, le Camere possono adottare la legge

costituzionale».

Art. 2.

(Modifica allo Statuto speciale

per la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste)

1. Il terzo comma dell’articolo 50 dello Statuto speciale per la Valle d’Aosta, di cui alla legge

costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4, e successive modificazioni, è sostituito con il seguente:

«I progetti di modificazione del presente Statuto approvati dalle due Camere in prima

deliberazione sono trasmessi al Consiglio della Valle per l’espressione dell’intesa. Il diniego alla

proposta d’intesa può essere manifestato entro tre mesi dalla trasmissione del testo, con la

deliberazione a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio della Valle. Decorso tale

termine senza che sia stato deliberato il diniego, le Camere possono adottare la legge

costituzionale».

Art. 3.

(Modifica allo Statuto speciale

per la Sardegna)

1. Il secondo comma dell’articolo 54 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge

costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni, è sostituito con il seguente:

«I progetti di modificazione del presente Statuto approvati dalle due Camere in prima

deliberazione sono trasmessi al Consiglio regionale per l’espressione dell’intesa. Il diniego alla

proposta d’intesa può essere manifestato entro tre mesi dalla trasmissione del testo, con la

deliberazione a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio regionale. Decorso tale

termine senza che sia stato deliberato il diniego, le Camere possono adottare la legge

costituzionale»

2. Il terzo comma dell’articolo 54 dello statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge

costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni, è abrogato.

Art. 4.

Page 148: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

148

(Modifica allo Statuto speciale

per il Trentino-Alto Adige/Südtirol)

1. Il terzo comma del1’articolo 103 del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo

Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, approvato con decreto del Presidente della Repubblica

31 agosto 1972, n. 670, e successive modificazioni, è sostituito con il seguente:

«I progetti di modificazione del presente Statuto approvati dalle due Camere in prima

deliberazione sono trasmessi al Consiglio regionale e ai consigli provinciali per l’espressione

dell’intesa. Il diniego alla proposta d’intesa può essere manifestato entro tre mesi dalla trasmissione

del testo, con la deliberazione a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio regionale o

di uno dei Consigli provinciali. Decorso tale termine senza che sia stato deliberato il diniego, le

Camere possono adottare la legge costituzionale».

Art. 5.

(Modifica allo Statuto speciale

della regione Friuli-Venezia Giulia)

1. Il terzo comma dell’articolo 63 dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di

cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, e successive modificazioni, è sostituito con il

seguente:

«I progetti di modificazione del presente Statuto approvati dalle due Camere in prima

deliberazione sono trasmessi al Consiglio regionale per l’espressione dell’intesa. Il diniego alla

proposta d’intesa può essere manifestato entro tre mesi dalla trasmissione del testo, con la

deliberazione a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio regionale. Decorso tale

termine senza che sia stato deliberato il diniego, le Camere possono adottare la legge

costituzionale».

Page 149: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

149

N. 650 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PINZGER, TONINI, MONTALBANO, BOSONE,

NEGRI, PERRIN e MOLINARI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 14 GIUGNO 2006

———–

Ratifica ed esecuzione del Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi

del 1991 nell’ambito dei trasporti, fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000

——-—-

Onorevoli Senatori. – La Convenzione per la protezione delle Alpi, firmata a Salisburgo il 7

novembre 1991 dai Ministri dell’ambiente dei Paesi dell’arco alpino, è stata resa esecutiva ai sensi

della legge 14 ottobre 1999, n. 403, e rappresenta una convenzione quadro intesa a salvaguardare

l’ecosistema naturale delle Alpi e a promuovere lo sviluppo sostenibile dell’arco alpino, tutelando

gli interessi economici e culturali delle popolazioni residenti nei Paesi aderenti. Al tempo stesso

questa area riveste una grandissima importanza anche per le regioni extraalpine per molteplici

ragioni, non ultima quella delle Alpi storicamente attraversate da grandi vie di comunicazione. La

Convenzione delle Alpi ha come obiettivo quello della salvaguardia a lungo termine. Per il

raggiungimento di tale obiettivo è prevista l’adozione di protocolli specifici per singoli settori da

parte dei Paesi contraenti. Uno di questi protocolli riguardante la materia dei trasporti, firmato il 31

ottobre 2000 da Austria, Svizzera, Germania, Francia, Principato del Liechtenstein, Italia e

Principato di Monaco, è oggetto del presente disegno di legge.

Lo strumento di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi in materia di trasporti

nasce dalla consapevolezza che, in assenza di adeguati provvedimenti, il traffico e l’impatto

ambientale dovuti ai trasporti siano destinati ad aumentare, provocando una rilevante crescita dei

rischi per la salute, l’ambiente e la sicurezza.

La tutela del territorio alpino, patrimonio naturale ed economico, riguarda non solo la

popolazione che vi risiede ma anche quella che risiede al di fuori di tale territorio e pertanto

l’obiettivo del contenimento del volume di traffico, attraverso una gestione ecocompatibile dei

trasporti, deve essere perseguito con misure comuni da tutti gli Stati alpini. L’attuazione di una

politica sostenibile dei trasporti è tesa a ridurre gli effetti negativi e i rischi derivanti dal traffico

intra alpino e transalpino ad un livello che sia tollerabile per l’uomo, la fauna, la flora ed i loro

habitat.

L’articolo 11 del Protocollo in materia di trasporti recita testualmente: «Le Parti contraenti si

astengono dalla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino».

Infatti la strategia generale della politica dei trasporti delle Parti contraenti del Protocollo deve

mirare ad attuare una gestione razionale e sicura dei trasporti tramite una rete di trasporti integrata,

coordinata e transfrontaliera. Le infrastrutture di trasporto esistenti non sono sfruttate a sufficienza

e risulta necessario incrementare i sistemi di trasporto più ecologici, quali quelli su rotaia, la

navigazione e i sistemi combinati.

In particolare la ferrovia risulta particolarmente adatta a soddisfare la domanda di trasporto a

lunga distanza, per cui si auspica che le Parti contraenti sostengano il miglioramento

dell’infrastruttura ferroviaria tramite la costruzione e lo sviluppo di grandi assi transalpini e

l’ammodernamento della ferrovia in particolare per i trasporti transfrontalieri. Vista l’importanza

della materia affrontata, auspichiamo una rapida approvazione del presente disegno di legge.

Page 150: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

150

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare il Protocollo di attuazione della

Convenzione per la protezione delle Alpi del 1991 nell’ambito dei trasporti, fatto a Lucerna il 31

ottobre 2000.

Art. 2.

1. Piena ed intera esecuzione è data al Protocollo di cui all’articolo 1 a decorrere dalla data della

sua entrata in vigore in conformità a quanto disposto dall’articolo 24 del Protocollo stesso.

Art. 3.

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 260.000 euro annui a

decorrere dal 2006, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai

fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente

«Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno

2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le

occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 4.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 151: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

151

N. 651 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PINZGER, TONINI, MONTALBANO, BOSONE,

NEGRI, PERRIN, MOLINARI e THALER AUSSERHOFER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 14 GIUGNO 2006

———–

Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi,

con annessi, fatta a Salisburgo, il 7 novembre 1991

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge riproduce il disegno di legge presentato dal

Governo il 21 febbraio 2002, di ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della

Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991,

nella sua integralità, con tutti i Protocolli attuativi della Convenzione (si vedano l’Atto Camera

n. 2381 e l’Atto Senato n. 1842 della scorsa legislatura). Attuazione dei Protocolli che appariva del

tutto conseguente all’approvazione della legge di autorizzazione alla ratifica della Convenzione,

legge 14 ottobre 1999, n. 403, avvenuta a larga maggioranza da parte delle Camere.

Nella XIV legislatura l’iter di questo importante, essenziale, provvedimento ha subìto, sino alla

sospensione dell’esame da parte delle Camere, le gravi contraddizioni dell’allora Governo di

centro-destra. Il testo è giunto alla seconda lettura da parte della Camera dei deputati privo del

Protocollo sui trasporti, che aveva avuto il parere favorevole di tutte le regioni dell’arco alpino

(parere che era stato previsto e reso obbligatorio appunto in sede di approvazione della legge di

ratifica della Convenzione), dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e dell’Unione

delle province d’Italia (UPI), con una unanimità di consensi del tutto trasversale agli schieramenti

politici.

Gli impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria e nell’ambito del proprio mandato, nel biennio

2000-2002, di presidenza della Convenzione delle Alpi e delle iniziative adottate per l’Anno

internazionale della montagna, nel 2002, hanno formalmente sostenuto l’obiettivo della tutela

dell’ecosistema alpino attraverso l’adesione e la ratifica di tutti i Protocolli di attuazione della

Convenzione, e segnatamente dei Protocolli che configurano un essenziale rapporto fra la tutela

dell’ecosistema alpino, le tematiche dello sviluppo compatibile e i problemi di ammodernamento

delle nostre reti infrastrutturali: foreste montane, pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile,

difesa del suolo, energia, protezione della natura e tutela del paesaggio, agricoltura di montagna,

trasporti, insieme a quelli sulla composizione delle controversie e al Protocollo del turismo, di cui

all’articolo 1 del presente disegno di legge.

Tali impegni sono stati disattesi, o non attuati, su decisione anzitutto del Governo che ha avuto la

maggioranza nella XIV legislatura e che nelle Commissioni di merito ha aderito al parere negativo

del relatore di maggioranza, se non addirittura indicato in prima persona parere contrario

all’attuazione di taluni o altri Protocolli (come nella Commissione trasporti della Camera dei

deputati, dove il Governo è arrivato ad esprimere parere contrario al proprio disegno di legge

[seduta del 18 aprile 2002]. La Commissione medesima, in sede di espressione del parere [seduta

del 22 aprile 2002], ha rilevato presunti «profili problematici sotto il profilo della compatibilità con

le norme costituzionali riguardanti il riparto di competenze tra Stato e regioni» determinati dalla

riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione).

Si tratta di scelte sbagliate che hanno reso più complessi i temi ed urgenti i tempi per le comunità

dell’Arco alpino, per l’Italia e la sua collocazione europea.

La XV legislatura ha dunque una prospettiva, a nostro avviso, ineludibile, affinché le ragioni di

Page 152: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

152

tutela e gli obiettivi di sviluppo si collochino in uno spettro di riferimento che non può essere

separato da quello dell’Europa e dei Paesi confinanti.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare i seguenti Protocolli di attuazione della

Convenzione per la protezione delle Alpi, con annessi, fatta a Salisburgo, il 7 novembre 1991:

a) «Protocollo nell’ambito delle foreste montane», fatto a Brdo, il 27 febbraio 1996;

b) «Protocollo nell’ambito della pianificazione territoriale e dello sviluppo sostenibile», fatto a

Chambéry, il 20 dicembre 1994;

c) «Protocollo sulla composizione delle controversie», fatto a Lucerna, il 31 ottobre 2000;

d) «Protocollo nell’ambito della difesa del suolo», fatto a Bled, il 16 ottobre 1998;

e) «Protocollo nell’ambito dell’energia», fatto a Bled, il 16 ottobre 1998;

f) «Protocollo nell’ambito della protezione della natura e della tutela del paesaggio, con

allegati», fatto a Chambéry, il 20 dicembre 1994;

g) «Protocollo nell’ambito dell’agricoltura di montagna, con allegato», fatto a Chambéry, il 20

dicembre 1994;

h) «Protocollo nell’ambito del turismo», fatto a Bled, il 16 ottobre 1998;

i) «Protocollo nell’ambito dei trasporti», fatto a Lucerna, il 31 ottobre 2000.

2. Piena ed intera esecuzione è data ai Protocolli di cui al comma 1 a decorrere dalla data della

loro entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dal capitolo V dei Protocolli di cui alle

lettere a), b), d), e), f), g), h) e i) e dall’articolo 16 del Protocollo di cui alla lettera c) del medesimo

comma 1.

3. Lo Stato, le regioni e gli enti locali provvedono all’adozione degli atti e delle misure previsti

dai Protocolli di cui al comma 1, secondo le rispettive competenze, fermo restando quanto stabilito

dall’articolo 3 della legge 14 ottobre 1999, n. 403, sulle attribuzioni della Consulta Stato-regioni

dell’Arco alpino, convocata e presieduta dal Ministro per gli affari regionali.

Art. 2.

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 462.765 euro annui a

decorrere dall’anno 2006, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento

iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte

corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per

l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero degli affari

esteri.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le

occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 3.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 153: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

153

N. 940 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA L’8 SETTEMBRE 2006

———–

Riconoscimento agli effetti civili di festività religiose

———–

Onorevoli Senatori. – La legge 5 marzo 1977, n. 54, ha abrogato il riconoscimento agli effetti civili

di alcune feste religiose (l’Epifania, San Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini, i SS. Apostoli

Pietro e Paolo) perché – secondo, la tesi di allora – il loro carattere infrasettimanale avrebbe avuto

una negativa incidenza sulla produttività delle aziende e dei pubblici uffici.

Il presente disegno di legge prevede il ripristino degli effetti civili di talune festività molto

importanti per la tradizione e la storia stessa del nostro Paese. Si tratta di feste religiose, espressione

della tradizione di fede e di cultura della comunità, tuttora festeggiate in molti Paesi europei. È un

omaggio alle persone credenti che possono così celebrare nuovamente le ricorrenze religiose, e un

giusto riconoscimento dei valori cristiani. È però anche un omaggio per i non credenti che possono

dedicare le giornate alle attività di tempo libero. Queste ricorrenze sono state festeggiate in Italia

fino al 1977, anno in cui per legge i giorni della loro celebrazione – insieme a quelli di altre

festività – hanno cessato di essere festivi. Ci si può anche chiedere se proprio l’Italia, che tra i Paesi

europei è uno di quelli nei quali la popolazione mantiene più viva la religiosità espressa secondo la

tradizione cristiana, debba guadagnare in termini di produttività eliminando il disturbo di

pochissime feste religiose infrasettimanali, quando le stesse sono conservate in molti altri Paesi

europei. La festa dell’Ascensione è riconosciuta agli effetti civili, per esempio, in Austria, Belgio,

Svizzera, Germania, Danimarca, Francia, Norvegia, Olanda, Svezia, in pratica in tutta l’Europa

occidentale continentale. La festa del Corpus Domini lo è per esempio in Austria e in Germania. La

festa di San Giuseppe, al di là del suo significato religioso importante per i cristiani (San Giuseppe,

padre di Gesù), apre tradizionalmente la primavera. Espressioni del pensiero laico non cristiano

assegnano alla Pasqua il ruolo di festa della primavera, ma il fatto che essa possa cadere anche ad

aprile inoltrato toglie ad essa il sapore della natura che si risveglia dopo l’inverno. La festa dei

Santi Pietro e Paolo ricorda in Pietro la specificità italiana di essere la sede del Papato,

dell’esercizio del ministero del primato nella Chiesa cattolica, un fatto che in qualche modo dà

all’Italia una posizione di estremo rilievo, e nello stesso tempo proclama, ricordando Paolo di

Tarso, la grande vocazione all’apertura universale del messaggio cristiano. Entrambi furono uccisi

a Roma dal potere imperiale di allora. Festeggiarli solo a Roma come patroni, come si fa

attualmente, sembra un po’ riduttivo se si pensa al loro ruolo e al fatto che gli imperatori romani

non erano per ruolo equivalenti ai contemporanei sindaci di Roma

La ratio sottesa alla legge 5 marzo 1977, n. 54, si richiamava ad una volontà di gestire il Paese

con una maggiore «austerità»: gli anni ’70, infatti, sono gli anni in cui si inizia a parlare di crisi

petrolifera (ricordiamo le domeniche senza auto e quelle in cui si poteva circolare solo con i veicoli

con targhe pari o solo con quelli con targhe dispari), la disoccupazione inizia a far sentire i suoi

effetti e l’inflazione corrode gli stipendi.

L’Italia rallenta la sua crescita economica e, improvvisamente, si trova a dover fare i conti con

gli effetti di una gestione del boom degli anni ’60 quantomeno poco accorta. Tra i provvedimenti

che vennero presi per cercare di ripristinare una gestione più rigorosa, possiamo annoverare anche

la citata legge n. 54 del 1977, con la quale si ridusse il numero delle festività ritenendo che esse

incidessero in maniera negativa sulla produttività sia delle aziende che del pubblico impiego.

Negli anni successivi si è assistito ad un’inversione di tendenza, anche perché si è compreso che

Page 154: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

154

l’austerità non aveva prodotto l’auspicato aumento di produttività nelle aziende e che i problemi

economici andavano risolti in un’altra maniera: certamente non eliminando alcuni giorni di festività

che, in ogni caso, devono poi essere pagati oppure recuperati e, quindi, aggiunti al periodo delle

ferie ordinarie.

Si può inoltre prevedere un aumento delle attività di svago e di turismo se le ricorrenze si

abbinano ai fine settimana, il che può incidere positivamente sullo sviluppo economico del Paese.

Nel 1985, dunque, è stata reintrodotta la festività dell’Epifania, mentre nel 2001 una

mobilitazione forte da parte dell’opinione pubblica ha condotto al ripristino della festa nazionale

della RepubblIca.

La reintroduzione delle festività soppresse è da considerare con favore alla luce del fatto che esse

appartengono alla nostra cultura, al patrimonio religioso di tanti cittadini, oltre che alla nostra

storia: tali ricorrenze devono poter essere celebrate anche con effetti civili da tutti gli italiani, così

come avviene in molti Paesi europei, e sul loro significato intrinseco sarebbe auspicabile un’attenta

riflessione.

Alla luce delle considerazioni svolte, il presente disegno di legge prevede, all’articolo 1, il

ripristino degli effetti civili delle festività di S. Giuseppe, dell’Ascensione, del Corpus Domini e dei

SS. Apostoli Pietro e Paolo su tutto il territorio nazionale. Inoltre prevede un secondo articolo che

introduce il giorno di lunedì seguente la Pentecoste quale festività agli effetti civili.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Le ricorrenze religiose di San Giuseppe in data 19 marzo e dei SS. Apostoli Pietro e Paolo in

data 29 giugno nonché, alla loro tradizionale cadenza infrasettimanale di giovedì, quelle

dell’Ascensione e del Corpus Domini sono riconosciute festività agli effetti civili.

2. Il primo comma dell’articolo 1 della legge 5 marzo 1977, n. 54, è abrogato.

Art. 2.

1. All’articolo 2, primo comma, della legge 27 maggio 1949, n. 260, sono aggiunte in fine le

seguenti parole: «; il giorno di lunedì dopo Pentecoste».

Art. 3.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 155: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

155

N. 1029 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, MOLINARI, PINZGER e THALER AUSSERHOFER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il

5 novembre 1992

———–

Onorevoli Senatori. – La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie è stata redatta in seno al

Consiglio d’Europa e aperta alla firma a Strasburgo il 5 novembre 1992. Fino ad oggi risulta

firmata da 32 Stati membri del Consiglio d’Europa, con lo scopo di tutelare le lingue storiche

regionali o minoritarie d’Europa che rischiano purtroppo di scomparire.

Il trattato, in vigore dal 1º marzo 1998 dopo il raggiungimento delle cinque ratifiche previste,

risulta ratificato solo da 20 Stati, mentre i restanti 12 non hanno ancora avviato o esaurito le

procedure allo scopo previste.

Il diritto ad usare una lingua regionale e minoritaria nella vita, sia pubblica che privata,

rappresenta un diritto inalienabile dell’uomo, previsto nel Patto internazionale relativo ai diritti

civili e politici adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966, e reso esecutivo ai

sensi della legge 25 ottobre 1977, n. 881, e in conformità anche alla Convenzione per la

salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950,

resa esecutiva dalla legge 4 agosto 1955, n. 848.

L’Italia ha firmato il trattato sei anni fa, esattamente il 27 giugno 2000, ma non ha ancora

approvato lo strumento di ratifica. Durante la scorsa legislatura, il Senato della Repubblica

purtroppo non è riuscito a concludere l’iter legislativo.

Il presente disegno di legge ripropone il testo già approvato in prima lettura dalla Camera dei

deputati (atto Camera n. 1723, atto Senato n. 2545 – XIV legislatura).

La Carta chiarisce quali debbano essere gli obiettivi e i princìpi ai quali gli Stati firmatari sono

tenuti ad adeguare la propria politica legislativa. Prima di tutto, riconoscere le lingue regionali

come espressione di ricchezza culturale; rispettare l’area geografica di ciascuna lingua regionale o

minoritaria; agevolare e incoraggiare l’uso, orale e scritto, delle lingue in questione, sia nella vita

privata che in quella pubblica; prevedere forme e mezzi per l’insegnamento e lo studio di queste

lingue, nonché promuovere studi e ricerche nelle università o presso istituti equivalenti.

Il recepimento della Carta è una delle condizioni richieste dalle istituzioni europee, segnatamente

dal Consiglio d’Europa, per l’adesione di nuovi Paesi al contesto comunitario, ed è quindi

opportuno che un Paese fondatore del Consiglio d’Europa, quale è l’Italia, provveda sollecitamente

all’esecuzione di questo importante strumento internazionale; va dato atto peraltro che l’Italia,

ancora prima di sottoscrivere la Carta nel 2000, ne aveva già dato di fatto un’attivazione

sostanziale, approvando la legge 15 dicembre 1999, n. 482.

Vista l’importanza del disegno di legge, ormai non più procrastinabile, auspichiamo un rapido

svolgimento e la conclusione dell’iter parlamentare della presente iniziativa legislativa di ratifica.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare la Carta europea delle lingue regionali

o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992, di seguito denominata «Carta».

Page 156: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

156

Art. 2.

1. Piena ed intera esecuzione è data alla Carta, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore,

in conformità a quanto disposto dall’articolo 19 della Carta stessa.

Art. 3.

1. Ai fini di quanto previsto dall’articolo 2, paragrafo 2, e dall’articolo 3, paragrafo 1, della

Carta, e a decorrere dalla data di cui all’articolo 2 della presente legge, le disposizioni della Carta

stessa si applicano su tutto il territorio nazionale alle lingue regionali o minoritarie di cui

all’articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, nei termini indicati nell’allegato A alla presente

legge.

Art. 4.

1. Ai fini di quanto previsto dall’articolo 4 della Carta, sono comunque fatte salve eventuali

disposizioni nazionali vigenti più favorevoli.

Art. 5.

1. In attuazione dell’articolo 11, paragrafo 1, lettera a), della Carta, in occasione del prossimo

rinnovo del contratto di servizio tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del

servizio pubblico radiotelevisivo sono introdotte misure dirette ad assicurare, anche attraverso

l’utilizzo di frequenze dedicate, la diffusione delle lingue friulana e sarda, senza nuovi o maggiori

oneri a carico del bilancio dello Stato.

Art. 6.

1. È istituita, senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica, la Consulta Stato-minoranze

linguistiche, di seguito denominata «Consulta», composta dal presidente o dall’assessore delegato

di ciascuna regione o provincia in cui risiede una minoranza linguistica riconosciuta ai sensi della

legge 15 dicembre 1999, n. 482, da due rappresentanti dell’Associazione nazionale dei comuni

italiani e da due rappresentanti dell’Unione delle province d’Italia, scelti fra i rappresentanti degli

enti che abbiano nel proprio territorio una minoranza linguistica, nonché da sei rappresentanti delle

amministrazioni statali designati dal Presidente del Consiglio dei ministri, fra gli appartenenti alle

amministrazioni maggiormente interessate, e da un rappresentante per ogni associazione

comparativamente più rappresentativa di almeno due minoranze linguistiche riconosciute.

2. La Consulta è periodicamente convocata, almeno due volte l’anno, dal presidente della

Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di

Bolzano, che la presiede.

3. La Consulta esercita la vigilanza in ambito nazionale sul rispetto dei princìpi della Carta e

della legislazione nazionale in materia. La Consulta propone al Governo il rapporto di cui

all’articolo 15 della Carta e trasmette al Governo apposite relazioni annuali da inviare al

Parlamento e ai consigli regionali delle zone di appartenenza delle singole minoranze interessate.

La Consulta esprime pareri e formula proposte al Governo e alle regioni in materia di tutela delle

minoranze linguistiche.

Art. 7.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Allegato A

(articolo 3)

DISPOSIZIONI DELLA CARTA EUROPEA

DELLE LINGUE REGIONALI O MINORITARIE

Articolo 8, paragrafo 1:

a(i): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

Page 157: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

157

b(i): lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige e slovene;

b(ii): lingua delle popolazioni parlanti il francese;

b(iii): lingua delle popolazioni parlanti il ladino;

b(iv): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche (con esclusione di quelle

dell’Alto Adige), greche, croate e di quelle parlanti il franco-provenzale, il friulano, l’occitano e il

sardo;

c(i): lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige e slovene;

c(ii): lingua delle popolazioni parlanti il francese;

c(iii): lingua delle popolazioni parlanti il ladino;

c(iv): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche (con esclusione di quelle

dell’Alto Adige), greche, croate e di quelle parlanti il franco-provenzale, il friulano, l’occitano e il

sardo;

d(i): lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige e slovene;

d(ii): lingua delle popolazioni parlanti il francese;

d(iii): lingua delle popolazioni parlanti il ladino;

f(ii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

f(iii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

g: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

h: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

i: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 9, paragrafo 1:

a(i): lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige;

a(ii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

a(iii): lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige e slovene;

a(iv): lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige;

b(i): lingue delle popolazioni germaniche e ladine dell’Alto Adige;

b(ii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

b(iii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

c(i): lingue delle popolazioni germaniche e ladine dell’Alto Adige;

c(ii): lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige;

c(iii): lingue delle popolazioni germaniche e ladine dell’Alto Adige;

d: lingue delle popolazioni germaniche e ladine dell’Alto Adige.

Articolo 9, paragrafo 2:

c: lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige, slovene e di quelle parlanti il

francese e il ladino.

Articolo 10, paragrafo 1:

a(i): lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige;

a(ii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

a(iii): lingue delle popolazioni slovene e di quelle parlanti il ladino;

a(iv): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche (con esclusione di quelle

dell’Alto Adige), greche, croate e di quelle parlanti il franco-provenzale, il friulano, l’occitano e il

Page 158: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

158

sardo;

b: lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige, slovene e di quelle parlanti il

francese e il ladino;

c: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 10, paragrafo 2:

a: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

b: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

c: lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige e di quelle parlanti il francese;

d: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

e: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

f: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

g: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 10, paragrafo 3:

a: lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige e di quelle parlanti il francese;

b: lingue delle popolazioni slovene e di quelle parlanti il ladino.

Articolo 10, paragrafo 4:

a: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

b: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

c: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 10, paragrafo 5:

lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle

parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 11, paragrafo 1:

a(i): lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige, slovene e di quelle parlanti il

francese e il ladino;

a(iii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche (con esclusione di quelle

dell’Alto Adige), greche e di quelle parlanti il friulano e il sardo;

b(ii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

c(ii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

d: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

e(i): lingue delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige e slovene e di quelle parlanti il

francese e il ladino;

e(ii): lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche (con esclusione di quelle

dell’Alto Adige), greche, croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il

ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 11, paragrafo 2:

Page 159: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

159

lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle

parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 11, paragrafo 3:

lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle

parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 12, paragrafo 1:

a: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

b: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

c: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

d: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

e: lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige;

f: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

g: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

h: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 12, paragrafo 3:

lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle

parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 13, paragrafo 1:

c: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Articolo 13, paragrafo 2:

a: lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige;

b: lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige;

c: lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige;

d: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo;

e: lingua delle popolazioni germaniche dell’Alto Adige.

Articolo 14:

a: lingue delle popolazioni slovene e croate;

b: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di

quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

Page 160: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

160

N. 1030 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PERRIN, MOLINARI, PINZGER e THALER

AUSSERHOFER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l’elezione dei membri del Parlamento

europeo spettanti all’Italia

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge è dettato dall’esigenza di tutelare le minoranze

etniche e linguistiche, fortemente penalizzate dalle disposizioni vigenti per l’elezione dei membri

del Parlamento europeo spettanti all’Italia. Nemmeno le minoranze numericamente più forti

riescono infatti a raggiungere il quoziente per poter eleggere un proprio rappresentante a

Strasburgo. Il quoziente è di circa 400.000 voti, mentre la popolazione tedesco-ladina a Bolzano

conta circa 300.000 persone e la popolazione francofona nella Valle d’Aosta conta circa 90.000

elettori.

Anche se l’articolo 12, nono comma, della legge 24 gennaio 1979, n. 18, prevede la possibilità di

collegamento con altri partiti che si presentano a livello nazionale, tale possibilità non garantisce

l’eguaglianza sostanziale richiesta dall’articolo 3 della Costituzione e tanto meno corrisponde al

dettato dell’articolo 6 della stessa Carta, secondo il quale la Repubblica italiana deve tutelare le

minoranze linguistiche con norme specifiche.

Il presente disegno di legge mira proprio all’introduzione di tale meccanismo di tutela, volendo

evitare cioè che il collegio elettorale di una piccola regione venga allargato, con la conseguente

messa in minoranza della popolazione francofona e, rispettivamente, di quella ladino-tedesca.

Da qui la necessità di istituire un proprio collegio elettorale a tutela delle specificità linguistiche

delle zone interessate.

In Belgio, nel 1996, è stata creata una circoscrizione a se stante per il territorio ove risiede la

minoranza germanofona, al fine di favorire l’elezione di un suo rappresentante al Parlamento

europeo.

Sarebbe un segnale molto positivo, anche per l’immagine dell’Italia all’estero, se il Parlamento

cogliesse l’occasione per assegnare un certo numero di seggi alle minoranze etniche, seguendo così

l’esempio del Belgio.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. All’articolo 2 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, e successive modificazioni, sono apportate le

seguenti modifiche:

a) dopo il primo comma è inserito il seguente:

«La provincia autonoma di Bolzano e la regione autonoma Valle d’Aosta formano

rispettivamente una circoscrizione elettorale»;

b) è aggiunto, in fine, il seguente comma:

«Alla provincia autonoma di Bolzano e alla regione autonoma Valle d’Aosta è assegnato

rispettivamente un rappresentante».

Art. 2.

1. Al nono comma dell’articolo 12 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, le parole: «di lingua

francese della Valle d’Aosta, di lingua tedesca della provincia di Bolzano e» sono soppresse.

Page 161: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

161

Art. 3.

1. Al secondo comma dell’articolo 21 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, è aggiunto, in fine, il

seguente periodo: «Il seggio, rispettivamente, della circoscrizione della provincia autonoma di

Bolzano e della circoscrizione della regione autonoma Valle d’Aosta è attribuito alla lista che ha

ottenuto la maggiore cifra elettorale circoscrizionale».

Art. 4.

1. La tabella A allegata alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, e successive modificazioni, è sostituita

dalla tabella A di cui all’allegato alla presente legge.

Allegato

(vedi articolo 5)

«Tabella A

CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI

CIRCOSCRIZIONI CAPOLUOGO

DELLA

CIRCOSCRIZIONE

I Italia nord-occidentale (Piemonte, Luguria, Lombardia) Milano

II Italia nord-orientale (Veneto, provincia autonoma di Trento, Friuli-

Venezia Giulia, Emilia-Romagna)

Venezia

III Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio) Roma

IV Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata,

Calabria)

Napoli

V Italia insulare (Sicilia, Sardegna) Palermo

VI Valle d’Aosta Aosta

VII Provincia autonoma di Bolzano Bolzano

».

Page 162: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

162

N. 1031 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PINZGER e THALER AUSSERHOFER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Disciplina del lavoro occasionale in agricoltura

———–

Onorevoli Senatori. – L’agricoltura, settore fondamentale dell’economia italiana, risente purtroppo

di una normativa in materia di rapporti di lavoro che non tiene in considerazione alcune peculiarità

di questo comparto. Primo fra tutti, il problema della necessità di personale non omogenea nell’arco

dei dodici mesi, ma concentrata solo in alcuni periodi dell’anno come quelli della vendemmia, della

raccolta delle olive e della frutta, della fienagione, di alcune operazioni colturali e della gestione

degli alpeggi, nel periodo estivo; quindi, una realtà con un forte carattere di stagionalità che

richiede un’elevata percentuale di manodopera concentrata in brevi intervalli di tempo.

Un settore di questo genere necessita di una normativa adeguata che si faccia carico di queste

esigenze garantendo una flessibilità occupazionale, nonché un alleggerimento degli oneri

contributivi e burocratici attualmente troppo gravosi specialmente per le piccole aziende agricole a

gestione familiare. Queste ultime hanno sempre supplito a queste «emergenze agricole» chiamando

a raccolta amici, parenti e conoscenti che, ben lieti di trascorrere qualche giorno in campagna,

magari a vendemmiare, accettavano ottenendo in cambio solo ospitalità, una bella cena tra amici

oppure un omaggio di prodotti dell’azienda. Per la normativa in vigore queste prestazioni

rappresentano forme di lavoro subordinato che, se non inquadrate nelle complesse procedure

previste dal nuovo registro d’impresa, rischiano di essere considerate «lavoro nero».

Il presente disegno di legge mira a introdurre il rapporto di lavoro occasionale nel settore

agricolo, semplificando le procedure di reperimento di manodopera.

Con l’articolo 1 si definisce l’ambito di applicazione della legge, cosa si intende per lavoro

occasionale, in quali periodi può svolgersi, che durata può avere e le categorie di personale che

possono accedervi.

L’articolo 2 stabilisce gli adempimenti ai quali si devono attenere i datori di lavoro nei casi di

lavoro occasionale: comunicazione in via telematica alle sedi dell’Istituto nazionale della

previdenza sociale (INPS) territorialmente competenti, le quali poi provvedono alla trasmissione

delle comunicazioni al centro dell’impiego e all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli

infortuni sul lavoro (INAIL), stipula di polizza sulla responsabilità civile per infortunio e morte,

rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro e contributo del 10 per cento a favore dell’INPS.

Le retribuzioni minime sono definite sulla base di criteri stabiliti a livello provinciale fra le

organizzazioni di categoria. Inoltre, in questo articolo, si stabilisce che le retribuzioni per alcuni

lavori occasionali non sono soggette a ritenute Irpef e non costituiscono base di calcolo

relativamente all’imposta regionale sulle attività produttive, mentre si stabilisce che la ritenuta Irpef

per i lavori di alpeggio è fissata al 50 per cento dell’aliquota.

L’articolo 3 precisa che i redditi in oggetto sono cumulabili con i redditi derivanti da trattamenti

pensionistici e che i titolari di indennità di disoccupazione o di cassa integrazione dovranno

comunicare all’ente erogatore il netto mensile percepito con il lavoro occasionale, affinché dalla

indennità sia detratto un terzo della retribuzione percepita ai sensi delle disposizioni della legge.

Vista l’importanza del disegno di legge se ne auspica una rapida approvazione.

Page 163: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

163

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Definizione di lavoro occasionale

in agricoltura)

1. Ai fini della presente legge si considerano rapporti di lavoro occasionale in agricoltura i

rapporti di lavoro tra un imprenditore agricolo o un coltivatore diretto e il personale assunto per:

a) l’espletamento dei lavori nei periodi di raccolta dei prodotti agricoli di cui al comma 2,

nonché per fare fronte a comprovate situazioni di temporanea inabilità al lavoro da parte

dell’imprenditore agricolo o del coltivatore diretto;

b) lavori agricoli di allevamento estensivo in alpeggio nel periodo di cui al comma 3.

2. Per periodi di raccolta dei prodotti agricoli si intendono la vendemmia, la raccolta delle olive e

della frutta e le fasi di fienagione, di potatura e di dirado manuale della vite, nonché situazioni di

particolari emergenze agricole.

3. Per lavori agricoli di allevamento estensivo in alpeggio si intende l’attività zootecnica che si

esplica con transumanza del bestiame in montagna, oltre i 1.000 metri di altitudine, nel periodo tra

il 15 maggio e il 15 ottobre di ogni anno.

4. Il rapporto di lavoro occasionale di cui alla lettera a) del comma 1 ha una durata massima di

cinquanta giornate lavorative annue per dipendente.

5. Il rapporto di lavoro occasionale di cui alla lettera b) del comma 1 ha una durata massima di

centoventi giornate lavorative annue per dipendente.

6. Il personale assunto ai sensi del presente articolo, ad eccezione del personale assunto per fare

fronte a comprovate situazioni di temporanea inabilità da parte dell’imprenditore agricolo o del

coltivatore diretto, deve essere reperito nelle seguenti categorie: studenti, casalinghe, pensionati,

disoccupati, lavoratori in cassa integrazione guadagni, soggetti portatori di handicap o provenienti

da centri di recupero, lavoratori impiegati in altre attività nonché lavoratori stranieri provenienti da

Paesi comunitari o extracomunitari.

7. I lavoratori provenienti da Paesi extracomunitari assunti ai sensi del presente articolo non sono

computati ai fini delle quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro

subordinato stabilite annualmente ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del testo unico delle

disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero,

di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni.

8. Le reciproche prestazioni tra imprenditori nonché l’utilizzo di parenti e affini fino al quinto

grado sono esclusi dall’applicazione del presente articolo e non sono soggetti ad alcun obbligo di

legge.

Art. 2.

(Adempimenti a carico

del datore di lavoro)

1. Il datore di lavoro comunica l’avvenuta assunzione del personale di cui all’articolo 1 secondo

le modalità previste dall’articolo 01, comma 9, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito,

con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81.

2. Per il personale assunto ai sensi dell’articolo 1 deve essere stipulata una polizza sulla

responsabilità civile per infortunio e morte, con una compagnia assicurativa autorizzata

all’esercizio dell’attività sul territorio nazionale, secondo i massimali annualmente determinati

dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

3. Il datore di lavoro è tenuto a osservare la normativa vigente sulla sicurezza negli ambienti di

lavoro.

4. La retribuzione giornaliera minima per il lavoro occasionale in agricoltura è determinata in

base ai contratti collettivi provinciali integrativi di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti.

5. Sulla retribuzione corrisposta al personale di cui all’articolo 1 della presente legge è dovuto un

contributo nella misura del 10 per cento, riducibile ai sensi delle disposizioni di cui al comma 5

Page 164: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

164

dell’articolo 9 della legge 11 marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni, a favore della gestione

di previdenza agricola dell’Istituto nazionale della previdenza sociale. Tale contributo è da versare

in soluzione unica entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui è stata effettuata la

prestazione lavorativa.

6. Le retribuzioni per lavoro occasionale in agricoltura per i lavoratori di cui alla lettera a) del

comma 1 dell’articolo 1 non sono soggette a ritenute ai fini dell’imposta sul reddito delle persone

fisiche e non costituiscono base di calcolo relativamente all’imposta regionale sulle attività

produttive.

7. Le retribuzioni per lavoro occasionale in agricoltura per i lavoratori di cui alla lettera b) del

comma 1 dell’articolo 1 sono soggette a ritenute ai fini dell’imposta sul reddito delle persone

fisiche nella misura del 50 per cento dell’aliquota corrente per il periodo d’imposta di riferimento e

non costituiscono base di calcolo relativamente all’imposta regionale sulle attività produttive.

8. Il datore di lavoro per i lavori di cui alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 1, salvo quanto

previsto dalla presente legge, è esonerato da ogni altro adempimento nei confronti delle pubbliche

amministrazioni.

Art. 3.

(Cumulabilità dei redditi)

1. I redditi da lavoro occasionale in agricoltura di cui alla presente legge sono cumulabili con i

redditi derivanti da ogni altro trattamento pensionistico o di quiescenza.

2. I disoccupati iscritti nelle liste di collocamento e i lavoratori in cassa integrazione guadagni

sono tenuti a comunicare l’avvenuta instaurazione del rapporto di lavoro occasionale in agricoltura

e la remunerazione netta percepita all’ente che eroga l’indennità di disoccupazione o di cassa

integrazione, che provvede a detrarre, il mese successivo alla comunicazione, dall’indennità un

importo pari ad un terzo della retribuzione netta di lavoro occasionale percepita dall’interessato.

Art. 4.

(Lavoro interinale in agricoltura)

1. Le imprese di somministrazione di lavoro temporaneo possono applicare sulle retribuzioni dei

lavoratori interinali occupati in agricoltura le riduzioni contributive ai sensi delle disposizioni di cui

al comma 5 dell’articolo 9 della legge 11 marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni.

Art. 5.

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 165: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

165

N. 1032 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PINZGER e THALER AUSSERHOFER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Modifica all’articolo 13 dello Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia, di cui alla legge

costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, in materia di elezione di Consiglio regionale

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge costituzionale è dettato dalla necessità di

mantenere e salvaguardare le diverse identità regionali, garantendo a ciascun ente territoriale la

facoltà di determinare autonomamente il proprio sistema elettorale. In una prospettiva federale,

democratica e pluralistica, la libera determinazione della propria legge elettorale è un principio

fondamentale, dal quale non si può prescindere.

Nel quadro della specifica realtà giuridica giuliana, la presente proposta mira poi a garantire alla

minoranza slovena stanziata sul territorio del Friuli Venezia Giulia il diritto a venire comunque

rappresentata a livello regionale.

Molti sistemi elettorali infatti, rendono molto arduo, se non addirittura impossibile, l’elezione di

candidati appartenenti alla minoranza, tenendo soprattutto conto del fatto che la stessa non è

concentrata sul territorio.

L’esclusione degli appartenenti alla minoranza dagli organi elettivi regionali comporta,

naturalmente, un peggioramento della situazione degli sloveni in Friuli Venezia Giulia, facendo

mancare loro la possibilità di un dialogo democratico nelle istituzioni.

Alla luce di tali considerazioni, si propone la presente modifica dell’articolo 13 dello Statuto del

Friuli Venezia Giulia.

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

Art. 1.

1. Il primo comma dell’articolo 13 dello Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia, di

cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, e successive modificazioni, è sostituito dal

seguente:

«Il Consiglio regionale è eletto a suffragio universale diretto, libero, uguale e segreto, secondo le

norme stabilite con legge regionale, che deve garantire l’elezione di almeno un rappresentante della

minoranza slovena».

Page 166: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

166

N. 1033 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, THALER AUSSERHOFER e PINZGER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Modifica dell’articolo 52 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, in materia di composizione della

Commissione parlamentare per le questioni regionali

———–

Onorevoli Senatori. – La legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche al titolo V

della parte seconda della Costituzione, all’articolo 11 disciplina la possibilità di integrare la

composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali con i rappresentanti delle

regioni, delle province autonome e degli enti locali, nell’attesa della revisione delle norme del titolo

I della parte seconda della Costituzione.

Con il presente disegno di legge si intende dare attuazione alla norma contenuta nel citato testo

di riforma della Costituzione.

La Commissione parlamentare per le questioni regionali, prevista dalla Costituzione all’articolo

126, è disciplinata dall’articolo 52 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, e dall’articolo 32 della legge

28 ottobre 1970, n. 775, che ha aumentato a quaranta unità i componenti della Commissione (venti

deputati e venti senatori, designati dalle due Camere con criteri di proporzionalità).

Il testo che si propone si basa su una concezione paritaria che vede la Commissione integrata da

un rappresentante per ciascuna delle regioni e delle province autonome e da diciotto rappresentanti

dei comuni e delle province.

Le designazioni sono effettuate liberamente da ciascuna regione e provincia autonoma tra i

consiglieri e i deputati regionali in carica, mentre per quanto riguarda la nomina dei rappresentanti

dei comuni e delle province viene mantenuta la formula attualmente utilizzata per la designazione

dei rispettivi rappresentanti presso la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e

le province autonome di Trento e di Bolzano, i cui membri sono designati e revocati

dall’Associazione nazionale dei comuni italiani e dall’Unione delle province d’Italia.

Le cause di incompatibilità previste per la carica di deputato e di senatore vengono estese anche

ai rappresentanti delle regioni, delle province autonome e degli enti locali, ad eccezione di quelle

derivanti dalla carica di sindaco, di presidente della provincia, di consigliere e deputato regionale,

di consigliere della provincia autonoma.

Viene, inoltre, estesa ai rappresentanti delle regioni e delle province autonome l’insindacabilità

delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle funzioni previste ai sensi del citato

articolo 11 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

All’articolo 2 si prevede l’abrogazione dell’articolo 32 della legge 28 ottobre 1970, n. 775,

mentre l’articolo 3 prevede che la composizione della Commissione parlamentare per le questioni

regionali resti disciplinata dalle nuove disposizioni, sino alla modificazione dei regolamenti della

Camera dei deputati e del Senato della Repubblica ai sensi del comma 1 dell’articolo 11 della legge

costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

Vista l’importanza della questione si auspica una rapida approvazione della presente iniziativa

legislativa.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

Page 167: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

167

1. L’articolo 52 della legge 10 febbraio 1953, n. 62, e successive modificazioni, è sostituito dal

seguente:

«Art. 52. – (Commissione parlamentare per le questioni regionali). – 1. La Commissione

parlamentare per le questioni regionali prevista dall’articolo 126, primo comma, della Costituzione,

di seguito denominata «Commissione», è composta da venti deputati e da venti senatori designati

dalle due Camere con criteri di proporzionalità. Essi rimangono in carica per la durata della

legislatura.

2. La Commissione elegge nel proprio seno il presidente, due vicepresidenti e due segretari.

3. Per le funzioni stabilite dai Regolamenti parlamentari ai sensi dell’articolo 11 della legge

costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, la Commissione è integrata da un rappresentante per ciascuna

delle regioni e delle province autonome e da diciotto rappresentanti dei comuni e delle province.

4. Ciascuna regione e ciascuna provincia autonoma nomina e revoca il proprio rappresentante tra

i consiglieri e i deputati regionali in carica.

5. Dei rappresentanti dei comuni e delle province fanno parte tredici sindaci designati e revocati

dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e cinque presidenti di provincia designati e

revocati dall’Unione delle province d’Italia. Dei tredici sindaci designati dall’ANCI quattro

rappresentano le città individuate dall’articolo 22, comma 1, del testo unico delle leggi

sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e due sono

designati fra i sindaci dei comuni la cui popolazione è inferiore a mille abitanti.

6. Ai rappresentanti delle regioni, delle province autonome e degli enti locali si estendono le

cause di incompatibilità disposte per la carica di senatore e di deputato, ad eccezione delle cause di

incompatibilità derivanti dalla carica di sindaco, di presidente della provincia, di consigliere e

deputato regionale, di consigliere della provincia autonoma. Le Camere giudicano dei titoli di

ammissione e delle cause sopraggiunte di incompatibilità ai sensi dell’articolo 66 della

Costituzione.

7. I rappresentanti delle regioni, delle province autonome e degli enti locali non possono essere

chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle funzioni esercitate

ai sensi dell’articolo 11 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3.

8. Per l’espletamento dei suoi compiti la Commissione utilizza personale, comprese eventuali

collaborazioni esterne, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle

Camere, di intesa tra loro».

Art. 2.

1. L’articolo 32 della legge 28 ottobre 1970, n. 775, è abrogato.

Art. 3.

1. Sino a quando i regolamenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica non

esercitino la potestà di cui all’articolo 11 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, la

composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali è disciplinata dalla

presente legge.

Art. 4.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 168: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

168

N. 1034 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PINZGER e THALER AUSSERHOFER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Ratifica ed esecuzione della Convenzione n. 169 su popoli indigeni e tribali, adottata a Ginevra il

27 giugno 1989 dalla Conferenza generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL)

–———

Onorevoli Senatori. – Trecento milioni di persone, tra il 4 e il 5 per cento della popolazione

mondiale, appartengono a popoli, nazioni, tribù o comunità che vivono spesso in stretto contatto

con la natura in qualità di antichi abitatori delle loro terre. Spesso questi popoli sono vittime di

sfruttamento, repressione, discriminazione e sottrazione delle basi della loro esistenza da parte degli

Stati sul cui territorio essi abitano. Il 75 per cento di tutte le materie prime non rinnovabili si trova

sulle terre dei popoli indigeni e gli Stati dell’occidente industrializzato partecipano a quasi tutti i

megaprogetti di sfruttamento relativi alle terre degli indigeni. La Convenzione C 169, fatta a

Ginevra il 27 giugno 1989 nell’ambito dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL),

organizzazione di settore delle Nazioni Unite (di cui fanno parte, accanto ai Governi, anche

rappresentanti degli imprenditori e dei lavoratori) è finora l’accordo internazionale più completo

riguardante la tutela dei popoli indigeni. Tale Convenzione è stata sottoscritta soltanto da

diciassette dei 178 Stati membri dell’OIL. Le potenze industriali dell’Occidente, tra cui anche

l’Italia e la Germania, hanno dichiarato che la Convenzione non li riguarda, in quanto sul loro

territorio non vivono popoli indigeni. Attraverso progetti di cooperazione e di sviluppo con gli Stati

del sud, in realtà, gli Stati europei hanno una grandissima influenza sul destino dei popoli indigeni.

Ciò vale soprattutto nell’epoca della «globalizzazione».

Se gli Stati dell’occidente ratificassero questa Convenzione, sarebbero costretti a conformare alle

sue norme la propria politica estera. Per questo motivo i rappresentanti dei popoli indigeni chiedono

nuovamente che anche l’Italia, e con essa gli altri Stati d’Europa, aderiscano al gruppo degli Stati

sottoscrittori. La Convenzione OIL 169 è una rielaborazione della Convenzione OIL 107 del 1957,

anch’essa dedicata alla tutela dei popoli indigeni, ratificata da 27 Stati. La sua revisione si deve alle

critiche degli interessati. Secondo queste critiche, lo scopo della Convenzione OIL 107, cioè

l’integrazione dei popoli indigeni nelle società maggioritarie, dovrebbe cedere il passo ad un

concetto di ampia autodeterminazione. All’elaborazione della Convenzione OIL 169 hanno

collaborato, seppure indirettamente, i rappresentanti di numerosi popoli indigeni. Tuttavia uno dei

suoi limiti più gravi sta nella necessità di approvazione e ratifica della Convenzione medesima da

parte dei Parlamenti nazionali dei singoli Stati.

La Convenzione OIL 169 mette per iscritto i diritti fondamentali dei popoli indigeni e tribali e

impone agli Stati sottoscrittori degli obblighi di ampia portata. In sette articoli si occupa

specificamente delle questioni della proprietà fondiaria e dello sfruttamento delle materie prime; di

questioni, cioè, d’importanza vitale per molti popoli indigeni. L’accordo riconosce, specificamente,

agli articoli 2 e 3, la piena garanzia dei diritti umani e delle libertà fondamentali senza

discriminazioni; all’articolo 4 il diritto all’identità culturale e il diritto alle strutture e alle tradizioni

comunitarie; all’articolo 6 il diritto alla partecipazione dei popoli interessati alle decisioni che li

riguardano e il diritto alla definizione del proprio futuro; agli articoli 7, 8 e 9 l’uguaglianza di fronte

all’amministrazione e alla giustizia; agli articoli 13 e 19 il diritto alla terra e alle risorse; all’articolo

20 il diritto all’occupazione ed a condizioni di lavoro adeguate; all’articolo 21 il diritto alla

formazione.

Page 169: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

169

Fino ad oggi la Convenzione è stata ratificata dai Parlamenti dei seguenti 17 Stati:

Norvegia (il 19 giugno 1990); Messico (il 5 settembre 1990); Colombia (il 7 agosto 1991);

Bolivia (1’11 dicembre 1991); Costa Rica (il 2 aprile 1993); Paraguay (il 10 agosto 1993); Perù (il

2 febbraio 1994); Honduras (il 28 marzo 1995); Danimarca (il 22 febbraio 1996); Guatemala (il 5

giugno 1996); Olanda (il 2 febbraio 1998); Fiji (il 3 marzo 1998); Ecuador (il 15 maggio 1998);

Argentina (il 3 luglio 2000); Repubblica Bolivariana del Venezuela (il 22 maggio 2002); Dominica

(il 25 giugno 2002); Brasile (il 25 luglio 2002). Negli Stati sottoscrittori si possono constatare

alcuni sviluppi positivi: lo Stato boliviano, per esempio, con una modifica costituzionale ha

affermato la propria natura multietnica e multiculturale e ha riconosciuto il diritto dei popoli

indigeni alla partecipazione alle decisioni che li riguardano. Il Messico ha disposto che nei processi

penali siano prese in considerazione le consuetudini dei popoli indigeni. Peraltro, l’OIL ha preso

atto di gravi abusi nei confronti dei lavoratori indigeni del Messico e ha fatto pressioni per un

miglioramento della situazione. Risultati assolutamente positivi si registrano invece in Norvegia,

ove è stato istituito il Parlamento del popolo indigeno dei Saami, che partecipa a tutte le decisioni

riguardanti tale popolo. Al Parlamento dei Saami è trasmesso anche, per un giudizio, il rapporto

norvegese sullo stato dell’applicazione della Convenzione. I Paesi Bassi hanno ratificato la

Convenzione nel 1998. Questo Stato ha già dichiarato che si atterrà ai criteri stabiliti dalla

Convenzione per quanto riguarda i voli militari a bassa quota sul Labrador in Canada ed il

commercio del legname tropicale. Nel Parlamento austriaco, invece, i tentativi di adesione sono

regolarmente falliti. Sebbene solo pochi Stati abbiano finora ratificato la Convenzione OIL n. 169,

l’influsso di questo strumento si estende su di una più vasta cerchia di Stati. Ad esempio, la Duma

russa ha chiesto all’OIL una consulenza per una possibile nuova legislazione riguardante i popoli

indigeni di quel Paese. A non tacere del Cile, il cui Presidente ha fissato un termine per rivedere le

politiche esistenti a tutela dei popoli indigeni. Con molta probabilità la Convenzione sarà ratificata

in breve tempo. Da parte indigena, la Convenzione è stata generalmente accolta con favore.

Sebbene le siano imputate anche parziali tendenze assimilatorie, la Convenzione è vista con favore,

riscontrando in essa, in generale, evidenti progressi rispetto alla versione precedente. Questo

trattato chiarisce che in nessun caso un trattamento particolare dei popoli indigeni in ambiti

specifici deve condurre ad una sorta di apartheid. Gli appartenenti ai popoli indigeni hanno sì il

diritto alla propria cultura, ma non possono in nessun caso essere costretti alla tradizionale vita

tribale. L’articolo 8 garantisce loro la possibilità di scegliere il proprio modo di vita. Sotto molti

aspetti la Convenzione OIL 169 è troppo generica e lascia molti spazi all’interpretazione. Ciò

dipende anche dal fatto che il trattato deve valere per tutti i popoli indigeni, le cui condizioni

effettive sono anche molto diverse. Agli Stati che non vogliano applicare con serietà la

Convenzione si presentano pertanto molte scappatoie per eluderne le disposizioni.

Un altro punto critico è il fatto che ai popoli indigeni è sì riconosciuto il diritto ad essere

consultati nei processi decisionali che li riguardano, ma non quello ad una competenza di

codecisione attiva o ad un diritto di veto. Le istanze statali non indigene hanno sempre l’ultima

parola; gli indigeni, cioè, dipendono ancora dalla buona volontà dei governi. Anche se il trattato

sottolinea che le decisioni vanno prese «di comune accordo», si configura qui una posizione

giuridica piuttosto debole.

Nel 1993 anche la Germania ha rifiutato la ratifica della Convenzione OIL 169, affermando che

sul territorio tedesco non vivono popoli indigeni e sostenendo che l’oggetto del trattato non la

riguarda. Identica posizione ha assunto l’Italia nel Consiglio europeo del giugno 2000. In

Germania, in risposta a successive interrogazioni, tale brusco rifiuto è stato in parte mitigato:

secondo tale posizione, per il diritto internazionale non si potrebbe escludere un’adesione della

Germania alla Convenzione, ma ciò «non avrebbe senso». Inoltre, negli ultimi armi vi sono state

delle campagne realizzate da parte di organizzazioni non governative e la visita della Commissione

ONU per i diritti umani. Da questa prospettiva anche la Spagna si sta avvicinando all’adesione.

In realtà l’adesione di numerosi Stati, soprattutto se economicamente potenti, sarebbe invece

importante. Ciò risulta chiaramente considerando la duplice intenzione del trattato, destinato in

Page 170: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

170

primo luogo a regolare i rapporti tra Stati e popoli indigeni; ma anche a contribuire alla creazione di

un elenco di norme di validità universale. Un altro argomento a favore dell’adesione di Stati senza

popoli indigeni è la possibilità di un controllo reciproco tra Stati. Secondo l’articolo 22 dello

Statuto OIL, infatti, gli Stati aderenti alle Convenzioni possono elevare reclami all’OIL. Sebbene

non sia usuale, questo tipo di sanzione permette comunque di avvalersene per presentare petizioni

ed esercitare pressioni di natura politica. Inoltre le organizzazioni non governative avrebbero la

possibilità di pubblicare con regolarità rapporti sullo stato di applicazione della Convenzione.

Poiché la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni finora non è stata

approvata, anche se l’elaborato è stato recentemente discusso dalla Sottocommissione per l’invio

dello stesso al Consiglio ONU per i diritti umani, la Convenzione OIL 169 è tuttora il più ampio e

completo trattato internazionale a garanzia dei diritti dei popoli indigeni. Si tratta di un importante

strumento per assicurare la sopravvivenza dei popoli indigeni di questa terra. Resta da sperare che

anche altri Stati europei la ratifichino, seguendo l’esempio norvegese, danese ed olandese.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare la Convenzione dell’Organizzazione

internazionale del lavoro n. 169 su popoli indigeni e tribali, adottata a Ginevra il 27 giugno 1989.

Art. 2.

1. Piena ed intera esecuzione è data alla Convenzione di cui all’articolo 1 a decorrere dalla data

della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall’articolo 38 della Convenzione

stessa.

Art. 3.

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 50.000 euro per l’anno

2006, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio

triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale»

dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2006, allo scopo

parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le

occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 4.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 171: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

171

N. 1035 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PINZGER e THALER AUSSERHOFER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Modifiche al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n.

773, in materia di riunioni pubbliche

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge prende spunto da due spiacevoli episodi nei quali

i carabinieri hanno denunciato i parroci di due paesi sudtirolesi per omissione dell’avviso al

questore dello svolgimento di una cerimonia religiosa, omissione sanzionata, ancora oggi,

penalmente. Tale denuncia ha avuto ampia risonanza sulla stampa locale e nazionale.

Si intende pertanto modificare e sopprimere alcuni articoli in materia di riunioni pubbliche del

testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, risalenti

all’epoca fascista, ancora vigenti nel nostro ordinamento. Tali disposizioni, se applicate ai giorni

nostri, risultano anacronistiche e fuori dal tempo.

Già la Corte costituzionale, in alcune sentenze ha ampiamente ritenuto parte di queste norme

costituzionalmente illegittime in riferimento all’articolo 17 della Costituzione.

Vogliamo ricordarne una, in particolare, la sentenza n. 45 dell’8 marzo 1957, nella quale la Corte

ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 25 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, nella

parte che implica l’obbligo di avviso, almeno tre giorni prima, al questore dello svolgimento di

cerimonie religiose in luoghi aperti al pubblico.

Con il presente disegno di legge, si chiede la soppressione dello stesso obbligo di preavviso, in

quanto si tratta di un onere burocratico che trovava la sua ragione nelle diffidenze del regime

fascista nei confronti della Chiesa. Attualmente tale disposizione appare decisamente superata.

Riteniamo, inoltre, assolutamente sproporzionato sanzionare penalmente l’omissione del preavviso

per lo svolgimento di riunioni in luogo pubblico.

Fermo restando il principio della necessità del preavviso a cui sono tenuti i promotori, si ritiene

infatti di dovere abolire la sanzione penale per i contravventori, mantenendo invece la sanzione

amministrativa.

La sanzione in questione, come affermato dalla sentenza n. 11 del 10 maggio 1979 della Corte

costituzionale, non si applica a coloro che prendono la parola durante la riunione.

Vista l’importanza e l’attualità della questione si auspica una rapida approvazione del disegno di

legge.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773,

sono apportate le seguenti modificazioni:

a) l’articolo 18 è sostituito dal seguente:

«Art. 18. – 1. I promotori di una riunione in luogo pubblico devono darne avviso, almeno un

giorno prima, al questore.

2. I contravventori sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma

da 100 euro a 400 euro.

3. Il questore, nel caso di omesso avviso ovvero per ragioni di ordine pubblico o di sanità

pubblica, può impedire che la riunione abbia luogo e può, per le stesse ragioni, prescrivere modalità

Page 172: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

172

di tempo e di luogo per la riunione.

4. I contravventori al divieto o alle prescrizioni dell’autorità sono puniti con la sanzione

amministrativa del pagamento di una somma da 200 euro a 400 euro.

5. Non è punibile chi, prima dell’ingiunzione dell’autorità o per obbedire ad essa, si ritira

dalla riunione.

6. Le disposizioni del presente articolo non si applicano alle riunioni elettorali.»;

b) all’articolo 20, le parole da: «avvengono manifestazioni» fino a: «assembramenti predetti»

sono soppresse;

c) l’articolo 21 è abrogato;

d) l’articolo 25 è abrogato.

Page 173: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

173

N. 1036 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PINZGER e THALER AUSSERHOFER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Riduzione dell’aliquota IVA sui prodotti di prima necessità per l’infanzia

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge prende spunto da alcuni dati allarmanti. La

popolazione italiana ha una natalità tra le più basse del mondo, da ormai quasi una generazione.

Come conseguenza, l’Italia va accumulando un imponente «debito» demografico, un debito

facilmente misurabile e comparabile. In Francia, nazione con una popolazione simile a quella

italiana, nel 2002 sono nati 767.000 bambini, in Italia 539.000, il 42 per cento in meno.

Le recentissime proiezioni dell’ONU prevedono che nel 2050 ad avere più di 60 anni sarà il 41

per cento della popolazione italiana e il 33 per cento di quella francese. Secondo l’ISTAT, nei

prossimi 50 anni ci sarà un aumento di 5 milioni di persone con 80 anni e oltre e, nonostante una

non trascurabile immigrazione, una diminuzione di 11 milioni della popolazione con meno di 80

anni.

Le conseguenze sulla struttura sociale, sui meccanismi di solidarietà intergenerazionale, sul

sistema del welfare sono notevoli e si accentueranno nei prossimi decenni. Con queste tendenze

come potrà sopravvivere l’economia e la società italiana?

Le ragioni della denatalità sono di varia natura. Non avere figli può essere una libera scelta della

coppia oppure essere una conseguenza della diminuzione della fecondità. In più, si è affermata la

tendenza di rinviare il momento procreativo, il che riduce inevitabilmente il numero dei figli.

Ma la denatalità in molti casi può anche essere frutto di povertà, soprattutto per quanto riguarda

la decisione di avere un secondo o un terzo figlio. In effetti, il calo complessivo della natalità è

dovuto proprio alla fortissima riduzione dei figli successivi al primo.

In base ai dati forniti recentemente dalla Banca d’Italia, negli ultimi dieci anni si è avuto un

boom dell’indebitamento delle famiglie italiane, che in base a dati aggiornati al settembre dello

scorso anno ha toccato il 30 per cento del PIL contro il 18 per cento del 1996. Il boom

dell’indebitamento dei cittadini, come afferma il Codacons, si è registrato in modo particolare negli

ultimi 4 anni, quando cioè si sono verificati gli aumenti più forti dei prezzi e delle tariffe e le

famiglie sono ricorse sempre più al credito al consumo per arrivare a fine mese, anche per gli

acquisti di media entità.

Occorre mettere in campo tutte quelle misure utili a ridare potere d’acquisto ai redditi delle

famiglie e a sanare la disastrosa situazione che ha portato in un solo anno al raddoppio del business

del credito al consumo, passato da 40 a 80 miliardi di euro.

È dovere, quindi, della politica e del legislatore predisporre misure idonee per alleviare, specie

per le famiglie al di sotto della soglia di povertà e con una sola fonte di reddito, il costo di

omogeneizzati, pannolini, prodotti per l’igiene e quant’altro necessita alla vita dei bambini. Tali

spese, come è noto, incidono in misura rilevante (20 per cento circa) sul bilancio di una famiglia

monoreddito.

Con il presente disegno di legge si propone di ridurre l’imposta sul valore aggiunto su tali

prodotti al 4 per cento in modo da fare scendere i costi da sostenere per i figli fino al secondo anno

d’età.

Page 174: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

174

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Alla tabella A, parte II, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972,

n. 633, e successive modificazioni, è aggiunto, in fine, il seguente numero:

«41-quinquies) pannolini, omogeneizzati, latte in polvere, prodotti per l’igiene, creme contro gli

arrossamenti e le irritazioni della pelle, destinati alla infanzia».

Art. 2.

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 8 milioni di euro annui a

decorrere dall’anno 2006, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento

iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte

corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per

l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le

occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 3.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 175: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

175

N. 1040 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, THALER AUSSERHOFER

e PINZGER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 SETTEMBRE 2006

———–

Disposizioni concernenti l’erogazione anticipata dell’assegno

di mantenimento a tutela del minore

———–

Onorevoli Senatori. – Con il presente disegno di legge si vuole intervenire in materia di prestazioni

assistenziali a favore dei minori. La realtà sociale dell’Italia è marcata da una sempre più crescente

instabilità coniugale, il modello tradizionale familiare viene sfaldato da separazioni e da divorzi

progressivamente aumentati negli ultimi decenni.

I dati ISTAT relativi al 1995 ci parlano di 52.323 separazioni e 27.038 divorzi. Nel 2003 le

separazioni sono state 81.744 e i divorzi 43.856, con un incremento rispettivamente del 2,6 per

cento e del 4,8 per cento in confronto all’anno precedente. Negli ultimi dieci anni entrambi i

fenomeni sono aumentati di circa il 59 per cento.

In altre parole, se nel 1994 si verificavano circa 154 separazioni e 80 divorzi ogni 1.000

matrimoni, dieci anni dopo le proporzioni sono cresciute, arrivando rispettivamente a 266

separazioni e a 139 divorzi ogni 1.000 matrimoni.

La propensione a ricorrere alla separazione o al divorzio non è uniforme sul territorio nazionale:

al Nord si rileva quasi il doppio delle separazioni e dei divorzi rispetto al Mezzogiorno. A livello

regionale, i valori massimi si raggiungono in Valle d’Aosta, in Liguria e nel Lazio. I valori più

bassi si riscontrano in Basilicata e in Calabria.

Il naufragio di tanti matrimoni coinvolge direttamente i figli; nel 2003, il 69,5 per cento delle

separazioni e il 60,4 per cento dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante l’unione.

I figli coinvolti nella crisi coniugale dei propri genitori sono stati, in quell’anno, 90.031 nelle

separazioni e 41.431 nei divorzi. Oltre la metà delle separazioni e oltre un terzo dei divorzi hanno

coinvolto almeno un figlio minore.

Le separazioni e i divorzi con figli minori che nel 2003 si sono concluse prevedendo una

corresponsione monetaria per il loro sostentamento economico costituiscono rispettivamente il 91,2

per cento e 1’89,7 per cento del totale.

Nel 2003, l’importo medio mensile del sostentamento economico a beneficio dei figli minori è

stato pari a 460,30 euro nelle separazioni e a 396,5 euro nei divorzi. Secondo l’ISTAT,

l’ammontare del contributo mensile varia, ovviamente, in base al numero di figli minori, oscillando

mediamente da 382,6 euro nelle separazioni con un minore affidato a 700 euro nelle separaoni con

almeno tre figli minori.

I numeri citati sono impressionanti e dimostrano una situazione di estrema delicatezza per quanto

riguarda i minori. La contribuzione al mantenimento della prole nell’istituto dell’affidamento

esclusivo viene riconosciuta al coniuge affidatario, nella maggior parte dei casi la madre,

economicamente più debole, e purtroppo non sempre viene percepita come un obbligo, ma piuttosto

come una mera facoltà.

Anche nel mutato quadro normativo, il quale prevede l’istituto dell’affidamento condiviso come

regola, il giudice può ancora disporre l’assegno periodico a favore del genitore che sostiene le spese

maggiori. La disciplina proposta con la presente iniziativa legislativa quindi rimane attuale sia per

quei casi di affidamento esclusivo già conclusisi prima dell’entrata in vigore della legge 8 febbraio

2006, n. 54, ove non si chiedesse l’applicazione delle nuove norme, sia per le separazioni ed i

Page 176: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

176

divorzi che si vedono applicati le regole dell’affidamento condiviso.

In quest’ultimo caso la potestà genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. Le decisioni di

maggiore interesse per i figli relative all’istruzione, all’educazione e alla salute sono assunte di

comune accordo tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei

figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice. Limitatamente alle decisioni su

questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può stabilire che i genitori esercitino la potestà

separatamente.

Il giudice determina i tempi e le modalità della presenza dei figli presso ciascun genitore,

fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla

cura, all’istruzione e all’educazione dei figli. Prende atto, se non contrari all’interesse dei figli,

degli accordi intervenuti tra i genitori.

Con riguardo al mantenimento dei figli, la legge prevede che, salvo accordi diversi, ciascuno dei

genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il giudice

stabilisce, ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio

di proporzionalità, da determinare considerando sia le attuali esigenze del figlio che il tenore di vita

goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori, nonché i tempi di permanenza

presso ciascun genitore e le risorse economiche di entrambi i genitori. Infine, il giudice prende in

considerazione la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.

L’assegno, il quale può essere versato direttamente ai figli maggiorenni ma non ancora

economicamente indipendenti, è automaticamente adeguato agli indici ISTAT in difetto di altro

parametro indicato dalle parti o dal giudice.

L’Italia, con la citata legge n. 54 del 2006, ha seguito l’esempio di numerosi Paesi europei che

hanno modificato il proprio diritto di famiglia, riconoscendo la condivisione della potestà

genitoriale come la soluzione più idonea a tutelare gli interessi dei figli minori coinvolti nella crisi

del legame coniugale dei propri genitori.

Purtroppo, occorre però ricordare i numerosi casi di mancata corresponsione dell’assegno di

mantenimento. Pur avendo una normativa di per sé ben ponderata e molto attenta alle esigenze dei

minori, molti genitori affidatari si trovano in difficoltà economiche per l’inadempimento dell’ex

coniuge.

Risulta, inoltre, particolarmente difficile quantificare i casi di mancata corresponsione

dell’assegno di mantenimento, in quanto si tratta di un fenomeno in molti casi sommerso. In questo

senso è stata disposta un’indagine dall’università La Sapienza di Roma e dall’assessorato per le pari

opportunità del comune di Roma per la rilevazione del fenomeno di inadempimento economico in

nuclei separati o divorziati che si sono rivolti alle diciannove municipalità cittadine. Le

considerazioni conclusive della ricerca confermano la difficoltà del reperimento dei dati: «Ciò

mostra come il fenomeno dell’inadempimento, nonostante sia un problema di ampia rilevanza

sociale, non ha a tutt’oggi una propria specifica visibilità neppure nei servizi sociali a fronte dei

vari problemi che accompagnano le separazioni e i divorzi delle famiglie italiane. Siamo dunque di

fronte ad un fenomeno in larga parte sommerso che presenta, quando si tenta di metterlo in luce, un

insieme di sfaccettature e interconnessioni con diverse problematiche sia individuali che relazionali

e sociali. La popolazione sulla quale abbiamo focalizzato la nostra ricerca risulta appartenere ad

una fascia di donne che, per diversi motivi, ha deciso di non agire legalmente i propri diritti nei

confronti dell’ex coniuge inadempiente, o se li ha agiti, non ha ottenuto soddisfazione».

Per tutelare i minori, la loro crescita ed educazione che deve proseguire con decoro e dignità, si è

deciso di intervenire con questo disegno di legge con il quale si predispone un’erogazione

anticipata al genitore affidatario (o altro soggetto affidatario) delle somme destinate al

mantenimento, con un tetto massimo di 500 euro, aumentabile di 150 euro per ogni figlio dopo il

primo, nel caso in cui il genitore obbligato non corrisponda le medesime.

La provincia autonoma di Bolzano ha già provveduto ad emanare una legge in tal senso per fare

fronte alle continue omissioni del genitore obbligato. Si tratta della legge provinciale 3 ottobre

2003, n. 15, e come si evince dalla relazione alla legge stessa: «sulla scorta di analoghe iniziative

Page 177: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

177

assunte in Paesi stranieri (quali la Svizzera, la Germania e l’Austria) ... si propone l’intervento della

provincia autonoma di Bolzano nelle situazioni in cui la violazione dell’obbligo al mantenimento

possa costituire grave pregiudizio per i figli minori, mediante l’erogazione in via anticipata della

prestazione dovuta e la successiva rivalsa sull’obbligato. L’intervento previsto, pur dichiaratamente

volto a tutelare la dignità del minore mediante la prevenzione di situazioni di grave disagio,

potrebbe al contempo costituire valido stimolo per il genitore obbligato al mantenimento, ad

adempiere correttamente e tempestivamente ai propri obblighi. Se, infatti, la contribuzione al

mantenimento dei figli può non essere intesa come un obbligo nei confronti dell’ex coniuge, pur

essendolo ad ogni effetto – altrettanto non vale nei confronti della pubblica amministrazione, che

subentrerebbe nel diritto di credito».

Infatti, il meccanismo utilizzato dalla legge provinciale prevede oltre all’attività di erogazione

anche quella di recupero; quindi, il legislatore ha introdotto un sistema misto: mentre l’erogazione è

delegata ai comuni e da questi subdelegata alle comunità comprensoriali, l’esercizio della surroga

nel diritto di credito nei confronti del genitore obbligato al mantenimento permane in capo alla

provincia, la quale tramite il proprio ufficio delle entrate provvede al recupero.

Per introdurre gli stessi princìpi nella normativa nazionale si è elaborato l’articolato che si

sottopone ora all’esame del Senato.

All’articolo 1 sono definite le finalità dell’intervento legislativo, mirante all’erogazione

anticipata al genitore affidatario delle somme per il mantenimento del minore non corrisposte dal

genitore obbligato.

L’articolo 2 disciplina il trasferimento del diritto di credito, ai sensi dell’articolo 1201 del codice

civile, in capo all’Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), il quale si rivale direttamente

sul genitore obbligato per la riscossione delle somme erogate e degli interessi maturati.

All’articolo 3 sono stabiliti i soggetti aventi diritto alla prestazione: cittadini italiani o di uno

Stato membro dell’Unione europea, con residenza in Italia da almeno un anno.

All’articolo 4 si fissano i presupposti del diritto alla prestazione, rappresentati dall’esistenza di

un titolo esecutivo fondato su un provvedimento dell’autorità giudiziaria.

L’articolo 5 stabilisce che il reddito del richiedente al momento della richiesta di anticipazione

dell’assegno di mantenimento non deve superare i 29.000 euro lordi all’anno.

Con l’articolo 6 si stabiliscono le modalità per l’erogazione della somma nonché l’istituzione di

una speciale gestione dell’INPS con una specifica dotazione finanziaria.

L’assegno sarà concesso dai comuni ed erogato dall’INPS. Con uno o più decreti del Ministro

del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze,

sono adottate le disposizioni per l’attuazione della norma.

L’articolo 7 fissa un tetto all’erogazione dell’assegno in misura non superiore a 500 euro mensili,

aumentabile fino ad un massimo di 150 euro per ogni figlio dopo il primo.

I successivi articoli 8, 9, 10 e 11 disciplinano le modalità di presentazione della domanda, la

decorrenza, la durata e la perdita della prestazione.

L’articolo 12 introduce una norma di salvaguardia per le competenze delle regioni e delle

province autonome di Trento e di Bolzano.

L’articolo 13 prevede la necessaria copertura finanziaria. La totale assenza di dati relativi al

fenomeno dell’inadempimento dell’obbligo di mantenimento ha comportato delle notevoli

difficoltà nell’elaborare un calcolo, anche se solo indicativo, degli oneri dell’intervento legislativo

in questione. Ci siamo basati sul dato fornito dall’ISTAT sul numero delle separazioni e dei divorzi

con figli minori che si concludono con l’assegno.

Trasformiamo queste percentuali dell’anno 2003 in numeri assoluti. Di questi presumiamo che il

20 per cento sia il dato relativo all’inadempimento, supportati anche da alcuni studi di associazioni

di genitori. Moltiplichiamo i casi di inadempimento con l’ammontare medio dell’assegno. La cifra

che scaturisce verrà coperta al 50 per cento con la surrogazione legale, ovvero con il recupero delle

cifre anticipate dall’INPS, e per la restante parte, relativa alla impossibilità del recupero nei

confronti di soggetti disoccupati o in difficoltà economiche di vario genere, mediante

Page 178: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

178

corrispondente riduzione del «Fondo speciale» di parte corrente dello stato di previsione del

Ministero dell’economia e delle finanze. Dal nostro calcolo risulta l’ammontare di euro 2.367.071.

Considerato che ci basiamo su dati incerti con un sommerso presumibilmente alto e in vista del

continuo aumento del numero delle separazioni e dei divorzi, prevediamo per la copertura

finanziaria la somma di tre milioni di euro.

La totale carenza legislativa nazionale sul tema, nonostante quanto disposto dalla

raccomandazione R(82) del Consiglio d’Europa, adottata nel lontano 4 febbraio 1982, impone

l’intervento del legislatore, tanto auspicato da parte dei numerosi genitori e minori purtroppo

interessati e in serie difficoltà economiche.

In effetti, alcuni Consigli regionali si stanno muovendo per sopperire a questa lacuna con

iniziative legislative volte ad anticipare l’assegno di mantenimento con l’intervento pubblico.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Oggetto e finalità)

1. La presente legge disciplina l’erogazione anticipata, al genitore o ad altro soggetto affidatario,

delle somme destinate al mantenimento del minore, qualora esse non vengano corrisposte dal

genitore obbligato nei termini e alle condizioni stabiliti dall’autorità giudiziaria.

Art. 2.

(Surrogazione)

1. L’erogazione dell’assegno di mantenimento in via anticipata ai sensi dell’articolo 1 comporta

il trasferimento, ai sensi dell’articolo 1201 del codice civile, in capo all’Istituto nazionale della

previdenza sociale (INPS), del diritto di credito nei confronti del genitore obbligato al

mantenimento, in misura corrispondente agli importi erogati al beneficiario, il quale rilascia

espressa dichiarazione in merito.

2. L’INPS si rivale direttamente sul genitore obbligato al mantenimento per la riscossione delle

somme erogate in via anticipata e degli interessi maturati.

Art. 3.

(Aventi diritto)

1. Ha diritto di richiedere la prestazione di cui all’articolo 1 il genitore o altro soggetto affidatario

del minore, se il minore è cittadino italiano o cittadino di uno Stato membro dell’Unione europea

che risiede e ha dimora abituale da almeno un anno in Italia.

2. Non ha diritto alla prestazione di cui all’articolo 1 il genitore affidatario che convive con il

genitore obbligato al mantenimento.

Art. 4.

(Presupposti del diritto alla prestazione)

1. Presupposti del diritto alla prestazione di cui all’articolo 1 sono:

a) la dichiarazione espressa di accettazione della surrogazione resa dal beneficiario, valida per

tutti i pagamenti effettuati in attuazione della presente legge;

b) l’esistenza di un titolo esecutivo fondato su un provvedimento dell’autorità giudiziaria

italiana, che stabilisce l’importo e le modalità di contribuzione al mantenimento da parte del

genitore non affidatario;

c) l’esibizione di un atto di precetto ritualmente notificato, non ottemperato nel termine di

trenta giorni, o la sentenza dichiarativa del fallimento dell’obbligato al mantenimento.

Art. 5.

(Requisiti economici)

Page 179: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

179

1. L’anticipazione dell’assegno di mantenimento non spetta ai soggetti che, al momento della

richiesta di anticipazione, posseggono redditi propri assoggettabili all’imposta sul reddito delle

persone fisiche superiori a euro 29.000 annui.

2. Dal computo dei redditi di cui al comma 1 sono esclusi i trattamenti di fine rapporto, le

competenze arretrate comunque denominate e il reddito derivante dalla casa di abitazione. Non

concorre alla formazione dei redditi l’importo dell’assegno di mantenimento.

Art. 6.

(Istituzione di un fondo a tutela dei figli

di genitori inadempienti degli obblighi

di mantenimento)

1. Per le finalità di cui all’articolo 1, è istituito, presso l’INPS, un fondo speciale con una

dotazione finanziaria complessiva di 3 milioni di euro.

2. L’assegno di mantenimento è concesso dai comuni. I comuni provvedono ad informare gli

interessati invitandoli a certificare il possesso dei prescritti requisiti.

3. L’assegno di mantenimento, ferma restando la titolarità in capo ai comuni, è erogato dall’INPS

sulla base dei dati forniti dai comuni medesimi, secondo modalità definite con i decreti di cui al

comma 4.

4. Con uno o più decreti di natura non regolamentare del Ministro del lavoro e della previdenza

sociale, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono adottate le disposizioni per

l’attuazione del presente articolo.

Art. 7.

(Ammontare della prestazione)

1. L’ente erogante corrisponde l’assegno di mantenimento in misura non superiore a 500 euro

mensili, aumentabile fino ad un massimo di 150 euro per ogni figlio dopo il primo.

Art. 8.

(Domanda)

1. La domanda per la corresponsione anticipata dell’assegno di mantenimento è presentata al

comune nel cui territorio risiede l’avente diritto.

2. Se la domanda di cui al comma 1 è incompleta e non è integrata dal richiedente, senza

giustificati motivi, entro trenta giorni dalla data di ricevimento della richiesta di integrazione, la

stessa decade.

Art. 9.

(Decorrenza e durata della prestazione)

1. La prestazione prevista dalla presente legge decorre dal primo giorno del mese di

presentazione della relativa domanda, se questa è stata presentata entro il ventesimo giorno del

mese stesso; negli altri casi, decorre dal primo giorno del mese successivo.

2. L’erogazione della prestazione ha durata semestrale, è effettuata mensilmente e può essere

rinnovata su semplice richiesta corredata di autocertificazione della sussistenza dei requisiti

prescritti.

3. Qualora la prima concessione della prestazione sia stata ottenuta tramite la presentazione della

sentenza dichiarativa del fallimento dell’obbligato al mantenimento, per il rinnovo di cui al comma

2 deve essere presentato l’atto di precetto di cui alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 4.

4. Il beneficiario dell’anticipazione dell’assegno di mantenimento è tenuto a comunicare

all’INPS, entro e non oltre trenta giorni dal loro verificarsi, l’eventuale avvio o ripristino dei

pagamenti da parte dell’obbligato al mantenimento.

Art. 10.

(Ricorsi)

1. Con i decreti di cui all’articolo 6, comma 4, è altresì definita la procedura tramite la quale il

richiedente può presentare ricorso avverso il diniego della prestazione prevista dalla presente legge.

Page 180: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

180

Art. 11.

(Accertamento della permanenza

dei requisiti e perdita del diritto)

1. Qualora, in caso di controllo, il beneficiario non risponda entro il termine di trenta giorni dalla

data di ricevimento della richiesta di informazioni, il comune sospende l’erogazione della

prestazione prevista dalla presente legge.

2. Il comune pronuncia la decadenza dal diritto alla prestazione qualora:

a) nel termine di tre mesi dalla data della sospensione il beneficiario non dimostri di essere

nuovamente in possesso di tutti i requisiti di legge;

b) il beneficiario della prestazione non rispetti l’obbligo di comunicare tempestivamente

all’ente erogante qualsiasi variazione, anche di carattere temporaneo, del proprio stato e della

propria situazione personale, reddituale e patrimoniale, potenzialmente idonea a incidere sul

perdurare dei requisiti prescritti per l’accesso alla prestazione.

Art. 12.

(Competenze delle regioni

e delle province autonome)

1. Restano salve le competenze delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano.

Art. 13.

(Disposizioni finanziarie)

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutato in 3 milioni di euro annui a

decorrere dall’anno 2006, si provvede:

a) per la metà dell’importo, pari a 1.500.000 euro, mediante le corrispondenti entrate esigibili

per effetto della surrogazione dell’INPS, ai sensi dell’articolo 2, nel credito verso i genitori

obbligati al mantenimento;

b) per la restante parte, pari a 1.500.000 euro, mediante corrispondente riduzione dello

stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di

base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e

delle finanze per l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al

medesimo Ministero.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le

occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 14.

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 181: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

181

N. 1409 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 19 MARZO 2007

———–

Ripristino della festività di San Giuseppe il 19 marzo

———–

Onorevoli Senatori. – La legge 5 marzo 1977, n. 54, ha abrogato il riconoscimento agli effetti civili

di alcune feste religiose (l’Epifania, San Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini, i SS. Apostoli

Pietro e Paolo) perché – secondo la tesi di allora – il loro carattere infrasettimanale avrebbe avuto

una negativa incidenza sulla produttività delle aziende e dei pubblici uffici.

La ratio sottesa alla legge 5 marzo 1977, n. 54, si richiamava ad una volontà di gestire il Paese

con una maggiore «austerità»: gli anni ’70, infatti, sono gli anni in cui si inizia a parlare di crisi

petrolifera (ricordiamo le domeniche senza auto e quelle in cui si poteva circolare solo con i veicoli

con targhe pari o solo con quelli con targhe dispari), la disoccupazione inizia a far sentire i suoi

effetti e l’inflazione corrode gli stipendi.

L’Italia rallenta la sua crescita economica e, improvvisamente, si trova a dover fare i conti con

gli effetti di una gestione del boom degli anni ’60 quantomeno poco accorta. Tra i provvedimenti

che vennero presi per cercare di ripristinare una gestione più rigorosa, possiamo annoverare anche

la citata legge n. 54 del 1977, con la quale si ridusse il numero delle festività ritenendo che esse

incidessero in maniera negativa sulla produttività sia delle aziende che del pubblico impiego.

Negli anni successivi si è assistito ad un’inversione di tendenza, anche perché si è compreso che

l’austerità non aveva prodotto l’auspicato aumento di produttività nelle aziende e che i problemi

economici andavano risolti in un’altra maniera: certamente non eliminando alcuni giorni di festività

che, in ogni caso, devono poi essere pagati oppure recuperati e, quindi, aggiunti al periodo delle

ferie ordinarie.

Nel 1985, dunque, è stata reintrodotta la festività dell’Epifania, mentre nel 2001 una

mobilitazione forte da parte dell’opinione pubblica ha condotto al ripristino della festa nazionale

della Repubblica.

Ripristinare il giorno di San Giuseppe come festivo vuole dire dare maggiore visibilità ai padri e

riconoscere il loro ruolo nell’ambito della famiglia. Occorre ricordare e dare importanza al nucleo

familiare per lo sviluppo del singolo individuo e dell’intera società. Considerato che varie

disposizioni della Costituzione esaltano l’importanza della famiglia, sembra doveroso istituire, o

nel caso del 19 marzo ripristinare, un giorno in onore di essa. Infatti, l’articolo 2 della Costituzione

tutela i valori delle formazioni sociali ove si svolge la personalità del singolo e l’articolo 31

prevede che lo Stato agevoli con misure economiche e altre provvidenze la formazione della

famiglia. Con il ripristino del giorno di San Giuseppe, in effetti, si darebbe un segnale forte in

questa direzione. Il legislatore darebbe prova della propria consapevolezza del valore della

famiglia.

La festa di San Giuseppe, al di là del suo significato religioso importante per i cristiani (San

Giuseppe, padre di Gesù), apre tradizionalmente la primavera. Espressioni del pensiero laico non

cristiano assegnano alla Pasqua il ruolo di festa della primavera, ma il fatto che essa possa cadere

anche ad aprile inoltrato toglie ad essa il sapore della natura che si risveglia dopo l’inverno.

Storia e tradizioni

Nella tradizione popolare, San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, è il Santo protettore dei

poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi. In questo giorno, si

Page 182: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

182

ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si

videro rifiutata la richiesta di un riparo per il parto.

Questo atto, che vìola due sacri sentimenti: l’ospitalità e l’amore familiare, viene ricordato in

molte regioni con l’allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19

marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di San Giuseppe. In questa occasione, un

sacerdote benediva la tavola ed i poveri erano serviti dal padrone di casa.

Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il

protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa. La festa del 19

marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po’ in tutte le regioni

d’Italia: i falò e le zeppole.

Poiché la celebrazione di San Giuseppe coincide con la fine dell’inverno, si è sovrapposta ai riti

di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano.

In quest’occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi ed enormi cataste di legna

vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con

grandi salti e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.

Culto

La Chiesa cattolica ricorda San Giuseppe il 19 marzo e il 1º maggio col titolo di lavoratore.

Inoltre il 29 dicembre si festeggia la Sacra famiglia (Giuseppe, Maria e Gesù).

Il culto di San Giuseppe, padre putativo di Gesù e simbolo di umiltà e dedizione, nella Chiesa

d’Oriente era praticato già attorno al IV secolo; intorno al VII secolo la Chiesa copta ricordava la

sua morte il 20 luglio.

In Occidente il culto ha avuto una marcata risonanza solo attorno all’anno Mille, come attestato

dai martirologi, primo fra tutti quello del monastero di Richenau, ricordandolo al 19 marzo, data

diventata festa universale nella Chiesa con Gregorio XV nel 1621.

La prima chiesa dedicata a San Giuseppe sembra essere quella di Bologna eretta nel 1130.

Nel 1621 i Carmelitani posero l’intero ordine sotto il suo protettorato.

L’8 dicembre 1870 Pio IX lo proclamò patrono della Chiesa universale, dichiarando

esplicitamente la sua superiorità su tutti i Santi, seconda solo a quella della Madonna.

Papa Leone XIII scrisse la prima enciclica interamente riguardante il Santo: la Quamquam

pluries, del 15 agosto 1889.

Il 26 ottobre 1921, Benedetto XV estese la festa della Sacra famiglia a tutta la Chiesa.

La festa di Giuseppe artigiano fu istituita nel 1955 da Pio XII e fissata il 1º maggio: la festa dei

lavoratori fino a quel momento era appannaggio della cultura social-comunista.

Nel 1962 Giovanni XXIII introdusse il suo nome nel canone della Messa, oltre ad affidargli lo

svolgimento del Concilio vaticano II.

Quindi, il presente disegno di legge equipara il 19 marzo (già festa nazionale ai sensi della legge

27 maggio 1949, n. 260, nel suo testo originario) alle altre festività religiose, riconosciute quali

giorni festivi, ai sensi dell’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985,

n. 792.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Il giorno 19 marzo, riccorrenza di San Giuseppe, è considerato giorno festivo equiparato alle

festività riconosciute ai sensi dell’articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 28

dicembre 1985, n. 792. Agli effetti retributivi, per il ripristino di detta festività, si applicano le

norme vigenti per le festività nazionali.

Page 183: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

183

N. 1571 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 16 MAGGIO 2007

———–

Modifiche al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, in materia di disciplina delle forme

pensionistiche complementari

———–

Onorevoli Senatori. – La funzione della previdenza complementare è quella di permettere al

lavoratore di integrare, con le prestazioni pensionistiche aggiuntive, la pensione di base corrisposta

dagli enti di previdenza obbligatoria.

Premesse

L’articolo 38 della Costituzione italiana stabilisce che i lavoratori hanno diritto che siano

preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia,

invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Secondo la Corte costituzionale anche il

sistema di previdenza complementare, organizzato tramite gli appositi fondi, rientra nella tutela di

tale diritto.

La riforma della previdenza obbligatoria operata dalla legge 8 agosto 1995, n. 335, introducendo

il sistema di calcolo contributivo delle pensioni e le riforme conseguenti, hanno accentuato la

necessità di affiancare al «primo pilastro» della previdenza obbligatoria il secondo e terzo

«pilastro», della previdenza complementare ed integrativa. In linea di principio i giovani

percepiranno, infatti, la metà della pensione dei loro padri.

Pertanto, la legge 23 agosto 2004, n. 243, ha riformato il regime pensionistico introdotto dalla

legge n. 335 del 1995 ed ha delegato il Governo a modificare anche il regime della previdenza

complementare, con lo scopo dichiarato di aumentare il ricorso alla stessa e, conseguentemente, le

fonti di finanziamento, fissando quali criteri per l’attuazione della delega:

l’adozione di misure finalizzate ad incrementare l’entità dei flussi di finanziamento alle forme

pensionistiche complementari;

il perfezionamento dell’unitarietà e dell’omogeneità del sistema di vigilanza sull’intero settore

della previdenza complementare;

la ridefinizione della disciplina fiscale della previdenza complementare;

la previsione, per tutte le forme pensionistiche complementari, di esposizione, nel rendiconto

annuale e, in modo sintetico, nelle comunicazioni inviate all’iscritto, se e in quale misura siano

presi in considerazione aspetti sociali, etici ed ambientali.

Il decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, disciplina le forme pensionistiche complementari

modificando, con ampliamenti e abrogazioni, il decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, che

originariamente regolava dette forme di previdenza.

L’entrata in vigore della riforma, che originariamente era prevista dal 2008, è stata anticipata al

10 gennaio 2007.

Dal 1º gennaio 2007 i lavoratori del settore privato possono scegliere se mantenere in azienda o

conferire a forme di previdenza complementare o integrativa il trattamento di fine rapporto che

andrà a maturare.

Obiettivi

Al momento del pensionamento il montante accumulato dovrebbe essere trasformato in rendita

vitalizia per integrare le pensioni.

Secondo l’articolo 11 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, l’iscritto può scegliere di

percepire la prestazione pensionistica:

Page 184: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

184

interamente in rendita, mediante l’erogazione della pensione complementare

parte in capitale (fino ad un massimo del 50 per cento della posizione maturata) e parte in

rendita.

Nel caso in cui, convertendo in rendita almeno il 70 per cento della posizione individuale

maturata, l’importo della pensione complementare sia inferiore alla metà dell’assegno sociale INPS

(attualmente pari a euro 381,72 mensili), l’iscritto può scegliere di ricevere l’intera prestazione in

capitale.

I motivi che hanno spinto il legislatore ad adottare un sistema di «silenzio assenso» e favorire

l’afflusso del TFR ad un fondo pensione complementare non può essere considerato alla stregua di

un qualsiasi altro investimento: si tratta di un investimento previdenziale per il proprio futuro

mirato a garantire in vecchiaia un tenore di vita non troppo discostante da quello raggiunto nel

periodo lavorativo, con i sacrifici che noi tutti conosciamo.

L’obbiettivo, pertanto, è di favorire il risparmio previdenziale oltre che col TFR anche con

contributi da parte del datore di lavoro e da parte del lavoratore stesso e poi – al momento del

pensionamento – trasformarlo in rendita vitalizia che vada ad aumentare la propria pensione. Se

invece al momento del pensionamento il capitale accumulato venisse in toto o in gran parte

liquidato si rinuncerebbe all’obbiettivo di una pensione integrativa con conseguenze drammatiche

per tutta una generazione. Pertanto, la rinuncia ad una liquidità immediata non è da definire uno

«svantaggio». Questa decisione è piuttosto da considerare come un atto di tutela nei nostri

confronti, finalizzata alla fruizione vitalizia del capitale accumulato nel fondo pensione in aggiunta

all’erogazione della pensione pubblica.

Inoltre, il legislatore favorisce il risparmio previdenziale con grandi sgravi fiscali per i contributi

ai fondi pensione, che vengono dedotti dal reddito imponibile e pertanto sono esenti dalla

tassazione.

Il disegno di legge, pertanto, mira a limitare le ipotesi nelle quali il risparmio previdenziale

accumulato possa essere liquidato in forma una tantum, invece di essere trasformato in rendita

vitalizia. La legge, infatti, prevede due ipotesi:

a) che fino alla metà del montante possa essere liquidato in forma una tantum;

b) che tutto il montante possa essere liquidato in forma una tantum, se la pensione che ne

risultasse non raggiungesse certi limiti, e cioè, sia minore del 50 per cento dell’assegno sociale.

Per quanto riguarda il primo punto, cioè la possibilità di farsi liquidare il 50 per cento in forma

una tantum, il legislatore già ha penalizzato questa ipotesi prevedendo che chi prelevasse più del 30

per cento fosse penalizzato dal punto di vista fiscale. Il danno in questo caso sarebbe allora doppio:

danno fiscale e inoltre, una consistente riduzione della pensione. Si propone, pertanto, di limitare la

possibilità di liquidazione ad un 30 per cento in coerenza con la legge fiscale.

Il secondo punto sembra a prima vista logico ed è basato sul seguente ragionamento: se gli

importi accumulati risultassero così bassi da rendere poco, sarebbe meglio liquidarli in una forma

una tantum. I calcoli che seguono dimostrano invece il contrario. Le somme del risparmio

accumulato, al di sotto delle quali si potrebbe ricorrere alla liquidazione una tantum sono

consistenti e si aggirano, a secondo dell’età e del sesso, tra i 62.000 e gli 86.000 euro. Questo

significa che le persone al momento del pensionamento possono sì soddisfare, magari con questa

somma, un singolo momentaneo interesse, ma si depaupererebbero dalla propria pensione

integrativa. Nonostante l’esiguità di questa è comunque – negli obbiettivi della legge – da preferire

alla soddisfazione di un unico momentaneo desiderio. Lo schema sotto riportato evidenzia quali

sono i montanti finanziari necessari, a secondo dell’età e del sesso, per fare scaturire una rendita

vitalizia del 50 per cento dell’assegno sociale.

Page 185: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

185

SESSO MASCHI FEMMINE

ETÀ COEFFICIENTE

CONVERSIONE

PER 1000 EURO

DI MONTANTE

FINANZIARIO

MONTANTE

FINANZIARIO

COEFFICIENTE

CONVERSIONE

PER 1000 EURO

DI MONTANTE

FINANZIARIO

MONTANTE

FINANZIARIO

57 46,160 78.325,00 41,872 86.346,00

58 47,328 76.392,00 42,778 84.517,00

59 48,574 74.432,00 43,740 82.658,00

60 49,903 72.450,00 44,764 80.767,00

61 51,320 70.449,00 45,854 78.847,00

62 52,828 68.438,00 47,015 76.900,00

63 54,436 66.417,00 48,250 74.932,00

64 56,154 64.385,00 49,566 72.942,00

65 57,991 62.345,00 50,974 70.927,00

assegno sociale e 5.061,68

50% assegno sociale e 2.530,84 = 70% rendita vitalizia

100% rendita vitalizia e 3.615,48 pagabile in rate annuali

Come si può constatare, le cifre del montante finanziario sono molto alte e gli importi di misure

minori accumulati potrebbero essere liquidati ai lavoratori in forma una tantum. Per chi aveva già

una certa età quando ha iniziato con il risparmio previdenziale, per i ritardi con i quali è entrato in

vigore il sistema, ha pochi anni di risparmio e non raggiungerà mai queste cifre. Ne consegue che

tutti gli iscritti degli ultimi anni saranno liquidati in forma una tantum. Questo non può essere lo

scopo della legge sulla previdenza complementare.

Esempio:

Nel caso di un uomo di sessantacinque anni qualora avesse maturato al momento del

pensionamento un montante di 62.345 euro, trasformando l’intero montante in rendita, utilizzando

il coefficiente 57,991, avrebbe una rendita annuale vitalizia di 3.615,48 euro. Il 70 per cento di

questo importo corrisponde a 2.530,84 euro che corrisponde al 50 per cento dell’assegno sociale.

Page 186: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

186

Ciò significa che in caso di un montante superiore ad un importo di 62.345 euro la rendita

sarebbe più alta ed il 70 per cento sarebbe superiore al 50 per cento dell’assegno sociale, con la

conseguenza di non potersi far erogare l’importo in forma di capitale, mentre con un importo

minore potrà percepire tutto in forma una tantum.

Quindi è molto importante attuare una modifica dell’articolo 11 del decreto legislativo n. 252 del

2005 perché, oltre a fare in modo che i cittadini non si pentano in futuro di una decisione presa

affrettatamente, che va a restringere la pensione, consente allo Stato di mettere a frutto quelle

risorse non depauperate, perché prese in anticipo, dai cittadini. Si propone pertanto come limite, al

di sotto del quale può essere liquidata in forma una tantum la somma accumulata, una rendita che

ne scaturirebbe inferiore a 600 euro annui.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. All’articolo 11 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, il comma 3 è sostituito dal

seguente:

«3. Le prestazioni pensionistiche in regime di contribuzione definita e di prestazione definita

possono essere erogate in capitale, secondo il valore attuale, fino ad un massimo del 30 per cento

del montante finale accumulato, e in rendita. Nel computo dell’importo complessivo erogabile in

capitale sono detratte le somme erogate a titolo di anticipazione per le quali non si sia provveduto al

reintegro. Nel caso in cui la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70 per cento del

montante finale sia inferiore a 600 euro annui, la stessa può essere erogata in capitale».

Page 187: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

187

N. 1572 (Testo in corso di esame in Commissione)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, BOSONE, FAZIO, MOLINARI, NEGRI, PERRIN,

PINZGER, RUBINATO, THALER AUSSERHOFER e TONINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 16 MAGGIO 2007

———–

Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in

materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20

dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, per l’introduzione del

voto di preferenza e l’abolizione delle candidature plurime

———–

Onorevoli Senatori. – Il 21 dicembre 2005 è stata promulgata la nuova legge per l’elezione della

Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (legge 21 dicembre 2005, n. 270). Essa

modifica, in più parti, sia il testo unico delle norme per l’elezione della Camera dei deputati, di cui

al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, sia il testo unico delle norme per

l’elezione del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533.

La normativa attualmente in vigore prevede le liste bloccate dei candidati di ogni partito e, così

facendo, ha tolto la possibilità ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti, chiamandoli soltanto

ad approvare elenchi decisi dai partiti. Inoltre impedisce alle donne di essere adeguatamente

rappresentate poiché, in presenza di liste bloccate, non vi sono disposizioni che garantiscano una

selezione interna dei candidati di ciascun partito equa o paritaria tra uomo e donna, come previsto

dall’articolo 51 della Costituzione.

Il presente disegno di legge ha lo scopo di correggere due norme introdotte dalla citata legge

n. 270 del 2005, molto importanti per la democrazia di un Paese.

La prima modifica è data dalla reintroduzione del voto di preferenza, la cui abolizione ha

azzerato il rapporto tra territorio e rappresentanza. Il parlamentare, attualmente, viene letteralmente

nominato da oligarchie partitiche e non è scelto dal corpo elettorale in funzione della sensibilità agli

interessi reali, lì dove essi si manifestano davvero. L’articolo 49 della Costituzione, che rende i

cittadini soggetti della partecipazione politica e i partiti meramente strumentali al perseguimento di

questo obbiettivo, nonché gli articoli 56 e 57, per entrambi i quali l’elezione delle Camere avviene

a suffragio universale e diretto, appaiono dunque clamorosamente violati.

La seconda modifica è data dall’abolizione dalle cosiddette candidature plurime, ossia dalla

eliminazione della possibilità che viene data al candidato di candidarsi in più di una circoscrizione

per poi optare (entro otto giorni dalla data dell’ultima proclamazione) per una di esse. La ratio di

tale disposizione è che servirebbe a nazionalizzare la competizione ed a rafforzare la leadership.

Ma ciò non è vero, visto che molti leader europei che si presentano con candidatura unica non per

questo sono carenti di leadership. L’eletto in più circoscrizioni (il «plurieletto») è infatti signore del

destino di tutti gli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria opzione. Questo fenomeno

coinvolge circa un terzo dei parlamentari e l’elemento più grave è che induce inevitabilmente

atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità verso il plurieletto, atteggiamenti che danneggiano

fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare.

Il presente disegno di legge si compone di 3 articoli: gli articoli 1 e 2 due introducono il voto di

preferenza per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; l’articolo 3

abroga le candidature plurime previste sia per l’elezione della Camera dei deputati sia del Senato

della Repubblica.

Page 188: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

188

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Introduzione del voto di preferenza

per l’elezione della Camera dei deputati)

1. Al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al

decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, sono

apportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 4, comma 2, dopo le parole: «in ragione proporzionale» sono inserite le

seguenti: «e di un voto per indicare una preferenza» e sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «;

in caso di preferenza senza indicazione della lista o di preferenza attribuita ad un candidato non

appartenente alla lista contrassegnata, il voto è attribuito alla lista cui appartiene il candidato

stesso.»;

b) all’articolo 31, comma 2, primo periodo, dopo le parole: «su un’unica riga», sono inserite le

seguenti: «, con uno spazio per l’attribuzione del voto di preferenza»;

c) all’articolo 77, comma 1, numero 2), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, nonché

infine il totale delle preferenze ottenute dai candidati di ciascuna lista»;

d) all’articolo 84, comma 1, le parole: «i candidati compresi nella lista medesima, secondo

l’ordine di presentazione» sono sostituite dalle seguenti: «i candidati che hanno ottenuto il maggior

numero di preferenze».

Art. 2.

(Introduzione del voto di preferenza

per l’elezione del Senato della Repubblica)

1. Al testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della Repubblica, di cui al

decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti

modificazioni:

a) all’articolo 11, comma 1, lettera c), numero 1), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e

lo spazio per l’indicazione della preferenza»;

b) all’articolo 14, comma 1, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «ovvero mediante

l’indicazione di una preferenza, espressa scrivendo il nome del candidato appartenente alla lista

stessa. Nel caso di indicazione di una preferenza senza indicazione della lista o di preferenza

attribuita ad un candidato non appartenente alla lista contrassegnata, il voto è comunque assegnato

alla lista cui appartiene il candidato indicato.»;

c) all’articolo 17, comma 7, le parole: «i candidati compresi nella lista medesima, secondo

l’ordine di presentazione» sono sostituite dalle seguenti: «i candidati che hanno ottenuto il maggior

numero di preferenze. In caso di parità prevale il più anziano d’età».

Art. 3.

(Abolizione delle candidature plurime)

1. Al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al

decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, sono

apportate le seguenti modificazioni:

a) l’articolo 19 è sostituito dal seguente:

«Art. 19. 1. Nessun candidato può accettare la candidatura in più di una circoscrizione. La

candidatura della stessa persona in più di una circoscrizione è nulla. A pena della nullità

dell’elezione, nessun candidato può accettare la candidatura contestuale alla Camera dei deputati e

al Senato della Repubblica»;

b) all’articolo 20, secondo comma, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «L’accettazione

della candidatura deve essere accompagnata da apposita dichiarazione dalla quale risulti che il

candidato non ha accettato candidature in altre circoscrizioni»;

c) l’articolo 85 è abrogato.

Page 189: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

189

N. 1573 (Testo in corso di esame in Commissione)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, TONINI, THALER AUSSERHOFER, PINZGER,

PERRIN, BOSONE, FAZIO, MOLINARI, NEGRI e RUBINATO

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 16 MAGGIO 2007

———–

Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361,

in materia di elezione della Camera dei deputati per la regione Trentino-Alto Adige

———–

Onorevoli Senatori. – Già nel testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione del Senato della

Repubblica sono previste disposizioni speciali per le regioni Valle d’Aosta e Trentino-Alto

Adige/Südtirol, nelle quali vivono minoranze linguistiche, costituzionalmente riconosciute e

protette.

La legge elettorale prevede, infatti, per l’elezione dell’unico senatore della Valle d’Aosta e per

l’elezione dei senatori della regione Trentino-Alto Adige/Südtirol le elezioni in collegi uninominali,

fatto salvo un seggio proporzionale nella regione Trentino-Alto Adige/Südtirol. Questa previsione

di collegi uninominali corrisponde anche alla misura 111 del cosiddetto Pacchetto contenente

misure a favore delle popolazioni altoatesine, concordato con l’Austria.

In base all’ultimo censimento generale della popolazione e alla ripartizione dei seggi effettuata ai

sensi dell’articolo 56 della Costituzione, al Trentino-Alto Adige/Südtirol spettano dieci seggi. Il

presente disegno di legge prevede che anche per l’elezione della Camera dei deputati nel Trentino-

Alto Adige/Südtirol i seggi siano assegnati tramite collegi uninominali, cinque alla provincia di

Trento e cinque alla provincia di Bolzano. In ogni caso, il numero preciso di essi sarà stabilito con

decreto del Presidente della Repubblica che terrà conto delle aree territoriali e, quindi, distribuirà i

seggi in proporzione alla popolazione, definendo collegi omogenei che tengano conto anche della

distribuzione territoriale dei diversi gruppi linguistici.

Pertanto, lo scopo del presente provvedimento è quello di favorire la rappresentanza

parlamentare dei gruppi e delle minoranze linguistiche, così come dettato dal principio

costituzionale.

Il disegno di legge si compone di un unico articolo che modifica il testo unico delle leggi recanti

norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica

30 marzo 1957, n. 361, e in particolare il titolo VI, il quale non si intitola più «Disposizioni speciali

per il Collegio “Valle d’Aosta“», ma «Disposizioni speciali per il Collegio della Valle

d’Aosta/Vallée d’Aoste e per i Collegi del Trentino-Alto Adige/Südtirol», oltre a modificare e

introdurre ulteriori disposizioni nel predetto testo unico.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1

1. Al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al

decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, come da ultimo modificato dalla

legge 21 dicembre 2005, n. 270, sono apportate le seguenti modificazioni:

Page 190: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

190

a) all’articolo 1, comma 2, dopo le parole: «alla circoscrizione estero» sono inserite le

seguenti: «, alla regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol e alla regione autonoma Valle

d’Aosta/Vallée d’Aoste»;

b) l’articolo 2 è sostituito dal seguente:

«Art. 2. – 1. L’elezione nel collegio “Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste“, che è circoscrizione

elettorale, e nei collegi della regione autonoma del Trentino-Alto Adige/Südtirol, che è anche essa

circoscrizione elettorale, è regolata dalla norme contenute nel titolo VI del presente testo unico»;

c) dopo l’articolo 2 è inserito il seguente:

«Art. 2-bis. – 1. La circoscrizione elettorale della regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è

costituita da tanti collegi uninominali quanti risultano i deputati da eleggere a seguito della

ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, effettuata ai sensi dell’articolo 56 della Costituzione. In

ogni caso il numero dei collegi spettanti alla circoscrizione è proporzionalmente ripartito tra le

province autonome di Trento e di Bolzano e, all’interno delle province, i collegi sono ripartiti in

modo da comprendere un numero di abitanti omogeneo, tenendo conto delle aree territoriali e della

distribuzione territoriale dei diversi gruppi linguistici.»;

b) la rubrica del titolo VI è sostituita dalla seguente: «Disposizioni speciali per il Collegio

della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e per i Collegi del Trentino-Alto Adige/Südtirol»;

e) nel titolo VI, dopo l’articolo 93, sono aggiunti i seguenti:

«Art. 93-bis. – 1. L’elezione nei collegi uninominali della regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è

regolata dalle disposizioni del presente testo unico, in quanto applicabili, e dalle norme seguenti:

a) le candidature sono presentate per ogni singolo collegio uninominale dai singoli candidati.

Nessun candidato può accettare la candidatura in più di un collegio o circoscrizione. La candidatura

della stessa persona in più di un collegio o circoscrizione è nulla;

b) per ogni candidato nel collegio uninominale deve essere indicato il cognome, il nome, il

luogo e la data di nascita, il collegio uninominale per il quale viene presentato e il contrassegno o i

contrassegni tra quelli depositati presso il Ministero dell’interno con cui si intende

contraddistinguerlo. Per le candidate donne può essere indicato solo il proprio cognome, o può

esser aggiunto il cognome del marito;

c) la dichiarazione di presentazione dei candidati nei collegi uninominali deve contenere

l’indicazione dei nominativi di un delegato effettivo e di un supplente;

d) la dichiarazione di presentazione dei singoli candidati nei collegi uninominali deve essere

sottoscritta da non meno di 300 e da non più di 600 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni

ricompresi nel collegio o, in caso di collegi ricompresi in un unico comune, iscritti alle sezioni

elettorali di tali collegi. In caso di scioglimento della Camera dei deputati che anticipi di oltre

centoventi giorni la scadenza della legislatura, il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla metà. Le

sottoscrizioni devono essere autenticate da uno dei soggetti di cui all’articolo 14 della legge 21

marzo 1990, n. 53;

e) i candidati che abbiano conseguito un seggio in occasione delle ultime elezioni alla Camera

dei deputati o al Senato della Repubblica sono esentati dalla raccolta delle firme per la

presentazione delle loro candidature per la Camera dei deputati e per il Senato della Repubblica in

uno dei collegi della regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol o nel collegio della Valle

d’Aosta/Vallée d’Aoste;

f) la candidatura deve essere accettata con dichiarazione firmata ed autenticata da un sindaco,

da un notaio o da uno dei soggetti di cui all’articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53. Per i

cittadini residenti all’estero l’autenticazione della firma deve essere richiesta ad un ufficio

diplomatico o consolare;

g) l’accettazione della candidatura deve essere accompagnata da apposita dichiarazione dalla

quale risulti che il candidato non ha accettato candidature in altri collegi o circoscrizioni;

h) le schede sono di carta consistente, sono predisposte a cura del Ministero dell’interno con le

caratteristiche essenziali che riproducono in fac-simile i contrassegni di tutte le liste regolarmente

presentate nel collegio e il nome del relativo candidato.

Page 191: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

191

Art. 93-ter. – 1. L’ufficio elettorale regionale procede, con l’assistenza del cancelliere, alle

seguenti operazioni:

a) effettua lo spoglio delle schede eventualmente inviate dalle sezioni;

b) somma i voti ottenuti da ciascun candidato nelle singole sezioni, come risultano dai verbali.

2. Il presidente dell’ufficio elettorale regionale, in conformità ai risultati accertati, proclama

eletto per ciascun collegio il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti validi. In caso di

parità di voti, è proclamato eletto il candidato più anziano di età.

Art. 93-quater. – 1. Quando, per qualsiasi causa, resti vacante un seggio di deputato in uno dei

collegi uninominali del Trentino-Alto Adige/Südtirol e della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, il

presidente della Camera dei deputati ne dà immediata comunicazione al Presidente del Consiglio

dei ministri e al Ministro dell’interno perché si proceda ad elezione suppletiva nel collegio

interessato.

2. I comizi sono convocati con decreto del Presidente della Repubblica, su deliberazione del

Consiglio dei ministri, purché intercorra almeno un anno fra la data della vacanza e la scadenza

normale della legislatura.

3. Le elezioni suppletive sono indette entro novanta giorni dalla data della vacanza dichiarata

dalla Giunta delle elezioni.

4. Qualora il termine di novanta giorni di cui al comma 3 cada in un periodo compreso tra il 1º

agosto e il 15 settembre, il Governo è autorizzato a prorogare tale termine di non oltre

quarantacinque giorni; qualora il medesimo termine cada in un periodo compreso tra il 15 dicembre

e il 15 gennaio, il Governo può disporre la proroga per non oltre trenta giorni.

5. Il deputato eletto con elezione suppletiva cessa dal mandato con la scadenza costituzionale o

l’anticipato scioglimento della Camera dei deputati.

6. Nel caso in cui si proceda ad elezioni suppletive, le cause di ineleggibilità previste

dall’articolo 7 del presente testo unico non hanno effetto se le funzioni esercitate siano cessate entro

i sette giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni».

Page 192: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

192

N. 1591 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 23 MAGGIO 2007

———–

Riconoscimento della lingua italiana dei segni

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge vuole dare pieno riconoscimento alla lingua dei

segni italiana (LIS).

La LIS è la lingua visivo-gestuale adoperata dalle comunità dei sordi in Italia. Essa ha una

struttura assai diversa dalla lingua italiana (parlata) dato che, nel corso della storia, sordi ed udenti

non sono stati molto in contatto.

La LIS, come le altre lingue segnate, non è dunque una pantomima con segni prodotti a caso

come molte persone pensano, bensì è una lingua vera e propria con una sua grammatica.

Analogamente a quanto avviene per le lingue vocali, ogni nazione ha una propria lingua dei segni,

con ulteriori varietà regionali e addirittura con qualche differenza lessicale nell’ambito della stessa

città, dovuta a quanto ancora sopravvive delle diversità linguistiche un tempo esistenti tra i vari

istituti per sordi.

I sordi in Italia sono oltre 70.000, includendo in questa cifra sia coloro che sono nati sordi o che

sono diventati sordi nei primi anni di vita (e quindi non hanno potuto acquisire il linguaggio parlato

come bambini udenti, a causa della sordità), sia le persone che sono diventate sorde dopo aver

appreso il linguaggio parlato. Specie per i primi, i cosiddetti «sordomuti», che possono imparare la

lingua parlata solo dopo un iter di riabilitazione, nasce la necessità di uno strumento quale la LIS,

con una propria specificità morfologica, sintattica e lessicale.

In Europa la lingua dei segni ha avuto un riconoscimento al più alto livello con due risoluzioni

del Parlamento europeo, del 17 giugno 1988 e del 18 novembre 1998, relative appunto alla lingua

dei segni dei sordi e con la risoluzione dell’Unesco resa a Salamanca nel giugno 1994. I sordi

utilizzano figure professionali quali l’interprete LIS e gli operatori (per esempio gli assistenti alla

comunicazione) garantendo attraverso l’uso della LIS risultati ottimali per la formazione di soggetti

affetti da sordità.

L’Unione europea dei sordi (European Union of the Deaf), con sede in Bruxelles, creata nel

1985, e che rappresenta attualmente le associazioni di ventiquattro Stati membri dell’Unione

europea (Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia,

Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Regno

unito, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) ha più volte sollecitato, con atti formali,

tutti gli Stati membri dell’Unione europea ad accettare legalmente la lingua dei segni di ciascun

Paese nell’ambito della struttura della Carta europea delle lingue minoritarie.

La lingua dei segni rappresenta una forma di integrazione dei non udenti nella società degli

udenti a condizioni per loro eque. Proprio per rafforzare la protezione e promozione dei diritti

umani delle persone con disabilità e per abbattere la barriera della comunicazione quale forma di

emarginazione, sembra quindi giunto il momento per l’Italia di dare alla LIS pieno riconoscimento,

equiparandola ad una qualsiasi lingua di minoranza linguistica. È in questo senso che la LIS deve

essere per noi considerata «lingua non territoriale» della comunità dei sordi, equiparando tale

definizione a quella della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5

novembre 1992, articolo 1, lettera c).

Page 193: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

193

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Finalità)

1. La Repubblica riconosce la lingua dei segni italiana (LIS) come lingua non territoriale propria

della comunità dei non udenti, in applicazione degli articoli 3 e 6 della Costituzione, ai sensi della

Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, adottata dal Consiglio d’Europa a Strasburgo il 5

novembre 1992, ed in ottemperanza alle risoluzioni del Parlamento europeo del 17 giugno 1988 e

del 18 novembre 1998.

2. L’uso della LIS gode di tutte le garanzie e tutele dei provvedimenti conseguenti al

riconoscimento di cui al comma 1.

Art. 2.

(Regolamento)

1. Nell’ambito delle finalità di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, entro sei mesi dalla data di

entrata in vigore della presente legge, il Governo, con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo

17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, d’intesa con la Conferenza unificata di cui

all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e sentito l’Ente nazionale per la

protezione e l’assistenza dei sordomuti (ENS), detta le disposizioni per l’attuazione di quanto

previsto dall’articolo 1. Il regolamento deve in ogni caso:

a) prevedere disposizioni volte a consentire l’uso della LIS nei giudizi civili e penali,

stabilendone le modalità tecniche;

b) fissare le modalità atte a consentire l’uso della LIS nei rapporti con le pubbliche

amministrazioni nonché con le amministrazioni regionali e degli enti locali;

c) fissare le modalità dell’insegnamento della LIS nella scuola dell’obbligo al fine di rendere

effettivo l’adempimento dell’obbligo scolastico per gli alunni sordomuti, ai sensi dell’articolo 323

del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di

ogni ordine e grado, di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297;

d) fissare le modalità dell’istruzione all’interno dei corsi di laurea universitari della disciplina

facoltativa dell’insegnamento della LIS;

e) dettare ogni altra disposizione atta a consentire, attraverso l’uso della LIS, piena

applicazione, relativamente ai non udenti, delle disposizioni di cui agli articoli 12, 13, 14, 15, 16,

17 e 18 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni, anche attraverso il ricorso

alle convenzioni di cui all’articolo 38 della medesima legge.

Page 194: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

194

N. 1592 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 24 MAGGIO 2007

———–

Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica, per trasferimento di residenza, dei soggiornanti in

istituti di ricovero o di cura nelle province autonome di Trento e di Bolzano

———–

Onorevoli Senatori. – Molte persone anziane e disabili, prive di nucleo familiare o la cui famiglia

non sia più in grado di provvedere a cure e assistenza adeguate, si recano sovente presso strutture di

accoglienza, che possono essere istituti di cura, case di riposo o residenze sanitarie assistenziali

(RSA). Per tali categorie di persone si pone spesso il problema relativo al mantenimento o meno

della propria residenza, qualora le strutture di accoglienza siano ubicate in altri comuni.

La normativa attuale prevede che, se si tratta di istituto di cura, l’accoglienza non determina, né a

richiesta dell’interessato, né d’ufficio, alcun trasferimento di residenza, se non decorsi due anni

dall’allontanamento dell’abitazione ordinaria (articolo 8, lettera b), del decreto del Presidente della

Repubblica 30 maggio 1989, n. 223), mentre se si tratta di una RSA, di una casa di riposo e simili,

il trasferimento va fatto presso la struttura in cui la persona è accolta.

L’iscrizione anagrafica in altro comune per trasferimento di residenza determina notevoli

problemi, sia per i comuni sia per i cittadini. Per esempio la perdita della tomba o del loculo nel

cimitero; la perdita, per il comune, della quota pro-capite, nonostante esso debba coprire parte delle

spese per le persone che soggiornano nelle strutture citate, e così via.

Pertanto, il presente disegno di legge prevede, per le province autonome di Trento e Bolzano, che

tutti coloro che soggiornano in istituti di ricovero o di cura di qualsiasi natura possano mantenere la

propria residenza, anche se tale soggiorno si dovesse protrarre per oltre due anni.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Nelle province autonome di Trento e di Bolzano, le persone soggiornanti in istituti di ricovero

o di cura di qualsiasi natura, ubicati in comuni diversi da quelli di residenza, possono conservare la

residenza nel comune di provenienza, anche se è decorso il termine di due anni dal giorno

dell’allontanamento dal comune d’iscrizione anagrafica.

Page 195: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

195

N. 1593 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 24 MAGGIO 2007

———–

Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica, per trasferimento di residenza, dei soggiornanti in

istituti di ricovero o di cura

———–

Onorevoli Senatori. – Molte persone anziane e disabili, prive di nucleo familiare o la cui famiglia

non sia più in grado di provvedere a cure e assistenza adeguate, si recano sovente presso strutture di

accoglienza, che possono essere istituti di cura, case di riposo o residenze sanitarie assistenziali

(RSA). Per tali categorie di persone si pone spesso il problema relativo al mantenimento o meno

della propria residenza, qualora le strutture di accoglienza siano ubicate in altri comuni.

La normativa attuale prevede che, se si tratta di istituto di cura, l’accoglienza non determina, né a

richiesta dell’interessato, né d’ufficio, alcun trasferimento di residenza, se non decorsi due anni

dall’allontanamento dell’abitazione ordinaria (articolo 8, lettera b), del decreto del Presidente della

Repubblica 30 maggio 1989, n. 223), mentre se si tratta di una RSA, di una casa di riposo e simili,

il trasferimento va fatto presso la struttura in cui la persona è accolta.

L’iscrizione anagrafica in altro comune per trasferimento di residenza determina notevoli

problemi, sia per i comuni sia per i cittadini. Per esempio la perdita della tomba o del loculo nel

cimitero; la perdita, per il comune, della quota pro-capite, nonostante esso debba coprire parte delle

spese per le persone che soggiornano nelle strutture citate, e così via.

Pertanto, il presente disegno di legge prevede che tutti coloro che soggiornano in istituti di

ricovero o di cura di qualsiasi natura possano mantenere la propria residenza, anche se tale

soggiorno si dovesse protrarre per oltre due anni.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Le persone soggiornanti in istituti di ricovero o cura di qualsiasi natura, ubicati in comuni

diversi da quelli di residenza, possono conservare la residenza nel comune di provenienza, anche se

è decorso il termine di due anni dal giorno dell’allontanamento dal comune d’iscrizione anagrafica.

Page 196: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

196

N. 1604 (Testo in corso di esame in Commissione)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, THALER AUSSERHOFER, PINZGER, PERRIN,

BOSONE, FAZIO, MOLINARI, NEGRI, RUBINATO e TONINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 30 MAGGIO 2007

———–

Nuove norme per l’elezione della Camera dei deputati

———–

Onorevoli Senatori. – La stagione del sistema elettorale maggioritario (con una limitata quota

proporzionale) in Italia è durata dodici anni. Nell’autunno del 2005, con l’approvazione della nuova

legge elettorale (legge 21 dicembre 2005, n. 270), infatti, sono stati introdotti profondi cambiamenti

nel sistema elettorale. Ci si è orientati per un ritorno al proporzionale nella convinzione che esso

potesse garantire maggiori vantaggi in termini di rappresentatività e rispecchiasse meglio i reali

rapporti di forza tra i vari partiti. Ma, purtroppo, nulla di tutto ciò si è verificato, anzi, al contrario,

la legge n. 270 del 2005 ha prodotto un gravissimo distacco tra cittadini elettori ed eletti, tra corpo

elettorale e rappresentanti in Parlamento, ed ha inoltre reso maggiormente instabile il Governo, che

ha riportato una esile maggioranza al Senato.

La legge 4 agosto 1993, n. 277 – comunemente nota, tra gli addetti ai lavori, come

«Mattarellum», dal nome del deputato che la ideò (Sergio Mattarella) – aveva prodotto due indubbi

vantaggi al sistema politico italiano.

In primo luogo, l’impostazione prevalentemente maggioritaria aveva incentivato i partiti a unirsi

in coalizioni pre-elettorali, per conquistare i seggi nei collegi uninominali, una tendenza che ha

trasformato l’Italia in un sistema sostanzialmente bipolare, aprendo la strada, con decenni di ritardo

rispetto al resto d’Europa, al principio dell’alternanza.

In secondo luogo, con essa si è avuta una maggiore stabilità dei governi e delle legislature.

Infatti, è aumentata la durata media degli Esecutivi (nella classifica di longevità, il governo guidato

da Berlusconi dal 2001 è al primo posto, mentre quello guidato da Prodi nel 1996 è al terzo).

Inoltre, due delle tre legislature elette con il sistema maggioritario (la XIII dal 1996 al 2001 e la

XIV dal 2001 al 2006) sono giunte alla scadenza naturale.

Un altro vantaggio infine era dato da un diretto legame tra eletto ed elettorato (piccoli collegi con

conoscenza diretta dei candidati e disponibilità degli stessi).

Il presente disegno di legge prevede l’abrogazione della legge 21 dicembre 2005, n. 270,

limitatamente alla parte che regola l’elezione della Camera dei deputati, riportando in vigore le

disposizioni introdotte con la legge 4 agosto 1993, n. 277, alle quali vengono apportate delle

modifiche che conducono ad un sistema elettorale maggioritario ad un turno, non contaminato

quindi da aggiustamenti di carattere proporzionale. In tale contesto viene infatti eliminata la

previsione della quota proporzionale del 25 per cento che non può che indurre ad una valutazione

negativa per una serie di ragioni, prima tra tutte quella legata all’adozione di liste bloccate; si tratta

di un metodo che non risponde certo ai canoni di un auspicabile spirito democratico e che molto

spesso viene «sfruttato» dalle direzioni dei partiti al fine di agevolare l’elezione di candidati che

incontrerebbero sicuramente enormi difficoltà nel confronto diretto in un collegio uninominale.

Alla luce di queste considerazioni appaiono evidenti le ragioni che hanno portato alla

formulazione del presente disegno di legge, diretto appunto ad eliminare la quota proporzionale del

25 per cento nelle elezioni per la Camera dei deputati e a ridisegnare di conseguenza i collegi

elettorali in cui dovrà dividersi il territorio nazionale, lasciando aperto il sistema per una eventuale,

auspicabile, riduzione del numero dei deputati con una ulteriore proposta di riforma elettorale che

ci riserviamo di presentare.

Page 197: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

197

Anche per quanto riguarda il Senato della Repubblica, ci si riserva di intervenire con un ulteriore

disegno di legge.

L’abolizione della quota proporzionale del 25 per cento consente, altresì, di eliminare tutti quei

complessi e perversi «meccanismi» ad essa connessi quali lo «scorporo» e i collegamenti dei

candidati nei collegi uninominali maggioritari con le liste proporzionali, che sono stati spesso

fattore di slealtà, con liste cosiddette «civetta» e mettendo in contrapposizione candidati nei due

diversi ambiti, pur se appartenenti alla medesima formazione politica.

Si propone di usare la stessa metodologia prevista dalla legge elettorale 4 agosto 1993, n. 277,

per la definizione dei collegi, metodologia che l’esperienza applicativa ha dimostrato essere

efficace ed equilibrata.

Il disegno di legge in esame, sulla cui formulazione già nella XIII legislatura si era registrato un

ampio consenso sia pure in sede informale (lo scioglimento anticipato delle Camere ha impedito

l’esame di merito), è dunque finalizzato all’abolizione della quota proporzionale per l’elezione

della Camera dei deputati e all’attribuzione di tutti i seggi con il sistema uninominale maggioritario

a turno unico, obiettivo, questo, il cui conseguimento dovrà essere armonizzato con ulteriori

interventi legislativi, primo tra tutti quello finalizzato ad estendere il sistema elettorale

maggioritario uninominale anche a tutti i 315 seggi elettivi del Senato.

Il disegno di legge si configura in tutta una serie di modifiche al testo unico delle leggi recanti

norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica

30 marzo 1957, n. 361, già modificato dalla legge elettorale 4 agosto 1993, n. 277, e dal

conseguente decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 534.

L’articolo 1 del presente disegno di legge abroga gli articoli 1, 2, 3 e 6 della legge n. 270 del

2005.

L’articolo 2 dispone che riacquistano efficacia le disposizioni abrogate o modificate dalla legge

21 dicembre 2005, n. 270, e l’articolo 3 reca le seguenti modifiche al testo unico di cui al decreto

del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, come richiamato in vigore ai sensi

dell’articolo 2:

la lettera a) stabilisce che tutti i seggi della Camera dei deputati, eccezion fatta per le

circoscrizioni Estero e Valle d’Aosta, sono ripartiti in altrettanti collegi uninominali dove risulta

eletto il candidato che riporta il maggior numero di suffragi;

la lettera b) fissa le modalità di ripartizione dei seggi fra le regioni;

la lettera c) stabilisce che ogni elettore ha a disposizione un solo voto da esprimersi su

apposita scheda dove sono indicati i candidati nel collegio uninominale accompagnati dal rispettivo

contrassegno;

la lettera d) stabilisce la costituzione di un Ufficio centrale circoscrizionale in ogni capoluogo

di regione. D’altra parte, non essendo più prevista la quota proporzionale, che era assegnata in sede

circoscrizionale, gli Uffici centrali circoscrizionali avranno esclusivamente una funzione

burocratico-organizzativa: quindi è apparso più opportuno far coincidere la loro dimensione con

quella regionale;

la lettera e) conferma l’obbligo, per i partiti politici o i gruppi politici o i singoli cittadini che

intendono presentare candidature nei collegi uninominali, di depositare preventivamente al

Ministero dell’interno i contrassegni con cui intendono caratterizzare le proprie candidature;

la lettera f) disciplina la presentazione di candidature nei singoli collegi ed esclude le

candidature plurime;

la lettera g) abroga l’articolo 18-bis del testo unico di cui al decreto del Presidente della

Repubblica n. 361 del 1957, che disciplinava la presentazione delle candidature con metodo

proporzionale;

la lettera h) abroga un’ulteriore norma relativa alla quota proporzionale del 25 per cento;

la lettera i) sostituisce l’articolo 20 del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della

Repubblica n. 361 del 1957, che nel nuovo testo disciplina l’accettazione delle candidature nei

collegi uninominali;

Page 198: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

198

la lettera l) definisce il modello di schede elettorali per l’elezione dei candidati nei collegi

uninominali;

la lettera m) abroga la norma che prescriveva la precedenza dello scrutinio per le candidature

nei collegi uninominali rispetto a quello per la quota proporzionale del 25 per cento, di cui il

disegno di legge prevede l’abolizione;

la lettera n) abroga le disposizioni sullo scrutinio per l’attribuzione dei seggi in ragione

proporzionale;

la lettera o) detta norme di coordinamento;

la lettera p) abroga la norma che stabilisce la separazione delle diverse schede;

la lettera q) abroga le norme sul computo dei voti di lista della quota proporzionale ai fini

dell’attribuzione dei seggi;

la lettera r) abroga la norma sull’attribuzione dei seggi in sede di ufficio centrale elettorale

nazionale per la quota proporzionale;

la lettera s) abroga le norme sulla proclamazione dei deputati eletti con la quota proporzionale;

la lettera t) abroga la norma che prevedeva l’obbligo di opzione per i deputati eletti in più

circoscrizioni, non essendo più possibili candidature plurime;

la lettera u) abroga la disciplina delle assegnazioni dei seggi nel caso in cui rimanga vacante

un seggio attribuito con la quota proporzionale, perché il presente disegno di legge abolisce, come

già sottolineato, la quota proporzionale;

la lettera v) abroga la tabella relativa alle circoscrizioni elettorali, in quanto esse verranno a

coincidere col territorio di ciascuna regione;

la lettera z), infine, prevede la soppressione dei riferimenti alla «lista» o alle «liste», ovunque

ricorrano.

L’articolo 4 disciplina l’individuazione della nuova ripartizione del territorio nazionale in collegi

in modo del tutto identico a quello già adottato per la definizione dei collegi uninominali ai sensi

dell’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277.

Lo stesso articolo delega il Governo ad adottare entro quattro mesi un decreto legislativo che

apporti tutte quelle modifiche al testo unico per l’elezione della Camera dei deputati strettamente

conseguenti a quanto previsto dal presente disegno di legge. L’articolo inoltre autorizza il Governo

ad adottare, sempre entro il termine di quattro mesi, il regolamento di attuazione della legge,

nonché a definire la scheda di votazione per l’elezione della Camera dei deputati nei collegi

uninominali. Lo stesso articolo, infine, conferma esplicitamente il meccanismo di aggiornamento

permanente dei collegi elettorali in caso di mutamenti demografici.

L’articolo 5 fissa il termine per l’entrata in vigore della legge nel giorno successivo a quello della

sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Abrogazione degli articoli 1, 2, 3 e 6 della legge 21 dicembre 2005, n. 270)

1. Gli articoli 1, 2, 3 e 6 della legge 21 dicembre 2005, n. 270, recante modifiche alle norme per

l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, sono abrogati.

Art. 2.

(Nuova vigenza delle disposizioni abrogate o modificate dalla legge 21 dicembre 2005, n. 270)

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, riacquistano efficacia le

disposizioni del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di

cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, nel testo vigente

anteriormente alla data di entrata in vigore della legge 21 dicembre 2005, n. 270, e con le

modificazioni di cui all’articolo 3 della presente legge.

Art. 3.

Page 199: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

199

(Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361.

Abolizione della quota proporzionale per l’elezione della Camera dei deputati e attribuzione di

tutti i seggi con il sistema uninominale maggioritario a un turno)

1. Al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al

decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, nel testo risultante dalle

disposizioni degli articoli 1 e 2 della presente legge, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) l’articolo 1 è sostituito dal seguente:

«Art. 1. – 1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale,

libero e segreto, espresso in un unico turno.

2. I seggi sono ripartiti tra le circoscrizioni ai sensi dell’articolo 56 della Costituzione, e sono

attribuiti, fatti salvi i seggi spettanti alla Valle d’Aosta e alla circoscrizione Estero, in altrettanti

collegi uninominali nei quali risulta eletto il candidato che ha riportato il maggior numero di voti;

in caso di parità di voti risulta eletto il più anziano di età.»;

b) all’articolo 3, le parole: «singole circoscrizioni, di cui alla tabella A allegata al presente

testo unico,» sono sostituite dalle seguenti: «singole regioni»;

c) l’articolo 4 è sostituito dal seguente:

«Art. 4. – 1. Il voto è un diritto di tutti i cittadini, il cui libero esercizio deve essere promosso e

garantito dalla Repubblica.

2. Ogni elettore dispone di un voto, da esprimere su apposita scheda recante il cognome e il

nome di ciascun candidato accompagnato dal rispettivo contrassegno.»;

d) l’articolo 13 è sostituito dal seguente:

«Art. 13. – 1. Presso la Corte d’appello o il tribunale di ogni capoluogo di regione è costituito,

entro tre giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi, l’Ufficio centrale

circoscrizionale, composto da tre magistrati, dei quali uno con funzioni di presidente, scelti dal

presidente della Corte d’appello o del tribunale.»;

e) all’articolo 14, i commi primo, secondo e terzo sono sostituiti dai seguenti:

«I partiti o i gruppi politici organizzati, nonché i singoli candidati che intendono presentare

candidature nei collegi uninominali, debbono depositare presso il Ministero dell’interno il

contrassegno con il quale dichiarano di voler distinguere le candidature nei collegi uninominali.

All’atto del deposito del contrassegno i partiti e i gruppi politici organizzati devono indicare la

propria denominazione.

I partiti che notoriamente fanno uso di un determinato simbolo sono tenuti a presentare le loro

candidature con un contrassegno che riproduca tale simbolo.

Non è ammessa la presentazione di contrassegni identici o confondibili, ovvero di quelli

riproducenti simboli usati tradizionalmente da altri partiti.»;

f) all’articolo 18, i commi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:

«1. La presentazione delle candidature nei collegi uninominali è fatta per singoli candidati.

Nessun candidato può accettare la candidatura in più di un collegio. La candidatura della stessa

persona in più di un collegio è nulla.

2. Per ogni candidato nei collegi uninominali deve essere indicato il cognome, il nome, il luogo e

la data di nascita, il collegio uninominale per il quale viene presentata la candidatura e il

contrassegno o i contrassegni, tra quelli depositati presso il Ministero dell’interno, con cui si

intende contraddistinguerlo; per le candidate donne può essere indicato il solo cognome o può

essere aggiunto il cognome del marito.»;

g) l’articolo 18-bis è abrogato;

h) l’articolo 19 è abrogato;

i) l’articolo 20 è sostituito dal seguente:

«Art. 20. – 1. Le candidature nei collegi uninominali devono essere presentate alla cancelleria

della Corte d’appello o del tribunale dei capoluoghi di regione dalle ore 8 del trentacinquesimo

giorno alle ore 20 del trentaquattresimo giorno antecedenti a quello della votazione. A tale scopo,

Page 200: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

200

per il periodo suddetto, la cancelleria della Corte d’appello o del tribunale resta aperta

quotidianamente, compresi i giorni festivi, dalle ore 8 alle ore 20.

2. Insieme alle candidature nei collegi uninominali, devono essere presentati gli atti di

accettazione delle candidature, i certificati di iscrizione nelle liste elettorali dei candidati e la

dichiarazione di presentazione di candidature nei collegi uninominali firmata dal prescritto numero

di elettori.

3. La dichiarazione di cui al comma 2 deve essere corredata dai certificati, anche collettivi, dei

sindaci dei singoli comuni ai quali appartengono i sottoscrittori che ne attestino le iscrizioni nelle

liste elettorali dei comuni del collegio o, in caso di collegi ricompresi in un unico comune, di

sezioni elettorali di tali collegi. I sindaci devono, nel termine improrogabile di ventiquattro ore

dalla richiesta, rilasciare tali certificati.

4. La firma degli elettori deve avvenire su appositi moduli riportanti nome, cognome, data e

luogo di nascita dei candidati, il contrassegno o i contrassegni della loro candidatura nonché nome,

cognome, data e luogo di nascita dei sottoscrittori e deve essere autenticata da uno dei soggetti di

cui all’articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53. Deve essere indicato il comune nelle cui liste

l’elettore dichiara di essere iscritto. Per tale prestazione è dovuto al notaio o cancelliere l’onorario

di 0,50 euro per ogni sottoscrizione autenticata.

5. Nessun elettore può sottoscrivere più di una candidatura in collegi uninominali.

6. Nella dichiarazione di presentazione della candidatura nei collegi uninominali deve essere

specificato con quale contrassegno o quali contrassegni, tra quelli depositati presso il Ministero

dell’interno, la stessa intenda distinguersi.»;

l) l’articolo 31 è sostituito dal seguente:

«Art. 31. – 1. Le schede sono di carta consistente, sono predisposte a cura del Ministero

dell’interno con le caratteristiche essenziali del modello definito con regolamento adottato ai sensi

dell’articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e riproducono in fac simile i

contrassegni di tutte le candidature nei collegi uninominali, regolarmente presentate.

2. Le schede per l’elezione dei candidati nei collegi uninominali riportano accanto al cognome e

al nome di ogni candidato il rispettivo contrassegno.

3. Le schede devono pervenire agli uffici elettorali debitamente piegate.»;

m) all’articolo 45, l’ottavo comma è abrogato;

n) all’articolo 68, i commi 3 e 3-bis sono abrogati e l’ultimo periodo del comma 7 è soppresso;

o) all’articolo 71:

1) al primo comma, numero 2), le parole: «dei voti di lista e» sono soppresse;

2) al secondo comma, le parole: «o per le singole liste per l’attribuzione dei seggi in ragione

proporzionale» sono soppresse;

p) all’articolo 72, il secondo comma è abrogato;

q) all’articolo 77, comma 1, i numeri 2), 3), 4) e 5) sono abrogati;

r) l’articolo 83 è abrogato;

s) all’articolo 84, il comma 1 è abrogato;

t) l’articolo 85 è abrogato;

u) all’articolo 86, i commi 4 e 5 sono abrogati;

v) la tabella A è abrogata;

z) le parole: «di lista», «di liste», «della lista» e «delle liste», ovunque ricorrano, sono

soppresse.

Art. 4.

(Disposizioni attuative)

1. Il Governo è delegato ad adottare, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della

presente legge, ai sensi dell’articolo 14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, un decreto legislativo

per la determinazione, nell’ambito di ciascuna circoscrizione elettorale regionale, dei collegi

Page 201: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

201

uninominali previsti dalla presente legge, sulla base dei princìpi e criteri direttivi previsti dalle

lettere a) e b) del comma 1 dell’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277.

2. Nell’esercizio della delega di cui al comma 1, il Governo si attiene alle medesime procedure e

modalità previste dai commi 2, 3 e 4 dell’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277.

3. Il Governo è delegato ad adottare, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della

presente legge, un decreto legislativo con cui sono apportate al citato testo unico di cui al decreto

del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, come modificato dalla presente legge, le

modificazioni e le abrogazioni strettamente conseguenti a quanto previsto dalla presente legge.

4. Entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo adotta il

relativo regolamento di attuazione ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lettera b), della legge 23

agosto 1988, n. 400; con il predetto regolamento, è definito il modello della scheda di votazione per

l’elezione della Camera dei deputati nei collegi uninominali.

5. Resta fermo quanto previsto al comma 6 dell’articolo 7 della legge 4 agosto 1993, n. 277.

Art. 5.

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

Page 202: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

202

N. 1653 (Testo modificato, trasformato in emendamento alla legge finanziaria 2008 e accolto)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 20 GIUGNO 2007

———–

Disposizioni in materia di contributi alle imprese editrici di giornali e di radiodiffusione sonora e

televisiva

———–

Onorevoli Senatori. – Il presente disegno di legge è volto a modificare il comma 2-ter dell’articolo

3 della legge 7 agosto 1990, n. 250. La suddetta normativa sull’editoria, con la legge 23 dicembre

2006, n.—296 (legge finanziaria 2007), ha subìto consistenti modifiche che incidono sui

procedimenti di concessione dei contributi.

Il comma 717 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 2006, n. 296, ha esteso i contributi di cui

all’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, anche alle emittenti radiotelevisive, comunque

costituite, che trasmettono programmi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni

autonome Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Originariamente, la legge

n. 250 del 1990 era stata varata nell’ambito della legislazione generale relativa alla stampa, ed era

rivolta alla salvaguardia delle testate giornalistiche più deboli, tra le quali figurano anche quelle

delle minoranze linguistiche. Obiettivo della legge era, quindi, quello di sostenere le cooperative

giornalistiche e i giornali delle minoranze linguistiche. Il citato comma 717 della legge finanziaria

per il 2007 ha esteso i contributi anche alle emittenti radiotelevisive senza, però, tener conto che il

procedimento di concessione dei contributi, sia in ordine ai criteri di calcolo sia alle fasi

procedimento, deve essere differenziato per testate giornalistiche ed emittenti radiotelevisive: la

natura e l’entità delle produzioni e dei prodotti sono, infatti, differenti.

Il presente disegno di legge prevede, pertanto, alcune modifiche, in particolare al comma 2-ter

dell’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, volte a differenziare la procedura di concessione

dei contributi tra testate giornalistiche ed emittenti radiotelevisive.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Modifiche all’articolo 3 della legge

7 agosto 1990, n. 250)

1. All’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, il comma 2-ter è

sostituito dal seguente:

«2-ter. I contributi previsti dalla presente legge, con esclusione di quelli previsti dal comma 11, e

in misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli

ammortamenti, risultanti dal bilancio dell’impresa stessa, sono concessi alle imprese editrici

comunque costituite che editino giornali quotidiani e alle emittenti radiotelevisive comunque

costituite che trasmettano giornalmente tra le ore 06.00 e le ore 22.00 e per oltre la metà del tempo

di trasmissione, programmi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca nelle regioni autonome

Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, almeno in parte prodotti dalle stesse

emittenti radiotelevisive o da terzi per loro conto. I contributi sono erogati a condizione che le

imprese beneficiarie non editino altri giornali quotidiani o che non possiedano altre emittenti

radiotelevisive e, per quanto concerne le imprese editrici, possiedano i requisiti di cui alle lettere b),

c), d), e) e g) del comma 2 del presente articolo; per quanto concerne le emittenti radiotelevisive, la

condizione è che esse possiedano i requisiti previsti dall’articolo 1, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater,

Page 203: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

203

del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001,

n. 66. Alle emittenti radiotelevisive di cui al secondo periodo del presente comma, i contributi sono

concessi nel limite complessivo di 2.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009

ripartendo tale importo, anno per anno, in base al numero delle domande inoltrate, tra le emittenti

radiofoniche e le emittenti televisive. La quota spettante alle emittenti radiofoniche è suddivisa, tra

le emittenti radiofoniche stesse, ai sensi e per gli effetti del decreto del Ministro delle

comunicazioni, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previsto dall’articolo 52,

comma 18, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, mentre è suddivisa tra le emittenti televisive

stesse, ai sensi della presente legge. A decorrere dal 1º gennaio 2002 i contributi di cui ai commi 8

e 11 del presente articolo e in misura, comunque, non superiore al 50 per cento dei costi

complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell’impresa stessa, sono concessi

ai giornali quotidiani italiani editi e diffusi all’estero a condizione che le imprese editrici

beneficiarie possiedano i requisiti di cui alle lettere b), c), d) e g) del comma 2 del presente articolo.

Tali imprese devono allegare alla domanda i bilanci corredati da una relazione di certificazione da

parte di società abilitate secondo la normativa dello Stato in cui ha sede l’impresa.»

Art. 2.

(Norme transitorie)

1. Le domande delle imprese di radiodiffusione sonora per l’accesso al contributi previsti

dall’articolo 11 della legge 25 febbraio 1987, n. 67, e successive modificazioni, sono spedite entro

la data del 31 novembre 2007, per le provvidenze relative all’anno 2006, ed entro la data del 31

marzo di ciascun anno successivo a quello di riferimento dei contributi per gli anni successivi.

2. Le domande delle imprese di radiodiffusione televisiva in possesso dei requisiti previsti dalle

disposizioni di cui all’articolo 7 del decreto-legge 27 agosto 1993, n. 323, convertito, con

modificazioni, dalla legge 27 ottobre 1993, n. 422, sono inoltrate entro il 30 novembre 2007, per le

provvidenze relative all’anno 2006, ed entro il 31 marzo di ciascun anno successivo a quello di

riferimento dei contributi per gli anni successivi.

Art. 3.

(Copertura finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, valutati in 2 milioni di euro annui, si

provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio

triennale 2007-2009, nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale»

dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2007, allo scopo

parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero delle comunicazioni.

2. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le

occorrenti variazioni di bilancio.

Page 204: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

204

N. 1767 (Testo in corso di esame in Commissione)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 2 AGOSTO 2007

———–

Modifiche alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, in materia di esercizio del diritto di voto da parte

dei cittadini italiani residenti all’estero

———–

Onorevoli Senatori. – Con l’approvazione della legge 27 dicembre 2001, n. 459 per l’esercizio di

voto dei cittadini italiani residenti all’estero, a seguito delle modifiche costituzionali votate nella

XIII legislatura, il Parlamento italiano ha voluto favorire i nostri connazionali residenti all’estero.

Tuttavia il provvedimento presenta alcune anomalie, confermate dai risultati delle elezioni

politiche del 2006, tanto che oggi è messa in discussione la rappresentatività democratica del nostro

Parlamento. Inoltre sono evidenti alcune discriminazioni tra gli elettori italiani e gli elettori italiani

residenti all’estero.

La legge n. 459 del 2001 dà ai cittadini italiani residenti all’estero la possibilità di votare nella

circoscrizione Estero, salvo la possibilità di optare per l’esercizio di voto nella circoscrizione del

territorio nazionale relativa alla sezione elettorale in cui sono iscritti (comma 3, articolo 1).

A prima vista, questa libertà di scelta per i cittadini residenti all’estero e la corrispondente

restrizione per i cittadini residenti in Italia, sembrerebbe non comportare particolari conseguenze.

Tenendo però conto del sistema elettorale adottato, la questione appare ben più complessa.

Peculiarità del sistema elettorale maggioritario, infatti, è che mentre alcuni collegi vengono

assegnati per minime differenze di voti, per altri collegi il risultato è già noto in partenza (i

cosiddetti collegi sicuri). Al cittadino residente all’estero è data quindi la possibilità di scegliere

dove far fruttare meglio il proprio voto. Si vota in Italia nel caso in cui il proprio voto possa

risultare determinante; si sceglie la circoscrizione Estero in tutti quei casi nei quali il differenziale

tra i candidati è così ampio che un voto in più o in meno non farebbe alcuna differenza.

Il tutto in contrasto con il secondo comma dell’articolo 48 della Costituzione: «Il voto è

personale ed eguale, libero e segreto.» È sin troppo evidente, infatti, come la possibilità di scelta

per l’esercizio del proprio voto, riservato ad una specifica e ben individuata porzione di elettorato,

mini alla base il principio del voto eguale.

Per rafforzare il legame con il territorio di provenienza e per far sì che le prossime elezioni

politiche avvengano in presenza di norme che garantiscano il corretto esercizio del voto all’estero,

il presente disegno di legge prevede una inversione del diritto di opzione che, anzitutto, deve essere

esercitato entro un termine e con modalità definite e consiste nella facoltà concessa al cittadino

residente all’estero di esprimere la preferenza per il voto nella circoscrizione Estero. La sua

mancanza comporta che l’esercizio del diritto di voto avvenga in Italia, in una delle circoscrizioni

nazionali.

Il presente disegno di legge si compone di tre articoli: gli articoli 1 e 2 sostituiscono

rispettivamente gli articoli 1 e 4 della legge 27 dicembre 2001, n. 459, allo scopo di evitare una

lettura poco chiara, mentre l’articolo 3 prevede delle modifiche consequenziali alla medesima legge

n. 459 del 2001.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. L’articolo 1 della legge 27 dicembre 2001, n. 459, è sostituito dal seguente:

Page 205: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

205

«Art. 1. – 1. I cittadini italiani residenti all’estero, iscritti nelle liste elettorali di cui all’articolo 5,

comma 1, votano nella circoscrizione Estero, di cui all’articolo 48 della Costituzione, per l’elezione

delle Camere e per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, nei limiti e nelle

forme previsti dalla presente legge, previa opzione da esercitare per ogni votazione e valida

limitatamente ad essa.

2. Gli elettori di cui al comma 1 votano per corrispondenza.

3. Gli elettori di cui al comma 1 votano in Italia, e in tale caso votano nella circoscrizione del

territorio nazionale relativa alla sezione elettorale in cui sono iscritti, salvo che abbiano esercitato

l’opzione di cui al comma 1».

Art. 2.

1. L’articolo 4 della legge 27 dicembre 2001, n. 459, è sostituito dal seguente:

«Art. 4. – 1. In occasione di ogni consultazione elettorale l’elettore può esercitare l’opzione per il

voto nella circoscrizione Estero di cui all’articolo 1, comma 1, dandone comunicazione scritta alla

rappresentanza diplomatica o consolare operante nella circoscrizione consolare di residenza entro il

31 dicembre dell’anno precedente a quello previsto per la scadenza naturale della legislatura.

2. In caso di scioglimento anticipato delle Camere o di indizione di referendum popolare,

l’elettore può esercitare l’opzione per il voto entro il decimo giorno successivo alla indizione delle

votazioni.

3. Il Ministero degli affari esteri comunica, senza ritardo, al Ministero dell’interno i nominativi

degli elettori che hanno esercitato il diritto di opzione per il voto, ai sensi dei commi l e 2. Almeno

trenta giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia il Ministero dell’interno comunica i

nominativi degli elettori che non hanno esercitato l’opzione ai comuni di ultima residenza in Italia.

I comuni adottano le conseguenti misure necessarie per l’esercizio del voto in Italia.

4. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge le rappresentanze

diplomatiche e consolari, sulla base delle istruzioni impartite a tale fine dal Ministero degli affari

esteri, informano, con apposita comunicazione, l’elettore della possibilità di esercitare l’opzione

specificando in particolare che l’eventuale opzione è valida esclusivamente per una consultazione

elettorale o referendaria e che deve essere esercitata nuovamente in occasione della successiva

consultazione.

5. L’elettore che intenda esercitare l’opzione per il voto in Italia per la prima consultazione

elettorale o referendaria successiva alla data di entrata in vigore della presente legge lo comunica,

entro il sessantesimo giorno dalla ricezione della comunicazione, alla rappresentanza diplomatica o

consolare operante nella circoscrizione consolare di residenza e comunque entro il 31 dicembre

dell’anno precedente a quello previsto per la scadenza naturale della legislatura».

Art. 3.

1. Alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, sono apportate le seguenti modifiche:

a) all’articolo 5, al comma 2, dopo le parole: «residenti all’estero che» è inserita la seguente:

«non»;

b) all’articolo 8, al comma 4, le parole: «comma 3, non possono essere candidati» sono

sostituite dalle seguenti: «comma 1, possono essere candidati»;

c) all’articolo 12, al comma 3, le parole: «non hanno esercitato» sono sostituite dalle seguenti:

«hanno esercitato» e le parole: «comma 3» sono sostituite dalle seguenti: «comma 1»;

d) all’articolo 12, al comma 7, le parole: «non hanno esercitato» sono sostituite dalle seguenti:

«hanno esercitato» e le parole: «comma 3» sono sostituite dalle seguenti: «comma 1»;

e) all’articolo 13, al comma 1, le parole: «non abbiano esercitato» sono sostituite dalle

seguenti: «abbiano esercitato» e le parole: «comma 3» sono sostituite dalle seguenti: «comma 1»;

f) all’articolo 20, il comma 1 è abrogato.

Page 206: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

206

N. 1882 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, PERRIN e MOLINARI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 14 NOVEMBRE 2007

———–

Regolamentazione del trattamento di fine servizio e del trattamento di fine rapporto nella regione

Trentino-Alto Adige/Südtirol e nella regione Valle d’Aosta/Vallèe d’Aoste in relazione al personale

operante nel settore pubblico

———–

Onorevoli Senatori. – L’articolo 2, commi 5 e 8, della legge 8 agosto 1995, n. 335, ha previsto che,

per il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni, assunto a partire dal 1º gennaio 1996,

il trattamento di fine servizio fosse regolato in base a quanto stabilito dall’articolo 2120 del codice

civile in materia di trattamento di fine rapporto.

Lo stesso articolo 2, al comma 7, demanda alla contrattazione collettiva nazionale il compito di

definire le modalità di applicazione della disciplina in materia di trattamento di fine rapporto nei

confronti dei lavoratori già occupati alla data del 31 dicembre 1995.

Il processo di attuazione, molto complesso per gli aspetti giuridici e di carattere finanziario che

comportano il passaggio dal trattamento di fine servizio di natura previdenziale vigente nel

pubblico impiego al trattamento di fine rapporto di natura retributiva vigente nel lavoro privato, ha

richiesto un tempo molto lungo, caratterizzato da interventi normativi che hanno limitato al solo

personale a tempo determinato ovvero a tempo indeterminato, assunto, quest’ultimo, dopo la data

del 31 dicembre 2000, l’applicazione obbligatoria del trattamento di fine rapporto.

I contenuti dell’accordo collettivo, relativo sia al personale nuovo assunto che a quello già in

servizio alla data del 31 dicembre 2000, sono stati poi recepiti, così come disposto dal citato

articolo 2, comma 6, della legge n. 335 del 1995, nel decreto del Presidente del Consiglio dei

ministri 20 dicembre 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 15 maggio 2000, che, a

sua volta, è stato oggetto di modifiche ed integrazioni operate sia indirettamente, con la disciplina

introdotta dall’articolo 74 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, sia testualmente, con le novelle di

cui al successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2001, pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale n. 118 del 23 maggio 2001.

Le province autonome di Trento e di Bolzano, in virtù della competenza legislativa primaria ad

esse riservata in materia di ordinamento del personale pubblico dipendente degli enti locali, prima

dell’entrata in vigore del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 dicembre 1999,

hanno dato attuazione alle disposizioni contenute nell’articolo 2 della legge n. 335 del 1995. La

conseguente regolamentazione del trattamento di fine rapporto è contenuta, rispettivamente, nella

legge della provincia di Trento 3 febbraio 1997, n. 2 (articolo 9), e nella legge della provincia di

Bolzano 3 maggio 1999, n. 1 (articolo 22).

Questo passaggio è stato regolato nello spirito e con le cautele previste dal comma 5 dell’articolo

2 della citata legge n. 335 del 1995, che non ha esteso ai lavoratori dipendenti delle

amministrazioni pubbliche il trattamento di fine rapporto «ai sensi e per gli effetti» dell’articolo

2120 del codice civile ma solamente «in base» a quanto previsto in tale articolo, proprio nel rispetto

delle peculiarità giuridiche e delle compatibilità di gestione del trattamento di fine servizio.

Le citate leggi provinciali, pertanto, non essendo la materia previdenziale di competenza della

legislazione provinciale, hanno dovuto tener conto del mantenimento della contribuzione

previdenziale dovuta all’INPDAP, al quale i lavoratori (e le amministrazioni) restano

obbligatoriamente iscritti. L’obbligo di iscrizione permarrà sino alla concreta attuazione delle

disposizioni integrative dell’articolo 2, comma 8, della legge n. 335 del 1995, introdotte

Page 207: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

207

dall’articolo 74 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, con cui si riconduce alla gestione diretta delle

amministrazioni la corresponsione del trattamento di fine rapporto, facendo venir meno la

contribuzione all’Istituto previdenziale.

Per l’effetto delle richiamate disposizioni, è stato istituito il cosiddetto «TFR provinciale», che si

configura come un trattamento ibrido in quanto, per un verso, riveste alcune delle caratteristiche

tipiche del trattamento di fine rapporto (è calcolato come il TFR ed è erogato dal datore di lavoro

che, per questo, è anche sostituto d’imposta) mentre per l’altro verso, non essendo venuto meno

l’obbligo contributivo all’INPDAP, quest’ultimo rimane obbligato a liquidare una quota della

prestazione (corrispondente all’indennità premio di servizio) in base alla normativa vigente per tutti

gli iscritti prima dell’entrata in vigore delle leggi provinciali.

Per quanto attiene alla previdenza complementare, con il nuovo trattamento di fine rapporto sono

state create le condizioni che hanno permesso a numerosi dipendenti delle amministrazioni

pubbliche del Trentino-Alto Adige di aderire al fondo pensione regionale, denominato

«Laborfonds», impegnando il datore di lavoro a versare, in aggiunta al contributo previsto dal

contratto, anche una parte del «TFR provinciale», nei limiti di quella integrazione dell’indennità

premio di servizio erogata dall’INPDAP già prevista dalle norme previgenti.

Permanendo l’attuale disciplina del «TFR provinciale», se per il personale in servizio alla data di

introduzione del TFR era possibile da parte del datore di lavoro sostenere il peso della quota da

versare al fondo pensione, perché nei limiti della integrazione del trattamento di fine servizio

erogata dall’INPDAP, diventa insostenibile per le amministrazioni interessate l’impegno al

versamento dell’intera quota del TFR per i nuovi assunti, così come previsto dal decreto legislativo

21 aprile 1993, n. 124, in aggiunta al contributo che esse stesse sono tenute a versare all’INPDAP.

La situazione presente nella regione Valle d’Aosta/Vallèe d’Aoste è differente da quella

rappresentata per la regione Trentino-Alto Adige/Südtirol e le province autonome di Trento e di

Bolzano poiché, in assenza di legislazioni locali in materia, sono state applicate le disposizioni

contenute nel citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 dicembre 1999, e

successive modificazioni.

Per tutte le considerazioni esposte, nel rispetto delle esigenze di equilibrio dei conti pubblici non

solo nel breve ma anche nel medio e nel lungo periodo, con il presente disegno di legge si intende

dare attuazione alla disposizione introdotta all’articolo 2, comma 8, della legge n. 335 del 1995

dall’articolo 74, comma 4, della legge n. 388 del 2000, che prevede la cessazione della

contribuzione previdenziale in materia di trattamento di fine servizio, comunque denominato, in

favore delle competenti gestioni dell’INPDAP e, nell’attesa, confermare gli effetti della

legislazione provinciale nel frattempo intervenuta.

Il riferimento all’equilibrio finanziario di medio e lungo periodo permette, infatti, di

rappresentare la situazione che vede nel tempo l’INPDAP, in particolare per quanto riguarda la

gestione ex INADEL, assumere impegni di gran lunga superiori a quelli che possono garantire le

attuali aliquote contributive e che verrebbero invece ripartiti con le amministrazioni datrici di

lavoro in caso di approvazione del presente provvedimento.

A fronte di un contributo complessivo dovuto dalle amministrazioni, pari al 6,10 per cento da

computare sull’80 per cento della retribuzione, l’INPDAP è tenuto a contabilizzare, come TFR da

corrispondere al lavoratore alla cessazione dal servizio, il 6,91 per cento da computare sul 100 per

cento della retribuzione e a rivalutare il montante con il 75 per cento della variazione dell’indice

ISTAT, maggiorato di 1 punto e mezzo su base annua.

Si acclude, di seguito, una scheda tecnica che evidenzia gli effetti finanziari e economici di

quanto proposto e nella quale si riportano, in sintesi, i seguenti valori finanziari, in migliaia di euro,

elaborati sulla base di un tasso di inflazione programmata pari all’1,7 per cento annuo.

Dipendenti interessati presenti nella regione Trentino-Alto Adige/Südtirol.

Ammontare della contribuzione dovuta all’INPDAP, in moneta corrente:

anno 2008: euro 17.279;

Page 208: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

208

anno 2009: euro 19.775;

anno 2010: euro 22.199.

Per un totale nel decennio di euro 331.314.

Dipendenti interessati presenti nella regione Valle d’Aosta.

Ammontare della contribuzione dovuta all’INPDAP, in moneta corrente:

anno 2008: euro 2.487;

anno 2009: euro 2.908;

anno 2010: euro 3.247.

Per un totale nel decennio di euro 47.930.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. Per il personale degli enti della regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, delle province

autonome di Trento e di Bolzano nonché della regione Valle d’Aosta/Vallèe d’Aoste, di cui

all’articolo 2, comma 8, terzo e quarto periodo, della legge 8 agosto 1995, n. 335, assunto in data

successiva al 31 dicembre 2000, la contribuzione previdenziale in materia di trattamento di fine

servizio comunque denominato in favore delle competenti gestioni dell’Istituto nazionale di

previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica (INPDAP) cessa con decorrenza 1º

gennaio 2008.

2. Per assicurare la invarianza della retribuzione netta complessiva e di quella utile ai fini

previdenziali dei dipendenti nei confronti dei quali si applica quanto disposto dal comma 1, la

retribuzione lorda è ridotta in misura pari al contributo previdenziale obbligatorio soppresso a

carico del lavoratore; contestualmente, al recupero della predetta riduzione si provvede mediante un

corrispondente incremento figurativo ai fini previdenziali e del trattamento di fine rapporto.

3. Alla data di cessazione dal servizio, gli enti di cui al comma 1 provvedono a corrispondere al

personale di cui al medesimo comma l’intero trattamento di fine rapporto, compresa la quota

spettante a titolo di trattamento di fine servizio o di fine rapporto maturata presso l’INPDAP e

determinata secondo le modalità indicate nel comma 4. Alla quota maturata presso l’INPDAP,

derivante dal trattamento di fine servizio spettante al 31 dicembre 2007, si applicano gli stessi

abbattimenti di imponibile previsti dalla normativa fiscale in materia di indennità di fine servizio.

4. Al personale di cui al comma 1, già titolare del rapporto previdenziale con l’INPDAP, sono

valutati i servizi e i periodi utili ai fini del trattamento di fine servizio ovvero del trattamento di fine

rapporto. Il computo di quanto maturato alla data del 31 dicembre 2007 per il personale in regime

di trattamento di fine servizio è effettuato secondo la normativa previgente alla data di entrata in

vigore della presente legge. La somma così calcolata è rivalutata in base alle disposizioni di cui

all’articolo 2120 del codice civile. Alla cessazione del rapporto di lavoro l’INPDAP trasferisce

all’ente datore di lavoro il montante maturato entro i termini previsti dall’articolo 3 del decreto-

legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, della legge 28 maggio 1997, n. 140.

5. Per il personale di cui al comma 1, che ha aderito ai fondi di previdenza complementare prima

del 1º gennaio 2008 e per il quale trova applicazione il decreto del Presidente del Consiglio dei

ministri 20 dicembre 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 15 maggio 2000, e

successive modificazioni, il montante maturato al 31 dicembre 2007, costituito dagli

accantonamenti figurativi delle quote del trattamento di fine rapporto nonché da quelli relativi

all’aliquota dell’1,5 per cento di cui all’articolo 2, comma 4, del citato decreto del Presidente del

Consiglio dei ministri, continua ad essere rivalutato dall’INPDAP ai sensi dell’articolo 2, comma 5,

dello stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ed è conferito al fondo pensione di

riferimento alla cessazione del rapporto di lavoro.

6. All’articolo 2, comma 8, della legge 8 agosto 1995, n. 335, il quinto periodo è soppresso.

Page 209: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

209

N. 1904 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori PETERLINI, TREU, PINZGER, PERRIN, FAZIO, RUBINATO,

TONINI, BENVENUTO, BINETTI, CICCANTI, SELVA, ROSSI, RIA e RANDAZZO

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 29 NOVEMBRE 2007

———–

Disposizioni per la tutela ed il sostegno delle madri lavoratrici

———–

Onorevoli Senatori. – In Italia il tasso di natalità è molto basso, è sceso rapidamente negli ultimi

decenni e si è confermato negli anni recenti tra l’1,2 e l’1,3 figli per donna. L’Italia, pertanto, si

annovera tra i Paesi con la più bassa natalità del mondo. Dall’altra parte sale l’aspettativa di vita,

che ha raggiunto una media di oltre ottanta anni. La popolazione registra pertanto un costante

invecchiamento. Uno dei motivi di questa situazione è che nel nostro Paese permane la carenza di

misure a sostegno della famiglia, nello specifico di misure che favoriscano la maternità e le donne

lavoratrici con figli. Occorre rendere compatibile il lavoro delle donne, spesso indispensabile per la

sopravvivenza della famiglia, con l’educazione dei figli.

I Paesi nordici e la vicina Francia, con le loro politiche familiari, sono riusciti ad avere tassi di

crescita più alti.

Tale basso tasso di natalità ha risvolti catastrofici sulla sostenibilità e finanziabilità del sistema

pensionistico, delle spese per la sanità e per le persone non autosufficienti, in quanto sempre meno

giovani lavoratori devono sostenere una spesa sociale in costante crescita. Il presente disegno di

legge ha lo scopo di porre al centro degli interessi primari la famiglia ed il sostegno per i figli,

attraverso alcune modifiche previdenziali.

Normativa attuale

L’articolo 1, comma 40, della legge 8 agosto 1995, n. 335, concernente la riforma del sistema

pensionistico prevede un riconoscimento dei figli agli effetti dell’età pensionabile, per i trattamenti

pensionistici determinati esclusivamente secondo il sistema contributivo nei confronti dei lavoratori

neoassunti dal 1º gennaio 1996, privi di contribuzione precedente, oppure per coloro che esercitano

dal 1º gennaio 2001 in poi, la facoltà di opzione per la liquidazione della pensione con il sistema di

calcolo contributivo. Quando si verifica l’evento maternità, indipendentemente dall’assenza o meno

dal lavoro al momento del verificarsi di tale evento, viene riconosciuto alla lavoratrice un anticipo

di età rispetto ai cinquantasette anni previsti per la pensione di vecchiaia pari a quattro mesi per

ogni figlio e nel limite massimo di dodici mesi (età destinata ad essere aumentata in base a quanto

previsto nel disegno di legge, atto Camera n. 3178 «Norme di attuazione del Protocollo del 23

luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equità e la crescita sostenibili,

nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale», approvato dalla Camera dei

deputati. In alternativa a tale beneficio, attualmente, la lavoratrice può optare per la determinazione

della pensione con applicazione del coefficiente di trasformazione indicato nella tabella A, allegata

alla legge n. 335 del 1995, relativo all’età di accesso al trattamento pensionistico, maggiorato, e

pertanto più favorevole, di un anno in caso di uno o due figli e di due anni nell’ipotesi di tre o più

figli.

Nei confronti delle dipendenti statali, regionali, provinciali, comunali e di altri enti pubblici e dei

soggetti iscritti ai fondi sostitutivi nei casi di corresponsione di retribuzione ridotta o di nessuna

retribuzione nei periodi di astensione facoltativa dal lavoro (articolo 32 del testo unico di cui al

decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151) scatta il diritto, per la differenza di retribuzione

mancante alla misura intera o per l’intera retribuzione mancante, alla contribuzione figurativa da

Page 210: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

210

accreditare secondo l’articolo 8 della legge 23 aprile 1981, n. 155. Di tale situazione il datore di

lavoro è tenuto a darne comunicazione in sede di denuncia mensile dei contributi. I relativi oneri

vanno addossati alla gestione previdenziale assicurazione generale obbligatoria di iscrizione del

soggetto durante i periodi oggetto dell’accreditamento figurativo.

L’articolo 34 del citato testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in materia

di tutela e sostegno della maternità e della paternità, affronta l’argomento del trattamento

economico dei congedi parentali e prevede per le lavoratrici e per i lavoratori un’indennità pari al

30 per cento della retribuzione, per un periodo massimo complessivo tra i genitori di sei mesi, fino

al terzo anno di vita del bambino. Per i periodi ulteriori prevede una indennità pari al 30 per cento

della retribuzione purchè si abbia un reddito inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo

di pensione.

Modifiche proposte

Il presente disegno di legge intende modificare le disposizioni di legge citate, prevedendo:

1) una riduzione dell’età pensionabile per la donna di un anno per ogni figlio, con un limite

massimo di cinque anni, oppure l’applicazione di un coefficiente – più favorevole – di

trasformazione, riferito ad un fittizio aumento del pensionamento, aumentato di un anno per ogni

figlio (articolo 1);

2) l’estensione del periodo di congedo parentale – che attualmente è di sei mesi – a dodici

mesi (articolo 2, lettera a) e lettera c);

3) un nuovo trattamento economico dei periodi di congedo parentale, come già proposto dalla

11ª Commissione permanente (Lavoro e previdenza sociale) del Senato della Repubblica durante

l’esame del disegno di legge finanziaria 2008. In particolare viene aumentata la percentuale di

retribuzione dal 30 al 70 per cento per le famiglie bisognose (articolo 2, lettera c);

4) nei confronti delle dipendenti del settore privato (assicurati INPS, ENPALS, eccetera) per

l’accredito per periodi di astensione facoltativa l’applicazione delle stesse disposizioni operanti nel

settore pubblico (dipendenti statali, regionali, comunali, eccetera) integrando con copertura

figurativa la differenza della percepita retribuzione (30 per cento della retribuzione ordinaria)

all’intera retribuzione percepita dal soggetto prima dell’astensione facoltativa (articolo 3).

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. All’articolo 1, comma 40, della legge 8 agosto 1995, n. 335, la lettera c) è sostituita dalla

seguente:

«c) a prescindere dall’assenza o meno dal lavoro al momento del verificarsi dell’evento

maternità, è riconosciuto alla lavoratrice un anticipo di età rispetto al requisito di accesso alla

pensione di vecchiaia di cui al comma 19 pari a dodici mesi per ogni figlio e nel limite massimo di

cinque anni. In alternativa al detto principio dell’anticipo la lavoratrice può optare per la

determinazione del trattamento pensionistico con l’applicazione del moltiplicatore di cui

all’allegata tabella A, relativo all’età di accesso al trattamento pensionistico, maggiorato di un anno

per ogni figlio, fino a un massimo di cinque anni».

Art. 2.

1. Al testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e

della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, sono apportate le seguenti

modifiche:

a) all’articolo 32, comma 1:

1) nell’alinea, le parole: «il limite di dieci mesi,» sono sostituite dalle seguenti: «il limite di

dodici mesi,»;

Page 211: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

211

2) alla lettera a) le parole: «non superiore a sei mesi» sono sostituite dalle seguenti: «non

superiore a dodici mesi;»;

3) le lettere b) e c) sono abrogate;

b) all’articolo 32, il comma 2 è abrogato;

c) l’articolo 34 è sostituito dal seguente:

«Art. 34. - (Nuove norme in materia di trattamento economico e normativo dei periodi di

congedo parentale). – 1. Per i periodi di congedo parentale di cui all’articolo 32, alle lavoratrici e ai

lavoratori è dovuta fino al terzo anno di vita del bambino un’indennità pari al 30 per cento della

retribuzione, per un periodo massimo complessivo tra i genitori di dodici mesi. L’indennità è

calcolata secondo quanto previsto all’articolo 23, ad esclusione del comma 2 dello stesso.

2. Nel caso in cui le risorse economiche del nucleo familiare di appartenenza del bambino

risultino pari o inferiori ai valori dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), di

cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, tabella 1, e successive modificazioni, come

risultanti assumendo il valore 30.000 euro annui con riferimento a nuclei monoreddito con tre

componenti, l’indennità di cui al comma 1 è pari al 70 per cento della retribuzione. Per nuclei

familiari con diversa composizione, il requisito economico è riparametrato sulla base della scala di

equivalenza di cui alla tabella 2 del medesimo decreto legislativo n. 109 del 1998, e successive

modificazioni, tenendo conto delle maggiorazioni ivi previste.

3. L’indennità di cui ai commi 1 e 2 è corrisposta per tutto il periodo di prolungamento del

congedo per la cura di minori con handicap in situazione di gravità, ai sensi dell’articolo 33.

4. Per i periodi di congedo parentale di cui all’articolo 32 ulteriori rispetto a quanto previsto ai

commi 1 e 3 è dovuta un’indennità pari al 50 per cento della retribuzione, a condizione che

ricorrano le condizioni di reddito di cui al comma 2.

5. L’indennità per congedo parentale è corrisposta con le modalità di cui di cui all’articolo 1 del

decreto-legge 30 dicembre 1979, n. 663, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 febbraio

1980, n. 33, e successive modificazioni, e con gli stessi criteri previsti per l’erogazione delle

prestazioni dell’assicurazione obbligatoria contro le malattie.

6. I periodi di congedo parentale sono computati nell’anzianità di servizio a tutti gli effetti.

7. Nel caso in cui ricorrano le condizioni di reddito di cui al comma 2, i periodi di congedo

parentale sono considerati, ai fini della progressione nella carriera, come attività lavorativa, quando

i contratti collettivi non richiedano a tale scopo particolari requisiti.

8. Ai congedi parentali si applica quanto previsto all’articolo 22, commi 4, 6 e 7».

Art. 3.

1. All’articolo 8 della legge 23 aprile 1981, n. 155, è aggiunto, in fine, il seguente comma: «Nei

confronti delle dipendenti del settore privato per l’accredito per periodi di astensione facoltativa si

applicano le stesse disposizioni operanti nel settore pubblico, integrando con copertura figurativa la

differenza della percepita retribuzione all’intera retribuzione percepita dal soggetto prima

dell’astensione facoltativa».

Page 212: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

212

N. 1905 (Testo assegnato alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 29 NOVEMBRE 2007

———–

Modifiche agli articoli 55 e 57 della Costituzione e abrogazione dell’articolo 58 della Costituzione

in materia di composizione del Senato della Repubblica e di elettorato attivo e passivo

———–

Onorevoli Senatori. – Dall’inizio degli anni novanta in Italia si svolge un ampio dibattito sulla

riforma della Costituzione. Il Parlamento aveva investito ben due Commissioni bicamerali per dare

al nostro Paese un assetto più partecipato in senso federale. Nel 2001 fu approvato definitivamente

dalle Camere e confermato dal referendum una importante parte di questo progetto, cioè la riforma

del titolo V della parte II della Costituzione. Le altre parti, in special modo il titolo II, della seconda

parte della Costituzione, sono rimasti invariati.

Nella XIV legislatura fu avviata un’ulteriore riforma della parte seconda della Costituzione,

approvata e mai promulgata a causa dell’esito negativo del referendum costituzionale del giugno

2006. Si ritiene importante, pertanto, proseguire nel cammino delle riforme della parte seconda

della Costituzione, dal titolo «Ordinamento della Repubblica» per quanto riguarda la forma di

governo, la forma di Stato, il superamento del bicameralismo perfetto.

Il presente disegno di legge si limita a creare un importante presupposto in senso federale,

trasformando una delle due Camere in Camera rappresentativa dalle regioni, in forma di un Senato

federale. Il disegno di legge si prefigge di perseguire questo obiettivo senza rinunciare all’elezione

diretta del Senato federale della Repubblica, garantendo però tramite di esso una partecipazione

diretta delle regioni alla formazione della volontà democratica e legislativa, anche a livello

nazionale.

I paesi centrali d’Europa come la Svizzera, la Germania e l’Austria offrono tre diversi modelli di

Camera delle regioni. In Germania e in Austria i membri del Bundesrat sono eletti in forma

indiretta, rispettivamente dai governi regionali e in Austria dai Landtage, cioè dai consigli

regionali. La Svizzera invece, insieme al Tirolo, una delle più vecchie democrazie d’Europa, con un

articolato legame tra gli organi democratici e la popolazione, ha scelto la via dell’elezione diretta di

ambedue le Camere, da parte dei cittadini.

Sia il Consiglio nazionale (la Camera) che il Consiglio degli stati (la Camera delle regioni) sono

eletti dal popolo a suffragio diretto. La Svizzera è pertanto riuscita a coniugare l’esigenza di una

rappresentanza regionale con il più diretto sistema elettorale senza rincorrere ad un secondo livello.

Ed è questo il modello che il presentatore del disegno di legge vuole suggerire anche per il contesto

italiano.

Il primo presupposto è che i senatori facciano parte del Consiglio regionale, dei Consigli

provinciali di Trento e di Bolzano e dell’Assemblea siciliana, con diritto di intervento e obbligo di

relazione. Il disegno di legge invece rinuncia di dare a loro anche il diritto di voto. Per evitare

l’obbligo di presenza in due Parlamenti a livello nazionale e regionale, o viceversa, mettere in

difficoltà il raggiungimento del numero legale in uno dei due organi. Nessun senatore o delegato

regionale potrà infatti sedersi contemporaneamente in ambedue le assise parlamentari.

Per rafforzare ulteriormente questo diretto collegamento con le regioni, si conferma naturalmente

il principio che il Senato è eletto a base regionale e, rispettivamente, a base provinciale nelle

province autonome di Trento e Bolzano. I senatori sono consiglieri regionali, eletti in addizione al

numero già prefissato dalle leggi regionali, però nelle stesse consultazioni. Un ulteriore elemento

per rafforzare il collegamento è che i senatori federali siano eletti – secondo i principi fondamentali

Page 213: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

213

definiti dalla legge dello Stato – con i sistemi regionali, le cui leggi sono approvate in piena

autonomia dai consigli regionali stessi.

Questo è un ulteriore elemento ricavato dal modello svizzero. L’articolo 150 della Costituzione

della Federazione svizzera prevede infatti che la procedura per l’elezione del Consiglio degli stati

(la camera delle regioni) «è determinata dal Cantone».

È bene ricordare in questo contesto che – a differenza della Germania e dell’Austria, in cui le

Camere delle regioni, i Bundesdite, hanno una competenza di minore rilevanza, che alla fine si

riduce in un diritto di veto, superabile dalla Camera con maggioranza qualificata – la

Confederazione elvetica ha evitato di ridurre la Camera della regione nel suo raggio di competenze.

Definisce infatti l’articolo 156 della Costituzione Svizzera, che «le decisioni dell’Assemblea

federale (cioè il Parlamento) richiedono l’accordo delle due Camere».

Anche se questo disegno di legge non entra nel merito della ripartizione delle competenze,

sembra importante sottolineare che non si può creare, dopo decenni di aspettative finalmente evase,

una Camera delle regioni per poi conferire ad essa un ruolo completamente secondario. Il

bicameralismo perfetto non deve, pertanto, essere superato, visto anche che l’iter delle leggi non è

molto lungo in Italia e garantisce una legislazione più equilibrata di quanto succede in altri Stati

con una Camera sola.

Può essere raggiunto, invece, lo snellimento degli organi e anche una riduzione dei costi della

politica riducendo il numero dei componenti del Parlamento. Per il Senato federale si propone una

riduzione di un quarto per portare il numero dei senatori a 240, allineandosi agli standard

internazionali.

Ogni regione avrà garantito un minimo di senatori non inferiore a cinque, il Trentino-Alto

Adige/Suedtirol ne avrà tre per ciascuna provincia autonoma, il Molise ne avrà due, la Valle

d’Aosta/Vallée d’Aoste ne avrà uno.

Per concentrare e realizzare veramente una nuova rappresentanza parlamentare delle regioni, si

propone inoltre di limitare la rappresentanza dei parlamentari eletti all’estero alla Camera dei

deputati. La ripartizione dei seggi tra le regioni avviene in proporzione alla loro popolazione, quale

risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti, dopo avere

riservato i numeri minimi di senatori già previsti per le regioni.

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE

Art. 1.

1. Al primo comma dell’articolo 55 della Costituzione, le parole: «Senato della Repubblica»

sono sostituite dalle seguenti: «Senato federale della Repubblica».

Art. 2.

1. L’articolo 57 della Costituzione è sostituito dal seguente:

«Art. 57. – Il Senato federale della Repubblica rappresenta le Regioni al fine di favorire e

rafforzare la partecipazione delle stesse alla politica ed alla legislazione nazionale del Paese.

I senatori sono eletti in ciascuna Regione contestualmente all’elezione per il rinnovo del

rispettivo Consiglio regionale o Assemblea regionale e, per la Regione Trentino-Alto

Adige/Südtirol, dei Consigli delle Province autonome di cui fanno parte. Partecipano alla loro

attività con diritto di intervento, obbligo di relazione e senza diritto di voto, secondo le modalità

previste dai regolamenti regionali.

L’elezione dei Senatori è a suffragio universale e diretto ed è disciplinata con legge propria di

ciascuna regione, nel rispetto dei principi stabiliti da una legge dello Stato.

Ciascuna Regione è costituita da tanti collegi uninominali quanti risultano i Senatori da eleggere

dalla ripartizione dei seggi di cui al settimo comma.

Il Senato federale della Repubblica è composto da duecentoquaranta senatori.

Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a cinque; in Trentino-Alto

Adige/Südtirol le Province autonome di Trento e di Bolzano ne hanno tre per ciascuna provincia; il

Page 214: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

214

Molise ne ha due; la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste ne ha uno.

La ripartizione dei seggi tra le Regioni, previa applicazione delle disposizioni del precedente

comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo

censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti».

Art. 3.

1. L’articolo 58 della Costituzione è abrogato.

Art. 4.

1. Fino alla data di entrata in vigore delle leggi elettorali regionali di cui al terzo comma

dell’articolo 57 della Costituzione, come sostituito dalla presente legge, si applica la legge

elettorale dello Stato.

Page 215: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

215

N. 1959 (Testo da assegnare alla Commissione competente)

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa del senatore PETERLINI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 22 GENNAIO 2008

———–

Disposizioni in materia di residenza anagrafica dei figli affidati ad entrambi i genitori separati o

divorziati

———–

Onorevoli Senatori. – Con la legge 8 febbraio 2006, n. 54, viene capovolto il sistema in materia di

affidamento in base al quale i figli venivano affidati, come regola, o all’uno o all’altro dei genitori,

secondo il prudente apprezzamento del presidente del tribunale o del giudice o secondo le intese

raggiunte dai coniugi, e soltanto come eccezione ad entrambi i genitori. In caso di separazione o

divorzio dei genitori, i figli saranno affidati, come regola, ad entrambi i genitori e, soltanto come

eccezione, ad uno di essi quando in tal senso spinga l’interesse del minore e l’affidamento

condiviso determini una situazione di pregiudizio per il minore stesso.

Le nuove norme attuano il principio della bigenitorialità, principio affermatosi da tempo negli

ordinamenti europei e presente altresì nella Convenzione sui diritti del fanciullo sottoscritta a New

York il 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176.

Con l’introduzione dell’istituto dell’affidamento condiviso si realizza sempre più di frequente e

comunemente una suddivisione su base paritaria del cosiddetto «regime delle visite» (per esempio a

settimane alterne o previsioni similari): ciò fa sì che i figli si trovino ad avere due dimore abituali e

quindi due residenze (articolo 43 del codice civile), che coincidono con le abitazioni dei genitori

presso le quali trascorrono tempi uguali, senza una prevalenza dell’una sull’altra.

Il fatto che l’ordinamento italiano non consenta la possibilità di avere due indirizzi di residenza –

benché non vi sia alcuna norma che lo vieti espressamente, né nel codice civile né nella normativa

vigente in materia anagrafica (legge 24 dicembre 1954, n. 1228 e regolamento di cui al decreto del

Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223) – obbliga ad una «forzatura giuridica»

imponendo, appunto, al soggetto (figlio minore di genitori separati o divorziati) un unico indirizzo

di residenza anagrafica, situazione che sempre più spesso non coincide con quella reale laddove,

trascorrendo tempi uguali presso l’abitazione di ciascun genitore, i figli hanno di fatto non un’unica

dimora abituale bensì due.

La questione, ovviamente, non ha rilevanza solo formale ma sostanziale ed ha ripercussioni

giuridiche da un lato e pratiche dall’altro, importanti.

Alcuni degli aspetti significativi ed esplicativi possono essere i seguenti:

1. l’indirizzo di residenza è importante perché a tale indirizzo sono inviate tutte le notificazioni

e le comunicazioni «ufficiali» inerenti la persona: stante che non sempre e non necessariamente la

comunicazione tra i genitori è puntuale ed efficace, il fatto che il figlio sia residente presso l’uno o

presso l’altro può avere ripercussioni pratiche, concrete, importanti sull’esercizio quotidiano della

potestà e dell’affidamento;

2. l’entità e lo stesso accesso ad ogni forma di agevolazione, contributo, sovvenzione pubblica

(compresi, ad esempio, quelli inerenti all’istruzione scolastica, ma non solo) è ancorata dalla

normativa alla composizione anagrafica della famiglia (cosiddetta «stato di famiglia»), vuoi

direttamente, vuoi – nella maggior parte dei casi – tramite il parametro dell’indicatore della

situazione economica equivalente (ISEE), nel calcolo del quale la composizione anagrafica della

famiglia (e quindi la residenza) ha un’incidenza importante di cui, allo stato, può beneficiare solo il

genitore con il quale i figli anagraficamente risiedono.

Il presente disegno di legge, pertanto, prevede la doppia residenza anagrafica presso l’indirizzo

Page 216: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

216

di entrambi i genitori (e, conseguentemente, l’iscrizione sia nello stato di famiglia anagrafico

paterno sia in quello materno) per i figli che, essendo affidati ad entrambi i genitori, con

suddivisione paritaria delle «visite» e trascorrendo tempi uguali presso l’abitazione della madre e

del padre, hanno di fatto due dimore abituali (articolo 43 del codice civile) coincidenti, appunto,

con le abitazioni dei genitori.

Parliamo, dunque, di doppia residenza e non di doppio domicilio poiché il doppio domicilio non

dà alcuna garanzia circa l’invio all’indirizzo di entrambi i genitori delle comunicazioni e

notificazioni (sia da parte dei privati sia da parte degli enti e uffici pubblici i quali, ovviamente,

fanno riferimento ai registri anagrafici comunali della popolazione residente per le comunicazioni e

notificazioni) né consente l’accesso alle agevolazioni ancorate, appunto, allo stato di famiglia

anagrafico.

L’approvazione del presente disegno di legge consentirebbe di adeguare la legislazione italiana

all’evoluzione della società e della famiglia e concorrerebbe a realizzare una politica di reale

sostegno alla famiglia stessa, sulla base di criteri di equità e giustizia e dando, nel contempo,

riconoscimento giuridico ad una realtà sempre più diffusa come, peraltro, risulta già avvenga in

altri Paesi europei, come per esempio in Francia, dove l’affidamento congiunto come forma

privilegiata venne istituito nel 1993. Sei anni dopo il governo incaricò una commissione

qualificatissima di verificare gli esiti della nuova normativa. Constatato che l’applicazione

dell’affidamento congiunto superava felicemente il 90 per cento, il Parlamento francese accolse

anche il suggerimento di cancellare le ultime tracce di residua monogenitorialità, stabilendo la

possibilità di una doppia residenza per il minorenne. Ciò avvenne con la legge n. 2002-305 del 4

marzo 2002.

In tal modo si eliminerebbe, all’origine, un motivo di potenziale «attrito», quando non di

conflitto, tra gli ex-coniugi e un’occasione di eventuali possibili strumentalizzazioni da parte

dell’uno o dell’altro genitore, con evidente vantaggio di tutte le parti in gioco, in primo luogo,

ovviamente, dei figli.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. In caso di separazione personale o di scioglimento del matrimonio, i figli affidati ad entrambi i

genitori e che trascorrono periodi di uguale durata presso l’abitazione della madre e del padre

hanno la doppia residenza anagrafica e, conseguentemente, l’iscrizione sia nello stato di famiglia

anagrafico materno sia in quello paterno. Entrambi gli indirizzi di residenza sono indicati nelle

certificazioni e nei documenti d’identità del minore.

Page 217: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

217

INTERVENTI IN ASSEMBLEA

SU DISEGNI DI LEGGE

Page 218: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

218

S. 20 Disposizioni in materia di pari opportunita' tra donne e uomini nell' accesso alle cariche

elettive, in attuazione dell' articolo 51 della Costituzione

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero esprimere innanzi tutto i nostri

apprezzamenti per gli sforzi compiuti sia dal Governo, in particolar modo dal ministro Chiti, che

dall'opposizione, nella persona del senatore Calderoli, per riformare urgentemente il sistema

elettorale in vigore.

Il Gruppo Per le Autonomie ha partecipato ad ambedue le consultazioni, quella del Governo e

quella del tavolo dei volenterosi convocato dal senatore Calderoli. Abbiamo anche presentato

propri disegni di legge che perseguono l'obiettivo di eliminare le distorsioni evidenti, nonché -

questo è il punto principale sul quale chiedo attenzione - riavvicinare l'elettorato agli eletti.

L'obiettivo principale, infatti, che ha animato la discussione del nostro Gruppo - e che reputo

condivisibile da tutti - è quello di riportare la politica nel suo insieme ad un legame più stretto con

la popolazione e con l'elettorato, che sempre più palesemente evidenzaun forte distacco da tutta la

politica, non solo da quella della maggioranza, anche da quella dell'opposizione.

Uno dei motivi principali che ha causato tale distacco risiede nell'attuale legge elettorale. Sono

stati, infatti, aboliti i collegi uninominali che garantivano un diretto collegamento tra i candidati

eletti nei collegi e gli stessi elettori. Si è tornati al proporzionale nella convinzione che esso potesse

garantire maggiori vantaggi in termini di rappresentatività e che potesse rispecchiare meglio i reali

rapporti tra i vari partiti e le forze politiche.

Purtroppo nulla di ciò si è verificato, anzi, al contrario, la legge ha prodotto un gravissimo distacco

tra cittadini elettori, da una parte, ed eletti, dall'altra, tra corpo elettorale e rappresentanti in

Parlamento ed ha, inoltre, reso maggiormente instabile il Governo, avendo riportato una esile

maggioranza al Senato.

La più grave limitazione del diritto dell'elettore è stata quella - sottolineo quanto detto dal senatore

Cutrufo poco fa - di toglierli la possibilità di esprimere le preferenze. La normativa attualmente in

vigore prevede liste bloccate dei candidati di ogni partito e, così facendo, ha tolto la possibilità ai

cittadini di scegliere i propri rappresentanti, chiamandoli solo ad approvare elenchi decisi dai

partiti. Il nostro partito, nel suo modesto ambito, ha cercato di colmare tale lacuna con il metodo

delle primarie tenutesi nei vari paesi. La soluzione, però, deve naturalmente spingersi oltre.

La seconda forte critica riguarda le candidature plurime, ossia la possibilità data al candidato di

presentarsi in più di una circoscrizione per poi optare per una di esse. Il cosiddetto eletto plurimo è

signore del destino di tutti gli altri candidati la cui elezione dipende dalla sua opzione. Questo

fenomeno coinvolge un terzo dei parlamentari.

Il problema istituzionale causato dalla legge elettorale (oltre queste lacune) è la ulteriore

frammentazione delle forze politiche e una situazione di non governabilità del Paese. Il Gruppo Per

le Autonomie, nel raffronto dei vari sistemi elettorali di cui si è occupato in varie sedute e grazie

alle esperienze degli anni passati, ha deciso di proporre in questa sede il sistema uninominale,

prevedendo, per la Camera dei deputati, un sistema uninominale secco a turno unico, dividendo il

territorio nazionale in tanti collegi quanti sono i deputati da eleggere. In subordine, almeno

auspichiamo - secondo quanto proposto in Senato dal senatore Casson e da altri - il ritorno al

Mattarellum, vale a dire ad un sistema che preveda l'elezione di tre quarti dei senatori in collegi

uninominali e di un quarto dei senatori in collegi di recupero proporzionale.

I grandi vantaggi di questa soluzione sono nell'impostazione prevalentemente maggioritaria, che

incentiva i partiti ad unirsi in coalizioni preelettorali per conquistare i seggi nei collegi stessi. In

secondo luogo, si realizza una maggiore stabilità di Governo, come è dimostrato dall'aumentata

durata media degli Esecutivi. Nella classifica di longevità, infatti, il Governo guidato da Berlusconi

dal 2001 è al primo posto mentre quello di Prodi del 2006 è al terzo posto. Inoltre, due delle tre

legislature elette con il sistema maggioritario, la XIII e la XIV, sono giunte alla loro scadenza

naturale. Un ulteriore vantaggio è dato da un diretto legame tra l'eletto e l'elettorato. I piccoli

Page 219: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

219

collegi garantiscono la conoscenza diretta dei candidati e la disponibilità degli stessi verso le

istanze locali e le preoccupazioni della gente, superando proprio quel distacco e quel divario che si

lamenta oggi nella politica.

Il Gruppo Per le Autonomie si augura, pertanto, un sistema più vicino alla gente, un legame più

diretto tra eletti ed elettori con un sistema maggioritario in collegi, se non esclusivamente almeno

maggiormente uninominale. Si auspicano poi anche riforme costituzionali che diano la possibilità a

noi tutti di mantenere la promessa di ridurre i costi della politica e gli organi elettivi, che in Italia

risultano essere al primo posto se confrontati a livello europeo.

Il ritorno al Mattarellum in Senato e la riserva di un quarto di seggi per il sistema proporzionale

renderebbe concretamente possibile una riduzione secca al momento di una riforma costituzionale,

grazie proprio ad un'effettiva restrizione di un quarto della quota proporzionale del Senato e ad uno

snellimento delle procedure. Anche la legge, che noi presenteremo presso la Camera dei deputati, si

presta all'eventuale riduzione dei seggi stessi ma, indipendentemente dal sistema elettorale che si

voglia scegliere, si chiede di tornare almeno a rispettare i princìpi fondamentali democratici della

scelta dei candidati e della vicinanza tra candidati ed elettori.

Se, pertanto, la maggioranza del Parlamento - e non parlo di maggioranza politica - dovesse

decidere di conservare il sistema proporzionale con premio di maggioranza, si insiste su due punti

che la nostra parte politica considera essenziali: da un lato, reintrodurre il voto di preferenza per

ridare all'elettore la possibilità di scegliere i propri candidati, pur essendo consapevole del fatto che

le segreterie dei partiti sono contrarie. Ciò non toglie che tutti i parlamentari devono difendere

coralmente e trasversalmente questo diritto. (Applausi del senatore Buttiglione). Dall'altro, si

chiede fortemente l'abolizione totale delle cosiddette candidature plurime.

Ringrazio in questa sede sia il Governo che il senatore Calderoli per l'attenzione che ha dimostrato

anche per le istanze delle minoranze linguistiche. È chiaro che l'applicazione di soglie elettorali

senza distinzione verrebbe a ledere l'articolo 6 della Costituzione, che prevede espressamente la

tutela delle minoranze linguistiche, ma su questo aspetto sono state date da tutti rassicurazioni.

Riguardo poi al quesito dell'abbreviazione della procedura e dell'applicazione della procedura

d'urgenza, intendo invece sottolineare che capisco e condivido pienamente l'urgenza di legiferare in

materia elettorale, anche per prevenire il referendum. Non nascondo, tuttavia, una certa perplessità

per quanto riguarda la riduzione dei tempi. Non vorrei che ciò si traducesse in una rinuncia ad un

vero dibattito e ad un approfondimento, di cui una legge di tale importanza ha assolutamente

bisogno. Non ci si può permettere un'altra volta di predisporre in fretta e furia una legge che poi

delude le tante aspettative della popolazione.

Pertanto, insisto sul fatto che, indipendentemente dalla procedura che si vorrà applicare, il

Parlamento abbia sia in sede di Commissione che in Aula il tempo necessario per approfondire la

materia proprio al fine di scegliere la soluzione migliore per il Paese. La procedura d'urgenza

dovrebbe pertanto essere intesa, secondo quanto richiesto dal senatore Calderoli, come stimolo per

mettere al primo posto la discussione sulla legge elettorale e la sua approvazione in tempi brevi.

L'ultima osservazione importante che vorrei fare è che una vera riforma elettorale ha anche bisogno

di riforme costituzionali.

Ho parlato della riduzione dei costi della politica; aggiungo di dare il diritto elettorale ai diciottenni

anche qui al Senato al fine di equiparare il corpo elettorale. Si propone pertanto l'equiparazione del

diritto di voto e, come già evidenziato, di ridurre i costi della politica, a cominciare da una

riduzione anche degli organi legislativi.

Condividendo l'intento espresso dal senatore Calderoli, per il quale dichiariamo un voto favorevole,

aggiungo però il nostro desidero di dare spazio, nonostante tutto, alla discussione sia in

Commissione sia in Aula per potere veramente approfondire il tema. (Applausi dal Gruppo Aut).

S. 29 Norme in materia di sicurezza stradale per impedire la manomissione delle centraline

elettriche degli autoveicoli

Page 220: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

220

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, vorrei anzitutto

esprimere la rassicurazione che il Gruppo Per Le Autonomie condivide pienamente l'obiettivo a cui

mirano il Governo e il Parlamento con questo disegno di legge, vale a dire limitare gli incidenti

stradali e dare più sicurezza ai cittadini sulle strade.

Vorrei inoltre evidenziare un particolare problema che si presenta soprattutto d'estate sulle strade di

montagna che sono tormentate sempre di più dai rumori delle motociclette di coloro che

provengono da tutte le parti d'Europa per godersi le montagne e le strade delle Alpi e tuttavia

recano un grandissimo disturbo, soprattutto nei centri abitati. A questo riguardo, già in

Commissione è stata data risposta alla nostra richiesta di controllare meglio sia i veicoli stessi,

spesso truccati, che la velocità e il rumore nei paesi.

Detto questo e condividendo l'obiettivo del provvedimento al nostro esame, devo esprimere una

fortissima perplessità per quanto riguarda i mezzi con cui si desidera raggiungere il fine della

maggior sicurezza sulle strade. Riteniamo infatti che se i controlli fossero effettuati in modo equo

su tutto il territorio nazionale, la legge esistente, che è già draconiana, molto severa (soprattutto per

quanto concerne le sanzioni, la patente a punti e anche le norme penali previste), dovrebbe bastare.

Cosa è successo? Mentre sul territorio nazionale sembra che tali controlli siano svolti solo in parte

(non mi permetto di esprimere un giudizio e forse il Ministro ci può fornire un quadro più

completo), in provincia di Bolzano c'è una rete molto fitta e una severità incredibile nel controllo,

nella sanzione e nella sua applicazione.

Adesso, annunciando misure di ulteriore gravità, ci troviamo di fronte al problema di un'opinione

pubblica che in Italia urla per avere misure più draconiane, più forti, mentre a Bolzano la situazione

è tale che ci viene detto: attenzione, non siamo disposti ad accettare ulteriori penalizzazioni. Forse

ciò dipende dalla mentalità, dalla cultura, dall'applicazione delle leggi che da noi è eseguita più

severamente che in altre parti d'Italia, o forse è veramente come dicevo io, cioè dipende dal

controllo.

Signor Ministro, pochi minuti fa in Commissione affari costituzionali, alla domanda di un

commissario, ha risposto che quest'anno sono diminuiti gli incidenti e ha detto che il motivo

principale di tale riduzione è il calo registrato sulle autostrade, soprattutto per la presenza del

cosiddetto tutor, il Sistema informativo per il controllo della velocità: se i cittadini sanno che

l'osservanza della legge viene controllata la rispettano più facilmente. Perché però noi esprimiamo

un giudizio così preoccupato sulle sanzioni? Perché stiamo progettando una legge che aumenta

drasticamente le multe a migliaia di euro, che prevede non solo il ritiro delle patenti per mesi, ma

sanzioni penali che prevedono il carcere; naturalmente non saranno applicate la prima volta, ma

sono comunque misure molto draconiane.

Soffermandomi soprattutto sull'aspetto sanzionatorio che prevede multe molto aspre, devo porre

una domanda: può darsi che per un parlamentare o per qualcuno che può permetterselo una multa di

mille, duemila, tremila euro non faccia tanto male; farà male al portafoglio, ma non lo rovina; ma

una famiglia che guadagna 1.300-1.400 euro rischiamo di mandarla in rovina. Questa è la nostra

grande preoccupazione.

In Commissione, più per provocazione che per possibilità di realizzarlo, per evidenziare questo

problema senza poter seriamente proporlo (perché naturalmente tutti avrebbero detto che in Italia

non è applicabile), ho ricordato il modello svizzero. In Svizzera, infatti, le multe sono scaglionate

secondo la capacità di reddito del contribuente. Tutti mi direte: come si fa ad adottare questo

sistema in Italia? Non è possibile perchè le dichiarazioni dei redditi non sono affidabili e così via.

Con questo voglio solo rendere l'idea che mille euro per uno che guadagna bene e mille euro per

una famiglia, invece, bisognosa fanno una grande differenza: sono, da una parte, un dolore al

portafoglio e, dall'altra, una strage completa.

Page 221: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

221

Per questo chiedo - abbiamo avuto anche un'interlocuzione con il ministro Bianchi che ringrazio

molto per il suo interessamento - una forte correzione, magari in Aula, innanzi tutto per quanto

riguarda le lievi trasgressioni, sia con riferimento alla velocità sia per ciò che concerne l'alcol.

Quanto alla velocità, sappiamo che le trasgressioni sono praticamente scaglionate per eccessi fino a

più 10 chilometri orari, con il salto successivo ad oltre 40. Questo significa che un guidatore che

viaggi a più 11 o a più 39 chilometri orari si ritroverà nella stessa situazione. Riteniamo che una

lieve trasgressione possa essere considerata con più tolleranza, con meno severità, perché sappiamo

tutti che può succedere, anche se non è naturalmente lodevole e meritevole di plauso.

Lo stesso vale per l'alcool. La Commissione ha già saggiamente introdotto questo scaglionamento,

che finora non c'era, prevedendo praticamente una soglia - quella dello 0,8 - tra lo 0,5 e l'1,5, finora

le uniche due misure che contavano: stare oltre l'1,5 voleva dire essere ubriachi e stare sopra lo 0,5

voleva dire essere in stato di ebbrezza; però, di fatto, c'è una differenza tra l'essere a 0,6 o 0,8 e ad

1,3 o 1,4. Pertanto, abbiamo chiesto anche a questo riguardo al Ministro di ripensare all'intervento

soprattutto sulla fascia più bassa - lo ringrazio nuovamente per l'interessamento - affinchè si

prevedano sanzioni meno severe per queste piccole trasgressioni.

Un altro punto riguarda i neopatentati. La Camera aveva previsto e la Commissione trasporti del

Senato ha ripreso nel testo al nostro esame una limitazione per i giovani neopatentati a 50 KW per

tonnellata. Questo significa che i giovani possono viaggiare solo su piccolissime auto e ciò provoca

in me grandissime perplessità, perché costringere i nostri figli a guidare automobili che possono

essere schiacciate come le scatolette delle sardine mi fa veramente paura.

Oltre a questa obiezione di pericolosità, che mi permetto di avanzare, vi è poi un'obiezione di

nuovo fortemente sociale: se costringiamo i giovani ad usare questi piccoli mezzi, se lo potranno

permettere solo le famiglie abbienti, che dispongono di una seconda automobile, e metteremo in

difficoltà tutti i giovani o le loro famiglie cha hanno una sola auto, usata dalla madre o dal padre e

che per qualche serata può essere usata anche dal figlio o dalla figlia neopatentati: infatti, se l'auto

avrà potenza maggiore della misura massima - troppo bassa - identificata di KW, non andrà bene e

la famiglia meno abbiente non avrà questa possibilità.

Mi sembra ingiusto dal punto di vista sociale e - ripeto - mi sembra anche molto pericoloso

costringere i nostri giovani in queste scatolette. Adesso non dico che i giovani dovrebbero essere

autorizzati a guidare le Maserati o le Ferrari. Se questo era l'obiettivo da raggiungere, signor

Ministro, alziamo allora il limite previsto in questa misura oppure, come proponiamo noi,

eliminiamo tale limitazione.

Riteniamo che le misure più efficaci dovrebbero essere quelle preventive, le misure sociali e

soprattutto le misure educative nelle scuole. A tal fine, abbiamo presentato l'ordine del giorno G103

(testo 2), che illustro molto brevemente. In esso praticamente si chiede che un articolo già vigente

nel codice della strada, cioè il 230, trovi effettiva applicazione, al fine di svolgere un'attività

obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado per far conoscere meglio i princìpi della sicurezza

stradale, le relative segnaletiche, le norme generali per la condotta dei veicoli, con particolare

riferimento - naturalmente per quanto riguarda i giovani - all'uso delle motociclette e delle

biciclette, alle regole di comportamento degli utenti e naturalmente ai pericoli e alle conseguenze

dell'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope o di bevande alcoliche. In questo campo penso

ci sia molto spazio per lavorare.

Il secondo punto che abbiamo inserito nell'ordine del giorno riguarda la necessità di sfruttare

meglio i mezzi a disposizione del Fondo nazionale per la sicurezza, che potrebbero essere messi a

disposizione, come chiediamo con questo ordine del giorno, anche dei Comuni e degli enti locali

che si attivano al fine di porre in essere misure per prevenire l'uso degli autoveicoli dopo

l'assunzione di bevande alcoliche o altre misure di sicurezza. Ad esempio, i Comuni della mia

Regione si sono attivati ponendo in essere un servizio taxibus cumulativo multiuso per i giovani

dopo la chiusura delle discoteche o anche un servizio di trasporto tra i paesi, al fine di evitare che la

gente usi la propria macchina magari dopo aver bevuto troppo.

Page 222: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

222

Un altro ordine del giorno che abbiamo presentato, il G104 (sul quale ugualmente penso che

possiamo trovare consenso), riguarda l'uso delle carrozzelle per i portatori di handicap. Siamo stati

avvertiti dalle associazioni di portatori di handicap che il codice della strada, così come si presenta,

non tanto per la legge in sé ma per i regolamenti che ne sono derivati, rischia di far classificare tutte

le carrozzelle (alcune ormai dotate di motore e della moderna possibilità di circolare sulle strade)

come veicoli ordinari. Pertanto, si chiede con l'ordine del giorno G104 che il regolamento che

disciplina l'uso di tali carrozzelle si adegui al progresso tecnico. In esso abbiamo indicato alcune

misure che ci sono state proposte dalle associazioni di portatori di handicap.

Arrivo alla conclusione ricordando in questa sede anche una deliberazione del Consiglio

provinciale di Bolzano, che recentemente è stata assunta a larghissima maggioranza e trasmessa,

secondo l'iter previsto dalla Costituzione, anche al Parlamento. In pratica, in essa si chiede quanto

da me esposto: si chiedono misure preventive; si chiede di incidere sulle scuole, di elaborare

programmi educativi; si chiede di controllare su tutto il territorio nazionale, ma non di prevedere

queste sanzioni draconiane, soprattutto per le piccole trasgressioni.

La ringrazio intanto per l'attenzione, signor Ministro, e spero che prima del voto degli articoli e

degli emendamenti si trovi un compromesso che possa soddisfare tutto il territorio nazionale.

Infine, vorrei dire che condividiamo in pieno l'ordine del giorno della Commissione, il G100, in cui

si dice di aumentare i controlli «sul territorio nazionale»; vorremmo sottolineare la parola

"nazionale", perché vedrete che estendere i controlli su tutto il territorio nazionale basterà per

limitare gli incidenti. (Applausi dal Gruppo Aut).

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, signor Ministro, avevamo sottolineato la differenza del lieve

superamento del valore pari a 0,5 aderendo alla proposta della Commissione, che spacca

praticamente la fascia precedente dallo 0,5 all'1,5 del superamento del tasso di alcol con un valore

intermedio pari allo 0,8 e chiedendo che per questa prima fascia di lieve superamento vi fosse una

misura meno tagliente anche dal punto di vista delle sanzioni. Questo è stato fatto.

Adesso però, con l'emendamento 16.800 (testo 3) del Governo avete messo nello stesso sacco della

lettera a) l'ubriaco fradicio, il cui tasso però non può essere misurato perché non vi è l'apparecchio

per misurare l'alcol, insieme a coloro che abbiano un tasso pari a 0,6 o 0,7. Questo non corrisponde

a quanto ci eravamo detti. Noi volevamo intendere che l'ubriaco fradicio fosse trattato da una

norma specifica come quelle delle lettere b) o c) (vedete voi), ma che vi fosse un visibile

alleggerimento per chi leggermente supera il valore dello 0,5.

Abbiamo poi trattato sulla misura della sanzione amministrativa: avevo proposto la somma di 250

euro che voi adesso avete stabilito in 370 euro. Con una certa sofferenza potrei anche accettare, ma

è rimasta una certa mentalità, nella lettera a), che comprende anche l'ubriaco fradicio, la

sospensione della patente da tre a sei mesi, nonché - su questo chiedo un chiarimento - la sanzione

penale.

Quanto chiedevamo negli emendamenti da noi presentati era di dividere la fattispecie prevedendo

una sanzione ammenda minore (ma pazienza su questo, perché dai 500 iniziali siamo scesi a 370),

ma anche alleviando la sanzione penale e quella amministrativa. Chiedo al Ministro se vuole

riflettere su questo aspetto nell'auspicio di trovare una soluzione. I funzionari del Senato, ad

esempio, mi spiegavano che l'articolo è stato così emendato perché non era più previsto, nella

nuova formulazione della Commissione, il fatto che uno sia magari ubriaco fradicio ma il

controllante, cioè le forze dell'ordine, non abbiano l'apparecchio a disposizione. Questo caso, però,

non lo si può equiparare ad una piccola trasgressione del tasso consentito. È possibile una

sospensione o un ripensamento a questo riguardo?

Page 223: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

223

S. 635 Sospensione dell' efficacia di disposizioni in tema di ordinamento giudiziario

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, desideriamo

svolgere una nostra dichiarazione perché come Gruppo per le autonomie, e in special modo come

Volkspartei, non siamo nell'Unione, ma la sosteniamo e sosteniamo il Governo, anche se non ne

facciamo parte.

Nella scorsa legislatura abbiamo - in quest'Aula - discusso molto di giustizia e molte leggi sono

state emanate al riguardo. È vero, questo Paese ha urgente necessità di una riforma che renda il

sistema giustizia più efficiente. La lentezza della nostra macchina giudiziaria non può essere

disconosciuta. La possibilità di ottenere giustizia in tempi accettabili appartiene ancora, nel vissuto

dei cittadini, a una mera ipotesi non suscettibile di concrete verifiche nella realtà.

Tuttavia, nessuno dei provvedimenti varati nel corso della scorsa legislatura è riuscito a rendere la

giustizia più rapida ed efficiente per le generalità dei cittadini. Al contrario... (Brusìo).

PRESIDENTE. Mi scusi,senatore Peterlini. Vi prego, colleghi, capisco che siamo alla conclusione,

ma non si può stare in piedi e conversare: accomodatevi. Un momento di attenzione.

Mi scusi ancora, senatore Peterlini, continui pure.

PETERLINI (Aut). Grazie, Signor Presidente. Al contrario, sono state fatte varie leggi ad personam

che hanno stravolto il funzionamento della giustizia.

Un'assai controversa riforma varata nella XIV legislatura è stata proprio la riforma Castelli

sull'ordinamento giudiziario. L'iter parlamentare di questa legge - come noi tutti sicuramente

ricordiamo - è stato assai lungo e travagliato: dopo la sua prima approvazione definitiva nel

dicembre del 2004, la «riforma» è stata rinviata alle Camere dall'allora presidente della Repubblica

Ciampi per motivi di incostituzionalità. Nel giugno del 2005 la legge è stata riapprovata con

modificazioni dal Senato e nel luglio 2006 definitivamente dalla Camera.

Pur ringraziando - in questo caso come SVP - la maggioranza di allora per la sensibilità dimostrata

nei confronti dei problemi della giustizia nella Provincia autonoma di Bolzano, in special modo

riguardo alla corte d'assise d'appello e al rispetto dell'impianto autonomistico, abbiamo sempre

sostenuto che questa legge non soddisfa le esigenze di una giustizia equa e condivisa. Ma non

intendo qui entrare nel merito della riforma Castelli e dei suoi effetti - a mio avviso - squilibranti

dell'organizzazione giudiziaria.

Intendo, tuttavia, evidenziare che la proposta del Governo in discussione, così come era stata

approvata dal Consiglio dei Ministri ad inizio giugno, perseguiva lo scopo di evitare che al danno si

aggiungesse la beffa. Perché, come illustrato nella relazione del disegno di legge governativo, la

concreta operatività di alcune disposizioni della riforma Castelli comporta la tempestiva

riorganizzazione di interi settori dell'apparato giudiziario. Per evitare un collasso del sistema

giustizia che si sarebbe ripercosso, in definitiva, sui cittadini, il Gruppo Per le Autonomie aveva

accolto con favore questo intervento del Governo che non intendeva abrogare la legge Castelli nel

suo complesso, ma si limitava a disporre la sospensione di alcuni decreti legislativi attuativi della

legge delega.

Il provvedimento del Governo non si è mai ispirato a interessi di parte - un'accusa, lasciatemelo

dire, strumentale e infondata - ma a esigenze di funzionalità della giustizia. Esso non va affatto

visto come un colpo di mano, soprattutto perché è stato preannunciato a chiare lettere dall'Unione

nel suo programma elettorale. Il centro-sinistra, infatti, aveva promesso che si sarebbe impegnato a

Page 224: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

224

rimuovere tutti gli aspetti del nuovo ordinamento in stridente contrasto con i princìpi costituzionali

ed a intervenire con provvedimenti di sospensione dell'efficacia di quelle norme che potrebbero

ledere il principio di unità, uguaglianza e parità di trattamento dei cittadini o le garanzie

dell'indipendenza e autonomia della magistratura o rendere impossibile, successivamente, un nuovo

e diverso riordino della magistratura.

In ragione dei tempi richiesti per l'approvazione di un disegno di legge, sarebbe stata tuttavia più

coerente da parte del Governo l'adozione di un decreto-legge di sospensione che avrebbe raggiunto

lo scopo primario di questo provvedimento, ovvero impedire che i decreti legislativi attuativi della

riforma Castelli divenissero efficaci alle scadenze per ciascuno di essi previste.

Esprimiamo, tuttavia, soddisfazione per il fatto che si siano create successivamente le condizioni

per un confronto costruttivo tra maggioranza e opposizione sul disegno di legge in esame. A tal

riguardo, uno speciale ringraziamento va soprattutto al ministro della giustizia Mastella, che in

queste settimane si è fortemente impegnato per creare le basi per l'avvenuto dialogo tra i due poli.

(Brusìo).

PRESIDENTE. Mi scusi per l'interruzione, senatore Peterlini, ma non riesco a capire come mai, pur

essendosi largamente svuotata l'Aula, non diminuisca il brusìo. È probabile che, man mano che i

colleghi escono dall'Aula, i presenti alzino il tono della voce. Vi prego di ascoltare con maggiore

attenzione il collega, che altrimenti fa fatica a parlare.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, effettivamente era difficile parlare, ma è ben vero che sono

state giornate lunghe, piene di interruzioni e di difficili trattative. Mi rendo conto che adesso, giunti

ormai al termine, l'attenzione stia diminuendo.

Grazie a questo dialogo costruttivo è stato possibile, in ordine alle disposizioni relative

all'organizzazione delle procure, formulare un emendamento che tiene conto dei diversi

orientamenti emersi al riguardo.

Più complesso è stato invece trovare un'intesa sul decreto legislativo relativo ai procedimenti

disciplinari nei confronti dei magistrati. Anche su questo punto si è trovata, tuttavia, una soluzione

ragionevole. Lo stesso discorso vale per la questione delle carriere e della distinzione delle

funzioni. Per trovare a tal riguardo un testo condiviso servono sicuramente tempi più lunghi.

Per concludere, signor Presidente, onorevoli colleghi, il Gruppo Per le Autonomie voterà a favore

del provvedimento in esame per i succitati motivi e perché ritiene che l'approvazione di tale

provvedimento ponga le giuste condizioni per continuare sulla strada già intrapresa di un

riformismo serio. Serve, possibilmente in tempi brevi, una riforma il più condivisa possibile, che

dia efficienza al sistema giustizia e insieme garantisca l'autonomia e l'indipendenza della

magistratura. Tutto ciò non a servizio supino della magistratura, ma esclusivamente per attuare una

giustizia davvero giusta per tutti i cittadini. (Applausi dal Gruppo Aut e della senatrice Brisca

Menapace).

S. 741 Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni urgenti per

il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica,

nonche' interventi in materia di entrate e di contrasto all' evasione fiscale

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi,

innanzitutto tengo a sottolineare in questa sede l'urgente necessità di intervenire per fronteggiare in

modo risolutivo l'attuale, drammatica situazione economica dell'Italia.

Page 225: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

225

Secondo i dati ISTAT dello scorso 5 luglio, il rapporto tra deficit e PIL continua a restare alto. Nel

primo trimestre dell'anno in corso raggiunge il 5,8 per cento. Senza interventi più rigorosi di

controllo della spesa corrente, l'agenzia Standard and Poor's prevede la permanenza del deficit oltre

la soglia consentita dal Patto di stabilità, cioè del 3 per cento del PIL, fino almeno al 2008 e forse

ben oltre.

Tengo anche a sottolineare la necessità di avviare nel nostro Paese dei processi di liberalizzazione

del mercato. Questa la condicio sine qua non per aumentare la competitività, favorire l'iniziativa

privata, stimolare il commercio e la concorrenza, anche perché la liberalizzazione è espressione

evocativa di bassi costi ed alta qualità e tutto ciò a vantaggio dei consumatori. Inoltre, è ora di porre

fine a fenomeni inaccettabili di evasione ed elusione fiscale per garantire finalmente equità sociale.

Il Gruppo Per le Autonomie, dunque, condivide le finalità perseguite dal Governo con il

provvedimento in esame, soprattutto perché mette mano dove finora poco si era osato. Infatti,

questo provvedimento ottiene applausi e critiche altrettanto convinti.

Da apprezzare maggiormente sono proprio le prime misure di liberalizzazione che mi auguro

segnino soltanto l'inizio di un lungo cammino per la modernizzazione del sistema di questo Paese.

Infatti, non è tollerabile che oggi, all'interno di un'economia sempre più aperta e globalizzata, il

nostro Paese sia ancora dominato da un sistema corporativo che noi tutti rileviamo come del tutto

anacronistico. Lo stesso governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha apprezzato la scorsa

settimana, davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, questa manovra di

liberalizzazione. Draghi ha soprattutto sottolineato quanto sia essenziale una maggiore concorrenza

per il rilancio produttivo.

Mi auguro pertanto che gli oppositori abbandonino la loro attuale postazione di difesa degli

interessi corporativi, che bloccano la crescita del nostro Paese, per contribuire a promuovere questo

processo di modernizzazione e liberalizzazione.

Una critica che dobbiamo tuttavia avanzare al Governo è il metodo seguito, ossia la mancata

consultazione con le categorie interessate e la scelta di ricorrere a un provvedimento d'urgenza. Con

il cosiddetto metodo del dialogo preventivo, si sarebbero potute evitare le reazioni, talvolta anche

eccessive, delle categorie direttamente interessate dalle norme di liberalizzazione.

Entrando nel merito del contenuto del decreto stesso, devo rilevare in questa sede che il punto

centrale della nostra critica riguardava la retroattività delle norme sull'IVA delle transazioni

immobiliari, che avrebbe ingiustamente penalizzato il settore. Il mondo imprenditoriale, che aspetta

da tempo misure che spronino l'economia italiana, ha parlato addirittura di un grosso danno,

esortando il Governo a modificare in particolar modo quelle norme che non colpiscono l'evasione

fiscale, ma si traducono di fatto in un consistente aumento degli adempimenti burocratici a carico

delle aziende e, soprattutto, delle piccole e medie.

Per alleggerire il provvedimento da tutte le norme che ritenevamo penalizzanti, in primo luogo per

le piccole e medie imprese e per il settore immobiliare, il Gruppo Per le Autonomie, come la

maggior parte dei Gruppi parlamentari, ha presentato diversi emendamenti per contribuire in modo

costruttivo al miglioramento del testo e, di conseguenza, mitigare i contrasti nati tra il Governo e

talune categorie interessate.

Fortunatamente il Governo ha tenuto conto di una serie, non di tutte, le critiche. Infatti, proprio

riguardo al succitato problema della retroattività dell'IVA sugli immobili, il testo - appoggiandosi al

modello tedesco - prevede ora un'opzione per gli operatori. A questi ultimi, infatti, sarà data la

possibilità di scegliere tra una nuova tassa di registro e il proseguire con il sistema di impostazione

sul valore aggiunto, salvando così anche la possibilità di detrarre l'IVA già pagata.

Ringrazio, poi, il Governo per aver dato parere favorevole anche ad una serie di ulteriori

suggerimenti presentati dal nostro Gruppo nelle Commissioni competenti. Ringrazio, soprattutto,

per aver accolto il nostro emendamento centrale che prevede la salvaguardia delle autonomie

speciali e dei relativi Statuti, nonché del bilinguismo nella Provincia di Bolzano.

Page 226: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

226

Sono state poi accolte proposte migliorative nel settore farmaceutico, garantendo, tra l'altro, il

bilinguismo nelle etichette e negli stampati illustrativi dei medicinali posti o mantenuti in

commercio nella Provincia di Bolzano. Sono inoltre state accolte misure a salvaguardia delle

autonomie locali e dei Comuni; garanzie per la responsabilità dell'appaltatore verso il

subappaltatore, prevedendo la documentazione attestante l'accoglimento degli adempimenti fiscali;

una serie di importanti misure a favore delle piccole e medie imprese; nonché la salvaguardia degli

atti e dei contratti pubblici e privati emanati e stipulati il giorno stesso della pubblicazione nella

Gazzetta Ufficiale.

In conclusione, siamo convinti, nonostante le critiche espresse e qui deposte, che la strada

intrapresa dal presidente del Consiglio, Prodi, e dal ministro Bersani sia quella giusta e, pertanto,

preannuncio fin da ora il voto favorevole del Gruppo Per le Autonomie al provvedimento e al

Governo. (Applausi dai Gruppi Aut, Ulivo, RC-SE e IU-Verdi-Com. Congratulazioni).

S. 762 Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalita'

organizzata mafiosa o similare

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Onorevole signor Presidente, onorevoli colleghi, con massima convinzione

esprimo, a nome del Gruppo Per le Autonomie, il voto favorevole al disegno di legge che istituisce

la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa e - ci

tengo a sottolinearlo, a questo punto - similare.

Colgo l'occasione per ringraziare le forze dell'ordine, che sostengono l'impegno dello Stato contro

le organizzazioni mafiose e contro tutta la malavita organizzata, esponendosi, spesso anche con

sacrificio della propria vita, per mantenere fede a questo loro grande impegno.

Vorrei ringraziare, nella presente occasione, anche la giustizia ed i giudici che seguono i processi

più delicati, assicurando loro il sostegno del popolo italiano, che abbiamo l'onore di rappresentare e

che, nelle sue diversità linguistiche e culturali - che vorrei qui ricordare - è sicuramente dalla parte

dello Stato democratico.

Desidero, inoltre, formulare un ringraziamento anche nei confronti di tutti coloro che collaborano

con la giustizia e le forze dell'ordine, i quali, con la loro testimonianza, si espongono spesso ad

altissimi rischi (come quello della propria stessa vita), contribuendo a rafforzare lo Stato

democratico, che spero guadagni sempre maggior terreno a svantaggio della malavita.

Il fenomeno della mafia, infatti, flagella tutto il nostro Paese, ma soprattutto, com'è naturale, alcune

Regioni d'Italia in particolare. È già stato sottolineato, in questa occasione, che - con forme molto

più raffinate di quelle tradizionali, come inserimenti negli appalti o anche richieste verso gli

imprenditori - il fenomeno si sta allargando sempre più. Siamo tutti d'accordo, pertanto, con gli

obiettivi espressi nel disegno di legge al nostro esame, che vuole non solo ricostituire la

Commissione antimafia, ma anche: accertare la congruità della normativa vigente (per controllare e

perseguire ancor meglio la malavita); valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle

trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni (comprese quelle istituzionali);

accertare la modalità di difesa del sistema degli appalti e delle opere pubbliche dai condizionamenti

mafiosi; verificare la congruità della normativa vigente (per la prevenzione e il contrasto delle varie

forme di accumulazione dei patrimoni illeciti).

Mi compiaccio anche del fatto che dal testo del disegno di legge in titolo sia stato stralciato

l'articolo 4, che avrebbe previsto intromissioni da parte di alcune forze dello Stato (in particolare il

Parlamento, che ha il compito importantissimo di legiferare e controllare l'Esecutivo e, per quanto

Page 227: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

227

riguarda le altre forze, di estendere la propria sorveglianza anche sulla magistratura, senza però

intromettersi direttamente nelle competenze ad essa esclusivamente spettanti).

Apprezziamo, pertanto, soprattutto dal punto di vista politico, di essere riusciti, in questo caso (e

spero che sia di esempio anche per altri disegni di legge che condividiamo tutti), ad incontrare

l'unanimità praticamente di tutte le forze politiche su un impegno molto, molto importante per il

Paese e la sua popolazione.

Auguro, quindi, alla nuova Commissione antimafia di svolgere un proficuo lavoro, sperando che

possa compiere ulteriori passi contro la malavita e le organizzazioni criminali, che continuano a

reprimere la vitalità di diverse parti del nostro Paese, ma non solo, poiché si stanno estendendo.

Con ciò, rimaniamo anche in attesa di eventuali proposte per migliorare l'assetto normativo nel

settore della lotta contro la criminalità. (Applausi dal Gruppo Aut).

S. 845 Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Onorevole signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, oggi più

di ieri la strada che dobbiamo percorrere, che il nostro Paese deve promuovere, è quella di una

comunità internazionale che abbia fondamenta sullo sviluppo, la solidarietà tra i popoli e il rispetto

del diritto internazionale, nonché dei principi dell'uguaglianza di diritti dei popoli e del loro diritto

all'autodeterminazione sul proprio territorio.

A chiedercelo, ad imporcelo, è quell'articolo 11 della Costituzione che i Padri fondatori della nostra

Repubblica vollero scrivere a dimostrazione della vocazione di pace del nostro popolo.

Ed è tenendo presenti questi valori che l'Italia, di fronte alle gravi sfide che la comunità

internazionale ha davanti, deve farsi promotrice della creazione di un ambiente di sicurezza globale,

valorizzando i mezzi preventivi di risoluzione delle controversie. Tengo a sottolineare in tal senso

che il Gruppo Per le Autonomie è fermamente e convintamente contrario all'uso della forza come

strumento per la risoluzione dei conflitti internazionali.

Anche per la lotta al terrorismo, una comunità di Stati di diritto possiede ben altri strumenti di

risposta: la creazione di una polizia internazionale sotto la guida delle Nazioni Unite, i servizi

segreti, interventi più mirati, la politica e la diplomazia.

Lo affermo oggi come lo feci da questi banchi il 7 novembre 2001, quando, pur esprimendo

profonda solidarietà nei confronti degli Stati Uniti per l'attentato alle Torri gemelle, ribadii il mio

forte dissenso e il mio categorico no al ricorso alle armi per la risoluzione dei conflitti

internazionali. La storia ci ha dato ragione: è cresciuto l'odio tra le culture ed è cresciuta la

solidarietà fondamentalista nel mondo islamico.

Per poter sradicare veramente e a lungo termine fenomeni che danno adito al terrorismo, infatti, si

devono capire le ragioni che stanno nella contrapposizione tra il mondo ricco e sviluppato ed i

Paesi poveri, destinati o all'immigrazione o alla rassegnazione, oppure al fanatismo e all'odio.

Anche e soprattutto le religioni devono saper convivere pacificamente tra loro, senza rivolgere al

loro interno l'attitudine inquisitoria e persecutoria.

La cosiddetta guerra giusta o preventiva è e si è rivelata una strategia fallimentare e lo dimostra

l'escalation di violenza che infiamma quotidianamente l'Iraq, l'Afghanistan e che in queste ultime

settimane ha ridato fuoco alla polveriera del Medio Oriente. Oggi più di ieri è necessario il

rafforzamento delle grandi organizzazioni internazionali, a partire dalle Nazioni Unite, ed un ruolo

nuovo e rafforzato dell'Unione europea, perché solo un'Europa che parla a voce unisona può essere

attore principale e determinante nello scacchiere delle crisi internazionali.

Page 228: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

228

È questa, assieme alla strada del multilateralismo, la vera ed efficace lotta contro il terrorismo e

l'unico strumento per realizzare un equilibrato assetto multipolare, di equità e di giustizia sul piano

internazionale.

Onorevole signor Presidente, oggi in quest'Aula del Senato siamo chiamati a pronunciarci sul

rifinanziamento delle missioni italiane all'estero; a titolo personale e da convinto cristiano mi

permetto di ricordare che ho sempre votato contro il provvedimento che impegna le nostre truppe in

scenari di guerra. Accolgo, e insieme a me tutti i membri del mio Gruppo, quindi, con favore la

decisione presa dal Governo di ritirare il nostro contingente dall'Iraq, come peraltro previsto dal

programma dell'Unione.

La missione «Antica Babilonia», infatti, era nata in conseguenza di un intervento militare deciso in

violazione delle norme di diritto internazionale. Pertanto, riconosciamo la diversità delle condizioni

della presenza in Afghanistan, in coerenza con gli impegni multilaterali presi nell'ambito dell'ONU.

Tuttavia, e lo dico con tutta apertura, ma anche come avvertimento per il futuro, ci auguriamo che

quantomeno si realizzino le condizioni affinché il nostro Paese, d'intesa con il Governo sovrano di

Kabul e con l'ONU, possa disporre il rientro delle nostre truppe anche dal territorio afgano.

Positive sono in tal senso le verifiche, previste negli ordini del giorno, sulla missione internazionale

e sugli obiettivi che il Governo italiano vuole portare avanti, assieme alla promozione di una nuova

conferenza internazionale che favorisca il dialogo a livello regionale e sia volta alla ricostruzione

economica e civile del Paese. Ritengo personalmente, e come Presidente del Gruppo Per le

Autonomie, che questi aspetti rappresentino di fatto segnali di discontinuità della politica estera

italiana rispetto al Governo Berlusconi.

Accogliamo con favore che l'impegno militare dell'Italia in territorio afgano, nell'ambito della

missione Enduring Freedom, sia stato limitato alla presenza di unità navali nel Golfo arabico.

Tuttavia, richiediamo con fermezza al Governo Prodi la totale cancellazione della partecipazione

italiana dalla succitata missione e che si impegni al suo superamento a livello internazionale, così

come richiesto nell'ordine del giorno presentato da tutti i Capigruppo di maggioranza e da me

stesso.

La politica estera del Governo, a nostro avviso, deve prioritariamente valorizzare gli strumenti di

prevenzione dei conflitti, di mediazione e di accompagnamento dei processi di pace. L'Italia deve

svolgere, ora più che mai, un'azione determinata per il rilancio dell'Unione europea e per un suo

protagonismo sulla scena internazionale. Il nostro Paese - reduce da due guerre mondiali tremende

e come tale anche testimone e protagonista per la pace - deve far sì che l'Unione europea sia forza

di pace, di libertà, di democrazia e di sviluppo per far rispettare la legalità ed il diritto

internazionale.

Per concludere, onorevole Presidente, intendo preannunciare il voto favorevole del Gruppo Per le

Autonomie al Governo e, di conseguenza, al provvedimento. Il nostro, però, è un sì sofferto e per

me, personalmente, è un sì condizionato all'appello di pace e di ripensamento sulla condizione

afgana. È un sì che chiede il ritiro dalle azioni belliche e un sì fortemente condizionato dalla fiducia

posta dal Governo. (Applausi dai Gruppi Aut, IU-Verdi-Com e Ulivo e del senatore Sodano).

S. 881 Concessione di indulto

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo di fronte a un provvedimento

sostenuto da gran parte delle forze politiche. Anche noi del Gruppo per le autonomie, sensibili alle

istanze di clemenza, riteniamo che i tempi per approvare un provvedimento d'indulto - vista anche

la tragica situazione delle nostre carceri - siano maturi.

Page 229: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

229

Vogliamo, anche e soprattutto, dare seguito a una richiesta che il 14 novembre del 2002 nell'Aula di

Montecitorio fu rivolta all'Italia dal sommo pontefice Giovanni Paolo II. Concedere un atto di

clemenza per i detenuti, senza tuttavia compromettere la necessaria tutela della sicurezza dei

cittadini: questo fu, in sintesi, l'appello di Papa Wojtyla sempre attento alla tragica situazione delle

carceri italiane, nelle quali i detenuti vivono spesso in condizioni di penoso sovraffollamento.

Il Papa ci chiese un segno di clemenza verso di loro. Un segno di clemenza mediante una riduzione

- non abolizione! - della pena, come chiara manifestazione di sensibilità, nonché per stimolare

l'impegno di personale recupero in vista di un positivo reinserimento nella società.

Mi permetta, onorevole Presidente, di richiedere che a questo atto di clemenza segua anche un atto

di grazia da parte del Capo dello Stato che comprenda quei reati politici compiuti in Alto Adige-

Südtirol in una fase di massima tensione per la mancata attuazione delle misure a tutela delle

minoranze (prevista dagli accordi internazionali) e che risalgono agli anni '60, ossia un periodo che

fortunatamente ormai appartiene alla storia essendo passato quasi mezzo secolo.

Tornando a parlare del provvedimento in esame, ribadisco che il Gruppo per le Autonomie è

favorevole all'approvazione di questo segno di clemenza. Occorre tuttavia mettere in chiaro una

cosa: con l'approvazione di questo provvedimento non si può e non si deve considerare risolto il

problema dell'umanizzazione delle carceri. Il problema, infatti, va risolto alla radice. In tal senso

tengo a sottolineare che purtroppo l'impronta risocializzativa dell'ordinamento giuridico e il

principio di umanizzazione della pena in pratica trovano spesso delle limitazioni.

Il terzo comma, dell'articolo 27 della Costituzione prevede che «le pene non possono consistere in

trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».

Occorre pertanto aprire un serio dibattito attorno alle politiche sociali per il sistema penale e

penitenziario e promuovere un progetto di integrazione dei detenuti.

Entro ora nel merito del provvedimento posto all'attenzione di quest'Aula. L'indulto non si applica

ai reati gravi come terrorismo, mafia, strage, pedofilia, prostituzione minorile, violenza sessuale,

tratta di esseri umani, riciclaggio, sequestro di persona a scopo di estorsione e banda armata.

Tuttavia, pur accogliendo con favore che il testo trasmessoci preveda l'esclusione delle pene

accessorie definitive e temporanee, critichiamo fortemente che l'indulto si applichi per i reati

finanziari, fiscali e contro la pubblica amministrazione. Di questo indulto potrebbero beneficiare, in

caso di condanna, i responsabili dei più grandi scandali finanziari che ha conosciuto l'Italia: alludo

ovviamente ai crack finanziari di Parmalat e Cirio. Ci trova pienamente d'accordo, invece, che non

potranno usufruire dei benefici di questo provvedimento i colpevoli di reati di usura.

Onorevole signor Presidente, usufruiranno di questo provvedimento soprattutto coloro che hanno

commesso cosiddetti reati minori. Il ministro della giustizia, Clemente Mastella, ha affermato che

l'indulto riguarderà circa 12.000 detenuti che verranno man mano rilasciati. In tal senso,

richiediamo con fermezza che, con il loro rilascio, non venga messa in pericolo la sicurezza dei

cittadini; esigiamo che gli scippatori, i borseggiatori, i rapinatori, colpevoli non solo del furto

commesso, ma soprattutto di aver fatto passare alla propria vittima dei minuti o addirittura intere

ore di puro terrore vengano, dopo il loro rilascio, rigorosamente sorvegliati. (Commenti del

senatore Stiffoni). Il cittadino ha diritto di pretendere...

CASTELLI (LNP). Il cittadino non può essere sorvegliato! (Richiami del Presidente).

PRESIDENTE. Senatore Peterlini, vada avanti, prego, non raccolga interruzioni.

PETERLINI (Aut). (Rivolgendosi al senatore Castelli). Parliamo dei detenuti la cui pena non è

andata...

PRESIDENTE. Senatore Peterlini, si rivolga alla Presidenza, prego.

Page 230: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

230

PETERLINI (Aut). Il cittadino ha diritto di pretendere che, in concomitanza con questo atto di

clemenza, vengano rafforzate dal Ministero dell'interno le misure di sicurezza e noi intendiamo

farci promotori della messa in pratica di questa richiesta. Richiediamo inoltre seri piani di

reinserimento sociale, affinché chi uscirà domani dal carcere non si ritrovi a delinquere

nuovamente.

Con tutte le riserve espresse, preannuncio il voto favorevole del Gruppo Per le Autonomie a questo

atto di clemenza, in quanto convinti che questo provvedimento sia necessario per fronteggiare

l'emergenza delle carceri, ma al tempo stesso richiediamo che il Governo, ossia il Ministro

dell'interno, intraprenda tutte le misure necessarie affinché la sicurezza dei cittadini non venga

messa a repentaglio. (Applausi dal Gruppo Aut).

S. 923 Disposizioni per la modifica degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione

secondaria superiore

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il

Gruppo Per le Autonomie condivide gli obiettivi della riforma degli esami per la scuola secondaria

superiore. Con questa riforma, infatti, si risponde a un'esigenza sociale, sentita non solo dai docenti,

dalle imprese e dall'università, ma soprattutto dagli stessi ragazzi, che rappresentano il futuro del

nostro Paese.

L'esame di Stato - la «maturità» - riacquista di serietà, facendo emergereil profilo di una scuola

solida nelle basi culturali, aperta, che riconosce il merito, valorizza i talenti ed è sensibile ai

risultati. Tutto ciò va a vantaggio degli studenti e rende la nostra scuola più europea, con l'obiettivo

di rafforzare l'impegno dell'Italia verso sé stessa e verso il proprio domani.

Questa è la terza legislatura in cui il Parlamento si occupa e cerca di affrontare la questione degli

esami di Stato. Il testo su cui siamo chiamati a votare, predisposto dal Governo e modificato, vorrei

anche dire migliorato, in 7a Commissione, è stato arricchito da numerose audizioni ed è anche il

risultato di un confronto costruttivo tra maggioranza ed opposizione. Devo dire che questo clima, di

cui mi è stato riferito, della 7a Commissione purtroppo poi non si è risentito in Aula, ovviamente

per motivi politici palesi.

L'esame di Stato segna, per ciascun adolescente, il passaggio all'età adulta, ad una nuova fase di

studio e di lavoro. È per questo che la riforma degli esami di Stato è un atto doveroso, per

migliorare e qualificare al massimo la prova di maturità. Gli studenti, infatti, hanno diritto di veder

valorizzata la propria esperienza scolastica e di veder riconosciuti i risultati acquisiti.

Come evidenziato dalla relatrice, senatrice Albertina Soliani, che ringrazio per il suo lavoro, tre

sono i punti qualificanti il provvedimento in questione. In primo luogo, la natura pubblica

dell'esame, il contrasto delle cosiddette fabbriche dei diplomi (che troppo facilmente, anche su

pagamento, fornivano questi diplomi), la serietà delle prove di maturità e dell'impianto ed il valore

del titolo di studio, che con questo sarà valorizzato. In secondo luogo, la responsabilizzazione degli

studenti e delle istituzioni scolastiche, anche in ordine alla verifica dei risultati, nella valorizzazione

delle autonomie scolastiche. Infine, l'orientamento e il raccordo con l'università, gli istituti tecnici e

musicali, le professioni del lavoro.

Per contribuire al miglioramento del testo, anche il Gruppo per le Autonomie, che ho l'onore di

presiedere, aveva presentato una serie di emendamenti. Salutiamo pertanto con favore

l'accoglimento del nostro emendamento teso a salvaguardare lo svolgimento dell'esame di maturità

nella Valle d'Aosta, in merito ad una quarta prova scritta in lingua francese. Ribadiamo anche la

specialità dell'esame di Stato nella Provincia autonomia di Bolzano; è già previsto dalla legge

Page 231: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

231

costituzionale e da quella ordinaria che l'insegnamento e l'esame si svolgano nella lingua

dell'alunno e, per la scuola tedesca, si svolgano appunto in lingua tedesca.

Il disegno di legge correttamente prevede, inoltre, che la prima prova scritta, intesa ad accertare la

padronanza della lingua, si svolga in lingua italiana o nella lingua in cui è stato svolto

l'insegnamento, tenendo conto praticamente della protezione delle minoranze linguistiche; di questo

prendiamo atto con soddisfazione.

Restano comunque dei punti aperti, su cui, come Gruppo per le Autonomie, avevamo chiesto un

intervento correttivo. Nello specifico, avevamo chiesto di aggiungere all'articolo 1 che, nei

confronti degli alunni i quali, al termine dell'ultimo anno di corso, presentino un'insufficienza non

grave in non più di due discipline, comunque non tale da determinare una carenza grave nella

preparazione complessiva, si applichi una procedura più approfondita. Il consiglio di classe

dovrebbe procedere, ai fini della valutazione positiva o negativa complessiva degli stessi, in sede di

scrutinio finale, sulla base di parametri valutativi stabiliti preventivamente, ad una valutazione che

tenga conto della possibilità o meno dell'alunno di superare l'esame di Stato.

Inoltre, era nostro intento far inserire, sempre all'articolo 1, che, ai fini dell'ammissione all'esame di

Stato, la promozione degli alunni all'ultimo anno di corso equivale al saldo di tutti i debiti formativi

contratti negli anni scolastici precedenti, ad eccezione del penultimo anno in corso.

Riguardo ai presidenti delle commissioni d'esame, avevamo chiesto che questo ruolo potesse essere

svolto anche dai dirigenti scolastici in servizio preposti ad istituti di istruzione secondaria superiore

paritari. Lo sottolineiamo perché per noi le scuole paritarie sono essenziali e forniscono una perfetta

educazione, spesso anche migliore o per lo meno equivalente a quelle statali. Ma so anche che

questo non succede dappertutto; abbiamo capito le problematiche.

In ultimo, il Gruppo Per le Autonomie aveva proposto che, qualora il colloquio della prova di

esame riguardi argomenti attinenti alle lingue straniere, lo stesso può essere svolto nella lingua

straniera. Questo, con la versione della legge la quale dice che l'esame si svolge nella lingua

dell'alunno, potrebbe essere precluso; ciò mi sembra ovvio, però spero che nelle direttive sia

chiarito.

Abbiamo deciso di ritirare questi ultimi emendamenti dopo le assicurazioni forniteci dalla relatrice

Albertina Soliani e dalla vice ministro Mariangela Bastico, che ringraziamo, che ci hanno

confermato la piena disponibilità del Governo a riprendere le nostre proposte e a concordare, per

quanto riguarda le nostre specialità, con il nostro Gruppo le direttive che verranno emanate alle

scuole per l'applicazione della futura legge. Grazie per questo.

Ci auguriamo pertanto che il Ministro provveda a recepire la sostanza delle nostre proposte ai fini

della piena valorizzazione dell'autonomia delle Regioni e Province a Statuto speciale.

Egregio signor Presidente, onorevoli colleghi, concludo annunciando il voto favorevole del Gruppo

Per le Autonomie. (Applausi dal Gruppo Aut. Congratulazioni).

S. 1048 Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2006, n. 261, recante interventi urgenti

per la riduzione del disagio abitativo in favore di particolari categorie sociali

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, senza voler gettare ulteriore benzina sul fuoco, desidero però

evidenziare un fatto che deve stare a cuore a tutti e che finora non ha trovato soluzione, pur essendo

stato posto anche in sede di Conferenza dei Capigruppo. L'Italia è rappresentata, con delegazioni

composte da colleghi di maggioranza e di opposizione, in vari organi internazionali, ad esempio in

Consiglio d'Europa, dove ci onoriamo di avere un nostro rappresentante.

Page 232: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

232

Ora, questo non è un caso singolare che si presenta oggi, ma avviene continuamente, e quindi

svolgo tale rilievo a prescindere dalla giornata odierna e dalle assenze che abbiamo sentito essere

determinanti per garantire il numero legale in Aula. Dobbiamo decidere se partecipare attivamente

all'attività di questi organi o non parteciparvi più. Perché se vi partecipiamo dobbiamo trovare una

regola che consenta alla maggioranza e all'opposizione di essere equamente presenti, senza mettere

ogni volta in difficoltà i lavori dell'Aula.

Non è più possibile che accada quanto avvenuto l'ultima volta alla seduta inaugurale

dell'Assemblea del Consiglio d'Europa in cui il nostro collega Pinzger, membro della delegazione

italiana, è rimasto solo proprio nel momento ufficiale della riunione, quando bisognava procedere

all'insediamento delle commissioni; di tutta la delegazione non c'era più nessun italiano. Mi chiedo

che figura stiamo facendo in Europa e in tutti gli altri organi internazionali. Non siamo più capaci

di garantire la presenza degli italiani negli organi internazionali. Non può accadere questo.

(Commenti dal Gruppo AN. Brusìo).

Questa osservazione va oltre quanto accaduto in questo momento. Sottopongo pertanto nuovamente

alla Presidenza il problema, che è di fondo e che dovrebbe stare a cuore a tutti, non solo alla

maggioranza. Dovrebbe interessare tutti noi che rappresentiamo il Senato, il Parlamento intero e il

popolo italiano.

STORACE (AN). Ma che pretende dall'opposizione?

PETERLINI (Aut). Non è possibile fare queste figure in sede europea, perché l'alternativa per la

maggioranza è dire - come è accaduto anche oggi che si tiene l'Assemblea parlamentare del

Consiglio d'Europa a Parigi - state tutti qui perché altrimenti non possiamo garantire il numero

legale. Questa non può essere la soluzione. Pertanto, il mio è un appello che rivolgo a tutti,

indipendentemente dal colore politico, e chiedo nuovamente che la questione sia sottoposta ai

Capigruppo.

S. 1059 Rendiconto generale dell' Amministrazione dello Stato per l' esercizio finanziario 2005

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, la votazione sui disegni di legge in esame sembra un atto

dovuto, burocratico, ma in verità merita più attenzione di quanta gliene stiamo dedicando, poiché il

Rendiconto per l'anno 2005 e l'assestamento per il 2006 recano dati economici, presentati con tanta

accuratezza dal Governo e in modo esemplare dalla Commissione (di ciò ringrazio in particolare la

relatrice, senatrice Rubinato), che esprimono un giudizio e una chiara visione dello stato economico

in cui si trova attualmente l'Italia.

Tale giudizio non può che essere quello riferito dalle cifre, che sono piuttosto allarmanti. Vediamo

per esempio il prodotto interno lordo che, con altre parole per chi ci segue, dimostra quanto sia

cresciuta l'Italia: purtroppo, il reddito del nostro Paese, nell'anno 2005, è cresciuto a tasso zero. Ciò

vuol dire che l'Italia, l'anno scorso, è rimasta ferma, nonostante i sacrifici, il lavoro e l'impegno

della gente e delle nostre aziende. Siamo rimasti fermi e non possiamo neanche ricorrere alla scusa

della situazione congiunturale, come spesso si fa, perché, mentre noi siamo stati fermi, l'Europa già

l'anno scorso ha ripreso a camminare.

Un altro dato incontestabile è l'indebitamento netto della pubblica amministrazione nel 2005, che è

stato pari al 4,1 per cento ed è cresciuto dello 0,7 per cento rispetto al 2004.

I numeri indicano inoltre che il debito pubblico è salito al 106,4 per cento del prodotto interno

lordo. Siamo abituati a sentire cifre, però è allarmante apprendere che il debito dell'Italia è più

Page 233: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

233

grande del valore relativo alla somma di tutti i prodotti e i servizi che in un anno sono stati prodotti

in Italia.

Per avere una migliore visione dello sviluppo economico, non mi fermo alla considerazione del

2005, che è un brevissimo lasso di tempo e potrebbe quindi costituire una valutazione parziale, ma

vorrei allargare l'analisi a tutto il periodo che va dal 2001 al 2005. In questo arco di tempo, la spesa

pubblica è drammaticamente cresciuta. Ricordiamo che negli anni Novanta, grazie ai tanti sacrifici

compiuti dal popolo e dalle aziende in Italia, il debito pubblico è sceso - eravamo molto fieri di

questo fatto - e così siamo riusciti ad entrare a testa alta nella zona dell'euro, rispettando i criteri

imposti dall'Accordo europeo di Maastricht e limitando il deficit sotto il 3 per cento rispetto al PIL,

anzi portandolo addirittura nel 2000 allo 0,6 per cento, cioè quasi allo zero.

Purtroppo poi, negli anni 2000, iniziando con l'ultimo passato Governo Berlusconi, il disavanzo

dell'amministrazione pubblica ha perforato il limite che avevamo già sottopassato del 3,2 per cento,

previsto dagli accordi di Maastricht. Il disavanzo è cresciuto fino al 2005 del 2,6 per cento del PIL.

Per quest'anno si prevede un disavanzo pubblico del 4,6 per cento del PIL. Il debito complessivo

dell'amministrazione pubblica ha raggiunto il massimo storico del 100,6 percento del Prodotto

interno lordo. Anche questa cifra dice poco. Cerco di esemplificare: immaginiamoci una famiglia, il

cui debito è talmente grande che quello che si guadagna deve essere investito per pagare le rate e

gli interessi alle banche.

Quanti sono gli interessi che l'Italia paga ogni anno? Gli interessi che l'ultimo anno abbiamo pagato

sul bilancio sono 64, 5 miliardi di euro. L'indebitamento netto dello Stato, cioè ulteriori debiti,

erano pari al 58, 2 miliardi; non bastava neanche a pagare gli interessi di questa cifra che avevamo

superato.

Le agenzie di rating hanno declassato l'affidabilità creditizia dell'Italia pochi giorni fa di un quarto

di punto. Questo comporta che i crediti diventano sempre più onerosi.

Ho fatto questo quadro per far emergere le cifre e la situazione dell'Italia per un semplice motivo

che riguarda la finanziaria futura. In tutta la discussione su questa finanziaria presentata dal

Governo, si sentono solo interessi di parte. E soprattutto da certe categorie economiche sembra

quasi che quel che conti per fare una finanziaria sia la somma degli interessi particolari di certe

categorie. Invece siamo di fronte ad un debito pubblico talmente forte che deve essere nell'interesse

di noi tutti e, soprattutto delle aziende e dell'economia tutta insieme, far crescere e far riprendere

nuovamente questo Paese.

Solo da queste cifre capiamo come, su una finanziaria di circa 40 miliardi, sarà prevista la manovra

finanziaria prossima: quasi la metà sarà dedicata allo sdebitamento di questo peso, che si è

accumulato soprattutto negli ultimi anni. In questi ultimi anni, infatti, sul lato delle entrate, i

continui e reiterati condoni fiscali, la legittimazione morale dell'evasione fiscale ha portato ad una

economia sommersa di circa 200 miliardi di euro, che mancano e che devono essere pagati dai

contribuenti che, invece, pagano onestamente le loro tasse. Per questo l'obiettivo di combattere

questa evasione fiscale è più che plaudibile; non solo, è necessario per poter ridurre anche a lungo

termine questo peso che sta gravando sulle spalle di chi lavora, sia come autonomo che come

lavoratore per la nostra economia.

Inoltre, Sono salite anche le spese correnti, nonostante i ripetuti vincoli formali posti per contenerle

nelle leggi finanziarie che si sono succedute dal 2001 al 2005. Il dramma di questa situazione è che

tale aumento delle spese correnti non è servito né a rilanciare l'economia né tantomeno a migliorare

il livello dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni ai cittadini. (Commenti del senatore

Boccia Antonio).

PRESIDENTE. Senatore Boccia, lasci tranquillo il senatore Peterlini che sta parlando!

Page 234: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

234

PETERLINI (Aut). Non è che usufruiamo troppo, Presidente - e la ringrazio - del tempo che

normalmente abbiamo a disposizione, ma questo momento ci sembra importante. Comunque,

signor Presidente, sto per concludere.

Dunque, siamo in un momento molto delicato per la nostra economia, per la situazione del Paese e

per tutti noi. In questo delicato momento dovremmo far capire che serve una manovra finanziaria

che abbatta il grandissimo deficit, un indebitamento dello Stato che non è più sopportabile. Ripeto

l'esempio di una famiglia che, pagando tutto quello che guadagna esclusivamente per gli interessi,

non ha più spazio per coprire le spese necessarie, così come il Paese non ha più spazio per il

proprio sviluppo.

Pertanto, ringraziamo per la chiara esposizione delle cifre svolta dal Governo e dalla Commissione

ed, augurandoci che la prossima finanziaria renda possibile la ripresa per l'intero Paese,

annunciamo il voto favorevole del Gruppo per le autonomie sui provvedimenti in esame. (Applausi

dal Gruppo Aut).

S. 1084-B Modifica all' articolo 27 della Costituzione, concernente l' abolizione della pena di morte

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo per annunciare il convinto voto favorevole del

Gruppo Per le Autonomie, che voterà questa riforma costituzionale importante, finalizzata ad

abolire l'ultimo residuo di una penalizzazione che contrasta con i principi del nostro ordinamento e

con il valore della vita.

Sottolineiamo anche noi, come qualche oratore ha già fatto, il valore della vita evocato nel corso

della discussione, che deve essere rispettato in tutte le circostanze. Facendo appello al Governo,

sottolineiamo la necessità di un impegno internazionale verso la comunità mondiale che miri al

superamento della pena di morte anche in quei Paesi dove questo strumento giuridico viene ancora

praticato. (Applausi dal Gruppo Aut e dei senatori Stefani e Galli).

S. 1132 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante

disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, la ringrazio anche per aver difeso i nostri tempi che

cerchiamo di risparmiare al massimo, a differenza di tanti altri e, scusate il termine, di tante

chiacchiere.

In questo dibattito, che prende insieme la finanziaria ed il collegato fiscale, si è discusso molto su

singole misure, su presunti o effettivi aggravi fiscali, ma poco, pochissimo delle vere ragioni degli

obiettivi della manovra finanziaria, di cui il provvedimento in esame è parte integrante.

Nutriamo, infatti, la speranza che il Paese, l'economia possano ripartire dopo anni di stallo.

Nell'anno corrente ci aspettiamo una crescita, dopo anni di essere stati fermi sullo zero per cento

della crescita del PIL. Speriamo di arrivare all'1,7 o al 2 per cento a fine anno, ma non

dimentichiamoci che il resto d'Europa è già partito e ci supera di gran lunga; la Grecia: più 4, 3; la

Spagna: più 3, 8; la Germania: più 2, 8 e potrei proseguire, ma la faccio breve: la media dell'Unione

Europea è al 2, 8 per cento. Pesano, infatti, sulla nostra economia due grandi problemi strutturali

Page 235: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

235

che frenano la crescita: il primo è l'indebitamento dello Stato, il secondo la relativa bassa

produttività delle imprese.

Il Governo intende fronteggiare entrambi i problemi con risolutezza, con una graduale riduzione del

debito pubblico e tramite misure di liberalizzazione.

Vorrei fare un brevissimo flash sul passato: abbiamo avuto negli anni novanta un disavanzo

pubblico annuale che andava oltre il 10 per cento annuo; abbiamo poi stupito l'Europa a metà degli

anni novanta con il risanamento dei conti pubblici che abbiamo portato sotto la misura di

Maastricht del 3 per cento, addirittura nel 2000 allo 0,6 per cento.

Purtroppo, dal 2001 in poi, il debito ha cominciato a crescere e così l'indebitamento netto dello

Stato annualmente per sforare per la prima volta già nel 2001, con il nuovo Governo Berlusconi, il

3 per cento, arrivando adesso probabilmente al 4, 6 per cento di quest'anno. Ed il debito pubblico

complessivo - di cui si sta parlando - ha raggiunto la cifra astronomica di 1.400 miliardi di euro.

Stiamo parlando di un bilancio di 40 miliardi di fronte ad un debito pubblico di 1.400, che costano

ai contribuenti 65 miliardi di interessi annui: 65 miliardi è ben oltre di quanto è questa misura

finanziaria! Difatti, siamo stati declassificati dalle aziende internazionali di rating Fitch e Standard

& Poor's.

La conseguenza è che si rincarano i crediti e questo rende più difficile l'economia delle singole

imprese. Pertanto, per tutte le critiche piovute su questo Governo, devo chiedervi: l'economia, le

imprese devono essere le prime interessate a far crescere e ricrescere nuovamente questo Paese

fermo o vogliamo indebitarci ancora di più e fare come una famiglia che spende tutti soldi per

pagare gli interessi alla banca? Pertanto, l'obiettivo centrale di questa manovra è la ripresa del Paese

ed il rilancio dell'economia.

L'obiettivo è quello di liberare risorse per favorire la crescita e lo sviluppo. Difatti, è stata approvata

con lode la manovra dalla Commissione di Bruxelles, dalla Banca centrale di Francoforte e dal

Fondo monetario internazionale che hanno approvato l'obiettivo di scendere con il deficit pubblico

sotto il 3 per cento, allineandoci a quanto prescrive l'Unione Europea.

Prima di passare ai fatti positivi e a tutto ciò che è stato migliorato nel corso dell'iter di questo

disegno di legge, una critica il Governo purtroppo la deve sentire, ed è la seguente. All'inizio del

dibattito sulla finanziaria il Governo avrebbe dovuto dire al Paese a chiare e tonde lettere in quale

situazione catastrofica ci troviamo evidenziando le due possibili scelte che abbiamo dinanzi a noi: o

andare avanti in questo modo, lasciando affondare la barca, lasciando andare i conti pubblici

«finché la barca va», come cantava Orietta Berti, oppure, assumere misure che costano anche dei

sacrifici ai cittadini. Questo aspetto è stato forse nascosto troppo, ma è giusto che sia evidenziato

perché questa era la scelta dovuta da fare che forse avrebbe portato il Paese a capire meglio, in

particolare i settori economici che hanno lamentato gli aggravi.

Dovevamo inoltre dire che, grazie all'impegno delle forze di maggioranza, in particolare dei

Capigruppo che si sono continuamente riuniti, e anche all'impegno dei colleghi della Camera, il

testo originario è stato migliorato molto. Anche su questo aspetto piovevano critiche. Si chiedeva

come mai il Governo aveva presentato delle misure e poi il Parlamento le aveva cambiate. Ma per

fortuna che c'è ancora tale possibilità in questo Parlamento italiano; questo è forse l'unico pregio,

considerando che i numeri sono risicati, soprattutto qui al Senato: contribuire alle misure, non solo

accettare e ratificare quanto il Governo presenta.

Il testo originario è stato migliorato di molto. Pensiamo alla tassa di successione e donazione, e alle

promesse fatte durante la campagna elettorale (dopodiché era stata avanzata una proposta

veramente spaventosa) e che ora colpisce esclusivamente i grandi patrimoni ed è caratterizzato da

una franchigia per i parenti in linea retta, figli, genitori, consorti, che ora, come abbiamo deliberato

ieri qui in Senato, prevederà anche i parenti in secondo grado. Ci sono poi agevolazioni per le

successioni di impresa ed anche in questo caso ieri il Senato ha deliberato di migliorare la

normativa soprattutto per il settore agricolo. Ricordiamo che sono state anche risolte le questioni

Page 236: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

236

dello scontrino fiscale e dell'ammortamento degli immobili strumentali (sono modifiche importanti)

e dell'esonero del settore agricolo per quanto riguarda il sistema IVA.

Questo per quanto riguarda il decreto al nostro esame, ma poi, riferendoci ai provvedimenti fiscali

contenuti nella legge finanziaria, ci sarebbe da proseguire l'elenco.

Come Gruppo Per le Autonomie, d'accordo con la maggioranza, abbiamo ritirato i nostri

emendamenti, anche perché essi sono stati ripresi da alcuni ordini del giorno come punti

qualificanti di una serie di impegni del Governo nel presentare gli emendamenti alla finanziaria qui

in Senato. Ricordo il patto tra fisco e contribuente e il rispetto dello Statuto del contribuente,

l'impegno di rivedere il regime fiscale degli autoveicoli e l'impegno di destinare le maggiori entrate

derivanti dalla lotta all'evasione fiscale alla riduzione della pressione fiscale nei prossimi anni;

avevo già sottolineato l'estensione della franchigia per le successioni e donazioni anche ai fratelli e

le agevolazioni per i trasferimenti di aziende, che abbiamo previsto ieri in alcuni ordini del giorno,

ma mi sembra importante evidenziarle nuovamente.

Ci auguriamo fortemente che le restanti proposte migliorative che come Gruppo Per le Autonomie

avevamo presentato al presidente del Consiglio Prodi e al ministro Padoa-Schioppa al vertice della

maggioranza tenutosi lo scorso 28 ottobre vengano anch'esse recepite nella manovra finanziaria. Mi

permetto solo di ricordare, e arrivo alla conclusione, le misure IRPEF già entrate in vigore a

sostegno delle famiglie, l'abolizione della tassa di soggiorno, il 5 per mille a favore delle ONLUS,

la parificazione dei liberi professionisti per quanto riguarda la deduzione degli immobili e così via.

Rimangono aspetti aperti, che evidenzieremo in discussione sulla finanziaria stessa. Rimane

soprattutto, onorevole Presidente, l'obbligo di far seguire riforme strutturali, che coinvolgano tutto

il settore dell'apparato burocratico, della pubblica amministrazione (dove i risparmi sono ancora

possibili), dell'energia e della previdenza. Invitiamo a spingere soprattutto sul fronte delle

liberalizzazioni e, come obiettivo più ampio, auspichiamo...

PRESIDENTE. Concluda, senatore Peterlini; il tempo a sua disposizione è terminato.

PETERLINI (Aut). Auspichiamo - dicevo - lo sviluppo del federalismo fiscale, al fine di trasferire

alle Regioni e alle Province la responsabilità non solo per le uscite, ma anche per le entrate. Le

stesse verrebbero così responsabilizzate maggiormente e ciò favorirebbe la lotta all'evasione fiscale.

Riassumendo: condividiamo l'obiettivo di ridurre il debito pubblico per rilanciare il Paese, fermo da

ormai troppi anni; accogliamo con favore le modifiche finora apportate e, fiduciosi che il Governo

vorrà recepire nella legge finanziaria per l'anno 2007 le proposte migliorative che presenteremo

come Gruppo Per le Autonomie, annuncio il voto favorevole del nostro Gruppo su questo

provvedimento. (Applausi dal Gruppo Aut. Congratulazioni).

S. 1183 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2007 )

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo consapevoli che questa legge

finanziaria, forse come mai finora, ha avuto puntati addosso i riflettori del Paese, facendo discutere,

polemizzare e scendere in piazza milioni di cittadine e cittadini e non solo di destra.

Non c'è dubbio: sulla finanziaria abbiamo un problema di consenso. Dobbiamo prendere atto del

malcontento di queste ultime settimane, rifletterci e sforzarci di capirne le ragioni. Ciò non toglie

che restiamo fermamente convinti della bontà degli obiettivi di questa manovra; ed insieme al

presidente del Consiglio Romano Prodi e al ministro dell'economia Padoa-Schioppa siamo anche

Page 237: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

237

noi certi che i cittadini cambieranno opinione non appena il Paese comincerà nuovamente a

crescere.

Ho già detto in sede di votazione del decreto fiscale - e lo ripeto - che il Governo avrebbe dovuto

illustrare ai cittadini, senza mezzi termini, l'eredità pesante lasciataci dal Governo di centro-destra.

Sin dalla campagna elettorale avrebbe dovuto denunciare la catastrofica situazione economica del

Paese: il debito pubblico italiano ha superato la cifra astronomica, che probabilmente nessuno può

capire, di 1.600 miliardi di euro (mentre questa finanziaria ammonta a 36 o 37 miliardi).

Lo Stato su questo debito paga ogni anno 65 miliardi di euro di interessi: ciò equivale a circa 1.000

euro a testa per ogni abitante di questo Paese. Questo debito pesa soprattutto sull'economia, sul

mondo imprenditoriale, perché mancano le risorse in conto capitale per i grandi investimenti e per

migliorare i fattori di produttività. L'Italia non può permettersi di essere e di rimanere il fanalino di

coda dell'Europa.

Anche la gestione di questa finanziaria e del bilancio è stata criticata dai cittadini e dai colleghi in

quest'Aula, in quanto troppo confusa. Ma, a differenza del passato, questa finanziaria nel suo iter

parlamentare - ed è bene che così sia stato rivalutato il Parlamento - ha avuto come linea guida la

ricerca di consenso e di concertazione, prima con le parti sociali, poi con il Parlamento stesso. La

bozza iniziale, in parte criticata giustamente, in parte criticata per motivi strumentali, ha mantenuto

fermi i suoi obbiettivi, ma - va detto a chiare lettere - è stata profondamente migliorata,

specialmente in Commissione bilancio.

Cari colleghi, dobbiamo riconoscere lo straordinario lavoro di confronto tra maggioranza e

Governo nella «cabina di regia» e poi nella Commissione competente anche tra maggioranza ed

opposizione. Ringraziamo il presidente Morando e il relatore Morgando per il grandissimo sforzo

che hanno compiuto. Questo lavoro, parso ahimè confuso agli occhi dei cittadini, alla fine ha

contribuito, ripeto, specialmente qui in Senato, a migliorare il testo senza stravolgere gli obiettivi di

equità sociale e di crescita.

Questa, infatti, è una finanziaria che vuole far ripartire il motore della ripresa e del rilancio

dell'economia. Una finanziaria che punta a liberare risorse per favorire la crescita, superando anni

di stallo. Una finanziaria che promuove lo sviluppo per riconquistare la fiducia degli altri Paesi

europei e dei mercati internazionali; e ci sta pian piano riuscendo: la manovra ha già ottenuto

l'approvazione dalla Commissione europea, dalla Banca centrale europea e persino dal severissimo

Fondo monetario internazionale.

Questa manovra riuscirà a riportare il deficit sotto il 3 per cento del PIL, rispettando pertanto gli

impegni presi con l'Unione Europea. È partita finalmente una strategia di bilancio in favore della

crescita, dopo anni di perdita di competitività e politiche che non sono riuscite a spingere lo

sviluppo. Questa è una finanziaria con cui l'Italia incomincia a risanare i conti pubblici e a lavorare

sulla crescita; ripeto: sulla crescita.

L'opposizione ha sostenuto che sarebbe bastata la metà dei mezzi per risanare i conti pubblici e ciò

è giusto: per risanare i conti pubblici sarebbe bastata la metà. Ma non ci si può fermare solo al

pagamento dei debiti: servono anche risorse per la ricerca, l'equità sociale e lo sviluppo economico.

Questo fa la finanziaria con l'altra metà delle risorse.

A dispetto di chi punta l'indice su una regia della sinistra massimalista e dei sindacati, questa

finanziaria punta sulla produttività, che mai è stata così centrale negli obiettivi dei Governi degli

ultimi decenni. È infatti una manovra che, con i miglioramenti apportati alla Camera e al Senato, ha

introdotto importanti misure a favore delle piccole e medie imprese.

Ricordo la riduzione dell'IRAP, che abbasserà i costi del lavoro. Ricordo i trasferimenti di azienda,

che fino al terzo grado saranno esenti da tasse di successione e donazione; anche il nostro Gruppo si

è impegnato fortemente su questo, ed è un grande appoggio per la piccola e media impresa. Ricordo

che il trasferimento del TFR all'INPS è limitato alle imprese con oltre 50 dipendenti. Ricordo anche

che l'aliquota dei contributi previdenziali per gli apprendisti artigiani è stata ridotta per i primi due

anni. Ricordo, infine, gli studi di settore e le società di comodo resi meno pesanti.

Page 238: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

238

E tutto ciò non a scapito delle famiglie e del settore sociale. Si pensi al forte impegno del Governo

a rimodulare la curva IRPEF a favore delle famiglie, soprattutto di quelle numerose; all'estensione

degli assegni familiari ai nuclei numerosi; alle franchigie per successioni e donazioni per coniugi ed

eredi in linea diretta, fratelli e sorelle e soggetti portatori di handicap.

Ricordo, poi, l'importantissimo impegno del Governo, preso qui al Senato, ripreso nell'articolo 1 di

questa finanziaria, condiviso da tutta l'opposizione, ossia di usare le maggiori entrate, derivanti

dalla lotta all'evasione fiscale - dopo gli obiettivi di risanamento - alla riduzione della pressione

fiscale a favore di chi paga le tasse, dando priorità a misure di sostegno del reddito dei soggetti

incapienti.

Sempre al Senato, grazie alla nostra proposta come Gruppo Per le Autonomie, abbiamo dato un

ulteriore input ad un tema importante, quale quello dell'avvio delle pensioni integrative. (Brusìo).

PRESIDENTE. Per favore, colleghi, un po' di attenzione e di silenzio.

PETERLINI (Aut). Grazie, Presidente.

Abbiamo sostenuto fortemente l'avvio delle pensioni integrative e anche l'anticipazione della

riforma del TFR al 2007 e, con l'inizio del prossimo anno, ritengo sia opportuno, nonché doveroso

nei confronti delle nuove generazioni, dei giovani, che Parlamento e Governo mettano mano alla

stagione delle riforme, partendo proprio da quella del sistema pensionistico. Credo che

l'allungamento dell'età pensionabile non debba essere obbligatorio, ma possa benissimo essere

promosso da un sistema di incentivi che premi chi vuole rimanere al lavoro.

Devono poi seguire ulteriori riforme strutturali che coinvolgano tutti i settori, iniziando dalla

pubblica amministrazione. Invitiamo a spingere soprattutto sul fronte delle liberalizzazioni ed

auspichiamo - lo sottolineo - lo sviluppo del federalismo fiscale per trasferire alle Regioni e alle

Province la responsabilità non solo per le uscite, ma anche per le entrate. Le stesse verrebbero così

responsabilizzate maggiormente.

PRESIDENTE. Senatore Peterlini, ha ancora un minuto per concludere il suo intervento.

PETERLINI (Aut). Sto finendo, Presidente.

Riassumendo, la bozza originale della manovra andava fortemente modificata e lo abbiamo fatto.

Abbiamo apportato modifiche importanti per promuovere le piccole e medie imprese, le famiglie, la

ricerca e la cultura. Siamo anche soddisfatti - e vorrei ringraziare il Governo - per l'accoglimento di

un serie di modifiche migliorative promosse dal nostro Gruppo.

Pertanto, annuncio che il Gruppo Per le Autonomie esprimerà la fiducia a questo provvedimento e a

questo Governo. (Applausi dal Gruppo Aut, Ulivo e IU-Verdi-Com).

S. 1184 Bilancio di previsione dello Stato per l' anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il

triennio 2007 - 2009

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, colleghi, il Gruppo Per le Autonomie non vuole entrare nel

merito della questione, però sottolinea quanto già evidenziato dai colleghi. Mi sembra un atto

dovuto, un atto di rispetto nei confronti del senatore Cossiga, oltre che un atto dovuto verso il

Parlamento intero, che il Ministro dell'interno si faccia carico di una risposta chiara e veloce al

Parlamento sulla questione e che il Presidente del Senato prenda i necessari contatti in tal senso.

Page 239: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

239

S. 1293 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 dicembre 2006, n. 300,

recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, vorrei intervenire in sede di dichiarazione di voto per

tranquillizzare anche chi credeva che qui si sarebbe verificato un colpo di Stato. Vorrei ringraziare

soprattutto i colleghi che hanno aggiunto la firma all'emendamento 6.44 e, oltre ai senatori Molinari

e Tonini, soprattutto il collega Divina, che, come ex collega del consiglio regionale, ha vissuto

insieme con noi le travagliate vicende che ha dovuto passare tutta la storia dell'autonomia (che,

come sapete, vede le sue ragioni storiche ed anche internazionali ancorate nel patto del 1946 tra

l'Austria e l'Italia), le travagliate storie dopo il 1946 fino al 1972, le lotte per un nuovo Statuto di

autonomia e, dal 1972, in poi le lotte per l'attuazione dello stesso Statuto di rango costituzionale.

Naturalmente, con quest'ultimo si è creata una situazione di forte distensione che garantisce una

pacifica convivenza in questo territorio la cui specialità è proprio frutto della storia dei patti

internazionali, non può essere diversamente. È inutile che poi, ogniqualvolta si parla di tali

diversità, si afferma che tutto il territorio dev'essere uguale; siamo molto d'accordo su questo

aspetto, non però nel senso inverso di ridurre quanto con grande fatica siamo riusciti a raggiungere.

Semmai, e qui ci troviamo d'accordo con l'obiettivo di tutti coloro che vogliono portare avanti le

autonomie... (Vivaci commenti del senatore Franco Paolo) ...una differenziazione ci serve,

l'obiettivo è quello... (Vivaci commenti del senatore Franco Paolo). Mi faccia parlare, per favore.

L'obiettivo è quello di portare... (Commenti del senatore Franco Paolo).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

Concluda, senatore Peterlini; considerato il parere favorevole cogliamo l'attimo favorevole.

PETERLINI (Aut). Volevo fare questa premessa politica per aggiungere quanto, come presidente

del consiglio regionale, ho potuto per molti anni affermare in sede di Regione. Siamo d'accordo,

possiamo anche fare da battistrada per portare tutti a un livello più vicino alla gente, perché

l'autonomia, in fin dei conti, non è altro che gestire la politica più vicino alla gente.

Fatta questa premessa politica, e ringrazio soprattutto per questo sostegno venuto dal collega

Divina, che ha compreso e vissuto tutto ciò, vorrei solo ricordare la situazione giuridica che si basa

sulle norme di attuazione.

La prima è il decreto del Presidente della Repubblica n. 235 del 1977, che già recita: «Sono

trasferite, ai sensi e nei limiti di cui agli articoli 8, 9, e 16 dello statuto, alle province autonome di

Trento e di Bolzano, per il rispettivo territorio, le funzioni in materia di energia esercitate sia

direttamente dagli organi centrali e periferici dello Stato sia per il tramite di enti e istituti pubblici a

carattere nazionale (...)».

È poi sopravvenuta recentemente un'altra norma di attuazione, sempre dello Statuto speciale, il

decreto legislativo n. 289 del 2006, che specifica: «Spetta alle Province autonome di Trento e di

Bolzano, per il rispettivo territorio (...) l'esercizio delle funzioni già esercitate dallo Stato in materia

di grandi derivazioni a scopo idroelettrico». Poi dice che con legge provinciale...

PRESIDENTE. Senatore Peterlini, è nota la situazione giuridica a quest'Assemblea.

Page 240: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

240

PETERLINI (Aut). Poi, in esecuzione di ciò, la legge provinciale, nel rispetto degli obblighi

derivanti dall'ordinamento comunitario e degli accordi internazionali, ha previsto una procedura

speciale.

Ma cosa è accaduto su base nazionale? Il decreto Bersani del 1999 stabiliva che, proprio in

attuazione di quanto detto, le norme di attuazione degli Statuti potevano prevedere termini

differenziati per le Regioni autonome. In considerazione di ciò, il decreto legislativo n. 463 del

1999 ha poi previsto per le Province autonome di Trento e Bolzano la scadenza dei termini al 31

dicembre 2010 e non nel 2030, come previsto per il resto d'Italia.

In base a questo la Provincia ha disciplinato la materia con legge provinciale e ha bandito la gara

secondo le norme europee, che sono state mantenute tutte. Alla gara del 2005 hanno presentato

domanda tutti i soggetti interessati, anche l'ENEL, l'Edison e altri concorrenti (e questa era in

corso). Dopo la gara, a fine dicembre 2005, la legge finanziaria per il 2006 (la n. 266 del 2005) ha

poi stabilito, al comma 485 dell'articolo 1, che tutte le grandi concessioni di derivazione elettrica

sono prorogate per dieci anni. Ma questo non poteva naturalmente invadere né il campo

autonomistico né le gare già in atto. Perciò la legge provinciale n. 7 del 2005 si adegua alla materia,

però «salvi gli effetti di cui alle procedure di rilascio, proroga e rinnovo delle concessioni (...)». E

questa legge provinciale è in vigore perché il Governo non l'ha mai impugnata.

Pertanto, dal punto di vista giuridico si potrebbe già essere tranquilli. Visto che però, naturalmente,

l'ENEL continua a sollevare contenziosi, ci sembra giusto che sia chiarezza sulla questione.

Questo è il motivo per cui abbiamo presentato l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Alla luce di queste nuove informazioni giuridiche, il Governo mantiene la sua

posizione favorevole?

D'ANDREA, sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. Sì,

signor Presidente: il parere del Governo è favorevole. (Applausi dal Gruppo Ulivo).

S. 1314 Conversione in legge del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, recante misure urgenti per la

prevenzione e la repressione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, i fatti che hanno portato a questo

decreto-legge e alla nostra discussione parlamentare sono gravissimi: mai avrebbero dovuto

accadere. Esprimiamo pertanto la nostra solidarietà alla famiglia, gravemente colpita dall'omicidio

dell'ispettore Raciti, e anche a tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine.

La popolazione tutta, tutta l'Italia, ha reagito con ribrezzo a questo culmine in cui è sfociata la

violenza, purtroppo da anni presente negli stadi. Siamo pertanto felici che dopo questi violentissimi

scontri il Governo, la maggioranza, l'opposizione, tutto il Parlamento abbiano trovato una risposta

forte e condivisa per emarginare queste violenti aggressioni. Una risposta che è stata discussa

ampiamente nelle Commissioni competenti, in cui si è trovato lo spirito comune di porre in essere

un'attività di prevenzione, con misure anche repressive, che veramente dia tranquillità a chi voglia

andare allo stadio per divertirsi.

Il sabato e la domenica sportivi devono tornare a essere ciò che devono essere, un incontro

piacevole e veramente sportivo, per i giovani, per gli entusiasti dello sport e del calcio, per le

famiglie. Un incontro disteso che dia spazio al vero spirito sportivo e tolga spazio a chi lo ha usato

per porre in essere le proprie aggressioni.

Ringraziamo pertanto il Governo, i Ministri, la maggioranza, ma anche l'opposizione (e vorrei che

quello al nostro esame fosse d'esempio anche per altri provvedimenti) per aver portato avanti

Page 241: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

241

insieme un pacchetto di misure che diano nuovo spirito sportivo ai nostri stadi, tutti coinvolti nello

sport.

Annuncio pertanto il voto favorevole del Gruppo Per le Autonomie. (Applausi dal Gruppo Aut).

S. 1381 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4, recante

proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di tutto tengo a esprimere

personalmente tutta la mia gioia e il profondo sollievo per l'avvenuta liberazione del giornalista

Daniele Mastrogiacomo. Ringrazio sia il Governo, sia l'associazione umanitaria Emergency. Al

tempo stesso, tengo a esprimere il nostro cordoglio alla famiglia del giovane autista afgano che,

purtroppo, è stato barbaramente ucciso.

Oggi quest'Aula è chiamata a votare sul decreto che rinnova i finanziamenti per le missioni

internazionali all'estero, dunque anche quella che riguarda la controversa missione italiana in

Afghanistan. A tale riguardo, intendo ribadire che il Gruppo per le Autonomie si è sempre e

fermamente dichiarato contrario all'uso della forza per la risoluzione dei conflitti.

Le guerre non solo non contribuiscono in alcun modo alla pacificazione e stabilizzazione delle zone

di conflitto, ma sono fortemente dannose; basti pensare all'attuale escalation di violenza in Iraq.

Anche chi era a favore, a suo tempo, adesso deve ammettere che si è generato un disastro con

l'attacco militare degli Stati Uniti appoggiato da parecchi Stati europei.

Soprattutto nelle province meridionali e orientali dell'Afghanistan, la pressione militare dei talebani

è infatti in netta ripresa. Prova ne è che la forza internazionale ISAF, sotto comando NATO, è

passata da 9.000 a 31.000 uomini circa.

Con l'intento di anticipare la preannunciata offensiva di primavera dei talebani, la NATO ha dato

inizio, lo scorso 6 marzo, alla più massiccia operazione militare (l'operazione Achille) in terra

afgana dal 2001.

Signor Presidente, ne siamo consapevoli tutti: lo scontro sta diventando sempre più feroce e si sta

estendendo anche a quelle province ritenute fino a qualche mese fa «tranquille», come Herat, dove

è situata la base occidentale del contingente italiano. Il rischio di attentati continua a essere molto

elevato. Nelle prossime settimane sarà guerra a tutto campo, specialmente nel tormentato

Afghanistan del sud.

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna chiedono agli alleati della NATO di aumentare il proprio

contingente. Reagire al divampare di questo scontro con una risposta militare ancora più dura

sarebbe, tuttavia, un tragico errore che non solo non risolverebbe nulla, ma sarebbe

controproducente e causerebbe sempre più vittime.

Tengo a ricordare che il conflitto in Afghanistan ha già ucciso un paio di migliaia di persone.

Secondo lo Human Rights Watch oltre mille civili sono morti nel solo 2006 per gli effetti collaterali

della guerra tra le forze ISAF e i talebani. E la morte di questi civili non fa altro che fornire

un'ulteriore base di odio alle tensioni già esistenti.

Questa escalation di violenza ci obbliga, pertanto, a investire in un cambio radicale di strategia.

Dobbiamo imprimere una svolta in questa terra martoriata da anni dalla guerra. Deve finalmente

cambiare l'intervento diplomatico.

Dobbiamo aumentare la cooperazione civile e le risorse, affinché l'Afghanistan possa affrontare le

grandi difficoltà economiche e sociali. Soltanto in questo modo si può arrivare a una stabilizzazione

politica duratura.

Page 242: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

242

Prendiamo atto con soddisfazione che il Governo italiano si è detto fin da subito contrario a un

impegno maggiore di truppe.

Il ministro degli affari esteri Massimo D'Alema ha confermato la scorsa settimana in sede ONU che

la presenza militare italiana resta limitata alle province del Nord-Ovest e che 2.000 soldati è il

massimo che il nostro Governo possa permettersi.

Come ho già detto, per superare la crisi afghana dobbiamo trovare vie alternative alla guerra. Siamo

fieri che l'Italia, tramite il nostro Governo, si sia fatta promotrice di una Conferenza internazionale

di pace. Ringraziamo il ministro degli affari esteri D'Alema e tutto il Governo per averla richiesta

con fermezza al Consiglio di sicurezza. Essa è l'unica realistica strada per tentare di stabilizzare e

pacificare questo tormentato Paese.

Per riuscire in questo intento, tuttavia, è necessario coinvolgere tutte le parti in causa, disposte,

naturalmente, a collaborare per trovare una soluzione duratura e pacifica al conflitto afghano.

Soltanto un confronto leale con tutte le parti interessante, che non deve escludere la durezza, può, a

nostro avviso, fornire uno spiraglio per la democratizzazione del Paese.

Per concludere, signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del Gruppo Per le Autonomie al

disegno di legge in esame, perché il multilateralismo è al centro della politica estera di questo

Esecutivo, ma soprattutto perché esso si è fatto promotore di una conferenza internazionale di pace.

Infatti, il decreto legge autorizza la spesa di 500.000 euro per l'anno 2007 per l'organizzazione

nell'ambito delle Nazioni Unite della Conferenza internazionale di pace per l'Afghanistan proposta

dal nostro Esecutivo. Inoltre il provvedimento prevede un aumento di risorse finanziarie da

destinare in aiuti umanitari.

Degna di nota è soprattutto l'autorizzazione di spesa di 50.000 euro per l'anno 2007 per

l'organizzazione a Roma di una Conferenza per le pari opportunità a difesa dei diritti umani delle

donne e dei bambini nei territori in cui si svolgono le missioni oggetto del presente decreto-legge.

Al tempo stesso ribadisco, però, la necessità di una politica estera, la quale deve prioritariamente

valorizzare gli strumenti di prevenzione dei conflitti, di mediazione e di accompagnamento dei

processi di pace.

L'Italia - e mi pare che i segnali vi siano - deve svolgere ora più che mai un'azione determinata per

il rilancio dell'Unione Europea e per un suo protagonismo sulla scena internazionale. Il nostro

Paese deve far sì che l'Unione europea sia forza di pace, di libertà, di democrazia e di sviluppo per

far rispettare la legalità ed il diritto internazionale. (Applausi dai Gruppi Aut e IU-Verdi-Com).

S. 1427 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante

misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di

attivita' economiche e la nascita di nuove imprese

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Senatore Peterlini, le ricordo che il 40 per cento del suo Gruppo ha

chiesto di votare in anticipo, la invito pertanto a tenerne conto.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, cercherò di fare del mio meglio.

Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, la prima domanda che ci poniamo è se l'Italia ha

bisogno o meno di un'apertura del mercato. Se affrontiamo positivamente tale questione, in che

modo dobbiamo governare i problemi connessi al passaggio da un sistema protetto ad uno di libera

concorrenza?

Per quanto riguarda la prima domanda, i problemi che pesano sull'economia italiana sono

gravissimi, sintetizzabili in due grandi questioni: la bassa competitività delle imprese nel raffronto

europeo e il crescente debito pubblico. Entrambi i problemi frenano lo sviluppo della nostra

Page 243: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

243

economia. Basti pensare che il debito dello Stato è cresciuto a quasi 1.600 miliardi di euro, per i

quali tutti quanti, a danno della comunità, spendiamo all'anno oltre 65 miliardi di euro di soli

interessi passivi.

Questi soldi potrebbero essere investiti per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Con la finanziaria, tanto criticata, questo Governo è riuscito ad affrontare il problema della

continua espansione del deficit che ancora nel 2006 ha sforato il tetto del 3 per cento, raggiungendo

una quota oltre il 4 per cento del PIL. Fortunatamente, allo stato, la situazione dei conti pubblici

italiani sta gradualmente migliorando: nel 2007, infatti, il deficit potrà essere contenuto entri i limiti

previsti dall'Europa, tanto sotto il 3 per cento; la fase di emergenza é stata superata e, come ha

stimato il ministro del tesoro Padoa-Schioppa nella sua ultima audizione al Senato, è ipotizzabile

addirittura una crescita del prodotto interno lordo superiore al 2 per cento. Il problema del debito,

però, deve rimanere sotto controllo per liberare risorse e favorire tutta la comunità.

Per quanto riguarda invece il secondo problema di cui soffre l'Italia, cioè la mancata competitività

delle imprese, servono ulteriori ed importanti riforme soprattutto aprendo e liberalizzando il

mercato. Questa è la condizione propedeutica all'aumento della competitività: soltanto

liberalizzando il mercato si favorisce l'iniziativa privata, si stimola il commercio e la concorrenza,

anche perché la liberalizzazione è espressione evocativa dei bassi costi e dell'alta qualità e tutto ciò

va a vantaggio dei cittadini in quanto consumatori.

Questo Governo, già pochi mesi dopo il suo insediamento, ha dato con il primo decreto Bersani, in

materia di liberalizzazione, un primo importante segnale perché ha messo mano dove finora

nessuno ha osato. Con questo secondo decreto Bersani ritengo si aggiungano nuovi ed importanti

passi al lungo cammino per la modernizzazione del nostro Paese. Le reazioni giustamente

preoccupate delle categorie direttamente interessate dalle norme di liberalizzazione sono

comprensibili, ma non devono scoraggiarci; infatti, non è più tollerabile che oggi, all'interno di

un'economia sempre più aperta e globalizzata, l'Italia sia ancora dominata da un sistema corporativo

che noi tutti rileviamo come del tutto anacronistico. Mi auguro intanto che gli oppositori

abbandonino la loro attuale postazione di difesa di questi interessi corporativi che bloccano la

crescita del nostro Paese. Loro stessi, invece, dovrebbero accettare le sfide che comunque il

mercato globale ci pone davanti e contribuire a promuovere questo processo di modernizzazione e

liberalizzazione. Solo anticipando i tempi di maturazione di questo processo e non subendo

passivamente questo irreversibile processo, potranno attrezzarsi al meglio per fronteggiare una

sempre più spietata concorrenza mondiale. Riteniamo che le misure contenute in questo decreto e

nel disegno di legge che seguirà diano risposte concrete a questo bisogno.

Tutto questo riguarda le imprese, ma liberalizzare significa anche creare più concorrenza, una

maggiore e più qualificata offerta, più competitività e prezzi più accessibili, e tutto ciò va a

vantaggio dei consumatori. Abbiamo già potuto constatare - i colleghi lo hanno già fatto - i

vantaggi di questo decreto per i consumatori: il divieto per le banche di far pagare la penale per

l'estinzione dei mutui, la più semplice portabilità dei mutui da un istituto ad un altro, l'abolizione

dei costi fissi per le ricariche dei telefonini (soprattutto i giovani ne saranno grati), costi fissi per le

carte prepagate, per Internet e i programmi tv. Ricordiamo, inoltre, la modifica dei criteri

d'attribuzione delle classi di merito per le assicurazioni RC Auto e la maggior trasparenza nel

settore assicurativo. Prima, anche il mio collega Santini ricordava la maggiore visibilità della data

di scadenza dei prodotti alimentari e via dicendo.

Sul fronte delle imprese c'è una grande semplificazione: d'ora in poi un'unica comunicazione

sostituisce una serie di adempimenti burocratici per l'avvio di un'impresa. Questo è un grande passo

avanti. Lo snellimento delle procedure è un indubbio vantaggio e uno stimolo per favorire nuove

iniziative soprattutto da parte dei giovani che vogliono intraprendere un'attività. Oltre a ciò sono

state eliminate per molti esercizi commerciali le limitazioni di orario ed i vincoli dettati dalle

distanze minime tra negozi dello stesso tipo.

Le imprese italiane, ne sono profondamente convinto, hanno bisogno di queste liberalizzazioni per

aprirsi al mercato ed essere maggiormente concorrenziali e competitivi. É una sfida importante ma

Page 244: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

244

soprattutto necessaria per far sì che le nostre imprese riescano a tenere il passo delle imprese

europee e mondiali, una sfida in un mercato globale che, se affrontata nella giusta maniera, darà

all'intero Paese nuovo slancio e maggior benessere per tutti.

Certo, e adesso vengo al secondo problema, il passaggio è molto delicato. Come dicevo all'inizio, si

pone pertanto un'ulteriore domanda, come affrontare e governare le difficoltà che nascono da

questo passaggio. Difatti, si passa da un sistema protetto e di mercato limitato ad una completa

apertura, e non c'è dubbio che le nostre imprese sono nate e cresciute in un sistema basato su

licenze, su concessioni, su protezioni: il sistema che nel passato limitava il loro raggio d'azione, li

proteggeva da nuove concorrenze e li tutelava in ambito locale. Con le liberalizzazioni le stesse

imprese si trovano davanti a uno scenario ed a coordinate completamente cambiati; pensiamo, ad

esempio, ad un piccolo negozio, ad una farmacia, ad un benzinaio, ad una pensione o ad un

artigiano di un piccolo centro.

Secondo il sistema tradizionale questi dovevano investire, a suo tempo, ingenti somme non solo per

l'avvio dell'attività ma spesso anche per l'acquisto di una licenza o di una concessione. Potevano

però contare anche sul fatto che il piano commerciale, le licenze e così via gli garantivano una certa

clientela. Domani lo stesso piccolo imprenditore si troverà di fronte ad un mercato aperto ed

esposto alla forte concorrenza delle multinazionali.

Servono pertanto, e questa è la mia conclusione, misure che promuovano le piccole e medie

imprese per metterle in grado di affrontare queste sfide; bisogna aiutarle a crescere, ad aggregarsi, a

sfruttare sinergie comuni, a specializzarsi per poter affrontare il mercato globale con nuovi

strumenti più adatti. Quello che serve, inoltre, è uno stimolo al marketing, promuovendo le vendite

oltre i confini tradizionali e favorendo soprattutto le esportazioni. È vero che nel passaggio cadono

le garanzie e le tutele, ma è anche vero che per le imprese produttrici e commerciali di servizi si

possono aprire nuovi mercati se riescono ad attrezzarsi adeguatamente.

L'Italia deve essere più competitiva sul mercato internazionale. Le piccole e medie imprese

rappresentano infatti la spina dorsale della nostra economia e inoltre nel settore commerciale

garantiscono anche la distribuzione che è funzione sociale nei piccoli centri, un servizio di vicinato

che deve essere garantito anche in futuro, soprattutto a favore delle persone anziane.

Siamo convinti che la strada intrapresa sia quella giusta. Auspichiamo però che il Governo tenga

conto delle difficoltà di questo delicato passaggio, sviluppando un programma per le piccole e

medie imprese. Condividendo le linee ed i princìpi, dichiaro il voto favorevole del Gruppo per le

autonomie a questo provvedimento e la nostra fiducia al Governo. (Applausi dai Gruppi Aut e IU-

Verdi-Com e della senatrice Brisca Menapace).

S. 1447 Riforma dell' ordinamento giudiziario

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, sarò brevissimo, ma alcune parole devono essere spese anche

perché come Gruppo per le Autonomie ci siamo subiti un dibattito - lo sottolineo con forza - poco

degno dell'Aula. Sono state avanzate accuse pesanti dagli uni e dagli altri che, in gran parte,

avevano pochissimo a che fare con un dibattito democratico, finendo per non dare una bella

immagine al Paese.

La maggior parte del dibattito si è svolta in modo corporativo. La gente si aspetta una giustizia più

veloce, più efficiente, più trasparente e soprattutto che si accorcino i tempi del processo. Questo è

anche l'intento con cui il ministro Mastella, con grande professionalità, ha preparato il disegno di

legge.

Page 245: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

245

E di cosa abbiamo discusso noi? Degli interessi degli avvocati, dei magistrati, con tutto il rispetto

che abbiamo per queste categorie. Era necessario difendere anche gli interessi dei magistrati che,

nell'ultima legislatura, con leggi atroci sono stati calpestati; la destra - che oggi ha alzato i toni in

modo scandaloso - ha approvato una legge la cui costituzionalità è stata messa in dubbio dal Capo

dello Stato che l'ha dovuta rinviare in quest'Aula, proprio perché incostituzionale. E noi adesso ci

apprestiamo a correggerla, a dare più fiducia alla magistratura che se l'aspetta così come se la

aspettano i cittadini e gli stessi avvocati.

Con l'articolo 4 abbiamo discusso, con le parole che con grande professionalità il senatore Salvi ha

detto in Aula, se nei Consigli giudiziari devono esserci gli avvocati o se è sufficiente il parere

vincolante dell'Ordine degli avvocati. Si può esser dell'uno o dell'altro parere, lo ammetto, per

entrambe le posizioni vi sono argomentazioni; non accetto, però, le critiche se ci atteniamo a quanto

deliberato dalla Commissione, certo più competente di noi che in Aula seguiamo tutti i temi e non

conosciamo i particolari. Sono i membri della Commissione che devono decidere nel merito ed essa

ha deciso che è sufficiente il parere dell'Ordine, che poi diventa tra l'altro vincolante per il

Consiglio giudiziario il quale, se lo vuole superare, lo deve motivare. Mi sembra che sia più che

democratico attenerci a queste indicazioni.

Respingo quindi le gravi accuse formulate, ad esempio, dall'ex presidente della Commissione

giustizia senatore Caruso, che rispetto molto, il quale ha detto che i senatori non sono liberi di

parlare e di decidere, poiché, in piena libertà, il Gruppo per le Autonomie ha seguito il dibattito sia

in Commissione che in Aula.

Pertanto, concludo il mio intervento, ringraziando per la possibilità che ho di dire, io che non sono

né magistrato né avvocato, che la gente si aspetta altre riforme: una giustizia efficiente e una

giustizia che abbrevia i tempi. Auguro al nostro ministro Mastella che riesca, appoggiato da questa

legge, a realizzare tutto ciò. (Applausi dai Gruppi Aut, Ulivo, Misto-Pop-Udeur e Misto-IdV).

S. 1486 Testo Unico in materia di salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, il Gruppo Per le Autonomie aveva presentato questo

emendamento in Commissione in quanto aveva rilevato la necessità di operare una differenziazione

tra la sicurezza sul lavoro per i lavoratori dipendenti e quella per gli autonomi, soprattutto in

presenza di piccole imprese o di microimprese dove spesso il lavoratore autonomo lavora con le

proprie forze o con l'ausilio della famiglia: ci sembrava infatti esagerato applicare tout court le

misure di protezione previste per tutti i dipendenti anche a queste realtà.

L'obiettivo, però, è stato ugualmente raggiunto. La Commissione, infatti, pur non accogliendo il

testo proposto, ha condiviso il merito del nostro emendamento - come tra l'altro evidenziato anche

dal senatore Sacconi e da altri - riprendendo il concetto al comma 2 della lettera c) del comma due

dell'articolo 1 del disegno di legge e differenziando le situazioni, in quanto saranno previste

«adeguate e specifiche misure di tutela per i lavoratori autonomi, in relazione ai rischi propri delle

attività svolte».

Ritenendo dunque che l'emendamento sia stato recepito, ritiro la proposta modificativa 1.7.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio

simultaneo, avanzata dal senatore Ferrara, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori,

mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

Page 246: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

246

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, prima di convocare il Governo in questa sede su una

questione che è prevista costituzionalmente e che ha un iter specifico, ritengo vada evidenziato

quanto strumentale sia stato l'intervento della collega senatrice Bonfrisco.

Stiamo discutendo di sicurezza sul lavoro, tema che niente ha a che fare con le questioni riguardanti

i confini delle Regioni. Per i cambiamenti dei confini delle Regioni sono previsti appositi

referendum, le delibere dei rispettivi Consigli regionali, l'intervento della Corte di cassazione che

ha già dato in proposito «luce verde» e poi c'è una discussione da fare nel merito che non può

risolversi nel fatto che il Governo venga a relazionare al Senato. Su questo mi oppongo.

PRESIDENTE. Abbiamo inteso che c'è in atto una sorta di conflitto tra la Regione Veneto e la

Regione Trentino-Alto Adige. Il Governo vedrà di contribuire a dirimerla.

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà ma la prego di essere breve.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, per prima cosa vorrei evidenziare che noi abbiamo lavorato

duramente in Commissione, ed è stato un lavoro molto proficuo, costruttivo, che ha coinvolto il

contributo dell'opposizione, del Governo e naturalmente della maggioranza. Un lavoro che,

purtroppo, non si è rispecchiato in quest'Aula in cui ha prevalso la posizione politica, lo scontro

politico, che su una materia così importante e che tutti condividono non era decisamente

appropriato.

Stiamo approvando un importante disegno di legge che delega al Governo il riordino della materia

della salute e sicurezza sul lavoro. È un provvedimento importante perché mira a migliorare la

salute e la sicurezza dei lavoratori, quelli autonomi e quelli dipendenti, prevenendo gli infortuni,

puntando sull'educazione e su misure di precauzione per ridurre gli incidenti e le morti bianche

purtroppo troppo frequenti anche nel nostro Paese.

Noi, in Commissione, come dicevo, abbiamo dato un contributo forte, l'ha dato anche l'opposizione

e c'erano tanti emendamenti del Gruppo Per le Autonomie che coincidevano con quelli della

maggioranza ma anche con quelli dell'opposizione, del senatore Sacconi e altri, della qual cosa

prendo atto positivamente.

Abbiamo raggiunto parecchi miglioramenti e ne ricordo uno, per esempio: si è deciso di puntare

soprattutto sulla prevenzione e sulla semplificazione delle procedure. C'era un grande dibattito sulla

parola semplificazione in Commissione, se doveva essere solo formale o sostanziale. Il punto

essenziale è che il messaggio che viene fuori è che si deve semplificare senza ridurre la protezione

né la sicurezza per i lavoratori. Questo è anche l'appello che faccio al Governo qui presente perché

ne tenga conto.

Abbiamo anche tenuto conto delle differenti situazioni, gli artigiani avevano proposto di togliere gli

autonomi da questa legge, giustamente si è detto che anche all'autonomo serve una certa protezione,

era però giusto differenziare tra situazioni di micro-economia e di micro-aziende, in cui l'artigiano

lavora da solo, magari con sua moglie e i suoi figli, e un grande cantiere - com'è stato rilevato

poc'anzi dal senatore che mi ha preceduto - che ha naturalmente più pericoli intrinseci all'operato.

Abbiamo previsto incentivi per percorsi formativi, non è vero che in quest'Aula sono stati ridotti i

mezzi: sono stati aumentati, e sono stato grato al senatore Barbato di aver proposto una mozione

che era espressione dell'anima di quanto è successo in Commissione stessa, per aumentare i mezzi

di 20 milioni per incentivi alle aziende, percorsi formativi, forme di credito d'imposta. Ricordo un

ulteriore emendamento proposto dal mio Gruppo che ha potenziato il ruolo del medico competente,

oltre a quello del rappresentante dei lavoratori.

Page 247: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

247

È previsto che nella commissione di prevenzione e monitoraggio sui luoghi di lavoro ci sia una

presenza tripartita, paritetica, con un terzo rispettivo di datori di lavoro, di lavoratori e della

pubblica amministrazione. Abbiamo introdotto un nuovo concetto, anch'esso con emendamento del

Gruppo per le autonomie: il riconoscimento giuridico degli accordi aziendali e dei codici di

condotta etici, abbiamo lottato per questa introduzione, perché abbiamo detto che non era

necessario fissare tutto nei decreti legislativi che dovranno seguire, è stato poi accolto anche questo

nostro emendamento.

Siamo pertanto soddisfatti che il Senato rafforzi la prevenzione per la sicurezza, auspicando di

diminuire con ciò gli infortuni e le tragedie sul posto di lavoro. Siamo anche soddisfatti che in sede

di Commissione sia stato possibile coniugare, con questo principio, l'obiettivo di semplificare la

materia e di tenere conto delle esigenze delle piccole e medie imprese e di non appesantire troppo

gli oneri burocratici. Ringrazio in questo senso il presidente Treu, che ha con grande pazienza e

professionalità condotto i lavori, il relatore Roilo, i rappresentanti del Governo Patta e Montagnino.

Ho già detto che sono contento che siano stati aumentati anche i mezzi, ho già citato quelli in forma

di credito d'imposta per le aziende e ci sono altri 20 milioni in più per le assunzioni degli ispettori

che avevano già vinto il concorso e pertanto anche qui c'è un aumento e non una diminuzione.

Abbiamo apprezzato l'ordine del giorno che sollecita il Governo, mi appello al Governo

nell'attuazione della delega di cercare di essere semplice, di non appesantire troppo per le piccole e

medie imprese gli oneri, naturalmente sempre con l'obiettivo da una parte di evitare inutili

burocrazie, dall'altra parte di prevenire bene gli infortuni. Annuncio con ciò il voto favorevole e

convinto del Gruppo per le autonomie. (Applausi dal Gruppo Aut).

S. 1739 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, recante

disposizioni urgenti in materia finanziaria

Intervento del senatore Peterlini nella discussione sulla questione di fiducia posta

sull'approvazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 1739

Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo una manovra finanziaria assai pesante, sono presenti i

presupposti per il rilancio del Paese. L'obiettivo rimane invariato: coniugare equità sociale e

crescita, tuttavia, senza dimenticare l'equilibrio dei conti pubblici così faticosamente raggiunto

negli ultimi mesi.

Il provvedimento in esame trova origine proprio nel miglioramento del quadro generale della

finanza pubblica e nelle positive previsioni di crescita: il PIL sta crescendo del 2 per cento l'anno; al

tempo stesso scende l'indebitamento netto dal 4,4 per cento del 2006 al 2,5 per cento. È sceso di

molto anche il tasso di disoccupazione (dal 6,8 per cento al 6,4 per cento), ed anche l'inflazione si è

contratta (passando dal 2,1 per cento del 2006 all'attuale 1,7 per cento).

Questo Paese sta, inoltre, compiendo uno sforzo di risanamento. Ho già ricordato, in questa sede,

che quest'anno il debito pubblico ammonta a 1.617 miliardi di euro per i quali tutti quanti

spendiamo, all'anno, oltre 74 miliardi di euro di soli interessi passivi. Riguardo all'utilizzo

dell'extragettito fiscale, l'Europa, infatti, ci aveva chiesto con forza di destinare tutto il cosiddetto

tesoretto per il risanamento dei conti pubblici.

Ribadendo l'importanza di tenere sotto controllo il debito, il Gruppo Per le Autonomie condivide la

scelta operata dal Governo di utilizzare le risorse aggiuntive provenienti dall'extragettito soprattutto

per la redistribuzione e lo sviluppo. Riteniamo, infatti, che sia giusto e doveroso che dei frutti di

una politica economica rigorosa possano ora usufruire tutti i cittadini e le aziende che con il loro

sacrificio hanno contribuito al risanamento, sopportando un aumento della pressione fiscale.

Come Gruppo Per le Autonomie vogliamo comunque ribadire che in nessun caso deve far seguito

una manovra finanziaria correttiva nell'anno in corso e per il bilancio del 2008.

Page 248: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

248

Detto questo, accogliamo con favore che con l'extragettito di 4,1 miliardi per il 2007 e di 1,5

miliardi per il 2008 si varino misure positive per i ceti deboli, per le famiglie, per i giovani, per lo

sviluppo e l'occupazione, e che si attuino anche le prime misure sul tema delle pensioni minime.

Per quanto concerne il sostegno alla famiglia è positivo il rifinanziamento del bonus bebè. Si tratta

di un primo passo ma altri interventi sono doverosi e devono seguire i tempi rapidi. A tal proposito,

come Gruppo Per le Autonomie abbiamo presentato un pacchetto di proposte per favorire la

maternità con incentivi economici;

prolungando per la donna lavoratrice il periodo di astensione retribuita, agevolando i genitori che

vogliono proseguire l'astensione dal lavoro o prendere il congedo parentale ed aumentando la

percentuale di stipendio. Riteniamo necessario promuovere l'offerta di orari flessibili di lavoro nelle

aziende e negli enti pubblici nonché promuovere forme di lavoro part-time ed anche sostenere la

prosecuzione volontaria nell'INPS o la contribuzione in fondi pensione delle madri lavoratrici per

garantire una pensione anche a chi si dedica alla famiglia. Desideriamo inoltre promuovere forme

pensionistiche a favore delle casalinghe. Oltre a ciò, è necessario incentivare, tramite le Regioni e

le Province autonome, la presenza su tutto il territorio nazionale di asili nido, promuovendo in

particolar modo quelli aziendali. Chiediamo, altresì, di istituire un fondo previdenziale per la non-

autosufficienza (con uno sguardo ai modelli europei, la cosiddetta "Pflegeversicherung"), per la

cura e l'assistenza delle persone non autosufficienti in continuo aumento per l'allungamento dell'età.

Infine, per quel che concerne l'ambito della tassazione familiare, richiediamo agevolazioni per le

famiglie meno abbienti che tengano conto del numero dei componenti la famiglia, a cominciare dai

redditi più bassi.

Riteniamo positivo l'aver destinato delle risorse per aumentare fin da subito le pensioni minime di

cui beneficeranno oltre 3 milioni di anziani. Sul tema della previdenza mi permetta, signor

Presidente, di soffermarmi sulla discussa riforma che sarà nell'agenda di questo Parlamento alla

ripresa autunnale.

Mi preme sottolineare che la riforma delle pensioni deve essere affrontata con coraggio per evitare

soprattutto che il peso della previdenza gravi sempre più sulle giovani generazioni, in

considerazione della bassa natalità e dell'allungamento dell'aspettativa di vita. La riforma non deve

solo difendere dei diritti, ma è necessario che garantisca che il sistema previdenziale regga nel

tempo per garantire ai giovani - già penalizzati dal sistema contributivo - una adeguata pensione.

L'innalzamento dell'età pensionabile, che ritengo non più derogabile alla luce dell'allungamento

dell'aspettativa di vita, dev'essere reso più "attrattivo" attraverso un sistema di incentivi.

Riguardo agli aiuti alle imprese, reputiamo positivo l'aumento delle risorse disponibili e la

semplificazione delle procedure per la loro erogazione. Rimane ferma la nostra proposta che, al

posto di contributi, si lavori per l'abbattimento della pressione fiscale troppo alta nel raffronto

internazionale. Positiva è anche la modifica riguardante gli studi di settore richiesta con forza dal

nostro Gruppo e l'uso in via sperimentale degli indicatori di normalità economica.

È rilevante la somma di 166 milioni di euro che lo Stato deve ulteriormente mettere a disposizione

delle Ferrovie dello Stato. Chiediamo con insistenza che le Ferrovie investano in un reale

miglioramento dei servizi che purtroppo sono assai carenti: risultano, ad esempio, difficoltà

nell'acquistare biglietti on line, la presenza nelle stazioni di macchine automatiche spesso non

funzionanti e la scarsa offerta di convogli nonché la carente organizzazione sia per il trasporto

merci sia per il trasporto delle persone. Faccio un esempio a titolo personale ma sintomatico della

situazione generale: per Bolzano la sera verso le ore 22 partono da Roma tre treni a distanza di

pochi minuti l'uno dall'altro mentre per molti altri rami non è previsto alcun collegamento. Per non

parlare poi delle indecenti condizioni igieniche e dei servizi nei vagoni dei treni.

Anche il finanziamento di 41 milioni di euro in più alle Poste merita alcune osservazioni critiche.

Non si può non riscontrare il disservizio, la chiusura di uffici postali e il ritardo nella consegna

della corrispondenza. Situazioni che ad esempio in Alto Adige hanno raggiunto punte di criticità

tanto che la Provincia autonoma di Bolzano ha chiesto al Governo il trasferimento delle

competenze al fine di poter migliorare la situazione.

Page 249: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

249

Infine, da pacifista convinto, mi trova contrario raggiungere nuovi fondi a missioni internazionali

come quella in Afghanistan che, visto l'innalzamento del livello del conflitto, dovrebbe spingerci

all'individuazione di una risposta di segno diametralmente opposto allo scontro militare, che punti

alla definitiva pacificazione dell'area e al coinvolgimento diretto delle parti interessate. In tal senso,

ritengo che il Governo debba prevedere un piano graduale per il ritiro del contingente italiano.

Augurandoci che deficit riscontrati trovino una soddisfacente soluzione, condividiamo l'impalcatura

del provvedimento. Ci sono forti segnali di ripresa, le misure proposte si avvicinano al

raggiungimento degli obiettivi. Ed è per questo che annuncio che il Gruppo Per le Autonomie

voterà la fiducia al provvedimento ed al Governo.

S. 1817 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2008 )

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo per esprimere il nostro gradimento a questa

norma, auspicando che il Governo e la maggioranza possano anticipare un ulteriore sforzo rispetto

a quanto previsto dal testo della Commissione. A tal proposito, faccio presente questo sforzo ci

consentirebbe di allinearci ai Paesi più moderni d'Europa in termini di numero dei componenti degli

Esecutivi, molto più ridotti - di circa la metà - rispetto all'Italia.

Pertanto, esprimiamo il nostro apprezzamento con l'auspicio - ripeto - che si compia qualche sforzo

in anticipo e si proceda sulla strada della riforma della legge elettorale e della Costituzione, per dare

allo Stato italiano un Governo più agile e un Parlamento più snello. (Applausi dal Gruppo Aut).

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Presidente, parlerò una volta sola e non interverrò un'altra volta sullo stralcio.

Condividiamo la necessità di una migliore tutela dei simboli, di una migliore tutela e

regolamentazione della presentazione delle liste, che è strettamente connessa all'attività politica,

alla quale bisogna garantire la massima libertà di espressione democratica.

Ci sembra però che questo tema debba essere approfondito bene, in una sede che ha già ha messo in

cantiere i lavori su questo tema; mi riferisco alla Commissione affari costituzionali, che sta

cercando, con grande impegno, sia pure con difficoltà, di mettere a punto una nuova legge

elettorale. Quella è la sede giusta per parlare della protezione dei simboli, delle modalità con cui si

riconoscono i Gruppi parlamentari e della protezione della libera espressione delle forze

democratiche.

In questo momento, debbo riconoscere che anche noi abbiamo difficoltà a capire quali conseguenze

abbia la formulazione al nostro esame. Do ragione al presidente della Commissione bilancio,

Morando, il quale afferma che la disposizione è attinente alla manovra finanziaria, perché c'è un

introito di 5.000 euro per ogni lista che presenta il simbolo e i simboli sono migliaia, per cui c'è un

risvolto finanziario. Tuttavia, mi sembra sia un passeggero nascosto in questa finanziaria.

Il tema è veramente degno di approfondimento. Pur condividendo completamente le considerazioni

svolte dagli esponenti del Gruppo dei Verdi a favore della regolamentazione di questa materia,

ritengo che non sia questa la sede più appropriata.

Page 250: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

250

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, siamo molto lieti della presentazione di questo ordine del

giorno, lo sosteniamo e chiedo di apporre la firma dei senatori del Gruppo Per le Autonomie.

Come Gruppo, abbiamo lavorato molto per la famiglia, proponendo emendamenti che sono stati

recepiti solo in parte. L'attenzione che con questo ordine del giorno si dà al problema delle famiglie

e delle donne che lavorano e danno un forte contributo ad una società, come la nostra, che ha una

delle più bassa natalità del mondo, mi pare vada rafforzata. In questo caso ci si riferisce alle

lavoratrici autonome, ma ci auguriamo che forse già alla Camera o con un passo ulteriore in questo

senso del Governo si possa fare qualcosa per ampliare i tempi di congedo parentale anche per le

lavoratrici dipendenti.

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, volevo solo rimarcare, in primo luogo, che siamo a favore

dell'ordine del giorno G84.101, al quale personalmente intendo aggiungere la mia firma.

Circa l'ordine del giorno G84.100, chi ha seguito ha capito che il relatore si è rimesso all'Aula,

mentre il Governo ha precisato che è disposto ad accettarlo come raccomandazione. Presidente, a

questo punto, le chiedo formalmente che si voti anche tale ordine del giorno, per evitare di

obbligare il Governo, anche solo con una raccomandazione, ad un comportamento che magari non

rispecchia la volontà dell'Aula.

Per quanto riguarda noi, non la rispecchia: noi siamo per un parere contrario a questo ordine del

giorno, perché vorremmo che la ripartizione dei fondi dell'8 per mille rimanesse quella che è.

Ho seguito attentamente l'intervento del senatore Angius, il quale in sostanza ha affermato che solo

una parte dei cittadini dichiara a quale confessione o a quale chiesa dovrebbe essere dedicato il

contributo; il resto dovrebbe essere assegnato per motivi sociali. A tali affermazioni contrappongo

che già c'è la possibilità di scegliere la casella non solo per la Chiesa cattolica o per la confessione a

cui si appartiene, ma anche per lo Stato, che può dedicare l'8 per mille a fini sociali.

Assumere poi, come giustamente finora si è fatto, di ripartire l'equivalente delle dichiarazioni non

fatte a tutti in proporzione alle dichiarazioni fatte mi sembra molto più giusto rispetto all'adottare

una regola in virtù della quale si dice: «Il resto me lo prendo io». Per absurdum si potrebbe anche

dire: «Il resto, quello che non è optato, va tutto alla Chiesa cattolica» e sarebbe ugualmente

ingiusto. Allo stesso modo, però, è ingiusto prevedere una scelta tassativa tra varie opzioni tra cui

c'è anche quella dello Stato e poi attribuire, se è giusta l'informazione che ha fornito la senatrice

Brisca Menapace, il 60 per cento allo Stato. Sarebbe un esproprio della Chiesa cattolica contro cui

noi ci opponiamo con fermezza.

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, questa finanziaria ha

l'indiscutibile pregio di non togliere, bensì di restituire e ridistribuire risorse; ma non dobbiamo

neanche dimenticare che lo spazio di manovra era ed è molto ridotto: rigidi paletti, quali i vincoli

europei, il Patto di stabilità e, soprattutto, il peso del debito pubblico con i suoi interessi.

Page 251: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

251

Il debito pubblico dell'Italia - mi pregio di ricordarlo perché è importante che anche gli italiani lo

sappiano - è il più alto di tutti i Paesi europei. È un fardello di oltre 1.600 miliardi di debito che

ogni anno costa allo Stato, e a noi tutti come comunità, una cifra di oltre 70 miliardi di euro in

interessi. È un gap pesante, che ha reso un esercizio molto difficile la congiunzione del risanamento

dei conti pubblici con concrete misure di impulso allo sviluppo, di riduzione della pressione fiscale

ed interventi per ridurre le diseguaglianze sociali.

Alla fine di un lungo, ma proficuo lavoro, signor Presidente, ritengo che si sia riusciti a trovare un

punto di equilibrio soddisfacente che, certamente ancora perfettibile, mette in campo misure

redistributive di equità e competitività.

Sul campo sociale penso che lo sconto sull'ICI per la casa (al quale è stato opportunamente tolto il

tetto del reddito, che avrebbe portato a complicazioni gravissime anche organizzative ed aggravi

costosi per i Comuni) sia stato una cosa positiva anche se, come Gruppo Per le Autonomie,

dobbiamo esprimere una critica di fondo su questo. Avevamo salutato con favore, naturalmente, il

fatto che si cominci a tagliare tasse, però, si è cominciato da una tassa che, a dir la verità, non era

dello Stato, ma dei Comuni e, anche se il taglio è risarcito dallo Stato, si è intaccato un sistema che

si vuole rafforzare, quel sistema che ci dovrebbe portare passo per passo ad un vero federalismo che

dia maggiori competenze anche in materia fiscale.

Per quanto concerne il capitolo sanità, è poi apprezzabile lo sforzo che ha portato all'abolizione del

ticket sulla diagnostica. Anche qui però invitiamo il Governo a ragionare affinché si possano

trovare forme di esenzione non generali: chi può se li paghi questi dieci euro, non deve caricare il

proprio peso sulla comunità, sugli altri contribuenti; si trovano criteri di esenzione in base ad un

effettivo bisogno, con il che si potrebbe ridurre di tanto anche la spesa pubblica che abbiamo

dovuto affrontare e che ci ha limitato fortemente negli interventi che avremmo voluto e avremmo

salutato con favore.

Vorrei, quindi, evidenziare le misure sociali a favore, oltre che dei non capienti, che abbiamo

favorito almeno in parte nel decreto fiscale, dei giovani, degli studenti che vanno a vivere da soli e

per le famiglie dei meno abbienti che pagano l'affitto e hanno un basso reddito.

Salutiamo con favore anche le misure e sottolineiamo l'importanza di un primo forte taglio dei

cosiddetti costi della politica. Vorrei evidenziare in questo caso che il tetto massimo che abbiamo

posto ai super manager dello Stato o comunque di enti dello Stato è di 274.000 euro. Evidenzio in

questo contesto, solo per sincerità e anche per trasparenza rispetto alla popolazione, che quello dei

parlamentari stessi, che avrebbe potuto anche essere un livello di reddito da adottare, come aveva

proposto la Lega, è pari a circa la metà: per i parlamentari il reddito massimo è di 145.000 euro. Ma

a questi tagli dovrebbero seguire ulteriori tagli strutturali.

Abbiamo, con la riforma del 2001, trasferito importanti competenze alle Regioni, però i Ministeri

hanno lo stesso apparato burocratico e lo stesso personale, nonostante che le competenze non le

abbiano più. Penso che sia necessaria più efficienza per evitare doppioni ed ulteriori spese,

altrimenti è vero quello che Sartori ha scritto su il «Corriere della Sera», se non erro, in cui dice che

il federalismo ci costa; esso ci costa solo se effettivamente non si persegue il principio

dell'efficienza. Invece è proprio questo principio di riduzione dei costi che, a nostro avviso, deve

guidare la legittima richiesta delle Regioni, anche quelle a Statuto ordinario, di maggiori

competenze. Una richiesta in base all'articolo 116, comma terzo, della Costituzione, che come

Gruppo Per le Autonomie appoggeremo e sosterremo.

Se da una parte chiediamo attenzione e rispetto per le autonomie speciali, sottolineando che è

sbagliato considerare privilegi quelli che sono diritti costituzionalmente e per noi anche

internazionalmente sanciti, dall'altra, siamo convinti che questo modello, esempio di buon Governo

del territorio (e tutti ce lo testimoniano, anche quelli che ci criticano; il buon governo nessuno lo

mette in dubbio sulle Province autonome e le Regioni a Statuto speciale), non debba essere oggetto

di invidie ma, al contrario, rappresentare un sistema da allargare, nell'ottica di uno Stato federale

che veda sempre più le comunità vicine ai cittadini ed impegnate nella gestione del territorio.

Page 252: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

252

Quindi, ben venga la richiesta di più autonomia, come di recente ha fatto la Lombardia e come

penso possano fare altre Regioni, come il Veneto, il Piemonte, l'Emilia-Romagna o altre, che

abbiano non solo l'ambizione e la volontà ma anche i presupposti per gestire con maggiore

efficienza - questa è la parola chiave - le competenze alle quali aspirano.

L'obiettivo deve essere più autonomia per una politica più vicina alla gente, con migliori risultati e

meno sperperi.

Tornando alla legge finanziaria, devo svelare, non posso nascondere un'ombra pesante che, come

Gruppo Per le Autonomie, ci preoccupa. Abbiamo cercato di dissipare con emendamenti questa

ombra, li abbiamo però dovuti ritirare, data l'esiguità delle risorse a disposizione. Mi riferisco

all'assenza del pacchetto di misure che volevamo proporre per la famiglia, in modo specifico per la

maternità e le donne lavoratrici con bambini. Servono misure che favoriscano le nascite in Italia, è

una questione veramente molto importante per mantenere in piedi tutto il sistema pensionistico, il

sistema sociale, il pagamento della sanità e dei non autosufficienti.

Abbiamo il tasso di nascite più basso di tutta Europa: eravamo all'1,1 e adesso siamo all'1,3, ma

non grazie alle famiglie italiane, grazie agli immigrati. Ciò significa che sempre meno giovani che

entrano nel processo di lavoro dovranno sopportare, grazie ad un altro pregio dell'Italia, la

longevità, un sempre più ampio peso di persone anziane. Tutto il sistema non regge se non

facciamo qualcosa in questo settore. Chiediamo che nel corso dell'esame alla Camera di questa

legge finanziaria si preveda, almeno in misura parziale, una misura strutturale, anche a medio

termine, ripensando un po' altre misure, per favorire proprio le famiglie con bambini e le donne che

devono per forza, per necessità economica coniugare il loro lavoro con la famiglia.

Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, spesso siamo quasi soli, come Gruppo Per le

Autonomie, ad evidenziare la sofferenza che queste hanno espresso, cosa che dovrebbe costituire

un segnale rosso, un segnale di allarme per il Governo e tutte le forze politiche. Non si tratta di

demagogia, ma di un segnale che la pressione fiscale che pesa sulle piccole e medie aziende è

grande e forte, e spesso schiaccia troppo. C'è anche il raffronto con l'estero in cui ci indicano

continuamente che proprio da noi, come zona di confine, le aziende possono anche scegliere altre

vie.

Pertanto, salutiamo le misure dell'abbassamento dell'IRES e dell'IRAP, anche se, lo diciamo

sinceramente, queste sono finanziate, in gran parte, da un allargamento della base imponibile.

PRESIDENTE. Deve concludere, senatore Peterlini.

PETERLINI (Aut). Ometterò allora qualche parte del mio intervento che le vorrei chiedere di poter

depositare agli atti.

PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza in tal senso.

PETERLINI (Aut). Anche per quanto riguarda il fisco, è importante perseguire la lotta all'evasione,

con una finanza, lo avevo già detto una volta in Aula, più consultiva e non punitiva.

Signor Presidente, vorrei in conclusione sottolineare, nonostante le critiche che ho avanzato,

soprattutto viste come proposte per alleviare l'imposizione sulle famiglie e sulle piccole e medie

imprese, il nostro gradimento per le misure innovative nel settore sociale.

Per queste ragioni, daremo il nostro consenso e, come Gruppo Per le Autonomie, approviamo con

un convinto sì queste misure finanziarie. (Applausi dai Gruppi Aut, IU-Verdi-Com e Ulivo).

S. 1817-B Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge

finanziaria 2008 )

Page 253: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

253

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi sembrava proprio di sentire le

campane funebri per questo Governo, ma mi sembra anche un po' troppo facile dire che noi

avremmo chiesto, noi avremmo visto, noi avremmo preferito che la spesa pubblica fosse più

ristretta, mentre altri chiedevano che certi ceti fossero avvantaggiati e fosse aumentata la spesa.

Tutte e due le cose, naturalmente, non si possono fare nello stesso momento e si deve anche dire

all'Italia che la botte piena e la moglie ubriaca non si possono avere contemporaneamente.

Non ne sono io qui l'avvocato difensore, ma mi pare che il Governo si sia messo al lavoro

seriamente con un debito e un peso grandissimo di cui nessuno si rende conto: sono 1.600 miliardi,

non di vecchie lire, ma di euro, il debito più alto di tutti i Paesi europei; siamo, come al solito, la

punta massima con un debito così ingente. Il Governo potrebbe non interessarsene e andare avanti,

spendendo come hanno fatto quelli precedenti (non parlo solo di Berlusconi ma anche dei Governi

egli anni passati, degli anni Settanta e Ottanta e anche prima), vivendo bene e con grandissimo

consenso.

Il Governo ha deciso di dire, con serietà, che affronta questo problema, cerca di ridurre il debito

pubblico, cerca di ridurre il deficit e seriamente si mette al lavoro. Con la finanziaria dello scorso

anno in Italia si è levato un urlo, una rivoluzione dai piccoli ai grandi che si chiedevano cosa stesse

succedendo. Il Paese era in agitazione e non è stato gratificato.

Dunque, quest'anno, tutti insieme, abbiamo preso la decisione, che mi sembra anche giusta, di

mantenere l'obiettivo sott'occhio, cioè di perseguire con serietà l'obiettivo di ridurre il debito

pubblico. Pagare 70 miliardi di euro all'anno solo di interessi è troppo per una comunità: è come se

una famiglia, invece di comperare vestiti e libri di scuola per i bambini, dovesse portare tutto lo

stipendio in banca. È troppo: questo obiettivo deve rimanere, ma è anche giusto equilibrarlo

rispondendo alle esigenze sociali che ci sono nel Paese.

Pertanto, condividiamo l'impostazione di questa finanziaria, che ci sembra equilibrata e migliore

delle altre. Siamo contenti che ci siano anche agevolazioni per le famiglie più deboli e che si tenga

sott'occhio il problema dei mutui sulla prima casa, perché le famiglie che hanno contratto mutui

stanno soffrendo per l'aumento degli interessi che si sta vedendo anche su base europea e il peso

diventa grave. Sono contento che nella finanziaria si tenga conto di questo problema.

Per quanto riguarda l'ICI, è giusto tagliare le tasse, ma a noi del Gruppo per le autonomie sembrava

sbagliato cominciare da quelle degli enti locali, perché questa è una dalle tasse che vanno a

vantaggio dei Comuni e non era proprio la scelta migliore che si poteva fare.

Condividiamo gli aiuti in favore dei giovani e degli studenti con i più bassi redditi, nonché quelli a

favore degli incapienti. Per questi ultimi, il collega Rossi diceva che sarebbe stato meglio dare loro

il doppio, ma qui ognuno doveva cercare di muoversi con le misure e con i soldi che ci sono. La

rincorsa ad aumentare reciprocamente le spese avrebbe portato ad un voto contrario di altri, che,

giustamente, in questa Aula e nella maggioranza, dicono che non avrebbero permesso che queste, e

anche le tasse, a danno dei cittadini, aumentassero.

Sul tema della sanità abbiamo salutato con piacere l'abolizione del ticket sulla diagnostica, però, a

dirlo sinceramente, ci costa più di 800 milioni di euro. Mi sembra si potesse limitarla, lo dico come

indicazione per il futuro, a chi ne ha veramente bisogno, perché chi può pagare dieci euro per la sua

diagnostica li paga e così risparmiamo soldi per altre esigenze che ci sembrano più importanti.

Molto bene, un voto di eccellenza, le misure a favore dell'ambiente. Ci sono le proroghe delle

disposizioni previste dalla scorsa manovra e sono state ulteriormente promosse le energie

rinnovabili. È un segnale positivo. Penso, ad esempio, agli incentivi per la riqualificazione delle

abitazioni, per i pannelli solari e per il risparmio energetico in generale. In questo contesto

Page 254: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

254

giudichiamo positivamente l'attenzione dedicata ai territori di confine, alle accise per il gasolio da

riscaldamento e al teleriscaldamento con biomassa.

Importante anche l'autorità di garanzia per la sorveglianza dei prezzi, però la si sarebbe dovuta

prevedere nel 2001, quando è scattato l'euro. (Commenti del senatore Eufemi). In Italia si dice

sempre che l'euro ha la colpa di aver fatto esplodere i prezzi. Ma questo è accaduto solo in Italia.

Non è accaduto né in Austria né in Germania. Questo perché in Italia ci sono stati i furbi che il

caffè, invece di farlo pagare l'equivalente di mille lire, lo hanno fatto pagare un euro. (Commenti

dei senatori Eufemi, Baldassarri e Ciccanti). Questo è successo in Italia, dove mancava un'autorità

di sorveglianza. E nel 2001 non c'era certo questo Governo, ma un altro.

Sui costi della politica condividiamo i segnali che sono stati dati. Condividiamo le restrizioni della

spesa per i Ministeri, anzi facciamone di più forti. Abbiamo bloccato le indennità dei parlamentari.

Non penso che ci facciano un monumento, ma lo abbiamo fatto.

Il professor Sartori sul «Corriere della Sera» ha criticato il federalismo dicendo che si raddoppiano

le spese. Certo che si raddoppiano le spese se la nuova Costituzione prevede che le competenze di

una serie di settori debbano passare alle Regioni; l'apparato ministeriale rimane uguale e le regioni

assumono nuovo personale. Con questo dettato costituzionale sarebbe il tempo di fare un esame dei

vari Ministeri e dei diversi funzionari e vedere quali competenze sono rimaste. Le altre

forzatamente dovranno essere trasferite alle Regioni, altrimenti ci saranno doppioni che dovranno

essere pagati dal contribuente. In questo contesto, sull'autonomia, ci sono invidie e discussioni.

Rispondiamo semplicemente con un invito a venire a vedere il buon governo.

E per favore, invece di dire di togliere a loro, perché sono privilegiati, si rispettino i patti

internazionali e i dettati di Stati costituzionali, ma soprattutto si prenda esempio. Se in certe zone

del Paese si lavora bene, perché dovremmo schiacciarle e portarle verso il basso? Cerchiamo, siamo

i primi promotori, se possiamo, di mettere a disposizione le nostre esperienze, di promuovere tutto

il Paese in questa direzione, dandogli un assetto molto più democratico, più vicino alla gente, con

un federalismo vero che possa orientarsi ai bisogni della gente stessa e non ad un Governo

centralizzato, tra l'altro rafforzato da una serie di sentenze della Corte costituzionale che non ho

capito come e in che modo possa in ogni decisione restringere, invece di promuovere, le

competenze delle Regioni a favore dello Stato.

Noi saremo in prima fila, se solo lo vorrete, insieme a tutte le altre forze politiche per tentare di

applicare un modello di sviluppo più moderno, più agevole per il Paese. Così non si può più

governare. Non può rimanere tutto incentrato nella città di Roma in un apparato burocratico enorme

incapace persino di gestire un emendamento in Aula, come è successo per esempio sul pacchetto

relativo alla sicurezza. Ci vuole un Governo più vicino alla gente.

A tale riguardo, mi auguro che la riforma costituzionale avviata alla Camera dei deputati, con i

giusti modi e senza prendere la questione alla leggera proponendo l'abolizione del Senato in questa

forma, possa giungere anche all'esame della nostra Camera.

Ciò che manca in questa finanziaria è la promozione della famiglia. Ricordo - e non smetterò mai di

farlo - che l'Italia si annovera tra i Paesi con il tasso di natalità fra i più bassi d'Europa e, addirittura,

del mondo. Ciò deve farci riflettere perché comporta risvolti nel settore pensionistico, in quello

previdenziale e, in generale, in quello assistenziale. Dobbiamo svolgere un lavoro serio e sciogliere

il nodo della compatibilità del lavoro delle donne con l'educazione dei figli. In proposito, invito il

Governo a tener conto delle proposte contenute in un disegno di legge presentato dal Gruppo per le

autonomie.

Ringraziando per l'attenzione rivoltami e sottolineando la necessità di proseguire rafforzando il

rilancio dell'economia, tenendo in particolare considerazione le piccole e medie imprese e il

risanamento del debito pubblico, come anche il sostegno alle famiglie e alle donne che lavorano,

preannuncio il voto favorevole e la fiducia al Governo da parte del Gruppo per le autonomie.

(Applausi dai Gruppi Aut, PD-Ulivo, RC-SE e IU-Verdi-Com. Congratulazioni).

Page 255: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

255

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor presidente Prodi, stiamo

affrontando una riforma dello Stato sociale molto importante, soprattutto per gli strati più deboli,

ma dobbiamo dedicare una particolare attenzione ai giovani. Sottolineo la parola "giovani", perché

sarà al centro di questo intervento del Gruppo Per le Autonomie.

Il Senato sta definendo il Protocollo sul welfare, approvando praticamente un compromesso trovato

tra le parti sociali dei lavoratori e delle imprese con il Governo, promosso tra l'altro anche da un

referendum tra i lavoratori. Desidero evidenziare e lodare questo modo di procedere del Governo,

cioè il metodo della concertazione, fondamentale strumento per un Paese avanzato.

Abbiamo trovato un compromesso che contempla le ragioni dei lavoratori e quelle delle imprese,

avendo come obiettivo condiviso, da una parte, la salvaguardia sociale e, dall'altra parte, la crescita,

cioè due elementi che non è facile far convergere.

Tra le misure troviamo la trasformazione dello scalone in tanti piccoli scalini (questa era la

discussione centrale nella pubblica opinione), con l'esenzione per i lavori usuranti, la riforma degli

ammortizzatori sociali, l'aumento dell'indennità di disoccupazione, che ci sembra importante, gli

sgravi contributivi per la contrattazione di secondo livello, la durata massima di 36 mesi per i

contratti a termine, con l'eventuale unica proroga, previsti dagli avvisi comuni delle parti sociali.

Quest'ultima è una misura che intende trovare una prima soluzione ad un grande problema del

nostro Paese, quello del precariato, che colpisce soprattutto i giovani, vera risorsa del nostro Paese.

Un aspetto che in tutta questa discussione tra le parti sociali è stato un po' trascurato è proprio il

problema della previdenza a lungo termine e delle conseguenze che ne derivano per i giovani.

Sappiamo - e non cesserò di ricordarlo in quest'Aula - che l'Italia si annovera tra i Paesi con la più

bassa natalità del mondo e al contempo ha la fortuna di essere tra quelli con la maggiore aspettativa

di vita. Abbiamo, infatti, 1,2-1,3 bambini per donna (dato accresciuto con il contributo degli

stranieri) ed un'aspettativa di vita che supera gli 80 anni.

È una bellissima visione per quanto riguarda la vecchiaia, però, questo ha anche risvolti sul sistema

previdenziale perché significa che i giovani, in numero sempre più esiguo, dovranno sostenere sulle

proprie spalle il peso sempre maggiore di un numero crescente di persone anziane.

Questo sistema previdenziale, così come è imposto, non regge, se non abbiamo il coraggio di

affrontare il problema dell'età pensionabile, qui modestamente - lo sottolineo - affrontato. Su questo

tema, tutti gli esempi che ci sono in Europa sono più avanti rispetto a noi. E invece noi abbiamo

discusso per un anno su due o tre classi di età (in cui peraltro rientro anch'io), quelle del 1951, del

1952 e 1953, senza accorgerci che, privilegiando i nostri stessi interessi, scarichiamo il problema

sui giovani, e costoro saranno sempre meno a pagare questa spesa.

E non dimentichiamo il problema del debito pubblico. Ieri, intervenendo sulla finanziaria, ho

ricordato questo aspetto molto importante: rischiamo di scaricare sulle prossime generazioni, oltre

al debito pubblico con i relativi interessi, anche la spesa previdenziale e il pagamento dei nostri

privilegi, a cui i giovani non potranno mai partecipare, in questa forma.

È giusto che il Governo abbia promosso in questo contesto la previdenza complementare, anche se

un numero troppo esiguo di lavoratori ha scelto di dedicare il TFR ad un fondo pensione. È un

numero ancora troppo basso, lo sa il Ministro del lavoro, qui presente, e lo sanno i membri del

Governo: anche se raggiungessimo il 60-70 per cento di lavoratori che opta per questa scelta,

coloro che rimangono fuori dalla previdenza complementare sono proprio quelli che più ne hanno

bisogno, gli strati più deboli, quelli che non hanno i soldi per pagare questo ulteriore contributo.

Pertanto, questo tema lo si deve riaffrontare rafforzando le misure già intraprese dal Governo e

dalla COVIP per promuovere la previdenza complementare, ma anche affrontando il tema

Page 256: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

256

"basteranno queste misure per sopperire alla riduzione della pensione che i giovani dovranno

sopportare".

Per quanto riguarda il tasso di natalità, abbiamo esempi in Francia e nei Paesi nordici di come con

specifiche misure per la famiglia si sia veramente riusciti a promuovere le nascite e ad innalzarle

visibilmente. Non si può andare avanti in questo modo perché non crolla solo il sistema

previdenziale, ma anche quello relativo alla sanità e alle misure sociali. Sono sempre gli stessi

giovani, più esigui, che devono sopportare tale onere sociale.

Pertanto, il nostro richiamo, presentato dal GruppoPer le Autonomie sia in forma di emendamento

alla finanziaria sia in forma di disegno di legge nella Commissione lavoro presieduta dal presidente

Treu, è volto ad impostare a partire dal prossimo anno il bilancio nel senso di accentuare la gravità

del problema della famiglia e soprattutto della compatibilità della donna che lavora con il suo

compito di educare i figli. Ormai nelle famiglie devono lavorare entrambi i partner perché spesso il

reddito non basta.

Ciò non toglie però che si debba cercare con misure previdenziali e di promozione di alleggerire

questo peso. Noi avevamo promosso, ad esempio, il discorso di aumentare il periodo di aspettativa

dopo la nascita dei figli incrementando anche la copertura previdenziale. Ci si è detto che i costi

erano eccessivi e che per raddoppiare la cifra prevista sarebbero stati necessari 450 milioni di euro.

Ieri avevo ricordato in sede di finanziaria che si sono spesi oltre 800 milioni di euro per i ticket, per

scaricare dieci euro. È una misura che va bene per gli strati sociali più bassi, ma credo che la

maggior parte dei cittadini sarebbe disposta a pagare con fierezza dieci euro per le diagnostiche

strumentali. Se si avesse avuto disponibilità di tale cifra sarebbe stato possibile coprire

quell'esigenza. Rivolgo comunque un appello al Governo a tener sotto controllo la situazione.

Si sottolinea poi l'importanza del provvedimento relativo al lavoro su chiamata. Qualcuno temeva

che lo strumento del lavoro su chiamata potesse essere usato male. Noi crediamo che così non sia.

La tipologia occupazionale nei settori del turismo e dello spettacolo, pur con tutte le cautele,

necessita di questo strumento. Il mantenimento del contratto a chiamata non favorisce certo la

precarietà perché si tratta per lo più di studenti, pensionati, lavoratori che operano in altri comparti,

spesso anche casalinghe che da ciò traggono l'opportunità di guadagnare qualche soldo in più.

Chiedo poi l'attenzione su un altro provvedimento attuato con queste misure che dovrebbe

consentire alle aziende agricole di impiegare con maggiore facilità i lavoratori stagionali. Si dia

attuazione a quelle misure che prevedono per la prestazione di lavoro agricolo i buoni acquistati

presso le rivendite autorizzate il cui valore nominale è fissato con decreto del Ministro del lavoro.

Tutto ciò consentirà di sopperire in modo legale e semplificato, nei termini di legge, alla carenza di

manodopera nel settore agricolo agevolando in modo particolare il lavoro nelle campagne e anche

quello dei pensionati che volentieri offrono il loro contributo in tal senso. L'utilizzo di tali buoni nel

settore dell'agricoltura consentirebbe di agevolare l'adempimento degli obblighi di legge,

assicurativi e previdenziali, in forma semplificata da parte di imprese e lavoratori, con ciò

favorendo anche la lotta al lavoro nero.

Signor Presidente, con il forte auspicio che il Governo mantenga le promesse fatte a sostegno delle

famiglie e ritenendo un buon punto di partenza il compromesso raggiunto sul welfare, preannuncio

che il Gruppo Per le Autonomie voterà la fiducia a questo Governo e a questo provvedimento.

(Applausi dai Gruppi Aut, PD-Ulivo e RC-SE. Congratulazioni).

S. 1819 Conversione in legge del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in

materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Page 257: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

257

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, vorrei chiarire in tutta serenità un aspetto politico che non

può essere archiviato senza averlo opportunamente chiarito. Si tratta del grave attacco avvenuto ieri

sera in quest'Aula contro le minoranze linguistiche, in occasione della discussione e della votazione

dell'emendamento 10.0.700. Non si tratta di entrare nel merito della questione che - vorrei qui

sottolinearlo - fortunatamente è stata risolta.

Nella discussione del testo avevo pensato di mettere una "o" al posto della "e" per introdurre un

elemento di maggiore chiarezza. Nel merito ho però ricevuto le rassicurazioni da parte del

Governo, del presidente della Commissione bilancio e del relatore sul fatto che il testo così come

era scritto andava bene, in quanto riprendeva la dizione originale della legge in vigore. Tale legge,

la n. 250 del 1990, è stata sempre applicata nel senso da me esposto, vale a dire che le radio fanno

informazione nella lingua della minoranza linguistica che rispettivamente rappresentano.

Con questo emendamento non si voleva porre in essere alcun colpo di mano ed anzi non si

prevedevano né spese né innovazioni della legge: si intendeva praticamente aggiungere dei criteri

per evitare dei soprusi. Lo affermo anche per motivi interpretativi, affinché rimanga agli atti:

l'obiettivo rimane naturalmente di far sì che ogni radio parli nella lingua propria della minoranza

linguistica.

Signor Presidente, nel ringraziarla per aver avuto la parola, rilevo che quello che invece deve essere

respinto con forza è l'attacco qui espresso contro le minoranze linguistiche. Non faccio nomi per

non sollevare altre polemiche.

PRESIDENTE. Per questo la ringrazio.

PETERLINI (Aut). Al contrario di quanto è stato detto, ieri sera in quest'Aula non si è trattato (e

non si tratta) di una istanza localistica, ma della tutela delle minoranze linguistiche, la quale - mi

permetto di ricordarlo in quest'Aula, signor Presidente - è prevista dall'articolo 6 della Costituzione.

Ritengo che sia un fatto grave e offensivo della nostra Carta che una prerogativa prevista nei

princìpi basilari sia delegata ad una istanza, come è stato detto, localistica e campanilistica.

Ringrazio, pertanto, i colleghi di maggioranza e anche di opposizione che al riguardo hanno

espresso tutta la loro solidarietà rispetto a questo strumentale attacco, che respingo con fermezza.

(Applausi dal Gruppo Aut).

S. 1819-B Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159,

recante interventi urgenti in materia economico - finanziaria, per lo sviluppo e l' equita' sociale

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Senato si accinge a licenziare in terza e

definitiva stesura il decreto fiscale collegato alla finanziaria 2008.

L'obiettivo perseguito da questo Governo e con tale decreto, così come fu anche con il decreto-

legge dello scorso luglio (entrambi non per caso chiamati "tesoretto"), è di restituire e redistribuire

risorse al Paese, specialmente alle fasce più deboli.

Nella valutazione del provvedimento in esame, infatti, non si può non ricordare che la prima

finanziaria varata da questo Esecutivo è stata prima di tutto una finanziaria del rigore, la quale ha

perseguito soprattutto l'obiettivo del risanamento, visto e considerato che il bilancio dello Stato era

gravato da un pesante debito pubblico ereditato da decenni del passato.

Page 258: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

258

Purtroppo, l'obiettivo perseguito con la scorsa finanziaria è stato molto poco e mal comunicato al

Paese, con la conseguenza che i sacrifici che sono stati chiesti ai cittadini e alle imprese non sono

stati capiti ma subiti come delle ingiustizie. Condividiamo, dunque, la scelta adottata ora dal

Governo di utilizzare le risorse aggiuntive a disposizione e provenienti dall'extragettito soprattutto

per la redistribuzione e lo sviluppo. È infatti giusto e doveroso che dei frutti di una politica

economica rigorosa possano usufruire quei cittadini e quelle imprese che, con il loro sacrificio,

hanno contribuito al risanamento, sopportando un aumento della pressione fiscale.

Accogliamo - ribadisco - l'aver scelto la redistribuzione, ma chiediamo allo stesso tempo al

Governo di non dimenticare che lo spazio di manovra è molto ridotto e che il Paese non può

assolutamente permettersi un aumento della spesa corrente, la quale comporterebbe altre ed

ulteriori tasse. Non penso solo ai rigidi paletti, quali i vincoli europei; penso soprattutto - e non mi

stancherò di ripeterlo e di ripeterlo ancora - al debito pubblico e ai suoi interessi. Il fardello che

l'Italia si porta dietro ormai da vari anni è di oltre 1.600 miliardi di debito, il più alto dei Paesi

europei, che ogni anno costano allo Stato, ossia a noi tutti, una cifra di oltre 70 miliardi di interessi

passivi. Quanto più pesante resterà questo fardello, tanto più difficile resterà coniugare il

risanamento dei conti pubblici con concrete misure di impulso allo sviluppo, di riduzione della

pressione fiscale e con interventi per ridurre le disuguaglianze sociali.

Signor Presidente, il Gruppo Per le Autonomie voterà a favore di questo provvedimento perché

ritiene che, specialmente al Senato in prima lettura, sia stato compiuto un buon lavoro, sia in

Commissione che in Aula. Ricordo che al Senato, anche in prima lettura, il testo è stato approvato

senza voto di fiducia.

Entrando nel merito del provvedimento, accogliamo con favore che il decreto interviene a favore

dei cosiddetti incapienti, ossia a favore di quelle persone che non possono mai beneficiare delle

detrazioni fiscali perché il loro reddito è talmente basso che non possono pagare le tasse.

Accogliamo con favore anche le misure agevolative sulle fonti rinnovabili, quelle di sostegno alle

vittime del terrorismo ed un primo, anche se assai modesto (e giustamente è stato criticato), aiuto

agli emotrasfusi. Salutiamo con favore anche l'incremento del Fondo per le politiche sociali e la

scelta di rendere disponibili risorse per la scuola dell'obbligo.

Quello che manca - e lo abbiamo lamentato come Gruppo in occasione dell'approvazione del

disegno di legge di conversione in prima lettura e durante l'esame del disegno di legge finanziaria -

è una serie di interventi a favore delle famiglie. Il Gruppo Per le Autonomie aveva chiesto con

fermezza politiche familiari strutturali, nello specifico a sostegno della maternità e delle donne

lavoratrici con bambini. Bisogna, infatti, rendere compatibile il lavoro delle donne, spesso

indispensabile per la sopravvivenza della famiglia, con l'educazione dei figli, l'altro obiettivo da

garantire. Avevamo richiesto l'aumento dei mesi di congedo parentale per dare un primo segnale

forte a sostegno di quella natalità che vede quello dell'Italia uno dei tassi più bassi del mondo, con

tutti i problemi e i risvolti conseguenti di sostenibilità del sistema pensionistico, sociale in generale,

della sanità e dei casi di non autosufficienza. Al riguardo presenteremo a breve un disegno di legge

e chiedo fin d'ora, sia alla maggioranza che all'opposizione, di sostenere questo obiettivo affinché

tornino ad aumentare le nascite anche in questo Paese. Ricordo che la Francia e i Paesi nordici, per

esempio, sono stati capaci di promuovere proprio le politiche sociali attraverso il sostegno alla

famiglia.

Oltre a ciò, incentiviamo l'obiettivo di rafforzare le strutture ferroviarie per favorire il trasferimento

del traffico merci e delle persone dalla gomma alla rotaia. Al tempo stesso, però, ci troviamo

d'accordo con le dichiarazioni rilasciate recentemente dal Ministro delle infrastrutture, onorevole Di

Pietro, che non intende più concedere risorse al buio. Pur con il sostegno fornito in questi anni, le

Ferrovie continuano ad annunciare nuovi rincari dei biglietti. Occorre pertanto trasparenza su dove

finiscono questi soldi e, soprattutto, devono essere visibili ai cittadini viaggiatori e alle imprese i

frutti di questi finanziamenti. I tanti pendolari, che fortunatamente scelgono di muoversi in treno

piuttosto che in macchina, vivono quotidianamente disagi che non sono più tollerabili. Si aggiunga

il fatto che anche le potenzialità delle ferrovie per il trasporto merci non sono sfruttate e, se lo sono,

Page 259: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

259

sono sfruttate molto male. Chiediamo dunque con insistenza che le Ferrovie utilizzino questi

finanziamenti per migliorare le strutture e i servizi, allo stato assai carenti, e per porre rimedio alle

indecenti condizioni igieniche nei vagoni dei treni.

Concludo, signor Presidente, annunciando che il Gruppo Per le Autonomie esprimerà un voto

favorevole al provvedimento in esame, con la richiesta, tuttavia, di perseguire sempre lo scopo di

raggiungere un equilibrato bilanciamento tra le esigenze di risanamento, una più equa distribuzione

della ricchezza, soprattutto con riferimento alle categorie più deboli ed alle famiglie, e una

riduzione del peso fiscale anche per le imprese. (Applausi dal Gruppo Aut e della senatrice Brisca

Menapace).

S. 1903 Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e

competitivita' per favorire l' equita' e la crescita sostenibili, nonche' ulteriori norme in materia di

lavoro e previdenza sociale

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor presidente Prodi, stiamo

affrontando una riforma dello Stato sociale molto importante, soprattutto per gli strati più deboli,

ma dobbiamo dedicare una particolare attenzione ai giovani. Sottolineo la parola "giovani", perché

sarà al centro di questo intervento del Gruppo Per le Autonomie.

Il Senato sta definendo il Protocollo sul welfare, approvando praticamente un compromesso trovato

tra le parti sociali dei lavoratori e delle imprese con il Governo, promosso tra l'altro anche da un

referendum tra i lavoratori. Desidero evidenziare e lodare questo modo di procedere del Governo,

cioè il metodo della concertazione, fondamentale strumento per un Paese avanzato.

Abbiamo trovato un compromesso che contempla le ragioni dei lavoratori e quelle delle imprese,

avendo come obiettivo condiviso, da una parte, la salvaguardia sociale e, dall'altra parte, la crescita,

cioè due elementi che non è facile far convergere.

Tra le misure troviamo la trasformazione dello scalone in tanti piccoli scalini (questa era la

discussione centrale nella pubblica opinione), con l'esenzione per i lavori usuranti, la riforma degli

ammortizzatori sociali, l'aumento dell'indennità di disoccupazione, che ci sembra importante, gli

sgravi contributivi per la contrattazione di secondo livello, la durata massima di 36 mesi per i

contratti a termine, con l'eventuale unica proroga, previsti dagli avvisi comuni delle parti sociali.

Quest'ultima è una misura che intende trovare una prima soluzione ad un grande problema del

nostro Paese, quello del precariato, che colpisce soprattutto i giovani, vera risorsa del nostro Paese.

Un aspetto che in tutta questa discussione tra le parti sociali è stato un po' trascurato è proprio il

problema della previdenza a lungo termine e delle conseguenze che ne derivano per i giovani.

Sappiamo - e non cesserò di ricordarlo in quest'Aula - che l'Italia si annovera tra i Paesi con la più

bassa natalità del mondo e al contempo ha la fortuna di essere tra quelli con la maggiore aspettativa

di vita. Abbiamo, infatti, 1,2-1,3 bambini per donna (dato accresciuto con il contributo degli

stranieri) ed un'aspettativa di vita che supera gli 80 anni.

È una bellissima visione per quanto riguarda la vecchiaia, però, questo ha anche risvolti sul sistema

previdenziale perché significa che i giovani, in numero sempre più esiguo, dovranno sostenere sulle

proprie spalle il peso sempre maggiore di un numero crescente di persone anziane.

Questo sistema previdenziale, così come è imposto, non regge, se non abbiamo il coraggio di

affrontare il problema dell'età pensionabile, qui modestamente - lo sottolineo - affrontato. Su questo

tema, tutti gli esempi che ci sono in Europa sono più avanti rispetto a noi. E invece noi abbiamo

discusso per un anno su due o tre classi di età (in cui peraltro rientro anch'io), quelle del 1951, del

Page 260: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

260

1952 e 1953, senza accorgerci che, privilegiando i nostri stessi interessi, scarichiamo il problema

sui giovani, e costoro saranno sempre meno a pagare questa spesa.

E non dimentichiamo il problema del debito pubblico. Ieri, intervenendo sulla finanziaria, ho

ricordato questo aspetto molto importante: rischiamo di scaricare sulle prossime generazioni, oltre

al debito pubblico con i relativi interessi, anche la spesa previdenziale e il pagamento dei nostri

privilegi, a cui i giovani non potranno mai partecipare, in questa forma.

È giusto che il Governo abbia promosso in questo contesto la previdenza complementare, anche se

un numero troppo esiguo di lavoratori ha scelto di dedicare il TFR ad un fondo pensione. È un

numero ancora troppo basso, lo sa il Ministro del lavoro, qui presente, e lo sanno i membri del

Governo: anche se raggiungessimo il 60-70 per cento di lavoratori che opta per questa scelta,

coloro che rimangono fuori dalla previdenza complementare sono proprio quelli che più ne hanno

bisogno, gli strati più deboli, quelli che non hanno i soldi per pagare questo ulteriore contributo.

Pertanto, questo tema lo si deve riaffrontare rafforzando le misure già intraprese dal Governo e

dalla COVIP per promuovere la previdenza complementare, ma anche affrontando il tema

"basteranno queste misure per sopperire alla riduzione della pensione che i giovani dovranno

sopportare".

Per quanto riguarda il tasso di natalità, abbiamo esempi in Francia e nei Paesi nordici di come con

specifiche misure per la famiglia si sia veramente riusciti a promuovere le nascite e ad innalzarle

visibilmente. Non si può andare avanti in questo modo perché non crolla solo il sistema

previdenziale, ma anche quello relativo alla sanità e alle misure sociali. Sono sempre gli stessi

giovani, più esigui, che devono sopportare tale onere sociale.

Pertanto, il nostro richiamo, presentato dal Gruppo Per le Autonomie sia in forma di emendamento

alla finanziaria sia in forma di disegno di legge nella Commissione lavoro presieduta dal presidente

Treu, è volto ad impostare a partire dal prossimo anno il bilancio nel senso di accentuare la gravità

del problema della famiglia e soprattutto della compatibilità della donna che lavora con il suo

compito di educare i figli. Ormai nelle famiglie devono lavorare entrambi i partner perché spesso il

reddito non basta.

Ciò non toglie però che si debba cercare con misure previdenziali e di promozione di alleggerire

questo peso. Noi avevamo promosso, ad esempio, il discorso di aumentare il periodo di aspettativa

dopo la nascita dei figli incrementando anche la copertura previdenziale. Ci si è detto che i costi

erano eccessivi e che per raddoppiare la cifra prevista sarebbero stati necessari 450 milioni di euro.

Ieri avevo ricordato in sede di finanziaria che si sono spesi oltre 800 milioni di euro per i ticket, per

scaricare dieci euro. È una misura che va bene per gli strati sociali più bassi, ma credo che la

maggior parte dei cittadini sarebbe disposta a pagare con fierezza dieci euro per le diagnostiche

strumentali. Se si avesse avuto disponibilità di tale cifra sarebbe stato possibile coprire

quell'esigenza. Rivolgo comunque un appello al Governo a tener sotto controllo la situazione.

Si sottolinea poi l'importanza del provvedimento relativo al lavoro su chiamata. Qualcuno temeva

che lo strumento del lavoro su chiamata potesse essere usato male. Noi crediamo che così non sia.

La tipologia occupazionale nei settori del turismo e dello spettacolo, pur con tutte le cautele,

necessita di questo strumento. Il mantenimento del contratto a chiamata non favorisce certo la

precarietà perché si tratta per lo più di studenti, pensionati, lavoratori che operano in altri comparti,

spesso anche casalinghe che da ciò traggono l'opportunità di guadagnare qualche soldo in più.

Chiedo poi l'attenzione su un altro provvedimento attuato con queste misure che dovrebbe

consentire alle aziende agricole di impiegare con maggiore facilità i lavoratori stagionali. Si dia

attuazione a quelle misure che prevedono per la prestazione di lavoro agricolo i buoni acquistati

presso le rivendite autorizzate il cui valore nominale è fissato con decreto del Ministro del lavoro.

Tutto ciò consentirà di sopperire in modo legale e semplificato, nei termini di legge, alla carenza di

manodopera nel settore agricolo agevolando in modo particolare il lavoro nelle campagne e anche

quello dei pensionati che volentieri offrono il loro contributo in tal senso. L'utilizzo di tali buoni nel

settore dell'agricoltura consentirebbe di agevolare l'adempimento degli obblighi di legge,

Page 261: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

261

assicurativi e previdenziali, in forma semplificata da parte di imprese e lavoratori, con ciò

favorendo anche la lotta al lavoro nero.

Signor Presidente, con il forte auspicio che il Governo mantenga le promesse fatte a sostegno delle

famiglie e ritenendo un buon punto di partenza il compromesso raggiunto sul welfare, preannuncio

che il Gruppo Per le Autonomie voterà la fiducia a questo Governo e a questo provvedimento.

(Applausi dai Gruppi Aut, PD-Ulivo e RC-SE. Congratulazioni).

Page 262: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

262

PRESENTAZIONE DI DOCUMENTI

Page 263: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

263

RISOLUZIONI

Risoluzione in Assemblea 6-00023

presentata da

ANNA FINOCCHIARO

martedì 27 febbraio 2007 nella seduta n.115

II Senato,

udite le comunicazioni del Governo,

le approva e passa all'ordine del giorno.

(6-00023).

FINOCCHIARO, PETERLINI, RUSSO SPENA, FORMISANO, PALERMI, RIPAMONTI,

BARBATO.

MOZIONI

Atto n. 1-00098 (Iter concluso)

Pubblicato il 3 maggio 2007

Seduta n. 147

PETERLINI , THALER AUSSERHOFER , PERRIN , PINZGER , BOSONE , MOLINARI ,

MONTALBANO , NEGRI , RUBINATO , TONINI

Il Senato,

premesso che:

la famiglia si è sempre più qualificata nel suo ruolo di mattone fondamentale della società ma,

purtroppo, fino agli anni ’90 l'interesse per le politiche familiari è stato piuttosto scarso, la

programmazione politica si è orientata verso un modello di welfare rivolto all'assistenza delle

persone in stato di difficoltà piuttosto che alla valorizzazione e al sostegno della famiglia nel suo

complesso;

proprio in ragione di questo vuoto di attenzione nei confronti delle famiglie e del notevole

cambiamento culturale, negli ultimi 30 anni, è iniziato un lento ed inesorabile processo di denatalità

(nel 1970 il numero medio di figli per donna era di 2,2; nel 2004 il tasso di fecondità è sceso a 1,3

figli per donna, uno dei più bassi del mondo), che è stato affiancato, positivamente,

dall’allungamento della vita e dal progressivo aumento di bisogno assistenziale rappresentato dai

disabili e dagli anziani non autosufficienti cui la famiglia, da sola, è stata chiamata a rispondere;

accanto a questi fenomeni si è assistito alla modificazione della composizione familiare: maggiore

diffusione delle convivenze more uxorio, delle famiglie monogenitoriali e delle famiglie ricostituite

e quindi allargate, all’aumento delle patologie familiari e al radicarsi delle famiglie povere;

anche sul fronte fiscale, nel passato, la famiglia non è stata oggetto della necessaria attenzione, non

sono stati individuati gli interventi più opportuni, non sono state investite le risorse necessarie. Tale

percorso è iniziato con il decreto-legge 28 febbraio 1983, n. 55, convertito dalla legge 26 aprile

1983, n. 131, sulla finanza locale che ha imposto la partecipazione al costo dei servizi a domanda

individuale: asili nido, case di riposo, soggiorni di vacanza, eccetera, ed è proseguito nel corso degli

anni ’80 con l'imposizione di ticket sanitari, la progressiva riduzione del valore degli assegni al

nucleo familiare, eccetera;

Page 264: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

264

analogo discorso viene fatto per il problema dell’abitazione, che risulta oggi centrale per le famiglie

italiane, basti pensare che esse spendono buona parte del loro reddito per il pagamento dei canoni di

locazione e delle rate dei mutui. È preoccupante, a tal proposito, il fenomeno della continua

erosione del potere d’acquisto delle famiglie, in particolare di quelle dei pensionati; la condizione

di crisi colpisce maggiormente le famiglie composte da lavoratori flessibili e da quelli monoreddito,

le donne sole con figli e i pensionati;

le istituzioni non possono intervenire soltanto quando la famiglia non è più in grado di rispondere ai

propri bisogni e quindi non è in grado di fronteggiare i problemi. Lo Stato, nelle sue articolazioni,

deve valorizzare le responsabilità assunte dalla famiglia rispetto allo svolgimento dell’attività di

cura nei confronti dei componenti deboli, deve sostenere l’importanza del suo ruolo di mediazione

tra generazioni e considerare attentamente che lo sviluppo e la stessa economia italiana può

crescere solo se si investe sul potenziale sociale espresso dalle famiglie;

negli ultimi anni, la responsabilità della famiglia è accompagnata nelle nuove generazioni da forti

fragilità, che sono determinate dalla mancanza di un supporto sociale organizzato nelle fasi di

crescita delle nuove generazioni, dall’infanzia, all'adolescenza, all'età adulta. Un indicatore

sensibile, quale quello delle risorse economiche investite dal sistema pubblico per le voci “famiglia

e figli”, attesta la scarsità dell’impegno in questo senso. Mentre l'Italia investe appena l’1% del Pil

ed il 4% dell’intera spesa per la protezione sociale, gli altri paesi europei impegnano il doppio della

loro spesa sociale, con punte in Germania, Svezia e Francia che si aggirano intorno al 10%;

la disoccupazione, soprattutto tra i giovani, e la precarietà del lavoro, anche tra i meno giovani,

registrano dati poco confortanti. L'Italia, infatti, si caratterizza come un Paese ad elevata

disoccupazione giovanile. Il tasso di disoccupazione riferito all'intera popolazione di 15-24 anni è

pari al 27,1% (contro una media UE del 17,4%) ed è lievemente superiore rispetto al dato calcolato

solo sui ragazzi che hanno lasciato il sistema dell'istruzione e della formazione, pari al 26% (contro

la media UE del 20,1%);

dare centralità alla famiglia in un Paese come il nostro - dove essa è costretta ad un sovraccarico

funzionale dovuto alle profonde trasformazioni sociali ed economiche degli ultimi decenni -

significa porla al centro delle politiche pubbliche, perché produce funzioni di grande valore sociale.

Le famiglie vanno sostenute e aiutate nello svolgimento dei loro compiti di riproduzione,

permettendo alla donna di esercitare il diritto al lavoro e alla realizzazione professionale. Con la

legge 8 marzo 2000, n. 53, relativa ai congedi parentali, si è consolidato il riconoscimento del

valore sociale della maternità e della paternità, ma anche in questo caso permangono limiti legati

alla necessità di ampliare i diritti per i rapporti flessibili, di rendere esigibili i diritti scarsamente

utilizzati ed infine di agevolare le imprese che ne favoriscono l’applicazione e l’utilizzo;

altra vera e propria emergenza per le famiglie italiane è rappresentata dai carichi assistenziali delle

persone non autosufficienti, spesso anziane (nel 2004, secondo dati elaborati dal Censis e

dall’Agenzia dei Servizi sanitari regionali, gli anziani non autosufficienti erano pari a 2.272.768). È

evidente che la famiglia rappresenta attualmente il punto di riferimento, spesso l’unico, per

rispondere a questa tipologia di bisogni;

il ruolo della famiglia è contemplato dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, che riconoscono

la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e, con la modifica del Titolo V della

stessa Costituzione, la famiglia rientra pienamente nel concetto della sussidiarietà orizzontale ossia,

il primo livello ed espressione della società civile nel suo rapporto con le istituzioni;

la legge finanziaria per il 2007 ha previsto un primo accantonamento di risorse economiche, serve

ora prevedere gli ulteriori strumenti economico-finanziari adeguati a perseguirne le finalità.

Pertanto, in considerazione di quanto sopra esposto e con l'approssimarsi della presentazione del

Documento di programmazione economica e finanziaria 2008-2011,

impegna il Governo:

a valutare la reale consistenza del maggior gettito e dedicarlo all'abbattimento del carico fiscale a

favore delle fasce sociali meno abbienti e della famiglia;

Page 265: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

265

a varare provvedimenti a favore dell'occupazione, soprattutto per i giovani, potenziando le scelte

già avviate con la legge finanziaria per il 2007 per rendere più attrattiva per le imprese l'assunzione

a tempo indeterminato, anche con incentivi fiscali e previdenziali. Di contro, aumentare il prelievo

fiscale e previdenziale nei confronti di quelle imprese che prescelgono forme occupazionali di tipo

precario;

a prevedere, come avviene già in Europa, un sistema di risparmio per l'acquisto della prima casa,

coinvolgendo, per quanto competenti, anche le Regioni. Per esempio, in Germania i giovani

cominciano molto presto a depositare parte dei risparmi in banca, così da ritrovarsi, quando

decidono di formare una famiglia, già un congruo budget (Bausparen);

a favorire la maternità con incentivi economici. Si potrebbe pensare ad un aumento della

percentuale dello stipendio che viene erogato alla donna lavoratrice che, dopo il periodo di

astensione obbligatoria retribuita, di 5 mesi, voglia proseguire l'astensione dal lavoro, usufruendo

del congedo parentale (per esempio, per gli 11 mesi, successivi ai 5, potrebbe percepire il 60%

dello stipendio). Inoltre si potrebbero prevedere la flessibilizzazione degli orari di lavoro e la

promozione di forme di lavoro part-time. Da non trascurare sarebbe anche la promozione della

contribuzione volontaria delle madri lavoratrici, per garantire una pensione anche a chi si dedica

alla famiglia ed in questo contesto prevedere forme pensionistiche a favore delle casalinghe;

ad incentivare, tramite le Regioni e le Province autonome, la presenza su tutto il territorio nazionale

di asili nido, promuovendo, in particolar modo, quelli aziendali;

ad istituire un fondo, sulla base dei modelli europei, tramite l'introduzione di una contribuzione

obbligatoria da parte dei cittadini, per incrementare le disponibilità per le non autosufficienze

(Pflegeversicherung);

a prevedere una riduzione della pressione fiscale a carico delle famiglie, al fine di sostenere quelle

meno abbienti, tenendo conto del numero dei componenti la famiglia, a cominciare dai redditi più

bassi.

Atto n. 1-00106 (Iter in corso)

Pubblicato il 30 maggio 2007

Seduta n. 158

PETERLINI , THALER AUSSERHOFER , PERRIN , PINZGER , BOSONE , FAZIO ,

MOLINARI , RUBINATO , SAPORITO , SANTINI , IZZO

Il Senato,

premesso che:

la famiglia si è sempre più qualificata nel suo ruolo di "mattone fondamentale" della società ma,

purtroppo, fino agli anni ’90 l'interesse per le politiche familiari è stato piuttosto scarso, la

programmazione politica si è orientata verso un modello di welfare rivolto all'assistenza delle

persone in stato di difficoltà piuttosto che alla valorizzazione e al sostegno della famiglia nel suo

complesso;

proprio in ragione di questo vuoto di attenzione nei confronti delle famiglie e del notevole

cambiamento culturale, negli ultimi 30 anni, è iniziato un lento e inesorabile processo di denatalità:

nel 1970 il numero medio di figli per donna era di 2,2; il tasso di fecondità è gradualmente sceso e

si aggira ora intorno ai 1,3 figli per donna, uno dei più bassi del mondo. Dall'altro lato si registra un

allungamento della vita ed un progressivo aumento di bisogno assistenziale rappresentato dai

disabili e dagli anziani non autosufficienti cui la famiglia, da sola, è stata chiamata a rispondere;

accanto a questi fenomeni si è assistito alla modificazione della composizione familiare: maggiore

diffusione delle convivenze more uxorio, delle famiglie monogenitoriali e delle famiglie ricostituite

e quindi allargate, all’aumento delle patologie familiari e al radicarsi delle famiglie povere;

Page 266: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

266

anche sul fronte fiscale, nel passato, la famiglia non è stata oggetto della necessaria attenzione, non

sono stati individuati gli interventi più opportuni, non sono state investite le risorse necessarie. Tale

percorso è iniziato con il decreto-legge 28 febbraio 1983, n. 55, convertito dalla legge 26 aprile

1983, n. 131, sulla finanza locale che ha imposto la partecipazione al costo dei servizi a domanda

individuale: asili nido, case di riposo, soggiorni di vacanza, eccetera ed è proseguito nel corso degli

anni ’80 con l'imposizione di ticket sanitari, la progressiva riduzione del valore degli assegni al

nucleo familiare, eccetera;

analogo discorso viene fatto per il problema dell’abitazione, che risulta oggi centrale per le famiglie

italiane, basti pensare che esse spendono buona parte del loro reddito per il pagamento dei canoni di

locazione e delle rate dei mutui. È preoccupante, a tal proposito, il fenomeno della continua

erosione del potere d’acquisto delle famiglie ed in particolare di quelle dei pensionati e le

condizioni di crisi colpiscono maggiormente le famiglie composte da lavoratori flessibili e da quelli

monoreddito, le donne sole con figli e i pensionati;

le Istituzioni non possono intervenire soltanto quando la famiglia non è più in grado di affrontare i

bisogni e quindi non è in grado di fronteggiare i problemi. Lo Stato, nelle sue articolazioni, deve

valorizzare le responsabilità assunte dalla famiglia rispetto allo svolgimento dell’attività di cura nei

confronti dei componenti deboli, deve sostenere l’importanza del suo ruolo di mediazione tra

generazioni e considerare attentamente che lo sviluppo e la stessa economia del Paese può crescere

solo se si investe sul potenziale sociale espresso dalle famiglie;

negli ultimi anni, la responsabilità della famiglia sulle nuove generazioni è accompagnata da gravi

fragilità, che sono determinate dalla mancanza di un supporto sociale organizzato nelle fasi di

crescita delle nuove generazioni, dall’infanzia, all'adolescenza, all'età adulta. Un indicatore

sensibile, quale quello delle risorse economiche investite dal sistema pubblico per le voci “famiglia

e figli”, attesta la scarsità dell’impegno in questo senso. Mentre il nostro Paese investe appena l’1%

del Pil ed il 4% dell’intera spesa per la protezione sociale, gli altri Paesi europei impegnano il

doppio della loro spesa sociale con punte in Germania, Svezia e Francia che si aggirano intorno al

10%;

la disoccupazione, soprattutto tra i giovani, e la precarietà del lavoro, anche tra i meno giovani,

registrano dati poco confortanti. L'Italia, infatti, si caratterizza come un paese ad elevata

disoccupazione giovanile. Il tasso di disoccupazione riferito all'intera popolazione di 15-24 anni è

pari al 27,1% (contro una media Ue del 17,4%) ed è lievemente superiore rispetto al dato calcolato

solo sui ragazzi che hanno lasciato il sistema dell'istruzione e della formazione, pari al 26% (contro

la media Ue del 20,1%);

dare centralità alla famiglia in un Paese come il nostro - dove è costretta ad un sovraccarico

funzionale dovuto alle profonde trasformazioni sociali ed economiche degli ultimi decenni -

significa porla al centro delle politiche pubbliche, perché produce funzioni di grande valore sociale.

Le famiglie vanno sostenute e aiutate nello svolgimento dei loro compiti di riproduzione,

permettendo alla donna di esercitare il diritto al lavoro e alla realizzazione professionale. Con la

legge 8 marzo 2000, n. 53, relativa ai congedi parentali, si è consolidato il riconoscimento del

valore sociale della maternità e paternità, ma anche in questo caso permangono limiti legati alla

necessità di ampliare i diritti per i rapporti flessibili, di rendere esigibili i diritti scarsamente

utilizzati ed infine di agevolare le imprese che ne favoriscono l’applicazione e l’utilizzo;

altra vera e propria emergenza per le famiglie italiane è rappresentata dai carichi assistenziali delle

persone non autosufficienti, spesso anziane (nel 2004, secondo dati elaborati dal Censis e

dall’Agenzia dei Servizi sanitari regionali, gli anziani non autosufficienti erano pari a 2.272.768). È

evidente che la famiglia rappresenta attualmente il punto di riferimento, spesso l’unico, per

rispondere a questa tipologia di bisogni;

il ruolo della famiglia è contemplato non solo dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, che

riconoscono la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio ma, con la modifica del

Titolo V, la famiglia rientra pienamente nel concetto della sussidiarietà orizzontale, ossia il primo

livello ed espressione della società civile nel suo rapporto con le istituzioni;

Page 267: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

267

la legge finanziaria per il 2007 ha previsto un primo accantonamento di risorse economiche, serve

ora prevedere gli ulteriori strumenti economico-finanziari adeguati a perseguirne le finalità.

Pertanto, in considerazione di quanto sopra sposto e con l'approssimarsi della presentazione del

Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011,

impegna il Governo:

a valutare la reale consistenza del maggior gettito e dedicarlo all'abbattimento del carico fiscale a

favore delle fasce sociali meno abbienti e al sostegno della famiglia;

a varare provvedimenti a favore dell'occupazione, soprattutto per i giovani, potenziando le scelte

già avviate con la legge finanziaria per il 2007 per rendere più attrattiva per le imprese l'assunzione

a tempo indeterminato, anche con incentivi fiscali e previdenziali; di contro, ad aumentare il

prelievo fiscale e previdenziale nei confronti di quelle imprese che prescelgono forme

occupazionali di tipo precario;

a prevedere, come già avviene in tanti paesi europei, un sistema di risparmio agevolato per

l'acquisto della prima casa (Bausparen), coinvolgendo, per loro competenza, anche le Regioni; ad

incentivare i giovani (come in Germania, in Austria ed in altri Paesi) a cominciare molto presto a

seguire un piano di risparmio sistematico per la casa, per ritrovarsi, quando decidono di formare la

famiglia, già un congruo budget per l'acquisto e per poter proseguire il piano con un debito minore;

a favorire la maternità con incentivi economici, a prolungare per la donna lavoratrice il periodo di

astensione retribuita, finora di cinque mesi, agevolando per le madri che vogliono proseguire

l'astensione dal lavoro il congedo parentale e aumentando la percentuale di stipendio; a promuovere

l'offerta di orari flessibili di lavoro nelle aziende e negli enti pubblici e forme di lavoro part-time; a

sostenere la prosecuzione volontaria nell'INPS o la contribuzione in fondi pensione delle madri

lavoratrici per garantire una pensione anche a chi si dedica alla famiglia e promuovendo forme

pensionistiche a favore delle casalinghe;

ad incentivare, tramite le Regioni e le Province autonome, la presenza su tutto il territorio nazionale

di asili nido, promuovendo in particolar modo quelli aziendali;

ad istituire un fondo previdenziale per la non-autosufficienza (con uno sguardo ai modelli europei,

la cosiddetta Pflegeversicherung), alimentato anche da una contribuzione obbligatoria da parte dei

cittadini per assicurare la disponibilità di fondi per la cura e l'assistenza delle persone non

autosufficienti in continuo aumento per l'allungamento dell'età;

ad agevolare, nell' ambito della tassazione familiare, le famiglie meno abbienti e tener conto del

numero dei componenti la famiglia, a cominciare dai redditi più bassi.

INTERPELLANZE

Atto n. 2-00110 (Iter in corso)

Pubblicato il 23 gennaio 2007

Seduta n. 92

PETERLINI , THALER AUSSERHOFER , PINZGER - Al Presidente del Consiglio dei ministri e

ai Ministri dell'interno e per gli affari regionali e le autonomie locali. -

Premesso che:

gli articoli 99 e 100 dello Statuto speciale di Autonomia della Regione Trentino-Alto Adige hanno

parificato la lingua tedesca alla lingua italiana, creando, in questo modo, nella sola Regione, due

lingue ufficiali di pari valore e regolamentandone l'uso;

dopo lunghe ed intense trattative, soltanto nel 1989 fu emanato il decreto del Presidente della

Repubblica 574/1988, attuativo della speciale protezione costituzionale delle minoranze

linguistiche prevista, in generale, dall'articolo 6 della Costituzione e, in particolare, dall'articolo 100

Page 268: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

268

del decreto del Presidente della Repubblica 670/1972, sulla parificazione della lingua tedesca a

quella italiana e sull'uso della lingua tedesca nella pubblica amministrazione;

lo Statuto sancisce che la lingua italiana deve utilizzarsi solo nei rapporti interni, fra organi

superiori, e di conseguenza nei contatti con il cittadino si applicano, senza eccezioni, le norme dello

Statuto che parificano le due lingue;

le nuove norme di attuazione prescrivono che durante il reclutamento di nuovo personale

nell'ambito della pubblica amministrazione, una quota sia riservata a quello in possesso di buona

conoscenza delle due lingue, attestato con il cosiddetto “patentino” e, qualora i posti restino

vacanti, lo Stato si faccia carico di preparare il personale già in servizio, tramite corsi, finalizzati al

sostenimento dell’esame di bilinguismo;

la maggior parte del personale dela Polizia di Stato, che presta servizio nella Provincia autonoma di

Bolzano, non ha un'adeguata conoscenza della lingua tedesca;

nella provincia di Bolzano operano circa 900 uomini della Polizia di Stato e circa 600 di loro sono

in possesso del “patentino” di bilinguismo, ma la maggior parte di livello ausiliario ed esecutivo, e

pochissimi sono in possesso di un'adeguata conoscenza di livello A e B, cioè di livello universitario

o di maturità. Tali conoscenze possedute dal personale non sono sempre utilizzabili per le necessità

che si possono presentare durante l'espletamento del servizio. È poi palese il fatto che una cosa è

possedere il patentino ed altra cosa è lavorare, verbalizzare, interagire con una popolazione che per

due terzi è di lingua tedesca,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno ed urgente intervenire, nell'ambito delle proprie

competenze, al fine di promuovere sul territorio il reclutamento di nuove unità effettivamente

bilingui o appartenenti al gruppo etnico tedesco, ovvero di trasferire nella provincia di Bolzano gli

appartenenti alla Polizia di Stato che abbiano un'adeguata conoscenza della lingua tedesca, che

prestino servizio in altre regioni;

se non ritengano opportuno, in particolare, come sollecitato anche dal SILP (Sindacato Italiano

Lavoratori di Polizia per la CGIL/AGB di Bolzano), reperire, con una promozione sul territorio o

con concorsi riservati, personale che conosca in modo adeguato le due lingue e promuovere,

insieme alla Provincia che si è già dichiarata disponibile, corsi di aggiornamento linguistico per gli

agenti già in servizio.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA ORALE

Atto n. 3-00505 (Iter in corso)

Pubblicato il 21 marzo 2007

Seduta n. 129

PETERLINI - Ai Ministri dell'interno, per gli affari regionali e le autonomie locali e per le politiche

giovanili e le attività sportive. -

Premesso che:

gli incidenti che ogni anno si verificano sulle piste da sci italiane sono circa 35.000 e, purtroppo,

oltre ad un alto numero di feriti, si registrano anche molti decessi;

le cause di un così alto numero di incidenti, anche mortali (dovuti ai malori associabili all'alta quota

ed all'età dello sciatore) sono la scarsa preparazione atletica, l'alta velocità e la non obbligatorietà

dell'uso del casco;

da non trascurare, inoltre, sono gli scarsi controlli sulle piste ed un sistema sanzionatorio

inesistente,

Page 269: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

269

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno ed urgente varare dei

provvedimenti volti a:

rendere obbligatorio l'uso del casco per tutti gli sciatori. L'obbligatorietà del casco per tutti e non

solo per i ragazzi fino ai 14 anni, come avviene adesso, contribuirebbe, in maniera notevole, a

ridurre i gravi traumi al cranio, come evidenziano i dati del Sistema di sorveglianza degli incidenti

in montagna dell'Istituto superiore di sanità e del Corpo di addestramento alpino di Polizia e

Carabinieri. Infatti, grazie al casco, i traumi al cranio sono diminuiti tra i ragazzi del 20%;

creare un Corpo di volontari che, coadiuvando le Forze dell'ordine, svolga un servizio di

sorveglianza lungo le piste, con poteri sanzionatori. Tale Corpo potrebbe essere istituito mediante

un coordinamento tra le associazioni di volontariato (sportive, di montagna e di soccorso), i gestori

degli impianti e gli stessi enti locali;

introdurre pene più severe, prevedendo anche il ritiro dello skipass, per chi va troppo veloce sulle

piste e per chi fa uso di sostanze stupefacenti o abuso di alcol;

eliminare gli incroci di piste, per evitare gli scontri frontali.

Atto n. 3-00560 (in Commissione) (Iter in corso)

Pubblicato il 4 aprile 2007

Seduta n. 137

PETERLINI - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. -

Premesso che:

vari uffici pubblici della Provincia di Bolzano sono afflitti da una grave carenza di personale, come

gli uffici dell'archivio notarile, gli uffici giudiziari, la Corte dei conti, di Pubblica Sicurezza, le

Commissioni tributarie, il Centro di servizio sociale per adulti nonché la sede di Bolzano dell'INPS;

le criticità determinate in particolare dalla carenza di personale nella sede di Bolzano dell'INPS

sono state più volte rappresentate dal Presidente del Comitato provinciale e dall'assessore Gnecchi,

richiedendo una soluzione in tempi rapidi che tenga conto dei principi di autonomia disciplinati dal

decreto del Presidente della Repubblica n. 752/1976, tutelati costituzionalmente;

la particolare situazione dell'autonomia speciale della Provincia di Bolzano stabilisce l'obbligo del

bilinguismo nell'impiego pubblico come requisito indispensabile per l'assunzione;

i cittadini di lingua tedesca della Provincia di Bolzano hanno facoltà di usare la loro lingua nei

rapporti con gli uffici giudiziari e con gli organi e uffici della pubblica amministrazione situati nella

Provincia o aventi competenza regionale, nonché con i concessionari di servizi di pubblico

interesse svolti nella provincia stessa;

per garantire un percorso privilegiato alle richieste di assunzione per la sede di Bolzano dell'INPS,

svincolato da quello previsto per il complesso delle assunzioni sul territorio nazionale, in data 24

novembre 2006 è stata presentata da parte dell' on. Bressa al Dipartimento della funzione pubblica

la seguente proposta legislativa, da inserire in uno dei provvedimenti collegati alla legge finanziaria

per il 2007: "in deroga alle vigenti disposizioni in tema di assunzioni di personale per l'anno 2007,

l'INPS è autorizzato a bandire, nei limiti delle vacanze di organico, concorsi pubblici per i ruoli

locali di Bolzano, riservando una quota non superiore al 30% al personale che ha svolto per almeno

3 anni, anche non consecutivi, attività lavorativa a tempo determinato";

il mancato inserimento del suddetto emendamento determina il perdurare delle criticità derivanti

dalle carenze organiche presso la sede dell'INPS di Bolzano;

la situazione di carenza di personale pubblico, in generale, nella Provincia di Bolzano, in attesa di

nuove assunzioni viene fronteggiata con il massimo impegno da tutto il personale, ma ciò non

consente di offrire servizi adeguati alle aspettative di un'utenza sempre più esigente;

sono 75 le unità di personale degli uffici pubblici che dopo aver superato e vinto il concorso

attualmente sono in attesa di assunzione;

Page 270: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

270

il ritardo nelle nomine comporta il rischio di perdere alcune di queste unità che, nel frattempo,

trovano migliori offerte di lavoro sul mercato,

si chiede di sapere quali inziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per fronteggiare la

carenza di personale degli uffici pubblici della Provincia di Bolzano al fine di offrire un servizio

adeguato ai cittadini nel rispetto dell'obbligo del bilinguismo sancito costituzionalmente.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA

Atto n. 4-00283 (Iter concluso)

Pubblicato il 11 luglio 2006

Seduta n. 15

PETERLINI - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

da tempo e con maggiore insistenza il Dipartimento di pubblica sicurezza avanza misure e proposte

di contenimento riguardanti gli Istituti di istruzione per allievi agenti;

a causa di questa evidente razionalizzazione, dovuta ad una crescente crisi economica e gestionale,

sono già state chiuse le Scuole di specializzazione di Bologna, di Genova e di Duino e si parla di

una prossima chiusura della Scuola di Allievi agenti di Vicenza;

la legge finanziaria 2006 ha previsto la vendita di beni demaniali a società private, e tra questi beni

è compresa la Scuola di Polizia di Bolzano;

tale operazione risulta incomprensibile, in quanto si è realizzata violando palesemente le normative

che regolano i beni statali nel territorio delle Province di Bolzano e Trento (legge 662/96, art.

3,comma 114, legge finanziaria 1997) e decreto legislativo 495/98 - in materia di trasferimento alle

province autonome di Trento e di Bolzano dei beni demaniali e patrimoniali dello Stato e della

regione;

la Scuola Allievi agenti di Bolzano è da sempre impegnata in una evoluzione didattico-

professionale indispensabile per creare un moderno ed adeguato operatore di polizia in tempi di

così grave difficoltà sociale, nonché minacciati da criminalità e terrorismo;

l'Istituto è sicuramente adeguato a soddisfare le esigenze in ambito interprovinciale delle materie

inerenti l'aggiornamento professionale tecnico-operativo-normativo attraverso personale formatore

della Scuola di provata ed indubbia capacità ed esperienza;

la Scuola Allievi agenti di Bolzano avanza da tempo interessanti proposte ed iniziative, tra le quali

quella di divenire polo di riferimento per la formazione per tutto il personale in forza nelle Province

di Trento e Bolzano, e quella di organizzare seminari, corsi specialistici e di aggiornamento e molte

altre;

la Scuola Allievi Agenti di Bolzano dimostra una seria volontà di affrontare un clima di incertezza

lavorativa, elaborando strategie come collaborazioni e finanziamenti a livello europeo;

la Scuola Allievi agenti di Bolzano attenta e sensibile alle esigenze della realtà locale, organizza e

cura da sempre senza soluzione di continuità corsi di lingua tedesca per principianti e progrediti

riservato agli appartenenti della Polizia di Stato in servizio in Alto-Adige. Promuove con la scuola

di formazione provinciale di Bolzano seminari-studio, considerati all'avanguardia, su tematiche

sociali rivolti agli operatori di Polizia con la finalità d'individuare adeguate e risolutive soluzioni

operative-psicologiche nei casi in cui ci si possa trovare con persone che minacciano il suicidio,

aggressioni, crisi d'astinenza, scompensi psichici;

l'Istituto dispone di un poligono di tiro di recente realizzazione e all'avanguardia dal punto di vista

tecnologico-operativo (utilizzato da personale in servizio in tutta la Regione Trentino Alto-Adige);

è inconfutabile che cosa accadrebbe con la dismissione della struttura - Scuola: regressione

istituzionale e formativa e dispersione improduttiva delle risorse umane, considerato che la

Page 271: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

271

Questura è priva di spazi e personale per svolgere un'adeguata ed efficace attività didattica-

formativa-operativa;

presso la Scuola è istituita una sezione F.S.E. (Fondo Sociale Europeo), finalizzata alla

trasformazione della scuola in “Sede” di iniziative didattiche-formative con il fondo sociale

europeo, aprendo così alla Scuola altoatesina un nuovo universo fatto di opportunità mai

considerate fin d'ora; i corsi F.S.E. dovranno prevedere corsi di formazione ed interscambio con i

Paesi appartenenti all'area germanofona ed a tutti quelli della Comunità europea. Viene naturale

pensare alle concrete opportunità professionali che l'attività di collaborazione didattica

internazionale rappresenta in confronto ai consueti compiti istituzionali;

è in corso la stipula di una convenzione con la Federazione Nuoto, con l'intervento del Comune e

della Provincia di Bolzano, per la costituzione di un centro federale nuoto, per organizzare e

realizzare corsi di salvamento per gli operatori della Polizia di Stato e della Protezione civile,

avvalendosi del personale istruttore della scuola altamente qualificato e specializzato,

si chiede di sapere:

se, nell'ambito del programma di contenimento e razionalizzazione della spesa, la Scuola Allievi

agenti di Bolzano sia a rischio chiusura;

in caso affermativo, se il Ministro in indirizzo non intenda assumere iniziative volte a garantire e

sostenere l'attività della Scuola.

Risposta scritta

Risposta. L'esigenza di procedere all'adeguamento della capacità ricettiva di alcuni

istituti di istruzione, attualmente superiore alle effettive necessità anche a causa della recente

riforma in materia di leva obbligatoria, impone un complessivo riassetto degli istituti di

formazione.

In questa ottica, è in fase avanzata lo studio di un progetto di razionalizzazione di tali

strutture che porterà alla dismissione di alcuni istituti, con concessione del relativo

patrimonio immobiliare ad altro impiego.

In tale caso sarà valutata, prioritariamente, la possibilità di trasferire negli edifici

demaniali da dismettere le sedi di altri uffici di questo dicastero attualmente ubicati in

immobili locati. Tali edifici potrebbero anche essere utilizzati come alloggi dagli agenti che

non trovano sistemazione per carenza di spazi nelle caserme e che sono ospitati in strutture

ricettive a pagamento.

Per quanto riguarda la Scuola di Polizia di Bolzano citata, da tempo è stata formalizzata

una convenzione, per il tramite del Comune di Bolzano, con la Federazione provinciale Nuoto,

per l'organizzazione, presso gli impianti della Scuola, di corsi di nuoto di tipo specialistico.

A quanto sopra va aggiunto che la struttura viene utilizzata anche dalla vicina Questura

per quelle esigenze non altrimenti assolvibili proprio per carenza di spazi: è il caso del

poligono da tiro, dell'aula per l'aggiornamento e della mensa. Anche la Polizia stradale ha di

fatto già da tempo indicato la Scuola Allievi quale sede per lo svolgimento degli esami per

l'abilitazione all'esercizio dell'attività di scorta tecnica.

Concludendo, anche in caso di dismissione della sede della Scuola Allievi Agenti di

Bolzano, il Ministero dell'interno garantirà la piena riutilizzazione della struttura.

Il Vice Ministro dell'interno

Minniti

Page 272: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

272

Atto n. 4-00523 (Iter in corso)

Pubblicato il 19 settembre 2006

Seduta n. 33

PETERLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dei trasporti e della salute. -

Premesso che:

molteplici studi e statistiche in materia di sicurezza stradale hanno rilevato che esiste una

connessione fra l'uso del casco di protezione per ciclisti e la riduzione degli infortuni più gravi;

i bambini che usano la bicicletta nel tempo libero, nonché come mezzo di trasporto nei percorsi

casa-scuola, rappresentano una fascia di utenti della strada più vulnerabile, che necessita di essere

maggiormente protetta;

la prima e vera operazione di sicurezza rimane comunque quella della creazione di percorsi protetti

per le biciclette,

si chiede di sapere se e quali iniziative si intendano intraprendere per introdurre l'uso obbligatorio

del casco per ciclisti di minore età e per promuovere nelle scuole una forte campagna a favore

dell'utilizzo del casco protettivo per ciclisti in età adolescenziale superiore ai sedici anni.

Atto n. 4-01477 (Iter in corso)

Pubblicato il 7 marzo 2007

Seduta n. 121

PETERLINI - Ai Ministri della difesa, dell'economia e delle finanze, della salute e dell'ambiente e

della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

l'aeroporto di Bolzano (Bolzano Dolomiti) è un impianto situato nella zona sud del capoluogo

altoatesino, nella zona di San Giacomo (per questo è comunemente indicato anche come Aeroporto

di San Giacomo), distante solo 6 chilometri dal centro della città e comunque nel centro abitato di

San Giacomo;

al di là del rumore e dell'inquinamento provocato dagli aerei civili, che è oggetto di mediazione in

sede provinciale, rimane il problema della forte rumorosità indotta dagli elicotteri dell' Esercito, dei

Carabinieri e della Guardia di finanza;

tale rumorosità, molto superiore a quella dell'aviazione civile, è cresciuta particolarmente negli

ultimi anni a causa dell'intensificazione degli addestramenti militari;

tali addestramenti determinano un alto tasso di inquinamento acustico ed atmosferico, dovuto ai

rumori ed ai gas emessi nelle fasi di decollo e di atterraggio;

in San Giacomo, a ridosso della ferrovia e dell'aeroporto sono presenti strutture sociali

estremamente sensibili quali asili, scuole materne, scuole elementari, campi gioco per i bambini e

biblioteca;

si esige il rispetto del silenzio negli orari notturni e il rispetto agli orari scolastici, che rappresentano

i momenti più preziosi per un buon apprendimento da parte dei bambini;

la rumorosità assordante dei velivoli, oltre a distrarre dalle abituali occupazioni i cittadini, fa molto

male alla salute,

si chiede di sapere:

anzitutto, se esista una normativa che regoli i tempi degli addestramenti militari;

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno ed urgente attivarsi al fine di limitare gli

addestramenti militari nell'aeroporto San Giacomo, non solo per favorire lo svolgimento delle

Page 273: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

273

attività lavorative e scolastiche in tutte le strutture attigue all'aeroporto, ma anche e soprattutto per

salvaguardare la salute dei cittadini dall'inquinamento acustico ed ambientale.

Atto n. 4-01568 (Iter concluso)

Pubblicato il 20 marzo 2007

Seduta n. 127

PETERLINI - Ai Ministri dei trasporti, delle infrastrutture e dell'ambiente e della tutela del

territorio e del mare. -

Premesso che:

per le proprie caratteristiche orografiche, le Alpi determinano un aumento del traffico negli stretti

fondovalle, dove si incontra la maggior parte delle abitazioni e si svolge gran parte dell’attività

economica. La A12 nella valle dell’Inn, la A13 e la A22, (Autostrada del Brennero) sono le arterie

stradali della rete di grande comunicazione del Tirolo e rappresentano i principali vettori di

trasporto per il traffico regionale, trasfrontaliero e transalpino;

soprattutto a partire dalla metà degli anni ’90, il traffico stradale lungo i valichi alpini è fortemente

aumentato, il che è riconducibile a diversi fattori. Da una parte, infatti, l’economia europea e a

livello globale si sviluppano in modo sempre più interdipendente, dall’altra la specializzazione e la

differenziazione dei processi produttivi e dell’offerta di servizi diventano sempre più marcati;

il passo del Brennero (1.370 metri) è il punto di collegamento più basso fra la parte a nord e a sud

dell’arco Alpino. Oggi il Brennero è il valico alpino con il maggior volume di traffico merci su

strada e la percentuale più alta di traffico transalpino. Nel 2004 lungo il Brennero sono state

trasportate su strada 31,5 milioni di tonnellate di merci, di cui 27,9 milioni solo tramite il trasporto

di merci su strada;

l’entrata dell’Austria nell’Unione europea nel 1995 ha comportato l’abbattimento delle barriere

doganali e ha influenzato sensibilmente la mobilità e il volume del traffico lungo il Brennero.

Inoltre le politiche nazionali dei trasporti degli stati membri dell’UE e la relativa introduzione del

pedaggio sulle autostrade sono a favore dello sfruttamento prioritario del tratto del Brennero.

Soprattutto alla fine del 2003, l’eliminazione del sistema degli ecopunti in Austria ha causato un

ulteriore incremento del numero di veicoli in transito lungo il Brennero;

la tendenza a prediligere il Brennero si mostra inoltre analizzando il bacino di utenza dei viaggi

degli autocarri e la percentuale del numero delle deviazioni, ovvero dei viaggi che risultano molto

più lunghi attraverso il Brennero, ma che vengono preferiti per risparmiare costi supplementari;

il bacino di utenza dei viaggi di transito lungo il Brennero sta aumentando: nel 1994 la distanza

media percorsa dagli autocarri in transito lungo il Brennero era di 950 chilometri, nel 2004 di 1.160

chilometri (confronto: Gottardo 1994: 710 chilometri, 2004: 720 chilometri). Dal confronto delle

deviazioni risulta che nel 55% dei casi, per i viaggi lungo il Brennero sarebbe esistito un percorso

analogo o una tratta alternativa molto più breve, il che non si verifica invece quasi mai nel caso del

Gottardo;

l'alta densità di traffico di mezzi pesanti produce rumori e provoca inquinamento e ciò non è

accettabile per chi vive lungo l’asse del Brennero. Le conseguenze negative di questo aumento di

TIR ha da tempo superato il livello di guardia ed è in gioco la salute della popolazione: infatti, studi

affermati dimostrano che chi ha passato l’infanzia nel raggio di 500 metri da una strada trafficata,

da adulto avrà quasi sicuramente malattie respiratorie;

non sono più procrastinabili interventi volti a ridurre il traffico pesante e il primo passo opportuno

sarebbe quello di fissare uguali condizioni di pagamento del pedaggio lungo l’intero arco alpino, in

modo che i TIR scelgano la via più breve e non quella meno cara (il Brennero),

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno ed urgente intervenire

mediante l'adozione di provvedimenti volti a:

Page 274: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

274

limitare al massimo il trasporto di merci su strada lungo il corridoio del Brennero, aumentando le

tariffe autostradali. Infatti, il sistema di tariffazione della rete autostradale, in base ai chilometri

percorsi, prevede importi troppo bassi per la tratta del Brennero per poter competere con le basse

tasse imposte agli autocarri che percorrono lunghe distanze attraverso la Germania e l’Italia e

giustificare quindi l’utilizzazione degli altri tratti stradali. Con l'aumento dei costi (oggi un TIR in

Italia viaggia a 14,7 centesimi, mentre in Svizzera a 57 e in Austria a 66) non sarà più conveniente

passare dal Brennero il cui tragitto, rispetto ad altre strade, è più lungo di 60 chilometri. Se le tariffe

fossero uguali, il 31 per cento del traffico al Brennero, che è traffico deviato grazie ai prezzi più

bassi, scomparirebbe;

vietare il transito ai mezzi di trasporto, specialmente inquinanti (euro 0 ed euro 1);

migliorare lo split modale (ripartizione del volume di traffico tra i singoli vettori di trasporto) a

favore della ferrovia, la cui potenzialità non è ancora sfruttata e accelerare, quindi, i lavori di

costruzione della stessa, soluzione ecologicamente più efficace per assorbire il traffico delle merci

di transito;

introdurre il divieto di transito notturno sull’autostrada, come avviene in Svizzera e Austria;

prevedere un limite di velocità inferiore a quello attuale; prevedere maggiori controlli per i mezzi

pesanti sui tempi di guida, le condizioni del mezzo, eccetera. Intervenire in tal senso

significherebbe ottenere vantaggi economici, sociali e ambientali e tutelare, quindi, la qualità della

vita degli abitanti.

Risposta scritta

Risposta. - L'attraversamento da parte di veicoli commerciali del valico del Brennero

rappresenta da sempre uno degli aspetti più problematici dell'attività di trasporto di merci su

strada nell'arco alpino.

La posizione geografica del valico, come terminale di un sistema autostradale che serve

l'intero Paese, consente di collegare direttamente con i mercati del nord dell'Europa non solo

le regioni più industrializzate della pianura Padana ma anche le regioni dell'Italia centrale e

meridionale, che necessitano di ottimizzare i tempi di trasporto, stante la tipologia di prodotti

esportati.

Nell'atto ispettivo si fa riferimento al fatto che la direttrice del Brennero viene scelta,

anche nei casi in cui il tragitto risulta più lungo rispetto a quello di altra possibile direttrice,

per la sua maggiore economicità in termini di pedaggio. Tale circostanza, va sottolineato,

costituisce, in ogni caso, un notevole vantaggio per le merci italiane in termini di

competitività.

Se vi è un indubbio aumento del traffico stradale di veicoli pesanti, con il conseguente

incremento dell'inquinamento ambientali e ed acustico, appare, però, doveroso sottolineare

che esso non deriva esclusivamente da tale fonte, ma vi contribuiscono anche altri fattori,

quali il traffico dei veicoli privati, il riscaldamento, le emissioni industriali e le molteplici

attività antropiche che si svolgono nella valle dell'Adige.

L'ipotizzato aumento delle tariffe autostradali, con il fine di scoraggiare l'utilizzo del

corridoio del Brennero da parte dei veicoli pesanti, equiparandone i costi a quelli di altre

direttrici, non è di semplice attuazione dal momento che qualsiasi modifica non può che

svolgersi nell'ambito dei limiti fissati a livello comunitario con la cosiddetta direttiva

«Eurovignette», il cui scopo precipuo è quello di dettare criteri per la fissazione dei pedaggi a

livello comunitario.

In particolare, è da rappresentare che la recente Direttiva 2006/38, che modifica la

precedente direttiva in materia, da attuare entro il 2008, prevede, per le infrastrutture situate

in zone montane, la possibilità di applicare al pedaggio base un mark up pari, al massimo, al

Page 275: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

275

25%, nonché, nei casi di particolare congestione del traffico, di prendere iniziative, in maniera

non discriminatoria (cosiddetti «diritti regolatori») .

Va, inoltre, evidenziato che la scelta del tragitto da parte degli operatori del trasporto

internazionale non viene effettuata soltanto in termini di convenienza economica e del

pedaggio, ma tiene in considerazione anche altri aspetti quali i tempi necessari per

l'assolvimento di obblighi di natura amministrativa, le pratiche doganali e le limitazioni alla

circolazione come, ad esempio, l'applicazione del cosiddetto sistema del contagocce del San

Gottardo.

Nella prospettiva di una diminuzione dell'inquinamento, non solo nella zona del

Brennero, appare maggiormente praticabile la soluzione di agevolare, con provvedimenti di

natura economico-finanziaria, la sostituzione di veicoli fortemente inquinanti con veicoli di

nuova generazione, a basso impatto sull'ambiente.

A tale riguardo; va ricordato che, anche in sede comunitaria, la scelta è stata quella di

calendarizzare in modo deciso l'introduzione di veicoli pesanti a ridotto impatto ambientale

(come, ad esempio, i veicoli di categoria EURO 5).

L'incentivazione alla sostituzione di veicoli vecchi con altri più ecologici, del resto, trae

spunto dal precedente «sistema ecopunti», nel quale per ottimizzare i punti disponibili, era

necessario utilizzare, da parte delle imprese di trasporto, veicoli a bassa emissione di NOx, cui

corrispondeva un più basso numero di ecopunti necessario per l'attraversamento del

territorio austriaco.

Questa linea comportamentale ha fatto sì che le imprese, negli anni, per una migliore

gestione dell'attività, abbiano provveduto al rinnovamento del parco veicolare, riducendo il

numero dei veicoli di categoria EURO 0 ed EURO 1.

Inoltre, con direttiva del Ministero dei trasporti del 30 novembre 2006, sulla base

dell'Accordo di Programma stipulato dalle Province Autonome di Trento e Bolzano con il

Land austriaco del Tirolo, è stato introdotto un divieto di circolazione, riguardante i veicoli

pesanti delle categorie sopra citate, sull'autostrada A22 del Brennero e sulla strada statale 12

dell'Abetone e del Brennero, nel periodo dallo gennaio al 30 aprile 2007, proprio con l'intento

di diminuire la concentrazione degli agenti inquinanti nella zona. Tale direttiva affida ai

Prefetti competenti per territorio l'incarico di emanare concretamente gli appositi

provvedimenti applicativi.

Relativamente alla possibilità di ripartire in maniera migliore il volume del traffico di

merci tra le diverse modalità di trasporto, in particolare verso la ferrovia, si rileva che

l'attuale infrastruttura ferroviaria Verona - Monaco non presenta, attualmente, margini che

consentano un incremento del traffico, essendo sostanzialmente satura, certamente fino ad

almeno il 2010. L'eventuale modesto margine di incremento sul territorio italiano sarebbe

vanificato dall'esistenza di una «strozzatura» in territorio austriaco.

Si ritiene, inoltre, che i lavori relativi a nuove infrastrutture avendo dei tempi molto

lunghi, non possano garantire, a breve, una valida alternativa al trasporto stradale, anche se il

loro completamento costituisce, indubbiamente, un'alternativa auspicabile, sebbene

praticabile a lungo termine.

D'altronde, l'alternativa ferroviaria deve essere concorrenziale con quella stradale, sia in

termini economici sia in termini pratici.

Per quanto attiene il divieto di transito notturno sul tratto italiano dell'autostrada del

Brennero, analogamente a quanto avviene già sulle autostrade svizzere ed austriache, va

sottolineato che l'introduzione di un tale tipo di provvedimento non sarebbe risolutivo rispetto

alla denunciata concentrazione dell'inquinamento nella zona del Brennero, in quanto non si

tradurrebbe in una diminuzione del traffico stradale, ma avrebbe come unico effetto quello di

determinarne un incremento nelle ore diurne, con il conseguente aumento della

concentrazione degli elementi inquinanti, senza reali certezze sui presunti benefici effetti per

le popolazioni del posto e per l'ambiente in generale.

Page 276: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

276

Relativamente alla problematica del controllo dei tempi di guida e di riposo dei mezzi

pesanti che circolano in Italia, questa Amministrazione ha avviato, di concerto con il

Ministero dell'Interno, una vasta attività di controllo su strada dell'autotrasporto su tutto il

territorio nazionale, avvalendosi dei Centri Mobili di Revisione.

In tal modo viene contemporaneamente assicurato un efficace controllo dei conducenti

(tempi di guida e di riposo, regolarità del rapporto di lavoro, ecc.), delle condizioni tecniche

dell'automezzo (sicurezza stradale) e del rispetto delle condizioni in cui viene svolto il

trasporto (contrasto all'abusivismo).

Sin dall'inizio di tale modalità di controllo, il corridoio costituito dalla A22 è stato

individuato come una delle aree strategiche del territorio e ivi viene continuamente svolta

un'intensa attività, a cui si aggiungono periodicamente operazioni congiunte di polizia

stradale italo-austriache.

Il Ministro dei trasporti

Bianchi

Atto n. 4-01592 (Iter in corso)

Pubblicato il 21 marzo 2007

Seduta n. 129

PETERLINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'ambiente e della tutela del

territorio e del mare e degli affari esteri. -

Premesso che

i cambiamenti climatici rappresentano una delle principali sfide del nostro secolo, visto che le

conseguenze ambientali, economiche e sociali che essi comportano sono potenzialmente

catastrofiche e che i danni economici dovuti a catastrofi naturali sono aumentati di sei volte rispetto

al livello degli anni '60;

secondo i calcoli del California institute of technology la navigazione aerea è responsabile del 10 %

dell'effetto serra mondiale, e considerando il notevole trend di crescita registrato dal settore dei

voli, destinato a triplicare entro il 2050, l'impatto ambientale degli aeromobili è tra le minacce più

gravi per l'ambiente;

gli aerei commerciali generano 600 milioni di tonnellate di CO2 l'anno, rilasciano ossidi di azoto

direttamente nella troposfera (la parte inferiore dell'atmosfera, sede dei fenomeni atmosferici) dove

si ossidano nell'ozono troposferico che funziona come potente gas serra;

in questi ultimi anni i viaggi low cost hanno fatto crescere drasticamente il traffico aereo e

l'inquinamento correlato,

i velivoli vanno a cherosene, un carburante di origine fossile che finora rimane esonerato dalla

tassazione, provocando una concorrenza sleale rispetto ad altri modi di trasporto ben più sostenibili,

come ad esempio il treno. A causa dell'assenza di una tassa sul carburante aereo, le compagnie

aeree possono tenere i prezzi artificialmente bassi, facendo gravare il costo dell'inquinamento

sull'intera società anziché sul solo passeggero;

il trasporto aereo internazionale non è soggetto agli impegni derivanti dal Protocollo di Kyoto sulle

riduzioni obbligatorie dei gas serra, né ad altri impegni internazionali in materia di cambiamenti

climatici;

il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione 2005/2249(INI) che mira a ridurre l'impatto del

trasporto aereo sui cambiamenti climatici mediante un sistema di scambi delle quote di emissione

su tutti voli in partenza dal territorio dell'Unione Europea, un limite oltre il quale le compagnie

aeree saranno costrette ad acquistare i diritti delle emissioni;

Page 277: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

277

in occasione del recente vertice dell'Unione europea sul clima, anche la cancelliera tedesca Angela

Merkel ha chiesto la tassazione del cherosene come provvedimento concreto a favore della tutela

del clima e della salvaguardia ambientale,

si chiede di sapere:

quali misure si intendano intraprendere per affrontare tutti gli effetti del trasporto aereo sul clima;

quali misure si intendano intraprendere combattere gli squilibri di concorrenza prodotti dalle

esenzioni fiscali relative al trasporto aereo in confronto ad altri modi di trasporto meno inquinanti;

se non si ritenga doveroso elaborare proposte concrete a riguardo, come l'applicazione del principio

"chi inquina paga" attraverso la tassazione del cherosene e di conseguenza, attraverso la

rinegoziazione degli accordi sul servizio aereo, come anche attraverso l'introduzione di un sistema

globale di "cap and trade", tetto per le emissioni e scambio di quote.

Atto n. 4-01673 (Iter in corso)

Pubblicato il 30 marzo 2007

Seduta n. 134

PETERLINI - Al Ministro dei trasporti. -

Premesso che:

al Consiglio provinciale di Bolzano sono state presentate interrogazioni in merito ai disagevoli orari

dei treni che da Bolzano portano a Roma e, soprattutto, alle esigue possibilità di viaggiare di notte

in vagone letto;

anni fa esisteva un comodissimo treno con vagone letto che viaggiava di notte e, con partenza da

Bolzano verso le ore 23.00 ed arrivo a Roma la mattina successiva, portava uomini d’affari, politici

e funzionari provinciali direttamente al centro di Roma, dove arrivavano in tempo utile per poter

sbrigare i loro affari;

attualmente esiste un treno che parte da Bolzano intorno alle ore 21.00 (troppo presto per chi ha

impegni serali) e arriva a Roma all'alba, quindi molto presto al mattino;

esiste un altro treno, proveniente da Monaco, che a Bolzano passa verso le ore 1.30 di notte (molto

tardi) ma almeno, una volta, offriva la possibilità di viaggiare in vagone letto dal Nord verso la

Capitale. Oggi, nei vagoni letto del treno EN 287, proveniente dalla Germania, sono ammessi solo

viaggiatori in traffico internazionale e, pertanto, da Bolzano si possono acquistare solo posti a

sedere;

l'impossibilità di prendere il treno, per i motivi sopra esposti, obbliga a viaggiare più

frequentemente in aereo e, nell'obiettivo di ridurre le emissioni nocive ed alterative del clima, anche

l'Italia è chiamata a contribuire al trasferimento del traffico alle rotaie, con più efficienza e con

servizi più adatti alle esigenze dei passeggeri;

è difficilmente comprensibile il motivo per cui la collaborazione internazionale all’interno della

UE, nell’era informatica, sia diventata più difficile,

si chiede di sapere:

se vi siano possibilità concrete di poter posticipare la partenza del treno Bolzano-Roma dalle ore

21.00 alle ore 23.00 (o 24.00) circa;

quali siano le difficoltà tecniche insuperabili che attualmente impediscono l’accesso, anche da

Bolzano, al vagone letto sul treno internazionale con destinazione Roma, come invece avveniva in

passato;

se vi sia da parte del Ministro in indirizzo l’interesse a mantenere un’offerta ottimale di trasporto

ferroviario con destinazione Roma;

Page 278: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

278

se non ritenga opportuno intraprendere iniziative volte a superare gli ostacoli frapposti alla

possibilità di prenotare un posto in wagon-lit o una cuccetta da Bolzano a Roma o posticipare la

partenza del treno da Bolzano a Roma alle ore 23.00 o 24.00;

se non ritenga che una simile offerta possa favorire l'interesse superiore alla tutela del clima e

dell'ambiente, certamente non resi migliori dall'aumento del traffico aereo ed automobilistico.

Atto n. 4-01732 (Iter in corso)

Pubblicato il 11 aprile 2007

Seduta n. 138

PETERLINI - Al Ministro degli affari esteri. -

Premesso che:

Michael Seifert, nato a Landau (Ucraina) il 16 marzo 1924 e attualmente residente a Vancouver

(Canada), durante la guerra tra l’Italia e la Germania, ha prestato servizio nelle forze armate

tedesche, nemiche dello Stato italiano, con il grado di Gefreiter (o Rottenfuhrer) delle SS,

equivalente a quello di caporale ed ha svolto, in particolare, le funzioni di addetto alla vigilanza del

campo di concentramento di transito (Polizeiliches Durchgangslager) istituito dalle autorità militari

tedesche in Bolzano, nel periodo compreso tra dicembre 1944 e aprile 1945;

agendo da solo e talvolta in concorso con altri militari appartenenti alle SS, in particolare con un

altro ucraino-russo, identificato solo con le generalità di Otto Sein, con più azioni esecrabili e senza

giustificato motivo, ha cagionato la morte di numerose persone (almeno diciotto) che si trovavano

prigioniere nel campo di concentramento di Bolzano, praticando nei loro confronti sevizie e atrocità

ed agendo con crudeltà efferata e con premeditazione;

Michael Seifert, nella notte fra il 31 marzo (Sabato santo) ed il 1° aprile (Pasqua) del 1945, in

concorso con Otto Sein, nelle celle d’isolamento del lager di Bolzano, dopo avere inflitto violente

bastonate al giovane prigioniero Bortolo Pezzutti, lo uccideva squarciandogli il ventre con un

oggetto tagliente;

il Tribunale militare di Verona, con sentenza emessa in data 24 novembre 2000, ha condannato alla

pena dell’ergastolo Michael Seifert, per i reati ascrittigli, tra i quali l’omicidio di Bortolo Pezzutti

ed altri,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda avviare contatti con il Governo canadese

affinché acconsenta all’estradizione in Italia di Michael Seifert, al fine dell'esecuzione della pena

dell’ergastolo, alla quale è stato condannato, confermata anche dalle successive sentenze in appello

e in Cassazione, per gli efferati delitti commessi nei confronti di Bortolo Pezzutti e di altre persone

nel campo di concentramento di Bolzano.

Atto n. 4-01887 (Iter in corso)

Pubblicato il 8 maggio 2007

Seduta n. 148

PETERLINI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

le recenti disposizioni fiscali introdotte con la legge finanziaria per il 2007 ed il decreto collegato

penalizzano pesantemente le imprese, soprattutto per quanto riguarda le restrizioni relative alla

deducibilità dei costi per l’acquisto e l’impiego delle autovetture aziendali, che comportano un

notevole incremento delle imposte dovute dalle aziende. Infatti, con il decreto-legge n. 262 del 3

ottobre 2006, convertito dalla legge 24 novembre 2006, n. 286 (articolo 7, commi 25-26) viene

Page 279: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

279

rivista e fortemente ridimensionata la disciplina relativa alla deducibilità delle auto aziendali, ai fini

delle imposte dirette e dell’IRAP, e con effetto retroattivo dal 2006;

le auto date in uso promiscuo ai dipendenti (prima integralmente deducibili) diventano deducibili

limitatamente al costo corrispondente al valore tassato come benefit al dipendente (cioè il 50% -

prima il 30% - dell’importo corrispondente ad una percorrenza di 15.000 chilometri calcolato sulla

base delle tariffe ACI) e le altre auto utilizzate nell’esercizio d’impresa (prima deducibili come

quota di ammortamento nella misura del 50% nel limite di costo di 18.000 euro) non sono più, di

fatto, deducibili, salvo i pochi casi in cui senza auto non è possibile esercitare l’attività, come per i

concessionari auto ed il settore dell’autonoleggio;

il fatto più preoccupante è che la norma ha effetto retroattivo, gravando a posteriori scelte

imprenditoriali già operate in buona fede e nel rispetto della legalità;

queste disposizioni, che contrastano con i principi della tutela e della buona fede, minano alla

radice il rapporto di lealtà che deve sussistere tra le istituzioni e i cittadini. La misura diretta a

compensare l’erario della perdita di gettito conseguente la recente sentenza della Corte di giustizia

europea sull’illegittimità del regime dell’indetraibilità IVA per gli autoveicoli in realtà porterà ad

un consistente aggravio della tassazione, in quanto è impensabile prevedere una detraibilità

dell’IVA al 100%;

sono state punite le imprese già ingiustamente penalizzate rispetto agli altri Paesi europei. Inoltre,

la volontà di penalizzare la concessione in uso promiscuo di autovetture aziendali crea ulteriori

notevoli costi alle imprese, oltre alla ridotta deducibilità. L’aumento, infatti, della quota imponibile

in capo al dipendente produce automaticamente un aumento del costo contributivo ed un aumento

del costo per il TFR in capo all’azienda, oltre che un aumento fiscale e previdenziale in capo al

dipendente;

le disposizioni che regolano il rimborso dell’IVA sono gravemente inique e violano il divieto di

onerosità delle procedure di rimborso di un’imposta dichiarata illegittima dalla Corte di giustizia

dell'Unione europea. La norma prevede infatti che i contribuenti che volessero procedere con la

richiesta di rimborso analitico sono costretti, dal decreto direttoriale, a produrre documentazione

amministrativo-contabile “atta ad individuare la percorrenza e l'utilizzo del veicolo in orari e su

percorsi coerenti con l'esercizio dell'attività esercitata”, documenti che nessuna norma, antecedente

all'attuale decreto direttoriale, obbligava a redigere e conservare. Coloro, poi, che avessero ceduto

l'auto per la quale chiedono il rimborso, sono chiamati a restituire l'IVA sull'intero imponibile di

vendita, in spregio al principio di correlazione con l'imposta rimborsata dall'erario calcolata, invece,

in percentuale forfetaria. Inoltre non viene fissato alcun termine entro il quale l'Amministrazione è

tenuta ad operare i predetti rimborsi, né alcuna forma di interesse compensativo;

entro il mese di maggio 2007 è prevista la decisione della Commissione UE che, con molta

probabilità, accetterà la richiesta dello Stato italiano di limitare la detraibilità dell’IVA sulle

autovetture aziendali al 40 o 50 per cento,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno ed urgente, anche alla luce

delle promesse già fatte in merito dal Governo:

rivedere la normativa sulla deducibilità delle spese per la autovetture ai fini delle imposte dirette;

correggere il decreto direttoriale per la restituzione dell’IVA non detratta negli anni passati;

prevedere l’abolizione della retroattività per il 2006 della norma che vieta la deducibilità dei costi

sostenuti per le autovetture.

Atto n. 4-01979 (Iter in corso)

Pubblicato il 16 maggio 2007

Seduta n. 154

PETERLINI , PINZGER , BOSONE , BINETTI , BAIO , BOBBA , SANTINI , BETTAMIO ,

Page 280: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

280

MANTOVANO , ASCIUTTI , BURANI PROCACCINI , BRISCA MENAPACE , SAPORITO ,

MARCONI , SELVA , BUTTIGLIONE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della

salute e per le politiche per la famiglia. -

Premesso che:

la vicenda del piccolo Tommaso, il bimbo sopravvissuto per sei giorni presso la Divisione di

Rianimazione pediatrica dell’Ospedale Meyer di Firenze, a seguito di un aborto "terapeutico",

praticato alla ventiduesima settimana (oltre cinque mesi) di gestazione presso l'Ospedale Carreggi

di Firenze, per sospetta atresia dell'esofago e morto l'8 marzo 2007 per emorragia cerebrale e

conseguente arresto cardiaco, ha destato scalpore e soprattutto sconcerto;

il bimbo era infatti sanissimo e la diagnosi si è rivelata sbagliata. Ma il dubbio che avesse una

malformazione ha indotto i genitori ad autorizzare l’aborto;

il piccolo Tommaso non era un insieme di cellule, ma un bambino che avrebbe potuto vivere se la

gravidanza fosse proseguita. Il triste episodio, più che essere classificato come un caso di

“malasanità”, è da annoverare tra i casi di violazione della legge 22 maggio 1978, n. 194 sulla

tutela della maternità e sulla interruzione volontaria della gravidanza, la stessa che tutti, a parole,

difendono. Facendo leva sulle comprensibili ansie materne, sul desiderio umanissimo di avere un

figlio in buona salute, vengono ormai eliminati feti con difetti minimi, che si potrebbero

tranquillamente operare o curare. I test prenatali si basano su una concezione probabilistica, che

difficilmente offre certezze. Ma questo non viene detto in modo chiaro alle donne e, nel caso del

bimbo Tommaso, se i medici avessero indotto la madre alla riflessione non ci sarebbe stato

l'ennesimo caso di negazione del diritto alla vita;

la legge 194/78, all'art. 6 afferma che “L'interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi

novanta giorni, può essere praticata: a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave

pericolo per la vita della donna; b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi

a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute

fisica o psichica della donna”. Inoltre all'art. 7 si sostiene che “Quando sussiste la possibilità di vita

autonoma del feto, l'interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso di cui alla

lettera a) dell'articolo 6 e il medico che esegue l'intervento deve adottare ogni misura idonea a

salvaguardare la vita del feto”;

a circa trenta anni dell’approvazione della legge 194/78, i propositi proclamati al primo comma

dell'articolo 1 della legge ("Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile,

riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio") non sembrano aver

trovato concreta realizzazione: gli aborti clandestini non solo non sono diminuiti, ma sono

aumentati. La cifra degli aborti praticati in Italia da quando è in vigore la legge 194 è

impressionante: 4.350.000;

nel 1986 il 27,2 per cento delle gestanti che hanno abortito aveva già fatto ricorso all'aborto in

precedenza almeno una volta, nel 1990 il 28,9 per cento: una recidività così diffusa conferma il

carattere meramente propagandistico proprio del compito dichiarato di rendere “cosciente” e

“responsabile” la procreazione;

si registra una pratica abortiva capillare che non è spiegata da situazioni eccezionali, da pericoli seri

o reali per la salute o da difficoltà economiche familiari: dalla relazione ministeriale del 1990 si

deduce che le donne che abortiscono sono in gran parte coniugate (62,5 per cento), in età compresa

fra i 20 e i 39 anni (63,9 per cento), con sufficiente livello di istruzione (75,3 per cento), e con non

più di due figli (81,3 per cento). L'aborto è diventato una scelta di cultura;

in tutti questi anni è mancata una vera tutela per le “maternità difficili”: infatti i consultori pubblici

si limitano, nella maggior parte dei casi, a rilasciare la certificazione per abortire e ad indirizzare le

donne verso i centri a ciò abilitati;

la legge n. 194 del 1978 ha contribuito ad incrementare il terribile calo della natalità e ad aggravare,

quindi, i problemi ad esso connessi,

si chiede di sapere:

Page 281: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

281

se il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri in indirizzo non ritengano che la vicenda del

bimbo Tommaso ed i dati citati debbano essere anzitutto oggetto di riflessione. L’aborto è

comunque una realtà dolorosa, per la donna e per la società, al di là di ogni confessione religiosa. È

una realtà che deve essere rivista non in chiave emotiva, non con posizioni a priori ideologiche,

non in base ad analisi statistiche, ma sulla base del più semplice e vero principio di ordine

scientifico. Tommaso non è stato solo un caso di malasanità ma rappresenta anche l’apice di una

cultura dominante, dove sembra prevalere il principio della "eliminazione" piuttosto che del curare.

È pertanto urgente pensare ad una legge basata sul principio dell’accoglienza e della cura e non che

autorizzi al rifiuto ed all’indifferenza;

se non ritengano la denatalità, con tutte le sue implicazioni di carattere etico, economico, culturale e

sociale, un tema al quale non si può continuare ad accostarsi attraverso articoli di stampa o tavole

rotonde, ma un tema degno della più profonda ed accurata analisi da parte di uno Stato;

se non ritengano, pertanto, doveroso ed urgente modificare la legge 22 maggio 1978, n. 194 sulla

tutela della maternità e sulla interruzione volontaria della gravidanza, al fine di ristabilire con

fermezza e senza ambiguità il principio che è indispensabile prevenire l'aborto con tutti i mezzi,

creando strutture di sostegno alla famiglia, alla donna ed incoraggiando la maternità. Per questo è

improcrastinabile una applicazione tempestiva dei primi articoli della legge, con l'attivazione in

tempi rapidi dei consultori, facilitando la presenza di volontari, ai sensi dell'articolo 2, comma 2

della legge 194.

Atto n. 4-02378 (Iter concluso)

Pubblicato il 13 luglio 2007

Seduta n. 192

PETERLINI - Al Ministro delle infrastrutture. -

Premesso che:

la popolazione dell'Alto Adige-Sudtirol apprezza molto l'attenzione che il Ministro in indirizzo

dedica al tema della nuova ferrovia del Brennero e specialmente alle rassicurazioni di volerla

realizzare in accordo con i rappresentanti della popolazione;

i cittadini, in special modo quelli del sud di Bolzano, durante una delle recenti missioni del

Ministro in provincia di Bolzano, hanno gradito molto la visita a Egna, in Bassa Atesina, alla sede

della Comunità di valle e l'incontro con i rappresentanti delle amministrazioni locali e con

l'interrogante al fine di rendersi conto della delicata situazione ambientale, sicuramente la più

sensibile di tutto il tratto della nuova ferrovia del Brennero e delle tratte di accesso alla galleria;

già in quella occasione, è stata rappresentata l'assoluta necessità di realizzare il tratto della nuova

ferrovia a sud di Bolzano, da Bronzolo ad oltre Salorno, in galleria e in contemporanea con la

realizzazione della circonvallazione di Bolzano stessa, rassicurando sull'intento di voler progredire

nella realizzazione del progetto, tenendo conto delle istanze della popolazione locale;

la Giunta provinciale di Bolzano, nel dare il proprio assenso previsto dallo Statuto di autonomia

alla nuova linea del Brennero, ha condizionato lo stesso alla realizzazione contemporanea, sotto

terra, di questo tratto delicato della nuova ferrovia;

nel Documento di programmazione economica e finanziaria 2008-2011 sono definite le tratte

prioritarie del raddoppio Fortezza-Verona e, tra l'altro, "le circonvallazioni di Bolzano e Rovereto e

le tratte di congiunzione". Questo significa che il Governo nel DPEF 2008-2011 ha tenuto conto

delle istanze della Bassa Atesina volte ad includere le tratte di congiunzione a sud di Bolzano tra le

priorità assolute delle tratte di accesso alla galleria del Brennero;

al question time svoltosi presso la Camera dei deputati lo scorso 11 luglio 2007, il Ministro, nel

rispondere all'on. Siegfried Brugger, ha invece limitato la rassicurazione alla realizzazione

contemporanea della circonvallazione di Bolzano, senza menzionare (a differenza di quanto

Page 282: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

282

contenuto nel DPEF 2008-2011) le tratte di congiunzione. Infatti l'on. Brugger, nella sua replica, ha

chiesto garanzie che "nel lotto della circonvallazione Bolzano sia compresa anche (ciò oggi non è

chiaro) la tratta sotterranea che riguarda la Bassa Atesina, area molto sensibile e problematica",

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno dare rassicurazioni al riguardo e

tranquillizzare così la popolazione della zona della Bassa Atesina, già molto esposta alle alterazioni

ed inquinamenti acustici ed ambientali causati dalla presenza in questa zona dalla ferrovia,

dell'autostrada e degli impianti ecologici di smaltimento rifiuti, tenendo conto della proposta di

realizzare il tratto a sud di Bolzano ed oltre Salorno in galleria, contemporaneamente alla

circonvallazione di Bolzano.

Risposta scritta

Risposta. - Il progetto relativo al «Nuovo collegamento Innsbruck-Verona:

Quadruplicamento Fortezza-Verona» è stato suddiviso in quattro lotti funzionali prioritari e

in tre lotti di completamento.

I lotti funzionali prioritari individuati sono:

tratta Fortezza-Ponte Gardena, per ridurre la pendenza massima dall'attuale 22 per

cento all'11 per cento;

circonvallazione di Bolzano, per separare i flussi merci da quelli viaggiatori regionali e

a lunga percorrenza;

circonvallazione di Trento, per separare i flussi merci da quelli viaggiatori regionali e a

lunga percorrenza;

razionalizzazione dell'accesso al nodo di Verona, per rendere compatibile la nuova

infrastruttura con la linea AV/AC Milano-Venezia e con i terminali merci del nodo.

Il tratto della futura linea di accesso sud al tunnel di base del Brennero, che si svilupperà

nella cosiddetta Bassa Atesina e cioè fra l'interconnessione di Bronzolo (a nord) ed il confine

fra le due Province previsti nel Progetto.

Le attività progettuali dei lotti di completamento si sono limitate finora all'acquisizione

delle informazioni dallo studio di fattibilità del '93 ed ai necessari adeguamenti progettuali in

corrispondenza delle connessioni con i lotti funzionali.

Pertanto non risulta stabilito alcun tracciato per quel che riguarda i lotti di

completamento, sia in Alto Adige, sia in Trentino, sia nella Provincia di Verona.

Inoltre, mente per i lotti funzionali prioritari la data di attivazione è prevista

contemporanea a quella del Tunnel di Base del Brennero e cioè nel 2020/2022, l'attivazione

dette tratte di completamento è posta all'orizzonte 2030.

Il Progetto Preliminare dei quattro lotti funzionali prioritari è stato trasmesso nel giugno

2003 al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'inoltro al CIPE secondo l'iter

autorizzativo previsto dalla legge 443/2001 (Legge Obiettivo).

Ad oggi il Progetto non è stato ancora approvato.

Nel Contratto di Programma 2007-2011, attualmente in corso di approvazione, sono stati

individuati i progetti ammissibili al finanziamento e fra questi è compreso il PP1,

limitatamente a:

accesso al Brennero Fortezza-Verona: 3 lotti prioritari;

accesso al Brennero Fortezza-Verona: ulteriore fase prioritaria, circonvallazione di

Trento.

Page 283: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

283

Ultimamente, con Accordo sottoscritto il 26 febbraio 2007 fra la Provincia Autonoma di

Trento ed R.F.I., tra le altre cose, è stato deciso di provvedere allo studio di fattibilità delle

tratte di completamento ricadenti nel territorio della provincia di Trento a cura e con il

Coordinamento di un gruppo misto, costituito da tecnici di R.F.I. e della provincia di Trento.

La stessa Provincia contribuisce finanziariamente allo sviluppo di detto studio.

Sono stati avviati contatti per analoghe iniziative con la Regione Venero, la Provincia di

Verona e la Provincia Autonoma di Bolzano.

Le tratte di congiunzione citate nell'interrogazione sono quelle nel territorio della

Provincia Autonoma di Trento e pertanto non riguardano il territorio limitrofo della

Provincia Autonoma di Bolzano, la cosiddetta Bassa Atesina, che però potrà essere

analogamente coinvolta nell'iniziativa di sviluppare lo studio di fattibilità se aderirà all'invito

di definire un accordo simile a quello citato.

Il Ministro delle infrastrutture

Di Pietro

Atto n. 4-02653 (Iter concluso)

Pubblicato il 18 settembre 2007

Seduta n. 214

PETERLINI - Al Ministro delle infrastrutture. -

Premesso che:

il Comitato interministeriale di programmazione economica (CIPE), nell'ambito del progetto

preliminare di quadruplicamento della tratta Verona-Fortezza, ha dato parere positivo alla

realizzazione della tratta d'accesso sud alla galleria di base del Brennero, tra Fortezza e Ponte

Gardena, e alla circonvallazione ferroviaria di Bolzano;

per la realizzazione dell'intera opera è prevista una spesa superiore ai 2 miliardi e mezzo di euro,

buona parte dei quali saranno destinati ai due lotti altoatesini. Il primo, quello riguardante appunto

la tratta d'accesso sud al tunnel di base del Brennero, prevede un collegamento in galleria tra

Fortezza e Ponte Gardena, e costerà 1.456 milioni di euro. Il secondo lotto, invece, è relativo alla

circonvallazione ferroviaria di Bolzano, per la cui realizzazione è prevista una spesa pari a 795

milioni di euro. Assieme al parere positivo alla realizzazione delle due opere, il CIPE ha anche

stanziato un primo contributo di 59 milioni di euro, che verranno destinati alla progettazione

definitiva dei lavori;

le altre tratte, previste come prioritarie, riguardano il Trentino (circonvallazione di Trento e

circonvallazione di Rovereto) ed il Veneto (accesso di Verona) e dovranno essere deliberate

prossimamente;

non è prevista alcuna traccia della tratta di accesso nella Bassa Atesina, tratta più delicata

prospettata in galleria, più volte segnalata al Ministro, anche nei suoi sopraluoghi a Egna e

Bolzano, e inclusa come tratta di connessione nel DPEF. Non è di fatto accettabile che gli abitanti

della Bassa Atesina debbano aspettarsi che, dopo la realizzazione della galleria di base, saranno più

di 300 i treni che transiteranno giornalmente a cielo aperto e sulla vecchia tratta;

è stata rappresentata l'assoluta necessità di realizzare il tratto della nuova ferrovia a sud di Bolzano,

da Bronzolo ad oltre Salorno, in galleria e in contemporanea con la realizzazione della

circonvallazione di Bolzano stessa, rassicurando sull'intento di voler progredire nella realizzazione

del progetto, tenendo conto delle istanze della popolazione locale,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno dare rassicurazioni riguardo alla

realizzazione del tratte d'accesso a sud di Bolzano ed oltre Salorno in galleria, contemporaneamente

Page 284: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

284

alla circonvallazione di Bolzano, e tranquillizzare così la popolazione in agitazione della zona della

Bassa Atesina, già molto esposta alle alterazioni ambientali e all'inquinamento acustico causati

dalla presenza in questa zona dalla ferrovia, dell'autostrada e degli impianti ecologici di

smaltimento rifiuti.

Risposta scritta

Risposta. - In occasione di un incontro tra il Ministero delle infrastrutture e gli enti locali

interessati nel novembre 2006 è stato esaminato il progetto d'investimento relativo alla nuova

linea di accesso sud al tunnel di base del Brennero.

Tale linea prevede la realizzazione nella provincia di Bolzano di due lotti prioritari -

quelli di cui il CIPE nella seduta del 30 agosto 2007 ha approvato la progettazione preliminare

rappresentata da Ferrovie dello Stato SpA nel giugno 2003 - il 1º Portezza-Ponte Gardena e il

2º Cardano-Bronzolo (circonvallazione di Bolzano), la cui attivazione è prevista nel 2020 in

concomitanza con l'attivazione del tunnel.

I restanti due tratti di linea non compresi nei lotti prioritari della provincia di Bolzano,

Ponte Gardena-Cardano e Bronzolo-Salorno fanno parte dei lotti di completamento, di cui

non è prevista per il momento alcuna fase progettuale e che comunque traguardano

l'attivazione nel 2030.

Da ultimo, il Ministero ha intensificato i propri sforzi per giungere ad una fattiva

definizione della fase progettuale e, in data 6 novembre, si è quindi tenuto presso il Dicastero,

un incontro con le parti interessate nel quale è stato convenuto di dare avvio alla

progettazione preliminare di un quinto lotto della tratta di accesso alla galleria del Brennero

tra Fortezza e Verona relativo al tratto Bolzano Sud-Salorno.

A tal fine il Ministero ha espresso la propria disponibilità a sottoscrivere entro la fine

dell'anno in corso l'atto integrativo all'Accordo di programma quadro già sottoscritto con la

provincia autonoma di Bolzano.

Il Ministro delle infrastrutture

Di Pietro

Atto n. 4-03446 (Iter in corso)

Pubblicato il 26 febbraio 2008

Seduta n. 281

PETERLINI - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

l'interrogante è membro del Gruppo parlamentare "Per le Autonomie" del Senato della Repubblica

a far data dal 18 maggio 2006, nonché Presidente del Gruppo stesso dal 19 maggio 2006;

fa parte del partito Südtiroler-Volkspartei (SVP);

alle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 è stato eletto al Senato della Repubblica in Trentino-Alto

Adige/Südtirol nel collegio n. 4 di Bolzano, con il Gruppo elettorale L'Unione-SVP (in base ad un

accordo tra la coalizione ed il partito);

nel simbolo sotto il quale è stato eletto è contenuta la dicitura SVP-L'Unione, inoltre due cerchi

racchiudono uno la Stella Alpina con la sigla SVP e l'altro un arcobaleno con la scritta L'Unione

Prodi;

Page 285: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

285

il Gruppo parlamentare "Per le Autonomie" è composto da due senatori eletti sotto il simbolo dalla

SVP, tre senatori SVP-L'Unione, incluso l'interrogante, tutti eletti in Trentino-Alto Adige, un

senatore della Valle d'Aosta e altri quattro senatori di altre regioni eletti con altro simbolo;

alla Camera dei deputati la SVP ha quattro deputati;

il partito SVP ha deciso di riconfermare la candidatura dell'interrogante con un nuovo simbolo che

non conterrà solamente la Stella Alpina e la sigla SVP, ma anche altra grafica, diversa dalla

precedente,

si chiede di sapere:

se il partito sia esonerato o meno dalla raccolta delle firme, presentandosi con un nuovo simbolo

alle prossime elezioni politiche che si svolgeranno il 13 e 14 aprile 2008;

se il partito della SVP possa presentare un ulteriore diverso simbolo in altra regione.

Page 286: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

286

INTERVENTI VARI IN ASSEMBLEA

Page 287: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

287

Fiducia al Governo Prodi-II

19 maggio 2006

PRESIDENTE. È iscritto a parlare per dichiarazione di voto il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevole Presidente del Consiglio onorevoli colleghi,

l'obiettivo principale del ricostituito Gruppo per le Autonomie è la difesa e lo sviluppo del modello

di autonomia e di convivenza delle pluralità linguistiche e culturali del nostro Paese, che ha dato

visibili frutti per lo sviluppo economico e sociale delle nostre comunità.

Il nucleo del Gruppo è composto da senatori eletti nelle Regioni autonome del Trentino-Alto Adige

Südtirol, della Valle d'Aosta, della Sicilia e degli amici delle Autonomie della Lombardia, del

Veneto e del Piemonte.

Il nostro lavoro vuole essere una testimonianza viva di un modello di successo di autogoverno del

territorio e di una politica vicina alla gente e alle esigenze delle comunità locali, a difesa delle

minoranze linguistiche, delle autonomie speciali, ma anche di un vero federalismo e di una

maggiore autonomia finanziaria di tutte le Regioni e di tutti gli enti locali.

Signor Presidente, la situazione del Paese per il quale assume la responsabilità di Governo non è

affatto rosea. E per l'Italia la ripresa economica è ancora lontana mentre il resto dei Paesi europei ha

saputo reagire alla crisi economica grave.

Il PIL non ha potuto crescere; sono cresciuti invece il deficit e il debito pubblico. La competitività

delle nostre aziende si è indebolita; le esportazioni hanno difficoltà di controbilanciare la pressione

dell'offerta globale sul mercato. Gli stipendi non hanno tenuto il passo con l'inflazione; le famiglie

hanno grandi difficoltà ad arrivare a fine mese; le aziende preferiscono, come lei ha sottolineato,

contratti di lavoro precario e i giovani hanno difficoltà a trovare un posto di lavoro stabile e a

crearsi una famiglia.

Il Paese, le aziende e le famiglie hanno bisogno di una forte ripresa economica e per raggiungere

questo fine abbiamo bisogno di un Governo autorevole, coraggioso e sostenuto dal Parlamento. I

primi, forti segnali li abbiamo avvertiti: il suo programma, signor Presidente, e la tempestività con

la quale lei è riuscito a presentare il nuovo Governo.

Apprezziamo anche la scelta dei Ministri, nonché l'equilibrio raggiunto tra le forze politiche che

compongono la maggioranza e che si devono fare carico di questa responsabilità per la stabilità e

della necessità di convergere sulle grandi scelte ponendo in secondo ordine gli obiettivi divergenti e

i particolarismi.

Un secondo presupposto è quello di allargare il consenso sulle questioni importanti oltre la

maggioranza di Governo: lo ha riconfermato lei, signor Presidente, in questa sede e spero che

l'invito sia accolto anche dall'opposizione. Abbiamo la responsabilità, tutti insieme, di allargare

questa stretta maggioranza numerica in una più larga convergenza tematica, ove è possibile

trovarla, oltre che per le regole anche per i temi di grande rilevanza economica e sociale.

Le riforme che dobbiamo intraprendere sono di grande spessore: la riduzione del costo del lavoro,

prevista dal programma, ed il risanamento dei conti pubblici richiederanno anche dei sacrifici che

necessitano di un largo consenso in Parlamento e con le forze sociali. Ne hanno bisogno le

famiglie, le aziende, i giovani, le donne, i lavoratori tutti e i pensionati.

Non possono essere i continui tagli alle pensioni a ridare stabilità al sistema pensionistico: serve

una nuova politica per la famiglia, per dare nuova fiducia alle giovani coppie. Con l'1,2 nascite per

donna, lo ha sottolineato lei, presidente Prodi, l'Italia si annovera tra i Paesi con la più bassa natalità

del mondo: un popolo dunque destinato a diminuire drasticamente, il cui sistema sociale e sanitario,

e non solo quello pensionistico, sono ad alto rischio.

Confidiamo, inoltre, in una nuova politica ecologica, nel rispetto della natura, nella promozione di

energie alternative.

Page 288: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

288

Confidiamo nella sua esperienza per una ripresa dell'immagine dell'Europa ed una collaborazione

transfrontaliera; confidiamo in una politica di pace e ci aspettiamo il ritiro delle truppe da tutti i

Paesi dove la nostra non sia una presenza umanitaria, ma di fatto una partecipazione bellica.

Confidiamo in una ripresa dei valori umani e sociali e nel rispetto di quelli religiosi. Mi permetto di

suggerire, anche come segno di apertura verso la Chiesa, la reintroduzione di qualche festività

religiosa che le comunità cattoliche chiedono da anni con insistenza.

Particolarmente a cuore ci stanno le autonomie, che rappresentano una ricchezza culturale e

linguistica ed un modello di autonomia apprezzato internazionalmente come un modello di pace e

di convivenza.

Ringraziamo il presidente incaricato Romano Prodi che, prima delle elezioni, ma anche subito dopo

e nella sua replica oggi, ha confermato la sua volontà di contribuire allo sviluppo di queste pluralità

e delle minoranze linguistiche, in un dialogo aperto e costruttivo.

Dovremo affrontare in questa legislatura la riforma degli Statuti speciali per adeguarli alle riforme

costituzionali, per sviluppare queste autonomie a favore di tutti i gruppi linguistici ed allargare il

pensiero autonomistico anche alle altre Regioni. Ringraziamo per l'assicurazione che queste

modifiche saranno fatte in consenso e che i nuovi Statuti dovranno prevedere una clausola d'intesa,

affinché non possano unilateralmente essere modificati.

Siamo molti fiduciosi che il Governo ben presto risolverà le questioni rimaste aperte: favorire la

nostra politica energetica autonoma e renderci partecipi delle fonti energetiche idriche, delle quali

finora abbiamo subito gli impatti ambientali; ratificare con urgenza il Protocollo dei trasporti

nell'ambito della Convenzione delle Alpi e la Convenzione di Madrid, per una effettiva

collaborazione transfrontaliera.

La ringraziamo e ci auguriamo che questo nuovo Governo prima di impugnare le leggi delle

Province e delle Regioni di fronte alla Corte voglia sentire i rispettivi Presidenti per affrontare

insieme possibili soluzioni.

In merito al grande progetto della nuova linea ferroviaria del Brennero auspichiamo che insieme al

tunnel vengano contemporaneamente realizzate le tratte di accesso e che queste siano scelte in

accordo con le comunità locali, per ridurre al minimo l'impatto acustico ed ambientale, scegliendo

ove possibile tratti in galleria, soprattutto per quanto riguarda la tratta a sud di Bolzano.

Ci aspettiamo poi la sua attenzione ai problemi della montagna, che sarebbe opportuno

rappresentare nel Governo perché finora ciò non è avvenuto.

Signor presidente Prodi, le porto il saluto delle nostre speciali comunità, tedesche, italiane e ladine

(che guardano con fiducia alla sua persona quale loro garante), di quella francese e di tutte le altre

minoranze ed autonomie, nonché degli amici delle autonomie delle altre Regioni, dalle Alpi alla

Sicilia, di cui vogliamo farci interpreti come Gruppo.

Con la fiducia che lei, signor Presidente, ha saputo dare a noi, le facciamo i migliori auguri per un

Governo stabile, coraggioso ed efficiente, esprimendole la fiducia di tutto il Gruppo per le

Autonomie. (Applausi dai Gruppi Aut, Ulivo, IU-Verdi-Com e RC-SE).

28 febbraio 2007

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Egregio signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio,

la decisione del Capo dello Stato di non sciogliere le Camere e di rinviare il Governo al Parlamento

rappresenta un grande sforzo di dare stabilità al Paese, una stabilità richiesta da tutti i cittadini e

non solo dagli elettori del centro-sinistra. Il Paese, le imprese, le famiglie, i giovani, i lavoratori e i

pensionati hanno bisogno di riforme e di una forte ripresa economica. La stabilità richiesta dal

Page 289: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

289

presidente Napolitano è un appello al senso di responsabilità di tutto il Parlamento e ad una più

forte coesione del Governo e della maggioranza.

Il passaggio che stiamo affrontando è delicato. Siamo fiduciosi che il Governo e la stessa

maggioranza abbiano tratto da questa crisi la giusta lezione per proseguire il cammino dello

sviluppo e delle riforme con maggiore vigore e coesione. I segni di ripresa economica, i risultati

raggiunti, i giudizi positivi dell'Unione Europea confermano che la strada intrapresa è quella giusta.

Mi consenta di sottolineare però la necessità che rispetto al passato vi sia un maggiore dialogo tra il

Governo ed il Parlamento stesso. Il Governo, e lo dico con tutta franchezza, non può presentare

progetti preconfezionati senza cercare preventivamente il largo consenso nella maggioranza, come

purtroppo successo sull'Afghanistan o come potrebbe succedere su temi di coscienza.

Questo dialogo deve essere esteso anche alle forze di opposizione nell'intento di trovare con esse

scelte condivise su tematiche importanti. Il responso delle urne ha visto maggioranze risicate anche

in Austria e Germania. Non chiedo al momento un Governo di larghe intese ma uno sforzo

maggiore da entrambe le parti per ricercare soluzioni condivise.

Riguardo la politica estera, su cui ben si conoscono le divergenze di opinioni e di sensibilità anche

all'interno della maggioranza, apprezziamo lo sforzo del Governo a favore del dialogo e delle

diplomazie che devono sostituire l'uso della forza. Pur comprendendo l'obiettivo di fare chiarezza

non ci è sembrato però opportuno, me lo conceda signor Ministro degli affari esteri, di condividere

al cento per cento le sue scelte. Esistono sensibilità diverse da quelle del Governo, ed esso ne deve

tener conto.

Il nostro Paese, anche alla luce delle sue radici cristiane e della sua grande tradizione umanistica,

deve proseguire sulla strada di questo impegno per la pace che ha visto crescere la sua immagine

internazionale, non da ultimo grazie al suo impegno nella missione di pace in Libano.

È positivo, signor Presidente, il nuovo slancio a favore della famiglia e dei giovani e ci trova

pienamente concordi che un intervento in questa direzione metta al centro la famiglia. Dobbiamo

dare rinnovata fiducia alle giovani coppie per incoraggiarle a creare una famiglia e ad avere figli.

Non dimentichiamo che siamo agli ultimi posti in Europa e nel mondo per natalità e che ciò ha

creato una profonda crisi del sistema pensionistico, in quanto sempre meno giovani devono

mantenere una popolazione anziana in continua crescita.

Pertanto, ritengo importante l'impegno a mettere mano alla riforma previdenziale e ad aumentare le

pensioni minime. Pur nel rispetto della concertazione con le forze politiche e le parti sociali, non

possiamo non considerare la necessità che anche alle nuove generazioni sia assicurata una pensione

dignitosa. Ci vuole coraggio su questo punto! Non possiamo permetterci di introdurre agevolazioni

per chi sta andando in pensione scaricando tutto il peso sui giovani, che dovranno lavorare più a

lungo e con la metà della pensione dei loro padri.

Sul versante delle fonti rinnovabili, l'Italia è il fanalino di coda in Europa. Apprezziamo, pertanto, il

programma che punta a promuovere le energie offerte dalla natura per adeguarci agli standard degli

altri Paesi. Mi permetto di citare l'esempio dell'Alto Adige/Südtirol, che ha già una quota del 43 per

cento di energia prodotta da fonti rinnovabili e punta ad una quota del 55 per cento.

Apprezziamo particolarmente il passaggio della sua relazione sulle minoranze linguistiche e sulle

autonomie speciali, che rappresentano una ricchezza culturale e linguistica nonché un modello di

autonomia riconosciuto internazionalmente come esempio di pace e di convivenza. Tale modello di

successo, basato sulla sussidarietà, deve allargarsi anche ad altre Regioni disposte ad assumersi

gradualmente più responsabilità per promuovere maggiore equità ed efficienza attuando il

federalismo fiscale. Tale processo, però, non deve intaccare i diritti delle autonomie speciali sanciti

dalla Costituzione.

Come Gruppo Per le Autonomie, vogliamo porre l'attenzione sulla importanza dell'autogoverno del

territorio, con particolare riguardo alla montagna, oltre che di una politica vicina alla gente.

Occorre, pertanto, promuovere le autonomie locali perché nei Comuni, nelle Province, nelle

Regioni si declina l'appartenenza politica dei cittadini. Sembra, pertanto, opportuno attuare una

Page 290: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

290

concertazione per i disegni di legge riguardanti tali enti, onde evitare l'insorgenza di centralismi o

di oligopoli.

Abbiamo appreso con interesse, signor Presidente, del suo intento di ricercare il consenso delle

popolazioni locali per le grandi infrastrutture. Questo è importante anche per il progetto della nuova

linea ferroviaria del Brennero per la quale auspichiamo che, insieme al tunnel, vengano

contemporaneamente realizzate le tratte di accesso.

Onorevoli colleghi, la votazione sulla proposta di risoluzione sulle linee di politica estera ha dato il

seguente risultato: 158 sì, 136 no e 24 astensioni. In ogni altro sistema democratico la risoluzione

sarebbe stata accolta: al Senato no, per un Regolamento che conta le astensioni come voti contrari.

Signor Presidente, la crisi che si è aperta oltre che di natura politica, a mio avviso, trova le sue

radici in un sistema che non garantisce in Senato maggioranze stabili. È quindi urgente varare,

come ha detto lei, con il più ampio consenso delle forze presenti in Parlamento, una riforma

elettorale che dia maggiore stabilità al Paese e a tutto il sistema politico.

Concludendo, signor presidente Prodi, il Gruppo Per le Autonomie, che mi onoro di presiedere, le

rinnova la fiducia e le augura che il suo Governo possa continuare la sua azione con più stabilità,

coraggio ed efficienza, uscendo rafforzato da questo voto. (Applausi dai Gruppi Aut, Ulivo, RC-SE,

IU-Verdi-Com, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur).

24 gennaio 2008

PRESIDENTE. È iscritto a parlare per dichiarazione di voto il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, il

Gruppo Per le Autonomie esprime apprezzamento per il richiamo del Capo dello Stato, che ieri ha

esortato ogni forza politica a mettere da parte personalismi o scelte ideologiche affinché si possa

trovare un consenso ampio in Parlamento per varare quelle riforme di cui il Paese ha palesemente

bisogno.

Siamo pertanto chiamati ad evitare, in primis, elezioni anticipate perché queste, oltre a frenare il

processo di riforme, rappresenterebbero una iattura per il Paese, in quanto si andrebbe a votare con

la stessa legge elettorale, che inevitabilmente riproporrebbe la stessa instabilità che sta gravemente

danneggiando il Paese.

Questo sistema elettorale viene ritenuto nocivo e dannoso persino da molti esperti internazionali,

che guardano con grande preoccupazione all'attuale situazione in Italia. Ieri il quotidiano britannico

«Financial Times» giustamente osservava che, in caso di elezioni anticipate, l'Italia, oltre a trovarsi

senza un Governo nel pieno delle sue funzioni durante un periodo di gravi e preoccupanti

turbolenze economiche andrebbe a votare con una legge elettorale la quale produrrebbe un altro

caleidoscopio di litigiosi partiti politici. Servirebbe invece un'urgente riforma per dar vita a più

coerenti schieramenti di Governo e di opposizione.

Auspichiamo quindi che il Governo abbia nuovamente la fiducia del Parlamento. Ma andiamo

anche oltre: in caso contrario, riteniamo fondamentale che tutte le forze politiche, seguendo

l'appello del Capo dello Stato, facciano un passo indietro nell'interesse generale del Paese e trovino

una soluzione anche attraverso la nascita di un Governo di solidarietà nazionale, che porti a

compimento la riforma elettorale, le modifiche strutturali e dei Regolamenti parlamentari, nonché il

risanamento economico.

Soprattutto, in questa difficile fase economica e politica, il Paese, le imprese, le famiglie hanno

bisogno di un periodo di tranquillità e di riforme. Non parlo di pochi mesi per varare

frettolosamente una legge elettorale, ma è necessario un adeguato lasso di tempo, al fine di dare

risposte alle famiglie che non arrivano a fine mese, difendere i salari in questa fase di recessione e

trovare nuove strategie per rilanciare l'economia, dando spazio e fiato alle imprese, soprattutto a

quelle piccole e medie.

Mi rivolgo a lei, signor Presidente del Consiglio, per esprimerle la nostra stima e il nostro

apprezzamento per l'operato che in questi venti mesi lei ha svolto. Nonostante le grandi difficoltà

Page 291: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

291

che tutti noi conosciamo e la consapevolezza che, per realizzare riforme organiche, servono più di

venti mesi, serve almeno una legislatura intera, le va dato atto di aver intrapreso un grosso sforzo di

risanamento del Paese.

Circa 75 miliardi di euro è la spesa che ogni anno lo Stato, noi tutti insieme dobbiamo sostenere per

pagare gli interessi sul debito pubblico, il quale ammonta a 1.600 miliardi di euro: vorrei ripetere e

ricordare che è il più alto debito pubblico di tutti i Paesi europei, una palla di piombo al piede di

un'economia che vuole crescere ma viene fermata da questo debito.

Il suo Governo, a tal riguardo, ha conseguito risultati importantissimi ed a confermare ciò sono i

numeri certificati dall'Unione Europea e dalle più importanti agenzie di rating. Standard and Poor's

ha infatti definito, recentemente, estremamente positivo il dato sul rapporto deficit/PIL italiano,

sceso nei primi nove mesi del 2007 all'1,3 per cento. Le agenzie di rating sostengono che sia il

risultato migliore dal 1999 e che si tratti di una performance impressionante.

Fortemente lodevoli sono inoltre gli sforzi compiuti da questo Esecutivo nella lotta contro

l'evasione fiscale. La pressione fiscale va abbassata a favore delle famiglie e delle imprese, ma

siamo consci del fatto che questo sarà possibile solo se abbassiamo il debito pubblico, abbassiamo

con questo gli interessi e facciamo pagare tutti, per pagare tutti insieme di meno.

Abbiamo apprezzato, inoltre, le misure a sostegno delle fasce più deboli, dall'aumento delle

pensioni minime al sostegno agli incapienti, nonché la promozione delle energie rinnovabili.

Queste misure per l'ecologia sono veramente un segnale forte di svolta che apprezziamo molto.

Le sfide che abbiamo davanti sono ancora tante: pensiamo alle famiglie, soprattutto a quelle

numerose, e ai giovani, che vanno maggiormente incoraggiati a crearsi una famiglia e ad avere

figli, visto che l'Italia si annovera tra i Paesi con la più bassa natalità, non solo in Europa, ma nel

mondo e che con questo andranno in crisi, in pochi anni, sia tutto il sistema pensionistico, sia e

perfino il sistema sociale, perché sempre meno giovani si troveranno a sostenere una spesa sociale

in continuo aumento.

Il Gruppo Per le Autonomie ha più volte sottoposto all'attenzione del Governo e del Parlamento

proposte per consentire alla donna di conciliare meglio il lavoro con i suoi impegni familiari.

Abbiamo salutato con favore che questo Esecutivo abbia ricercato il dialogo e il consenso delle

popolazioni per la realizzazione delle grandi opere: penso soprattutto, tra gli altri, al progetto della

nuova linea ferroviaria del Brennero. A tal riguardo, mi preme ringraziare il ministro per le

infrastrutture Antonio Di Pietro per il suo impegno.

Il Gruppo Per le Autonomie, proprio in questo momento di crisi della politica, sottolinea la

necessità di una riforma strutturale: dobbiamo dare al Paese un assetto e un modello con una più

forte partecipazione delle Regioni e delle autonomie locali, per poter tenere passo con i più avanzati

Paesi europei.

Il Gruppo Per le Autonomie ha poi particolarmente apprezzato l'intento di questo Governo di

attuare il federalismo fiscale, altra esperienza che attende la sua realizzazione.

Ringraziamo particolarmente il presidente Romano Prodi per la sua attenzione alle minoranze

linguistiche e alle autonomie speciali: queste rappresentano non solo una ricchezza culturale e

linguistica, ma - posso dirlo con orgoglio - un modello di autonomia riconosciuto

internazionalmente come esempio di pace e di convivenza. Penso che abbiamo potuto dare esempio

di buon governo e di successo economico e sociale nelle nostre Regioni. Il nostro Gruppo, pertanto,

auspica fortemente che tale modello di successo, basato sulla sussidiarietà, si possa allargare anche

ad altre Regioni disposte ad assumersi gradualmente più responsabilità, per promuovere maggiore

equità ed efficienza in tutto il Paese.

Ribadiamo la necessità di porre maggiore attenzione all'importanza dell'autogoverno del territorio

per una politica più vicina alla gente. Occorre pertanto promuovere le autonomie locali e dare piena

attuazione alla riforma del Titolo V della Costituzione perché nei Comuni, nelle Province, nelle

Regioni si declini la partecipazione democratica dei cittadini.

Page 292: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

292

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, ribadisco che, in questa

situazione così delicata, sarebbe da irresponsabili precipitare il Paese ad elezioni anticipate, perché

significherebbe consegnarlo ad un'ulteriore instabilità. In questa fase turbolenta le famiglie e le

imprese non possono essere lasciate sole.

Con l'auspicio che ogni forza politica si renda conto di ciò, assumendosi le responsabilità di

eventuali scelte sbagliate, preannuncio che il Gruppo Per le Autonomie rinnova la fiducia a questo

Governo e a lei, signor presidente del Consiglio Romano Prodi, nella speranza che si trovi la

soluzione giusta per il bene del Paese. (Applausi dai Gruppi Aut e PD-Ulivo).

Comunicazioni del Governo

Comunicazioni del Governo in relazione all'esame da parte del Consiglio dell'Unione Europea del 7°

Programma quadro di attività comunitarie di ricerca e sviluppo tecnologico

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, come Gruppo Per le Autonomie riteniamo che questo sia un

tema troppo delicato per esporlo allo scontro tra maggioranza e opposizione. È in questo spirito che

abbiamo presentato una nostra proposta al fine di trovare una soluzione eticamente sostenibile che

rispetti la vita umana e, nello stesso tempo, non precluda a priori la scienza e la ricerca a favore

dell'umanità.

Cosa è eticamente sostenibile? Dal punto di vista etico, la vita umana incomincia con la

fecondazione dell'ovulo e la generazione dell'embrione. L'embrione umano è pertanto vita umana,

che deve godere della protezione e deve porre limiti alla scienza. Nell'affermare questo principio si

deve però anche promuovere la ricerca per agevolare il progresso della scienza medica a tutto

favore della vita umana stessa, dell'umanità e della sua salute.

Riconosco che questi obiettivi sono presenti in tutte e quattro le mozioni, anche se naturalmente

con particolarità differenziate ed esposte in modo diverso. Auspicherei, questo è il nostro obiettivo

politico, che tali mozioni convergessero in un unico documento.

Per quanto riguarda la mozione dell'Unione, devo esprimere subito il nostro apprezzamento per

essere riusciti a far convergere in un documento della maggioranza, pur tormentata da diversità di

vedute e di opinioni di campo diverse, la salvaguardia del principio del rispetto dell'embrione

umano. Questo deve essere riconosciuto ed esprimo la mia riconoscenza alla presidente Finocchiaro

per il suo lavoro di tessitura tra le varie componenti della maggioranza. Perciò, diciamo subito che

il Gruppo per le Autonomie voterà questo testo.

Con la mozione dell'Unione è stato raggiunto l'obiettivo principale di salvaguardare la vita

dell'embrione sostenendo finanziariamente la ricerca e concentrandola sulle cellule staminali adulte,

comprese le cordonali che hanno già dato promettenti esiti terapeutici sull'uomo, e sulle cellule

staminali totipotenti non derivate da embrioni. È fondamentale e auspicabile che siano molti i

progetti di ricerca che abbiano come obiettivo centrale le nuove possibilità di cura rispetto alla vita

umana.

Per quanto riguarda gli altri Gruppi e le altre mozioni, devo riconoscere che l'obiettivo rimane

quella di non fare ricerca che distrugga gli embrioni umani. Ho il massimo rispetto per la mozione

presentata dal senatore Eufemi e per quella espressa dal Gruppo del senatore Buttiglione. Esse

limitano, però, la discussione alla sola questione dell'uso da fare degli embrioni, senza accennare

alla promozione di una ricerca più ampia e approfondita sulle alternative a disposizione. Inoltre,

Page 293: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

293

l'Unione di Centro, che invitiamo a convergere in una risoluzione più ampia, non dice nulla in

merito agli embrioni non più impiantabili.

Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, cari colleghi, su questo aspetto vorrei

soffermarmi e nello spirito di questa riflessione, come Gruppo delle Autonomie abbiamo ritenuto

opportuno presentare una nostra risoluzione che impegni il Governo, in sede di Consiglio europeo,

a votare contro ogni tipo di ricerca che distrugga gli embrioni umani, sia quelli crioconservati, sia

quelli ancora impiantabili.

Mi è stato chiesto in discussione dai colleghi come intenderei la limitazione del termine

impiantabili. Vorrei essere molto esplicito su questo: fino a quando per questi embrioni non sia

scientificamente comprovata la cessazione dell'autonoma capacità di sviluppo.

Questo è l'intento della formulazione. Questo significa che prima di buttare via e di fare morire gli

embrioni nella vita naturale, prima che non servano a nessuno, abbiamo anche l'obbligo morale di

usarli per la ricerca umana. Mi sembra una posizione interessante. Vorrei invitare i colleghi Eufemi

e Buttiglione, che hanno presentato le mozioni, a riflettere su questa nostra posizione di

convergenza. (Applausi dal Gruppo Aut).

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sulla vicenda Telecom

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell'esprimere, come Gruppo per le

Autonomie, il nostro apprezzamento per l'informativa del presidente del Consiglio Romano Prodi,

non vorrei entrare nella polemica.

Ritengo che invece la vicenda Telecom ci ponga davanti a due questioni sulle quali riflettere. Una,

allarmante, delle intercettazioni telefoniche e delle difficoltà di gestione dell'azienda; l'altra sul

futuro scenario della politica industriale nel nostro Paese.

Per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche (e non incolpo la Telecom che si dichiara parte

lesa), l'immagine che emerge e che, purtroppo, si riflette all'estero è quella di un Paese dove

faccendieri e corrotti a vario livello intrecciano relazioni poco chiare e di manovre operate oltre la

legalità tra le quinte dell'economia e della politica. Tale immagine, mi sento di dire, crea una

lesione profonda alla nostra democrazia.

Condivido, pertanto, la decisione del Governo di distruggere le intercettazioni e di cancellare quello

che si può benissimo definire come un tentativo di mettere sotto controllo, attraverso schedatura, un

intero Paese. Ritengo altresì necessario che si faccia luce su quel sottobosco di intrighi e di

relazioni più o meno sporche che rappresentano l'ultimo, speriamo, di una serie di inquietanti

episodi che hanno investito l'Italia in questi ultimi anni.

Come dicevo all'inizio del mio intervento, il caso Telecom apre soprattutto la riflessione sul destino

industriale del nostro Paese. Non è solo un fatto logico, ma è soprattutto un atto dovuto che la

politica si interessi di un settore così importante come quello delle telecomunicazioni.

Al pari di energia e trasporti, infatti, le telecomunicazioni rappresentano settori in cui destini futuri

vanno al di là degli interessi delle singole aziende. Mi spiego meglio. Con i suoi 83.000 lavoratori -

nel frattempo ridotti a 76.000 - con milioni d'utenti e con una distribuzione di azioni raccolte con i

capitali di piccoli e piccolissimi investitori che prima destinavano i loro risparmi in BOT - il futuro

della Telecom interessa, signor Presidente, tantissime famiglie e tantissimi cittadini. Per questo

ritengo il suo intervento, signor Presidente del Consiglio, nel bene del Paese ed a difesa degli

interessi generali.

Dopo l'11 settembre 2006, giorno in cui il consiglio di amministrazione ha reso noto quello che

dovrebbe essere il nuovo piano industriale, purtroppo non è più chiara la strategia della Telecom. A

rimarcarlo sono gli stessi sindacati che ricordano come prima di quella data il piano industriale di

Page 294: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

294

solo un anno fa del 2005 fosse condiviso dalle parti sociali e confermasse un aspetto importante:

l'integrazione tra la rete fissa e la rete mobile.

Un modello presente in tutti i Paesi europei (anche la British Telecom vuole recedere nei suoi passi

perché ha commesso questo errore) e che rende possibile lo sviluppo tecnologico perché tiene conto

dello sviluppo delle telecomunicazioni che vede l'integrazione tra il fisso e il mobile. Le voci dello

scorporo, pertanto, e della possibile vendita della rete mobile hanno destato preoccupazione da

parte dell'opinione pubblica. Voci che sono state smentite dal nuovo presidente di Telecom, Guido

Rossi, nell'audizione dei giorni scorsi a Palazzo Madama, il quale però non ha escluso in futuro una

vendita di pezzi della società.

C'è un ulteriore aspetto preoccupante che interessa tantissime famiglie. Le azioni della Telecom,

raccomandate dalle banche alla gran parte delle famiglie di piccoli risparmiatori dopo la riduzione

delle rendite dei BOT (come, cioè, una nuova forma di risparmio popolare) sono crollate di più

della metà rispetto al prezzo d'acquisto. Da circa 5 euro del 1997 sono passate agli attuali 2, 2 euro.

Ci ricordiamo tutti che lo Stato aveva venduto nel 1997 il 35 per cento della propria proprietà di

Telecom a un prezzo per il pubblico istituzionale pari a 11.200 lire (9,78 euro) e a 10.900 lire ai

privati (5,6 euro). Adesso, ripeto, il valore è di 2, 2 euro.

So che il mondo delle comunicazioni vive una trasformazione radicale. Cerano fusioni e

ricapitalizzazioni e so che è in atto un'agguerrita concorrenza sul traffico mobile con tariffe ridotte e

difficoltà sul mercato. Ma tutto ciò non esime dalla considerazione che è stata svalutata un'impresa

importante, che agli inizi degli anni Novanta era un'azienda sana e forte, che oggi si ritrova con un

debito di 41 miliardi di euro e che - ripeto - è stato dimezzato il risparmio di tantissime famiglie

italiane. Senza dimenticare i consumatori che in questi anni hanno subito aumenti tariffari ingiusti,

immotivati e sproporzionati. Ogni anno vengono prelevati dalle tasche degli italiani 200 milioni di

euro per servizi telefonici mai richiesti. L'Italia, infatti, è l'unico Paese in Europa che paga una tassa

occulta per le ricariche dei telefonini che grava soprattutto sulle utenze economicamente più deboli:

giovani e anziani.

Ci chiediamo allora quale sia la strada da seguire per rilanciare la più grande azienda di

telecomunicazioni senza che questa diventi terra selvaggia di conquista, evitando ulteriori scelte

sbagliate a danno di utenti, consumatori e risparmiatori.

Qual è questa strada? Non credo proprio che la migliore sia quella della nazionalizzazione. Quella

fase appartiene ormai definitivamente ad una altra epoca, nella quale lo Stato aveva un ruolo come

imprenditore, nel bene e nel male! I tempi sono cambiati e questo percorso non terrebbe conto delle

liberalizzazioni, della concorrenza, del nuovo sentire espresso dal decreto Bersani.

Vogliamo più liberalizzazione, più mercato, più competitività e con questo anche prezzi più

competitivi e più bassi per gli utenti. Il riacquisto della rete di distribuzione inoltre comporterebbe

un esborso pubblico di circa 20 miliardi di euro, quasi quanto una legge finanziaria, senza

dimenticare quanto già costino ai cittadini le strategiche Alitalia e Ferrovie con i suoi vari nomi.

Quello che invece occorre - e questo è il punto, signor Presidente Prodi, su cui prego lei ed il

Parlamento di insistere nell'ambito della legiferazione sulla legge del risparmio - è una revisione

delle regole del capitalismo italiano, che ha permesso i crack della Cirio e della Parmalat che

sembravano aziende sane, di cui anche nuovamente le banche hanno raccomandato ai risparmiatori

di comprare le azioni. Una revisione delle regole societarie che garantiscano anche i diritti ai

piccoli investitori e risparmiatori, che detengono nella loro somma, la maggioranza del pacchetto

azionario, ma di fatto sono completamente esclusi da ogni gestione e da ogni controllo.

Il caso Telecom è la cartina di tornasole di un capitalismo italiano abituato a governare con i debiti

contratti dalle banche. (Commenti del senatore Polledri). Ho detto che non faccio polemica. Entro

nei problemi e non mi interessa chi ne sia il responsabile. Sono scatole cinesi con quote minimali

che riescono sempre a prevalere rispetto alla maggioranza del capitale societario, spesso

polverizzato naturalmente in piccole quote detenute da milioni di risparmiatori azionisti che non

contano nulla in assemblea e naturalmente non sono rappresentati.

Page 295: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

295

Lo Stato, che non può e non deve limitare la libertà di impresa, deve però farsi carico di giocare

tutta una partita sul terreno della definizione delle nuove regole più certe, più trasparenti, per

impedire che il pluralismo in questo Paese sia ferito e che i consumatori italiani non siano tutelati.

(Commenti dal Gruppo LNP).

È necessario che si garantisca trasparenza nelle transazioni e si dia garanzia agli investitori,

soprattutto a quelli medi e piccoli. Bisogna sottolineare l'opportunità che si ponga mano alla legge

sul risparmio e che, come è avvenuto negli Stati Uniti, dopo i crolli della WorldCom e della Enron,

si mettano in essere norme più partecipative e più severe per chi truffa i cittadini. E non come è

successo in Italia dove, con il Governo Berlusconi, sono diminuite le pene, promuovendo il falso in

bilancio ad una sorta di delitto cavalleresco. (Commenti dal Gruppo LNP). Questo è successo! Lo

sapete anche voi. Non è la Lega che deve difendere questo perché la Lega ha sempre attaccato il

malcostume di queste grandi imprese. (Commenti dal Gruppo LNP).

PRESIDENTE. Senatore Peterlini, si rivolga all'Assemblea!

PETERLINI (Aut). Mi rivolgo a lei, signor Presidente, mi scusi tanto. Questo a tutto danno dei

risparmiatori che hanno già pagato caramente con le vicende, le ricordo, dei Bond argentini, della

Cirio, della Parmalat.

Inoltre, occorre garantire agli azionisti di minoranza e a tutti i piccoli risparmiatori una maggiore

trasparenza. Sono queste quindi le esigenze, di cui necessita il Paese: nuove regole che si devono

aggiungere a quelle già affidate all'Authority per le telecomunicazioni, la cui azione deve essere

rafforzata per far sì che il mercato sia sempre più trasparente e il risparmio sia ancor più tutelato,

oltre che consentire una maggiore concorrenza e competitività.

Questo porta alla considerazione della rete delle infrastrutture: bisogna superare modelli ormai

sorpassati in molti Paesi, tranne che in Italia, dove ancora una unica impresa è titolare della rete

della infrastruttura e dei servizi che su di essa viaggiano, con gestori in concorrenza tra loro.

Questa doppia funzione, a beneficio di uno tra gli operatori, dovrebbe essere superata. Così com'è

accaduto per le ferrovie, gli aeroporti, le autostrade e l'energia, dovremmo pensare a quale possa

essere la soluzione migliore per applicare questo modello anche alle telecomunicazioni.

Flessibilizzare i sevizi e la rete non significa necessariamente seguire una strada che porti ad una

rete pubblica. Potremmo immaginare, così com'è accaduto per gli aeroporti e le compagnie aeree,

ad un comparto tutto privato, in cui il detentore della rete sia - per così dire - neutrale, non in

concorrenza con i gestori. Per Telecom, anche l'Autorità delle telecomunicazioni ha chiesto una

separazione tra la rete infrastrutturale e i servizi.

Ritengo che sulla rete non possa svilupparsi una vera concorrenza, in quanto, comunque, sarebbe

non opportuno realizzare tante reti parallele, anche per i danni dell'inquinamento, che sappiamo

partire da questi impianti; anche per le ferrovie, ad esempio, non è possibile che più gestori

realizzino più reti, l'una accanto e parallela all'altra. Mentre si può creare più concorrenza sui

servizi di gestori diversi. Possiamo e dobbiamo quindi ragionare sul futuro delle telecomunicazioni

in Italia e sul futuro della Telecom, azienda che, nonostante il suo forte indebitamento, si presenta

ancora non in crisi e ha tecnologia e risorse per riprendersi bene.

Serve un confronto, signor Presidente del Consiglio, che deve vedere, nel quadro di una moderna

politica industriale, una positiva cooperazione tra industriali e pubblici poteri - e l'ho esaltata,

perché il pubblico è interessato a questa azienda - con il rilancio, senza intromissioni ma con le

regole, della concertazione. Solo così tutte le parti, anche quelle sociali, possono dare un loro

contributo in un'impostazione trilaterale che esalti l'economia sociale.

Confrontiamoci, quindi, e lavoriamo tutti insieme con la consapevolezza di farlo per un unico

progetto: rendere il Paese migliore. In questo senso, la ringraziamo fin d'ora per il suo impegno,

signor presidente Prodi. (Applausi dai Gruppi Aut, IU-Verdi-Com e Ulivo. Congratulazioni).

Page 296: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

296

Relazione del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, il Gruppo Per le

Autonomie approva e sostiene le linee guida del progetto di riforma che il Governo si accinge a

presentare, illustrateci nell'intervento del ministro Mastella. Condividiamo i contenuti della sua

relazione perché contiene l'indicazione di un progetto organico di riforma giudiziaria che abbraccia

l'intervento sul processo e sull'ordinamento nel suo complesso.

Come ho già sottolineato in quest'Aula in occasione della votazione sul provvedimento di parziale

sospensione della riforma Castelli, questo Paese ha urgente necessità di una riforma che renda il

sistema giustizia maggiormente garantista nei confronti dei diritti individuali e che rispetti il

principio della divisione dei poteri e dell'indipendenza della magistratura. Il Paese ha, inoltre,

palesemente bisogno di una riforma volta ad accelerare e semplificare i processi, perché la lentezza

della nostra macchina giudiziaria è un problema serio al quale occorre trovare una soluzione

tempestiva.

Dobbiamo dunque garantire ai cittadini la possibilità di ottenere giustizia in tempi accettabili!

Mi rincresce ripeterlo, ma nessuno dei provvedimenti varati dal precedente Governo mirava a

rendere i processi più rapidi e la giustizia più efficiente per la generalità dei cittadini. L'Italia,

infatti, occupa una delle posizioni peggiori nella classifica dell'efficienza del sistema giudiziario.

Porre l'efficienza di tale sistema in cima alle proprie priorità non è soltanto necessario ma doveroso.

Ringrazio, pertanto, il Ministro che intende ora rimediare a queste gravi mancanze e si accinge a

varare provvedimenti volti all'accelerazione e alla semplificazione dei processi penali e civili, e

misure di razionalizzazione della macchina giudiziaria e si accinge a correggere norme ad

personam, ossia norme forti con i deboli e supine con i forti.

Come ha giustamente ricordato il ministro Mastella, il messaggio di fine anno del presidente della

Repubblica Napolitano è inequivocabile e il Ministro ha ragione quando sostiene che la crisi di

fiducia tra i cittadini e la giustizia è un problema causato anche dal confronto politico, troppo

spesso acceso e strumentale. In materia di giustizia, trattandosi dell'effettività dei princìpi

costituzionali di uguaglianza, di parità di fronte alla legge e di equilibrio dei poteri, è necessario

uno sforzo di condivisione dei princìpi e smetterla con attacchi diretti ed indiretti alla libertà e

all'autonomia della magistratura.

Pertanto, esprimo, fin da subito l'augurio che il progetto di riforma, che il Governo presenterà e

trasmetterà al Parlamento, possa diventare oggetto di una discussione seria e pacata tra

maggioranza e opposizione. L'augurio, che esprimo, insomma, è che il confronto politico che si

terrà in Parlamento dia un risultato ampiamente condiviso. Ciò servirà anche a ripristinare il

rapporto di fiducia tra i cittadini ed il sistema giustizia.

Riassumendo: l'obiettivo del progetto dovrà essere ridare efficienza al sistema giustizia e garantire

l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, così come prevede la Costituzione.

Per concludere, signor Presidente, il Gruppo Per le Autonomie esprime la fiducia al Ministro della

giustizia e approva la sua relazione e al tempo stesso la proposta di risoluzione presentata dalla

senatrice Finocchiaro e dagli altri Capigruppo, noi inclusi, soprattutto perché convinti dell'urgenza

di intraprendere una strada di un riformismo serio per garantire al Paese un sistema giudiziario ben

funzionante. (Applausi dal Gruppo Aut).

Comunicazioni del Ministro degli affari esteri sulle linee di politica estera

Page 297: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

297

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, il Gruppo Per le

Autonomie approva nei suoi principi il profilo generale tracciato dal ministro D'Alema sulla

politica estera dell'Italia.

COSSIGA (Misto). Vergogna! Sempre contro gli Stati Uniti!

PETERLINI (Aut). Sono onorato del suo intervento, presidente Cossiga. In seguito, potremmo

approfondire l'argomento ma ho solo dieci minuti a disposizione e purtroppo non posso risponderle.

COSSIGA (Misto). Viva le SS del Sud Tirolo!

PETERLINI (Aut). Il discorso andrebbe approfondito, ma non è questa la sede. Il Sud Tirolo è

profondamente democratico e si distanzia da tutto il nazismo che c'è stato e ci ha fatto soffrire.

Presidente, le chiedo di poter proseguire.

PRESIDENTE. Prego, senatore, vada avanti.

PETERLINI (Aut). In questi mesi sono giunti segni importanti e positivi di discontinuità non nella

politica di fondo, come giustamente il ministro D'Alema ha sottolineato, ma nelle scelte degli ultimi

anni. Mi riferisco in particolare, e mi degno di menzionarli, al ritiro delle nostre truppe dall'Iraq, al

forte contributo dell'Italia per porre termine all'«Enduring Freedom» in Afghanistan, alla chiusura

della base militare della Maddalena in Sardegna, al fatto che l'Italia abbia nuovamente preso

l'iniziativa per la moratoria della pena di morte.

L'Esecutivo ha dato poi prova di adottare un'importante politica di solidarietà verso i Paesi più

poveri, stanziando cospicui fondi alla cooperazione e allo sviluppo, facendo fronte così agli

impegni internazionali assunti ma non assolti dal passato Governo rispetto al Global Health Fund.

La politica estera di questo Esecutivo ha soprattutto acquisito un forte credito internazionale,

giocando un ruolo fondamentale in special modo l'estate scorsa nella crisi in Libano. Proprio grazie

al forte contributo dell'Italia, insieme alla comunità internazionale, è stato possibile porre fine agli

scontri bellici tra Israele e Libano nel dare vita a una missione che intende costruire attivamente la

pace.

Ribadisco: gran parte delle azioni e decisioni prese da questo Esecutivo in materia di politica estera

provano che questo Esecutivo ha dato sicuramente un forte contributo per riorientare tutta la

politica europea e ciò lo ha fatto sempre in un quadro multilaterale. La discontinuità promessa

dall'Unione nel suo programma elettorale si è prodotta e pertanto questo Governo merita la nostra

fiducia.

Con la stessa chiarezza, onorevole Ministro, devo tuttavia esprimere le mie forti preoccupazioni

riguardo ad altre questioni ancora aperte come la missione in Afghanistan. Le obiezioni non

appartengono solo alla sinistra radicale, come si cerca di minimizzare, ma appartengono a chiunque

aspiri alla pace e alla difesa dei diritti umani negati, con la stessa determinazione e creatività con

cui altri invece scelgono il ricorso alle armi come risoluzione dei conflitti.

Vorrei essere molto esplicito riguardo alla nostra presenza in Afghanistan. La nostra missione deve

essere una missione di pacificazione e di aiuto alla popolazione civile, di ricostruzione del Paese e

Page 298: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

298

non dovrà mai essere in contrasto con la nostra Costituzione, ossia una partecipazione ad una

guerra.

Purtroppo i segnali che ci pervengono soprattutto dal sud dell'Afghanistan, l'offensiva che stanno

preparando gli Stati Uniti, sono tutt'altro che segnali di una pace all'orizzonte, sono nuovamente

attacchi bellici che l'Italia non può e non deve sostenere. Dopo l'attacco alle torri gemelle gli Stati

Uniti, invece di sfruttare il momento di grande solidarietà nel mondo, hanno optato per la strada

unilaterale e la guerra prima in Afghanistan e poi in Iraq. La loro scelta si è ben presto rivelata un

tragico errore. L'obiettivo pertanto deve essere uscire da questa spirale di guerra per tornare al

tavolo del dialogo e favorire i negoziati di pace e non sostituire la diplomazia internazionale con la

guerra.

Signor Presidente onorevoli colleghi, senza voler mettere in discussione né la fedeltà dell'Italia alla

Nato, né tantomeno la sua alleanza con gli stati Uniti, mi preoccupano fortemente l'attivismo

globale dell'Amministrazione Bush, di questa amministrazione, e, visto il crescente dispiegamento

delle forze USA nel Golfo, soprattutto le indiscrezioni riguardo ad un presunto attacco contro l'Iran.

Sono preoccupato perché l'amministrazione Bush, e prego di non essere strumentalmente tacciato di

antiamericanismo che in me non esiste, ha più volte varcato i propri confini per questioni di

sicurezza internazionale con l'unico risultato di rendere il mondo ancora meno sicuro.

Ribadisco, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che le azioni unilaterali non risolvono i conflitti ma

li inaspriscono e portano inevitabilmente alcuni Stati e Paesi ad una perversa corsa agli armamenti e

al possesso di armi atomiche.

La democrazia non si può esportare con la forza, come non si può difendere la pace e i diritti umani

delle persone con l'unipolarismo ma soltanto con la cooperazione con le organizzazioni

internazionali, con l'ONU, con l'Unione Europea e con la NATO. Mi permetto nuovamente di

rimarcare che il ruolo dell'Europa e dell'Italia nell'ambito del Patto transatlantico, gli obiettivi della

NATO devono essere urgentemente sottoposti ad un sostanziale ripensamento.

La stessa Unione Europea deve diventare più autonoma e autorevole - lo ha sottolineato il Ministro

ma lo voglio sottolineare anch'io -, perché un'Europa più forte è condizione per un equilibrio tra le

potenze internazionali, dunque è condizione per il raggiungimento della pace globale.

Una cosa è certa: la situazione politica internazionale ha subito profondi cambiamenti e quindi la

NATO, nata originariamente per difendere l'Occidente dalla guerra fredda con il Trattato atlantico

del 1949, ha ormai poca attinenza con la realtà. La NATO oggi deve affrontare nuovi scenari, in

primo luogo la minaccia del terrorismo internazionale.

In questo assai complesso campo della sicurezza l'Alleanza Atlantica non è ancora riuscita ad

elaborare una nuova strategia in grado di fronteggiare queste nuove sfide e le attuali minacce

globali.

La situazione politica internazionale, ma anche le stesse divergenze tra gli alleati sulle strategie da

adottare per difendere gli interessi comuni ci impongono un ripensamento e dimostrano che un

cambiamento all'interno dell'organizzazione è fortemente necessario. Faccio pertanto appello a lei,

signor ministro D'Alema, affinché nelle competenti sedi internazionali si adoperi fortemente per

promuovere una discussione seria su come ottimizzare gli obiettivi di una collaborazione

transatlantica. Il traguardo deve essere ristabilire la cultura del dialogo strategico, perché soltanto

con esso si potrà contribuire alla creazione di un mondo più stabile.

L'Italia é stata eletta nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il biennio 2007-2008 e deve

sfruttare questa opportunità soprattutto per assumere un ruolo decisivo nella ridefinizione del

mandato ONU alla missione NATO in Afghanistan. L'Italia in questa sede può e deve fare fino in

fondo la sua parte, proponendo un piano operativo per rafforzare gli aspetti civili e ridimensionare

drasticamente gli aspetti militari.

Accogliamo con soddisfazione l'annuncio da lei fatto, signor ministro D'Alema, nella sua relazione

riguardo al fatto che l'Italia si impegnerà per proporre una conferenza internazionale di pace

nell'ambito delle Nazioni Unite.

Page 299: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

299

Rivolgo un ulteriore appello a questo Esecutivo a prendere sul serio il richiamo alla pace da parte

della popolazione ed a trarre insegnamenti dalla storia, segnata da tante guerre, tante tragedie, tanto

sangue sparso e tanti sacrifici. Dopo due guerre mondiali catastrofiche, i Governi della vecchia

Europa, almeno quelli, hanno saputo costruire una pace duratura che il nostro continente non aveva

mai vissuto in tutta la sua storia: più di mezzo secolo. Intorno a noi però le guerre si continuavano e

si continuano a fare. Si continuavano e si continuano a distruggere Paesi e intere popolazioni. Un

forte impegno per un cambio di rotta non lo chiede soltanto il popolo della pace o singoli pacifisti,

ma lo chiedono i giovani, le donne e intere famiglie che sperano che anche nel resto del mondo si

possa arrivare ad una pace duratura.

Concludo, signor Presidente, onorevole Ministro e onorevoli colleghi, comunicando che, a nome

del Gruppo Per le Autonomie, ho firmato con convinzione la mozione di maggioranza che approva

la relazione del Ministro degli esteri soprattutto per l'esplicito riferimento all'articolo 11 della nostra

Costituzione, che ripudia la guerra, al ruolo prioritario dell'Unione Europea, al riconoscimento e al

rilancio del ruolo dell'ONU. Al tempo stesso rimarco che le preoccupazioni e le obiezioni da me

espresse chiedono una pronta e forte riflessione. (Applausi dai Gruppi Aut e IU-Verdi-Com).

Informativa del Governo sulla situazione in Myanmar

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Peterlini. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, signor Vice ministro, stiamo seguendo con apprensione e

preoccupazione gli sviluppi della situazione nel Paese asiatico e, a nome di tutto il Gruppo Per le

Autonomie, intendo esprimere la nostra solidarietà al popolo, ai monaci birmani, che da settimane

protestano in modo pacifico contro la giunta militare del potere nel nuovo Myanmar o ex Birmania.

Non intendo soltanto esprimere pieno sostegno a quel popolo, ma anche ringraziarlo per l'esempio

di coraggio civile che offre al mondo con la sua protesta non violenta.

Come denunciato dalla Croce Rossa e da altre organizzazioni internazionali e come appena

confermato dal Governo, per voce del vice ministro Danieli, il regime militare contro cui

manifestano da settimane costituisce uno dei casi peggiori di regime in cui siano violati diritti

umani fondamentali.

Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per questo brutale regime nella ex Birmania e quel che

più ci preoccupa ora è il dover apprendere che le autorità militari hanno dato seguito alla loro

minaccia che da ieri cerca di reprimere con la forza queste pacifiche manifestazioni. Oltre ai feriti,

si registrano già dei morti e molti arresti di monaci.

A nome del Gruppo Per le Autonomie, ringrazio pertanto il Governo e il vice ministro Danieli che

si è subito attivato e lo sosteniamo nello svolgere una immediata azione sugli organismi

internazionali per accentuare l'isolamento del regime militare birmano e fermare subito questo

ricorso alla forza. Supportiamo il Governo anche nell'impegno direttamente rivolto alle sedi

europee e nel sostegno politico e materiale nei confronti delle organizzazioni democratiche

sindacali e politiche della ex Birmania, oggi dichiarate fuorilegge.

Inoltre, sarebbe importante, come già sottolineato da vari oratori, sensibilizzare i Governi di India e

Cina, principali partner commerciali della Birmania, affinché favoriscano una soluzione pacifica

della protesta ed una reale democratizzazione del Paese. Chiediamo inoltre di esercitare pressioni

affinché vengano liberati il più presto possibile tutti i prigionieri politici, compreso il premio Nobel

della pace Aung San Suu Kyi.

Sono lieto - penso di poterlo esprimere a nome di tutti - che qui in Senato abbiamo un momento di

grande solidarietà verso questo Paese soppresso e penso che sia un bell'esempio che potrebbe fare

scuola. (Applausi dal Gruppo Aut).

Page 300: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

300

Interventi vari

Discussione e approvazione delle dimissioni presentate dal senatore Luigi Malabarba

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo brevissimamente e solo per completezza

dell'informazione. Siccome il sistema elettorale è appena cambiato in questa legislatura e l'ultimo

sistema era quello maggioritario, finora era impossibile attuare questa procedura perché ci volevano

mesi.

Terrei però presente la questione pro futuro, perché ci sono comunque sei senatori del Trentino-

Alto Adige e quello della Valle d'Aosta eletti ancora con il sistema maggioritario; se fosse accaduto

a me - o ad uno dei nostri colleghi - di dimettermi, questa procedura non sarebbe stata possibile.

Pertanto, avverto del rischio di applicare una procedura nuova che finora non aveva nessuna prassi;

poi, mi va bene se nel frattempo la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari lavora e fa il

suo dovere, ma, come principio, non lo introdurrei.

Mozioni nn. 23, 25, 26, 28 e 34 sulle vicende connesse al discorso tenuto da Papa Benedetto XVI a

Ratisbona

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, mi parrebbe di sminuire l'importanza di questo tema ed

anche il rispetto per la grande tensione della comunità, non solo di quella cristiana, se rinunciassi a

una dichiarazione di voto. Mi sembrerebbe anche di sminuire il ruolo del Parlamento, che ha il

compito di esprimersi su temi di grande rilevanza.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la voglia di rivalsa, lo devo ricordare, errata e dannosa dopo

gli attentati dell'11 settembre ha portato alla guerra dell'Iraq e ha alimentato lo scontro di culture e

di religioni, uno scontro che tende a minacciare sempre di più la pace nel mondo e ci espone ad

attentati terroristici.

Abbiamo pertanto apprezzato il ruolo della Chiesa ed in particolare i messaggi commoventi di Papa

Giovanni Paolo II in favore della pace, per il dialogo tra religioni e culture. Questa linea è stata

pienamente proseguita da Papa Benedetto XVI, al quale vogliamo esprimere, a nome di tutto il

Gruppo per le Autonomie, la nostra piena solidarietà.

Respingiamo, pertanto, con fermezza le strumentalizzazioni della lezione sul rapporto tra ragione e

fede tenuta dal Santo Padre all'università di Regensburg: era un'analisi storica che in alcun modo

voleva essere di offesa al mondo islamico.

Respingiamo quindi le minacce e gli attacchi ingiusti e inaccettabili rivolti al Papa e a tutta la

Chiesa cattolica, attacchi e minacce mossi da una frangia, la più radicale, musulmana, ribelle,

jihadista, antisemita e anticristiana, che si nutre purtroppo della disperazione di giovani emarginati

e che ha come scopo quello di soffiare sul fuoco dell'intolleranza e della violenza. Il Pontefice,

anche negli incontri con i rappresentanti islamici, ha ribadito invece la necessità di promuovere il

dialogo interreligioso e interculturale fra cristiani e musulmani.

Page 301: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

301

Ha ragione il ministro Amato sul fatto che non dobbiamo scusarci per il discorso di Regensburg,

ma dobbiamo ammettere naturalmente che anche la nostra religione, come tante altre nella loro

storia, ha violato i propri principi etici.

Noi, signor Presidente, crediamo che questa sia la strada giusta da seguire, assieme all'impegno che

lo Stato deve mantenere nel contrastare fermamente ogni forma di violenza, di integralismo e di

intolleranza. In tal senso, esprimiamo soddisfazione per l'azione finora svolta dal Governo e dalle

forze di polizia. Questa azione deve proseguire a tutela del Pontefice, dei luoghi di culto e di tutti i

cittadini.

C'è bisogno di un dialogo autentico, che aiuti a superare insieme le tensioni, anche nell'incontro e

nella convivenza con le comunità immigrate. Questo dialogo deve però prendere atto delle

differenze e rispettarle, perché il rispetto reciproco è alla base di tutto e senza di questo non si può

creare dialogo.

Riteniamo, infatti, che siano importanti la libertà di religione, il rispetto dei valori ed anche la

tolleranza, che per noi è un atto dovuto nell'incontro con le culture e le religioni di altri Paesi e nel

confronto con le persone e le famiglie immigrate. (Brusìo).

PRESIDENTE. Colleghi, non approfittiamo del fatto che il senatore Peterlini è un montanaro e va

avanti comunque. Questo brusìo arreca un forte disturbo, quindi vi prego di fare silenzio.

Continui pure, senatore Peterlini.

PETERLINI (Aut). Grazie, Presidente, ma purtroppo siamo abituati. Se c'è polemica su aspetti già

concordati, su parole (come Santo Padre o altre) che con rispetto possiamo tutte usare allo stesso

modo, allora ci sono urla e grande tensione in Aula. Se invece si desidera esprimere qualche

pensiero serio, allora purtroppo non c'è alcuna attenzione.

Stavo dicendo che il rispetto che diamo e vogliamo dimostrare alle persone e alle famiglie

immigrate chiediamo che venga riconosciuto anche a noi da parte degli altri, su basi di reciprocità.

Chiediamo il rispetto del nostro credo, dei nostri simboli e dei nostri valori cristiani, che abbiamo il

compito di sostenere.

Vorrei essere molto esplicito su questo: non possiamo accettare che si chieda a noi di togliere la

croce dalle aule scolastiche pubbliche, come noi non ci permetteremmo mai di chiedere questo ad

altre religioni riguardo ai loro simboli nei loro Paesi. Puntando sul dialogo tra Paesi e popoli di

culture e religioni diverse, fondato sulla parità, sulla reciprocità e sulla non violenza, si potrà

scongiurare il pericolo di uno scontro tra le civiltà e le dignità culturali e religiose, quale unica

deriva della crisi del nostro tempo.

Pertanto, signor Presidente, annuncio il voto favorevole del Gruppo per le Autonomie sull'ordine

del giorno presentato da tutti i Gruppi e firmato anche da noi, apprezzando questo grande esempio

di solidarietà e di collaborazione di tutto il Parlamento e di tutte le forze politiche. (Applausi dal

Gruppo Aut).

Sulle questioni politiche connesse all'approvazione della questione pregiudiziale sul disegno di

legge n. 1048

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, senza voler gettare ulteriore benzina sul fuoco, desidero però

evidenziare un fatto che deve stare a cuore a tutti e che finora non ha trovato soluzione, pur essendo

stato posto anche in sede di Conferenza dei Capigruppo. L'Italia è rappresentata, con delegazioni

Page 302: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

302

composte da colleghi di maggioranza e di opposizione, in vari organi internazionali, ad esempio in

Consiglio d'Europa, dove ci onoriamo di avere un nostro rappresentante.

Ora, questo non è un caso singolare che si presenta oggi, ma avviene continuamente, e quindi

svolgo tale rilievo a prescindere dalla giornata odierna e dalle assenze che abbiamo sentito essere

determinanti per garantire il numero legale in Aula. Dobbiamo decidere se partecipare attivamente

all'attività di questi organi o non parteciparvi più. Perché se vi partecipiamo dobbiamo trovare una

regola che consenta alla maggioranza e all'opposizione di essere equamente presenti, senza mettere

ogni volta in difficoltà i lavori dell'Aula.

Non è più possibile che accada quanto avvenuto l'ultima volta alla seduta inaugurale

dell'Assemblea del Consiglio d'Europa in cui il nostro collega Pinzger, membro della delegazione

italiana, è rimasto solo proprio nel momento ufficiale della riunione, quando bisognava procedere

all'insediamento delle commissioni; di tutta la delegazione non c'era più nessun italiano. Mi chiedo

che figura stiamo facendo in Europa e in tutti gli altri organi internazionali. Non siamo più capaci

di garantire la presenza degli italiani negli organi internazionali. Non può accadere questo.

(Commenti dal Gruppo AN. Brusìo).

Questa osservazione va oltre quanto accaduto in questo momento. Sottopongo pertanto nuovamente

alla Presidenza il problema, che è di fondo e che dovrebbe stare a cuore a tutti, non solo alla

maggioranza. Dovrebbe interessare tutti noi che rappresentiamo il Senato, il Parlamento intero e il

popolo italiano.

STORACE (AN). Ma che pretende dall'opposizione?

PETERLINI (Aut). Non è possibile fare queste figure in sede europea, perché l'alternativa per la

maggioranza è dire - come è accaduto anche oggi che si tiene l'Assemblea parlamentare del

Consiglio d'Europa a Parigi - state tutti qui perché altrimenti non possiamo garantire il numero

legale. Questa non può essere la soluzione. Pertanto, il mio è un appello che rivolgo a tutti,

indipendentemente dal colore politico, e chiedo nuovamente che la questione sia sottoposta ai

Capigruppo.

Sulle modalità di svolgimento delle votazioni

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, sono state avanzate alcune proposte per conferire più serietà

alla votazione: il senatore Boccia ne ha esposte un paio e, con una certa serietà, si sono aggiunte le

osservazioni dell'opposizione. Tuttavia, quello che dobbiamo garantire nell'interesse del Paese è

che l'esito delle votazioni corrisponda veramente alle presenze e ai voti in Aula e che non ci siano

voti doppi, né dubbi. Tutte le scenate risultavano dall'incertezza o, almeno, dal dubbio che ci

fossero brogli da una parte o dall'altra.

Mi affido alla Presidenza affinché studi in tutta tranquillità i modi per garantire un voto sereno -

valutando le proposte del senatore Antonio Boccia o di altri senatori - perché con queste

maggioranze risicate che ci ha regalato la legge elettorale - non nostra ma della maggioranza di

Berlusconi - naturalmente occorre contare fino all'ultimo voto.

Modificazioni all'articolo 5 del Regolamento del Senato (Doc. II, n. 5 e Doc. II, n. 6)

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

Page 303: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

303

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, intervengo per esprimere la mia perplessità su quanto sembra

essere deliberato dalla maggioranza, a cui mi sono opposto fin dalla prima seduta dei Capigruppo al

fine di evidenziare l'esigenza espressa poc'anzi dal collega Stiffoni. Anch'io, infatti, ritengo che la

rappresentanza in Consiglio di Presidenza non possa essere limitata per quei Gruppi che, per altri

motivi, rivestono funzioni diverse, tra l'altro non più politiche ma sovrastanti ai Gruppi stessi, come

le cariche di Presidente, Vice presidente e Questore, le cui funzioni, specifiche e ben delimitate,

sono previste dal Regolamento e non sono le stesse previste per i Segretari d'Aula.

Per quanto riguarda il Gruppo per le Autonomie, esprimo la volontà di arrivare ad una soluzione da

tutti condivisa e che dia effettivamente la possibilità di espressione a tutti i Gruppi, anche a quelli

nei quali un membro riveste già un'alta carica del Senato, di poter essere presenti in Consiglio di

Presidenza con un Segretario d'Aula.

Avevo già posto tale questione ai Capigruppo. Purtroppo, questa mattina non abbiamo potuto

partecipare alla Capigruppo a causa del grande ritardo fatto registrare dall'aereo proveniente da

Bolzano. Questo però non può essere motivo per deprivarmi della possibilità di evidenziare

nuovamente tale esigenza.

Desidero aggiungere anche un'altra considerazione. Il Gruppo per le Autonomie si è costituito dopo

la Giunta per il Regolamento e quindi solo per questo ritardo, dovuto alle difficoltà di fattibilità

nella composizione del Gruppo, non siamo presenti nella Giunta per il Regolamento. Mi permetto

di rilevare anche questa esigenza e di farla presente a lei e, per suo tramite, al Presidente.

Votazione delle dimissioni presentate dal senatore a vita Francesco Cossiga

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel rispetto delle precise norme della

Costituzione, mi sembra doveroso concludere, anche a nome del Gruppo Per le Autonomie, che le

dimissioni del senatore a vita Cossiga devono essere respinte. Oltre a questo motivo giuridico,

vorrei aggiungere anche un motivo politico, che è quello che mi dà l'occasione per esprimere al

senatore Cossiga la nostra stima per il suo operato in tutta la sua vita politica che ormai è di quasi

50 anni, per il suo operato parlamentare, per il suo operato come Presidente della Repubblica e

come Presidente di questa Assemblea.

Nell'esprimere questa stima, vorrei anche aggiungere la stima per tutti i senatori a vita presenti in

quest'Aula, che hanno, secondo la Carta fondamentale della Repubblica, il diritto e il dovere di

espletare il loro mandato secondo quanto è previsto dalla Carta stessa, con pieni diritti e doveri.

Ritengo che i motivi che il senatore Cossiga ha indicato nella sua lettera di dimissioni e che ha

diramato a tutti nella sua motivazione orale qui in Aula debbano dare, però, origine a delle

riflessioni.

Per quanto riguarda il diritto di voto che lui mette in discussione nella sua argomentazione, non è

questa la sede per decidere; noi non ci precludiamo ad una discussione generale sulla posizione dei

diritti o dei non diritti dei senatori a vita, ma la questione dovrà essere regolata semmai con una

legge costituzionale, seguendo l'iter previsto dalla Costituzione stessa.

Non è ora il momento di mettere in discussione il diritto di voto e soprattutto non è il momento,

ogni qual volta un senatore a vita voti, commentare quel voto con giudizi politici che non hanno

Page 304: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

304

niente a che fare con la nostra Assemblea. Finché la Costituzione è questa, come è questa la legge

elettorale che è di rango molto minore, penso che sia dovere di tutti quanti in questa Assemblea

rispettarla e rispettare soprattutto i diritti-doveri dei senatori a vita.

Per quanto riguarda, invece, l'argomentazione delineata dal senatore Cossiga, relativa alla non

risposta ad interrogazioni presentate, mi pare che sia un nobile intento del senatore Cossiga quello

di evidenziare questa negligenza e sia motivo anche per noi tutti per appellarci alla Presidenza e al

Governo per far rispettare e tutelare le prerogative del Parlamento.

Così come è successo al presidente Cossiga, succede anche a tanti altri parlamentari e senatori; è

successo nella scorsa legislatura, ma succede anche nell'attuale che o mancano le risposte o si deve

aspettare mesi per riceverle. Questo appello incluso nel documento del presidente Cossiga deve

pertanto avere conseguenze chiare sia negli atti del Governo sia in quelli della Presidenza che ha

l'obbligo di sollecitare le risposte.

In conclusione vorrei aggiungere, oltre al ringraziamento parlamentare del nostro Gruppo, un

caloroso ringraziamento anche da parte proprio dell'Alto Adige-Südtirol che il presidente Cossiga,

sia come Presidente della Repubblica ma anche nella sua attività parlamentare, ha sempre avuto

molto a cuore, rispettando, anzi favorendo, le autonomie speciali e promuovendo anche la tutela

delle minoranze linguistiche.

Per tutto ciò noi gli siamo molto grati e questa gratitudine la esprimiamo con un voto deciso e

convinto contrario alle sue dimissioni. (Applausi della senatrice Thaler Ausserhofer).

Discussione di mozioni e svolgimento di interpellanze e interrogazioni sull'ampliamento della base

militare di Vicenza

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome del Gruppo Per le Autonomie,

dichiaro fin d'ora che voteremo contro tutte e tre le mozioni presentate dall'opposizione. Sono

strumentali e non hanno altro scopo che scomporre la maggioranza, creare nuove alleanze e quindi

far cadere il Governo.

Voteremo invece con convinzione l'ordine del giorno presentato dai Capigruppo di maggioranza,

che tiene conto e rappresenta una sintesi delle sensibilità e delle preoccupazioni del Paese che

hanno trovato voce in tante dichiarazioni svoltesi in quest'Aula da parte degli esponenti

dell'Unione. Esso rispecchia in toto il programma dell'Unione prevedendo una conferenza nazionale

sulle servitù militari alla luce anche dei timori espressi dalla popolazione locale.

Ritengo comunque che la vicenda della base di Vicenza debba offrire lo spunto per accelerare nel

nostro Paese, come negli altri Paesi europei, un processo di riflessione profonda e di ripensamento

su ruolo e compiti della Nato.

L'Alleanza Atlantica - come è noto - è nata nel 1949, all'inizio della cosiddetta Guerra fredda. Nella

logica dei due blocchi contrapposti, la NATO doveva difendere l'Occidente dal presunto attacco da

parte dell'Unione Sovietica e dei Paesi dell'Est che facevano parte del Patto di Varsavia. La caduta

del muro di Berlino, il crollo dell'Unione Sovietica e il dissolvimento dei regimi comunisti negli

Stati dell'ex «cortina di ferro» ha di fatto mutato radicalmente gli scenari internazionali e

conseguentemente le politiche da seguire.

Dopo l'11 settembre è la lotta al terrorismo la sfida principale da affrontare. Si tratta di una sfida

globale alla luce della quale ritengo che anche i ruoli delle alleanze internazionali debbano essere

ripensati.

Page 305: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

305

Nel non disconoscere le responsabilità che al nostro Paese derivano dalla sua collocazione

internazionale e dalle sue alleanze storiche, auspico tuttavia che il Governo avvii un ragionamento

con gli Stati Uniti e all'interno della NATO sulle basi militari presenti sul nostro territorio e

soprattutto sul loro utilizzo. L'obiettivo deve essere una nuova politica della pace, che cerca il

consenso e non lo scontro delle civiltà, non le aggressioni belliche che purtroppo sono state portate

avanti anche dalle nostre basi militari in Italia dal Governo di Bush (e non dico dell'America); devo

essere il dialogo e il confronto sui temi, cercando una soluzione di pace.

Onorevole signor Presidente, sappiamo che nella base di Vicenza il generale americano è il

comandante generale della SETAF (la Southern European Task Force) nonché comandante di tutte

le forze americane presenti a Vicenza. Nell'ambito della SETAF opera una brigata paracadutisti

USA che tre anni fa era impiegata in Iraq e successivamente in Afghanistan. Non possiamo

accettare che, con l'ampliamento della base la caserma Ederle di Vicenza che, ospita appunto il

comando della US Army per l'Europa del Sud, si corra il rischio che questa diventi il cervello di

operazioni unilaterali statunitensi in Medio Oriente.

Detto questo, ritengo che il Governo abbia gestito male la questione. Lo scorso 16 gennaio

l'Esecutivo ha annunciato il suo sì all'ampliamento della base USA di Vicenza, affermando che la

vicenda non rappresenta un problema di natura politica bensì una questione di carattere urbanistico-

territoriale e che, pertanto, avrebbe seguito il parere del consiglio comunale di Vicenza che si era

espresso a favore dell'ampliamento.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, a mio avviso si è stati troppo superficiali e soprattutto poco

trasparenti con la comunità interessata su un tema così delicato. Il Governo - sia l'attuale sia

soprattutto, quello precedente - avrebbe dovuto coinvolgere maggiormente nella fase decisionale la

popolazione interessata, perché è anche compito dell'Esecutivo centrale confrontarsi con le

popolazioni locali quando si tratta di fare scelte che hanno un impatto così rilevante su un'area.

Questa richiesta è stata fortemente proposta dai parlamentari del Veneto, tra cui...(Brusìo).

PRESIDENTE. Mi rivolgo in particolare ai senatori che siedono nella parte dell'Aula alla mia

sinistra, che è più vicina alle orecchie dell'oratore, per dire che il rumore è troppo forte.

Mi scusi, senatore Peterlini, se l'ho interrotta.

PETERLINI (Aut). Ringrazio lei, Presidente, e anche i colleghi.

Come dicevo, questa istanza è stata fortemente proposta dai parlamentari del Veneto, tra cui la

senatrice del Gruppo Per le Autonomie Simonetta Rubinato.

In queste settimane le comunità della zona hanno fortemente manifestato la propria preoccupazione

in ordine all'inquinamento acustico e ambientale, alla sicurezza, alla mobilità, alle infrastrutture e ai

servizi e, anziché coinvolgerle attivamente nella fase antecedente all'annuncio della decisione presa

dal Governo, abbiamo assistito soprattutto a tentativi di autoassoluzione tra il Governo centrale e

quello locale. Sarebbe stato giusto - a mio avviso - accogliere la richiesta della popolazione di

indire un referendum consultivo per assumere una decisione più condivisa.

Ci auguriamo comunque che il Governo adempia al suo dovere di assicurare la massima vigilanza

sul rispetto degli accordi bilaterali in materia di utilizzo della base stessa per quel che riguarda gli

impieghi operativi; e che tenga costantemente e dettagliatamente informato il Parlamento

sull'utilizzo dell'opera: non vorremmo che finissero poi per partire dalla base di Vicenza aerei per

bombardare altri Paesi, come ad esempio l'Iran.

PRESIDENTE. Senatore, le ricordo che ha ancora un minuto.

PETERLINI (Aut). Grazie, Presidente, sto concludendo.

Page 306: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

306

La questione dell'ampliamento della base di Vicenza non può e non deve essere comunque

connessa alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali multilaterali e, nello specifico, al

rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan.

Su questo delicato argomento, che avremo il compito di esaminare a breve, mi permetto soltanto di

sottolineare, signor Presidente, l'urgente necessità di arrivare ad una conferenza internazionale di

pace sull'Afghanistan nell'ambito delle Nazioni Unite, che raccolga intorno a un tavolo tutte le

forze interessate di quell'area geografica per creare pace e non guerra. (Applausi dai Gruppi Aut,

IU-Verdi-Com, Ulivo e RC-SE).

Mozione 1-00020 per l'istituzione di una Commissione speciale sui diritti umani

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Se i ritmi sono questi, forse ce la facciamo a farla partire già da

stasera la Commissione speciale.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, anche noi saremo molto brevi, vorremmo però cogliere

l'occasione per sottolineare l'importanza di questa mozione.

I diritti umani, di cui stasera siamo chiamati a discutere grazie alla mozione presentata dal

presidente Andreotti, rappresentano un patrimonio troppo spesso calpestato, che necessita una

maggiore tutela nelle istituzioni di tutti i Paesi del mondo.

La prima affermazione dei diritti umani si ebbe con la redazione della Dichiarazione universale dei

diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, siglata nel 1948, dopo le due catastrofiche guerre mondiali.

Con quella Carta si stabiliva, per la prima volta nella storia moderna, l'universalità di questi diritti,

non più limitati unicamente ai Paesi occidentali ma rivolti ai popoli del mondo intero e basati su un

concetto di dignità umana universale.

Tale Dichiarazione indicava agli Stati membri l'urgenza di promuovere un insieme di diritti umani,

civili, economici e sociali, affermando che questi diritti sono parte delle fondamenta di libertà,

giustizia e pace del mondo.

Questa dichiarazione fu il primo sforzo legale internazionale, ma nonostante gli altri numerosi passi

intrapresi, quello della tutela dei diritti umani e della persona resta un tema scottante, che necessita

di misure concrete per la loro effettiva applicazione.

Il Senato, già nelle precedenti legislature, ha affrontato questo delicato ed importante argomento,

istituendo prima un Comitato contro la pena di morte e poi una Commissione straordinaria per la

tutela e la promozione dei diritti umani. Pur se lodevoli, queste iniziative sono state limitate nel

tempo, mentre è necessario, visti anche gli scenari di violenze, maltrattamenti e guerre, avere

un'attenzione continua e costante.

Pertanto, nel confermare la necessità di ricostituire una Commissione speciale, non posso che

lodare l'iniziativa del presidente Andreotti, sempre molto sensibile a queste tematiche. Tra l'altro, la

mozione n. 20 che egli ha presentato e che anch'io ho firmato, propone di avviare l'iter per

l'istituzione di una Commissione permanente. Questo organismo, proposto dal senatore a vita, è - a

mio avviso - un valido strumento in grado di tutelare e promuovere costantemente i diritti

fondamentali delle persone, sanciti anche dalla nostra Costituzione. Le esperienze svolte nelle due

precedenti legislature hanno dimostrato infatti come questa tematica, e più in generale quella dei

diritti fondamentali della persona, abbia una sua estrema complessità e richieda quindi un'attività

coordinata ed organica.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, non posso che rivolgere un plauso al senatore Andreotti per

aver nuovamente richiamato l'attenzione di questa Assemblea, spesse volte avvitata in logoranti

Page 307: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

307

discussioni autoreferenziali, su una problematica che vede già in numerosi Paesi europei

l'istituzione di organismi permanenti, che tra l'altro ci vengono anche raccomandati dalla stessa

Assemblea generale delle Nazioni Unite.

A questo punto, non mi resta che confermare il voto favorevole del Gruppo Per le Autonomie alla

mozione presentata dal senatore Andreotti e da noi sostenuta fin dall'inizio con la mia firma.

(Applausi dal Gruppo Aut e dei senatori Bulgarelli e Brisca Menapace).

Sull'ordine dei lavori

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, mi associo a quanto appena detto dal senatore Boccia,

sottolineando anche il fatto, già rilevato una volta, che quanto successo è sicuramente un fatto

politico rilevante, ma non è una crisi di Governo che deve seguire la procedura esattamente prevista

dalla Costituzione con un voto di fiducia o di sfiducia.

Vorrei poi cogliere l'occasione adesso o più tardi, quando me lo consente, signor Presidente, per

prendere posizione su un fatto gravissimo accaduto questa mattina mentre stavo parlando,

un'offesa, della cui gravità mi sono reso conto solo dopo aver letto il resoconto.

Per fatto personale

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, nella seduta di ieri il senatore a vita, presidente emerito

Francesco Cossiga ha interrotto la mia dichiarazione di voto appena dopo che avevo incominciato a

pronunciare poche parole, con le quali io, a nome del Gruppo Per le Autonomie che mi onoro di

presiedere, ho solo approvato i principi generali della politica estera del Governo tracciati dal

ministro D'Alema. Il Presidente emerito della Repubblica, così come ha riportato il Resoconto

stenografico della seduta, ha dapprima gridato «Vergogna! Sempre contro gli Stati Uniti!», per poi

continuare con «Viva le SS del Sud Tirolo!».

Lo stesso Cossiga, a seguito della mia risposta, nella quale ribadivo la democraticità del popolo

sudtirolese, che ha sempre ripudiato le dittature fascista e nazista, che hanno provocato il dramma

delle opzioni, ha poi contrattaccato rimarcando, in un comunicato, che nella sostanza del mio

discorso sentiva già - cito - «l'eco della politica del grande Reich nazista» e che - cito - «l'80 per

cento della popolazione sudtirolese aveva fatto la scelta del regime fascista».

Sebbene le dichiarazioni del senatore a vita Cossiga non si prestino ad un ulteriore commento,

ritengo che rasenti la genialità che dopo la prima frase della mia dichiarazione di voto, nella quale,

ripeto, non avevo espresso altro che l'approvazione delle linee del Governo, Cossiga sostenga che

nel mio discorso sentiva già l'eco della politica del grande Reich nazista, un'accusa gravissima,

ingiustificata, che respingiamo con fermezza.

Lascia inoltre amareggiati l'uso alquanto disinvolto che il senatore a vita fa della storia del Sud-

Tirolo e del dramma che la popolazione ha dovuto subire e vivere a causa delle dittature nazista e

fascista. Le cosiddette opzioni, volute da Hitler e Mussolini, sono state un accordo scellerato, fatto

Page 308: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

308

sopra la testa delle persone, che hanno dovuto subire profonde ferite e lacerazioni personali e

familiari. Si trattava di un patto che ha costretto i sudtirolesi a decidere se rimanere in Italia,

rinunciando alla loro identità, alla loro lingua, alla loro cultura e magari essere trasferiti in altre

province d'Italia, o andare in Germania, lasciando tutti i loro beni. Una drammatica scelta, imposta

dalle due dittature, che ha portato grande sofferenza e diviso tante famiglie.

Se poi più dell'80 per cento dei sudtirolesi si vide costretto, vista la forte pressione e propaganda dei

due regimi, ad emigrare a malincuore, lasciando la propria terra e la propria casa, i propri masi, non

fu - è questo il motivo per cui ho preso la parola - un riconoscimento del nazismo, ma una scelta

obbligata per salvaguardare lingua e cultura dalla pulizia etnica, messa in atto dal fascismo, che

aveva proibito l'uso della lingua tedesca, chiuso le scuole tedesche e addirittura interdetto

l'insegnamento religioso nella madrelingua, licenziato o trasferito in altre province i pochissimi

dipendenti pubblici, licenziato gli insegnanti di lingua tedesca e cercato di sradicare tutti gli usi e le

tradizioni locali.

Siamo stupiti, e con me anche tutti i sudtirolesi, per la presa di posizione del senatore Francesco

Cossiga. Il presidente Cossiga è sempre stato un grande amico del Sud-Tirolo, ha lavorato bene con

i parlamentari altoatesini ed è stato garante del rispetto degli interessi della nostra terra. Per questo

suo impegno gli siamo grati e proprio per questo non riusciamo a comprendere come sia stata

possibile questa inqualificabile e superficiale offesa.

Infine, signor Presidente, ringraziando anche lei per l'opportunità di poter parlare, colgo l'occasione

per ringraziare i tanti colleghi del Senato che, sia per iscritto che oralmente, mi hanno espresso la

loro solidarietà. (Applausi dai Gruppi Aut, Ulivo, IU-Verdi-Com e RC-SE).

Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per gli anni finanziari 2005 e 2006, e progetto di

bilancio interno del Senato per l'anno finanziario 2007

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, signori Questori, intendo innanzitutto esprimere un vero

apprezzamento per i servizi forniti dal Senato, dalla Presidenza e specialmente dai nuovi impulsi

provenienti dal Collegio dei senatori Questori, che non sono solo soddisfacenti, ma ottimali.

Il mio giudizio positivo vuole soffermarsi in particolare sui servizi con i quali noi senatori abbiamo

un contatto diretto, senza con questo voler diminuire il valido contributo di tutti gli altri servizi

forniti, che però forse conosciamo un po' meno. La Presidenza, l'Aula, le competenze, le

Commissioni, quella del bilancio in particolare, i servizi informatici, gli uffici tecnici, il supporto

fornito dall'Ufficio studi, sempre puntuale e preciso, i servizi forniti dagli assistenti parlamentari.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti questi settori.

Ottima anche la ristrutturazione dei palazzi, in special modo quella riguardante l'ex hotel Bologna

che ospita gran parte dei senatori, compresi quelli appartenenti al Gruppo Per le Autonomie.

Nell'ambito degli obiettivi per il 2007, condividiamo pienamente la scelta della Presidenza e dei

senatori Questori di contenere il più possibile le spese. Mi congratulo con quanto è stato poco fa

annunciato dal senatore Nieddu a nome di tutti e tre i senatori Questori in merito al forte taglio di

spese compiuto. In tal senso deve essere perseguita la strada dell'integrazione anche con la Camera

per la documentazione e l'informazione, così come trovo opportuna la decisione di potenziare

l'informatizzazione con tutta una serie di supporti per i senatori e i dipendenti che, di fatto, hanno

come obiettivo il risparmio dell'uso della carta. Tutta una serie di informazioni finora disponibili

solo su carta stampata possono ora essere diramate tramite Internet e e-mail, consentendo un grande

risparmio di spesa in generale.

Infine, sono d'accordo anche con l'intento di porre in essere il turn over del personale, nonché la

riorganizzazione degli uffici.

Signor Presidente, mi consenta di fare ora una riflessione in materia di informazione e mass media.

Abbiamo assistito, addirittura negli ultimi cinquant'anni, ad uno spostamento dell'interesse

Page 309: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

309

dell'opinione pubblica dal Parlamento verso l'attività del Governo e i mass media si sono sempre

più concentrati a riferire quanto detto dal Governo e dai rappresentanti dei Ministeri; al massimo, si

sono limitati alle dichiarazioni di due o tre speaker della maggioranza o dell'opposizione.

Conseguentemente, alla stragrande maggioranza dei cittadini è venuta a mancare la nozione del

vero lavoro del Parlamento e degli apporti di proposte provenienti dai loro rappresentanti. Non si

tratta di un problema di visibilità. Lo sottolineo perché noi tutti abbiamo nel nostro collegio la

possibilità di attivarci e ricevere la necessaria attenzione dai media locali. Si tratta, piuttosto, della

valorizzazione di uno dei tre poteri della democrazia: quello legislativo, accanto al potere

giudiziario e a quello esecutivo. Ebbene, ho l'impressione che il valore del Parlamento stesso vada

sempre più a degradarsi e che la bilancia tra i tre non sia più in equilibrio.

E' stato per questo motivo, signor Presidente, onorevoli Questori, che nella scorsa legislatura, in

sede di discussione del bilancio interno del Senato, avevo presentato un ordine del giorno firmato

trasversalmente da oltre un centinaio di colleghi, in cui si faceva presente questo deficit, non solo e

non tanto di informazione, quanto piuttosto di democrazia e pluralismo dell'informazione,

chiedendo alla Presidenza e ai senatori Questori che si attivassero per supportare maggiormente un

servizio che mettesse in luce l'attività delle Commissioni, l'attività ispettiva, le proposte dei singoli

parlamentari e i loro interventi.

Ho con me il documento, firmato, ripeto, trasversalmente da oltre cento senatori di maggioranza e

opposizione, che concordavano sull'obiettivo. In esso si dice che i mass media spesso trascurano i

lavori dei singoli parlamentari, i loro interventi e le loro proposte, sia in Aula e soprattutto nelle

Commissioni, nonché il lavoro di sindacato ispettivo, che invece dovrebbero essere valorizzati

mettendo in evidenza anche il lavoro di chi non ricopre posizioni di rilievo a livello nazionale. Ciò,

per esempio, viene fatto da anni da qualche agenzia parlamentare in grado anche di produrre servizi

audiovisivi divulgativi del lavoro dei parlamentari.

L'ordine del giorno, accettato dai senatori Questori e automaticamente dall'Aula all'unanimità,

impegnava il Consiglio di Presidenza a realizzare le proposte di cui alle premesse dell'ordine del

giorno medesimo, soprattutto alla luce dei criteri di difesa del pluralismo, dell'indipendenza e

dell'autonomia di chi sarebbe stato chiamato a produrre i servizi sopra indicati.

Un'agenzia che ha svolto e tuttora svolge questo capillare servizio era, tra le altre, tutte preziose,

l'AgenParl, agenzia parlamentare diretta dal dottor Francesco Lisi con grande professionalità,

intenso e quotidiano impegno. Con l'AgenParl è stato concluso un contratto circa un anno fa,

stipulato sulla scorta della nostra richiesta presentata in Aula. Il contratto però è scaduto e

purtroppo non è stato più rinnovato. Alla luce dell'importanza del servizio svolto dall'AgenParl,

chiedo che per questa agenzia si preveda il rinnovo del contratto; una soluzione che consentirebbe

all'AgenParl di proseguire il quotidiano lavoro, che ritengo prezioso, sia alla Camera che al Senato.

La questione di fondo - ribadisco - non è quella di una nostra particolare visibilità nella società

della comunicazione, bensì di far conoscere alla maggioranza dei cittadini il cuore dell'impegno più

serio del nostro lavoro, che viene reso possibile soprattutto con il pluralismo mediatico nel campo

della comunicazione che renda pubblico anche il lavoro parlamentare quotidiano nelle

Commissioni e l'attività di ogni singolo parlamentare.

Signor Presidente, mi scusi se aggiungo ulteriori considerazioni. Se parliamo con la gente

scopriamo che normalmente l'opinione pubblica pensa che in Parlamento non si faccia nulla e che i

parlamentari vadano a Roma a fare la dolce vita. Chi invece ha occasione di guardare dietro le

quinte sa che qui si lavora seriamente e che c'è un impegno incredibile da parte di tutti i senatori,

che lavorano anche fino alle ore 23 e oltre per poter svolgere la loro attività non soltanto

parlamentare, di Aula e di Commissione, che spesso si prolunga nel corso della notte, ma anche per

curare la propria corrispondenza, le relazioni con il proprio elettorato, le pratiche relative al proprio

collegio. Il lavoro è molto intenso, ma l'opinione pubblica pensa esattamente il contrario.

Mi auguro pertanto che il Collegio dei senatori Questori e il Consiglio di Presidenza tengano conto

di questa riflessione e, compatibilmente con le risorse a disposizione e la necessità di ridurre le

Page 310: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

310

spese, che avevo sottolineato e che condivido pienamente, garantiscano il pluralismo

nell'informazione e lo favoriscano attraverso la pluralità dei mezzi di informazione presenti in

Senato.

Ringrazio il Presidente, i senatori Questori e tutto il personale coinvolto in questo lavoro di

supporto. (Applausi dal Gruppo Aut).

Discussione di mozioni e svolgimento di interpellanze e di interrogazioni sulla vicenda vice ministro

Visco - Guardia di Finanza

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome del Gruppo Per le Autonomie mi

preme sottolineare, innanzitutto, la necessità che su questa vicenda sia fatta la più completa e celere

chiarezza. Il ritiro della delega al vice ministro Visco è stato un segnale necessario e positivo da

parte del Governo. Chiediamo fin d'ora che le competenze della Guardia di finanza siano conferite

e rimangano definitivamente nelle mani del Ministro competente. Sulla vicenda è ora necessario

che la procura della Repubblica faccia il proprio lavoro con serenità e che, qualora emergano

aspetti non condivisibili, l'Esecutivo e lo stesso vice ministro Visco prendano le opportune

decisioni.

Ma questo caso non deve interferire sulle procedure e sul diritto del Governo, sancito dalla

Costituzione, di scegliere il comandante della Guardia di finanza. L'ha fatto anche l'ex presidente

Berlusconi ed è corretto che, quando viene a mancare il rapporto di fiducia, il comandante possa

essere sostituito. Criticabili sono, invece, gli atteggiamenti intrusivi nelle nomine dei singoli riparti.

Riteniamo, quindi, che se la destituzione del generale Speciale rientra nell'ambito dei diritti-doveri

di un Ministro, la stessa non debba essere messa in discussione, anche se riteniamo che nell'intero

caso vi sia stato un deficit di trasparenza. Se, al contrario, le scelte fossero state motivate da un

voler interferire nelle indagini delle Fiamme gialle, tutto ciò apparirebbe come un fatto gravissimo.

Dall'altra parte, il comandante della Guardia di finanza non deve usare la sua posizione come

strumento politico. Lo stesso comandante non deve passare le linee ai giornali o fare telefonate in

viva voce per poi usarle contro il Ministro. Un Ministro può essere censurato, ma devono esser

usati i metodi previsti dalla legge.

Al centro dell'attenzione mi permetta che in questo dibattito, diventato politico - in cui

l'opposizione vuol far cadere il Governo - poniamo come Gruppo Per le Autonomie e chiediamo

l'attenzione per misure nell'ambito della politica fiscale, urgente da affrontare.

Premetto che condividiamo l'obiettivo di ridurre l'enorme debito pubblico ed il deficit finanziario

per liberare risorse per la crescita. Ritengo, però, che la politica fiscale del Governo, a partire dalla

rigorosa e pesante legge finanziaria, abbia messo troppo sotto torchio le piccole, medie e

microimprese.

Queste aziende sono parte essenziale del sistema produttivo e sono state chiamate a contribuire al

rilancio dell'economia con aggravi fiscali spesso non più sostenibili. Noi richiediamo, pertanto, ma

per tutto il Paese - noi forse perché siamo più sensibili, legati al territorio di una economia molto

prospera in Provincia di Bolzano, anche se ritengo che il problema sia nazionale - che nella

prossima manovra finanziaria si tenga conto delle difficoltà delle piccole imprese, soprattutto

artigiane e commerciali.

Forti perplessità nascono, inoltre, nei metodi adottati dalla Guardia di finanza nei controlli.

Condividiamo in pieno - su questo non c'è dubbio - la necessità di combattere con forza l'evasione

Page 311: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

311

fiscale, stimata da 200 miliardi di euro, ma nel contempo giudichiamo assai esecrabile che nelle

sedi delle imprese si arrivi con i mitra spianati e con metodi vessatori, che creano difficoltà e fanno

insorgere malumori e paura non solo tra le piccole e medie imprese. Inoltre, tolgono ai giovani la

voglia di fare impresa.

Nelle Regioni di confine, cari colleghi - mi riferisco alla Valle d'Aosta, all'Alto Adige. Al Südtirol e

al Trentino, è molto forte ed altamente punitivo il controllo fiscale. È di questa mattina la notizia

che una azienda è stata chiusa dalla Guardia di finanza perché non aveva emesso scontrini per 59

euro. È stata chiusa perché momentaneamente non aveva la disponibilità della carta necessaria.

Sono numerosi anche i controlli nei confronti dei turisti, che vengono fermati a decine di chilometri

dagli alberghi e sottoposti alla redazione di verbali della durata anche di mezz'ora, che creano

spavento e, di certo, non aiutano il turismo.

Nelle Regioni del Sud, in primo luogo, ma anche in quelle del Nord, lo sappiamo tutti, esiste un

forte sommerso. Condividiamo l'obiettivo di un sistema più giusto, facendo pagare tutti e con meno

aggravi, però i metodi non si trasformino in terrorismo fiscale. I cittadini vivono una forte

incertezza perché il nostro sistema si basa esclusivamente su misure punitive e sanzionatorie.

In altri Paesi europei, con risultati molto più efficienti, basta guardare l'Austria, la Germania e la

Svizzera, gli organi competenti fanno soprattutto prevenzione e consulenza nei confronti delle

piccole imprese, coinvolgendole in una cultura contributiva corretta. I titolari vengono ascoltati e

con gli stessi vengono concordati incontri per verificare i libri contabili e capire dove ci possono

essere deficienze, senza che in queste consultazioni vengano applicate sanzioni. Solamente quando

poi, nonostante le consultazioni e gli avvertimenti, le aziende proseguono nelle irregolarità scattano

le sanzioni.

Prego il Ministro, che ringrazio per l'attenzione, di far sì che questo metodo persuasivo si studi

anche in Italia, al fine di introdurre un sistema più efficiente di quello attuale. È un metodo di

prevenzione e consulenza che noi come Gruppo Per le Autonomie chiediamo venga adottato anche

nel nostro Paese. Il Governo deve dotarsi di una politica di consulenza, accoppiandola ad una

semplificazione delle procedure, per un fisco non persecutorio ma sempre più amichevole.

Dobbiamo dare serenità e fiducia ai cittadini e queste due condizioni passano anche per un'adeguata

politica fiscale.

Il voto amministrativo al Nord è stato un campanello di allarme, rafforzato anche da quello che dice

la gente, che invita tutti ad una svolta radicale. Credo che tali riflessioni siano necessarie in questa

Aula visto che tale dibattito si è trasformato in un acceso scontro, in cui l'opposizione cerca di far

cadere il Governo Prodi.

Non riteniamo che una crisi di Governo in questo difficile momento sia la ricetta migliore per il

nostro Paese. I cittadini infatti si aspettano una ripresa del Paese, riforme che sono però ostacolate

dalla difficile situazione venutasi a creare proprio in questo ramo del Parlamento, frutto di una

legge elettorale distorta, ma anche, signor Presidente e signor Ministro, e lo dico anche alla

maggioranza, da un Governo e da una maggioranza poco coesi, che dovrebbero ritrovare una loro

unità per il rilancio dell'economia, la lotta alle vecchie e nuove povertà, la riforma della previdenza

e le liberalizzazioni.

Accogliamo con soddisfazione, signor Ministro, le rassicurazioni che ella ha fornito rispetto alle

preoccupazioni da noi espresse in merito alla pressione fiscale e agli oneri burocratici nei confronti

delle piccole e medie imprese. Dopo una manovra finanziaria - mi permetta il termine - lacrime e

sangue, sono presenti i presupposti per il rilancio del Paese. Gli indici sono positivi, il PIL sta

salendo, il deficit è già diminuito, è diminuita la disoccupazione e anche il tasso di inflazione.

Dobbiamo sfruttare questa fase economica favorevole impegnandoci tutti insieme per il bene

comune.

È per questi motivi che il Gruppo Per le Autonomie non ritiene opportuno che si faccia cadere il

Governo. Non sono utili in questa fase scontri di posizione, ma occorrono equilibrio e

responsabilità che devono coinvolgere sia la maggioranza che l'opposizione, perché il teatro che

Page 312: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

312

abbiamo vissuto pochi minuti fa ha fatto di nuovo distaccare i cittadini da queste istituzioni in cui

noi crediamo fortemente. Non è possibile fare un scenata simile davanti a tutto il Paese e dividere

anche questo Parlamento e il Paese, che vuole riforme, vuole innovazione, vuole che il Governo

possa finalmente agire, fatto impedito da simili dibattiti.

Con le aspettative esposte, rafforzate dalle assicurazioni del Ministro di studiare e di volerci anche

incontrare per ridurre il peso fiscale per le piccole e medie imprese e per una politica fiscale di

consulenza e non squisitamente sanzionatoria, annunzio a nome del Gruppo Per le Autonomie la

nostra fiducia al Governo e pertanto il nostro voto favorevole alle mozioni presentate dalla

maggioranza. (Applausi dal Gruppo Aut).

Deliberazione sulla richiesta di dichiarazione d'urgenza, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del

Regolamento, in ordine all'affare inerente la revisione delle leggi elettorali

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero esprimere innanzi tutto i nostri

apprezzamenti per gli sforzi compiuti sia dal Governo, in particolar modo dal ministro Chiti, che

dall'opposizione, nella persona del senatore Calderoli, per riformare urgentemente il sistema

elettorale in vigore.

Il Gruppo Per le Autonomie ha partecipato ad ambedue le consultazioni, quella del Governo e

quella del tavolo dei volenterosi convocato dal senatore Calderoli. Abbiamo anche presentato

propri disegni di legge che perseguono l'obiettivo di eliminare le distorsioni evidenti, nonché -

questo è il punto principale sul quale chiedo attenzione - riavvicinare l'elettorato agli eletti.

L'obiettivo principale, infatti, che ha animato la discussione del nostro Gruppo - e che reputo

condivisibile da tutti - è quello di riportare la politica nel suo insieme ad un legame più stretto con

la popolazione e con l'elettorato, che sempre più palesemente evidenzaun forte distacco da tutta la

politica, non solo da quella della maggioranza, anche da quella dell'opposizione.

Uno dei motivi principali che ha causato tale distacco risiede nell'attuale legge elettorale. Sono

stati, infatti, aboliti i collegi uninominali che garantivano un diretto collegamento tra i candidati

eletti nei collegi e gli stessi elettori. Si è tornati al proporzionale nella convinzione che esso potesse

garantire maggiori vantaggi in termini di rappresentatività e che potesse rispecchiare meglio i reali

rapporti tra i vari partiti e le forze politiche.

Purtroppo nulla di ciò si è verificato, anzi, al contrario, la legge ha prodotto un gravissimo distacco

tra cittadini elettori, da una parte, ed eletti, dall'altra, tra corpo elettorale e rappresentanti in

Parlamento ed ha, inoltre, reso maggiormente instabile il Governo, avendo riportato una esile

maggioranza al Senato.

La più grave limitazione del diritto dell'elettore è stata quella - sottolineo quanto detto dal senatore

Cutrufo poco fa - di toglierli la possibilità di esprimere le preferenze. La normativa attualmente in

vigore prevede liste bloccate dei candidati di ogni partito e, così facendo, ha tolto la possibilità ai

cittadini di scegliere i propri rappresentanti, chiamandoli solo ad approvare elenchi decisi dai

partiti. Il nostro partito, nel suo modesto ambito, ha cercato di colmare tale lacuna con il metodo

delle primarie tenutesi nei vari paesi. La soluzione, però, deve naturalmente spingersi oltre.

La seconda forte critica riguarda le candidature plurime, ossia la possibilità data al candidato di

presentarsi in più di una circoscrizione per poi optare per una di esse. Il cosiddetto eletto plurimo è

signore del destino di tutti gli altri candidati la cui elezione dipende dalla sua opzione. Questo

fenomeno coinvolge un terzo dei parlamentari.

Page 313: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

313

Il problema istituzionale causato dalla legge elettorale (oltre queste lacune) è la ulteriore

frammentazione delle forze politiche e una situazione di non governabilità del Paese. Il Gruppo Per

le Autonomie, nel raffronto dei vari sistemi elettorali di cui si è occupato in varie sedute e grazie

alle esperienze degli anni passati, ha deciso di proporre in questa sede il sistema uninominale,

prevedendo, per la Camera dei deputati, un sistema uninominale secco a turno unico, dividendo il

territorio nazionale in tanti collegi quanti sono i deputati da eleggere. In subordine, almeno

auspichiamo - secondo quanto proposto in Senato dal senatore Casson e da altri - il ritorno al

Mattarellum, vale a dire ad un sistema che preveda l'elezione di tre quarti dei senatori in collegi

uninominali e di un quarto dei senatori in collegi di recupero proporzionale.

I grandi vantaggi di questa soluzione sono nell'impostazione prevalentemente maggioritaria, che

incentiva i partiti ad unirsi in coalizioni preelettorali per conquistare i seggi nei collegi stessi. In

secondo luogo, si realizza una maggiore stabilità di Governo, come è dimostrato dall'aumentata

durata media degli Esecutivi. Nella classifica di longevità, infatti, il Governo guidato da Berlusconi

dal 2001 è al primo posto mentre quello di Prodi del 2006 è al terzo posto. Inoltre, due delle tre

legislature elette con il sistema maggioritario, la XIII e la XIV, sono giunte alla loro scadenza

naturale. Un ulteriore vantaggio è dato da un diretto legame tra l'eletto e l'elettorato. I piccoli

collegi garantiscono la conoscenza diretta dei candidati e la disponibilità degli stessi verso le

istanze locali e le preoccupazioni della gente, superando proprio quel distacco e quel divario che si

lamenta oggi nella politica.

Il Gruppo Per le Autonomie si augura, pertanto, un sistema più vicino alla gente, un legame più

diretto tra eletti ed elettori con un sistema maggioritario in collegi, se non esclusivamente almeno

maggiormente uninominale. Si auspicano poi anche riforme costituzionali che diano la possibilità a

noi tutti di mantenere la promessa di ridurre i costi della politica e gli organi elettivi, che in Italia

risultano essere al primo posto se confrontati a livello europeo.

Il ritorno al Mattarellum in Senato e la riserva di un quarto di seggi per il sistema proporzionale

renderebbe concretamente possibile una riduzione secca al momento di una riforma costituzionale,

grazie proprio ad un'effettiva restrizione di un quarto della quota proporzionale del Senato e ad uno

snellimento delle procedure. Anche la legge, che noi presenteremo presso la Camera dei deputati, si

presta all'eventuale riduzione dei seggi stessi ma, indipendentemente dal sistema elettorale che si

voglia scegliere, si chiede di tornare almeno a rispettare i princìpi fondamentali democratici della

scelta dei candidati e della vicinanza tra candidati ed elettori.

Se, pertanto, la maggioranza del Parlamento - e non parlo di maggioranza politica - dovesse

decidere di conservare il sistema proporzionale con premio di maggioranza, si insiste su due punti

che la nostra parte politica considera essenziali: da un lato, reintrodurre il voto di preferenza per

ridare all'elettore la possibilità di scegliere i propri candidati, pur essendo consapevole del fatto che

le segreterie dei partiti sono contrarie. Ciò non toglie che tutti i parlamentari devono difendere

coralmente e trasversalmente questo diritto. (Applausi del senatore Buttiglione). Dall'altro, si

chiede fortemente l'abolizione totale delle cosiddette candidature plurime.

Ringrazio in questa sede sia il Governo che il senatore Calderoli per l'attenzione che ha dimostrato

anche per le istanze delle minoranze linguistiche. È chiaro che l'applicazione di soglie elettorali

senza distinzione verrebbe a ledere l'articolo 6 della Costituzione, che prevede espressamente la

tutela delle minoranze linguistiche, ma su questo aspetto sono state date da tutti rassicurazioni.

Riguardo poi al quesito dell'abbreviazione della procedura e dell'applicazione della procedura

d'urgenza, intendo invece sottolineare che capisco e condivido pienamente l'urgenza di legiferare in

materia elettorale, anche per prevenire il referendum. Non nascondo, tuttavia, una certa perplessità

per quanto riguarda la riduzione dei tempi. Non vorrei che ciò si traducesse in una rinuncia ad un

vero dibattito e ad un approfondimento, di cui una legge di tale importanza ha assolutamente

bisogno. Non ci si può permettere un'altra volta di predisporre in fretta e furia una legge che poi

delude le tante aspettative della popolazione.

Pertanto, insisto sul fatto che, indipendentemente dalla procedura che si vorrà applicare, il

Parlamento abbia sia in sede di Commissione che in Aula il tempo necessario per approfondire la

Page 314: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

314

materia proprio al fine di scegliere la soluzione migliore per il Paese. La procedura d'urgenza

dovrebbe pertanto essere intesa, secondo quanto richiesto dal senatore Calderoli, come stimolo per

mettere al primo posto la discussione sulla legge elettorale e la sua approvazione in tempi brevi.

L'ultima osservazione importante che vorrei fare è che una vera riforma elettorale ha anche bisogno

di riforme costituzionali.

Ho parlato della riduzione dei costi della politica; aggiungo di dare il diritto elettorale ai diciottenni

anche qui al Senato al fine di equiparare il corpo elettorale. Si propone pertanto l'equiparazione del

diritto di voto e, come già evidenziato, di ridurre i costi della politica, a cominciare da una

riduzione anche degli organi legislativi.

Condividendo l'intento espresso dal senatore Calderoli, per il quale dichiariamo un voto favorevole,

aggiungo però il nostro desidero di dare spazio, nonostante tutto, alla discussione sia in

Commissione sia in Aula per potere veramente approfondire il tema. (Applausi dal Gruppo Aut).

Mozioni nn. 110 (testo 2), 114 e 117 sugli studi di settore

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, il

Gruppo Per le Autonomie si dichiara soddisfatto per il testo della mozione di maggioranza sulla

politica fiscale, in particolare su questo aspetto degli studi di settore; una soddisfazione che nasce

anche dal fatto che - mi sia consentito di sottolineare - come Gruppo abbiamo fortemente

contribuito alla redazione del testo. Ringrazio in questo contesto le senatrici Thaler Ausserhofer e

Rubinato, il senatore Pinzger e gli altri colleghi del Gruppo qui presenti che in prima persona hanno

contribuito ad esprimere politicamente una sofferenza sentita dai piccoli e medi imprenditori.

Si tratta di una mozione che adesso mira e deve dare una svolta alla politica fiscale del Governo;

una nuova impostazione che già con gli annunciati contenuti del DPEF e della prossima manovra

finanziaria notiamo con piacere verrà posta in essere anche sul versante sociale. Penso, ad esempio,

all'aumento delle pensioni minime e alle politiche di sostegno a favore dei giovani, tutte tematiche

non più rinviabili e che come Gruppo per le autonomie avevamo segnalato più volte all'attenzione

del Governo.

Con la stessa fermezza con la quale abbiamo chiesto e chiediamo l'attenzione ai problemi delle

piccole e medie imprese, torniamo infatti a chiedere all'Esecutivo di porre in essere in tempi brevi

misure a favore delle famiglie per l'acquisto della prima casa e per la promozione della maternità e

paternità.

In questo frangente mi sembra doveroso ricordare che le misure che metterà in atto il Governo e

quelle che auspichiamo vengano realizzate sono rese possibili grazie all'opera di risanamento dei

conti pubblici rigorosamente attuata fin dall'inizio della presente legislatura. Con questa linea

d'azione il Governo non è che abbia guadagnato consenso, il contrario purtroppo, lo si deve dire.

L'Esecutivo aveva ereditato un debito pubblico di 1.570 miliardi dai Governi precedenti e ha avuto

la serietà di affrontare il problema, ma purtroppo sappiamo tutti che nessuno è disponibile

volentieri ai sacrifici e nessuno vuole pagare maggiori tasse.

Tornando al dibattito sugli studi di settore, riteniamo sia stata fatta la necessaria chiarezza richiesta

con forza dalle piccole e medie imprese.

Mi consenta, signor Presidente, di aprire una piccola parentesi necessaria per sgomberare il campo

da qualsiasi equivoco su polemiche delle scorse settimane. Contrariamente a quanto è stato detto in

quest'Aula e scritto sui giornali, il Gruppo Per le Autonomie non si è mai fatto carico di essere

interprete di interessi localistici di una o di un altra Regione, come del Trentino-Alto Adige-

Südtirol, come il collega Eufemi aveva ritenuto; il malessere del mondo imprenditoriale proviene

Page 315: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

315

non solo dalle Regioni del Nord, ma ritengo sia un malessere di tutto il Paese intero, e sarebbe

strumentale - come sanno i colleghi - volerlo circoscrivere solo al Trentino-Alto Adige-Südtirol.

Tornando alla mozione dell'Unione, è anche grazie al nostro contributo che si richiede al Governo

una revisione degli studi di settore tramite il metodo della concertazione con le categorie

interessate. Infatti, i nuovi indici di normalità economica dovranno essere solo sperimentali e non

potranno essere usati per accertamenti fiscali automatici. È implicito per noi che nei controlli

rimanga, pertanto, l'onere della prova a carico dell'Amministrazione delle finanze e non del

contribuente, che deve dimostrare di essere innocente.

Questa chiarezza e questo dovuto confronto tra Governo e categorie, a nostro avviso, si inquadra

nella più complessiva cornice da realizzare e nel rispetto scrupoloso dello Statuto del contribuente,

creando un nuovo rapporto che non deve prevedere in alcun modo norme retroattive tra il fisco e i

contribuenti: questo è uno dei princìpi sacrosanti dello Statuto del contribuente spesso richiamato e

richiamato anche dalla mozione in esame.

Ma noi ci spingiamo più avanti, traendo esempi da altri Paesi europei, immaginando un fisco non

solo ed esclusivamente sanzionatorio: un fisco che accompagni, con un sistema di consulenze, le

imprese, al fine di creare un rapporto di fiducia per una nuova, più corretta cultura contributiva.

Naturalmente tutto ciò, non esclude in alcun modo le sanzioni, che dovrebbero scattare qualora le

imprese, dopo questo percorso consultivo, si dovessero dimostrare recidive.

Allo stesso modo, a nome del Gruppo mi preme fugare ogni dubbio riguardo al fatto che la

necessaria revisione degli studi di settore non debba assolutamente significare un abbassamento

della guardia nei confronti dell'evasione fiscale: questo deve essere e rimane il tema, ma non

dobbiamo neanche con strumenti, come sono stati creati o meglio, applicati, creare pretesti per poi

protestare contro l'obiettivo, che mi pare sacrosanto, di condurre la lotta contro l'evasione fiscale.

Peraltro, tale lotta vede il fisco impegnato ed è un punto centrale del Governo, in quanto riteniamo

che si debba pagare tutti, in modo che tutti possano pagare meno.

A tal proposito, siamo soddisfatti che la necessità di abbassare la pressione fiscale anche con i

proventi derivanti dalla lotta all'evasione sia stata inserita al primo punto della mozione di

maggioranza ed è anche per questo motivo che esprimiamo fin d'ora il nostro voto favorevole a tale

mozione. (Applausi dal Gruppo Aut. Congratulazioni).

Convalida del senatore Luigi Bobba in sostituzione del senatore Gianni Vernetti (dimissionario) -

Regione Piemonte

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

STORACE (AN). Presidente, le faccio presente che sono già intervenuti i senatori Manzione,

Bordon e Zanda, che sono dell'Ulivo!

PRESIDENTE. Il senatore Manzione è il relatore.

Ha facoltà di parlare il senatore Peterlini.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, colleghi, nella discussione abbiamo mischiato temi che,

invece, devono essere nettamente separati. Un tema è la discussione sulle dimissioni,

legittimamente posto, di cui non è il caso di discutere, perché, come prevede il Regolamento, dopo

le decisioni prese, non ne è permesso il commento.

Devo dire ai colleghi intervenuti sulle dimissioni, su cui il nostro voto è stato favorevole (è solo un

fatto politico), che riteniamo diritto del singolo senatore dimettersi e dell'Assemblea accettare o non

accettare le sue decisioni. E questa accettazione è stata fatta.

Page 316: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

316

Questo però non è l'oggetto del contendere e prego di non fare confusione sulla situazione rispetto

ad un tema già dibattuto, con l'accettazione delle dimissioni del senatore Vernetti.

Il problema sollevato e che deve ora essere sottoposto al Senato è la decisione della Giunta sulla

sua successione. Sulla Giunta non mi permetterei mai di esprimermi negativamente - ne ho fatto

parte per cinque anni - però, devo dare un giudizio che non riguarda i suoi membri, ma l'istituzione

stessa dell'organo Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. Mentre, infatti, con il

sistema proporzionale, quando cioè è stata istituita la Giunta, le delibere erano per così dire sopra le

parti, perché il sistema proporzionale garantiva un pluralismo (forse anche esagerato) che non

prevedeva i due blocchi, con il sopravvenire del sistema maggioritario la Giunta troppo facilmente

si presta a votazioni o di maggioranza o, addirittura, di baratto tra maggioranza e opposizione;

ipotesi che non voglio naturalmente insinuare, ma che si presta ad interpretazione.

Mi appello pertanto al Senato, competente secondo lo stesso Regolamento, al fine di riconsiderare

tale istituzione, che, anche dalla mia esperienza di cinque anni, mi sembra uno strumento veramente

molto delicato e che va ripensato. Ricordo che qui in Aula c'è il senatore Morselli che era stato

legittimamente eletto all'inizio della passata legislatura, ma che, per un errore nel conteggio dei

voti, ha dovuto aspettare due anni e mezzo per poter subentrare. È giusto o non è giusto, senatore

Morselli? Queste situazioni non si devono verificare in uno Stato democratico.

Cosa è accaduto nel caso in questione? Che si è dimesso il senatore Vernetti del Piemonte e,

giustamente, è stato ricordato l'articolo della Costituzione che prevede, a differenza della Camera,

che le elezioni del Senato siano regionali. È allora chiaro che quel seggio che si è liberato in

Piemonte deve spettare al prossimo eletto in quella Regione. Chi è il prossimo eletto in Piemonte?

Il prossimo nella lista degli eletti in Piemonte sarebbe stato il senatore Bobba, ma cosa ha fatto il

senatore Bobba all'inizio della legislatura? In base a una legge che tutti abbiamo criticato (non la

voglio ricordare di nuovo) e che ha reso padroni tutti coloro che avevano maggiori possibilità di

optare in varie Regioni, ha scelto legittimamente la Puglia.

VOCI DALL'EMICICLO. No, no!

PRESIDENTE. Il senatore Bobba è stato eletto in Puglia, non ha scelto la Puglia.

PETERLINI (Aut). È stato eletto in Puglia, va bene, questo non cambia una virgola del

ragionamento. (Brusìo).

PRESIDENTE. Colleghi, mi auguro che almeno questo capitolo si riesca a chiudere entro la fine

della seduta. Quindi, facciamo parlare il senatore Peterlini.

PETERLINI (Aut). Non cambia una virgola, è stato eletto in Puglia; giusto o no? Allora, in quel

momento il senatore Bobba avrebbe potuto rinunciare o dimettersi, ma non lo ha fatto. Ora si è

liberato il seggio del Piemonte; poiché il senatore Bobba è già stato eletto e rappresenta la Puglia,

vorrei allora sapere chi è il prossimo eletto in quella Regione. (Brusìo. Commenti del senatore

Asciutti). Ma è possibile parlare?

PRESIDENTE. Colleghi, fino ad ora si è svolto un interessante, almeno per me, dibattito su una

questione estremamente delicata. Quindi, ascoltiamo il senatore Peterlini. Senatore Asciutti, non fa

cambiare idea al senatore Peterlini.

PETERLINI (Aut). No, non mi fa cambiare idea. Noi siamo una parte completamente

disinteressata, ma ho la sensazione che si stia verificando un'ingiustizia e devo appellarmi alla

giustizia della Presidenza del Senato. Ripeto, siamo una parte completamente disinteressata, perché

Page 317: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

317

la maggior parte del nostro Gruppo e io stesso siamo stati eletti nei vecchi collegi, dove c'è ancora

trasparenza e anche connessione e vicinanza con il popolo. Con questo voglio dirvi che non

abbiamo subito la magia di queste candidature plurime.

Vengo al punto: il seggio spetta al Piemonte e il prossimo in lista, che non può essere chi è già in

Senato, si chiama Renato Cambursano. Non so come si possano mischiare le carte per far

subentrare un altro: è impossibile tale risultato. Voglio dirlo chiaramente in quest'Aula, perché non

posso accettare che una Giunta delle elezioni sorpassi praticamente l'organo massimo che qui tutti

insieme rappresentiamo.

Chiedo pertanto alla Presidenza, in primo luogo, di approfondire questo aspetto per valutare quali

soluzioni si possono adottare. In secondo luogo, sollecito tutti i colleghi che verbalmente si sono

espressi per la riforma elettorale a rimboccarsi finalmente le maniche per farla veramente questa

legge. (Applausi dai Gruppi RC-SE, SDSE, IU-Verdi-Com e della senatrice Rubinato).

Per lo svolgimento di un'interpellanza e di interrogazioni e per la risposta scritta ad interrogazioni

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, mi rendo conto che per il Governo è difficile rispondere ai

tanti atti di sindacato ispettivo che sono parte del nostro lavoro parlamentare. Tuttavia, poiché ho

presentato varie interpellanze e di interrogazioni ancora inevase, mi permetto di segnalarle,

chiedendo che esse ricevano risposta con urgenza.

La prima è l'interpellanza 2-00110, riguardante il bilinguismo della polizia in Provincia di Bolzano:

sarebbe necessario, per ottemperare all'obbligo del bilinguismo, assumere e promuovere

l'assunzione di personale bilingue.

Segnalo poi le interrogazioni 3-00505, sull'uso del casco per gli sciatori, e 3-00560, riguardante la

drammatica mancanza di personale all'INPS di Bolzano, che non può essere risolta, come in altre

Province, con il trasferimento o la mobilità, sempre per le esigenze autonomistiche di bilinguismo.

Mi permetto di sollecitare anche l'interrogazione 4-00523, riguardante il casco per i ciclisti.

(Richiami del Presidente).

Mi scusi, signor Presidente; sono tutti atti inevasi per i quali stiamo aspettando una risposta.

PRESIDENTE. Mi pare che abbia già fatto alcune segnalazioni significative.

PETERLINI (Aut). Allora mi soffermerò sull'atto che ritengo più importante e i rimanenti li

segnalerò in un'altra occasione.

PRESIDENTE. Faccia un elenco e poi noi provvederemo di conseguenza.

PETERLINI (Aut). Presidente, accolgo il suo invito. L'atto, a mio avviso, più importante è

l'interrogazione 4-01887 riguardante i rimborsi IVA.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per

gli anni 2008-2011

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

Page 318: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

318

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, vorrei fare una sintesi del mio intervento, che mi riservo, con

il suo permesso, di lasciare agli atti.

PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza in tal senso.

PETERLINI (Aut). Siamo in un momento felice. Abbiamo avuto una finanziaria molto difficile, che

ci ha fatto soffrire, che ci è anche costata consenso nel Paese, ma abbiamo visto che adesso gli

indici economici sono in crescita. Il PIL sta crescendo del 2 per cento all'anno, l'indebitamento

netto è sceso decisamente e fortemente, come previsto peraltro nel DPEF, il numero degli occupati

non era mai così alto in Italia, la disoccupazione è scesa, l'inflazione anche. Vorrei però suggerire di

non mostrare un'euforia troppo grande a fronte di questi risultati, perché abbiamo sempre un debito

pubblico che si aggira ancora sui 1.617 miliardi di euro e che ci costa 74 miliardi di euro d'interessi

passivi. Pertanto, come Gruppo Per le Autonomie, abbiamo proposto di evitare assolutamente sia

per quest'anno che nel bilancio dell'anno prossimo ogni manovra finanziaria che aggravi il peso

fiscale. Anzi, vorremmo raggiungere il risultato contrario.

Il Gruppo Per le Autonomie ha contribuito alla stesura della proposta di risoluzione della

maggioranza, che abbiamo controfirmato e di cui vorremmo sottolineare alcuni punti.

Il primo concerne l'obiettivo di creare un nuovo rapporto di fiducia tra i contribuenti e

l'amministrazione finanziaria, attraverso i criteri della semplicità, della certezza, della stabilità delle

regole e del rispetto dello statuto del contribuente. Il secondo concerne l'impegno a destinare le

maggiori entrate alla riduzione del prelievo fiscale a favore delle famiglie e delle imprese minori. Il

terzo riguarda l'impegno per la famiglia, in ordine al quale abbiamo depositato anche una mozione

contenente un pacchetto di misure per le pensioni minime, i giovani e la solidarietà sociale.

Un punto molto importante che vorremmo poi illustrare e in ordine al quale abbiamo anche corretto

e precisato il documento che abbiamo poi firmato, riguarda l'attuazione di un vero federalismo

fiscale, che valorizzi le autonomie locali, da non collocare in posizione subalterna alle Regioni,

oltre, naturalmente, a una rafforzata autonomia impositiva per le Regioni e le Province autonome.

Vogliamo, inoltre, un'autonomia propria per i Comuni, sempre nell'obiettivo di consentire loro di

assolvere i propri compiti e anche di garantire un accettabile livello di investimenti, consentendo

una programmazione pluriennale e superando anche la spesa storica.

Abbiamo contribuito a rafforzare il binomio autonomia-responsabilità, princìpi che devono essere

in rapporto di reciproca corrispondenza, per portarci a un'autonomia tributaria vera, che metta in

grado i Comuni anche di realizzare investimenti e superare e migliorare il patto di stabilità,

consentendo l'utilizzo degli avanzi di amministrazione per i Comuni più virtuosi e non sempre

penalizzando proprio questi. Vogliamo una revisione della normativa dell'ICI, che aumenti il grado

di autonomia degli enti locali. Mi permetta un'osservazione in questo contesto. È inutile che lo

Stato dica: risparmiamo sull'ICI. L'ICI è una tassa che va ai Comuni e deve rimanere nel loro

ambito anche la decisione di poter ampliare il loro raggio di azione.

Per quanto riguarda l'Allegato infrastrutture, abbiamo inserito nella proposta di risoluzione la

possibilità di un'ulteriore selezione delle opere per eventuali altri investimenti, che citerò molto

brevemente. Vorremmo che fosse tenuta in considerazione la tratta veneta della strada statale 47

della Val Sugana. Per quanto riguarda la ferrovia del Brennero, suggeriamo attenzione alle

sensibilità delle popolazioni, pertanto oltre alla galleria del Brennero, si fa menzione del raddoppio

di tutta la linea, con particolare interesse alla delicata zona Bronzolo-San Michele all'Adige, che

deve essere realizzata contestualmente in galleria. Per la Valle d'Aosta, riteniamo importante la

ferrovia Torino-Aosta ed i lavori inerenti l'accesso e la messa in sicurezza del traforo Gran San

Bernardo. Infine, la Sicilia aspetta il raddoppio della linea ferroviaria Palermo-Messina, portando a

compimento la tratta Catelbuono-Patti.

Page 319: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

319

Signor Presidente,avviandomi alla conclusione, ringrazio tutti i colleghi del Gruppo che hanno

discusso e contribuito con noi alla formulazione dei punti più importanti che ho sottolineato. In

particolar modo vorrei ringraziare la collega Simonetta Rubinato che, come nostra rappresentante in

Commissione bilancio, ha fortemente contribuito a formulare la nostre proposte.

Concludendo, esprimo a nome del Gruppo Per le Autonomie il voto favorevole alla proposta di

risoluzione della maggioranza da noi firmata. (Applausi dai Gruppi Aut, Ulivo e RC-SE).

Sul processo verbale della seduta n. 217 del 20 settembre 2007

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, mi rimetto alla decisione della Presidenza, ma vorrei chiarire

che l'ultima votazione che si è tenuta era al completo dei senatori presenti, mentre la prima

votazione - e di questo si dovrebbe tener conto - si è svolta in assenza di tutti i senatori Capigruppo,

che erano riuniti in una sala vicino l'Aula. Lo dico affinché resti a verbale.

Mozioni nn. 124 (testo 2), 141 e 143 sul vice ministro dell'economia e delle finanze Visco

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, con le dichiarazioni in quest'Aula del

ministro Vannino Chiti noi riteniamo che la questione sul caso Visco sia superata. Forse sarebbe

valsa la pena che il Senato non tornasse ad impegnare un'intera seduta pomeridiana a discutere di

un caso del quale avevamo già dibattuto a metà di giugno. Di certo sarebbe stato più proficuo

impegnare questo tempo per parlare della politica finanziaria ed economica, della quale dovremo

occuparci nella prossima legge finanziaria.

Ma tant'è, e visto che siamo stati nuovamente chiamati ad affrontare questo argomento, noi

crediamo che le dichiarazioni del ministro Chiti sul fatto che le deleghe per la Guardia di finanza

restano nelle mani del ministro Padoa-Schioppa rappresentino la soluzione che contribuisce a

rasserenare gli animi e ad evitare ulteriori strumentalizzazioni da parte dell'opposizione.

Come Gruppo Per le Autonomie siamo soddisfatti che il Governo abbia recepito questa che era una

delle nostre proposte, già formulata nel dibattito sul caso Visco-Speciale, svoltosi in quest'Aula a

metà giugno. In quell'occasione, signor Ministro, avevamo ribadito anche l'importanza che la

procura della Repubblica potesse svolgere il proprio lavoro in piena serenità.

Di fatto la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione delle ipotesi di reato di abuso d'ufficio e di

minacce per il vice ministro Visco, in quanto la sua condotta è stata ritenuta illegittima ma non

illecita, con una formula - diciamo così - un po' difficile da comprendere anche a chi è

giuridicamente attento. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari non si è ancora pronunciato

sulla proposta di archiviazione fatta dalla procura di Roma. Ciò costituisce una maggiore conferma

dell'inopportunità di questo dibattito, che si inserisce praticamente in un iter giudiziario ancora non

concluso.

In merito all'importante obiettivo della lotta all'evasione, avevamo suggerito - e mi permetto di

ripeterlo - che l'evasione fiscale potesse essere sconfitta in modo più efficiente potenziando la

prevenzione e la consulenza. In tal senso, indichiamo sistemi europei come quelli dell'Austria, della

Page 320: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

320

Germania e della Svizzera, dove l'obiettivo è quello di creare una cultura contributiva corretta,

finalizzata ad un fisco non persecutorio ma sempre più amichevole.

Ricordo per inciso che già la parola è molto differente nel lessico italiano e in quello germanico. In

Italia si parla di "imposta" (imposta dall'alto); in Germania si parla di "steuer", che significa

contribuire. Mi pare che qui si debba sviluppare una certa cultura. (Commenti dai banchi

dell'opposizione). È diverso il concetto.

Ciò che vogliamo sottolineare è la necessità di coinvolgere le imprese, le piccole e le grandi,

accompagnandole e concordando con loro momenti di consultazione preventivi alle stesse sanzioni;

solamente quando poi, nonostante le consultazioni e gli avvertimenti, le aziende proseguano nelle

irregolarità, scattino le sanzioni. Signor Presidente, invitiamo il Governo a prendere in

considerazione le nostre proposte, così com'è avvenuto sulla questione Visco.

L'accoglimento della nostra richiesta di mantenere le deleghe in capo al Ministro stesso ci fa

ritenere superflue e strumentali le mozioni proposte dall'opposizione. Pur contenendo alcune delle

nostre stesse proposte, riteniamo che tutte queste abbiano come unico e solo obiettivo quello di

mettere in crisi il Governo.

Per questo motivo, rassicurato dalle parole del ministro Chiti, a nome del Gruppo Per le Autonomie

preannuncio il nostro voto contrario alle mozioni e agli ordini del giorno dell'opposizione.

(Applausi dal Gruppo Aut. Applausi ironici del senatore Biondi. Commenti dal Gruppo AN).

Sulla discussione dell'emendamento 10.0.700 del disegno di legge n. 1819

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, vorrei chiarire in tutta serenità un aspetto politico che non

può essere archiviato senza averlo opportunamente chiarito. Si tratta del grave attacco avvenuto ieri

sera in quest'Aula contro le minoranze linguistiche, in occasione della discussione e della votazione

dell'emendamento 10.0.700. Non si tratta di entrare nel merito della questione che - vorrei qui

sottolinearlo - fortunatamente è stata risolta.

Nella discussione del testo avevo pensato di mettere una "o" al posto della "e" per introdurre un

elemento di maggiore chiarezza. Nel merito ho però ricevuto le rassicurazioni da parte del

Governo, del presidente della Commissione bilancio e del relatore sul fatto che il testo così come

era scritto andava bene, in quanto riprendeva la dizione originale della legge in vigore. Tale legge,

la n. 250 del 1990, è stata sempre applicata nel senso da me esposto, vale a dire che le radio fanno

informazione nella lingua della minoranza linguistica che rispettivamente rappresentano.

Con questo emendamento non si voleva porre in essere alcun colpo di mano ed anzi non si

prevedevano né spese né innovazioni della legge: si intendeva praticamente aggiungere dei criteri

per evitare dei soprusi. Lo affermo anche per motivi interpretativi, affinché rimanga agli atti:

l'obiettivo rimane naturalmente di far sì che ogni radio parli nella lingua propria della minoranza

linguistica.

Signor Presidente, nel ringraziarla per aver avuto la parola, rilevo che quello che invece deve essere

respinto con forza è l'attacco qui espresso contro le minoranze linguistiche. Non faccio nomi per

non sollevare altre polemiche.

PRESIDENTE. Per questo la ringrazio.

PETERLINI (Aut). Al contrario di quanto è stato detto, ieri sera in quest'Aula non si è trattato (e

non si tratta) di una istanza localistica, ma della tutela delle minoranze linguistiche, la quale - mi

Page 321: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

321

permetto di ricordarlo in quest'Aula, signor Presidente - è prevista dall'articolo 6 della Costituzione.

Ritengo che sia un fatto grave e offensivo della nostra Carta che una prerogativa prevista nei

princìpi basilari sia delegata ad una istanza, come è stato detto, localistica e campanilistica.

Ringrazio, pertanto, i colleghi di maggioranza e anche di opposizione che al riguardo hanno

espresso tutta la loro solidarietà rispetto a questo strumentale attacco, che respingo con fermezza.

(Applausi dal Gruppo Aut).

Sulla rinuncia del Sommo Pontefice ad intervenire all'inaugurazione dell'Anno accademico

dell'Università «La Sapienza» di Roma

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, anche il nostro Gruppo vorrebbe dare espressione ad un

sentimento di dispiacere per quanto è accaduto. Poteva essere un'occasione di vero arricchimento

del dibattito e della ricerca - un dovere primario per qualsiasi università - proprio da un punto di

vista laico ascoltare il parere del Papa. Pertanto, si esprime un profondo dispiacere per le

ingiustificate critiche e censure all'invito del Santo Padre.

Lalibertà di espressione deve prevalere su ogni forma di censura, che non ha niente a che fare con

la libertà della ricerca. Anche noi ringraziamo la Santa Sede, come è già stato detto, per la forma in

cui ha reagito. Vuole soprassedere sull'invito stesso e con questo atto ha anche palesemente posto la

propria accusa contro quanto è accaduto. Anche noi le chiediamo, unendoci alle critiche qui

espresse, di farsi interprete di questo sentimento, da noi rappresentato in quest'Aula anche a nome

della popolazione.

Sull'ordine dei lavori

PETERLINI (Aut). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, egregio signor Ministro, onorevoli colleghi, anzitutto

vogliamo, indipendentemente da ogni giudizio di merito che spetta non a noi, ma alla magistratura,

esprimere al senatore Mastella tutta la nostra solidarietà in ordine alle notizie che riguardano la

Presidente del Consiglio regionale campano, nonché moglie dello stesso Ministro della giustizia.

Tempi e modi in cui si è sviluppata la vicenda non possono non farci sollevare alcune perplessità.

Appare infatti alquanto strano che la notizia della misura cautelare nei confronti della moglie del

Ministro venga resa nota proprio nel giorno in cui lo stesso Guardasigilli avrebbe dovuto tenere nei

due rami del Parlamento una relazione sull'amministrazione della giustizia, che noi aspettiamo

veramente con ansia.

Le perplessità riguardano non solo la concomitanza con l'appena citato appuntamento, ma

soprattutto il fatto che la notizia del provvedimento in questione ci è stata resa nota prima che fosse

stata notificata all'interessata. Questo è un vero scandalo. Questo non deve succedere in uno Stato

democratico. Troppo spesso ormai assistiamo ad un vero e proprio corto circuito tra la dovuta - e

per legge imposta - riservatezza delle indagini e la divulgazione di notizie coperte dal segreto

istruttorio, addirittura prima che lo stesso interessato ne sia a conoscenza.

Proprio per fugare ogni dubbio, chiediamo fermamente alle autorità responsabili di fare chiarezza,

per non alimentare ulteriori confusioni, polemiche e strumentalizzazioni.

Page 322: Senato della Repubblica, Attività Parlamentare  del Sen. Oskar Peterlini 2001-08

322

Crediamo fermamente nella divisione dei poteri e dunque difendiamo l'autonomia della

magistratura, ma quest'ultima deve dare prova di questa sua perfetta e completa indipendenza.

Sbagliato sarebbe infatti se un singolo provvedimento di una procura o la singola azione di un

giudice fornissero pretesti per attacchi ingiustificati alla magistratura nel suo complesso, i quali

vanno fermamente respinti.

A tal riguardo, alcuni esponenti dell'opposizione pare non abbiano perso tempo e stanno

artificiosamente alimentando uno scontro tra poteri nell'intento di creare frizioni tra Governo e

magistratura. Non ritengo opportuno, cari colleghi, strumentalizzare a fini politici una questione

così delicata, come invece è stato fatto in qualche intervento.

Abbiamo invece apprezzato il rispetto delle istituzioni del ministro Mastella, che in mattinata si è

presentato alla Camera dei deputati con grande coraggio, con grande pazienza e anche con grande

senso di umanità per rassegnare, nel rispetto delle istituzioni, le sue dimissioni. Ciò gli fa onore.

Riteniamo tuttavia che prima di chiedere conseguenze politiche debba essere fatta piena luce sulla

vicenda. Il Gruppo Per le Autonomie apprezza, pertanto, la decisione del presidente del Consiglio

Prodi e respinge politicamente queste dimissioni, anche perché apprezziamo l'operato svolto dal

Guardasigilli e dal suo Dicastero. Penso, prima fra tutte, alla riforma dell'ordinamento giudiziario.

L'Italia ha urgente bisogno, nel rispetto delle garanzie costituzionali e del principio di indipendenza

della magistratura, di misure per accelerare e semplificare i processi e di interventi per

razionalizzare l'amministrazione e correggere le leggi ad personam. Viviamo - dobbiamo dirlo

apertamente - in una vera e propria emergenza nazionale della giustizia a danno dei cittadini. È

necessario, oggi più che mai, che l'apparato giudiziario sia veloce nell'arrivare ad adottare le proprie

determinazioni e ad emettere le sentenze. Dobbiamo dunque garantire ai cittadini la possibilità di

ottenere giustizia in tempi accettabili.

Dobbiamo urgentemente - chiedo scusa se entro nel merito dei problemi aperti, ma essi evidenziano

la necessità di far rimanere al suo posto il Guardasigilli - risolvere il problema del sovraffollamento

e dell'umanizzazione delle carceri, affinché, nel rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della

Costituzione, si possa realmente adempiere al compito di rieducare il condannato per facilitare il

suo reintegro nella società civile.

Signor Presidente,concludo il mio intervento dichiarando che il Gruppo Per le Autonomie ritiene

che il ministro Mastella possa e debba continuare a fornire il suo contributo nell'affrontare e

risolvere tali questioni. Sono decisioni sbagliate e affrettate; vogliamo, invece, che la magistratura

possa svolgere serenamente il proprio lavoro e che il signor Ministro della giustizia possa fare lo

stesso a favore del Paese.

Auspichiamo, dunque, che il senatore Mastella decida di rimanere nella squadra di questo Governo

e alla guida del Dicastero della giustizia. Con la stessa fermezza chiediamo il rispetto reciproco tra i

poteri dello Stato, ognuno nella sua indipendenza, in modo che possano lavorare in serenità per il

bene dei cittadini. (Applausi dal Gruppo Aut e della senatrice Brisca Menapace).